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Acqua per rifugiati e comunità
ospitanti nel West-Nile ugandese
IL PROGETTO
Il progetto si propone di rispondere, con la piena collaborazione dei partner locali,
alla grave carenza di risorse idrico-sanitarie con cui i rifugiati sud sudanesi in Uganda
e le comunità locali sono costretti a confrontarsi ogni giorno. Lo scoppio della guerra
in Sud Sudan nel 2016, e il conseguente esodo di rifugiati sud sudanesi verso l’Uganda,
nella zona del West-Nile, ha acuito la forte pressione esercitata sulle già
scarse risorse ugandesi. La convivenza tra comunità locali e rifugiati rischia di diventare
sempre più complessa a causa della forzata condivisione di risorse scarse e mal
funzionanti.
E’ per questo fondamentale migliorare le condizioni idrico-sanitarie dei distretti
nell’area del West-Nile, di Koboko, Maracha, Nebbi e Zombo. Con la collaborazione
dei partner locali verranno identificate le zone in cui realizzare la perforazione di 15
pozzi d’acqua. Ciò per migliorare le condizioni igieniche e sanitarie per 15.000 persone.
Verranno, inoltre, effettuate attività di sensibilizzazione e informazione, affinché
rifugiati e comunità locali possano prendere coscienza delle basilari pratiche
igienico-sanitarie, oltre ad imparare a collaborare per il mantenimento delle nuove
risorse.
DOVE: Distretti di Koboko, Maracha, Nebbi e Zombo, West-Nile (Uganda)
PARTNER LOCALI: i quattro Distretti coinvolti dall’intervento: Koboko, Maracha, Nebbi e Zombo.
IL CONTESTO
La violenta guerra civile scoppiata in Sud Sudan nel 2016, a causa della
perenne fragilità del governo di unità nazionale dalla crisi del 2013, costringe
da anni la popolazione sud sudanese a fuggire, cercando riparo
nei paesi vicini, principalmente in Uganda. All’inizio del 2020, secondo
l’UNHCR, i rifugiati sud sudanesi registrati in Uganda sono 867.453, concentrati
nella zona del West-Nile. Le stime della autorità locali, su profughi
registrati e non, parlano di più di 1 milione.
Tra le più gravi problematiche che i profughi e le comunità ospitanti
ugandesi devono fronteggiare, vi è la mancanza di fonti di acqua pulita.
Lo scarso accesso alle risorse idriche diventa perciò causa di conflitti
sociali tra sud sudanesi e le comunità ospitanti, oltre ad acuire le già diffuse
problematiche legate alla salute della popolazione. Il sistema di gestione
dell’accoglienza dei rifugiati dell’Uganda, infatti, permette ai profughi
sud sudanesi di stabilirsi sul territorio e di usufruire degli stessi – già
carenti - servizi offerti agli ugandesi.
COSA FACCIAMO
Obiettivo generale del progetto è il
miglioramento delle condizioni di vita
sia dei rifugiati che delle comunità locali
ugandesi, e la loro coesistenza
pacifica.
Gli obiettivi specifici da raggiungere
sono l’estensione dell'accesso a fonti
d’acqua pulita ed il miglioramento
delle condizioni sanitarie e la prevenzione
di possibili epidemie.
CON CHI
A beneficiare direttamente di questo progetto saranno circa 15.000 persone, per la maggior
parte donne e bambini. Inoltre, vanno considerati i destinatari indiretti che, ci auguriamo,
potranno continuare a beneficiare delle nuove fonti d’acqua quando la guerra in
Sud Sudan si concluderà.
ATTIVITÀ
Informazione e sensibilizzazione della popolazione
sulle basilari pratiche igienico-sanitarie e sul
corretto uso dell’acqua e dei sistemi idrici realizzati.
Perforazione di 15 pozzi secondo le indicazioni
fornite dai partner dei distretti locali.
Formazione di comitati di gestione delle fonti
d’acqua
SOSTENIBILITÀ
Questo progetto ha l’ambizione di rispondere ai bisogni idrico-sanitari
della comunità locale e dei profughi sud sudanesi.
Un concreto miglioramento delle condizioni idriche ed igieniche
si può raggiungere esclusivamente con una pianificazione
comune ai partner locali, collaborando nella stesura delle
fasi progettuali, nella scelta delle aree in cui realizzare i pozzi
e nella continua attività di sensibilizzazione e responsabilizzazione
della popolazione. Saranno, infatti, le comunità beneficiarie,
organizzate in comitati per la gestione dell’acqua, a
farsi carico della cura delle nuove fonti d’acqua e della loro
manutenzione. Fare in modo che i beneficiari si sentano responsabili
della gestione dei pozzi garantirà la sostenibilità del
progetto nel lungo periodo.
RISORSE
www.acav.eu