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Solidarietà ai lavoratori agricoli in sciopero

Per il 21 maggio il sindacato di base dei lavoratori agricoli ha proclamato lo sciopero generale per protestare

contro l'articolo 110 bis sulla regolarizzazione dei migranti. Aboubakar Soumahoro, attivista e sindacalista dei

lavoratori agricoli dell’Usb lo ha definito “lo sciopero degli invisibili”.

Con il Decreto Rilancio infatti, restano inascoltate le grida di dolore dei dannati dei decreti sicurezza e della

Bossi-Fini, che anche per tutelarsi dal Covid-19 chiedevano il rilascio del permesso di soggiorno per tutti, che

consentisse loro di iscriversi all’anagrafe e di avere un medico di base.

Il governo ha scelto invece di subordinare il permesso di soggiorno all’attività lavorativa, salvando le braccia

e il lavoro e non gli esseri umani.

Pur consapevoli delle difficoltà nelle quali la ministra dell’Agricoltura e il governo si sono mossi e

dell’importanza di una misura di regolarizzazione che consentirà 200.000 possibili “emersioni” dei lavoratori

in nero, non possiamo non sostenere la battaglia del sindacato per ridare dignità a una categoria di lavoratori

da sempre sfruttati e ricattatati.

La GDO (Grande Distribuzione Organizzata) con la sua politica sui prezzi genera enormi profitti da un lato,

mancanza di diritti, salari bassi e condizioni di lavoro disumani dall’altro. Non sono solo i braccianti a pagarne

le conseguenze ma tutta la filiera agroalimentare ed anche i consumatori sui quali pesa la mancanza di

trasparenza e la riduzione al minimo degli standard qualitativi.

Già nel 1957 Giuseppe Di Vittorio nel suo ultimo discorso diceva: „I profitti si alzano sempre più e i salari

stentano a salire, rimangono sempre in basso. Le conseguenze, allora, di questi colpi ricevuti dalla CGIL ad

opera del grande capitalismo, delle scissioni, delle divisioni dei lavoratori quali sono state? Ecco: le due

curve, la curva dei profitti che aumenta sempre di più, e la curva dei salari che rimane sempre in basso“

Sessantatre anni dopo i braccianti agricoli lavorano e vivono ancora nelle stesse drammatiche condizioni.

Come sostiene USB Lavoro Agricolo nel suo comunicato soltanto con la solidarietà dei contadini/agricoltori e

dei consumatori si potranno sconfiggere il caporalato, lo sfruttamento e si potranno chiedere filiere pulite e

trasparenti. La piena regolarizzazione inoltre garantirà l'accesso alla sorveglianza sanitaria, particolarmente

importante in questo periodo, e darà un notevole contributo alla lotta alla criminalità organizzata


Come lavoratori, come cittadini, come consumatori e come migranti sentiamo il dovere di sostenere lo

sciopero e la lotta che i braccianti agricoli delle campagne italiane portano avanti.

Zurigo, 18.05.2020

Manuela Schiller (Avvocata, comitato 1. Maggio)

Roberto Cammarano (Laboratorio per la Sinistra)

Susanna De Panfilis (Laboratorio per la Sinistra)

Salvatore Di Concilio (ex consigliere comunale città di Zurigo)

Sara Ercoli (Fabbrica di Zurigo)

Pino Esposito (Regista)

Chiara Fioravanti (Psicologa)

Grazia Frontoso (Fabbrica di Zurigo)

Anna Greppi (Fabbrica di Zurigo)

Manolo Joglar (Izquierda Unida, Punto de Encuentro ZH)

Mattia Lento (Giornalista “Area”, Fabbrica di Zurigo)

Elisa Lovece (Fabbrica di Zurigo)

Marco Miranda (Fabbrica di Zurigo)

Maurizio Nappa (Laboratorio per la Sinistra)

Catia Porri (Radio Lora)

Gaia Restivo (Ricercatrice, Fabbrica di Zurigo)

Michela Rossi (Fabbrica di Zurigo)

Pinuccia Rustico (Sindacato UNIA, Fabbrica di Zurigo)

Maurizio Spallacini (Colonie Libere Neuchatel)

Alessandro Vaccari (Fabbrica di Zurigo)

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