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Neuroma_di_Morton_Decompressione_endoscopica

Tecnica di Barrett modificata con alcolizzazione

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Neuroma di Morton "Decompressione endoscopica" Tecnica di Barrett

modificata con alcolizzazione

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6 authors, including:

Petre Mihai Baleanu

San Giuseppe Hospital

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Roberto Arcioni

Sapienza University of Rome

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Neuroma di Morton

“Decompresione endoscopica”

Tecnica di Barrett modificata con alcolizzazione

P.Ronconi, E.Arati, P.M. Baleanu, P. Ragonesi, D.Stasolla, R.Arcioni

(Foot medical hospital of Rome)

INTRODUZIONE

La sindrome di Morton, dovuta ad una sofferenza

del nervo plantare, rappresenta una delle cause di

metatarsalgia.

La scoperta di tale sindrome va accredidata a

Filippo Civinini, medico pistoiese che pubblicò

nel 1835 un lavoro dal titolo “Su di un gangliare

rigonfiamento della pianta del piede”;

successivamente, tale patologia fu descritta da

Morton (1876).

E’ importante sotolineare che durante l’atività

deambulatoria e soprattutto nella pratica sportiva,

viene facilitata la concentrazione del carico a

livello delle teste metatarsali.

Questa situazione, se reiterata nel tempo e

complicata da eventuali anomalie preesistenti del

soggetto, induce ad una sofferenza da

sovraccarico della regione avampodalica con

possibile degenerazione della sua morfostruttura.

SINTOMATOLOGIA

La localizzazione più frequentemente è:

- nello spazio tra il terzo ed il quarto metatarso

(Fig. 1a , 1b, 1c);

altre localizzazioni:

- 2˚ e 4˚ spazio;

- Più raramente il 1˚.

Fig. 1b

Fig. 1c

La Sn. di Morton è accompagnata da un

caratteristico corredo sintomatologico:

- dolore acuto di tipo nevralgico,

- sensazione di corrente elettrica,

- bruciore,

- bisogno improvviso di togliersi la calzatura,

- “clic” ala palpazione nele sedi interesate

(test di Mülder).

EZIOLOGIA

Fig. 1a

E’ senz’altro multi-fattoriale:

più frequente è su base meccanica, dovuta ad

una sofferenza locale del nervo plantare nel

suo passaggio al di sotto del legamento

trasverso intermetatarsale (TIML).

Alcuni autori hanno attribuito questo dolore a

motivi diversi:

- “nevralgia”;


- “pinzamento”del nervo da parte delle teste

metatarsali vicine;

- “lasità” del TIML;

- “rami comunicanti” del nervo nel 3˚ spazio

IMT;

- “ischemia” del nervo;

- “borsite”;

- “sindrome canalicolare o da intrappolamento”

(Graham & Graham 1984).

Adottiamo la tecnica di Barrett, utilizzando il suo

strumentario endoscopico (E.D.I.N.), con sonda

ottica di 2,7 mm a 30˚ (Fig.2).

PATOGENESI

I carichi eccessivi e/o anomali che si

trasmettono in sede metatarsale durante la

deambulazione, generano fenomeni di

compressione e di attrito dei tessuti molli

locali con i segmenti ossei del metatarso.

Questa “non fisiologica” atività meccanica,

in soggetti predisposti, determina una

attivazione abnorme della risposta

infiammatoria con conseguente

iperproduzione del tessuto fibroso reattivo

che, con il tempo, va a circondare fino ad

intrappolare il fascio neurovascolare.

Quindi dal 1990 abbiamo voluto considerare

il neuroma di Morton come una neurite e

trattarla con tecnica endoscopica EDIN,

secondo Barrett S., al fine di effettuare un

release del legamento intermetatarsale

(TIML); tecnica modificata personalmente

eseguendo endoscopicamente anche

l’alcolizzazione del nervo.

Fig. 2

Si esegue una prima incisione dorsale

intermetatarsale (Fig. 3a, 3b), a circa 25 mm

prossimamente al legamento intermetatarsale

(TIML) e si posiziona un divaricatore autostatico

che determina una divaricazione dello stesso

spazio.

DIAGNOSI DIFFERENZIALE

E’ ovvio che tale patologia deve esere

studiata avendo chiara la diagnosi

differenziale con: borsiti, capsuliti, sinoviti,

tendinite, fratture, tumori, necrosi avascolari,

artriti, ischemia, distrofie simpatiche riflesse,

neuropatie, sindrome del tunnel tarsale, noduli

reumatoidi ecc.

Quindi, prima di procedere al’ato chirurgico,

i pazienti vanno valutati dal punto di vista

biopatomeccanico, clinico, strumentale (rdx,

ecografia, RNM).

Fig. 3°

TECNICA CHIRURGICA

L’intervento chirurgico viene eseguito in

anestesia loco-regionale (ankle-block) e con

applicazione di fascia ischemica al collo del

piede.

Fig. 3b


Una seconda incisione viene effettuata nella

commisurata interdigitale (Fig. 4).

Previo palpatore si raggiunge il pavimento del

legamento intermetatarsale per consentire una

buona introduzione e posizione della cannula (Fig.

5).

Si procede al’inserimento di quest’ultima, aperta

dorsalmente, tra il legamento TIML (situato

dorsalmente) ed il nervo intermetatarsale non

visualizzabile.

La sonda viene fatta uscire plantarmente con una

terza incisione (Fig. 6).

Si inserisce l’otica da 2,7 mm a 30 gradi nela

cannula (Fig. 7) e si procede alla sezione del

TIML sotto controllo video con apposito tagliente

(Fig.8 e 9).

Fig. 7

Fig. 4

Fig. 8

Fig. 5

Fig. 9

E’ importante, dopo questa procedura, avere la

sensazione della liberazione totale del legamento

TIML che può essere valutata con un apposito

palpatore. Se ci fossero dubbi si può procedere ad

un nuovo release.

Da diversi anni abbiamo modificato la tecnica

originale associando a quanto sopradetto una

alcolizzazione diretta del nervo per via

endoscopica ruotando di 180˚ la cannula dopo il

release del legamento TIML ed iniettando,

attraverso la stessa, 4-5 cc. Di soluzione alcolica al

90% (Fig. 10 e 11).

Fig. 6


CONCLUSIONI

Fig. 10

Fig. 11

Questa azione a nostro avviso ha portato un

ulteriore successo di 3–5 punti in percentuale per

l’azione eletiva del’alcool sul nervo.

Normalmente non mettiamo punti di sutura ma

eseguiamo una fasciatura leggermente

compressiva concedendo il carico mediante

calzatura postoperatoria.

Assistenza postoperatoria: si deve far cura di

evitare eccessive sollecitazioni sul piede.

Consigliamo un carico parziale per la prima

settimana e successivamente deambulazione con

calzature sportive. Dopo la 302–40° giornata il

paziente potrà riprendere le attività ginniche.

Prescriviamo sempre un ciclo di FKT dopo 30–

40 giorni ed applichiamo un’ortesi di ripartizione

in materiale morbido.

Indicazione: la tecnica endoscopica può essere

eseguita nella neurite di Morton come intervento

di base prima di pensare al’amputazione del

nervo intermetatarsale.

Controindicazione: nel neuroma di amputazione.

Non è consigliabile eseguire il release del TIML

su due spazi per l’instabilità metatarsale che può

provocare l’intervento.

Complicanze

- Rarissimi casi di infezione

- Abbiamo avuti rari casi di cicatrice ipertrofica

plantare.

- Nel 20% dei casi si è avuta la persistenza

della sintomatologia del dolore che ha

richiesto successivamente un trattamento

d’amputazione nel 10% dei casi.

Valutando i risultati di questa procedura e

confrontandola con le tecniche tradizionali in

“open” abbiamo rilevato che la decompresione

endoscopica risulta meno traumatica delle

tecniche chirurgiche tradizionali e permette:

- Rapida ripresa delle normali attività del

paziente.

- Percentuale di successo (90%) superiore alla

tecnica tradizionale.

- Vantaggio di mantenere e conservare la

sensibilità digitale.

Abbiamo valutato anche a distanza attraverso

studi ecografici le dimensioni del nervo che di

media si è ridotto costantemente di circa un 30%

dopo un anno dal’intervento.

Pertanto tale tecnica mininvasiva, con rispetto del

nervo intermetatarsale, consente un approccio

chirurgico che permette di intervenire in caso di

insuccesso, con altre metodiche.

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