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storia 9
1606-1906”.
Diversamente da Micheli,
Cappiello non ricorse a citazioni
che potessero localizzare
la sede della mostra.
Non inganni la balaustra: la
terrazza Ciano, poi Mascagni,
verrà realizzata circa 25
anni dopo. Che il soggetto
pubblicitario riguardi Livorno
lo attesta la titolatura
e nient’altro. La nipote della
modella, la Sig.a Hélène
Koehl, ci garantisce che sua
nonna - Maria Müller - era
“una donna solare e divertente,
con un carattere estremamente
livornese. Ecco
perché Cappiello scelse il
FIG. 5
FIG. 6
suo volto per realizzare il manifesto
divenuto poi un’icona
della città”. (cit. da Il Telegrafo
del 9 Gennaio 2019).
Si tratta di un’opera geniale e
innovativa per la Livorno dei
post macchiaioli: la tecnica
dell’ à plat, che consiste nella
tendenza a raffigurazioni
bidimensionali e la citazione
delle lanterne giapponesi (non
cinesi come a volte si legge)
richiamano la passione parigina
per le stampe nipponiche,
care agli impressionisti e ai
post impressionisti. La cartolina,
edita dalla nota casa milanese
Giulio Ricordi, conserva
intatto pur nelle dimensioni
ridotte il fascino del grande
manifesto, l’unico che l’allora
ventiseienne Cappiello abbia
dedicato alla sua città. Un annullo
speciale attestava che
l’acquisto era avvenuto nella
sede della mostra per il sullucchero
dei collezionisti di ieri e
di oggi. (fig.6)