T E S T E D B Y T H E F A S T E S TNadir MaguetDamiano Lenzi
EDITORIALEmezzo del cammin di nostra vita…mi ritrovai per una selva oscura”.“NelConfido che mi perdoni il “padredella nostra lingua” se ho voluto iniziare questomio editoriale con una reminiscenza liceale, che siadatta però al contesto del quale desidero parlarvi.L’umanità intera, e quindi questa nostra Italia, siè trovata a confrontarsi con un virus devastanteche ci ha condotti nell’antro buio della nostra coscienza,risvegliando in ognuno di noi arcaichepaure e le insicurezze della condizione umana.E allora, anche se la bufera non è del tutto passatae nuvole nere minacciano ancora il nostroorizzonte, guardiamo con ottimismo al nostropresente e al nostro futuro.Di aiuto può esserci il nostro “Rinascimento”, ilpensare a quello che siamo stati noi italiani, aquanto abbiamo fatto (e ancora possiamo fare)per questo mondo con la nostra cultura e la nostrastoria. Così noi siamo certi che quella “drittavia” non l’abbiamo mai smarrita legati alla nostraFede ed a una solida tradizione culturaleche basa la sua forza sui valori etici e genuini delnostro mondo rurale.E piano piano introduco i temi che voglio affrontare,quelli che parlano del grande lavorosvolto dalla nostra Gente e del futuro che ci attendecome uomini ed anche come cacciatori.Forse non tutti si sono accorti, infatti, che tra iprimi provvedimenti adottati dall’AmministrazionePubblica, subito dopo quelli relativi allagestione delle criticità e di sostegno alla popolazione,si contano quelli relativi alla gestionedel territorio, ed in particolare quelli sul controllodella fauna selvatica che, complice il lockdown, si è riappropriata degli spazi occupatidall’uomo. Subito dopo sono arrivate le delibererelative alla riapertura delle zone addestramentocani, i calendari venatori e i decreti inderoga per le pre aperture.Non voglio limitarmi a citare l’enorme lavorosvolto dalla Cabina di Regia, e quindi attivamenteanche dalla nostra Associazione, ma desiderosollecitare una riflessione su come lo statodi difficoltà generato dalla pandemia di Covid19 abbia contribuito a cambiare le coscienze neiconfronti degli argomenti legati all’agricolturacommerciale - non quella di nicchia buona per iperiodi delle vacche grasse - ed a tutte le attivitàlegate alla ruralità tra cui la caccia che producericchezza e stabilizza il territorio con controlli egestioni consapevoli, tornando ad istillare quelprofondo senso di sicurezza che il cacciatore hada sempre generato nella coscienza popolare,soprattutto rurale.Lasciamo quindi ai profeti di sciagure i ripetitividiscorsi sul diritto alla proliferazione incontrollatadi orsi e lupi a scapito delle attivitàumane che spesso parlano solo da salotti buonio da lussuose scrivanie, protetti da ogni interventoesterno quasi fossero immuni da tutto perdefinizione, mentre noi continueremo a parlarecon pastori, allevatori e cacciatori tutti del dirittoalla loro esistenza e alla sopravvivenza dellacultura italiana figlia del Rinascimento e del paesaggiomichelangiolesco delle nostre campagneche aveva relegato “le fiere” alla loro vocazioneboschiva, lasciando all’uomo le praterie e le collinedove i cipressi sembrano venirci a salutare“alti e schietti in duplice filar”.Quando l’uomo si trova ad affrontare le difficoltàche la storia gli impone, ritrova se stesso neivalori fondanti; anche questa volta è andata cosìe così continuerà.“E quindi uscimmo a riveder le stelle”.Buona vita e buona stagione a tutti voi.Lamberto CardiaPresidente NazionaleU. N. Enalcaccia - P. T.Caccia e Natura3