Nera: thriller tratto da una storia vera (estratto)
Una serie di omicidi non risolti. L'ultima vittima è una prostituta di colore. Alla ricerca del vero colpevole, un poliziotto che si schiera contro razzismo e discriminazione si imbatterà nella lunga scia di sangue lasciata da uno dei più inquietanti episodi della recente storia tedesca.
Una serie di omicidi non risolti. L'ultima vittima è una prostituta di colore. Alla ricerca del vero colpevole, un poliziotto che si schiera contro razzismo e discriminazione si imbatterà nella lunga scia di sangue lasciata da uno dei più inquietanti episodi della recente storia tedesca.
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La poliziotta uscì e tornò con un bicchiere d’acqua gassata. Kyra si aggrappò a quel
bicchiere, sentì l’acqua fresca lambire la gola e si calmò. La poliziotta ben nutrita era
simpatica. Una gran chioma di capelli neri. Le tedesche non sono tutte bionde.
«Ha detto che vuole fare una denuncia?» disse l’agente, mentre si sistemava gli occhiali sul
naso e poggiava le mani sul computer. «Bene, mi racconti tutto. E mi chiami pure Nadia.»
Kyra prese fiato, tese i muscoli e parlò. Il ticchettio dei tasti fece eco alle sue parole,
riempiendo un vuoto di cui aveva paura.
Nadia le pose molte domande. Si mostrò davvero interessata alla sua storia. Quindi le fece
firmare un foglio, che chiamò "verbale".
Alla fine rimasero l’una di fronte all’altra, in silenzio. Nadia si tolse gli occhiali e si prostrò
verso Kyra, come per farle una spiacevole rivelazione:
«Mi dispiace, non posso assicurarle che verrà aperta un’indagine. Purtroppo non sono io
che decido. Posso soltanto portare il suo caso all’attenzione del mio capo.»
Kyra spalancò gli occhi e si accasciò sulla sedia. Era stato tutto inutile? Lo sapeva che non
l’avrebbero ascoltata. La grassona aveva fatto il suo dovere, e adesso stava cercando di
mandarla via.
Kyra si fece forza, riassunse una posizione eretta e decise di insistere.
«Posso parlare io con il capo?» supplicò, gesticolando e implorando con gli occhi.
«Soltanto per cinque minuti…» aggiunse, tirando fuori tutta l’umiltà che possedeva. Era
sicura che la poliziotta avrebbe provato compassione per una come lei.
Alla fine, Nadia fece un sospiro e si arrese. Kyra aveva fatto bene a non mollare.
Ancora una sala di aspetto. Alla parete, un orologio che non si muoveva. Fra le mani, Kyra
teneva un biglietto da visita: commissario capo Robert Bender, squadra Scomparsi.
Questa volta fu fatta entrare in una stanza grande e luminosa, di cui non fu chiusa la porta.
Kyra si guardò intorno: due scrivanie, una delle quali in perfetto ordine, mentre l’altra era
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