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Intervista Esclusiva

by Cesare Greselin

Ho visto Randy Hansen due volte, dal

vivo con Buddy Miles (batterista di Jimi

Hendrix) nel lontano 1997 sullo stage

del “Sonny Boy” storico locale a San

Fior di Treviso e nel 1998 all’“Arancia

Meccanica” di Padova. La musica di

Randy è un continuo tributo a Jimi

Hendrix, il leggendario chitarrista che più

di ogni altro ha influenzato Randy Hansen.

Randy Hansen suona la chitarra emulando

il mitico Jimi, in maniera verosimile, pure

con i denti e facendola roteare dietro la

schiena, dovete vedere per crederci.

Quando si trova una chitarra fra le mani,

è come se avesse un’arma, non puoi

fermarlo, suona con tutto il corpo e la

sua anima, lo show è veramente ad

alta tensione e pieno di energia. Oltre

ad essere un grandissimo musicista e

uno showman straordinario, io che l’ho

conosciuto vi posso assicurare che è

anche un ragazzo veramente simpatico

e semplice, nei rapporti umani, un vero

gentleman. Randy Hansen ha suonato

con Richie Blackmore, con i Beach Boys,

con i Blue Oyster Cult e con Steve Ray

Vaughan, tanto per citare qualcuno.

In quel periodo ho avuto la possibilità di

avere un breve colloquio con Randy e in

quell’occasione quando parlammo di Jimi

Hendrix, mi disse:

“Jimi Hendrix non potrà mai essere

eguagliato, è un artista unico, io l’ho visto

dal vivo in qualcuno dei suoi ultimi concerti

e pensa che una sera, sotto la pioggia, io,

felicissimo, ero proprio sotto al palco, tanto

vicino che le gocce di pioggia cadevano

sugli stivali e rimbalzavano direttamente

sulla mia faccia”.

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