Bruno Bianchini - Catalogo 2020
La personale “Il Labirinto” del ’95 al Palazzo Municipale di Rieti, seguita dalla “Dualità dell’essere -> armonia della molteplicità” del 2010 nella “Galerie de Paris” in via Margutta a Roma, l’intermezzo della collettiva “Painting’s Meeting in via Margutta” del 2012 e la successiva “Tra natura e cultura, tra sogno e mito” del 2018 ancora una volta in via Margutta, pone Bruno Bianchini, Artista e Pittore poliedrico, nella condizione di tornare ad esporre a Rieti con un’antologica che abbraccia un periodo di oltre quarant’anni. Opere che riverberano la sua formazione scientifica e la sua cultura umanistica.
La personale “Il Labirinto” del ’95 al Palazzo Municipale di Rieti, seguita dalla “Dualità dell’essere -> armonia della molteplicità” del 2010 nella “Galerie de Paris” in via Margutta a Roma, l’intermezzo della collettiva “Painting’s Meeting in via Margutta” del 2012 e la successiva “Tra natura e cultura, tra sogno e mito” del 2018 ancora una volta in via Margutta, pone Bruno Bianchini, Artista e Pittore poliedrico, nella condizione di tornare ad esporre a Rieti con un’antologica che abbraccia un periodo di oltre quarant’anni. Opere che riverberano la sua formazione scientifica e la sua cultura umanistica.
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Bruno Bianchini
Tra natura e cultura, tra sogno e mito
A cura del prof. Giuseppe De Vita
Tutti i diritti riservati
© BBh & Partners
ex lege n. 633/1941 e succ.
Prima edizione settembre 2018
In copertina
Ci sono volti di donna, oggi, nel cielo… (particolare)
In memoria di Debora Vanacore
Ciao Debora,
entrata gaia e gentile nella mia famiglia
ove t’avevo accolta e amata come una figlia.
La sola tua presenza, più ancor le tue parole,
per l’animo mio e il mio cuore erano raggi di sole.
Mi manchi.
Mi mancano i tuoi sguardi e gli occhi tuoi profondi,
il portamento tuo elegante, i modi tuoi giocondi.
Mi manca la tua grazia, mi manca la tua beltà,
mi manca la tua letizia, la tua serenità.
Nei miei pensieri liberi tu vivi sorridente
tutte le volte che mi ritorni in mente.
Mi manchi.
Bruno Bianchini
Il percorso creativo
Vorrei suggerire un’idea del percorso creativo seguito nella realizzazione delle
opere pubblicate, un’antologica di oltre quarant’anni dedicati all’arte.
Opere concepite nel tentativo di interpretare le contraddizioni dell’essere e del
divenire.
Opere che esplorano il confine “tra natura e cultura... tra sogno e mito...”, in cui è
riconoscibile il sottile fil rouge che le collega.
Le opere offrono una rappresentazione della realtà da tanti punti di vista,
osservandola attraverso la scienza, la letteratura e la filosofia, il mito e la
psicologia, seguendo un percorso di elaborazione interiore che riaffiora e si
esprime nel momento della “poiesis”.
Che si dilata e si espande in un tempo senza dimensioni e senza limiti, che non
siano quelli propri dell’arte; che si materializza in un articolato percorso creativo:
dalla matita su carta, ai pastelli su cartoncino, all’olio su tela; opere uniche che si
arricchiscono man mano di intense vibrazioni di colore, di morbide tonalità, di
preziosi dettagli.
Nella ricerca di ciò che di universale vi è nel personale e di ciò che di personale
vi è nell’universale.
Con la certezza che ciascuno saprà comprendere che ciò che conta sono le
emozioni che ogni opera è in grado di comunicare.
Il senso che ogni opera ha.
7 Il percorso creativo
Bruno Bianchini
Un’opportunità inconsueta
Artista reatino di origini viterbesi, Bruno Bianchini è nato nel 1949.
Terminati gli studi liceali, nel 1970 si iscrive presso l’Università la ‘Sapienza’ di
Roma al corso di laurea in Scienze Biologiche che frequenta per alcuni anni con
risultati non sempre brillanti, finché non decide di intraprendere un’altra strada.
Dopo varie esperienze lavorative, anche all’estero, nel 1983 entra nella pubblica
amministrazione, dove ha prestato servizio come funzionario per oltre trent’anni.
Nello stesso tempo l’affetto per la famiglia, l’amore per la natura e la cultura,
l’attenzione alla società contemporanea, costituiscono per Bianchini intensi
stimoli che alimentano la sua profonda passione per il disegno e la pittura.
Lo conosco personalmente fin dalla sua prima esposizione del ’95 a Rieti e, anche
se non ci vediamo spesso, tra noi c’è sempre stata una frequentazione basata sulla
reciproca stima.
Così, quando mi ha manifestato l’intenzione di dare alle stampe un catalogo delle
sue opere in contemporanea con la mostra antologica “Tra natura e cultura, tra
sogno e mito” chiedendomi di curarne la presentazione, ho accolto con piacere
l’onore e l’onere di quella che considero un’opportunità inconsueta per chi, come
me, esercita la professione di medico chirurgo e di docente universitario.
Naturalmente ne abbiamo parlato a lungo, ne abbiamo definito l’impostazione
generale e messo a fuoco alcuni aspetti particolari.
Il catalogo è suddiviso in due parti: la prima, una conversazione con Bianchini, è
un invito a fare conoscenza con l’artista attraverso le sue parole, le sue riflessioni,
il racconto del suo percorso artistico, culturale e umano; la seconda, una rassegna
antologica delle sue opere attraverso gli anni, darà modo e occasione di entrare
nel mondo straordinario della sua creatività
9 Un’ opportunità inconsueta
Incontro con l’artista
Avevamo concordato questo incontro in un locale di via Cavour, qui a Roma,
alcuni giorni prima. E’ un tiepido pomeriggio di metà giugno, c’è poco traffico; il
rumore delle auto, attutito dalle spesse mura, non ci disturba. Sfoglio l’album con
le foto dei suoi lavori avendo in mente una buona parte degli originali e, mentre
sorseggiamo un fresco succo di frutta, mi sorgono spontanee alcune domande
che consentano, mi auguro, di ripercorrere insieme il suo percorso artistico.
E’ interessante osservare come lei sia riuscito a conciliare felicemente e a lungo
l’attività professionale con quella artistica. Nel corso di questa conversazione,
naturalmente, parleremo di arte e, in particolare, di quella forma d’arte che lei
predilige: la pittura. Com’è nata questa sua passione?
“Durante la scuola media e ancor più al liceo scientifico, le lezioni di disegno erano
dedicate, oltre che alla Storia dell’Arte, alla riproduzione di immagini, oggetti e
figure, per me una sorta di apprendistato, esercitato spesso anche per conto mio.
Iniziata l’università, corso di laurea in Scienze Biologiche alla ‘Sapienza’ di Roma,
nei primi anni ‘70 ho cominciato a dipingere con sempre maggiore continuità;
ma solo più tardi, nella seconda metà degli anni ’80, ho preso coscienza che per
me la pittura era una autentica passione. Così ho cominciato a dare sempre più
spazio alle idee che mi venivano in mente, assecondando l’esigenza interiore di
realizzare qualcosa di originale e perfezionando gradualmente la mia tecnica,
da autodidatta. Amo la natura, la musica, la letteratura e, in generale, tutto ciò
che è cultura. Dipingere rappresenta per me la sintesi di tutto questo, un modo
piacevole e gratificante di esprimere liberamente la mia creatività.”
Lei ha mantenuto per molto tempo un grande riserbo sulla sua attività artistica:
come mai a un certo punto ha deciso di esporre le sue opere?
“Intorno alla metà degli anni ’70 ho cominciato a vendere qualche quadro: a
parenti, amici, conoscenti; ma, a parte un paio di collettive a cui ho partecipato
da giovane, fino ai primi anni ’90 non ho mai pensato seriamente di fare mostre.
Anche se, in un certo senso, era il mio sogno nel cassetto. Poi, verso la metà del
’94, mi sono detto che era giunto il momento di aprirlo quel cassetto. Era come
se il sogno si fosse trasformato in bisogno. Bisogno che cresceva ad ogni quadro
che facevo e da cui mi sono lasciato coinvolgere. Nel ’95, al Palazzo Municipale
di Rieti, insieme al gruppo musicale rDNA che ha tenuto contestualmente un
concerto, ho inaugurato la mia prima mostra personale, ‘Il labirinto’, che è
anche il titolo del quadro più rappresentativo di quel periodo: tanta gente, una
grande emozione, la realizzazione del sogno a lungo coltivato.”
Da quello che vedo, direi che lei lascia ben poco spazio al caso, nelle sue opere…
“In ciò che succede nella vita di ognuno di noi, secondo me, c’è ben poco di
11 Incontro con l’artista
Incontro con l’artista 12
casuale; credo piuttosto che sia il risultato di un continuo dipanarsi e intersecarsi
di percorsi, circostanze e incontri in qualche modo collegati tra loro, di cui non
sempre ci rendiamo conto.”
Dopo quindici anni, la mostra a Roma.
“Quindici anni dedicati a mettere a punto una sorta di filosofia della pittura,
che mi consente di trasporre nei quadri la mia interpretazione della realtà. Così
nel 2010, grazie anche alla disponibilità della signora Donatella Franceschini
che ne è titolare, ho tenuto presso la ‘Galerie de Paris’ , in via Margutta, la
seconda personale, ‘Dualità dell’essere → armonia della molteplicità’. Anche qui
una grande emozione, una grande soddisfazione e, secondo il parere di alcuni
osservatori, un discreto successo.”
Anche questa mostra riprendeva il titolo di un quadro, peraltro molto
interessante. Cosa può dire in proposito?
“Il tema della mostra era incentrato essenzialmente sulla dualità della natura
umana e sulla molteplicità con cui si manifesta. In questa dualità coesistono,
dal mio punto di vista, il maschile e il femminile, la razionalità e il sentimento,
l’amore e l’odio, il bene e il male, il corpo e la mente, l’animo e l’anima, la vita e la
morte. Elementi che si compenetrano profondamente l’un l’altro, che convivono
in una condizione di equilibrio che non è mai definitiva, ma da conquistare
giorno per giorno tra mille contraddizioni, senza mai dare nulla per scontato.”
Le sue parole riecheggiano tematiche filosofiche e psicologiche, al limite della
metafisica...
“Sono gli argomenti che mi stimolano maggiormente. La “gnosis”, l’amore per
la conoscenza, mi guida nella quotidiana fatica di conciliare gli opposti e mi
consente una sempre maggiore consapevolezza dei miei pensieri e delle mie
azioni. Credo che l’approdo vagheggiato della mia ricerca interiore, culturale
e artistica, la mia Itaca, sia la realizzazione armoniosa della mia personalità:
obiettivo ambizioso, lo so, che perseguo tuttavia con grande determinazione.”
Obiettivo di tutto rispetto, devo dire. Poi l’intermezzo di una collettiva.
“Nel maggio del 2012, dal titolo ‘Painting’s Meeting in via Margutta’, a cui ho
partecipato con curiosità, ma che considero un fatto episodico.”
Ed ora una mostra antologica: ‘Tra natura e cultura, tra sogno e mito’. Un titolo
molto impegnativo.
“Il titolo si riferisce al soggetto e all’oggetto della mia attività artistica. Gli antichi
greci, alla cui cultura mi ispiro molto, sostenevano che la vita ha avuto origine
dall’abbraccio cosmico tra cielo e Terra, tra Urano e Gaia, la Grande Madre
vivente. Mentre l’esperienza insegna che l’essere umano rappresenta il confine
tra natura e cultura, produce sogni e crea miti. Dall’incontro tra cielo e Terra
nascono quelli che considero i miei quadri migliori in cui, sullo sfondo di
paesaggi antropomorfi, si muovono e agiscono i personaggi del sogno e del mito.
L’obiettivo dell’antologica, e del catalogo che ne costituisce il complemento, è
porre in evidenza gli ambiti di ricerca alla base delle mie opere: con l’intenzione
di rendere esplicita la sintesi del mio percorso artistico.”
Non pensa di prendersi troppo sul serio?
“Per quanto mi riguarda, sono ben consapevole dei miei limiti. Ma credo in
quello che faccio: ecco perché ogni tanto sento il bisogno di andare ‘oltre’. Con
prudenza, senza farmi illusioni e con un po’ di autoironia, che non guasta. Ad
essere sincero, trovo che l’oltre sia un concetto particolarmente stimolante. E
andare oltre, talvolta, può riservare anche piacevoli sorprese. Del resto qualche
rischio, ponderatamente, si può pure correre.”
Torniamo a noi. Bisogna riconoscere che i suoi quadri sono molto legati
alla natura e alla cultura, sia dal punto di vista dei contenuti, sia da quello
della tecnica. I disegni e i quadri ad olio illustrati nel catalogo, colpiscono in
particolare per la minuziosa definizione anatomica e naturalistica...
“In effetti, la natura e soprattutto la figura umana, hanno sempre esercitato su
di me un fascino particolare. Sia al liceo, sia all’università, ho avuto modo di
approfondirne lo studio. Inoltre, nel corso degli anni, mi sono documentato sulle
opere di molti tra i più grandi artisti, sia su testi specializzati sia dal vero, con
visite a musei e gallerie delle maggiori città d’arte d’Italia.”
Tra le sue opere ce ne sono alcune che hanno qualcosa di inquietante.
“Nel corso della mia vita ho attraversato dei periodi piuttosto difficili, che non
esiterei a definire di vera e propria crisi esistenziale. Tuttavia, anche in quei
periodi, non ho mai smesso di dipingere: mi sembra naturale che abbiano avuto
dei riflessi anche sulla mia attività artistica.”
Si direbbero le raffigurazioni di un’indagine introspettiva, quasi un viaggio
nella memoria. Un viaggio mentale, naturalmente.
“Un viaggio nella memoria personale, culturale e mitologica, rivisitata con gli
occhi del presente con una prospettiva che traguarda il futuro. Per me si tratta,
oggi come allora, soprattutto di una ricerca, anche se su piani diversi. Un’esigenza
di ricerca interiore e al tempo stesso rivolta all’esterno: alla società e alla civiltà,
in particolare quella occidentale, ma non solo; una ricerca che è ben lontano
dall’essere conclusa. Volta a comprendere e interpretare pittoricamente, secondo
la mia sensibilità, cosa c’è di universale nel personale e cosa c’è di personale
nell’universale.”
E come ha condotto, come conduce questa ricerca? Con quali risultati?
“Con l’applicazione assidua e lo studio: la scienza, la letteratura e la filosofia, il
13 Incontro con l’artista
Incontro con l’artista 14
mito e la psicologia sono gli argomenti che mi interessano di più; confrontandomi
con mia moglie, che non ringrazierò mai abbastanza per avermi sempre
sostenuto; e riflettendo su me stesso, sulla mia interiorità, per conoscere e
comprendere sempre meglio la realtà. Del resto, già nell’antica Grecia l’oracolo di
Delfi suggeriva ai postulanti ‘Conosci te stesso’, intendendo con ciò conoscere i
propri limiti, i propri pregi e i propri difetti: esortazione che ritengo quanto mai
attuale. Solo allora si può pensare di poter andare oltre: con lo studio, la ricerca
e l’azione. Mi sono chiesto, in certi momenti, che senso avesse l’esistenza: ritengo
di poter affermare che la mia risposta l’ho trovata nell’arte. Anche se nella mia
vita ho fatto un lavoro che con l’arte non c’entra nulla, ma che mi ha permesso
di condurre una vita dignitosa, non priva di qualche soddisfazione. Quanto ai
risultati della mia ricerca, preferisco che siano i miei quadri a parlare per me.”
Nei primi anni ’90 riemerge il suo interesse per la natura…
“La natura è sempre stata ai primi posti, tra i miei interessi. Una natura in cui
amo immergermi: fisicamente, con lunghe passeggiate nella piana reatina, ogni
volta che posso; artisticamente, nel silenzio e nella tranquillità del mio studio.
Una natura in cui, tra una rigogliosa vegetazione, spiccano il volo gli aironi
bianchi, metafora dell’animo umano. È in questo modo che ho messo a punto
l’intuizione che caratterizza gran parte delle mie opere successive: il paesaggio,
come in una metamorfosi, prende vita e diviene figura umana.”
Intorno alla metà degli anni ’90 dipinge i suoi primi quadri di argomento
mitologico, discorso che continua proficuamente ancora oggi. Parliamone.
“Fin dai tempi del liceo, per la verità, oltre alle scienze naturali, anche la mitologia
aveva destato il mio interesse. Così, a distanza di anni, con rinnovata lena ho
cominciato ad approfondire autori classici e moderni, senza un ordine preciso:
secondo la curiosità e gli stimoli del momento.”
Anche se mi sembra di poter dire tranquillamente che nelle sue opere c’è molta
più analisi che istintività, che pure traspare. La mitologia greca, da quello che
si può vedere, le fornisce molti argomenti per i suoi quadri. Non è così?
“Senz’altro. La nostra civiltà, tutta la civiltà occidentale, affonda le sue radici
nella cultura greca, a partire da Omero in poi: ecco perché credo che la cultura
e la mitologia dell’antica Grecia possano fornire risposte alle domande che
ancora oggi l’uomo si pone, che io mi pongo: chi siamo, da dove veniamo, dove
andiamo. Ma non solo il mito: anche il sogno è per me fonte di ispirazione. Mi
capita a volte di sognare, o di percepire nel dormiveglia, scene che mi rimangono
particolarmente impresse: rielaborazioni oniriche, spesso, delle mie letture
o, a volte, di momenti di vita vissuta che, trasfigurati, riaffiorano alla mente e
divengono quadri.”
Un percorso creativo davvero singolare, che sarebbe senza dubbio interessante
approfondire.
“Il tema che fa da sfondo alle opere che ritengo più significative, soprattutto dagli
anni ’90 in poi, trae origine dalla concezione che gli antichi greci avevano della
natura: il cielo come elemento maschile e la Terra come elemento femminile.
Un pianeta vivo, che continuamente rigenera la vita; un pianeta da custodire
e conservare con cura per le generazioni future, ma troppo spesso offeso e
violentato. Urano e Gaia. E le interazioni tra dei e uomini; i centauri, i fauni
e le ninfe, Pirra e Deucalione, Dedalo e Icaro, il Minotauro, e molto altro
ancora. Trovo che il mito, e spesso anche il sogno, siano particolarmente densi
di significati, a volte enigmatici: esplorarne e interpretarne artisticamente il
contenuto costituisce per me uno stimolo davvero appassionante.”
Effettivamente, ci sono quadri che fanno sognare… e della tecnica, di questa
tecnica così particolare, cosa può dire?
“…che ho elaborato la mia tecnica nel tempo, gradualmente. Nei quadri di
ispirazione mitologica, in particolare, ho preso spunto dalla celebre asserzione
attribuita ad Eraclito, “panta rei”: tutto scorre. E’ il movimento, in fondo, che
può fornire una spiegazione all’apparente contraddizione tra l’essere e il divenire.
Nella convinzione che conoscere il passato è importante, immaginare il futuro è
stimolante, ma ciò che conta è vivere il presente.”
15 Incontro con l’artista
Fin qui l’incontro con Bruno Bianchini, che ci ha permesso di conoscere le basi
culturali e concettuali da cui scaturisce la peculiarità della sua vena artistica.
Mi sia consentito, a questo punto, esprimere alcune riflessioni.
Pur negli evidenti richiami alla classicità che si colgono di primo acchitto, è
chiaramente accessibile la lettura e l’attualità delle tematiche che il Bianchini
affronta nelle sue opere. Attualità che interpreta con un realismo emozionale ed
emozionante, a volte immaginario e immaginato, a volte vissuto oniricamente;
ma sempre elaborato secondo la propria sensibilità.
Un realismo talora metaforico, talora visionario, se così si può dire, che riecheggia
il grande Salvador Dalì, tale da rendere palpabili anche le più intime profondità
del mondo interno degli umani.
L’ Artista è sempre alla ricerca del senso della vita, coniugando memoria, mito
e passione.
Elementi, tutti, ben presenti nelle opere pubblicate.
Mi sia consentito, infine, porgere all’artista i miei più sinceri auguri di buona
fortuna.
Le opere e gli anni
Bruno Bianchini è una persona dal carattere complesso, sensibile e riservato,
forte e determinato, animato da molteplici interessi culturali e da una vivacità
intellettuale non comune; aspetti che si riflettono nella sua attività artistica
attraverso le sue opere.
Dotato di fervida e ologrammatica creatività, ama pensare, riflettere, elaborare
a lungo ogni sua opera che, anche per questo, ha una intensità che lascia “con
l’animo sospeso”.
Natura, cultura, sogno e mito: questi i temi che predilige, da cui emerge nitido il
filo conduttore del suo discorso pittorico, incentrato essenzialmente sulla figura
umana nella sua declinazione ontologica e non solo.
Con disegni a penna e a matita, pastelli e quadri a olio, in cui Bianchini utilizza
l’immaginazione per arricchire la sua personale interpretazione della realtà.
Il movimento e l’equilibrio tra spazio, forma e colore sono gli elementi che
maggiormente connotano le sue opere, in cui si riverberano la sua formazione
scientifica e la sua cultura umanistica.
Questa seconda parte ha carattere antologico ed è articolata in decenni, a partire
dagli anni ’70 a cui risalgono i suoi primi lavori.
Tale impostazione si propone di offrire una agevole lettura dei vari periodi e
degli intenti dell’artista e una degna introduzione alle opere pubblicate.
Vi è da aggiungere che, tranne alcune eccezioni, ogni opera reca il titolo
(in grassetto) e una breve riflessione dell’artista, che lui stesso ama definire,
poeticamente, “pensiero colto al volo tra le nubi del mattino” e che, nelle sue
intenzioni, completa il senso e il contesto in cui l’opera stessa si colloca.
Sono riportati in calce a ciascuna opera, infine, l’indicazione della tecnica, il
supporto, le dimensioni e l’anno in cui è stata ultimata.
17 Le opere e gli anni
Le opere e gli anni - Anni ‘70 18
Anni ‘70
Gli anni ’70, durante i quali frequenta il corso di laurea in Scienze Biologiche
presso l’Università “La Sapienza” di Roma, rappresentano per Bruno Bianchini
il momento in cui, da autodidatta, inizia a dipingere. Acquisisce, in breve tempo,
una buona padronanza della forma e del colore, e sperimenta varie tecniche.
Realizza così, nella prima metà del decennio, alcuni pregevoli disegni a penna,
elaborazioni di immagini tratte da testi naturalistici e anatomici di livello
universitario, in cui sembra di veder scorrere il palpito della vita.
In questo periodo si dedica anche allo studio e all’approfondimento di opere
prevalentemente scientifiche e letterarie, da cui si sente particolarmente attratto,
e che costituiscono l’inizio di un percorso che in seguito lo porterà ad esplorare
i territori della filosofia, del mito e della psicologia.
Nella seconda metà del decennio, oltre a quadri d’ambiente, dipinge alcuni
quadri ispirati al saggio di Alessandro Manzoni “Storia della colonna infame”.
Concepito originariamente come parte di un capitolo del romanzo “I promessi
sposi”, ma estrapolato e pubblicato come opera a sé stante nel 1840,
il saggio è ambientato nella Milano del 1630, durante la terribile epidemia di
peste che colpì la città in quel periodo.
Negli anni in cui il terrorismo insanguina l’Italia, Bianchini interpreta la “colonna
infame” come l’amara metafora dell’altra faccia del potere.
Ma sono anche gli anni in cui scopre l’amore.
19 Le opere e gli anni - Anni ‘70
1. Rinoceronte nero (Diceros bicornis)
Biro su carta, 33,5x24 - 1973
21 Le opere e gli anni - Anni ‘70
Le opere e gli anni - Anni ‘70 22
2. Argali (Ovis ammon)
Biro e pennarello su carta, 33,5x24 – 1973
3. Testa di cavallo avelignese
Penna su cartoncino, 35x25 – 1973
23 Le opere e gli anni - Anni ‘70
4. Studio di mano
Penna su cartoncino, 35,7x22 – 1974
25 Le opere e gli anni - Anni ‘70
27 Le opere e gli anni - Anni ‘70
5. Cascata
Vernice a smalto, 62x76 – 1976
6. Amanti
Olio su tela 40x60 - 1978
29 Le opere e gli anni - Anni ‘70
7. Sotto gli occhi di colonne mute
Crepitio di armi, uomini inermi, vittime nude,
sangue che scorre sotto gli occhi di colonne mute.
Olio su tela, 60x40 - 1978
31 Le opere e gli anni - Anni ‘70
Le opere e gli anni - Anni ‘70 32
8. L’enigma della colonna
L’uomo cerca risposte alle domande che
si pone, ma le risposte sono celate nelle
profondità dell’anima.
Olio su tela, 60x45 - 1979
33 Le opere e gli anni - Anni ‘70
Le opere e gli anni - Anni ‘80 34
Anni ‘80
La vena artistica di Bianchini, negli anni ’80, lo porta a realizzare disegni a penna
e quadri ad olio che riflettono il particolare stato d’animo che sta attraversando.
Inizia in questi anni, infatti, un intenso percorso di ricerca interiore, un percorso
che lo porta ad esplorare territori fino ad allora sconosciuti e talora negati.
Le scene dense di colori terrosi, le figure come sagome balistiche in pose ricercate
per il tiratore scelto di turno, l’anatomia scarna, rappresentano visivamente
la fatica e il dolore del guardarsi dentro e scoprirvi i riflessi del fuori, oltre le
apparenze. Nelle opere di questo periodo emergono con sempre maggiore
evidenza i riferimenti e i rimandi ai suoi studi e alle sue letture, elaborati in modo
del tutto personale.
Il quadro “Momenti illusori d’immaginarie parvenze” offre all’osservatore
una rappresentazione allegorica del mito della caverna di Platone, in modi
caratterizzati da una sempre maggiore molteplicità dei punti di vista, che
consente interpretazioni su piani prospettici diversi, dal personale, al sociale,
all’universale, al confine tra il pessimismo della ragione e l’ottimismo della
volontà.
Qui, per la prima volta, la figura si fa natura e la natura si fa figura, concetto che
in seguito sarà approfondito, ampliato ed elaborato.
In questa originale dualità del suo stile artistico è già possibile cogliere una delle
chiavi di lettura di molte delle sue opere successive.
35 Le opere e gli anni - Anni ‘80
Le opere e gli anni - Anni ‘80 36
9. Meditando, vagabondo
Penna su carta, 33x22 – 1983
10. Natura morta
China su carta, 22x33 – 1984
11. Vento di tramontana
Penna su carta, 33x22 – 1985
39 Le opere e gli anni - Anni ‘80
Le opere e gli anni - Anni ‘80 40
12. Riflessi di un conflitto annunciato
Percezioni di devastazione: riflessi di un
conflitto annunciato tra il pessimismo
dell’intelligenza e l’ottimismo della volontà.
Olio su tela, 60x45 - 1987
41 Le opere e gli anni - Anni ‘80
13. Solo chi cade può rialzarsi
Pulsanti vibrazioni d’un cielo in lutto
scagliano intorno dardi di luce:
dopo una dolorosa caduta, bisogna trovare in
se stessi la forza di rialzarsi.
Olio su tela, 40x50 - 1987
43 Le opere e gli anni - Anni ‘80
Le opere e gli anni - Anni ‘80 44
14. L’enigma della chiave
Pulsioni tentacolari tramano insidie oltre le
mura in disfacimento:
affrontarle diviene impresa possibile per chi
ha sciolto l’enigma della chiave.
Olio su tela, 60x45 - 1987
45 Le opere e gli anni - Anni ‘80
Le opere e gli anni - Anni ‘80 46
15. Momenti illusori d’immaginarie
parvenze
Vi fu un tempo ormai remoto in cui l’uomo
viveva nelle caverne,
ove udir disvelati anelava momenti illusori
d’immaginarie parvenze.
Olio su tela, 50x40 - 1988
47 Le opere e gli anni - Anni ‘80
Le opere e gli anni - Anni ‘80 48
16. Quando una luce intensa…
Quando una luce troppo intensa colpisce gli
occhi, diviene arduo vedere con chiarezza
fuori e dentro sé.
Olio su tela, 40x30 – 1988
49 Le opere e gli anni - Anni ‘80
17. Nudo femminile
Olio su cartoncino telato, 18x24 - 1989
51 Le opere e gli anni - Anni ‘80
Le opere e gli anni - Anni ‘90 52
Anni ‘90
Gli anni ’90 sono gli anni in cui Bianchini esprime con maggiore intensità la sua
fervida creatività.
In cui l’artista si confronta dapprima con il paesaggio, un paesaggio silente,
ma che ben presto si anima di vita: così gli aironi bianchi divengono metafora
dell’animo umano, della sua forza e della sua fragilità.
Mentre continua il suo percorso di ricerca interiore, come nel quadro “Alba
rosata”, in cui dalla caverna di Platone si esce “guardando il mondo con occhi
diversi”.
E poi figure, donne e uomini, personaggi mitologici, che si muovono e agiscono
sullo sfondo di scenari ricchi di minuziose essenze realistiche e di intense
vibrazioni coloristiche che animano la natura stessa.
Prendono così vita i suoi paesaggi antropomorfi, immagini femminili
languidamente distese a creare dolci colline ed amene vallate, in cui combattono
la loro battaglia centauri e lapiti, in cui convivono dei e semidei, fauni e ninfe,
donne e uomini, archetipi della moderna umanità.
E il cielo: un cielo, come ama dire l’artista, in cui “le nuvole sono pensieri e i
pensieri sono nuvole”.
Con “Il labirinto”, opera che dà il titolo alla sua ‘personale’ presso il Palazzo
Municipale di Rieti nel ’95 e che dà inizio al suo percorso espositivo, Bianchini
lascia intravedere la profondità della sua ricerca ontologica.
Come nella mitologia greca, nelle opere di questo periodo Gaia, la Grande Madre
Terra, rappresenta l’elemento femminile e Urano, il cielo, quello maschile.
E’, questo, uno dei temi più cari all’artista, evocativo della sua concezione
dell’essere umano e del suo rapporto con la natura, una natura talvolta dolente,
ma viva e vitale.
53 Le opere e gli anni - Anni ‘90
Le opere e gli anni - Anni ‘90 54
18. Sentiero nel bosco in abito invernale
Ricordo d’un giorno lontano, un giorno di
tanti anni fa: un sentiero nel bosco in abito
invernale, un pallido raggio di sole, l’odore
acre di muschio bagnato.
Olio su tela, 30x40 - 1992
55 Le opere e gli anni - Anni ‘90
Le opere e gli anni - Anni ‘90 56
19. Promenade sur la neige
Le crépitement ouaté de mes pas sur la neige
fraîche rompt le silence irréel dans la vallée,
et les pensées s’envolent parmi les arbres.
Olio su tela, 30x40 - 1992
57 Le opere e gli anni - Anni ‘90
Le opere e gli anni - Anni ‘90 58
20. Cavallo brado
Olio su cartoncino telato, 24x30 - 1992
21. Ascolta: è il canto di una fragorosa cascata
Restare per un attimo con l’animo sospeso
ad ascoltare il canto di una fragorosa cascata
diffondersi nell’aria e nei luoghi intorno e dentro sé.
Olio su tela, 30x40 - 1992
Le opere e gli anni - Anni ‘90 60
22. Alba rosata
Lasciate alle spalle le antiche paure, usciamo
dalla caverna guardando il mondo con occhi
diversi, avvolti dalla luce ancora incerta di
un’alba rosata.
Olio su tela, 40x30 - 1992
61 Le opere e gli anni - Anni ‘90
23. Il primo volo dell’airone bianco
Più di mille discorsi, dolci parole
sussurrate dall’aria sospingono il primo
volo dell’airone bianco, mentre s’appresta
ad attraversare l’immensità del mare.
Olio su tela, 30x40 - 1993
63 Le opere e gli anni - Anni ‘90
Le opere e gli anni - Anni ‘90 64
24. Duetto per sibili e becco
Pur così diversi, l’airone e la biscia
abitano gli stessi luoghi; succede così, per
avventura, che si incontrino sulla stessa
via: sembrano allora dar voce a un duetto
per sibili e becco.
Olio su tela, 30x40 - 1993
25. Lezione di volo a bassa quota
Sulla riva del fiume una coppia di aironi,
l’uno accanto all’altra, segue con orgoglio
le evoluzioni del pulcino ormai cresciuto,
che si allontana eseguendo la sua lezione
di volo a bassa quota.
Olio su tela, 30x40 – 1993
26. Scena di caccia con centauro
rampante
Vi fu un tempo, ai tempi del mito, in cui
nelle radure della Tessaglia scorrazzava la
stirpe selvaggia dei figli di Nefele e Issione.
Così, tra veglia e sonno, mi parve di
vedere un centauro rampante.
Olio su tela, 30x40 – 1994
67 Le opere e gli anni - Anni ‘90
27. Il ratto di Deianira
Al culmine dell’eccitazione, il centauro
Nesso rapì la bella Deianira e, in una
radura appartata, tentò di farla sua.
Eracle, spietato, lo colpì: Deianira consolò
il suo ultimo respiro.
Olio su tela, 30x40 – 1994
28. Lancio di una pietra metamorfica
Si narra che, ai tempi del mito, gli dei
scatenarono un tremendo diluvio
sterminando l’umanità; solo Pirra e
Deucalione si salvarono. Raccolte alcune
pietre, le gettarono alle loro spalle: così, ogni
pietra si trasformava in un essere umano.
Olio su tela, 30x40 – 1994
69 Le opere e gli anni - Anni ‘90
Le opere e gli anni - Anni ‘90 70
29. Il labirinto
Un grido doloroso nella mia mente:
“... Icaro, Icaro ...”
Dedalo si voltò, abbassò lo sguardo e, fra
la candida spuma delle onde,
non vide il corpo di Icaro ma l’isola che,
da quel giorno, fu chiamata Icaria.
Olio su tela, 40x30 – 1994
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Le opere e gli anni - Anni ‘90 72
30. Stille di linfa sul volto di Dafne
Sfuggita alle brame di Apollo, Dafne fu
presa da torpore, mentre dai piedi
nascevano radici, dalle mani e dalle
braccia rami e fronde dai capelli, fluente
chioma di salice piangente, e dagli occhi
non lacrime sgorgavano, ma stille di linfa.
Olio su tela, 50x35 – 1995
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Le opere e gli anni - Anni ‘90 74
31. Fauno e Nereide
Vi fu un tempo in cui fauni e ninfe
popolavano i racconti dei giovani nelle
calde sere d’estate.
Così Fauno guarda Nereide che guarda
chi guarda.
Olio su tela, 30x40 – 1997
32. Fauno e Napea
Uno sguardo malizioso, quasi un invito
rivolto in silenzio, Fauno e Napea
sembrano danzare al ritmo del soffio di
Zefiro.
Olio su tela, 35x50 – 1997
33. Dualità dell’essere, armonia della molteplicità
Fiochi bagliori di tremule fiammelle,
pensieri vagabondi, immagini di figure mai viste:
dualità dell’essere → armonia della molteplicità.
Olio su tela, 35x50 – 1998
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Le opere e gli anni - Anni ‘90 78
34. Les Jardins d’Al-Zawra’a
On raconte d’un homme qui devint fou pour une femme:
il retrouva la sagesse seulement sur la lune,
qui éclairait d’enchantement les Jardins d’Al-Zawra’a.
Olio su tela, 40x60 – 1999
79 Le opere e gli anni - Anni ‘90
Le opere e gli anni - Anni ‘00 80
Anni ‘00
Il primo decennio degli anni 2000 rappresenta, per Bianchini, un lungo periodo
di riflessione, segnato da dolorosi lutti familiari; in questo periodo l’artista si
dedica quasi esclusivamente al disegno, producendo una serie di sanguigne e
pastelli su cartoncino ispirati alla leggenda di Gordio.
Al tempo in cui i Frigi erano ancora privi di un legittimo re, l’oracolo di Telmisso,
antica capitale della Frigia, aveva predetto che il primo uomo a entrare in città su
un carro trainato da buoi sarebbe divenuto il loro re.
Così Gordio, umile contadino, entrato in città e legato il carro a un palo con un
intricato nodo di corteccia di corniolo, fu nominato re dai sacerdoti del tempio.
Il carro era ancora lì quando, nel IV secolo a.C., con la Frigia ridotta a satrapia
dell’impero persiano, giunse Alessandro III, re di Macedonia, il quale venne
a conoscenza della predizione oracolare secondo cui colui che avesse sciolto
il nodo di Gordio sarebbe divenuto re non solo della Frigia, ma di tutta l’Asia
Minore, a quel tempo molto estesa.
Non riuscendo a sciogliere il nodo, Alessandro lo recise con un colpo di spada,
avviandosi poi alla conquista del suo vasto impero e guadagnandosi l’appellativo
di ‘Magno’, secondo quanto tramandano gli storici dell’epoca.
Sciolto il suo nodo gordiano, Bianchini torna a dedicarsi alla figurazione con
alcuni disegni a pastello su cartoncino, in parte di ispirazione onirica, in parte
mitologica.
81 Le opere e gli anni - Anni ‘00
Le opere e gli anni - Anni ‘00 82
35. Fauno, Alseide ed amorini
Rapiti dall’incanto della dolce melodia del
flauto, Fauno e Alseide
intrecciano passi di danza sotto lo sguardo
tenero d’intrepidi amorini.
Olio su tela, 50x35 – 2000
Le opere e gli anni - Anni ‘00 84
36. Riuscirò a sciogliere il nodo di Gordio?
Pastello su cartoncino, 48x33 - 2001
37. Nodo gordiano
Pastello su cartoncino, 48x33 - 2002
85 Le opere e gli anni - Anni ‘00
38. (a sinistra) Nodo gordiano
Pastello su cartoncino, 48x33 - 2002
39. (in basso) Nodo gordiano disciolto
Pastello su cartoncino, 48x33 - 2002
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Le opere e gli anni - Anni ‘00 88
40. Volti di donna
Pastelli su cartoncino, 33x48 – 2008
41. Il confine tra natura e cultura
Pastelli su cartoncino 48x33 – 2008
89 Le opere e gli anni - Anni ‘00
Le opere e gli anni - Anni ‘10 90
Anni ‘10
Alle soglie del secondo decennio degli anni 2000 Bianchini riprende a dipingere,
dedicandosi ad un’opera ricca di suggestioni, “Il Minotauro”, che aveva iniziato
nel 2001 e che porta a termine nel 2010.
Ispirato al racconto mitologico della folle passione di Pasifae, moglie di
Minosse, per il toro bianco che il re di Creta avrebbe dovuto sacrificare al dio
del mare Poseidone, il quadro viene esposto per la prima volta in occasione della
‘personale’ tenuta nell’ottobre dello stesso anno presso la “Galerie de Paris” in via
Margutta, a Roma, che prende il titolo dal dipinto “Dualità dell’essere, armonia
della molteplicità”.
L’artista continua assiduamente ad indagare la sua interiorità alla ricerca di
sempre nuovi spunti creativi, approntando in questi anni alcuni disegni a matita
su carta e a pastello su cartoncino ispirati al sogno e al mito.
Un lieto evento e un grave lutto in famiglia, all’inizio del 2015, costituiscono per
lui motivo di profonde riflessioni sul senso della vita e della morte.
Dopo un periodo non breve, riprende a dipingere ad olio su tela, realizzando
alcuni quadri che trattano argomenti attraversati, come molte sue opere, da una
sottile venatura psicologica.
Tutti esposti nella mostra antologica dal titolo emblematicamente significativo
“Tra natura e cultura, tra sogno e mito”, che apre all’artista la porta sul suo
percorso futuro.
91 Le opere e gli anni - Anni ‘10
42. Il Minotauro
“La tua folle passione, impudica Pasiphae,
generò il Minotauro”.
Narra il mito che l’arrivo di Teseo segnò di
morte violenta la sua fine.
Ma io l’ho sognato... il Minotauro è vivo.
Olio su tela, 40x50 - 2010
93 Le opere e gli anni - Anni ‘10
43. (pagina seguente) Ci sono volti di
donna, oggi, nel cielo...
Trame sottili di vita vissuta scorrono lievi
come in un sogno;
e nel sogno un sussurro: “Ci sono volti di
donna, oggi, nel cielo...”
sono i volti tuoi soavi, dolce Selene,
pallida dea dal triplice aspetto.
Olio su tela, 35x50 - 2013
Le opere e gli anni - Anni ‘10 96
44. (sopra) Una passeggiata tra alberi
pietrificati
C’è un luogo dove il tempo scorre, si
susseguono le generazioni,
ma tutto resta uguale: come fare una
passeggiata tra alberi pietrificati.
Pastello su cartoncino, 48x33 - 2013
45. (a destra) La figura umana come
confine fra ciò che è natura e ciò che
è cultura
Un volo di colombe... una figura umana...
un sogno ormai lontano:
tra lo stormir di fronde d’un pioppo
tremulo par di sentire parole mai udite.
Olio su tela, 60x40 - 2016
Le opere e gli anni - Anni ‘10 98
46. Debora, Musa reatina, cantami
di quel tempo…
Debora, Musa reatina, cantami di quel
tempo i giorni pur lieti e le ore.
E tu, Mnemosine, sai che il suo canto
melodioso vivrà oltre il mio tempo.
Olio su tela, 50x35 - 2018
99 Le opere e gli anni - Anni ‘10
Tra natura e cultura, tra sogno e mito 100
Bibliografia essenziale
Classica
OMERO, Iliade, trad. V. Monti, S.T.C.I. 1825 (Wikisource)
OMERO, Odissea, trad. I. Pindemonte, S.T.E. 1822 (Wikisource)
ESIODO, Teogonia, a cura di G. Arrighetti, BUR 2010.
PLATONE, La Repubblica, a cura di F. Sartori, Laterza 2007.
SOFOCLE, Antigone, Edipo re, Edipo a Colono, a cura di F. Ferrari, BUR 2006.
OVIDIO, Le Metamorfosi, a cura di E. Oddone, Tascabili Bompiani 1994, 2 vol.
SENECA, Edipo, a cura di G. Paduano, Fabbri Ed. 2001.
ARTEMIDORO, Dell’interpretazione de’ sogni, trad. P.L. Modonese, Fabbri Ed. 1995.
Dante ALIGHIERI, Inferno, a cura di N. Sapegno, La Nuova Italia Ed. 1967.
Ludovico ARIOSTO, Orlando furioso, a cura di L. Caretti, Laterza 1992, 2 vol.
Alessandro MANZONI, Storia della colonna infame, Newton Compton Ed. 1993.
Giacomo LEOPARDI, Canti, e-book www.liberliber.it Ed. 2014.
101 Tra natura e cultura, tra sogno e mito
Moderna
RUSSELL B., La visione scientifica del mondo, trad. E.G.A. Oliva, Laterza 1988.
RISA L., Miti, dei, eroi, Liguori Ed. 1988.
AGIZZA R., Miti e leggende dell’antica Grecia, Newton Compton Ed. 1993.
CARASSITI A.M., Dizionario di mitologia greca e romana, G.T.E. Newton 1996.
FERRARI A., Dizionario di mitologia, G.E. L’Espresso 2006.
GRAVES R., I miti greci, trad. E. Morpurgo, Longanesi 2009.
FREUD S., L’interpretazione dei sogni, trad. E. Fachinelli e H. Tretti, Ed. integrale
di riferimento, Bollati Boringhieri 2011.
ODIFREDDI P., Come stanno le cose, Rizzoli 2013.
VERNANT J.P., L’Universo, gli dei, gli uomini, trad. I. Babboni, Einaudi 2016.
SERMONTI V., Le Metamorfosi di Ovidio, Rizzoli 20016.
FREUD S., Psicologia e metapsicologia, trad. C. Balducci, A. Durante, J. Sanders
e L. Breccia, e I. Castiglia, Newton Compton Ed. 2018.
Tra natura e cultura, tra sogno e mito 102
Sommario
6 Il percorso creativo
8 Un’opportunità inconsueta
10 Incontro con l’artista
16 Le opere e gli anni
18 Anni ’70
34 Anni ‘80
54 Anni ’90
103 Tra natura e cultura, tra sogno e mito
80 Anni 2000
90 Anni ’10
100 Bibliografia essenziale
104 Recensioni mostre personali
Tra natura e cultura, tra sogno e mito 104
Recensioni mostre personali
“Il labirinto”
Palazzo Municipale - Rieti 1995
Nei quadri di Bruno Bianchini, le figure divine sono aspetti del mondo e gli
aspetti del mondo sono figure divine, cosmi singolari che includono i loro
contrari, logicamente ineffabili.
Ma non è dell’arte dire l’indicibile?
Per Bianchini, al contrario che nella disperata afasia contemporanea, su ciò di cui
non si può parlare non si deve tacere.
Prof. Decio Murè
“Dualità dell’essere -> armonia della molteplicità”
Galerie de Paris – Roma 2010
Bianchini richiama alla mente il realismo del novecento, la realtà utilizzata per
indagare l’animo umano e i significati profondi dell’essere.
Un artista ricco di fantasia ed immaginazione che si misura con le tecniche
della pittura più adatte alla rappresentazione realistica ed evocativa.
I suoi quadri esprimono tutto questo: la matrice dalla cultura classica,
l’elaborazione attraverso la conoscenza della storia del pensiero, l’applicazione
nel linguaggio della pittura, l’indagine nel proprio intimo.
Prof. Vincenzo Bucci
Prof.ssa Alessandra Onofri
105 Tra natura e cultura, tra sogno e mito
“Tra natura e cultura, tra sogno e mito”
Galerie de Paris - Roma 2018
Bruno Bianchini, Artista e Pittore poliedrico, torna ad esporre con un’antologica
delle sue opere che abbraccia un periodo di oltre quarant’anni con disegni,
pastelli e quadri ad olio.
Dotato di fervida ed ologrammatica creatività, ama pensare, riflettere, elaborare
a lungo ogni sua opera che, anche per questo, ha un’intensità che lascia “con
l’animo sospeso”.
Pur negli evidenti richiami alla classicità che si colgono di primo acchitto, è
chiaramente accessibile la lettura e l’attualità delle tematiche che il Bianchini
affronta nelle sue opere. Attualità che interpreta con un realismo emozionale ed
emozionante, a volte immaginario e immaginato, a volte vissuto oniricamente;
ma sempre elaborato secondo la propria sensibilità.
Un realismo talora metaforico, talora visionario, se così si può dire, che riecheggia
il grande Salvador Dalì, tale da rendere palpabili anche le più intime profondità
del mondo interno degli umani.
Prof. Giuseppe De Vita
Progetto grafico:
Luca Bianchini