I Test per le intolleranze alimentari
Un riassunto approfondito di tutti i test di intolleranza alimentare presenti in commercio con costi pregi e difetti e procedimenti pratici di utilizzo.
Un riassunto approfondito di tutti i test di intolleranza alimentare presenti in commercio con costi pregi e difetti e procedimenti pratici di utilizzo.
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Gianfranco De Grassi
© 2016 G. F. De Grassi for B.D.S. Trieste
Test per le intolleranze ed allergie alimentari
Qualunque test ideato per identificare una patologia (e quindi anche le intolleranze
alimentari) per essere attendibile dovrebbe essere sensibile, specifico e ripetibile.
Con il termine sensibilità si intende la probabilità che un malato presenti un test
positivo. Dovrebbe essere la più elevata possibile, idealmente il 100%.
La specificità invece è la probabilità che un soggetto sano presenti un test positivo.
Dovrebbe essere la più bassa possibile, idealmente lo 0%.
La ripetibilità dei risultati è la probabilità che più analisi corrette dello stesso campione
eseguite dallo stesso laboratorio in tempi diversi o da diversi laboratori nello stesso tempo,
risultino sempre simili. Dovrebbe essere la più elevata possibile, idealmente il 100%.
I test attuali per le intolleranze alimentari hanno spesso una specificità molto alta ed una
ripetibilità molto bassa quindi sono molte volte inutili e il più delle volte anche dannosi.
Il fatto che il test venga effettuato su alimenti complessi piuttosto che su singole
sostanze è un altro problema molto grave. Non ha alcun senso affermare che un
soggetto è intollerante, supponiamo, al pane, poiché nel pane sono contenute
centinaia di sostanze. L'intolleranza puė essere nei confronti di una molecola o di un
gruppo di molecole, ma mai nei confronti di un alimento specifico.
Non a caso le intolleranze scientificamente note riguardano specifiche molecole, di cui è
nota la biochimica alla base del disturbo, con la particolarità che sono facilmente
eliminabili poiché si conoscono esattamente i cibi che le contengono.
In definitiva, le reazioni avverse al cibo (Bruijnzeel-Koomen C. et al.: Adverse reaction to
food. Allergy 50,623,1995) vengono classificate come :
Al momento, le intolleranze alimentari biologicamente accertate sono :
Enzimatiche : lattosio (carenza di lattasi) - favismo (carenza di G6P deidrogenasi)
Farmacologiche : glutine (pane, pasta) - istamina (vino, pomodori, spinaci) - triamina
(formaggi stagionati, sgombro) - caffeina (caffè, bibite) - solanina (patate, peperoni) -
triptamina (prugne, pomodori) - serotonina (banane, pomodori) - lieviti (pizza, pane, birra)
mentre le allergie alimentari (da contatto o inalanti) più comuni sono :
nikel (pomodori, spinaci, kiwi, legumi) - drupacee (pesca, albicocca) - musacee (banana) -
tropomiosina (farina, crostacei, molluschi) - lattice (banana, kiwi, melanzane) - albumina
(uova, pollo) - insulinglarfine (soja, legumi) - gradC1 (merluzzo, sgombro, salmone)
I test per le intolleranze alimentari possono essere divisi in due categorie: quelli
convenzionali, accettati e utilizzati dalla comunità scientifica e dalla medicina
convenzionale; e quelli non convenzionali, che non hanno dimostrato di avere sufficiente
sensibilità, specificità e ripetibilità. In due parole: non funzionano, anche se
vengono proposti sempre più spesso da medici omeopati e naturopati.
I test non convenzionali più richiesti sono il Vega test, il Dria test, il Citotest e l’ analisi del
capello, e a questi va aggiunto anche il connubio iridologia - intolleranze alimentari.
I test convenzionali in realtà non sono test per le intolleranze, ma per le allergie,
cioè test che mirano a determinare reazioni avverse al cibo mediate dal sistema
immunitario. Tuttavia gli ultimi test proposti vanno a ricercare reazioni non IgE-mediate per
cui possono essere considerati test per le intolleranze alimentari, se consideriamo come
allergie solamente le reazioni IgE-mediate.
DRIA test
Test DRIA, Test muscolare kinesiologico,
DRIATEC
E’ un metodo tutto italiano che comporta la
esposizione del paziente a vari alimenti e
contemporaneamente ne misura la forza
contrattile del quadricipite
Non è mai stato provato scientificamente che il
contatto con un alimento al quale si è intolleranti
genera una disarmonia rilevabile da una
diminuzione della forza muscolare. Nessuna affidabilità (stanchezza muscolare
dopo i primi test alimenti) ne ripetitività (poichè alcune intolleranze si manifestano 48-72
ore dopo il contatto). Costo 50 - 150 €
VEGA test
Elettroagopuntura di Voll (EAV),
Bioscreening, Biostrengt test, Sarm test,
Moratest, Vega test, Terapia Bikom, Bio
strenght meter, Creavutest
Il test misura la variazione bioelettrica
ponendo l’ organismo (mano o dito o
meridiani dell’ agopuntura cinese) in contatto
con gli input elettrici (puntale sferico collegato
ad un manipolo metallico) che, si dice,
riproducano un alimento.
Inaffidabilità al 100% accertata fin dal 2001 (Lewith e coll.) non essendo mai stato
scientificamente dimostrato che una reazione allergica modifichi il potenziale elettrico
cutaneo nè il potenziale di membrana. Scarsissima ripetibilità. Costo 30 - 100 €
TEST del capello
Biotricotest, Biointollerance test, BioMetaTest (Daphne),
Creavutest, MineralEvo (mineralogramma)
Le intolleranze vengono valutate attraverso la misura di risonanza
magnetica dei capelli in conseguenza di campi di disturbo
enzimatici, chimici o organici.
E’ noto che nel capello vengono accumulati elementi minerali e
metalli, ma la misura di questi elementi non puė essere messa in
relazione con l’intolleranza verso un alimento.
Non esiste nessuna pubblicazione scientifica che validi questa metodica analitica, anzi si
ritiene che non sia ripetibile e quindi del tutto inaffidabile e pericolosa se impiegata per la
valutazione e la cura delle intolleranze alimentari (Barrett S. Commercial hair analysis.
JAMA 1985; 254 ). Costo 50 - 300 € in base alla complessità dell’ esame
TEST Citotossico
Alcat test, Prime test, Kondo test, Bryan test, Cito
test, Nu Tron test, PrimaHome test
Dovrebbe evidenziare ipersensibilità alimentari
non-IgE-mediate.
Il sangue (o i soli globuli bianchi) del paziente
viene messo a contatto, su un vetrino, con gli
alimenti. Se l’alimento è mal tollerato, i granulociti
subiscono modificazioni gonfiandosi.
Queste modificazioni vengono visualizzate al
microscopio e classificate arbitrariamente con 4 diversi gradi di intolleranza.
Il test non è attendibile anche perché quando vengono testati alimenti solidi come cereali,
formaggio o alimenti che comunque contengono grassi, come il latte, i granulociti si
danneggiano in modo aspecifico, rigonfiandosi. Ha scarsa ripetibilità e molta
soggettività nell’analisi (il risultato del test è strettamente legato all’esperienza e alla
bravura dell’operatore) ed esiste anche un Influenza significativa dell’ambiente sul pH,
temperatura e osmolarità del sangue (Benson e Arkins 1976; Lehman 1980; Stein 1975).
Costo 150 - 300 € in base al numero di alimenti testati
Dal 2011 il Test Citotossico è stato automatizzato (Alcat test), risolvendo il problema della
standardizzazione e della lettura dell’ operatore ma ancora questo esame non è stato
accettato dalla comunità scientifica internazionale ma solo dalla FDA e dalla CEE.
Test Immunoenzimatico IgG ELISA
FIT Natrix, Genarrayt, Cerascreen RapidIg G4,
FoodScan, FastCheck POC, TIAMI
il siero del paziente viene messo a contatto con le
proteine degli alimenti. Se nel siero sono presenti
anticorpi (IgG) rivolti contro le proteine di un
particolare alimento, questi vi si legheranno
formando un complesso che sarà rivelato
dall’aggiunta di un colorante specifico. L’intensità della colorazione sarą
proporzionale alle quantitą di IgG specifiche presenti nel siero. Quindi il test non solo rivela
la presenza di un’intolleranza alimentare, ma la quantifica.
Questo test risulta fra i più affidabili perché si basa sulla metodica ELISA ampiamente
collaudata per la diagnosi di varie patologie (infettive, autoimmuni, ematologiche…), è un
esame standardizzato ed è statisticamente sensibile e ripetibile.
Purtroppo è un test non molto specifico in quanto risposte anticorpali per le IgG su
qualche tipo di alimento sono state trovate sia in soggetti sani che in soggetti allergici.
Inoltre, attraverso questo tipo di analisi, non è possibile identificare gli alimenti poveri o
privi di proteine, in quanto le IgG si legano solo alla parte proteica dell’alimento.
La produzione di anticorpi IgG nelle intolleranze alimentari è stata dimostrata (Atkinson et
al. 2004; Hofman 1995). Costo 150 - 350 € in base al numero di alimenti testati
Test delle Citochine BAFF e PAF
Recaller Program, BioMarkers Test
Recaller è un finger-test e si esegue tramite un piccolo
prelievo dal polpastrello e poi si analizzano le citochine
infiammatorie BAFF e PAF (che misurano il livello di
infiammazione da cibo) e le Immunoglobine G (anticorpi verso
gli alimenti nella nostra alimentazione). La produzione
di IgG è l'espressione del modo con cui l'organismo umano, nei
milioni di anni di evoluzione che hanno preceduto la sua attuale
struttura immunologica, ha imparato a conoscere se un alimento che
entra nell'organismo è adatto a prendere una patway metabolica (metabolita) oppure no
(tossina). La suddivisione in 5 grandi gruppi alimentari, specifici per popolazione,
anziché di un singolo cibo, si basa scientificamente sul fatto che Il sistema immunitario
risponde in maniera simile ad alimenti appartenenti ad uno stesso gruppo.
Siamo quindi di fronte ad una innovazione tra le più importanti nel campo delle reazioni
alimentari in quanto è possibile misurare efficacemente la low grade inflammation per la
quale i valori di VES e PCR sono assolutamente inadeguati. I l d o s a g g i o d e l l e
citochine infiammatorie come il BAFF e il PAF è un dato aggiuntivo di grande importanza
che permette di studiare lo stato infiammatorio di ogni individuo valutandone l'andamento
nel tempo e indirizzando successivamente la clinica. Vanno considerate come l'
anello di congiunzione che mette in relazione le IgG e le citochine verso gli alimenti e la
guarigione si sviluppa poi attraverso una dieta a rotazione che consente il recupero della
tolleranza immunologica. Costo circa 150 €
Test Immunoenzimatici IgE
Il PRIST dosa le IgE totali mentre il RAST dosa le IgE specifiche.
Il RAST è meno sensibile ma più specifico del Prick test ma le nuove tecniche CAP-FEIA
e UniCAP ne hanno elevato la sensibilità e la praticità d’ uso.
Test ImmunoCAP - ISAC
E’ il sistema più avanzato e moderno per la diagnosi di
sensibilizzazione allergica IgE-mediata.
Il test molecolare ISAC garantisce la definizione del profilo di
sensibilizzazione di ogni soggetto in modo molto dettagliato.
Per questo test vengono utilizzate molecole allergeniche
altamente purificate; è necessario un prelievo di sangue.
L’ ISAC è un supporto solido sul quale differenti molecole
native e ricombinanti vengono fissate in una precisa
disposizione così da formare un array microscopico.
Gli anticorpi IgE presenti nel siero del paziente riconoscono
gli epitopi specifici creando immunocomplessi con le molecole
allergeniche sulla superficie di un biochip.
Gli anticorpi secondari anti-IgE vanno a legarsi all’ immunocomplesso IgE-Allergene e la
reazione viene evidenziata dalla presenza di un fluoroforo sull’ anticorpo secondario.
Un raggio laser eccita il fluoroforo che rimette una radiazione luminosa ad una diversa
lunghezza d’ onda, segnale che viene software elaborato per la creazione dell’ immagine.
Il test identifica e distingue positività IgE per allergeni alimentari potenzialmente correlate
con reazioni sistemiche anche gravi, da altre associate a sintomi locali minori.
Costo circa 300 €
TEST genetici
Genomech, DelphiGene, Geno diet, DNA Explorer,
Test genetico 700, N.I.Ge.F, DNASlim, g-diet
Il test consiste nel prelievo di un campione di
saliva attraverso l’utilizzo di un tampone buccale.
Si analizzano un certo numero di polimorfismi
(variazione nella struttura di un gene) in 5 o più
geni le cui funzioni sono legate all’assorbimento dei macronutrienti (grassi e carboidrati), al
controllo glicemico e alla naturale propensione al sovrappeso. Per ogni soggetto la
combinazione tra questi polimorfismi è correlata ad una tipologia ben definita di sistema
alimentare. Il numero di polimorfismi analizzati varia da test a test.
Il DNA è senza dubbio fonte di un’enorme quantità di informazioni e se usato nel modo
corretto può migliorare il lavoro del professionista e il benessere dei pazienti.
E’ importante però scegliere laboratori che offrano garanzie di qualità e di serietà perchè
spesso lo stesso campione inviato a due laboratori diversi dà due risultati diversi, inoltre, il
referto molte volte non correla bene i geni testati agli alimenti, rendendone così difficile l’
interpretazione.
Costo 300 - 500 € (se inferiore il test è poco attendibile)
Test Diagnostici in vivo
Prick skin test e Patch test sono dei test che permettono di effettuare uno screening nei
pazienti con sospetta allergia IgE-mediata. Il test consiste nell’inoculare una data
concentrazione di estratto purificato dell’allergene indagato, come pure di due piccole
quantità di sostanza controllo (soluzione salina ed istamina) sulla superficie volare
dell’avambraccio (prick) o sulla schiena (patch). Dopo circa 15-20 minuti si deve valutare
la presenza di reazioni cliniche (eritema e pomfi) nell’area
interessata. Il test viene considerarto positivo quando è
presente un pomfo con diametro di almeno 3mm maggiore
rispetto al controllo negativo (soluzione salina). Questo
metodo viene utilizzato sia nell’ambito dell’allergia alimentare
(prick by prick) che degli inalanti ambientali, tuttavia, il solo
prick test positivo a un alimento non costituisce un criterio di
certezza mentre uno skin test negativo conferma l’assenza di
allergia alimentare con valore predittivo > nel 95% dei casi.
In definitiva possiamo considerare il prick test un metodo valido per escludere reazioni
IgE-mediate, mentre è solo “suggestivo” di allergia alimentare clinicamente evidente in
caso di positività. I prick test per alimenti assumono quindi un valore diagnostico maggiore
quando sono negativi: infatti è molto raro che un paziente presenti allergia alimentare in
presenza di una risposta negativa al prick test, anche se ciò è possibile.
Il Valore Predittivo Positivo (PPV) è inferiore al 50% mentre il Valore Predittivo Negativo
(NPV) è maggiore del 95%. Questi valori sono stati ottenuti dal confronto con quello che è
il gold standard nella diagnosi di allergia alimentare, ovvero il test di scatenamento orale in
doppio cieco con placebo (DBPCFC) dopo dieta ad eliminazione dei cibi.
Cross-reattività (o reattività crociata) è un fenomeno legato ai soggetti che soffrono di
allergie ai pollini, i quali possono avere "reazioni allergiche" anche quando mangiano
alcuni ortaggi (frutta e verdura).
La sensibilizzazione ad un polline provoca nel soggetto
allergico, la produzione di IgE specifiche che si legano a
recettori della membrana cellulare dei mastociti mucosali
residenti nel cavo orale; per cui ad esempio quando un
soggetto sensibilizzato alla betulla mangia una mela, un
allergene contenuto nella mela viene riconosciuto, per la
sua "somiglianza" molecolare, dalle IgE specifiche per
l'allergene betullaceo. Si scatena di conseguenza
la cosidetta Sindrome Orale Allergica(OAS).
Spesso i pazienti hanno sintomi più intensi quando
mangiano l’ ortaggio durante il periodo di fioritura del
polline, proprio per l'aumento stagionale delle IgE
specifiche e addirittura, alcuni pazienti allergici all’
ortaggio, tollerano l'alimento al di fuori del periodo di
pollinazione. Oltre ai pollini mix, che hanno una crossreattività
accertata con il miele (millefiori), al polline di
nocciolo (cross con nocciole), al polline del platano (cross
con il melone) altre allergie ai pollini che possono dare
cross-reattività accertate con gli alimenti sono :
DBPCFC (Double blind placebo controlled food challenge). Lo scatenamento in doppio
cieco controllato contro placebo fu introdotto nel 1976 da May ed è considerato da allora,
il metodo “gold standard” per accertare o escludere un’allergia alimentare. Questo metodo
può essere utilizzato anche per ragioni scientifiche in trials clinici o per determinare il
valore soglia o il grado di sensibilità/tollerabilità verso un cibo. Il DBPCFC è utile anche per
studiare casi di discrepanza tra storia clinica e risultati dei test in vivo e/o in vitro e infine
per valutare sintomi cronici sospettati essere
correlati all’introduzione di specifici alimenti.
Dopo una/due settimane di sospensione dalla
dieta degli alimenti sospetti, il soggetto riceve la
somministrazione di un singolo alimento sotto
forma di capsule opache che contengono cibo
generalmente liofilizzato. Similmente il placebo
è costituito da una capsula apparentemente
uguale ma al cui interno si trova generalmente
destrosio, o altri cibi che si sa con certezza
essere tollerati dal paziente.
La dose iniziale somministrata (che varia per ogni singolo alimento) viene raddoppiata a
intervalli prefissati, fino a raggiungere gli 8-10 g di sostanza. Quando il paziente tollera
questa concentrazione di cibo liofilizzato, lo studio viene continuato in aperto per
un’ulteriore conferma. La metodica necessita comunque di essere standardizzata, infatti
non esistono ancora dati certi in merito al tempo che deve seguire tra due
somministrazioni o le concentrazione delle stesse.
Altri Test Diagnostici
Test per il rilascio dell’istamina dai basofili (HRT)
L’istamina è una sostanza che causa prurito, gonfiore e congestione. A volte, l’istamina è
liberata senza il coinvolgimento delle IgE, rendendo inutili i test convenzionali. Lo scopo di
questo test è quello di misurare direttamente l’istamina rilasciata in una reazione allergica,
misurando il rilascio dell’istamina dai basofili (una delle popolazioni cellulari coinvolte nelle
allergie) in vitro. Mescolando tutte le sostanze possibili con i basofili del paziente è
possibile misurare il rilascio di istamina e in base ad essa la positività della sostanza
incriminata. Problemi: il test è costoso, va effettuato con sangue fresco, e genera ancora
troppi falsi positivi.
Test CAST (Cellular Allergen Stimulation Test)
Questo test misura altri mediatori dell’allergia noti come sulfido-leucotrieni, che
promuovono la reazione allergica non mediata dalle IgE e la conseguente infiammazione.
Questo test può essere utilizzato nel caso di allergie non mediate dalle IgE. Il test CAST è
valido soprattutto nel caso di farmaci, veleno d'api e vespa, additivi e coloranti alimentari.
Problemi: il test ha bisogno di un campione di sangue fresco ed è costoso.
Test LTT (Antigen Induced T-Cell Proliferation Test & Lymphocyte Transform Test)
L'LTT studia le reazioni da ipersensibilità ritardata, che impiegano oltre 24 ore a
manifestarsi e in cui è molto difficile trovare l’allergene responsabile. Le cellule T del
soggetto vengono incubate con l’allergene per 5 giorni, poi si misurano le citochine (i
principali mediatori chimici coinvolti in questo tipo di reazione avversa).
Problemi: il test rileva troppi falsi positivi e quindi va sottoposto ad ulteriori valutazioni.
Conclusioni
Il 20% della popolazione mondiale ritiene di essere affetto da un’allergia o da un’
intolleranza alimentare, ma in realtà solo un decimo di questi casi viene confermato in
seguito ad un corretto iter diagnostico.
Negli ultimi anni queste convinzioni si sono diffuse a macchia d’olio e spesso si tende a
classificare i disturbi come collegati al cibo, più frequentemente di quanto non lo siano.
Il perchè è legato in parte ad un effettivo aumento delle malattie allergiche ma, soprattutto,
alle numerose diagnosi eseguite con criteri discutibili e mai scientificamente provati.
I numerosi test, disponibili in commercio da anni, ma privi fino ad ora di qualsiasi validità
biologica sono quelli di citotossicità, l’ elettroagopuntura secondo Voll, il DRIA, la
provocazione-neutralizzazione sia sublinguale che sottocutanea, la kinesiologia applicata,
la biorisonanza, l’ analisi del capello, l’ iridologia, etc.
Si tratta di analisi discretamente costose per il paziente, ma soprattutto rischiose
perché, non esistendoci dimostrazioni di validità scientifica, si sottopongono le persone
con una diagnosi non corretta di allergia e/o intolleranza alimentare, a diete che possono
portare a gravi squilibri fisiologici.
Inoltre, nei pochi soggetti veramente allergici, si aggiunge il possibile rischio di attribuire
per errore la causa dei disturbi ad un alimento diverso da quello realmente responsabile,
con il pericolo di vedere persistere i sintomi, associando spesso anche cure non idonee.
Considerate la numerosità e la variabilità interpretativa dei test attualmente disponibili nei
laboratori, il cammino interpretativo-diagnostico migliore è quello di proseguire per gradi :
a) valutare i risultati dei test ematici : VES, PCR, Emocromo, Prove Emogeniche,
Elettroforesi, Immunoglobulune (IgG - IgM - IgA - IgE), Complemento (C3 - C4)
b) eseguire un prick test e valutare eventuali cross-reattività con gli alimenti
c) segue il test delle citochine per alimenti che creano complessi IgG-proteina
d) quindi il test ISAC per valutare allergie alimentari IgE mediate
e) ultimo ma non indispensabile il test genetico, per verificare polimorfismi correlati al cibo
E se proprio vogliamo fare un test citotossico, prediligere sempre l’ Alcal test, ma valutare
comunque che il suo referto è predittivo al 60 % (poco più del lancio di una monetina).
Il riassunto finale sottostante mette in evidenza i risultati da noi valutati su qualche
centinaio di test di intolleranza alimentare (233) nell’ arco di una quindicina d’anni
(2000-2015) eseguiti in più laboratori regionali (7) del triveneto.
Test F.A.I.
Sensibilità
%
Specificità
%
Ripetitività
%
Attendibilita
(-1,+1) *
Costo €
DRIA 0-20 80-100 0-10 -0,375 50-150
VEGA 0-10 80-100 0-20 -0,375 30-100
Citotossico 10-30 40-80 20-40 -0,05 150-300
ALCAT 40-70 20-40 40-60 +0,375 200-300
ELISA IgG 70-90 10-30 60-80 +0.650 150-350
Citochine 80-90 10-20 70-90 +0.750 150
ISAC IgE 70-90 0-10 70-90 +0.775 200-300
Genetico 70-80 0-10 70-90 +0.750 300-500
(*) Attendibilità = (Sensibilità + Ripetitività - Specificità) / 200
Di seguito i centri prelievo o i referenti a Trieste o nelle località più vicine dove poter
eseguire i test più attendibili di intolleranza o allergia alimentare
CITOTEST
Studio Biomedico TS centro
Dott. Michele Faienza
Via G. Gallina 4, Trieste, 34122 Via Forno, 26, Salvazzano Dentro (PD), 35030
Tel.: 040 371280 Tel.: 049 8685344
(Prime Test )
(ALCAT Test)
TEST IMMUNOENZIMATICO ELISA
Farmacia Biasoletto “All’ Orso Nero”
Farmacia Flaborea dott. Loris
Via Roma 16, Trieste, 34132 Viale Trieste 38, Portogruaro (VE). 30026
Tel.: 040 364330 Tel.: 0421 273200
(FIT Natrix )
(FoodScan)
CITOCHINE TEST
Farmacia Alla Minerva
Farmacia Campi Elisi Snc
Piazza Giotti, 1, Trieste, 34133 Via Combi, 17, Trieste, 34143
Tel.: 040 635264 Tel.: 040 302800
(Biomarkers ) (Biomarkers )
Dott. Gianfranco Zippo
Largo Sonnino 9, Trieste, 34138
Tel.: 040 763310
(Recaller Programs )
ISAC TEST
D’Acunzo Servizi Sanitari srl
Laboratori Riuniti
Piazza Ponterosso, Trieste, 34121 Via delle Mura 2, Trieste. 34121
Tel.: 040 372194 Tel.: 040 306095
(ISAC 112) (ISAC 112)
TEST GENETICO
g&Life spa c/o Area Science Park
Dott. Roberto Torrisi
Padriciano 99, Trieste, 34149 Viale del Commercio 10, Verona 37135
Tel.: 040 3755336 Tel.: 045 502541
(g-Diet, DNAslim)
(N.I.Ge.F.)
TEST ALLERGIE
Amb.Allergologia - Osp.Maggiore
DPT Immunopatologia - Osp. SSM Udine
Via della Pietà 19, Trieste. 34129 Piaz.S.Maria Misericordia 15, Udine. 33100
Tel.: 040 3992312 Tel.: 0432 552327
(Prick, Prist, RAST ecc. ) (Prick, Prist, RAST ecc. )