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San Michele arcangelo nella storia della scultura ... - Polizia di Stato

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L’angelo e la<br />

Luca Giordano, Lorenzo Vaccaro,<br />

Giovan Domenico Vinaccia<br />

Argento, argento dorato, zaffiro sul pettorale<br />

1691<br />

Napoli, Museo del tesoro <strong>di</strong> san Gennaro<br />

Magistralmente tradotta in argento e argento dorato dallo scultore orafo<br />

Giovan Domenico Vinaccia, la statua, a <strong>di</strong>mensione naturale, è stata realizzata<br />

su <strong>di</strong>segno del pittore Luca Giordano e bozzetto <strong>di</strong> Lorenzo Vaccaro. La<br />

figura del santo presenta molte similitu<strong>di</strong>ni con l’opera pittorica dello stesso<br />

soggetto, realizzata dal Giordano nel 1666 – ci si riferisce all’elmo piumato,<br />

all’abbigliamento dell’angelo e al drappo che lo avvolge – ma, mentre<br />

nell’immagine <strong>di</strong>pinta, <strong>San</strong> <strong>Michele</strong>, grazie all’ampiezza del gesto e alla<br />

morbidezza delle vesti, comunica una sorta <strong>di</strong> serenità pur <strong>nella</strong> violenza <strong>della</strong><br />

scena, questo non avviene <strong>nella</strong> <strong>scultura</strong>, ove l’<strong>arcangelo</strong> appare irrigi<strong>di</strong>to<br />

nell’atto <strong>di</strong> sconfiggere il <strong>di</strong>avolo, rappresentato in forme zoomorfe. Il gruppo<br />

scultoreo più che al noto passo dell’Apocalisse sembra infatti ispirarsi<br />

all’interpretazione iconografica <strong>di</strong>ffusasi nel periodo dell’Inquisizione;<br />

l’<strong>arcangelo</strong> a spada sguainata assicura la vittoria sul nemico, e il nemico è<br />

l’eresia. Allora il motto QUIS UT DEUS? (traduzione latina <strong>di</strong> Mi-Ka-El?, “Chi è<br />

come Dio?”) che campeggia sullo scudo del santo, assume il valore <strong>di</strong> un grido<br />

<strong>di</strong> battaglia e <strong>di</strong> sfida proprio nei confronti degli eretici.<br />

Peter Verschaffeld<br />

Bronzo originariamente rivestito <strong>di</strong> una superficie dorata, la corazza era ricoperta <strong>di</strong> lamine d’argento<br />

1752 - Roma, Castel <strong>San</strong>t’Angelo<br />

L’a<br />

Annunciato dai do<strong>di</strong>ci angeli marmorei che ornano ponte<br />

<strong>San</strong>t’Angelo, l’Arcangelo <strong>Michele</strong> si staglia nel cielo <strong>di</strong><br />

Roma dal punto più alto del mausoleo <strong>di</strong> Adriano. È opera<br />

dello scultore fiammingo Peter Verschaffeld e raffigura la<br />

materializzazione <strong>della</strong> “visione” <strong>di</strong> papa Gregorio Magno.<br />

È il 29 agosto del 590 e la città <strong>di</strong> Roma è flagellata da una<br />

terribile pestilenza; per invocare la misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina<br />

il papa organizza una processione.<br />

Giunti all’altezza del mausoleo <strong>di</strong> Adriano i fedeli vedono<br />

comparire nel cielo un angelo (<strong>Michele</strong>) che ripone la spada e<br />

improvvisamente la pestilenza cessa! Questa,<br />

almeno è la leggenda che si racconta… da allora il mausoleo<br />

ha assunto il nome <strong>di</strong> Castel <strong>San</strong>t’Angelo.<br />

Il bronzo trasmette un duplice e inquietante messaggio:<br />

<strong>San</strong> <strong>Michele</strong> è colto in un atto pacifico, rassicurante –<br />

rinfodera la spada, segno che la battaglia è cessata e l’uomo<br />

è stato perdonato – e rappresenta quin<strong>di</strong> la manifestazione<br />

<strong>della</strong> misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina, ma la spada riposta era stata in<br />

’angelo<br />

precedenza sguainata, certamente non a protezione degli<br />

e la mater<br />

uomini ma contro <strong>di</strong> essi; e allora l’<strong>arcangelo</strong><br />

può anche essere strumento dell’ira <strong>di</strong>vina.<br />

18<br />

POLIZIAMODERNA<br />

ottobre 2012

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