24.01.2019 Views

01 e-borghi travel - Montagna e borghi

Rivista digitale di viaggi, borghi e turismo slow. Questo mese dedicata alla montagna.

Rivista digitale di viaggi, borghi e turismo slow. Questo mese dedicata alla montagna.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Rivista digitale di viaggi, <strong>borghi</strong> e turismo slow<br />

Numero <strong>01</strong> 2<strong>01</strong>9<br />

www.e-<strong>borghi</strong><strong>travel</strong>.com


SCOPRI<br />

Clicca sull’icona “scopri“ quando la trovi per<br />

approfondire la tua lettura e scoprire ulteriori<br />

dettagli dal sito e-<strong>borghi</strong>.com<br />

Non perdere nessuna uscita di e-<strong>borghi</strong> <strong>travel</strong>.<br />

Iscriviti alla newsletter.


Do you speak english?<br />

Check out the english version.<br />

e-<strong>borghi</strong> <strong>travel</strong> <strong>01</strong><br />

www.e-<strong>borghi</strong>.com<br />

Publisher<br />

Salvatore Poerio<br />

direzione@3scomunicazione.com<br />

Coordinamento editoriale<br />

Luciana Francesca Rebonato<br />

coordinamento@e-<strong>borghi</strong>.com<br />

Art director<br />

Ivan Pisoni<br />

grafica@e-<strong>borghi</strong>.com<br />

Segreteria di redazione<br />

Simona Poerio<br />

segreteria@e-<strong>borghi</strong>.com<br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

Alessandra Boiardi, Cinzia Meoni, Barbara Roncarolo, Luca Sartori,<br />

Giulio Tellarini<br />

Fotografi<br />

Francesco Amendola<br />

Luciano Solero<br />

Traduzioni<br />

Beatrice Lavezzari (inglese)<br />

Marina Bratsilo (russo)<br />

Promozione e Pubblicità<br />

3S Comunicazione – Milano<br />

Cosimo Pareschi<br />

pareschi@e-<strong>borghi</strong>.com<br />

Piersilvio Volpato<br />

volpato@e-<strong>borghi</strong>.com<br />

Redazione<br />

3S Comunicazione<br />

Corso Buenos Aires, 92<br />

2<strong>01</strong>24 Milano<br />

info@3scomunicazione.com<br />

tel. 0287071950 – fax 0287071968<br />

L’uso del nostro sito o della nostra rivista digitale è soggetta ai seguenti<br />

termini:<br />

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di www.e-<strong>borghi</strong>.com può essere<br />

riprodotta, memorizzata in un sistema di recupero o trasmessa,<br />

in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronica, meccanica, fotocopia,<br />

registrazione o altro, senza previa autorizzazione scritta da<br />

parte di 3S Comunicazione. Nonostante l’accurata verifica delle informazioni<br />

contenute in questo numero, la 3S Comunicazione non può<br />

accettare responsabilità per errori od omissioni. Le opinioni espresse<br />

dai contributori non sono necessariamente quelle di 3S Comunicazione.<br />

Salvo diversa indicazione, il copyright del contributo individuale è<br />

quello dei contributori.<br />

È stato fatto ogni sforzo per rintracciare i titolari di copyright delle immagini,<br />

laddove non scattate dai nostri fotografi. Ci scusiamo in anticipo<br />

per eventuali omissioni e saremo lieti di inserire l’eventuale specifica<br />

in ogni pubblicazione successiva.<br />

© 2<strong>01</strong>9 e-<strong>borghi</strong>


RENDI UNICI i tuoi MOMENTI<br />

Tastefully Italian<br />

sanpellegrino.com


Luciana Francesca Rebonato<br />

facebook.com/lfrancesca.rebonato<br />

e- ditoriale<br />

Ogni inizio d’anno delinea una nuova partenza. Noi ci affacciamo<br />

a questo 2<strong>01</strong>9 con un’inedita realtà editoriale: il primo numero<br />

di e-<strong>borghi</strong> <strong>travel</strong>, una serie di guide gratuite dal volto digitale e<br />

con l’anima del magazine dedicate ai <strong>borghi</strong>, ai territori e al turismo<br />

slow del Belpaese. Ogni mese saremo sul web con una monografia<br />

tematica - disponibile anche in versione inglese e russa – che punterà<br />

i riflettori su un tema specifico e accompagnerà i lettori sui set<br />

che abbiamo scelto di rivelare e approfondire, a iniziare dalla montagna.<br />

Un viaggio costellato da grandi classici e inaspettate sorprese:<br />

il 2<strong>01</strong>9 è l’anno nazionale del turismo lento, una filosofia che è al<br />

contempo uno stile di vita per scoprire l’Italia come fosse un vino da<br />

meditazione: progressivamente, assaporandone ogni sorso e istante.<br />

E il passo costante è proprio quello che occorre per andare in<br />

montagna, un arazzo naturale nel quale i <strong>borghi</strong> sono incastonati<br />

come gemme nelle «Grandi cattedrali della terra con i loro portali di<br />

roccia, i mosaici di nubi, i cori dei torrenti, gli altari di neve, le volte<br />

di porpora» (John Ruskin). Vi porteremo con noi a Sauris in Friuli-Venezia<br />

Giulia e a Luserna, Folgaria e Lavarone sull’Alpe Cimbra, in Valtellina<br />

con un itinerario che si snoda fra Teglio, Tirano, Mazzo di Valtellina<br />

e Grosio e poi ancora sull’Etna, all’Abetone e sul Gran Sasso<br />

per poi dirigerci nelle foreste della Sila. E non è finita qui. Sfogliando<br />

e-<strong>borghi</strong> <strong>travel</strong> potrete trovare spunti e idee per le vostre prossime<br />

avventure: le direttrici da percorrere, i <strong>borghi</strong> e i comprensori ve li<br />

proponiamo per tutti i gusti e “quattro stagioni”, corredati da pratici<br />

suggerimenti nel contesto dell’ospitalità, del food & beverage e dello<br />

shopping, con uno sguardo attento al folclore e alle tipicità locali.<br />

Non solo. Leggende, curiosità, prelibatezze enogastronomiche e recensioni<br />

sono da leggere in un soffio così come la rubrica “Vacanze<br />

fuori posto”. Non vi anticipiamo altro: l’ignoto attrae, e l’emozione si<br />

mette in viaggio.<br />

Luciana Francesca Rebonato<br />

coordinatore editoriale


Sauris<br />

Valtellina<br />

Alpe Cimbra<br />

Sila<br />

Etna<br />

Gran Sasso<br />

Abetone<br />

Alvito


Oltreconfine: Ucraina<br />

Speciale BIT<br />

Vacanze fuori posto: Liguria<br />

Sapori in quota<br />

Leggende<br />

Curiosità<br />

Recensione<br />

La valigia


SFOGLIA I NOSTRI<br />

TRAVEL BOOK<br />

PATRIMONIO<br />

MONDIALE<br />

DELL'UNESCO<br />

33 SITI ITALIANI<br />

DA RAGGIUNGERE<br />

IN TRENO<br />

Scopri tutti i nostri Travel Book su trenitalia.com


Udine, Friuli-Venezia-Giulia<br />

Sauris,<br />

passaggio a nord-est<br />

Luca Sartori


Luca Sartori<br />

twitter.com/LucaSartoriIT<br />

Alessandra Boiardi<br />

twitter.com/aleboiardi<br />

Photo Solero<br />

photosolero.com


Fitti boschi, pascoli costellati da malghe e<br />

un lago alpino. Sauris è questo e molto altro<br />

ancora: borgo montano del Friuli-Venezia<br />

Giulia, è dominato da cime dolomitiche<br />

e la sua anima si esprime con tre volti: Sauris<br />

di Sotto, Sauris di Sopra e Lateis. Siamo nel<br />

cuore della Carnia, la natura regna incontrastata<br />

ed è il lago di Sauris, specchio dai colori<br />

verde smeraldo e turchese, ad accogliere chi<br />

arriva a questo angolo di paradiso. In inverno<br />

si praticano sci da discesa e di fondo, sci<br />

alpinismo e pattinaggio sul ghiaccio, si percorre<br />

il paesaggio in motoslitta, si seguono<br />

corsi di sleddog e, per i più romantici, si contemplano<br />

paesaggi innevati nel comfort di<br />

slitte trainate da cavalli. In estate, invece, si<br />

scoprono sentieri a piedi, in mountain bike o<br />

a cavallo fra prati, boschi e sponde del lago,<br />

oppure si praticano canyoning, tennis, pallacanestro<br />

ed equitazione. Non solo. Numerose<br />

sono le opportunità sportive perseguibili<br />

nell’attrezzato centro “Borgo dello sport e<br />

del benessere”, provvisto di centro wellness,<br />

saune e piscina, il tutto immerso nel verde<br />

tra Sauris di Sopra e Sauris di Sotto. A sport<br />

e relax a Sauris si uniscono arte, cultura ed<br />

enogastronomia: il borgo, infatti, è ricco di<br />

storia e tradizioni ed è anche una capitale<br />

del gusto nella quale apprezzare sapori e tipicità<br />

locali.


Sauris da esplorare<br />

Sauris è una continua scoperta. Sulle malghe,<br />

nei boschi, lungo le sponde del lago, sui pascoli<br />

oltre i 1.500 metri d’altezza e nelle frazioni,<br />

fra i rustici dai classici “blockbau”, i tronchi di legno<br />

sovrapposti e incastrati agli angoli. Per gli<br />

appassionati d’architettura e storia è d’obbligo<br />

una visita al santuario di Sauris di Sotto, dal campanile<br />

dalla caratteristica guglia a cipolla e dal<br />

bel rosone sulla facciata, dedicato a Sant’Osvaldo<br />

re di Northumberland, fra i centri devozionali<br />

più noti e prestigiosi della Repubblica Veneta<br />

tra il Seicento e il Settecento. Per approfondire<br />

la conoscenza del territorio, ecco il Museo di<br />

Sant’Osvaldo, ospitato nella canonica, per un<br />

viaggio nella storia della comunità fra pergamene<br />

del ‘400 e del ‘500, argenterie, paramenti sacri<br />

e un presepe del ‘700 in cera e stoffa. Da vedere,<br />

a Sauris di Sopra, sono la chiesetta alpina di San<br />

Lorenzo, costruzione cinquecentesca situata su<br />

un pendio a valle dell’abitato, e il Centro etnografico<br />

“Haus van der zahre”, ospitato in un rustico<br />

- un tempo adibito a stalla e fienile -, sede<br />

di pubblicazioni e, negli anni, teatro di mostre<br />

sulle malghe, sulla devozione popolare, il carnevale<br />

saurano, il culto di Sant’Osvaldo e la rete di<br />

sentieri locale.


SCOPRI<br />

Albergo Pa Krhaizar<br />

Struttura e sapori<br />

L<br />

’albergo Pa Krhaizar è il trionfo del legno. Ottenuto<br />

da un’abitazione risalente al 1850, è situato<br />

nella frazione saurana di Lateis. La struttura<br />

originaria autentica è stata volutamente preservata<br />

durante il restauro. I locali comuni e le stanze<br />

sono arredati con il gusto dell’artigianato locale,<br />

d’ispirazione ottocentesca: ambienti caldi e accoglienti<br />

nei quali trovano spazio anche il caratteristico<br />

fogolar e il lavabo in pietra. Nella stagione<br />

estiva, è possibile accedere alla terrazza panoramica<br />

per degustare i prodotti locali, godendo<br />

della splendida vista del lago di Sauris e dei monti<br />

della Carnia. L’albergo Pa Krhaizar è il punto di<br />

partenza ideale per intraprendere camminate<br />

ai rifugi e alle malghe in uno scenario montano<br />

dove il tempo sembra essersi fermato; anche gli<br />

appassionati di trekking a cavallo e di mountain<br />

bike da queste parti trovano percorsi per tutte le<br />

abilità. E’ la saurana Antonella la padrona di casa,<br />

appartenente a una famiglia locale, produttrice di<br />

prosciutto da generazioni. Innamorata della sua<br />

terra, vive con passione il Meublè Pa Krhaizar con<br />

la figlia Fulvia e alle collaboratrici Arianna e Iryna,<br />

assieme accolgono gli ospiti in un’atmosfera discreta<br />

e riservata, luogo perfetto per coloro che<br />

cercano una vacanza rigenerante, per riposare e<br />

vivere la pace del luogo. Una bella giornata qui<br />

inizia dal mattino, con una colazione sana a base<br />

di frutta di stagione, pane integrale, marmellate<br />

e dolci fatti in casa, miele di apicoltori locali, formaggi<br />

genuini, insaccati tradizionali, il celebre<br />

prosciutto di Sauris e le uova dei vicini pollai, da<br />

consumare nella stube nella stagione fredda e in<br />

terrazza, baciati dal sole, in quella calda.<br />

La giornata finisce poi accanto al fuoco del tipico<br />

fogolar friulano assaporando una bella tisana<br />

di fiori e piante di Sauris, mentre nel piccolo bar<br />

la casa propone assaggi di grappe e distillati ma<br />

anche sciroppi a base di fiori e frutta e bevande<br />

dissetanti naturali .


Camere e cultura<br />

Chi sceglie il Pa Krhaizar nel cuore della<br />

Carnia trova un servizio di bed & break<br />

fast e, grazie a una convenzione con il ristorante<br />

Peickele del RiglarHaus - situato<br />

a duecento metri dall’albergo -, anche la<br />

mezza pensione. Le camere sono studiate<br />

per soddisfare qualsiasi esigenza. La numero<br />

uno, per esempio, situata al primo<br />

piano, prende il sole del primo mattino,<br />

mentre le camere due e tre sono arredate<br />

in stile arte povera carnica con boiserie<br />

in abete, con pareti e soffitto in legno. E’<br />

invece con vista sui monti e sul giardino<br />

la camera numero quattro, situata al primo<br />

piano nella parte nord-ovest del meublé,<br />

mentre la camera cinque è ubicata al<br />

secondo piano mansardato, una camera<br />

family che si compone di due stanze con<br />

pre-ingresso. Matrimoniale e mansardata<br />

con travi a vista è la camera numero sei,<br />

situata al secondo piano sul lato nord-est<br />

e affacciata sul bosco. Il nome dell’albergo<br />

Pa Krhaizar deriva dal soprannome di uno dei proprietari<br />

del passato, “Krhaizarle”, un tipo bonaccione,<br />

amante del buon vino e delle feste. Dove oggi sorge<br />

l’albergo sovente si ballava al suono di fisarmoniche<br />

e violini, una storia felice di queste mura che non si è<br />

voluta dimenticare. L’albergo, infatti, è anche incontri,<br />

cultura e tanta lettura: Il Club Lateis è l’appuntamento<br />

del Pa Krhaizar che anima le serate con un programma<br />

che prevede degustazioni, incontri, concerti, serate a<br />

tema e antichi racconti con protagonisti, esperti e animatori.<br />

Sotto un cielo certificato da Astronomitaly tra i<br />

più belli e limpidi d’Italia, si organizzano serate a guardare<br />

stelle, pianeti e galassie con il telescopio, assistiti<br />

da un appassionato astrofilo nel silenzio e immensità<br />

del cielo.<br />

E poi ci sono i libri del Pa Krhaizar. Alla fine dell’800 nel<br />

fabbricato abitava una famiglia con otto figli, quattro<br />

preti e altrettanti notai con studio, un’abitazione ricca<br />

di libri e documenti, purtroppo andati perduti. Oggi,<br />

nella piccola libreria vicino all’antico lavabo in pietra,<br />

ci sono i libri che gli ospiti lasciano all’albergo: chi soggiorna<br />

al Pa Krhaizar li può leggere o anche solo sfogliare,<br />

e godersi la pace e il silenzio.


Hotel Riglarhaus<br />

SCOPRI<br />

L’Hotel, tipico chalet di montagna<br />

È<br />

in una delle zone montane più suggestive del<br />

Friuli-Venezia Giulia che l’Albergo Ristorante<br />

Riglarhaus accoglie i suoi ospiti. Un tipico chalet<br />

di montagna, incastonato nelle Dolomiti Carniche<br />

e a 1.200 metri di altezza. Provvisto di un parcheggio<br />

gratuito, l’albergo Riglarhaus sorge a 40<br />

chilometri dall’autostrada A23 e a ottanta minuti<br />

di auto da Udine.<br />

Il ristorante, la<br />

Carnia in tavola<br />

Sono piatti genuini, quelli che si assaporano al<br />

Riglarhaus, d’inverno nell’accogliente sala da<br />

pranzo con il caratteristico fogolar, d’estate nella<br />

fresca veranda. Specialità preparate con prodotti<br />

freschi e di qualità forniti da agricoltori e fornitori<br />

locali e cucinate secondo la tradizione: è il trionfo<br />

del prosciutto, di funghi e di erbe che insaporiscono<br />

gnocchi, risotti e minestre così come i secondi.<br />

Fra le prelibatezze sono tutte da assaggiare il dunkatle<br />

- la crema di ricotta con la polenta -, il frico<br />

- il baluardo gastronomico della Carnia a base di<br />

formaggi di varia stagionatura - e i cjarsons, simili<br />

ai ravioli e con un ripieno dolce e salato che fra gli<br />

ingredienti contempla l’uvetta passa, la mela, la<br />

cannella, gli spinaci e la ricotta.


Le camere, vista su monti e boschi<br />

Il legno è il protagonista delle camere, tutte dotate<br />

di ampio terrazzo affacciato sui boschi e<br />

con vista sui monti. Gli arredi sono un richiamo<br />

alle tipiche case saurane, con tinte calde e avvolgenti<br />

che infondono atmosfera unita al massimo<br />

comfort e in un contesto naturalistico intatto.<br />

Il wellness, benessere in quota<br />

Comfort, calore, tipicità e genuinità. E poi<br />

wellness, che al Riglarhaus significa l’imbarazzo<br />

della scelta e con precisi punti di forza:<br />

docce cromatiche ed emozionali, bagno<br />

turco e sauna finlandese. Entrando nell’area<br />

wellness si accede direttamente a un’ampia<br />

zona relax che conduce agli spazi dedicati<br />

ai trattamenti benessere, mentre un’ampia<br />

vetrata panoramica consente di ammirare il<br />

gruppo del Bivera. Un panorama intrigante,<br />

per rilassarsi con lo sguardo che spazia sulle<br />

cime innevante.


Albergo Diffuso Sauris<br />

SCOPRI<br />

Si dividono fra Sauris di Sopra, Sauris di Sotto,<br />

Lateis e La Maina i 32 alloggi indipendenti<br />

dell’Albergo Diffuso Sauris. E ad accogliere gli<br />

ospiti, alla reception ci sono le saurane “doc” Paola<br />

e Flavia del caratteristico Borgo San Lorenzo, nucleo<br />

storico dell’albergo, meta ideale per vacanze<br />

all’insegna di pace, tranquillità e comfort. L’Albergo<br />

Diffuso Sauris propone residenze di qualsiasi<br />

tipologia e dimensione, dotate di riscaldamento<br />

autonomo, alcune con caminetto o stufa in maiolica.<br />

Si può scegliere fra monolocali, bilocali, trilocali,<br />

quadrilocali e suite – anche con vista lago


dalle differenti metrature e fino a un massimo di<br />

otto posti letto. Tutte le soluzioni dispongono di<br />

attrezzature per la cucina e per il pranzo, biancheria<br />

da letto, bagno e tovagliati, cambio settimanale<br />

della biancheria e fornitura di legna nelle residenze<br />

dotate di caminetto. Fra gli alloggi diverse<br />

opzioni: appartamenti ricavati in edifici tradizionali<br />

o palazzi ottocenteschi con pareti rivestite<br />

in legno e originali travi a vista, monolocali posti<br />

su due livelli, con un ampio terrazzo e con vetrata<br />

panoramica nella zona giorno che illumina la<br />

camera matrimoniale, suite arredata con mobili<br />

di design, con una bellissima vista sulle acque lacustri<br />

e alloggi situati in antichi edifici in pietra e<br />

legno, con balcone panoramico. Fra i servizi offerti<br />

dell’Albergo Diffuso Sauris ci sono il noleggio<br />

gratuito di mountain bike, racchette da neve<br />

e bastoncini oltre alla biblioteca e alla lavanderia.<br />

L’albergo coccola i clienti con il suo elegante Centro<br />

Benessere - ricavato in un antico stavolo - che<br />

propone sauna finlandese, suggestiva area relax<br />

e bagno turco, con gettate di vapore alle essenze<br />

naturali. Un’oasi di relax con bevande calde, olii<br />

essenziali e un intrigante caminetto a bioetanolo.


SCOPRI L’ITALIA CON MAGGIORE<br />

Noleggia, parti e divertiti!<br />

*<br />

Maggiore ti porta alla scoperta del Bel Paese.<br />

Con un’auto a noleggio raggiungi la tua destinazione in modo comodo, pratico e<br />

conveniente.<br />

Costruisci il viaggio partendo dalle tue esigenze: scegli una vettura piccola per una<br />

fuga romantica o una station wagon per una settimana bianca con tutta la famiglia.<br />

Per un’occasione importante potrai anche optare per un’elegante berlina.<br />

In oltre 140 agenzie presenti in Italia Maggiore ti aspetta per accompagnarti a<br />

bordo della qualità di un noleggio dallo stile italiano.<br />

maggiore.it - 199 151 120 *


SCOPRI<br />

Chalet Rikhelan<br />

È<br />

sulle piste da sci di Sauris di Sopra che sorge<br />

lo Chalet Rikhelan. D’inverno lo si raggiunge<br />

con gli sci, con le ciaspole o con un servizio di<br />

motoslitta, in estate arrivarci è ancora più agevole:<br />

basta percorrere una comoda strada asfaltata<br />

che giunge direttamente al parcheggio dello<br />

struttura. Dimora storica affacciata sulla valle<br />

del Lumiei, lo chalet è la passione di Augusto e<br />

Daniela che a Sauris regalano magia e forti sensazioni.<br />

Dopo un impegnativo restauro durato<br />

due anni, nel Natale del 2<strong>01</strong>5 sono arrivati i primi<br />

ospiti che hanno subito apprezzato lo stile, l’eleganza<br />

e la cura dei dettagli di questa struttura fra<br />

i monti della Carnia. Negli ambienti del Rikhelan<br />

la semplicità incontra l’eleganza e la pietra, il ferro<br />

e il legno sono i grandi protagonisti di uno stile di<br />

vita nel quale emerge il quotidiano contatto con<br />

la natura circostante. Alle 10 camere con terrazza<br />

esclusiva aperta sul giardino o con accesso dall’esterno,<br />

tutte diverse e arredate in stile alpino - sia<br />

classico sia contemporaneo -, si uniscono la sauna<br />

finlandese, 20 mila metri quadrati di prato ai


limiti del bosco, una terrazza solarium attrezzata<br />

con lettini prendisole, attrezzature - e istruttore<br />

- per il nordic walking e mountain bike elettriche<br />

a noleggio. Lo chalet è situato in una zona<br />

di partenza per numerosi itinerari, sentieri per<br />

trekking e percorsi per mountain bike elettriche,<br />

che, in inverno e con la neve, diventano tracciati<br />

per avventurose escursioni a bordo di motoslitte<br />

in compagnia di guide esperte. In estate sono gli<br />

stessi proprietari a proporre escursioni e itinerari<br />

a piedi e in bicicletta alla scoperta del territorio.<br />

Un soggiorno allo Chalet Rikhelan significa attività<br />

sportive sulla neve nella stagione fredda, in<br />

mezzo alla natura nel periodo estivo e gastronomia<br />

sana e rigorosamente locale per gli ospiti. Fra<br />

questi, i formaggi, i salumi, il miele del giardino<br />

e i numerosi piatti della raffinata cucina saurana<br />

serviti nell’elegante saletta con la stube o, nella<br />

bella stagione, nel terrazzo.


Meublè Schneider<br />

SCOPRI<br />

e Ristorante Locanda Alla Pace<br />

Al Meublé Schneider e Ristorante Locanda Alla Pace di<br />

Sauris si respira la storia. L’edificio, dove si trova oggi il<br />

ristorante, risale al lontano 1804 ed è situato nel cuore del<br />

borgo friulano di Sauris, nella frazione di Sauris di Sotto. Qui,<br />

tra i monti e i boschi della Carnia, si rinnova la tradizione di<br />

quella che era l’antica Locanda Alla Pace, costruzione tradizionale<br />

situata a due passi da tutti i servizi necessari a<br />

rendere confortevole il soggiorno degli ospiti: il supermercato<br />

con il tabacchino e l’edicola, l’ufficio turistico,<br />

lo sportello bancomat, il dispensario farmaceutico e la<br />

pista da sci. Una miscela di comfort e servizi che, negli<br />

anni, sono andati via via migliorando, aggiungendosi<br />

alla tradizionale ospitalità e alla gentilezza del personale.<br />

Gli Schneider giungono alla locanda nel 1900 e<br />

da allora la famiglia resta sempre legata al lavoro nel<br />

locale poi, nel 1992, si inaugura la dependance. Otto<br />

camere arredate con gusto secondo quella che è la<br />

migliore tradizione locale, tutte dotate di servizi<br />

privati con asciugacapelli, riscaldamento autonomo,<br />

televisione e parcheggio adiacente.


Alla calda atmosfera delle camere si unisce, ogni<br />

mattina, il dolce risveglio assicurato dal ricco buffet<br />

della colazione. Il ristorante della struttura, gestito<br />

dalla famiglia Schneider, è particolarmente rinomato<br />

e apprezzato per la cucina tipica saurana,<br />

fatta di piatti semplici e genuini e arricchiti da un<br />

tocco di originalità che li rende particolarmente<br />

raffinati e gustosi. Reinterpretando le ricette provenienti<br />

da diverse culture, da quella italiana alla<br />

friulana passando per l’austriaca - mescolatesi nel<br />

corso dei secoli -, il ristorante ottiene fin dal 2007<br />

il prestigioso inserimento nella guida Michelin.<br />

Nelle due sale da pranzo del Ristorante Alla Pace<br />

si servono, fra le specialità, il classico frico, piatto<br />

a base di formaggio di varie stagionature, patate<br />

e cipolla, i tortelli alle erbe spontanee e ricotta, il<br />

guanciale al forno, la selvaggina e i funghi di stagione.


Sauris da gustare<br />

A<br />

Sauris i buongustai sognano e assaggiano.<br />

Da queste parti è innanzitutto il prosciutto a<br />

dominare la ricca scena di prodotti di alta qualità,<br />

per esempio i salumi in generale - come lo speck<br />

-, i formaggi e le birre artigianali non pastorizzate.<br />

Conosciuto a livello nazionale e internazionale, il<br />

prosciutto di Sauris, dal 2009 tutelato dal marchio<br />

Igp, deve la sua unicità al particolare metodo di<br />

affumicatura, effettuato con il legno di faggio dei<br />

boschi locali. Un metodo antico di conservazione<br />

utilizzato anche per la caratterizzazione delle<br />

trote friulane, allevate in un ambiente naturale<br />

di risorgiva della pianura friulana. Una volta selezionate,<br />

le trote vengono affumicate - come da<br />

tradizione saurana - sulle rive del lago, dove l’aria<br />

pura di montagna e il giusto grado di umidità<br />

conferiscono alla prelibatezza un sapore genuino<br />

e sorprendente. Da assaggiare, fra i formaggi,<br />

quelli di malga: lavorati a latte crudo, come esige<br />

la vera tecnica casearia, mantengono tutte le<br />

caratteristiche organolettiche del latte appena<br />

munto da mucche al pascolo. Un vero portento<br />

per il palato sono i formaggi d’alpeggio Vecchio<br />

e Stravecchio Riserva che, attraverso il microclima<br />

naturale di Sauris, regalano ai gourmet più<br />

esigenti un’esperienza sensoriale costellata da<br />

spiccate note erbacee. Di qualità è anche la birra<br />

artigianale, integrale, non pastorizzata e neppure<br />

filtrata: ben cinque tipologie differenti e senza<br />

l’utilizzo di conservanti.


Prosciuttificio Wolf<br />

SCOPRI<br />

Il contesto paesaggistico e la storia dell’azienda<br />

È<br />

nell’intrigante scenario della Carnia, in<br />

val Lumiei, che sorge il borgo di Sauris.<br />

La natura, protagonista incontrastata<br />

di quest’angolo di Friuli-Venezia Giulia, circonda<br />

con un verde abbraccio il più grande<br />

lago della regione: è il lago di Sauris, meta di<br />

turismo e d’ispirazione artistica, un unicum<br />

di specie floreali e faunistiche altrove scomparse,<br />

tradizioni popolari, religiose ed enogastronomiche.<br />

Quella della produzione<br />

del prosciutto affumicato e degli insaccati<br />

di grandissima qualità è un’antica tradizione<br />

locale ed è stato più di un secolo fa che<br />

Pietro Schneider ha iniziato a “firmare” una<br />

raccolta produzione di prosciutti affumicati,<br />

speck e altri salumi tipici della zona e i suoi<br />

numerosi segreti di abile norcino sono stati<br />

poi tramandati di generazione in generazione.<br />

Ed è proprio a Sauris che Giuseppe Petris,<br />

nipote di Pietro Schneider, ha dato vita<br />

nel 1962 al prosciuttificio artigianale Wolf.<br />

Una realtà di successo che nel 1983 ha conosciuto<br />

un primo importante ampliamento,<br />

con la costruzione di un nuovo edificio, per


far fronte alla crescente domanda. Nel 1998<br />

il prosciuttificio ha ottenuto la certificazione<br />

Iso 9002, a coronamento degli importanti<br />

traguardi conseguiti tra sapienza artigianale<br />

e tecniche d’avanguardia, strumentazione,<br />

personale qualificato e specifici controlli<br />

microbiologici in ogni fase della produzione.<br />

Nel 20<strong>01</strong> una nuova svolta, con un ulteriore<br />

ampliamento della struttura e un’architettura<br />

armonizzata con l’ambiente circostante. Nel<br />

2006 al Prosciutto di Sauris è stata attribuita<br />

la prestigiosa Igp, e nel 2<strong>01</strong>0 la Wolf è passata<br />

dalla certificazione Iso 9000 all’Ifs, più specifica<br />

per il settore alimentare, mentre nel 2<strong>01</strong>2<br />

si sono festeggiati i 150 anni dalla nascita di<br />

Pietro Schneider e i 50 anni dall’inizio dell’attività<br />

di Petris Giuseppe. Le attuali dimensioni<br />

dello stabilimento Wolf consentono oggi<br />

di impiegare una forza lavoro di 60 persone,<br />

una produzione annua di 50.000 Prosciutti di<br />

Sauris Igp, 100.000 Speck di Sauris e migliaia<br />

di quintali di insaccato di pregio.


Le fasi della produzione e i prodotti<br />

Per ottenere due eccellenze come il prosciutto<br />

e lo speck, l’azienda Wolf segue una serie<br />

di fasi produttive fondamentali. Dall’arrivo<br />

della materia prima si passa alla fase di salatura<br />

per procedere poi con l’affumicatura, la stuccatura<br />

e la stagionatura. Solo la perfetta riuscita<br />

di ogni fase garantisce un prodotto finale d’eccellenza.<br />

La materia prima giunge già tagliata:<br />

la coscia posteriore per il prosciutto proviene<br />

dal nord Italia - con preferenza per il Friuli - e<br />

per lo speck dalla Baviera, a cui si aggiungono<br />

il grasso della schiena per il lardo, pancia e pancette,<br />

poi guancia e gola per i guanciali. Per la<br />

salatura di speck e prosciutti si utilizza una serie<br />

di macchinari, per esempio la “massaggiatrice”,<br />

per ammorbidire la carne, poi la salatrice, per<br />

cospargere il prodotto con sale, pepe e aglio. La<br />

salatura viene ripetuta tre volte per il prosciutto<br />

Igp e due per lo speck, alle quali segue, ogni volta,<br />

una settimana in cella frigorifera. Al termine<br />

della salatura seguono la pulitura da sale e spezie<br />

e ancora due mesi e mezzo in cella frigorifera.<br />

E’ quindi il momento dell’affumicatura, che<br />

prevede l’utilizzo esclusivo della legna di faggio<br />

e solamente il fumo ben distribuito - e non il caldo<br />

della fiamma – deve raggiungere il prodotto.<br />

Una durata minore per il prosciutto, del quale<br />

deve solo arricchire sapori e odori, decisamente<br />

superiore per lo speck. Altra fase fondamentale<br />

è la stuccatura, durante la quale il prosciutto<br />

viene protetto con la sugna che gli permette di<br />

respirare e stagionarsi in modo uniforme. Il prosciutto<br />

è dunque pronto per il “salone di stagionatura”,<br />

dove, grazie all’impianto di aerazione<br />

dell’azienda Wolf, si prende l’aria esterna e incontaminata<br />

di Sauris per creare regolari cambi<br />

d’aria all’interno dei saloni. E’ quindi con l’osso<br />

di cavallo fatto penetrare nel prosciutto che, annusandolo,<br />

si appurano livello di stagionatura e<br />

bontà. Se il prosciutto supera la prova, è pronto<br />

per essere venduto. Fra le prelibatezze della<br />

Wolf ci sono, oltre al prosciutto di Sauris Igp e<br />

lo speck, anche l’ossocollo, il fiocco, il salame, la<br />

soppressa, il wolfino, salsicce e cotechini.


SCOPRI<br />

Birrificio Zahre Beer<br />

Alessandra Boiardi<br />

Una birra è la miscela perfetta dei suoi ingredienti,<br />

ma può nascondere molto di più, come<br />

ci dimostra la storia del Birrificio Zahre Beer, che è<br />

una storia di apprendimento, di cura e di tanta dedizione.<br />

E nel cuore della Carnia, a 1.400 metri di<br />

altitudine, è stata prima di tutti la passione a dare<br />

vita alla tradizione che da vent’anni mette in una<br />

birra di montagna tutta la purezza di eccellenti<br />

materie prime e tanta sapienza artigiana. Sandro<br />

Petris, homebrewer dal 1994, ha dato forma alla<br />

sua idea visionaria creando nel 1999 il Birrificio<br />

Zahre Beer e da allora con suo fratello non ha più<br />

smesso di miscelare luppolo, malto e acqua con<br />

una dedizione senza compromessi, carpendo i<br />

segreti dei più bravi mastri birrai italiani ed esteri,<br />

migliorando le sue ricette. E mentre miscelavano<br />

gli ingredienti, i fratelli Petris hanno pensato anche<br />

di produrli direttamente, diventando uno dei<br />

pochi birrifici agricoli in Italia a utilizzare malto<br />

di produzione propria nelle loro birre. Dentro ci<br />

hanno messo tutto – ricette segrete e tradizione,<br />

tempo e innovazione – fino a ottenere risultati


straordinari, tutti da assaporare nelle cinque proposte<br />

di birra Zahre che oggi si possono trovare:<br />

la Pilsen, stile Lager e volutamente poco amara;<br />

la Canapa, anch’essa stile Lager ma con un retrogusto<br />

erbaceo delicato; l’Ouber Zahre, American<br />

Pale Ale realizzata con quattro luppoli e lieviti<br />

ad alta fermentazione; la Rossa Vienna, nata da<br />

un’antica ricetta austriaca e dal risultato finemente<br />

caramellato; l’Affumicata, con cui il palato si incuriosisce<br />

tra giochi di malti e ombre affumicate.<br />

Perché quando è la passione che ti spinge in ciò<br />

che fai, si vede. Ecco perché i fratelli Petris non<br />

si sono limitati a coltivare la propria mettendo<br />

a punto un eccellente processo produttivo, ma<br />

spingendosi oltre con il desiderio di confermare<br />

ostinatamente il legame con il territorio di appartenenza.<br />

Così, sono pronti per presentare presto<br />

al pubblico uno speciale progetto formativo, che<br />

comprenderà una sala didattica e un impianto<br />

dedicato all’apprendimento scolastico.


Malga Alta Carnia<br />

SCOPRI<br />

Pascoli d’alta quota, ambiente incontaminato,<br />

foraggio ricco di proprietà con principi nutritivi<br />

d’alto livello e lavorazione del latte senza processi<br />

di pastorizzazione per mantenere intatte le<br />

proprietà enzimatiche. Il risultato di questi fondamentali<br />

fattori sono i prodotti della Malga Alta<br />

Carnia, con sede a Sauris: l’azienda nasce come<br />

società di affinamento, stagionatura e commercializzazione<br />

del formaggio di Malga Carnia che<br />

mantiene inalterate nel tempo le antiche procedure<br />

della sua produzione. Prodotto in montagna<br />

a un’altitudine compresa tra i 1.500 e i 1.800 metri,<br />

il formaggio di Malga è realizzato con latte fresco<br />

appena munto con l’aggiunta di solo caglio<br />

animale o vegetale. La cantina di affinamento è<br />

ricavata all’interno di un vecchio stavolo, una stalla-fienile,<br />

dove vengono posti, nel periodo estivo,<br />

i formaggi ritirati dalle varie malghe dell’alpe<br />

carnica. E’ qui che il formaggio segue il proprio<br />

percorso di stagionatura, rallentando sensibilmente<br />

durante l’inverno, per l’aumento del freddo,<br />

riprendendo il regolare invecchiamento in<br />

primavera. Le forme provenienti dai vari alpeggi,<br />

una volta poste sopra assi di abete, cominciano la<br />

loro maturazione sprigionando profumi intensi e<br />

muffe che vengono controllate e ripulite dall’affinatore,<br />

figura che nasce in Francia nei tempi


più remoti e che richiede<br />

esperienza e competenza<br />

nel mondo caseario. L’affinamento<br />

consiste nel portare<br />

il formaggio, dopo la fase di<br />

produzione, a una qualità<br />

superiore e a un gusto esclusivo<br />

attraverso la stagionatura,<br />

arte che richiede una<br />

profonda conoscenza del<br />

prodotto. Fra le prelibatezze<br />

della Malga Alta Carnia, oltre<br />

al Malga Carnia nelle versioni<br />

giovane, stagionato, vecchio<br />

e stravecchio, vi sono i<br />

caprini, le ricotte, i formaggi<br />

erborinati e affinati.<br />

Per i palati più esigenti tre<br />

delizie come il FormadiBeer,<br />

il Canapa Cheese e il Greiser<br />

Kahse, affinati rispettivamente<br />

nella birra di Sauris,<br />

nella canapa utilizzata per<br />

produrre la birra alla canapa<br />

e nelle erbe aromatiche e officinali.


SCOPRI<br />

La trota di Sauris<br />

È<br />

sulle rive del lago di Sauris, in località La Maina,<br />

che ha sede la Casa di ZEA, il punto vendita<br />

della trota affumicata di Sauris, fra i prodotti d’eccellenza<br />

del borgo alpino friulano. Ed è l’Azienda<br />

Agricolo Ittica Sigalotti, fondata nel 1962 da Silvestro<br />

Sigalotti e oggi gestita dai figli Giuseppe e<br />

Silvano, che con la purezza delle acque di risorgiva<br />

del Friuli e l’aria incontaminata di Sauris regala<br />

alle trote un sapore unico. ZEA nasce e cresce<br />

nel territorio di Sesto al Reghena, nella frazione<br />

di Bagnarola, dove ha sede l’azienda. L’impianto<br />

di troticoltura del pittoresco Borgo Siega utilizza<br />

le limpide acque della Roggia Versa che favoriscono<br />

l’allevamento della trota ed è attuato con<br />

pratiche ecosostenibili. E’ poi con l’attuazione di<br />

un’affumicatura effettuata a regola d’arte, con<br />

uso di legni selezionati, da quelli locali di faggio e<br />

ciliegio, a quelli di ontano e con gli accurati processi<br />

di salatura e salamoia a base di erbe e spezie<br />

aromatiche, che il prodotto si completa. La Casa


di ZEA, a pochi metri dalle acque del lago di<br />

Sauris, ospita il laboratorio di affumicatura ed<br />

è al contempo il punto vendita dei prodotti<br />

dell’azienda, nel quale acquistare e assaggiare<br />

le specialità e ascoltare consigli per preparare<br />

ricette e piatti tipici del territorio. Protagoniste<br />

assolute, Flama, Šnea e Rach, le tre differenti<br />

sfumature di gusto e morbidezza della trota<br />

affumicata di Sauris. Flama è la trota intera<br />

affumicata in cottura da gustare sfilettata e da<br />

accompagnare con verdure, sottaceti o patate<br />

lesse. Šnea, che in saurano significa neve, è il filetto<br />

affumicato a freddo da abbinare a zucchine<br />

e verdure delicate o gustato come carpaccio<br />

con limone e olio extravergine di oliva. Rach, che<br />

in saurano significa fumo, è il filetto affumicato a<br />

freddo con un trattamento più deciso di quello<br />

di Šnea. Ottimo per antipasti e crostini, abbinato<br />

a zucchine e verdure, è ideale come condimento<br />

per primi piatti. Rach viene accompagnato dalla<br />

Zahre Beer, la birra affumicata di Sauris.


Sauris da vivere<br />

Sauris è movimento, voglia di stare all’aria<br />

aperta, vivere la natura e il paesaggio. Per chi<br />

ama camminare sono numerosi i sentieri che si<br />

diramano negli scenari della valle: semplici percorsi<br />

immersi nel verde dei boschi d’estate e nel<br />

suo coloratissimo foliage in autunno collegano le<br />

frazioni dalle quali si possono intraprendere sentieri<br />

più impegnativi alla scoperta del lago e dei<br />

suoi dintorni fino a raggiungere la vastità dei ripidi<br />

pascoli costellati dalle malghe. Il lago di Sauris,<br />

invece, oltre a essere teatro di pesca, windsurf<br />

e canoa, è anche la meta degli appassionati<br />

di mountain bike. Uno dei percorsi costeggia le<br />

acque del bacino, prosegue a Sauris di Sopra per<br />

giungere a Sauris di Sopra, un tracciato che giunge<br />

all’Orrido del Lumiei e tocca zone storiche e<br />

artigianali della frazione. Anche d’inverno si cammina<br />

praticando nordic walking, poi si pattina sul<br />

ghiaccio al centro dello sport e del benessere e<br />

via libera anche allo sci tra pista rossa e pista blu<br />

- servite da una sciovia -, mentre per i più piccoli<br />

c’è il campo scuola. Per gli amanti del fondo, ecco<br />

l’anello Plotze di Sauris di Sopra, sull’omonima<br />

piana dominata dal monte Bivera.


Laboratorio Artistico<br />

SCOPRI<br />

Legnostile<br />

Alessandra Boiardi<br />

Le avvolgenti atmosfere create dal legno, le<br />

linee accattivanti del design più ricercato, il<br />

connubio perfettamente in equilibrio tra natura<br />

e sapiente mano artigiana: benvenuti nel Laboratorio<br />

Artistico Legnostile, a Sauris, dove la<br />

tradizione più autentica vive nel presente e la<br />

creatività si lascia ispirare da una materia prima<br />

unica. Sì, perché in questo laboratorio – nato nel<br />

1992 su iniziativa dei fratelli Danilo e Ermanno<br />

Plozzer, ai quali si è aggiunto in un secondo momento<br />

anche il fratello Dario – si è molto attenti<br />

alle esigenze contemporanee dei clienti sia per<br />

quanto riguarda i loro gusti e le loro richieste, sia<br />

rispondendo alle preferenze per i prodotti naturali<br />

e attenti all’ecologia. I fratelli Plozzer hanno<br />

scelto di realizzare articoli esclusivamente in legno<br />

massello locale, e di farlo in maniera certificata.<br />

Per questo Legnostile fa parte di una rete<br />

friulana di imprese “12-to-Many”, primo caso in<br />

Italia della filiera foresta-legno, che propone<br />

articoli innovativi a basso impatto ambientale<br />

e realizzati con legname locale, il cui processo<br />

produttivo è garantito per i clienti dalla certificazione<br />

di custodia PEFC.


È da questa materia prima che nascono le sculture,<br />

i mobili decorati e gli arredamenti su misura<br />

di Legnostile, comprese le cucine, i salotti e le<br />

camere, ma anche le porte per interni, scale ed<br />

elementi di arredo per bar, ristoranti e negozi. E<br />

per chi vuole vivere al massimo la tradizione, si<br />

realizzano anche interni in stile “Stube tirolese”<br />

così come vengono organizzati corsi d’intaglio,<br />

di scultura e per la realizzazione di maschere. E<br />

non è soltanto la materia prima a distinguere<br />

tutti gli articoli realizzati, ma anche la lavorazione,<br />

grazie a un procedimento in grado di combinare<br />

l’artigianalità con le tecniche più moderne<br />

per ottenere prodotti sempre unici, i cui dettagli<br />

vengono messi in risalto per un risultato finale<br />

perfetto. Perfetto ed ecologico, visto che per le<br />

finiture vengono utilizzati solo oli e vernici atossici,<br />

nel rispetto ambientale e quindi con la massima<br />

attenzione alla salute dei clienti.


Tessitura Artigiana<br />

di Sauris<br />

SCOPRI<br />

Situata in una tipica abitazione saurana, scenografia<br />

ideale che esalta e valorizza la produzione<br />

esposta, la Tessitura Artigiana di Sauris<br />

è fra le botteghe storiche del borgo. Espressione<br />

del caratteristico folclore della Carnia, affonda le<br />

sue radici nella storia e agli inizi del Novecento<br />

lo scrittore locale Fulgenzio Schneider scriveva<br />

“…Non vi sarà più uomo chino sul telaio a tessere<br />

la tela”. L’usanza, infatti, vuole che fossero gli<br />

uomini a dedicarsi al lavoro della tessitura, mentre<br />

le donne coltivavano, cardavano e filavano la<br />

materia prima, ovvero canapa, lana e lino. Profezia,<br />

quella dello scrittore saurano, che non ha impedito<br />

a Sandra e Adriana Schneider, titolari della<br />

bottega d’arte tessile nata nel 1980, di dedicarsi<br />

– ormai da quasi quarant’anni - a questo lavoro<br />

che è al contempo una grande passione. Sandra e<br />

Adriana mantengono in vita un importante e apprezzato<br />

aspetto culturale di questo borgo montano<br />

del Friuli-Venezia Giulia, conferendo continuità<br />

a un’attività che è trama della storia locale.<br />

Lana, cotone, lino, seta e canapa sono le materie<br />

prime utilizzate dalla Tessitura Artigiana di Sauris,<br />

tutte rigorosamente naturali e la lavorazione con<br />

il telaio a mano mantiene intatte le caratteristiche<br />

della tecnica artigianale. I manufatti si distinguo-


no per la naturalezza dei disegni che, pur ispirandosi<br />

ad antichi motivi e alla tradizione, presentano<br />

un aspetto nuovo e originale, dettato da linee<br />

geometriche e da una minuziosa e attenta ricerca<br />

di effetti cromatici. Quando si entra nella “bottega”,<br />

si è subito catapultati in una calda atmosfera<br />

fatta di tessuti e colori, in un tripudio di creazioni<br />

di qualsiasi tipologia. Nel laboratorio alla produzione<br />

si unisce la vendita dei prodotti, la possibilità<br />

di scegliere fra innumerevoli articoli: i tradizionali<br />

scialli friulani in pura lana merino o mohair,<br />

per esempio, oppure le sciarpe di lana, i tappeti e i<br />

centri tavola in cotone, o gli arazzi tratti da federe<br />

carniche del Settecento. Soprattutto, alla Tessitura<br />

Artigiana di Sauris vengono realizzati manufatti<br />

personalizzati.


Sauris curiosa<br />

Tutte le stagioni sono perfette per scoprire<br />

quest’angolo di Friuli, ma ci sono periodi<br />

dell’anno in cui il borgo di Sauris è davvero<br />

imperdibile. Il carnevale è sicuramente uno<br />

di quelli, occasione nella quale affiora la tradizione<br />

di queste terre e con un momento clou,<br />

“La notte delle lanterne”, che si svolge il sabato<br />

precedente il mercoledì delle Ceneri. Il ritrovo<br />

delle maschere – prodotte a mano dagli artigiani<br />

locali - è nella piazza di Sauris di Sopra<br />

dove il Rölar, figura elettrizzante con abiti scuri<br />

e volto coperto dalla fuliggine, e il Kheirar, il re<br />

della mascherata con sul volto una maschera<br />

di legno e in mano una grande scopa, sono i<br />

protagonisti del rito che si svolge negli angoli<br />

più suggestivi del borgo e nei locali pubblici,<br />

per proseguire poi, alla luce delle lanterne,<br />

tra boschi e prati coperti di neve sorseggiando<br />

un caldo vin brulè. E’ invece il santuario di Lesachtal<br />

la meta del percorso a piedi che si snoda<br />

- la terza settimana di settembre - attraverso<br />

la val Pesarina e la vallata di Sappada, dove i<br />

pellegrini saurani si aggregano a quelli sappadini.<br />

Di grande atmosfera a Sauris, infine, è il<br />

periodo tra Natale e l’Epifania, con canti natalizi<br />

in tedesco antico, italiano e latino, filastrocche<br />

augurali dei bambini in saurano e le visite degli<br />

adulti che, di casa in casa, si cimentano nel<br />

canto “Veni Creator Spiritus”. Un borgo, Sauris,<br />

nel quale assaporare la bellezza delle tradizioni<br />

in tutte le sue espressioni, anche dei mestieri<br />

antichi: la tessitura artigianale con i suoi storici<br />

telai, per esempio - che realizzano tappeti,<br />

arazzi e molto altro ancora -, oppure l’arte della<br />

lavorazione del legno con una pregevole produzione<br />

di mobili e complementi d’arredo.


TORNA AL<br />

SOMMARIO<br />

Sauris<br />

COMUNE DI SAURIS<br />

Udine<br />

Udine, Friuli-Venezia-Giulia<br />

Abitanti: 412<br />

Altitudine: 1212 m s.l.m.<br />

Superficie: 41,49 km²<br />

Santo Patrono:<br />

Sant’Osvaldo Re e Martire - 5/08<br />

TRIESTE<br />

Borghi Autentici d’Italia<br />

Borgo dello Sport e del Benessere<br />

SCOPRI


Sondrio, Lombardia<br />

Valtellina<br />

Itinerario fra Teglio, Tirano, Mazzo e Grosio<br />

Luca Sartori


Luca Sartori<br />

twitter.com/LucaSartoriIT<br />

Alessandra Boiardi<br />

twitter.com/aleboiardi<br />

Consorzio Turistico Media Valtellina<br />

valtellinaturismo.com


Andamento lento<br />

Boschi, pascoli, acque e <strong>borghi</strong>. La Valtellina<br />

è questo e molto altro ancora. Fra<br />

i mosaici paesaggistici più articolati d’Italia,<br />

è il paradiso montano della Lombardia<br />

dove non ci si ferma mai. Le quattro stagioni<br />

sono, da queste parti, altrettante straordinarie<br />

opportunità di scoperta, svago, relax<br />

e cultura. Chiunque raggiunga quest’ampio<br />

tratto di arco alpino trova la sua dimensione:<br />

a seconda della zona e dell’altitudine.<br />

La Valtellina, infatti, offre attrezzate stazioni<br />

sciistiche, sentieri in alta montagna o nella<br />

bassa valle, itinerari storici e architettonici,<br />

circuiti cicloturistici, percorsi fluviali e un<br />

tripudio di percorsi enogastronomici. Innumerevoli<br />

le occasioni di visita e gli itinerari,<br />

dalle pendici dello Stelvio alle rive del lago<br />

di Como c’è solo l’imbarazzo della scelta.<br />

Noi abbiamo scelto di esplorare la media<br />

valle partendo da Teglio, proseguendo per<br />

Tirano, poi ancora verso Mazzo di Valtellina<br />

fino a giungere a Grosio.


SCOPRI<br />

Teglio, terra dei pizzoccheri<br />

A<br />

metà strada tra Sondrio e Tirano, il borgo panoramico<br />

di Teglio, antica terra di conquista<br />

per i Romani, i Longobardi, i Grigioni e la Repubblica<br />

Cisalpina di Napoleone, è “città slow” certificata,<br />

annoverata nella rete internazionale delle<br />

destinazioni del buon vivere con la salvaguardia di<br />

icone storico-artistiche, accoglienza e food. A Teglio<br />

ci si reca innanzitutto per i pizzoccheri, piatto<br />

tradizionale locale celebrato dall’Accademia del<br />

Pizzocchero e preparato con farina di grano saraceno<br />

e farina bianca, burro, formaggio Valtellina<br />

Casera Dop, grana, verza, patate, aglio e pepe. E<br />

a Teglio ci si reca anche per visitare Palazzo Besta,<br />

cinquecentesca dimora rinascimentale dall’armoniosa<br />

facciata, il bellissimo cortile interno, il piano<br />

nobile con il salone d’onore decorato e l’Antiquarium<br />

Tellinum, al piano terra, dove sono raccolte<br />

remote testimonianze dell’arte valtellinese. Il ter-


itorio, inoltre, è una palestra a cielo aperto: dai<br />

quattrocento metri del fondovalle ai quasi 3mila<br />

metri delle cime più alte del territorio sono numerose<br />

le possibilità di stare all’aria aperta e praticare<br />

sport. In mountain bike o a cavallo si percorre<br />

la rete di antiche strade sterrate, mentre in canoa<br />

e gommone si scende lungo il fiume Adda mentre<br />

per i più esperti c’è l’arrampicata sulla falesia di<br />

Castelvetro. Non si può lasciare Teglio, infine, senza<br />

aver volto lo sguardo, almeno una volta, alla<br />

torre “de li beli miri”, simbolo del borgo situato in<br />

posizione dominante sulla vallata.


Tirano, tra il trenino rosso<br />

e i tesori d’arte


SCOPRI<br />

È<br />

il trenino rosso del Bernina, patrimonio<br />

Unesco, il simbolo di Tirano,<br />

articolato in due nuclei storici:<br />

il borgo antico, situato sulla riva sinistra<br />

dell’Adda, e l’area della Madonna<br />

di Tirano. Nel primo si visita Palazzo<br />

Salis, residenza signorile composta<br />

da due torrioni - che ne caratterizzano<br />

la facciata tardo cinquecentesca -<br />

e dai ricchi interni nei quali vedere il<br />

“Saloncello”, decorato da affreschi sei<br />

e settecenteschi, lo scalone e le cantine<br />

storiche. Sempre nel borgo antico<br />

spiccano il settecentesco Palazzo<br />

Merizzi, dal bel cortile porticato decorato<br />

da stucchi, e la quattrocentesca<br />

parrocchiale di San Martino. L’altro<br />

nucleo storico di Tirano è quello della zona del<br />

Santuario della Madonna di Tirano, in eleganti forme<br />

rinascimentali. Al campanile a trifore del tardo<br />

Cinquecento si unisce l’interno arricchito da decorazioni<br />

barocche, statue lignee cinquecentesche<br />

e un sontuoso organo secentesco. Nei pressi del<br />

santuario è da conoscere il Museo Etnografico Tiranese,<br />

incentrato su usi e tradizioni locali. Tirano<br />

è anche sapori, come quelli del suo piatto tipico,<br />

i Chisciöi, frittelle a base di grano saraceno e formaggio,<br />

ma anche attività outdoor quali rafting,<br />

mountain bike e trekking. Il fiume Adda, qui, regala<br />

emozioni agli amanti degli sport acquatici,<br />

mentre gli appassionati delle due ruote – noleggiabili<br />

in loco con il servizio “Valtellina rent a bike”<br />

- possono esplorare il territorio a iniziare dalla “Via<br />

dei terrazzamenti”, la ciclopedonale tra Morbegno<br />

e Tirano. Di grande impatto paesaggistico è anche<br />

il Sentiero Valtellina, tracciato ciclabile che porta a<br />

Grosio, adatto a tutte le età, e a tutto trekking, invece,<br />

è l’intrigante “sentiero dei contrabbandieri”.


SCOPRI<br />

Mazzo di Valtellina,<br />

all’ombra del Mortirolo<br />

Posto all’ombra del Mortirolo, mitica cima dei<br />

Giri d’Italia, Mazzo di Valtellina si raggiunge<br />

dopo un percorso che si snoda fra vigne, boschi<br />

e prati. In quota si trovano selve di castagni e boschi<br />

di conifere, mentre il fondovalle è zona di<br />

coltivazione di mele e di produzione della bresaola,<br />

il salume Igp che spicca fra le principali e più<br />

apprezzate specialità gastronomiche della Valtellina.<br />

Gli appassionati di arte giungono a Mazzo<br />

per la chiesa di Santo Stefano, dalle antichissime<br />

origini, un tempo cuore della vita religiosa<br />

e centro della pieve locale. Dall’aspetto tipicamente<br />

barocco, la chiesa custodisce un interno<br />

ricco di decorazioni e una sagrestia con un interessante<br />

ciclo di affreschi. Anche il complesso di<br />

Santa Maria merita una sosta: composto da tre<br />

edifici religiosi, propone il medievale battistero<br />

di San Giovanni Battista, di forma ottagonale, la<br />

quattrocentesca chiesa di Santa Maria e il secentesco<br />

oratorio dei Santi Ambrogio e Carlo Borromeo.<br />

Per gli amanti delle passeggiate e delle<br />

arrampicate c’è invece il Passo della Foppa, che<br />

mette in comunicazione la Valtellina con la val<br />

Camonica tra boschi di conifere e la catena alpina,<br />

così come il Sentiero dei Castelli, che da Tovo<br />

di S. Agata giunge a Mazzo per proseguire alla<br />

volta di Grosotto, suggestivo circuito fra meleti e<br />

boschi di latifoglie a mezza costa e vigneti.


Numero verde gratuito<br />

800 166 250


Grosio, il borgo<br />

dei due castelli<br />

SCOPRI<br />

I<br />

due manieri sono il castello di San Faustino, con<br />

il campanile romanico, e il castello Nuovo, dalla<br />

doppia cinta di mura e dalla poderosa torre fortificata.<br />

Fra i centri più ricchi di storia della Valtellina,<br />

Grosio è anche centro d’interesse per gli appassionati<br />

di archeologia con il Parco delle Incisioni Rupestri.<br />

Per gli appassionati di artigianato, ci sono<br />

il peltro - con cui si realizzano vassoi, piatti, trofei<br />

e monili -, i merletti e i pizzi, preziosi per l’allestimento<br />

dei costumi tradizionali locali. Ai due castelli<br />

Grosio affianca itinerari d’arte che toccano la bella<br />

parrocchiale di San Giuseppe - con un ricco altare<br />

marmoreo tardobarocco -, l’interessante chiesa di<br />

San Giorgio - ricostruita alla fine del XV secolo e<br />

dall’interno ricco di affreschi - e il Museo Civico Villa<br />

Visconti Venosta, antica residenza della famiglia<br />

Visconti Venosta, nella quale alcune stanze presentano<br />

decorazioni pittoriche ispirate all’arte orientale<br />

e con arredi originali risalenti al XVI e XIX secolo.<br />

Grosio, naturalmente, è anche percorsi nella natura<br />

ed escursionismo con itinerari storici e tracciati alla<br />

scoperta del suo ricco patrimonio naturalistico, incluse<br />

vie della Fede e itinerari alla scoperta dell’acqua,<br />

abbondante patrimonio del territorio.


SCOPRI<br />

Hotel Sassella<br />

Alessandra Boiardi<br />

Fra i monti della Valtellina, a Grosio, è l’ospitalità<br />

di Jim Pini e della sua famiglia a dare il benvenuto<br />

agli ospiti nel piccolo gioiello che è l’Hotel<br />

Sassella. Un luogo nel quale sentirsi coccolati,<br />

soggiornando in una delle venticinque camere a<br />

disposizione, ma anche regalandosi del tempo in<br />

totale relax nel moderno centro benessere Margherita,<br />

facendo sport nella palestra o scegliendo<br />

un massaggio sullo sfondo della suggestiva vista<br />

sulle Alpi. A partire dall’ottima posizione dell’hotel,<br />

qui la montagna è tutta da vivere e consente<br />

di riscoprire anche il contatto con la natura tra<br />

passeggiate e percorsi in bicicletta o sul fiabesco<br />

Trenino Rosso del Bernina che porta a St. Moritz.<br />

E al Ristorante Jim, all’interno dell’hotel Sassella,<br />

la Valtellina si assapora a tavola, con i piatti della<br />

tradizione, ma anche gustando le sapienti rivisitazioni<br />

a opera dello chef Diego Carnini. Accompagnati<br />

dall’eccellente servizio di sala, diretto in<br />

maniera impeccabile da Giuseppe Caspani.


Luca Sartori<br />

Dormire, gustare e comprare<br />

Quando ci si siede a tavola nel cuore della Valtellina,<br />

è d’obbligo ordinare un piatto di pizzoccheri.<br />

Nel ristorante San Pietro a Teglio, capitale<br />

della tradizionale pasta valtellinese - simile<br />

alle tagliatelle e preparata con farina di grano saraceno<br />

-, si servono i pizzoccheri dell’Accademia<br />

preparati con burro, formaggio Valtellina Casera<br />

Dop, formaggio grana, verze, patate, aglio e pepe.<br />

Anche l’osteria Roncaiola di Tirano, dagli ambienti<br />

rustici e situata in zona panoramica, propone<br />

la tipica pasta locale alla valtellinese - annoverata<br />

anche nel tipico menù del “Contrabbandiere<br />

valtellinese” - che prevede anche sciatt, le piccole<br />

frittelle ripiene di Casera, con cicoria e salumi misti,<br />

le scaloppine di manzo, le patate gratinate e<br />

un dolce a scelta. Pizzoccheri e sciatt si servono<br />

anche all’agriturismo Al Castagneto di Mazzo di<br />

Valtellina, sulla strada per il passo del Mortirolo, ai<br />

quali si unisce, fra le altre specialità, la polenta taragna.<br />

Per un soggiorno nel cuore della Valtellina<br />

ci sono l’hotel La Rosa di Teglio, a cinquanta metri<br />

dal centro storico e con camere standard provviste<br />

di ampio terrazzo, il Bed e Breakfast di design<br />

Le stanze del Trenino Rosso, dai nomi delle camere<br />

che rimandano alle più belle fermate del percorso<br />

del trenino e l’albergo Gusmeroli di Tirano,<br />

situato nella sua piazza centrale a pochi passi dal<br />

capolinea del Trenino Rosso. La Valtellina è il regno<br />

dello sport e della gastronomia ed è anche<br />

un’opportunità di shopping, c’è solo l’imbarazzo<br />

della scelta. Per gli acquisti c’è la Vineria di Tirano,<br />

dove si può scegliere tra quasi mille etichette di<br />

vino, molte delle quali tipiche e della Valtellina,<br />

un centinaio di birre e una selezione di whisky.<br />

Segue il Salumificio Bordoni di Mazzo di Valtellina,<br />

autentico tempio della bresaola, blasonato<br />

salume locale, proposto nelle versioni “Granfetta”,<br />

compatta e priva di grasso, “la Rossa”, ideale in cucina,<br />

“del Contadino” ed “Equina”, ottenuta ricavata<br />

dai migliori tagli di coscia equina. Nella bottega<br />

di Adolfo Rinaldi, infine, a Grosio, si acquistano<br />

prodotti artigianali in pelle di altissima qualità.


TORNA AL<br />

SOMMARIO


Alpe<br />

Trento, Trentino-Alto Adige<br />

Cimbra,<br />

Riflessi di Lusérn<br />

Luca Sartori


Luca Sartori<br />

twitter.com/LucaSartoriIT<br />

Azienda per il turismo Folgaria, Lavarone e Luserna<br />

alpecimbra.it


Sono dolci le montagne che fanno da cornice<br />

a Luserna. A poco più di 1.300 metri<br />

d’altitudine, questo piccolo borgo a sudest<br />

di Trento è appoggiato ai margini di un<br />

grande alpeggio che giunge fino a Folgaria<br />

e Lavarone. Un’immensa terrazza calcarea<br />

dove ai terrazzamenti si alternano valli e vertiginosi<br />

strapiombi con dislivelli che sfiorano<br />

anche i seicento metri. Faggi, abeti e larici si<br />

mescolano ad ampie distese di pascoli e il<br />

Passo di Vezzena, la stretta forcella della Val<br />

d’Assa e l’Altopiano dei Sette Comuni sono<br />

a due passi da Luserna, villaggio nel quale<br />

si parla ancora il cimbro, antica variante della<br />

parlata bavarese portata su questi monti<br />

dai coloni stabilitisi in epoca medievale. Due<br />

sono i nuclei che compongono l’insediamento:<br />

quello centrale di Luserna, che si distende<br />

su una zona pianeggiante a cavallo<br />

del cosiddetto Tal von San Antone, caratterizzato<br />

dal classico “Strassendorf” - il tipico<br />

abitato che si sviluppa lungo un’unica strada<br />

- e Tezze, situato più in basso, in una valletta<br />

a ovest del nucleo centrale. Oltre il crinale di<br />

Malga Campo, infine, si trovano Untarhäusar<br />

- Case di Sotto -, Obarhäusar - Case di<br />

Sopra - e Galen - da Galeno, soprannome di<br />

una famiglia locale -, i tre nuclei del villaggio<br />

estivo. Domina la pietra in questa porzione<br />

di Alpe Cimbra, utilizzata per realizzare campi<br />

e orti terrazzati, indispensabile ausilio alle<br />

pendenze locali. A Luserna, d’inverno, soffia<br />

deciso il vento del nord, che la rende ideale<br />

meta relax a due passi dalle ambite località<br />

sciistiche della zona e per le escursioni con le<br />

ciapsole, mentre d’estate la località è scaldata<br />

fino a sera dal sole, consentendo soggiorni<br />

a tutta natura fra sentieri e grandi scenari<br />

montani. In quest’angolo di Trentino, oltre<br />

a praticare sport invernali nella stagione invernale<br />

e numerose attività all’aria aperta in<br />

quella estiva, è possibile immergersi nelle<br />

tradizioni e nella cultura territoriali seguendo<br />

percorsi storici e tematici, compendio di<br />

arte e memoria. Naturalmente, c’è anche una<br />

ricca offerta gastronomica che ai piatti della<br />

tradizione trentina unisce le sfiziose specialità<br />

locali.


Cosa vedere a Lusérn<br />

La Luserna culturale propone innumerevoli<br />

luoghi da esplorare. Sulla sommità di Cima<br />

Campo, a 1.549 metri di quota, c’è il Forte Lusérn,<br />

detto anche il “Padreterno”, costruito tra<br />

il 1908 e il 1912. Insieme al Forte Busa Verle,<br />

aveva il compito di controllare il valico di Passo<br />

Vezzena e oggi può essere visitato grazie<br />

al Centro di Documentazione Luserna - nato<br />

come centro studi dedicato alla cultura del borgo<br />

-, che organizza anche visite su prenotazione.<br />

Il Centro di Documentazione, che si occupa<br />

della promozione e dello sviluppo economico<br />

della comunità germanofona locale, annovera<br />

anche un museo nel quale è possibile approfondire<br />

la conoscenza del territorio, scoprire<br />

le sezioni dedicate alla storia e alle tradizioni<br />

cimbre, alla Grande Guerra, alla fauna delle<br />

zone montane limitrofe e ai forni fusori dell’Età<br />

del Bronzo. Nel cuore di Luserna spicca la “Casa<br />

Museo Haus Von Prükk”, nata dal restauro conservativo<br />

di un’antica abitazione con tutte le<br />

caratteristiche di un’ottocentesca dimora cimbra.<br />

La “Casa Museo Haus Von Prükk” consente<br />

di rivivere la vita domestica e contadina di un<br />

tempo in una tipica casa cimbra, con un ampio<br />

assortimento di ambienti, arredi, abiti e ogget-


ti d’epoca. Uno straordinario strumento per la<br />

memoria storica della comunità locale dove,<br />

all’esterno, prende il via il “Sentiero dell’immaginario<br />

cimbro”, un affascinante percorso di<br />

sette chilometri fra i boschi e i pascoli di Luserna,<br />

ispirato alle leggende e ai personaggi<br />

dell’immaginario popolare come Frau Pertega<br />

e Tüsele Marüsele, il tutto fra caratteristiche<br />

opere in legno di artisti locali, leggende e tradizioni<br />

tramandate nei secoli. Il “Sentiero della<br />

primavera” è la scoperta dei colori e dei profumi<br />

di questo piccolo paradiso alpino tra stradine<br />

rurali e affacci sulla profonda valle dell’Astico,<br />

il “Sentiero sulle tracce dell’orso” racconta<br />

di questo animale ancora oggi rievocato nelle<br />

storie e nelle leggende e il “Sentiero dalle storie<br />

alla storia”, infine, è fra i percorsi tematici ed<br />

emozionali più interessanti dell’Alpe Cimbra,<br />

con storie della popolazione di Luserna prima<br />

e dopo la Grande Guerra.


I sapori di Lusérn<br />

La buona tavola è protagonista a Luserna, ed è<br />

uno dei motivi principali per visitarla: fra questi<br />

monti, sono tante le specialità da assaggiare<br />

e da acquistare. Sulle tavole del borgo c’è spazio<br />

per salumi e formaggi come lo speck, la carne salada,<br />

i landjager - delicati salamini a base di carni<br />

scelte, insaporite con il vino rosso -, i krainer,<br />

preparati con un impasto di carne e formaggio, il<br />

“cotto cimbro” - preparato con le erbe aromatiche<br />

di montagna - e il formaggio di Vezzena – Pat e<br />

presidio Slow Food -, semigrasso e prodotto con<br />

latte vaccino. Poi ci sono i regali dei boschi: le<br />

numerose specie di funghi, per esempio, tra cui i<br />

pregiati porcini, e i piccoli frutti come i mirtilli, le<br />

fragole, i lamponi e le more. Fra le specialità della<br />

gastronomia locale c’è sicuramente la polenta di<br />

patate, preparata con il tubero che prima viene<br />

lessato e poi schiacciato. La purea che se ne ottiene,<br />

deve essere prima cotta con burro, cipolla<br />

affettata e formaggio Vezzena grattugiato, poi<br />

servita con carni al forno e sugo in abbondanza,<br />

oppure abbinata al Tonco del Pontesel, altro piatto<br />

tipico delle terre cimbre, un saporito spezzatino<br />

di carni miste e lucanica trentina fresca. Specialità<br />

che affonda le sue radici nella tradizione<br />

locale e di derivazione germanica, sono le “Kaiserschmarren”,<br />

le grosse crêpes fritte nel burro e<br />

servite molto calde con marmellata di mirtilli o


anche solo con lo zucchero. Fra i dolci sono tutti<br />

da gustare il classico strudel e lo zelten, dolce<br />

a base di frutta secca dalle origini che risalgono<br />

addirittura al Settecento, farcito di pinoli, noci,<br />

mandorle e canditi. Nei ristoranti, nelle baite e<br />

nei rifugi è ovviamente la tradizione montana a<br />

trionfare con taglieri di salumi e formaggi, questi<br />

ultimi serviti con miele alpino e prosciutti alle<br />

erbe, seguiti da pappardelle ai porcini, tortelloni<br />

di Vezzena di malga, selvaggina con i funghi<br />

e dolci tra cui lo strudel di mele calde e la torta<br />

Sacher.


Cosa fare tra Lusérn, Folgaria e Lavarone<br />

Oltre a Luserna, Folgaria e Lavarone sono le<br />

altre due mete dell’Alpe Cimbra. Folgaria è<br />

fra le più antiche comunità del Trentino con un<br />

centro che propone un lungo e vivace viale pedonale<br />

ricco di botteghe e negozi, pasticcerie,<br />

bar e ristoranti dove fermarsi a gustare le tipicità<br />

e fare acquisti. Rinomata località di villeggiatura,<br />

Folgaria è ideale per un soggiorno estivo, con la<br />

possibilità di godersi le 18 buche del Golf Club<br />

Folgaria, la bike area e i tanti percorsi trekking<br />

per tutte le età, ma anche per una vacanza invernale<br />

sulle piste per praticare sci alpino e nordico.<br />

Più romantica è invece Lavarone, amata<br />

nel passato da grandi personaggi della storia<br />

e della cultura del calibro di Sigmund Freud e<br />

dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe.


Perla della località è sicuramente il lago di<br />

Lavarone, premiato nel 2<strong>01</strong>7 con la Bandiera<br />

Blu d’Europa, che d’inverno si trasforma in<br />

una suggestiva distesa di ghiaccio per il pattinaggio,<br />

mentre durante la bella stagione diventa<br />

scenario di adrenalinici sport d’acqua e<br />

della bike con il rinomato Bike Park. La ski area<br />

Alpe Cimbra-Folgaria Lavarone è il paradiso<br />

per gli appassionati degli sport invernali: sono<br />

ben 66 le piste adatte a tutte le abilità per un<br />

totale di 104 chilometri di tracciati in un’area<br />

che propone panorami e discipline sportive<br />

diversificate. Sci alpino e anche sci d’alpinismo,<br />

per esempio, poi snowboard, sci di fondo,<br />

fat bike e sleddog. Tra i tratti più emozionanti<br />

c’è sicuramente la pista Avez del Prinzep, che<br />

prende il nome dal maestoso abete bianco di<br />

oltre sessanta metri d’altezza - recentemente<br />

abbattuto dal vento -, un tracciato di due chilometri<br />

per un dislivello di quattrocento metri,<br />

mentre agli appassionati dello sci di fondo è<br />

dedicato il paradisiaco Ski Center Millegrobbe<br />

e il Centro Fondo dell’Alpe di Folgaria-Coe, per<br />

sciare di giorno e anche in notturna.


Dormire, gustare e comprare<br />

Èla polenta di patate, cotta con burro, cipolla<br />

affettata e formaggio Vezzena grattugiato,<br />

una delle grandi specialità dell’Alpe Cimbra. Al<br />

rustico chalet Tana Incantata di Lavarone, circondato<br />

dal verde dei boschi, la servono con lucanica<br />

trentina rosolata e funghi, dopo le lasagne impanate<br />

e fritte e prima dello strudel fatto in casa, in<br />

quello che è il menù tipico trentino. Crocchette al<br />

formaggio locale e carpaccio di carne salada con<br />

funghi porcini sono parte degli antipasti serviti<br />

all’antica Osteria Coe di Folgaria, che affonda le<br />

sue radici nel cuore dell’Ottocento. Carne di cervo,<br />

cinghiale e capriolo sono invece alcune delle<br />

specialità del ristorante Rossi di piazza Marconi a<br />

Lusèrn, ai quali si uniscono i tradizionali canederli<br />

serviti alle rape rosse con burro fuso, alle erbette<br />

con il pomodoro, ai quattro formaggi o al ragù.<br />

Per chi sull’Alpe Cimbra si reca in vacanza c’è l’albergo<br />

Lusernarhof di Lusèrn, situato nel cuore<br />

del borgo, rilassante approdo dopo una passeggiata,<br />

una sciata o una gita alla scoperta delle bellezze<br />

locali. 14 camere e il ristorante tipico trentino<br />

fanno del Lusernarhof una meta ideale per<br />

un soggiorno tra panorami e natura. Situato nella<br />

via principale di Folgaria si trova l’elegante Folgaria<br />

Post Hotel, che propone ai suoi ospiti tutti<br />

i comfort per una vacanza rilassante. Alle camere<br />

arredate in stile rustico si unisce un ampio centro<br />

benessere con piscina coperta, idromassaggi,<br />

saune, bagno turco, cabina infrarossi e cabine<br />

estetiche. Anche all’Antico Albergo Stella d’Italia,<br />

sempre a Folgaria e a cento metri dal centro sportivo<br />

comunale, c’è il centro benessere con sauna<br />

finlandese e bagno turco. Alpe Cimbra è anche<br />

sinonimo di sapori forti e specialità di montagna<br />

da assaggiare e acquistare. All’Antica Macelleria<br />

Cappelletti di Folgaria si trovano lo speck, le luganeghe,<br />

i salami e il prosciutto cotto al ginepro,<br />

mentre per chi ama i formaggi c’è il Caseificio degli<br />

Altipiani e del Vezzena a Lavarone, dove scegliere<br />

tra il formaggio Vèzzena vecchio e stravecchio,<br />

la tosella e le caciotte.


Luserna<br />

COMUNE DI LUSERNA<br />

TRENTO<br />

Trento, Trentino-Alto Adige<br />

Abitanti: 269<br />

Altitudine: 1333 m s.l.m.<br />

Superficie: 8,2 km²<br />

Santo Patrono:<br />

Sant’Antonio da Padova - 13/06<br />

Consorzio dei Comuni Trentini<br />

SCOPRI


Non<br />

abbiamo<br />

segreti!<br />

La qualità<br />

prima di tutto.<br />

Il pet food che parla chiaro<br />

Scopri Monge Natural Superpremium.<br />

Le crocchette con la carne come 1° ingrediente,<br />

senza coloranti e conservanti artificiali.<br />

SOLO NEI MIGLIORI PET SHOP E NEGOZI SPECIALIZZATI.


TORNA AL<br />

SOMMARIO


Il senso della Sila per la neve<br />

Giulio Tellarini


Giulio Tellarini<br />

facebook.com/giulio.tellarini<br />

Nua Visual Design<br />

nuavisualdesign.com


Nel cuore della Calabria esiste un luogo speciale<br />

che ha il sapore delle grandi montagne.<br />

150mila ettari di paradiso terrestre, dove<br />

la natura e la neve regnano incontrastate. Sulla<br />

punta del nostro Stivale, siamo andati alla<br />

scoperta della Sila. Boschi, foreste, laghi e altipiani<br />

dove d’estate arriva forte l’odore del<br />

mare mentre in inverno la neve li ricopre silenziosa.<br />

Qui le montagne sfiorano i 2mila metri<br />

di altezza e il candore della neve permette al<br />

sole di riverberare in sfumature multicolore,<br />

che si avvicendano dall’alba al tramonto. La<br />

Sila, nota anche come altopiano Silano o foresta<br />

Silana, abbraccia i territori di ben tre province:<br />

Cosenza, Catanzaro e Crotone. Prima di<br />

affrontare il nostro viaggio, impariamo che di<br />

Sila in realtà non ne esiste solo una, si possono<br />

distinguere ben tre macro aree, ciascuna con<br />

le sue meraviglie. La Sila Greca, che si sviluppa<br />

fino a Longobucco – Cosenza - e al Pollino, poi<br />

ecco la Sila Piccola che si estende verso sud<br />

fino a Catanzaro e infine la Sila Grande, forse<br />

la più rappresentativa. Ed è qui che si sviluppa<br />

il nostro itinerario: siamo nel centro del parco<br />

nazionale più antico della regione, istituito nel<br />

2002, oltre 70mila ettari di territorio tutelato.<br />

Rappresenta il cuore verde dell’intera regione,<br />

ed è inserito dall’Unesco fra le Riserve della<br />

Biosfera Italiana. Simbolo del Parco è il lupo,<br />

specie depredata e a rischio di estinzione fino<br />

al 1970, quando è stata istituita la legge a favore<br />

della sua salvaguardia. Durante il nostro<br />

itinerario speriamo di poterne scorgere qualcuno,<br />

in mezzo alla neve, al limitare dei boschi.


Abbiamo incontrato la nostra guida a Camigliatello<br />

Silano, una frazione del comune<br />

di Spezzano della Sila, nota soprattutto<br />

per i suoi impianti di risalita e le piste da sci.<br />

Siamo in provincia di Cosenza, esattamente<br />

nel cuore della Sila Grande, a 1.300 metri di altitudine.<br />

La prima tappa del nostro percorso è<br />

il Centro Visite del Parco Nazionale, in località<br />

Cupone, a ridosso del suggestivo bacino artificiale<br />

del Lago Cecita. Nonostante il lago sia<br />

stato realizzato dall’uomo per la produzione<br />

di energia elettrica, non siamo stati di certo<br />

i primi a rilevare la ricchezza di questa zona.<br />

Qui sono venute alla luce testimonianze risalenti<br />

all’uomo di Neanderthal, all’epoca greca<br />

e a quella romana ma la scoperta più sensazionale<br />

è rappresentata dai resti ossei di un<br />

rarissimo esemplare di mammut, vissuto circa<br />

700mila anni fa. I reperti sono tutti conservati<br />

presso il Museo Archeologico della Sila, nelle<br />

vicinanze del lago.<br />

SCOPRI


Al Centro Visite Cupone andiamo subito a vedere<br />

gli animali in cattività ospitati dal Centro Faunistico<br />

e Didattico, che rende felici molti bambini,<br />

e qui vediamo davvero il lupo insieme a cervi,<br />

caprioli, daini e tutta la straordinaria fauna della<br />

montagna silana. La sentieristica del Cai, inoltre,<br />

tutta ben segnalata e che attraversa il Parco Nazionale<br />

della Sila, è lunga circa 700 chilometri<br />

e rappresenta un paradiso per gli amanti delle<br />

escursioni. La nostra guida ci assicura che i sentieri<br />

permettono di raggiungere aree totalmente<br />

incontaminate, dove con un po’ di fortuna<br />

potremmo realizzare il nostro sogno di vedere i<br />

lupi nel loro ambiente naturale. Per il momento<br />

non possiamo che crederle sulla parola, mentre<br />

torniamo verso Camigliatello un po’ affamati.<br />

Questa è una terra di pastori, perciò non abbiamo<br />

alcuna difficoltà a procurarci dell’ottimo<br />

caciocavallo silano Dop, che qui regna sovrano.<br />

Fra i negozi e le botteghe di Camigliatello impariamo<br />

anche a conoscere le eccellenze dell’artigianato<br />

silano, ovvero pregiati tappeti, tessuti<br />

e arazzi provenienti dalle vicine Longobucco e<br />

San Giovanni in Fiore, che testimoniano l’antica<br />

arte della tessitura, tramandata nei secoli per<br />

generazioni. Ci spostiamo poi in località Tasso,<br />

a 1.380 metri di quota, punto di riferimento per<br />

gli amanti degli sport invernali. Tramite la<br />

ca-binovia saliamo sulla cima di Monte Curcio<br />

a 1.786 metri. Il cielo azzurro comincia a<br />

tingersi di rosa e poi di violetto, cedendo al<br />

tramonto. I lupi sono al sicuro nel bosco.


Hotel Tasso<br />

SCOPRI<br />

Immerso nel Parco Nazionale della Sila, l’Hotel<br />

Tasso di Camigliatello Silano, nota località<br />

montana in provincia di Cosenza, è la destinazione<br />

ideale per tutti gli amanti degli sport - sia<br />

invernali sia estivi - e anche per coloro che vogliono<br />

scoprire le bellezze della Sila Grande. I<br />

musei situati all’interno del parco, per esempio,<br />

oppure le riserve faunistiche, dove grandi e piccoli<br />

possono osservare da vicino gli animali che<br />

popolano questo territorio. Da Camigliatello,<br />

poi, ci si può recare alla vicina Riserva dei Giganti<br />

della Sila, il regno dei pini secolari. Dal Centro<br />

Visite Cupone, inoltre, partono numerosi percorsi<br />

escursionistici, tutti ben segnalati dal CAI,<br />

che raggiungono la quiete dei boschi e interessanti<br />

sono le piccole frazioni sparse sul territorio,<br />

sviluppatesi lungo la strada che dal borgo<br />

portano al Lago Cecita e al Lago Arvo. Un’area<br />

da scoprire soprattutto in inverno e con un albergo<br />

di riferimento: l’Hotel Tasso, che si trova<br />

a soli 900 metri dagli impianti di risalita. Tramite<br />

l’ovovia, dalla stazione situata in località Tasso,<br />

si arriva alla cima di Monte Curcio a 1.786 metri<br />

di quota. Durante la stagione invernale ci si può<br />

cimentare con sci di fondo, sci alpino e ciaspole<br />

per percorrere le distese di neve fresca, mentre<br />

in estate via libera a trekking, bici da strada,<br />

mountain bike e nordic walking. L’Hotel Tasso è<br />

dotato di tutti i comfort, perfetti per rigenerarsi<br />

e rilassarsi dopo le giornate passate sulle piste


da sci o alla scoperta dei numerosi luoghi di interesse<br />

della località. Il ristorante dell’albergo,<br />

dotato di un’ampia e confortevole sala, consente<br />

agli ospiti di degustare i piatti tipici della cucina<br />

calabra, conosciuta per la grande varietà di<br />

salumi, formaggi e specialità a base di funghi e<br />

patate. Su richiesta, è possibile soddisfare qualsiasi<br />

esigenza alimentare specifica. La struttura<br />

dispone di sala meeting, area giochi per bambini,<br />

sala tv, bar, portierato h24, terrazza solarium,<br />

parcheggio esterno e garage a pagamento. In<br />

alcuni periodi dell’anno è attivo anche un servizio<br />

animazione e discoteca per rallegrare anche<br />

le serate, dopo che il sole è tramontato sulla Sila<br />

Grande, uno spettacolo unico fatto di colori e<br />

suggestioni, godute nella pace dell’Hotel Tasso.


SCOPRI<br />

Il giorno seguente, il sole invita subito a uscire e<br />

godere dell’aria frizzante di un perfetto mattino<br />

d’inverno. Incontriamo la guida e, insieme, ci dirigiamo<br />

verso San Giovanni in Fiore, il più importante<br />

e antico borgo della Sila Grande, rinomato<br />

per l’arte della tessitura e per la sua storia. Alla fine<br />

del XII secolo il monaco esegeta Gioacchino da<br />

Fiore, ricordato anche da Dante nella cantica del<br />

“Paradiso”, fondò in quest’area un monastero, che<br />

in breve tempo diventò uno dei centri religiosi più<br />

importanti dell’intera Calabria. L’Abbazia Florense,<br />

con una bella struttura romanica, è oggi un luogo<br />

pieno di fascino, che custodisce le litografie delle<br />

“Tavole del Liber Figurarum”, opera dello stesso<br />

Gioacchino Da Fiore, considerate oggi la più bella<br />

e importante raccolta di teologia figurale e simbolica<br />

del Medioevo. Con questa meraviglia negli<br />

occhi ci spostiamo nella piazza del borgo - che ha<br />

preso il nome dell’Abate Gioacchino - per ammirare<br />

la chiesa Madre, dedicata a Santa Maria delle<br />

Grazie. Eretta in due tempi tra il 1530 e la metà del<br />

Seicento, presenta una facciata in stile romanico<br />

mentre l’interno palesa lo stile barocco comune a<br />

molti altri antichi edifici di San Giovanni in Fiore.<br />

Degna di nota è la grande tela che ricopre il soffitto<br />

della sagrestia, presumibilmente dell’Ottocento,<br />

raffigurante il battesimo di Gioacchino da Fiore<br />

da parte di San Giovanni Battista. Il dipinto è singolare<br />

in quanto ritrae l’abbazia con un aspetto<br />

del tutto differente da quello odierno.


SCOPRI<br />

Tessiture Artistiche Caruso<br />

Scuola Tappeti<br />

Gli ozaturi a “pizzulune”, le tipiche coperte<br />

“trappigne” o la “n’cullerata” sono solo alcune<br />

delle straordinarie creazioni artigianali del<br />

maestro Domenico Caruso, che all’interno della<br />

sua bottega di San Giovanni in Fiore tramanda<br />

da generazioni l’abilità di creare vere e proprie<br />

opere d’arte in tessuto. La storia dell’artigianato<br />

tessile silano comincia nel Medioevo, quando a<br />

causa dei rigidi inverni che caratterizzano queste<br />

montagne le donne del Casale di San Giovanni<br />

in Fiore cominciarono a realizzare su telaio i primi<br />

tessuti, sia per indumenti sia per arredare le<br />

abitazioni. Nata all’ombra della millenaria abbazia<br />

Florense, la qualità di questi tessuti diventò<br />

ben presto famosa e verso la metà del Novecento<br />

nacque una vera e propria scuola, diretta da<br />

maestri armeni, grazie ai quali le tessitrici locali<br />

impararono le tecniche di annodatura dei tappeti.<br />

La conclusione di quest’esperienza, però,<br />

provocò una grande crisi nella pratica artigianale,<br />

interrotta soltanto grazie a Salvatore Caruso<br />

negli anni Settanta. Recuperando gli antichi<br />

telai di famiglia, decise di aprire le Tessiture Artistiche<br />

Caruso. Oggi la bottega d’arte, guidata<br />

dal figlio Domenico, è un punto di riferimento<br />

per le più grandi firme dell’arte contemporanea.<br />

Forte della sua esperienza e della sua storia, Domenico<br />

realizza tessuti, arazzi, tappeti e progetti


di grande valore artistico come la riproduzione<br />

delle tavole del “Liber Figurarum” di Gioacchino<br />

da Fiore, su splendidi arazzi di seta completamente<br />

annodati a mano. Un lavoro straordinario<br />

e complesso, capace di coniugare tradizione<br />

ed eccellenza artistica in maniera sublime. Basti<br />

pensare che ciascuna delle tavole dell’opera richiede<br />

un anno solo per l’annodatura del tessuto.<br />

Le due sedi della bottega d’arte, quella storica<br />

di San Giovanni in Fiore e quella più recente<br />

aperta a Cosenza, permettono di scoprire tutte<br />

le preziose creazioni realizzate da Domenico, il<br />

cui valore è oggi riconosciuto in tutto il mondo.


Nel pomeriggio andiamo a Lorica, frazione<br />

di San Giovanni in Fiore e sede del Parco<br />

Nazionale della Sila. Passeggiando lungo le<br />

rive del Lago Arvo, la guida ci racconta come<br />

anche qui la presenza umana abbia origini antichissime:<br />

sono stati infatti ritrovati alcuni reperti<br />

che risalgono all’homo erectus, di circa<br />

700 mila anni fa. Il sole intanto, si riflette sulla<br />

superficie ghiacciata del lago, come spesso accade<br />

in questa stagione, mentre alcuni esemplari<br />

di gabbiano reale ci lasciano senza parole.<br />

La guida ci dice che non è insolito e che la specie<br />

è presente in ogni periodo dell’anno. Nei<br />

boschi intorno al lago, insieme al nostro lupo,<br />

vivono anche cinghiali, tassi, volpi, picchi neri<br />

e poiane. Siamo in un paradiso naturale e l’emozione<br />

è a dir poco tangibile.


L’ultimo giorno comincia presto e la nostra guida<br />

ci accompagna in un altro incredibile scenario<br />

naturale: la Riserva Biogenetica dei Giganti della<br />

Sila. Lungo il sentiero, notiamo un’antica filanda e<br />

la residenza estiva dei baroni Mollo, stabilitisi qui<br />

nel Seicento. Siamo in una piccola località chiamata<br />

Croce di Magara e davanti a noi si stagliano<br />

altissimi alcuni esemplari di “pino laricio” – pinus<br />

nigra laricio - ultracentenari. Questi giganti arrivano<br />

fino a 45 metri di altezza e il loro tronco sfoggia<br />

un diametro di circa 2 metri. Da qui ci dirigiamo a<br />

Moccone, per salire su uno storico trenino a vapore,<br />

il Trenino della Sila, che ci permette di attraversare<br />

questa affascinante terra su un mezzo d’altri<br />

tempi. Intorno a noi solo il calore bianco e sordo<br />

della neve, dalla quale ci scrutano saggiamente e<br />

benevolmente i lupi. Questa è l’ultima suggestione<br />

che ci lascia la Sila, insieme al senso della sua<br />

storia, della sua natura e della sua neve. Il senso<br />

della Sila per la neve.


Il treno della Sila<br />

SCOPRI<br />

Nel cuore della Sila si viaggia nel tempo. E’ un<br />

itinerario nel passato, da percorrere in treno,<br />

quello che da Moccone giunge a San Nicola<br />

Silvana Mansio, passando da Camigliatello. Con<br />

l’antico treno della Sila si percorre un emozionante<br />

itinerario di scoperta in una terra di valli e<br />

monti, laghi e boschi, <strong>borghi</strong> d’arte e cultura, su<br />

carrozze recuperate alla storia e restaurate locomotive<br />

a vapore, antico vanto dell’industria meccanica<br />

degli anni Venti e Trenta. Lungo tutto il<br />

corso dell’anno, con più corse giornaliere, quello<br />

che è anche chiamato il “trenino della Sila” continua<br />

a garantire pendolarismi occupazionali,<br />

corse verso i luoghi dello sci, percorrenze straordinarie<br />

dirette in particolare a un pubblico desideroso<br />

di recuperare nel viaggio le atmosfere di<br />

paesaggi ancora incontaminati, al ritmo cadenzato<br />

dalle sonorità delle vecchie e indistruttibili<br />

traversine di legno. Progettato per creare turismo<br />

e per attirare i turisti in una regione naturale,<br />

quella della Sila, cuore montano di una vasta<br />

area dell’Italia meridionale, fu concepito come<br />

strumento che, attraversando un territorio di<br />

già suggestiva unicità, lo avrebbe trasformato in<br />

una delle più feconde, prospere e belle zone del


nostro Paese, un treno che avrebbe avvicinato e<br />

messo in relazione genti e luoghi della Sila. Una<br />

costruzione impegnativa e onerosa realizzata,<br />

tra il 1916 e il 1956, a tappe diverse, con il lavoro<br />

e la fatica di maestranze tenaci e vigorose che<br />

resero percorribili i circa cento chilometri della<br />

Cosenza-Catanzaro e i settanta circa della Cosenza-San<br />

Giovanni in Fiore. A distanza di oltre<br />

un secolo dall’inizio dei lavori, quel trenino del<br />

secolo scorso è un gioiello emozionale nel cuore<br />

del Parco Nazionale della Sila che giunge fino<br />

alla più alta stazione ferroviaria a scartamento<br />

ridotto, a oltre 1.400 metri d’altezza. Centoventi<br />

posti a sedere sulle carrozze d’epoca, dove trovano<br />

posto mamme, papà, nonni e bimbi incantati<br />

dal fischiare, lo stridere e lo sbuffare della locomotiva<br />

lungo il percorso che alterna il lambire<br />

del retro delle abitazioni alla vista delle sale da


pranzo e delle camere da letto così come dei tinelli<br />

e delle cucine con le loro piastrelle colorate.<br />

Dai finestrini e dalle piccole terrazze fra le carrozze<br />

d’epoca i passeggeri salutano le famiglie<br />

affacciate ai balconi o sedute nei giardini, mentre<br />

agli attraversamenti stradali della locomotiva<br />

e delle carrozze tutti si fermano; gli automobilisti<br />

avvertiti dai fragori del metallo scendono dalle<br />

vetture spesso per donare un applauso al treno<br />

e ai suoi passeggeri in viaggio nel parco. Situato<br />

nel più grande altopiano d’Europa, in un’area<br />

di rilevante interesse naturalistico, ambientale e<br />

storico-culturale, il Parco Nazionale della Sila si<br />

estende nel territorio di 19 comuni di 3 province,<br />

Cosenza, Catanzaro e Crotone, per una superficie<br />

che sfiora i 74 mila ettari, ed è contraddistinto da


una serie di paesaggi unici al mondo. Coperta di<br />

alberi, la Sila è soprannominata “Gran bosco d’Italia”,<br />

sfruttata per millenni, sin dai tempi della<br />

Magna Grecia, per il suo legname utilizzato nella<br />

costruzione di navi, case e chiese. La quasi totalità<br />

del suo territorio è rivestito di boschi e foreste<br />

ed è molto ricco d’acqua, con tre grandi laghi<br />

artificiali utilizzati per la produzione di energia<br />

elettrica e alle foreste si alternano terreni coltivati<br />

e pascoli. All’ombra del monte Botte Donato<br />

e il monte Gariglione, le più alte cime del Parco, è<br />

il pino nero di Calabria la specie arborea più diffusa,<br />

che cresce su queste alture e in pochi altri<br />

luoghi del mondo, a cui si uniscono faggi, abeti<br />

bianchi, aceri, castagni, querce e tigli. Il trionfo<br />

della natura mentre, sotto la fitta copertura boschiva,<br />

si muovono lupi, cinghiali, lontre, tassi,<br />

volpi, cervi, caprioli, scoiattoli, gatti selvatici, poiane,<br />

nibbi, sparvieri e picchi. In questo paradiso<br />

di flora e fauna, per larghi tratti incontaminata,<br />

si vede ancora spuntare l’antico treno della Sila,<br />

che con lo sbuffare della sua locomotiva pare<br />

inebriare, a ogni suo transito, questo angolo d’Italia<br />

tra il Tirreno e lo Ionio.


TORNA AL<br />

SOMMARIO


L’itinerario “Il senso della Sila per la neve” alla scoperta<br />

dell’Altopiano della Sila è stato ideato da<br />

“GuideOnCosenza”. La “GuideOnCosenza”, di Alessandra<br />

Scanga, si occupa di accompagnare turisti<br />

italiani e stranieri in tutto il territorio regionale. In<br />

ogni visita guidata, si cerca di far “innamorare” il<br />

turista che per la prima volta ammira le bellezze<br />

di cui la regione è ricca, cercando anche di suscitare<br />

il desiderio di ritornare. Dunque, Alessandra vi<br />

aspetta in questa fantastica regione, perché solo<br />

conoscendola potrete apprezzarla e amarla di più.<br />

Per info e prenotazioni: www.guideoncosenza.it<br />

oppure chiamare il 329/4452028.<br />

La “GuideOnCosenza” propone itinerari adatti ad esplorare non<br />

solo la provincia di Cosenza ma tutta la REGIONE CALABRIA,<br />

territorio pieno di scenari suggestivi di forte attrattiva turistica; è<br />

una terra bagnata dalle acque dello Ionio e del Tirreno, protetta<br />

da boschi e da montagne. Venne scelta dai greci e amata da Federico<br />

II, le cui impronte rimangono nelle numerose fortificazioni. Fu la<br />

terra dei Santi Francesco, Nilo, Umile da Bisignano e del misticismo<br />

di Gioacchino da Fiore; è orgogliosa della propria storia che si può<br />

vivere attraverso le numerose testimonianze presenti sul territorio.<br />

Tante sono le leggende che alimentano un’aura fantastica,<br />

una per tutte quella del misterioso<br />

tesoro del Re Alarico.<br />

www.guideoncosenza.it<br />

Tel: +39 329 44 52 028<br />

La “GuideOnCosenza” vi accompagnerà in<br />

un’emozionante avventura alla scoperta di incantevoli<br />

paesaggi e magiche realtà artistiche.


Cinzia Meoni<br />

facebook.com/cinzia.meoni<br />

Luca Sartori<br />

twitter.com/LucaSartoriIT


Etna,<br />

montagna da mito<br />

Cinzia Meoni<br />

Sicilia


L<br />

’Etna, «a muntagna» per i catanesi e i <strong>borghi</strong><br />

del territorio, è il luogo nel quale la natura<br />

si intreccia indissolubilmente al mito. Per<br />

gli antichi greci, nelle sue caverne era stato<br />

confinato Eolo, il dio del vento, mentre Efesto<br />

aveva scelto il vulcano per le sue fucine.<br />

Anche in tempi più recenti sono numerose le<br />

credenze che legano questi territori, carichi<br />

di misticismo, a eventi miracolosi. Lo ricordano<br />

altari e cappelle votive che costellano le<br />

pendici del vulcano come i “tre altarelli”, eretti<br />

nel borgo di Nicolosi proprio nel punto in cui<br />

- nel 1.776 - si arrestò la lava, o come il santuario<br />

di Moncalieri, che sorge nel luogo del<br />

ritrovamento del simulacro della Madonna<br />

delle Grazie indicato, secondo la tradizione,<br />

dalla stessa Vergine. Con i suoi 3.350 metri<br />

di altitudine e i cinquanta chilometri di diametro,<br />

l’Etna domina sull’intera Sicilia e la sua<br />

inconfondibile forma a cono si staglia nitida<br />

già dal Continente, da Scilla e Carriddi, o, se si<br />

preferisce, dallo stretto di Messina.


Linguaglossa e Nicolosi,<br />

paradisi della neve<br />

Sul vulcano attivo più alto d’Europa, a 150<br />

chilometri dalla costa dell’Africa, si scia<br />

guardando il mare in ben due aree che offrono<br />

anche anelli da fondo e itinerari per sci d’alpinismo,<br />

un’esperienza memorabile. La cima si<br />

raggiunge dal versante sud passando da Nicolosi<br />

e dal rifugio Sapienza e dal versante nord<br />

da Linguaglossa per arrivare agli impianti di<br />

Piano Provenzana. Nel versante meridionale si<br />

scia tra i 1.910 e i 2.700 metri su venti chilometri<br />

di piste azzurre – facili - e rosse, ammirando<br />

all’orizzonte il golfo di Catania e la valle del<br />

Simeto. Fra le tracce percorribili ne esiste una,<br />

quella di rientro, lunga ben quattro chilometri.<br />

A nord, invece, si scia tra i 1.800 e i 2.317 metri<br />

su sei piste tra cui una, la Baby, che attraversa<br />

un suggestivo bosco di pini e faggi. Dal rifugio<br />

Sapienza, inoltre, si diramano diversi percorsi di<br />

sci alpino compresa la discesa verso la valle del<br />

Bove, un’enorme conca sul versante orientale<br />

del vulcano le cui pareti, alte fino a mille metri,<br />

sono incise da profondi canyon.


Un balcone affacciato sul Mediterraneo<br />

Sull’Etna si sale prima in auto o autobus, poi<br />

in funivia e fuoristrada e infine a piedi, in<br />

mountain bike o sulle pelli di foca, a seconda<br />

della stagione, per godere dello scenario incomparabile<br />

sull’isola e sul Mediterraneo che si<br />

spinge, nelle giornate più terse, fino al profilo<br />

di Malta. Lungo il percorso cambiano colori e<br />

vegetazione: dagli agrumeti di Zafferana Etnea,<br />

borgo famoso per il miele, ai boschi di castagni,<br />

faggi e querce che coprono i versanti del vulcano<br />

fino ai 2mila metri dove lasciano il posto<br />

a ginepri, saponarie e violette dell’Etna, fino al<br />

paesaggio lunare della cima, oltre i 2.500 metri,<br />

dove sono rare le specie che riescono a sopravvivere<br />

tra le rocce nere di lava stratificata nel<br />

tempo. Ogni stagione è ideale per regalarsi una<br />

vacanza alla scoperta dell’Etna - patrimonio<br />

dell’Unesco dal 2<strong>01</strong>3 - e della miriade di <strong>borghi</strong><br />

del Parco dell’Etna, istituito nel 1987, lasciandosi<br />

incantare dalla cima innevata del Mongibello,<br />

altro nome di questa montagna che vive e respira.


Borghi medievali, carretti siciliani e pupi<br />

Scegliere il Parco dell’Etna significa poter conoscere<br />

i numerosi <strong>borghi</strong> che punteggiano<br />

il territorio, piccoli gioielli costruiti in pietra lavica<br />

che custodiscono tesori inaspettati. Randazzo,<br />

per esempio, noto come “borgo delle cento chiese”,<br />

incanta con il suo labirinto di vicoli costellati<br />

di edifici sacri a cui si affiancano il castello Svevo,<br />

il Museo Vagliasindi e il Museo dei Pupi. A Castiglione<br />

di Sicilia, invece, protagoniste della scena<br />

sono le impressionanti gole in cui il fiume Alcantara<br />

scorre veloce dando forma alle rocce. Vale poi<br />

la pena concedersi una sosta anche alla “cuba bizantina”,<br />

una chiesa rurale del VII secolo, la chiesa<br />

di Santa Domenica, che è stata riconosciuta “meraviglia<br />

italiana” nel 2<strong>01</strong>1. Per un tuffo nel folklore<br />

dell’isola, a Bronte, si può visitare il Museo del<br />

Carretto Siciliano Gullotti con oltre trecento pezzi<br />

in esposizione fra carretti, ornamenti dei cavalli<br />

e decorazioni per i “mascillari” - le sponde laterali<br />

dei carretti - o i “gambetti”, i raggi della ruota.


Terra di pistacchi, fragole e vino<br />

Le meraviglie dell’Etna passano anche dall’enogastronomia.<br />

Grazie alla fertilità del suolo<br />

vulcanico e al clima mite, nel territorio etneo<br />

si trovano innanzitutto i pistacchi di Bronte, un<br />

oro verde a denominazione di origine protetta<br />

che ha portato il nome del borgo nel mondo,<br />

seguiti dalle profumate fragole di Maletto, dal<br />

2007 presidio slow food. Squisiti sono la pesca<br />

tabacchiera dell’Etna, presidio slow food dal<br />

20<strong>01</strong> e coltivata nei terreni donati un tempo da<br />

re Ferdinando di Borbone all’ammiraglio Orazio<br />

Nelson - nei pressi di Bronte si trova il castello di<br />

Nelson - e l’olio extravergine di oliva Monte Etna<br />

Dop. Non manca una “Strada del vino” percorribile<br />

anche con l’antico trenino della Ferrovia<br />

Circumetnea. Le sei denominazioni del vino di<br />

origine controllata “Etna” - bianco, bianco superiore,<br />

rosso, rosso riserva, rosato e spumante -<br />

devono essere prodotte da uve coltivate entro<br />

confini precisi e comprendenti i <strong>borghi</strong> di Nicolosi,<br />

Trecastagni, Zafferana, Linguaglossa, Castiglione<br />

e Randazzo.


Dormire, gustare e comprare<br />

Luca Sartori<br />

È<br />

il pistacchio uno dei grandi protagonisti della<br />

cucina etnea. Alle pendici di quella che da<br />

queste parti è semplicemente “a muntagna”, si<br />

servono sulle tavole di agriturismi, trattorie e<br />

ristoranti piatti della tradizione siciliana spesso<br />

arricchiti da questa prelibatezza dal molteplice<br />

utilizzo. Nel menù dell’Osteria del Siciliano a<br />

Nicolosi si servono, fra i primi, le casarecce con<br />

panna e pesto di pistacchio, e fra i secondi le costolette<br />

di maiale ripiene alla siciliana con verdure,<br />

guanciale, provola del casale e granella<br />

di pistacchio. Tanto pistacchio anche nel menù<br />

del ristorante Antico Orto dei Limoni -sempre a<br />

Nicolosi -, ingrediente del piatto delle pennette<br />

e parte del ripieno della salsiccia. Anche la trattoria<br />

Ardichetto di Zafferana Etnea serve piatti<br />

preparati con i preziosi semi locali che arricchiscono<br />

le fettuccine ai funghi porcini, il polpettone<br />

con contorno di funghi porcini. Il dolce<br />

tipico è, ovviamente, la torta al pistacchio.<br />

Per chi<br />

sceglie l’Etna<br />

per una vacanza c’è l’elegante hotel Biancaneve<br />

a Nicolosi, con le sue 82 camere, la piscina<br />

e l’Onidia Center, centro benessere con massaggi<br />

agli oli essenziali e pietre laviche, cristalloterapia<br />

e riflessoterapia plantare. E’ situato<br />

nel cuore storico di Linguaglossa il bed & breakfast<br />

Casa Etna, con tre camere che sono dei<br />

mini appartamenti dotati di forno a microonde<br />

e frigo. Sempre a Linguaglossa c’è l’hotel Il Nido<br />

dell’Etna, a pochi chilometri dal Parco Nazionale<br />

dell’Etna e dalla spiaggia di Marina di Cottone,<br />

struttura ideale come base per escursioni.<br />

Vini, marmellate e prodotti al pistacchio sono<br />

i tesori della gastronomia locale. A Bronte c’è<br />

Sciara Pistacchio, dove comprare il torrone, il<br />

croccantino, il tritato, la granella, il pesto e tante<br />

altre goloserie preparate con la delizia locale.<br />

Da Vinetna a Linguaglossa è invece il vino il<br />

grande protagonista: vini rossi, bianchi e rosati<br />

delle terre etnee, ma anche le marmellate di<br />

arance rosse, arance amare, fichi d’india, gelsi<br />

neri, mandarini e limoni.


TORNA AL<br />

SOMMARIO


Centro Italia<br />

Gran<br />

Sasso,<br />

“l’ombelico” d’Italia<br />

Cinzia Meoni


Cinzia Meoni<br />

facebook.com/cinzia.meoni<br />

Luca Sartori<br />

twitter.com/LucaSartoriIT


Un pugno di pietra alzato verso il cielo.<br />

È questa la prima immagine che si ha<br />

del Gran Sasso e dei suoi 2.912 metri di altezza,<br />

massiccio imponente che domina<br />

l’Italia centrale tanto da essere chiamato<br />

“Fiscelllus mons” - monte ombelico - dagli<br />

antichi romani proprio per la sua posizione<br />

strategica nella Penisola. E l’inverno può essere<br />

proprio il momento giusto per scoprire<br />

i minuscoli <strong>borghi</strong> che punteggiano questo<br />

gigante di pietra e dedicarsi agli sport della<br />

neve nel “piccolo Tibet”, come è conosciuto<br />

Campo Imperatore, il vasto altipiano che<br />

sovrasta i <strong>borghi</strong> fra Castel del Monte, Santo<br />

Stefano di Sessanio e Calascio. Un territorio<br />

dalla bellezza arcaica, amato da Papa Giovanni<br />

Paolo II - una croce di ferro è posta a<br />

memoria del Santo che qui ha consacrato<br />

anche la piccola cappella della Madonna<br />

della Neve - e immortalato dalla cinepresa<br />

in film cult come “…Continuavano a chiamarlo<br />

Trinità” e in video che spopolano sul<br />

web come “Eppure sentire (Un senso di te)”<br />

della cantante Elisa.


Borghi medievali e paradiso dei free rider<br />

Il Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti<br />

della Laga è considerato un vero e proprio<br />

paradiso dei free rider: la discesa libera in neve<br />

fresca, infatti, regala agli sciatori la sensazione<br />

di galleggiare sulla neve soffice come cipria. La<br />

“powder”, qui, nel cuore dell’Appennino, vanta<br />

una consistenza ancora più leggera rispetto<br />

ai fiocchi del nord Italia grazie alla vicinanza al<br />

mare, una neve speciale che attrae gli sciatori<br />

che amano trascorrere giorni in quota guardando<br />

in lontananza le onde e soggiornando in uno<br />

dei caratteristici <strong>borghi</strong> medievali del territorio.<br />

Sono 44 i <strong>borghi</strong> del parco incastonati in una<br />

natura selvaggia dominata da cime, solcata da<br />

canyon di rocce dolomitiche e attraversata da<br />

praterie e ruscelli d’acqua della valle delle Cento<br />

Cascate, proprio sopra il borgo di Cesacastina.<br />

Una cornice naturale di grande impatto da vivere<br />

in tutte le stagioni a piedi, a cavallo - l’ippovia<br />

del Gran Sasso è particolarmente apprezzata<br />

dagli amanti degli sport equestri -, in moto o in<br />

mountain bike.


Campo Imperatore, il piccolo Tibet<br />

Alle pendici del versante aquilano ecco Assergi,<br />

borgo cinto da mura dell’XI secolo e dominato<br />

dalla chiesa romanica di Santa Maria Assunta,<br />

che custodisce una cripta scavata nella roccia. La<br />

funivia del Gran Sasso supera i mille metri di dislivello<br />

e arriva ai 2.128 metri di Campo Imperatore,<br />

scenario di attività outdoor in estate e di sci in inverno.<br />

Su questo altipiano si scia su 13 chilometri<br />

di tracciati sotto il Corno Grande e il Calderone,<br />

il ghiacciaio più meridionale d’Europa. È la meta<br />

per gli appassionati di kitesurf e di sci d’alpinismo,<br />

che da qui possono intraprendere la traversata<br />

del Gran Sasso. L’altopiano di Campo Imperatore<br />

offre, inoltre, sessanta chilometri di tracciati agli<br />

amanti del fondo fra i quali si distinguono i percorsi<br />

nei pressi di Castel del Monte, un pittoresco<br />

borgo dagli stretti passaggi lastricati, sospeso tra<br />

le vette del Gran Sasso e la valle del Tirino.


Piccole stazioni di sci, epigrafi e zampogne<br />

Sul versante teramano si scia a Prati di Tivo,<br />

dove le piste si snodano ai piedi del Corno<br />

Piccolo, a Prato di Selva - che vanta i tracciati più<br />

lunghi del massiccio - e a Monte Piselli-San Giacomo.<br />

Prati di Tivo è una frazione di Pietracarmela,<br />

borgo affacciato sulla valle del Rio Arno - circondato<br />

da secolari boschi di faggio dell’Aschiro<br />

– e che custodisce numerose testimonianze delle<br />

corporazioni medievali come quelle dei cardatori<br />

della lana nella “Casa de li Signuritte”. I 14<br />

chilometri di tracciati di Prato di Selva, invece,<br />

si trovano nei pressi di Fano Adriano, un borgo<br />

alle pendici del Monte Corvo che vanta una fonte<br />

storica, la Fonte della Cannalecchia, contrassegnata<br />

dalle sette “F” di una curiosa epigrafe:<br />

“Fanesi furono forti, fatevi forti figli fanesi.” Da<br />

non perdere, nelle vicinanze, il borgo di Cerqueto<br />

con il suo “Museo etnografico delle tradizioni<br />

popolari”, dove è conservato un esemplare di<br />

zampogna unico nel suo genere.


Rocche, eremi e arrosticini<br />

Prima o dopo gli sci, in questo territorio sono<br />

numerosissimi i <strong>borghi</strong> da visitare, tutti caratterizzati<br />

da un patrimonio culturale, artistico ed enogastronomico<br />

fra i più interessanti della Penisola.<br />

Come Rocca Calascio, un minuscolo borgo medievale<br />

sovrastato da una rocca millenaria dove sono<br />

state girate scene che appartengono alla storia del<br />

cinema quali “Il nome della Rosa” e “LadyHawke”.<br />

Da non perdere è una sosta alla chiesa esagonale<br />

di Santa Maria della Pietà costruita, secondo alcune<br />

fonti, intorno al 1451 su disegni del Bramante. Nulla<br />

di meglio, per un assaggio completo del territorio, la<br />

sua ricca cucina, un concentrato di tradizione e gusto:<br />

dagli arrosticini di pecora alla porchetta abruzzese<br />

fino agli gnocchi e al castrato senza dimenticare<br />

i formaggi. Fra questi sono annoverate eccellenze<br />

designate come Prodotti agroalimentari tradizionali”<br />

- Pat - come il Pecorino Canestrato di Castel del<br />

Monte. Da non perdere anche i legumi, che vantano<br />

numerosi presidi slow food - tra cui il fagiolo di Paganica<br />

- e Pat, come la prelibata lenticchia del borgo<br />

fortificato di Santo Stefano di Sessanio.


Dormire, gustare e comprare<br />

Luca Sartori<br />

Lenticchie e formaggi sono gli ingredienti classici<br />

della gastronomia di questa porzione d’Abruzzo,<br />

una cucina semplice, dai sapori intensi. Al ristorante<br />

Rifugio della Rocca di Calascio l’antipasto è composto<br />

da salumi e formaggi locali fra i quali il tipico<br />

canestrato di Castel del Monte, la ricotta fresca e le<br />

ricottine salate, mentre fra i piatti tipici del locale<br />

c’è la zuppa di lenticchie di Santo Stefano. Anche<br />

al ristorante Rifugio del Pastore di Castel del Monte<br />

i formaggi sono i grandi protagonisti della tavola,<br />

per esempio le ricotte e le mozzarelle, oltre ai piatti<br />

della tradizione abruzzese annaffiati dai prodotti<br />

delle migliori cantine della regione, Montepulciano,<br />

Pecorino e Trebbiano. Cucina semplice e dai sapori<br />

forti anche al ristorante Da Clara, dove si servono<br />

– anche - specialità preparate con le lenticchie, taglieri<br />

di salumi e formaggi. I paesaggi montani del<br />

Gran Sasso e i suggestivi <strong>borghi</strong> di Castel Del Monte<br />

e Santo Stefano di Sessanio sono meta di appassionati<br />

di trekking ma anche di amanti dei <strong>borghi</strong>. Per<br />

un weekend o per chi sceglie questa zona per una<br />

vacanza ci sono, a Castel del Monte, la Locanda delle<br />

Streghe, ricavata in un antico palazzo ai margini<br />

del centro storico, e la residenza Le Civette, bed &<br />

breakfast ricavato in un edificio storico del borgo.<br />

A Santo Stefano di Sessanio c’è il Residence il Palazzo,<br />

situato in un antico casale poco fuori le mura del<br />

borgo, con quattro appartamenti, il ristorante e la<br />

pizzeria. Per l’acquisto di prodotti tipici locali ecco<br />

l’Azienda Zootecnica Gran Sasso, in località Piè di<br />

Colle di Castel del Monte, che propone – fra i formaggi<br />

- il caciocavallo abruzzese e il pecorino canestrato<br />

di Castel del Monte e, fra ortaggi e legumi, le<br />

lenticchie di Santo Stefano di Sessanio e la patata<br />

turchesa. L’Azienda Agricola Rosa Ciarrocca di Santo<br />

Stefano di Sessanio, infine, oltre alle lenticchie propone<br />

lo zafferano e l’olio extravergine di oliva delle<br />

valli aquilane.


TORNA AL<br />

SOMMARIO


Cinzia Meoni<br />

facebook.com/cinzia.meoni<br />

Luca Sartori<br />

twitter.com/LucaSartoriIT<br />

We Love Abetone<br />

weloveabetone.it


Abetone:<br />

Cinzia Meoni<br />

neve, condottieri ed eroi<br />

Toscana


A<br />

metà strada tra Firenze e Bologna svetta<br />

maestosa la <strong>Montagna</strong> Pistoiese, sulla<br />

dorsale meridionale dell’Appennino tosco-emiliano,<br />

territorio che comprende i <strong>borghi</strong><br />

di Abetone Cutigliano - comune diffuso -,<br />

Marliana, San Marcello Piteglio e Sambuca<br />

Pistoiese. Per secoli la <strong>Montagna</strong> Pistoiese<br />

ha rappresentato l’unico valico di passaggio<br />

dell’appennino tosco-emiliano e pare che il<br />

generale cartaginese Annibale, durante la<br />

seconda guerra punica, abbia attraversato<br />

proprio la <strong>Montagna</strong> Pistoiese per muovere<br />

da Piacenza verso sud. Una leggenda - sono<br />

numerosi i luoghi che si contendono “l’onore”<br />

- che in questo territorio ha dato il nome<br />

a un passo in Val di Luce, a un impianto di<br />

risalita e a una pista rossa nel comprensorio<br />

dell’Abetone. Uno spaccato d’Italia un tempo<br />

attraversato da eserciti e rivoluzionari, oggi<br />

paradiso delle vacanze invernali: il comprensorio,<br />

infatti, è formato da una cinquantina di<br />

chilometri di piste per lo sci alpino - servite<br />

da 22 impianti di risalita - e da 18 chilometri<br />

di piste dedicate allo sci nordico. E c’è solo<br />

l’imbarazzo della scelta, per tutti i gusti e le<br />

abilità: gli appassionati di sci alpino hanno a<br />

disposizione una pista difficile, 14 facili e 14<br />

tracciati di media difficoltà.


La via Ximeniana e le piramidi dell’Abetone<br />

Sul monte Gomito, nel punto di congiunzione<br />

tra la val di Luce, la val di Lima, la valle dello<br />

Scoltenna e la valle del Sestaione, si distende la<br />

stazione sciistica più nota della regione: quella<br />

dell’Abetone, frazione del borgo di Abetone Cutigliano.<br />

A dare i natali al borgo, secondo la voce popolare,<br />

sarebbe stato l’abbattimento di un enorme<br />

abete - “abetone”, per l’appunto - nel corso dei<br />

lavori di costruzione del passo avviati nel 1766 dal<br />

Granducato di Toscana e dal Ducato di Modena.<br />

L’evento è tutt’oggi ricordato dalla chiesa di San<br />

Leopoldo, caratterizzata da linee sobrie vicine alle<br />

idee gianseniste del committente, il Granduca di<br />

Toscana, e da due piramidi settecentesche che<br />

sorgono nel centro del borgo. Le strutture, volute<br />

da Pietro Leopoldo e Francesco III e decorate<br />

con i rispettivi stemmi, sono infatti collocate l’una<br />

in quello che era il territorio del Granducato di<br />

Toscana e l’altra in quello del Ducato di Modena,<br />

uniti per sempre dal passo e dalla Via Ximeniana.


Luna piena sulle piste di Zeno Colò<br />

Proprio all’Abetone hanno mosso i primi passi<br />

sulla neve icone sportive del calibro di Zeno<br />

Colò, oro olimpico a cui sono dedicate ben tre piste:<br />

la Vittorio Chierroni, la Celina Seghi e, più recentemente,<br />

la Giuliano Razzoli. Il comprensorio<br />

offre una cinquantina di chilometri di tracciati tra<br />

i 1.385 metri di altezza del fondovalle e i 1.940<br />

dell’Alpe Tre Potenze, destinati a coloro che possiedono<br />

una minima padronanza del “mezzo”, con cui<br />

divertirsi e lasciar correre lo sguardo fino a Firenze.<br />

E le emozioni sono garantite anche con gli eventi a<br />

tutta neve, soprattutto il “Full moon party”, la discesa<br />

in notturna prevista nelle notti di luna piena. Ma<br />

l’Abetone non è solo sci, natura, cultura ed enogastronomia.<br />

Durante l’inverno, infatti, si può anche<br />

esplorare il parco con ciaspolate guidate, camminare<br />

su tracciati di nordic walking nei boschi innevati<br />

e praticare sci di fondo su 18 chilometri di<br />

tracciati. D’estate, invece, il territorio si trasforma<br />

nel paradiso dei ciclisti, i “biker”, grazie all’“Abetone<br />

Gravity Park”, un punto di riferimento per discipline<br />

adrenaliniche come il downhill e il cross country.


Cutigliano, insegne araldiche<br />

e snow tubing<br />

Un’alternativa a pochi minuti di macchina<br />

dall’Abetone è il vicino comprensorio di<br />

Doganaccia: dieci chilometri di piste assolate<br />

adatte ai principianti e affacciate sull’appennino<br />

tosco-emiliano, una pista di snow tubing<br />

che permette di scendere a tutta velocità a bordo<br />

di gommoni e due anelli da fondo. Il modo<br />

più scenografico per raggiungere le piste di Doganaccia<br />

è salendo in quota con gli impianti di<br />

Cutigliano, borgo che affonda le proprie origini<br />

nell’Alto Medioevo e che sarebbe un delitto non<br />

visitare. Il cinquecentesco palazzo Pretorio - decorato<br />

con le insegne araldiche dei capitani di<br />

montagna che si sono succeduti nel tempo - e<br />

la chiesa della Madonna di Piazza costituiscono<br />

due tappe impedibili per scoprire questo gioiello<br />

italiano. Il “Museo della gente dell’appennino<br />

pistoiese” di Rivoreta, località nei pressi del borgo,<br />

propone inoltre un viaggio negli usi e costumi<br />

locali, invitando visitatori e curiosi a mettere<br />

alla prova la propria manualità nella costruzione<br />

di giocattoli con materiali poveri.


Stelle, murales e ponti sospesi<br />

Sulla <strong>Montagna</strong> Pistoiese sono numerosi i <strong>borghi</strong><br />

nei quali la storia si intreccia con la natura<br />

e la tradizione assume nuove definizioni. Come<br />

Lizzano Pistoiese, di origini millenarie, che oggi<br />

si caratterizza per una serie di affreschi che gli<br />

conferiscono l’appellativo di “paese dei murales”.<br />

Salendo invece verso Gavinana da Maresca<br />

- borgo ai margini della Foresta del Teso e sede<br />

del cinquecentesco palazzo Rospigliosi -, si trova<br />

l’Osservatorio astronomico di Pian dei Termini. Il<br />

medievale borgo di Gavinana è legato a un eroe<br />

al quale è dedicato un intero museo: Francesco<br />

Ferrucci, cinquecentesco condottiero delle milizie<br />

della Repubblica fiorentina. Da San Marcello<br />

Pistoiese, borgo circondato da boschi, si raggiungono<br />

infine due luoghi iconici: la località<br />

Pontepetri, scenario della battaglia in cui morì<br />

Catilina nel 62 a.C., e il ponte sospeso, una passerella<br />

di 227 metri sul torrente Lima che prima<br />

di essere superato dal Giappone è entrato nel<br />

guinness dei primati quale “ponte pedonale più<br />

lungo del mondo”.


Dormire, gustare e comprare<br />

Luca Sartori<br />

Non potevano che essere i funghi, l’ingrediente<br />

principale della tavola dell’Abetone.<br />

Vallate e boschi dominano quest’angolo di Appennino<br />

dove dai monti pistoiesi si scende nelle<br />

terre modenesi. Alla trattoria Da Fagiolino di Cutigliano<br />

i funghi sono nel crostone e nell’antipasto<br />

toscano, nei maccheroni all’anatra in cacciatora<br />

con le olive e nella scaloppa ripiena. Sempre<br />

a Cutigliano, al ristorante Il Nonno Cianco, dove<br />

la funivia porta alle piste da sci di Doganaccia, si<br />

servono le gonfiate, gli gnocchi a base di patate<br />

con sugo ai formaggi, le cappelle di funghi porcini<br />

servite fritte o con le tagliate di manzo e gli<br />

involtini di maiale alle erbette. Ambiente rustico<br />

al ristorante La Casina di Abetone, a due passi dal<br />

confine con l’Emilia, dove si assaggiano la polenta<br />

ai funghi, le pappardelle al cervo e la polenta<br />

gratinata ai formaggi, e cucina casereccia al Circolo<br />

Carpineta di Sambuca Pistoiese con tanta<br />

cacciagione. Per un soggiorno sull’Abetone, d’inverno<br />

per sciare e d’estate per godersi la natura,<br />

ci sono Villa Patrizia, a due passi dal centro storico<br />

di Cutigliano - con le sue 18 stanze immerse<br />

nel verde –, Villa Basilewsky, antica colonia d’inizio<br />

Novecento, casa di vacanza dei Vigili del Fuoco<br />

alla fine del secolo scorso, oggi elegante hotel<br />

con 21 tra camere e suite, e il Bed & Breakfast La<br />

Casa di Zeno - ricavato nella casa che Zeno Colò<br />

si costruì negli anni ’60 -, per chi ama la comodità<br />

di partire da casa con gli sci ai piedi. Per chi<br />

vuole portare con sé i sapori di quest’angolo di<br />

Toscana, ci sono l’azienda bio agrituristica I Taufi,<br />

dove comprare i prodotti bio, i formaggi, il burro<br />

e le carni dei capi allevati in azienda, e la bottega<br />

artigianale I Sapori del Lago Nero, nella quale<br />

perdersi fra le numerose goloserie. Fra queste, i<br />

classici cantucci toscani preparati nei modi più<br />

diversi, i frollini, anch’essi in svariate versioni, i canestrelli,<br />

i fagottini, i biscolatte, i fior di castagno,<br />

le gioie di riso e i “brutti ma buoni”.


TORNA AL<br />

SOMMARIO


Cinzia Meoni<br />

facebook.com/cinzia.meoni<br />

Luca Sartori<br />

twitter.com/LucaSartoriIT<br />

PHOTO CREDITS:<br />

Tonino Bernardelli,<br />

Vittoria Pagnano,<br />

Mauro Fazio


Alvito,<br />

un viaggio nel tempo<br />

Cinzia Meoni<br />

Frosinone, Lazio


Il tempo si è fermato ad Alvito, piccolo<br />

borgo medievale a cavallo tra Lazio e<br />

Abruzzo nel quale camminare in una storia<br />

secolare, respirare il fascino dei tempi passati<br />

e regalarsi giornate nella natura, senza<br />

dimenticare soste golose all’insegna delle<br />

tradizioni gastronomiche della Ciociaria. La<br />

conoscenza di Alvito parte dall’imponente<br />

fortezza che veglia sulla valle: affonda le<br />

sue radici nell’XI secolo ma è stata ricostruita<br />

nel XIV secolo per volere della famiglia<br />

Cantelmo, da cui risale l’appellativo di castello<br />

Cantelmo. Nelle belle giornate è un<br />

piacere salire a piedi alla rocca, a 475 metri<br />

circa di altezza, seguendo il viottolo lastricato<br />

con scorci sulle cime circostanti e sulla<br />

Valle del Comino. E poi, da qui, percorrere<br />

il giro delle mura, entrare nei cortili, esplorare<br />

i camminamenti e ammirare le torri di<br />

guardia, lasciando correre l’immaginazione<br />

alle vicende che hanno visto come protagonista<br />

questo lembo di terra che domina<br />

l’accesso a nord della Valle del Comino, una<br />

posizione strategica per l’Italia centrale.


Palazzi e leggende nere<br />

Secondo una leggenda, San Bernardino da Siena,<br />

preso a sassate dagli abitanti del borgo nel<br />

1443, predisse loro che non avrebbero mai portato<br />

niente a termine. Il piccolo borgo e i suoi edifici<br />

storici, veri e propri gioielli artistici custodi delle<br />

epoche passate, invece, dimostrano ogni giorno<br />

il contrario. È intrigante passeggiare fra gli stretti<br />

vicoli e le ripide scalinate di Alvito e ripercorrere<br />

le vicende che si sono succedute nel corso dei<br />

secoli in questo minuscolo borgo laziale per poi<br />

scoprirne, nei nomi dei palazzi nobiliari, i protagonisti.<br />

Merita una tappa il palazzo Ducale, voluto<br />

dal cardinale Tolomeo Gallio agli inizi del XVII<br />

secolo: è sede del teatro comunale - nell’ex teatrino<br />

di corte - e del municipio di Alvito, nel quale<br />

spiccano l’atrio monumentale, la scalinata d’onore,<br />

gli episodi della “Gerusalemme Liberata” presenti<br />

nella camera del duca e la sala del consiglio<br />

decorata con fregi e affreschi della scuola di Luca<br />

Giordano.


Un borgo, mille itinerari<br />

Al centro della Valle del Comino e immerso nel<br />

Parco Nazionale dell’Abruzzo, Alvito è punto<br />

di partenza ideale per esplorare il territorio. Da<br />

qui partono ben 110 chilometri di tracciati da<br />

percorrere in mountain bike, a cavallo, a piedi o,<br />

magari, con le ciaspole quando la neve copre i<br />

sentieri del parco e il ghiaccio cesella seducenti<br />

architetture tra i rami degli alberi. Si va dagli itinerari<br />

di montagna a quelli collinari fra le vigne<br />

del Cabernet Atina Doc, dalle passeggiate alla<br />

scoperta delle doline - in particolare della Fossa<br />

Maiura, una sorta di cono rovesciato e profondo<br />

cento metri - alle visite storico-artistiche fra le<br />

quali una che si snoda fra le 15 fontane del territorio.<br />

Lasciandosi guidare dai sensi, si scoprono<br />

il profumo delle erbe selvatiche di montagna, il<br />

gusto del pecorino Dop, del torrone inserito tra<br />

i Pat - prodotti agroalimentari tradizionali - e dei<br />

tartufi, mentre dalla rocca del borgo lo sguardo<br />

cattura il panorama e dai boschi circostanti arrivano<br />

i suoni degli animali selvatici. Ma è l’immaginazione,<br />

il sesto senso, quello che veste di suggestione<br />

ogni itinerario e rende Alvito un borgo<br />

speciale.


Fantasmi e tradizioni contadine<br />

A<br />

Cortignale e La Cappudine, antiche contrade<br />

nei dintorni di Alvito, la lancetta dell’orologio<br />

torna indietro nel tempo, lasciando intravvedere<br />

gli usi e i costumi dei secoli passati.<br />

Non sempre i casolari di questi antichi <strong>borghi</strong><br />

appaiono evidenti a uno sguardo superficiale.<br />

A volte occorre cercare con attenzione nella<br />

vegetazione, tra i cespugli e le siepi cresciuti<br />

nel corso degli anni per individuare mura, magazzini<br />

e locali adibiti alla spremitura delle olive<br />

o dell’uva. E ne vale la pena. I due <strong>borghi</strong><br />

fantasma regalano infatti la sensazione di un<br />

viaggio indietro nel tempo: lasciando “parlare”<br />

le antiche mura, emerge il racconto della vita<br />

quotidiana agro-pastorale che si è svolta, per<br />

secoli, nelle comunità rurali.


Le origini, tra sacro e profano<br />

Le origini di Alvito risalgono, probabilmente,<br />

a volsci e sanniti che hanno preceduto la “romanizzazione”<br />

dell’area del III secolo a.C. Ma è a<br />

partire dall’età di mezzo, intorno all’anno Mille,<br />

che il borgo inizia a crescere, su impulso dei monaci<br />

della vicina Montecassino, e a svilupparsi sui<br />

tre livelli tipici del modello della città-fortezza: in<br />

alto il borgo medievale raccolto intorno alla rocca<br />

e alle chiese di Santa Maria in Porta Coeli e di<br />

Santa Maria Assunta, quest’ultima custode al suo<br />

interno della cripta di San Rocco. A mezza costa<br />

ecco il Peschio, punteggiato da edifici nobiliari<br />

come Palazzo Panicali al Peschio con le sue torri<br />

colombaie e il portone d’ingresso incorniciato da<br />

un bugnato a punta di diamante e, infine, il borgo<br />

proteso fino a valle, impreziosito da edifici e chiese<br />

di epoca barocca. Con il trascorrere dei secoli il<br />

borgo, feudo del Regno di Napoli e coinvolto nel<br />

conflitto tra aragonesi e angioini, divenne prima<br />

contea con i signori d’Aquino e poi un ducato con<br />

i Gallio, casata a cui è attribuito il merito di avere<br />

estirpato il brigantaggio.


Dormire, gustare e comprare<br />

Luca Sartori<br />

Simbolo indiscusso dei sapori di Alvito è il torrone.<br />

In quest’angolo di Ciociaria lo si produceva<br />

già nel Settecento e oggi fa parte della prestigiosa<br />

lista dei PAT, Prodotti Agroalimentari Tradizionali.<br />

Dal 1850 l’Antica Pasticceria Di Tullio è simbolo<br />

dell’arte dolciaria locale e propone ai suoi clienti<br />

una vasta scelta di prodotti che vanno dal torrone<br />

classico - preparato con mandorle, miele, albume<br />

e zucchero - al torrone di pasta reale - con la pasta<br />

di mandorle -, dai mostaccioli - realizzati con<br />

marmellata, cacao, spezie, farina, zucchero e miele<br />

- al croccante torrone mandorlato, con mandorle<br />

e zucchero caramellato. Alvito è anche terra di<br />

vigne. Alla Cantina Cominium, situata nel vigneto<br />

e ricavata in un vecchio casale di metà Ottocento,<br />

si possono degustare e acquistare i vini rossi, rosé,<br />

bianchi e riserva ricavati dai vitigni DOC, il Cabernet<br />

Sauvignon, il Cabernet Franc e il Merlot, oltre<br />

agli altri prodotti dell’azienda, l’olio extravergine<br />

di oliva, la grappa e le confetture di vino. C’è anche<br />

il tartufo, sulla ricca tavola locale. Il ristorante<br />

Agria di via Santa Maria propone, fra le sue specialità,<br />

pasta fresca con funghi porcini e tartufo,<br />

selvaggina e carne alla brace, mentre all’Osteria<br />

Pizzeria dell’Orologio di via Roma si servono le<br />

pappardelle al cinghiale, il pollo ripieno e la trippa<br />

alla romana. A Posta Fibreno, borgo a due passi da<br />

Alvito, c’è l’Oasi dei Sapori, dove si servono i tonnarelli<br />

cacio e pepe, l’agnello e il filetto di maiale<br />

al cabernet. Punto di partenza ideale per esplorare<br />

il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo,<br />

Alvito è anche meta di soggiorno. All’agriturismo<br />

Tenuta del Daino, a due passi dal centro storico, è<br />

imperdibile la vista sulla Valle del Comino mentre<br />

ci si rilassa tra gli ulivi e i daini. All’elegante Relais<br />

Chalons d’Orange, fuori dall’abitato, con la bella<br />

piscina circondata dai monti, si può scegliere tra<br />

camere e suite.


Agriturismo “Cerere”<br />

Via Valle di Rio, 42<br />

Tel 0776 509110<br />

www.agriturismocerere.it<br />

Agriturismo “Fata Verde Orto e Locanda”<br />

Via Colle San Martino<br />

Tel 392 9366134<br />

FACEBOOK: Fataverde Orto e Locanda – Agriturismo<br />

Agriturismo “Il Lago nella Valle”<br />

Via Cappella della Volpe<br />

Tel 329 9616693<br />

Facebook: Oliviero Burdiat<br />

Agriturismo “Il Viale dei Ciliegi”<br />

Via S.Rocco Contrada Maiali<br />

Tel 340 1660233<br />

www.vialedeiciliegi.it<br />

Agriturismo “L’Arceto”<br />

Via Campo Piano<br />

Tel 0776 509<strong>01</strong>8<br />

Facebook<br />

Agriturismo “Tenuta del Daino”<br />

Via Fontanelle<br />

Tel 340 3783780<br />

www.tenutadeldaino.it<br />

Soc.Agr. “Cominium Benessere”<br />

Via Fontana Ufa<br />

Tel 335 6313419<br />

www.cominiumbenessere.it<br />

Hotel “Relais Chalon d’Orange”<br />

Via Colle Buono Serre di Conca<br />

Tel 342 7493526<br />

www.relaisorange.com<br />

Scarica la APP con le attività economiche<br />

di Alvito, i percorsi visita<br />

del centro abitato, i 100Km di<br />

itinerari in pianura collina e montagna,<br />

i punti di interesse storico<br />

architettonici, associazioni, ORDI-<br />

NANZE come autobus, raccolta differenziata<br />

e molto ancora.<br />

Agiturismo “Il Tiglio”<br />

via san nicola 42<br />

tel 347 6868211<br />

www.iltiglioalvito.it<br />

Riserva Naturale Lago<br />

di Posta Fibreno<br />

Progetto realizzato grazie al contributo della Regione Lazio.<br />

“Finanziamento a favore delle Reti di Impresa tra Attività Economiche su Strada DGR n. 94 del 15/03/2<strong>01</strong>6”<br />

Soggetto beneficiario: Comune di Alvito. Soggetto contraente: Rete VisitAlvito


N<br />

Rifugio<br />

Capo d’Acqua<br />

PESCASSEROLI<br />

La strada comincia a salire piano, dolce,<br />

verso la collina. Alvito non ha nulla di virtuale, non è<br />

un non luogo, quello che cerchi lo vedi, lo ascolti,<br />

lo tocchi e d’estate odora di magia. Alvito è<br />

il paese dei cinque sensi più uno. Il sesto è<br />

l’immaginazione. Su in alto c’è il castello Cantelmo<br />

e il borgo più antico, poi si scende giù di vicolo in vicolo,<br />

fino al centro rinascimentale con il palazzo Ducale dei<br />

Gallio. Sulla torre del castello, quella che guarda verso<br />

Montecassino, ci sono notti piene di stelle e qualche<br />

volta ti sembra di vederle cadere. Alvito era un ducato<br />

e le ricette sono diventate con il tempo un particolare<br />

meticciato di ceti sociali: tartufo, fagioli cannellini,<br />

pecorino, minestre di pane e verdure, torroni di pasta di<br />

mandorla ricoperti di cioccolato fondente, le strane “ossa<br />

di morto” e la ratafia di visciole.<br />

Alvito è il profumo dei platani la sera. È il centro di<br />

una valle antica, valle di Comino l’antica Comiunim(?)<br />

roccaforte dei Sanniti, il confine è segnato dalle cicatrici<br />

della linea Gustav, quella del fronte della seconda guerra<br />

mondiale. Qui oggi puoi camminare sulle tracce<br />

dell’orso o ascoltare di notte l’ululato dei lupi,<br />

su percorsi affascinanti da scalare in mountain bike<br />

o sulle arrampicate fino al monte Meta, dove all’alba,<br />

quando la luce è chiara, si possono vedere i due mari, il<br />

Tirreno e l’Adriatico: come un incantesimo, come<br />

una rivelazione improvvisa.<br />

PERCORSI<br />

VISIVI<br />

Una fitta rete di sentieri per esperti e appassionati.<br />

100 km di percorsi sterrati, tabellati e georeferenziati.<br />

A<strong>01</strong> Castello Cantelmo - Fossa Maiura<br />

A05 Villaggi Fantasma Cortignale e Cappudine<br />

A06 Fontana Lepore - Pratola<br />

A12 Alvito - Monte Morrone<br />

«Non hai mai visto notti così piene<br />

di stelle. Le conti sulla torre<br />

del castello e qualche volta d’estate<br />

ti sembra di vederle cadere.»<br />

IL TOCCO<br />

DELL’ARTE<br />

Percorsi storico-architettonici<br />

dall’età preromana al barocco.<br />

ALVITO<br />

Percorsi sensoriali fra natura, arte,<br />

cultura e gusto nel versante laziale<br />

ALVITO<br />

Un borgo sensoriale<br />

www.visitalvito.it<br />

A<strong>01</strong><br />

A05<br />

A06<br />

A12<br />

del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise<br />

e la Riserva Naturale Lago di Posta Fibreno<br />

Strada 666<br />

Rete VisitAlvito<br />

Piazza G. Marconi, 3 - 03041 Alvito (FR) - tel. 3892843090 - www.visitalvito.it<br />

Su prenotazione, i referenti delle associazioni<br />

saranno lieti di accompagnarvi sui percorsi del territorio tel. 3892843090<br />

P<strong>01</strong><br />

E1<br />

Riserva Naturale Lago<br />

di Posta Fibreno<br />

Progetto realizzato grazie al contributo della Regione Lazio<br />

“Finanziamento a favore delle Reti di Impresa tra Attività Economiche su Strada DGR n. 94 del 15/03/2<strong>01</strong>6”<br />

Soggetto beneficiario: Comune di Alvito. Soggetto contraente: Rete VisitAlvito<br />

I.P.<br />

100 KM DI SENTIERI GEOREFERENZIATI<br />

A cura di: Mauro Fazio, Vittorio Macioce, Maurizio Pagliara, Vittoria Pagnano, Silvia Placidi, Gianfranco Vano, Michele Viglietta<br />

Si ringraziano per i contributi: Francesca Fantozzi, Annino Pesce, Giovanni Pizzuti, Luciano Santoro<br />

Sentiero Italia<br />

FOSSA<br />

MAIURA<br />

A06<br />

A<strong>01</strong><br />

A05<br />

A06<br />

A06<br />

1<br />

VALLE<br />

DI RIO<br />

A03<br />

Strada 666<br />

A03<br />

2<br />

CAPPU-<br />

DINE<br />

TELUGNO<br />

A<strong>01</strong><br />

A03<br />

A04<br />

3<br />

A04<br />

A04<br />

MONTE<br />

TRANI<br />

A02<br />

Rifugio di<br />

Valle Lattara<br />

VALLE<br />

MASSIMA<br />

P A R C O<br />

MONTE<br />

TRANQUILLO<br />

N A Z I O N A L E D<br />

Sentiero Italia<br />

A02<br />

’ A B R U<br />

PIETRA<br />

VALENTE<br />

Z Z O L A<br />

Z I O E M O L I S E<br />

EvENti<br />

• Corri Alvito - 25 Aprile<br />

• Gara di Mountain Bike - Primavera<br />

• Ricorrenza martirio Giuseppe Testa -<br />

11 Maggio<br />

• Apertura nuovi sentieri su strade<br />

sterrate - fine giugno<br />

• Gara cani da Tartufo - Settembre<br />

• Festa del pane ammollo - Luglio<br />

• Festa della <strong>Montagna</strong> - Luglio<br />

• “Castellinaria” festival di teatro pop -<br />

dal 21 al 28 luglio<br />

• Pellegrinaggio a cavallo<br />

della festa della Madonna di Monte<br />

Tranquillo - ultimo fine settimana<br />

di luglio<br />

• Notte dei Cantastorie - 13 agosto<br />

• Sagra della pizza e mortadella -<br />

14 agosto<br />

• Festival delle Storie - Fine Agosto<br />

• Gara delle Carrozzelle<br />

cuscinetti a sfera - Settembre<br />

• Premio Letterario Val di Comino -<br />

Ottobre<br />

• Polentata al Castello - 1 Novembre<br />

• Tendazione - 22 Dicembre / 6 Gennaio<br />

ospitalità GENUiNa<br />

Bar, GastroNomia E ospitalità:<br />

• Agriturismo Cerere 0776509110<br />

• Agriturismo Fata Verde 3929366134<br />

• Agriturismo Il Lago nella Valle<br />

3299616693<br />

• Agriturismo Il Viale dei Ciliegi<br />

34<strong>01</strong>660233<br />

• Agriturismo L’Arceto 0776509<strong>01</strong>8<br />

• Agriturismo Tenuta del Daino<br />

3403783780<br />

• Antica Pasticceria Di Tulio 0776510841<br />

• Bar Alice 3441157950<br />

• Bar Chalet dei Platani 0776510<strong>01</strong>4<br />

• Bar Chalet Mi Rancho 3337141638<br />

• Bar Pasticceria Macioce 0776510617<br />

• Bar Pizzeria le Fontanelle 0776510855<br />

• Bar Pub La Baita 3495311906<br />

• Osteria Pizzeria dell’Orologio<br />

0776510445<br />

• Ristorante Agria 0776510038<br />

• Ristorante Il Covo dei Briganti<br />

3339482559<br />

• Ristorante Sale & Pepe 0776510254<br />

• Soc.Agr. Cominuim Benessere<br />

3356313419<br />

aziENdE aGricolE:<br />

• Agrifazio - Erbe Officinali e cosmesi<br />

nat. 3341<strong>01</strong>4800<br />

• Antica Ciociaria -Tartufi 3498159234<br />

• Cantina Cominium - Vini 0776510683<br />

• Fantozzi Santina - Cereali 3498207060<br />

• Fazio Mauro - Zafferano 3299438711<br />

• Frantoio Tata - Olio 0776509070<br />

• La Fattoria della Conca - Allevamento<br />

3472452459<br />

• Petra Potens - Vini 3923129358<br />

alimENtari E carNi:<br />

• Erregi 3475902765<br />

• Fratelli Fantozzi 0776510037<br />

• Forno Artigianale da Lucia 3471919937<br />

• La Frutteria 0776 510439<br />

• Macelleria Gentile 077651<strong>01</strong>81<br />

• Panificio Capoccia 0776510584<br />

• Verde Market 0776513808<br />

commErcio:<br />

• Bubbles - Intimo e art. regalo<br />

3478583791<br />

• Capoccia Erminio &C - Attrezzature<br />

agricole 0776510383<br />

• Capoccia Erminio srl - Autovetture<br />

0776510383<br />

• Cose di casa - Casalinghi, ferramenta<br />

0776510004<br />

• DI.E.C.I. snc - Informatica 0776510866<br />

• Edilceramiche Tata - Ferramenta<br />

077651<strong>01</strong>64<br />

• Fiori e Foglie - Fiori e addobbi<br />

3479876106<br />

• Firminio srl - Pelletteria 07761934055<br />

• Italingrosso civ 95 - Bevande ingrosso e<br />

minuto 0776510222<br />

• Sesil - Gioielleria 3318732697<br />

• Smoke Shop - Tabacchi, art.regali, lotto<br />

0776510253<br />

cUra dElla pErsoNa:<br />

• Anna Del Bove - Estetista 3403622684<br />

• De Carolis Pierina - Parrucchiera<br />

3687313674<br />

• Del Bove Giuseppina - Parrucchiera<br />

3470361265<br />

• Lady Selvaggia - Parrucchiera, pedicure<br />

3489243878<br />

• Fairy Nails - Estetista 3497133599<br />

• Immagine - Estetista 0776510584<br />

• Farmacia Giordano - 077651<strong>01</strong>38<br />

• Profilo Uomo Donna - Parrucchiera<br />

3476444656<br />

A11 Alvito - Valle Romana - Castello Cantelmo<br />

«Te ne vai lungo i confini stretti dei vicoli,<br />

soppesando gli incroci. Giochi a pari<br />

o dispari con le pietre, le accarezzi<br />

e poi scegli: e qui la salita, là il passato.»<br />

I SUONI<br />

DELL’ANIMA<br />

Le campane, il silenzio, la musica.<br />

A07 Castello Cantelmo - Campo Piano - Fossa Maiura<br />

5 Chiesa S. Maria Assunta<br />

A24 - A25<br />

A11<br />

A07<br />

A1 RM-NA<br />

SORA<br />

E1<br />

E1<br />

RISERVA NATURALE LAGO DI POSTA FIBRENO<br />

6 Castello Cantelmo<br />

1 2 3 4 5 6 7<br />

8<br />

1 2 3 4 5 6 7<br />

8<br />

11 10 9 8 7 6 5 4 3 2<br />

1<br />

7 6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

SP 94<br />

A12<br />

A<strong>01</strong><br />

7 Fontana dei monaci<br />

Alvito<br />

E1<br />

A07<br />

CORTI-<br />

GNALE<br />

A05<br />

MACCHIA-<br />

LONGA<br />

A07<br />

9<br />

7<br />

E1 8<br />

18<br />

A11<br />

10<br />

A12<br />

A11 A10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

PESCHIO<br />

Via Stradone<br />

A11<br />

S.<br />

ONOFRIO<br />

A<strong>01</strong><br />

CASTELLO<br />

ALVITO<br />

CENTRO<br />

URBANO<br />

6<br />

LA<br />

CONCA<br />

5<br />

16<br />

A<strong>01</strong><br />

A02<br />

A03<br />

A04<br />

A10<br />

A04<br />

A03<br />

A02<br />

A<strong>01</strong><br />

COLLE<br />

ARCETO<br />

COLLE<br />

BUONO<br />

17<br />

A08<br />

A10<br />

E1<br />

4<br />

S.<br />

MARIA<br />

DEL<br />

CAMPO<br />

MOLITO<br />

A10<br />

SP 94<br />

E1<br />

SAN DONATO<br />

VAL DI COMINO<br />

1 Chiesa San Simeone Profeta<br />

1 Porta Iacobelli<br />

8 Chiesa di San Rocco<br />

A08<br />

A09<br />

A09<br />

1 Cappella San Biagio<br />

«Il vento finalmente è arrivato.<br />

Sono le dieci e cinquantadue<br />

del mattino. Lo indica l’orologio<br />

del campanile. Nessuno ha più paura<br />

di invecchiare.»<br />

7 Palazzo Gallio<br />

IL RESPIRO<br />

DELLA NATURA<br />

Percorsi di aria, natura e profumi di bosco.<br />

ATINA<br />

CASSINO<br />

A08<br />

Strada 627<br />

A02 Pietra Velente<br />

A03 Rifugio Capo D’acqua<br />

A04 Rifugio Valle Lattara<br />

Percorso Chiese “dentro le mura”<br />

1 Chiesa di San Simeone profeta<br />

(sec. XVI)<br />

«La pioggia di autunno cade sull’antica<br />

foresta al confine del paese e ti porta<br />

da un futuro remoto l’odore della terra.»<br />

2 Lavatoio (sec. XX) e Porta Mercato<br />

Vecchio (sec. XIV)<br />

3 Chiesa di Santa Teresa (sec. XVIII)<br />

4 Chiesa dell’Annunziata, poi del<br />

SS.mo Crocifisso (sec. XVI)<br />

5 Chiesa di Santa Maria dell’Unione<br />

(Chiesa Nuova) sec. XVII<br />

6 Chiesa di Santa Croce (sec. XIV)<br />

7 Chiesa della SS.ma Trinità (sec. XI)<br />

Percorso “fuori le mura”<br />

1 Cappella di San Biagio<br />

(sec. XVII)<br />

2 Chiesa di San Giovanni Ev.<br />

(sec. XVI)<br />

3 Via Elvino – Palazzo Elvino<br />

(sec. XVI)<br />

4 Chiesa di Santa Maria a’ piè le case<br />

(sec. XVIII)<br />

5 Chiesa di San Nicola (sec. XVIII)<br />

6 Fontana sotto S. Nicola (sec. XVI)<br />

7 Fontana dei monaci (sec. XI)<br />

8 Chiesa di San Rocco (sec. XVI)<br />

A02<br />

A03<br />

A04<br />

IL GUSTO<br />

DELLE COSE<br />

Percorso enogastronomico fra torroni,<br />

tartufi, miele, formaggi e vini.<br />

A08 Colli della Valle<br />

A09 Via delle Vigne<br />

A10 La Solfatara - Riomolle - Solfatara<br />

Percorso Palazzi storici*<br />

«Le visciole quando la primavera si apre:<br />

vermiglie, selvatiche e un po’ pazze.<br />

Come la prima ragazza che ti ha fatto<br />

innamorare.»<br />

1 Porta Iacobelli (sec. XVIII)<br />

2 Monastero delle Teresiane (sec. XVIII)<br />

3 Palazzo Graziani (sec. XIX)<br />

4 Palazzo Sipari (sec. XIX)<br />

5 Campanile (sec. XVI) della Chiesa di<br />

S. Simeone Profeta su preesistente<br />

torrione delle mura (sec. XIV)<br />

6 Sede del Parlamento (sec. XVII notizie)<br />

7 Palazzo Gallio (sec. XVII)<br />

8 S. Giovanni Battista sec. XI, Chiesa<br />

di S. Maria della Pietà (sec.XVIII)<br />

9 Palazzo Castrucci (sec. XIX)<br />

10 Palazzo Lanza (sec. XIX)<br />

11 Palazzo Buccilli (sec. XIX)<br />

Percorso Trekking<br />

1 Cappella di S. Biagio (sec. XVII)<br />

2 Sentiero Valle Romana<br />

3 Cappella Madonna del Perpetuo<br />

Soccorso (sec. XIX)<br />

4 Chiesa di S. Maria Porta Coeli<br />

(sec. XVIII)<br />

5 Chiesa di S. Maria Assunta<br />

(sec. XVIII)<br />

6 Castello Cantelmo (sec. XIV)<br />

7 Lavatoio del Castello (sec. XX)<br />

8 Dolina carsica “Fossa Maiura”-<br />

Cortignale-Cappudine<br />

*percorso per persone con diverse<br />

abilità motorie<br />

A08 A09 A10<br />

Sentieri percorribili con K-Bike su prenotazione<br />

per persone con diverse abilità motorie<br />

A<strong>01</strong> Castello Cantelmo - Fossa Maiura<br />

Collinare - KM 20 (circuito) - Escursionistico<br />

A02 Pietra Velente<br />

Montano - KM A/R 26 - Escursionistico<br />

Impegnativo<br />

A03 Rifugio Capo D’acqua<br />

Pedemontano - KM A/R 24 - Escursionistico<br />

A04 Rifugio Valle Lattara<br />

Montano - KM A/R 26 - Escursionistico<br />

Impegnativo<br />

A05 Villaggi Fantasma Cortignale e Cappudine<br />

Collinare - KM 10 (circuito) - Turistico<br />

A06 Fontana Lepore - Pratola<br />

Collinare - KM A/R 10 - Turistico<br />

A07 Castello Cantelmo - Campo Piano - Fossa<br />

Maiura<br />

Collinare - KM A/R 8 - Turistico<br />

A08 Colli della Valle<br />

Valligiano - KM 14 (circuito) - Escursionistico<br />

A09 Via delle Vigne<br />

Valligiano - KM A/R 5 - Turistico<br />

A10 Rio Molle - Solfatara<br />

Valligiano - KM A/R 20 - Escursionistico<br />

A11 Alvito - Valle Romana - Castello Cantelmo<br />

Collinare - KM 8 (circuito) - Escursionistico<br />

A12 Alvito - Monte Morrone<br />

Collinare - KM A/R 12 - Escursionistico<br />

SCARICA<br />

LA BROCHURE<br />

A1 RM-NA<br />

P<strong>01</strong> Posta Fibreno - Fossa Maiura<br />

Collinare - KM A/R 12 - Turistico<br />

E1 Sentiero Europa - Capo Nord (Norvegia) -<br />

Capo Passero (Sicilia- Italia)<br />

Sentiero Italia - Tappa C003<br />

Raccordi percorsi<br />

Strade<br />

Punto di ritrovo<br />

Fontane<br />

Rifugi<br />

Contrade<br />

Paese abbandonato<br />

Dolina carsica<br />

Solfatara<br />

Aviosuperficie fondo erba<br />

Parapendio<br />

Deltaplano<br />

Punto panoramico<br />

Mura poligonali<br />

1 Fontana Lepore<br />

2 Fontana Rosa<br />

3 Fontana Ufa<br />

4 Fontanella dei Monti<br />

5 Fontana Pescopane<br />

6 Fontana Le Fontanelle<br />

7 Fontana Nuova<br />

8 Lavatoio Porta Mercato<br />

Vecchio<br />

9 Fontana e Lavatoio<br />

del Castello<br />

10 Fontana degli Zingari<br />

11 Fontana Dei Monaci<br />

12 Fontana Maiali<br />

13 Fontana Sotto San Nicola<br />

14 Fontana Colle Buono<br />

15 Fontana La Sala<br />

16 Fontana La Conca<br />

17 Fontana Lottola<br />

18 Fontana Vitola<br />

Visitalvito Ufficio Turistico<br />

CORSO GALLIO, 34 - 03041 ALVITO (FR) • TEL +39 389 2843090<br />

www.visitalvito.it • info@visitalvito.it • Pagina Facebook: Rete Visitalvito


Alvito<br />

COMUNE DI ALVITO<br />

ROMA<br />

Frosinone<br />

Frosinone, Lazio<br />

Abitanti: 2668<br />

Altitudine: 475 m s.l.m.<br />

Superficie: 51,72 km²<br />

Santo Patrono:<br />

San Valerio - ven. - sab dopo la pentecoste<br />

SCOPRI


TORNA AL<br />

SOMMARIO


Leopoli:<br />

natura, <strong>borghi</strong> e tradizioni


Oltreconfine: Ucraina<br />

A cura della “Gestione del turismo e resort di Leopoli,<br />

amministrazione regionale dello stato”<br />

loda.gov.ua/upravlinnya_turyzmu_ta_kurortiv


Siamo in Ucraina, nella regione di Leopoli,<br />

terra di spettacolari scenari naturali, cultura<br />

e tradizioni storiche. Leopoli è una città<br />

antica – sotto l’egida dell’Unesco - e, nei suoi<br />

dintorni, sono numerosi i pittoreschi <strong>borghi</strong><br />

nei quali sono conservate le antiche usanze<br />

della Galizia. Ed è proprio in quest’area che<br />

svettano i Carpazi, un vero e proprio paradiso<br />

per gli amanti della montagna. Da scoprire<br />

è innanzitutto il Parco Nazionale “Skolevski<br />

Beskydy”, area protetta di oltre 35mila ettari<br />

nei Carpazi orientali, che presenta numerosi<br />

punti di interesse. A iniziare dal borgo di Maidan,<br />

nel distretto di Drohobych, seguito dalla<br />

foresta di Maydan, nella quale ci sono 33<br />

bisonti che vivono in condizioni “selvagge”.<br />

La vetta più alta del parco è Paraska - 1.268<br />

metri d’altitudine -, e da questa montagna<br />

si può spaziare con lo sguardo su tutti i Carpazi.<br />

Curiosa è la cascata Gurkalo, divisa da<br />

una sporgenza rocciosa in due flussi e con<br />

un’altezza di caduta dell’acqua di ben 5 metri.<br />

Da conoscere è anche la riserva storica e<br />

culturale di stato “Tustan”, nel borgo omonimo,<br />

che custodisce la vecchia città-fortezza<br />

di Tustan - medievale -, antico complesso di<br />

difesa rocciosa, i cui resti si trovano proprio<br />

nel cuore dei Carpazi.


Oltreconfine: Ucraina


Leopoli a tutta fede<br />

Per chi fosse interessato alla vita spirituale<br />

della regione, ci sono innumerevoli testimonianze<br />

d’arte e di fede, attestate da caratteristiche<br />

chiese in legno. Questi santuari intrecciano<br />

elementi ecclesiastico-ortodossi con<br />

elementi della tradizione locale e sono costruiti<br />

su tre livelli e sormontati da cupole perlopiù<br />

ottagonali. Luoghi di culto nei quali spiccano<br />

torri e campanili, tappeti colorati e numerosissime<br />

decorazioni interne policrome - perfettamente<br />

elaborate -, che illustrano una molteplicità<br />

di riferimenti simbolici e sacri relativi alle<br />

tradizioni dei luoghi. Ai piedi del villaggio carpatico<br />

di Rozgirche, immerso in una foresta di<br />

abeti, merita una visita il monastero Pecherny,<br />

un complesso roccioso unico nel suo genere,<br />

che affonda le sue origini nei secoli VIII-VII a.C.<br />

Imperdibile, in questo territorio, è la novecentesca<br />

chiesa degli Apostoli Pietro e Paolo: progettata<br />

dal famoso architetto galiziano Vasily<br />

Nagorny, è considerata uno dei più bei templi<br />

in pietra nella regione dei Carpazi.


Oltreconfine: Ucraina


Oltreconfine: Ucraina


Oltreconfine: Ucraina<br />

Slavske e Volosyanka, <strong>borghi</strong> da non perdere<br />

I<br />

<strong>borghi</strong> di Slavske e Volosyanka, nella regione<br />

di Leopoli, si distinguono per la frizzante aria di<br />

montagna, le cime elevate e la squisita cucina dei<br />

Carpazi: l’ideale per un viaggio di conoscenza ma<br />

anche di relax e di piacevolezze tra un itinerario<br />

e l’altro. Il villaggio di Slavske si trova nella soleggiata<br />

e pittoresca valle del fiume Resistance ed è<br />

la meta ideale per gli appassionati di sport invernali:<br />

si tratta, infatti, di uno dei più grandi centri<br />

sciistici dell’Ucraina con infrastrutture e attività<br />

ricreative per tutti i gusti e le età. Da conoscere è<br />

anche Volosyanka, un borgo nel distretto di Skole,<br />

situato nella valle dei fiumi Slavka e Yalinkuvaya,<br />

otto chilometri a sud di Slavske. Volosyanka<br />

è famoso per la sua cucina dalle tradizioni antiche:<br />

zuppa di funghi, banosh “dei Carpazi”, cavolo<br />

ripieno con gnocchi, trote, salsicce arrosto e<br />

kebab, sottaceti fatti in casa, tè dei Carpazi - con<br />

le deliziose erbe locali - e, infine, le marmellate di<br />

frutti di bosco.


Oltreconfine: Ucraina


Oltreconfine: Ucraina<br />

Agriturismi nei Carpazi<br />

Vale la pena visitare le fattorie e gli agriturismi<br />

del territorio che producono prodotti genuini<br />

e home made come il pane azzimo con farina di<br />

grano, il formaggio “caustica”, l’huslyanku, - formaggio<br />

di capra -, il tè dei Carpazi, miele e molto altro<br />

ancora! Di seguito, ora, alcuni indirizzi utili, come<br />

la farm “Eco-Gazda”, azienda che produce e commercializza<br />

una gamma di formaggi freschi quali<br />

il Suluguni – formaggio semiduro -, la mozzarella<br />

e l’husnyanskyy, una sorta di ricotta. Nell’agriturismo<br />

“Komarnicki”, via libera a gustose degustazioni<br />

di prodotti autentici e fatti in casa, per esempio<br />

il pane azzimo di farina di grano, il formaggio<br />

“caustica” e l’huslyanku. Imperdibile è il formaggio<br />

“Boyko”, prodotto tipico dell’area da oltre cent’anni.<br />

Attività interessanti per il tempo libero sono i<br />

laboratori di ceramica - Cottages “4Sezony” -, la forgiatura<br />

dei metalli - guest house “Forge Estate” -,<br />

seguiti da tessitura e ricamo, abilità manuali tipiche<br />

della regione.


Oltreconfine: Ucraina


Skhidnytsya, a tutta montagna<br />

Skhidnytsia è un borgo di montagna di straordinaria<br />

bellezza, con foreste di conifere e sterminati<br />

prati alpestri. Complessi turistici di standard<br />

europei, alberghi e ville sono disseminati sul<br />

suo territorio, ricco di aria salubre e fonti di salute.<br />

Il più grande tesoro di questa zona, infatti, sono<br />

le acque minerali. In totale, ci sono 38 fonti e 17<br />

pozzi nel territorio di Skhidnytsia: le proprietà<br />

curative di queste acque sono note da tempo e<br />

rappresentano un’opportunità per riequilibrare la<br />

propria forma fisica. Nel contesto di attività amene,<br />

infine, si segnalano corsi di perfezionamento<br />

in ceramica - cottage “4sezona” -, dell’arte del ferro<br />

- “Kovalskaya manor” -, della tessitura e del cucito.<br />

Una full immersion nell’artigianato, uno degli innumerevoli<br />

volti di questa eclettica destinazione.


Oltreconfine: Ucraina


TORNA AL<br />

SOMMARIO


Oltreconfine: Ucraina


SCOPRI<br />

Borghi<br />

al centro<br />

della scena<br />

a Bit 2<strong>01</strong>9<br />

Dal nord al sud, dalle cittadine<br />

d’arte ai villaggi di montagna<br />

ai tour enogastronomici,<br />

a Bit 2<strong>01</strong>9 i <strong>borghi</strong> sono la risposta<br />

alla domanda di turismo<br />

esperienziale


TORNA AL<br />

SOMMARIO<br />

Borghi al centro della scena a Bit 2<strong>01</strong>9<br />

Se il viaggio oggi non è più vacanza ma esperienza<br />

e se i viaggiatori, specie stranieri, sono<br />

alla ricerca della esperienza autentica del buon vivere<br />

italiano, la risposta sono i <strong>borghi</strong> di charme,<br />

che non a caso sono protagonisti a Bit 2<strong>01</strong>9, a Fieramilanocity<br />

dal 10 al 12 febbraio 2<strong>01</strong>9.<br />

Quali le proposte per chi non vuole allontanarsi<br />

troppo da casa, ma cerca qualcosa di davvero diverso<br />

dal solito? La rete delle Pro Loco aderenti<br />

a UNPLI Lombardia offre la possibilità di visitare<br />

una serie di piccoli <strong>borghi</strong> lontani dal turismo di<br />

massa, ma non per questo meno affascinanti. È il<br />

caso di Bossico, in provincia di Bergamo, villaggio<br />

di montagna orobico dal quale si può ammirare<br />

un panorama unico sull’Alto Lago d’Iseo, o Idro in<br />

provincia di Brescia dove il fiume Chiese forma un<br />

piccolo delizioso lago, o ancora di Sabbioneta con<br />

le sue meravigliose architetture rinascimentali.<br />

Sull’onda del continuo successo dei tour enogastronomici,<br />

un must specie per le vacanze di coppia<br />

di quest’inverno sono gli agriturismi: se ne<br />

trovano in tutte le regioni italiane e ormai offrono


SCOPRI<br />

sempre più anche esperienze di vacanza molto<br />

più ampie dell’agriturismo classico. Dall’esperienza<br />

di una vera masseria pugliese a Torre di Nebbia<br />

di Corato in Puglia, al Dolcetna nel Parco dell’Etna,<br />

presso Catania in Sicilia, che completa l’offerta<br />

enogastronomica con viste mozzafiato sul mare<br />

e il vulcano. Ma si può anche optare per una vacanza<br />

attiva, per esempio a Casa Wallace e Casa<br />

Margherita nel Basso Monferrato, dove è possibile<br />

fare trekking, andare a cavallo o partecipare ai<br />

lavori nelle vigne e negli orti (tutti rigorosamente<br />

biodinamici) in un ambiente improntato all’eco-sostenibilità.<br />

E i <strong>borghi</strong> ideali per il city break di stagione? Il<br />

must quest’anno è puntare sulle cittadine d’arte<br />

di regioni come il Veneto, magari alternative come<br />

Cittadella, oppure la Toscana etrusca con Volterra<br />

e le sue meravigliose valli circostanti Valdicecina e<br />

Valdera.<br />

Con questa edizione Bit 2<strong>01</strong>9 si rafforza come il<br />

più importante marketplace per la promozione<br />

del prodotto Italia nel mondo con la presenza di<br />

pressoché tutte le regioni, in particolare: Abruzzo,<br />

Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia<br />

Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche,<br />

Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto.<br />

Dall’Italia presenti anche consorzi, autorità del<br />

turismo e convention bureau da numerose località<br />

come Agrigento, Cittadella, La Maddalena, Lago<br />

di Como, Riva del Garda, Termoli, Volterra-Valdicecina-Valdera,<br />

Costa Rossa Sardegna, Consorzio<br />

Regionale Città d’Arte del Veneto.<br />

Prevista infine una intensa attività informativa e<br />

formativa, con oltre 90 eventi in programma.<br />

Borghi al centro della scena a Bit 2<strong>01</strong>9


Luciana Francesca Rebonato<br />

facebook.com/lfrancesca.rebonato<br />

VACANZE<br />

Fuori Posto<br />

Liguria,<br />

i <strong>borghi</strong><br />

di Nettuno<br />

Come mai la Liguria, in questo numero<br />

di e-<strong>borghi</strong> <strong>travel</strong> dedicato alla montagna?<br />

Perché le sue seduzioni salmastre<br />

fanno da contrafforte agli articoli incentrati<br />

sull’intrigo silvestre: sono le “vacanze<br />

fuori posto”, l’alter ego di vette e crinali,<br />

un compendio di spunti e idee anche su<br />

onde e fondali. Ed ecco la Liguria, un arco<br />

punteggiato da <strong>borghi</strong> ancorati alla terra<br />

ma proiettati sul mare e con le due estremità<br />

a oriente e a occidente che si fronteggiano,<br />

quasi volessero assurgersi a polene<br />

di una nave.


È<br />

la patria dei caruggi, la Liguria, un<br />

susseguirsi di negozietti traboccanti<br />

artigianato locale, panifici che sfornano<br />

focaccine fumanti, drogherie nelle quali<br />

si tosta ancora il caffè, bevanda-eredità<br />

dell’illustre antenato, Cristoforo Colombo.<br />

Da Genova il sipario si apre sul levante<br />

ligure, che riassume coste rocciose e<br />

sabbiose, baie e calanchi, calette deserte<br />

e insenature lusingate dal mare. Partendo<br />

da Genova il primo pit stop è Camogli,<br />

borgo ligure per antonomasia, sviluppato<br />

in altezza con un gomitolo di vicoli,<br />

scalinate e abitazioni con il loro pentagramma<br />

cromatico allineato al profilo<br />

della costa.<br />

Liguria, i <strong>borghi</strong> di Nettuno<br />

VACANZE FUORI POSTO


VACANZE FUORI POSTO<br />

Liguria, i <strong>borghi</strong> di Nettuno


Liguria, i <strong>borghi</strong> di Nettuno<br />

Dal molo di Camogli in ogni stagione<br />

si può salpare per seguire dalla barca<br />

il disegno della costa tra Punta Chiappa<br />

e San Fruttuoso: coreografie di scogli,<br />

rocce e arabeschi di coralli infiammati dal<br />

sole. Destinazione dal fascino “abissale”, la<br />

Liguria: sul fondale della baia di San Fruttuoso<br />

e per volontà dei subacquei genovesi,<br />

c’è il Cristo degli Abissi, la statua<br />

bronzea che dagli anni Cinquanta è a protezione<br />

di tutti i naviganti e i lupi di mare.<br />

Nel Golfo Paradiso la protagonista è lei,<br />

Portofino, con la sua “piazzetta” affacciata<br />

sul porticciolo e il castello di San Giorgio<br />

arroccato sul promontorio. Oltrepassata<br />

la piccola baia di Paraggi, si arriva alla signorile<br />

Santa Margherita Ligure, mentre<br />

a pochi chilometri si raggiunge Rapallo<br />

VACANZE FUORI POSTO<br />

con il suo “ponte di Annibale”, in pietra e<br />

ad arcata unica. Si prosegue per Sestri Levante,<br />

il cui istmo regala due scorci intriganti<br />

e altrettante denominazioni: una è<br />

la “Baia delle favole”, toponimo coniato da<br />

Hans Christian Andersen che qui soggiornò<br />

nel 1833, l’altra è la “Baia del silenzio”.<br />

Nell’estrema propaggine orientale ligure<br />

è in scena l’Unesco con le Cinque Terre:<br />

Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola<br />

e Riomaggiore, <strong>borghi</strong> marinari in successione<br />

costellati da calette, speroni di<br />

roccia e promontori a picco sulle acque.<br />

Infine, il golfo della Spezia, sulle cui sponde<br />

opposte si stagliano Portovenere e Lerici,<br />

antichi <strong>borghi</strong>-fortezza eternamente<br />

riflessi l’uno nell’altro nello specchio di un<br />

mare che li unisce da millenni.


VACANZE FUORI POSTO<br />

Liguria, i <strong>borghi</strong> di Nettuno


Liguria, i <strong>borghi</strong> di Nettuno<br />

VACANZE FUORI POSTO


VACANZE FUORI POSTO<br />

Liguria, i <strong>borghi</strong> di Nettuno


Liguria, i <strong>borghi</strong> di Nettuno<br />

VACANZE FUORI POSTO


Da Genova si vira verso la costa occidentale<br />

e si arriva a Varazze, protagonista<br />

di una secolare tradizione<br />

cantieristica navale, con torri e tratti di<br />

un’antica cinta muraria - risalenti al secolo<br />

XII e XIV – erette a difesa dei saraceni<br />

provenienti dal mare. Poi, dopo Albissola<br />

Marina e la sua indole artistica<br />

incentrata sulla ceramica, ecco Spotorno<br />

e Noli: così vicine, così diverse. La prima<br />

più incline al vociare mondano della<br />

cronaca, la seconda silenziosa depositaria<br />

della storia, uno fra i <strong>borghi</strong> medievali<br />

meglio conservati in Liguria. Ancora<br />

echi del passato da assaporare a Loano,<br />

con le abitazioni allineate sul mare<br />

e poi Albenga, scrigno di arte antica nel<br />

VACANZE FUORI POSTO<br />

centro storico e infine Alassio con il suo<br />

“muretto”, famoso dagli anni Sessanta,<br />

gettonato per gli autografi – riprodotti<br />

in ceramica – di personaggi del mondo<br />

dell’arte, della cultura e dello spettacolo.<br />

Procedendo verso occidente si arriva a<br />

Sanremo, con rocche e porte medievali<br />

nella Pigna, il volto del centro storico,<br />

così chiamato per la sua insolita conformazione.<br />

Quando la sabbia della costa<br />

ligure sta per stemperarsi in territorio<br />

francese, infine, si giunge a Bordighera,<br />

il cui cuore più antico si presenta come<br />

un borgo fortificato a forma di pentagono<br />

irregolare nel quale pulsano al ritmo<br />

del presente suggestioni botaniche, archeologiche<br />

e culturali.<br />

Liguria, i <strong>borghi</strong> di Nettuno


Liguria, i <strong>borghi</strong> di Nettuno<br />

VACANZE FUORI POSTO


TORNA AL<br />

SOMMARIO<br />

VACANZE FUORI POSTO<br />

Liguria, i <strong>borghi</strong> di Nettuno


AssoBirra<br />

dal 1907 racconta<br />

l’eccellenza<br />

della birra in Italia


Barbara Roncarolo<br />

twitter.com/barbaronk<br />

Sapori in quota,<br />

dal nord al sud


Sapori in quota, dal nord al sud<br />

Talvolta ce la dimentichiamo, la montagna,<br />

noi che non ci abitiamo. Noi che<br />

però amiamo il cibo buono e sano. Puro,<br />

come si dice dell’aria, quella di montagna,<br />

certo. Iniziamo il nostro viaggio gastronomico<br />

fra i suoi frutti, partendo da quelli<br />

intesi nel senso più stretto del termine:<br />

piccoli e rossi, che abbelliscono ricette e<br />

pelle di chi li gusta, poiché sono così ricchi<br />

di antociani, gli “anti-age” della nutrizione.<br />

Mirtilli e more selvatiche, e poi lamponi e<br />

fragole coltivati ad alta quota. Per adornare<br />

quelle cattedrali dolci che solo le pasticcerie<br />

tirolesi sanno costruire, oppure<br />

entrare in ricette contemporanee come il<br />

gelato al lampone con rosmarino, panna<br />

acida e olio di semi di zucca inventato dal<br />

giovane chef Philipp Fallmerayer, patron<br />

di Brix 0.1 a Bressanone, un foodpark cittadino,<br />

cosmopolita e di montagna. E le<br />

fragole? Da assaggiare quelle che crescono<br />

nell’incontaminato silenzio alpino, per<br />

esempio in Val Martello, laterale della Val<br />

Venosta, in provincia di Bolzano. Per chi<br />

ha pazienza di aspettare la bella stagione,<br />

a Martello, paese-cuore del Parco Nazionale<br />

dello Stelvio, a giugno si celebra la<br />

Festa delle Fragole, coltivate a 1.800 metri<br />

d’altezza, con la torta gigante e i canederli<br />

di fragola. Le aziende in zona esibiscono<br />

il marchio di “Qualità Alto Adige” per<br />

ogni prodotto, dai formaggi agli speck<br />

alle grappe. Le fragole più alte d’Europa<br />

sono però quelle di Giorgio Elter, dell’azienda<br />

La Motte, 4 ettari di campi immersi<br />

nel Parco Nazionale del Gran Paradiso in<br />

Val D’Aosta: “In loro senti la freschezza del<br />

gelo della notte e la dolcezza del sole di<br />

montagna”, dice lui. Se siete in zona Courmayeur,<br />

passate a comprare una genziana<br />

o una stella alpina dai Vivai Valdostani<br />

Piante Alpine: Flavio Gamerro da trent’anni<br />

si dedica a raccogliere semi di piante<br />

selvatiche per farle riprodurre in cattività.<br />

Avrete l’opportunità di imprimere un tocco<br />

alpino alle vostre ricette a casa.


Sapori in quota, dal nord al sud


Sapori in quota, dal nord al sud


Decisi e saporiti<br />

Ma torniamo un attimo in Trentino-Alto<br />

Adige, per parlare della farina<br />

gialla di Storo, prodotto unico per<br />

fare le “polente di montagna”, corpose<br />

ma molto digeribili. Come la carbonera<br />

- con la salsiccia sgranata -, oppure<br />

la Macafana - con la cicoria - o ancora la<br />

concia, con il formaggio. È grano Marano,<br />

dai chicchi che tendono al rosso,<br />

poi asciugato dai venti secchi di montagna<br />

e macinato nel mulino di Storo, in<br />

provincia di Trento. Su formaggi e latti<br />

d’alpeggio e di montagna ci sarebbe da<br />

scrivere libri, in Italia. Abbiamo scelto<br />

di parlarvi del caprino della Carnia, una<br />

regione ricca di “alte” proposte casearie,<br />

che viene da capre selezionate, come la<br />

Camosciata, alimentate al pascolo libero<br />

in aree pedemontane e montane della<br />

provincia di Udine. Crosta consistente,<br />

pasta bianca friabile, si abbinerebbe<br />

squisitamente anche al pane di farina di<br />

castagne dell’appennino tosco-emiliano.<br />

E anche – soprattutto nella versione<br />

più stagionata - al miele di rododendro.<br />

Insieme al millefiori di montagna e alla<br />

melata di abete, è uno dei tre mieli d’alta<br />

montagna presidio Slow Food. È il più<br />

raro e raffinato, bianchissimo e gentile.<br />

Uno per tutti: quello di Brezzo, raccolto<br />

nell’Alta Valle Maira, nel Cuneese. Con<br />

tutto questo cibo, c’è bisogno di festeggiare<br />

con un buon vino! E allora andiamo<br />

nella Sicilia che non t’aspetti. Nella<br />

tenuta Ficuzza, a 700 metri sul livello del<br />

mare, tra Palermo e Trapani e nel comune<br />

di Corleone, dove i fratelli Cusumano<br />

crescono Insolia e Chardonnay e producono<br />

il “700”, bollicine di montagna con<br />

Metodo Classico Brut. E adesso, palla al<br />

centro: in Abruzzo per inseguire la Ferrari<br />

dello zafferano, quello che si produce<br />

nei comuni della provincia dell’Aquila,<br />

come l’antico borgo di Caporciano, dalle<br />

atmosfere medievali, uno dei 13 che<br />

ha ricevuto il Dop. Il clima dell’altipiano<br />

è ideale per i bulbi del fiore-spezia più<br />

ricercato. Abbiamo aperto con la frutta,<br />

chiudiamo con la marmellata: quella di<br />

corbezzolo, frugale pompon rosso meglio<br />

noto per il miele amaro che le api<br />

distillano dai suoi fiori. Anche la confettura<br />

è squisita e si produce tipicamente<br />

nei paesini ai piedi del Gennargentu,<br />

come il barbaricino Fonni, il borgo più<br />

alto della Sardegna.<br />

Sapori in quota, dal nord al sud


Sapori in quota, dal nord al sud<br />

TORNA AL<br />

SOMMARIO


Sapori in quota, dal nord al sud


Ivan Pisoni<br />

facebook.com/pisoni.ivan.7<br />

Leggende<br />

fra i monti della Valle d’aosta


Leggende fra i monti della Val d’aosta<br />

Il ponte del diavolo<br />

di Pont-Saint-Martin<br />

Un tempo, tra Pont-Saint-Martin e Carema,<br />

due località che si affacciavano<br />

sulle opposte sponde del fiume Lys,<br />

non vi era nessun ponte e benché gli<br />

abitanti delle due borgate si sforzassero<br />

nel costruirne uno, ogni notte una forza<br />

misteriosa distruggeva il loro lavoro. Le<br />

due popolazioni iniziarono a incolparsi a<br />

vicenda fin quando, da Augusta Pretoria,<br />

giunse nella regione Martino, Vescovo di<br />

Tours e Gran Santo del paese. Conosciuta<br />

la strana storia, il sant’uomo intuì che<br />

dietro i sabotaggi c’era lo zampino del<br />

demonio e decise, con l’aiuto di Dio, di<br />

venirne a patti. Il diavolo si fece convincere<br />

da Martino a costruire il ponte ma<br />

in cambio volle l’anima del primo uomo<br />

che lo avesse attraversato. La popolazione<br />

crollò nel malcontento per la paura<br />

della malasorte che sarebbe toccata a<br />

uno di loro ma il Vescovo aveva già un<br />

piano. All’alba il ponte era pronto, solido<br />

e maestoso, e il diavolo era lì, pronto a<br />

riscuotere il prezzo per il suo operato. A<br />

questo punto Martino lanciò un tozzo di<br />

pane all’altra estremità del ponte e, scostato<br />

il suo mantello, lasciò libero un debole<br />

cane affamato che subito si affrettò<br />

ad attraversare il ponte e mangiare il<br />

pane. Il diavolo voleva un’anima e Martino<br />

gliela diede. Adirato per l’inganno, il<br />

demonio afferrò il cane alzandolo verso il<br />

cielo e, imprecando, picchiò sulle pietre<br />

del ponte creando una buca nella quale<br />

cadde per perdersi tra le correnti del torrente<br />

sottostante. Il Sant’uomo, vista la<br />

buca che nessuno sarebbe stato in grado<br />

di riparare, convinse gli abitanti a costruirvi<br />

sopra una piccola cappella che si<br />

può ancora ammirare ai giorni nostri, attraversando<br />

il ponte. Le due borgate ora<br />

formano il borgo di Pont-Saint-Martin e a<br />

ogni carnevale si canta una “canzona” dedicata<br />

a questo strano avvenimento.


Quella casetta<br />

sul fondo del Lago Blu<br />

In Valle d’Aosta, a circa 1.980 metri di altezza,<br />

si può trovare uno spettacolare<br />

specchio d’acqua. Caratterizzato dal suo<br />

colore blu intenso, in contrasto con il rigoglioso<br />

verde degli abeti circostanti e i<br />

riflessi dei monti innevati, il misterioso<br />

Lago Blu è uno dei protagonisti di una<br />

malinconica leggenda. Guardando attentamente<br />

il lago, al suo centro e sul fondo,<br />

si possono notare dei grandi pezzi di legno,<br />

come di una costruzione in rovina. Si<br />

dice che un tempo, dove ora sorge il lago,<br />

vi fosse l’abitazione di una famiglia di pastori<br />

dalla nomea cupa e malvagia, conosciuti<br />

come scontrosi, maligni ed egoisti.<br />

Durante una fredda sera piovosa, un viandante,<br />

stanco e affamato, giunse sul luogo<br />

sperando in ospitalità e ristoro. Mentre<br />

bussava alla porta già sperava in un piatto<br />

caldo e un morbido giaciglio ma quando<br />

la porta si aprì vide una donna che, con<br />

fare scontroso, lo osservò da testa ai piedi<br />

e gli sbatté la porta in faccia senza proferir<br />

parola. L’uomo supplicò ma nulla fece<br />

cambiare idea alla padrona di casa. Solo<br />

il figlio dei pastori si fece impietosire dalle<br />

suppliche del viandante e, presa una<br />

ciotola di latte, la portò al pover’uomo. I<br />

genitori, offesi del fatto che il figlio fosse<br />

più buono di loro, sottrassero la ciotola al<br />

viandante ancor prima che egli potesse<br />

berne, e gliene diedero una con dell’acqua<br />

sporca. Il viandante se ne andò deluso<br />

dal triste loco, mormorando strane parole.<br />

I due megeri rimproverarono bruscamente<br />

il loro figlio e lo punirono mandandolo<br />

a raccogliere legna nel bosco, di notte.<br />

Impaurito e infreddolito, il ragazzo impiegò<br />

molte ore nella sua raccolta e, al suo<br />

ritorno, la casa non c’era più. Al suo posto<br />

c’era invece un lago. Triste per la morte<br />

dei suoi genitori, il ragazzo capì che la distruzione<br />

della casa e l’apparire del lago<br />

rappresentavano una punizione verso la<br />

malvagia coppia per non essere stata in<br />

grado di amare nessuno, nemmeno il loro<br />

unico figlio. Il ragazzo decise di rimanere<br />

in quel posto e di costruirvi una nuova<br />

casa, si sposò con una bellissima ragazza<br />

e insieme fecero una numerosa e felice<br />

famiglia. La voce si sparse, tutti conobbero<br />

la storia e seppero che sarebbero stati,<br />

ora, ben accolti e ben voluti sulle sponde<br />

del meraviglioso Lago Blu.<br />

Leggende fra i monti della Val d’aosta


Leggende fra i monti della Val d’aosta<br />

Il Monte Bianco e gli spiriti<br />

alla radice del suo nome<br />

C<br />

’è stato un tempo in cui nessuno osava<br />

avvicinarsi o guardare la cima del<br />

monte chiamato Grand Mont. Strane<br />

voci, strane presenze, strani avvenimenti<br />

in quel luogo maledetto. Si diceva che<br />

quel monte pullulasse di folletti, streghe<br />

e spiriti maligni che causavano ogni sorta<br />

di malefatte, di tempeste, di frane, di<br />

strani e malvagi avvenimenti. Ormai la<br />

popolazione circostante evitava quel posto<br />

e, atterrita dalla paura, non vi posava<br />

neanche più lo sguardo. Una sera d’estate,<br />

un coraggioso viandante arrivò in quelle<br />

località e, conosciute le vicende, decise,<br />

grazie all’aiuto del cielo, di spingersi verso<br />

la cima del temuto monte e di scacciare<br />

qualsiasi creatura maligna avesse<br />

incontrato. Grazie a una terribile valanga,<br />

il viandante riuscì a seppellire ogni sorta<br />

di presenza maligna sotto una bianchissima,<br />

spessa coltre di neve. Purificato dal<br />

biancore di questo avvenimento, il Grand<br />

Mont fu ribattezzato con il nome che oggi<br />

noi tutti ben conosciamo, il Monte Bianco.


TORNA AL<br />

SOMMARIO<br />

Il Monte Ciamoseira<br />

e le sue streghe<br />

Nei pressi della Val del Lys, tra i comuni di<br />

Perloz e Lillianes, si erge maestoso il Monte<br />

Ciamoseira, una grande montagna con una<br />

base di circa un chilometro e caratterizzata<br />

da una spaccatura che la divide in due parti<br />

praticamente uguali. In questa spaccatura<br />

crescono ginestre, fieno selvatico e sterpaglie<br />

e ne mese di maggio la spaccatura sfoggia un<br />

color bianco intenso grazie alle Sassifraghe<br />

dei Pirenei. Il loco era anticamente abitato da<br />

camosci - da cui il nome Ciamoseira, ovvero<br />

“vi erano camosci” - ma oggi, dove possibile,<br />

vi pascolano le capre anche d’inverno, perché<br />

in questo posto la neve non si ferma mai. Ma<br />

non è solo per le bellezze naturali del luogo<br />

che questa zona è così famosa... Si dice che<br />

qui vi siano le streghe! La storia delle streghe<br />

ha inizio durante una notte del novembre del<br />

1877. Durante quella notte, gli abitanti della<br />

sponda sinistra del Lys, rimasero esterrefatti<br />

vedendo il monte Ciamoseira illuminato a<br />

giorno da innumerevoli fuocherelli che correvano<br />

pazzamente: a volte si riunivano in<br />

gruppetti, a volte correvano in diverse direzioni,<br />

saltando, girando, come a creare una<br />

pazza giostra che illuminava il costone del<br />

monte. L’evento durò dalle dieci di sera alle<br />

2 di notte fino a quando gli sconcertati spettatori<br />

videro l’evento che oggi identificano<br />

come “la cena”, ovvero il momento in cui i<br />

fuochi, attratti come da una forza misteriosa,<br />

si spostarono alla base della montagna e<br />

si disposero in un unico grande cerchio quasi<br />

come fossero tanti commensali intorno a<br />

un’enorme tavola. Al termine di questa “cena”,<br />

i fuochi si disposero in fila indiana iniziando<br />

una strana processione che attraversò il Lys e<br />

che li portò verso il pianoro di Portola, ai confini<br />

con il territorio Biellese, una località ben<br />

nota per le tregende delle streghe del tempo.<br />

Al mattino, alcuni coraggiosi si spinsero<br />

dove durante la notte avevano visto lo strano<br />

evento dei fuochi ma non trovarono nessuna<br />

traccia, neanche il più piccolo segno di<br />

fuochi o di carbone. Se fossero davvero delle<br />

streghe o meno non ci è dato saperlo, ma sta<br />

di fatto che l’evento del novembre 1877 è accaduto<br />

davvero davanti a una moltitudine di<br />

spettatori. C’è chi dice che ancora oggi si possano<br />

vedere piccole processioni di fuochi sulla<br />

montagna, chi afferma di aver visto piccoli<br />

fuochi muoversi, ma in ogni caso mai grandi<br />

come durante il primo avvistamento. Che ci<br />

siano ancora le streghe sul Ciamoseira?<br />

Leggende fra i monti della Val d’aosta


Ivan Pisoni<br />

facebook.com/pisoni.ivan.7<br />

lo<br />

sapevate<br />

che...


lo sapevate che... speciale montagna<br />

In Alto Adige c’è il museo più “alto” d’Europa.<br />

E’ il Messner Mountain Museum – MMM -,<br />

e si trova a Plan de Corones - fra la val Badia,<br />

la Valdaora e la val Pusteria - a ben 2.275 metri<br />

di altezza. Naturalmente dedicato al mondo<br />

dell’alpinismo e a una delle figure mondiali<br />

di spicco di questa disciplina, Reinhold<br />

Messner, il museo è situato al margine di<br />

uno dei più spettacolari e panoramici altopiani<br />

dell’Alto Adige. La vista mozzafiato offerta<br />

dall’edificio, progettato da Zaha Hadid,<br />

permette allo sguardo di spaziare in tutte e<br />

quattro le direzioni: dalle Dolomiti di Lienz a<br />

est fino all’Ortles a ovest, dalla Marmolada a<br />

sud fino alle Alpi della Zillertal a nord.<br />

Sciare sull’Abetone lo si deve al signor<br />

Farina Cini, il quale arrivò nel 1904 all’albergo<br />

Cimone con due pezzi di legno ricurvi,<br />

regalatigli da un amico norvegese. Dopo<br />

innumerevoli capitomboli e fallimenti, il<br />

malcapitato apprendista sciatore rinunciò<br />

all’impresa e regalò i due rudimentali sci al<br />

proprietario dell’albergo, Pietro Ferrucci. Il<br />

Ferrucci, anch’egli dopo innumerevoli capitomboli,<br />

riuscì con tenacia a domare i due<br />

pezzi di legno, aiutandosi anche con dei bastoni<br />

e ben presto, seguito da altri spericolati,<br />

iniziò a scivolare sulla neve dell’Abetone.<br />

SCOPRI<br />

SCOPRI<br />

Rimanendo in tema di “altezze”, il rifugio<br />

più “alto” delle Alpi è la Capanna<br />

Margherita. Appollaiato sulla Punta Gnifetti<br />

- 4.556 metri di altezza - del Monte Rosa,<br />

prende il nome nientemeno che dalla Regina<br />

Margherita di Savoia, la quale vi pernottò<br />

nel 1893, anno dell’inaugurazione. Ha una<br />

capacità di 70 posti letto in camere con letti<br />

a castello, è provvisto di sala bar, ristorante,<br />

illuminazione elettrica, wi-fi e persino di una<br />

biblioteca. Nel 2002 ha ottenuto la certificazione<br />

UNI EN ISO 140<strong>01</strong>, a sottolineare il minimo<br />

impatto ambientale. La capanna non<br />

è solo un rifugio per alpinisti, ma una vera<br />

e propria struttura che offre la possibilità di<br />

agevolare la ricerca scientifica negli ambienti<br />

ad alta quota.


TORNA AL<br />

SOMMARIO<br />

L<br />

’Ente del Parco Nazionale del Gran Sasso<br />

ha dato vita all’Atlante online degli<br />

uccelli nidificati dell’omonimo parco. Grazie<br />

alla sua varietà di ambienti naturali, il parco<br />

è meta di pregio non solo per gli amanti di<br />

birdwatching, ma anche per coloro che si occupano<br />

professionalmente della ricerca nel<br />

contesto dell’avifauna. L’atlante online offre<br />

un database di grande importanza per conoscere<br />

presenza, densità e localizzazione delle<br />

specie che nidificano nel parco e di quelle<br />

che vi migrano, anche non nidificanti.<br />

SCOPRI<br />

Spaziando oltre i nostri passi montani ma rimanendo<br />

in tema di curiosità... forse non sapevate<br />

che... sulla neve ci sono le pulci! Sì, sulla<br />

neve ci sono le pulci. Sono chiamate “Isotoma<br />

saltans” e sono dei piccoli insetti di 3-4 millimetri<br />

così resistenti al freddo che possono sopravvivere<br />

anche sui ghiacciai. La pulce d’alta quota la<br />

si può trovare anche oltre i 6.000 metri, persino<br />

sull’Himalaya. Grazie a sostanze che abbassano<br />

il punto di congelamento dell’acqua nel suo corpo<br />

- simili all’antigelo che usiamo d’inverno per<br />

l’auto -, la pulce è in grado di preservare le sue<br />

cellule dalla formazione di cristalli di ghiaccio, ed<br />

è quindi resistente alle temperature sotto lo zero.<br />

Sfortunatamente per questi insetti, temperature<br />

“tropicali” sopra i 12 gradi possono, letteralmente,<br />

ucciderle per il caldo. Mangerete ancora la<br />

neve fresca dopo... aver saputo questo?<br />

Uno dei luoghi più spettacolari per il<br />

trekking montano italiano è in Sardegna.<br />

Il massiccio del Gennargentu, infatti,<br />

offre straordinari percorsi di trekking, veri e<br />

propri tracciati alpini. Su queste vette il contatto<br />

della natura è unico e selvaggio e si dice<br />

che sul Gennargentu, rimanendo in silenzio,<br />

si possa ascoltare il “respiro della terra”. Una<br />

destinazione da conoscere, per vivere a contatto<br />

con la natura e scoprire il volto inedito<br />

di una regione da sempre associata “solo” al<br />

mare.<br />

lo sapevate che... speciale montagna


R ecensione<br />

SCOPRI<br />

Tendere la<br />

mano alla<br />

natura<br />

Le voci del bosco<br />

di Mauro Corona<br />

La montagna si svela in tutta la sua<br />

segreta bellezza soltanto a chi è<br />

disposto ad accettarne le asprezze e i<br />

rigori, entrando in connessione personale<br />

con la natura nel suo stato originario.<br />

Forse nessuno, negli ultimi anni,<br />

ha incarnato lo spirito rude e profondo<br />

degli amanti delle vette rocciose come<br />

Mauro Corona. Nato nel 1950 a Baselga<br />

di Piné (Trento) e cresciuto a Erto (Pordenone)<br />

nella Valle del Vajont, Corona<br />

è molto più del filosofo grezzo dell’esilarante<br />

parodia di Maurizio Crozza, che<br />

ne ha sancito la popolarità nell’immaginario<br />

collettivo. Segnato da un’infanzia<br />

travagliata per tragedie personali<br />

(l’abbandono della famiglia da parte<br />

della madre a causa delle violenze del<br />

marito) e collettive (la sua casa di Erto<br />

fu spazzata via dall’ondata del Vajont),<br />

iniziato fin da bambino alla passione<br />

per la caccia e l’arrampicata, nonché<br />

amante della letteratura russa e abile<br />

intagliatore di legno, Corona è un personaggio<br />

poliedrico e a tratti enigmatico.<br />

I suoi numerosi libri, alcuni dei quali<br />

diventati veri bestseller, sono intrisi del<br />

suo rapporto privilegiato con gli spazi<br />

naturali e le tradizioni dei paesi montani.<br />

“Le voci del bosco”, edito per la prima<br />

volta nel 1998 da Biblioteca dell’Immagine<br />

e ristampato anche da Mondadori,<br />

è una lettura da suggerire a chiunque<br />

voglia andare oltre alle spigolosità della<br />

roccia e alla fatica delle camminate<br />

in salita, per conoscere lo spirito vitale<br />

delle montagne. Nell’opera, illustrata<br />

dallo stesso autore, Corona introduce<br />

il lettore alla conoscenza dei boschi alpini,<br />

svelandogli come ogni elemento<br />

del creato abbia una sua voce e una sua<br />

personalità. Soprattutto gli alberi, soggetti<br />

privilegiati della narrazione, vengono<br />

resi protagonisti vitali dei quali<br />

viene descritto il carattere, intercettan-


TORNA AL<br />

SOMMARIO<br />

Giulio Tellarini<br />

facebook.com/giulio.tellarini<br />

done caratteristiche umane. Abeti,<br />

aceri e larici sono vecchie conoscenze<br />

dell’autore, che li presenta con la famigliarità<br />

che gli deriva da quarant’anni<br />

di silenziosi dialoghi intrattenuti con<br />

“loro”. “Le voci del bosco” non è soltanto<br />

una lettura piacevole, ma è soprattutto<br />

uno spunto per andare oltre alla<br />

narrazione, sperimentando in prima<br />

persona la relazione personale e intima<br />

che si può creare con la natura. Lo stesso<br />

Corona scrive che il rapporto con gli<br />

altri esseri animati è personale, proprio<br />

come quello tra esseri umani, e che le<br />

caratteristiche che ciascuno attribuisce<br />

a un particolare albero scaturiscono<br />

da “motivi personali non scevri da una<br />

complicità che nasce da un’inconscia<br />

affinità di carattere”. Le sue parole sono<br />

dunque un invito a scoprire i <strong>borghi</strong> di<br />

montagna, a inoltrarsi nel loro territorio,<br />

a passeggiare nei boschi fermandosi<br />

a posare la mano sul tronco rugoso di<br />

un albero per fare la sua conoscenza.<br />

Recensione


COMPRA ORA<br />

COMPRA ORA<br />

La valigia<br />

COMPRA ORA<br />

Kit di Sopravvivenza<br />

Multiuso, OCDAY 13 IN 1<br />

Kit di sopravvivenza tutto in uno.<br />

Contiene tutto ciò di cui avrebbe<br />

bisogno qualsiasi survivalista o<br />

appassionato di outdoor: dispositivo<br />

antincendio e raschietto<br />

antincendio, bussola luminosa,<br />

torcia elettrica, coltello pieghevole,<br />

penna tattica in acciaio al<br />

tungsteno, torcia elettrica, mini<br />

flash a led, carta utensile, braccialetti<br />

multiuso, sega a filo, coperta<br />

di emergenza, fischietto e scatola<br />

nera impermeabile.<br />

€ 23,99<br />

CAMEL CROWN Giacca Impermeabile<br />

Uomo<br />

Giacca antivento con cappuccio per attività<br />

outdoor con tasche multiple. Full Zip con Pile,<br />

adatta per trekking, lavoro, pesca e sport.<br />

Realizzata con rivestimento professionale idrorepellente<br />

e interno in pile.<br />

€ 65,99 - 67,99<br />

CAMEL CROWN Giacca 3 in 1 Donna<br />

Giacca antivento impermeabile Softshell Windbreaker<br />

per snowboard, sci, trekking, campeggio,<br />

escursionismo e altre attività outdoor.<br />

La parte esterna è realizzata in nylon, l’interno<br />

è in pile.<br />

€ 81,99


COMPRA ORA<br />

COMPRA ORA<br />

COMPRA ORA<br />

Ivan Pisoni<br />

facebook.com/pisoni.ivan.7<br />

Scialle Stole con Nappa Stile Quadrato<br />

Formato: 1,4 metri x 1,4 metri. Materiale acrilico.<br />

Abbastanza grande da coprire il collo e le<br />

spalle.<br />

€ 11,99<br />

Berretto Uomo in Maglia Goodbuy con<br />

Sciarpa<br />

Realizzato in confortevole maglia con fodera<br />

in morbido pile.<br />

€ 13,99<br />

Set tavola da snowboard<br />

Uomo Airtracks wide con attacchi<br />

Master Fastec e sacca<br />

Tavola da 152 cm creata per rider<br />

di livello intermedio. Una tavola<br />

flat rocker, directional twin con<br />

medio flex 4.<br />

Attacchi con disco universale 4x4<br />

compatibile con tutti i sistemi in<br />

circolazione.<br />

€ 239,00<br />

La valigia


COMPRA ORA<br />

COMPRA ORA<br />

La valigia<br />

Scarpe da Trekking Impermeabili<br />

da Donna XPETI Thermator<br />

Impermeabili, antiscivolo, traspiranti,<br />

leggere, calde, perfette per<br />

l’escursionismo e l’outdoor.<br />

La tomaia è in mesh impermeabile<br />

con membrana Hydroshield per<br />

tenere asciutto in caso di pioggia.<br />

Il rivestimento offre isolamento<br />

Thinsulate fino a -30°.<br />

€ 39,99 - 69,99<br />

COMPRA ORA<br />

Pantaloni da <strong>Montagna</strong> Donna Izas Wengen<br />

Realizzati in tessuto Mount-Stretch (92%<br />

Polyester + 8% Elastane 240-250gr/m²) sono<br />

idrorepellenti, traspiranti, ad asciugatura rapida<br />

ed elasticizzati.<br />

€ 25,62 - 93,95<br />

Bastoncino da Trekking Pieghevole EN-<br />

KEEO<br />

Bastoncino pieghevole in lega di alluminio con<br />

bloccaggio rapido, maniglie eva, ultraleggero<br />

(300g) e lunghezza regolabile 113-135cm.<br />

€ 19,99


COMPRA ORA<br />

COMPRA ORA<br />

COMPRA ORA<br />

Zaino Under Armour Hustle Backpack<br />

Ldwr Uomo<br />

Zaino, realizzato al 100% ini poliestere, offre<br />

una finitura altamente resistente all’acqua. Dal<br />

peso di 450 grammi, ha le dimensioni 45 x 30 x<br />

20 cm.<br />

€ 24,95<br />

Pantaloni Uomo, The North Face Exploration<br />

Versatili e adatti a tutti i mesi dell’anno, sono<br />

stati realizzati in un robusto tessuto in nylon,<br />

leggero ed elasticizzato, con una resistente<br />

finitura idrorepellente e protezione UPF 50.<br />

€ 33,69 - 67,59<br />

Scarpe da Trekking Impermeabili<br />

da Uomo XPETI DIMO<br />

Impermeabili, antiscivolo, traspiranti,<br />

leggere, calde, perfette per<br />

l’escursionismo e l’outdoor.<br />

La tomaia è in mesh impermeabile<br />

con membrana Hydroshield<br />

per tenere asciutto in caso di<br />

pioggia.<br />

€ 29,99 - 69,99<br />

La valigia


COMPRA ORA<br />

COMPRA ORA<br />

La valigia<br />

COMPRA ORA<br />

Occhiali da Sole Unisex Julbo<br />

Cham<br />

Un’ alchimia tra metallo lucido,<br />

pelle morbida, rivetti e lenti SPEC-<br />

CHIO alta performance. Protezione<br />

ottimale contro le radiazioni<br />

del sole in condizioni estreme.<br />

Pesano 99,8 g e hanno le dimensioni<br />

15,2 x 4,8 x 6,4 cm.<br />

€ 99,00<br />

TORNA AL<br />

SOMMARIO<br />

Guanti Donna Invernali Richoose<br />

in maglia senza dita<br />

Guanti lunghi per donna per<br />

mantenere le mani e le braccia<br />

calde. Realizzati al 100% con materiale<br />

a maglia di lana ad alta<br />

qualità. Lunghezza: 29-30 cm<br />

€ 11,99<br />

Binocolo Compatto, Professionale<br />

10x42 HUTACT<br />

Binocolo compatto con lenti a<br />

rivestimento multistrato 42MM<br />

e il prisma Bak4 con alto indice<br />

di rifrazione. Il colore è più luminoso,<br />

nitido, autentico e fornisce<br />

un’alta risoluzione. La vibrazione<br />

della mano è notevolmente ridotta<br />

durante l’osservazione, impedisce<br />

efficacemente l’affaticamento<br />

degli occhi ed è adatto all’osservazione<br />

per un lungo periodo.<br />

€ 56,77


COMPRA ORA<br />

COMPRA ORA<br />

Maschera da sci/snowboard Beardski<br />

Easy Rider<br />

Questa maschera scaldacollo-passamontagna-sciarpa<br />

permetterà di non congelare mai<br />

più sulla pista, facendosi sicuramente notare.<br />

Realizzata in neoprene, protegge il collo, le<br />

orecchie e il viso dal freddo, grazie al velcro<br />

regolabile facile da installare. La maschera è<br />

impermeabile, ermeticamente chiusa con fori<br />

respiratori per inspirare ed espirare facilmente,<br />

ben sigillata sul naso e sugli occhi in modo che<br />

gli occhiali non si appannino.<br />

€ 29,90<br />

Camera Gopro Hero (2<strong>01</strong>8) 10MPX<br />

Con touch screen da 2 pollici puoi passare rapidamente<br />

da una modalità all’altra, inquadrare<br />

la scena perfetta e riguardare le tue riprese<br />

sul touch screen. Controlla HERO tramite semplici<br />

comandi vocali. Connettiti a GoPro App<br />

per controllare la tua fotocamera a distanza,<br />

guardare i tuoi scatti e condividere quelli che<br />

preferisci “al volo”.<br />

€ 219,99<br />

La valigia


Non vedi l'ora di scoprire il<br />

prossimo numero di<br />

e-<strong>borghi</strong> <strong>travel</strong>?<br />

Iscriviti alla<br />

nostra newsletter<br />

e non perderai<br />

nessuna uscita!<br />

,<br />

,<br />

,,,<br />

Il><br />

"<br />

"<br />

"'<br />

\<br />

• '<br />

"<br />

\<br />

.. ..<br />

,<br />

'<br />

\<br />

..<br />

,, • ,<br />

r<br />

;.<br />

-<br />

t<br />

'<br />

.. ,<br />

, ....<br />

,<br />

Visita<br />

.C,Offl;<br />

troverai idee di viaggio,<br />

. . . . '<br />

notIz1e, cur1os1ta,<br />

ricette, <strong>borghi</strong>, prodotti<br />

tipici, hotel, ristoranti,<br />

• • •<br />

agrItur1sm 1<br />

e molto altro ancora<br />

Anche sui social!<br />

a<br />

instagram.com/e<strong>borghi</strong>com/<br />

facebook.com/ eborgh i com/<br />

twitter.com/e<strong>borghi</strong>com

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!