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Figure retoriche

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Figure retoriche di posizione:

● Anastrofe: quando due o più parole sono disposte in modo invertito.

● Ipèrbato: l’inserimento di una o più parole nella frase in modo da dividere due

elementi che dovrebbero rimanere uniti.

● Anafora: quando una o più parole sono ripetute all’inizio di versi successivi. (alla fine

del verso prende il nome di epifora)

● Anadiplosi: ripresa all’inizio di un verso della stessa parola (o gruppo di parole) che

si trova alla fine del verso precedente.

● Iterazione: ripetizione di una o più parole all’interno del testo senza una disposizione

precisa.

● Parallelismo: disporre le parole nella frase in modo che si stabiliscano dei rapporti di

simmetria.

● Chiasmo: disposizione incrociata di parole o espressioni. (secondo lo schema A B -

B A)

● Accumulazione: accostamento intenso e sovrabbondante di termini disposti in

modo caotico e/o disordinato. (spesso senza segni di punteggiatura)

● Climax: forma di accumulazione in cui i termini sono disposti in ordine di intensità

crescente (climax) o decrescente (anticlimax). (formata di solito da almeno 3 gradi di

successione)

● Hysteron proteron: inversione delle parole rispetto al loro ordine temporale, sia

logicamente che cronologicamente.

Figure retoriche di significato:

● Similitudine: confrontare due elementi stabilendo tra loro nessi logici espliciti.

(usando le forme: come, quasi, pari a, tale…) I termini in relazione condividono una

qualità, hanno un aspetto in comune.

● Metafora: similitudine abbreviata, in cui viene soppresso il nesso logico esplicito.

(come, pari a...) Consiste nel sostituire un termine con un altro, il cui significato ha

con il primo un rapporto di somiglianza. (i due termini hanno una o più qualità in

comune, senza che queste vengano menzionate direttamente)

● Analogia: (metafora condensata) due termini lontani tra loro sono messi in relazione

eliminando ogni passaggio logico, quindi con un accostamento immediato. In altri

casi l’analogia può essere costituita da un solo termine che condensa in sé il

richiamo a un altro, lasciato all’intuizione.

● Sineddoche: sostituzione di una parola con un’altra in base a un rapporto di

quantità, cioè di di maggiore o minore estensione di significato.

● Metonimia: sostituzione di una parola con un’altra in base ad un rapporto di

vicinanza logica. I principali casi di sostituzione sono: la causa per l’effetto, il

contenente per il contenuto, il concreto per l’astratto, lo strumento per chi lo adopera,

l’autore per l’opera e la materia per l’oggetto.

● Antitesi: accostamento di parole o frasi opposte per ottenere effetti di contrasto. (i

due elementi sono spesso disposti nella frase in modo simmetrico)

● Ossimoro: accostamento di tue parole di senso opposto.

● Iperbole: esagerazione per eccesso o per difetto.

● Sinestesia: accostamento di termini che appartengono a sfere sensoriali differenti.

● Adynaton: affermazione impossibile.


Perifrasi: giro di parole, frase che designa un oggetto o una persona in sostituzione

della parola specifica.

Antonomasia: si designa con un nome proprio, anziché con il nome comune, una

persona o una cosa per esaltarne alcune qualità. (può avvenire anche il contrario)

Personificazione: trattare con un essere animato un oggetto o un concetto astratto.

Ipallage: attribuire a una parola di una frase le caratteristiche proprie di un’altra

parola nella stessa frase.

Ironia: si afferma qualcosa per intendere l’opposto. (può riguardare una sola parola

o un’intera frase)

Figura etimologica: accostamento di due o più parole con la stessa radice.

Altre figure retoriche:

Apostrofe: quando il discorso è rivolto direttamente a un interlocutore, in seconda

persona.

Preterizione: dichiarare di non voler dire qualcosa, che subito dopo si dice.

Reticenza: interruzione del discorso per sottintendere qualcosa. (segnalata da tre

puntini)

Litote: affermare un concetto negando il suo opposto.

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