Fondazione di Comunità del Chierese
Percorso di costituzione
Percorso di costituzione
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L I N E E G U I D A
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A T T I V A R E
Nel 2016 le Amministrazioni comunali del
territorio dell’Area Omogenea 11 della Città
Metropolitana di Torino, i Comuni
appartenenti alle Unioni dei Comuni
“Comunità collinare Alto Astigiano” e “Lago e
Collina”, oltre ad altri comuni limitrofi, hanno
sottoscritto un “Patto di Identità Territoriale”
con l'obiettivo di assicurare una governance
efficiente ai piani di sviluppo integrato decisi
collegialmente. Il documento d'intesa è stato
firmato da 28 comuni(1) e 1 Unione di comuni,
interessa quasi 135 mila abitanti su oltre 500
kmq di superficie territoriale.
Gli aderenti <si sono dati obiettivi comuni ed in
particolare:
La sottoscrizione del Patto ha rappresentato
l'occasione per avviare una serie di riflessioni e
indagini per comprendere meglio i mutamenti
che il territorio si trova a dover fronteggiare,
sia a scala locale sia globale, e per individuare
le reali opportunità di innovazione che i
soggetti che vi operano possono esprimere.
Il processo di analisi del territorio ha
interessato vari settori e argomenti, dal
commercio al settore agro-alimentare, dal
sociale ai temi di valorizzazione culturale,
dall'ambientale al manifatturiero.
I risultati, ora disponibili in diverse
pubblicazioni e documenti, hanno consentito di
accedere a dati e informazioni preziose per la
ricostruzione del quadro conoscitivo del
territorio chierese e per comprendere le reali
necessità del contesto di riferimento.
Dal complesso di indagini e dal confronto di
vari tavoli di lavoro(3) avviati in questi anni
emerge come il Chierese e le zone limitrofe
rappresentino un contesto che esprime
atteggiamenti diversificati e talvolta in
contraddizione tra loro.
rafforzare un’identità territoriale comune,
che sappia conservare e valorizzare le
singole peculiarità ed eccellenze;
trovare una linea comune di azione in
diversi settori di interesse, stimolando una
collaborazione concreta tra gli enti per
condividere bisogni, interventi, competenze
ed opportunità;
aumentare il peso specifico del territorio nel
contesto regionale e nazionale,
agevolandone anche la riconoscibilità;
incrementare le possibilità di intercettare
finanziamenti regionali, nazionali ed
europei>(2)
1
(1)
Albugnano, Andezeno, Arignano, Baldissero Torinese, Berzano di S. Pietro,
Cambiano, Capriglio, Carmagnola, Castelnuovo don Bosco, Cerreto d'Asti, Chieri,
Cortazzone, Isolabella, Lombriasco, Marentino, Mombello di Torino, Montafia,
Montaldo Torinese, Moransengo, Moriondo Torinese, Pecetto Torinese, Pino d'Asti,
Pino Torinese, Poirino, Pralormo, Riva presso Chieri, Santena, Sciolze.
(2)
ATLANTE DEL CAMBIAMENTO. Un atlante dei processi di trasformazione in corso
nel territorio del “Patto di identità territoriale”. A cura di Arch. Marco Giovannone e
Dott. Emanuele Giusti, 2019.
(3)
Nel biennio 2017-2018 la società Avanzi – Sostenibilità per azioni di Milano ha
coordinato, per conto del Comune di Chieri, una serie di tavoli di lavoro. La
ricostruzione di un quadro conoscitivo attraverso l’analisi di documenti e incontri con
referenti comunali e vari focus group aperti alla cittadinanza hanno condotto
all’individuazione di tre temi principali ai fini della attivazione di processi di
rigenerazione urbana in città: Agroalimentare, Cultura e coesione sociale, Manifattura
tessile e design.
I D E N T I T À
Sotto il profilo socio-economico è un territorio
mediamente ricco, con una presenza di
popolazione giovane consistente, nuclei
familiari che dispongono di capacità
economica, sono presenti industrie medie e
piccole con un buon tasso di
internazionalizzazione accanto a eccellenze
artigiane sia nel campo del tessile sia nell'agroalimentare,
il tessuto associativo e aggregativo
è vivo e coinvolge un numero consistente di
volontari; sotto il profilo culturale e
paesaggistico il versante sud est della collina
torinese, il Pianalto e la pianura a sud del Po
fino alle colline del Monferrato è un territorio
assai interessante dal punto di vista
naturalistico, e ricade interamente nella
Riserva di Biosfera MAB Collina Po
(recentemente riconosciuta dall’Unesco per il
suo elevato valore ambientale), contempla
istituzioni culturali di pregio accanto a beni
culturali più di nicchia.(4)
Per quanto l'intero territorio abbia risorse
notevoli, risente delle trasformazioni avvenute
negli ultimi vent'anni le quali hanno lasciato
solchi profondi nella comunità locale.
Con il progressivo cambiamento nei consumi
culturali e sociali, il territorio fatica a
coinvolgere gli abitanti nelle iniziative,
mancano figure professionali in loco che
possano gestire e sviluppare appieno le
potenzialità dei beni turistici e culturali, la crisi
economica ha prodotto una dispersione del
saper fare artigianale, cittadini provenienti dal
capoluogo torinese sono giunti nelle cittadine
portando comportamenti di utilizzo del
territorio poco partecipativi alla vita della
comunità, l'immigrazione straniera non sempre
trova punti di contatto con il tessuto locale.
Si registra una difficoltà a canalizzare le
energie positive della comunità verso uno
sforzo congiunto per la valorizzazione delle
potenzialità del territorio e dei cittadini che vi
abitano, anche se fermenti di cooperazione
civica sono stati attivati negli ultimi anni
attraverso gli strumenti dell’amministrazione
condivisa (ad esempio con i Patti di
condivisione per i beni comuni nel Comune di
Chieri).
(4)
Fonte:
PATTO DI IDENTITÀ TERRITORIALE TRA I COMUNI A SUD DELLA CITTÀ
METROPOLITANA DI TORINO E DELLE UNIONI DELL’ALTO ASTIGIANO. Sintesi
Quadro socio-economico e territoriale dei Comuni del Patto di
Identità Territoriale IRES Piemonte, 2017.
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C O N D I V I S I O N E
Per quanto assai geograficamente contiguo al
capoluogo di regione, l'intero territorio sconta
un collegamento poco dinamico con la
dimensione più innovativa e propositiva che in
questi anni Torino ha saputo costruire sui temi
della social innovation, dell'integrazione
culturale, dello sviluppo tecnologico e
manifatturiero 4.0, della valorizzazione del
patrimonio culturale e del turismo, tutti temi
che rappresentano una concreta opportunità
di crescita sociale, culturale, economica e
occupazionale.
Per il superamento delle dinamiche di
segmentazione delle azioni in essere, per
agganciare l'innovazione a scala globale ma
soprattutto per massimizzare un reale impatto
civico e sociale, il territorio ha bisogno di un
nuovo strumento in grado di catalizzare
risorse, non solo economiche, provenienti da
diverse fonti e redistribuirle sotto molteplici
forme – da elargizioni a investimenti, da beni e
servizi a informazioni e conoscenze – per il
bene comune, per lo sviluppo di progetti di
utilità sociale, solidaristica, civile e culturale.
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Tutto ciò richiede uno sforzo consistente di
coordinamento e di coinvolgimento di un
ampio spettro di soggetti (individui e
organizzazioni) che vogliono contribuire allo
sviluppo del proprio territorio. Lo strumento in
grado di rispondere in modo adeguato a una
tale sfida è senz'altro rappresentato dalle
Fondazioni di comunità. Sono realtà che fanno
della democratizzazione della filantropia e
della promozione della cultura del dono la base
per superare i particolarismi dei singoli
soggetti e moltiplicare le possibilità di raccolta
fondi.
Una Fondazione espressione del Chierese
consentirebbe di catalizzare e facilitare la
generosità di quanti (persone, imprese, enti del
Terzo settore, ecc) vorrebbero contribuire al
miglioramento del proprio contesto
territoriale ma che per diverse ragioni non
riescono a farlo individualmente. Il progetto di
costruzione di una fondazione di comunità,
pertanto, ha lo scopo di affermare il territorio
del Chierese come area di pregio storico e
ambientale, di metterne in evidenza le sue
peculiarità paesaggistiche, di farne il corridoio
privilegiato di collegamento fra Torino ed il
sistema collinare del Piemonte centrale, di
promuoverlo come spazio di sperimentazione
di nuove modalità di coinvolgimento della
società civile nel progresso socioculturale dei
propri abitanti, mantenendo l’attenzione verso
quelli più fragili.
Sviluppare le potenzialità di un territorio e il
benessere delle persone che vi abitano,
richiede una dimensione collettiva di diversi
segmenti della società, uniti dal perseguimento
di obiettivi comuni.
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Il territorio non è nuovo a esperienze di
cooperazione inter-istituzionale. Il progetto
“Scrigni d’Argilla” dell'Associazione La
Compagnia della Chicciola Onlus di Chieri,
realizzato in collaborazione con i Comuni di
Pecetto, Cambiano, Villanova, Buttigliera,
Marentino e Rivalba, ha rappresentato un
“centro di dialogo” sul tema della
valorizzazione del patrimonio diffuso e un
primo passo per la promozione del territorio
per un pubblico non solo locale.
In tempi recenti è stato invece perfezionato
l'accordo di programma fra la Compagnia della
Chiocciola, l'associazione Carreum Potentia e
l'Associazione Avezzana per la realizzazione
del progetto "Dal Duomo a San Giorgio" con
l'intento di valorizzare al meglio il patrimonio
storico e artistico della città di Chieri.
Un accordo molto importante che, dopo aver
incluso il Comune di Chieri, sta dando vita alla
Start Gallery, una mostra - museo situata nel
complesso di San Filippo, pensata per
l'accoglienza culturale dei visitatori attirati
dalla storia e dall'arte cittadina.
E’ prevista l'estensione dell'accordo di
programma ad altri soggetti cittadini
(parrocchie, istituzioni museali, associazioni,
ecc.)
Forti di questa esperienza La Compagnia della
Chiocciola e gli stakeholders coinvolti in questi
ultimi anni, intendono rilanciare l’azione sul
territorio con un’ambizione ancora maggiore,
quella, cioè, di proporsi come realtà in grado di
generare network tematici capaci di creare
nuove opportunità: dall’offerta culturale e
ambientale all’altezza della domanda di qualità
proveniente dal nuovo turismo metropolitano,
alla formazione di professionalità in loco in
grado di sostenere tale sviluppo, alla messa a
sistema delle eccellenze dell'agro-alimentare o
dell'artigianato, alla salvaguardia della salute
dei cittadini, alla promozione delle attività
sportive e ricreative al sostegno alla disabilità.
La presenza di un patrimonio culturale diffuso,
unita ad un paesaggio geomorfologicamente
interessante e ancora largamente conservato,
la continuità di una tradizione agricola tuttora
economicamente di tutto rispetto, la
permanenza di industrie tecnologicamente
avanzate, la presenza di infrastrutture per il
tempo libero e lo sport, testimoniano una
ricchezza di risorse immateriali e materiali che
solo se opportunamente rafforzate e integrate
consentiranno di affrontare i bisogni del
territorio in modo adeguato, bilanciando un
mix di interventi originali e consolidando
l'ancoraggio territoriale delle iniziative di
quello che viene definitivo “secondo welfare”.
T E R R I T O R I O
4
Sono, infatti, molti gli esempi di cooperazione
positiva e di ricerca di sinergie, ancorché
settoriali ma integrabili attraverso l’azione di
un soggetto specializzato che sappia collegare
le varie parti.
Possono essere raccontati e raccolti a partire
dal variegato contesto in cui opera il
volontariato sociale: l’Associazione Vivere di
Chieri (attiva anche a Pino e Santena) ha
saputo ben integrare i temi della disabilità con
quelli della riflessione culturale sull'approccio
alle problematiche che questa comporta,
dell’avvio al lavoro e allo sport come veicolo di
aggregazione fra persone diversamente abili;
le molte associazioni che si occupano di
integrazione degli stranieri e richiedenti asilo
hanno costruito reti di collaborazione proficue
con tra loro e con gli enti pubblici, sviluppando
strumenti aggregativi nuovi a fronte di nuove
emergenze (rete accogliente e resistente del
Chierese); le associazioni che si occupano di
povertà hanno coordinato le loro azioni locali
per fronteggiare nuove fragilità, sapendo
anche coinvolgere partner privati non
tradizionalmente presenti nel settore
(mercatali, negozi alimentari, farmacie, ecc....);
a cavallo fra il sociale e il culturale è
importante ricordare l'adesione all'impianto
territoriale e alla progettualità a rete
intersettoriale di soggetti come la Banca del
Tempo, e la scelta delle UNI 3 del territorio
(Chieri, Pecetto, Pino, Santena-Cambiano,
Poirino) di operare fra loro, mediante apposito
accordo di programma, una scelta in favore del
rafforzamento della proposta di valorizzazione
del patrimonio culturale ed umano, con una
attenzione specifica anche ai temi della salute
e della prevenzione.
Tutte queste iniziative testimoniano di un
complesso di enti votati al perseguimento di
fini socio-culturali e assistenziali per la parte
più debole della società Chierese.
Creare gradualmente un tessuto coerente tra
di esse, comporre il substrasto armonico su cui
valorizzare gli assoli innovativi, consentirebbe
di veicolare un immaginario collettivo di
coesione e armonia con tutte le componenti
sociali del territorio, comunicando un
territorio in cui il miglioramento della qualità
della vita, l'assunzione di cura dei luoghi e delle
persone, possano rappresentare fattori di
attrazione della filantropia locale.
L'originalità della nuova Fondazione di
comunità risiede dunque nella costruzione di
una nuova identità sociale e territoriale capace
di traghettare l'immagine del Chierese da
“terra di mezzo” - tra Torino e il Monferrato, le
Langhe e il Roero - o “dormiente” - mentre la
vita lavorativa, ricreativa e culturale si svolge
altrove, nel capoluogo - a luogo di vita
comunitaria in cui ognuno possa esprimere le
proprie potenzialità al meglio.
La Fondazione avrà così una riconoscibilità unica e
una autorevolezza certa data dall'aggregazione di
diversi stakeholders.
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La nuova Fondazione opererà per assumere un
ruolo di “sviluppo di comunità”, agendo per il
miglioramento dello status quo e costruendo
piattaforme per la messa in rete delle risorse
esistenti.
Non vuole essere una sovrastruttura dirigistica
a scapito delle realtà locali esistenti, quanto
piuttosto uno spazio di dialogo e stimolo tra
portatori di interessi del territorio, una sorta di
cabina di regia di azioni volte a rafforzare le
organizzazioni.
La missione sarà orientata a:
favorire la crescita sociale, civile, educativa
e lavorativa delle donne e degli uomini che
compongono la comunità del Chierese e i
dintorni
promuovere, incentivare e valorizzare la
cultura del dono di privati, imprese e
organizzazioni che vogliano investire,
contribuire e agire per il cambiamento e la
rigenerazione del proprio territorio
garantire la sostenibilità delle iniziative
degli enti del Terzo settore promuovendo
logiche di sistema e azioni integrate tra
soggetti
agevolare il coinvolgimento civico degli
individui per generare un impatto sociale,
ambientale, culturale capace di innescare
processi di condivisione di relazioni umane
significative, una logica di tipo generativo.
Nel lungo periodo la Fondazione vuole attivare processi di innovazione
locale per valorizzare il potenziale delle nuove generazioni del territorio,
anche mettendo a disposizione delle organizzazioni, sia esistenti sia future,
le risorse che aiutino le organizzazioni stesse a modulare, ripensare,
consolidare e sviluppare appieno le loro reciproche comunità di riferimento.
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La Fondazione agirà attraverso una serie di
attività, lungo direttrici tematiche che
potranno essere concordate collegialmente
con i promotori aderenti al progetto secondo
un cronoprogramma che determinerà priorità
e interessi condivisi.
Considerando le esperienze maturate in
passato gli obiettivi principali e raggiungibili
nel breve periodo vedono:
il sostegno a progetti che aumentino il
capitale sociale del territorio, con sviluppo
di azioni formative per persone ed enti sia
pubblici sia privati e per specifiche
categorie di cittadini ed abitanti (come ad
esempio giovani o stranieri, o persone in
difficoltà)
il sostegno allo sviluppo del welfare locale,
che favorisca la collaborazione tra gli enti
coinvolti, per la promozione di una comunità
che sviluppi le pari opportunità di ciascuna e
ciascuno
il posizionamento del territorio come
proposta turistica di valorizzazione e di
qualità paesaggistica, culturale ed
enogastronomica, anche attraverso la
valorizzazione dei prodotti di aggregazione
identitaria derivanti dall’agroalimentare
locale, dall’artigianato, dalla manifattura,
ecc.
la sensibilizzazione di amministrazioni,
cittadini e turisti verso buone pratiche di
manutenzione, gestione e conservazione del
bene pubblico, l’integrazione delle aree
collinari del territorio allargato attraverso
percorsi di sviluppo di specifiche tematiche
comuni.
Le azioni saranno funzionali agli obiettivi
principali sopraindicati e saranno coordinate e
sviluppate dalla Fondazione attraverso
modalità differenti a seconda dell'interesse e
partecipazione delle organizzazioni attive.
Saranno realizzate tramite l'emissione di bandi
specifici di selezione delle iniziative proposte
da enti o sviluppate direttamente dalla
Fondazione.
L'individuazione delle priorità dei temi da
sviluppare verrà socializzata attraverso un
processo partecipativo con il territorio per
garantire la massima trasparenza delle
decisioni e per rafforzare il ruolo di
coordinamento e di leadership della
Fondazione.
il supporto a progetti di area sociale e
culturale che sviluppino i temi individuati
come “cardine” dalla Fondazione
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R E T E
Le modalità con le quali verranno definite
azioni e le relative procedure applicative
terranno conto di quanto già realizzato in
passato, delle organizzazioni e dei progetti in
corso, delle tematiche presidiate e di quelle
scoperte, al fine di evitare sovrapposizioni e
iniziative concorrenziali che potrebbero
rappresentare fattori di dispersione degli
sforzi degli attori presenti sul territorio e della
Fondazione stessa.
A titolo esemplificativo e non esaustivo si
possono citare:
nel campo del sociale, forme di sostegno al
lavoro di persone in situazione di disagio,
promozione di iniziative nel tema “cultura e
salute”, sostegno a progetti di welfare locale
e supporto a progetti e iniziative sul tema
della disabilità
nel campo culturale, valorizzazione delle
eccellenze culturali sul territorio (Casorati,
Alvar Aalto, InfiniTo), interventi di
valorizzazione della cultura del tessile,
valorizzazione del design e della Fiber Art
nel campo del turismo, interventi di
restauro e manutenzione del patrimonio
culturale diffuso da fruire con percorsi slow,
con itinerari nel verde a piedi e in bicicletta,
promozione della ricettività locale,
manutenzione delle strade bianche e
potenziamento delle ciclovie, itinerari
tematici alla scoperta delle trasformazioni
urbanistiche nei secoli,
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Tra modelli di governance più deterministici
incentrati sulla pianificazione e il controllo
delle iniziative realizzate o sostenute, la
Fondazione Chierese sarà orientata a modelli
di stampo solidaristico, ovvero sarà orientata a
incentivare e supportare le organizzazioni
locali, rafforzare l'impatto civico, sociale e
culturale sul territorio delle azioni sia proprie
sia promosse, creare sinergie in grado di
attivare processi di efficientamento
organizzativo degli enti con i quali la
Fondazione collaborerà.
Infatti l'adozione del solo modello multifase di
matrice anglosassone basato su stabilite
procedure di selezione ex ante delle idee
progettuali e la verifica ex-post dei risultati
non risponde appieno alle esigenze di
costruzione di processi di condivisione di
obiettivi e finalità comuni tra gli operatori
chieresi e i filantropi locali.
nel campo della formazione, attività
didattiche e di educazione ad un corretto
uso del territorio, summer school per la
specializzazione di operatori culturali locali,
seminari e workshop di buone pratiche per
la gestione e manutenzione del territorio
urbanizzato.
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Compito fondamentale della Fondazione di
Comunità sarà quello di promuovere presso
finanziatori e partner il valore dello sviluppo in
itinere della progettualità in collaborazione
con i beneficiari e gli stakeholders sostenitori,
in affiancamento a modelli operativi
maggiormente volti alla promozione della
cultura della valutazione degli effetti
dell'operato delle organizzazioni.
La Fondazione sarà il garante dell'<equilibrio
degli interessi del territorio e la composizione
degli stessi in un unico interesse inter-soggettivo>
(Boesso, Cerbioni 2017).
Tale complessità potrà essere ricomposta
attingendo alle funzione dei vari organi di
governo della Fondazione e in particolare il
Consiglio di Amministrazione affiancato da
comitati consultivi che potranno interpretare
le sfide della modernità e risolverle a livello
locale attraverso, suggerimenti, consigli e
indirizzi utili allo sviluppo del territorio,
superando così “l'isolamento autarchico”
(Assifero, 2016) che una compagine
esclusivamente locale e un organo
assembleare ristretto portano con sé.
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