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TELEMACO SIGNORINI-2

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LO STILE DI <strong>SIGNORINI</strong><br />

“Questa è un’anteprima. Acquista la versione integrale del catalogo.<br />

Fiore all’occhiello, guanti chiari e mazza in mano,<br />

un paltò corto e largo color di nocciola con le cuciture<br />

doppie e due spacchi sui lati, da fantino inglese, calzoni<br />

rimboccati, in capo una tuba lucida per grande travaglio<br />

di spazzole e di fiato, occhiali a stanga che sul naso un po’<br />

camuso scendevano sempre più giù degli occhi tanto che<br />

salutandovi per via egli guardava a scancio e per parlarvi<br />

spingeva avanti la faccia e alzava le sopracciglia fino<br />

a metà della fronte, una barba bionda e bianca leggera<br />

e ricciuta che aperta sul mento accentuava la mascella<br />

prominente e ostinata, nell’ampia bocca ogni sorta di<br />

denti in ordine sparso, grandi e piccoli, bianchi e gialli,<br />

dominati da una zanna cariatide che chiameremo dente.<br />

Questo il luminoso ritratto di Signorini<br />

tracciato da Enrico Somarè nel 1909 che, in<br />

copia anastatica, chiudeva il breve ma fortunato<br />

catalogo della mostra signoriniana del 2011 e -<br />

solo per ordine di impaginazione - succedeva a<br />

un nostro saggio intitolato appunto Lo stile di<br />

Signorini<br />

1 .<br />

Ci è parso utile riallacciarci a questa nostra<br />

orditura critica concernente il definirsi di<br />

uno stile fra i più originali e articolati della<br />

sua epoca, riprendendo il discorso là dove<br />

lo avevamo lasciato – allora in divenire, per<br />

dovere di sintesi – congiungendovi nuovi studi<br />

e provando a dar seguito ad alcune riflessioni<br />

critiche mai più affrontate con quella stessa<br />

ampiezza di prospettiva dopo la pubblicazione<br />

nel 1989 del fondamentale trattato di Raffaele<br />

Monti su Signorini e il Naturalismo europeo.<br />

Nell’analizzare la complessa personalità di<br />

Signorini, artista progressista, fine letterato<br />

e critico pungente e smaliziato, non di rado<br />

1 cfr. Signorini e il suo tempo, catalogo della mostra a cura di<br />

T. Panconi, Pistoia 2011.<br />

anche di se stesso, ci troviamo a misurarci con<br />

un’esperienza umana e artistica maturata nel<br />

corso di tutto il secondo Ottocento, coincidendo<br />

i suoi quasi cinquant’anni di attività con la metà<br />

e la fine del secolo, avendo egli cominciato<br />

a dipingere poco dopo il ’50 e essendo morto<br />

ancora nel pieno delle forze nel 1901, all’età di<br />

soli 66 anni.<br />

Diciamo subito, per chiarire il nostro punto di<br />

vista e i propositi del discorso, che l’equiparazione<br />

fra il Signorini pittore e scrittore-poeta suggerita<br />

fin qui dalla critica non ci persuade, non<br />

essendo a nostro parere i linguaggi utilizzati,<br />

visivo e letterario-poetico, paragonabili tra<br />

loro sia per la diversità della cifra lessicale sia<br />

per i contenuti tutto sommato stereotipati dei<br />

suoi versi e delle sue spesso ripetitive discussioni<br />

sull’arte; specialità nelle quali certamente si<br />

distinse, seppur rimanendo sovente nei limiti<br />

dell’esercizio di un eccellente mestiere. Un<br />

repertorio, quello poetico-letterario del quale<br />

ci occuperemo marginalmente, non riteniamo<br />

possa essere posto a contrappeso speculare<br />

dell’attività di artista e geniale caposcuola, ma<br />

semmai recuperato quale diario di esperienze<br />

e repertorio di pensieri e filosofie talvolta al<br />

limite dell’ideologia, non di rado largamente<br />

superate se non addirittura smentite dal suo<br />

stesso operato di pittore.<br />

Le radici di Signorini affondano in un<br />

contesto culturale mitteleuropeo e nell’erudito<br />

entourage intellettuale granducale, per<br />

protrarsi in una fittissima serie di esperienze<br />

visive continuamente verificate e aggiornate<br />

attraverso la frequentazione di ambienti artistici<br />

diversi fra loro, in particolare Firenze e Parigi.<br />

Il padre Giovanni, per stessa ammissione<br />

di Telemaco suo primo maestro, era uno<br />

stimato pittore di vedute – sovente destinate al

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