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AFORISMI E FRASI CELEBRI
L’Apologia di Socrate: le frasi
migliori del 5losofo greco
Il 15 febbraio del 399 a.C. moriva il 4losofo greco
Socrate, uno dei principali esponenti della
tradizione 4loso4ca occidentale. Scopriamo i
motivi della condanna a morte di Socrate e le
frasi celebri del grande 4losofo.
Alice Figini
Pubblicato il 15-02-2022
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Socrate fu uno dei 4loso4 greci di maggiore
importanza per lo sviluppo del pensiero
occidentale.
Nato nella città di Atene tra il 470 e il 469 a.C.,
nel 399 a.C. fu Socrate fu condannato a morte
dai restauratori della nuova democrazia ateniese
che vedevano in lui un pericolo politico.
Lo accusarono di voler fondare una nuova
religione e corrompere i giovani con le sue
prediche. Le accuse a lui rivolte dalla legge
ateniese furono empietà e corruzione dei
giovani.
Empietà poiché il 4losofo greco non riconosceva
gli dei tradizionali della Polis, la tipica città-Stato
della Grecia classica. La denuncia di corruzione
invece pendeva su di lui perché Socrate
conduceva sempre con sé un gruppo di discepoli
appartenenti alle classi colte cittadine che, sotto
la sua guida, iniziarono a dubitare delle credenze
tradizionali.
Il 4losofo non si oppose alla condanna a morte
per non violare le leggi della città di Atene delle
quali aveva un grande rispetto. Secondo Socrate
colui che ri4uta la legge del proprio Stato cessa
di essere uomo, poiché la Legge è la massima
espressione del patto di convivenza tra gli
uomini.
Il 15 febbraio del 399 a.C., dopo aver rincuorato
i suoi discepoli, Socrate bevve serenamente la
cicuta - il veleno che si usava in Grecia per la
pena capitale - e si diede la morte.
La morte di Socrate
La morte di Socrate è uno dei fatti meglio
documentati della Grecia Antica. Ce la racconta il
4losofo Platone, suo discepolo prediletto, in due
testi celebri della 4loso4a classica: l’Apologia e Il
Fedone.
Nell’ Apologia
Socrate condanna la
classe politica
ateniese e difende la
propria libertà di
coscienza. Il testo,
scritto da Platone in
giovane età,
ripercorre i passi
salienti del processo
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al 4losofo greco.
Platone ci fornisce il
più
fedele
documento dell’appassionata autodifesa che
Socrate pronunciò dinnanzi ai giudici ateniesi.
Nonostante la requisitoria del 4losofo fosse un
capolavoro di retorica, il 4losofo fu condannato
ugualmente alla pena capitale: con
trecentoventidue voti su cinquecento.
Così si conclude l’Apologia di Socrate: dopo aver
ricordato a tutti che all’uomo buono non può
capitare alcun male, il 4losofo si congeda da
questa vita in modo anti-tragico accettando la
morte con serenità.
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Il Fedone è invece il
dialogo
sull’immortalità
dell’anima scritto da
Platone proprio in riferimento alla morte di
Socrate. Nella celebre conclusione del dialogo
Socrate, dopo aver ingerito un phàrmakon letale -
ovvero la cicuta, comanda ai suoi discepoli
piangenti di ricordarsi di offrire un gallo ad
Asclepio (dio della medicina), in ringraziamento
per la liberazione dalla vita. Socrate accettò la
propria morte con rassegnazione, poiché tutta la
sua vita e la sua 4loso4a fu un realtà un lungo
esercizio preparatorio al momento 4nale.
Nel morire il 4losofo diede prova di essere il
grande saggio che non teme la morte. Secondo il
suo parere la morte non è un male perché o chi
muore non percepisce più nulla, quindi nessun
dolore, oppure l’anima si trasforma per poi
trasmigrare altrove.
Tutte le parole pronunciate da Socrate dunque
non corrispondono al Socrate storico che non
lasciò alcuna traccia scritta dei propri
insegnamenti, ma sono una fedele trascrizione
di quanto riportato dal suo discepolo più 4dato, il
discepolo Platone che documentò in forma
scritta la vita del Maestro.
Scopriamo dunque le frasi più celebri attribuite
a Socrate, il maggior 4losofo dell’Antica Grecia.
Socrate: le frasi celebri del 5losofo
greco
“È sapiente solo chi sa di non sapere, non
chi s’illude di sapere e ignora così per9no la
sua stessa ignoranza.”
“Dai potenti vengono gli uomini più malvagi.”
“Non bisogna invidiare chi non è degno di
essere invidiato né gli sciagurati, ma averne
piuttosto compassione.”
“Chissà se ciò che è chiamato morire è
vivere, oppure se vivere è morire.”
“C’è un limite oltre il quale la sopportazione
cessa di essere una virtù.
“Il temere la morte altro non è che parere
sapienti senza esserlo, cioè a dire, credere di
sapere ciò che si ignora; poiché nessuno sa
se la morte, che l’uomo teme come se
conoscesse già che è il maggiore di tutti i
mali, non sia invece per essere il più gran
bene.”
“Non la vita, ma la buona vita, deve essere
principalmente apprezzata.”
“La morte è l’una o l’altra di due cose. O è un
annullamento e i morti non hanno coscienza
di nulla; o, come ci vien detto, è veramente
un cambiamento, una migrazione dell’anima
da un luogo ad un altro.”
“Ricorda che non c’è nulla di stabile negli
affari umani; quindi evita una indebita
esaltazione nella prosperità, o una indebita
depressione nell’avversità.”
“Se la morte è assenza totale di sensazioni,
come se si dormisse un sonno senza sogni,
oh, essa sarebbe un guadagno
meraviglioso.”
“Mi è sembrata una cosa straordinaria:
conoscere la spiegazione di ogni cosa,
sapere perché ha inizio, perché 9nisce,
perché è.”
“Io non sono ateniese e nemmeno greco, io
sono cittadino del mondo.”
Hai torto se stimi che un uomo di qualche
valore debba tenere in conto la vita e la
morte. Egli nelle sue azioni deve unicamente
considerare se ciò che fa sia giusto o
ingiusto e se si comporta da uomo onesto o
da malvagio.”
Ma badate bene, cittadini, che non sia
questa la cosa più diScile, ossia sfuggire
alla morte, ma che molto più diScile sia
sfuggire alla malvagità. Infatti, la malvagità
corre molto più veloce della morte.”
“Se uno fa una cosa per un 9ne, non vuole la
cosa che fa, bensì la cosa per cui fa quello
che fa.”
“Quella che sul piano soggettivo è la felicità,
sul piano oggettivo coincide con la
realizzazione della propria essenza.”
“Esiste un solo bene, la conoscenza, e un
solo male, l’ignoranza.”
“Io non preferirei né l’uno né l’altro; ma, se
fosse necessario o commettere ingiustizia o
subirla, sceglierei il subire ingiustizia
piuttosto che il commetterla”.
“Hai torto, amico, se pensi che un uomo di
qualche merito debba star lì a calcolare il
rischio di vita e di morte, invece di pensare
se ciò che fa è giusto o ingiusto e se si è
comportato da uomo onesto o malvagio”.
“Nessuno sa cosa sia la morte e se essa non
sia il maggiore di tutti i beni; e invece gli
uomini ne hanno paura, come se sapessero
bene che essa è il più grande dei mali”.“
“Una vita senza ricerca non è degna per
l’uomo di essere vissuta.”
“Mai temerò e fuggirò quelle cose che io non
so se siano buone, per altre che, invece, so e
riconosco cattive”.
“Non dalle ricchezze ma dalle virtù nasce la
bellezza. La ricerca porta alla verità.
Un’ingiustizia non va commessa mai
neppure quando la si riceve. Ad una persona
buona non può capitare nulla di male: né in
vita né in morte, le cose che lo riguardano
non vengono trascurate dal Dio”.
“Ma è già l’ora di andarsene, io a morire, voi a
vivere; chi dei due però vada verso il meglio,
è cosa oscura a tutti, meno che al dio”.
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