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Tivoli: la città di Igino Giordani

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8. CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE (O SAN FRANCESCO)

«[…] I nipotini portano ancora l’eco del Paradiso; i nonni avvertono l’aria del

Paradiso: e perciò s’incontrano a mezza strada. Il nonno poi ci si avviava a quel soggiorno,

passando ore nella chiesa di San Francesco, dove i tiburtini veneravano una Madonna

particolarmente cara. E mio nonno Domenico ci stava in piedi per ore, beato, a

contemplarla»

Memorie di un cristiano ingenuo, pp. 19-20

La chiesa di Santa Maria Maggiore, accostata alla Villa

d’Este e al Convitto Nazionale è stata frequentata molto

spesso da Igino nella prima fase della sua vita a Tivoli. La

chiesa, sorta su una zona ricca di resti archeologici,

inizialmente doveva avere una diversa dedicazione. Vi si

insediò nel IX secolo una comunità benedettina, in seguito -

a partire dal 1256 - l’abitavano i francescani. Il suo grande

convento fu in parte distrutto e in parte usato come base

d’appoggio per la costruzione di Villa d’Este, realizzata nel

1550 su iniziativa del cardinale Ippolito II d’Este. Nel corso

dell’XI secolo la chiesa si trovò inserita all’interno della cinta

muraria della città, per questo motivo fu creato l’ingresso laddove doveva esserci l’abside, in modo da

poter accogliere i fedeli direttamente all’interno nel perimetro urbano. La faccia è stata molto modificata

sia alla fine del Medioevo, con l’aggiunta di elementi gotici, che in epoca rinascimentale. Il campanile è

stato realizzato posteriormente all’edificazione della chiesa antica di cui permangono tracce di affreschi

nel presbiterio e nell’ambone; all’interno dell’edificio è conservata una veneratissima Madonna delle

Grazie, copia della Madonna dell’Ara Coeli attribuita a Jacopo Torriti (fine del XIII secolo).

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