Oltre Magazine n. 1 - Gennaio-Febbraio 2023
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Made in Italy
IN EVIDENZA
Il nuovo anno porta novità da
numerose aziende: scopriamo il
mondo HOFI e conosciamo organigramma
e percorso di questa
Holding Funeraria; entriamo
in Case Funerarie Group, primo
gruppo consolidato per la realizzazione
dei luoghi di commiato;
Alessandro Taddia ci parla dei
traguardi raggiunti dalla Taddia
Group, da 30 anni al fianco degli
impresari; infine, grandi news
nel settore dell’autotrasformazione
con la fusione tra Renova e
Wind Cars.
Statistiche: analizziamo la situazione
delle cremazioni in Italia
secondo i dati Sefit 2021; approfondiamo
il rapporto tra italiani
e sepolture nel primo appuntamento
con l’Osservatorio per la
Ricerca sulla Morte e le Esequie;
dati interessanti arrivano anche
dalla Spagna grazie all’analisi
condotta da Panasef sui servizi
funerari nel 2021 e nei primissimi
mesi del 2022.
Parliamo dell’approvazione della
legge per il Riconoscimento
e la Valorizzazione dei Cimiteri
Monumentali dell’Emilia Romagna,
facciamo una passeggiata
nel Cimitière des Chiens di Parigi
e ricordiamo Sergey Yakushin,
figura di spicco del mondo
funerario russo. Infine, il nuovo
corso della Scuola Superiore
di Formazione per la Funeraria
sulla figura del cerimoniere nel
team di lavoro e consigli di cinema
con La Stranezza, film sul
settore tra poesia ed ironia teatrale.
www.oltremagazine.com
26
46
76
SOMMARIO
ATTUALITà
Le cremazioni in Italia
NEWS AZIENDE
Hofi. Un percorso condiviso
verso la crescita
NEWS AZIENDE
Case Funerarie Group.
Quando l’unione fa la forza
ORME
Sepoltura. Quale, con chi, dove?
NEWS AZIENDE
Taddia Group.
Da 30 anni al fianco degli impresari
NEWS AZIENDE
Renova e Wind Cars.
Insieme è meglio!
ATTUALITà
Una legge per i Monumentali
STATISTICHE
Il settore funerario in Spagna
IN MEMORIA
Arrivederci Sergey
CIMITERI PER ANIMALI
Le Cimitière des Chiens
FORMAZIONE PROFESSIONALE
La figura del cerimoniere
nel team di lavoro
CINEMA
La stranezza
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Oltre Magazine
Periodico di informazione
dell’imprenditoria
funeraria e cimiteriale
Bimestrale
Anno XXIII - n°1 Gennaio-Febbraio 2023
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
3
ATTUALITà
Le cremazioni
in Italia
di daniele fogli
L’analisi dei dati raccolti da Sefit
per l’anno 2021 mostra un incremento
delle cremazioni, mentre il numero
di impianti resta stabile.
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
SEFIT Utilitalia svolge da molti anni
un ruolo di raccolta ed elaborazione
dati sulla cremazione in Italia,
diffondendo tali informazioni sia ai
gestori (associati e non) sia a Comuni
e Regioni.
È fonte di dati ufficiali per l’Italia,
vista l’assenza dell’ISTAT, sia per
l’ISPRA Ambiente, sia per l’ICF
(International Cremation Federation)
e pure per la EFFS (European
Federation of Funeral Services).
Ogni anno SEFIT diffonde una corposa
circolare, ricca di tabelle, con
dati numerici, rapporti percentuali,
informazioni per raggiungere i singoli
impianti in funzione.
Una sorta di bibbia del settore.
Ci siamo permessi, quindi, di saccheggiare
a piene mani da questo
documento i dati e buona parte delle
considerazioni in esso svolte, per
darne conto ai lettori di Oltre Magazine,
ponendo le seguenti domande
e dando le risposte necessarie. •
4 OLTRE MAGAZINE
Foto di Zlikovec - Dreamstime
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
5
ATTUALITà
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Foto di Rubenkh - Dreamstime
Quanti sono i crematori in funzione
in Italia e quante cremazioni
svolgono?
Nel 2021 risultano autorizzati ed
operanti in Italia 89 impianti di cremazione
(87 nel 2020).
Il numero di nuovi impianti posti in
esercizio negli anni è tendenzialmente
stabile su valori contenuti (2
nel 2021).
In questi impianti, nel 2021, si sono
effettuate 244.186 cremazioni di cadaveri
(247.840 nel 2020). A tali valori
sono da sommare 45.959 cremazioni
di resti mortali nel 2021 (a fronte
di 29.266 nel 2020). Pertanto, nei
crematori italiani si è effettuato nel
2021 un totale di 290.145 cremazioni
(277.106 nel 2020).
Nel 2021 si è parzialmente recuperato
il gap negativo di cremazioni
di resti mortali, lasciati nelle sepolture
per garantire la cremazione di
cadaveri al momento del decesso,
stante la forte richiesta durante le
ondate pandemiche più accentuate
in termini di mortalità. Un recupero
che ha compensato ampiamente il
calo numerico totale di cremazioni
di cadaveri, a seguito di minore
mortalità complessiva.
Cosa è successo nel 2021, rispetto
all’anno precedente?
Le cremazioni di soli feretri effettuate
in Italia nel corso del 2021, sono
diminuite dell’1,47% rispetto all’anno
precedente, con un decremento numerico
corrispondente a 3.654 unità,
mentre la mortalità è diminuita del
4,97% (pari a -37.111), segno che la
tendenza a scegliere la cremazione
ha avuto una accelerazione anche
nel 2021.
L’aumento rispetto alle serie passate
è dovuto principalmente alla
sensibile crescita della cremazione
soprattutto al Nord e, in misura più
contenuta, al Centro e al Sud.
Si conferma un leggero aumento
delle cremazioni in Campania, per
l’effetto di traboccamento soprattutto
da Lazio, Sicilia e Basilicata. Ma è
soprattutto in Calabria che si avverte
un forte incremento di cremazioni
per effettuazione di servizi provenienti
in gran misura dalla Sicilia e
in parte dal Lazio. Di particolare interesse
la annotazione che le regioni
maggiormente dotate di impianti di
cremazione (Piemonte, Lombardia,
Emilia Romagna e Toscana) hanno
avuto un forte aumento di cremazioni
durante il periodo di massima
mortalità pandemica e mantengono
anche nel 2021 un importante ruolo
crematorio, segno che la garanzia di
effettuazione del servizio e l'organizzazione
dimostrata vengono
riconosciute dagli utenti.
6 OLTRE MAGAZINE
Quanto incide la cremazione sulla
mortalità?
Nel 2021 si sono avuti in Italia
709.035 decessi, pari ad un tasso
grezzo di mortalità riferito alla popolazione
residente del 12,00 per mille,
alto rispetto al passato, soprattutto
per l’apporto dato dalla pandemia,
anche se inferiore al dato dell’anno
2020, eccezionale.
L’incidenza della cremazione
registrata e stimata sul totale delle
sepolture, per l’anno 2021, è del
34,44%, con un incremento in
termini percentuali del +1,22%,
rispetto al dato 2020.
L’incremento del ricorso alla cremazione
continua ad avvenire soprattutto
al Nord, che ha una maggiore
presenza di impianti, e da pochi
anni è iniziato anche al Sud, mentre
è in crescita al Centro.
Nel 2021, così come negli anni precedenti,
le città in cui viene effettuato
il maggior numero di cremazioni
sono generalmente le città metropolitane.
Ma che sta succedendo nel settore
della cremazione in Italia?
Stanno evidenziandosi alcuni fatti,
taluni anche in aggiunta o modifica
di quanto percepibile nel passato:
- la diffusione di crematori di cintura
urbana nelle aree metropolitane
(ad es. di Milano, Torino, Napoli);
- una sovra-dotazione di impianti in
talune zone (del Nord), dove le autorizzazioni
date per la costruzione
di nuovi crematori sono superiori
alle necessità effettive; si avverte
parallelamente il fallimento della
legge 130 del 2001 che imponeva
piani di coordinamento regionali,
poiché ben poche sono le regioni
che vi hanno ottemperato;
- l’avvio di numerose pratiche per
la realizzazione di impianti nel
Centro e Sud Italia, in buona parte
stoppati dal rifiuto, spesso immotivato,
delle popolazioni interessate
dalle nuove localizzazioni (fenomeno
cosiddetto NYMBY, not in
my back yard) e un conseguente
rallentamento della installazione
di nuovi impianti. In qualche caso
con normative regionali non solo
al Sud, che hanno temporaneamente
bloccato la realizzazione
di altri impianti oltre gli esistenti
o creato barriere legislative particolarmente
pesanti all’ingresso di
nuovi soggetti;
- il rafforzamento operativo di taluni
impianti, con l’affiancamento a
linea/linee già esistente/i di nuove
(in pratica il rifiuto di nuove localizzazioni
di impianti sta favorendo
l’aumento di potenzialità di quelli
già autorizzati);
- la creazione di network organizzati
di gestori di impianti di cremazione,
che possono contare non su un
singolo crematorio, ma su una rete
di questi. •
Foto di Stanko07 - Dreamstime
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
7
ATTUALITà
La pandemia ha inciso sulla cremazione,
accelerando la diffusione.
Il sistema ha retto?
Le ondate pandemiche, in particolare
la prima, hanno evidenziato
l'estrema vulnerabilità degli impianti
di cremazioni con unico forno e,
meritoriamente, diverse città stanno
aumentando il numero di forni
per ciascun impianto e comunque
si punta ad un minimo di 2 forni,
proprio per garanzie di continuità
del servizio.
La nuova organizzazione gestionale
degli impianti e il numero maggiore
di forni in servizio, ha permesso
sia di garantire adeguati standard di
cremazione di cadaveri al decesso,
sia di recuperare nel 2021 il gap di
cremazione di resti mortali esistenti.
Si pensi che la cremazione di resti
mortali nel 2019 si è stimata in
38.305 unità, poi calate a 29.266 nel
2020 e ora giunte a 45.959 nel 2021,
con un incremento di ben +16.693
nell’ultimo anno.
Come si diffonde sul territorio la
cremazione?
La cremazione è ormai pratica funebre
maggioritaria e la scelta normale
in ampie zone d’Italia, ma, e qui
sta la novità, cresce sempre più nel
Centro e nel Sud a causa di carenze
di posti feretro e per economicità del
costo complessivo di un funerale.
Sta emergendo poi un fenomeno
nuovo per l’Italia e cioè l’attivazione
di services per trasporto feretri,
ovvero operatori specializzati nel
trasferimento principalmente, se
non esclusivamente, di feretri e/o
contenitori di resti mortali da certi
territori in altri dove si possono
ottenere tempi di effettuazione del
servizio più contenuti e talvolta
sconti tariffari o variazione di qualità
del servizio. Si tratta di una tendenza
che purtroppo incide sulle statistiche
rilevate, poiché il rilevamento statistico
è basato sui luoghi di effettuazione
della cremazione e non sui
luoghi di provenienza dei defunti.
In conclusione, nel 2021 si sono registrate
o stimate nel nostro Paese
290.145 cremazioni (tra cadaveri e
resti mortali), svolte in 89 impianti,
che hanno portato il nostro Paese al
quarto posto per numero di cremazioni
eseguite in Europa, dopo Gran
Bretagna, Germania e Francia.
La media di cremazioni per impianto
(autorizzato) nel 2021 è la seguente:
- Cremazione di cadaveri = 2.744
(2.849 nel 2020);
- Cremazione di resti mortali = 516
(336 nel 2020);
- Cremazioni totali = 3.260 (3.185 nel
2020).
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Foto di Urn Jure Gasparic - Dreamstime
8 OLTRE MAGAZINE
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Ringraziamo tutti coloro
che si sono uniti a noi
per festeggiare
i 70 anni di Tossani
...e auguriamo a chi si sente grande,
pur avendo ancora tanta strada da fare,
di raggiungere lo stesso traguardo
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news aziende
Un percorso
condiviso
verso
la crescita
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Il sistema funerario italiano vive da
alcuni anni una fase di grande evoluzione
che ha generato significativi
cambiamenti nelle dinamiche del
comparto attraverso un processo
che segue la direzione della professionalizzazione
e dell’innalzamento
qualitativo dei servizi offerti i cui frutti
appaiono già oggi evidenti in alcune
aree del Paese.
Questo scenario è andato maggiormente
a concretizzarsi dopo la
costituzione di HOFI, avvenuta nel
2019 con l’acquisizione dell’Impresa
San Siro di Milano, il marchio storico
e maggiormente rappresentativo
dell’imprenditoria funeraria italiana,
e con il successivo sviluppo concretizzato
con importanti, significativi
innesti; da allora, molta acqua è
passata sotto i ponti!
Ma cosa è esattamente HOFI? Cosa
significa farne parte? Quali sono
state le tappe che hanno portato la
Holding ad affermarsi indiscutibilmente
come la più importante realtà
funeraria italiana? Quali sono
le ulteriori prospettive di crescita
che si affacciano all’orizzonte anche
alla luce delle nuove alleanze •
10 OLTRE MAGAZINE
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
11
news aziende
Progetto ambizioso e complesso ma
non assolutamente impossibile, anzi,
i fatti ci danno ragione.
L’obiettivo è quello di realizzare un
gruppo nazionale orientato ad offrire
un servizio integrato (funebre, cimiteriale
e di cremazione) di altissima
qualità operando con i più elevati
standard di corporate governance
e di etica aziendale, favorendo la crescita
delle aziende in cui si decide di
investire.
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
• Casa Funeraria Domus Concordia a Pieve di Coriano (MN)
strategiche di lungo periodo recentemente concretizzatesi? Cercheremo,
nelle successive pagine, di dare risposte concrete a tutti questi interrogativi
con l’ambizione di presentare il progetto e le finalità che tutto il gruppo
intende conseguire.
HOFI nasce con l’obiettivo di consolidare il comparto delle Onoranze Funebri
attraverso la creazione di un network solido e forte di un ampio azionariato
istituzionale.
L’idea è quella di consolidare un insieme di imprese funebri originariamente
di natura familiare o di proprietà delle amministrazioni comunali,
portandole a crescere come un unico e solido gruppo che adotta metodologie
aziendali volte alla crescita delle competenze nei processi di gestione ed
alla creazione di valore economico, professionale e umano nel pieno rispetto
di una continuità per ogni singola realtà aziendale.
• Interni di una delle sedi della Casa Funeraria San Siro a Milano
Le basi del progetto
HOFI rappresenta, per quanti ad
oggi ne fanno parte, un fondamentale
riferimento istituzionale utile a
dare certezze, a definire delle regole
e ad applicare un rinnovamento
sostanziale alle modalità di guardare
al mercato.
Un esempio di business in grado
di razionalizzare i costi, migliorare
l’operatività, perfezionare le strategie
commerciali e di massimizzare
la redditività acquisendo un grande
vantaggio competitivo.
Il progetto di partnership genera
liquidità, una forza economica che
assicura investimenti operativi per
la crescita e nuove rendite qualora si
mettano a disposizione gli immobili
operativi di proprietà.
È inoltre possibile ampliare la propria
offerta commerciale guadagnando
autonomia e indipendenza dai
fornitori sfruttando le economie di
scala e accedendo a risorse operative
in comune (Case Funerarie, personale,
automezzi) e ad una formazione
professionale specialistica di
elevato livello.
In sintesi, HOFI punta alla creazione
di un modello forte che permette
di selezionare e favorire chi ne fa
parte.
L’esperienza, il tessuto di relazioni, la
conoscenza del territorio, la storicità
e la reputazione sono quei valori
immateriali, ma fondamentali, che
solo le persone possono esprimere e
12 OLTRE MAGAZINE
• Facciata di una delle sedi della Casa Funeraria San Siro a Milano
conservare. Sono elementi decisivi
ma oggi, più che mai, è la motivazione
a migliorare che proietta le
aziende in un nuovo scenario.
HOFI garantisce alle aziende
partner di mantenere la continuità
della propria identità, valorizzando
e preservando ogni singolo marchio,
adottandole anche come realtà
funzionali all’aggregazione di altre
imprese del territorio per rafforzarne
la competitività e per consolidare
il mercato rispondendo adeguatamente
alle sempre più evolute
esigenze espresse dalla collettività.
Senza mai dimenticare il valore
dell’etica, HOFI è un modello di
business attento alla gestione, alla
legalità, alla chiarezza nelle comunicazioni
finanziarie e ad una accurata
trasparenza dell’attività.
I nostri valori:
• selezione delle aziende leader, con
una struttura solida, sana e con
prospettive di crescita;
• analisi reputazionale, economica,
finanziaria e organizzativa;
• valutazione con i valori di mercato
e dei futuri progetti;
• il patrimonio immobiliare sarà
possibile scorporarlo o mantenerlo
all’interno della valutazione;
• acquisizione della maggioranza
delle quote, mantenendo lo storico
marchio aziendale;
• il nuovo consiglio di amministrazione
includerà la proprietà originaria;
• riorganizzazione aziendale garantendo
ai fondatori continuità nella
gestione operativa;
• sviluppo strategico, operativo e
finanziario.
Il Team HOFI,
chi siamo e da dove
veniamo.
HOFI è una holding di investimento
fondata nel 2019 da Augens Capital
in partnership con fondi gestiti da
BMO Private Equity e partecipata da
Andrea Cerato, dal gruppo Eurolegno,
da Luca Oliva e Angelo Pedretti.
Il progetto HOFI nasce dalla visione
di creare la prima realtà istituzionale
nel settore funerario italiano,
seguendo le orme di quanto già
accaduto in altri Paesi europei quali
Regno Unito, Francia e Spagna.
HOFI entra nel settore funerario apportando
una nuova e rivoluzionaria
cultura aziendale di respiro internazionale
che si fonda su una squadra
imprenditoriale di grande esperienza,
modelli di business consolidati e
comprovati, conoscenze approfondite
di finanza aziendale.
Nel 2022 HOFI accoglie nella compagine
societaria Antin Infrastructures,
nuovo partner strategico di lungo
periodo.
Con oltre 29 miliardi di euro di attivi
in gestione, uffici a Parigi, Londra,
New York, Singapore e Lussemburgo
ed oltre 190 professionisti dedicati
alla crescita, Antin Infrastructures
realizza investimenti nei settori
dell’energia e dell’ambiente, telecomunicazioni,
trasporti e infrastrutture
sociali.
Il progetto di consolidamento nello
specifico settore funerario prevede
la creazione di un gruppo da circa
150 milioni di euro entro i prossimi
5 anni. •
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
13
news aziende
Il Team HOFI, chi siamo e da dove veniamo.
Marco Mantica (1964)
Presidente
Massimo Puccio (1969)
Consigliere di Eco Fly
Stefano Costa (1975)
Consigliere San Siro
Oltre 30 anni di esperienza in
primarie istituzioni internazionali
di private equity e investment
banking.
Managing Director presso Vestar
Capital Partners e responsabile
del team di corporate finance di
Société Générale in Italia.
Presidente esecutivo di HOFI e
membro del CdA dal 2019.
Membro del consiglio di amministrazione
di Impresa San Siro e di
Concordia.
Oltre 25 anni di esperienza di private
equity e investment banking.
Executive Director presso Vestar
Capital Partners e membro del
team italiano di corporate finance
di Société Générale.
Coinvolto nell’investimento in
HOFI dal 2019, membro del consiglio
di amministrazione di Eco Fly
(servizi cimiteriali e di cremazione)
dal 2021.
Oltre 25 anni di esperienza di
corporate finance e private equity.
Executive Director presso Goldman
Sachs International e Managing
Director presso Deutsche
Bank nella divisione di investment
banking.
Coinvolto nell’operazione HOFI
dal 2019 e membro del consiglio di
amministrazione di Impresa San
Siro (servizi funerari) dal 2019.
Tommaso Francetti (1993)
Consigliere Eco Fly
Andrea Cerato (1969)
Consigliere HOFI
Sandro Lorandi (1968)
Consigliere HOFI
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Oltre 6 anni di esperienza di private
equity presso Augens Capital.
Coinvolto nell’operazione HOFI
dal 2019, membro del consiglio di
amministrazione di Eco Fly (servizi
cimiteriali e di cremazione) dal
2021.
Esperienza quarantennale alla
guida dell’impresa iconografica
della funeraria milanese fondata
dalla famiglia Cerato.
Presidente nel consiglio di amministrazione
di Impresa San Siro
S.p.A. e personalità di rilievo nel
panorama funerario italiano.
Vicepresidente di associazione di
categoria.
Coinvolto sin dal principio nell’operazione
HOFI dal 2019.
Presidente nel consiglio di amministrazione
del gruppo Eurolegno
e presidente del gruppo Concordia.
Da sempre alla guida della storica
azienda di produzione cofani
funebri Lorandi di creazione della
omonima famiglia.
Coinvolto nell’operazione HOFI
dal 2020.
14 OLTRE MAGAZINE
Il Team HOFI, chi siamo e da dove veniamo.
Luca Oliva (1976)
Presidente Eco Fly
9 anni alla direzione tecnica della
Falck Ambiente SpA, settore ecologia
e trasporti.
Oltre 20 anni di esperienza nel
settore dei servizi cimiteriali.
Oltre 8 anni di esperienza nella
gestione di tempi crematori.
Coinvolto nell’operazione HOFI
dal 2021.
Angelo Pedretti (1970)
Amministratore Delegato
Eco Fly
Oltre 30 anni di esperienza nel
settore funerario.
Oltre 8 anni di esperienza nella
gestione di templi crematori.
Coinvolto nell’operazione HOFI
dal 2021.
Amministratore delegato della
Porfido Pedretti Srl.
Paolo Paganella (1975)
CFO Direttore Finanziario
Gruppo HOFI
Oltre 14 anni di esperienza in corporate
finance e private equity.
CFO di un primario gruppo italiano
di arredamento di lusso.
Coinvolto nell'operazione HOFI
dal 2019 e Consigliere di Amministrazione
di diverse società del
gruppo.
Laurea con lode in International
Economics presso l'Università
Bocconi.
Riccardo Salvalaggio (1972)
COO Direttore Operativo
gruppo HOFI
Responsabile operativo in società
internazionali.
Esperienza come segretario nazionale
in associazione di categoria.
Pregressa esperienza in normativa,
formazione, gestione e ottimizzazione
operativa nel settore
funebre/cimiteriale.
Coinvolto nell'operazione HOFI
dal 2020 e Consigliere di Amministrazione
in società del gruppo.
Alessandra Cintelli (1969)
Direttore Risorse Umane
gruppo HOFI
Consolidata esperienza nel ruolo
direttore risorse umane in primari
gruppi italiani ed internazionali
appartenenti a differenti aree di
business.
Coinvolta nell’operazione HOFI
dal 2022.
Laurea in giurisprudenza, Executive
Master presso SDA Bocconi in
organizzazione/personale e PSM
in Digital trasformation presso
la Business School Il sole 24 ore
Milano.
Stefano Bellinazzi (1974)
AD Concordia
Pregressa funzione come Assessore
e Consigliere comunale e
decennale esperienza in primario
gruppo bancario italiano.
Amministratore unico ASM OOFF
Rovigo, e attuale AD gruppo Concordia.
Coinvolto nell’operazione HOFI
dal 2021.
Laurea in Economia Aziendale
specializzazione Impresa e Mercato.
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
•
OLTRE MAGAZINE
15
Che cos’è il
progetto HOFI?
Ogni storia è unica.
Vogliamo garantire continuità al
marchio e alla tua storia. Sentendoti
a tuo agio in un gruppo solido e
professionale.
Casa Funeraria. Un elemento assolutamente
indispensabile per il futuro.
Realizziamola insieme fondendo
la tua esperienza e la nostra visione.
Innovare l’operatività attraverso
nuove sinergie, abbattimento di costi,
strategie commerciali e massimizzare
la redditività acquisendo un
grande vantaggio competitivo.
news aziende
Dare certezza definendo regole rispettose
della normativa e prestando
particolare attenzione al rinnovamento.
Insieme verso un orizzonte comune.
Puntiamo alla creazione di un
gruppo forte che permetta di operare
con i più elevati standard di servizio
assicurando sempre migliore qualità,
maggiori investimenti e importanti
risorse finanziarie. All’interno del
nostro gruppo, ogni singolo imprenditore
può crescere, acquisendo e
condividendo competenze, sviluppando
il proprio business, divenendo
più competitivo nel proprio territorio.
Risorse finanziarie attraverso investimenti
importanti per la tua azienda.
Potresti anche mettere a rendita
Che cos’è HOFI oggi?
gli immobili già di tua proprietà.
Partecipare attivamente ad una
rinascita e a nuovi progetti. La tua
esperienza è indispensabile.
Supportare nell’evoluzione attraverso
l’organizzazione di un gruppo di
professionisti che ti affiancheranno,
supporteranno e tuteleranno in
qualsiasi ambito.
I numeri di HOFI oggi?
Servizi 11.000
Fatturato
54 Mln
Dipendenti 154
Case Funerarie 13
Agenzie 80
Templi Crematori 5
•
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
16 OLTRE MAGAZINE
ristiche uniche coprendo aree ad
alta densità demografica e tassi di
cremazione in crescita.
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
HOFI, il nostro percorso
Il progetto di consolidamento del
settore da parte di HOFI è iniziato nel
gennaio 2019, con l’acquisizione di
Impresa San Siro.
• San Siro rappresenta il punto di
partenza naturale per tale progetto,
essendo la società leader in Italia nel
settore con oltre €17 milioni di ricavi
e oltre 3.600 servizi all’anno.
• HOFI ha realizzato, dalla sua creazione,
sedici ulteriori acquisizioni.
• Nove imprese nell’area lombarda
(Impresa Serpi, Onoranze Funebri
Lombarda, SIOF & Lomellina, Onoranze
Funebri Generali di Brescia,
Onoranze Funebri BM, Impresa
Generali, Cellini e Santa Rita), per
un totale di 2.700 servizi circa.
• Concordia, che opera nell’area di
Mantova, Rovigo e Modena, e ha
raggiunto circa 2.500 servizi con
tre acquisizioni a Rovigo (Cipriani,
Cuoghi e Bido) e la recente acquisizione
di Bondoni nelle Marche e di
COF Treviso in Veneto.
• TSF, basata a Rovereto e leader in
Trentino-Alto Adige.
• Nel 2021 abbiamo ritenuto che per
HOFI fosse arrivato il momento di
espandere il progetto al di fuori del
settore dei servizi funerari e di iniziare
una seconda fase del proprio
percorso di crescita, per creare una
realtà istituzionale più comprensiva
all’interno del mondo funerario,
che includa anche i servizi di
cremazione e la gestione dei cimiteri.
È stata quindi acquisita Eco
Fly, che opera nel mondo delle gestioni
cimiteriali e della gestione dei
templi crematori (Bergamo, Varese,
Pavia, Pisa e Cinisello Balsamo).
Cosa sono per noi le
Case Funerarie?
• La possibilità di offrire alla propria
clientela il servizio della Casa funeraria
è uno dei princìpi cardine del
gruppo HOFI.
• Le aziende che entrano a far parte di
HOFI e non dispongono già di una
casa funeraria possono liberamente
usufruire di una delle tredici strutture
già realizzate.
• Il nostro progetto considera la Casa
Funeraria come strumento indispensabile
per il futuro. Potremo
quindi realizzarla insieme tramite la
nostra forza e la tua esperienza.
• Il nostro personale delle Case Funerarie
è formato per garantire i più
alti standard di discrezione. Tutte
le aree all’interno delle Case Funerarie
sono progettate in modo tale
da garantire ai familiari l’accesso in
totale privacy.
HOFI ed i suoi crematori
Il Gruppo Eco Fly-Pedretti Cimiteriale
gestisce cinque crematori
localizzati in città strategiche:
• Varese, due linee di cremazione
(terza linea in via di sviluppo).
• Bergamo, due linee di cremazione
(terza linea in via di sviluppo).
• Pavia, due linee di cremazione
(più due linee addizionali in via di
sviluppo).
• Pisa
• Cinisello Balsamo
Questi crematori hanno caratte-
Entrare in HOFI
conviene?
Contratto di rete HOFI
L' adesione al contratto HOFI consente
alle aziende del gruppo di mettere
in comune risorse operative
chiave quali Case Funerarie, personale,
automezzi, etc.
Formazione dipendenti
Formazione per i dipendenti per allineare
le società del gruppo HOFI ai
massimi standard qualitativi. Abbiamo
personale dedicato alla funzione
di formazione del personale e al controllo
degli standard qualitativi del
gruppo sia sotto gli aspetti operativi
che quelli commerciali.
Forniture e acquisti
Possibilità di beneficiare di migliori
prezzi di acquisto per i cofani, urne
e altre forniture, facendo leva sulla
maggiore scala del business, difatti
le sinergie sugli acquisti permettono
inoltre di rivalutare il catalogo e
l’offerta commerciale.
Miglioramenti
Creazione di sinergie, ufficio acquisti
di gruppo, tutela legale, gestione
risorse umane, adeguamento documentazione
societaria, manager
di ruolo (operativo, commerciale e
organizzativo).
Progetti futuri
Future acquisizioni facendo crescere
sempre di più il gruppo, aumentando
la creazione di sinergie e la competitività
sul proprio territorio anche
attraverso la realizzazione delle Case
Funerarie.
Quindi entrare in HOFI conviene!
Contattaci, conosciamoci e parliamo
insieme di futuro.
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18 OLTRE MAGAZINE
news aziende
Quando
l’unione fa la
forza
di Raffaella Segantin
Case Funerarie Group: il primo e unico
gruppo in Italia dedito esclusivamente
alla realizzazione di strutture
per l’ultimo saluto.
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Nell’industrioso Nord-est d’Italia
è da qualche anno presente una
importante realtà che si dedica
specificatamente alla realizzazione
di case funerarie curandone ogni
singolo aspetto: dalla fase progettuale,
alla costruzione o ristrutturazione
dell’edificio, fino agli arredi dei vari
ambienti.
Parliamo di Case Funerarie Group,
un pool di aziende di comprovata
esperienza che in sinergia sono in
grado di fornire soluzioni su misura
e chiavi in mano.
Per capirne di più abbiamo fatto
qualche domanda all’architetto
Andrea Sasso, dello studio Sasso
Architetti Associati, uno dei capifila
del gruppo.
Architetto Sasso, ci vuol raccontare
come e quando è nata Case
Funerarie Group?
«Formalmente come gruppo abbiamo
iniziato nel 2016, ma la collaborazione
tra le varie aziende risale a
diverso tempo prima, anche se in
modo più occasionale. La naturale
intesa sul lavoro, la fiducia reciproca
e gli ottimi rapporti personali ci
hanno portato a mettere insieme le
nostre competenze e a presentarci
alla committenza come una squadra
unica stimolando il nostro impegno
ad operare in questo campo in maniera
sempre più determinante». •
20 OLTRE MAGAZINE
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
21
news aziende
Quali i vostri obiettivi?
«Le case funerarie sono un’esigenza
della società contemporanea e sono
sempre più numerose le imprese
funebri che se ne dotano per dare un
servizio di livello alla comunità. Riteniamo
di essere attori fondamentali
in questo processo di modernizzazione
del mondo funerario che
mette al centro la dignità al defunto
e la serenità di coloro che stanno vivendo
un momento particolarmente
delicato. Allo stesso tempo ci compiacciamo
di contribuire a rendere
rispettabilità ad un mestiere spesso
bistrattato».
I vostri punti di forza?
«Sicuramente essere un unico interlocutore
rappresenta per il cliente
un indiscusso vantaggio. Offriamo
un pacchetto completo costruito
in linea con le idee del committente
e alleggerendolo da qualsiasi iter
burocratico, perché siamo sempre
aggiornati sulle varie normative.
Seguiamo il progetto fin dal suo
embrione: una peculiarità che ci
contraddistingue è infatti quella di
aiutare il cliente ad identificare il
luogo più adatto per la sua casa
funeraria in base alle caratteristiche,
sia urbanistiche che socio-culturali,
del territorio. Preferiamo sempre, ove
possibile, riconvertire vecchi edifici
anziché erigerne di nuovi, perché
crediamo nel valore del recupero
edilizio consentendo a dare nuova
vita a situazioni di degrado».
• La squadra di Case Funerarie Group
tato? Un rapporto immediato con il cliente e progetti che sanno coniugare
sapientemente comfort, funzionalità e bellezza.
• Termotecnica Dalla Giustina è l’azienda che si occupa di impiantistica
per quanto riguarda il riscaldamento, la climatizzazione e il trattamento
aria, oltre agli impianti idrici, sanitari e antincendio. È in grado di mettere
a punto complessi sistemi di climatizzazione che richiedono grande competenza
poiché devono essere personalizzati per il ricambio dell’aria e il
• Casa Funeraria Arena, COF Nord Est
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Vediamo allora chi sono gli attori di
Case Funerarie Group.
• Lo Studio Sasso Architetti Associati,
con sede nella provincia
di Verona, si concentra in modo
prevalente sulla progettazione
di case funerarie. Con alle spalle
esperienze personali nel settore
funebre, il team composto da tre
architetti è particolarmente ricettivo
a comprenderne le dinamiche e
ad accoglierne le istanze. Il risul-
22 OLTRE MAGAZINE
• Lux Italia progetta e realizza l’area
tecnica destinata all’accoglimento
delle salme. Presente dal 1976
nel mercato funerario in qualità
di produttore di arredi ed imbottiture,
ha ampliato, da tempo, il
proprio catalogo con le attrezzature
destinate al settore morgue.
Barelle, sistemi di trasporto ad
altezza variabile, di trattamento e
di lavaggio salme, tavoli autoptici,
aspiratori, celle frigo e complementi
inox, anche su misura,
sono realizzati in Italia sotto il
diretto controllo di Lux Italia che
ne cura la produzione, l’installazione
e l’assistenza. Le numerose
referenze, pubbliche e private,
accompagnate dalla soddisfazione
dei clienti, confermano la qualità
della scelta.
• Reception della Casa Funeraria Donadel
controllo delle temperature differenziate
zona per zona a seconda
delle destinazioni d’uso dei vari
locali dell’edificio.
• Gli impianti elettrici sono invece
in capo a Ies Impianti, ditta della
provincia di Venezia, con una
solida esperienza nel settore commerciale,
industriale, alberghiero
e sportivo. Gli impianti vengono
eseguiti con un occhio all’efficienza
energetica e con l’utilizzo
di materiali e di tecnologie di
ultima generazione. Una centrale
elettronica computerizzata permette
il controllo costante di ogni
parte della struttura per la massima
sicurezza del cliente.
• Terna Costruzioni edili, impresa
all’avanguardia per dotazioni
tecniche e macchinari, opera nel
campo dell’edilizia civile, industriale,
pubblica e privata nonché
in restauri conservativi. A Terna
sono affidate sia le opere di base
(rete di tubazioni, fognature, pozzetti,
scarichi differenziati…) che
le opere in muratura, comprese le
pavimentazioni, i divisori interni,
i cartongessi, fino alle dipinture ed
a tutte le finiture.
• Casa Funeraria Main
• Il tocco finale spetta a ML Italia,
azienda con sede nella provincia
di Treviso, che cura gli arredi sia
esterni che interni dell’edificio.
Con oltre trent’anni di esperienza
e dotata di propri laboratori di falegnameria,
vetreria e tappezzeria,
mette a disposizione professionisti
attenti alla distribuzione degli spazi,
garantendo l’equilibrio funzionale
tra le varie zone (reception,
salette riservate, sala per i riti, area
relax…) e capace di interpretare le
esigenze e i gusti del cliente, guidandolo
nella scelta di materiali e
arredi per un risultato che rispecchi
al meglio la sua identità. •
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
23
news aziende
Ci darebbe qualche dato sulle opere
realizzate?
«Certamente! – continua l’architetto
Sasso – Siamo orgogliosi di aver
contribuito alla realizzazione di molte
importanti funeral home anche se
prima del 2015 siamo intervenuti
in modo individuale su alcune fasi
del progetto, come è accaduto, ad
esempio, con le due strutture della
San Siro di Milano. Tra gli ultimi
lavori annoveriamo la casa funeraria
dell’impresa trevigiana Ivan Trevisin
inaugurata lo scorso 11 dicembre che
ha fatto seguito ad “Eterna” dell’impresa
Copolecchia che ha aperto i
battenti a Mestre nel mese di ottobre
2022. Lavori precedenti comprendono
le case funerarie “Arena” di Cof
Nordest a Verona, Main ad Arzignano
(VI), Zanella ad Adria (RO),
Donadel a Belluno, Mansutti Elena a
Tricesimo (UD), ma abbiamo realizzato
strutture anche nelle provincie
di Bergamo, di Catanzaro ed altre».
• Sala del Commiato della Casa Funeraria Eterna
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Progetti futuri?
«In questo momento abbiamo 5 cantieri
aperti, quasi tutti dislocati nella
regione Veneto, che prevediamo di
concludere ed inaugurare entro il
2023. Ma stiamo lavorando a progetti
anche in altre regioni italiane, in particolare
in Sicilia, Puglia, Lazio e Liguria.
Di questi, alcuni sono in attesa
di autorizzazione, altri in fase di progetto
esecutivo o di preventivazione
dei costi. Si tratta di nuovi clienti che
hanno avuto modo di conoscerci
grazie alla partecipazione con un
nostro stand alle ultime edizioni di
TANEXPO, un’esperienza più che
positiva per l’ottimo riscontro di
pubblico e di contatti».
Case Funerarie Group è il partner
ideale per l’impresario funebre che
vuole fare il grande passo di dotarsi
di una struttura per il commiato, un
punto di riferimento che mancava e
che ora c’è.
• Reception della Casa Funeraria Ranieri
• Sala veglia della Casa Funeraria Donadel
24 OLTRE MAGAZINE
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ORME
Quale,
con chi,
dove?
di Asher Colombo e Barbara Saracino
Gli italiani e le sepolture nel primo
appuntamento con l’Osservatorio
permanente per la Ricerca
sulla Morte e le Esequie.
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Scriveva, oltre quattro secoli or sono,
Michel de Montaigne che “alla maggior
parte delle persone la preparazione
alla morte ha dato più tormento
che non il subirla”.
Non ci sono rischi che questa
affermazione possa essere riferita
agli italiani di oggi. A prepararsi alla
morte sembra, infatti, che gli italiani
non abbiano alcun desiderio
di dedicare né tempo, né attenzioni.
Ad esempio, solo il 6,4% di loro
dichiara di avere preso in affitto un
loculo o uno spazio al cimitero. È
ovviamente abbastanza prevedibile
che l’interesse per le modalità della
propria sepoltura sia influenzato
dalla fase di vita in cui ci si trova.
Tanto più si è giovani, tanto meno
frequentemente capita di pensare
a cosa fare del proprio corpo dopo
la morte. Quando la scomparsa dei
genitori o del partner o delle persone
- amici, ex compagni di scuola, colleghi
di lavoro - con cui si è condivisa
parte dell’esistenza non permette •
26 OLTRE MAGAZINE
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
27
ORME
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
• Asher Colombo
più di aggirare la realtà della morte,
l’indifferenza verso questi temi tende
ad affievolirsi. Tuttavia, perfino
tra gli ultrasessantacinquenni questa
quota non supera il 12%.
Come se non bastasse, a oltre tre
quarti degli italiani, poi, non è mai
nemmeno passato per la testa di
comunicare a qualcuno le istruzioni
necessarie per l’accesso alla
propria posta elettronica, ai social
network o anche solo ai conti correnti
dopo la morte, né tantomeno
di dare disposizioni relativamente
a cosa fare per il proprio funerale.
Oltre due terzi dichiarano di non
avere mai, neppure per un momento,
pensato di comunicare a qualcuno
dove trovare i propri documenti
più importanti o di esprimere le
proprie volontà sul trattamento
medico da adottare nel caso in cui,
malauguratamente, capitasse loro di
trovarsi in condizioni di non poter
più prendere decisioni o, infine, di
esprimere le proprie volontà a proposito
della donazione degli organi.
Le cosiddette DAT, o Disposizioni
Anticipate di Trattamento, note
anche come “testamento biologico”,
e introdotte nel nostro ordinamento
a partire dal 2018 con la legge
219/2017, non sembrano al momento
avere suscitato tra i cittadini l’attenzione
che le forme, decisamente
accese, che assunse il dibattito lasciavano
presagire. Tra i ranghi della
ristretta minoranza formati da chi
ha almeno qualche volta pensato di
compiere uno di questi gesti, quasi
nessuno ha pensato di dar seguito
alle proprie riflessioni. Nei rarissimi
casi in cui questo è successo, il più
delle volte si è limitato a qualche comunicazione
a voce, senza premurarsi
di lasciare alcuna traccia scritta.
Malgrado questa pervicace riluttanza
a prepararsi alla conclusione
della propria vita, non si può certo
dire che gli italiani mostrino indifferenza
nei confronti del destino
dei resti mortali, tanto propri quanto
delle persone loro più prossime. Al
contrario.
A segnalare che alla cura e alle sollecitudini
verso i defunti gli italiani
sono tutt’altro che insensibili sono le
situazioni in cui il rischio che queste
possano essere negate diventa concreto.
In una delle oltre 400 storie di
vita raccolte nel corso della ricerca
poi confluita nel libro Morire all’italiana.
Pratiche, riti, credenze (a cura
di A. Colombo, Bologna Il Mulino
2022), ripercorrendo la drammatica
vicenda della sepoltura di una cara
amica, una intervistata ha riferito
dell’angoscia suscitata dal timore
che i suoi resti mortali potessero
finire mischiati insieme a quelli di
altri sconosciuti. Per citare le sue
parole: «Quando la sorella di questa
mia amica morta mi ha chiamato
dicendomi che le avevano detto che
l’avevano messa nell’ossario, sono
diventata una pazza. ‹Cosa? - ho
risposto io - Come? Ma dov’è? Come
è possibile?›. Mi sono immediatamente
attaccata al telefono. Mi sono
fatta dare la data della morte, dove
era il cimitero, tutti i dettagli, e ho
cominciato a chiamare. Sono stata
mezzo pomeriggio al telefono, come
una pazza e ho continuato a urlare:
‹L’avete messa nell’ossario!›.»
Preoccupazioni di questo genere
sono tutt’altro che rare. Come mostriamo
nella tabella più avanti, della
metà degli italiani - il 55% degli uomini
e il 65% delle donne - dichiara
di avere un’opinione definita rispetto
al tipo di sepoltura che vuole
per sé. Sa, quindi, se vuole essere
cremata, sepolta a terra o collocata in
un loculo al cimitero. Il 61% degli italiani,
e il 68% delle italiane, sa anche
dove vuole essere sepolta. E, ancora,
il 51% dei primi e il 61% delle seconde
non ha dubbi su chi voglia, e chi non
voglia, avere sepolto accanto a sé.
Consideriamo per primo proprio il
tipo di sepoltura. Oggi, in Italia, è
senz’altro la cremazione a raccogliere
i maggiori consensi.
Se chiediamo a un campione •
28 OLTRE MAGAZINE
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ORME
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
• Presentazione della ricerca in occasione di Tanexpo 2022
rappresentativo di italiani che tipo di
sepoltura vorrebbero per sé stessi
dopo la morte, la cremazione è
indicata dal 29%, contro il 20% che
indica la sepoltura nel loculo e il 12%
quella a terra, mentre un altro 12%
dichiara di non attribuire alcuna
importanza al destino dei propri resti
mortali dopo la morte, e il 27% di non
averci mai pensato, una quota che
ovviamente si riduce drasticamente
all’avanzare dell’età.
Il successo della cremazione è un
cambiamento relativamente recente
nella cultura funebre del nostro
Paese. Dopo un lungo periodo in cui
questa pratica è stata circoscritta agli
strati più scolarizzati della società,
la sua diffusione di massa è stata
influenzata da considerazioni di natura
prevalentemente pratica, legata
alle difficoltà di reperimento di spazi
di sepoltura e all’affermazione di
una mentalità interessata soprattutto
a non lasciare fastidi dietro di sé.
Tuttavia la preferenza per la cremazione
continua a essere superiore tra
i non credenti che tra i credenti e, tra
questi ultimi, è superiore tra i non
praticanti che tra i praticanti. Cresce,
inoltre, passando dai residenti nelle
regioni meridionali ai residenti nelle
regioni centrali e, ancora di più, ai
residenti nelle regioni settentrionali;
come cresce passando dai piccoli
centri a quelli medi e da questi alle
grandi città. Ma a colpire maggiormente
è il fatto che oggi, in Italia,
tra le possibili destinazioni delle
ceneri – ovvero la conservazione in
un cimitero, l’affido a una persona
cara, la dispersione – è quest’ultima
a raccogliere i maggiori consensi,
con punte particolarmente elevate
tra chi ha meno di 50 anni. L’affido,
invece, resta una scelta di gran
lunga minoritaria, e che non mostra
segni di essere preferita tra le nuove
generazioni.
Se dall’atteggiamento verso il tipo di
sepoltura passiamo ora a considerare
quello verso il luogo in cui farsi
seppellire, ci spostiamo in un campo
verso il quale le scelte individuali
sono ancor più inestricabilmente
intrecciate con i vincoli familiari. La
risposta alla domanda “a quale luogo
apparteniamo?”, infatti, dipende solo
dalle preferenze individuali. Anche
qui risultano particolarmente rivelatrici
le situazioni in cui si impone
di prendere decisioni, come avviene
in un altro episodio raccolto per la
ricerca pubblicata nel libro già menzionato.
Un’intervistata ricostruisce
la complessa controversia che
interessò la sua famiglia, residente in
un comune diverso da quello in cui
30 OLTRE MAGAZINE
erano nati entrambi i genitori. Alla
proposta del padre di edificare una
tomba di famiglia nel comune di
residenza si oppose la madre, sostenitrice
del principio opposto, favorevole
alla collocazione del sepolcro
nel comune di origine della famiglia
stessa. I risultati delle ricerche ci
dicono che in Italia, tra coloro che
risiedono in un comune diverso da
quello di nascita, il comune di residenza
tende a prevalere su quello di
origine, e che lo stato civile esercita
un effetto decisivo sulle dimensioni
del divario tra le due preferenze.
La preferenza per il comune di
residenza prevale solo di poco su
quella per il comune di origine tra i
celibi e le nubili. Il divario a favore del
comune di residenza cresce decisamente,
invece, tra i coniugati, per poi
raggiungere il valore massimo tra i
vedovi e le vedove. Solo dove la famiglia
elettiva non c’è, quindi, quella
di origine appare decisiva. Quando
invece la famiglia elettiva è presente,
le preferenze individuali devono fare •
Dopo la sua morte lei vorrebbe che il suo corpo fosse:
ZONA GEOGRAFICA DEL COMUNE
DI RESIDENZA IN DUE AREE
Nord e Centro Sud e Isole Totale Italia
Non ci ho mai pensato 24,9 29,8 26,6
Cremato 34,4 15,9 28,1
Non cremato e sepolto sotto terra 11,7 12,6 12,0
Non cremato e collocato in un loculo (non a terra) 15,3 29,1 20,0
Non ha importanza quello che succederà al mio corpo dopo
la mia morte
12,0 11,9 12,0
Non risponde 1,7 0,7 1,3
Dove preferirebbe che i suoi resti (comprese le ceneri)
venissero collocati?
Nord e Centro Sud e Isole Totale Italia
Non ci ho mai pensato 22,1 20,9 21,7
Nel comune in cui sono nato\a 11,1 11,6 11,3
Nel comune in cui risiedo ora 20,9 13,2 18,1
In un altro comune o altrove 3,3 1,4 2,6
Nel comune in cui sono nato e risiedo 25,8 45 32,7
Non ha importanza dove saranno collocati 15,2 7,4 12,4
Non risponde 1,6 0,5 1,2
E accanto a chi vorrebbe che i suoi resti (comprese le ceneri)
venissero collocati?
Nord e Centro Sud e Isole Totale Italia
Non ci ho mai pensato 19,4 21,1 20,0
Accanto al mio partner (coniuge, convivente, ecc.) o ai miei figli 30,8 31,3 31,0
Accanto ai miei genitori o fratelli\sorelle 14,6 23,8 17,9
Accanto ad altri familiari 5,2 3,9 4,7
Accanto ad altri 0,1 0,1 0,1
A nessuno 2,4 2,0 2,2
Non ha importanza accanto a chi sarò sepolto 25,9 17,7 23,0
Non risponde 1,6 0,1 1,1
Italiani a seconda del tipo di sepoltura preferita, del luogo in cui vorrebbero essere sepolti, delle persone accanto a cui vorrebbero
essere sepolte, per zona geografica di residenza distinta tra regioni del Centro-Nord e regioni del Sud-Isole, Italia 2018-2022.
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
31
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
i conti con le esigenze della nuova
famiglia. E in questo, come in altri
campi, le famiglie elettive godono
di un primato su quelle di origine.
L’intervistata ricorda che, alla fine, fu
la madre a cedere.
Infine, è possibile osservare l’esistenza
di regolarità anche nella preferenza
relativa a chi avere accanto dopo
la morte. La tabella è abbastanza eloquente.
Se escludiamo il caso di chi
dichiara di non averci mai pensato,
è verso i partner e i coniugi che si
concentrano le maggiori preferenze
degli italiani, mentre le preferenze
a favore di membri della famiglia di
origine sono decisamente inferiori,
e fortemente influenzate dallo stato
civile (crescono passando dai coniugati
ai celibi e alle nubili), e dall’età
(tanto più quest’ultima aumenta,
tanto più si riduce la preferenza per i
membri della famiglia di origine).
Le considerazioni che abbiamo
raccolto fin qui ci aiutano a capire
perché in Italia l’interesse verso la
preparazione alla morte sia decisamente
contenuto, mentre l’attenzione
e le sollecitudini per la sepoltura continuino a esercitare un ruolo
tutt’altro che trascurabile. La ricerca ha rivelato anche un altro meccanismo
importante all’opera nel definire il livello di indifferenza, o di attenzione,
nei confronti delle sepolture. In Italia, al crescere della distanza fisica tra
genitori e figli cresce, a parità di altre condizioni, la quota di indifferenti
a tutti e tre gli aspetti della sepoltura: il tipo di sepoltura, il luogo e la
prossimità con altre persone. Si tratta di un fattore di grande rilevanza. Un
elevato grado di dispersione geografica delle famiglie costituisce un vincolo
rilevante al proseguimento della cura dei manufatti funebri e delle attenzioni
verso le sepolture. Se in Italia, quindi, l’attenzione alla sepoltura continua
a essere al centro delle preoccupazioni di una quota tutt’altro che modesta,
anzi maggioritaria, di cittadini, questo accade anche perché la prossimità
fisica tra genitori e figli, anche dopo che questi ultimi sono usciti di casa e
hanno costituito un nuovo nucleo domestico, resta alta e, come sappiamo
da molte ricerche sociologiche, continua a essere superiore a quella osservabile
in altri Paesi europei. In breve, in Italia, i rapporti tra le generazioni non si
interrompono facilmente. Non solo in vita, ma nemmeno dopo la morte.
Con questo articolo prende l’avvio una serie di interventi con cui ORME
- Osservatorio permanente per la Ricerca sulla Morte e le Esequie istituito
nel 2022 presso la Fondazione di ricerca Istituto Cattaneo di Bologna -
affronta il tema degli atteggiamenti nei confronti della morte, delle credenze
e delle pratiche funebri in Italia. I dati e le riflessioni presentate in
questo e nei prossimi articoli provengono da due indagini condotte da
chi scrive nel 2018 nell’ambito di un programma di ricerche condotto da
un consorzio di sei università italiane, e nel 2022 nell’ambito delle attività
di ORME.
32 OLTRE MAGAZINE
“Lo stile che apre le porte del paradiso”
67 Infinito 220 Intarsio
67 Cristo
220 Pieta
67 L
67 Madonna
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NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
34 OLTRE MAGAZINE
news aziende
Da 30 anni al
fianco degli
impresari
Il presidente Alessandro Taddia
illustra le novità e i servizi
dell’affermata realtà imprenditoriale
dell’infortunistica.
Taddia Group è una realtà imprenditoriale
in franchising affermata,
che opera da oltre 30 anni con più
di 120 sedi in Italia, nel settore del
risarcimento. Taddia Group offre un
servizio completo e professionale,
innovativo e al passo coi tempi.
Il volume di pratiche e la fiducia
guadagnatasi negli anni con i clienti,
«permettono agli affiliati di avere la
meglio sulla concorrenza».
Affinando sempre di più la tecnica,
la Taddia Group ha introdotto tante
novità nel settore funerario, agevolando
e rendendo unico un servizio
complesso quanto delicato.
Di seguito l’intervista al presidente
della Taddia Group Alessandro
Taddia, che ci racconta come e perché
abbia intrapreso questo percorso
all’interno del settore delle imprese
funebri. •
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
35
news aziende
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Da cosa è scaturito il desiderio di
inserirsi in questo settore imprenditoriale?
«Fornire un contatto umano ormai
perso nel tempo, dove la sensibilità
e la professionalità determinano
una differenza sostanziale. La nostra
professionalità, unita alla dedizione
ai parenti che hanno avuto un trauma
emotivo molto forte, ci consente
non solo di studiare con attenzione
ogni minimo danno che essi hanno
ricevuto e quantificarlo al meglio,
ma soprattutto, di dare una vera assistenza
anche psicologica e umana
a queste persone sofferenti per la
perdita di un loro caro».
In che modo ha introdotto novità e
aggiornamenti in questo settore?
«L’esperienza sul campo e il background
sociologico mi hanno
permesso di studiare e portare
innovazione in maniera quanto più
efficace, sensibile ed attenta in un
contesto così delicato ed al tempo
stesso sempre in continua evoluzione,
visto che si tratta di una professione
che riveste anche un aspetto
sociale».
Coinvolge anche gli affiliati in
questo tipo di iniziative?
«Certo! È proprio questo il valore aggiunto
di un franchising: un unico
metodo collaudato su tutto il territorio
e un valido punto di riferimento
che riesca a supportare tutte le
esigenze che ne derivano, con oltre
120 punti in Italia».
La Taddia Group ha convenzionato
oltre 500 imprese funebri in tutta
Italia. È comunque un settore poco
incline ai cambiamenti, come è
riuscito a coinvolgerle e trainarle
nei suoi progetti?
«Le onoranze funebri hanno vissuto
un’evoluzione enorme. Senz’altro
la nomea di alcune agenzie funebri
ha contribuito ad accrescere
nelle persone una naturale diffidenza
ed avversione nei confronti
degli imprenditori del settore, ma
la professionalità di altre ha reso la
figura dell’impresario, in particolare,
molto più apprezzabile. Ciò di cui mi
vanto è la concretezza e i numeri alla
mano. Siamo stati i primi a credere
nelle potenzialità di questo settore
e posso dire a gran voce che mentre
gli altri possono parlare, noi assicuriamo
concretezza e solidità». •
36 OLTRE MAGAZINE
news aziende
Qual è il valore aggiunto del suo
servizio?
«Il lato umano è quello che fa la
differenza. Dobbiamo essere in parte
coinvolti. E poi solamente l’esperienza
può favorire l’idea di novità e
professionalità nella consapevolezza
comune. Senza tralasciare il coinvolgimento
digitale che inevitabilmente
deve essere preso in considerazione
per essere sempre all’avanguardia
e al passo con i tempi. Pensando
anche sempre di più a quali siano
le esigenze dei parenti e a tutte le
incombenze che devono svolgere a
seguito della morte di un loro congiunto.
Quindi, non solo gestire un
sinistro per ottenere il giusto risarcimento
ma anche guidare la famiglia
in tutte le cose che devono assolvere,
fino all'occuparci noi direttamente di
svolgerne alcune».
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Entriamo nei meriti del progetto.
Quali sono i servizi aggiuntivi,
punto di svolta nel settore funerario?
«Sicuramente per un’onoranza
funebre un servizio efficiente e un
prodotto ottimale vanno di pari passo.
Sono partito da questo assunto di
base e ho lavorato alacremente per
offrire parallelamente un connubio
perfetto tra servizio e prodotto.
Lavorando quotidianamente con gli
impresari funebri, ho capito come
il loro biglietto da visita fosse l’auto
funebre. L’auto funebre, infatti, è
l’unico mezzo con cui l’impresa si
relaziona con il pubblico, con cui si
mostra, si promuove e palesa la sua
immagine. Questo è stato il punto
di partenza nella definizione del
mio ambizioso progetto: concedere
in comodato d’uso gratuito un
auto funebre Maserati per 6 mesi.
Inoltre, grazie ad un accordo in
esclusiva con una finanziaria, sono
riuscito ad ottenere la possibilità
di finanziare funerali di qualsiasi
importo. Il grande vantaggio è la
velocità di risposta al cliente: in 5
• Alessandro Taddia
minuti il programma gestionale dà
riscontro sull’esito positivo o negativo
del finanziamento».
Qual è il criterio per la consegna
dell’auto funebre?
«L’impresa funebre, segnalandoci
e prendendo in gestione un sinistro
mortale, oltre al pagamento del
funerale, avrà in comodato la nostra
auto funebre Maserati per 6 mesi».
Perché un’auto funebre della casa
Maserati?
«Consultandomi con le imprese ed
effettuando ricerche su quale sia il
mezzo top di gamma del settore, la
scelta è ricaduta sulla Maserati ed in
particolare su un’azienda costruttrice,
autorizzata dalla casa madre, che
si occupa dei migliori allestimenti
sul mercato».
Per ottenere il convenzionamento,
l’impresa funebre è vincolata al
disbrigo di pratiche burocratiche?
«Assolutamente no. Servirà soltanto
la denuncia dei redditi del cliente
richiedente il servizio».
Il progetto è in fase di delineazione
o è già stato messo in atto?
«Il progetto è già stato ampiamente
avviato. Abbiamo effettuato in
aprile 2019 la prima consegna ad
un’onoranza funebre e da poco più
di 6 mesi sono stati erogati i primi
finanziamenti».
38 OLTRE MAGAZINE
Oltre ogni limite
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Unità mobile ad alte prestazioni
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news aziende
Insieme
è meglio!
di raffaella segantin
È stata portata a termine la fusione
di Renova e Wind Cars, le due note case
modenesi di autotrasformazioni.
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Renova e Wind Cars: due aziende
sorelle nate nello stesso periodo
intraprendendo fin dagli esordi un
percorso comune.
Distinte le vocazioni (Renova specializzata
nella trasformazione di
automobili in carri funebri, mentre
Wind Cars da sempre dedicata all’allestimento
di veicoli commerciali
per renderli perfetti per le esigenze
del nostro lavoro) ma con unico
obiettivo, quello di offrire all’operatore
funerario una gamma completa
di soluzioni per quanto riguarda
la dotazione dei mezzi di trasporto
necessari alla propria attività.
Un sodalizio proficuo sotto ogni
aspetto e talmente stretto che è stato
naturale pensare ad una fusione.
L’operazione, iniziata qualche mese
fa, si è ora finalmente conclusa con
successo.
Ce ne parla Wainer Righi uno dei
due titolari.
«La decisone, presa di comune
accordo con il mio socio Stefano
Menozzi, è stata dettata dall’esigenza
di convogliare tutto in un unico
soggetto per concentrare le energie
e snellire ogni tipo di procedura. Allo
stesso tempo il cliente può beneficiare
del vantaggio di avere un •
42 OLTRE MAGAZINE
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
43
news aziende
Qual è stata la formula di una così rapida scalata?
«Innanzitutto, l’esperienza pregressa. Ci troviamo nel più rinomato distretto
automobilistico italiano e siamo, per così dire, cresciuti a “pane e motori”.
Anche se approdati al settore funerario in tempi abbastanza recenti, possiamo
vantare una lunga tradizione nell’ambito dell’automotive e ciò ci ha permesso
di presentarci fin da subito con proposte valide e accattivanti, grazie
anche all’offerta completa che comprende sia le autofunebri che i furgoni
attrezzati. Abbiamo puntato fortemente sulla personalizzazione e ogni progetto
è costruito per e con il cliente,
garanzia di totale soddisfazione. In
particolare, relativamente ai furgoni
professionali, abbiamo messo a punto
una serie di allestimenti unici
che permettono varie soluzioni di
ottimizzazione degli spazi, equipaggiati
con sistemi da noi brevettati
per facilitare il carico e scarico dei
feretri. Ultimamente anche la Polizia
Locale e Provinciale si sta rivolgendo
a noi per particolari esigenze, circostanza
di cui andiamo fieri».
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
• TANEXPO 2022
solo interlocutore per tutte le sue necessità di movimento. Non abbiamo
inteso rinunciare ai due marchi - Renova per le autofunebri e Wind Cars per
i furgoni attrezzati - che rimangono in essere, ma dal punto di vista amministrativo
il tutto sarà ora in capo a Renova».
Una variazione societaria che nulla toglie, ma anzi aggiunge identità ad una
realtà affacciatasi su questo mondo solo da pochi anni ma che è riuscita in
poco tempo a conquistarsi un posto di rilievo nel mercato.
• Progetto della nuova autofunebre su base Peugeot 508
La vostra proposta più originale?
«Sicuramente è il van trasformato
in ufficio mobile che ha riscosso
una calorosa accoglienza per la
sua caratteristica di poter portare
un servizio in comunità lontane
e difficili da raggiungere. Si tratta
di un furgone suddiviso al suo
interno in più ambienti, dove, oltre
allo spazio per la cassa funebre, vi è
quello destinato ad un mini ufficio
con tanto di show room per consentire
la scelta del cofano e degli arredi
funebri. Un'altra nostra particolare
realizzazione sono i veicoli attrezzati
per il trasporto multiplo di salme,
addirittura fino a 9 feretri contemporaneamente,
per rispondere alle
necessità delle imprese che debbono
ottimizzare le fasi di cremazione,
pratica oggi sempre più diffusa».
Ci vuole fare un breve accenno sui
modelli che trattate?
«Fin dall’inizio abbiamo deciso
di operare su modelli di più case
automobilistiche - continua il socio
Stefano Menozzi - in modo che ce
ne sia, mi passi l’espressione, “per
tutti i gusti e per tutte le tasche”. L’allestimento
dei van viene compiuto su
veicoli di tutte le marche: dall’iconico
Mercedes Vito, al Transporter della
Volkswagen, oltre che su modelli
di Ford, Opel, Fiat, Dacia, Citroen,
Peugeot, Renault… in breve siamo in
grado di intervenire su qualsiasi
tipo di mezzo commerciale.
44 OLTRE MAGAZINE
• Renova Present W213 (Mercedes) e Wind Cars Vito W32
Analogo discorso per i carri funebri
dove accanto alla prestigiosa linea
Present, realizzata su meccanica
Mercedes Benz, offriamo la serie
Medea Vignale, ricavata dalla Ford
Mondeo, sicuramente più competitiva
nel prezzo, ma dalle prestazioni e
dalle rifiniture estetiche di altrettanto
valore e qualità».
nuovo prodotto ad hoc per il settore funerario per sanificare e liberare
dagli odori sgradevoli gli abitacoli delle auto come pure gli ambienti di
lavoro, uno strumento indispensabile per garantire la sicurezza e la salute
degli operatori».
Non ci resta che complimentarci con Wainer Righi e Stefano Menozzi per il
nuovo assetto societario, una soluzione che consentirà all’azienda modenese
di operare in modo ancora più agevole ed efficiente.
• TANEXPO 2022
State lavorando su qualche novità?
«La partecipazione massiccia a fiere
del settore in Italia come all’estero, da
TANEXPO 2022 alla recente Funexpo
di Lione 2022 - conclude il signor
Righi - se da una parte ha consolidato
ancora una volta il nostro brand
regalandoci tante soddisfazioni non
solo economiche, dall’altra è stata
uno stimolo a perseguire nello studio
e nella ricerca di nuove idee. Sta
prendendo così forma una nuova
autofunebre su base Peugeot 508,
che realizzeremo nella versione
2 porte e 4 porte, un connubio di
funzionalità, eleganza e maneggevolezza,
una proposta che già sta
suscitando grande interesse. Continuano
inoltre lo studio e gli investimenti
nelle tecnologie e stiamo
lavorando su veicoli totalmente
elettrici. Inoltre in questi ultimi mesi
abbiamo acquisito l’esclusiva per la
commercializzazione in Italia di un
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
45
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Certosa di Bologna
46 OLTRE MAGAZINE
ATTUALITà
Una legge per i
Monumentali
di Tanja Pinzauti
Per la prima volta in Italia,
approvato il pdl per il riconoscimento
e la valorizzazione dei Cimiteri Storici
in Emilia Romagna.
La situazione critica dei cimiteri italiani
è da tempo al centro di numerosi
dibattiti e analisi: le problematiche
di questi luoghi, fondamentali per la
popolazione e per l’intero tessuto
sociale, sono evidenti. Spesso sulle
pagine della nostra rivista ospitiamo
articoli che, alla ricerca di una soluzione
che possa ridurre l’incuria e lo
stato di abbandono in cui molti di essi
si trovano o rischiano di cadere, ne
analizzano le criticità.
L’importanza di agire in tempi brevi
è evidente: i cimiteri italiani sono
spesso luoghi storici, dal gusto e
dall’attenzione ai particolari tipici
del passato ma progettati e realizzati
secoli fa e per questo patrimonio da
salvaguardare. Questi luoghi ospitano
da centinaia di anni le spoglie
della nostra civiltà: è qui che si possono
trovare le tombe di personaggi
noti, artisti, musicisti, politici che
hanno contribuito a trasformare l’Italia.
Ma non solo. I cimiteri rivestono
anche un ruolo importante per
la popolazione: intimi, silenziosi
e in qualche modo privati, sono i
luoghi dove si va per “visitare” chi
non c’è più, per parlare con i propri
antenati o anche soltanto per ammirare
le sculture antiche e pregiate di
tombe, cappelle e mausolei. •
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
47
ATTUALITà
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Molti cimiteri italiani sono ritenuti
dei veri e propri luoghi di interesse
storico e culturale. È il caso dei
Cimiteri Monumentali come la
Certosa di Bologna, quello di Milano,
la Villetta di Parma e tantissimi altri.
Ed è proprio per la tutela di questi
cimiteri che la Commissione Cultura
dell’Emilia Romagna ha approvato, il
5 dicembre scorso, il progetto di legge
“Riconoscimento e valorizzazione
dei Cimiteri Monumentali e storici
della Regione Emilia Romagna”, presentato
il 10 novembre dalla giunta.
La legge
Il progetto di legge era arrivato dalla
giunta che lo aveva presentato in
prima udienza alla Commissione assembleare
Cultura a inizio novembre,
seguendo la scia del processo
di patrimonializzazione dei cimiteri
promosso dall’Asce (Association of
Significant Cemeteries in Europe),
organizzazione no profit che da più
di venti anni opera per il riconoscimento
e la valorizzazione dei cimiteri
più belli e importanti d’Europa.
Numerosi cimiteri riconosciuti
dall’associazione sono italiani, una
decina quelli dell’Emilia Romagna.
È grazie al folto numero di necropoli
emiliano-romagnole presenti
all’interno dei Significant Cemeteries
(Cimiteri significativi) riconosciuti
dall’associazione che si è deciso di
promuovere il riconoscimento e la
valorizzazione di numerosi altri siti
presenti in regione che potrebbero
e dovrebbero rientrare in questa
categoria per storia e bellezza. Le
motivazioni della proposta sono ben
spiegate nella relazione allegata al
Progetto di Legge: “Al di là del loro
ruolo storico da sempre riconosciuto
di lieux de mémoire, i cimiteri “significativi”
(significant) sono, almeno
da un ventennio a questa parte,
oggetto di una serie di operazioni di
valorizzazione e promozione a livello
europeo: tale processo di patrimonializzazione
ha trovato una sede di
elezione nell’Associazione no profit
Asce. – si legge nel documento – La
nostra regione, con una decina di
siti cimiteriali membri di ASCE, è
sicuramente una delle aree europee
maggiormente rappresentate”. Tra le
altre cose, l’associazione ha ottenuto
dal Consiglio d’Europa il riconoscimento
della European Cemeteries
Route come “Cultural Route”; all’interno
di questa “Strada dei cimiteri
europei” sono state inserite anche le
necropoli di Bologna e Ferrara.
Il cimitero non è solo “luogo di memorie
collettive e personali e quindi
documento storico pluristratificato,
ma anche vero e proprio
museo d’arte statuaria site specific
(non si può scrivere una credibile
storia della scultura dell’Ottocento
e del primo Novecento senza dare
centralità ai cimiteri)” continua la
relazione, che spiega anche come le
necropoli siano “veri e propri musei
della città: luoghi in cui è leggibile la
storia di una comunità, sia attraverso
i monumenti che ne ricordano
eventi rilevanti (guerre, moti •
48 OLTRE MAGAZINE
ATTUALITà
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
insurrezionali), sia attraverso le tombe
dei personaggi che hanno partecipato
nei diversi ruoli allo svolgersi
delle vicende cittadine”.
Approvata in assemblea il 5 dicembre,
la legge ha le finalità di “valorizzazione,
attraverso la salvaguardia,
conservazione e promozione,
dei Cimiteri Monumentali e Storici,
veri e propri patrimoni culturali
dell’Emilia Romagna che vanno
resi ancor più fruibili al pubblico”,
come è scritto nel comunicato
stampa diffuso dall’Assessorato alla
Cultura e Paesaggio della Regione.
I Cimiteri Monumentali
Ma quali sono le necropoli che
possono accedere al riconoscimento
di cimitero monumentale? Nella
relazione presentata dalla giunta si
parlava di circa 80 “siti cimiteriali
della Regione Emilia-Romagna da
annettere nel perimetro della presente
legge. Il loro riconoscimento,
fondato su di un censimento esaustivo,
affidato al Settore Patrimonio
Culturale, dovrebbe pertanto costituire
la prima azione di valorizzazione
da promuovere su base regionale”.
Nella nota dell’Assessorato alla Cultura
e Paesaggio si descrive nello specifico
che “per cimiteri monumentali
e storici si intendono quei luoghi di
sepoltura caratterizzati da importanti
presenze monumentali, collegati a
rilevanti episodi storici o a specifici
ambiti religiosi e comunque riconducibili,
anche in forza di particolari
caratteristiche paesaggistiche, alla
categoria dei cultural landscapes”.
50 OLTRE MAGAZINE
Inoltre, la legge individua i requisiti
minimi necessari per poter accedere
alla categoria e la Giunta ha approvato
i bandi “per la concessione di
contributi per progetti presentati da
soggetti titolari e gestori di strutture
riconosciute” come tali. Infine, queste
necropoli verranno pubblicate sul
sito della Regione in un’area dedicata,
accompagnate da una guida di
“itinerari e paesaggi culturali, interpretativi,
narrativi e turistico-culturali
connessi ai siti cimiteriali e alle
comunità di riferimento”.
Il commento
Federico Alessandro Amico, consigliere
regionale, è stato uno dei
maggiori promotori e relatore del
progetto di legge: «I cimiteri devono
essere considerati come parte
integrante del patrimonio scultoreo
e architettonico del nostro
Paese. Raccontano storie, legami e
trasformazioni che sono avvenute
all’interno delle comunità. Con
questa legge, oltre a riconoscere i
cimiteri significativi, si entra a far
parte di un processo di valorizzazione
a livello europeo» ha dichiarato.
Certosa di Bologna - Foto di Luca Strambi
Anche l’assessore regionale alla
Cultura e Paesaggio Mauro Felicori
ha commentato l’importante obiettivo
della legge: «Attraverso questa
legge, prima in Italia nel suo genere,
la Regione si propone di riconoscere
i cimiteri significativi quali elementi
del patrimonio culturale regionale
da salvaguardare e valorizzare, come
strumento di coesione e crescita
culturale delle comunità».
La legge per il riconoscimento e la
tutela dei Cimiteri Storici è un passo
importante per la valorizzazione di
questi luoghi che rappresentano una
parte importante del nostro Paese,
ora c’è da sperare che altre regioni
seguano le orme dell’Emilia Romagna
e lavorino al restauro di queste
aree di interesse storico e culturale
per la popolazione.
STATISTICHE
Il settore funerario
in Spagna
di Nicole Valeria Bisi
Analisi economica e statistica della funeraria
nel Paese iberico.
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Pubblicati i risultati dello studio
realizzato da Panasef, Asociación
Nacional de Servicios Funerarios, la
principale organizzazione professionale
indipendente in Spagna.
Fondata 26 anni fa, pubblica ogni
anno la Radiografia del sector funerario
con l’obbiettivo di migliorare
l’immagine che la società ha del settore,
offrendo un resoconto fedele e
trasparente dell’andamento annuale.
Da sempre Panasef lavora con impegno
per difendere gli interessi professionali
delle imprese locali; non a
caso, oltre il 70% dei servizi funerari
del Paese è prestato da onoranze
associate a Panasef. E proprio da
un sondaggio proposto alle imprese
associate si è partiti per ottenere
dati utili alla realizzazione di questa
analisi, condotta tra maggio e luglio
2022. Sono poi stati raccolti altri dati
provenienti da fonti esterne secon-
darie per poter elaborare indicatori
solidi e offrire così un’immagine
completa del settore.
Vediamo allora alcuni dei punti analizzati
nel report.
Andamento
della mortalità
Nel 2021 sono stati registrati 450.687
decessi, il 9% in meno rispetto al
2020 e un 8% in più rispetto al 2019.
Gli effetti della pandemia si notano
in modo particolare nei mesi di gennaio
e febbraio, anche se con minore
intensità rispetto a quelli del 2020,
con decessi tra il 20% (in gennaio) e
il 10% (in febbraio) in più rispetto agli
anni precedenti. Durante il resto del
2021, i decessi si stabilizzano intorno
ai 35.000 al mese, cifre simili al
2019 tranne che per i mesi di agosto
e dicembre, con i numeri più alti
dell’ultimo triennio.
Nei primi due mesi del 2022 il numero
dei decessi registrato è stato
inferiore rispetto allo stesso periodo
del 2021, allineando l’andamento a
numeri più simili agli anni precedenti
la pandemia. Unica eccezione
i mesi di giugno e luglio, dove la
curva dei decessi è stata nettamente
superiore rispetto al 2021.
In generale, nei primi 7 mesi del
2022 i decessi sono aumentati del
4,6% rispetto all’anno precedente,
dato questo inaspettato se si pensa al
regredire della pandemia, ma motivato
se si considerano le alte temperature
della scorsa estate che hanno
causato molteplici decessi.
Incidenza di genere
La percentuale di decessi continua
ad essere più elevata tra gli uomini
(51,53%) che tra le donne (48,65%).
Rispetto al 2020, la speranza di vita
in Spagna torna a recuperare •
52 OLTRE MAGAZINE
Certosa di Arne9001 - Dreamstime
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
53
STATISTICHE Evolución defunciones en España
terreno portando l’età media da
82,33 anni nel 2020 a 83,06 nel
2021. Sono ancora le donne le più
longeve, passando da una media di
85,06 anni nel 2020 a 85,83. Mentre
gli uomini arrivano ad una media
di 80,24 anni, superando di poco i
79,59 del 2020.
422.568 410.611 423.643 427.721 418.703 493.776 450.687*
2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Quadro economico
del mercato
Con un totale complessivo di
450.687 servizi, nel 2021 il fatturato
ha raggiunto quota 1,63 miliardi di
euro (70 milioni in meno rispetto al
2020). Un anno totalmente anomalo
per il settore, anche se si mantiene
al rialzo rispetto agli anni precedenti
l’inizio della pandemia. Un
giro d’affari pari allo 0,15% del PIL
(-0,1% rispetto al 2020).
Costo del servizio
Secondo quanto riportato da
Panasef, alcuni servizi influenzano
maggiormente il costo totale di
un funerale. In particolar modo, il
prezzo del servizio è composto per
un 56,7% dal costo del funerale in
sé (cofano, trasporto della salma,
installazione della camera ardente,
assistenza 24 ore e coordinamento
della cerimonia, catering, disbrigo
pratiche burocratiche, preparazione
della salma…). I servizi complementari,
quali uso della chiesa, fiori e
preparazione della lapide, ammontano
all' 11,7% del costo totale. Il 16,5% è
da ricollegare ai costi di destinazione
finale (inumazione o cremazione),
mentre il 15,1% del totale è da imputarsi
ai costi dell’iva.
Destinazione
finale
Nel 44,93% dei decessi si è optato
per la cremazione, dato questo che
si mantiene stabile rispetto al 2020.
In generale, come accade anche in
Italia, la cremazione sta subendo
una forte impennata e, negli ultimi anni, in alcune aree come le province di
Malaga e di Siviglia, la cremazione
Fallecimientos
è stata
por
scelta
meses
da oltre il 70% delle famiglie.
In un Paese fortemente cattolico 2021* come 2020 la Spagna, 2019 non stupisce che la cerimonia
religiosa sia scelta dall' 88% delle famiglie. Dall’altro lato c’è la cerimonia
laica, richiesta solo nel 12% dei casi, ma con una tendenza alla crescita
80.000
costante.
70.000
60.000
Infrastrutture
50.000
La Spagna dispone di un totale di 487 forni crematori in grado di coprire fino
40.000
a 1.663 cremazioni al giorno, numero ben al di sopra della domanda reale del
30.000
Paese che si ferma a quota 554 al giorno.
20.000
-2,83% 3,17% 0,57% -2,11% 17,90%
• Evoluzione dei decessi in Spagna
• Distribuzione delle imprese funebri in Spagna
enero
Total
Empresas
1.076
Canarias
49
febrero
marzo
Galicia
171
abril
mayo
junio
julio
Principado
de Asturias
35
Cantabria
País Vasco
Fuente: INE / *Dato 15
provisional 33
Extremadura
40
Castilla y León
Andalucía
181
115
Ciudad Autónoma
Comunidad
de Madrid
22
Ciudad Autónoma
2
de Ceuta
84
5
Castilla - La Mancha
46
agosto
La Rioja
23
Región
de Murcia
52
131
Ciudad Autónoma
2
de Melilla
septiembre
Comunidad Foral
de Navarra
Aragón
Comunidad
Valenciana
octubre
-8,73%
-43.089
Cataluña
47
noviembre
23
diciembre
Islas Baleares
21
54 OLTRE MAGAZINE
Nonostante l’aumento dei decessi,
anche le case funerarie e le camere
mortuarie hanno potuto far fronte
alle richieste del 2021. Si contano
infatti 2.525 strutture (con una
capacità di oltre 7.000 sale) per una
domanda di 1.235 decessi al giorno.
Inoltre, il report ha registrato un totale
di 17.682 cimiteri dislocati su 8.126
comuni. Per quanto riguarda le
imprese funebri invece, in Spagna
ve ne sono 1.076 distribuite tra la
penisola, le isole Baleari, le Canarie e
le città autonome di Ceuta e Melilla.
Occupazione
e formazione
professionale
Come in molti altri settori, anche in
quello funerario si è registrato un
calo del livello di occupazione nel
2021; nello specifico, sono andati
persi 210 posti di lavoro, arrivando
ad un conteggio totale di 12.290
lavoratori. Si mantiene stabile la percentuale
di donne nel settore (31%).
Facendo un rapido conteggio del
rapporto tra il numero dei lavoratori
e i 1.235 decessi al giorno registrati
nel 2021, il settore disponeva di 9,95
lavoratori per ogni decesso giornaliero.
Un dato interessante e che fa ben
sperare riguarda l’aggiornamento
professionale. La ricerca Panasef
calcola che nel 2021 sono state
aumentate le ore per lo sviluppo
della preparazione del personale,
raggiungendo livelli pre-pandemia e
confermando l’attenzione sempre più
costante verso la formazione di coloro
che ogni giorno svolgono un ruolo
fondamentale per la società.
Soddisfazione
delle famiglie
Le famiglie spagnole apprezzano il
servizio ricevuto dall’impresa. Così
assicura un sondaggio telefonico
condotto nel 2021 su 105.804 famiglie
ricorse ad un’impresa funebre per la
perdita di un loro caro. Si tratta di un
servizio di controllo della soddisfazione
del cliente utilizzato dalla maggior
parte delle imprese spagnole.
Nel dettaglio, in una scala da 1 a 10 è
emerso che il 79,77% degli intervistati
ha valutato con 9 o addirittura
10 il servizio ricevuto, 7 o 8 è il voto
dato da più del 17%, mentre solo il
2,82% ha espresso un giudizio inferiore.
Un dato di cui essere certamente
fieri considerando il forte coinvolgimento
e impegno del settore negli
ultimi anni!
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MAGAZINE
55
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IN MEMORIA
Arrivederci
Sergey
di PIETRO INNOCENTI
Un commosso ricordo di una
delle figure di spicco del mondo
funerario russo.
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Lo scorso 4 luglio ci ha lasciati l’amico
Sergey Borisovitch Yakushin,
Si tratta di una perdita importante
non solo per il mondo funerario russo
ma per quello mondiale visto il ruolo
di primissimo piano che ricoprì nello
sviluppo dei rapporti internazionali
del settore.
Era nato il 9 Giugno 1953 a Kemerovo,
città di 600.000 abitanti della Siberia
sud-occidentale, a meno di 300 km
dalla capitale siberiana Novosibirsk,
capoluogo dell’omonimo oblast’ (provincia)
oltre che centro carbonifero di
primaria importanza. Città alla quale
mi legano ricordi estremamente
positivi dato che colà, grazie soprattutto
all’intervento determinante di
Sergey Yakushin, avevo illo tempore
(nel mezzo degli anni ‘90 del secolo
scorso, prima che la crisi finanziaria
russa ed il tracollo del rublo del ‘98
facessero sentire le loro pesanti conseguenze
sugli affari) portato a buon
fine un’importante missione per
conto dell’impresa francese, leader
europea del settore, in cui operavo.
Le sue indubbie capacità organizzative
lo avevano destinato ad assumere
un ruolo di rilievo in seno agli
organi amministrativi della repubblica
siberiana dove ebbe l’incarico
di formare i quadri dirigenti. Dopo
la fine dell’Unione Sovietica nel 1991
(la bandiera con la falce e martello
fu ammainata per l’ultima volta al
Cremlino il 25 dicembre di quell’anno
e da allora vi sventola il tricolore
russo) alle persone più intraprendenti
e preparate, e non v’è alcun dubbio
che Sergey Yakushin lo fosse, •
58 OLTRE MAGAZINE
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
59
• Un momento del funerale
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
vennero offerte opportunità di
intervenire nel mondo economico
creando lavoro e con esso ricchezza
e benessere per sé e per i suoi collaboratori.
Fu così che iniziò ad operare nel
mondo funerario. E fu così che ebbi
la fortuna di entrare in contatto con
lui. Sergey era in quel momento
dirigente della Sibirskaya Yarmarka
(la Fiera siberiana) di Novosibirsk
che organizzava una cinquantina
di esposizioni all’anno di vari settori
merceologici. È in quel periodo che
si rese conto che il mondo funerario
russo era in condizioni deplorevoli
e che con l’aumentare del
tenore di vita grazie al nuovo sistema
economico, sarebbero esplose, soprattutto
nelle grandi città, anche le
richieste di un servizio esequiale più
adeguato ai tempi. Da qui l’idea di
organizzare un evento focalizzato
su queste attività.
Si rese parimenti conto che miglioramenti
e nuove idee non potevano
che arrivare da Paesi dove tale
professione si situava già su livelli
di eccellenza. Per questo motivo nel
1993 lanciò una serie di inviti ad
aziende estere a partecipare alla
nascita di Necropolis, prima fiera
funeraria russa.
Jacques Marette, il titolare dell’azienda
in cui mi trovavo, aderì con
entusiasmo ed iniziammo immediatamente
i preparativi per recarci
nella lontana Siberia, superando tutte
le complicazioni amministrative di
una burocrazia ancora di stampo
sovietico.
Arrivammo a Novosibirsk in maggio
quando iniziavano a sciogliersi le
nevi ed i ghiacci del lungo inverno
siberiano, prima che negli acquitrini
iniziassero a proliferare miliardi di
zanzare della peggior specie. Si alloggiava
nel tetro hotel Sibir dell’Intourist,
l’unico praticabile dagli stranieri:
una struttura grigia, come l’atmosfera
che lo permeava, tipica del
periodo sovietico, dove le conversazioni
telefoniche, talvolta difficili da
ottenere, erano spesso “monitorate”
dal centralino.
La cospicua esperienza in proposito,
acquisita nei numerosi viaggi nei
Paesi dell’Europa centro-orientale
(memorabile la camera di un albergo
di Novi Sad dove erano visibili ad occhio
nudo, oltre che palpabili lungo la
circonferenza, le sagome circolari dei
microfoni installati sotto la carta da
parati), mi faceva capire il momento
esatto in cui la linea passava sotto
controllo; a quel punto auguravo
nella lingua locale (per ogni nazione
avevo imparato la formula adeguata)
un buon giorno al terzo incomodo e
continuavo le mie conversazioni che
non avevano nulla da occultare.
Il fascino principale del Sibir risiedeva
nel fatto che era attiguo alla •
60 OLTRE MAGAZINE
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IN MEMORIA
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
stazione della Transiberiana, la leggendaria
linea ferroviaria che collega
Mosca a Vladivostok. Per chi come
me coltivava da anni il desiderio di
effettuare quel viaggio, poter udire
lo sferragliare dei treni e gli annunci
provenienti della stazione alimentava
quel sogno che ancora attende
di essere vissuto. Se mai lo sarà un
giorno…
Novosibirsk è stata fondata nel
1893 in corrispondenza di un ponte
ferroviario costruito sul fiume Ob
per la transiberiana. Il suo nome
era Aleksandrovskij essendo lo zar
Alessandro III morto a 48 anni
di nefrite nel 1894. Nel 1895 essa
divenne Novonikolaevskij in onore
del figlio e successore, Nicola II. Nel
1925 assunse il nome attuale. Oggi
è una città ricca, con la presenza di
grosse catene alberghiere e di svaghi
di ogni genere, oltre che di attività
culturali di eccellenza. È la terza
città della federazione dopo Mosca
e San Pietroburgo, una vera capitale.
I suoi abitanti la considerano il
centro geografico della Russia.
Fu all’aeroporto di Novosibirsk -
Tolmachevo, dove era venuto gentilmente
ad accoglierci, che conoscemmo
personalmente Sergey che
ci fece subito una eccellente impressione.
Non solo si esprimeva in un
inglese perfetto, ma quando parlava
ti guardava negli occhi ed era preciso
e sobrio nelle risposte. Ci fu subito
un feeling, spero reciproco, di stima e
simpatia.
Il giorno dell’inaugurazione del salone
ci fu vicino e mise in evidenza
il fatto che noi fossimo il solo ed il
primo Paese occidentale presente
alla rassegna. Per qualche anno
ancora l’evento si fece a Novosibirsk
per trasferirsi successivamente a
Mosca, nella Russia europea, dopo
una o due edizioni a San Pietroburgo.
Tuttavia a Novosibirsk continuò
ad essere organizzata un’esposizione
funeraria consacrata quasi esclusivamente
al mercato interno con
prodotti della tradizione.
Molti anni dopo, in occasione del
venticinquesimo anniversario di
Necropolis, nel corso della cerimonia
di chiusura dell’evento mi consegnò
una scultura per ricordare tangibilmente
quella prima presenza “occidentale”
all’evento. Fu un momento
di alta intensità emotiva e fu anche
l’ultima volta che ebbi l’occasione di
abbracciare l’amico di un quarto di
secolo. Già l’anno successivo, infatti,
non partecipò all’esposizione dovendo
sottoporsi a delle cure. Riuscivo
ad avere ogni tanto qualche notizia
sporadica da Dmitry Evsikov, il suo
braccio destro, ma la discrezione di
Sergey era tale che le informazioni
erano estremamente succinte.
La manifestazione nel frattempo
era cresciuta sia dal punto di vista
della partecipazione di espositori e
visitatori stranieri che, e soprattutto,
da quello della qualità di certi prodotti
fabbricati localmente. In fondo
il sogno di Yakushin si realizzava un
passo dopo l’altro.
• Sergey Yakushin con Pietro Innocenti, Dmitry Evsikov ed Alberto Leanza
in occasione di una passata edizione di Tanexpo
62 OLTRE MAGAZINE
zio di musica uscendone con una
scorta impressionante di CD che
gli servivano per animare le serate
del suo locale di cui non sospettavo
minimamente l’esistenza.
In un’altra occasione, a Roma, mi
pregò di attenderlo in una stradina
attigua al Vaticano. Dopo un po’ di
tempo arrivò stracarico di oggetti
sacri comperati nei numerosi negozi
della zona. Alla mia domanda
se essi corrispondessero alla religione
ortodossa mi rispose, con la
sicurezza di chi sa il fatto suo, che
comunque sarebbero stati apprezzati
ed acquistati. Giusto il tempo di
sistemarli in auto e via di corsa in
una parallela di via Turati, verso la
stazione Termini, dove si recò in un
locale di sua conoscenza uscendone
quasi sommerso da decine di grandi
cuscini che riempirono tutto il sedile
posteriore impedendomi persino
di usare lo specchietto retrovisore.
Sergey era russo e di quel popolo
aveva i molti pregi senza averne
i difetti. Alla bonomia, alla serietà,
al rispetto degli impegni presi si
accompagnava una sobrietà rara nei
suoi compatrioti.
E poi la voce, la sua bella voce baritonale
che risuona ancor oggi nelle
orecchie di chi ha avuto la fortuna
di sentirlo parlare, sempre con tono
pacato, che rendeva ancor più bella
quella meravigliosa lingua che era
la sua. Mi è stato vicino negli affari
fornendomi indicazioni soprattutto
sui mercati ospedalieri siberiani e
dandomi tutti i consigli utili per negoziare
nel migliore dei modi. Quasi
sempre con successo.
Contrariamente alla grandissima
maggioranza dei suoi connazionali
Un momento del funerale •
evitava la vodka e più in generale
non era un appassionato delle
colazioni di lavoro che tanto vanno
di moda in Italia, ma soprattutto in
Francia dove hanno valore quasi
istituzionale. Quante volte alla
proposta di recarci in un ristorante
osservava che “c’era ancora molto da
fare” e che sarebbe stato inutile perder
tempo seduti a tavola! Era quello
che con un infelice, ma espressivo,
neologismo della lingua inglese
viene definito un workaholic e cioè
uno stacanovista. Anche perché i
suoi interessi non si limitavano
alle attività funerarie.
Sempre pieno di idee aveva persino
aperto una discoteca. Lo seppi
quando un giorno che ci si trovava a
Benevento, si precipitò in un nego-
Una mente in perpetua ebollizione
insomma. Basti pensare alla scuola
per modelle che aveva aperto a
Novosibirsk e che in breve incominciò
ad inviare le belle, spesso
bellissime, ragazze russe in giro per
il mondo. A questo proposito ricordo
una sfilata organizzata, assecondato
dalla cara Natalya Golavskaya, nei
saloni dell’Hotel Crillon, uno dei più
prestigiosi di Parigi sulla Place de la
Concorde, con le sue mannequins,
alcune delle quali sono poi rimaste
in Francia. Era stato anche distributore
DHL in Siberia in collaborazione,
credo, con la consociata tedesca.
Ciò detto la sua realizzazione principale
è stata, fuor d’ogni dubbio,
la costruzione del Crematorio di
Novosibirsk. Opera monumentale
fatta di materiali di altissima qualità
conforme ai migliori standard mondiali.
Essa perpetuerà perennemente
il nome del suo creatore così come
il museo funerario che è diventato
ormai un modello del genere e la •
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
63
IN MEMORIA
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
cui collezione si arricchisce costantemente.
Sergey, lo ribadisco, era russo fino
al midollo. L’amicizia non era una
vana parola ma un modo di essere.
Ne avemmo tutti la prova quando
trovandosi a Bologna per Tanexpo
e saputo che il nostro amato Nino
Leanza era sofferente (ci avrebbe lasciato
pochi giorni dopo la fine della
fiera) non esitò in piena notte siberiana
a telefonare al responsabile dell’unità
di ricerca della famosa scuola
di Medicina di Novosibirsk dove
venivano condotte importanti ricerche
per varie patologie. Gli furono
chiesti dei documenti che spedimmo
immediatamente a quel direttore che
diede rapidamente una risposta di cui
capimmo immediatamente il tenore
vedendo il volto affranto di Yakushin
prima ancora che iniziasse a parlare.
Era russo anche nei dettagli della vita
personale. Basti pensare al culto del
patronimico (òtchestvo in russo, da
otets/padre) dando al figlio il nome
del nonno, così si usava anche in
Italia, soprattutto nel meridione e io
stesso ne sono un esempio! Sergey
Borisovitch (figlio di Boris) era il suo
nome e suo figlio non poteva essere
altro che Boris Sergeyevitch.
Di ricordi ce ne sono tantissimi come
quello del giorno in cui, in un albergo
dove usava alloggiare a Parigi mi
fece l’insigne onore di presentarmi
sua madre che aveva portato per
farle visitare la capitale francese. Una
signora elegante e mite verso la quale
Sergey (che in Francia amava farsi
chiamare “Serge”) manifestava un
profondo affetto filiale non disgiunto
da un grande rispetto. Esattamente il
contrario di quanto accade, non sempre
per fortuna, oggi nelle nostre società
dove gli anziani vengono spesso
considerati degli impicci, quando
non addirittura dei pesi da sopportare
e di cui sbarazzarsi il più rapidamente
possibile una volta passati a miglior
• Il crematorio di Novosibirsk fondato da Yakushin
vita. Anni dopo, in occasione del centodecimo anniversario dell’azienda in
cui lavoravo, feci conoscenza anche con la sua signora, in occasione di una
serata organizzata nei locali della “Mutualité” sulla rive gauche.
Si potrebbe continuare a lungo evocando ricordi e bei momenti passati
assieme. Preferisco tuttavia ricordare gli ultimi momenti della sua vita che,
nonostante l’amarezza per alcune vicende create da concorrenti sleali e scaltri,
voglio immaginare pieni di serenità e di amore attorniato dalle persone care.
Sergey era credente e non si tratteneva dal ricevere con gli onori dovuti gli alti
prelati del Patriarcato di Mosca che regolarmente partecipavano (assieme ai
rappresentanti delle altre confessioni) a Necropolis e soprattutto di baciare con
profonda manifestazione di fede le icone che gli venivano presentate.
La sua anima è salita al cielo ma la sua presenza rimane indelebile per tutti
coloro che lo hanno conosciuto, per la sua saggezza e la sua bontà. Che la
terra ti sia lieve Sergey Borisovitch. Riposa in pace!
• Un momento del funerale
64 OLTRE MAGAZINE
scegli il corso che fa per te!
Emissioni in atmosfera dei crematori italiani: uno sguardo alle normative nazionali ed europee
APRILE
04 2023 relatori: Valeria Leotta / Salvatore Mineo
Reg. reg.le Lombardia 14 giugno 2022, n. 4: effetti su operatori pubblici e privati
06 2023 relatore: Sereno Scolaro
Le Autorizzazioni Uniche Ambientali (AUA) per i crematori
18 2023 relatore: Salvatore Mineo
Servizi funerari ed era digitale: le nuove tecnologie e professioni che guardano al futuro
20 2023 relatori: Chiara Agamennone / Elena Messina
PILLOLE DI Polizia mortuaria
27 APR 2023 relatori: Sereno Scolaro / Carlo Ballotta
PILLOLE
MAGGIO
DI Tanatocosmesi
04 2023 relatore: Mauro Ugatti
Come rapportarsi "con empatia" ai dolenti durante la gestione delle pratiche funebri e cimiteriali
08 2023 relatore: Daniela Rossetti
PILLOLE DI Cremazione
10 2023 relatori: Sereno Scolaro / Carlo Ballotta
Crematori: Strategie digitali per acquisire nuovi clienti e rendere più competitiva la tua offerta
23 MAG 2023 relatore: Serena Spitaleri
Ritualità nelle sepolture di islamici, ebrei ed ortodossi
25 MAG 2023 relatore: Elena Messina
GIUGNO
Cimitero 2.0: soluzioni innovative nelle politiche di management
06 2023 relatori: Michele Gaeta / Vittorio Zandomeneghi
PILLOLE DI D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285
08 2023 relatore: Sereno Scolaro
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CATALOGO CORSI 2023
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Trasporti funebri internazionali: norme e procedure
09 2023 relatore: Sereno Scolaro
Operazioni cimiteriali: come operare in maniera corretta e sicura all’interno del cimitero
21 2023 relatori: Chiara Masetti / Luca Zaccherini
Crematori ecosostenibili
07 MAR 2023 relatore: Fabrizio Giust
L’impianto di cremazione: elementi normativi, tecnica e aspetti operativi
23 MAR 2023 relatore: Salvatore Mineo
Imprese funebri: Come comunicare sui canali digitali e acquisire nuovi clienti attraverso web e social media
28 MAR 2023 relatore: Serena Spitaleri
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30 MAR 2023 relatore: Sereno Scolaro
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CIMITERI PER ANIMALI
Le Cimitière
des Chiens
di Miranda Nera
La necropoli parigina dedicata
agli animali è una delle più antiche
del mondo. Qui riposa anche
il cane Rin Tin Tin.
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Appena fuori dal centro di Parigi,
precisamente ad Asnières-sur-Seine
alla periferia nord della città, un fazzoletto
di terra affacciato sulla Senna
ospita “Le Cimetière des Chiens”.
In realtà il “Cimitero dei cani”, nel
suo parco ameno, ospita parecchi
animali tra conigli, uccelli, topolini e
tartarughe. Tra i monumenti funebri,
non mancano neppure animali esotici
e curiosi come serpenti, gazzelle,
un leone e qualche volpe fennec.
I francesi sono sempre stati un popolo
d’avanguardia e nel caso specifico
del cimitero dei cani, hanno
mostrato il lato più aperto ma anche
rivoluzionario del loro carattere.
Oggi sono ancora poche le città che
dispongono di un cimitero per gli
animali d’affezione ma la sensibilità
verso tale tema è per fortuna sempre
crescente; nella Parigi di fine ottocento,
epoca in cui le carcasse degli
animali venivano di norma gettate
nella Senna, un luogo consono a
questo tipo di sepoltura era avanguardia
pura.
Ecco perché quando una società
privata, fondata da due giovani
visionari, eresse questo cimitero, fu
data una svolta importante sia dal
punto di vista culturale che pratico,
sul fine vita degli animali domestici.
Un aspetto che fino a quel momento
era poco considerato, visto
che il cimitero in questione risulta
essere con ogni probabilità il più
antico in occidente. Le motivazioni
che rendono il cimitero dei cani •
66 OLTRE MAGAZINE
Foto di Tommie Hansen - Wikipedia
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
67
CIMITERI PER ANIMALI
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Foto di Par Wowo2008 - Wikimedia
un'opera meravigliosa, riguardano
sia il nobile ideale per cui è stato realizzato
che la storia della sua costruzione
e il suo aspetto esteriore, che
lo hanno portato a essere inserito tra
gli edifici patrimonio dell’Unesco.
La storia
La storia della nascita del cimitero è
singolare.
Il progetto vide la luce nel 1899, anno
in cui lo scrittore Georges Harmois
e la giornalista Marguerite Durand
fondarono una società assai curiosa
per l’epoca: la Société française
anonyme du cimetière pour chiens
et chats (Società francese anonima
del cimitero per cani e gatti). Insieme
acquistarono il terreno su cui
successivamente sorse la necropoli,
con la precisa volontà di realizzare
un luogo in cui mantenere vivo
il ricordo del proprio animale da
compagnia.
L’idea progettuale aveva lo scopo di
trasformare una comune area verde
in un luogo che avrebbe segnato la
storia della città.
Come previsione, vi era l’idea di
realizzare un grande colombario e
una struttura monumentale adibita a
museo per celebrare tutti gli animali.
Successivamente però l’esecutivo
dette vita ai giardini che ospitano
tombe, statue, monumenti funebri e
l’imponente ingresso.
I giardini sono stati suddivisi in
quattro macro aree che definiscono
i settori di riferimento: quello dei
cani, dei gatti, degli uccelli e per finire
quello che accoglie tutti gli altri
animali.
I monumenti funebri, nella loro eterogeneità,
raccontano le storie di chi
li abita e l’amore dei loro padroni.
L’ingresso alla necropoli è maestoso
ed ha il preciso scopo di accogliere
il visitatore e accompagnarlo entro
i confini sacri di questo singolare
spazio simbolico.
L’entrata, con tre portali d’accesso
come nei cimiteri monumentali, è
stata progettata in stile Art Nouveau
dall’architetto e artista francese Eugène
Petit. Si apre sul vecchio ponte
di Clichy, conosciuto per le opere
senza tempo di Vincent Van Gogh.
Sebbene lo spazio dell’area di progetto
fosse contenuto, la grandezza
dell’opera ha fatto sì che negli anni
venissero sepolti qui molti animali
famosi.
E insieme alla tomba di Gribouille,
l’amato e insostituibile cavallo bianco
della fondatrice del cimitero Marguerite
Durand, riposa in pace nel
giardino anche il suo animale da
compagnia: un leone!
Sono tanti gli animali famosi sepolti
o ricordati qui: tra tutti non può
essere dimenticato Barry, il cane
San Bernardo che venne adottato •
68 OLTRE MAGAZINE
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CIMITERI PER ANIMALI
dai monaci del monastero di Grand
Saint Bernard. La specialità del caro
Barry era quella di salvare coloro che
si erano persi nella neve e, grazie
al suo talento, aveva salvato ben 40
vite. Era venuto a mancare purtroppo
durante un ultimo salvataggio
e nel 1900 la direzione del cimitero
fece realizzare un monumento a sua
memoria. Il ricordo dell’animale era
talmente grande che le sue spoglie
vennero imbalsamate. Sono tutt’ora
visibili nel museo di storia naturale
di Berna. Fra gli altri monumenti degni
di nota, senza dubbio vi è quello
rivolto a tutti i cani che hanno perso
la vita lavorando fianco a fianco con
le forze dell’ordine, dimostrando
grande dedizione e coraggio.
Nonostante si tratti di un cimitero
realizzato in una piccola località,
la sua fama ha valicato i confini
francesi facendolo diventare un
luogo conosciuto in tutto il mondo.
Per questo, proprio qui, non poteva
mancare la grande star: si tratta del
celebre cane Rin Tin Tin.
Il cucciolo Rin Tin Tin era stato
trovato un freddo pomeriggio di
settembre da Lee Duncan, un soldato
americano. Era il 1918 e la prima
guerra mondiale sarebbe finita di lì
a poco. Il pastore tedesco, sopravvissuto
ai bombardamenti, grazie
al suo padrone e dopo il loro ritorno
nel continente, era diventato la prima
star a quattro zampe della storia
del cinema americano. Simbolo
dell’eroismo nazionale e idolo dei
bambini, il prodigioso animale aveva
contribuito alla fama della Warner
Bros e ancora oggi il suo nome ne
evoca il ricordo. La leggenda vuole
che non potè ricevere l’Oscar
solo a causa del fatto che non fosse
umano. Dopo la sua morte nel 1932
l’intero Paese era in lacrime e tutte
le programmazioni radiofoniche
vennero interrotte per darne la triste
notizia.
Oggi la tomba di Rin Tin Tin è un
monumento nazionale, simbolo
del cimitero e viene visitata da un
grande pubblico, costituito soprattutto
da turisti americani, che
lo ricorderà per sempre per le sue
prodezze.
Nel 1987, con grande rammarico, la
società che gestiva il cimitero guidata
dai parenti stretti della Durand,
aveva deciso di chiudere i battenti
destando grande disapprovazione
nella popolazione e nei proprietari
degli animali sepolti all’interno.
Negli anni, quello che all’inizio era
solo un piccolo terreno ritagliato
tra il ponte e il fiume, era diventato
il simbolo della città. Ci fu quasi
una sommossa popolare perché
gli abitanti di Asnières-sur-Seine
lo sentivano parte integrante della
propria storia culturale. Finalmente,
due anni dopo, l’amministrazione
comunale riuscì ad acquistarlo mettendolo
al sicuro per sempre.
Oggi, insieme alle anime degli animali
defunti, risiedono qui anche i
gatti della colonia felina gestita dalla
direzione del cimitero. Chissà che
un giorno non verrà eretto un monumento
anche a loro.
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
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NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
L’inizio di un nuovo anno coincide
spesso con la volontà di intraprendere
nuovi progetti utili ad imprimere un
ulteriore sviluppo alle proprie attività.
È quanto verrà messo in atto anche
dalla Scuola Superiore di Formazione
per la Funeraria che inaugurerà
il 2023 arricchendo il proprio Catalogo
con un nuovo format destinato
a fornire altri utilissimi strumenti
professionali agli Operatori Funebri,
in particolare a quelli che dispongono
di una Casa Funeraria quale
luogo ideale per lo svolgimento dei
propri servizi.
Grazie alla partnership ormai in
essere da più di un anno con le
Onoranze Funebri Croce Verde
di Reggio Emilia, e raccogliendo
una proposta suggerita dal Direttore
delle stesse Stefano Bigliardi,
il Comitato scientifico della Scuola
ha validato un Corso atto a formare
il “Responsabile di Cerimonia”,
figura centrale nell’organizzazione
dell’Impresa reggiana e ruolo fondamentale
all’interno delle più solide e
intraprendenti aziende funerarie del
nostro Paese.
«Con l’apertura della nostra nuova •
72 OLTRE MAGAZINE
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
73
FORMAZIONE PROFESSIONALE
del funerale e colui che coordina
l’attività dei colleghi nello svolgimento
dei servizi. I risultati ci hanno
assolutamente premiati non solo nei
numeri, davvero significativi, ma
soprattutto nelle testimonianze dei
dolenti che ci gratificano costantemente
e che spesso affidano i propri
pensieri al Libro dei Ricordi posizionato
nella nostra hall».
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
• I docenti della Scuola: Carmelo Pezzino, Maria Angela Gelati e Javier Inzunza
Casa Funeraria, avvenuta un anno fa, abbiamo finalmente messo a disposizione
della comunità una struttura estremamente accogliente nella quale vivere
il raccoglimento in una dimensione discreta in cui i familiari e gli amici
del defunto possano sentirsi a proprio agio come a casa. Spazi ordinati, tutelati
dalle massime condizioni igienico-sanitarie e dove l’esposizione del feretro
non è vincolata ai protocolli delle strutture sanitarie», afferma Bigliardi. «Offriamo
servizi di alta qualità che rendono decoroso e adeguato l’ultimo saluto,
con la presenza di cerimonieri funebri e di altre figure professionali adeguatamente
formate. Tra queste abbiamo recentemente introdotto il Responsabile
di Cerimonia, ossia il principale referente delle famiglie per l’organizzazione
«Le aumentate esigenze espresse da
una collettività che vive l’esperienza
del lutto attraverso l’accompagnamento
rituale ed il successivo commiato,
rendono indispensabile per il
Cerimoniere funebre una adeguata
conoscenza di nozioni teoriche e
di competenze concrete in grado
di consentirgli le migliori abilità per
gestire al meglio la famiglia in lutto
e gli aspetti rituali, dentro e fuori la
Casa Funeraria, luogo principe nel
quale dare dignità e rispetto a chiunque
dovrà affrontare il percorso di
addio alla persona cara», sostiene
Maria Angela Gelati, docente, insieme
a Carmelo Pezzino, del nuovo
Corso.
«Il nostro laboratorio formativo intende:
contribuire alla leadership del
Cerimoniere funebre; dare informazioni
sulla comunicazione e sugli
stili comportamentali; trasmettere
consapevolezza dell’aiuto alla famiglia;
analizzare i filtri che interferiscono
nella relazione di aiuto al
dolente; identificare i passaggi rituali
in cui operare in team; impostare
e gestire correttamente le fasi del
commiato; acquisire i linguaggi
della ritualità.
La metodologia utilizzata sarà di tipo
interattivo e coinvolgente, mirata al
raggiungimento di risultati concreti.
Alla parte teorica verrà affiancata,
come strumento di supporto, una
sperimentazione attiva, per dare ai
partecipanti la possibilità di mettersi
in gioco in maniera reale, arrivando
a focalizzare i bisogni formativi
74 OLTRE MAGAZINE
• Interni delle Onoranze Funebri Croce Verde di Reggio Emilia
personali. Gli obiettivi sono quelli di
migliorare le tecniche di approccio
ai dolenti, di acquisire conoscenze
teoriche e pratiche sulla comunicazione,
a tutti i livelli, e sulla ritualità
per sviluppare i compiti operativi del
Responsabile di Cerimonia».
Il Corso, iniziato il 9 gennaio, si articola
in 21 ore di lezione in presenza
durante le quali vengono trattati da
un punto di vista teorico e pratico i
seguenti argomenti: la morte e il lutto
oggi; aspetti psicologici, comunicativi
e comportamentali; proposte
rituali all’interno della Casa Funeraria;
proposte rituali outdoor (“oltre”
la Casa Funeraria); i linguaggi della
ritualità; la personalizzazione della
cerimonia; l’identificazione degli
spazi e lo sviluppo delle competenze
e delle tecniche operative; l’equilibrio
fra gesti, parole, letture e musiche; “idee” post cerimonia; redazione di
un manuale operativo; realizzazione di un “cortometraggio didattico”.
Alle prime due edizioni, che si sono svolte in parallelo, hanno partecipato i
20 Operatori di Onoranze Funebri Croce Verde che curano i rapporti con i
congiunti perché tutti potessero sviluppare le proprie competenze e migliorare
le proprie performance.
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NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
76 OLTRE MAGAZINE
CINEMA
La stranezza
di RAFFAELLA SEGANTIN
Il film di Roberto Andò che immagina
il percorso creativo dell’opera più
conosciuta di Luigi Pirandello.
Presentato alla scorsa Festa del
Cinema di Roma, La stranezza è
il film di Roberto Andò proiettato
recentemente nelle sale cinematografiche
che si è guadagnato il "Biglietto
d'oro" come miglior incasso di film
italiano della stagione.
È un racconto fantastico ma verosimile
che intende indagare sulla
genesi dell’opera più conosciuta e
rivoluzionaria di Luigi Pirandello: Sei
personaggi in cerca d’autore,
la pièce teatrale che gli valse il
Nobel per la letteratura nel 1934 “per
lo schietto e geniale rinnovamento
nell’arte scenica e drammatica”.
Siamo in Sicilia nel 1920. Il film si
apre con la scena di un distinto
signore che scende dal treno alla stazione
di Girgenti, il suo paese natale.
Si tratta di Luigi Pirandello, interpretato
da un ineccepibile Toni Servillo,
che arriva da Roma per festeggiare
gli ottant’anni dell'amico Giovanni
Verga. Ma il destino ci mette subito
del suo e proprio quando giunge in
paese appende che la sua anziana
balia è appena venuta a mancare.
Decide quindi di cambiare i piani e
di recarsi subito a renderle omaggio,
nonché di organizzarle un funerale
come si deve. È così che conosce i
due curiosi becchini Bastiano Vella
e Nofrio Principato (Ficarra e Picone)
appassionati di teatro. Per le difficoltà
incontrate al momento della sepoltura
del feretro a causa dei traffici
di un impiegato comunale che ha
rivenduto ad altri il loculo già precedentemente
pagato, i rapporti tra
Pirandello e i due impresari diventano
piuttosto frequenti e in un momento
di confidenza i due rivelano
al loro importante cliente, che in un
primo momento non riconoscono,
che stanno per mettere in scena uno
spettacolo amatoriale.
Pirandello, trovandosi in un momento •
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
OLTRE MAGAZINE
77
CINEMA
di grande crisi creativa, si interessa
molto a questo progetto e segue, per
lo più di nascosto, le varie fasi della
stesura e delle prove. Le vicende
personali di Nofrio, costretto ad una
convivenza infelice con la moglie e il
suocero, da cui ha ereditato l'impresa
di pompe funebri, e di Bastiano,
ossessionato nel volere tenere la
sorella Santina lontana dagli uomini,
come pure le pittoresche vicissitudini
di altri bizzarri personaggi
del paese, sono una nuova fonte di
ispirazione per il drammaturgo e
scrittore siciliano.
Finalmente, dopo varie peripezie, la
commedia della "Compagnia Filodrammatica
Siciliana Principato e
Vella" va in scena. Ma ecco che accade
qualcosa di inaspettato: l’impiegato
comunale reo dei commerci illeciti
al cimitero si riconosce in uno dei
personaggi che sembra stia facendo
la sua parodia e in sala scoppia la bagarre
tra pubblico e attori. Ma appena
le acque paiono calmarsi e lo spettacolo
riprende, succede che uno degli
attori innamorato da sempre di Santina
scopre che la donna è l’amante
segreta di Nofrio e la reazione di
Bastiano, accecato dalla rabbia, non
si fa attendere affrontando il collega
direttamente sul palco. Ed è proprio
quando diventa impossibile distinguere
la realtà dalla finzione, che
• Ficarra e Picone nei panni dei due protagonisti
Pirandello è colto da un’improvvisa
illuminazione che sbloccherà la sua
situazione di stallo creativo e porterà
finalmente a compimento quella
strana idea che aveva da tempo in
testa ma a cui non riusciva a dare
voce.
Passano alcuni mesi e i due impresari
funebri vengono invitati dallo
stesso Pirandello al teatro Valle a
Roma per la prima di Sei personaggi
in cerca d’autore. Il viaggio verso la
capitale sarà per loro occasione di
riconciliazione, in nome dell’arte e
del teatro. Ai due amici appare subito
chiaro come lo spettacolo, che va in
scena nel maggio 1921, si sia ispirato
alle rocambolesche vicende della loro
sgangherata compagnia. Pirandello
fa cadere quella barriera insuperabile
tra il palco e la platea, superando
spazi fisici ed artistici.
NUMERO 1 GENNAIO-FEBBRAIO 2023
Una innovazione a cui il pubblico
non è preparato e a cui, sia nel film
che nella realtà, gli spettatori reagiranno
in modo pesante al grido di
“vergogna!” e “impostore!” costringendo
l’autore alla fuga. Prima di
lasciare il teatro Pirandello vuole sapere
se i due attori amatoriali siciliani
siano venuti ad assistere allo spettacolo.
Il suo assistente gli riferisce di
non aver mai ricevuto disposizione
di invitare nessuno che corrispondesse
ai loro nomi. Ancora una volta
78 OLTRE MAGAZINE
finzione e realtà si compenetrano e
diventa impossibile separare i due
piani. Nel frattempo Nofrio e Bastiano,
che durante il parapiglia erano
rimasti nascosti, si ritrovano soli
nel teatro vuoto, dove finalmente
ogni cosa torna al suo posto poiché
come recitano "quello che si poteva
fare è stato fatto". Una affermazione
che lascia intendere che grazie a
loro - personaggi veri o espediente
narrativo che siano - l’opera è stata
possibile e nonostante l’esordio di Sei
personaggi in cerca d’autore sia stato
un autentico fiasco, perché probabilmente
troppo all’avanguardia per
i tempi, è diventata in seguito una
pietra miliare del teatro moderno.
La stranezza è un film che tratta
aspetti profondi in modo leggero. È
un tentativo ben riuscito di indagare
sui processi creativi di un’opera
d’arte. È inoltre una riflessione sul
rapporto tra attori e spettatori in un
contesto dove le rappresentazioni
avvengono dal vivo.
Quando si parla di Sei personaggi in
cerca d’autore si parla di “meta-teatro”,
ovvero di teatro nel teatro, del
racconto della preparazione di una
rappresentazione teatrale svelando
il meccanismo che sottintende la
creazione artistica e il passaggio dalla
persona al personaggio.
Roberto Andò riesce con successo
a trasporre tutto questo in un
film, grazie ad una sapiente messa
in scena e alla scelta di
attori di grande spessore.
Se alla bravura e
alla personalità di Toni
Servillo siamo da tempo
avvezzi, stupisce invece
il grande talento della
coppia comica Ficarra e
Picone, che trascendono il consueto
copione di spassose macchiette.
E se Toni Servillo ha incarnato una
figura che rimane in un certo qual
modo sullo sfondo, Salvo Ficarra e
Valentino Picone sono i veri protagonisti
della storia. Attori a tutto tondo,
capaci di passare dal registro drammatico
a quello farsesco con grande
naturalezza, si sono rivelati perfetti
per questo ruolo anche grazie alla
loro innata “sicilianità”.
La morte non è il tema su cui è
costruita la storia, ma di certo la
pervade. C’è la consapevolezza che
faccia parte della vita stessa, non ci si
sottrae né la si combatte, ma viene
piuttosto affrontata con grande
ironia a cominciare dal mestiere di
becchini dei due protagonisti dai
tratti spesso esilaranti.
Un film insolito, come il suo titolo,
intimistico e arguto ma anche ricco
di molti spunti umoristici che ne
attutiscono la gravità e conferiscono
alla narrazione ritmo e freschezza.
Da vedere.
SCHEDA DEL FILM
Titolo originale: La Stranezza
Genere: Commedia, drammatico, storico
Paese di produzione: Italia
Anno: 2022
Durata: 103 minuti
Regia: Roberto Andò
Interpreti principali: Toni Servillo, Salvatore Ficarra,
Valentino Picone, Giulia Andò
Casa di Produzione: BiBi Film, Tramp Ltd.
Distribuzione: Medusa Film, Rai Cinema
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