Industria Fusoria 5/2017
Quinto numero del 2017 di Industria Fusoria, la rivista delle fonderie di metalli ferrosi e non ferrosi edita da Assofond
Quinto numero del 2017 di Industria Fusoria, la rivista delle fonderie di metalli ferrosi e non ferrosi edita da Assofond
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economico<br />
nel <strong>2017</strong> che nel tendenziale dei<br />
primi otto mesi, perdono il 10%<br />
dei volumi rispetto allo stesso periodo<br />
dell’anno precedente (nella<br />
media del 2016 il comparto aveva<br />
perso -8%). Tutti verso il basso<br />
anche i dati produttivi di alcuni<br />
partner europei: Germania (-6%),<br />
Spagna (-4%) e Francia (-1%). Per<br />
la Turchia, tutta un’altra storia, nel<br />
confronto tendenziale guadagna<br />
il 23%.<br />
Al netto dell’acciaio, i principali<br />
produttori europei di getti, del<br />
settore, lo sviluppo produttivo<br />
ha mostrato incrementi nei primi<br />
otto mesi dell’anno in corso.<br />
Il best perfomer è la Turchia che<br />
ha messo a segno un +10%. In<br />
seconda posizione, proprio l’Italia<br />
che nel confronto tendenziale<br />
guadagna il 4%. Più contenute le<br />
percentuali di crescita di Spagna<br />
(+2%) e Germania (+1%). In territorio<br />
negativo, invece, la Francia,<br />
che cede rispetto al periodo<br />
gennaio – agosto 2016 il 4%.<br />
Entrando nello specifico dei materiali,<br />
per la ghisa sempre “in<br />
testa” le fonderie turche che guadagnano<br />
il 6%, seguite da un sostanzioso<br />
+5% di Italia e Germania.<br />
La Spagna guadagna il 2%,<br />
mentre la Francia perde l’1%.<br />
I non ferrosi mantengono il loro<br />
strepitoso momento di forma<br />
ben rappresentato dal +19%<br />
produttivo della Turchia, del +4%<br />
dell’output italiano, del +3% di<br />
quello spagnolo e del 2% tedesco.<br />
Anche in questo segmento,<br />
la Francia perde terreno (-6%).<br />
globalizzazione, ormai entrata in<br />
un nuovo capitolo rappresentato<br />
da un’esigenza sempre più impellente<br />
di una presenza della produzione<br />
laddove c’è la domanda,<br />
in particolare nel settore automobilistico<br />
che richiede ai propri<br />
fornitori la prossimità, spesso in<br />
Paesi extra europei.<br />
Proprio per le fonderie che operano<br />
nel comparto auto è sempre<br />
più strutturale l’investimento<br />
costante in innovazione tecnologica,<br />
volta all’alleggerimento dei<br />
componenti in ottica di risparmio<br />
dei consumi e della rivoluzione<br />
impressa dall’E-Mobility.<br />
Anche per i fonditori, così come<br />
già ampiamente richiesto dai<br />
player della produzione siderurgica,<br />
è sempre più cruciale il<br />
tema della ricerca di personale<br />
qualificato, con una concorrenza<br />
estera che proprio su questo<br />
fattore chiave sta improntando la<br />
propria leva per avvantaggiarsi<br />
sui mercati.<br />
L’analisi del settore dei fonditori<br />
in USA, basata su dati AFS, è stata<br />
esposta dal presidente dell’American<br />
Foundry Society, Patricio Gil.<br />
Il Presidente ha offerto alla platea<br />
un interessante excursus sui dati<br />
chiave dell’<strong>Industria</strong> di Fonderia<br />
ferrosa e non ferrosa, soffermandosi<br />
in particolare su alcuni<br />
aspetti demografici del comparto<br />
che negli ultimi anni hanno caratterizzato<br />
la struttura del settore.<br />
Infine, Gil si è soffermato sulle<br />
principali sfide che l’industria di<br />
Fonderia Americana dovrà affrontare<br />
nel prossimo futuro per mantenere<br />
il terzo posto nel ranking<br />
dell’output mondiale di getti:<br />
• Crescita / investimenti.<br />
• Sviluppo e mantenimento dei<br />
talenti.<br />
• Aumentare la flessibilità.<br />
• Ridurre i tempi di risposta ai<br />
clienti.<br />
• Accelerare il processo di sviluppo<br />
di nuovi prodotti e nuove<br />
leghe.<br />
• Implementare l’impiego dei<br />
rottami, come materia prima.<br />
Luigi Serio<br />
Il compito assegnato al professor<br />
Luigi Serio dell’Università Cattolica<br />
di Milano, è stato quello di<br />
offrire alla platea alcuni spunti di<br />
riflessione riguardo i processi di<br />
creazione di valore nelle imprese<br />
collegati alle dinamiche internazionali<br />
ed alla loro competitività<br />
sui mercati globali. In particolare<br />
Serio si è soffermato ad analizzare<br />
i tratti fondamentali dei nuovi<br />
modelli di business in cui la creazione<br />
del valore aggiunto legato<br />
alla produzione fisica si assottiglia<br />
per essere assorbita sempre<br />
più dalle attività pre-produttive<br />
di ricerca e sviluppo e quelle<br />
post-produttive legate ai servizi<br />
post vendita. Nell’analisi di Serio<br />
i nuovi modelli sono sostanzialmente<br />
diversi rispetto a quelli tradizionali.<br />
Nella tabella seguente un riepilogo<br />
di quelli che il professore ha<br />
identificato come fattori in crisi<br />
che si contrappongono a quelli<br />
emergenti.<br />
Nessuna sorpresa nel sentiment a<br />
breve termine, con le attese per<br />
i prossimi sei mesi volte al recupero<br />
per i getti ferrosi, di ottimismo<br />
per i non ferrosi e di ulteriore<br />
contrazione per il settore acciaio.<br />
In questo contesto, Ariotti ha ribadito<br />
quali siano le sfide alle quali<br />
l’industria fusoria nazionale è più<br />
che mai chiamata a rispondere.<br />
La prima è rappresentata dalla<br />
VECCHIE E NUOVE TENENZE<br />
Fattori in crisi<br />
Fattori emergenti<br />
Economie di scala attraverso il volume<br />
Centralizzazione della produzione<br />
offshoring<br />
Make to stock su previsioni domanda<br />
Labour intensive<br />
Forza lavoro guidata dai colletti blu<br />
Economie di scala attraverso la<br />
conoscenza<br />
Decentramento della produzione con<br />
piccole unità di produzione rightshoring<br />
Make to order<br />
Capital intensive<br />
Forza lavoro guidata dai colletti bianchi<br />
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<strong>Industria</strong> <strong>Fusoria</strong> 5/<strong>2017</strong>