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Monte_Amiata_2-2019

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Trimestrale della Sezione del Club Alpino Italiano "Umberto Vivi" di Siena - www.caisiena.it - info@caisiena.it<br />

Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong><br />

Anno 49 N.2 Aprile/Giugno <strong>2019</strong>


Territorio<br />

Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong> - 2 - <strong>2019</strong><br />

poggiano archetti in mattoni; sono ancora<br />

visibili i resti dell'originaria cinta muraria, di<br />

forma irregolare, e una torretta circolare<br />

contenente la cisterna di raccolta<br />

dell'acqua piovana. Alla torre furono<br />

addossati altri corpi di fabbrica nel XV secolo,<br />

periodo in cui venne edificata la chiesa<br />

dei Santi Pietro e Paolo, situata<br />

all'entrata del castello verso Strove.<br />

Di un certo interesse sono anche i ruderi di<br />

Castiglion Balzetti, meglio noto come "Castiglion<br />

che Dio sol sa" per la posizione isolata,<br />

lontano da vie di comunicazione e<br />

luoghi abitati. Negli Statuti Senesi nel 1262<br />

è citato per la prima volta il "Castellione<br />

Bencetti", dal nome della famiglia che ebbe<br />

signoria su questo territorio. In seguito il<br />

castello passò ai Saracini, che ne risultavano<br />

proprietari nel 1318. L'imponente mastio<br />

rettangolare in pietra presenta finestre<br />

ad arco romanico e una scalinata esterna<br />

di accesso ai piani superiori. Il cortile è delimitato<br />

da una cortina muraria sul cui lato<br />

meridionale si apre la porta principale, con<br />

arco a tutto sesto e beccatelli in pietra,<br />

mentre una seconda cinta muraria di cui si<br />

intravedono i resti si sviluppava lungo la<br />

pendice del rilievo.<br />

Dell'originaria struttura di Palazzo al Piano<br />

(Castel Balbiano, poi detto Palpiano), ricordato<br />

dal XII secolo, restano solo il basamento<br />

e parte del lato orientale; il resto fu<br />

ricostruito nel XIX secolo.<br />

Il Castello di Montarrenti deve il suo nome<br />

alle miniere di argento della zona; è documentato<br />

a partire dal 1156, ma la località<br />

era abitata già dal VII secolo, con un<br />

villaggio di capanne circondato da palizzate<br />

lignee, sostituite in età carolingia da<br />

muri in pietra. Già proprietà degli Aldobrandeschi,<br />

tra il 1217 e il 1271 fu sede<br />

podestarile della Repubblica di Siena ed in<br />

questo periodo ebbe il massimo sviluppo.<br />

La cinta muraria, di cui restano tracce,<br />

racchiudeva una parte bassa con il borgo,<br />

collegata da una via comunis alla parte<br />

alta con il cassero; questo era costituito da<br />

due palazzi, con torri in filaretto ancora<br />

esistenti, un tempo merlate, che presentano<br />

finestre gotiche e ad arco e feritoie.<br />

Venute meno le esigenze difensive, alcuni<br />

castelli furono trasformati in ville: è il caso<br />

del Castello di Celsa, che nel Cinquecento<br />

fu adattato a residenza per volere del proprietario<br />

Mino Celsi; il restauro è attribuito<br />

al Peruzzi, a cui si deve la cappella circolare.<br />

Durante il XVII secolo vennero realizzati<br />

i bellissimi giardini barocchi all'italiana.<br />

Il Castello di<br />

Montarrenti,<br />

ristrutturato dalla<br />

Provincia di Siena,<br />

oggi ospita l'Osservatorio<br />

astronomico<br />

provinciale, gestito<br />

dall'Unione Astrofili<br />

Senesi. Alcuni locali<br />

sono affidati in gestione<br />

al CAI di Siena.<br />

5


Il <strong>Monte</strong> <strong>Amiata</strong> - 2 - <strong>2019</strong><br />

Alpinismo<br />

Visto da lontano, il<br />

monte <strong>Amiata</strong> sembra<br />

privo di affioramenti<br />

rocciosi. All'interno<br />

della faggeta, in<br />

realtà, sono presenti<br />

anche enormi blocchi<br />

di trachite.<br />

Arrampicare sull'<strong>Amiata</strong><br />

Luca Vigni<br />

Chi si diletta di<br />

arrampicata in falesia<br />

nella nostra provincia<br />

ha sempre dovuto<br />

"soffrire" e cercare nei<br />

dintorni affioramenti<br />

adatti e magari già<br />

selezionati e chiodati<br />

adeguatamente. La<br />

tragica chiusura<br />

ufficiale della cava di<br />

Celsa ha cambiato<br />

poi radicalmente le abitudini degli arrampicatori<br />

senesi. È consuetudine sbirciare ogni<br />

possibile falesia per sperare di trovare una<br />

roccia sana e appetibile.<br />

In questa cronica difficoltà e penuria, la<br />

dedizione di alcuni volenterosi per attrezzare<br />

vie ad uso e consumo degli appassionati<br />

è solo da ammirare. Non si può qui prescindere<br />

dal ringraziare chi, come Alessio e<br />

altri, hanno sottratto tempo ad altre occupazioni<br />

per scegliere linee chiodabili e<br />

spunti di "avventura arrampicatoria".<br />

Non è certo il mio scopo illustrare la zona<br />

dell'<strong>Amiata</strong>, dato che esiste una guida ben<br />

dettagliata e accurata con descrizioni e foto<br />

delle vie aperte sui massi trachitici che<br />

affiorano nei boschi di lecci e castagni sulle<br />

pendici del vulcano. Mi preme semmai far<br />

presenti alcuni accorgimenti e le sensazioni<br />

personali. La prima volta che mi presentai<br />

al Catarcione, l'impressione iniziale fu<br />

estremamente favorevole: la falesia si trova<br />

a pochissimi chilometri sopra l'abitato di<br />

Abbadia San Salvatore in direzione vetta,<br />

con parcheggio agevole, falesia e vie a<br />

pochi passi. A colpo d'occhio poi la roccia<br />

sembrava tutta a tasche e buchi. A colpo<br />

d'occhio...<br />

Quelle che sembravano tasche erano in<br />

realtà tutti svasi e anche chi non ha dimestichezza<br />

con l'arrampicata può capire cosa<br />

significhi. Pertanto si può dire che la roccia<br />

sia particolare, da analizzare, da interpretare.<br />

Senza farla tanto lunga: un bel peperino,<br />

roccia vulcanica abrasiva e tagliente.<br />

Bella, dura e solida. Nessun problema per<br />

chi ha le mani callose o per chi ha bisogno<br />

di un'energica manicure.<br />

Più volte sono state organizzate uscite sezionali<br />

ed anche un paio di avventure con<br />

gli aquilotti, magari più propensi a battaglie<br />

tra il pietrame che a sporcarsi le mani<br />

di magnesite e provare a capire che divertimento<br />

ci troveranno i grandi a<br />

spalmarsi su per quei muraglioni.<br />

È pacifico che il periodo ideale è quello<br />

fuori dalla stagione fredda, anzi l'ideale è<br />

proprio l'estate, quando si possono trovare<br />

ombra e frescura fra i castagni. Proprio come<br />

fanno le zanzare...<br />

A voler cercare, una pecca, peraltro comune<br />

a tante altre falesie, è che non c'è<br />

abbondanza di vie aggredibili dall'arrampicatore<br />

medio: se qualcuno spera di trovare<br />

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L'altopiano di Assir si interrompe di colpo con<br />

un improvviso e profondissimo burrone


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