Luigi Sturzo
Luigi Sturzo
Luigi Sturzo
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OPERA OMNIA
DI
LUIGI STURZO
TERZA SERIE
SCRITTI VARI
VOLUME IV- 8
PUBBLICAZIONI A CURA DELL’ISTITUTO LUIGI STURZO
OPERA OMNIA - TERZA SERIE - VOLUME IV - 8
Luigi Sturzo - Emanuela Sturzo
Carteggio
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A cura e con introduzione di
Vittorio De Marco
Rubbettino
Il volume è stato realizzato con il contributo
dell’Edizione Nazionale dell’Opera Omnia di Luigi Sturzo,
Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali
© Proprietà letteraria riservata Istituto Luigi Sturzo
© 2005 - Rubbettino Editore
88049 Soveria Mannelli - Viale Rosario Rubbettino, 10 - Tel. (0968) 662034
www.rubbettino.it
PIANO DELL’OPERA OMNIA DI LUIGI STURZO
PUBBLICATA A CURA DELL’ISTITUTO LUIGI STURZO
PRIMA SERIE: OPERE
I - L’Italia e il fascismo (1926)
II - La comunità internazionale e il diritto di guerra (1928)
III - La società: sua natura e leggi (1935)
IV - Politica e morale (1938). – Coscienza e politica.
Note e suggerimenti di politica pratica (1953)
V-VI - Chiesa e Stato (1939)
VII - La vera vita. – Sociologia del soprannaturale (1943)
VIII - L’Italia e l’ordine internazionale (1944)
IX - Problemi spirituali del nostro tempo (1945)
X - Nazionalismo e internazionalismo (1946)
XI - La Regione nella Nazione (1949)
XII - Del metodo sociologico (1950). – Studi e polemiche di sociologia (1933-1958)
SECONDA SERIE: SAGGI – DISCORSI – ARTICOLI
I - L’inizio della Democrazia in Italia. – Unioni professionali. – Sintesi sociali (1900-1906)
II - Autonomie municipali e problemi amministrativi (1902-1915)
- Scritti e discorsi durante la prima guerra (1915-1918)
III - Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919). – Riforma statale e indirizzi politici
(1920-1922)
IV - Il partito popolare italiano: Popolarismo e fascismo (1924)
V - Il partito popolare italiano: Pensiero antifascista (1924-1925)
- La libertà in Italia (1925). – Scritti critici e bibliografici (1923-1926)
VI - Miscellanea londinese (1926-1940)
VII - Miscellanea americana (1940-1945)
VIII - La mia battaglia da New York (1943-1946)
IX-XIV - Politica di questi anni. – Consensi e critiche (1946-1959)
TERZA SERIE: SCRITTI VARI
I - Il ciclo della creazione
- Versi. – Scritti di letteratura e arte
II - Scritti religiosi e morali
III - Scritti giuridici
IV - Epistolario scelto:
1. Lettere a Giuseppe Spataro (1922-1959)
2. Luigi Sturzo - Mario Scelba. Carteggio (1923-1956)
3. Luigi Sturzo - Alcide De Gasperi. Carteggio (1920-1953)
4. Luigi Sturzo - Maurice Vaussard. Carteggio (1917-1958)
5. Luigi Sturzo a Londra. Carteggi e documenti (1925-1946)
6. Luigi Sturzo e i Rosselli tra Londra, Parigi e New York. Carteggio (1929-1945)
7. Luigi Sturzo e gli intellettuali cattolici francesi. Carteggi (1925-1945)
8. Luigi Sturzo - Emanuela Sturzo. Carteggio (1891-1948)
V - Scritti storico-politici (1926-1949)
VI - La mafia
VII - Bibliografia. – Indici
Nota redazionale
Le lettere sono state riprodotte integralmente e fedelmente dagli originali.
Sono stati corretti gli evidenti lapsus calami così come i nomi propri e i nomi delle
località scritti in modo errato (per es. Pariggi).
Sono state lasciate, invece, le forme grammaticali e ortografiche, anche dialettali, usate
da Nelina, (per es. paggine), ivi compreso l’uso errato delle concordanze (per es. le
arance te li manderò).
Le date ad inizio lettera sono state uniformate sostituendo, dove occorreva, il nome
all’ordinale del mese.
I giornali, i periodici ed i movimenti sono stati riportati come nell’originale, lasciando
invariate le citazioni bibliografiche non sempre uniformi.
Gli a capo sono stati decisi dal curatore del volume.
1
Introduzione
1. Il carteggio che Sturzo tenne con la sorella gemella Emanuela – Nelina per la famiglia
e gli amici –, non rientra nel filone classico dell’epistolario sturziano, quello prettamente di
carattere politico. In qualche modo si avvicina alla corrispondenza tenuta col fratello Mario
per ciò che concerne gli avvenimenti di casa, quelli personali, i sentimenti e la spiritualità,
non certo per gli aspetti filosofici e culturali che in gran parte la caratterizzano 1.
L’arco cronologico è molto ampio: dal 1891 al 1948, qualche giorno prima della
morte di Nelina e comprende circa un migliaio tra lettere, cartoline postali e cartoline
illustrate: 802 di Nelina e 181 di Luigi. Spesso si fa riferimento a cartoline o lettere ricevute
o spedite da entrambi, che non si sono però trovate nell’Archivio Sturzo, soprattutto
corrispondenza di Luigi, presumendo che siano andate disperse.
È sostanzialmente, come accennato, un carteggio familiare, attraversato dalla preoccupazione
della salute reciproca; anche un raffreddore nell’uno crea apprensione nell’altra
e viceversa; apprensione che in Nelina si fa ancora più forte dall’inizio del soggiorno londinese
del fratello. La divisione cronologica del carteggio riflette la vicenda biografica di
Luigi, potendolo dividere in quattro fasi: dal 1891 al momento dell’esilio; il periodo londinese,
quello americano e il dopoguerra. Costanti in tutti e quattro i periodi sono gli
accenni, oltre che alla salute, ai piccoli avvenimenti di amici e parenti, alla nostalgia reciproca,
all’abbandono alla volontà di Dio.
2. Nella prima parte del carteggio la vita familiare di Caltagirone condisce tutte le
altre notizie; è Nelina che informa il fratello, che si trova spesso a Roma o a Catania, delle
condizioni di salute dei genitori, delle sorelle Margherita e Remigia, suora della Carità a
Girgenti (Agrigento) col nome di Giuseppina, del fratello Mario, il «vicario», della varia
parentela, delle cameriere che vanno e vengono. È il mondo della borghesia possidente
che emerge fin dalle prime lettere di Nelina, la quale passa il tempo dilettandosi di ricamo,
pittura, fotografia, gite e villeggiature con i parenti, soprattutto i Fanales, e che spesso
interessa il fratello a Roma dell’acquisto di spartiti per pianoforte e mandolino, di
qualche indumento o cappellino alla moda, di lastre fotografiche, di oggetti particolari da
utilizzare come regali. Nelina aveva una discreta cultura, avendo frequentato insieme alla
sorella Remigia, tra il 1883 e il 1885 ad Acireale, il postulato della Congregazione delle
Figlie di Carità e il collegio del S. Cuore 2.
1 L. Sturzo-M. Sturzo, Carteggio, 4 voll., a cura di G. De Rosa, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma
1985. 2 Cfr. F. Piva-F. Malgeri, Vita di Luigi Sturzo, Cinque Lune, Roma 1972, p. 25.
3
Ma nelle prime lettere c’è anche il problema della sua vocazione: scartata l’idea di
prendere marito, come desiderato dai genitori, Nelina avrebbe anch’essa voluto abbracciare
lo stato religioso 3, seguendo così le orme dei fratelli e della sorella Remigia. Il suo
desiderio era di entrare, a Roma, tra le suore dette del S. Cuore. Ma dagli accenni fatti al
fratello, sembra di capire che si trattava di una vocazione incerta, fortemente condizionata
dalla situazione familiare soprattutto dopo la morte della mamma (1897), con il padre
ancora vivente, i due fratelli sacerdoti, la sorella Margherita malferma in salute. Luigi era
il suo confidente; gli chiedeva di pregare perché il Signore le concedesse la forza di «resistere
alle lotte» (n. 14), di avere il coraggio di dire tutto in casa. «Caro fratello – gli scriveva
nel maggio 1898 – io son risoluta, ma mi manca la forza di dire addio a tutti, di dire
coraggiosamente debbo lasciarvi poiché mi riesce assai duro, stante la posizione di casa
nostra» (n. 25). Alla fine si decise: ma durò poco. Nel settembre 1900 era a Roma, nel
convento delle suore del S. Cuore a Villa Lante, ma già una lettera dell’agosto 1901 (n.
32) era indirizzata a Luigi da Caltagirone. L’esperienza della vita religiosa era durata appena
un anno.
La sua condizione di nubile, maggiormente dopo la morte della sorella Margherita
(1922), la portò a legarsi sempre più ai due fratelli, specialmente a Luigi con cui il rapporto
era sempre stato particolare. Le lunghe assenze di Luigi da Caltagirone erano per lei
un peso: «Quando verrai? – gli chiedeva nell’agosto ’14 – Che noia la tua assenza mi porta»
(n. 45); «Sono stanca – così nel dicembre del ’16 – della tua assenza, caro Gigi, così
non si può più vivere» (n. 72). Durante le permanenze romane di Luigi, Nelina funzionava
da sua segretaria in quel di Caltagirone: gli mandava lettere e pratiche del Municipio,
lo teneva informato e aggiornato sui problemi e avvenimenti locali, gli girava non poche
raccomandazioni che riguardavano soprattutto soldati calatini.
Scarsa risulta la corrispondenza tra il ’19 e l’ottobre del ’24 allorquando Luigi, passando
per Torino, lasciò l’Italia per l’Inghilterra. Appena sette lettere e due telegrammi. È
da pensare che Nelina, in questi anni, passò molto tempo a Roma, vicino a Luigi, vivendo
con lui le passioni e le difficoltà della stagione del popolarismo, ma senza mai un coinvolgimento
politico diretto, sempre nell’ombra, ma sempre presente, in confidenza con gli
altri dirigenti del partito.
Nel luglio ’22 era morta la sorella Margherita; Luigi non era tornato a Caltagirone
per assisterla e partecipare ai funerali: «Ebbe tutti i conforti – lo informava la sorella – e
come li voleva lei, senza chiasso, così Iddio permise perché amici e parenti lo seppero
quando era volata in cielo» (n. 93). L’esilio non gli permetterà nemmeno di essere presente
alla morte della sorella Giuseppina (1928) e del fratello Mario (1941). Un’eco dei tormentati
giorni del luglio ’23, la troviamo in una lettera di Nelina del 17 di quel mese.
Luigi aveva presentato le dimissioni da segretario del Partito popolare il 10 luglio, al culmine
delle pressioni vaticane. «Sturzo – scrive Malgeri – rimase profondamente ferito da
questa vicenda. All’indomani delle dimissioni si recò a Montecassino per un breve periodo
di riposo e di meditazione» 4. Da Montecassino mandò una lettera a Nelina che pur-
3 Glielo confidava in una lettera del 1894: «Ed ora caro fratello anch’io so un po’ comprendere quanto è
dolce star vicino al buon Gesù, qual pace e felicità si trova nello star vicino a lui» (lett. n. 2).
4 F. Malgeri, Luigi Sturzo, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1993, p. 163.
4
troppo non si è rintracciata. «Vedo – gli rispondeva tra l’altro la sorella – come l’animo
tuo è grande, come la tua fede è viva e profonda» (n. 94). Nelina si trovava a Roma, e lì
volle rimanere in attesa degli sviluppi di eventi che avrebbero complicato la loro vita ed il
loro rapporto per oltre vent’anni.
3. La partenza di Luigi per Londra nell’ottobre del ’24, fu un momento difficile per
entrambi. Nelina lo salutò a Roma; pianse molto, ma come Luigi, affidò quel momento
di dolore alla volontà misteriosa di Dio: «Quel che Iddio fa è sempre buono» scriverà in
una lettera del ’40 (n. 855). Ma furono un pensiero ed una fede sempre presenti in tutti
gli avvenimenti di quegli anni. Anche quella partenza entrava nei disegni di Dio: «Poi,
pensando che il tuo è un atto di sottomissione che Iddio non potrà non premiare, mi
tranquillizzai» scrisse a Luigi qualche giorno dopo (n. 95). La sofferenza comunque restò,
intensa e struggente in ambedue 5.
Londra, agli occhi di Nelina, non era la soluzione migliore per il soggiorno del fratello
a causa del clima, dell’umidità, delle interminabili giornate grigie e piovose, così lontana
dal clima romano e siciliano. Luigi ne avrebbe sofferto nello spirito e nel corpo. La
salute di Luigi diventò per Nelina un vero e proprio tormento: «Dimmi tutto, anche se
hai qualche piccolo disturbo, non me lo nascondere, mi faresti stare più preoccupata»
(30.10.24, n. 96). E qualche giorno dopo: «Se ti ammali come farai tu, ma come resisterò
io?» (n. 97). Anche Luigi non era da meno nel preoccuparsi della salute della sorella e se
qualche lettera o cartolina postale ritardavano, l’uno e l’altra si allarmavano. Potrebbe
apparire anche troppo ossessiva ed esagerata questa preoccupazione per la salute che si
ritrova in tutta la corrispondenza, ma la lontananza ingigantiva i problemi quotidiani e
rendeva entrambi molto sensibili a questo problema. Nelina si atteggiava più che a sorella,
a mamma fin troppo premurosa: «Stai attento quando accendi il fuoco colle maniche
pelose, sto in pensiero» (9.9.25, n. 175); «Forse i geloni ti son venuti per uscir la mattina
per la messa? Stai attento, quando vi è la nebbia forte non uscire» (1.11.26, n. 276); «Sento
con dolore della tua influenza, piccola come tu dici, ma che a me produce una viva agitazione,
un pensiero» (14.12.26, n. 276).
Nelina preferirà passare, quando le sarà possibile, molta parte dell’anno a Roma. Lì si
sentiva innanzitutto più vicina al fratello: «Ed io sto qui perché mi sento più vicina a te e
perché Roma è la mia passione» (24.3.27, n. 318). Nella capitale aveva modo di incontrare
gli amici di partito, alcuni parenti e amici di Caltagirone che, come lei, prediligevano
passare l’inverno a Roma. Nessuna particolare vita mondana se non qualche volta l’opera
lirica e i concerti; era la capitale in sé che l’affascinava, potendo anche seguire prediche e
solenni funzioni nelle più importanti chiese della città. L’aria di Roma gli si confaceva,
scriveva spesso a Luigi. Caltagirone gli sembrava troppo lontana rispetto a Londra; ma
anche nel paese natale si rendeva necessaria la sua presenza dopo la morte dei genitori e
5 «Pensa come Nelina sarà preoccupata per me e dispiaciuta di restar sola – scriveva al fratello Mario il 18
ottobre del ’24 –. Per fortuna c’è qui la signora Orlando che le farà compagnia» (L. Sturzo, Scritti inediti, II,
(1924-1940), a cura di F. Rizzi, Cinque Lune, Roma 1975, p. 2). E il fratello il mese successivo: «Nelina mi
scrisse l’altro giorno. Povera sorella, come soffre della tua lontananza! Scrivo più spesso del solito anche a lei,
per confortarla. Ma anch’essa sa trovare in Dio il vero conforto» (L. Sturzo-M. Sturzo, Carteggio, I, (1924-
1928), cit., p. 31, n. 12. Da ora in poi Carteggio).
5
della sorella Margherita, per seguire i raccolti stagionali nelle campagne di cui erano proprietari
– i giardini di frutta soprattutto –, i lavori della casa, e per stare vicina anche a
Mario, vescovo a Piazza Armerina.
Nelina sperava che la permanenza a Londra di Luigi durasse poco; infatti spesso nella
corrispondenza tra il ’25 e il ’29 lo aggiornava sull’acquisto di un appartamento o un villino
a Roma, in modo che tornando da Londra ambedue vi si sarebbero potuti stabilire,
senza più alberghi, pensioni o case di amici. Le disponibilità finanziarie c’erano, ma forse
Nelina era di gusti un po’ difficili. Alla fine non se ne fece nulla sia perché non riuscì a
trovare qualcosa di suo gradimento, sia perché andò scemando la speranza di un ritorno
di Luigi in tempi brevi. «Come devo passare tutto questo tempo? – gli confidava appena
qualche settimana dopo la partenza – Ah! no, non sarà possibile che ne passi troppo!!»
(3.11.24, n. 97). Avrebbe voluto andare a parlare «a chi di ragione – gli confidava nella
stessa lettera – per far che ritorni; tu che ne dici? non farei una cosa che a te dispiacerebbe?».
Non conosciamo la risposta di Luigi, ma non andò né da Gasparri né da Mussolini,
se pure ci sarebbe potuta arrivare e se queste erano le sue reali intenzioni. Nelina aveva già
messo in programma per la fine del ’24 un viaggio a Londra se Luigi non fosse tornato in
Italia.
Tutte le lettere dei primi anni esprimono questo intenso desiderio di Nelina di vedere
presto ritornare a Roma o a Caltagirone, «a casa nostra», il fratello. «Mi sembra un anno
che manchi; mi pare come fosse passata estate autunno inverno e siamo in primavera…e
tutto questo tempo da te lontano» (13.1.25, n. 116). Ma il clima politico si faceva sempre
più difficile, e la stessa Nelina cominciava a intuire, ma non ad accettare, il fatto che
sarebbe potuta essere lunga la permanenza di Luigi a Londra, man mano che superata la
crisi del delitto Matteotti, Mussolini stava riprendendo saldamente il controllo della
situazione. «Mi duole semplicemente intravedere – si legge nella stessa lettera del gennaio
’25 – come la tua lontananza si protrae a lungo, stante così le cose». Quel sospirato giorno
lo vedeva allontanarsi: «Io non lo vedo vicino e mi addoloro…» (26.1.25, n. 122). Sperava
almeno che questo loro sacrificio sarebbe tornato utile innanzitutto per le loro anime e
poi per l’Italia stessa. Ormai il timore di un lungo soggiorno all’estero si stava trasformando
velocemente quasi in certezza: «Vedi che io avevo ragione di piangere – così nel maggio
’25 – quando partisti e di dirti: parti ma chi sa quando potrai più tornare. Certo che
qui saresti stato sacrificato a non uscire che ben poco, ma per me era di non dover lasciare
il campo…» (6.5.25, n. 133). Sembra di capire che la sorella non condivise fino in fondo
la decisione di Luigi e le pressioni fatte su di lui, per lasciare l’Italia. Per lei bisognava
rimanere sul campo, ma forse non si rendeva conto dei reali pericoli che il fratello avrebbe
corso restando in Italia. Anche Luigi dall’inizio del ’25 si convinse che il suo ritorno non
sarebbe avvenuto presto 6.
Ad un anno dalla partenza, ricordava quei momenti dolorosi con particolare nostalgia:
«Stasera è un anno che lasciai Roma, e mi tornano a mente quei momenti, come uno
dei ricordi più vivi della mia vita; e penso a te buona e dolce sorella, così lontana dal fra-
6 Scriveva il 27 febbraio del ’25 a Filippo Del Giudice: «Io vedo che il mio esilio si prolunga chissà per
quanto tempo. Non oso pensarlo; ma subisco in silenzio la mia situazione e offro al Signore la mia intima sofferenza;
di questa non parlo e non scrivo a nessuno» (L. Sturzo, Scritti inediti, II, cit., p. 48).
6
tello tanto amato; ti penso e ti sono vicino, ti vedo girare per la casa paterna con tanta
cura delle nostre piccole cose e delle nostre tanto belle campagne. Ti sono vicino quando
preghi il Signore, per me, per te, per tutti e mi sento unito nella preghiera a te più che in
ogni altro momento della nostra vita. E ci rivedremo presto» (25.10.25, n. 188). Già dalle
lettere del ’26 non torna quasi più l’argomento e soprattutto la speranza di un ritorno a
breve in Italia. Le leggi “fascistissime” e la piega che ormai stava prendendo in Italia il
regime, allontanava sine die questa possibilità. Nelina se ne convincerà presto.
La permanenza a Roma, soprattutto tra il ’24 e il ’26, anche se non continua, le permetteva,
come detto, di incontrare gli amici di partito di Luigi: Coccia, De Gasperi, Spataro,
Scelba, Del Giudice, per fare solo alcuni nomi; talvolta partecipava a qualche loro
manifestazione, ma anche si lasciava andare a qualche critica circa il loro comportamento
nella conduzione del partito o delle strutture collaterali. Era anche da questi contatti che
Nelina si rendeva conto che il quadro politico andava complicandosi e che era difficile
anche per loro poter lavorare per il partito e aggiornare Sturzo con frequenza: «Gli amici
mi dicono che non ti scrivono perché temono che le lettere vengono aperte e non potendo
scrivere sul serio, preferiscono non scrivere» (6.12.24, n. 107). Il sospetto non era fuori
luogo. Attraverso Nelina, Luigi mandava notizie o dava indicazioni o commissioni agli
amici del partito, il tutto con qualche difficoltà: «Faccio sempre le tue commissioni presso
i tuoi amici, ma vedo che non corrispondono puntualmente o che la posta non ti perviene
giusta» (12.12.24, n. 110).
La situazione si complicò dall’anno successivo e ve ne è traccia nella corrispondenza
di Nelina: «A me non viene più verso di andare al Partito e passare in mezzo a tutti quei
carabinieri. […] Hanno avuto il Popolo sempre sequestrato» (26.1.25, n. 122). Nonostante
le crescenti difficoltà, Luigi continuò a mandare a Nelina lettere da distribuire ad
alcuni popolari; Nelina lo avvertiva del crescente clima poliziesco intorno al partito e ai
suoi dirigenti, della censura, del sequestro del Popolo, dello spionaggio ai danni di chi
gli scriveva o aveva contatti con lei stessa. Non volle mancare però all’inaugurazione del
V congresso del partito a Roma il 28 giugno del ’25: «Torno dall’inaugurazione del
Congresso. Molto entusiasmo, molta fede, molto affetto per te» (n. 126). I riferimenti al
partito e ai suoi dirigenti andranno velocemente diradandosi nell’anno successivo fino a
scomparire del tutto. Non giovava a nessuno mettere a repentaglio la propria sicurezza.
Né Luigi chiese più a Nelina di fare da tramite con i dirigenti popolari. La tenaglia
ormai si era stretta intorno a loro. L’ultimo chiaro riferimento è in una lettera del 24
marzo ’27: «Tutti gli amici ti salutano e se non ti scrivono è perché non possono muoversi,
credilo, e temono di tutto giacché le cose stringono sempre più. Loro ti pensano
sempre e ti fanno dire tante cose» (n. 318). L’appuntamento con tutti era rimandato al
secondo dopoguerra.
La lontananza veniva interrotta ogni anno e fino al 1937 (non si videro soltanto nel
1938, mentre nel ’39 stettero insieme a Parigi in inverno per una sola settimana), nel
periodo estivo, tra fine giugno e fine agosto. Si incontravano in genere a Parigi, proseguivano
talvolta per qualche altra città europea per poi ritornare sulle spiagge francesi. Si può
dire che vissero quegli anni di lontananza in attesa degli incontri estivi che ricreavano,
anche se per poco, un intenso clima familiare e domestico. Solo in queste occasioni potevano
naturalmente scambiarsi notizie e impressioni che non trovavano posto, per ovvie
7
agioni, nelle cartoline postali che sempre più frequentemente sostituiranno le lettere già
a partire dal ’25.
Dietro le tante difficoltà del vivere lontani, totale fu sempre l’abbandono di ambedue
alla volontà divina, ai voleri del Signore, ai suoi disegni, sicuri che la giustizia prima o poi
sarebbe trionfata. Se lo spessore della spiritualità di Luigi già era emersa nel carteggio col
fratello, ritorna in questa corrispondenza aggiungendovi quella, non meno vissuta, della
sorella. La fede resta il contrafforte essenziale in questa lunga prova, mai messa in discussione
da Nelina: «Iddio ci sorreggerà a passare quest’ora di amarezza» gli scrisse qualche
giorno dopo la partenza (n. 98). L’ora di amarezza si allungò nel tempo, ma Nelina e Luigi
riposero sempre tutto nelle mani di Dio. «Restiamo uniti in ispirito in questi giorni di
festa – gli scriveva Nelina alla vigilia del Natale del ’25 –, raccomandandoci al buon Dio
reciprocamente, affinché ci dia la forza di rassegnarci e di vivere» (n. 207). Molte lettere e
cartoline postali avranno questa chiusa. Soprattutto era Nelina che dava coraggio al fratello,
perché sopportasse con rassegnazione tutte le contrarietà incontrate e da incontrare,
la dura separazione, la solitudine. Solo la preghiera quotidiana riusciva ad annullare la
lontananza fisica, così come il comune ricordo dei genitori e delle sorelle morte, gli anniversari
di ordinazione sacerdotale di Luigi, il loro compleanno il 26 novembre, gli anniversari
di sacerdozio e di episcopato del fratello Mario, le feste natalizie e pasquali, quelle
locali legate alla vita calatina. Tutto era mediato dalla preghiera e dalla fede nella misericordia
e nella giustizia di Dio.
Luigi si sentiva profondamente in debito verso la sorella: sempre vicina nei momenti
difficili, più distaccata nei momenti dei trionfi, «modesta sempre e sempre col senso della
misura, con la visione della realtà, con l’antiveggenza dell’amore»; così le scriveva il 16
maggio 1929, ringraziandola per tutto quello che aveva fatto e continuava a fare per lui,
avendo sacrificato la sua vita per stargli al fianco e non lasciarlo solo «nelle tempeste della
vita. Solo il Signore può compensarti, ed io non so fare altro che pregare per te». Una
intesa ed un affetto straordinari per i due fratelli, abituati sin dalla nascita a condividere le
gioie e i dolori familiari, le vicende della vita sacerdotale e politica di Luigi, la dura esperienza
della lontananza, mitigata e superata dalla fede. «Giovedì è Natale – scriveva Nelina
nel dicembre del ’30 –, e col pensiero e col cuore sto a te vicino, carissimo fratello
gemello. In ispirito passiamolo vicino quel giorno tanto dolce e soave. Nella preghiera ed
a piè della grotta uniamo i nostri cuori e le anime nostre, per essere poi per sempre uniti
nell’altra vita. Tu prega per me, io ho più bisogno che voi delle preghiere e degli aiuti
Divini» (n. 584). Il ricordo dei propri defunti li faceva spesso riflettere sulla vita futura
che vedevano sempre più avvicinarsi: «E così caro fratello, anche noi ci avviciniamo verso
la patria beata, che il Signore ci assista. Preghiamo l’un per l’altro e stiamo uniti sempre a
piè dell’altare» (17.10.37, n. 737).
Le caratteristiche generali dell’epistolario così come si va svolgendo nella seconda
metà degli anni Venti, le ritroviamo nella corrispondenza del decennio successivo. Alcuni
riferimenti alla situazione internazionale ed interna, sempre più complesse, emergono
velocemente in qualche cartolina postale: «Leggo con dispiacere le notizie della Spagna –
scriveva Luigi nell’ottobre del ’33 –. Speriamo che si calmeranno» (n. 663). Così fa anche
capolino la crisi dei Sudeti e gli accordi di Monaco: «Il mondo intiero – scriveva Nelina
nell’ottobre ’38 – ne era preoccupato [della crisi internazionale] e con ragione. Come si
8
poteva pensare a una nuova guerra senza avere i brividi! Ne sia ringraziato Iddio»
(6.10.38, n. 772). Da Londra, Luigi capì nell’estate del ’39 che la situazione internazionale
si era ormai irrimediabilmente deteriorata: «L’agosto l’avrò libero, se sarà tranquillo,
il che non si sa» (14.6.39, n. 821); e alla vigilia dello scoppio della guerra: «Uniti nelle
preghiere a Dio che si fanno in tutto il mondo per la pace e col pensiero a te, a Mario e a
tutti i parenti e amici» (29.8.39, n. 834). E la guerra, come è noto, li avrebbe ulteriormente
allontanati.
4. La corrispondenza, con il trasferimento di Luigi negli Stati Uniti 7, si rese più difficoltosa,
caratterizzata anche da lunghi intervalli di tempo tra la spedizione e l’arrivo di
una lettera. Le notizie arriveranno ad ambedue attraverso una famiglia italo-americana,
originaria di Caltagirone, i Bagnara, che vivevano a New York. La famiglia Bagnara ospiterà
Sturzo nei primi mesi di permanenza in America, prima del suo trasferimento in Florida,
dove il clima era molto meno rigido e vi era maggiore tranquillità di spirito. Nella
stessa famiglia ritornerà nel ’44, quando gli sembrò più utile la sua presenza a New York.
Soprattutto dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti, le lettere indirizzate da Luigi e le
risposte di Nelina passavano attraverso il “prestanome” di Carmela Bagnara. Mischiando
notizie della propria famiglia e notizie più generali in cui si capiva innanzitutto che la
salute andava bene, Luigi e Nelina, pur con lunghi intervalli non si persero di penna, per
così dire, e fu un grande conforto per l’uno e per l’altra.
Con la caduta del fascismo, la corrispondenza riprese lentamente con maggiore
cadenza. Come è noto, già dalla fine del ’43 Sturzo riallacciò il rapporto epistolare con
diversi amici popolari italiani e con i siciliani Mattarella, Aldisio, La Rosa, Pecoraro 8.
Prima dello sbarco degli alleati, la Sicilia venne interessata da pesanti bombardamenti.
Fu quello il periodo più angoscioso per Luigi non riuscendo ad avere notizie della
sorella. Scrivendo a Carlo Sforza nel settembre ’43, prima che questi tornasse in Italia dall’esilio
americano, preferì non dargli nessuna lettera per Nelina: «Finché non avrò notizie
da lei stessa il mio tormento non cessa. Ho paura di avere notizie da altri. Non ne ho
chieste, non ne chiedo. Mi affido a Dio» 9. Questa lettera di Luigi a Sforza quasi si intrecciò,
nella datazione, con una lettera di Bernardo Mattarella a Sturzo del 23 settembre ’43,
in cui lo si rassicurava tra l’altro della buona salute della sorella Nelina «che più di ogni
altro attende il ritorno dell’illustre e amato fratello» 10. La lettera di Mattarella arrivò finalmente
a Sturzo il 19 novembre con la gradita notizia. Ne informò con grande commozione
l’amico Mario Einaudi: «Caro Mario, per dirti che ho ricevuto una lettera da Palermo,
nella quale mi si assicura che mia sorella sta bene e…mi aspetta. Enorme è stata la mia
7 Sul periodo americano cfr. G. De Rosa, Sturzo, Utet, Torino 1977, pp. 403-431; F. Malgeri, Sturzo,
cit. pp. 235-291; V. De Marco, Tempore Belli. Sturzo, l’Italia, la guerra (1940-1946), S. Sciascia, Caltanissetta-Roma
1995; L. Gray, L’America di Roosevelt negli anni dell’esilio di Luigi Sturzo fra Jacksonville e New York:
quale America ha conosciuto?, in Universalità e cultura nel pensiero di Luigi Sturzo, Rubbettino, Soveria Mannelli
(Cz) 2001, pp. 521-550.
8 Cfr. L. Sturzo, Scritti inediti, III, (1940-1946), ad indicem. Per le lettere di Aldisio cfr. anche L. Sturzo-
S. Aldisio, Carteggio (1924-1956), a cura di V. De Marco, S. Sciascia, Caltanissetta-Roma 2001, pp. 89-109.
9 Sturzo a Sforza, 21 settembre 1943, Scritti inediti, III, cit., p. 150.
10 Mattarella a Sturzo, 23 settembre 1943, ibidem, p. 154.
9
consolazione ed ho pianto di gioia» 11. La prima lettera di Luigi alla sorella è dei primi di
novembre del ’43, mentre quella di Nelina porta la data del 14 dicembre dello stesso
anno.
Ma tutti gli amici siciliani che ebbero modo di scrivergli in quei mesi, soprattutto
Mattarella, Scelba, Aldisio, La Rosa, lo informarono sempre della salute della sorella che
viveva di speranze e ricordi in attesa del suo ritorno.
Luigi dall’America cercò di aiutare alcuni amici e parenti col mandare pacchi con
generi di prima necessità non deperibili e soprattutto stoffe, scarpe ed altro abbigliamento.
Lo stesso fece con la sorella. Era anche quello un modo per solidarizzare con loro, sentirli
e sentirsi vicino in un momento morale e materiale veramente difficile. Nel loro carteggio
viene trattato anche il problema del suo ritorno in Italia. Non intendiamo tornare
in modo specifico sull’argomento, conoscendo ormai le cause del ritardo 12. Ma l’impressione
è che anche la sorella giocò un ruolo “psicologico” nel ritardare il viaggio di ritorno
di Luigi. Preoccupata per la salute del fratello, Nelina avanzava forti dubbi sul viaggio,
sulla sua sicurezza, sulla situazione molto instabile, a suo parere, che si viveva in Italia,
soprattutto dopo la fine della guerra, delineando un quadro di vera e propria anarchia, un
clima di violenza ed arbitrio. Insomma per lei Luigi sarebbe stato più sicuro in America
che non in Italia, affidando del tutto il suo ritorno alla volontà di Dio; e se questa fosse
stata di dover rimanere per sempre in America, Nelina l’avrebbe accettata. «Certo che il
pensiero che un giorno tu possa venire mi riempie l’animo di gioia, ma prego Iddio che la
tua venuta debba effettuarsi quando Iddio vorrà per il bene dell’Italia» (19.5.44, n. 881).
Questo sarà un forte leit motiv che Nelina metterà sempre davanti ogni volta che spunterà
il problema del rientro di Luigi in Italia. Anche lei naturalmente lo desiderava, ma a tempo
debito, con un viaggio comodo, anche se infarciva le sue lettere di evidenti contraddizioni
nel senso che stigmatizzava la stagione invernale perché troppo fredda, quelle intermedie
perché incerte climaticamente, quella estiva perché troppo calda…
Quanto Sturzo si sia fatto condizionare dai suggerimenti, dalle riflessioni e dai giudizi
della sorella è difficile dirlo; né ella era probabilmente al corrente delle altre ragioni che
ritardavano il rientro, non facendone cenno nelle sue lettere, ma credo non si debba sottovalutare
la sua influenza a proposito del viaggio di ritorno in Italia. Tra l’altro temeva
che a Roma il fratello sarebbe stato sommerso da troppo lavoro, telefonate, visite, raccomandazioni,
congressi, convegni; il tutto poco consono alle sue condizioni di salute.
Nelina ebbe modo di sentire periodicamente la voce del fratello attraverso la radio:
«Che emozione sentirti da così lontano! – gli scrisse la prima volta – non so descrivertela,
posso solo dire che la mia attenzione alla voce mi fece prestare meno orecchio al discorso
che veramente fu interessante» (9.10.44, n. 886). Le notizie politiche italiane, oltre che
dagli amici – da questi certamente più precise e dettagliate – le riceveva anche dalla sorella.
In Sicilia Nelina faceva le sue veci, presente al congresso democristiano di Acireale nel
novembre ‘44 13, presente alle visite di politici e ministri a Caltagirone, candidata alle ele-
11 L. Sturzo-M. Einaudi, Corrispondenza americana. 1940-1944, a cura di C. Malandrino, Olschki,
Firenze 1998, p. 285.
12 Cfr. Malgeri, Luigi Sturzo, cit., pp. 272-291.
13 Il congresso si tenne il 25 e 26 novembre. «Al congresso partecipò anche la Signorina Nelina accolta
10
zioni amministrative calatine risultando nella DC la prima degli eletti, forte del nome e
del ricordo del fratello. Non mancavano giudizi spesso negativi sulla classe dirigente siciliana,
sulla poca organizzazione del partito, sugli uomini non molto attivi, sulle leggi che
a Roma gli stessi amici democristiani stavano varando e che andavano a colpire i proprietari,
ciò che era difficile per lei capire ed anche accettare se non obtorto collo 14. Così come
era dubbiosa in quel delicato periodo di transizione sul voto alle donne, sui troppi partiti
e movimenti che circolavano in l’Italia. Nella scelta istituzionale non si espose, né nelle
lettere al fratello sposerà l’una o l’altra causa, assumendo una posizione che potremmo
definire di realpolitik: «La maggior parte è per la Monarchia, la repubblica sì qualcuno ne
parla con entusiasmo, ma la gente in genere non la vede, manca l’uomo che ne piglierebbe
le redini e allora esita. Preghiamo Iddio che ispiri ai votanti per il maggior bene dell’Italia,
qualunque esso sia il responso» (8.5.46, n. 921).
5. Nonostante Sturzo fosse tornato in Italia nell’agosto del ’46, soltanto il 5 ottobre la
sorella poté riabbracciarlo a Roma, dalle suore canossiane di via Mondovì, dove Sturzo
alla fine aveva fissato il suo soggiorno romano. La corrispondenza epistolare continuò
nonostante le visite di Nelina a Roma e probabilmente anche periodiche telefonate.
Quello che non cambiò nemmeno in quest’ultima parte fu il registro della salute proprio
per il timore che la permanenza a Roma potesse diventare per l’eccessivo lavoro, soprattutto
giornalistico, teso a moralizzare la vita pubblica, una trappola per la sua salute. Nelina
aveva anche capito che si trattava per Luigi di una campagna isolata: «Leggo i tuoi articoli
e vedo che dici la verità, ma quanti l’ascoltano?» (19.1.47, n. 934).
Nelina si premurava, quando era in quel di Caltagirone, di mandare al fratello le primizie
della terra, ma toccava scrivergli non poche raccomandazioni pressata anch’essa da
tanti calatini alla ricerca di una sistemazione. Tornava qualche volta sulla politica con giudizi
sostanzialmente negativi sulla riforma agraria che si stava varando in Sicilia, sulle
ingiustizie causate ai proprietari, pur riconoscendo la necessità di dover venire incontro
alle esigenze dei contadini. La condizione e l’educazione borghese facevano aggio su altre
premure di carattere sociale a cui il fratello naturalmente era più sensibile. Le elezioni
regionali dell’aprile ’47 e quelle politiche dell’aprile ’48, passano veloci sui fogli di Nelina;
non voleva appesantire oltre il fratello su questioni politiche in cui era già abbastanza
coinvolto. Così come succedeva durante l’esilio londinese, anche in questi due anni, prima
della morte di Nelina, tutto era finalizzato al momento in cui avrebbero potuto passare
qualche settimana o qualche mese vicini; i lavori continui della campagna non permettevano
a Nelina di trasferirsi definitivamente a Roma.
entusiasticamente dall’Assemblea. Era il suo compleanno e i nostri pensieri furono rivolti a lei che festeggiava
lo stesso compleanno» (Scelba a Sturzo, 19 dicembre 1944, in L. Sturzo-M. Scelba, Carteggio (1923-1956), a
cura di G. Fanello Marcucci, Istituto L. Sturzo, Roma 1994, p. 147).
14 Scriveva Scelba a Sturzo nel novembre ’44: «In settembre fui in Sicilia per rendermi conto della situazione
del partito e stetti due giorni a Caltagirone, visitando la signorina Nelina. Sta magnificamente in salute.
Si lamentava per le leggi agrarie favorite dalla…Dc che riducevano i redditi dei proprietari! Era davvero difficile
sostenere la parte e quindi incassai tutti i giustificati rimbrotti pel nostro demagogismo. Mi viene quasi
da ridere al ricordo» (Scelba a Sturzo, 11 settembre 1944, Carteggio, cit., p. 135).
11
Rimase fino alla fine occupata a portare avanti l’amministrazione della casa e delle
proprietà; una donna dinamica, religiosissima, sempre attenta a ciò che succedeva intorno
a lei. Scelba la definì donna «colta, molto elegante ed anche molto indipendente per il
tempo in cui visse» 15. Era proprio l’altra faccia della medaglia che completava la personalità
di Luigi; l’uno essenziale all’altra e viceversa, nella loro non facile esistenza. La ricordava
nei suoi colloqui con De Rosa nel ’58: «Desidera parlarmi un giorno della sua sorella
gemella Nelina, che gli è stata molto vicina nei momenti più difficili della sua vita e che
ha avuto una influenza su di lui» 16.
L’ultima lettera al fratello è dell’8 agosto ’48: «L’inverno qui è bruttino, quindi penso
di venirlo a passare a Roma se Iddio vuole, come lo scorso anno» (n. 983). Morì a Caltagirone
appena 10 giorni dopo, il 18 agosto.
Come si è detto all’inizio, si tratta di un carteggio che si svolge in grandissima parte
all’interno dell’orizzonte familiare, un mondo domestico di genitori, fratelli e sorelle, amici,
parenti, campagne calatine tra la Russa, S. Bartolomeo, Boschigliolo, Passocristofaro e
Altobrando; orizzonti solari siciliani, ottobrate romane e grigi e rigidi inverni londinesi,
con qualche sprazzo di luce delle estati passate insieme anche durante l’esilio. Una cronologia
di avvenimenti lieti e tristi che hanno contornato la storia familiare, come la morte della
sorella Margherita nel ’22, di suor Giuseppina nel ’28 e del fratello Mario nel ’41, matrimoni
di parenti e nascite, avvenimenti anche importanti magari appena sfiorati.
Attraverso questo carteggio con la sorella, Luigi ebbe la possibilità di mantenere per
tutta la vita un saldo cordone ombelicale con la sua giovinezza calatina, con la Sicilia che
fisicamente non vide più dai primi anni Venti, con la sua famiglia e i suoi parenti, dominando
su tutto i forti affetti reciproci e per oltre vent’anni le tante attese e speranze di
tempi migliori.
12
Vittorio De Marco
15 G. Fanello Marcucci, Premessa a L. Sturzo-M. Scelba, Carteggio, cit., p. 25.
16 G. De Rosa, Sturzo mi disse, Morcelliana, Brescia 1982, p. 98 (colloquio del 30 giugno 1958).
1.
Caltagirone, [28 agosto 1891] 1
Caro Luigi,
Due parole in fretta per dirti che stiamo bene e che stamane abbiamo ricevuto
la tua cartolina. I tuoi comandi furono eseguiti; tu intanto ti diverti, per te fu riserbata
questa gita.
Intanto mamà vorrebbe fatto il piacere di comperarci una siringhetta per l’ignezione
poiché quella del D.re si ruppe e la vorrebbe mandata a giro di posta. L’indirizzo è il
seguente, dato dallo stesso Dottor Felice Giuffrida Aparo, e costa £ 3.
Sicura che eseguirete subito la commissione ed augurandovi una buona permanenza
sono tua sorella che t’ama
2.
Nelina
(fasc. 8, c. 7)
[Caltagirone, 1894] 2
Fratello caro,
Da gran tempo aspettavo sì cara lettera o dolce fratello, essa mi è tornata più
che gradita!… Ed ora eccomi a risponderti e parlarti delle mie risoluzioni poiché sarebbe
cosa assai dura tenerteli ancora celati.
Finalmente venne il tempo di dover decidere qualche cosa, poiché gl’anni van
crescendo; essendosi dunque presentati diversi partiti, sempre però nella parentela, come
a dire: Filippo, Peppino Sturzo, il figlio dell’avvocato Amore ect., i cari genitori me ne
parlarono.
Io prima di rispondere una decisione, scrissi al mio caro e benedetto Can.co
Castagnola il quale non mi consigliò affatto di prendere un cugino e né potette dirmi
essere io adatta e scelta pel mondo. Quel benedetto Padre, ha indovinato i segreti del mio
animo e forse mi ha tolto d’una grande infelicità!… La mia decisiva risposta quindi fu un
assoluto no; del quale i genitori e Mario ne son rimasti attoniti e non vogliono crederlo.
Con raggione caro fratello, poiché sin’ora tutt’altro è stato il mio pensare,
tutt’altre sono state le mie aspirazioni. Ma il buon Dio che non sa abbandonare le figlie
più traviate, non ha voluto lasciar me in abbandono. Ed ora caro fratello anch’io so un po’
comprendere quanto è dolce star vicino al buon Gesù, qual pace e felicità si trova nello
1 Cartolina postale spedita a Catania (ex Convento dei Benedettini S. Nicola).
2 Lettera.
13
star vicino a Lui. Senza volerlo esternai a mamà la mia risoluzione d’abbracciar lo stato
religioso, e precisamente entrar tra le Suore del S. Cuore.
Le tue lettere, quel po’ che mi hai descritto hanno ancor di più avampato questo
mio desiderio. Già mi sembra di trovarmi in mezzo a quelle care e sante Suore; già mi
pare di vederle e di sentir quell’odor di santità che tu mi dici. Ma quando sarà d’aver sì
cara sorte, se pure mi toccherà? quanti ostacoli mi toccherà superare!
Prega Iddio caro fratello, affinché non lascia di aiutarmi e di compiere in me la
sua Santa volontà. Tu intanto mentre ti trovi costì, prendi tutte le informazioni, cioè a
dire: se in Roma l’hanno in alta opinione, che dose d’istruzione vi è di bisogno, fino a
quale età vi si può entrare, ti farai dare una regola ect. Su tutto insomma così me ne saprai
dare giuste informazioni al tuo ritorno, poiché ora non voglio che tu me ne scriva. Potrai
esternare loro la mia volontà d’entrare nella sua bella regola, dirai che i genitori giustamente
mi faran stentare per il permesso ect. Tu saprai meglio di me pensar tutto; io intanto
ti ringrazio di quanto hai fatto e di quanto farai.
Mi dispiace per il fastidio che inutilmente hai avuto per i candelieri che è stato
impossibile trovare, pazienza mi son rassegnata. Ora però ti do l’incarico di trovar prima
che ritorni la campana per la tua Madonna e due vasettini graziosi per mettervi i fiori ch’io
ti farò. Bada che non siano più alti di dieci o dodici cm. E che si trovino più larghi di
sopra; se vuoi le misure per la campana te le manderò come pure per la statua del S. Cuore
di Margherita. S.r Giuseppina ti ringrazia molto per il dialogo della Rosa, quando avrà
tempo ti scriverà essa. La nostra salute è ottima, io quest’anno in grazia della villeggiatura
fatta in Girgenti, faccio i digiuni senza soffrirvi; e tu costì non solo che non digiuni, ma pur
sei esentato dal magro. Guardati bene e non dimenticar i lavacri ed i mezzi bagni.
Vorrei fatto un favore: vorrei comperare alcune sonate per mandolino solo, e
qui sotto ne troverai l’intitolazione; bada che li vorrei con qualche sollecitudine.
Ed ora ti lascio amato Luigi ricambiandoti i saluti delle zie monache, di Giustina
e Giovannino, delle Fanales 3 della zia Lorenza, e qui ti do la nuova che Marietta è di
già promessa sposa ad uno di Grammichele; meglio tardi che mai. Mastro Mario, le serve
ed i vignesi ti chiedono la benedizione. Mamà Papà ti benedicono, Margherita ti saluta e
io mentre ti stringo al seno, aff.ma sorella
Nelina
(Le sonate) Valzer n. 47521, op. 41 di G. Silvestri; Stella di Portici, Polka, n.
47524 op. 44 di G. Silvestri; Cartolina Postale, Galop n. 47534 di G. Silvestri; Frisi,
Polka, n. 47593 di G. Silvestri. Piano e mandolino: Il gemito dell’afflitta (Elegia sentimentale)
di Riccardo Rovinazzi. Bada che delle mie risoluzioni non voglio che tu ne parli
nelle tue lettere.
(f. 9, c. 124)
3 «La famiglia Fanales era imparentata con la famiglia Sturzo, perché Gaetano Fanales, cassiere al Comune
di Caltagirone, aveva sposato Maria Boscarelli, sorella di Caterina, madre dei fratelli Sturzo» (Carteggio,
IV, cit., p. 172; nota alla lettera n. 1776 ).
14
3.
Caltagirone, 26 dicembre 1894 4
Fratello carissimo,
Eccomi finalmente a te, dopo più d’un mese che ci siamo divisi…
Ma se non ti ho scritto però, con le ali del pensiero spesso ho volato al tuo fianco
e spesso ho pensato te con invidia. Dico con invidia di volere anch’io trovarmi costì e respirare
un po’ di cotest’aria beneffica. Forse la vista delle antiche rovine, ove i martiri diedero
per Gesù la vita, mi farebbero coraggiosamente risolvere. A quest’ora avrai senza dubbio,
visto le dame del S. Cuore non è vero? Se ti fosse possibile capitare una regola ed inviarmela
ma senza che in casa se n’accorgessero, te ne sarei grata. Sai, ho scritto al canonico Castagnola
in Girgenti il quale mi ha risposto scrivendomi una lettera di quattro paggine.
Sul punto della vocazione mi ha risposto, vedendomi inresoluta, di lasciare che
Gesù pensi Lui a farmi ben risolvere. Voi pensate a pregare ed a nient’altro. Dunque tu
pregherai il buon Gesù per me, affinché mi dia lume e grazia.
La nostra salute è ottima, mamà continua con una leggiera febricetta, ed il dottore
le ha dato il chinino. Speriamo le cessi la febbre e che non vi sia bisogno d’altro.
Non dimenticarti di comperarmi i due candelieri ch’io ti dissi per Sr Agnese; li
vorrei graziosi piccoli, non più alti di 10 cm etc ed il primo comodo che avrai mi spedirai
le dette e la regola se è possibile. Bada che non voglio spendere più di £ 2 al massimo £
2,50. Addio ti lascio poiché è tardi; riceviti i più affettuosi saluti di Mario e Margherita e
dei parenti tutti, i quali ti ricambiano gli auguri e di me abbiti un caldo bacio
4.
Nelina
(f. 8, c. 84)
Caltagirone, 24 gennaio1895 5
Caro Luigi,
Anch’io due paroline per dirti che stò proprio benone; mi duole saperti con un
po’ di palpito, ma speriamo che sia una cosa di passaggio. Per le commissioni che ti diedi
smetti di farli, cioè i candelieri che ti dissi li comprerai col tuo comodo, se è possibile se
no lasciali pure. Se poi vuoi parlarmi delle mie commissioni, dentro la lettera metterai
mezzo foglio indirizzato a me; non voglio che si sappia nulla. Addio tutta tua
4 In calce alla lettera del padre Felice.
5 In calce alle lettera della sorella Margherita.
Nelina
(f. 9, c. 6)
15
5.
[Caltagirone, febbraio 1895] 6
Fratello dolcissimo,
Due parole per accompagnarti il pacco dei biscotti tanto desiderati.
Noi stiamo tutti bene in salute, anche la cara mamma si è quasi del tutto rimessa,
sta proprio benino. Le tue fervide preci fatte sulla tomba di S. Caterina 7 sono state
esaudite. Con piacere sento tutte le belle nuove che mi dai, specialmente intorno alle
Suore del S. Cuore; ti ringrazio anticipatamente della vita e della regola… speriamo.
Senti; se quei candelieri piccoli di cui ti parlai t’abbiano ad incontrare, scrivemene
il prezzo poiché io vorrei prenderli. Sebbene passò la festa di S. Agnese pure
potrò sempre mandarle per l’Annunziata giorno del suo onomastico. Son certa che vorrai
contentarmi. Margherita ti ringrazia per la bella oleografia, fra giorni ti manderà
l’importo.
Giovannino ti saluta tanto, lui verrà costì sulla fine d’aprile poiché il matrimonio
di Giustina sarà dopo Pasqua. Addio riceviti un affettuoso saluto di tutti i parenti la
S. Benedizione dei cari genitori un bacio di Margherita ed uno affettuoso della tua
6.
Nelina
(f. 10, c. 22a)
Caltagirone, 1 marzo 1895 8
Carissimo Luigi,
Due parole anch’io, per ringraziarti della vita della fondatrice e della regola delle
Suore del S. Cuore. Ancora aspetto e non arrivano mai; si saranno forse smarrite, oppure
credi che l’hai già inviati. Dunque vedi che l’aspetto con molta ansia e son sicura che
appena riceverai questa mia li spedirai. Addio prega un po’ per la tua
16
6 Lettera.
7 La madre, come è noto, si chiamava Caterina (Boscarelli).
8 In calce alla lettera della sorella Margherita.
Nelina
(f. 9, c 23)
7.
Caltagirone, 9 aprile 1895 9
Fratello caro,
Due parole per fartele arrivare in tempo; bada che l’autore delle sonatine a solo
mandolino è G. Silvestri.
Ti prego di non dimenticarlo più e di cercarmele poiché li desidero. La nostra
salute è buona, speriamo che tu sempre continui nella tua floridezza. Il Rev.mo M. Vicario
è passato a miglior vita, ieri alle 10 pm.
Addio, divertiti costà in assistere alle belle funzioni della settimana Santa, prega
per me, riceviti la benedizione dei genitori e credimi tua aff.ma sorella
8.
Nelina
(f. 9, c. 36)
Caltagirone, 2 maggio 1895 10
Fratello dolcissimo,
Due parole anch’io poiché voglio darti alcune commissioni.
Pria di tutto però, ti ringrazio a nome di mammà per la cara ed affettuosa lettera
direttale pel suo onomastico. Essa nella più profonda commozione a tanta dimostrazione
d’affetto, ti manda mille benedizioni ed affettuosi baci.
La nostra salute è ottima, così desideriamo sentire di te amato fratello; ma vedo
che il buon Gesù non può lasciarti solo, ogni tanto vuol visitarti non è vero? Spero che sì
importuna malattia non vada più avanti e che anche questa volta le cure del Parroco t’abbiano
a giovare.
Ed ora alla commissione da darti: tu ben sai che al 22 del corrente mese è S.
Rita da Cascia, e la mia cara Rita di Girgenti fa il nome, quindi vorrei regalarle una
cosuccia graziosa ed adatta. Io ho pensato inviarle una scatoletta un occorrente per disegno;
prego quindi te caro fratello per comperarmela costì. Comprendi benissimo che io
voglio una cosa elegante e fina, poiché è un regalo; mi affido dunque al tuo buon gusto
sicura di rimanere contenta. Bada che la scatola sia assai elegante e che i compassi siano
d’acciaio; io per la spesa ti dico sino a £ 8 poi una lira più o meno non fa caso, purché si
comparisca. Se la scatola sia di pelusce o velluto mi piacerebbe, son sicura che accetterai la
mia commissione e che me la farai a tempo poiché ti persuadi che il giorno 20 deve trovarsi
da me spedita per Girgenti.
9 Cartolina postale sped. a Roma (Istituto S. Giuseppe, Via delle Zoccolette n. 17).
10 Lettera.
17
Addio ringraziandoti anticipatamente abbiti un caldo bacio della tua più affezionata
sorella
9.
Nelina
(f. 9, c. 62)
[Caltagirone, 18 maggio 1895] 11
Fratello dolcissimo,
Eccomi di nuovo a te: ti ringrazio, anzi ti chiedo scusa per l’incomodo che ti
diedi di cercar la scatoletta, ma che facendo migliori riflessioni, pensai dirti di non prenderla.
Ed ora se non ti reca incomodo, se la tua salute il permette, se hai tempo altrimenti
fai conto che non t’abbia detto nulla, vorrei comperati dei pezzi di musica. Io vorrei dirti
quali pezzi desidererei, ma meglio che lascio al tuo buon gusto musicale la scelta; solo ti
dico che per piano ne vorrei due, un pezzo a fantasia anzi una fantasia o sulla Forza del
Destino o sulla Gioconda o sulla Favorita ect… ed un bel valzer o altro ma che sia brillante
con graziose variazioni. Poi vorrei o una o due sonatine per mandolino solo, ma graziosissime,
di quelle che io ti commissionai. Una la vorrei per mandolino e piano ma bella
sentimentale. Ripeto se ciò non torna fastidioso e dannoso alla tua preziosa salute. Mi
auguro che questa mia ti trovi in ottimo stato come ti assicuro di noi tutte anche di
mamà. Domani che ricorre il giorno della tua ordinazione al Sacerdozio 12, con più fervore
innalzerò le mie preci al Buon Gesù affinché mantenga in te il vero spirito d’un buon
Sacerdote e che portando anime al Cielo ne guadagnerai te un posto glorioso. Addio ti
lascio poiché il Vicario ha fretta tanto che io non so ciò che abbia scritto; tutti fanno i
loro auguri, i genitori ti benedicono, Margherita di saluta ed io ti do un bacio. Aff.ma
Nelina
Vorrei dirti, bada come un consiglio che vien da me. Siccome Ciccia ha lavorato
un bel rocchetto per te, vorrei che tu le portassi un regaluccio, a me pare che sia buono
per essa un libro devoto, poiché tu sai che lo porta in chiesa quindi anche un po’ elegante,
tu fai come credi! Non dimenticare di portarmi belle nuove delle Dame del S. Cuore.
Addio.
(f. 9, d. 123)
18
11 Lettera.
12 Luigi venne ordinato sacerdote il 19 maggio 1894.
10.
Girgenti, 15 agosto 1895 13
Fratello dolcissimo,
Eccomi a te, tutta a te Luigi mio caro! Da un mese che non mi davi segno di
vita; da un ben lungo mese mi hai fatto sospirare un tuo rigo a me carissimo…
Con molto dispiacere sento le continue recidive della cara mamma che crudelmente
la tormentano; con non men dispiacere sento le tue continue sofferenze e quelle
della cara Margherita.
Ma che fare, bisogna rassegnarci a portar la croce che Iddio nella sua misericordia
sa mandarci. Io continuamente, come anche S.r Giuseppina, preghiamo per la preziosa
salute di mamà e per voi cari fratelli e sorella diletta.
La mia salute è ottima, i bagni ancora quest’anno mi portan gran giovamento;
io non lascio perciò di ringraziare i diletti genitori i quali non guardando interesse mi
hanno fatto profittare della bella occasione. Ed ora tu mi parli di ritorno; fratello caro,
non fa dubio che se il mio ritorno potrebbe far passare la febbre a mamà io ritornerei
domani; ma se Iddio vuole, può senza il mio ritorno farla guarire del tutto. La buona Ma
Mère vi fa dire che ancora è troppo presto, non è giunta l’ora del ritorno.
Sento che forse verrai tu a prendermi; come sarebbe contento Monsignore
averti alquanti giorni nel suo Eden beato. Senti, se tu vieni ritornando quando S.r Giuseppina
anderà al ritiro, fino Catania saremo in sua compagnia.
Risolviti Luigi caro, e mi scriverai prima di venire, le tue risoluzioni. Stamane
abbiamo avuto la Messa di M.re D. Giovanni e m’incarica di salutarvi affettuosamente. Io
anderò giovedì a Favara a passarvi tutto il giorno, non vedo l’ora.
Senti, i bagni sono sul finire, quindi bisogna che si paghi; in tutto ne prenderò
forse 20. Dirai dunque a papà che mi mandi i denari poiché di quelli che mi mandò tra
pagare il viaggio delle Suore, tra comperare qualche cosuccia non tengo che £ 6, dirai pure
che se vuole potrà disporre pure delle mie £ 100. Mi son dispiaciuta sentire che Nicoletta è
partita per Catania, che Ciccia se ne è andata ect… insomma tutto il mondo sossopra.
Il canto della figlia di Maria, tu sai che io prima di partire ti dissi che l’avevo
lasciato nella mia stanza, e che ora non penso dove. Cercala ti prego, non farmi fare una
parte scortese dopo averlo detto.
Addio fratello carissimo, offri gli ossequi della Superiora e delle affettuose Suore
a tutta la famiglia, chiedi per me e per la sorella la benedizione ai cari genitori, un bacio
alla cara Margherita, un affettuoso saluto alle zie Monache alle cugine Fanales, Cona,
Montemagno, zia Lorenza ect… e tu abbiti un caldo abbraccio della tua sorella, aff.ma
Nelina
P. S. Perdona la pessima scrittura, ma per mancanza di tempo e per il chiasso delle
ragazze sono obbligata sbrigarmi. Bada di scrivermi quando decidi venire e poi ti dirò quando
partirà S.r Giuseppina per il ritiro poiché ancora non è certo il giorno ed il tempo.
(f. 9, c. 69)
13 Lettera.
19
11.
Girgenti, [16/30 agosto 1895] 14
Luigi carissimo,
Eccomi nuovamente a te caro fratello, tutta a te…
La lettera della buona Margherita mi è tornata cara, sebbene nel sentire che
mamà continua sempre con la sua solita atonia di stomaco, e con la sua perenne debolezza,
ci siamo molto dispiaciute. Speriamo che il buon Dio voglia esaudire le nostre umili
preci, ed accordarle la sanità per noi tanto preziosa.
Per il mio ritorno eccomi quanto posso dirti: S.r Giuseppina con la mia cara S.r
Vincenza, partiranno per il ritiro al più tardi, il giorno 11 Settembre. Quindi puoi dire
alla mamma, che stia allegra che questi giorni passeranno presto, anzi voleranno… E tu
dunque non vuoi venire? Monsignore da tanto tempo t’aspetta, anzi ti fa dire che penserà
lui a farti stare bene. Le suore tutte desiderano molto vederti ascoltare una tua Messa; la
sorella poi brama averti qui alquanti giorni.
Su via, vieni, non farti tanto desiderare, non esser scortese, vai a passare alquanti
giorni in compagnia dell’amabile e caro Monsignore.
Giovedì scorso, come vi avevo detto, siamo andati a Favara; t’assicuro Luigi
caro, quel seminario è veramente delizioso. Che aria, che vista che Eden beato, riacquistereste
la salute come tanti altri i quali, andati là per pochi giorni, son rimasti per villeggiatura.
Giovedì dunque, dopo un’ora e più di carrozza, siamo arrivati sulla collina ove
è posto il seminario. Appena scesi da carrozza, il Rev.mo P. Lombardo venne a farci
incontro, e lui stesso ci condusse nell’appartamento dell’Ecc.mo M.re il quale colla sua
dolce amabilità, ci fece un mondo di cose. Poi con il detto P. Lombardo, abbiamo girato
tutto il seminario; che bei saloni, che lunghi corridoi, che bel giardino… è proprio stupendo.
Dopo ciò, mi fu dato tenere con Monsignore un dolce colloquio, di ben tre quarti
d’ora; indi ci siamo licenziati per discendere a Favara, ove il mio Can.co Castagnola mi
attendeva per confessarmi nella chiesa delle monache collegine. Dopo siamo entrate nel
monastero, ove Mons. Vescovo ci aveva fatto preparare un discreto pranzetto. Finito il
pranzo siamo andati a visitare le Bocconiste la Signorina Giudice ect., ritornate dalle
monache Monsignore venne a restituirci la visita e mi disse che mandava la S. Benedizione
a voi tutte, e che aspetta a te.
Che giorni felici caro fratello, son quelli che si dividono con il buon Gesù…
Questi pochi giorni che mi restano, ho la fortuna di passarli con più intimità
verso la buona sorella poiché finiti i bagni, le scuole, siamo più libere, quindi abbiam più
tempo di trattenerci in dolci colloquii. Son sicura che la mamma pensando ciò, le tornerà
meno dolorosa la mia assenza.
Addio, ti lascio con la speranza di presto abbracciarti e così ritorneremo tutti in
compagnia, ti piace?…
20
14 Lettera.
Chiedi per noi la S. benedizione ai cari ed al fratello, un bacio a Margherita, un
affettuoso saluto a tutti i parenti e tu prendine uno della tua più aff.ma sorella
(Mandami il canto della Figlia di Maria, noi stiamo benissimo).
12.
Nelina
(f. 9, c. 80b)
Girgenti, 31 agosto 1895 15
Luigi carissimo,
Rispondo alla tua di ieri dolente per la tua non venuta, ma che fare, dobbiamo
rassegnarci.
Noi di salute stiamo benone, per la venuta ancora non si sa il giorno preciso
della partenza; quindi te ne avviserò per lettera.
Ho ricevuto il canto della figlia di Maria; a S.r Agnese è piaciuto molto, anzi
per la Bambina16 la farà cantare.
Addio, chiedi per noi la S. benedizione ai genitori; un saluto a Margherita e
Mario ed a tutti i parenti e tu prendi un bacio della tua più aff.ma sorella
Nelina
(f. 9, c. 79)
13.
[s.l.], 13 ottobre 1895 17
Nelina mia,
Mandami col latore di questa i libri e le carte di musica poste sul mio tavolino
piccolo, proprio quelli sopra cui vi è posto un cassettino di legno, che manderai insieme
coi libri.
Mandami ancora le encicliche del papa sul rosario, poste sul tavolino grande.
Ho parlato con Vaccaro e mi ha dato £ 20. Grazie… Addio
Luigi
(sc. 728, f. F/1/3, c. 217)
15 Cartolina postale sped. a Caltagirone.
16 «La festa di Maria Bambina si celebra tuttora nel seminario di Caltagirone di cui è patrona, l’8 settembre,
festa della natività di Maria. Luigi Sturzo, da chierico scrisse dei versi, poi musicati dal maestro Vincenzo
Cona e che sono ancora cantati durante la festa» (Carteggio, I, nota alla lettera n. 292).
17 Minuta.
21
14.
Caltagirone, 31 maggio 1896 18
Fratello caro,
Eccomi nuovamente a te dopo averti, quindici giorni oggi, scritto una lunghissima
lettera che tu non accusi d’aver ricevuta. Io non so a che attribuire sì strano smarrimento
giacché ricordo d’aver posto l’indirizzo esattamente; non voglio mai credere che
invece di mettere Roma, abbia posto Girgenti. Io non ho coscienza d’averlo fatto; del
resto chi può saperlo che non pensando non parlando d’altro che di Girgenti abbia commesso
simile sbaglio. Ciò mi dispiace, poiché in quella lettera ti parlava di tante cose e
tante sciocchezze che non avrei voluto fosse stata letta d’altri… ma pazienza, non v’è che
fare; bisogna mi rassegni nel pensare di veder ridere qualche impiegato.
Intesi con mio sommo piacere nella tua, cioè in quei pochi righi che a me indirizzasti,
la tua conoscenza con il C. Castagnola; però il tuo giudizio non mi è piaciuto,
supponendo essere un giudizio dato apposta per me non è vero? Meno male, allora l’accetto:
basta, ieri con mio indescrivibile piacere ricevetti lettera dal detto Castagnola;
risposta ad una mia che li mandai appena ritornato da costà. Quel caro padre dicevami
d’essere rimasto dolente, per non aver potuto, pria di lasciar Roma visitare il fratello della
sua cara figliuola spirituale, che gentilmente l’avea onorato di sua visita e fatta cara conoscenza.
Anzi m’incarica offrirti i suoi più cordiali saluti, e le sue più sincere scuse, perché
fu obbligato partire in fretta. Mi scrive che fu a visitare le Dame del S. Cuore apposta per
me, e mi dice che quell’Istituto non può esser più adatto di come si è per la mia indole.
Lui è rimasto incantato del silenzio, del raccoglimento, del candore che traspare dal volto
e dall’anime di quelle care Monache.
Mi dice ancora che la dote è un po’ forte cioè o 1.000 lire a l’anno, o 20.000 tutto
in una volta. Mi parla di tante belle altre cose che t’assicuro ieri passai un giorno assai convulso.
Mi riuscirà? Sarò condiscesa dai genitori? Per farmi religiosa troveranno queste 20.000
lire?… Ah! caro fratello pel mondo se ne trovan ancora di più, ma per Iddio chi lo sa?
Mi son decisa parlarne a Mario al suo ritorno da S. Michele; vediamo cosa si
potrà combinare. Tu credo che ancora non sei andato a far visita alla superiora di Villa
Lante non è vero? Vuoi aspettare ancora un pochino fino che decidendo qualche cosa, io
te ne parlerò; così potrai più sicuramente parlar con quelle care suore. Se poi vi sei andato,
non temere di scrivermi insieme alla lettera di Mario, purché piegato bene il taglio vi
metterai sopra, per Nelina.
Caro fratello come non reggo più tener soffocati e sepolti i miei ardenti desideri…
prega un po’ per me affinché il Buon Gesù mi renda degna della scelta che di me ha
voluto fare, che mi dia forza per resistere alle lotte.
Sono quindici giorni che ho scritto a Felicetti Corso n. 174 stabilimento
fotografico per aver l’occorrente e fotografare; ma ancora non ho avuta risposta, chi sa
perché?
22
18 Lettera.
Se a te non reca incomodo, disaggio e non ti fa male, vorresti passarvi e domandarle
se ha oppure no ricevuta mia cartolina? Ripeto se ciò non ti disturba, altrimenti non
farne conto.
Addio, ti lascio per riprender presto la penna e parlarti di tutte le mie pene, i
miei piaceri, non ti nasconderò nulla. S.r Giuseppina sta bene e ti saluta, tutti i parenti ti
salutano ed io t’abbraccio di cuore e sono tua più aff.ma
Nelina
Se Felicetti ha ricevuto la mia cartolina dille che mi spedisca tutto presto.
(f. 10, c. 46)
15.
Caltagirone, 9 luglio 1896 19
Fratello caro,
Con questa ti spedisco un pacchettino di biglietti o meglio cartoncini per
fotografie. Quando poi con il tuo comodo anderai da Felicetti glieli porterai dicendo,
che per educazione e bontà non ho respinto la commissione da me chiesta e mandatami
dopo un mese e più, quando io non ne aveva bisogno avendoli comperati te. Però abbi la
bontà di cambiare i cartoncini che t’invio con quelli formato biglietti, poiché questi non
mi servono.
Bada che vi sono pure quelli 6 che mi mandasti tu della stessa forma. Non cambierà
solo il numero ma il valore giacché quelli biglietti son più piccoli perciò di meno
costo.
Addio, non pigliarti premura, li porterai al tuo ritorno. Noi stiamo bene, prendi
un bacio della tua aff.ma sorella
16.
Nelina
(f. 10, c. 54a)
Caltagirone, 9 ottobre 1896 20
Caro Luigi,
Due parole poiché altrimenti mi sarebbe impossibile di mandarti nuove della
mamma. Essa sta mediocre, questa notte (cosa insolita) ha riposato alquanto, ed io ho
19 Cartolina postale sped. a Roma (Banco S. Spirito, Palazzo Amici, Casa Magni, n. 42).
20 Cartolina postale sped. a Girgenti (Educandato Schifani).
23
dormito tranquilla. Stamane poi si è alzata, e si può dire d’essere stata discretina. Adesso
che ti scrivo è un po’ tardi e si trova qua la S.r Monaca la quale ci ha fatto una lunga visita,
mentre in casa, non restava da venire… figurati che piacere… Tutti stiamo bene; stamane
abbiamo ricevuto la tua cartolina ed io invidio la tua sorte… Addio, salutaci S.r Giuseppina,
presenta i nostri doverosi ossequi alla M. Superiora e Suore, mentre io vi abbraccio
forte forte, aff.ma tua
La S.r Monaca vi manda a riverire.
17.
Nelina
(f. 10, c. 96)
Caltagirone, 11 ottobre 1896 21
Fratello dolcissimo,
Appena la tua cartolina ho tra le mani, eccomi a te. La mamma, come ti scrissi
ieri, continua mediocrina; noi tutti bene e godiamo saper voi in buona salute ed in mezzo
alle più care gioie. Se sapesti come anelo l’ora del tuo ritorno ed il momento di poterti
fare un mondo di domande! Sai, stamane con mio sommo piacere ho ricevuto una cara
lettera proveniente da Roma. Hai visto il Rev.mo C. Castagnola? Non dimenticar di presentargli
ossequi di tutta la famiglia ed in particolare per me ed il Vicario. A P. Lombardo
farai lo stesso.
Addio, un bacio alla cara S.r Giuseppina, chiedi per noi la S. Benedizione ai
R.mi monsignori, riverisci tanto tanto la S.r Superiora e le Suore specialmente un saluto
affettuoso per me; mentre vi stringo forte al seno, vostra aff.ma
18.
Nelina
(f. 10, c. 97)
[Caltagirone, 1896] 22
Fratello carissimo,
Ingolfata come sono nelle belle arti, non ho tempo di niente. Anzi sono divenuta
trascurata e specialmente verso il mio più caro fratello. Ma col pensiero però non ti trascuro
affatto; spesso ti ho presente, spesso sento il bisogno d’averti vicino e di sfogare il
24
21 Cartolina postale sped. a Girgenti (Educandato Schifani).
22 Lettera.
mio cuore teco; sempre ti ricordo nelle mie indegnissime preci, come spero farai tu verso
la tua Nelina.
Non ti parlo delle mie fotografie, o meglio delle mie smorfie poiché il Vicario
te ne avrà parlato di già, quindi andiamo ad altro che m’interessa di più. Come dissi ho
parlato già alla mamma sulla dote, sulla mia ferma risoluzione ect., e par che la mamma
non si faccia tanto ostile; del resto bisogna tempo per risolvere tal problema. Intanto ho
fatto scrivere a Berlucca, come tu sai, ma fin’oggi non ho visto risposta alcuna; forse non
vi arrivò la lettera, oppure non si vuol incomodare a rispondere? Ciò mi preoccupa non
poco poiché come la penserà il Vicario?… Desidererei che tu caro fratello pria che ritorni,
se io non ti scrivo che Berlucca abbia risposto, che tu vi andassi a domandare il perché
di sì irremovibile silenzio. Son sicura che tu comprenderai la mia posizione un po’
angustiosa… Vorrei pure che andaste a visitare le Dame del S. C. e domandare fino a
quale età ricevono le novizie, che il mio desiderio è costante da circa due anni etc. Se poi
ti parleranno di dote, tu domanderai se questo si deve portare appena s’entra in noviziato
etc.
Son certa che non vorrai trascurare sì importante commissione poiché capirai
benissimo che le cose lunghe diventano serpe. Inoltre dirai che se vogliono informazione,
scrivano al vescovo poiché mamà ora n’è di già informata.
Addio, ti lascio poiché non ho più carta; prega per me che il Signore mi conceda
presto sì segnalata grazia. Aff.ma sorella
19.
Nelina
(f. 12, c. 186)
Caltagirone, 6 dicembre 1897 23
Abbiamo ricevuto stamane la tua cartolina e godiamo sentire l’ottimo tuo viaggio,
e che stai bene, lo stesso ti assicuro di noi tutti.
Mario ti scriverà più allungo mentre t’abbraccio di cuore
23 Biglietto.
Nelina
(f. 11, c. 181a)
25
20.
[Caltagirone, 14 dicembre 1897] 24
Noi stiamo tutti bene e godiamo saper te anche in ottima salute.
Il [parola illeggibile] t’arriverà forse tutto piegato, ma appena lo riceverai stiralo
ben bene, e sulla sera lo metterai un po’ fuori che coll’umido stirerà.
Bada di metterlo sopra una sedia, non sul ferro del balcone. Sai, il Rev. P.
Castagnola è volato al cielo il giorno 30 dello scorso mese, figurati il mio sommo dolore.
Anche il padre del chierico Sclafani 25 morì lo stesso giorno e S.r Giuseppina mi incarica
dirti di scrivergli.
Addio, cento baci accetta.
21.
Nelina
(f. 11, c. 184)
[Caltagirone, dicembre 1897] 26
Non incomincio d’altro tono poiché Margherita ha detto tutto quello che ti si
voleva dire, quindi a noi.
Quando sarai comodo anderai dalla R. del S. Cuore a portarvi la mia lettera in
cui io le diceva di parlar teco sulla regola e in qualche altra cosa. Tu non mancherai farle
delle domande un po’ insistenti qual’ora la Superiora non vorrebbe darti nulla; e farai
pure capire essere impossibile recarmi costà per semplicemente conoscer l’Istituto, e loro
conoscer me.
T’informerai sulla dote, sull’età, e farai ancora capire che la mia è un po’ avanzata
ma che da due anni il mio desiderio è stato ardente. Non dirai che ne ho venticinque
ma 24 appena compiuti, (se loro vogliono saperlo). Poi tu mi risponderai su tutto e manderai
il foglio a me diretto quando sull’indirizzo metterai il nome di papà. Il Vicario m’ha
24 Biglietto.
25 Il chierico Michele Sclafani (1875-1954), intrecciò una lunga amicizia con Sturzo e fu tra i protagonisti
del movimento cattolico siciliano del primo Novecento. «Dotato di grandi capacità organizzative, creò una
capillare rete di casse rurali ed affittanze collettive nei Comuni dell’intera diocesi, che costituì la base di un
poderoso movimento economico-sociale e politico. Fino all’avvento del fascismo, fu l’arbitro della situazione
politica dell’Agrigentino» (C. Naro, ad vocem, in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia (= DSM-
CI, III/2, Marietti, Casale Monferrato 1984, pp. 789-790). Cfr. anche P. Hamel, Don Sclafani e il clericofascismo
agrigentino, in «Nuovi Quaderni del Meridione», XXII (1984), n. 85-86, pp. 59-70; M. Muglia,
Michele Sclafani. Appunti di storia del movimento cattolico agrigentino dalle opere economico-sociali al Patto
Gentiloni (1896-1913), Centro Siciliano Sturzo, Palermo 1987. Il loro carteggio in L. Sturzo, Carteggi siciliani
del primo Novecento, a cura di V. De Marco, S. Sciascia, Caltanissetta-Roma 2002, pp. 211-272.
26 In calce alla lettera della sorella Margherita.
26
promesso che scriverà a Berlucca; io non voglio che Mario s’accorge della tua lettera quindi
la manderai quando ti ho detto
22.
Nelina
(f. 11, c. 177b)
Caltagirone, 21 febbraio 1898 27
Fratello caro,
La volta ventura ti scriverò io poiché oggi non ho tempo. Io sto benissimo,
papà sempre ottimo e ti manda £ 100 benedicendoti affettuosamente. Teresa, la cameriera
piccola ti manda a prendere la benedizione. T’abbraccio
Tutti i parenti ti salutano.
23.
Nelina
(f. 12, c. 25)
Caltagirone, [6] marzo 1898 28
Fratello carissimo,
La tua di ier l’altro ci giunse graditissima, benché breve cartolina; ma speriamo
che sia l’avanguardia d’una lunga letterona che ben compensi il tempo trascorso… Ci
dolse sentire che hai sofferto male ad un piede, sarà stata forse un po’ di reuma, oppure
callo, unghia incarnata ect?… speriamo che più non t’avesse a ritornare. Noi stiamo bene,
ed io al solito, ho incominciato i miei digiuni pranzando a mezzo giorno e cenando alle 8;
figurati i miei strilli, se Agata tarda d’un minuto ad allestire il mio pranzo… ma così non vi
soffro tanto, altrimenti lascerei, poiché non reggo alla debolezza.
L’affare di Padre D. Turiddu si riferisce al romanzo di D. Carolino n’è
vero?… io ce lo dissi al Vicario, quando intesi dire che a Genova non vollero stampare,
che P. D. Turiddu si sarebbe rivolto a te; forse costì saranno meno occupati e più pazienti.
Ma tu avrai una mignatta addosso, n’è vero?… Stamane nel “Cittadino” 29 ho letto un breve,
ma elegante articoletto sul Vicario, e specialmente i Girgentini parevano entusiasmati
27 In calce alla lettera della sorella Margherita.
28 Lettera.
29 «Il Cittadino cattolico» venne fondato ad Agrigento nel 1891 e cessò le sue pubblicazioni nel 1925.
27
del Panegirico di S. Gerlando, che il caro fratello ben seppe annodare le gesta gloriose di
quel Santo, coll’azione Cattolica. Che il buon Dio l’aiuti, e le conceda la grazia d’una
messe abbondante. Da noi vi è molto malumore pel quaresimalista… poveretto, non predica
che ad un pugno di donnicciuole, e ad un altro pugno di gente rozza. Ma che si vuol
fare? Così il buon Dio vuole castigare la nostra povera patria!… A quest’ora saprai che il
nostro Monsignor Vescovo è ammalato, e che trovasi a S. Maria di Gesù, a villeggiare;
poveretto!… non può ritornare perché il male le si è agravato; però oggi che ti scrivo non
vi è di peggio, continua nel medesimo stato di prostrazione di forze.
Io ancora non ti ho scritto di andare dalla Dame del S. Cuore perché non
sapendo quando potrà verificarsi la mia venuta costà, mi sembra un burlarle; poi quando
le cose si fan lunghe dicesi, che diventano serpe; così mi è stato dato soffrire orribili scoraggiamenti,
dubbi, incertezze che per qualche tempo mi han tenuto disturbatissima.
Adesso parmi ritornare al mio primiero stato, ma non ancora intieramente; prega adunque,
caro fratello, prega per la tua povera sorella, affinché il buon Dio non l’abbandoni,
ma faccia sempre meglio comprendere la sua SS. Volontà.
A questa t’acchiudo una cartolina vaglia che S. Margherita Cocuzza indirizzò a
te per aver la “Croce di Costantino” 30 e qui alla posta non l’han voluta riscuotere.
Sai, alla Signorina Lanza di Napoli, a quella a cui dovea regalare un lavoretto a
pittura, feci, secondo il tuo parere, un acquerello sul raso che poi diedi la forma di porta
ritratti; t’assicuro riuscì assai bello, e quella ne è rimasta contentissima. Il paesaggio della
fontanapietra incorniciata sta molto bella; in quest’ultimi giorni ho fatto delle gelatine
per S.r Giuseppina, graziosine; la pittura in me va diventando passione.
Addio, ti lascio, ma colla penna, col cuore sto sempre a te unita e a piè di Gesù
pregheremo l’un per l’altro. Papà ti benedice, Margherita t’abbraccia, tutti i parenti ti
salutano mentre io ti stringo al seno. Tua
24.
Nelina
(f. 12, c. 34)
Caltagirone, 11 marzo 1898 31
Fratello caro,
Perché dovea scriverti papà, abbiam tardato un po’ a risponderti, quindi stai
sicuro che tutti stiamo bene. Mi dispiace leggere nella tua, che soffri un po’ di palpito, ma
voglio augurarmi che mercé la cura t’avesse a passare tutto.
30 Si tratta del noto periodico fondato da Luigi a Caltagirone come organo dei comitati diocesano e
interparrocchiale S. Giorgio. Il primo numero uscì il 7 marzo 1897. Cfr. L. Sturzo, «La Croce di Costantino».
Primi scritti politici e pagine inedite sull’Azione Cattolica e sulle autonomie comunali, a cura di G. De Rosa, Edizioni
di Storia e Letteratura, Roma 1958.
31 In calce alla lettera del padre Felice.
28
Vuoi sapere chi predica qui la quaresima, l’è il canonico Benenati 32, figurati!…
papà dice che va poca gente, e poi predica troppo alla buona, passando dei carri tra una
parola e l’altra… poveri noi, come siamo mal curati in tempo di quaresima!… e come i
buoni ci abbandonano. M.r Mirca è andato a Reggio, Interlandi 33 a Ragusa, Strazzuso 34 a
S. Caterina, Caruso 35 a Milazzo ect., e a noi rimane ben poca gente. Ancora non so chi
faccia i santi esercizii alla Cattedrale, a S. Giorgio, alla Matrice; solo di S. Giacomo so che
ieri sono incominciati, e che li fanno Testa e Bartolucci 36.
Per l’affare delle Salesiane a quest’ora saprai che si tenne finalmente consiglio, e
che il primo ad opporsi sia stato l’avvocato Amore, il quale conchiuse di scrivere al Ministro
di p. istr. per aver informazione d’istituti laici; del resto non so più nulla. Sai, il
nostro Sindaco accompagnato da Digregorio, il farmacista, si trovano in Roma, l’hai
veduti?… Hai visto le Dame del S.C., ne sai qual cosa? Scrivemene.
Addio, la zia Fanales e cugine tutte, anche Lo Carmine ti salutano, mentre io ti
stringo al seno. Tua
25.
Nelina
(f. 12, c. 30)
Caltagirone, 23 maggio 1898 37
Fratello carissimo,
Questa volta ti scrivo io, malgrado che la tua lettera è diretta a Margherita; ma essa
vuol risponderti quando arriverà il tappeto, e così ringraziarti, dirti la sua impressione, quella
del tesoriere Cremona nonché delle divote che teme non dover essere tanto favorevole. Del resto
questa gente l’è da compatirsi: poveretti, i suoi occhi son diversi di quelli degl’altri!
Intanto noi siam sicuri di veder arrivare un bel tappeto, giacché essendo piaciuto
a te che ài tanto buon gusto, dev’essere veramente bello. Con nostro piacere leggiamo
che stai bene; veramente questo compensa in parte il dolore di stare prive di te, amato
Luigi. Anche di noi posso assicurarti che stiamo bene: a me i digiuni mi lasciarono attiva,
solo ho un po’ sofferto dopo, per il cambiamento d’orario. Credimi che i digiuni m’avevan
lasciata più grassa e colorita; quell’orario ch’io tengo in Quaresima giova alla mia
32 Giovanni Benenati, canonico di Caltagirone.
33 Filippo Interlandi, parroco di S. Giacomo, cancelliere vescovile di Caltagirone, fu tra i redattori della
«Croce» e figura di spicco del movimento cattolico locale. Propagò il culto per la Madonna del Ponte fondando
il periodico «Stella Matutina». Fu in corrispondenza con Luigi.
34 Giacomo Strazzuso, canonico di Caltagirone.
35 Luigi Caruso, sacerdote di Caltagirone (1877-1967) fu in corrispondenza con Luigi. Studiò a Roma
presso l’Apollinare e tra i suoi condiscepoli si annovera anche Pio XII. Valente quaresimalista, predicò non
solo in Sicilia, ma anche in diverse parti d’Italia e d’Europa.
36 Antonino Testa Crescimone e Salvatore Bartolucci, canonici di Caltagirone.
37 Lettera.
29
salute moltissimo. Ma ora sto bene, essendomi di già assuefatta all’orario comune. Papà
ha sofferto un po’ di raffreddore, ma ora sta bene al suo solito. Margherita mediocre, anzi
bene poiché il reuma l’ha pochissimo tormentata quest’anno. Mario sta pure bene, e
quindi dopo tutti questi bene stai contento sul conto nostro, n’è vero?
Ci domandi se andiamo in campagna, ma cosa posso dirti? Tu ben sai quant’è
difficile per noi combinare una villeggiatura, e se prima non vi si pensa, non se ne parla e
riparla a lungo, non si può mandare ad effetto il desiderio, il pensiero, la necessità qualche
volta. Quindi c’è chi vuole andarvi, c’è chi non vorrebbe andarvi, ma che però si rassegna
a venire (Margherita).
Basta, vediamo come decideranno giacché io son molto indifferente su ciò.
Quest’anno io amo far delle lunghe passeggiate, e quando l’occasione mi si presenta propizia,
non lascio di profittarne. L’altro giorno di mattina per es. sono andata a piedi fino
S. Bartolomeo, poi lì camminare ancora e la sera un altro buon tratto di strada la feci pure
a piedi senza stancarmi. Tutto questo sarà forse effetto dei digiuni, mi domanderai; non
saprei, ma il certo si è che sono divenuta più forte. Di questi tempi poi non faccio nulla di
applicato, ma mi occupo tutto il giorno a far la calza; figurati, ho abbandonato pennelli,
aghi, seta, matita ed ho preso i ferri in mano. Se mi vedesti! Tutto giorno con la calza in
mano, sebbene in me furiosa burrasca poco dura. Fra breve debbo pensare ad un lavoretto
per la lotteria che fanno in Girgenti; S.r Giuseppina me la ha di già scritto, anzi mi à incaricata
dirlo alle Coniglio a Rosina F[anales] e a Caterina Chiavaro la quale mi ha risposto
che quando sarà l’ora anzi mi manderà un suo lotto.
Sai, l’altro giorno venne il canonico Cremona a visitarci, e ci parlava del paese
di Daidane, ove lui è stato a predicare la novena di S. Filippone e Giacomo. Figurati…
sembra che fosse stato a Parigi a visita delle opere d’arte… Ci raccontò poi una passata,
che se non fosse lunghetta ti scriverei; solo ti dico che dopo d’avercela raccontata io le
risposi: a V.S. succedono queste cose perché è troppo buono.
Hai visto, dimmi, le Dame del S. Cuore? Io vorrei mandarti da loro per
domandare alla M. Vicaria quello che debbo portare, quanto sia la pensione annua ect. E
dirle che se ho ritardato fin ora non è stato per mia colpa, e che spero alla prima occasione
di partire (malgrado lo scoraggiamento che provo). Intanto non ho ancora avuto il coraggio
di dire in casa, almeno a Mario, quanto sopra ho detto; ed è perciò che non ti dico
d’andarci ma d’aspettare che te lo faccia scriver da Mario.
Intanto prega per me, caro fratello, io son risoluta, ma mi manca la forza di dire
addio a tutti, di dire coraggiosamente debbo lasciarvi poiché mi riesce assai duro, stante la
posizione di casa nostra.
Addio, ti lascio perché mi manca la carta, ma non vorrei lasciarti; prendi un
caldo bacio, tua aff.ma
Nelina
P. S. Un grazie di cuore per il bel mese di Maggio che mi mandasti; l’è proprio
ottimo. Mons. Mineo38 farà il triduo nelle Monache del SS. Salvatore.
(f. 12, c. 49)
30
38 Mario Mineo (1846-1927), canonico di Caltagirone. Insegnò le scienze teologiche per quasi
26.
Girgenti, 30 settembre 1898 39
Luigi mio carissimo,
Questa volta voglio scrivere a te. Son certa e sicura che la presente vi troverà
annoiati, stizziti, indispettiti per l’incertezza, per il sì e per il no, in cui si sta da ben 15
giorni.
Ma cosa si vuol fare, quando s’ha da combattere con persone di testa piccola,
irrisoluta sempre?… Tale è la buona Superiora di quest’Educandato; mentre scrive per le
ubbidienze, se ne pente; dopo pregata vorrebbe compiacere, vi dice il sì, ma indi risolve
d’un altra maniera, che c’è veramente da impazzire. Benedette le teste piccole!…
A mezzogiorno mi dice di farvi il telegramma di sospensione, perché non può
mandarmi a lasciare più con le Sorelle, le quali debbono partire per il ritiro. Cosa volete
che si faccia arrivate a questo punto?… Credi ch’io preghi più la Superiora?... affatto,
affattissimo. Ora non resta conchiudere altro che, a venire tu, oppure ritornare colle Suore
di costì quando ritorneranno dal ritiro, cioè verso il 15 ottobre. Però t’avverto, che se
puoi e se vuoi venire tu, devi partire lunedì prossimo poiché altrimenti non arriverai a
vedere la cara S.r Giuseppina. Lascio a voi la piena libertà di risolvere, purché non mi
scrivete più di dir cosa alla Superiora.
Caro Luigi, cosa dice il tuo comitato? 40 Cosa fate di buono? Sai con quanto piacere
lessi nella Croce di Costantino che avete di già aperto un gabinetto di letture cattoliche,
t’assicuro che ne provai la più dolce soddisfazione. Che il buon Dio vi benedica, cari fratelli,
e vi dia sempre più forza e coraggio per combattere e vincere la causa di Gesù Cristo.
Dunque il nostro Vescovo è già stato eletto, e tra non guari, credo, sarà tra noi. A
me sembra che sia un’ottima persona, il Rettore De Bono 41, e son sicura che incontrerà (sic)
nel nostro paese difficile. Però mi dicono che lui ha di già mandato le sue dimissioni la prima
e la seconda volta, e dicono ancora che piange giacché non vorrebbe accettare. I poveri
chierici piangono pure, le penitenti ancora e promettono un mondo di cose ai santi, affinché
la S. Sede accetti le rinunzie… e lascino star quieto il loro confessore. Qui v’è D.
Mariannina che è proprio desolata, ma ancor spera, spera… Speriamo noi però, che questo
Vescovo già eletto, sia secondo il cuor di Dio, e venga presto a far l’Apostolo nella nostra
povera diocesi. Qui hanno molta buona opinione, e stimano assai il Rettore De Bono.
Mi auguro che la presente vi trovi tutti in ottima salute, come t’assicuro di me e
di S.r Giuseppina. La medesima vuol essere raccomandata a Dio nel sacrificio della S.
Messa; lo dirai pure a Mario.
quarant’anni nel seminario di Caltagirone ed ebbe tra i suoi allievi anche Mario e Luigi. Era molto apprezzato
come quaresimalista anche fuori Caltagirone.
39 Lettera.
40 Si riferisce probabilmente al comitato cattolico interparrocchiale.
41 Pio Damaso De Bono successe a mons. Saverio Gerbino nel novembre 1898. Fu vicino a Sturzo
assecondando la sua azione sociale sulla scia delle indicazioni di Leone XIII. Cfr. Calatinus (L. Caruso), Il
vescovado e i vescovi di Caltagirone. Cenni di storia ecclesiastica della Città Gratissima, Caltagirone 1957, pp.
75-80.
31
Chiedi per noi la benedizione a papà, salutaci affettuosamente le zie monache
ed i parenti tutti. A Mario e Margherita un caldo bacio e cento a te. Tua più aff.ma
Caro Luigi,
27.
Nelina
(f. 12, c. 102)
[Caltagirone, dicembre 1898?] 42
Due parole in fretta: noi stiamo tutte bene e godiamo sentire di te lo stesso. Se
ancora devi star molto in Militello, i cordami che ti ha dato S.r Giuseppina ect. col primo
comodo cercali di mandare. Potrai mandare pure della biancheria sporca. Addio, tutti
t’abbracciamo ma con più affetto. La tua
Nelina
(f. 12, c. 187)
28.
[Roma, settembre 1900] 43
Caro Luigi,
Come stai? ti senti ancora la febbre? Dammi nuove, non mi far stare in pensiero.
Ti mando la lettera per Margherita, fai presto ad impostarla poiché altrimenti quella
poverina starà in pena. Io mi sento benino; ancora non ho parlato alla Madre Vicaria, ma
spero di farlo presto, e così vediamo in che mi posso occupare.
Quando vieni portami le massime eterne di S. Alfonso, se tu non l’hai me li
comperi, ma legati; del resto mi abbisognano perché non ce l’ho. Intanto se vedi nuovamente
Digregorio Salvatore, domandagli (indifferentemente) quanto si ferma, se va direttamente
in Caltagirone, se si ferma in Napoli ect. ect. senza dir altro: questo per tutti gli
eventi non per altro.
Salutami Romolo Murri, Teresina; e la biancheria? Ti raccomando di farmela
lavare prestino. Addio, curati la salute e non stare in pensiero per me. Tua
Nelina
Portami foglietti e buste.
(f. 16, c. 75)
42 Lettera.
43 Biglietto. Come si evince da una lettera della sorella Margherita indirizzata a Nelina (f. 16, c. 101),
questa si trovava a Roma, a Villa Lante, presso le suore del S. Cuore. Lo stesso Luigi si trovava a Roma perché
Margherita scrive a Luigi nell’ultima pagina della lettera indirizzata alla sorella.
32
29.
[Roma, settembre 1900 ]44
Fratello caro,
Come stai? sono rimasta tanto impressionata. Son partiti i pellegrini? cosa hai
te pensato, rimani oppure ti sei deciso di partire? venerdì verrai sicuramente non è vero? e
Mario ti ha scritto, come sta? rispondimi un bigliettino e dammi tue nuove. Io sto bene,
spero quando verrai poterti parlare della mia decisione: del resto se tu vuoi rimanere qui
posso benissimo stare giacché al par di Napoli v’è la foresteria e vi albergano diverse
signorine, venute per il giubileo, altri per studiare ect. ect.
Dunque addio, riveriscimi Murri, D. Pietro e tu abbiti una stretta al cuore tua
Nelina
Impostami la lettera che qui trovi acclusa e quando vieni porta il denaro.
(f. 16, c. 76)
30.
[Roma, settembre 1900] 45
Caro Luigi,
Temendo che l’indirizzo possa essere sbagliato o ci voglia qualche altra cosa
mando la lettera a te pregandoti di spedirla subito. Come stai?… Io benino: addio, t’abbraccio.
Tua
31.
Nelina
(f. 16, c. 79)
[Roma] Villa Lante, 11 ottobre 1900 46
Caro fratello,
Due paroline in fretta: Le Manuel du Chrétien che mi portasti ieri sera non è
affatto quello che io volevo, di questo non so cosa fare. Ti prego quindi d’andare subito
dove l’hai preso e dirgli che te lo cambiano; e, se non vuoi perder tempo a venire qui per
44 Biglietto.
45 Biglietto.
46 Lettera.
33
prendere il libro e il giusto indirizzo, ti trascrivo l’indirizzo: Manuel du Chretien contenant
Les Psammes, le nouveau Testament, L’Imitation de N.S. Jesus-Christ. Précédé de
l’Ordinaire de la Messe des Vespres et des Complies.
Così dopo aver preso questo condizionatamente, vieni a prender l’altro, o come
credi. Ti raccomando di pigliarlo legato come il tuo ufficio, anzi l’altro lo vorrei anche
cambiato, poiché la legatura non mi piace.
Addio, spero che farai presto, non per me, ma per il libraio. Io sto bene, t’abbraccio.
Tua in Corde Jesu
32.
Nelina
(f. 16, c. 145)
[agosto 1901] 47
Luigi carissimo,
Due paroline anch’io. Godo che stai bene e che ti diverti; beato te che sei potuto
scappare dal nostro caos di casa!
Io non faccio altro che rassettare e son sempre ad un punto; come lo scarafaccio
in mezzo la stoppa. Ho rassettato la tua stanza, e se vedeste come sta bella!… Vi manca
però una cosa che tu devi costà comperarti; la bugia per il capezzale. Dunque pensi a
comperarla, come non dimenticar di comperarmi il calamaio.
Desidererei pure comperato un piumino per spazzare la polvere dai quadri e
dall’imposte, più vorrei un metro di tubo di causciù foderato di tela, dello spessore di 2
centimetri e mezzo. Sai questo devi comperarlo davvero, giacché qui non se ne può trovare
ed è necessario per la pila, cioè per gettare l’acqua.
Vieni per la biancheria?
Prima di partire fatti vedere da Giustina, chissà mi han finito la veste me la porterai.
Addio, ti lascio perché ho tanto da fare che sono proprio stanca. Margherita sta
bene e ti saluta. Tua
34
47 Lettera.
Nelina
(f. 20, c. 23)
33.
Caltagirone, 15 ottobre 1907 48
Caro fratello,
Mi meraviglio come non hai ricevuto mio scritto, mentre nella lettera diretta a te
che chiusi in busta c’era un foglietto ove ti davo nostre nuove. Sull’altra busta c’era scritto
sto bene. Mi accorgo che lo sciopero di Milano abbia fatto perdere anche a te la testa.
Ti ho scritto due volte e un “sto bene” sulla busta d’una lettera. Stiamo bene,
Margherita al solito. Mario è stato messo in cura dal Dottor Cirincione. Il male è stato
causato dallo studio protratto fino la notte; ma si rimetterà. E l’orologio? Chi sa se per
causa dello sciopero non me lo hai comperato? Cerca farlo a Roma. Quando ritorni? Con
affetto. Tua
34.
Nelina
(f. 31, c. 53j)
4 marzo 1912 49
Caro Gigi,
Ti spedisco questa costà sicura che la riceverai, giacché hai voluto ti si spedisse
la decessoria Albergo S. Chiara… Questa è la casa tua di Roma. Dunque decidesti così,
andare a Roma, t’invidio!! Fatti visitare costà, curati bene, pensa un po’ al tuo benessere.
Qui ieri sera ci fu il comizio. Dicono fu animatissimo.
Vi andò anche come curioso Silvio Alessandro 50, all’entrare di cui vi fu battute
di mano e un grande entusiasmo. Unanimamente fu invitato di far parte alla commissione;
lui dice che non avrebbe accettato, per loro fu un momento d’ebbrezza al solo pensiero che
D. Silvio avrebbe fatto da presidente. Ma quale non è stata stamane la delusione! quando
D. Silvio risponde: io? Ma io non piglio parte per nessuno, son venuto per curiosare...
C’è da ridere a sentire i commenti che si fanno, tutte le fandonie che dicono,
tutte le invenzioni contro te e il tuo partito. Credo che hanno incominciato troppo presto.
I Crescimone poi, pare che abbiano preso e toccato già il cielo col dito!… Dunque
scrivimi come stai, cosa ti ha detto il dottore. Non dimenticare di comperarmi l’Amico
Fritz e Manon. Se potresti prendere gli spartiti, se non costano molto.
Sai come finirono la seduta ier sera, il pugno di amici che rimasero. Che un
altro anno dovrebbero ripetersi Manon e Amico Fritz, perché sono due spartiti che vale la
pena di sentire. Se vai a Palermo informati per quella eredità…
48 Cartolina postale sped. a Roma (Via Sapienza 32).
49 Lettera.
50 Già sindaco di Caltagirone nel 1900, legato all’onorevole Gesualdo Libertini.
35
Sabato forse Gigia e Mariannina anderanno a Donnafugata. Io vorrei andarvi,
qualora tu mi prometti che mi verrai a prendere appena finita la riunione del consiglio,
altrimenti non ci vado, giacché la Duchessa avea invitato te. Bada che stamane stesso ti
ho spedito altre due lettere tue. Con Margherita t’abbraccio
Rispondimi.
35.
Nelina
(f. 33, c. 103)
10 marzo 1912 51
Carissimo fratello,
Ricevo la tua stamane. Rispondo subito onde darti nostre nuove che sono ottime.
Margherita ha incominciato la cura, e speriamo le giovi. E tu caro?… vedi che ti hai
procurato per il lavoro? E ti potrai guarire se continuerai a lavorare? Almeno fallo per noi,
fallo per me che non vivo che di te e per te.
A Donnafugata non vado perché temo farti strapazzare, e poi perché tu non
dici quando ritorni. Dice che dovevi trovarti qui per il consiglio? Perché non scrivi più
conciso? Curati e torni sano e poi andremo in campagna. Intanto qui ci sono la famiglia
Friddini irati contro te d’una maniera fenomenale. Poverini d’una parte, il bisogno li fa
addolorare così per il posto perduto. Ma intanto dice che hanno brutte intenzioni su di
te… Per carità guardati, caro fratello, e cerca di accomodarli in qualche cosa. Il bisogno
non fa veder dagli occhi. Cerca di aggevolarli prima per il loro bisogno e poi per tranquillizzare
te e l’amico mio. Mario Sturzo Tamburino 52 vuole vendere il suo Altobrando.
Conviene far entrare altri mentre limita con noi e in noi c’è servitù loro. Ti raccomando
tutto!!! Ti abbraccio. Aff.ma
36
Nelina
Vorrebbe comperarlo la Signora Annetta Carbone. Ha scritto a Mario 53.
(f. 33, c. 109)
51 Lettera.
52 Parente, avvocato a Catania.
53 Mario dal 1903 era vescovo di Piazza Armerina. Cfr. su Mario il collettaneo Mario Sturzo. Un vescovo
a confronto con la modernità, a cura di C. Naro, S. Sciascia, Caltanissetta-Roma 1994.
36.
Caltagirone, 14 aprile 1912 54
Caro fratello,
Abbiamo ricevuto il telegramma; ci auguriamo che l’aria di Roma t’avesse a far
rimettere subito 55. Monsignore arrivò Venerdì ed è ancora qui a causa del tempo.
È una levantata con vento fortissimo; forse partirà domani giorno 15. Noi stiamo
bene; tu scrivici spesso, così staremo più contenti.
Con Mario e Margherita t’abbraccio
37.
Nelina
(f. 33, c. 121)
[Caltagirone, settembre 1912] 56
Caro Gigi,
Ho aperto la presente perché capivo che trattavasi di affari municipali, e perché
per inviarla a te doveva mettere il francobollo. Noi stiamo bene relativamente si sa. Mario
scrive che sta bene e che ha visto S.r Giuseppina a Caltanissetta. Stanno bene.
Le Coniglio si raccomandano affinché possa Carlo Enrico ottenere il posto di
computerista a Caltagirone. Vedi tu cosa puoi fare, così potrebbe fare poi il concorso per
ragioniere del Comune. Azzolina l’invaghì di andare a parlare col provveditore a Catania,
si sono raccomandati all’Onorevole ma questo ha risposto che protegge Angelico.
Ti raccomando anche quel certo Giuseppe Lentini il quale è guardia carceriere
in Sardegna, e che vorrebbe essere cambiato per ragione di salute della moglie, la quale
assolutamente non sopporta l’aria di là. Lui ha fatto domanda al ministero.
Un altro ancora si raccomanda certo Salvatore Scolo-La Rosa che è anche guardia
carceriere a Oneglia. Lui scrive che debbono cambiarlo, e siccome ha avuto sbocchi di
sangue vorrebbe un’aria più confacente.
Basta, io te l’ho scritto per quest’ultima, ma se tu credi… Del primo invece te
lo raccomando caldamente. Domani ti spedirò le carte che desideri, perché la tua è arrivata
di sera.
T’abbraccio. Tua
Nelina
(f. 93, c. 53)
54 Cartolina illustrata sped. a Roma (Albergo S. Chiara).
55 Luigi si trovava probabilmente a Roma per stipulare una convenzione col Ministero della Pubblica
Istruzione in favore del liceo-ginnasio “Secusio” di Caltagirone.
56 Lettera.
37
38.
[Caltagirone, 1912] 57
Caro Gigi,
Ieri ricevetti la tua cartolina, godo che stai bene e guardati sempre la salute.
Mario scrive che verrà il 18 se non sarà il 20, e tu? Io ho avute parecchie ricadute del mio
male; l’altra notte mi sentivo morire soffocata tanto che l’indomani mandai a chiamare di
nuovo il medico. Ci vorrebbe veramente la visita d’un altro o di uno specialista per guardare
la gola. Sarà sicuramente una laringite… Ieri ho incominciato la cura delle pillole
“Valda” che vanta tanti miracoli nelle laringiti acute e croniche, e veramente questa notte
ho riposato bene e non ho avuto più soffocazioni; speriamo che giovino. Poi sto in camera
e non ricevo visite, vedremo fino alla venuta di Monsignore come vado, altrimenti si
consulterà un altro.
Del resto sto benissimo come pure Margherita sta bene. Se a te continua la tosse,
compera una scatola di pastiglie “Valda”, si leggono miracoli e poi dice è buona prenderne
una in bocca quando c’è umido, quando si entra in locali di poca aria polverosi ect.
Tu che viaggi, poiché anche nei treni vi sono molti microbi prendine una.
Hai ricevuto la mia cartolina ove ti parlavo della disgrazia di Giacomino Sturzo?
Hai telegrafato alla famiglia Sturzo? Non ti angustiare per me che mi curerò davvero.
Ossequiami Grosoli e gl’altri amici. T’abbraccio
Nelina
P. S. La risposta che hanno avuto le Coniglio è che non possono accordare il
trasferimento a Carlo perché non hanno di che farlo sostituire, poverine ne sono addolorate.
P. S. La lettera scritta stamane è impostata stasera; ti posso assicurare d’aver passata
una buona giornata.
(f. 12, c. 185)
39.
Caltagirone, 24 settembre 1913 58
Da Palermo amico attendeci domani Caltanissetta sua casa verso 21. Attendiamoti
partirò treno 9,20 Francesco.
38
57 Lettera.
58 Telegramma.
Nelina
40.
(f. 135, c. 311)
Caltagirone, 25 febbraio 1914 59
Caro Gigi,
Stiamo bene; Monsignore ha scritto, sta bene e fece un ottimo viaggio. Quest’oggi
ti ho spedito due raccomandate, una lettera e tre cartoline (inclusa questa). Stamane
scrive Concettina, la figlia di Gigia e dice che Silvio le ha detto d’aver ricevuto una tua
visita, spera di riceverla anche lei… Se puoi valla a vedere, e dirai che Gigia sta bene; salutala
anche per me e domanda se ha ricevuto la mia cartolina. Stamane è il levante e ha
piovuto un po’, speriamo che continui. Scrivi e non star in pensiero per noi.
T’abbraccio. Aff.ma
41.
Nelina
(f. 36, c. 19)
[Caltagirone], 27 febbraio 1914 60
Caro Gigi,
Ti mando subito la decessoria. Noi stiamo bene e non angustiarti sul conto di
Margherita, poiché quando non ci siete voi sta meglio; forse perché non ha con chi parlare
dei suoi mali e se ne distrae. Del resto il dottor D’Antona assicura che tutto è proveniente
dalla malattia del reuma. Il non aver nemmeno un decimo di febbre e l’avere appetito
sono segni che il male non è una cosa da impensierire. È lei che l’ingrandisce da far
venir la noia anche al Dottore. Non dimenticar di scrivere al Sindaco di Nicosia per l’affare
delle Coniglio.
Qui son due giorni che piove e anche di notte; è una bellezza!… Non ti strapazzare
e guardati la salute, nessuno la può dare quando non si ha più. Ritornando a Catania
non dimenticar di portare il pacco di Giustina alla quale scriverò di mandarlo a P. Gangarelli
61.
T’abbraccio
Nelina
59 Cartolina postale sped. a Roma (Albergo S. Chiara).
60 Lettera.
61 Don Salvatore Gangarelli, presidente del Comitato delle Dame della “Croce Bianca” di Catania, fratello
del canonico Sante Gangarelli, figura di spicco del movimento cattolico nisseno, con cui Sturzo fu in
corrispondenza. Cfr. L. Sturzo, Carteggi siciliani del primo Novecento, cit., pp. 157-187.
39
42.
(f. 36, c. 22)
Caltagirone, 7 marzo 1914 62
Caro Gigi,
Due paroline in fretta. Stiamo bene; ho ricevuto la tua cartolina, grazie dei
saluti della Contessa. Spero che avrai tempo di andare da Concettina Milazzo Viale Mangane
presso le Dorotee.
Posta sono più giorni che non te ne spedisco più e ne troverai un buon numero.
Avvisaci quando ritornerai; t’abbraccio
43.
Nelina
(f. 36, c. 25)
[Caltagirone, 8 marzo 1914] 63
Caro Gigi,
Stiamo bene, Margherita veramente mediocrina. Sono stata in pena per te poiché
non credeva che saresti tornato a Roma. D. Ciccio Caruso desidera che tu raccomandi
per il mandato di approvazione di su figlio Nelo. Incaricatene, giacché dice che la
Marina l’ha già avuto. Quando arrivi?…
44.
Nelina
(f. 36, c. 26 all.)
[Caltagirone], 10 maggio 1914 64
Caro Gigi,
Abbiamo ricevuto il telegramma ove ci avvisava del tuo arrivo; grazie infinite.
Adesso non ci fare mancare un saluto quasi ogni giorno altrimenti a me mi troverai
ammalata.
Stiamo bene, solo col pensiero a te. Oggi ti ho fatto ritornare (cioè spedire) un
40
62 Cartolina postale sped. a Catania (Arcivescovado).
63 Biglietto.
64 Lettera.
espresso e ora ti spedisco un’altra lettera e un telegramma. Mi scriverai fino a quando
dovrò spedire lettere. Se hai tempo vai a vedere la figlia di Giustina e di quelli di Gigia
Concettina Dorotee. Se vedi Silvio raccomandagli di studiare poiché studia poco.
Portami un’immagine di S. Raffaele Arcangelo anzi due; non dimenticartene.
Con Margherita ti abbraccio caramente.
Tua più aff.ta
Nelina
P. S. Incontrerai certo i camei Prata Amore. Non dimenticare la raccomandazione
che ti feci per Nicolò Tacc… vuole essere raccomandato come impiegato alle finanze
per cui sta facendo il concorso.
(f. 37, c. 21)
45.
[Caltagirone], 24 agosto 1914 65
Caro Gigi,
Ti accludo una distinta del Banco di Sicilia che scade il 31 agosto.
Vedi caro Gigi che cosa ti fruttano i continui viaggi e spese… non continuare
così altrimenti ove andrai a finire? Te la mando perché non so se è urgente. Hai ricevuto
le mie due ultime lettere? Cosa hai fatto per Gasperino? E per Narduccio?
Ora si raccomanda Vincenzo Truglio per avere avvicinato a Catania suo fratello.
Vincenzo ha diretto una domanda al Direttore dell’Ospedale medico di Pavia ove si
trova; vedi se tu puoi fare qualche cosa. Sono seccature, ma come si fa?
Abbiamo comperato 2 vacche per la Russa £ 1.045 66. Tutto va assai caro. Hai
fatto qualche cosa per il marito di Venerina? Non dimenticarlo, poiché non dobbiamo
dimenticare quello che Lei ha fatto per me.
Ed ora ti lascio, ma quando verrai? Che noia la tua assenza mi porta. Margherita
con me ti abbraccia
Nelina
(f. 38, c. 53a)
65 Lettera.
66 «La “Russa dei Boschi”, proprietà degli Sturzo di 40 ettari a 8 chilometri da Caltagirone, vicino a San
Basilio, verso Gela, con oliveti, mandorli, vigne e querce. Prima di partire per l’esilio, Luigi Sturzo cedette la
sua parte al fratello Mario e alla sorella Nelina. L’eredità restò indivisa. Mario lasciò erede il Seminario di
Piazza Armerina e Nelina quello di Caltagirone. Luigi, tornato dall’esilio, fu nominato arbitro per dividere i
beni familiari fra il vescovo Capizzi di Caltagirone e Mons. Catarella di Piazza Armerina. “Russa dei Boschi”
toccò al Seminario di Piazza Armerina» (Carteggio, II, p. 256, in nota alla lettera 645).
41
46.
[Caltagirone], 25 settembre 1914 67
Caro Gigi,
Non l’ho aperta, ma ho tolto la busta poiché era raccomandata e firmata. Noi
stiamo bene, tu scrivi, dacci sempre notizie.
Ti mando un’altra raccomandata che fu firmata e così sono le lettere che ti
mando ferme in posta (così ho capito o meglio ricordo che mi dicesti). Mario scrive, sta
bene e vuole da te l’indirizzi a cui deve mandare li opuscoli. Ciao
47.
Nelina
(f. 95, c. 31bb)
[Caltagirone], 24 novembre 1914 68
Caro Gigi,
Godo che hai fatto ottimo viaggio; cerca di riposarti e rimetterti. Noi stiamo
bene. Oggi sono andata a visitare la Signora Valenti e Maria Crispino in casa Spadaro. Ti
ossequiano. Spadaro ti fa dire tante affettuosità 69 e mi diceva pure di farti sapere che quelli
della minoranza hanno fatto il ricorso contro l’ultima seduta, tanto per saperlo, ma qui
loro, soggiungeva, si interessano della cosa che andrà bene.
Non dimenticare di andare da Nico Barletta e se hai tempo da Concettina
Milazzo e bambini Spadaro. Diana ti manda a ossequiare. Il tempo continua caldo e umido.
Margherita con me ti abbraccia
42
Nelina
Non dimenticare di scrivere a Mario per l’affare che tu sai del Banco.
(f. 39, c. 6)
67 Lettera.
68 Lettera.
69 Dovrebbe trattarsi del barone Salvatore Spadaro Bellone di Caltagirone.
48.
[Caltagirone, novembre 1914] 70
Caro Gigi,
Grazie dei tuoi auguri, altrettanto ho fatti io per te; e l’augurio migliore che possa
farti si è quello di vederti realmente liberato dalle noie e dalle seccature del Comune.
A proposito: si è ieri saputo delle tue dimissioni 71. I tuoi son tutti dolentissimi;
c’è chi piange c’è chi spera. Però i pensanti l’hanno costatato un atto dignitoso.
La minoranza non sa se deve essere contenta oppure no, sono allibiti. Vi fu
uno, del partito contrario, che disse: avrebbe fatto almeno i tramvai prima di lasciare!…
C’è da ridere…
Poi hanno sparso delle voci: chi dice che il Papa ti ha fatto Nunzio in Australia
chi suo segretario ect… Insomma hai dato campo ad un teatro.
Con Margherita t’abbraccio
49.
Nelina
(f. 39, c. 8)
[Caltagirone], 3 dicembre 1914 72
Carissimo Gigi,
Spero che le continue distrazioni t’abbiano a far tornare rifatto. Sei dunque stato
a Milano, hai riveduto gl’amici, ti sei divertito.
Le tue dimissioni da Pro sindaco, hanno dato un lavoro ai tuoi amici, un fermento
nel paese che non se ne può più.
Domenica al comitato vi fu un grande comizio, parlò Barletta Gesualdo 73 e
dice che fece commuovere a tutti. La folla era numerosa; il tuo partito è esasperato, vuole
presto il tuo ritorno, ed ha in mente delle grandi dimostrazioni.
70 Lettera.
71 Rieletto sindaco nelle amministrative di quell’anno, l’opposizione, con la pressione mafiosa, tentò di
farlo dimettere. Intorno a lui la situazione si era complicata. «Le minacce, i timori e le sollecitazioni della
sorella Nelina e del fratello, e forse anche l’idea che sul suo nome si fosse ormai concentrato troppo astio e che
questo odio minacciasse di travolgere anche le sue opere, lo spinsero a presentare le dimissioni» (De Rosa,
Sturzo, cit., p. 172). Successivamente ritirò le dimissioni per la pressione degli amici. Sulla vicenda amministrativa
di Sturzo a Caltagirone cfr. U. Chiaramonte, Il municipalismo di Luigi Sturzo pro-sindaco di Caltagirone
(1899-1920), Morcelliana, Brescia 1992.
72 Lettera.
73 Gesualdo Barletta lo troviamo nelle elezioni comunali del febbraio 1905 tra i sostenitori del partito di
Libertini; nelle elezioni provinciali e comunali del giugno 1914 fu tra i candidati del partito sturziano. Vinte
le elezioni, nella giunta di Sturzo ricoprì la carica di assessore.
43
Io ho pregato Barletta di non farne fare al tuo ritorno anzi all’arrivo dalla stazione,
ma il popolo non vuol sentirne. Io credo che sarebbe meglio che tu arrivassi all’insaputa,
che ne dici?… E a Roma non starai fino alla fine del tuo ricorso? Dimenticavo
dire che D. Mariannina Lo Carmine quando seppe delle tue dimissioni non sapeva parlare
più. Adesso anche lei, figurati, vorrebbe andare alla stazione, c’è da ridere!!…
Basta, ora una raccomandazione. Raccomandano caldamente un certo Cianciabella
Giuseppe fu Antonino, concorrente alunno di Cancelleria e Segreteria Giudiziarie;
avendo sostenuto gli esami presso la Corte di Appello di Catania nei giorni 10-11-12
novembre 1914. Ora la decisione sarà costì e gl’incartamenti sono stati spediti. Lui si è
anche raccomandato all’Onorevole 74, ma il tuo appoggio può valergli. È unico figlio che
sostiene la madre vedova e i fratellini.
Noi stiamo bene, Monsignore scrive che tutto è pronto per la b. (sic) lui passerà
da Piazza prima di venire, crede tornerete insieme. Divertiti salutami la contessa Soderini,
t’abbraccio
50.
Nelina
(f. 39, c. 47)
[Caltagirone], 4 dicembre 1914 75
Caro Gigi,
A quest’ora avrai ricevute tutte le lettere che ti ho inviate e quelle scritte mie.
Noi stiamo bene, e mi auguro che tu sarai già rifatto. Ieri sera venne a farmi visita la
Signora Favitta e mi disse che Totò è a Roma. Anche Michelino è costì, sarà per il ricorso.
Ti scrivo raccomandazioni; tu ne farai il conto che credi. Cremona ti raccomanda l’affare
della cappellania del Canonico Silenzio; tu comprenderai di che si tratta, io non ne
capii nulla!
Un’altra persona raccomanda la guardia di città, un certo Vincenzo Giacomazza
che trovasi a Milano. Dice che l’aria non gli giova e vorrebbe essere rimosso in Sicilia.
Un terzo è l’avvocato Canti che deve fare gli esami, non so di che cosa (riderai) e vuole
raccomandazioni.
Basta, non ti strapazzare, le raccomandazioni li faccio per dire che li ho fatti!…
Gl’operai sono smaniosi del tuo ritorno, c’è stata della gente che per giorni intieri non ha
lavorato, ha perduto la testa. E credo che Corteggiani sarà stanco di vedere arrivare il fattorino
telegrafico per conto tuo.
74 Il riferimento è all’on. Gesualdo Libertini. Cfr. R.Colapietra, Gesualdo Libertini antagonista o «deuteragonista»
di Sturzo?, in «Nuovi Quaderni del Meridione», settembre 1980, pp. 273-309.
75 Lettera.
44
Quando arriverai a Catania se puoi vai da Giustina; ieri mi scriveva che forse in
questi giorni le faranno l’operazione persuasi che trattasi di appendicite. T’abbraccio con
Margherita. Aff.ma
51.
Nelina
(f. 39, c. 52)
[Caltagirone], 8 dicembre 1914 76
Caro Gigi,
Stamane ricevo la tua. Godo tanto saperti in buona salute, ma ti raccomando
ora che torni a Catania specialmente di non sciuparti. Figurati se verrei a Catania, ma
come ti scrissi, forse Giustina si farà fare l’operazione e temo di arrivare a mal punto.
Ti raccomando di mandare al maestro Cona un telegramma di condoglianze,
gli è morta la sorella d’un colpo. È sopravvissuta solo tre giorni. Anche a Gesualdo Barletta
veniva parente tanto che è stato a guardare il lutto.
A Catania cerca di parlare nuovamente con Ceccino Sturzo per i denari che
dobbiamo avere. Di andare da Mario Tamburino per i denari di Palermo.
Qui ci sono i quattro impiegati comunali che hanno perduto la lite esasperata
contro te, specialmente Ragusa, guardati.
Che dirti più? Noi stiamo bene e con Margherita t’abbraccio
52.
Nelina
(f. 39, c. 60)
[Caltagirone, dicembre 1914] 77
Caro Gigi,
Godo che stai bene, noi anche e Monsignore dice lo stesso. Lui sarà qui o il 16
o il 18. Ti accludo una lettera della vedova Mantica. Stamane son venute le Sturzo dolentissime
forse per un malinteso. Sai della benedetta nomina di Giacomino al Monte; finalmente
aveano fatto persuadere Bonaccorso e voleva Perno fare la riunione per sabato
scorso, cioè, ieri, e nominarlo. Al momento che parlavano al Can. D’Antona lo trovano
76 Lettera.
77 Lettera.
45
contrario dicendo, che tu gli avevi detto che dovea nominarsi un ragioniere laureato;
quindi la riunione non fu.
Figurati; gli fecero parlare anche dal Dott. suo fratello il quale non lo ha potuto
smontare. Questo ho risposto io, è inverosimile colle raccomandazioni che Luigi prima di
partire fece a Bonaccorso, non è così. Se non torni presto scrivi tu a D’Antona e far rimediare,
se non altro fallo per me. Se hai tempo vai da Giustina, non so come stia e se hanno
fatto l’operazione. Dille tante cose per me. Stamane ti ho spedito l’avviso per il consiglio
provinciale del giorno 18 cioè, venerdì.
Come hai fatto per la biancheria? se vuoi te la mando con Spadaro? Oggi vi è
stato Luigi La Rosa 78 con sua moglie, ti salutano. Domani o martedì partirono per andare
a svernare a Palermo.
Barletta stasera ha fatto una conferenza sulle opere che hai iniziato; dice che il
salone era rigurgitante. Vogliono la tua venuta di giorno mi dice il portiere.
Basta, Margherita con me t’abbraccia
Nelina
P. S. A proposito, cosa hai fatto per far visitare gli occhi a D. Peppino?
(f. 39, c. 57)
53.
[Caltagirone, 4 aprile 1915] 79
Caro Gigi,
Il saperti sofferente ci ha tenute tanto angustiate; figurati poi che lo hanno
stampato sulla Gazzettaccia che tu non stavi bene a Roma.
Basta, guardati caro fratello, curati e non sciuparti del tutto la salute. Noi stiamo
bene; oggi è stato un giorno di primavera avanzata! Come sarebbe bello andare in campagna!!
Stamane ho saputo che il bambino di Favitta, il grandetto, è gravemente
ammalato a Palermo, tanto che ieri son partiti in fretta Carfì e Gueli.
Se non ti reca fastidio e puoi farlo, ti prego di raccomandare come fattorino il
figlio di Barrano il senzale. È proietto e si chiama Pariglia Salvatore. I documenti dice che
li presentò all’Onorevole, se puoi fallo, poiché a giugno compie 15 anni. Di Giustina ne
sai nuova? Dì tante cose per me se vai. T’abbraccio
46
Mario forse verrà lunedì.
Nelina
(f. 96, c. 25cd)
78 Molto amico di Sturzo, sarà figura di rilievo del Partito popolare a Caltagirone. Nel secondo dopoguerra
fu molto vicino agli ambienti indipendentisti. Conservò tuttavia con Sturzo una cordiale e fraterna
amicizia. Cfr. A. Sindoni, ad vocem, in DSMCI, vol. III/1, pp. 465-466.
79 Lettera.
54.
[Aderno, 4 aprile 1915] 80
Stiamo bene, desideriamo sempre tue notizie. Ti mando con questa 14 lettere,
due sono espressi e uno è l’avviso del consiglio Provinciale per il g. 8, perciò immagino
verrai verso la fine della settimana
55.
Nelina
(f. 147, c. 176)
[Caltagirone, 19 aprile 1915] 81
Caro Gigi,
Abbiamo ricevuto il telegramma, e la lettera. Mi auguro che il viaggio fino
Firenze non t’abbia fatto male. Noi stiamo bene. Monsignore per l’affare del banco di
Sicilia dice che deve trovarsi a Piazza il 28.
La sottana e il soprabito non sono ancora arrivati, temo che si sono smarriti, ed
ho scritto al sarto per reclamarli. Oggi sono stata a dare il buon viaggio a Mina Spadaro;
loro dicono che partiranno fra breve, in settimana. Come va che Concettina a te dice che
approva il ritorno di Mina in collegio mentre avea scritto prima che non c’era da temere.
Speriamo che la guerra non venga, che disastri! Tu anderai a Palermo. Mi scrisse
Giacomino Barletta i nomi per avere fatte le raccomandazioni. Intanto li ho fatto fare a
Monsignore il quale ha scritto a Giglio Tramonti 82 se tu anderai lì, vedrai di poterla pure
raccomandare. Non dimenticherai il nome di Ceccina la quale si chiama Mariannina
Mellini e deve pigliare il diploma di francese. Scrivi, dai tue nuove. T’abbraccio con
Mario e Margherita
Nelina
(f. 96, c. 25co)
80 Cartolina postale sped. a Catania (Arcivescovado). Il testo è in coda come P.S. ad un breve scritto indirizzato
a Sturzo, non firmato.
81 Lettera.
82 Militante sin da giovane nel movimento cattolico isolano, nel 1899 divenne presidente del Comitato
regionale dell’Opera dei Congressi. «Con la crisi del Movimento Cattolico (1904), egli si accostò ai conservatori
della rivista “Letture domenicali” di Palermo ma mantenne un ruolo di primo piano nel MC siciliano per
il prestigio di cui godeva. Dopo il Congresso regionale di Catania (1908) venne eletto delegato provinciale,
per Palermo, del segretariato regionale elettorale; poco dopo fu pure eletto presidente dell’Unione cattolica
regionale e fu confermato in tale incarico anche dopo la riforma dell’AC avvenuta nel 1915» (A. Sindoni, ad
vocem, in DSMCI, III/1, pp. 414-415).
47
56.
Caltagirone, 20 maggio 1915 83
Esito Cassa Rurale Grammichele fra qualche giorno Federazione.
57.
Nelina
(f. 152, c. 158)
[Caltagirone, 1 giugno 1915] 84
Caro Gigi,
stiamo bene; ho ricevuto il telegramma tuo.
Ti ho scritto una lettera ieri chiedendoti un favore, qualora me lo puoi fare si
tratta che essendo cosa che mi serve perché pratica e non di lusso.
Ti scrivo questa ora per incarico di Cremona il Canonico. Dice che vorrebbe
fatta una raccomandazione al Colonnello La Ferlita comandante in capo, onde far sollecitazione
presso il comando di Milano per suo nipote Vincenzo Pertica. Costui è guardia di
finanza nella Brigata Cremona. È stato ammalato, gli è stato proposto dal Maggiore
medico del presidio 90 giorni di congedo.
Dunque si tratta di far sollecitare il rimpatrio. Se puoi fai questa raccomandazione.
Con Margherita t’abbraccio
48
58.
Spedito espresso Commissione urgente aspettalo.
83 Telegramma sped. a Catania.
84 Cartolina postale sped. a Roma (Albergo S. Chiara).
85 Telegramma sped. a Roma (Albergo S. Chiara).
Nelina
(f. 96, c. 25cx)
Caltagirone, 3 giugno 1915 85
Nelina
(f. 40, c. 70e)
59.
[Caltagirone, 30 giugno 1915] 86
Caro Gigi,
Ti scrivo in questo stesso foglio poiché temo che la lettera venga pesante. La
presente te la mando pur credendo che dovrebbe andare al Municipio. Ma siccome credo
anche che tu potrai personalmente ottenergli qualche cosa te la mando.
Dunque, noi si lavora; si è messa su una pesca e l’hanno scelta farla alla Villa il
giorno undici cioè la seconda domenica di luglio. La serata a teatro si vorrebbe far pure
intrecciandola così, poiché la pesca a teatro non può farsi per la ristrettezza del locale e
perché non potrebbe entrare il popolino.
Dunque il discorso, che non so se accetterà La Rosa poiché con me si è scusato
dicendo che non si sente bene, poi qualche inno cantato e un quadro ginnastico come
quelli che fece fare Caravella. Poi qualche sinfonia. Dopo si potrebbe fare se riesce, un quadro
plastico o qualche trittico mi dice Vaccaro, sarebbe nuovo e bello. Dopo un bozzetto
fatto da diverse signorine e ne abbiamo trovato uno intitolato “Sorella” scritto recentemente
sul Varietas. Rappresenta Trieste che fa l’onomastico e le diverse città d’Italia quale sorelle
vanno a far gli auguri. Il marito di Trieste rappresenta l’Austria e quindi in disaccordo e
la cameriera “Speranza” che cerca il verso di farla fuggire ora preparando un pranzo tutto
italiano, poi con suonare una musica in ultimo col presentare il quadro di Dante.
Sarebbe breve e d’occasione. Si finirebbe la serata con il canto dell’inno reale.
Non ti pare? Rispondimi per continuare a preparare. Stiamo bene
60.
Nelina
(f. 40, c. 79b)
Caltagirone, 5 luglio 1915 87
Tutti domandano giorno tua venuta amministrazione reclama presenza.
86 Lettera.
87 Telegramma sped. a Roma (Albergo S. Chiara).
Nelina
(f. 40, c. 77c)
49
Giovedì sarò Catania. Sto bene.
61.
62.
Sto molto meglio. Spero partire domani.
63.
[Roma, 6 luglio 1915] 88
Luigi
(f. 40, c. 77c)
[Roma, 8 agosto 1915 ]89
Luigi
(f. 40, c. 93)
[Caltagirone, settembre 1915] 90
Caro Gigi,
Due parole e spero siano gl’ultimi che diriggo a Roma. Stiamo bene e spero che
tu con tutto il gran lavoro che hai fatto stai bene. Ma perché poi lavorare tanto?… Ora
ritorni qui e troverai gran lavoro immagino, poiché nessuno lavora quando tu non ci sei.
Gasperino La Rosa è stato destinato a Palermo alla 12.ma Compagnia Sanità.
Parte domenica e da te vorrebbe fatta una calda raccomandazione al Colonnello Carbone.
Se puoi faglielo. Anche Nicolino La Rosa è stato destinato alla sanità a Palermo, ma
questo non è venuto a raccomandarsi. Te lo dico per saperlo. Se vedi la Signora presenta i
miei saluti, mentre t’abbraccio
Nelina
P. S. Il La Rosa Gasperino, voleva scriverti lui con lettera raccomandata, ma io
risposi che te l’avrei scritto io.
(f. 97, c. 96)
88 Appunto di Luigi sul precedente telegramma di Nelina.
89 Minuta di telegramma di risposta di Luigi a Nelina la quale aveva telegrafato lo stesso giorno a Giulio
Corteggiani dell’Albergo S. Chiara a Roma: «Angustiatissimi dica mio fratello manderò Angelo Montemagno
accompagnarlo ritorno ossequio» (f. 40, c. 93). La minuta di Luigi è sullo stesso telegramma di Nelina.
90 Lettera.
50
64.
[Caltagirone, 17 settembre 1915] 91
Caro Gigi,
Ti scrivo per espresso poiché le Coniglio desiderano così. Carlo si trova all’Ospedale
V. Emanuele, 3° reparto, ala delle scuole n. 209. Desidera parlarti prima che tu
faccia una seconda raccomandazione al Carbone. Bisogna farla poiché avendo il Carbone
tante occupazioni potrà averlo dimenticato. Desidera che andando all’Ospedale tu lo faccia
chiamare e non andare vicino il suo letto.
Mi hanno detto che tu sarai domani costà e quindi t’indirizzo la lettera all’Arcivescovado
[di Catania]. Noi stiamo bene; io ogni giorno vado all’Allasido a lavorare. Se
vedeste come sembra grazioso quel locale animato. Cosa dicono i bagni, ti senti meglio?
Vieni presto che mi annoio stare priva di te. Margherita sta bene, ti saluta, io t’abbraccio
65.
Nelina
(f. 97, c. 60)
[Caltagirone, 27 novembre 1915] 92
Caro Gigi,
Ti scrivo stasera 27 sabato.
La linea Caltagirone-Catania si è riattivata in parte, poiché da Valsavasia a
Catania si fa in carrozza. Domani 28 telegraferò se posso partire e con me verrà Mariannina,
forse anche il sanitario La Rosa con la figlia che va a Messina. Sento dispetto a venire
stavolta. Noi stiamo bene, qui fa freddo di tramontana ma intensa!!… e costà?
Ti accludo una cartolina di D. Canciuzza Pulvirenti. Il figlio scrive a questo
modo. La madre teme che facendosi la causa potrebbe essere fucilato e figurati come
piange. Se tu potresti fare qualche raccomandazione, veramente è stato sempre un buon
giovane; la famiglia ottima. Sono poi i genitori con 7 figlie femmine e questo solo
maschio.
Basta, vedi quello che puoi fare. T’abbraccio e spero rivederti. Aff.ma
91 Lettera.
92 Lettera.
Nelina
(f. 97, c. 139)
51
66.
[Caltagirone], 4 dicembre 1915 93
Caro Gigi,
Ti scrissi ier sera e mi dimenticai d’un favore che chiedono gli Sturzo. Scrivesti
per quelle informazioni del C. Carlo Dotta? Non dimenticarlo, poiché mi dicono che le
cose si vanno facendo sempre più strette e che quindi prima d’apparolarsi definitivamente
vorrebbero migliori informazioni. L’indirizzo è Maggiore al 4° Battaglione del 4° Reggimento
Dotta dei Marchesi Dauli, Genova.
Fallo per piacere; mi secca dire che non so cosa hai fatto… Riposati, torna rifatto,
t’abbraccio
67.
Nelina
(f. 97, c. 149)
[Caltagirone, gennaio 1916] 94
Caro Gigi,
Stamane ti ho spediti i colli. Ieri sera arrivò Monsignore e giusto a me toccava il
teatro, quindi dovetti uscire. T’assicuro che Valli la vanno facendo sempre peggio. Speriamo
che Quarani lo facciano discreto. L’altro giorno venne il maestro Battiati colla sua
Signora per raccomandare a te l’affare della maestra Bufane “sua moglie”. Tu saprai
meglio di me quale sia l’affare. La maestra mi diceva che le avevano quasi fatto smarrire i
documenti e qui per otto giorni ripetevano che i documenti non si potevano trovare ecct.
Finalmente il Maestro venne a Catania e come Dio volle trovarono i documenti. Adesso
temono che la stessa mano che stava facendo smarrire costà i documenti, non li faccia
spedire a Roma. Per questo si raccomanda a te.
Basta, io ti scrivo se puoi influire a qualche cosa. Mario sta bene, noi pure.
Guardati la salute; vai da Giustina? T’abbraccio
52
93 Lettera.
94 Lettera.
Nelina
(f. 96, c. 25am-i)
68.
[Caltagirone], 17 giugno 1916 95
Caro Gigi,
Ti auguro ogni bene per il tuo onomastico. Quest’anno da lontano dobbiamo
passare un giorno sì bello. Quanti ricordi in questo giorno passeranno per la memoria!…
Spero trovarmi a Piazza ove conto di andare martedì; tu come mi promettesti verrai a
prendermi appena arrivato?
Qui fa caldo, caldissimo, e costà? Sei andato da Durante? Vi andrai?
Ho aggiustato un po’ la baracca delle cameriere facendo venire come provvisoria
la sorella di Giacomina e inducendo Vincenza a vestire lei M.
Vedremo se questa volta si farà meglio; resterà Teresa. Non lavorare molto con
questo caldo che sciupa… T’abbraccio con vivo affetto
P. S. Vincenza ti fa gli auguri e ti bacia la mano.
69.
Nelina
(f. 42, c. 31)
Piazza Armerina, 3 luglio 1916 96
Caro Gigi,
Non ti ho scritto perché credeva di giorno in giorno vederti arrivare. Ma ora gli
affari, ora i mali che ti procuri allungano sempre la tua assenza… Non vedo l’ora di riabbracciarti!
Con Monsignore stiamo bene; veramente qui il caldo non si sente tanto. T’abbraccio
70.
Nelina
(f. 42, c. 41)
[Caltagirone, ottobre 1916] 97
Caro Gigi,
Abbiamo ricevuta la tua cartolina da Pompei, si intende dopo il telegramma.
Stiamo bene e speriamo che tu lo sia anche. Hai fatto il telegramma alle Coniglio? Povera
Angelina come deve sopravvivere a tanta sventura?
95 Lettera.
96 Cartolina illustrata sped. a Roma (Albergo S. Chiara).
97 Lettera.
53
Io non sono ancora andata a far visita, ma le ho scritto un bigliettino dicendo
che anderò quando le visite saranno calmate. Cosa hai fatto per Enrico? La nipote di Giacomino
Barletta, Ceccina Mellini ti prega d’interessarti presso il Ministero per un posto,
possibilmente a Catania. Dice che vi sono questi più due scuole tecniche, tutte di 28 ore
ed è quello che lei vorrebbe. Se tu puoi fare qualche cosa è meglio presso il Ministero che
col Provveditore (dice lei).
È un’opera di carità. Mi dispiace anche io darti delle noie, ma come si fa coi
parenti? Mamina Gravina manda nuovamente a raccomandare la chiusura dell’acquedotto.
Non lasciasti l’ordine? Se puoi anche mandarlo di costà poiché ora la famiglia di
Michelino torna, perché Lui viene su. La puzza dice che è orribile...
Il biglietto che Borromeo ti disse che avea spedito a me credo che non lo spedì,
perché io nulla ho ricevuto; non fa niente, ma vorrei essere sicura che l’abbia accettato.
Non ho mandato il biglietto a Perticone perché mi è sembrato curioso farlo partire di
qua, meno male che tu lo spedivi da Catania o anche da costì.
T’abbraccio con affetto
71.
Nelina
(f. 101, c. 201)
[Caltagirone, ottobre 1916] 98
Caro Gigi,
Che vitaccia, caro fratello! Se la pensavi di farla anni addietro sarebbe stato
meglio, perché ognuno di noi prendeva un’altra via… Ed ora quando ritornerai e per
quanti giorni? Noi si sta benino, e tu con questo strapazzo? Ti mando un po’ di biancheria
e tutte le lettere, che io non facendo orecchio a quello che fece telefonare Sclafani, non
volli spedire posta a Girgenti.
Ed ora qualche raccomandazione; pazienza; io debbo farle e tu leggerle per poi
farne il conto che vuoi. Angelo raccomanda l’affare di suo nipote Campoccia Giacomino.
D. Peppino il portiere si raccomanda per essere portato più giù mentre si trova vicino
Gorizia, Ceccina Mellini cioè Maria Anna (così si chiama) si raccomanda ancora, disperata
perché Paolino Franco le ha aperto le mani, e crede che tu non le hai fatto nessuna raccomandazione.
Povero Barletta si trova con 1.000 lire di deficit. Ma più di tutto poiché
Ceccina voleva mettersi subito in carriera.
Basta, vedi quello che puoi fare. Non ti strapazzare molto, t’abbraccio, aff.ma
54
98 Lettera.
Nelina
(f. 101, c. 202)
72.
[Caltagirone, dicembre 1916] 99
Caro Gigi,
Ricevetti ieri la tua in cui mi parlavi delle difficoltà per il nipote di Angi; speriamo
che potrai ottenere qualche cosa. A proposito Angelo mi diceva che una persona venuta
da Torino gli diceva, chi può tutto in questo momento a Torino che anche richiama i soldati
operai è il sig. Ferdinando Giachero (Via Morosini n. 85). Come anche più importante al
Comandante della Caserma Ferdinando di Savoia 6.a Fortezza, Corso Valdacco.
Io ho voluto scriverlo se mai qualche raccomandazione ti è facile poterla fare
mentre sei a Roma. Margherita sta bene; io ancora colla tosse ed è dall’otto del c. mese
che non esco. Monsignore sta bene e verrà il 7 gennaio. Forse conta di venire a Roma.
Sei stato da Giustina? Io glielo scritto. Sono stanca della tua lunga assenza, caro
Gigi, così non si può più vivere. Non so se questa t’arriva; l’altra posta non la mando poiché
temo si smarrisca.
Le cameriere ti ossequiano con Margherita t’abbraccio, aff.ma
73.
Nelina
(f. 101, c. 220)
[Caltagirone, dicembre 1916] 100
Caro Gigi,
Ricevetti la tua; ho detto a Gigia quanto mi scrivi. Lei ti ringrazia di tutto e mi
dice che non vuole che t’incomodi a far vaglia, glieli porterai tu.
Qui la gente è tutta contenta per il decreto ministeriale contro il pascolo abusivo.
I caprai però dicono che tu hai sempre fatto loro da padre. Anche qui ti accludo il telegramma
che ti invia uno di Castellammare e credo che tanti altri ti siano arrivati costà. Io
penso sempre S. Pietro.
Vincenzo Truglio mi incarica pregarti onde fargli una lettera per il Segretario
del Vescovo di Pavia. Dicono che per farli venire in Sicilia ci voglia il richiamo del direttore
dell’Ospedale e Vincenzo tanti mesi addietro fece la domanda nell’Ospedale ove è Clementi
Direttore e lui stesso fece il richiamo dell’ammalato e intanto ancora non l’hanno
mandato. Il Direttore dell’Ospedale di Pavia si chiama Cav. Cantella. Faccela la suddetta
lettera, affinché vede se può ottenere qualche cosa.
99 Lettera.
100 Lettera.
55
Ieri Luciano si persuadette a prendersi gli ulivi 7 con 4. Meno male, mi annoiava
aver a che fare con tanta gente. Ho dato il pascolo della Russa con 10 once a salma.
Insomma ieri (domenica) mi strapazzai tanto a parlare che mi presero i soliti decimi. Poi
la mattina vado al Comitato per le notizie e mi strapazzo.
Basta, avrei bisogno invece di aria di campagna. Con Margherita ti abbraccio,
aff.ma
Nelina
Le cameriere ti ossequiano.
(f. 102, c. 2)
74.
Angustiatissimo vostro silenzio telegrafami notizie tua salute.
75.
Bersani desidera sapere tuo arrivo Roma. Stiamo bene.
76.
[24 gennaio 1917] 101
Luigi
(f. 43, c. 78d)
Caltagirone, 12 settembre 1917 102
Nelina
(f. 201, c. 118)
[Caltagirone, dicembre 1917] 103
Caro Gigi,
Son le 12 e ancora non abbiamo ricevuto nessuna tua notizia. Scrivi ogni giorno.
Noi stiamo bene. Bada che la modista manderà all’albergo una piccola scatola con il
56
101 Minuta di telegramma.
102 Telegramma.
103 Lettera.
mio cappellino, me lo porti tu poiché non si possono spedire pacchi. Non lasciare costì il
tuo soprabito te ne prego.
T’abbraccio
Nelina
P. S. La modista te lo manderà spero e si chiama Cesira Brandia, Fontanella
Borghese.
(f. 43, c. 78a)
77.
[Caltagirone, dicembre 1917] 104
Caro Gigi,
Ieri abbiamo ricevuto il telegramma, godo leggere del tuo ottimo viaggio e che
stai bene. Non ti strapazzare molto con questo caldo. Io sto un po’ meglio con quel piccolo
gonfiore, così non c’è stato bisogno di chiamare D’Antona. Le Dame lavorano alacremente,
e per la pesca per le informazioni delle famiglie veramente povere.
Oggi è arrivata la presidentessa e t’assicuro che abbiamo più volte dovuto
richiamarla al filo del discorso altrimenti non si sarebbe più usciti dal Comitato. C’è da
ridere!!!
Si sta pensando il da fare per la serata: tu troverai sul tavolo le nostre belle idee,
salva a modifiche ragionevoli e qualche idea più logica sui quadri che si vogliono fare.
L’uva della Russa è andata via completamente, gli aranci anche e gli ulivi così si
è già fatto il raccolto. Pazienza!!… purché si ha la salute! Se passi per Napoli dì a Carlo
Chiarandà che ti mandi qualche piccolo dipinto o in conchiglia o qualche altra cosa bizzarra
per la pesca.
Si dice che sarà domenica 12 salvo a postergare. Con Margherita t’abbraccio
104 Lettera.
Nelina
(f. 43, c. 78c)
57
78.
Caltagirone, 19 aprile 1918 105
Caro Gigino,
Ho il piacere di mandarti con il Can.co Fondacaro 106 un po’ di biscotti freschi,
che ho fatto proprio per te. Mando pure una maglia pesante, credo che ti farà comodo,
atteso che costì piove. Qui nebbia e cattivo tempo; nulla pioggia…
Noi stiamo bene; io con la piccola fasciatura risento quasi nulla del male che il
Dottor D’Antona dice essere, quindi non ne parlare con Borrami; ad una mia venuta
costì poi se ne parlerà. Ti acchiudo £ 50 e pensa a non risparmiarti il bisognevole. Salutami
la Sig.ra Belli, Longinotti, Grosoli e tutti gli amici che rivedrei con piacere. La tua
assenza mi pesa, e, vorrei pigliare un terno al lotto, come le nostre cugine Sturzo di circa £
5.000, per venirmi a divertire un po’ a Roma. La zia continua e chi sa quanto tirerà, per
poi finire di marasma senile.
Ti mando anche l’abito da tingere in nero; lo porterai alla tintoria Torinese in
via dei Cestari a due passi dall’albergo. Dentro vi è un mio biglietto. Tu le dirai per quale
giorno lo vuoi, devi però mandarlo o portarlo subito, e meglio che glielo porti te e ti fai
dire se viene o no bene e le raccomanderai di fare bene e il giorno che deve mandarlo. Se
l’abito lo mandi col cameriere devi farti mandare la ricevuta.
Ti raccomando in ultimo di pregare qualche amico tuo prete, onde sollecitare
presso la curia Pontificia per il rimpatrio del fratello di Teresa. Te lo raccomando caldamente
e ti rimetto l’indirizzo per poter fare la raccomandazione. T’abbraccio
58
79.
Lascia commissione in sospesa confermare tuo ritorno.
Nelina
(f. 45, c. 12)
Caltagirone, 2 maggio 1918 107
Nelina
(f. 74, c. 79)
105 Lettera.
106 Mons. Vincenzo Fondacaro era originario di Caltagirone (1882-1956). Fu stretto collaboratore di
Luigi nella vita amministrativa calatina; nel 1918 mons. Mario lo nominò vicario generale di Piazza Armerina,
carica che mantenne fino alla morte del vescovo. Ebbe grande confidenza ed affetto con ambedue i fratelli.
107 Telegramma.
80.
Roma, 2 maggio 1918 108
Telegrafa subito se tuo telegramma stamane dovuto malattia sono angustiatissimo.
81.
Spero essere costà mercoledì. Sto bene.
82.
Luigi
(f. 74, c. 79)
Roma, 3 maggio 1918 109
Luigi
(f. 74, c. 74)
Caltagirone, 30 maggio 1918 110
Caro Gigi,
Ieri ricevemmo la tua cartolina unica dacché sei partito. Mi auguro che starai
bene come tu dici; noi tutti bene. Venendo condurrai Silvio? Chi sa quante volte sia
venuto ad incontrarti. Gigia ti ossequia e ringrazia con anticipo. Le Coniglio ti raccomandano
l’affare di Enrico o Carlo, come ti piace. Dice che bisogna scrivere presso l’Intendenza
Generale di Bologna o per mezzo del Vescovo Castrense.
Interessatene te ne prego poiché lui non ha più nulla e nulla otterrà se non per
mezzo di queste vie. Sei stato da Giustina? Desidera tanto una visita e mi dispiacerebbe se
tornando mi diresti che non sei potuto andare. Salutami tutti gli amici, mentre con Margherita
t’abbraccio con vivo affetto
108 Minuta di telegramma sul testo del precedente.
109 Minuta di telegramma.
110 Cartolina postale sped. a Roma (Albergo S. Chiara).
Nelina
(f. 111, c. 42)
59
83.
Caltagirone, 2 giugno 1918 111
Caro Gigi,
Ho ricevuto la tua cartolina; mi duole leggere che ancora non hai ricevuto il
pacco che io spedii raccomandato col valore dichiarato per arrivare più presto. Spero che
ora ti sia arrivato e che almeno per gl’ultimi giorni l’avrai.
Noi stiamo bene; i bacolini vanno avanti sono fino a quest’ora buonissimi.
Valdina mi dice che le hanno risposto da Siracusa, tanto Mosumeci e Guzzardi
che ne hanno fatto ricerca, che le carte sono state spedite a Roma, quindi vedi di farli
sapere a chi devi.
Poi ti prego caldamente di fare o di far fare una calda raccomandazione per
Vincenzo Pam… Che ha un pezzo che non scrive. Però hanno scritto due amici suoi rimpatriati
e dicono o meglio si legge tra le righe, che sia ammalato di nevrastenia. Per carità
fai tutte le istanze che puoi.
Non vorrei recarti disturbo, ma come si fa? Teresa ne è angustiatissima. Abbiamo
due profughe per cameriere con Maria e paiono buone tutte e due. Con Margherita ti
abbraccio. Aff.ma
60
84.
Domani riparto. Arrivo mercoledì. Sto bene.
Nelina
(f. 111, c. 58)
Roma, 30 settembre 1918 112
Luigi
(f. 46, c. 110)
111 Lettera.
112 Minuta di telegramma in risposta ad un telegramma di Nelina dello stesso giorno a Giulio Corteggiani
dell’Albergo S. Chiara: «Desidero sapere se mio fratello giunse costà ossequi» (f. 46, c. 110).
85.
[Caltagirone, novembre 1918] 113
Caro Gigi,
Mi sembra un secolo che sei partito da casa; forse perché il raffreddore t’aveva
fatto stare dentro ed ora ci sembra la casa vuota. Un’altra volta parto con te.
Stiamo bene, Margherita col suo dolore sordo e molesto. Immagino quello che
hai trovato a Roma, l’entusiasmo e la gioia. Che festa vi sarà lunedì? Divertiti un po’ per
me. L’affare delle Fontanapietra suona… hanno offerto £ 4.000. Io ho risposto che siamo
troppo lontani e poi devo scrivere a te e a Monsignore al quale ho già scritto. Birdirimi si
parla di 35.000 vedremo o l’uno o l’altro e anche tutte e due non ti pare? Cosa consigli
tu? Poi non ti dico Altobrando che lo pagherebbero circa settanta, ci sarebbe da fare un
affare. Ma ci basta, credo, metterci in regola, speriamo riuscirci.
Ti rimando 7 tra lettere e cartoline e qui t’accludo un telegramma. Scrivi, guarda
di non lavorare molto che ti sciupi la salute.
Le Coniglio ti raccomandano di poter influire per l’avvicinamento di Enrico. Il
freddo lui non lo sopporta. T’abbraccio, aff.ma
86.
Nelina
(f. 47, c. 45)
[Caltagirone], 21 febbraio 1919 114
Caro Gigi,
Ancora non scrivi e siamo al sabato 22. Non c’è stato il tempo di scrivere? Spero
domani avere tue care nuove, mentre ti dico che noi stiamo bene.
Guardati dai colpi d’aria; ho letto che P. Giordano è morto d’influenza a Palermo,
quel benedetto Palermo non t’impegnare ad andarvi…
Non dimenticare la raccomandazione per il soldato Boscarelli, dichiarato, dicono i
parenti, ingiustamente disertore. Ora da Messina è passato al tribunale di guerra della IV
armata. Se puoi interessartene era un buon giovane e che avea dato prove di valore da meritarvi
una licenza estra. Poi preso prigioniero in Austria, alla famiglia arriva questa notizia 115.
113 Lettera.
114 Lettera.
115 La lettera, probabilmente, è mutila di un altro foglio.
Nelina
(f. 113, c. 67)
61
87.
Arrivata benissimo viaggio ottimo.
88.
Caltagirone, 1 giugno 1919 116
Nelina
(f. 48, c. 40)
[Caltagirone, giugno 1919] 117
Caro Gigi,
Ho ricevuta la tua cartolina e godo che sei arrivato a Roma, che stai bene e che
hai trovato la casa pulitissima. Noi stiamo bene ed in cerca di sbrigarmi e ripartire come
ho detto.
Spero che avrai ricevuto la mia lettera e i calzoni per mezzo di Cordiel [sic].
Ora ti accludo gli appunti che mi manda Di Pietro e che la Sig. Di Bernardo raccomanda
vivissimamente. Anche Viglianesi è venuto a raccomandarsi affinché il suo ricorso per
aprire il mulino, ora che il decreto c’è, venga esaudito. Lui è ammalato avendo avuto una
leggiera paralisi al lato sinistro.
Ricorda a Vicentini 118 la mia lettera di calda raccomandazione che io gli mandai
pria di partire, per Anfasso Giacomo per il Banco Roma. Veramente i nostri meritano
di essere un po’ protetti. Il tempo ora si è rimesso mentre siamo stati d’inverno in questi
giorni. Salutami i Signori Amerigo. Colle cameriere mandami a salutare Venerina, salutami
anche loro e fa che restino. Tutti ti ossequiano mentre con Margherita ti abbraccio.
Aff.ma
62
Nelina
(f. 48, c. 61a)
116 Telegramma sped. a Roma.
117 Lettera.
118 Giuseppe Vicentini (1876-1943). Sin da giovane si impegnò nell’Opera dei Congressi entrando nel
1902 a far parte del Comitato Permanente. Si impegnò anche in attività giornalistiche e bancarie. Fu tra i
fondatori del Partito Popolare e dal 1919 al 1923 consigliere delegato, con funzione di direttore generale, del
Banco di Roma, presieduto dal conte Santucci. Cfr. S. Tramontin, ad vocem, in DSMCI, III/2, p. 893.
89.
[Caltagirone], 13 agosto 1919 119
Caro Gigino,
Ti accludo un altro telegramma di Cingolani 120, al quale io avrei risposto, ma
priva d’indirizzo non ho potuto. Quando parti, avvisi sempre il tuo vice segretario, questo
è il secondo telegramma. Spero che il primo lo hai ricevuto a Catania, che ti mandai
in una lettera espresso.
Noi stiamo bene; ho la casa piena di cameriere perché Caterina dal sottoprefetto
è voluta venire ad ogni costo da noi. Quella grande è pure tornata, e così cercherà di
aggiustare benino Margherita.
Tu arrivando a Roma vedi quel che manca e scrivi. Bada che nella casa vi siano
state delle malattie di infezioni, informati. Come stai?
T’abbraccio con vivo affetto. Aff.ma
90.
Nelina
(f. 48, c. 113)
Caltagirone, 24 agosto 1919 121
Caro Gigino,
Come stai? Non mi mandi nessuna notizia della nuova dimora. Vorrei sapere
come te la passi, come fai per il servizio, se ora torni, se vai da Santucci 122 ect. Vorrei sapere
in più cosa manca nella casa, cosa dovrei mandare, se la sola biancheria da letto senza
coperta, parlami di tutto!
Maria mi risponde che accetta di venire, ma vuole sapere le condizioni; io ho
scritto £ 35 al mese e il viaggio franco per venire, qualora vuole andar via poi se lo farà lei.
Potrebbe, se tu vuoi, venire subito e così tu avresti il servizio.
Parlami di quello che devo fare e se tu vieni; Monsignore verrebbe a Roma in
novembre o dicembre. Qui fa un caldo da morire, umido però. Ha piovuto perché vi fu
119 Lettera.
120 Mario Cingolani (1883-1971), tra i promotori del Partito Popolare, era a quell’epoca responsabile
dell’attività del partito nel Lazio e in Umbria. Parteciperà fin dall’inizio al processo di formazione della
Democrazia cristiana. Cfr. A. Parisella, Ad vocem, in DSMCI, III/1, pp. 227-229.
121 Lettera.
122 Carlo Santucci (1849-1932) partecipò sempre in prima persona alle vicende più importanti del
movimento cattolico italiano tra ’800 e ’900. Fu tra i promotori del Partito Popolare, ma non seppe valutare
appieno l’impronta democratica della nuova formazione. Lasciò il partito nel ’23, aderendo al Centro nazionale.
Cfr. O. Confessore Pellegrino, ad vocem, in DSMCI, II, Marietti, Casale Monferrato 1982, pp. 576-
579. Sturzo a Roma andò ad abitare in un appartamento in via Principessa Clotilde, al quartiere Flaminio.
63
un bel temporale. Ti accludo un telegramma; ti spedisco e questo e un’altra lettera in via
dell’Umiltà poiché ancora non so se hai ricevuto nulla nella nuova dimora. Puoi interessarti
del cognato di Dianisi, un certo Parisi Giacomo che io ti scrissi la memoria? T’abbraccio
con vivo affetto. Aff.ma
91.
Nelina
(f. 48, c. 120)
Roma, 26 settembre 1919 123
Cara Nelina,
Vi ho mandato mie notizie con il Canonico Compagno e col Canonico Montemagno
124. Sto bene. Sono impegnato per riunioni fino il 7 ottobre, e quindi ritornerò.
Vi abbraccio
92.
Ricevuto telegramma pregoti informarmi subito tua salute.
93.
Luigi
(sc. 728, fasc. F/1/3, c. 291)
Roma, 4 gennaio 1921 125
Nelina
(f. 51, c. 4)
[Caltagirone, luglio 1922] 126
Caro Gigi,
Stiamo relativamente bene, solo desideriamo sapere come stai, come te la passi
solo, se hai urgente bisogno di me. Io alla mia volta sto sbrigando tutto in fretta, dovendo
123 Cartolina postale.
124 Giacomo Compagno e Giuseppe Montemagno, canonici di Caltagirone. Sturzo con ambedue ebbe
nutrita corrispondenza.
125 Telegramma sped. a Treviso.
126 Lettera.
64
poi tornare a settembre e così venire al più presto. Ti acchiudo uno scritto che Cremona
avea fatto per inserirlo nelle immaginette, ma che Monsignore non credette. Intanto per
non essere scortese te l’invio e certamente non arriverà a tempo, tu farai inserire quella di
Monsignore. Ti mando delle ciambelline e un po’ di pesche della Russa.
Ci conforti il pensiero di possedere un terzo angelo in cielo 127. Ebbe tutti i
conforti e come li voleva lei, senza chiasso, così Iddio permise perché amici e parenti lo
seppero quando era volata in Cielo. Tutti ti salutano, io e Mario ti abbracciamo, aff.ma
94.
Nelina
(f. 54, c. 54)
Roma, 17 luglio 1923 128
Caro Gigi, fratello prediletto,
Ho ricevuto la tua lettera e vedo come l’animo tuo è grande, come la tua fede è
viva e profonda. Ti sieguo collo spirito col pensiero costì, sull’alto monte pieno di solitudine,
raccoglimento e tranquillità 129.
Però non ti nascondo la mia preoccupazione che cotesta solitudine, cotesta
inattività ti giovi poco… o meglio ti faccia male. Un po’ di riposo speriamo che possa
portare giovamento.
Io sto bene; facciamo pulizia, si cuciono vestiti, insomma si sta in casa quasi
tutta la giornata. Ieri con Spataro 130 ti ho mandato tante lettere fra le quali una di
Monsignore. Stai tranquillo per noi e non preoccuparti per gl’altri; Iddio pensa lui a
guidarli.
Quando tornerai? Mi sembrano mille anni della tua assenza. Venerina, le Amerigo
ti ossequiano, Adelgisa ti bacia la mano, io ti stringo al seno, aff.ma
Nelina
(f. 54, c. 5)
127 In quel mese era morta la sorella Margherita.
128 Lettera.
129 Come detto nell’Introduzione, Sturzo il 10 luglio aveva lasciato la segreteria del Partito e si era ritirato
a Montecassino per un periodo di riflessione.
130 Su Spataro cfr. L. Sturzo, Lettere a Giuseppe Spataro (1922-1959), a cura di G. Fanello Marcucci, Istituto
L. Sturzo, Roma 1989.
65
95.
Roma, 26 ottobre 1924 131
Carissimo fratello,
Ho ricevuto il primo e il secondo telegramma da Torino ieri, e stamane la tua
arcicarissima lettera. Grazie, fratello caro, grazie del tuo affetto, della tua premura 132. Ora
sono un po’ più tranquilla e rassegnata; al momento della tua partenza rimasi molto
addolorata, piansi tanto, ma poi pensando che il tuo è un atto di sottomissione che Iddio
non potrà non premiare mi tranquillizzai. Ieri, domenica, sono andata ad ascoltare la
Messa a S. Giovanni, andai sulla tomba del Papa Leone XIII a pregare per te affinché
Iddio ti assista sempre, sempre. Per oggi, prima della tumulazione pregai il Parroco che
mi dicesse una Messa sull’altare avanti la tomba. Per me sta tranquillo, sto bene e la compagnia
della buona Venerina mi è di tanto conforto. La medesima ti ossequia, come fa
pure Adelgisa.
Monsignore ancora non scrive, e sarà come ti ho detto io; ha aspettato la tua,
vedremo. Intanto qui arrivano lettere a te dirette che io apro e poi mando al Popolo, quelli
che gli appartengono e al Partito gl’altri, faccio bene?
Figurati se mi piacerebbe un viaggetto in America!? Basta, guardati dai colpi
d’aria, dai cibi e da tutto ciò che potrebbe nuocerti. Stamane ho telefonato al Prof. Azzi
ma non è ancora a Roma; pare che per quel locale che tu sai si siano trovati i documenti e
si sta per mettere in vendita. Vedremo. Vavà quella sera scriveva tutte le bestialità che
escono dalla bocca di Libertini, ma che dopo un colloquio con lui ha fatto macchina
indietro a tutto vapore…Nel paese lo conciano tutti di male parole, poi finiva così: Povero
S. mi pare si vada trasformando in una scuderia di somari della Pantelleria. Se domani
arriva una lettera di M. scriverò da capo.
Intanto ossequia per me il Prof. Crespi 133 per quanto non lo conosco, e ringrazialo
per tutte le gentilezze che ti fa. I giornali che arrivano li vuoi mandati? Scrivimi tutto.
T’abbraccio stretto al cuore, aff.ma
66
Nelina
Oggi ha telefonato la Contessa Santucci e mi vuole venire a fare una visita.
(f. 257, c. 3)
131 Lettera su carta int.: “Prof. Don Luigi Sturzo Roma – Via di Ripetta, 102”.
132 Il giorno prima Luigi aveva lasciato Roma. La sosta a Torino fu breve perché già il 27 ottobre si trovava
a Londra.
133 Angelo Crespi (1878-1948). «Filosofo, saggista e giornalista, visse nei primi anni del secolo l’esperienza
modernista. […] Trasferitosi a Londra, insegnò presso quella Università e fu corrispondente del «Corriere
della Sera» e del «Popolo». Antifascista, fu molto vicino al fuoriuscitismo italiano. […] La sua abitazione
londinese si trovava presso il Convento dei Serviti, a Fulham Road, dove Luigi Sturzo aveva preso dimora»
(Carteggio, I, p. 7, in nota).
96.
[Roma], 30 ottobre 1924 134
Carissimo fratello,
Oggi, anzi, a momenti finalmente arriva la presente che ti ritorno costà. Ancora
non ho ricevuto tue lettere, che spero presto avere. Questa è la seconda lettera che t’invio
e spero che essa ti trovi in buona salute. Dimmi tutto, anche se hai qualche piccolo
disturbo, non me lo nascondere, mi faresti stare più preoccupata.
Io sto bene, Venerina un po’ raffreddata e ti saluta. Adelgisa ti ossequia, la sig.
Amerigo ti ossequia come fa la Baronessa Di Giura e la Sig. Bianca e Commendatore. Erano
a Montecatini in quei giorni. Della tua partenza i giornali in genere han solo fatto notizia.
Con affetto credimi
Nelina
Qui tutto molto tranquillo, facilmente rivedrai la Sig. V. Amerigo.
(f. 257, c. 6)
97.
Roma, 3 novembre 1924 135
Fratello carissimo,
Sento che le mie lettere ti tornano gradite e ti rispondo subito. Non mi dici
nulla sulla tua salute e temo che già l’umido ti faccia male. Per carità non mi nascondere
nulla se mi vuoi bene. Ti penso tutti i momenti della giornata, e se le amiche mi fanno
distrarre da questo mio sacro pensiero resto poi male. Come devo passare tutto questo
tempo? Ah! no, non sarà possibile che ne passi troppo!!… Venerina è il mio angelo consolatore:
essa ti ossequia tanto tanto. Adelgisa ti ossequia e chiede come fai senza la tua
erba, la vuoi mandata? Io mi angustio di più pei cibi, come fai? Dimmi almeno che regime
tieni, come ti va lo stomaco, io temo che non stai bene e quindi per non dir bugia
me lo hai taciuto.
Io sto bene, e di me non prenderti nessun pensiero, sono attorniata di tante
premure e affetto. Mario vorrebbe che andassi in Sicilia e da lui 136, ma a me questa idea
non mi sorride primo perché starei più lontano da te, e poi il freddo di Piazza e l’umidità
134 Lettera. Nelina scrive sul retro di una lettera di Mario Sturzo su carta intestata “Il vescovo di Piazza
Armerina”.
135 Lettera su carta int.: “Prof. Don Luigi Sturzo…”.
136 «Ho anche avuto due lettere dalla cara Nelina. L’avevo invitata a passar da me questo tempo o almeno
parte. Mi dice che preferisce Roma, perché così ti è più vicina. Ed ha ragione» (Mario a Luigi, 6 novembre
1924, Carteggio, I, p. 8, n. 4).
67
di Caltagirone non mi va di andarli a prendere. Di giardini ancora non si parla; Michelino
che ti ossequia tanto, partirà in questi giorni, vedremo ciò che farà lui e se ci sarà
necessità andrò io!
Non so se la Signora Belloni è tornata, ma appena la vedo dirò quanto tu vuoi.
Come son affezionati e di buon cuore; il Comm. mi ha fatto una cartolina e mi dice che
stai bene, tu perché non me lo dici? 137 Abbiti riguardi in tutto e pensa a non risparmiare
nulla. Comprendo quando deve costì costar la vita col cambio così alto, ma dacché l’han
valutato non deve mancarti nulla.
Comprati le mutande di lana e se hai bisogno anche le calze di lana, altrimenti
ti metti al rischio di farti venire il reuma. Pensa che la povera Margherita non poté più
guarirne, e se poi l’aria non ti va assolutamente torna, ce ne andremo a casa nostra.
Che dirti; caro fratello, prego sempre per te ma le mie indegne preci possono
essere esaudite? Io penso di andare più in là a parlare a chi di ragione per far che ritorni;
tu che ne dici? non farei una cosa che a te dispiacerebbe? I frati dalla cui casa andrai 138, ti
dovrebbero saper comprendere, accompagnare sempre sempre, usarti tutti i riguardi: se ti
ammali come farai tu, ma come resisterò io? Spero che il buon Dio ti aiuti a sopportar
quest’altra dura prova e dia la forza a me di rassegnarmici. Non farebbe bene Mario venir
qui, lui nel suo posto potrebbe aiutare. Perdona caro fratello se mi son lasciata trasportar
dall’affetto procurandoti anche dolore, ma vorrei che tornassi presto, la tua salute non
può resistere all’umido. Qui ancora la temperatura è tiepida, anche qualche volta il sole
disturba le spalle. Come vorrei mandarteli un po’ di questi raggi!!!
Dimmi tutto quello che vuoi, che spero poterti mandare, non temere di
tediarmi, mi rendi felice e più vicino a te. Oggi stesso ti spedisco tutte le copie dell’Italia
di (Milano) e un Rivoluzione Liberale 139 perché una ne è arrivata. Le lettere che sono
arrivate sono state poche e di raccomandazioni. Denari niente, credo che tutti hanno
letto sui giornali che non ci sei. Gli amici tutti ti ossequiano, io ti abbraccio tanto forte,
aff.ma
68
Nelina
(f. 257, c. 8)
137 Angelo Belloni aveva accompagnato Sturzo nel viaggio a Londra. Era un finanziere e si era adoperato
per trovare dei finanziamenti al partito.
138 «A Londra il cardinale Bourne gli consigliò di andare ad alloggiare presso gli Oblati di S. Carlo, a St.
Mary’s of the Angels. La stanza, che gli fu messa a disposizione, non era ben esposta e gli dava tristezza« (G.
De Rosa, Sturzo, p. 265).
139 Si tratta del libro di Piero Gobetti La rivoluzione liberale. Saggio sulla lotta politica in Italia, Cappelli,
Bologna 1924. Sui suoi rapporti con Sturzo cfr. B. Gariglio, Gobetti e Sturzo, in «Mezzosecolo», n. 8, 1989,
pp. 4-31; Con anino liberale: Piero Gobetti e i popolari. Carteggi 1918-1926, a cura di B. Gariglio, Angeli,
Milano 1997.
98.
Roma, 5 novembre 1924 140
Carissimo Gigi,
È la quarta lettera questa; nella seconda vi erano acclusi mezzo foglio di S.r
Giuseppina e uno di Monsignore, io avevo scritto dietro a quella. Perché non l’hai ricevuta?
Forse perché quella l’indirizzai a te presso Crespi? L’ultima fu spedita il 2 Novembre; a
quest’ora l’avrai ricevuta; e se non li ricevi, come facciamo?
Io sto bene, e ti ripeto attorniata di affetto, quindi per me nessuna preoccupazione.
Monsignore ti avrà scritto e forse indirizzato a te non ti sarà arrivata. Fai ricercare
alla posta. Ti ho mandato alcune copie dell’Italia di Milano e una “Rivoluzione Liberale”
perché una sola ne è arrivata. Ti manderò ogni giorno una copia dell’Italia e qualche altro,
dillo tu cosa vuoi.
Caro fratello, io vedo che è meglio che tu stii lontano di questi giorni, per
quanto la tua lontananza mi è dolorosa non tanto per la mia solitudine quanto, perché
penso che tu così lontano non potrai starci a lungo, il tuo temperamento ne soffrirà.
Iddio ci sorreggerà a passare quest’ora di amarezza.
Le tue lettere potrai indirizzarle a Venerina e qualche volta alla Sig.a Amerigo
Maria, che quelli ricevono sempre lettere dall’estero. Mandami il nuovo indirizzo, tienimi
sempre presente e manda a chiedere quel che vuoi. Michelino ti saluta affettuosamente.
Paolo è già in collegio: pare che ci si trovi bene.
Abbracci affettuosi, affettuosi
Nelina
P. S. È arrivata la partecipazione della morte del padre dell’avvocato Caiola,
Piedimonte Alife, penserai tu; come anche la partecipazione del matrimonio di Giovanni
Angelico con Clelia Martillaro, Caltagirone.
Ho ricevuto una visita dal Dott. Traversa, è qui sempre per il figlio che è in un
manicomio.
(f. 257, c. 9)
99.
[Roma], 12 novembre 1924 141
Caro Gigi,
Ieri ti ho scritto una lettera e dimenticai di dirti che Giovannino Sturzo ti ha
140 Lettera su carta int.: “Prof. Don Luigi Sturzo…”.
141 Cartolina illustrata sped. a Londra. Dal 12 novembre 1924 al 19 febbraio 1925 (dal n. 99 al n. 130),
l’indirizzo di Luigi a Londra, salvo diversa indicazione fu il seguente: St. Mary of the Angels, Westmoreland
69
mandato un paro di sandali. Vuoi che te li mandi ovvero li conservo qui. Speriamo che ti
stiano bene. A Giovannino scriverò oggi ringraziandolo, ma tu scrivi pure.
Spero che riceverai e lettere e giornali. Sto bene, qui splendida giornata di sole
che vorrei mandarlo a te. In camera mia fa caldo nella tua circa frescolino. Scrivimi a lungo,
ti ringrazio dell’oggetto che mi hai comperato; spero riceverlo presto per avere tue
nuove.
Tutti ti ossequiano, abbraccioti
100.
Nelina
(f. 257, c. 14)
[Roma], 15 novembre 1924 142
Caro Gigino,
Ricevo a momenti le tue due lettere una dell’11 e l’altra del 12. Godo che stai
bene come ti assicuro di stare Mario che mi ha scritto ieri. Non pensare a noi, pensa solamente
a te. È venuto La Rosa e la signora. Figurati le gentilezze che mi fanno; non ti dico
poi la sig. Belloni e tutti mi confondono.
Tutti, tutti ti ossequiano. Fra giorni andrò a sentire “Le Donne Curiose” al
Costanzi. Qui il tempo è ancora mite, non fa freddo malgrado non vi sia il riscaldamento
in atto. La Contessa è tornata ieri. Abbraccioti
101.
Nelina
(f. 257, c. 15)
Roma, 20 novembre 1924 143
Caro Gigino,
È arrivato il Comm. 144 e mi ha dato tue buone nuove. Caro fratello, mi è sembrato
di rivedere te e non ho finito di far delle domande e non potevo quasi staccarmi da
loro, stasera. Ed ora son qui, in casa e subito prendo la penna per iscriverti. Grazie infini-
Road, Bayswater. Per la sola corrispondenza spedita a Londra d’ora in avanti si specificherà solo se trattasi di
lettere, telegrammi, cartoline postali o illustrate.
142 Cartolina illustrata.
143 Lettera.
144 Belloni che aveva accompagnato Sturzo.
70
te della bella borsa che mi hai mandato e che io avevo proprio bisogno. L’ombrello l’avevo
già comperato e sarebbe stato d’uno in più per me.
La borsa per l’acqua una cosa meravigliosa e siccome alla Sig.a Belloni è tanto
piaciuta io ho creduto bene di regalarcela privandomene io. Mi è costato il sacrificio di
non tenermi un oggetto così carino, ma più caro per il tuo affettuoso pensiero! Le gentilezze
che tutte e due abbiamo ricevuto meritavano questo mio sacrificio.
Io sto bene, credimi, solo io peno perché ricevo raramente tue nuove. Per esempio:
tu mi hai scritto l’11 e il 12 e sono arrivate insieme e d’allora nulla più, e siamo al 19
sera. Come fare caro fratello? Scrivimi almeno delle cartoline! Almeno per vedere i tuoi
scritti e sentire che stai bene o che soffri.
Monsignore mi ha scritto che sta bene. Tutti gli amici ti salutano. Con la Sig.ra
B. sono stata a sentire le “Donne Curiose”, veramente una cosa molto fine, certo più fine
dei “Quattro Rusteghi”. Il Costanzi pieno zeppo.
Qui fa un freddo da tre giorni che non si resiste, e meno male che è arrivata Fiametta
e così dal 16 c.m. che si accende il calorifero. E tu senti abbastanza caldo ovvero il
riscaldamento è buono? Guardati dall’aria viziata prima di andare a letto, stante che costì
ci sono i camini. Alla famiglia Crespi i miei saluti. La Sig. Orlandi ti ossequia io ti abbraccio
con vivo affetto, aff.ma
Nelina
Come vedi la lettera è impostata oggi 20.
(f. 257, c. 17)
102.
Roma, 21 novembre 1924 145
Carissimo fratello,
Sera, ore 12.Torno dall’Augusteo dove ho sentito la Messa di Requiem di Verdi.
Bella assai, ed eseguita abbastanza benino. Le voci della soprano e mezzo soprano melodiose.
Certo che non è quella di Beethoven. Come stai? Il freddo di questi giorni come ti
ha portato? Qui è stato forte, ma i soliti tre giorni; siamo oggi a perfetto fine; stasera all’uscita
dall’Augusteo tiepida. Intanto ho pensato a te tutto il tempo, come ci saresti venuto
volentieri n’è vero? Ed ora ti offro gli auguri più fervidi, più sentiti e più affettuosi pel
nostro compleanno. Preghi per me come io faccio per te. Ti abbraccio con affetto
Nelina
Domani ti spedisco il pacco; saluti dal M. Marchetti e da tutti gli amici; l’indirizzo
bada che già te l’avevo mandato in una lettera del 10 c.m.
(f. 257, c. 18)
145 Cartolina illustrata.
71
103.
Roma, 28 novembre 1924 146
Caro Gigi,
A momenti ricevo la tua cara lettera, lunga e dettagliata che mi ha fatto un vero
piacere. Da quanto la desideravo questa lettera!! Così posso starti più vicina in tutte le
ore. Godo che tutta cotesta vita solitaria ti fa bene e ti porta bene. Ne ringrazio Iddio!
Prego per te, nella mia pochezza, sempre.
Ti ho scritto ieri, come vedi ti scrivo oggi e ti spedisco il medicinale e un po’ di
giornali. Dimmi quali vuoi mandati giacché gl’altri li ricevi direttamente per quanto
disordinatamente. B. ha ricevuto a Parigi le tue lettere, oggi, credo ti scriverà. Ti ossequiano
tanto tanto. Grazie della borsa che terrò cara. Abbracci
104.
Nelina
(f. 257, c. 23)
[Roma, 28 novembre 1924] 147
Caro Gigino,
Torno dall’Augusteo ove ho sentito per la seconda volta la Messa di Verdi, dico
la seconda volta, perché una volta volle la tessera il Marchese Marchetti, che ti ossequia, e
un’altra volta vi feci andare Manolo, che ne rimasero tanto contenti. Oggi mi è piaciuta
più dell’altra volta; le voci a solo sono state buonissime. Oggi all’Augusteo faceva un caldo
insopportabile. Già da parecchi giorni qui fa caldo basta a dire che tengo i buchi del
calorifero chiusi.
E tu come stai col riscaldamento? A me mi pare che devi soffrire il freddo, e tu
non vuoi dirlo. Caro fratello, non mi devi nascondere nulla, te ne prego. Leggo sui giornali
che vi sono stati temporali costì e immagino come la temperatura si sia abbassata.
Hai ricevuto il pacco coi sandali o usi le calosce? Quando piove la mattina presto
vai pure a dir Messa dalle Monache? Ma veramente non ti sei raffreddato? Io penso se ti raffreddi,
se ti viene la tosse chi ti cura? chi si occupa di te? Caro fratello, come ne sto preoccupata!!!
E come prego Iddio che anziché fare cadere ammalato te, mandi a me quello che gli
piace. Io qui ho tanti modi e mezzi per essere servita e curata, mentre tu non hai nessuno.
Io sto bene, e ripeto qui fa caldo scirocco. Ieri ho visto il Principe Ruffo 148 che
ti ossequia, come ti ossequia anche la Principessa. A Nives è nato un bambino, un princi-
72
146 Cartolina illustrata.
147 Lettera.
148 Rufo Ruffo della Scaletta, dei principi di Bagnara (1888-1959), fu molto legato a Sturzo. «Sin dal
pino, figurati il piacere!! Se tu vuoi mandare un saluto l’indirizzo è questo: Nives Von der
Leysen, Wale Baviera.
Come fai per la biancheria? e le lenzuola? Furono poche due dovendo stare
dagli Oblati? Io ti ringrazio della lettera lunghetta che mi hai fatto, ma ancora vedi quante
altre cose voglio sapere! Mi farò la fotografia e te la manderò. Ma quella che hai non è
imbronciata, stavo ridendo e mi venne così. Scriverò a S.r Giuseppina che devo mandarle
l’orologio aggiustato e le dirò per il ritratto, ma sarà lei che non vorrà farlo. Venerina sta
ancora da me; figurati se quella trova casa! Fanno prezzi esorbitanti. A me ne è capitata
una in via Marianna Dionigi, sarebbe ottima come disposizione, come punto, come tutto,
ma ha quattro camere a tramontana, però le mura spesse non fanno sentire freddo. Se
ci fossi te si potrebbe trattare.
Ed ora smetto, tutti ti salutano. Luigi La Rosa è a Nizza ma tornerà. T’abbraccio
Nelina
Oggi 1° dicembre ti spedisco le pillole. Mario mi scrive che sta bene. Ricevo a
momenti la tua cartolina, grazie. Io dal 17 ho ricevuto quella del 23, 25 e oggi 28. Ti ho
spedito una io di Spadaro e un’altra pure io da Gilardoni149, li hai ricevute?
(f. 257, c. 28)
105.
[Roma], 3 dicembre 1924 150
Caro Gigino,
Ieri 2 ho ricevuto la tua cara e la fotografia che terrò carissima. Ho fatto subito
firmare al comm. Belloni e te ne rimanda due. Sei molto mesto in viso!! Se la facevi col
soprabito saresti venuto meglio quel giacco è corto corto. I Belloni ti ossequiano tanto tanto;
oggi spero andare a trovare i De Gasperi. Tutti ti salutano affettuosamente. Il villino
Temaldei è stato venduto. Non so se abbiamo speranza di poter comprare terreno ed io direi
d’impegnarci con il piano di Coccia 151, se ancora persiste nell’idea. Che ne dici tu? scrivere-
1921 fu membro della direzione nazionale del partito e, dopo l’avvento del fascismo, la romana “Villa Ruffo”
rappresentò una fase nella storia del PPI, costituendo un sicuro e ospitale rifugio per Sturzo ed altri dirigenti.
“Villa Ruffo” in un certo senso rappresenta l’ultima resistenza popolare antifascista, di cui il Ruffo fu uno dei
più coraggiosi e disinteressati esponenti in un periodo di generale crisi e sbandamento» (A. Sindoni, ad
vocem, in DSMCI, II, pp. 559-561). Sui rapporti con Sturzo cfr. G. De Rosa, Rufo Ruffo della Scaletta e Luigi
Sturzo. Con lettere e documenti inediti tratti dall’Archivio Ruffo della Scaletta, Edizioni di Storia e Letteratura,
Roma 1961.
149 Annibale Gilardoni (1873-1948). Aderì nel ’19 al PPI. Collaborò con Donati nel «Popolo» con
numerosi articoli. Deputato aventiniano, dopo l’avvento della dittatura si ritirò a vita privata. Cfr. F. Malgeri,
ad vocem, in DSMCI, III/1, p. 415.
150 Lettera.
151 Ivo Coccia (1891-1979), fu tra i fondatori del PPI. «Tenace antifascista, collaborò con Donati nella
denuncia contro De Bono per il delitto Matteotti e successivamente sostenne la parte civile nel processo
73
sti tu un biglietto? Come ti ho scritto, quella lettera del 21 non l’ho ricevuta, le altre tutte,
perciò non sapeva darmi ragione del tuo lungo silenzio quella volta! I giardini Michelino
mi telegrafa ora, che li ha venduti 25.000. Se lui ti scrive rispondigli ringraziandolo.
Ti accludo qui due stecchini, ti ho spedito una scatola di pillole, ma temo che
non li riceverai e ti spedirò un altro e gli stecchini. Hai ricevuto le lettere una di
Gilar[doni] e l’altra da Spa[taro]? dentro le mie?
Ossequiami la Signora Crespi mentre ti abbraccio con il più vivo affetto, aff.ma
106.
Nelina
(f. 257, c. 29)
Roma, 6 dicembre 1924 152
Caro Gigino,
Dall’ultima tua scritta il 29 novembre con dentro le fotografie non ho più ricevuto
nulla e siamo al 6 dicembre. Dunque qualche altra lettera si è pure smarrita. Caro Gigi, a me
mandi delle sole cartoline e ogni due o tre giorni non più, poiché mi fai star male così.
Dimmi se hai ricevuto i sandali, le pillole, le fotografie firmate ed altre due lettere.
A quest’ora avrai dovuto ricevere tutta questa roba ed io non ho nessuna notizia di esse.
Sto bene. Belloni ti saluta, non è andato a Milano. Giovanni Nocera ti ossequia,
domani gli spedirò la [parole illeggibili]. Rispondimi per la casa. Ti abbraccio.
Ricevo a momenti la tua del 2 dicembre.
107.
Nelina
(f. 257, c. 30)
Roma, 6 dicembre 1924 153
Carissimo fratello,
Oggi stavo in pena e ti scrissi una cartolina un po’ angustiata, ma poi aggiunsi che
avevo ricevuto la tua. Oggi vi è la comodità di mandarti le pillole e le stecche, mando nuo-
contro gli assassini di don Minzoni. […]. Nel 1926 aiutò De Gasperi, perseguitato dai fascisti, ospitandolo
nella sua abitazione romana. […] Partecipò alla resistenza» (F. Malgeri, ad vocem, in DSMCI, III/1, p. 237).
152 Cartolina illustrata.
153 Lettera.
74
vamente le pillole poiché non so se le altre le hai ricevute. Godo che stai bene se pur dici la
verità…Io sto bene; oggi ho ricevuto una visita dalla Sig. Anile e dalla Signora Longinotti.
Immagino che a quest’ora avrai ricevuto i sandali che ti ho mandato con il Corriere: il giorno
21. Figurati per mandarli con il Corriere il pacco è costato £ 50 e ancora non ti arriva.
Gli amici mi dicono che non ti scrivono perché temono che le lettere vengono
aperte e non potendo scrivere sul serio preferiscono non scrivere. A Dore 154 l’ho mandato
a chiamare un’infinità di volte, gli ho letto quanto tu mi hai scritto… ma come è freddo!,
come impassibile!
Mangano 155, tu lo sai inconcludente. Non ti parlo degli altri, poiché non ho
visto che pochi. Briuccia 156 avrebbe voluto scrivere ma temendo di non ricevere regolarmente
i suoi scritti ancora non si è risoluto. Io potrei mandarla a quella Miss che dasti
l’indirizzo a Belloni, ma ti è arrivata la mia diretta li? Già nella tua mi parli di quella di
Spataro e sarà quella. Io quasi mi confondo a pensare quali dei tanti ho spedito. Del Giudice
157 ti saluta, come fa anche Briuccia, De Gasperi che per la stessa ragione non ti ha
scritto, ma cerco di persuaderlo io.
Per la casa, come ti scrissi quella di Via Boezio è stata affittata e mezza venduta;
quella di Delmadè pure venduta e per un milione. Coccia non si è fatto più vivo, queste
cose le ha dette Belloni. Io ho telefonato parecchie volte a Coccia, mai ho potuto avere
telefonate. Un appartamento in Via Marianna Dionigi abbastanza buono, rimesso tutto a
nuovo, con riscaldamento ed impianto elettrico, otto camere di cui 4 a tramontana sulla
strada Marianna D. tre nell’atrio e una allo scuro a mezzogiorno, bagno ritirata, cucina
per 225.000. Ed io temendo di non vedere mai il sole e senza il tuo benestare non l’ho
voluto prendere. Come punto molto centrale, tetti alti, mura spessi. Sarebbe da prendersi
se ancora si trova e affittarlo per lo meno 30.000. Dimmi qualche cosa.
Ho aspettato una risposta di Azzi, ma invano, non so il perché. Belloni sarebbe
per comprare il terreno anche del Principe Ruffo a Villa Borghese, ma il Principe pare che
non voglia più vendere da questa parte ma dall’altra, cioè Via Scialoia, Via Flaminia. A
Michelino Gravina gliene hanno proposto uno vicino il giardino Zoologico, insomma
tutto campato per aria.
Se tu tornassi presto io non verrei a Londra, ma se tardi… verrò. Lunedì spero
farmi la fotografia: questa settimana ha piovuto tutto il tempo ma però fa caldo e continua
a piovere. Il giorno di S. Bibiana piovve tutto il tempo.
154 Giampiero Dore (1893-1974). Di formazione fucina. Sturzo «apprezzandone le qualità, lo ebbe tra i
suoi giovani collaboratori, soprattutto nel periodo che precedette la partenza del leader popolare per l’esilio.
Collaborò in particolare alla casa editrice del partito (la S.E.L.I.) e al «Bollettino bibliografico», iniziative alle
quali Sturzo teneva particolarmente al fine di mantenere vive le ispirazioni ideali, culturali e politiche del partito»
(F. Malgeri, ad vocem, in DSMCI, III/1, pp. 328-329).
155 Vincenzo Mangano (1866-1940). Dedicò gran parte della sua vita al movimento cattolico nel campo
culturale e giornalistico e fu protagonista di primo piano nell’azione economico-sociale dei cattolici siciliani.
Dal 1917 si trasferì a Roma aderendo poi al PPI. «Sturzo, quando dovette dimettersi dalla segreteria del PPI,
ebbe in Mangano un valido collaboratore nella Società editrice libraria e nel Circolo di cultura, che servivano
da copertura per attività politiche» (A. Sindoni, ad vocem, in DSMCI, II, pp. 325-327.
156 Briuccia era uomo di fiducia di Sturzo, direttore del Banco di Santo Spirito. Da questa posizione era
possibile concedere facilitazioni di credito al partito.
157 L’avv. Filippo Del Giudice fece da intermediario fra il cardinale Gasparri e Sturzo a proposito della
partenza di Sturzo dall’Italia. Mantenne contatti con Sturzo durante l’esilio londinese.
75
Il Barone Di Giura per ora non viene, ma sempre scrive che vuole sposare una
messicana con tanto rammarico della Baronessa. Tutti ti salutano non faccio i nomi che
sono troppi. T’abbraccio
Poi ti rimando la fotografia.
108.
Nelina
(f. 257, c. 32)
Roma, 10 dicembre 1924 158
Carissimo Gigino,
Ricevo la tua del 7 e rispondo subito rimandando le fotografie, in mezzo alle
sigarette ti avevo messo una mia letterina. Meno male che io non parlo mai di cose serie,
ma non penso nemmeno che cosa ti scriveva… Basta, sarà per un’altra volta!! non ne metterò
più. Hai ricevuta ancora una scatolina con del cioccolatte sigarette, stecche e pillole?
Te li ho mandato per mezzo di un Signore che conoscono le Amerigo. Anche la lettera
acclusa a quella della Sig.ra Rita. Ancora non ho potuto mandarti i mandarini, ma chi sa
quando arriveranno!!
Mi pare di averti scritto che i giardini sono stati venduti per 25.000. Michelino
ogni volta che scrive ti manda a ossequiare e dice che ti ha mandato una cartolina, rispondigli.
Godo che stai bene, anch’io sto bene, e qui fa ancora caldo. Figurati, teniamo i
buchi chiusi perché non si resiste. Spero in questi giorni farmi la fotografia e mandartela.
Belloni è in cerca di casa, peccato il villino Delmadè! Ma io telefonai subito a
Coccia, il quale mi disse che sarebbe venuto a parlarmi ma poi non è venuto più, a me
l’ha detto Belloni della vendita per un milione. Quello di via M. Dionigi è a tramontana,
guarda di fianco il Teatro Adriano è abbastanza bella, ma certo non vede il sole! Si potrebbe
prendere per speculazione. Ho parlato con Ruffo se ci vende quel tratto di terreno
appresso la nuova costruzione, ma suo padre non vuole venderlo 159.
Qui si dice che il Cametti deve vendere qualche appartamento ancora, ti piacerebbe
lì? Azzi non mi risponde; altre occasioni non se ne presentano, figurati se ti vorrei
far trovare la casa a posto! Se lo posso, lo farò, ma in punti fuori centro non combinerò
mai. In questo momento in centro non ve ne sono, nessuno dei sensali si fa vivo. E i prezzi…
fenomenali!!
Per i giornali l’ho detto diverse volte a Spataro, lui dice che li manda, che ha
scritto. I Belloni sono tutti e tre qui. Monsignore sta bene. La Sig. Bianca m’incarica dirti
158 Lettera.
159 «La signorina Nelina e il Comm. Belloni sono venuti con me a vedere alcune aree fabbricabili intorno
alla villa, ho parlato con mio padre della zona che preferiscono ma che egli non vorrebbe dar via. In ogni
modo sarebbe un gran piacere per noi averti come vicino» (Rufo Ruffo a Sturzo, Posillipo 16 dicembre 1924,
in Scritti inediti, II, cit., pp. 17-18).
76
che il giorno 15 e 19 dicembre suonerà alla radium telefonica – Roma Londra alle 8 e 30
di Roma. Vedi un po’ di farla sentire a qualcuno… è di casa.
Hai ricevuto la lettera di Bianca? Giacché mi ha detto che ti ha scritto o uno o
due volte, rispondigli. Che dirti? ti lascio assicurandoti che prego il Signore che ti conservi
in salute e che si faccia la sua santa volontà. Tutti ti salutano. La cioccolata te la manda
Venerina. La Rosa è partito stamane per Caltagirone.
109.
Nelina
(f. 257, c. 40)
Roma, 13 dicembre 1924 160
Caro Gigino,
Tutto il giorno ti sto vicina col cuore e col pensiero e vorrei farti arrivare tutte le
lettere dei tuoi amici, c’è quando vi riesco e quando no. Ieri sera ti ho spedita una lettera
dell’On. De Gasperi cifrata. Non la potei far spedire io che dovetti uscire per andare a S.
Cecilia con la figliuola di Belloni. Incaricai Venerina che scrisse l’indirizzo senza mettere
il tuo nome. Poi la Sig. Amerigo la ficcò dentro una busta sua intestata e l’ha spedita a
Valentina, che spero comprenderà e te la porterà lei stessa. Sto tanto in pena per questa
lettera, scrivimi quando la riceverai.
Sto bene e contenta che tu stai bene; ci credo perché son sicura che non mi
nascondi nulla. Anche Mario scrive che sta bene. Pei giornali ho raccomandato a Spataro
e continuo a raccomandare affinché ti arrivino. Si vede che non te li fanno arrivare apposta…Si
sta sempre con la prevenzione che le lettere vengano lette, è seccante!
Ho ricevuta la tua del 2, del 7, del 10 oggi. E tu ricevi le mie due raccomandate
con le fotografie una per mezzo di un signore con una scatola di sigarette e cioccolate
2.000!! Una cartolina tutto in pochi giorni, li hai ricevuti?
Per la casa non ne ho più parlato perché essendo a tramontana le quattro stanze
principali mi pare che non ti debba piacere non veder mai battere il sole. È però buona e
ben disposta; non ho domandato la pianta per poi dire no per l’esposizione, ad ogni
modo lunedì vedrò di vederla nuovamente se pur non è venduta. L’avvocato Coccia assicura
che Delmadè non vuol vendere, io aggiungo che non vende meno d’un milione; lui
dice che è pazzo chi la paga, ma lui non sa come impiegare la somma. Coccia ha aumentato
il quarto che vorremmo noi a £ 2.500 al mese, se facevamo il contratto a tempo
avremmo fatto noi l’aumento.
Io non so se con l’Anno Santo si potrà comprare, la gente specula in tutti i
modi. Certo io non dico a Venerina di pagare, ma lei dovrebbe comprenderlo. Ho spedito
una bella bambola alla bimba di Nocera, un bel panettone a Monsignore, un pacco di
160 Lettera.
77
dolci a S.r Giuseppina. Lunedì spedirò i manderini a Crespi comprandoli qui. Tu cosa
desideri? Per Natale i Crespi vanno al mare e tu resti. Ma se non vieni presto, se fai passare
ancora dei mesi verrò io sola sola! Venerina ti ossequia, io t’abbraccio
Nelina
Dovea scriverti Briuccia, ma non è venuto a portare la lettera, intanto Belloni
parte. Lettere dirette a te non ne arrivano si può dire dacché sei partito. Dal Senato Croce
nulla di nulla. Spataro non ha concluso nulla per Bianco161, non ha la forza di farsi valere
presso la direzione del Popolo, e poi con Bianco ci vorrebbe certo riguardo, lì mi sembrano
tanti ragazzi.
(f. 257, c. 40)
110.
Roma, 18 dicembre 1924 162
Caro Gigi,
Oggi ricevo la tua del 15. Godo che stai veramente bene. Io lo stesso, solo da
parecchi giorni mi fanno male i denti e penso dopo le feste andare dal dentista. Faccio
sempre le tue commissioni presso i tuoi amici, ma vedo che non corrispondono puntualmente
o che la posta non ti perviene giusta. Ti scriverò più a lungo sabato e ti manderò la
fotografia così come verrà. L’ho fatta stamane, mentre mi dolevano i denti. Tutti ti salutano,
io ti abbraccio, aff.ma
111.
Nelina
(f. 257, c. 39)
Roma, 21 dicembre 1924 163
Caro Gigino,
Due paroline in fretta perché vado all’Augusteo. Ti accludo una orrenda fotografia:
li ho fatte per tenermi pronto il passaporto. Penso che se stai allungo vengo a farti
una visitina… quanto vuoi tu però. Non voglio colla mia venuta farti dispiacere.
78
161 Francesco Bianco, giornalista, vicino a Sturzo, già redattore della «Tribuna».
162 Cartolina illustrata.
163 Lettera.
Ho detto a Spataro e Gilardoni pei giornali (Corriere e Stampa). Ma se non li
ricevi te li compro e te li mando io. Intanto ti accludo una fotografia del tuo figlioccio.
Per il momento son tutti complimenti con me. Io continuo col male ai denti di sopra e di
sotto, figurati che tormento a mangiare. A me sembra che sia effetto di acido che in questi
giorni mi ha fatto ai denti.
Una fotografia migliore me la faccio quando starò meglio in viso, pel momento
prendi questa, del resto son sempre io. A Mangano, a Dore, a tutti raccomando tutto
quello che tu mi scrivi. Ho spedito i manderini, comperati qui, ai Sig.ri Crespi, come
arriveranno? Se le arrivano bene poi spedirò quelli che manda Briuccia. Ed ora ti faccio
gli auguri più fervidi, più sentiti, più affettuosi, puoi immaginare che giorni noiosi sono
per me questi passati così lontano da voi amati fratelli!
La sera della Vigilia andremo con Venerina alla Parrocchia e faremo la S.
Comunione. Pregherò per te. La sera del giorno di Natale il Comm. Belloni mi vuole a
pranzo, se non mi fanno male i denti andrò. Azzi ti saluta tanto tanto. Per quel terreno in
questi giorni vedremo. Intanto vi è in vista un villino vicino noi, sarebbe bello!
Basta, io non mi arresto di cercare quello di Via Marianna D. né ho smesso l’idea
per la tramontana per quanto la casa con le mura spesse era ben cautelata.
Ti lascio, col pensiero e col cuore sono sempre a te vicina. Adelgisa ti augura le
buone feste e ti bacia la mano, aff.ma
112.
Nelina
(f. 257, c. 42)
Roma, 26 dicembre 1924 164
Caro Gigino,
Per accompagnare queste due lettere devo contentarmi di scrivere in mezzo
foglio. Ho mandato a chiamare Petrocchi 165 ed ho raccomandato a lui le cose che vuoi
poiché a Dore glielo detto parecchie volte e vedo che non conchiude. Com’è freddo!
Rinnovo i miei più fervidi auguri, mercoledì notte andammo alla chiesa di S.
Maria del Popolo ad assistere alla funzione. Abbiamo fatto la S. Comunione ed ho pregato
Gesù Bambino che ci santifichi e presto ci dia la gioia di riunirci qui a Roma. Non
sono stata all’apertura dell’Anno Santo, ma ho mandato Adelgisa e Venerina. A me
facevano ancora male i denti. Oggi però sto bene per quanto sento che parecchi di essi
devono andare strappati. Vorrei andare prima da Chiavaro per vedere quello che mi
dice.
164 Lettera.
165 Giuseppe Petrocchi (1886-1959), collaboratore di Sturzo nell’Ufficio stampa del partito e consulente
per i problemi della scuola. Cfr. F. Malgeri, ad vocem, in DSMCI, III/2, p. 654.
79
Ieri giorno del S. Natale l’abbiamo passato in casa ed abbiamo avuto Umbertino
Battisti ai quali è morta la nonna. Manda un biglietto a Maria per tutti almeno. La
sera andai dai Belloni ove vi era la sola famiglia Clerici che tanto ti ossequia e augurano
tutti un mondo di cose.
La venuta della Sig. V. mi ha consolata, mi è sembrato di vederti sentendo tutte
le notizie tue. Lei fu dolente di non averti veduto prima di partire. Ha portato tutte le lettere
che ho consegnato. Tutti ti ringraziano e ossequiano. Venerina, Adelgisa ti ossequiano,
io t’abbraccio, aff.ma
113.
Nelina
(f. 257, c. 44)
Roma, 29 dicembre 1924 166
Caro Gigino,
Ho ricevuta la tua del 23. Io ti avevo scritto due giorni prima una raccomandata.
Spero l’avrai ricevuta. Io sto bene, il dolore ai denti è passato, solo dopo le feste andrò
da Chiavaro. Ho ricevuto la borsa per l’acqua e te ne ringrazio tanto tanto. Come hai passato
il Natale? Ed ora auguri sentiti pel nuovo anno. Che il buon Dio ci aiuti ed assista
sempre. La Sig.ra Orlandi ti ossequia. Ti ossequia S. E. Anile 167 e Signora venuti ieri a
casa, come tutti gli amici. Un abbraccio, aff.ma
114.
Nelina
(f. 257, c. 45)
Roma, 2 gennaio 1925 168
Caro Gigino,
Ricevo la tua cartolina da Wonersel. Quanto godo nel saperti bene in salute, e
che ti svaghi un po’ andando in giro! Così la tua lontananza mi è meno dolorosa. Io sto
166 Cartolina illustrata.
167 Antonino Anile (1869-1943), medico e poeta, aderì nel 1919 al PPI entrando così ufficialmente nella
vita politica risultando eletto deputato nel collegio di Catanzaro nelle elezioni del ’19, del ’21 e del ’24. Fu
ministro della Pubblica Istruzione nei governi Facta (27 febbraio-30 ottobre 1922). Cfr. F. Malgeri, ad vocem,
in DSMCI, II, pp. 16-19.
168 Lettera.
80
ene, i denti non mi fanno più male, sarà stata causa dell’acidità che sempre mi tormenta.
Però sto abbastanza bene, e le sere delle feste sono andata per Natale da Belloni, la sera l’ultima
dell’anno mi ha voluto la Contessa Baldi, per il primo dell’anno dal Barone Di Giura.
Giovanni sposerà in questo mese una signora messicana, e pare che un Mannighi
che è venuto da lì colle buone informazioni li ha fatti calmare e consolare, giacché
sono ottimi. Il sei gennaio andrò da Belloni e il 3 sabato mi vogliono i Longinotti. Dunque,
come vedi, non mi hanno lasciata sola. Una sera Michelino Gravina gentilmente
invitò me e Venerina a sentir i “Maestri Cantori” dati abbastanza bene.
Hai ricevuto una lettera di Briuccia e Petrocchi per indiretta via con dentro due
paroline mie? Godo che la mia fotografia per quanto non sia a fuoco, ti sia piaciuta. Per i
giornali che desideri ne ho parlato cento volte, ti arrivano? Qui il tempo è bello anzi, molto
bello, mentre a Caltagirone ha piovuto 15 giorni di acqua forte e dirotta, cosa che non
ricordano da un pezzo. Ancora l’olio alla Russa non è finito di raccogliere. Pare che lì tutto
vada bene.
In queste feste ho avuto Umbertino a pranzo. Poverino, nessuno l’avrebbe cercato!
Ricevo tanti biglietti di auguri a te indirizzati ma che non posso tuttavia inviarti.
Scrivo qui i nomi. I Pisciotta, che ora tutti qui riuniti ti ringraziano e ti augurano tante
cose. Gaetano Angelico, Avv.to Giuseppe Ciampi Via Tasso 69 Napoli. Saverio Fragapane.
Il Prof. Giuseppe Botti Via del Consorzio, Parma. Avv.to Aquilura Sarteschi, Salita
Palladio 15 Genova. Ing. Ferdinando Ayala, Viale Moure 46. Zino Ardizzone Via Ospedale
Militare 12. Dott. Antonino Raguso Milano. Ingegnere Marcinò Giovanni ecct.
Se dovessi mandarli tutti ci vorrebbe una spesa. Scrivimi quello che desideri che
li manderei subito. Chi sa se Crespi ha ricevuto i manderini, e se li ha ricevuti, in che stato.
Potrei forse mandarcene da Caltagirone un altro pacco, perché mi scrivono che sono
buonissimi.
Venerina, Adelgisa, tutti gli amici che ne ho visti parecchi ti salutano, io t’abbraccio,
aff.ma
Nelina
P. S. Monsignore scrive che verrà in febbraio, speriamo. Sarebbe bene se venisse
su per darmi compagnia specie in questo tempo.
(f. 257, c. 49)
115.
Roma, 10 gennaio 1925 169
Ieri 9 ricevei la tua cartolina, mentre il 5 aveva ricevuto le due lettere, come ti
ho scritto del 2 del corrente mese. Sto bene, i denti non mi fanno più male e ancora non
169 Cartolina illustrata.
81
sono andata dal dentista. Qui giornate di sole bellissime, sembra siamo di primavera.
Penso a te, poverino, che non hai il sole, ma godo che stai bene. Per la casa nulla, tutto
mentre pare raggiunto sfuma. Anche quello di cui mi ha parlato Ines. Vedremo più in là.
Gli amici tutti ti salutano. Ti ho spediti i giornali, li ricevi regolarmente?
Mario scrive che sta bene, ma pensa venire al tuo ritorno. Com’è il tempo
costà? Guardati a non farti venire raffreddore, che questo ne è il tempo. Qui la gente è
tutta raffreddata; io però non sento neanche freddo.
Abbraccioti, aff.ma
116.
Nelina
(f. 288, c. 101)
Roma, 13 gennaio 1925 170
Caro Gigino,
Ieri 12 ho ricevuto la tua cartolina e oggi spedisco la presente all’indirizzo che
tu dai. Spero che la riceverai. Per me stai tranquillo, non credo penseranno di venire in
casa qualcuno, scaricherebbero di cavalleria. Mi duole semplicemente intravedere come la
tua lontananza si protrae a lungo, stante così le cose. Mi sembra un anno che manchi; mi
pare come fosse passata estate autunno inverno e siamo in primavera… e tutto questo
tempo da te lontano.
Vorrei farti trovare la casa, ma come? Ogni cosa mentre pare si arrivi all’ergo,
cade la speranza di raggiungerlo. Belloni ancora non ha concluso ed ora pensa ad un villino
sulla via del Gianicolo o Monteverde. Domani debbo andare a vedere un appartamento
in Via Paolo Emilio. Mi sembra molto giù. Costa tutto il piccolo palazzo £ 800mila,
sono 5 piani di otto camere ciascuno. Non vi è riscaldamento, né ascensore. Se piacesse ai
Belloni, ma non credo. Se no bisogna rassegnarsi a prendere l’appartamento Coccia.
Dimenticavo dire che questa palazzina è esposta sulla strada a levante e nell’interno a
ponente e mezzogiorno. Vedremo.
La Baronessa Penna 171 fa la proposta di edificare a lungo Tevere Arnaldo da
Brescia, avanti il Ministero della Marina, che vendono il terreno, proprio di fronte al
nuovo ponte in costruzione. Come ti pare?
L’Avv.to Barletta mi scrive che ti ha scritto tre volte e telegrafato una volta e
non gli hai risposto mai. Per quanto sul Popolo è stata scritta la tua offerta per le risposte
che avresti dovuto fare agli amici, ti prego a lui di rispondergli.
170 Lettera.
171 Gaetana Penna, molto legata a Nelina, figlia del barone Ignazio Francesco Penna da Scicli e della
duchessa Ines Crescimanno Maggiore di Caltagirone.
82
Cosa vuoi, è il nostro Avvocato e poi ci tiene, e ci fa dei favori, fallo per me.
Quando scrivi dimmi che hai ricevuto questa del giorno 13. Io sto bene e godo che tu lo
sia pure; perché non hai continuato la villeggiatura? Le lettere non potevi fartele mandare?
Vuoi sul serio mandati tutti i giornali che qui arrivano, ma se non dicono nulla? Specifica
almeno quali vuoi. Il Becco Giallo non esce, è stato diffidato 172.
Cosa vorresti comprarmi? Tanto per dire, per esempio, se un giacco lungo un 85
centimetri di pelliccia (Rat Lutre) ottima qualità costasse un £ 2.000 sarebbe da comperarlo
col consiglio della Signora Crespi. Qui nel principio di stagione costava £ 7.000.
Belloni mi diceva che costì ebbe l’impressione che costavano di meno. Ora che è fine stagione
devono costare la metà.
Se poi non credi una cosa fattibile pensa ad un golf di lana, che ora fine stagione
devono costare la metà per esempio un 60 lire o 70. Allora scegli un colore piuttosto
chiaro, di forma carina, ma di gusto, da potersi mettere sui vestiti neri o scuri come li porto
io sempre.
Pensa però a te, e provvediti di maglie per l’està, a me non ci pensare. Vorresti
comperare un bel binocolo per lontananza utile nei viaggi? Abbraccioti aff.ma
Nelina
Ho visto ora ora Bianco che mi ha detto della tua affettuosa lettera, ti ringrazia
e ti saluta.
(f. 257, c. 58)
117.
Roma, 17 gennaio 1925 173
Caro Gigi,
Ricevo oggi 17 la tua del 10. Con ritardo perché ha passeggiato da Roma a
Milano e da lì fin qui. Mi duole che sei tornato presto dalla villeggiatura, potevi continuare
a stare. Sta bene, domani domenica andrò all’inaugurazione della nuova tipografia
“Popolo” 174.
Sono andata a sentire il concerto di Paderewski, che ore deliziose! Pensavo a te
tutto il tempo. Oggi la tessera la cedo ai Belloni. I giornali li mando. Il Becco è sequestrato.
Dirò di mandare tutti i numeri del Popolo, ma i passati a me sembrano insignificanti.
172 «Il becco giallo», edito tra il 1922 e il 1926, assunse un atteggiamento antifascista. Negli ultimi
numeri, il merlo che era raffigurato nella copertina, fu disegnato con al becco un lucchetto. Cfr. «Il becco giallo»
1924-1931, a cura di O. De Buono – L. Tornabuoni, Milano 1972.
173 In coda ad una lettera di Longinotti a Sturzo, intestata “Camera dei Deputati” del 12 gennaio 1925.
174 Il 18 gennaio ’25 venne finalmente inaugurata la tipografia del «Popolo», staccando la stampa del
quotidiano popolare dalla soggezione di altre tipografie romane che non garantivano per vari motivi l’uscita
tempestiva del giornale. Gran parte del macchinario era stato acquistato a poco prezzo dai proprietari del
giornale «Il Mattino» di Napoli, fratelli Scarfoglio.
83
R. B., non so di G., hanno ricevuto le tue. Non stare angustiato, Iddio è grande: conservati
in salute. T’abbraccio
Nelina
Ho scritto male per la fretta. Son le 19 e devo andare al Gesù altrimenti non
arrivo a confessarmi.
(f. 257, c. 68)
118.
Roma, 18 gennaio 1925 175
Caro Gigino,
Torno dall’inaugurazione della tipografia ove ho avuto un’intensa commozione
per la tua assenza. Ho visto quasi tutti i tuoi amici che ti salutano tanto tanto.
Che il buon Dio premi gli sforzi che compiono tante persone desiderose come
te del bene. Come stai? Io bene, mentre qui siamo in primavera e quindi si gode del bel
sole! Penso spesso a te, in mezzo alla nebbia fitta e all’umido, come vi resisti?
Ho visto M. ed ho detto quanto tu mi scrivi, ma mi avvedo che si fa un buco
nell’acqua.
A Dore dirò, come tante altre volte, quello che mi hai scritto nell’ultima cartolina
e spero che scuoterà il suo freddo torpore. Il Marchese Borromeo, La Rosa, De
Gasperi, Briuccia, tutti ti salutano affettuosamente e ti raccomandano di averti riguardi
per la tua salute. Veramente il locale è strettino, ma grazioso, tanto mi è sembrato stamane
la benedizione della luce elettrica di C. quando io feci da Madrina ed ora mi scrive
Gigio che la sera passano parecchie ore allo scuro. Lei ti manda un biglietto di auguri che
ti spedirò. T’abbraccio
Nelina
(f.257, c. 59)
119.
Roma, 20 gennaio 1925 176
Caro Gigino,
Ieri non ho scritto perché scrissi domenica. Dall’ultima tua carta del 14 non ho
più ricevuto tue notizie. Mi auguro che stai bene; io un po’ raffreddata, ma cosa da nulla,
84
175 Cartolina postale.
176 Cartolina postale.
mentre Venerina e Adelgisa sono state influenzate. Malgrado qui il tempo sia bello quasi
primavera, con un sole costante e con un cielo serenissimo, tutti sono raffreddati.
Ieri andai da Chiavaro ma non lo trovai, lasciai un biglietto e allora rincasando
mi ha subito telefonato. Ha già messo il gabinetto in via Vicinale ove andrò in settimana.
Oggi viene la Sig. Belloni a suonare e così ho invitate le amiche che mi colmarono di gentilezze.
Don Giacomo anzi, Michele Gravina mi scrive che Don Giacomo ha spedita una
cassa di manderini all’indirizzo Crespi, speriamo che arrivino in buone condizioni.
Rispondimi per l’appartamento. C. vedendo che da questi pressi non si presenta
più nulla. [sic] M. ancora non ha fatto nulla; ciò l’ho saputo da Dore a cui ho letto
quanto tu mi hai scritto. Da parte mia presso sempre e con tutti. Ti ossequia il M. Marchetti,
Chiavaro, La Rosa che è partito ieri. Hai scritto all’Avv.to Barletta? T’abbraccio,
aff.ma
120.
Nelina
(f. 257, c. 60)
Roma, 22 gennaio 1925 177
Caro Gigino,
Due paroline per dirti che sto bene e che ho ricevuto le tue del diciassette.
Risponderò fra giorni, intanto ti mando Piazza del Popolo.
Mi duole leggere che ancora sei un po’ sofferente. Prendi delle cose rinfrescanti
e fai delle compresse di acqua tiepida, questo giova. Dammi tue notizie finché non stai
del tutto bene, sempre anche con cartolina. Mario vuol comperati degli arazzini per metterli
sopra le porte, non sarebbe meglio far fare della pittura? Intanto cercherò, ma credo
che della misura che mi chiede non ne trovi. Tutti ti ossequiano, mentre io t’abbraccio
affettuosamente
177 Cartolina illustrata.
Nelina
(f 257, c. 62)
85
121.
Roma, 25 gennaio 1925 178
Caro Gigino,
Aggiungo due paroline dietro la lettera della Baronessa [Di Giura]. Ieri 24 è
venuta a visitarmi e portarmi queste due lettere che invio. Sono stata con forte mal di gola
e orecchio, forma influenzale, però senza febbre. Per cautela sono stata anche a letto, oggi
però mi sono alzata, non esco per cautela e così all’Augusteo mando Venerina. Tu come
stai? I tuoi amici non so se ti hanno scritto perché stando dentro non ho visto nessuno.
Di giornali settimanali non ne arrivano; arrivano solo fascicoli scolastici, riviste
ecct., questi non te li ho mandati. Dimmi vuoi che conservi tutti i giornali arrivati che tu
dai poi ad Adelgisa?, ovvero posso darglieli io per non farti trovare una montagna di giornali?
Dall’ultima tua del 17 non ricevo più lettere. T’abbraccio
122.
Nelina
(f. 289, c. 35)
Roma, 26 gennaio 1925 179
Carissimo e amato fratello,
Sono con le tue due lettere a mano giuntemi oggi tutte e due, una del 21 e l’altra
del 23. Sto benino, l’influenza che ho avuto senza febbre si è svolta tutta con dolori
alla gola, all’orecchio destro e un po’ di tosse. Lunedì 19 andai dall’Avv.to Del Giudice e
da Chiavaro, non trovando il secondo mi fermai in casa del primo ad aspettarlo. Tu sai
quella casa com’è fredda e ivi presi questa specie d’influenza. Ma non angustiarti per questo,
sto benino e fra tre giorni uscirò al mio solito. Venerina e Adelgisa, i miei due medici,
mi hanno inculcato di stare a letto, unico rimedio ai miei mali.
La borsa che tu con tanto affetto mi mandasti è servita benissimo in questa
occasione, fa le veci di tutto, è tanto comoda!
Caro fratello, ad ogni tua lettera io ho mandato a chiamare tutte le persone a
cui avrei dovuto incaricare qualche cosa, ed ho parlato anche un po’ maleducata. Tutti mi
hanno assicurato che se ne fossero interessati, che t’avrebbero scritto ecct. Per la Rassegna
180 tanto Dore che Spataro mi hanno ogni volta assicurato che avrebbero parlato alla
178 In calce alla lettera della baronessa Di Giura.
179 Lettera.
180 Si tratta della «Rassegna nazionale», rivista curata da Roberto Palmarocchi su cui Sturzo scrisse nel
febbraio (a. XLVI, pp. 3-16) un articolo dal titolo Per lo studio di un fenomeno etico-psicologico. «In questo suo
celebre intervento Sturzo investiga il fenomeno dell’adesione morale (che comportasse o meno anche adesione
86
Signorina e t’avrebbero fatto spedire i fascicoli. A me non viene più a verso di andare al
Partito e passare in mezzo a tutti quei carabinieri 181. Ma se non fossi stata rassicurata da
loro ci sarei andata!
Non ti parlo di Mangano, sono otto giorni che lo mando a chiamare e non viene.
Ma son sicura che non viene perché non ha fatto ancora nulla. Sarà perché hanno
avuto il Popolo sempre sequestrato, sarà per tutte le preoccupazioni, io non so, ma credimi
che mi s’è stancata la pazienza… mentre tu credi che io non ti capisco… Caro, io ti comprendo
e se ti dico che mi sono interessata di tutto devi crederlo e come! ma non dipendono
da me obbligarli.
Grazie del golf, e lo credo che sarà carino! Per la pelliccia io te lo scrissi pei
ribassi che ci potevano essere, non per altro; vedremo quel che scrive la Signora. La dogana
si deve pagare sì, solamente se se lo può indossare qualcuno allora va esente. Certo che
se io potessi avere una giacca di 85 centimetri di Petigris Zabel ovvero di Rat Lautre ma
vero per £ 2.000, mentre qui costano £ 7.500 lo piglierei, conviene sempre.
Stai sicuro in quanto a me per gli indirizzi, io prima di te l’ho tanto raccomandato,
ma vedo che non mi danno ascolto. Sono 6 giorni che aspettiamo una qualche lettera
per inviartela, ma nessuno s’incomoda portarla… e quindi abbiamo tardato scriverti
fino a oggi. Immagino la tua preoccupazione ed angustie, tantoppiù che da lontano le
cose si ingrandiscono.
Noi, grazie a Dio, stiamo tranquilli, nessuno ci ha disturbati. Intanto la tua
lontananza ogni giorno riesce più dura per me; sono già tre mesi compiti, e mi son sembrati
tre secoli. Quando verrà il sospirato giorno? Io non lo vedo vicino e mi addoloro…Tutti
i tuoi amici hanno regolarmente ricevuto le tue incluso Gilardoni. Spataro ti ha
già scritto, così mi disse venerdì, e così a quest’ora l’avrai ricevuta. Per Bianco gli ho parlato
parecchie volte e con tanto interesse, ma vedo solo che si stringe nelle spalle, mentre
che se in questo momento dessero un’altra tonalità al giornale farebbero molto meglio.
Vi sarebbe ancora l’appartamento di via Cola di Rienzo angolo Via Fabio Massimo,
sotto di dove sta Spataro per £ 125.000 da doversi aggiustare con altri 50.000.
Basta, io sto sempre a pensare per la casa e vorrei prima della tua venuta combinare,
anche perché con tutti questi movimenti i soldi sono sicuri? Quasi quasi sarebbe meglio
mandarli costà non ti pare?
Non credo che sia un pensiero strano. A momenti ho parlato con Gilardoni, ti
scriverà domani. De Gasperi è a Trento e come torna gli darò la tua. La Sig.ra Belloni ti
ossequia, contenta di poter fare questo piccolo regalo delle lettere. T’abbraccio, aff.ma
Nelina
(f. 257, c. 66)
politica) al regime fascista da parte di una non spregevole schiera di individui, riconosciuti nella vita pubblica
come in quella privata per l’elevato sentire ed i solidi valori morali» (Bibliografia degli scritti di e su Luigi Sturzo,
a cura di G. Cassiani, V. De Marco, G. Malgeri, Gangemi, Roma 2001, p. 81).
181 Gli scriveva Gilardoni il 27 febbraio ’25: «… Le copie sequestrate del Popolo sono distrutte. Nella
tipografia vi sono dieci carabinieri due guardie e un commissario sempre presenti» (in L. Sturzo, Scritti inediti,
II, p. 25).
87
123.
Roma, 28 gennaio 1925 182
Caro Gigi,
Sto bene, il mal di gola è passato e anche il male all’orecchio, una forma
influenzale che tutti soffrono. Io non ho avuto febbre; il Dottor Punzi ti ringrazia e ti
saluta. Ancora non ho potuto parlare con Monsignore. Egli non viene ed io non sono
uscita. L’articolo l’ho dato a Peppino S. per lasciarlo subito alla Sig.ra della R[edazione],
incaricando Dore per la correzione. A quest’altro ho raccomandato quanto mi hai scritto
pei libri e dice che te li ha spediti. Il Comm. da molti giorni è a Milano e dice che starà
molto. Per tutt’altro ti ho scritto l’altro giorno, oggi è per darti mie notizie che come vedi
son buone. Aspetto il golf col primo comodo.
Non so se la Signora Oliva ha ricevuto i mandarini che ho fatto spedire da Caltagirone
e dice che erano buonissimi. Spero che arrivino in buone condizioni. Ricevi
sempre il pacchetto coi giornali?
Ti sei divertito a Oxford? Qui il tempo è mite e temo che avremo una primavera
fredda. Gli amici che in questi giorni ho visto ti salutano. Le Sig. Venerina, Amerigo,
Adelgisa tutti ti ossequiano. Il Barone e la Baronessa Di Giura ti salutano. Giovanni è in
viaggio di ritorno.
Abbraccioti affettuosamente, aff.ma
124.
Nelina
(f. 257, c. 65)
[Roma, gennaio 1925] 183
Caro Gigino,
Ricevo a momenti la tua tanto affettuosa lettera e godo che stai bene. Figurati
se anch’io vorrei mettermi a posto trovando una casa, ma con tutti i requisiti come la
vogliamo non si arriva a capo. Quella di via M. Dionigi non l’ho presa per le quattro stanze,
e le migliori, a tramontana, ed è stata venduta per £ 150.000. Il villino sarebbe a Piazza
Libertà, vedremo un po’ se posso riuscire, in mano ce l’ha la Baronessa Penna.
Non ricevi giornali perché sequestrati da 5 giorni… Per me non ti preoccupare
che sto bene. In questo momento non saprei cosa dirti di comprare, ci penserò vedendo
qui i prezzi anche ribassati.
88
182 Cartolina postale.
183 Lettera.
Ti sto sempre vicino col pensiero e col cuore, mentre tutti gli amici ti salutano,
io t’abbraccio, aff.ma
125.
Nelina
(f. 257, c. 51)
Roma, 2 febbraio 1925 184
Caro Gigi,
Ricevo la tua cartolina del 29, la lettera del 28. Con piacere sento che stai bene
e il raffreddore quasi scomparso. Il Comm. Ceccato mi ha dato le tue buone nuove e mi
ha portato il golf che mi è tanto piaciuto. Mi sta a meraviglia! Grazie del pensiero affettuoso
e del tuo buon gusto.
Ieri ho ricevuto una gentilissima lettera della Sig. T. alla quale risponderò domani.
Penso però di smettere l’idea della pelliccia, ormai siamo agli sgoccioli dell’inverno.
Io sto completamente guarita, anche Mario è stato raffreddato e con forti dolori
di gola, ma ora sta bene. È proprio un influsso di aria. Ti scriverò una lunga lettera in questi
giorni, ora ti ricordo di fare arrivare il 14 del c.m. un telegramma di auguri al fratello
della Signora La Rosa, Sig. Gioacchino Salomone, Mistretta, che in quel giorno sposa.
Ti abbraccio, aff.ma
A Spataro col primo del mese è nato un maschio.
126.
Nelina
(f. 257, c. 69)
Roma, 5 febbraio 1925 185
Caro Gigino,
Ho ricevuto la tua ultima cartolina del primo febbraio, mentre come ti avevo
scritto avevo ricevuto per mezzo del Comm. Ceccato il plico e il golf di cui ti ringrazio
tanto tanto. Mi vuoi dire quanto hai speso che te li mando, e se vuoi altre somme? Per la
pelliccia ho risposto di no; un altro anno se Iddio vuole me la farò qui, a tempo propizio
però.
184 Cartolina postale.
185 Lettera.
89
Qui sole perenne, un po’ di freddo la mattina per chi esce presto, ma al sole tutto
riesce insopportabile e pesante. Sto bene come ti ho scritto nell’ultima cartolina.
Di Mangano posso dirti che non è venuto e né vuol venire; a Spataro sembra
che il Mangano attraversi un periodo di forte nevrastenia che non gli permette di far null’altro
che passeggiare e non dar retta a nessuno. Non ha scritto nulla e né si può sperare.
Poi a tutti gl’altri, come ti ho scritto, ho parlato e tutti mi hanno assicurato di
far quanto desideri. De Gasperi è su a Trento, forse perché a giorni la moglie deve sgravare.
A Donati 186 è morto il bambino di otto anni, Guidarello, di difterite: io ho fatto un
telegramma di città per condoglianze. Il Comm. Belloni da tanto che è a Milano, forse
tornerà fra una settimana. Bada a che a lui vengono aperte le lettere, almeno così sembra
dalle lettere del marito alla Signora, parlo delle sue corrispondenze anche, quindi non gli
scrivere direttamente.
Non sono andata a vedere l’appartamento di Coccia perché speravo di trovare
meglio. Cametti non ha più appartamenti da vendere, solo uno, a primo piano e di 4
camere bagno e cucina. Il terzo piano che sarebbe il migliore se lo è riserbato per lui e
famiglia. Ora si venderebbe del terreno comunale, a lotti, tra Via Veneto e S. Basilio oltre
un altro da privati nella salita Francesco Crispi, attaccati ad un convento, punti centralissimi
e quindi costo di terreno oltre le 700mila. Con Fattarappa abbiamo fatto il conto
che facendo 5 piani la spesa si ridurrebbe a £ 23.000 o 25.000 a vano. Quindi per noi 10
vani verrebbero a costare 250.000, quanto costerebbe da Coccia e saremmo nel cuore della
città.
Io ho scritto a Michelino il quale l’altro giorno scrivendomi ti ossequia tanto,
tanto. Paolo quest’anno studia e sta contento, anche lui ti ossequia. Tu che ne dici? B.ni
dovrebbe dire sul serio altrimenti non si fa nulla. Che bei boschi sono quelli vicino Londra!
Peccato che li abbandonasti così presto, tanto il mondo sempre va lo stesso, mentre
tu hai perduto di respirare aria balsamica.
Ma tu quando verrai, caro fratello? Come mi è dolorosa la tua lontananza! Trovo
che la mia vita non ha più scopo e lo stare a Roma mi è penoso. Intanto Adelgisa per
pressioni di Umberto vuole decidere di sposare per Pasqua ed io debbo cercare fin da ora
una cameriera. Di questi tempi a chi si ficca in casa? vorrei farmi venire Rosa, tu che ne
dici? io intanto cercherò qui, poi vedremo.
Lei poveretta avrebbe voluto aspettare la tua venuta, ma il tempo pare che sia
lungo, come fare? Se poi veramente tu devi stare ancora a lungo, ed io vado a Caltagirone
allora non cerco pensando di lasciarla in casa durante la nostra assenza. Vorrei il tuo pensiero
e spero che mi scriverai su ciò. Senti, scrivi a Barletta G. se puoi o no accettare l’invito
di tenere a cresima Guido; ha ragione di lagnarsi non rispondendoli. Tanto meglio se
non vuoi e non puoi per ragioni superiori rispondi di no. Giovanni Gambi che ti saluta,
ha mandato un gattino bianco e nero, un amore!” Svelto, intelligente, lo chiamo Mineto.
186 Giuseppe Donati (1889-1931) aderì al movimento murriano e fu tra i più convinti sostenitori delle
battaglie portate avanti agli inizi del ‘900 dai cattolici democratici nel campo sociale, politico ed economico
nell’ambito della Lega Democratica Nazionale. Si avvicinò al partito popolare in occasione delle elezioni del
’21. Fu lui a fondare «Il Popolo». Nel 1925 dovette prendere, come già Sturzo, la via dell’esilio parigino dove
si spense a 43 anni nell’agosto 1931. Cfr. G. Ignesti, ad vocem, in DSMCI, II, pp. 181-190.
90
Chi sa se sono arrivati i manderini alla Signora Crespi? E in quali condizioni, spero buone.
Salutamela tanto. Venerina, suo nipote, Adelgisa, le Amerigo tutti ti ossequiano.
Senti, ad aprile viene costà la Dottoressa Montessori col nipote, forse anche
Elda e Valentina, come mi piacerebbe venire anch’io! Che ne pensi? Fra quindici giorni
verranno Carmelina Gravina e le figliuole per passare qui due mesetti; anche la Signora
La Rosa e l’Onorevole per l’apertura della Camera. Compagnia non ne manca, ma mi
manca la tua ed è tutto. Abbraccioti con affetto
Nelina
P. S. A momenti ricevo la tua con acclusi tanti scritti che subito mando a destinazione.
Farò quanto tu dici per la Rassegna. Ho ricevuto la fotografia che è riuscita bene;
ringrazia per me la Signora tanto gentile. Mi sembri sciupato, non è vero?, era forse l’effetto
del vento. Bada che vi è una censura e una specie di spionaggio per tutte le persone
che vanno al Partito, al Popolo, che scrivono a te e che tengono amicizia con noi. Altro
che tempi dell’Inquisizione! Petrocchi teme di perdere il posto al Ministero e quindi si
mantiene un po’ a parte. Egli mi ha detto ciò e ti ossequia caramente.
Non mi mandare plichi troppo grossi uniti a lettere interessanti, potrebbero
dare sospetti.
(f. 257, c. 72)
127.
Roma, 7 febbraio 1925 187
Carissimo fratello,
Ho ricevuto la tua lettera con dentro una tua istantanea che mi è sembrato di
vedere il caro babbo, di santa memoria. Quanto l’assomigli! Mi pare di vederti un po’
dimagrito, sarà forse l’effetto del vento. Io sto bene e ti scriverò più a lungo dandoti notizie
della Rassegna Nazionale spero oggi. Ho risposto per la pelliccia negativamente. Che
bei boschi vi sono da coteste parti! Peccato che tu li lasciasti così presto; potevi rimanere a
respirare l’aria balsamica di luoghi sì deliziosi.
Oggi il tempo pare un po’ verso la pioggia, ma per due mesi abbiamo avuto primavera.
Tutti ti salutano, a quest’ora saprai che al carissimo Donati è morto il bambino
Guidarello, di difterite. La Signora Della Rosa è ammalata quindi tarda a darti notizie.
Dammi sempre tue notizie quando sei in giro e guardati dal raffreddore. Un abbraccio
187 Cartolina postale.
Nelina
(f. 257, c. 73)
91
128.
[Roma, 10/16 febbraio 1925] 188
Carissimo fratello,
Le visitine del Comm. Ceccato, tanto un’esimia persona, mi son tornate assai
gradite, esse mi hanno fatto un po’, per un momento gustare la tua presenza attraverso
l’amicizia e i buoni rapporti che hai con lui. Io sto bene, come ti potrà assicurare lo stesso
Commendatore e desidero che di te sia lo stesso. Come sto in pena per l’epidemia dell’influenza
(spagnuola benigna) che imperversa costà. Guardati caro fratello da fartela contaggiare.
Sei stato in Irlanda? ti è piaciuta?
Il giorno 7 ti ho spedito all’indirizzo di Paris una lettera mia e del Comm. Del
Giudice, li hai ricevute? Spero di sì e dimmi semplicemente, ho ricevuta quella del 7.
Rispondimi sul da fare per la casa di via Ripetta, come ti ho scritto nella mia ultima. Poi me
ne propongono una vicino Piazza d’Armi e lungo Tevere Michelangelo 12 vani per £ 250,
vicino il ponte che dovranno costruire. Ma è troppo lontano da quelle parti! Non è vero?
Coccia mi ha detto che appena torna da Torino mi avviserà per rivedere l’appartamento.
In quello di v. Ripetta vi entrerebbe pure Belloni e forse Michele, sarebbe
bello assai. A Fattarappa hanno proposto il detto affare cioè di comprare per un milione e
300.000 lire la casa dell’angolo con quelle casette, l’affare che avea in mano Spigarelli.
Al momento ricevo la lettera che era fra quelle del Barone Di Giura, i quali tanto
ti ossequiano. Spero che la raccomandata mandata per la via di Parigi e per mezzo della
Sig. Belloni la riceverai. Queste aspetteranno te in casa del Comm. Ceccato.
Venerina ti ossequia, le Signorine Amerigo, la Contessa Baldi, Chiavaro da cui
sono stata stamane. Lui pel momento non può far nulla poiché il gabinetto non è ancora
pronto. La mola che trema la posso tirare da me, dice lui, e bisogna che aspetti fino ad
aprile, che spera avere tutto pronto.
Abbraccioti caramente, aff.ma
Nelina
P. S. Andrò io in casa di Ruffo a farmi dare il famoso indirizzo che parecchie
volte mi ha detto che l’avrebbe mandato. Veramente i Ruffo con me non si fanno vivi. Per
l’appartamento lì non può più essere, poiché non possono fare più di tre piani e sono i
due impegnati e il terzo che sarebbe il più bello e meno umido lo prende lo stesso Cametti
e famiglia. A me via Ripetta piace tanto almeno siamo in mezzo. Io godo che tu ti
distrai e apprendi tante belle cose; sono egoista quando dico che non posso più stare da te
lungi e mi perdonerai. Profitta di questo tempo e conservati in salute.
(f. 257, c. 74)
92
188 Lettera.
129.
Roma, 16 febbraio 1925 189
Caro Gigi,
due paroline per darti mie nuove e chiedere le tue; spero che mi scriverai subito
appena arrivato a Londra giacché sto in pena pel tuo viaggio col tempo così brutto. Qui
vento forte e un po’ di acqua. Spero che avrai ricevuto le mie lettere e le notizie per mezzo
del Comm. Ceccato. Ho ricevuto finalmente la tua del 6 febbraio e una sola cartolina da
Dublino, troppo poco! Otto giorni senza notizie, caro fratello perché la tua cartolina ultima
è del giorno 9 e nulla più fino il 17. Intanto queste li imbuco e spero che ti trovo già
tornato alla tua dimora.
Monsignore scrive che ha avuto un po’ di influenza, ma che ora sta bene. Gli
amici tutti ti ossequiano, io t’abbraccio affettuosamente
130.
Nelina
(f. 257, c. 79)
Roma, 19 febbraio 1925 190
Caro Gigi,
L’altro ieri ricevei la cartolina da Dublino e il giornale con la tua fotografia.
Grazie mille, carissimo fratello, mentre la tua lontananza ormai mi è di martirio. Stamane
19 ricevo la tua lettera e leggo quanto mi scrivi sulla mia venuta, farò come tu dici.
A me pare che ho risposto su tutto per quanto non l’abbia numerato. Per la
Rassegna finalmente posso dirti che per mezzo di Spataro ho saputo che l’articolo di Crespi
si pubblicherà nel numero di febbraio, e poi per i mesi di marzo e aprile se gli mandi
materiali gli farai piacere. Mangano non l’ho visto, né vuol venire. La Signora Navi ti scriverà,
sabato sono da lei a pranzo. Con l’avvocato Coccia spero di parlare domani e se è
possibile fare tutto presto. Certo che è meglio fare così, come io da un pezzo dico, ma
temo che lui non voglia.
Godo che stai bene, mi duole per la piccola sofferenza che hai, temo che siano
le cose dolci, i the ecct. Che costà se ne fa abbuso. Io sto bene, Mario mi scrive che ha
avuto l’influenza e che poi non si è nemmeno potuto applicare a vedere certe carte di affari,
ma ora sta bene. Son sicura che andrò io prima di lui per vederci, perché pare che non
voglia venire qui per ora.
189 Cartolina postale.
190 Lettera.
93
Il Barone e la Baronessa Di Giura ti ossequiano. Suo figlio scrive che ti ha scritto
tre o quattro volte dacché sta fuori e tu non gli hai mai risposto. Lui ti ringrazia del
libro che finalmente io feci legare e mandai. Sta per venire ma senza ancora sposare, nei
primi di Marzo si mette in viaggio e tu pregherai per lui.
Che dirti, caro? vorrei avere le ali per volare a te, mentre mi devo contentare di
starti sempre vicina col pensiero e col cuore. Tutti ti ossequiano. Tua
131.
Nelina
(f. 257, c. 81)
Roma, 24 febbraio 1925 191
Caro fratello,
ricevo ieri la tua del 18 a momenti che io tornavo a casa e avevo comperato queste
belle cartoline, così la prima a te. Spero che la nuova dimora sia buona e il cambiamento
non ti avesse a nuocere 192. Subito ho fatto le tue commissioni. Lorenzo ti ossequia. Adelgisa
ti ringrazia dei giornali e ti ossequia. Venerina sta bene e ti ossequia, come anche i Pisciotta,
che sono felici di trovarsi tutti riuniti e a posto. Petrocchi ti ossequia. Io t’abbraccio
132.
Nelina
(f. 257, c. 82)
Roma, 25 febbraio 1925 193
Caro Gigi,
Ti ho spedito una cartolina appena ricevute le tue 18 e 21. Come ti ho scritto,
ho ricevuto tutte le tue colle date che mi hai scritto, ma siccome qualche volta tardano
troppo, io, che la tua assenza mi tiene sempre un po’ nervosa, facilmente mi disturba, ma
appena ricevo le tue torno tranquilla. Mi compatirai, son sicura, ma l’affetto colla lontananza
cresce, e il dolore di star l’una lontana dall’altro aumenta.
191 Cartolina postale illustrata. Dal 24 febbraio 1925 al 27 settembre 1926 l’indirizzo di Sturzo a Londra
fu il seguente: St. Mary’s Priores 264, Fulham Road.
192 Sturzo lasciò gli Oblati di San Carlo e si trasferì presso i Serviti vicino la casa dei Crespi.
193 In coda ad una lettera dell’Associazione Italiana per la Protezione Sociale dei Lavoratori che chiedeva
a Sturzo la quota sociale per il 1925.
94
C’è qui Michelino che ti saluta, come fa la famiglia; mi colmano di gentilezze.
Stiamo girando per case. Ancora non ho potuto vedere quella di Coccia, lui sempre in
giro. Poi, quello sarà l’ultimo appiglio, giacché senza ascensore, senza portiere, sono
inconvenienti, non ti pare? A Lungo Tevere Michelangelo non vi è casa, se ne deve fabbricare
una a Piazza Martiri di Belfiore, che andando da Lungo Tevere M. si arriva presto,
ma è troppo giù e quartieri così e così.
Intanto Briuccia mi dice che quel Largo di Piazza Adriana l’ha comperato la
Società ove entra Spigarelli per fare due grandi stabili di lusso. Mi deve dire se è possibile
entrarvi e vi sta lavorando Michele. Certo che con lui si fa bene perché è molto circospetto.
Poi c’è capitato un villinetto a quattro piani, sei camere ogni piano, angolo Via Crescenzio
e Varrone, vuol dire giù giù. A Michele piacerebbe perché tutta al sole, vedremo.
Domani ti scriverò e risponderò a quanto desideri, oggi è solo per questo. Ti abbraccio
133.
Nelina
(f. 257, c. 83)
Roma, 27 febbraio 1925 194
Caro Gigi,
Questa te la porta il genero dell’Onorevole Gilardoni. A momenti mi arriva la
tua del 24. Sento con piacere che stai bene e che hai in mente di girare. Finché stai bene
ed hai con chi fare cotesti giri divertiti e apprendi. Certo a me stare lontano da te mi riesce
doloroso e vorrei che questi sacrificii nostri tornassero a bene prima per le nostre anime,
e poi per la nostra Italia. In questi giorni che l’influenza mi ha lasciato indebolita ed
ho avuto un esaurimento nervoso, mi ha fatta più impressione la tua lontananza; ma ora
che sto bene, come ti può assicurare il genero di Gilardoni, mi rassegno più facilmente.
Il Dottor Punzi mi ha fatto incominciare una cura di clicero fosfato e stricnina
per tonizzare un po’ lo stomaco per l’acidità che soffro. Per la casa: ci sarebbe un appartamento
quello nobile in Piazza Libertà n. 13 dove abita la Giustini Bandini. Per quanto
tramontana e ponente, a me piacerebbe il posto, la scala, tutto, tu che ne dici? Devo
andarlo a vedere oggi e vedremo. Coccia ancora non è tornato da Milano e quindi non ho
visto l’appartamento, ma senza ascensore è noioso e senza portiere!
Michelino ti saluta con tanto affetto, manderò le accluse lettere a destinazione.
Dore mi ha assicurato che l’articolo di Crespi sul libro di Mario esce in febbraio e lui ha
corretto le bozze. Per Bianco Spataro mi ha detto che dovevano avere un abboccamento,
poi non so più nulla, poiché non ho visto nessuno, per telefono mi annoio.
Per la casa di P. Libertà 13 se mi piace posso prenderlo? Telegrafa, magari, sta bene,
sono 17 camere con tutti gli accessori per due appartamenti e ne vogliono 450.000. Se è pos-
194 Lettera su carta intestata “Prof. Don Luigi Sturzo…”.
95
sibile si prenderebbe con Michelino, se no io sceglierei il quarto che guarda Via Federico Cesi
ponente, con un balcone in piazza. Basta, io prima che parto vorrei impegnarmi.
Non hai bisogno di nulla? Non so se il genero di Gilardoni accetta di portarti
un pacchetto di arance della Bassa, quest’anno una meraviglia! I manderini arrivarono poi
a Crespi? Potevano smarrirsi.
Per l’appartamento del n. 13 mi telefonano a momenti che non si può vedere
oggi ma lunedì 2 marzo. Spero che non sia una scusa e servirebbe ad un altro. Io penso
che un appartamento in uno stabile è meglio che in un villino e poi in quel punto! Temo
che non vi riesco. Basta, ti terrò sempre informato. Stai tranquillo per me perché sto bene
ed attorniata di tanto affetto e cura. T’abbraccio vivamente, aff.ma
Nelina
P. Tacchi Venturi ha la polmonite; io dico, che se ne vada in Paradiso!
(f. 257, c. 85)
134.
Roma, 4 marzo 1925 195
Caro Gigino,
Oggi otto giorni dalla data dell’ultima tua del 24 e aspettavo ricevere tue notizie
tantoppiù che hai cambiato casa. Spero domattina ricevere una tua e con buone notizie.
Io sto bene con Michelino abbiamo girato senza conclusioni ancora, quella del 13
non ho avuto più risposta come prevedevo. Resto sempre a vedere l’avv. Coccia, vedremo.
Abbraccioti, aff.ma
135.
Nelina
(f. 257, c. 87)
Roma, 7 marzo 1925 196
Carissimo fratello,
Ho ricevuta le tue, una del primo e l’altra del 4 marzo. Godo leggere che stai
bene e che gli amici ti hanno trovato bene; non vedo l’ora di parlare con l’Onorevole
96
195 Cartolina illustrata.
196 Lettera.
Baranzini 197. Io sto bene, la cura mi giova ma più di tutto le cure delle amiche. La Baronessa
Di Giura mi ha voluto a pranzo quasi tutta la settimana; ogni tanto vado dai Belloni.
Tutti ti salutano affettuosamente. Rispondo categoricamente alle tue lettere.
Quella del primo: 1) Domani manderò la lettera e i denari all’Opera degli
Orfani; 2) Subito mandai la lettera anzi consegnai io stessa a Colombi; 3) Ho mandato a
dire a De Gasperi di scriverti, però lui non vi è stato e passerà altri due giorni a Napoli; 4)
Spataro lo stesso perché è con lui a Napoli ed è stato a Milano; 5) Per la casa del n. 13 non
è tornato più nessuno e sono dolente di perderla. Per quella Crescenzio angolo Varrone,
non è da parlarne perché villino piccolo, scala oscura e senza ascensore. Resta quella di
Coccia che sono andato a rivedere e mi piace, per quanto sia il primo piano. Ma lì pazienza
se non vi è ascensore. Di prezzo io non ne ho parlato, non so se è più disposto a cederla
per quanto si era stabilito. Ad ogni modo mi ha detto che se noi lo vogliamo anche in
affitto, dobbiamo dircelo ora per poter fare andare l’inquilino all’ultimo di dicembre. Tu
che ne dici? Di meglio io ancora non trovo. Michelino è partito stanco di cercare e non
trovare.
Belloni è ancora a Milano, viene ogni tanto ma non conclude nulla. Mi duole
che i manderini non siano arrivati alla Sig.ra Crespi, peccato dopo averli spediti. Domani
vado a sentire il Mosè di Perosi 198; ho invitata Carmelina Gravina e figliuola, dopo le tante
gentilezze fattemi ho dovuto disobbligarmi. Venerina, le Amerigo, Adelgisa ti ossequiano,
io t’abbraccio con vivo affetto, aff.ma
136.
Nelina
(f. 257, c. 91)
Roma, 10 marzo 1925 199
Caro Gigino,
Ho ricevuto la cartolina coi saluti anche di Baranzini che non vedo l’ora di rivedere.
Godo che stai bene, come ti assicuro di me. Monsignore mi scrive che verrà dopo
Pasqua, dunque se tu credi di dover concludere per l’appartamento dell’Avv. C. faremo
tutto, anche col piacere di Mario. Nessuno mi ha mandato scritti, per quanto io l’abbia
pregati. Unisco alla mia questa di Parigi.
197 Arturo Baranzini (1875-1937), deputato popolare di Como. «Nell’estate del ’24, il Baranzini si adoprò
notevolmente, insieme al barone Rinaldini, per salvare l’incolumità personale di Luigi Sturzo, seriamente
minacciata dagli atteggiamenti intimidatori dei fascisti, ed in particolare del giornale «L’Impero» che, nel
numero del 1° agosto 1924, aveva scritto che, dopo Matteotti, sarebbero dovuti sparire dalla circolazione
Sturzo ed Albertini» (Miscellanea londinese, I, (Anni 1925-1930), Zanichelli, Bologna 1965, nota 1 di p. 16).
198 Lorenzo Perosi (1872-1956), insigne maestro della Cappella Sistina, autore di numerosi oratori.
199 Lettera.
97
Ho scritto a D. Ciccio Piazza 200 di passare £ 100 a Monsignor Mineo, ho mandato
£ 25 alla chiesa di S. Agata che hanno ristaurata. Domenica con Carmelina Gravina
e le figliuole fummo al Costanzi a sentire il Mosè di Perosi: io credevo che ci fosse anche
la scena invece semplice oratoria. Per quanto la musica è bella assai, mi pentii d’invitare
quelli per la sola musica; chi non è educato a sentirla non può gustarla.
Basta, ti ossequiano tanto; loro sono dalle Suore del Cenacolo. Quel certo Rodiano
Stefano di Lecce ha voluto il tuo indirizzo per spedirti della marmellata credo, io ho dato
quello della Sig. Rita, così il pacco spero sia più fortunato dei miei manderini, peccato!
Salutamela, mentre Venerina e Adelgisa ti ossequiano, io t’abbraccio fortemente
137.
Nelina
(f. 257, c. 93)
[Roma, 14 marzo 1925] 201
Gigino caro,
Due paroline per dirti che ho ricevuto tutte le lettere colle date che tu mi hai
scritto. Mi perdonerai se tante volte nel ritardo delle medesime io scrivo prima e dico che
non ho ricevuto tue lettere. Io vorrei leggerti ogni giorno. Godo delle notizie che ho ricevuto
per mezzo dell’On. Baranzini. Egli non mi trovò in casa perché era ora della predica,
ma lasciò tutte le tue notizie. Qui freddo in questi giorni, però io sto bene. Venerina è
ancora con me. La Gravina ti ossequia e insieme cerchiamo case. La Rosa forse è ancora
in Sicilia, non mi ha scritto, però io ho scritto. Abbraccioti
138.
Nelina
(f. 257, c. 95)
Roma, 16 marzo 1925 202
Caro Gigi,
Due parole in fretta; mi capitano degli appartamenti in altri punti della città,
come a dire, uno di fronte al ministero dell’Industria e Commercio, un altro vicino la Sta-
200 Francesco Piazza era l’uomo di fiducia della famiglia Sturzo soprattutto nell’amministrazione delle
proprietà.
201 Cartolina illustrata.
202 Lettera.
98
zione, Corso Vittorio Emanuele sopra Peyron. Io non so se questi punti possano piacerti
e quindi non posso rispondere.
Tu intanto dimmi dal più al meno quali sono i punti più preferiti, stante che da
queste parti non si trova, e così io potrò regolarmi. Il prezzo per 8 o 9 camere e accessori si
batte sulle 270-300.000. Ti scriverò più a lungo un altro giorno, mentre ti assicuro che
sto bene. Venerina trova il prezzo che vorrebbe far lei. Intanto venendo Monsignore lei
vuole andar via: ti ossequiano tanto tanto. Abbraccioti, aff.ma
139.
Nelina
(f. 257, c. 96)
Roma, 18 marzo 1925 203
Ti spedisco le presenti; l’altro ieri ti ho scritto per le case, vi sarebbe un 5° piano
in via XX Settembre di fronte al M. Industria e Commercio, oltre vi è un sesto piano,
quindi non sarebbe l’ultimo. 8 camere bagno cucina. Ci domanda 280.000 troppo… a te
piace quel posto? Rispondimi a giro di posta, urgente, io parlo con Briuccia. Sto bene,
t’abbraccio
140.
Nelina
(f. 290, c. 100)
Roma, 22 marzo 1925 204
Carissimo fratello,
Ricevo la tua cartolina e mi affretto a rispondere. Dal tuo parlare vedo che non
hai ricevuto una mia ove ti parlava della casa Coccia. Non ricordo più la data e non penso
ove te la indirizzai, ma ad ogni modo nulla da preoccupare se si è perduta. Godo che stai
bene come ti assicuro di me, però dal parlare di Staderini apprendo che proprio bene non
devi stare o meglio mi ha fatto comprendere che ti ha trovato di buon umore, ma più invecchiatello,
vuol dire forse più magro e più bianco! Mentre capelli bianchi ne avevi poco.
Basta, anche a me troverai più bianca, quest’inverno con la lontananza ci ha
invecchiati. Venerina cerca per conto suo e se trova va via col primo di aprile o dopo
203 In calce ad una lettera di Giuseppe Spataro.
204 Lettera.
99
Pasqua, potrebbe rimanere anche con la venuta di Mario, ma non lo vuol fare, mentre
Adelgisa vorrebbe sposare in luglio e rimanere fin quando vengo a trovare te. Tu che ne
dici? Rispondimi il tuo parere.
Hai ricevuto la lettera di Rodinò? 205 Da oggi voglio scrivere tutte le date delle
mie lettere, vedo che qualcuna non ti arriva. Quella dovea portare la data del 13 forse.
Carmelina, le figliuole, Umberto, D. Ciccio Piazza, D. Giacomo tutti ti ossequiano. La
Baronessa e il B. Di Giura, la S. Belloni ti ossequiano. Giovanni Di Giura arriva fra
domani e martedì, ha concluso definitivamente il matrimonio e starà qui due mesi, poi va
in Cina ove è lo zio suo.
Attendo una tua risposta; l’appartamento di fronte al M. dell’Industria è a 5°
piano, non ricordo se te l’ho scritto e ne vogliono 280.000. Credo sia esposto a tramontana
un po’ o volto a ponente, molta luce e aria. Peyron è già venduto, che bel sole era lì!
Abbraccioti con affetto, aff.ma
141.
Nelina
(f. 257, c. 100)
Roma, 27 marzo 1925 206
Caro Gigino,
Ricevo ieri 26 la cartolina ed ho visto quel bel giardino e immagino le casette di
cemento e legno. Io qui sempre in giro per le medesime ed aspetto risposta della mia del
22 spedita a Londra. Spero che te la spediranno. Oggi ricevo quella unita a quella di
Palombi a cui subito ho chiamato e consegnato.
Sto bene, la settimana entrante facciamo gli esercizi spirituali al Gesù e poi il
Giubileo, che viene con gli esercizi ridotto a 4 visite. Prima che venga Mario è meglio che
lo faccia. Michelino e la famiglia ti ossequiano, lui sta combinando per la casa. Il Barone
Di Giura è arrivato, tutti ti ossequiano. Guardati dai raffreddori.
100
Nelina
(f. 257, c. 101)
205 Giulio Rodinò (1875-1946), fin da giovane militò nel movimento cattolico in quel di Napoli. Nel
1919 aderì al PPI e fu reggente del partito insieme a Gronchi e Spataro dopo le dimissioni di Sturzo dalla
segreteria politica. Dopo la decadenza dei deputati aventiniani si ritirò a vita privata, ritornando attivamente
alla vita politica dopo l’8 settembre 1943. Cfr. A. Cestaro, ad vocem, in DSMCI, II, pp. 549-552.
206 Cartolina illustrata sped. a Parigi (Institut Catholique, Rue Cassette 24).
142.
Roma, 29 marzo 1925 207
Carissimo fratello,
Spero che avrai ricevuto la mia cartolina scritta appena ricevuta la tua cartolina
e le tue due lettere, cioè quelle del 21 e 25. Grazie di cuore, sarei potuta venire costà a
riabbracciarti, caro fratello, se vi era qui La Rosa forse si poteva combinare 208. Loro sono
a Mistretta, almeno ieri ho ricevuto una cartolina dalla Signora. Sto bene; qui il tempo è
cattivo, grandine, freddo, acqua, ogni ben di Dio. Domani incomincio il ritiro spirituale
al Gesù, io lo vado a fare lì e così faccio il S. Giubileo, che con sole quattro visite alle 4
basiliche si compie.
Aspetto risposta sulle varie case, hai ricevuto l’ultima diretta a Londra a Rita
(del 22)? Vi sarebbe un piano nobile in via Quintino Sella angolo Flavia, un complesso di
16-17 vani, e forse si potrebbe avere per 375.000. Esposizione mezzogiorno e ponente, ti
piacerebbe quel posto? Io sempre cerco ai Prati, ma se non si può?
Non ti raffreddare; io penso che in questi giorni a Parigi faccia freddo, come
qui. Ho visto la cartolina dell’esposizione e figurati se una casetta come quella ideale piacerebbe
anche a me! Che conferenze hai fatto?, come ti è sembrata Parigi? Penso ai giorni
che potremo stare insieme con tanta ansia e mi annoia allontanarmi e andare giù. D’altra
parte anche per gli affari è necessario, quindi vedrò, prima però debbo farmi aggiustare la
bocca da Chiavaro.
Ossequiami Russo 209. Il B. di Giura ti fa dire tante cose affettuose; loro spesso
mi vogliono a pranzo, come anche i Belloni, che ti salutano tanto tanto. Venerina ti ossequia.
Adelgisa ti bacia la mano e dimmi qualche cosa da fare sul riguardo. T’abbraccio
con vivo affetto e prega per me. Aff.ma
Nelina
(f. 257, c. 102)
207 Lettera.
208 Luigi si trovava a Parigi per tenere una importante conferenza il giorno successivo per iniziativa del
Comité National d’études sociales et politiques presso l’Institut Catholique. Il titolo in italiano della conferenza
era Il fascismo non può evolversi verso un regime di libertà. Cfr. il testo in L. Sturzo, Miscellanea londinese,
I, cit., pp. 98-103.
209 Domenico Russo (1876-1950). Fece parte nell’ambiente napoletano dei giovani democratici cristiani
di ispirazione murriana. Conosceva Sturzo fin dal 1904. Nel 1919 aveva aderito al PPI. Giornalista, viveva a
Parigi. Cfr. A. Cestaro, ad vocem, in DSMCI, III/2, p. 756.
101
143.
Roma, 8 aprile 1925 210
Carissimo fratello,
Ti ho seguito lungo i giorni passati a Parigi col pensiero e col cuore; sarei stata
felice di venirti a riabbracciare, a passare con te la S. Pasqua, mentre anche questa solennità
abbiamo passati tutti e quattro soli. Sia fatto il Divin volere, ma per quanto ancora?
Mario mi scrive che sarebbe venuto per il 15, forse verrà perché vi è un Congresso Filosofico,
poi vado un po’ giù e poi dovremo ad ogni costo vederci.
Io sto benissimo, la cura di clicero fosfati e stricnina mi giova. Anche Venerina
sta bene e tanto ti ossequia. Per la sera di Pasqua andrò a pranzo dal B. Di Giura che tutti
ti ossequiano tanto tanto, Giovanni con le sue solite espressioni. La Sig.ra Belloni e figli ti
ossequiano, le Amerigo, i Gravina; Michele ha comperato finalmente l’appartamento di
Via Quintino Sella angolo V. Flavia. Un grande appartamento e con tutte le comodità,
però lui è scontento, avrebbe amato di più un villino a solo o con noi.
Io per quello di Piazza Libertà sto cercando di sapere tutto, di far leggere il contratto
all’Avv.to, farò visitare l’appartamento e stabile all’Ingegnere, aspetterò Mario.
Mentre vi sarebbe un altro sotto di quello che in Via Boezio prima della tua partenza
Grassi portava o per noi o per Michele. Questo è più grande, meglio diviso e messo a
nuovo molto bene; non resterebbe che mettere la mobilia e fra quattro mesi averlo. Però
ne domandano 450.000 e né vi sono camere da potere affittare. Sono 8 camere, cucina,
bagno, un’altra bella ritirata, la dispensuola, il posto per l’automobile e che non si può
affittare. Vi è l’esanzione delle tasse ecct., esposizione eguale a quella che abitiamo. Resta
ancora il villino a quattro piani di V. Crescenzio angolo Varrone. Forse come affare converrebbe
se lo cedessero per £ 400.000 poiché se ne può tenere in affitto due, e due abitarli,
ma manca l’ascensore ed a me sembra molto giù. È tutto abitato, l’ultimo piano
però con la clausola di dover andar via se si vende, e siccome questo è stato sopraelevato
da poco vi è pure l’esanzione delle tasse per 25 anni.
L’amico Belloni dice di non aver fretta poiché per l’anno nuovo debbono scendere
di prezzo, sarà poi vero? Tu che ne dici? Mentre viene Mario vedremo. Gigia mi scrive
e mi annunzia il fidanzamento (che sarebbe il terzo) di sua figlia Concettina con Vavà
La Rosa, questo era il suo ideale! Lei e tutta la famiglia ti fanno tanti auguri e ti ossequiano,
sono contentissimi. D. Ciccio Piazza, D. Giacomo, Angelo Montemagno ti ossequiano
e augurano la buona Pasqua.
Io ti auguro ogni bene, la forza, la salute e di rivederci presto. In una spiaggia
della Spagna non si spende molto? La pesetas vale molto di più del franco!
Vi è costà la Dottoressa Montessori con il nipote Mario, che mi pare impiegato al
Banco S. Spirito. Egli ti verrà a trovare. Ti lascio poiché oggi sono in giro per le visite del
Giubileo. Ti abbraccio con vivo affetto. Dai l’accluso biglietto alla Sig.ra Crespi. Aff.ma
102
210 Lettera.
Nelina
P. S. La Sig.ra Cingolani ha mandato coi suoi bambini una magnifica palma a
te, io te la conservo. La famiglia tutta ti offre i suoi auguri e ossequi.
(f. 257, c. 108)
144.
Roma, 14 aprile 1925 211
Carissimo fratello,
Ho ricevute le tue cartoline, la lettera e la fotografia portatami dall’Avv.to e il
bigliettino incluso nella lettera a Belloni. Di tutto te ne ringrazio di cuore, perché vedo come
mi ami sempre e come sempre mi pensi. Questo è il solo conforto in sì dura separazione.
La Pasqua mercé gli amici e i parenti l’ho passata in compagnia. Il giorno di
Pasqua ho compito il Giubileo e lunedì (ieri) ho fatto il precetto. Ora che son belle giornate
andrò alla mostra Vaticana che ancora non ho veduta. Domenica fui all’Augusteo a sentire
la bella musica di Perosi, Salmo II, Salmo VI e il Transitus Animae. Tutto bello assai ed eseguito
molto bene sotto la direzione di Molinari. Ti saluta Pretocchi che siede vicino a me.
La sera di Pasqua mi vollero i Di Giura che ti fanno dire tante e tante cose. Tu
mandagli una cartolina almeno. Per le case ancora non ho fatto nulla. Quella di P. Libertà
la vedo difficile per l’affare di mandar via l’inquilino. Mi dicono di una in Via delle
Finanze, vedremo. Michelino ha comperato quella di Via Quintino Sella e Flavia, un bell’appartamento.
Mario non viene più, mi ha scritto, a fine maggio vado io, mentre tu decidi per
dove passare un mesetto in compagnia. Certo che venire a Parigi ora sarebbe stato bello,
ma tu sempre occupato, mentre dobbiamo stare assieme tranquilli. E se venisse pure
Mario? Ti accludo tutte queste lettere qui arrivate così tu pensa a rispondere. Non hai
bisogno di nulla? Abbraccioti fortemente, aff.ma
Nelina
(f. 257, c. 110)
145.
Roma, 23 aprile 1925 212
Carissimo fratello,
Rispondo alla tua del 19. Godo che stai bene; di me posso assicurarti lo stesso e
dato che vuoi una mia fotografia, appena la farò te la manderò e vedrai che sto bene. Oggi
211 Lettera.
212 Lettera.
103
stesso ho spedito le bottiglie del Borocliceride. Ma figurati, il viaggio costa più delle due
bottiglie £ 18. Questo è nulla, ma ti arriveranno? Li ho indirizzate a Crespi, per tua norma.
Intanto appena Adelgisa aveva spedito il pacco, viene la Sig.ra De Filippis da Milano
a dirmi che sui primi di maggio verranno l’Onorevole Baranzini con Nines. Se li mandavo
a lui certamente ti arrivavano più presto. Scrivi se vuoi qualche altra cosa.
Io potrei usufruire della sua venuta per venire a rivederti, non ti pare? Si potrà
combinare davvero la villeggiatura dei bagni? Scrivimi qualche cosa.
Dirò a Giordani 213 quanto scrivi. Ho detto a Spataro pei giornali, mi ha promesso
che te li manderà. Io mando tutti i giornali settimanali, ma ne arrivano troppo
poco. Quali periodici vuoi? Gioventù Italica? io non so quali mandarti. Il Becco Giallo
tante volte è stato sequestrato. Ora non mi arriva più, ma però lo comprerò e te lo mando.
Scrivi tutto quello che desideri, io sto qui e per te, mio caro.
Questa è acclusa ad una di Ragusa 214, il quale è dolentissimo del richiamo di
Monsignore e lo raccomando caldamente a te.
Per la casa di P. Libertà vuoi che si compera con l’affitto fino il 1928? L’inquilino
non vuole andar via malgrado vi è nel contratto. Si deve scendere ad una lite, ma inutilmente
con questi chiari di luna. Senti, io compero ove mi pare opportuno e convenientissimo,
noi poi abiteremo ove ci viene più comodo. Questo è il mio ultimo divisamento,
e credo che tu ne converrai. Qui la corsa all’aumento è vertiginosa.
Ti lascio con la penna, col cuore a te. Gasperino ti ossequia, hai ricevuto la sua
lettera acclusa ad altre? Venerina ti ossequia, abbraccioti, aff.ma
146.
Nelina
(f. 257, c. 114)
Roma, 28 aprile 1925 215
Carissimo fratello,
Ho ricevuto le tue 8, 10, 15, 19, 23. Quella del 22 domani andrò a prenderla
poiché vi sono stati tre giorni di pioggia e freddo, tanto che la nostra padrona di casa
213 Igino Giordani (1894-1980), aderì nel ’19 al PPI e fu direttore del settimanale del partito «Il Popolo
nuovo». Nel giugno del ’25 è cofondatore con Giulio Cenci di «Parte Guelfa». Perseguitato dal fascismo, troverà
nella Biblioteca Vaticana un rifugio e un lavoro. Nel secondo dopoguerra aderirà con entusiasmo al movimento
dei focolarini. Cfr. Giordani-Sturzo. Un ponte fra due generazioni. Carteggio (1924-1958), a cura di P.
Piccoli, Laterza, Bari 1986; Igino Giordani. Politica e morale, a cura di T. Sorgi, Città Nuova, Roma 1995.
214 Tommaso Ragusa, originario di Mazzarino dove fu presidente di quel comitato cattolico. Era stato
chiamato da Mario presso la curia vescovile di Piazza Armerina. Successivamente si trasferì a Roma. Qualche
contrasto con Mario era nato in seguito alla pubblicazione di un opuscolo di Ragusa dal titolo I mali e Dio,
(Palermo 1922).
215 Lettera.
104
mandò a domandare se volevamo acceso il fuoco perché lei sentiva freddo. Tutti gli inquilini
non ne sentivano e non l’abbiamo voluto (riderai).
Godo leggere che stai bene, io pure sto bene come anche mi scrive Monsignore
stasera. Io ancora non so se vado in maggio a Caltagirone poiché prima debbo definire
l’affare della casa, poi quella dei denti.
Dunque casa: quella di cui ti ho accennato il posto, ho potuto vedere solo l’appartamento
interno ed è carino, gli altri due appartamenti che danno sulla via e parte
internamente non ho potuto vederli perché pende la causa per mandarli via. Esposizione:
a me sembra levante sulla strada e ponente nell’interno perché guarda il Ministero Industria
e Commercio. Come posto e come posizione è simpatica, come convenienza ve ne è
poiché costerebbe un 315.000 da non pagarsi tutti subito, e se ne può affittare un appartamento.
Oggi ho parlato con Briuccia e poi con l’Avv.to Coccia poiché vi sono ipoteche
ecct. Bisogna fare con molta avvedutezza e non dubitare che cerco di far bene. Intanto la
settimana entrante viene Michele Gravina e mi farò aiutare da lui.
Poi vi è quello di V. Vittoria Colonna proprietà dell’Avv.to Levi che tu perdesti
di comperare per quel prezzo. Ora è vuota intieramente e ne domanda senza cedere d’un
soldo £ 400.000 conviene? Le stanze sono più grandi queste, ma come numero sono
uguali a quelle su descritte. Certamente come convenienza è più la prima, forse a te questa
piacerebbe di più come posto, non è vero?
Domenica all’Augusteo diedero la nona sinfonia di Beethoven, bellissima, i
cori meravigliosi! Domani sera andrò a sentire il Parsifal. Petrocchi ti ossequia, come
anche Anile che ho visto oggi nella sala delle conferenze di Marchetti, il quale anche lui ti
saluta. Oggi ha parlato dei due avventurieri dell’Ottocento (Casanova e il Cagliostro), è
molto simpatico nel dire ed ha poi una memoria meravigliosa. Ti ossequiano il Barone
Baronessa e figlio Di Giura. La Sig.ra Belloni è a Milano poiché è grave il padre di 85
anni. Ossequi da Michelino che ti ringrazia della lettera, ti ossequiano i Pisciotta, le Amerigo,
Venerina, Adelgisa.
Io ti abbraccio stretta al cuore, aff.ma
147.
Nelina
(f. 257, c. 116)
Roma, 4 maggio 1925 216
Caro Gigino,
Ho ricevuto la tua del 27 e del primo maggio. Sta benissimo come tu dici,
anche io lo trovo più giusto e così passeremo due mesetti in cara compagnia. Io sto bene,
e ti scriverò più a lungo domani. Qui oggi ho Teresa che con suo marito viene da Caltagi-
216 Cartolina illustrata.
105
one per andare a Genova. Ha una bambina tanto carina. Ti ossequia tanto, tanto. Tutti ti
salutano, io ti abbraccio con vivo affetto
148.
Nelina
(f. 257, c. 117)
Roma, 6 maggio 1925 217
Caro Gigino,
Ieri come ti ho scritto in cartolina ho ricevuto la tua del 27 e primo maggio.
Figurati carissimo fratellino, se io mi son dispiaciuta perché hai detto di non venire a
Londra! Ne sono convinta anch’io, lo dissi solo perché mi sembra che non dovevi combinare
pei bagni. Speriamo invece che combinerai e verso il 15 o il 20 luglio possa venirti a
raggiungere a Parigi. Ho scritto anch’io a La Rosa, vedremo se lo farà. Per la casa come ti
ho scritto, si sta lavorando per quella di Via delle Finanze, siccome è piena di ipoteche
bisogna vedere tutto e chiaramente. Mentre l’Ingegnere Cantinelli, proprietario, ha mandato
il congedo agli inquilini dicendo che serve per lui, quindi ancora non ho potuto
vedere i due appartamenti affittati, ma solo quello che abita lui, e che è tutto nell’interno.
Michelino l’ha visto di fuori e gli è piaciuto, salvo a vederlo dentro tutto e non piacere. A
me sorride il terrazzino e il corridoio come una veranda. Il punto non è brutto, anzi lì è il
migliore della via che va più a allargare, l’entrata carina, la scala buona, con l’ascensore,
ma un po’ scuretto. Certo che quello di V. Vittoria Colonna è più ampio, io però non ho
manco visto quello, l’andrà a vedere Michele Gravina il quale è pentitissimo di avere
comprato quello, perché lui non ama il condominio e dopo averla aggiustata facile che se
la rivenderà… e più cara.
Io vorrei farti trovare la casetta a posto e carina, vedremo. Ma tu scrivi troppo
accorato, caro fratello, e temo che non stai bene in salute… per carità tienti forte non ti
ammalare, ci rivedremo fra due mesi. Vedi che io avevo ragione di piangere quando partisti
e di dirti, parti ma chi sa quando potrai più tornare. Certo che qui saresti stato sacrificato
a non uscire che ben poco, ma per me era di non dover lasciare il campo. D’altra parte,
carissimo, hai appreso tante cose, e visto tante altre cose che non ti sarebbe stato facile
vedere. Io sto bene, ti prometto che ti manderò un’altra fotografia, che spero fare presto.
Che vuoi questo affare di case mi tiene assorbita e non concludo nulla.
Ieri Paderewski diede un concerto a beneficio dell’Opera degli Orfani Nazionali.
Io pensai di prendere il biglietto per non far vedere che vado solo per la tessera. Se non
mi decido di andare a Caltagirone è per voler concludere l’affare casa; sciupare tanto
denaro per l’affitto non conviene e poi è meglio che il denaro si impiega altrimenti posso-
106
217 Lettera.
no accadere tante cose, e dopo tanti sacrifici si finirebbe con rimettere quel po’ che abbiamo
del nostro.
A proposito: Mario mi diceva di vedere se tra il consolidato vi siano cartelle del
n. estratto dei premi. A me pare che le rendite tu li abbia venduti non è vero? Ho parlato
con De Gasperi il quale ti scriverà. D’altra parte sono così angustiati finanziariamente che
oltre da tutte le parti, che non sanno come tirare avanti.
Certo che Spataro è stato l’uomo più disadattato per la parte economica, e poi
non ha tatto, non ha modi, e si mostra superbo, cosa che dispiace e fa allontanare gli altri.
Del Giudice, poveretto, mi dice sempre che ti deve scrivere, ma non riesce ad avere
abboccamenti buoni col Vaticano e quindi ritarda. Tu da lontano non puoi capire le difficoltà
e l’ostilità sistematica di quei signori per quanto nel tuo discorso dici che il V. non
protegge nessuno. Quanto sei buono e santo, caro fratello!
Basta, i tuoi amici dicono che in autunno potrai tornare, qui si parla di amnistia
per quei colpevoli…e dopo non credo che vogliano incominciare da capo…
La lettera di Petrocchi che ti accludo è un pochino alterata, tu lo prenderai nel
giusto senso, poiché questi ha bisogno, mentre quelli non hanno soldi. Poi perché non
lavorano a far tesserare la gente, a questo non ci pensa nessuno, insomma vi è un po’ di
disorientamento poiché tutto sembra calmo e tranquillo e si vive bene, dicono i più. Però
il Duce è abbastanza ammalato (secondo Anile) non avrebbe che altri due mesi di vita, a
me sembra esagerato, ma certo non sta bene, è molto magro.
Ed ora ti lascio con un caldo bacio
149.
Nelina
(f. 257, c. 119)
Roma, 7 maggio 1925 218
Caro Gigi,
Ho ricevuto le tue due lettere e subito ho fatto recapitare. Ho letto sui giornali
le tempeste che ivi sono state e voglio augurarmi che l’abbassamento di temperatura non
ti abbia fatto raffreddare. Io sto bene; non ho potuto mandarti i g. che volevi perché
s[equestrati]. Il B[ecco] G[iallo] però te l’ho mandato tutte le settimane, l’hai ricevuto?
Mario mi scrive che sta bene, sta facendo montare un salottino ove era la cappella. Dice
che per ora non viene, aspetta te. Gli amici ti salutano tanto; ieri sera 6 andai a pranzo da
B. il quale non ha ricevuto lettere da te ma solo una cartolina. T’abbraccio
218 Cartolina illustrata.
Nelina
(f. 257, c. 52)
107
150.
Roma, 8 maggio 1925 219
Carissimo fratello,
Torno dalla supplica alla SS. V. del Rosario che ho recitato alla Minerva. Ho
pregato tanto tanto per te, per la tua salute e perché la SS. Vergine ti dia tutte le grazie
necessarie nella lotta presente. Sto bene, ti ho scritto una letterona il 4 del c.m. spero la
riceverai. Fra giorni ti scriverò la conclusione per l’affare casa. Spero che questa troverà un
tempo mite costì. Qui è incostante ancora, ma già abbiamo leggierito. Michelino ti ossequia,
le Pisciotta e tutti gli amici. Un abbraccio, tua
151.
Nelina
(f. 257, c. 120)
Roma, 11 maggio 1925 220
Carissimo Gigino,
Ti accludo una lettera d’una persona che tu conosci e mi prega di caldeggiare la
sua proposta. In tutti i modi rispondimi. Io sto bene, ancora con l’affare della casa che
non abbiamo potuto vedere con Michelino perché il padrone dice che deve mandar via
gl’inquilini e con la causa pendente non può.
Figurati Michelino è stato qui altri due giorni per me. Oggi parte, ma tornerà
presto perché sta facendo aggiustare la sua. Ho visto quelle che Cametti sta edificando
nella salita di Villa Ruffo, ma sembrano umidi e oscuri, piccole stanze e tetti bassi, forse
l’appartamento venduto se lo rivendono e credo perché fa questo effetto.
Basta, il mio lavoro di tutti i giorni, e meno male, così mi volano senza che me
ne avvedi. Venerina pare che ha trovato un’appartamentino nei quartieri Trionfali, sole e
aria tanta, e vi anderà ad abitare con suo nipote. Forse aspetta che io parta, perché ancora
non è finito. Ad ogni modo poverina non può sacrificare la sua roba in magazeno. E per
questo affare di casa non posso andare da Chiavaro, per quanto mi ha telefonato che il
gabinetto non è ancora a posto. Ti ossequia tanto. Ti saluta Favitta, che è venuto a salutarmi.
Ieri coi Belloni siamo stati a Ostia, abbiamo visitato i ruderi, tanto interessanti,
e poi a mare. Però a me tutta questa costa non piace, il mare mi sembra grigio. Ti mando
ciò che desideri, le bottiglie erano due, e forse per questo si sono rotte. Per le calze ti man-
108
219 Cartolina illustrata.
220 Lettera.
do quelli che ho qui, ma sono accomodate, mandami una buona misura di quelli vecchi
che te ne faccio fare 6 paia che ti porterò io.
Tutti ti salutano, Venerina, Adelgisa ti ossequiano, baci da me, aff.ma
152.
Nelina
(f. 257, c. 123)
Roma, 13 maggio 1925 221
Carissimo fratello,
Ricevo a momenti la tua raccomandata e subito ho spedito le tue lettere perché
Adelgisa usciva. Questo inverno la medesima è stata raffreddata tutto il tempo. Io sto
bene. Ho capito che ancora non ti sei fatto il giusto senso della casa e ti mando la pianta
copiata presto, presto. Prestissimo voglio la risposta se posso o no fare il contratto. Comprenderai
dalla medesima che nell’interno guarda il M., non è troppo vicino perché vi è il
giardino ma le finestre si vedono. Il mezzogiorno verrebbe a guardare un giardinetto di
privati e le finestre dello stabile, quindi un po’ soggezzionato, ma vi è dello spazio; la strada
poi è larga in quel punto ed è uno stabile abitato da pochi giacché è di appena 4 piani.
Quando uno è solo nel decidere rimane perplesso; se tu vuoi ancora si aspetta,
forse scenderanno nell’anno venturo, chi può prevedere? Michele è partito, lui senza averlo
potuto vedere non sa consigliarmi. Io ho detto che voglio vederlo anche col pericolo di
non ottenere lo sfratto, poiché se si tarda si incorre nel pericolo di altri precetti cambiari,
mentre ora è tutto al giorno. L’Avv.to Coccia, poveretto, vi sta lavorando. Macari risponde
un sì e un no per telegrafo, poiché se l’affare non lo faccio io lo farà lui.
Ti abbraccio con tutto il cuore. Aff.ma
153.
Nelina
(f. 257, c. 125)
Roma, 17 maggio 1925 222
Caro Gigi,
Ricevo la tua c. del 14. Mi duole leggere che sei stato poco bene, ma nello stesso
tempo sento che è passato. Guardati dal mangiare cose troppo dolci di marmellate
221 Lettera.
222 Cartolina postale.
109
miele ecct. Questi riscaldano un po’. Io sto bene, ti ho spediti i biglietti e cartoline anzi, a
certi ha risposto Spataro.
Oggi parlerò a Mangano e a Dore, mentre ho parlato a Spataro per tutto quello
che tu mi scrivi nella cartolina. Stamane ti avevo già scritto una lettera e spero che li riceverai
contemporaneamente. Il tempo qui è troppo sereno, anche dicono che fa male alle
campagne. Fa freddo, ma nelle ore mattutine, il paletot pesa verso le ore che esco io…
riderai.
Mando ogni giorno il plico di giornali, li ricevi spero, come mi scrivi. Aspetto
notizie sul da fare per l’appartamento dell’Avv. C. visto che tutti vanno a monte. Un giorno
sì e un giorno no ti scrivo una cartolina incominciando da oggi 17. Tutti ti salutano
mentre io ti abbraccio, aff.ma
154.
Nelina
(f. 288, c. 121)
Roma, [ 19/21 maggio 1925] 223
Carissimo Gigino,
Ho ricevuto la tua del 16 ed ho mandato le altre a destinazione. Oggi vado a
parlare con l’Avv. Coccia e in ultimo deciderò. La costruzione pare buona, a me solo non
piace che è un po’ soggezzionata, specie le due finestre a mezzogiorno che guardano un
giardinetto di privati.
Basta, ti scriverò la conclusione dopo tanto lavoro. Se non lo compro io farà
l’affare Coccia. Godo sentire che stai bene, come mi assicura Montes; anche io sto bene.
Ti saluta Chiavaro, stamane mi ha fatto girare tutti e cinque cabinetti che mette su in un
piano di uno stabile di Via Viminale e Agostino Depretis. Venerdì vado per mettermi a
posto i denti, che lui dice pel momento possono stare, vedremo.
Dopo mi faccio la fotografia; vorrei andare a Caltagirone, ma mi viene strapazzoso
poi venire da te, rassettare la casa ecct.
Venerina ti ossequia, Adelgisa bacia la mano, io ti abbraccio, aff.ma
110
223 Lettera.
Nelina
(f. 257, c. 128)
155.
Roma, 23 maggio 1925 224
Caro Gigino,
Perdona se pel 19 maggio non ti ho fatto arrivare un mio rigo di auguri, però
ho pregato tanto per te in questi giorni che ho fatto il triduo a S. Rita da Cascia nella
chiesa di Gesù e Maria ove si venera la santa. Speriamo che la santa degli impossibili ci
ottenga qualche grazia. Dunque per la casa: stirare le cose significa non concludere, e siccome
la faccenda, come ti ho scritto, pei debiti, cambiali, precetti immobiliari era tanto
imbrogliato si è finito che la casa la metteranno all’asta.
Io ho pensato così: prima andarla a vedere con Briuccia e un Ingegnere e poi
dire all’asta fino a 300.000 o 325.000 non più. Se si riesce e va bene, se no si aspetta qualche
altra occasione. Questa è occasione perché se ne può affittare un appartamentino con
£ 500 al mese e forse più.
Stamane sono stata da Chiavaro, che ti saluta tanto: mi ha rimessi i denti a
posto quelli due che si erano allungati e stanno bene. Spero che durino. Poi mi diceva che
nello stesso stabile, Via Viminale 41 con Via Agostino Depretis vi sono appartamenti da
vendere. Esposizione ottima, però il prezzo sarà su le £. 300.000, per 10 stanze e accessori
un 400.000/450.000, vedrò anche quello. Prezzi fantastici, ma non accennano a calare.
Tu che ne dici? scrivi il tuo pensiero.
Mario scrive che sta bene e che appena finisce la novena va via. Io non sono più
andata anche per i denti. Sto bene e godo che tu stai bene, come mi scrive la Signora Rita. Il
Barone Giovanni Di Giura partirà nei primi di luglio e passa da Varsavia; mi domanda se tu
vai a Varsavia e quando, per poterti vedere. Lui va in Cina, a Pechino, e se si coincide potete
vedervi. Bianca ti saluta, pel momento è in Calabria e sta così, così, sempre angustiata.
La Signora spera di andare in Sicilia a fare dei concerti, temo che non riesce.
Hai risposto al prof. Carmine Zaccardi? Venerina, Adelgisa ti ossequiano, io ti abbraccio
156.
Nelina
(f. 257, c. 129)
Roma, 29 maggio 1925 225
Carissimo,
Ho ricevuto le cartoline, il libro e di tutto grazie infinite. Sto bene, o meglio un
po’ di raffreddore però vado dal dentista per la cura dei denti. Ti scriverò presto più a lun-
224 Lettera.
225 Cartolina illustrata.
111
go, oggi per darci una nuova ti mando la presente. Ti salutano Maria e Peppino Bicocca
che sono qui. Paolo Gravina ti ossequia, si prepara agli esami figurati come studi.
Un abbraccio
Nelina
(f. 257, c. 134)
157.
Roma, 1° giugno 1925
Carissimo fratello,
Ho ricevuto la tua lettera, la cartolina di Nines a cui risponderò, ho visto
Baranzini, ho ricevuto la lettera del 27 c.m. ho mandato tutte le lettere a destinazione.
Ieri l’altro, 29, ti ho scritto una cartolina, oggi, primo giugno ti spedisco questa con
accluse altre due. Sto bene, il raffreddore è scomparso in due giorni, poiché oggi già fa
caldo. Ti ossequia tanto la Baronessa Penna, oggi sono stata da lei, e siccome una volta io
parlavo del terreno dei Russi, ed avendone alla sua volta parlato col Conte Bucci genero
della Roccagiovane, questi costruisce con una società ecct. Dunque pare che il terreno dei
Russi si vende all’asta e il Conte Bucci riuscirà ad averlo per £ 400 al mq, però vuole vendere
prima tutti i piani e appartamenti, poi vuole che ogni singola persona versi il tanto
quanto il terreno viene comperato da chi compra e gl’altri versamenti alla consegna.
Pare che voglia fare il prezzo di £ 25.000 o poco più a camera, non a vano,
quindi 10 camere e accessori verrebbe a costare 300.000, ma non a cemento armato, ma a
fabbrica di mattoni e fatta bene. Io domani lo dirò a Belloni, la B. Penna vi entrerebbe
pure e tutti buoni amici. Tu che ne dici? Certamente passerà un anno, ma stante come
son le cose io credo che noi per avere quel magnifico posto potremo aderire. La cosa pare
che si faccia fra 15 giorni. Tu rispondi il tuo parere mentre io interpello Briuccia.
Sento che La Rosa verrà, ma verrebbe pure Gilardoni a Parigi, e se si va a Nizza
verrebbero tanti a vederti. Il Principe Ruffo pare che rimanda il suo viaggio poiché la
Principessa è stata morsicata da un loro cagnolino che era idrofobo e siccome questo cane
leccava fin l’ultimo bambino e tutti loro, fanno le ignezioni i bambini e la Principessa.
Venerina è ancora con me; essa non trova poiché lo vorrebbe come la celebre
veste della moglie di D. Gaetano Biffo… intanto aiuta a pagare, sebbene le £ 300 che dà,
vanno per il mantenimento di lei, intanto ho la compagnia poiché sarei troppo sola in casa.
Chiavaro ti saluta, egli vorrebbe non strappare il dente di sotto, ma io credo
che dovrà presto o tardi levarmelo, sostituendolo. E come vedi a Caltagirone non sono
più andata, del resto Monsignore è già ripartito.
Ti ringrazio del libro con l’affettuosa dedica; stavo per finire di leggere il Pensiero
Antifascista, ed ora leggo la tua conferenza così mi sento a te vicino, specie la sera
che la solitudine ci circonda. Oggi ho visto Briuccia; lui mi dice che se può combinare
realmente l’affare del terreno dei Russi è meglio avere la casa nuova, non ti pare? E poi nel
punto che tu la desideri. Dunque il mio parere è questo, cioè prima espletare l’affare dei
Russi e se questo sbaglia, fare quello di Via Finanze, però aspetto la tua risposta. Mi ha
112
detto che fra la settimana verrà Di Fausto 226 a vederti… il più sciocchino, ma tu parlerai a
lui con circospezione poiché facilmente ripete le cose. Ed ora ti lascio, aspetto il tuo itinerario,
desidero sapere che somma devo portare ect., mi puoi mandare una lettera con Di
Fausto. Ti abbraccio caramente, aff.ma
158.
Nelina
(f. 257, c. 138)
Roma, 1° giugno 1925 227
Carissimo,
Ieri sera 31 maggio la illuminazione della cupola di S. Pietro è riuscita splendida.
Vista da Ponte Umberto sembrava una cosa veramente fantasmagorica. Come ti avrei
voluto con me ieri sera, anche sulla nostra terrazza ove si vedeva magnificamente bene.
Non ti dico poi la illuminazione di dentro la Basilica, una magnificenza. Ieri la santificazione
del Curato d’Ars ti ricordi?, la mamma che ne leggeva la vita; ho pregato per te tanto,
ma non sono andata alla funzione poiché sono funzioni che stancano troppo. Sto bene
e ti scriverò più a lungo domani, ora è solo per darti mie nuove. Ti manderò una cartolina
illustrata con la cupola illuminata, mi dicono che son venute abbastanza bene. Ti salutano
tutti gli amici, io ti abbraccio, aff.ma
159.
Nelina
(f. 257, c. 136)
Roma, 3 giugno 1925 228
Per ricordo del grande avvenimento, ti mando una cartolina venuta molto
bene. Affettuosi saluti. Saluti da Paolo Gravina. Sto bene, ho ricevuto la tua con Siles.
Godo che stai bene, tutti ti ossequiano.
Nelina
(f. 257, c. 137)
226 Amanto Di Fausto (1878-1933). Aderì al PPI nel ’19 e fu deputato nelle elezioni di quell’anno e
anche del ’21 e del ’24. Nel dicembre del ’25 lasciò il partito, «aderendo all’invito di Mussolini di riconoscere
il fascismo come fatto compiuto e di abbandonare l’opposizione aventiniana, pena la decadenza dal mandato
parlamentare» (F. Malgeri, ad vocem, in DSMCI, III/1, pp. 318-319.
227 Cartolina postale.
228 Cartolina illustrata.
113
160.
Roma, [10 giugno 1925] 229
Carissimo Gigino,
Spero che avrai ricevuto le cartoline e le lettere inviate il primo giugno per la via
di Parigi. Non fu raccomandata quella lettera perché era tardi e la impostai nella buca
Roma-Torino. Spero di sì, mentre vi era la lettera di Coccia e di Gronchi. Come stai? Io
sto bene. Per la casa ancora tutto è in aria, non si conclude nulla quando si ha da fare con
tanta gente. Belloni un momento vuole un altro no… forse non vuole aver la casa con
noi; ed io non gliene parlo più.
Io spero se può combinarsi per quello di Via Finanze, però si venderà all’asta.
La fotografia non l’ho ancora fatta perché, credimi, non ho trovato il tempo propizio. Un
giorno stanca, un altro non mi riesce, un altro ancora visite che con l’Anno Santo si fanno
frequenti quelli forestieri. Spero però portarla io, caro fratellino, non saprei presentarmi a
te, senza avere compiuto la promessa. Per le calze non mi dici nulla, li compro con piacere
mio?
Qui feste e illuminazioni a tutto pasto. Stamane nei giardini sotto le nostre
finestre vi è stato un rinfresco dai RR. CC. È intervenuto il Re ed è stato tanto bello in
mezzo agli alberi le tavole preparate in giro con le bandiere. Caro fratello, se la Contessa
ci lasciasse per lo stesso prezzo, sarebbe da non muoverci, fino a tempo migliore… Il
guaio è per il ribasso della moneta! Se l’avessimo svolte in sterline, quando tu sei arrivato a
Londra, a quest’ora saremmo messi alla pari.
Ricevo a momenti la tua cartolina del 3 giugno. La Principessa si sente meglio
poiché le ignezioni sono al termine. Meno male che il morso fu leggiero.
Riceviti i più caldi baci, aff.ma
161.
Nelina
(f. 257, c. 140)
Roma, 13 giugno 1925 230
Caro Gigino,
Ho ricevuto tutte le tue cartoline e le lettere secondo i giorni che tu mi segni.
Sto bene, il raffreddore durò pochi giorni, ed ora col caldo che fa… L’Onorevole La Rosa
è qui, ti saluta, come ti saluta Libertini. La settimana entrante forse si definisce l’affare
della casa col Conte B. Vedremo, non pensare che farò le cose a modo. Fratello… ti osse-
114
229 Lettera.
230 Cartolina postale.
quia, lui torna da Girgenti ove ha veduto S.r Giuseppina, che ha trovato molto deperita.
Ha avuto l’influenza ed è rimasta molto sciupata. Mi dicono che sta tanto male la moglie
dell’Onorevole Cingolani.
Il Consiglio di B. per la casa, era di prenderne una di quelle che si vendono e
poi aggiustarla e rivenderla a piani, figurati un po’! Pare che La Rosa non può fare con me
il viaggio poiché ha da fare, così mi ha detto, ed è per questo che non ti scrive. Tutti ti
salutano, io ti abbraccio caramente, aff.ma
162.
Nelina
(f. 257, c. 145)
Roma, 16 giugno 1925 231
Caro Gigino,
Torna il Sig. Montessori e con lui ti mando le mie buone nuove. Sto bene, il
caldo a noi due fa stare meglio dell’inverno. Combatto coi denti; Chiavaro voleva farmi
passare la villeggiatura prima di rifarmi quelli che già sono quasi a terra, ma io vedo che
non posso più sostenerli, e quindi giovedì torno nuovamente dal dentista per farmeli
mettere. Sarà un dovermi eclissare per una ventina di giorni. Spero domani (mercoledì)
in una riunione che avremo in casa della Baronessa si concluderà per la fabbrica del villino
nel terreno dei Russi. Spero dico, perché ancora non so nulla di preciso. Mi duole che
non potrà entrarvi Michelino perché la baronessa Penna si è impegnata con la Sig.ra Merciai,
che vende l’appartamento vicino a lei.
Come ti ho scritto, l’Onorevole La Rosa è troppo impegnato coi suoi affari da
non poter venire con me a Parigi. Spero che Giordani mantenga la parola, altrimenti cercherò
qualche suora, non saprei, ed io credo che sarà verso la seconda metà di luglio, non
è vero? Spero di avere aggiustati i denti, che per tutto il da fare o meglio il chiacchierare
per la casa, non ho potuto far prima.
Adelgisa vorrebbe sposare prima della mia partenza, ma io la farò sposare in settembre,
prima che vado a Caltagirone. Santangelo il portiere sempre mi dice di ossequiarti
ed io sempre l’ho dimenticato. Intanto pare che col primo luglio va via dal portone e
chi sa che campione troverà la contessa colle sue idee. Teresa e Vincenzo Pampallona ti
ossequiano. Teresa col marito erano andati a Genova in cerca di posto, ma lì non è stato
facile mentre suo fratello che è a Palermo lo ha fatto entrare nel dazio doganale con 450
lire mensili. Così con la pensione di guardia di finanza e col nuovo posto tireranno bene
avanti.
Ed ora i migliori auguri pel tuo onomastico. Il giorno di S. Luigi farò la comunione
per te onde il buon Dio voglia sempre benedire i tuoi sforzi e i tuoi sacrifici. Vorrei
231 Lettera.
115
mandare un mio regalo ma non so cosa potresti gradire, così il miglior regalo che posso
farti combinare bene il meglio ch’io posso l’affare della casa che vorrei veder già pronta
per fartela trovare tutta tutta a posto. I lavori incomincerebbero in agosto. Vogliami sempre
bene amato fratello; gradisci gli ossequi e gli auguri di Venerina, della Baronessa Penna,
di Adelgisa. Prendi un caldo abbraccio, aff.ma
163.
Nelina
(f. 257, c. 148)
Roma, [16/20 giugno 1925] 232
Caro Gigi,
Per timore che la lettera piena e pesante venga a destare apprensioni, non ti
mando quella scritta da S. E. Rodinò che si riassume in queste parole: perché non mi hai
più scritto?, ti ho scritto una lettera e cartoline e tu nemmeno un rigo. Qui le cose procedono
faticosamente e il tradimento di molti ha addolorato, ti conforta la fedeltà di altri.
Vai in Francia? Scrivimi e dimmi se ti occorre nulla, libri, giornali. I miei ti ricordano tutti,
ecc.
Perdona il mio ardire, ma comprendi che non bisogna destare apprensioni. Io
sto bene e attendo tue nuove. Appena ricevi la presente scrivimi per rassicurarmi. Quei
benedetti amici avrebbero potuto mandarli un giorno prima ed io avrei potuto darli a
Mario Montessori che te ne porta un’altra.
164.
Nelina
(f. 294, c. 43)
Roma, 20 giugno 1925 233
Caro Gigino,
ti spedisco due libri, Le Donne di Cesare e le conversazioni in francese. Questo
l’avevo comperato per me, ma io posso adoperare la mia grammatica che è molto ampia e
completa. Farò come tu dici pei libri. Lunedì farò venire Giordani. Domani, giorno del
tuo onomastico, starò a te vicina in ispirito. Spero che avrai ricevuti i miei auguri e le let-
116
232 Lettera.
233 In calce alla lettera del barone Gerardo Di Giura.
tere mandate con Monsignore. Ieri te ne ho spedito un’altra raccomandata ove vi era un
vaglia di 12.000 mandato da [parola illeggibile], spero lo riceverai.
Per l’affare della casa abbiamo avuto una prima riunione ove ci siamo compresi
assai poco. Devono fare un altro progetto, ma vogliono il terreno comperato da noi. La
settimana entrante avremo una seconda riunione e vedremo. Se questo non si fa compro
quello di Via delle Finanze. Abbraccioti, aff.ma
165.
Nelina
(f. 258, c. 3)
Londra, 28 giugno 1925 234
Carissima Nelina,
Speravo avere oggi tue notizie, ma nulla reca la posta. Spero domani. Io sto
bene: è tornato un po’ di sole e un po’ di caldo. Qui dicono che fa gran caldo, figurati,
appena 19 gradi.
I giornali dicono che deve arrivare un’altra ondata di caldo. Spero bene. Salutami
tutti. Un abbraccio, tuo
166.
Luigi
(sc. 728, fasc. F/1/4)
Roma, 28 giugno 1925 235
Carissimo fratello,
Ho ricevuto la tua del 18, del 22 e sono lieta che stai bene come anche mi assicura
l’Onorevole Di Fausto. Io pure sto bene, e conto i giorni per venirti a trovare, sono
otto mesi che non ci vediamo! Ho pregato Annibaldi se mi accompagna lui dove tu dirai,
e per il 18 al più tardi il 20. Aspetto le tue ultime istruzioni. Intanto le Amerigo non sanno
nulla di posti balneari francesi. Bianco per mezzo dei suoi amici ha dato i nomi di 3
posti sulla costa vicino la Spagna. Biarritz, e sarebbe il posto più mondano. Le Moulleau
posto caldo e tranquillo e Arcachon che sarebbero uno appresso l’altro vicino Lourdes. Lì
si trovano pensioni da 40 fr a 60 al giorno. Dunque scrivi a qualcuno e fai preparare le
234 Minuta di lettera.
235 Lettera.
117
stanze in una pensione. Io ti consiglio quella costa, primo perché è calda, tranquilla e più
lontano dal nostro paese.
Casa. Pare che il terreno del lungo Tevere si potrà avere ma ancora non ci siamo
saputi intendere coll’Impresa che vuole fortemente guadagnare sull’affare. Michelino è di
avviso comprare il terreno, e poi lasciar passare del tempo, almeno la villeggiatura, per
poter poi parlare bene ai Signori costruttori. Il C. Bucci è una brava persona, ma lui è
compare quindi non può fare che i loro affari. Peccato che Azzi non se ne volle interessare!
Michelino aspetta la tua risposta per la procura. Certo che più accorto di lui non troverai,
è molto esatto. Egli ti saluta tanto, tanto. Il B. Di Giura parte domani, ti saluta,
oggi è venuto a salutarmi. Dunque io non ho altro da dirti, aspetto che tu mi scriva. Salutami
la Signora Crespi mentre ti abbraccio, aff.ma
Nelina
P. S. Hai ricevuto le lettere per mezzo del Sig.r Mario M.ri, quelle erano prima
dell’altra che mi accusi la ricevuta. L’idea di Baranzini è quella di comperare uno stabile
vecchio e rivenderlo ad appartamenti, figurati. Oggi fa un po’ caldo, ma abbiamo anche
un tempaccio, anche qui. Non ho potuto avere ancora Giordani pei libri da scegliere, ma
li vuoi mandati mentre devi allontanarti pel momento?
Torno dall’inaugurazione del Congresso. Molto entusiasmo, molta fede, molto
affetto per te236. Perdona il ritardo del mio scrivere, è stato pei nomi delle stazioni balneari.
(f. 258, c. 4)
167.
Roma, 1° luglio 1925 237
Caro Gigino,
Due paroline per riscontrare la tua ultima del 25. Sto bene e mi duole leggere
che costì fa ancora freddo e che tu lo soffra tanto. Io cerco di accelerare la mia partenza
per P. spero ottenere che si parta verso il 15, 16. Sei contento? Aspetto la decisione. Forse
più che con l’Onorevole Annibaldi partirò coi Signori Belletti moglie e marito. Briuccia
mi dice ottime persone. Però si fermeranno uno o due giorni a Torino, ma per il 16 contano
di essere a Parigi. Se tu non vuoi andare prima lì, io appena arrivo ti telegrafo.
236 Il V congresso del Partito Popolare si tenne a Roma dal 28 al 30 giugno 1925. Sturzo inviò da Londra
una lettera di adesione, indirizzata a De Gasperi, ascoltata in piedi e che suscitò una lunga ovazione da parte
dei presenti. «Benché lontano – scrisse tra l’altro –, mi sento sempre, ma in questi giorni specialmente, in
mezzo a voi: vedo i vostri volti, partecipo alle vostre discussioni, soffro delle vostre sofferenze e delle vostre
ansie» (in Gli Atti dei Congressi del Partito Popolare Italiano, a cura di F. Malgeri, Morcelliana, Brescia 1969, p.
555). «Il congresso di Roma – sottolinea Malgeri – fu, in sostanza, l’ultima e più importante adunanza politica
delle opposizioni al fascismo, anche se fu il canto del cigno del PPI» (ivi, p. 553).
237 Lettera.
118
Così con la Signora girerò un po’ per la città. Tu che ne dici? Io vorrei presto
levarti da cotesta umidità, tanto che non mi viene la voglia di pensare di venire a Londra.
Stai preparando per la stazione balneare? Hai scelto il paese?, spero che il buon
Dio benedica la villeggiatura e ti faccia rimettere in forze. Salutami Nines Baranzini, suo
padre pel momento ha da fare a Milano, e non si muove. È stato qui pel Congresso. Tutti
ti salutano, io ti abbraccio nella speranza di presto riabbracciarti, aff.ma
Nelina
I denti li ho dovuti lasciar stare perché Chiavaro ancora non è completamente a
posto, li farò al ritorno.
(f. 258, c. 5)
168.
Roma, 8 luglio 1925 238
Caro Gigino,
Ricevo le tue ultime tre. Oggi quella del 5. Sto bene, ho avuto un po’ lo stomaco
disturbato, forse per il pensiero di fare il viaggetto e venire a riabbracciarti. Il viaggio
mi rimetterà; tu sai che io quando devo partire e rassettare la casa divento così… Però,
ripeto ora sto bene. Venerina resta in casa con Adelgisa e con il gattino che ora si è fatto
quanto Romanino.
Partiremo nei primi dell’entrante settimana e loro contano essere a Parigi pel
16 o 18. Appena arrivati ti telegraferò. Non mi scrivere più che non la prenderei io. Se
vuoi puoi scrivere a Venerina. Essa ti ossequia tanto con Adelgisa. Anche suo nipote Nino
ti ossequia; con lui ho ripetuto qualche cosa di francese. Ma poveri verbi! Hai ricevuto i
due libri?
La lettera qui acclusa è arrivata giorni or sono e ho aspettato ricevere tue nuove
per mandarle, rispondigli.
Dunque, ti scriverò appena mi metto in giro e ti darò nostre notizie, mentre
ora ti dico che i Sig. Belletti ti ossequiano, giacché ieri ho conosciuto la Signora. Essa è
stata educata dalle Dame del S. Cuore, parla bene le lingue. Per me è un’ottima compagnia.
Luigi La Rosa mi scrive che alla fine di agosto con la moglie saranno a Parigi.
Abbracciandoti con affetto
238 Lettera.
Ossequi distinti ai Signori Rita e Angelo C.
Nelina
(f. 258, c. 9)
119
169.
Torino, 14 luglio 1925 239
Caro Gigi,
Stiamo già a Torino, che bella città! Qui staremo qualche giorno per essere verso
il 17-18 a Parigi. Lì, nell’indirizzo ove mi hai detto di andare a dar visita, spero trovare
tue nuove. Sto benissimo, tutti i compagni di viaggio ti ossequiano io ti abbraccio, aff.ma
Salutami la Signora Rita.
170.
Nelina
(f. 258, c. 10)
Chambéry, 14 luglio 1925 240
Caro Gigino,
Come vedi, siamo a Chambéry; da ciò comprendi che abbiamo fatto un bel
viaggio in automobile. Le gentilezze e le cortesie del Comm. Belletti sono infinite. Io sto
benissimo, il viaggio non mi ha stancato per nulla e contiamo di essere a Parigi tra giovedì
e venerdì, ti avviserò. Abbracci
120
171.
Arrivati ottimamente. Salutiamo. Hotel Mondial.
239 Cartolina illustrata.
240 Cartolina postale.
241 Telegramma.
Nelina
(f. 258, c. 11)
Parigi, 17 luglio 1925 241
Nelina
(f. 258, c. 13)
172.
[Parigi, 4 settembre 1925] 242
Prendo questa all’Oratoire. Sto bene e son le 5, aspetto R. Dall’altro Hotel
dicono sempre che non hanno ricevuto nulla; io credo che per dispetto le lettere li avranno
disperse. Vengo dalla chiesa di S. Germain dove ho pregato tanto per te. Non stare in
pena per me poiché parto migliorata assai. Baci
Nelina
(f. 258, c. 18)
Arrivata benissimo abbraccioti.
173.
174.
6 settembre 1925 243
Nelina
(f. 258, c. 19)
Roma, 7 settembre 1925 244
Caro Gigi,
Spero che hai ricevuto il telegramma in tempo perché io l’ho fatto subito alle
8½. Siamo arrivati in orario e abbiamo fatto un viaggio ottimo. Qui fa caldo; ora cerco di
sbrigare tutto e partire accompagnando con il padre di Nino il nipote di Venerina.
Non mi desti la disdetta del telefono, io mentre parlo con P.tti la mando a lui
direttamente; ma credo che basti lui. Ho spedito come tu volevi la raccomandata. Io qui
sto benissimo, forse il caldo che ho trovato mi ha fatto bene, e tu caro? Scrivimi presto,
dammi tue sincere notizie, non mi fare stare in pena.
Ti scriverò allungo un’altra volta. Venerina ti ossequia con suo nipote Nino.
Adelgisa ti ringrazia e ossequia. Bacioti con affetto
Nelina
(f. 258, c. 20)
242 In calce ad una cartolina postale del fratello Mario spedita forse a Parigi a Luigi che era già a Londra e
lì girata da Nelina che si trovava ancora a Parigi.
243 Telegramma.
244 Cartolina postale.
121
175.
Roma, 9 settembre 1925 245
Carissimo fratello,
Ieri ho ricevuta la tua, ma già B. aveva fatta direttamente la spedizione dei 30.
Subito mi prendo la premura per gli altri non dubitare. Leggo con dolore che hai trovato
freddo e pioggia, mentre io qui caldo che, se vuoi, mi infastidisce, forse perché per due
mesi non ne abbiamo avuto. Però sto bene veramente, e devi credermi, poiché dormo la
notte ed è quello che a me nutrisce più del cibo. Farò le cure, tutto. Invece io sto in pena
per te, amato fratello! Poiché senza sole, senza aver bevuto del calore quest’anno non
potrai tirare avanti l’inverno sicuramente.
Sai, la casa di P. Libertà non è ancora venduta, che ne dici? Il punto è assai bello
e la casa buona, il sole vi è nell’interno e tu potresti avere o meglio ci sarebbero le camere
a dormire col sole. Basta, io per il momento parto e le cose riguardanti la 24 vanno bene
poiché 5 dice che non ha fatto nessuna dichiarazione a nessuno. Intanto io lascio gli indirizzi
a Venerina poiché portandoli io là, qui chi li ha? Così tu scriverai poi a me se vuoi
che li consegno o a 5 a 13 o a qualche altro 246.
Adelgisa non sa se sposa più ad Umberto, poiché come sempre è sembrato a
me, porta le cose per le lunghe. Dice che le sue carte ancora non sono pronte, che il Sindaco
del paese è assente. Basta, lei è pronta che se non la sposa presto non vuol più vederlo.
Intanto resta qui con Venerina per questi altri quattro mesi, poiché non si è fatto nulla
con lei e il nipote poiché lei, sempre indecisa, non vuole assumersi l’aumento e poi l’annoia
avere responsabilità.
Tu manderai alla Contessa la disdetta. Io ho già fatto fare quella del telefono e il
trimestre è pagato, e così restiamo liberi. Al mio ritorno in novembre si può pensare alla
compra o se mai ad un nuovo affitto, vedremo. Quando hai bisogno di denaro scrivimi a
casa che te li mando subito.
Carissimo, curati la salute e interessati un po’ meno delle cose del partito, scrivi
un po’ meno e non angustiarti quando non scrivono. Quei poveretti sono senza mezzi e
in tanti guai che non possono superare, che vuoi farci? Vuol dire che Iddio vuole che tu
lavori in altre cose.
Io vado a casa e parto forse lunedì con l’Onorevole La Lumia 247 che piglia per
terra. Ti scriverò appena giunta, non telegrafo. Stai attento quando accendi il fuoco colle
maniche pelose, sto in pensiero. Mario aveva scritto, dice, una lettera lunga a Parigi Hotel
Vivienne, io però ci sono andata e dice che non vi era nulla. Mario diceva che aveva scritto
tante cose e voleva la ricapitassimo. Un’altra volta sii più cauto e più longanime e non
scrivere con anticipo indirizzi. 5 dice che aveva scritto alla casa di Russo, e come vedi un
mondo di pasticci.
122
245 Lettera.
246 Dietro i numeri si celano personaggi difficilmente identificabili.
247 Isidoro La Lumia, deputato popolare del collegio di Palermo.
Da casa ti scriverò spessissimo, come farai anche tu. Le carte e parte dei libri li
ho tutti incassati e 5 me li fa mettere in qualche posto buono; l’altre cose rassettate in
modo da non restare nulla in piedi.
Stai tranquillo e speriamo bene. Venerina ti ossequia come anche l’Onorevole e
Nino. Adelgisa ti ringrazia di tutto e ti ossequia. Io ti abbraccio con vivo affetto
Nelina
Il necessario l’ho spedito per espresso (ferrovia) pazienza per la spesetta, ma sarà
già arrivato. In gennaio o febbraio ci vediamo a Parigi? Non diventare come La Rosa.
(f. 258, c. 27)
176.
Roma, 10 settembre 1925 248
Caro Gigino,
Ho ricevuto la tua cartolina e vedo che riprendi il lavoro come prima. Però non
affaticarti tanto, pensa alla tua salute. Ti ho spedito ieri una lettera (5) e spero che la riceverai
presto. Sto bene come ti ho scritto. La notte dormo tranquilla, cosa che non era a
Moulleau e dormendo si sta bene. Ho mandato per le analisi delle urine che poi ti trascriverò,
ma tu devi pure essere veritiero sulla tua salute. Qui fa caldo pesante, speriamo a
Caltagirone sentirne meno. Ti abbraccio
177.
Nelina
(f. 258, c. 22)
Roma, 14 settembre 1925 249
Carissimo Gigino,
Oggi lunedì 14 sono ancora a Roma, per partire domani sera. Sto bene ed ho
preparato tutto per la partenza. Ricevo la tua, mi duole leggere che hai perduto la maglia
o i calzoni? poiché io maglia non ne ho stretto. Ad ogni modo comprati tutto quello che
hai di bisogno per non dover soffrire per fare economia. Cercherò di farla io per mandare
di più a te carissimo fratello! Ho mandato i biglietti subito a destinazione ed ho caldamente
pregato gli amici di scriverti, durante la mia assenza. Come sono pigri!
248 Cartolina illustrata.
249 Lettera.
123
A quest’ora avrai ricevuto, spero, quello che desideravi, il secondo sarà spedito
subito, ma quelli del 19 pel momento non ho potuto ottenerli. Mario scrisse, come dicevo
nella cartolina, una lunga lettera all’Hotel Vivienne, ma non mi diedero nulla dicendo
che non vi era nulla.
Oggi mi fa una cartolina da Piazza in cui mi dice che subito tornò poiché ha lo
stomaco come quando lui era a Roma. Io appena arrivo vado a trovarlo. Però scriveva che
sta meglio di come è stato. Per la casa penserai tu a disdirla e se ti scrivono che la vorrebbero
prima, scrivi che si diriggano a me, giacché io non so quando potrò tornare. Venerina
resterà qui fino alla fine come anche Adelgisa che ancora non si sa quando sposeranno.
Se vuoi fatto il gilet da Tanfani mandagli le misure precise che te lo fanno dicendo di che
stoffa e la pesantezza. Non fare passare il tempo poiché loro dopo quello sbaglio son
pronti riparare. Io non vedo l’ora che passino questi mesi per venirti poi a trovare e spero
che il freddo non mi farà impressione.
In campagna riposati e prendi aria buona. Tutti ti salutano mentre io ti abbraccio
affettuosamente
Nelina
L’On. La Lumia e suo figlio ti ossequiano.
Ti trascrivo gli indirizzi di tutti i fascicoli che qui arrivano e che è meglio coll’anno
nuovo dargli l’indirizzo che tu vuoi dovendo non restare più qui: 1. La Nuova
Scuola Italiana, Dir. Codignola; 2. Rivista delle Provincie (Via delle tre Pile 7); 3. Gioventù
Italica (Via Scrofa 70); 4. Levana (Via G. B. Vico 5, Firenze); 5. Bollettino per gli
assistenti Ecclesiastici della Società della G.C. I.; 6. L’Istruzione primaria. Rivista dell’Associazione
Magistrale Italiana Nicolò Tommaseo, Via Re 157; 7.Rassegna Internazionale,
Via della Passarella 4, Milano; 8. L’Unione Magistrale Nazionale; 9. Civitas. Rivista
bimestrale di politica di cultura sociale, Via Moscova 15, Milano; 10. La Grande Orma;
11. Via Nuova.
Io credo che per il nuovo anno è meglio non farli inviare qui ma costì. Mi porto
con me due paletot tuoi per darli ai preti poveri.
(f. 258, c. 28)
178.
Caltagirone, 17 settembre 1925 250
Sono arrivata ieri sera dopo un ottimo viaggio e a Catania incontro la Baronessa
Penna e Vavà La Rosa con Concettina. Alla stazione, per quanto non avevo fatto sapere
nulla a nessuno sono venuti a prendermi Mina e Michele G. coll’auto. Sto benissimo, la
villeggiatura fatta in F. mi è giovata.
124
250 Cartolina postale.
Dammi subito tue notizie e notizie di tutti. Monsignore sta meglio, dice che ha
avuto il disturbo che ebbe a Roma nell’ultima venuta, qui verrà fra qualche giorno. Giovannino
Sturzo ha fatto un telegramma che gli è nato un Mario. Fagli un augurio.
Abbraccioti mentre ti porgo i saluti di tutti
179.
Nelina
(f. 258, c. 29)
Caltagirone, 18 settembre 1925 251
Caro Gigino,
È la terza cartolina della Sicilia che ti scrivo. Sto bene e qui fa caldo, vorrei
mandarne un po’ a te, si desidera l’acqua; sempre così. Spero che Mario arrivi presto e poi
ti scriverò a lungo. Gli amici e i parenti ti salutano. I Belletti hanno gradito tanto il dono;
arrivò la mattina del matrimonio, ora sono a Roma. Dimmi se sei in campagna, se hai
ricevute le mie lettere e cartoline; non mi fare stare in pena e scrivi delle cartoline per darmi
tue nuove. Ossequiami la Sig.ra Rita, abbraccioti, aff.ma
180.
Nelina
(f. 258, c. 30)
Caltagirone, 29 settembre 1925 252
Carissimo fratello,
Ieri 28 è venuto Mario per una breve visitina; sta bene, lo stomaco gli si è
rimesso, poiché il suo male come al solito è stato atonia prodotta dal caldo e dal viaggio
fino Castrogiovanni. Niente diabete. Io sto pure bene, la cura dei fichidindia mi giova,
però chiamerò il dottore D’Antona come tu vuoi per farmi indicare una cura dopo quella
dei fichidindia.
Sono appresso 15 per farlo sbrigare e subito ti scriverà. Egli è di avviso come
11. Qui ha piovuto un po’ e ci voleva pei giardini che per il momento vi è sosta. Se ne
parlerà vendere in novembre o dicembre. Hai fatto bene a scrivere a Soderini. Venerina
mi scrive che ha trovato una o due camere presso una famiglia e forse a ottobre andrà via.
251 Cartolina postale.
252 Lettera.
125
Io accomoderò il mio ritorno. Mario a dicembre verrà a Roma per la chiusura dell’Anno
Santo così profitto della casa. Per l’appartamento io credo che 5 non ha torto ma per le
case alla periferia, quelle del centro andranno sempre a un prezzo e quello che ti ho scritto
non vorrei farlo scappare. Spero trovarlo al mio ritorno.
S.r Giuseppina sta bene; io a Catania mi fermai due sole ore ed andai a vedere
Marianna. S.r Giuseppina il ritiro lo ha fatto a Palermo. L’Onorevole sarà forse giunto a
Parigi, ma io ho ricevuto una lettera da Montecatini. Con lui ti ho mandato la fodera della
valigetta che credo venuta bene, 3 colli e quella spalliera del letto che ti farai lavare.
Ho scritto a Venerina per le Riviste. Manderò le £ 40 a destinazione, ma tu non
me lo hai mai scritto o meglio mi pare che mi dicesti £ 20 che ho mandato con Belloni.
Tutti i parenti e amici ti salutano con affetto. Le persone di casa ti ossequiano.
Ho ricevuto la lettera affettuosa della Sig. Oliva, ringraziamela o ossequiala. Abbracciandoti
con vivo affetto
181.
Nelina
(f. 258, c. 33)
Londra, 2 ottobre 1925 253
Carissima Nelina,
Ricevo qui la tua cartolina del 20 settembre. Godo assai nel sapere che stai
bene. Desidero sapere se hai consultato il Dott. D’Antona per una cura adatta. Io sempre
penso che la cura di qualche leggiero preparato di ioduro ti farà bene. Io sto benissimo e
godo assai di queste campagne verdissime. Il tempo è assai mite. Domani sera tornerò a
Londra, perché il mio amico che mi ha invitato, andrà altrove per vari giorni. Forse vi
ritornerò ancora più in là; quando avrò desiderio di campagna. Peccato che la sera si sta in
casa e dopo cena non si esce più; ciò è contro le mie abitudini! Ma non si può avere tutto
ciò che si desidera. Attendo notizie di Suor Giuseppina; le ho scritto per S. Remigio.
Ti acchiudo due cartoline mandate da Roma a Moulleau e di là a Londra. Scrivendo
loro me le saluti. Ti acchiudo vari francobolli italiani che a me non servono. Salutami
i parenti tutti, specialmente le cugine Sturzo, i Barletta, i Gravina ecc.
La Rosa mi ha mandato una cartolina da Montecatini; ma non mi dice quando
sarà a Parigi, né mi dà il suo indirizzo. Agli amici tutti tante cose. Un abbraccio affettuosamente
126
253 Su carta intestata St. John’s Seminary Wonersh, Guilford.
Luigi
(sc. 728, fasc. F/1/4).
182.
Caltagirone, 3 ottobre 1925 254
Caro fratello,
Ho ricevuto tutte le tue. Di fronte al teatrino verrà inaugurato in questo mese il
monumento ai caduti. Forse verrà il Principe Ereditario. Qui il tempo è variabile, ha piovuto
abbastanza nelle campagne. Oggi ho incominciato coi muratori a sistemare un po’
tutto. Sto benissimo, ripeto, la cura dei fichidindia è la mia migliore cura. Godo che
anche tu stai bene e guardati dal prendere raffreddori. Monsignore scrive che sta bene, e
lavora sempre, questo non dovrebbe fare, lui ti scriverà. Il nostro telefono l’ha ottenuto la
Baronessa Penna che mi scrive tutta felice. Ti ossequiano loro, i parenti, le persone di
casa. Un abbraccio
183.
Nelina
(f. 258, c. 34)
Caltagirone, 8 ottobre 1925 255
Caro Gigi,
Ho ricevuto la tua del 2 ottobre. Godo che stai bene, anche io bene e questa
volta l’aria patria mi giova. Oggi sono andata a fare una breve visitina a Monsignore che
ho trovato abbastanza bene, si va rimettendo di giorno in giorno. È una passeggiatina di
un’oretta in auto! Lui mi ha detto che ti ha scritto il 5 di questo mese, forse tu eri ancora
in campagna. Abbracci affettuosi
Ho ricevuto la tua del 4, sto bene. Tutto 15 ha spedito.
254 Cartolina illustrata.
255 Cartolina illustrata.
Nelina
(f. 258, c. 38)
127
184.
Caltagirone, 12 ottobre 1925 256
Ricevo la tua cartolina e ti ringrazio delle tue preghiere per me. Ho fatto dire le
Messe ed ho mandato la elemosina a S. Gioacchino. Che il buon Dio ti protegga sempre
conservandoti in ottima salute. Io sto benissimo, ripeto, in mezzo a tanto traffico e polvere.
Monsignore sta bene, io sono stata giovedì a vederlo e venerdì 9 ti ho spedito una lettera,
spero che a quest’ora l’avrai ricevuta. Guardati sempre la salute e soprattutto dai colpi
di aria allo stomaco.
Tutti ti salutano, io t’abbraccio
185.
Nelina
(f. 258, c. 41)
Caltagirone, 15 ottobre 1925 257
Caro Gigino,
Ricevo a momenti la tua cartolina, godo che stai bene e spero che sia vero. Io
sto veramente bene, il traffico dei mastri muratori mi giova. Monsignore sta bene e incomincia
ad impinguarsi poiché si era dimagrito. Qui non viene che a farmi delle visitine di
un giorno; veramente non ci starebbe bene con tutta la polvere e il vento di questi giorni.
Qui umido e acqua, meno male che giova per le campagne. Mario ti ha scritto lungamente
di nuovo il giorno tredici, spero che l’avrai ricevuta. Qui tutti, tutti mi domandano di
te e ti salutano affettuosamente. P. Peppino Montemagno è a Casamicciola. Pare che a
Roma abbia preso un’altra storta al piede. Ti abbraccio
128
256 Cartolina illustrata.
257 Cartolina illustrata.
Nelina
(f. 258, c. 42)
186.
Caltagirone, 21 ottobre 1925 258
Carissimo fratello,
Ricevo a momenti la tua affettuosa lettera. Il sentire che stai benissimo mi consola,
giacché mi preoccupa il clima e l’umido. Io sto bene, e il traffico dei mastri mi giova
poiché mi tiene distratta. Ripeto che i fichidindia mi giovano poiché ho gettato molta
rena. Non sento più assolutamente palpito e la notte dormo tranquilla. Farò come tu dici
la cura per l’acido urico, ma il Dott. D’Antona mi trova bene più delle altre volte.
A Piazza andai con Michele e Barletta. Poi, come avrai visto dalle lettere di
Mario, lui è stato qui nuovamente e sta bene, incomincia ad impinguarsi.
S.r Giuseppina (dice) soffre di palpito, ma sarà indebolita senza dubbio. Io
quando mi sbrigo andrò a vederla ovvero, quando ritornerò a Roma. Monsignore non mi
ha scritto più nulla per andare a Caltanissetta. Qui i lavori procedono bene e quando verrai
a Caltagirone troverai la casa a posto e meno scomoda di come era prima. La cucina è
venuta piena di aria e di luce. Il bagno verrà bello, però io non potrò ora lasciare tutto a
posto poiché a combattere con Franco tu sai cosa voglia dire. Lui ti ossequia tanto.
Giardini ancora non ne vendo, dopo la prima furia, calma perfetta. Nemmeno
l’olio ho venduto poiché a 1.000 non sono arrivate. Vedremo.
Il tempo ora è buono ma abbiamo anche noi avuto nebbia e umido. Le campagne
sono bellissime. Però io non ho avuto tempo di andare alla Russa. Dunque pei libri
della libreria, io non ho trovato più l’elenco che fece Caruso, dovrei farne fare un altro e
vorrei fare così: i libri di medicina offrirli alla libreria Comunale, gli altri rassettarli nella
camera a ponente e restare in casa, scrivimi se ti piace.
Ed ora ti lascio. Michelino ti fa dire tante cose; lui fa abbastanza bene. Favitta, e
parenti, anche il Barone ti ossequiano. Io ti tengo sempre presente nel pensiero, e col cuore
sono vicina a te; soffro a vedere il bel sole dei nostri balconi perché penso che tu ne sei
privo. Ossequiami la Sig.ra Crespi, abbraccioti
187.
Nelina
(f. 258, c. 44)
Caltagirone, 22 ottobre 1925 259
Caro Luigi,
Ci pareva a tutti e tre di esserci spiegati abbastanza e mi sorprende il tuo perditempo.
Ti mando ora la bozza della quietanza per Notaro che tu vorrai estendere subito
258 Lettera.
259 Lettera.
129
curando di adibire lo stesso Notaro Dimond e di far legalizzare la firma del Notaro dal
Console Italiano che è in cotesta. La quietanza la manderai al mio indirizzo o a Venerina
perché io possa curare di far autenticare la firma del Console dal Ministero degli Esteri.
La bozza che ti spedisco deve integralmente essere riprodotta dal Notaro. Ti ho scritto di
fare subito la quietanza perché Vavà non possa essere disturbato da nessuno. Quanto al
resto stai sicuro che penserò io, giacché sabato sarò a Roma.
Confido che finalmente avrai capito la ragione delle replicate lettere. Mario sta
bene, torno a momenti da Piazza ove sono stata con Vavà per finalizzare forzatamente
come vedi. Ti saluto affettuosamente mentre io ti abbraccio
188.
Nelina
(f. 258, c. 62)
Londra, 25 ottobre 1925 260
Carissima Nelina,
Stasera è un anno che lasciai Roma, e mi tornano a mente quei momenti, come
uno dei ricordi più vivi della mia vita; e penso a te buona e dolce sorella, così lontana dal
fratello tanto amato; ti penso e ti sono vicino, ti vedo girare per la casa paterna con tanta
cura delle nostre piccole cose e delle nostre tanto belle campagne. Ti sono vicino quando
preghi il Signore, per me, per te, per tutti, e mi sento unito nella preghiera a te più che in
ogni altro momento della nostra vita. E ci rivedremo presto; lo spero. Sono già un mese e
venti giorni che ci salutammo a Parigi, e credo fra altri due mesi e mezzo ci rivedremo a
Parigi e poi verremo anche a Londra.
La stagione non sarà propizia, temo per te che soffrirai. Io oramai sono abituato
al clima; quest’anno soffro meno dell’anno scorso; ma tu? Vedi di raccogliere sole e calore
molto in questi mesi che stai in Sicilia: si resiste assai meglio.
Siete stati a vedere Suor Giuseppina a Caltanissetta? Spero di sì; poverina, è
tanto tempo che non vede nessuno di noi. Mario sta bene e lavora; credo che lavori troppo;
ma non gli si può dire. Ho ricevuto una letterina di Teresina e del suo sposo, e una
cartolina di Guido e Nené. Me li saluterai assai. Attendo notizie del saputo affare. Ti
acchiudo una lettera per il Canonico Luigi Caruso e altra per Miraglia. Saluto parenti e
amici. Un abbraccio affettuosissimo e a rivederci. Tuo
130
260 Lettera.
Luigi
(sc. 728, fasc. F/1/4)
189.
Caltagirone, 26 ottobre 1925 261
Caro Gigi,
Rispondo subito alla tua cartolina del 21. Godo che stai benissimo, come posso
assicurarti di me, sto proprio bene, forse per il traffico dei maestri. Ecco la novità: la cucina
sopra di quella antica, ed è venuta bella comoda e luminosa; sotto il bagno, con il suo
waterclose, bidè, acqua calda e fredda, l’altra metà della stanza ripostiglio. Nella tua venuta,
che qui tutti sperano presto, troverai la casa più comoda e più pulita. La cucina era
ridotta un catorcio affumicato!
Spero che avrai capito perché Mario ti ha scritto di rifare tutto e presto. Quella
di Barletta l’ho io. Lui ti ossequia e saluta. Ed ora sono in casa di Michelino che ti prega
d’un favore: oggi proprio all’ultima ora gli scrivono dall’Istituto Demerode che per ragioni
che credo, possono superarsi, non vogliono più prendere Paolo. La ragione è la seguente:
non prendono più giovani che non frequentano scuole dell’Istituto. In questo momento
che siamo a novembre tale notizia lo ha scombussolato e desidera fortemente che tu scriva
a Fratello Romualdo o ad altri per far sì che anche quest’anno facciano l’eccezione.
Anche io te lo raccomando, atteso le gentilezze che il cugino usa a mio riguardo
e le deferenze per tutti noi. Dunque, scriverai subito n’è vero? Tutti qui a me vicini ti salutano
affettuosamente, io ti abbraccio. Aff.ma
190.
Nelina
(f. 258, c. 46)
Caltagirone, 27 ottobre 1925 262
Caro Gigi,
Spero che risponderai presto alla lettera e secondo il nostro desiderio. Io conto,
appena finiti i lavori di muratura andare da Monsignore a passare qualche giorno, senza
pensiero e senza traffico. Certamente non potrò lasciare tutto a posto come vorrei, ma il
grosso tutto fatto e poi tornare a Roma. Qui siamo a Londra, nebbia, vento, acqua da più
giorni. Così stiamo più uniti nel pensiero. Ti abbraccio con vero affetto. Sto benissimo.
261 Lettera.
262 Cartolina illustrata.
Nelina
(f. 258, c. 47)
131
191.
Caltagirone, 27 ottobre 1925 263
Caro Gigi,
Ieri una passeggiata, sono stata a Piazza a vedere Mario. Sta bene veramente e
lavora come un giovane. Ho ricevuto il tuo telegramma e sta bene come tu dici. Io sto
bene, ho ricevuto la tua tanto affettuosa del 25 che mi ha fatto versare lacrime. Anche in
quel giorno pregai per te e fu pieno di ricordi. Commoventi. Qui nebbia fitta. Porto la
giacca che mi mandasti tanto bella e tutti ne sono incantati. Baci
192.
Nelina
(f. 258, c. 47)
Caltagirone, 6 novembre 1925 264
Carissimo fratello,
Rispondo alla tua di ieri (31). Godo che stai bene e che hai veduto i La Rosa,
così hai goduto un po’ di compagnia. Io sto bene in mezzo alla polvere e al vento da tutte
le parti. Però i lavori di assestamento volgono alla fine, restano quelli di ripulimento e credo
non avrò il tempo di farlo questa volta, ma alla nuova venuta. Però la casetta nostra
viene molto comoda ed io penso con piacere che a te piacerà. Monsignore sta bene, viene
Di Giacomo da Piazza; figurati l’automobile di viaggio lo hanno levato, e per andare e
mandare qualche cosa è un problema. Povera Sicilia sempre abbandonata!
Ho scritto subito a Venerina e ad Adelgisa, ma credo che Baranzini non glielo
ha portato il gilet. Se senti freddo fattelo costì un altro. Da S.r Giuseppina spero andare al
ritorno, intanto siamo ancora occupati per il 36 38. Tu appena riceverai l’assicurata firma
per l’ap. [sic].
Caro Gigino, il mio pensiero è sempre rivolto a te e come vorrei averti qui! Spero
rivederci presto, come tu dici: abbiamo avuto 15 giorni di nebbia e vento alla Caltagironese
antica, altro che Londra! Riderai.
Il giorno dei morti ho fatto tutto quello che potevo pei nostri cari, ed ho pregato
loro affinché intercedano per noi. Salutami tanto la Signora Rita, ossequi al Prof.re suo
marito a te i saluti e i ringraziamenti di Michelino che spera ed è disperato. Lui partirà
con Paolo fra domenica e lunedì. Per ora che non ho cucina, vado quasi ogni giorno a
pranzare da loro che mi vogliono assolutamente. A Roma vuole che vada ad abitare in
132
263 Cartolina illustrata.
264 Lettera.
casa sua, vedremo. I parenti tutti ti salutano. Il Barone S. Marco ha voluto che andassi al
battesimo del suo piccolo Vavà e ti ossequia tanto, dandoti parte della sua gioia.
193.
Nelina
(f. 258, c. 52)
Caltagirone, 10 novembre 1925 265
Carissimo Gigi,
Ieri ho ricevuto la tua del 5, sto bene, come pure Mario. Domani faremo S.
Martino insieme; penso a te mio caro, tanto lontano! Qui il tempo è umido però in quest’anno
ci sto bene, ma credo per la occupazione dei muratori. Pare che volgono alla fine,
ma di rustico, il resto ad un’altra volta. I parenti ti salutano come fanno gli amici con vivo
affetto
194.
Nelina
(f. 258, c. 54)
Caltagirone,13 novembre 1925 266
Caro Gigino,
Spero che questa mia ti trovi già tornato e che già hai preso le mie del 7 c.m. e
l’altra dell’undici. Non ho scritto altro poiché ti ho saputo fuori. Io ho ricevuto ancora
solo quella del 7 che mi ha mandato la Baronessa Di Giura. Spero domani ricevere qualche
tua notizia. Sento che costì vi è l’influenza e temo per te, guardati.
Io sto bene e per me non ti angustiare. Monsignore da parecchi giorni che non
mi scrive, ma nell’ultima mi diceva che stava bene. Ho ricevuto una cartolina della Signora
R. ma ancora non ha ricevuto i mandarini, chi sa come arriveranno? Per l’affare che ti
ho scritto aspetto risposta e poi vedrò se con Fattarappa si può concludere, altrimenti si
aspetta che finisca l’Anno Santo.
Domenica e mercoledì abbiamo avuto due concerti di Ferrero, abbastanza bravino.
Ho ricordato quando piccolino l’abbiamo visto dirigere, è rimasta una figura piccola.
265 Cartolina postale.
266 Cartolina postale.
133
Tutti ti ossequiano, mentre io ancora non ho potuto vedere la Sig.na della Rassegna
perché ammalata. Appena parlerò te ne scrivo. Conservati in salute, aff.ma
195.
Nelina
(f. 257, c. 75)
Caltagirone, 14 novembre 1925 267
Carissimo Gigino,
Ti sto vicina in tutte le ore del giorno col pensiero e col cuore, specie in questi
giorni la tua lontananza mi è doppiamente penosa! Che il buon Dio ti assista sempre dandoti
quella tranquillità e rassegnazione concessa alle anime forti. Sto bene, ma ormai stanca
di trafficare coi mastri. Sono alla fine, ma per rifinire ci vorrà del tempo e della pazienza
che io non ho. E poi mi pare che è l’ora di partire e di non lasciare sola Adelgisa, che
ancora non sposa, oltre decidere dove io mettere stanza.
Michelino ti ringrazia dell’interessamento per il suo Paolo, che non vorrebbe
più andare in collegio. L’altro ieri son partiti incaricandomi di ossequiarti tanto. Spero
combinare la vendita del giardino, quello dell’olio in appresso, pel momento vi è sosta.
Spero che a quest’ora avrai risposto a Vavà per la ricevuta. La nebbia quest’anno
spesseggia e com’è fitta! Venendo a Londra non mi farà impressione ci scommetto...
Ancora La Rosa non arriva, non vede l’ora di vederli per avere tue nuove. Giovannino Di
Bartolo quest’anno è a Palermo dove frequenta l’Istituto Industriale-meccanico. Lì vi è
Teresa e Vincenzino e quindi i genitori stanno tranquilli. Essi ti ossequiano, come fa
Adelgisa che ieri mi ha scritto. Ti manderanno il gilet e le calze, ma non so se con quel
Padre che tu conosci.
Salutami la Sig.ra Rita, gradisci i saluti dei parenti tutti e di me gli abbracci più
affettuosi
134
267 Lettera.
Nelina
(f. 258, c. 55)
196.
Caltagirone, 16 novembre 1925 268
Caro Gigi,
La tua del 10 mi fa meravigliare come non hai ricevuto mie nuove dal 4
novembre, mentre ho risposto regolarmente alle tue. Sto bene, non ti angustiare, poi qui
fra parenti e amiche che mi confondono in gentilezze. Credo che tu stia bene perché sempre
lo ripeti e mi auguro che l’inverno costì non sia molto rigido. Abbracci affettuosi
197.
Nelina
(f. 258, c. 58)
Caltagirone, 20 novembre 1925 269
Carissimo Gigino,
Ricevo la tua cartolina del 16 c.m. Godo che sei stato in campagna e che stai
bene. Non lavorare tanto, non ti applicare molto che ti fa male. Io sto bene i mastri non
hanno finito poiché il capomastro è caduto ammalato. Io conto di partire con la Baronessa
Penna verso la fine o i primi dicembre, tantoppiù che la Contessa Soderini, forse non
vedendomi, vorrebbe subito la casa. Io ho risposto che la darò alla fine di dicembre. Tu
quando scrivesti cosa hai detto, fine novembre?
Ad ogni modo io mi sostengo e non cedo tantoppiù che ancora non ho deciso
dove andare. Questa ti arriverà il 26 o prima, e sono anticipati gli auguri più fervidi pel
nostro compleanno. Che il buon Gesù ci assista sempre e ci aiuti per l’acquisto del cielo.
E a te dia la forza di soffrire le contrarietà di cui la tua vita è seminata, dandoci ad
entrambi la forza di sopportare la dura separazione che spero non sia lunga.
Il 26 farò la S. Comunione secondo la tua intenzione. Per andare a Girgenti
non so dirti poiché io sto qui aspettando di concludere gli affari, giardino e olio, ma non
arrivo ancora a nulla. Michelino è a Roma ove ho mandato la lettera e i suoi ti ringraziano
anzi, ti mandano i figliuoli una fotografia fatta alla villa nostra, vedrai perfettamente il
paesaggio che storpiò Vaccaro. I libri tuoi dove li lascerò? sono parecchie casse, se io prendo
una stanza dove li metto? Attendo qualche tua istruzione in una lettera che potrai far
mandare da Rita.
Per il gilet Adelgisa mi ha scritto una lettera dicendomi che te lo hanno fatto
leggiero come il modello, scusandosi che la Sig.ra Orlandi non gli ha avvertiti di farlo più
268 Cartolina postale.
269 Lettera.
135
pesante. Io ho scritto di fargli mettere la fodera pesante e mandarlo a Baranzini che ha
sempre delle comodità. Quando non faccio io è sempre così. Ed ora ti lascio abbracciandoti
caramente, aff.ma
198.
Nelina
(f. 258, c. 60)
Londra, 28 novembre 1925 270
Carissima sorella,
Il 26 ti spedii una lettera a Caltagirone credendo che ancora staresti là fino ai
primi di dicembre. In essa ti dicevo che sto bene: ieri abbiamo avuto neve; oggi giornata
fredda ma bellissima. Ho scritto a Mario e a Vavà insistendo sul mio punto di vista.
A risolvere il problema tu chiamerai subito 5 e mi 56 [ = farai spedire] in modo
che io abbia qui prima del 7 dicembre 24 [= la cifra] esattamente indicata.
Ho scritto a Vavà che basta 36 [= l’atto notarile] e non occorre alcun visto né
qui né a Roma. Ho detto prima del 7 dicembre, perché il 10 dicembre partirò per Parigi e
quindi non farei a tempo. Dirai a 5 che può spedire all’indirizzo n. 2 con assicurata. Dirai
pure a 5 che non ho compreso il suo silenzio alle mie lettere specialmente all’ultima che
gli diede il nostro amico onorevole.
Un abbraccio
199.
Luigi
(f. 341, c. 28)
Caltagirone, 28 novembre 1925 271
Carissimo,
Ricevo la cartolina tua ultima. Godo che stai bene e spero che avrai ricevuto
mie lettere. Io sto benissimo e fra giorni sarò a Roma da dove ti manderò mie nuove. Non
so se potrò andare da S.r Giuseppina questa volta, credo di no. Qui fa un freddo da cani e
non vedo l’ora che me ne vado, lascio tutto incompleto per finirlo ad un’altra tornata.
Salutami R. un abbraccio
136
270 Minuta di lettera.
271 Cartolina illustrata.
Nelina
(f. 258, c. 64)
200.
Roma, 2 dicembre 1925 272
Caro Gigino,
Sono arrivata qui ieri sera primo dicembre dopo un ottimo viaggio. La corsa
che hanno messo fin dal 15 novembre è molto comoda. Treno di lusso perché tutto in
vagon lits e ristorante prima e seconda; parte alle 7,55 e arriva l’indomani alle 14,30. Sto
benissimo ed ora penso come accomodare l’affare della casa. Ricevo a momenti la tua,
aspettavo quanto ti avea scritto 15, intanto tu insisti nella tua idea e forse hai ragione, ma
intanto io non mi scrissi il numero legale, poiché aspettavo la tua, delle 24 che doveva
chiedere a 5 e fare 56, quindi debbo scrivere nuovamente a 15 per averli esattamente e
subito fare 56. Sono dolentissima del ritardo, vedi di postergare la tua partenza per fare a
tempo. E poi con questo freddo non fare spropositi.
Io verrei se la Sig.ra R. partirebbe coi primi di gennaio, poiché per Natale verrà
Mario, poi debbo rassettarmi sulla pensione e poi partire. Resisterò al freddo di costì. Se
dovessi ammalarmi costì non mi piacerebbe. Ho visto l’On.le La Rosa e la Signora che mi
hanno date tue nuove. Qui vi è Michelino che ha lasciato Paolo con Ragusa che gli fa da
precettore, ne è contento. Con dolore ho appreso la morte di Don Giulio De Rossi 273,
forse di angina pectoris? Come è dolorosa la vita! E come è più doloroso stare lontani!.
Conservati sempre in salute ed abbi prudenza. Ti lascio stringendoti al cuore. Aff.ma
201.
Nelina
(f. 258, c. 66)
Roma, 3 dicembre 1925 274
Caro Gigino,
Ho parlato subito con 5 il quale mi dice che ti ha scritto direttamente due volte,
non li hai ricevuti? Intanto non 56 poiché non si può che per piccole 24, così mi ha
detto 5. Bisognerà farlo in diversi tempi e ci vuole molto. Persuaditi dunque, se è possibile
a fare come dice 15 ed io subito curerò a farlo qui vistare, non mi fare più stare in pena.
Sto bene, ti ho scritto ieri g. 2 che ho fatto un ottimo viaggio. Qui piove e piove,
spero che viene Mario per Natale me lo ha promesso. Io potrei venire coi primi di gen-
272 Lettera.
273 Giulio De Rossi (1877-1925), era giornalista e parroco di un quartiere popolare di Roma. Aderì al
Partito Popolare e diresse il settimanale del partito «Popolo Nuovo». Fu lui a raccogliere alcuni scritti di Sturzo
nel volume Dall’idea al fatto nel 1921. Cfr. F. Malgeri, ad vocem, in DSMCI, III/1, p. 309.
274 Lettera.
137
naio, ma non fa troppo freddo? Io temo del freddo, non ci resisto, e per la lingua? Mi piacerebbe
Parigi, ne sono entusiasta.
Spero dunque vederti presto, mentre scrivo se vuoi un po’ di 24 subito e se li
vuoi a Parigi. Ti abbraccio con vivo affetto
202.
Nelina
(f. 341, c. 30)
Roma, 3 dicembre 1925 275
Caro Gigi,
Ho ricevuto la tua del 28. Sto bene e ti ho scritto ieri, spero che la riceverai.
Godo che stai bene e ti raccomando col freddo che fa di guardarti la salute. I colpi di aria
potrebbero nuocerti allo stomaco. Qui piove e piove che è una vera seccatura. Sto in giro
per mettere a posto, vedremo. Paolo con Ragusa andranno ad abitare la casa comperata,
quindi non è più possibile andare là. Vedremo di combinare in altro modo, del resto vi
starò tanto poco qui. Venerina abita un quinto piano in Via Simeto, tanto lontano. Saluti
affettuosi da tutti 276
203.
Nelina
(f. 258, c. 67)
Roma, 7 dicembre 1925 277
Carissimo Gigino,
Ho ricevuto le tue due cartoline, mentre io dal tre del c.m. ti ho scritto due lettere
e una cartolina. Mi duole tanto delle tue angustie per me, ma mi credi così imbecille
275 Cartolina postale.
276 Tra questa cartolina postale e la successiva lettera del 7 dicembre si inserisce una lettera di Luigi a
Nelina del 5 dicembre, conservata nell’Archivio Ruffo della Scaletta, del tenore seguente: «Ti mando le accluse
lettere. Cerca di vedere subito Rufo e di persuaderlo di venire a Parigi. Se [Rufo] viene, potresti dare a lui il
documento di 5. Perché io a Parigi debbo andare immancabilmente; e Rufo ti dirà la ragione. Vedi pure di
persuadere De Gasperi o Gilardoni; interessatene subito; e fammi telegrafare se vengono, così: decisione favorevole
primo (se De Gasperi), secondo (se Rufo), terzo (se Gilardoni), quarto (se qualche altro) ovvero “decisione
sospesa” (se nessuno). Ma tu insisti che uno venga» (Archivio Ruffo della Scaletta, cartella B 128, n. 39;
in De Rosa, Rufo Ruffo della Scaletta, cit., p. 34).
277 Lettera.
138
da dovermi mettere in treno con la tempesta? Io son partita la domenica, poiché non
potei prima, e siccome l’Onorevole Libertini arrivato il sabato sera con G. Barletta, mi
dissero che avevano fatto un ottimo viaggio, partii la domenica. Arrivata a Catania mi
dissero che la linea era interrotta e dovevo prendere il direttissimo con il wagon lits a
Bagnara, pensai di rimanere a Catania da Maria Bicocca.
Mi fecero tutti un mondo di affettuosità e ripartii il lunedì sera per arrivare il
martedì alle 2½ a Roma. Ho scritto l’indomani poiché aspettavo la tua che non avevo
trovata; non pensai a telegrafare poiché non conoscevo tutto quello che avevano scritto
sul giornale di ciclone o che. Io credo che il ciclone dovette essere quando ancora era a
Caltagirone e vi fu un vento indiavolato, acqua a tutta possa, ma con tutto quello io uscii
lo stesso per pranzare fuori di casa. Mi persuado che tutto questo ti ha causato dei disturbi
e sono ora in pena per te, scrivimi e rispondi alle mie lettere.
Caro fratello, com’è duro stare così lontano e con un inverno che si delinea così
freddissimo. Intanto ho trovato Adelgisa ammalata con un attacco di appendicite e pare
che deve fare l’operazione. Io non so dove andare poiché dalle Amerigo non vi sono stanze
(come ti ho scritto), da Michele va Ragusa con Paolo. Cerco, ma trovo delle case senza
riscaldamento, ovvero delle posizioni impossibili. Penso di sistemare il pianoforte e i bauli
e andarmene al S. Chiara finché vengo da te, ovvero, se posso partire con Rita verso la
fine non prenotare nulla e andarmene all’albergo al ritorno.
Cosa mi consigli? Rispondimi subito. Mario pare che non vuol venire; io vado
dal dentista poiché il dente a Caltagirone mi saltò via. Malgrado tutto sto benissimo e
vorrei essere sicura di te così. Dimmi vi è deposito nella casa di £ 1.000? Io non ho pagato
questo mese per compensare tutto, ma la Contessa lo vuol pagato, scrivimi anche su questo.
Per me non ti angustiare mai; ho abbastanza giudizio e mi guardo per non ammalarmi.
Riceviti gli ossequi di Venerina e di Adelgisa, abbracci affettuosi
Nelina
Resisterò al freddo di costà? Troverò buono e caldo alloggio? Dimmi che giornali
vuoi mandati.
(f. 258, c. 70)
204.
Roma, 9 dicembre 1925 278
Caro Gigi,
Vavà mi scrive che è rimasto mortificato per il tuo diniego nel fare la quietanza
perché lo crede un atto di diffidenza verso di lui. Poi lui dice che tu scherzi col fuoco.
Intanto scrive che il ricevo deve essere fatto nella forma che ti è stata mandata, deve essere
278 Lettera.
139
per Notario, la firma del medesimo deve essere autenticata dal Console Italiano. Numero
di chèque non posso mandarlo perché la somma si spedisce di qua. A me sembra che la tua
lettera raccomandata sia stata aperta. Mi dicono che è vero che qualche lettera tua è stata
fotografata. Ho insistito con Ruffo per venire da te ma mi pare che non venga nessuno.
Io sto bene ma sola, perché Adelgisa è all’ospedale. Però vengono le cameriere
della Sig.ra Amerigo. Stai tranquillo per me, sto cercando casa e forse anderò dalle sorelle
di M. Virili.
Ti abbraccio, aff.ma
205.
Nelina
(f. 258, c. 71)
Roma, 11 dicembre 1925 279
Carissimo e dolce fratello,
Son con la tua del giorno 8 fra le mani. Godo che stai bene e ne ringrazio Iddio.
Io pure sto bene per quanto sola senza la fida Adelgisa la quale si trova all’ospedale S. Giacomo.
Stamane sono andata a trovarla ed è stata operata ieri di un ascesso all’appendice.
Forse poi dovranno operarla levando l’appendice. Sembra piuttosto tranquilla e il dottore
dice che non vi è di serio, ma ne avrà per tutto il mese e forse più.
Faccio pensione dalla Signora Amerigo e poi la notte dorme con me Marietta.
Tutto è tranquillo e quindi tu puoi stare sicuro di me. Stamane ho fissato due stanze presso
i Sig.ri Virili, Piazza Aracoeli. Certo che non è l’ideale, ma buonissima gente, camerette
carine, un salottino e la camera da dormire, e poi la casa tutta a mia disposizione per £
400 al mese. Libera se voglio o no far pranzo e cena in casa. Sotto vi abita l’Onorevole
Tupini e negli altri appartamenti buone famiglie.
Così sono più vicina ai Belloni che si mostrano sempre affettuosi con me e la
Baronessa Di Giura. Tutti ti salutano affettuosamente. Da Russo ti ho mandato una lettera
che ti parlava di Vavà, ma dato che ora mi hai scritto così fanne il conto che credi. Lui
naturalmente parla per troppo affetto e perché così colla promessa di inserire all’atto l’apoca
[sic] ottenne di poterlo chiudere. Per i libri, Tupini mi ha detto che le casse li farebbe
mettere nella sua soffitta e parte in una scaffa dei Sig.ri Virili. Se tu li vuoi spediti a Caltagirone
dimmelo, prima che li sposti.
A me pare che adagiata così io resto libera di fare quello che voglio e di venire
da te per il tempo che voglio, sicura di non lasciare nessun legame e di far troppa spesa,
non ti pare? Caro fratello, vedi come il buon Dio ci protegge. Intanto vado dal dentista
per i denti e pare che mi farà una mezza cassa, pazienza. Dunque io dirò a 5 di spedire in
140
279 Lettera.
diverse volte la cifra da raggiungere, e se poi ne vuoi altre me lo dirai. Mario mi disse che
se tu hai bisogno di somme, lui si incarica di scrivere anche al Vaticano.
Figurati, io non ho ancora vendute le arance, e temo che con questi geli debbono
andar male. L’olio ancora nemmeno venduto e credimi sto in pena. Intanto per venire
costì e anche in Francia e quest’anno anche qui, ci vorrebbe la pelliccia. Io non vorrei fare
questa spesa, ma debbo farlo. Ti porterò i libri che desideri, però non so se il diritto canonico
l’ho già incassato, spero di no. Le agende sono (credo) nei tuoi cassetti, n’è vero?
Michelino mi scrive stamane che si occuperà del giardino, come per il suo, speriamo;
ti saluta tanto. Ti salutano Vincenzino e Giovannino che sono qui di passaggio,
tornando da Parma. Caro Gigino, tanti ossequi alla Sig.ra e al Prof.re e ringraziamenti. Io
verrò volentieri a Londra (se vuoi e lo credi), ma non voglio giorni fissati poiché prima mi
debbo rassettare e riposare. Quando mi son levata il pensiero della casa ed ho rassettato
tutto faccio qualunque cosa.
Ed ora ti abbraccio col più vivo affetto raccomandandoti di averti riguardi e
non ti raffreddare, aff.ma
206.
Nelina
(f. 258, c. 72)
Roma, 15 dicembre 1925 280
Carissimo Gigino,
Ho ricevuto la raccomandata, la lettera da Paris, la cartolina. Grazie di tutto e
farò presto ogni cosa. Anzi ti dirò che la spedizione la incomincia 5 appena tu sei a Londra.
Scrivimi prima di partire da Parigi. Io cerco la stanza per rassettare tutto e non credere
che fra libri, quadri e bauli non ve ne sia da riempirne una! Se poi tu vuoi che io vada a
stare a Caltagirone spedirò tutto lì, ma questo al ritorno da Londra. Dopo averci chiacchierato.
Andare in casa dei Belloni pel momento non mi pare il caso, poiché loro a marzo
devono andarsene e non sanno loro dove, mentre io le sarei di impiccio specie in casa
Malvezzi.
Devo decidermi così e vedrò in casa delle sorelle Virili ovvero, nella pensione
che vi è sotto dell’Avv.to Coccia. Pei giardini intanto non se ne parla e non so se si devono
vendere a conto nostro! Quello mi dispiacerebbe poiché allora io dovrei partire per Caltagirone.
Sto bene, per quanto dacché sto qui mi fanno tanto male i piedi, e credo che sarà
acido urico, non posso addirittura camminare.
Adelgisa sta meglio e spero che presto esca dall’ospedale, essa ti ossequia tanto
come Elena che viene a farmi il servizio, le Amerigo dove vado a far pranzo.
280 Lettera.
141
Ho già scritto a S.r Giuseppina, cosa vuoi, ho tanto da fare in questi giorni!
Mentre andando dal dentista, da Adelgisa mi passa la giornata. Ed ora ti abbraccio, mentre
l’Avv.to Caiola che mi ha portata per te una bottiglia di strega e un po’ di torrone ti
scrive due paroline. Abbraccioti, aff.ma
P. S. Ho portato io le lettere che erano nella tua lettera.
207.
Nelina
(f. 258, c. 74)
Roma, 20 dicembre 1925 281
Carissimo fratello,
Eccomi a te in questo giorno di letizia, e spero che la presente l’avrai in mano
per la vigilia del S. Natale. Come tutto è muto intorno a me! Sola sola in casa per quei
momenti che ci sto, volo col pensiero al tuo fianco e penso che anche tu solo, solo nei
momenti più intimi devi soffrire come me. Anche Mario è solo e il freddo di quest’anno
gli ha fatto paura e non è venuto. Forse avrebbe sofferto, per quanto qui col riscaldamento
non si soffre. Intanto nella casa delle sorelle di M. Virili non vi è riscaldamento, né
ascensore. Cercherò di supplire con la stufa a petrolio; per l’ascensore forse è meglio che
non prenda l’abitudine di salire le scale. Del resto io l’affitto per tre mesi e poi vedremo
come dovrò combinare.
Sto bene e in mezzo a tanto traffico; farò imballare i libri bene in modo da
poter in caso viaggiare, farò come tu dici per quelli che vuoi. Scrivimi per sapermi regolare
in quanto alla spedizione di 5. Dice che ti ha scritto tre volte e l’ultima è partita da qui
per Londra il g. 9 o 8, non li hai ricevuti?
Parlerò con Giordani pei giornali e darò a Tupini la tua, ma non l’ho visto. In
questi giorni le amiche veramente non mi lasciano sola e tutti tutti ti salutano, non sto a
ripetere i nomi. Te ne accludo una filata. Il torrone e la strega dell’Avv. Caiola vorrei mandarteli,
vorrei mandarti le arance quando li avrò, ma ti arrivano?
Ed ora caro fratello, restiamo uniti in ispirito in questi giorni di feste raccomandandoci
al buon Dio reciprocamente, affinché ci dia la forza di rassegnarci e di vivere.
Aspetto il tuo pensiero per decidere se devo o non venire. Abbraccioti e dai i miei saluti
ai tuoi amici, aff.ma
Nelina
P. S. Adelgisa sta benino, ma però quando sarà guarita dall’ascesso dovrà fare
l’operazione dell’appendicite, ne avrà per un paio di mesi.
(f. 258, c. 76)
142
281 Lettera.
208.
Roma, 23 dicembre 1925 282
Carissimo Gigino,
Ho ricevuto quello per mezzo di 3 e le notizie che lui mi ha portato. Godo in
saperti così bene e prego di più il buon Dio in questi giorni a mantenerti sempre così ed
accrescere le sue grazie sempre e la sua Santa protezione.
Io sto bene; son alle prese per lo sgombero della casa e immagini senza Adelgisa
quanto mi tocca lavorare. Mi riposerò in quelle due camerette che ho preso, vedremo
come andrà. Stai tranquillo per le carte tue, io so quello che devo fare. Ho parlato a 5 per
tutto quello che hai raccomandato a Belloni e farà come tu vuoi su tutto e presto.
Per le 24 farà come avete parlato con Belloni poi tu ne darai a me notizia. Spero
che avrai fatto un ottimo viaggio di ritorno e che presto mi scriverai. Se i giardini non li
ho venduti quando ero in casa è stato perché in verità non sono venuti nessuno a concreto,
quindi come potevo fare? Spero che non andranno a male con questi geli! Ti accludo
un bigliettino di auguri di Venerina, noi ci vediamo di rado perché lei ha paura del caldo
qui, stando in una casa molto fredda.
Tutti ti ossequiano, inclusi i Belloni che di questi giorni sono molto angustiati
per le cose di loro interesse. Mi vogliono spesso e sono così affezionati con me, mentre mi
fanno tanta pena!
Ti lascio, carissimo, con la penna, col cuore e col pensiero sono al tuo fianco,
mentre rassetto tutte le tue cose con amore. Se me lo pagassero, vorrei vendere il tuo paletot
pesante, quello imbottito. Quelli vecchi li ho portati a Caltagirone e li ho venduti.
Che ne dici? A S.r Giuseppina ho mandato un panettone ed ho scritto. Non mi considerate
in questi giorni, che traffico, che strapazzo! Però sto bene, non ti angustiare per me, ti
abbraccio, aff.ma
209.
Nelina
(f. 258, c. 78)
Roma, 26 dicembre 1925 283
Carissimo Gigino,
Ho ricevuto la tua cartolina di auguri e immagini come mi riuscì graditissima.
Godo immensamente che stai benissimo, come veramente posso dirti di me. Quando
282 Lettera.
283 Lettera.
143
sarò tranquilla di casa penserò ad una cura, ora bevo l’acqua acetosa e mi giova tanto. Spero
che avrai ricevuto la mia di auguri che indirizzai a Londra. Ho già spedito a Vavà Barletta
quanto desiderava e spero che ora sia contento appieno. Veramente si è mostrato
molto affettuoso in questa circostanza.
La carta firmata mi fu mandata dalla Sig.ra Camilla con una cortesissima lettera.
Ieri Natale ho passato prima la notte alla Messa cantata della Parrocchia ove ho pregato
il Divin Pargolo per tutti noi. Il giorno sono andata a colazione dai Belletti che ti ossequiano
tanto tanto e poi la sera dai Belloni. Clerici ti ossequia e tutti mi raccomandarono
di farti gli auguri più vivi e sinceri. Pei giardini, mi scrive M. che non ha fatto ancora nulla,
finirò con dover andare io a Caltagirone.
Sta bene quanto mi hai scritto per la mia venuta in primavera e spero che avrò
finito tutte le vendite. Certo che vorrei starti vicina vicina, ma come fare? Il punto di centro
(Roma) compensa un po’ la lontananza. Figurati che con tutto il traffico non ho ancora
sentito né musica né niente. Ti lascio, poiché oggi faccio finire l’incasso dei libri. Scrivimi,
non mi far mancare notizie. I tuoi amici ti ossequiano e l’On. Longinotti 284 vuol sapere se
hai ricevuto la sua con dentro una del figliuolo inviata nel mese di agosto, alla fine.
Abbraccioti con affetto
210.
Nelina
(f. 258, c. 79)
Roma, 29 dicembre 1925 285
Caro Gigino,
Ho ricevuto tutte le lettere e cartoline che mi hai mandato. Grazie del bene che
mi vuoi e che io ti ricambio sempre con usura. Accetti gli auguri del nuovo anno, che spero
sia meglio di quello che hai passati. Sto bene e faccio i preparativi per il passaggio da
questa all’altra casa. Colle stufe mi troverò bene. Nei piedi veramente erano anche un po’
di geloni che colla temperatura alta di questi giorni son passati e non mi dolgono più. Ti
abbraccio
144
Nelina
(f. 259, c. 3)
284 Giovanni Maria Longinotti (1876-1944), militante del movimento cattolico fin dalla fine dell’800.
Fu eletto alla Camera dei deputati nelle elezioni del 1909 e rieletto in quelle del 1913. Aderì al PPI e ritornò
alla Camera dopo le elezioni del ’19, del ’21 e del ’24, partecipando alla secessione aventiniana. Dopo la decadenza
parlamentare «si ritirò a vita privata, riprendendo la sua attività professionale e dedicandosi all’agricoltura»
(O. Cavalleri, ad vocem, in DSMCI, II, pp. 314-318.
285 Cartolina illustrata.
211.
[Roma, 1925] 286
Carissimo fratello,
Ricevo oggi 15 due lettere, una dell’11 e l’altra del 12, tutte e due insieme. Io
temevo d’uno smarrimento ovvero intercettamento ed oggi per essere più sicura la spedisco
alla Sig.ra Valentina per rispedirtele lei e dirti vogliamo cambiare indirizzo? Io scriverò
nelle lettere magari e nelle cartoline no. Al Sig. Mario o Luigi Boscarelli dagli Oblati di S.
Carlo cioè all’indirizzo che hai mandato. Non ti pare? Io sto benissimo, solo non vorrei
troppo tardare nelle lettere tue. Tu poi stai tranquillo anche per Mario, che ieri sera mi ha
scritto che sta bene e me lo dice pure La Rosa che gentilmente andò a visitarlo. Anche a
me toccò leggere la notizie di Mario sul Popolo, immagino qui a Roma nessuno venne ad
avvisarmi. A me indirizzale come fai a Venerina e alla Sig. Amerigo, loro riceveranno sempre
da Londra. Abbraccioti
212.
Nelina
(f. 287, c. 11)
Roma, 5 gennaio 1926 287
Carissimo fratello,
La tua mi è tornata graditissima nella mia nuova dimora, che per quanto non
sia bella, come dove abbiamo passato 6 anni belli e brutti, pure vedermi attorniata di
buona gente, sentire la casa animata, mi ci sento meglio. Le stanzette sono piuttosto allegre,
massima quella a dormire che ha due finestre, mezzogiorno e ponente e dall’altra due
ponente e tramontana. Due guardano Via Margana e una il vicolo di fronte all’Istituto
delle Suore di S. Giuseppe dell’Apparizione (di celebre memoria), da questa si vede la
punta del Gianicolo.
Sono stata un po’ stanca e con un dolore ad una gamba, forse lo strapazzo e la
diversità di temperatura, giacché come ti ho scritto qui non vi sono termosifoni, si supplisce
con il riscaldamento a stufe a petrolio, però non fa molto freddo nelle mie stanze, mi
abituerò. La Baronessa Di Giura, la Belloni mi confondono in gentilezze con più facilità,
perché più vicini, infine mi ci trovo abbastanza benino, e non ti angustiare per me. Io
invece sto in pena per te, giacché penso che tu raffreddato, solo in cotesto umido paese
devi soffrire, ed io così lontana, non posso lenire le tue sofferenze. Povero fratello! Come
il buon Dio vuole esercitare le tue virtù!
286 Lettera.
287 Lettera.
145
Ed ora che ho rassettato tutto spero vendere i benedetti giardini e poi poter
venire a te e stare un po’ allungo in tua compagnia. Aspetto qualche notizia e mi auguro
che non vi sarà bisogno ch’io vada a Caltagirone, vedremo. Mi farò fare la fotografia come
tu vuoi e te la manderò. Mi son fatta fare la pelliccia da Balzani, bella in lontra nera, col
collo in visone, caretta sì, ma di massima durata, spero che voi fratelli me ne perdonerete
se ho speso un po’! Non ho più visto 5 e non so nulla dell’affare che tu sai. Spero vederlo
presto. Il giorno 31 ti ho spedito una lettera raccomandata che mi auguro avrai ricevuto.
Ed ora fo punto. Devo scrivere a Mario che come te mi ha fatto la benedizione
nella nuova dimora. Lui dice che sta bene e che verrà in aprile per venirne in Francia e
rivederti. Forse venendo anche qui potrà avere una stanza, se poi io sarò da te verrà ad
abitare le mie due stanzette. Le Sig.ne Virili ti ossequiano, io ti abbraccio con vivo affetto
Nelina
Dimenticavo dirti che il Barone Di Giura padre trovasi nella sua tenuta di
Castronuovo Sant’Andrea, Potenza. Lì si è ammalato di influenza ed ha avuto una leggiera
polmonite; scrivi un rigo ora che sta meglio quasi guarito al suo indirizzo. La Baronessa
ti ossequia tanto, tanto.
(f. 259, c. 5)
213.
Roma, [1-2 gennaio 1926] 288
Carissimo fratello,
Rispondo subito alla tua carissima lettera; con piacere sento che il raffreddore è
passato e che stai bene. Anch’io bene, per quanto la temperatura più bassa di questa casa
mi faccia impressione. Non mi sono però per nulla raffreddata, ma ho avuto (come lo
scorso anno all’osso sacro) un dolore nevralgico al ginocchio che mi è durato solo 48 ore.
Fortissimo, sì ma breve come vedi. Ho preso subito una purga, sono rimasta a letto per
tre giorni, “che bel piacere per le padrone di casa quando appena si arriva ci si mette a letto!”.
Mi hanno confusa in gentilezze e cure, per quanto non abbiano cameriera, ma l’aspettano.
Insomma non ci sto male, certo che non si hanno tutti i comfort ma vi si può
passare sopra, per tutto un insieme. Dunque sto bene, ed ora che sto più calma e tranquilla
penso a fare una curetta contro l’acido urico. Aspetto da un minuto all’altro 5 il
quale non vedo dal dicembre 23. Avevo tanto raccomandato tutto, mi avea dato la sua
parola che se ne fosse interessato subito, ed io credevo che tutto era già compiuto. Che
gente! Come non si può mai stare tranquilli con nessuno.
Di Belloni non so che dirti, sono così imbrogliati, così angustiati per i loro affari
che mi fanno anche pena. Ho trovato il “Diritto Canonico” e te lo manderò con la prima
occasione: non so se Rita è più a Milano. Baranzini mi ha scritto che ti ha già spedito
il gilet da un pezzetto, non lo hai ricevuto ancora?
146
288 Lettera.
I giardini ancora non si vendono, quindi non posso mandarti le arance nostre,
ma ora vedo di prenderle qui e spedirtele. Michele mi scrive che nemmeno il suo ha venduto
anzi, sono quasi tutti invenduti a Caltagirone. Che disdetta quest’anno! Io se non
faccio la vendita non posso muovermi, vedremo.
A momenti vedo 5 che ti saluta tanto. La settimana entrante farà tutto immancabilmente,
stai tranquillo. La Baronessa Di Giura ti saluta tanto, si mostra sempre più
affettuosa e gentile. Le sorelle di Monsignor Virili cioè le mie padrone di casa ti ossequiano.
Buona memoria di suo fratello, dice che parlava sempre di te. Dimmi un po’, la Contessa
Soderini dice che non ha mai ricevuto deposito né di £ 1.000 né di £ 1.300. Paoletti
mi dice che non trova nessuna ricevuta quindi io ho pagato il mese di dicembre e ciao. Se
però tu hai qualche ricevuta farai il piacere di scrivermelo. Ed ora ti lascio poiché vado ad
impostare la presente. Però prima di finire ti dico che la temperatura delle mie stanzette
colla stufa a petrolio è salita a gradi 17, bello non è vero? Io non sopporto l’aria fredda in
camera che viene il mal di capo.
Il nipote di Venerina ti ossequia con Venerina, che ci vediamo ogni mille. Con i
più infiniti affettuosi abbracci, aff.ma
214.
Nelina
(f. 259, c. 7)
Roma, 13 gennaio 1926 289
Caro Gigino,
Ricevo a momenti la cartolina tua. Oggi siamo tutti bianchi poiché se vedeste il
Campidoglio, la punta del Gianicolo, tutta una bellezza! Sto benissimo, ormai mi sono
abituata ad una temperatura più bassa, per quanto la stufa a petrolio rende un buon servizio.
Adelgisa è all’Addolorata. Sta bene, ma sempre deve farsi l’operazione. Ti manda ad
ossequiare. Qui ho il Gesù vicino e quindi non lascio la Messa delle 12. Paolo e Ragusa ti
ossequiano. Non so ancora nulla dei giardini. Michele non viene ed è l’angustia di Paolo.
I Bianco, i Belloni, i Belletti tutti ti salutano. La morte di padre Genocchi 290 ha fatto
pena a tutti. Abbracci
Guardati dal freddo, sto sempre in pensiero per te.
Nelina
(f. 259, c. 10)
289 Cartolina illustrata.
290 Giovanni Genocchi (1860-1926), apparteneva all’ordine dei Missionari del S. Cuore. «Sullo sfondo
delle profonde trasformazioni di fine secolo che pervasero la cattolicità, la figura di Genocchi emerse come
coscienza nuova. […] Terminata la guerra, Benedetto XV lo inviò come visitatore apostolico in Ucraina, dove
egli lavorò per il movimento uniate. Ritornato in patria, sul piano politico, mostrò simpatie nazionaliste. Morì
mentre Pio XI meditava di nominarlo cardinale» (L. Bedeschi, ad vocem, in DSMCI, III/1, pp. 403-404).
147
215.
Roma, 18 gennaio 1926 291
Carissimo Gigino,
Ricevo la cartolina a momenti, godo che stai bene e spero che mi dici la verità.
Io sto bene e le mie stanzette sono già d’una temperatura possibile, oltre che mi vado abituando
alla medesima. Del resto la temperatura troppo alta delle mie due stanzette, credo
che non mi faceva tanto bene. Ancora non ho finito coi denti, primo perché il meccanico
cadde ammalato, poi per le feste, indi un po’ di mia oscitanza, ma stamane sono andata e
spero che la finisca presto. Intanto Chiavaro ti saluta, ha messo su una clinica.
Michele è qui e ti ossequia; se non ti ha scritto da Caltagirone è facile indovinarlo.
È molto guerreggiato. Si è interessato dei giardini, ma ancora non sono venduti,
però ieri gli hanno telegrafato che i suoi li hanno venduti, spero anche per il nostro, facciamo
la vendita. Mario mi scrive a momenti che sta bene e che non ha avuto tempo di
scrivermi, ciò è segno che lavora molto. Dice che venendo a Roma vorrebbe venire qui da
me, per una camera forse potrebbero accomodarla ma più no; in tutti i casi il segretario
potrebbe andare al S. Chiara. Giovanni ti ossequia, è sempre lo stesso, ed è sempre la stessa
trattoria.
Io ogni tanto vado a far pranzo lì e mi viene vicino. Ricorda i giorni di nostra
giovinezza, e questi rioni mi piacciono. La Baronessa Di Giura ti ossequia, ieri sera fui a
pranzo da lei. Qui sono più che in via Principessa Clotilde attorniata da persone amiche.
Dice che le viene più facile trovarmi. Ieri sono stata a vedere l’appartamento di Michele
già tutto pronto. Ci andranno ad abitare Paolo con Ragusa e per il momento con il cameriere
che aveano a Caltagirone. Vorrebbero Adelgisa, ma non so quando potrà lavorare
dopo l’operazione.
Appena si raccolgono le arance te li faccio spedire e penso un modo, spero, che
ti arriveranno. 5 ha poi fatto quanto tu desideravi? Io non l’ho più visto, ma spero di sì.
Farò di tutto per vederlo in questi giorni e insisterò. Sono andata una sola volta al
Costanzi a sentire Don Carlo, dato abbastanza benino. In queste sere andrò a sentire l’Otello,
tu sai se a me piace. Credo che però sia una produzione un po’ mediocre. All’Augusteo
sono andata due volte, anzi ti accludo una lettera dell’amico che è sempre tanto gentile
con me.
Il 24 farò celebrare una Messa pei nostri cari trapassati che prego affinché ci
ottengano dal buon Dio le grazie necessarie per conseguire la vita eterna. Quando ci rivedremo?
I Belloni stanno incassando la loro roba perché in marzo sfittano, forse andranno
tutti a Parigi. Se a Londra non puoi resistere dal freddo dopo che ti sei sbrigato, andiamo
nella parte più calda della Francia. Le Sig.ne Virili ti ossequiano mentre ti abbraccio, aff.ma
148
291 Lettera.
Nelina
(f. 259, c. 12)
216.
Roma, 21 gennaio 1926 292
Carissimo Gigino,
Ricevo ieri sera la tua affettuosa lettera, mentre io stavo per scrivere una cartolina
in cui ti dicevo che 5 ha fatto fin dal giorno 19 la mia commissione e spero che tutto
andrà bene. Quando ci vedremo poi ti dirò il motivo del ritardo che è plausibile e non te
ne potrai lagnare. Stai tranquillo per il resto, poi quando ci vedremo ne concretizzeremo
ogni cosa. Michele è stato qui da me stamane e stasera parte per andare a fare il contratto
dei suoi giardini, spero che possa vendere anche il nostro.
In Sicilia e più a Catania pare ci sia la influenza forma “spagnola”; è morto Ciccino
Milazzo che avea sposato a Catania. Povera Gigia! Mandaci le condoglianze. Qui vi è
un po’ l’influenza in giro ma non di forma grave. Io penso al freddo di costà, e penso a te,
carissimo, guardati dai colpi d’aria, dall’umido ai piedi e non fare nessun spostamento. Io
qui sto bene, Adelgisa è con me, poiché le Sig.ne Virili sono senza persona di servizio e
fanno tutto loro, poverine!, mi servono a tutto punto. Adelgisa starà una diecina di giorni
e poi deve fare l’operazione di appendicite, la farà all’Ospedale S. Giacomo da Egidi, che
è tanto bravo e mi ha fatto un mondo di gentilezze, ti ossequia.
Qui come ti ho scritto ho due stanze, una grande da dormire ove è il letto, un
settimanile, un grande armadio, la toilette, un comò; poi ho messo tre bauli dietro la porta,
il paravento nostro in un angolo dove faccio da lavabo, insomma, tutto tutto e la stanza
resta abbastanza grande. Vi è poi un piccolo salottino con un piccolo divanetto, due
poltrone, la scrivania, cartiera e una scaffa di libri. Dietro una porta ho messo la tua scrivania
alta e la cappella. Poi ho levato parte dei suoi quadri mettendoci i miei, non tutti,
ma quasi. Il pianoforte nel loro grande salone. Tutti trovano carino questo mio piccolo
appartamentino. Poi son vicina al Gesù che in qualunque ora esco posso ascoltare la Messa;
la casa è vecchia, ma il posto è bello come centralità. Mangio a casa una volta al giorno
e il caffè e uova la mattina. La sera per lo spesso dai Belloni o dalla Baronessa Di Giura o
dai Belletti.
Quando la sera sto a casa, il mezzogiorno vado al S. Chiara poiché col cibo di
qua avrei troppo acido. Per quanto l’acido è molto meno da che non bevo più vino. Spero
mandarti presto le bottiglie del Baragliceride. So che Baranzini ti ha mandati i panettoni
e la sciarpa. Io vorrei mandare una bambola buona per la figlia di Attilia, che ne dici? Il
19 ti ho spedito un’altra lettera raccomandata.
Le lettere di Gilardoni io li ho mandate per mezzo di Lorenzo e non con Coccia,
però tardai qualche giorno per tutto il caos di casa. Quella del 31 era quella che dici
tu e non altri. Spero che starai sempre bene sotto la protezione di S. Gioacchino. Con
affetto vivo e col desiderio di rivederti, un abbraccio
292 Lettera.
Nelina
149
P. S. Sono stata all’Augusteo e al Costanzi. Ieri sera sono andata a sentire l’Otello.
Il tenore è bravo ma la voce nei toni alti non va. L’Esultate non andò bene, però tutto
in complesso discretamente. Stasera il Barbiere con Pasini, forse ci vado. Ieri sera mi feci
accompagnare da Manolo B. che ti ossequia.
(f. 259, c. 13)
217.
Roma, 28 gennaio 1926 293
Caro Gigino,
Dall’ultima tua cartolina del 22 non ricevo più notizie e sto in pena. Come
stai? Hai ricevuto notizie di quanto desideravi? Scrivimi, non mi fare stare in pensiero per
la tua salute, con i freddi che avete costì. Qui il tempo è buono e non molto freddo, come
la solita temperatura che d’inverno si ha a Roma. Nelle mie stanze, con la stufa, con il tuo
bel golf, che lo porto tutto il giorno, con la bottiglia dell’acqua calda la notte (la tua bottiglia
bella) passo benissimo questo inverno. Adelgisa è ancora qui, sta benissimo, non vorrebbe
farsi l’operazione dell’appendice, ma i dottori dicono che è meglio farla in freddo.
Qui però non vuole restarvi, poiché cerca una casa più adatta per lei; qui hanno bisogno
di una di tutto strapazzo, poiché loro lavorano. A me piacerebbe se restasse lei. D’altra
parte quando io vado via che farebbe? Con lei mi sento come se stessi in casa nostra.
Ancora non so nulla pei giardini e aspetto un’ultima risposta per risolvermi a
partire io, e farli vendere a conto nostro. Vedremo. Sto poi in pena per tutto quanto i
giornali dicono dopo il fatto compiuto della legge “sui fuoriusciti” 294. Caro fratello, che
persecuzione ti fanno! Perché poi?, che vita di amarezze dobbiamo passare! Hai visto
come la tua lettera mandata agli studenti cattolici è stata interpretata dalla stampa? 295 Io
nell’amore egoistico di sorella vorrei dirti, non ti impicciare più di nessuno, del resto non
vedi come la fede di tanti uomini è andata giù? Ma l’animo tuo grande sincero e pieno di
amor di patria e di amor del prossimo fa obbliar te stesso. Che il buon Dio te ne renda
293 Lettera.
294 Alla fine di gennaio fu approvata una legge sui fuoriusciti che prevedeva la perdita della nazionalità
per gli italiani che all’estero avessero commesso atti contro l’Italia e nei casi più gravi prevedeva anche la confisca
dei beni.
295 Il messaggio è datato da Londra al 21 dicembre 1925, sollecitato da un gruppo di “fucini” romani:
«Agli amici universitari./ Ebbi il vostro saluto il 7 novembre ultimo/ Che consolazione leggere i vostri nomi!/
La speranza è nella generazione che viene. Essa non ha compromessi con il passato. Essa non ha errori da
scontare. Ha sentimento. Ha fede. Avanti!/ Quando trionfa la viltà e il carattere personale è annullato; quando
gli interessi sono valutati più degli ideali; quando il risorgimento è annullato; e la religione è ridotta a serva
di un regime politico, la gioventù studiosa cristiana, deve trovare nella fede, nella cultura, nell’intimo della
propria anima, la forza di reagire. /Occorre la preparazione./Occorre la fiducia nella buona causa./Occorre il
sentimento del sacrificio. /L’Italia sarà salva, e la nuova generazione la salverà» (Miscellanea londinese, I, cit.,
pp. 89-90). Su questo messaggio e le interpretazioni dei giornali cfr. la lettera di Scelba a Sturzo del 3 marzo
1926 e la nota 76 della curatrice in L. Sturzo-M. Scelba, Carteggio, cit., p. 81.
150
merito e ti benedica! Quando possiamo vederci? Deve finire il gran freddo, poiché io non
lo resisterei, ormai son vecchia.
Oggi il dentista mi ha messo i denti di sotto e vanno bene, mi vuol fare quelli
che mi mancano sopra, li potrò sopportare? Lui mi dice sì, vedremo.
Intanto ti lascio nella speranza di ricevere tue lettere domani 28, sarebbero 6
giorni, non sono molti, ma per me, per l’affetto che ti porto, per il mio temperamento
sono già molti. Scrivimi dunque, anche delle cartoline; ripeti tutto quello che desideri, io
non me ne annoio mai, mi duole semplicemente se non posso far nulla io.
Gli amici, almeno quelli che qualche volta mi è dato vedere si ricordano di te e
ti salutano con affetto. Tupini vuol sapere se hai ricevuto l’ultima sua acclusa alla mia. La
Sig. Rita come sta? Io le scrissi a Milano, ma non so se l’abbia ricevuta la mia lettera! Salutamela.
Stamane ho ricevuto il tuo telegramma, a quest’ora avrai ricevuto la mia cartolina
ed avrai capito come per la commissione da me espletata occorrono una diecina di
giorni, forse più; stai sicuro che tutto andrà bene. Se hai bisogno di denaro dimmelo che
te lo spedirò. Sento come il gilet te lo fecero male; la commissione non fu fatta da me perché
io non vi ero quando arrivò la misura. Per le calze lasciai di tre paia incaricata Venerina
e saranno quelli sbagliati, anzi, son proprio quelli. Mi dispiace tanto e puoi mandarmeli,
te li farò rifare subito, anzi manda le misure in centimetri scritti dettagliatamente
che te ne farò 6 paia che ti porterò io.
Nella prima quindicina di marzo verrebbe a Londra una di quelle infermiere
che tiene Chiavaro. Torna perché ha la madre vecchia di 72 anni. Se il tempo è migliorato
potrei venire con lei e così fare il viaggio con una persona pratica. Tu che ne dici? Ti
lascio, amato fratello, mentre scrivendoti mi sembra di stare in tua compagnia, ma voglio
che questa parta stasera e quindi faccio punto. Conservati in salute mentre ti abbraccio
con vivo affetto, aff.ma
218.
Nelina
(f. 259, c. 16)
Roma, 2 febbraio 1926 296
Caro Gigi,
Ricevo la tua cartolina mentre ancora a letto erano le 9, ma prima di quell’ora
in queste fredde camere non mi alzo. Sto bene e godo che tu stai bene e non senti freddo.
In questi giorni anche qui è tiepido, e si vede che ci avviciniamo alla primavera. Domani
ti scrivo più a lungo, oggi questa solo per darti mie nuove, che mi avvedo ho fatto passare
un po’ di giorni.
296 Cartolina postale.
151
Sono andata domenica a sentire il “Rigoletto” dato con Laura Pasini, una Gilda
fine e di una voce incantevole, a me la Pasini piace tanto. Andrò a sentire l’Otello una
seconda volta, perché tu sai se a me piace.
Gli amici ti ossequiano tanto. Qui in genere la salute è buona, stai tranquillo.
Ancora nulla ho fatto laggiù e nessuno mi scrive, finirò con dover andare per forza. Che
disdetta quest’anno! Addio caro, guardati sempre la salute e vogliami bene, aff.ma
Nelina
(f. 259, c. 19)
219.
Roma, 5 febbraio 1926 297
Caro Gigi,
Ricevo la tua del primo febbraio. Spero che a quest’ora avrai ricevuto la mia del
3, raccomandata, e spero che avrai avuto le notizie che desideravi. Ho ricevuto tutte le tue
lettere e cartoline che mi hai mandato tranne quella del 17. Era una cartolina o lettera?
Sto bene, sono stata raffreddata, ma senza avere avuto un decimo di febbre. Qui è
tiepido e sembra primavera. Pei giardini ancora nulla ed io sono più seccata di te. Ho scritto a
qualcuno, ma nessuno ancora mi risponde e quindi non so quello che devo fare. Michele
non se ne potrà occupare, lo comprendo, e poi pare che per i suoi abbia quistioni, figurati!
Con piacere conoscerò Miss Lia se mi troverò qui, come spero: fare quel viaggio
mi secca e trovare la casa disabitata, senza cucina ecct. Che disdetta quest’anno! S’intende
che non partirò se prima non ho finalizzato il noto affare.
Ieri ho veduto Cingolani, Longinotti e ti salutano con affetto. Al Gesù vi sono
stati i funerali per il Cardinale Mercier298; vi erano larghe rappresentanze diplomatiche di
Istituti e di alte Personalità. L’altro giorno sono stata a visitare la Signora Del Giudice, ti
ossequiano tanto tanto. I Bianco ti ossequiano. Lui sta benissimo e lavora abbastanza con
corrispondenze estere. Tante persone ti ossequiano e fra questi M. Havar, i Pisciotta,
anche l’Onorevole Milani che ho visto a S. Chiara l’altra sera. Ricevo anche a momenti la
tua cartolina, cerco stasera veder qualcuno, ma spero che non tardi oltre a sapere qualche
cosa. Ragusa e Paolo ti ossequiano. Quest’ultimo si vede un po’ perduto poiché gli altri
anni non ha studiato nulla e quasi non vorrebbe studiare più, figurati quello che deve
combattere R. Taluni spendono tanto e quando manca la giusta direzione da piccoli non
riesce nulla. Secondo me Paolo è un ragazzo mezzo perduto.
Ed ora ti lascio poiché l’aspetto; il quale con me vuole fare una visita a Ines che
tanto ti ossequia. Abbraccioti con vivo affetto, aff.ma
Nelina
(f. 259, c. 20)
152
297 Lettera.
298 Arcivescovo di Bruxelles-Malines, primate del Belgio.
220.
Roma, 7 febbraio 1926 299
Caro Gigino,
Avrai ricevute le mie cartoline e lettere dal 28 gennaio fino a oggi, sono (con
questa) due cartoline e due lettere, una delle due raccomandata. Il ritardo fu causato per
aspettare e non mi accorsi che tu saresti stato più giorni senza notizie. Ieri 6 ho fatto a 5
una lettera raccomandandole dell’interessamento. Sto benissimo, qui fa quasi vorrei dire
caldo. Conservati in salute e quando ritardo mie notizie non ti angustiare, niente notizie,
buona notizia. Tutti ti salutano, io ti abbraccio
221.
Nelina
(f. 259, c. 21)
8 febbraio 1926 300
Ho ricevuto la cartolina del 30. Come ti ho scritto ho ricevuto tutte le tue tranne
quella del 2. Ieri ho ricevuto la cartolina del 4, oggi mi dici che hai scritto due volte il
giorno 4, io ho ricevuto solo una cartolina. Era lettera o cartolina la seconda? Io sto benissimo,
godo che tu stai bene. Laggiù non si fa niente perché non ci sono richieste. Ti
abbraccio con vivo affetto, aff.ma
222.
Nelina
(f. 259, c. 22)
10 febbraio 1926 301
Caro Gigi,
La tua del 7 è nelle mie mani. Godo che stai bene, anch’io benissimo. L’aria del
Campidoglio mi va più di quella dei Prati. Forse sarà perché bevo l’acqua lancisiana che
mi tiene lo stomaco benissimo. Ancora non ho ricevuto la tua seconda del 4 c.m. Oggi
299 Cartolina illustrata.
300 Cartolina illustrata.
301 Cartolina illustrata.
153
spero vedere qualcuno e continuare le mie raccomandazioni. Ti saluta Michele che è qui.
Ci stiamo dando attorno per vendere direttamente e vedremo. Lui (dice) s’interesserà di
farli raccogliere. Un abbraccio affettuoso
223.
Nelina
(f. 259, c. 24)
11 febbraio 1926 302
Carissimo fratello,
Oggi festa della SS. V. di Lourdes ed ho pensato pregando ai bei giorni passati
con te in quella graziosa e privilegiata cittadina. Possa la Vergine esaudire i nostri voti e
renderti meno dura la prova che il buon Dio ci ha mandato.
Sto bene, come ti ho scritto ieri in cartolina. Non ho recapitata ancora la tua
seconda del 4 e mi duole, perché? Oggi ho parlato con l’amico che tu sai e mi ha detto
causa del ritardo è stato un disguido che pensa lui riparare e quindi passa del tempo ancora,
ma non fa niente. Quello del Mondial non è qui è fuori pel momento, starà una diecina
di giorni. Per Caltagirone ancora non so nulla, ma spero in questi giorni si decide
qualche cosa.
Ti ho voluto scrivere anche oggi per tenerti al corrente. Mario mi scrive che vuol
venire qui in aprile, ma in questa casa appena ci sarebbe un stanzetta e per il suo segretario
no. Poi dovrebbero permetterci di cucinare a conto nostro, vedremo. Ma io in aprile sarò da
te e allora può venire nelle mie due stanzette e farsi cucinare da Adelgisa, vedremo.
Ti lascio perché voglio che questa parta stasera con infiniti abbracci, aff.ma
224.
Nelina
(f. 259, c. 25)
12 febbraio 1926 303
Caro Gigino,
Veramente hai ragione, la tua del 17, così l’altra l’ho ricevuta, solo che non la
trovai quel giorno e quindi scrissi così. Ancora però non ho ricevuto la seconda del 4 mi
154
302 Lettera.
303 Cartolina illustrata.
fa stizza. Sto bene, raffreddore non ne ho più l’ombra, stai tranquillo. Qui il tempo è sciroccoso,
fa quasi caldo, ma credo che anche qui farà di nuovo freddo. Ho finito per non
farmi aggiustare i denti di sopra, così sto bene. Ti saluto io ti abbraccio
225.
Nelina
(f. 259, c. 26)
Roma, 16 febbraio 1926 304
Caro Gigi,
Non ti scrivo dal 12 ultima cartolina e temo che stai in pena. Io sto bene, non ti
ho scritto poiché aspettavo che qualcuno venisse e poterti dire qualche cosa sui saputi
affari. Nessuno si è fatto vivo nemmeno di laggiù che è una cosa che ora mi costerna. Il
tempo stringe, siamo già in primavera. Basta, quando le cose si allungano diventano sempre
male. Michelino è qui, dovremo vederci stasera. In questi giorni di carnevale la sera
l’ho sempre passata in casa dei Belloni che tanto ti salutano. Maurizi forse parte per Parigi
verso l’ultimo del mese.
Il Sig.r del Mondial è venuto e subito ho consegnato la lettera, spero che se ne
interesserà, così all’altro che ho tanto raccomandato. Qui il tempo è mite anzi oggi torna
un po’ di tramontana, da queste parti si sente poco, dentro tengo la stufa a petrolio, ma
quando vi è il sole no. L’ultima tua cartolina è dell’undici. Ancora non ricevo la seconda
del giorno 4, spero di riceverla, ma quando? si sarà smarrita? La Baronessa Di Giura ti
ossequia come anche le Sig.ne Virili; Adelgisa è ancora qui e sta bene. Con affetto
226.
Nelina
(f. 259, c. 31)
Roma, 24 febbraio 1926 305
Caro Gigino,
Due parole per dirti che sto bene e che ho ricevuto tutte le tue lettere e cartoline.
Domani ti scriverò più a lungo, oggi ti dico solo che non vado più a Caltagirone.
Michelino ha fatto lui, meno male, mi annoiava fare quella carovana.
304 Cartolina illustrata.
305 Cartolina postale.
155
Mario è un po’ che non mi scrive, però l’ultima volta mi diceva che stava benino
e che lavora molto. Qui il tempo è mite, sono stata ieri sera a sentire il Rigoletto dato
abbastanza bene. Ho visto p. Daurche e così ho avuto tue buone nuove. Guardati ora che
incominciano i freddi. Scrivimi mentre ti abbraccio con affetto
227.
Nelina
(f. 259, c. 34)
Roma, 24 febbraio 1926 306
Carissimo Gigio,
Ho ricevuto la tua del 4, quella del 15, del 16, la cartolina del 22. Ti ho seguito
col pensiero e col cuore e mi auguro che starai bene e non ti sarai strapazzato. Guardati
sempre la salute che è la cosa più preziosa in questo mondo. Io sto bene e non vado più a
Caltagirone perché i giardini sono stati venduti 42 meno male poiché avevamo da pagare
ancora quelle spese fatte in ottobre. So che 5 ha fatto la mia commissione e spero che tutto
è andato bene. Spero che abbia pure date le notizie che desideri. Petrocchi mi ha assicurato
che tutto farà prestissimo. Non dubitare che farò alla Sig.ra che qui verrà tutte le
gentilezze possibili.
Ho parlato con p. Daurche che mi ha dato tue buone notizie. Mi è sembrato di
stare un momento con te, caro fratellino! Tutti i parenti ti salutano nelle lettere che mi scrivono,
ricordandosi di te. Di quanto scrivi nella tua lettera non ci pensare, è stato solo che 5
ha voluto tentare delle strade troppo torte ed ha perduto tempo, ma lui è sempre pronto
versare. Quando hai bisogno di denaro scrivimi che ora penso io a mandarli. Ho detto ai
tuoi amici di essere più cauti nel fare le spedizioni delle lettere e spero che abbiano compreso.
Io non so quando vuoi tu che io venga poiché non so i tuoi affari. Certo che venendo
devo stare con te fin dopo i bagni cioè quando fa bisogno andare a Caltagirone.
Tu certamente non vorrai restare a sentire i venti freddi della primavera quindi
dirai tu quando vuoi che io venga.
Maurizio Belloni parte stasera per Milano e poi Parigi. Ho dato a lui le bottiglie
del Barocliceride, poi ti scriverò il suo indirizzo e penserai tu a dire come li vuoi mandate.
Io credo che sarebbe buono per mezzo di persona sicura, non saprei consigliare i pacchi.
Spero poterti mandare le arance ma non direttamente. Li raccoglieranno in marzo. Vedi
che letterona?
In questi tempi tutti sono per comperare appartamenti, qualcuno mi domanda
se io ancora voglio comperare. Se si fosse fatto che bella rendita si avrebbe! Speriamo che
l’avvenire sia migliore.
156
306 Lettera.
Ed ora ti lascio caro e spero che questa la riceverai presto. Mentre ora stesso
spedisco una cartolina che riceverai prima.
Abbraccioti caramente
228.
Nelina
(f. 259, c. 35)
Roma, 27 febbraio 1926 307
Carissimo fratello,
Ricevo la tua del 24 e mi meraviglio come non mi parli della raccomandata del
19, della cartolina, delle raccomandate, può essere che non abbi ricevuto nulla? Ho parlato
stamane con Dore e ho raccomandato di fare tutta la spedizione dei libri e spero che ti
arriveranno presto, anche quelli ultimi che hai domandato a Parigi.
Caro fratello, scrivimi sempre e non avere timore di annoiarmi perché devi
ripetere sempre le stesse cose, io voglio saperle. Spero che avrai ricevuto la lettera del 24 e
anche una cartolina. Perché quel giorno ti ho scritto due volte. Io sto bene e non dubitare
delle cortesie che farò alla Sig.ra. Ti avevo scritto che non vado più laggiù poiché l’affare è
stato concluso senza di me e mi son tolto uno strapazzo. Spero di avere presto tue buone
nuove e così tranquillizzarmi anche io.
Riceviti i saluti di tutti e affettuosi abbracci dalla tua
229.
Nelina
(f. 259, c. 36)
Roma, 1 marzo 1926 308
Caro Gigi,
Incomincio col primo di marzo a scriverti più spesso per non farti stare in pena.
Dal 19 però ti ho scritto il 24, io non capisco poi tutto questo tempo che tu dici! Comprendo,
caro fratello, che nella solitudine i giorni ti sembrano lunghi; anche a me fa lo
stesso effetto, se passano 3 giorni a ricevere tue nuove.
307 Cartolina postale.
308 Cartolina postale.
157
Adelgisa mi rimprovera se io dico qualche cosa, poiché veramente non dovrei
lagnarmi di te. Ieri sera sono andata al Costanzi ed ho condotto la Sig.na C. che ho avuto
piacere di conoscere. Sono andata a sentire di nuovo il Rigoletto poiché è l’opera che danno
bene, ma giusto ieri sera sembravano tutti stanchi. Farò sentire la Sig. Bianco forse in
Casa B. poiché la Sig. sta poco bene ed ho piacere di vederla.
Io sto bene e ti raccomando di guardarti dal freddo, ora in primavera l’amico, che
incontrai al Mondial mi assicura che i Belloni usciranno e ti scriverò. Hai ricevuto la raccomandata
di 5? Ho scritto di interessarsi a sapere qualche cosa. Il ritardo mi preoccupa.
Domani ti scriverò a lungo. Perdonami se ogni tanto involontariamente ti faccio soffrire col
ritardo di notizie, ma vorrei dartele tutte e qualche volta mancandomi ritardo anch’io.
Suor Giuseppina sta bene, mi ha scritto. Sto qui e quando vuoi tu verrò a stare
con te. Mille abbracci
Nelina
(f. 259, c. 38)
230.
Roma, 4 marzo 1926 309
Carissimo fratello,
A momenti ricevo la tua del primo ed eccomi subito a te. Mi duole assai vederti
così abbattuto, come poi lo sono anch’io nel vedere come mi hanno fatto passare tutto
questo tempo portando le cose così per le lunghe. E se sapessi quante volte ho insistito,
mentre rassicurata ho fatto trascorrere qualche settimana e poi da capo. Ora vi è stato certo
uno smarrimento di raccomandata, che per la mia solerzia ho subito fatte le pratiche
necessarie, mentre adesso ripeto io la pratica e se no può essere come tu facesti conoscere
al nostro caro e vero amico, cercherò un altro modo sicuro.
Stai dunque tranquillo e fida su me. Sto bene e mi auguro che anche tu di salute
stai bene. Passeremo se Iddio vuole cinque mesi assieme, e pensa fin da ora in quale sito
ove il sole e il caldo ci farà compagnia, io soffro molto il freddo.
Stasera sarò in compagnia della Signorina che ho conosciuto e che è tanto buona.
Le calze erano sbagliate, mentre le tue stavano dal calzettaio, quando non faccio io! Ti
spedirò una dozzina di colli nuovi, ma è l’umido che li fa diventare così, poiché quella
parte che non è lucidata viene sciupata dall’umido. Che ci vuoi fare? Lascia da parte quelli
strappati e adopera questi che ti invio. Ti ho fatto spedire i libri, quelli che ti dovea
mandare Dore e quelli che hai voluto da P. che ti ossequia. Se vuoi spedisco io e così avrai
tutto quello che vuoi. Non ti preoccupare di scrivere come vuoi, hai tutte le ragioni, né io
mi secco, semplicemente mi duole saperti angustiato. Ti abbraccio con vivo affetto.
Nelina
(f. 259, c. 40)
158
309 Lettera.
231.
Roma, 6 marzo 1926 310
Carissimo Gigino,
La venuta della Sig. è stata per me un gran piacere, mi è sembrato di rivedere te,
amatissimo fratello, che ti sieguo in tutte le ore del giorno e in tutti i movimenti che succedono.
Le tue angustie e le tue preoccupazioni per l’affare che sai, sono state angustie e
preoccupazioni mie. L’amico cinque voleva fare come tu consigliasti e l’avrebbe voluto
fare con terze persone lontane e tentò la via, però ebbe risultato negativo e questo fece
passare più di un mese, mentre prima il tempo era passato perché nel banco hanno avuto
una revisione di tutte le sterline mandate all’Estero specificando il motivo, persona e cose.
Non poteva quindi usare quel mezzo, e il 18 febbraio senza avvertire me, fa uno chèque
in dollari e li spedisce a Miss Carter 311, se non che vedendo che fino il 24 non l’aveva
ricevuto io andai subito per far fare il fermo nelle banche, e così è stato fatto, con il réclame
per la raccomandata.
L’amico 5 mi ha ridato la somma che per non avere preoccupazione te la manda
per mezzo della Sig. che ringrazierai tanto. Non ti preoccupare di altro, penseranno loro
al ritiro della somma e corrispondere a noi quello che devono. Poi fatti animo e coraggio,
non ti dispiacere per quello che qui fanno o che non fanno. Tu forse non conoscevi bene
gli uomini, ma ne vedi i risultati; d’altra parte la pressione è terribile ed è la vera arma per
distruggere. Spataro secondo me è stato quello che ha distrutto tutto materialmente poiché
per mettere gente sua ha mandato via gli antichi, mentre i suoi son giovanotti inutili e
forse dannosi. Questo era l’uomo! Lascia fare a Dio che per esercitare la tua virtù si serve
più che altro di quelli che erano amici o per la loro buona fede o insipienza. Pensiamo
piuttosto a poter vivere il più del tempo insieme.
Certo che costì non potrà essere per il caro vivere, come si fa con la nostra
finanza! Io ora qui lascerei le camere ma dove metto il piano, i bauli, tutto? N. 6 casse di
libri! Briuccia me li ha fatto mettere in un garage della banca, altri due sono in soffitta
qui, 4 bauli il piano lo studiolo, cappella, colonnetta quadri sono qui nelle camere, dovrei
spedire tutto a Caltagirone.
Basta, pazienza, questo si potrà pensare al mio ritorno dopo essere stata da te
onde decidere la nostra permanenza. Ti mando le calze tue, poiché avevano sbagliato nel
consegnarle a Venerina. Te ne ho fatto fare altri due paia e mi accorgo che sono più pesanti,
te li metterai quando fa più freddo o piove. I colli erano pronti e se hai bisogno di altro
scrivimi che prima che vengo faccio aggiustare tutto e compro quello che ti abbisogna.
Venendo per parecchio dovrei spedire un baule non è vero? Poi venire a Londra e stare
separati non è bello, cosa farei io che non conosco la lingua? Né posso studiare poiché
non mi posso tanto applicare.
310 Lettera.
311 Barbara Barclay Carter (1911-1967), americana, ma ben ambientatasi in Inghilterra e buona conoscitrice
della cultura italiana. Fondò a Londra il gruppo “People and Freedom”. Fu traduttrice di diverse opere
di Sturzo.
159
Sto bene, ma ora l’acido, ora qualche decimo, ora l’angustia per te tutto mi rende
inutile. I Belloni forse comprano la casa a Milano. Tu non saresti di avviso di comprare
la casa qui? Se ne presentano tanti e gli affitti sono enormi! Dimmi un sì o un no semplice.
Adelgisa ti ossequia; essa lunedì va a farsi l’operazione di appendicite e poi forse qui
più non la riprendono poiché pigliano una ragazza. A me questo dispiace, è come una
parente.
T’abbraccio con tutto il cuore
232.
Nelina
(f. 259, c. 51)
Roma, 7 marzo 1926 312
Caro Gigi,
Ho ricevuto ieri 6 la cartolina del 3 e mi auguro che hai già ricevuta la letterina
da me spedita pure il giorno 3. Mi pare che anche ti ho mandato una cartolina ad ogni
modo, vedi che non ti faccio mancare mie notizie come tu non me ne fai mancare. Se
qualche ritardo succede è per colpa di altri. Ti ho fatto spedire i libri che doveano mandarti
e Dore mi dice che ha spedito il resto. Ti auguro che così fra breve riceverai tutto e
sarai pienamente contento di tutto. Io sto bene, Adelgisa domani entra all’ospedale e speriamo
che se ne liberi presto e bene, del resto sta bene in salute.
Qui difficilmente verrà o potrà ritornare ed è una cosa che mi dispiace moltissimo.
A Maurizio diedi i Barocliceride e spero che troverà modo di averli presto. Tra le calze
ne troverai due paia nuove e come tutte le cose me li hanno fatte col filo più grosso,
pazienza, li metterai quando piove. L’Onorevole Baranzini ti ha mandato poi il diritto
canonico che con lui ti mandai? Vi è stato qui l’ing. Foti, quello di Caltagirone o meglio,
di Acireale, che sta a Caltagirone e pare che combini un matrimonio con la figliola di
Turiddu Fanales Maria. In Sicilia dice che vi è stato temporale e una quantità di acqua,
per le campagne ci voleva. Vedi che cartolina lunga che ti ho scritto mentre le tue sono
corte corte. Che venga presto la primavera e così verrò a Londra. Riceviti i saluti di tutti
gli amici e parenti che sempre me ne incaricano, mentre ti abbraccio con vivo affetto
160
312 Cartolina postale.
Nelina
(f. 259, c. 41)
233.
Roma, 10 marzo 1926 313
Caro Gigi,
Ricevo la tua cartolina del 6 corrente e spero che avrai egualmente ricevuta la
lettera del 3 e la cartolina del 7. La lettera non era raccomandata, ma spero che l’avrai
ricevuta egualmente. Godo che costì vi è aria tiepida, anche qui vi è stata, oggi però umido
e cerca di piovere. Ieri ho ricevuto la lettera del 27 febbraio, con ritardo ma l’ho ricevuta.
Scriverò a Baranzini per sapere del libro, peccato se si è perduto! Mario mi ha
scritto che vuole un medicinale per gli occhi, che domani spedirò. Intanto si è divertito a
lavorare come un cane ed ora a riposo per gli occhi. Potrebbe venire appena spira Pasqua e
così l’aspetterei, se tarda veramente no. Sto bene e son fiduciosa che avrai ricevuto i libri
spediti, il Bollettino 314 e presto riceverai tutto quanto desideri. A me pare che tu scriva
ogni tre o quattro giorni e tu ti lagni che non ti scrivo. Si vede che mi vuoi bene veramente,
come e quanto te ne vuole la tua aff.ma
234.
Nelina
(f. 259, c. 43)
Roma, 11 marzo 1926 315
Carissimo Gigino,
Ho in mano la tua cartolina del giorno 8. Mi meraviglio che hai ricevuto solo i
libri di musica e non gli altri, mentre li ho spediti a S. Lorenzo tutti e due i pacchi ed io
ho la ricevuta. Il terzo pacco Dore assicura che lo ha spedito. A Baranzini ho scritto per
sapere la fine del diritto canonico. Sto bene e come te, starei meglio se ti sapessi tranquillo.
Sono cose noiose ma che avranno spero presto fine. Spero che Mario si persuaderà a
venire a metà aprile, così sbrigando tutto verrei da te caro fratello.
Ti salutano gli amici tutti, mentre io ti abbraccio, aff.ma
Nelina
(f. 259, c. 46)
313 Cartolina postale.
314 Si riferisce al «Bollettino bibliografico di scienze sociali e politiche», bimestrale fondato da Sturzo nel
1923 e pubblicato dalla Società Editrice Libraria Italiana. In esso venivano recensite opere di carattere politico
e sociale non solo italiane. Il governo fascista lo soppresse nel 1926.
315 Cartolina postale.
161
235.
Roma, 13 marzo 1926 316
Carissimo Gigi,
Come vedi io rispondo ogni cartolina e lettera che tu mi scrivi. Ho ricevuto la
1, 2, 4, 6, 8 e quella di oggi col gattino tanto carina. Quella del 9 non l’ho ricevuta, se tu
riscontri tutte le mie vedrai che è così. Ho scritto a Milano per avere notizie sul diritto
canonico. I libri due pacchi, cioè quelli di musica e l’altro che dovea mandarti Dore li ho
fatti spedire io ed ho qui la ricevuta. Un altro pacco Dore assicura che lo ha spedito perché
non arrivano? bisogna reclamare.
Adelgisa si è operata ieri l’altro e sta relativamente bene, ti ossequia tanto. Spero
che quello che desideri lo riceverai in queste settimane, almeno ci tranquillizzeremo
anche di questo. Era lettera o cartolina quella del 9? Certo che non l’ho ricevuta.
Sto benissimo, mi auguro che Mario venga presto e così possiamo anche presto
venire e riabbracciarti. Oggi qui è incominciata la musica a Piazza Colonna, una serata
splendida. Tutti gli amici ti salutano ricordandoti sempre. Le Sig. Virili ti ossequiano, io
ti abbraccio
236.
Nelina
(f. 259, c. 48)
Roma, 17 marzo 1926 317
Carissimo,
Ieri sera ho ricevuto la tua cartolina del 13 e così li ho ricevute tutti, tutti anche
la letterina del 9. Grazie. Però se vedi bene io ho risposto ad ognuna di essi e se ti arriveranno
con ritardo si è perché per lo spesso non arrivo ad impostarle alla posta centrale.
Sto bene e son sicura che quando avrai questa avrai già ricevuto le altre e gli oggetti che ti
ho inviato. Aspetto con ansia una tua che mi dica questo. Io sto bene e appena mi sarò
sbrigata degli affari di giù combineremo la venuta. Se i libri non li hai ancora ricevuti faccio
fare il reclamo poiché sono stati spediti. Io poi non capisco come ricevi quelli di musica
e non gli altri, mentre le ricevute sono attaccate insieme.
Sto facendo 4 giorni di ritiro nella chiesa delle monache di Tor de Specchi, è
tanto bella quella chiesetta! Prega per me, caro fratellino affinché mi santifichi come voi.
162
316 Cartolina postale.
317 Cartolina postale.
Quando è carina la cartolina con quella testa di gattino! Sembra che miagoli, e tu sai se a
me piacciono i gatti. Un abbraccio, aff.ma
Ho scritto per il diritto canonico.
237.
Nelina
(f. 259, c. 50)
Roma, 21 marzo 1926 318
Siamo in piena primavera qui a Roma e voglio sperare che anche a Londra quest’anno
incominci bene. Godo sentire che sei stato a Liverpool e spero che la conferenza ti
sia riuscita bene. Ho mandato a chiamare Dore, e per quanto abbia assicurato a Lorenzo
che i libri sono stati spediti io ho detto voglio la ricevuta. Vediamo, altrimenti faccio
domani come tu mi hai scritto. Tutte le altre commissioni li ho fatte e spero che anche tu
avrai già in mano le mie. Sto bene, e in genere a Roma si sta bene, l’influenza è leggiera.
Le lettere e cartoline li ho ricevute tutte e voglio sperare che tu abbi ricevuto tutte le
risposte.
Attendo tue nuove coll’accertamento di aver ricevuto le calze, i colli ecct. Ti
abbraccio, aff.ma
238.
Nelina
(f. 259, c. 53)
Roma, 25 marzo 1926 319
Caro Gigi,
Con piacere sento che sei tornato da Liverpool e che lì hai parlato di musica.
Ho ricevuto dopo quella del 13 la lettera del 18 e la cartolina del 15, quella del 17 non
l’ho ricevuta. Però come ti scrissi nell’ultima cartolina tutte le altre tue le ho ricevute sicuramente.
Godo che stai bene, come lo sono anche io. E siamo già a Pasqua, speravo farla
con te, ma mi pare impossibile venire ora, temo che l’inverno di costà non lo sopporti. In
questi giorni ho avuto un altro dolore per tre giorni al braccio sinistro, proprio come lo
ebbi una volta a Caltagirone; sono noiose queste nevralgie.
318 Cartolina postale.
319 Cartolina postale.
163
Spero che avrai ricevuto le mie commissioni. Ho cercato tutte le tue lettere, ma
penso che quella del 17 l’avrò ricevuta poiché deve essere quella dove mi dicevi parto per
Liverpool ecct., però non la trovo in mezzo le mie lettere, mentre tutte le altre le trovo.
Questa del 17, se non ricordo male, era raccomandata non è vero? Con una dell’amico
del Mondial che ho subito data, dunque li ho ricevute tutte. A momenti ricevo la tua cara
del 22 e insieme la tua cartolina del 21. Godo che stai bene e in questi giorni preparo tutto
e cerco di finire tutto per venire da te, non so se riesco prima di Pasqua, ma io credo
dopo. Ti scriverò quello che posso combinare in una lettera. Saluti alla Sig. Norah. Ti
ossequiano le Sturzo che mi scrivono a momenti i Belloni e i Baroni di Giura.
Ti raccomando di guardarti dai venti freddi in questo periodo. Baranzini mi ha
scritto che il libro non lo ha potuto mandare, ma che lo manderà fra giorni. Abbraccioti
239.
Nelina
(f. 259, c. 54)
Roma, 27 marzo 1926 320
Caro Gigi,
Ricevo la cartolina del 24 e così li ho ricevute tutte come tu scrivi. Sto bene, il
dolore al braccio è passato e lunedì incomincio il Sodane Reobi che mi ha prescritto Punzi
il quale ti saluta. Ti spedirò gli stec… [sic] e ti comprerò tutte le dispense dell’ufficio.
Anche i libri che vuoi penso di portarli io, mentre spero che quelli di Dore ti siano arrivati.
Ancora il giardino della Russa non è raccolto quindi non pagato del tutto. Spero pria
di partire lasciare tutto rassettato. Ti scriverò a lungo per lettera. Adelgisa sta bene, qui
non è possibile restare, questi vogliono delle sgobbone, la medesima ti ossequia e va da
Cingolani come cuoca. Egli ti saluta e l’altro giorno ha voluto che andassi a colazione da
lui per stare coi bambini; sono tanto cari. Ti ossequia anche D. Clemente che era lì a
pranzo.
Con i più affettuosi abbracci
164
320 Cartolina postale.
Nelina
(f. 259, c. 55)
240.
Roma, 29 marzo 1926 321
Caro Gigino,
Ti scrivo tanto spesso e tu sempre ti lamenti di me. Sto bene, la nevralgia un
po’ per l’acido urico, un po’ per le stanze fredde di questa casa; le mie due stanzette vedono
un po’ di sole, ma il salone loro ove è il piano fa un freddo di tomba.
Io non ho suonato il piano che appena tre volte prendendo un malanno alla
volta. L’avrei voluto nelle mie stanze ma per non levare uno scaffale di libri del nipote
medico, non lo hanno voluto mettere qui ed io pur pagando 400 al mese ho ceduto stupidamente,
poiché anche il piano ne risente male. Ed ora penserei di sciogliermi da questi
lasciando tutta la roba rassettata e pagandoci un tanto per quello solo, così restar libera
per un altro anno, non ti pare? Perché penso che il freddo di qui nell’inverno non è tanto
sopportabile specialmente quando non si sta bene e non si resta in camera. Non ti dico
che nelle altre camere non è possibile restarci, sembrano ghiacciaie. Intanto pagare £ 400
al mese coll’intenzione di non tornarvi mi pare un buttar i denari, saranno un sei sette
mesi di assenza. Rispondimi il tuo parere.
Adelgisa è andata da Cingolani, che come ha sentito che con me non poteva
restare l’ha voluta per cuoca. L’avrebbe voluto pure Michele Gravina, ma lei pare che
abbia preferito Cingolani. Mi duole tanto di averla perduta! La riunione della Seli 322 è
stata fatta e l’amico del Mondial ti scriverà dandoti anche notizia di quanto desideravi.
Ed ora dimmi un po’, devo venire a Londra ovvero aspettare Parigi? Dove vuoi prendere il
sole? Dove andremo questa estate? Dovrò, venendo (come credo sarà) verso la metà di
aprile portarmi la pelliccia? La cappella dove vuoi che la spedisco? Baranzini mi ha detto
che il Diritto Canonico lo spedirà in questi giorni. Ancora le arance della Russa non sono
state raccolte e quindi non te le ho potute mandare. Aspetto una tua lunga lettera. Il bollettino
uscirà presto. I manoscritti sono stati ricevuti ha detto Dore. Per i libri di Desclée
non mi dici se in francese o in italiano.
Con i più forti amplessi, aff.ma
Nelina
P. S. Ricevo la tua del 26. Godo che Mario verrà presto a Parigi ed io aspetterò
lui ovvero lui va prima a Lourdes? Rispondimi presto. Ele R. verrebbe a maggio ma poi tu
li conosci...
(f. 259, c. 56)
321 Lettera.
322 La Seli era stata fondata da Sturzo nel 1923. Come il partito e le altre strutture collaterali, non ebbe
vita facile per le difficoltà frapposte dal fascismo.
165
241.
Roma, 31 marzo 1926 323
Due paroline di auguri per la prossima Pasqua. Divisi l’un dall’altra pregheremo
il buon Dio che ci assista sempre e ci voglia benedire. Ci rivedremo fra non guari e
passeremo un bel po’ insieme compensando il lungo tempo di lontananza. Sto bene, il
dolore è del tutto passato. I libri come ti ho scritto li porterò, anzi li farò comprare a
Monsignore che lui sa meglio di me. Aspetto risposta alla mia ultima ed aspetto che
Mario mi dica il suo itinerario, spero sbrigarmi di tutti gli affari per vivere un po’ tranquilla
in villeggiatura. Buona Pasqua adunque, con infinite affettuosità. Tutti gli amici ti
fanno i migliori auguri
242.
Nelina
(f. 259, c. 57)
3 aprile 1926 324
Le funzioni li ho seguite tutte al Gesù e stamane dopo la Messa ho fatto la S.
Comunione per noi tutti. Col cuore ti sto vicina in questi giorni, anelando di presto riabbracciarci.
Ho fatto subito quanto mi scrivi e spero che se non oggi Desclée spedirà lunedì
i libri che desideri. Io avevo pensato di portarli per non farli smarrire, dato che Dore mi
dice sempre che li ha spediti, però non gli ho pagati perché mai me li ha chiesti. Poi ti ho
detto che io non mi annoio mai quando tu mi scrivi che vuoi qualche cosa, mi duole che le
persone non facciano quello che io con tanta efficacia e insistenza prego di fare.
Spero che adesso mi sbrigano tutto, come mi hanno promesso, è da tanto che
mi hanno promesso che ti avrebbero dettagliatamente scritto. Caro fratello, il buon Dio
vuole così esercitare la tua pazienza e la tua virtù, coraggio, si soffre quaggiù per godere
poi tutti insieme lassù nel cielo. In questi giorni le amiche tutte fanno la gara per avermi
con loro, e tu caro dove hai passato il giorno di Pasqua? Spero che sarai stato in compagnia
e non solo in un giorno tanto solenne. Oggi e ieri qui caldo. Le lettere del 21-26
sono giunte, ti risponderò ma difficilmente potrò venire di estate più che di primavera.
Scrivimi dove devo spedire la cappella, rispondi alla mia lettera dettagliatamente. Tutti gli
amici ti salutano, mentre io ti abbraccio con vivo affetto
166
323 Cartolina postale.
324 Cartolina postale.
Nelina
(f. 259, c. 60)
243.
Roma, 6 aprile 1926 325
Caro Gigino,
Ricevo la tua del 3, spero che avrai ricevuta la mia ultima cartolina a quest’ora.
Desideravo sapere se con me devo portare la pelliccia, farà più freddo da poterla mettere?
Sto bene, il dolorino al braccio sinistro ancora non è del tutto andato via, però mi duole
nel muoverlo. Ieri ti ho fatto spedire due inni di Cristo e uno del Quovadis, vuol dire che
potrai anche regalare questi. Però Dore non mi ha chiesto nulla ancora. Pare che Mario
sarà qui sabato 10, cercherò di persuaderlo come tu vuoi. Ti avevo scritto stamane e ora
questa, così non potrai lagnarti di me. Sono arrivate domenica le cuginette Gravina, stanno
tutti bene e con Michelino ti ossequiano, augurandoti ogni bene.
Qui fa caldo o meglio è vera primavera. Ho parlato parecchie volte delle tue
bozze ecct., mi assicurano che scrivono, che fanno, poi nulla. Come faccio a starli addietro
ogni momento? Pria di partire spero avranno espletate tutte le pratiche e così staremo
tranquilli. Tutti ti ossequiano, mentre io ti abbraccio
244.
Nelina
(f. 259, c. 62)
Roma, 10 aprile 1926 326
Caro Gigino,
Ricevo la tua del sette c.m. Mi duole saperti raffreddato e non sapendo se parti
ti scrivo a Londra e a Parigi 327. Oggi è arrivato Mario e sta benissimo, io pure sto bene. Se
sei raffreddato non partirai per Parigi? Noi siamo pronti e non vediamo l’ora di riabbracciarti.
Ti ho scritto che rispondo una per una alle tue lettere. L’indirizzo per la Seli è Piazza
Capranica n. 4. Mi hanno assicurato che le bozze te li hanno rispedite. Le altre li puoi
spedire all’indirizzo che ti ho scritto e a Dore perché pare che sia ancora lì.
Le lettere del 21 e 26 arrivarono, ma mi ha detto che ti risponderà, credo che
ancora non l’abbia fatto perché è fuori di Roma. Le lettere che tu dici li ho ricevute tutte e
mi pare che le commissioni li abbia fatte tutte. Hai ricevuto i libri? Io te li ho fatti spedire
dallo stesso Desclée. Affettuosi saluti anche da Mario
Nelina
(f. 259, c. 65)
325 Cartolina postale.
326 Cartolina postale.
327 Cartolina postale sped. a Parigi lo stesso giorno (Rue Cassette 24), che riproduce sostanzialmente la
cartolina spedita a Londra (f. 259, c. 66).
167
245.
Roma, 14 aprile 1926 328
Caro Gigino,
Ti avviseremo del nostro arrivo per telegramma e credo che prima che ti arriva
la presente arriverà il telegramma e così ci rivedremo presto. Stiamo bene, farò le tue
commissioni, il vocabolario italiano-tedesco, la grammatica e la guida saranno nella cassa
dei libri, e quindi impossibile a smontarli; si compreranno. Spero che avrai ricevuta la
mia cartolina e così non ti angustiare più, mentre poi in ogni mia ti ho detto e subito
risposto, che le due lettere del 21 e 26 sono state ricevute.
Ti accludo un bigliettino di Iatrini 329 che da tanti giorni mi ha lasciato, ogni volta
me ne sono scordata. I parenti e gli amici ti salutano con affetto, io ti abbraccio, aff.ma
246.
Nelina
(f. 259, c. 70)
Roma, 15 aprile 1926 330
Caro Gigino,
A quest’ora avrai ricevuto la lettera e il telegramma di cifra ove ti dice della
nostra partenza per martedì: non si è potuto prima e né si è potuto avere l’espresso. Mi
duole per il tuo aspettare, ma coraggio, staremo un bel po’ insieme quest’anno! Intanto tu
cerca l’Hotel e ci scriverai. Stiamo benissimo, Mario da 4 giorni che è qui, si è rimesso; lui
così compie la sua visita ad limina e non si ferma più al ritorno.
Intanto mi scrive la Sig.na Norah che a Londra mi ha trovato un buon posto in
un albergo dove si pagano 3 guinee la settimana; non so se tu ne sei informato. Io non so
quando potremo andarvi e quindi non ho risposto, forse è meglio che scrivi tu e per me
sola, tu sai le indecisioni della famiglia di Ele e allora non bisogna impegnarsi, loro scriveranno.
Me lo ringrazierai e ossequierai tanto.
Un abbraccio affettuoso 331
168
Nelina
(f. 259, c. 71)
328 Lettera.
329 Alfio Iatrini, canonico, attivo nel movimento cattolico siciliano, già presidente della Direzione diocesana
di Catania. Ebbe nutrita corrispondenza con Sturzo.
330 Lettera.
331 Mario, Nelina e Luigi si ritrovarono insieme a Parigi nella seconda metà di aprile.
247.
Parigi, 23 maggio 1926 332
Carissimo,
Come vedi la tua la ricevo stamani alle 10 quando uscivo per la Messa. Subito
rispondo, ma non so quando ti arriverà. Sto bene e non ti preoccupare per me. Madame
de Quirielle gentilmente il venerdì sera mi conduce a teatro. Domani lunedì vado a colazione
da Madame Russo che gentilmente mi ha telefonato. Ossequiami il Comm. Oggi è
domenica, domani si fa pure festa quindi negozi chiusi. Guardati la salute e ricevi un caldo
abbraccio 333
248.
Nelina
(f. 259, c. 80)
Roma, 3 agosto 1926 334
Carissimo Gigi,
Due paroline poiché mi accorgo che son passati parecchi giorni che non scrivo.
Ho ricevuto di ritorno la cartolina di Angelica, godo che stai benissimo come sto io. Si
vede che le cure mi giovano molto, questi rinforzanti. Spero partire sui primi dell’entrante
settimana.
Baci e affettuosi abbracci
Nelina
(f. 260, c. 8)
332 Cartolina postale sped. a Bruxelles.
333 Nelina da Parigi, a fine maggio, proseguì con Luigi per Londra. «Soggiornò alcuni giorni al St. George’s
Hotel e poi fu ospite di Cicely e Barbara nell’appartamento sito al numero 213 di Gloucester Terrace,
dove esse si erano trasferite a metà maggio dalla precedente residenza di Redcliffe Square in Kensington.
Dopo alcuni giorni trascorsi presso i Serviti di Fulham Road, Sturzo le raggiunse» (G. Farrell-Vinay, Sturzo e
l’Inghilterra, in Universalità e cultura, cit., pp. 190-191. Scrisse Luigi a Mario il 1° giugno ’26: «Stiamo bene.
Nelina è in un albergo vicino alla mia dimora e a Londra sta meglio che a Parigi. L’aria è mite, benché spirino
ancora venti un po’ freddi» (Carteggio, I, p. 144). Nel luglio Nelina e Luigi andarono in Francia per i bagni.
334 Cartolina illustrata.
169
249.
Roma, 4 agosto 1926 335
Carissimo fratello,
Il tempo qui vola, ora spingendo per un affare ora per un altro. Il tempo è stato
scelto male perché tutta la gente si trova fuori e un altro anno il mese di agosto lo passeremo
insieme. Sto bene, faccio le cure prescritte, non cammino tanto perché questo ancora
mi stanca, forse anche il caldo, ma ripeto non ho più il palpito che mi teneva agitata; lo
stomaco bene ed evito tutto quello che mi può fare acido ma però mangio con appetito.
Spero partire giovedì prossimo col direttissimo, ma sempre ti scriverò prima
stai tranquillo e ti darò mie notizie. Tanfani 336 sono più di otto giorni che ha spedito tutto
all’indirizzo che ho dato io e spero che non si smarrirà e che quel Rev.do riceve tutto in
regola, altrimenti falli arrivare l’indirizzo di Tanfani per averne notizie. Io partendo non
me ne posso più interessare. Badi che ho dato l’indirizzo che quel Rev.do mi ha scritto
così com’era… era poi giusto?
Il dono della Giapponesina ai Foti è tanto piaciuto e mi hanno ringraziato con
tanto entusiasmo. Spero che Barletta sarà anche lui contento. Ieri ti scrissi una cartolina e
oggi questa. Per isbaglio nella cartolina misi il francobollo di 1,25 (riderai delle mie distrazioni).
Per l’affare in corso mi stanno facendo perdere la pazienza, ma spero che verso
la fine dell’entrante settimana mi sbrigheranno. Non credo che potrò essere da qui il 12,
ad ogni modo io parto lasciando bene tutto, stai tranquillo.
Salutami i Signori di Paris Plage, il nome mi serve quindi non gli mando saluti
in più. Per la casa, come ti ho scritto, non ho concluso, invece quando ti scrissi feci l’altro
modo a quel che vale. Ed ora ti lascio mentre nel pensiero e nel cuore ci stai sempre presente.
Ho sbarazzato quei famosi C. e spero il celestino di Parigi. Ciao
250.
Nelina
(f. 260, c. 24)
Roma, 12 agosto 1926 337
Passando da Pisa comprai le cartoline e ti mando il campanile tanto bello. Il
viaggio è stato sotto tutti i riguardi ottimo e sono arrivata, grazie a Dio, benissimo. Qui
molto caldo e mi sento intontita, però sto bene e non ho più quell’agitazione nervosa. Le
padrone di casa mi hanno fatto tante cose e una venne alla stazione.
170
335 Lettera.
336 Ditta romana di spedizioni.
337 Cartolina illustrata.
Arrivarono ieri sera anche, ma alle 6, le Gravina di ritorno da Montecatini. Ti
salutano e ringraziano tanto tanto. Pare che il grazioso uccelletto lo hanno tanto tanto
gradito più che un gattino. Partiranno fra due giorni. Per oggi ti abbraccio
Benissimo, abbraccioti.
251.
252.
Nelina
(f. 260, c. 11)
Roma, 12 agosto 1926 338
Nelina
(f. 260, c. 9)
Roma, 14 agosto 1926 339
Carissimo fratellino,
Ricevo la tua che aspettavo con ansia. Sento con piacere che il viaggio tuo fu
ottimo, come ottimo fu il mio. Grazie, caro fratellino, che mi hai voluto far partire coll’espresso,
si viaggia benissimo e come Americana, tutti i viaggiatori erano ed eravamo Americani,
riderai.
Arrivammo in orario perfetto, senza aver avuto gran caldo. Qui si muore del
caldo, del sudore e mi sento passata dall’inverno all’estate. Godrei un po’ questo caldo se
non pensassi che tu lo desideri e non lo puoi avere. Ed io debbo avere tutto! Non puoi
credere la mia sofferenza in pensare questo. Sia fatta la volontà di Dio!
Come ti ho scritto la stessa sera arrivarono i Gravina e così ho la compagnia.
Ma partiranno presto ed io non posso avere la loro compagnia nel viaggio, ma vi sarà
sempre qualcuno. Essi ti salutano con affetto, come fa pure Ragusa il quale non dice più
la Messa al Gesù alle 12 perché gli veniva troppo faticoso, col caldo poi…
Qui tutto è calma e tranquillità. Ti ossequia cinque che ho già visto, e ci siamo
messi d’accordo ma in un modo diverso di come tu desideri, non è possibile quello. Ti ho
comperato un cuscino di gomma a cui farò le foderine e poi ti manderò. Ho parlato con
Tanfani e presto farò la spedizione. Io col palpito sto sempre lo stesso, si accentua quando
338 Telegramma.
339 Lettera.
171
ho molto acido, ma tutti mi trovano ingrassata e bene. Tornerò a prendere l’arodanal e
poi in Sicilia vedrò il nostro bravo D’Antona. Stai tranquillo che ti scriverò tutto, e perché
poi nascondere quello che si soffre?
Tu intanto farai lo stesso, lo desidero per mia tranquillità. Carissimo, fatti
coraggio, cerca di trovare compagnia per distrarti, non lasciar di fare le passeggiate. Salutami
la Signora Muir 340, tanto cara, a cui scriverò un’altra volta, dille che penso sempre
con piacere la sua compagnia e quelle dei bottoncini di rosa dei piccoli. Un bacino ai
medesimi e ossequi al Sig.r Muir.
Abbraccioti affettuosamente
253.
Nelina
(f. 260, c. 12)
Roma, 16 agosto 1926 341
Carissimo,
A momenti ricevo la tua lettera. Spero che realmente stai bene e mi dici la
verità. Anche io sto bene e per ora in compagnia dei cugini che ogni giorno mi vogliono a
pranzo. Ti salutano tanto tanto. Scelba ti ossequia 342 e fra giorni vedrò l’Avvocato. Stai
tranquillo per me e salutami i tuoi amici. Abbraccioti
254.
Nelina
(f. 260, c. 14)
Roma, 19 agosto 1926 343
Caro Gigino,
Ho ricevuto la cartolina del 15. Mi meraviglio come non hai ricevuto la mia
ma forse perché l’ho impostata al Gesù invece che a S. Silvestro. Avrai a quest’ora ricevuto
340 Famiglia inglese, amica di Luigi, con cui avevano passato le vacanze in Francia.
341 Cartolina illustrata.
342 Scelba incontrava qualche volta Nelina a Roma. «Grazie della Sua da Paris-Plage. Ho visto la Sig.ra e
con vivissima gioia ho appreso le buone notizie sulla Sua salute e sulla vita londinese» (Scelba a Sturzo, Roma
25 agosto 1926, in L. Sturzo-M. Scelba, Carteggio, cit., p. 91).
343 Lettera.
172
la lettera di Mina che ti ringraziava dell’uccello che hanno tanto gradito. Tu se rispondi
falle una bella letterina. Mi hanno voluta ogni giorno a pranzo, sono tanto affezionate. Ti
parlavano di un invito che ho avuto per andare a Labico, ma probabilmente non andrò.
Sto bene, per quanto ancora il palpito qualche volta mi disturba, ma molto
meno che a Parigi, poiché qui mi riposo. Ho comperato un’altra bottiglia dell’Urodal che
incomincerò domani. Stai tranquillo però, perché mi sento bene. Sarà anche un po’ di
nervoso. L’ingegnere Foti sposerà il 4 settembre ed io ancora non ho pensato al dono.
Spero farlo presto ed arrivare a tempo. Forse un oggetto per salotto. Io ho incominciato
ad espletare le commissioni collo spedire o meglio far spedire da Tanfani la cassetta con
tutto l’occorrente all’indirizzo del R. Olivas, spero lo riceverà tutto in regola. Cinque ha
già cinquantasei ventiquattro persona di nostra conoscenza e spero che presto me ne darà
notizia.
Altri penso potere qui fare quarantaquattro non ti pare? Restando collo stesso
modo di prima. Oggi sono stata l’ultima volta da Michelino, domani partono. Ho visto
Venerina che ti saluta tanto. Nino non è venuto perché non poté avere il passaporto. Ho
fatto con il tuo Prof.re un salesiano, il viaggio nell’alta Italia, mentre suo padre era contento
che fosse venuto all’Estero. Ti ossequia tanto tanto. Domani spero vedere sette e
interessarlo fortemente. Michele per il villino non ha concluso nulla. La Sig. Amerigo ha
comperato un bell’appartamento a Piazza d’Armi, 6 camere e accessori per 100.000. Nello
stesso stabile ve n’è ancora uno ed io sono in dubbio se o no aderire, mi pare lontano,
vi è anche l’ascensore.
Basta, andrò a vederlo. Tutti mi incaricano di ossequiarti. Mario mi scrive con
tanta poesia della sua andata a Terranova e della sua permanenza. Giovannino Di Bartolo
è là per i bagni. Che dirti? Ti penso sempre e vorrei esserti vicino, sento con piacere che
stai bene mentre ti abbraccio, aff.ma
Salutami tutti.
255.
Nelina
(f. 260, c. 15)
Roma, 23 agosto 1926 344
Carissimo,
Ricevo la tua lettera del 19. La aspettavo con ansia. Sento che stai bene e ne
godo; anch’io bene, non ti dico benissimo come tutti mi trovano perché non ci crederesti.
Spero sbrigare tutto presto per poi partire. Foti sposerà il 4 settembre e credo che io non
potrò esservi. Ho comperato il dono e glielo ho fatto spedire, un giapponese alto 30 cen-
344 Cartolina illustrata.
173
timetri di porcellana. Spero che sarà un grazioso soprammobile. Tu se credi fai arrivare gli
auguri per quel giorno. Aspetto tue lettere mentre ti abbraccio
256.
Nelina
(f. 260, c. 16)
Roma, 9 settembre 1926 345
Carissimo Gigi,
La tua ultima è del 2, quindi sono 7 giorni che non mi scrivi, perché? Sto in
pensiero ed ora che vado in Sicilia dobbiamo scriverci spesso altrimenti mi fai stare male.
Sto bene però, male dico poiché mi preoccupo del tuo silenzio. Avrai ricevute le mie due
ultime ove comprendi che il ritardo è causato dalle villeggiature e dalle piccole teste. Spero
avere domani una qualunque notizia e poterti scrivere; oggi è solo per non farti aspettare,
a me qui il tempo passa senza che me ne avveda, ma a te immagino come sembri
lungo. Appena arrivato ti scriverò, non ti telegrafo perché lo credo inutile.
La Marchesa Sant’Alfano forse partirà con me. Ci siamo visitate e chiarite del
ritardo delle nostre visite. So che l’Idea Popolare 346 te l’hanno mandata. Gli amici ti salutano,
ho visto Gilardoni di sfuggita.
Un abbraccio affettuoso
257.
Nelina
(f. 260, c. 26)
Roma, 10 settembre 1926 347
Carissimo Gigino,
Due paroline in fretta perché sto partendo coll’espresso. Sto benissimo, dolente
che tu non mi scrivi dal due settembre e ne parto scorrucciata. Spero trovare notizie a
Caltagirone. L’affare che tu sai è in mano al Cardinale di costà, così hanno voluto fare
345 Cartolina postale.
346 Giuseppe Spataro, su suggerimento di Sturzo, fondò il settimanale «L’idea popolare», diretto da Giuseppe
Margotti con la collaborazione di Mario Scelba, che uscì dall’aprile all’ottobre 1926. Sturzo gli aveva
scritto il 25 novembre ’25: «… La scomparsa del Popolo è stata per me un vero dolore: ma ero preparato, anzi,
come saprai, ne avevo scritto ad Alcide. Bisogna fare un Settimanale, anche se viene sequestrato ogni numero.
Ma fatto bene!» (L. Sturzo, Lettere a Giuseppe Spataro, cit., p. 90).
347 Lettera.
174
quelli dell’alto. Del Giudice è stato fuori e meno male che ho trovato Tupini il quale per
quel che occorre si mette a tua disposizione. Tu scrivendo per lui puoi dirigere la lettera
chiusa alle mie padrone di casa.
Baci affettuosi
Benissimo, abbraccioti.
258.
259.
Nelina
(f. 260, c. 27)
Caltagirone, 12 settembre 1926 348
Nelina
(f. 260, c. 25)
Caltagirone, 13 settembre 1926 349
Cari Gigi,
Avrai ricevuto il mio telegramma e così stai tranquillo su di me. Sto benissimo
ed in campagna coi cugini Gravina che ti mandano a dire tante cose. Aspetto Mario che
verrà a far qui una conferenza, dice che sta bene. Scrivimi spesso e delle cartoline, così
saranno più sicure di recapito. Smetto di scrivere perché viene l’auto per tornare in campagna.
Salutami i Muir a cui chiederai scusa della mia ultima scritta in fretta e furia che
per misura presi il treno, al mio solito.
Abbracci affettuosi
348 Telegramma.
349 Cartolina postale.
Nelina
(f. 260, c. 30)
175
260.
Caltagirone, 18 settembre 1926 350
Carissimo Gigi,
Stamane ho ricevuto la tua desiderata cartolina da Roma del 14 c.m. Godo di
tutto, tutto. Sto bene e ieri ho avuto qui Mario il quale è ripartito stamane, sole 24 ore.
Qui ho i lavoranti per finire ogni cosa e quindi lui non volle trattenersi, tornerà. Sta
benissimo, come sto bene anch’io. Qui fa caldo e col caldo le campagne soffrono… raccolta
male su tutta la linea abbiamo avuto. Vavà mi ha detto che ha ricevuto la tua è rimasto
contento del nostro pensiero e ringrazia tanto anche te, ti scriverà, credo.
I parenti tutti ti ossequiano, gli amici ti riveriscono ricordandoti con affetto.
Manderò in giornata una cartolina a M. Rosa, che tu mi saluterai, come anche quella vecchietta
tanto buona. Spero ricevere presto tue notizie da costì mentre ti abbraccio, aff.ma
Nelina
(f. 260, c. 31)
261.
Caltagirone, 20 settembre 1926 351
Caro fratello,
Grazie del tuo affetto e del pensiero che hai per me. Spero che avrai ricevuto la
mia diretta a Roma e la seconda costì. Quella che aspetti da sette la troverai dai Muir e dal
Cardinale. Io sto benissimo, Mario tornerà qui quando la casetta sarà a posto. Per ora
respiro aria di campagna. Salutami tutti abbracciandoti
Nelina
(f. 260, c. 32)
262.
Caltagirone, 23 settembre 1926 352
Caro Gigino,
È la terza tra cartolina e lettera che ti scrivo, tu mi dici che nulla ricevi, spero
che questa la riceverai a Londra e a Fulham Road ancora 353. Sto bene e vado e vengo dai
176
350 Cartolina postale.
351 Cartolina postale.
352 Lettera.
353 Luigi, alla fine di settembre si trasferì al n. 10 di Kensington Gardens Square W. 2, in attesa di una
cugini Gravina. Così sto in campagna e in città. Godo che tu hai goduto ancora del caldo
prima di incominciare l’inverno lungo e umido di Londra.
Ti mando un’altra fotografia, fatta però dallo stesso fotografo che mi fece quell’altra
che hai e se non isbaglio è la stessa. Pazienza, però mi assomiglia, sono un po’ cretina.
La Signora B. mi ha mandato quelli che facemmo al Castello di Chantilly, ti ricordi?
Che bella gita!
Stanno facendo la vendemmia però poca cosa quest’anno, tutto poco. Che dirti?
I cugini ti salutano, gli amici ti ossequiano io ti sto vicina sempre sempre e ti ringrazio
delle cartoline che mi scrivi, sono più certe di recapito. Abbracci
Nelina
(f. 260, c. 34)
263.
Caltagirone, 27 settembre 1926 354
Caro Gigi,
Ho ricevuto la tua cartolina da Londra, godo che il tuo viaggio è stato ottimo e
che stai bene355, lo sei veramente? Io sto bene, vorrei sbrigarmi coi mastri ma mi portano
per le lunghe, mentre mi godo un po’ di aria di campagna. Fa caldo e non piove qui affatto.
Sembravano che dei temporali volessero venire a visitarci, ma sono rimasti per istrada.
Sto bene e tutti mi trovano più grassa. Mario dopo l’otto ottobre verrà a passare
qui un po’ di giorni. Certo che io quest’anno voglio lasciare la casa rassettata, almeno da
non chiamare più mastri.
In questo momento tutti sono in campagna, il tempo è delizioso. Vavà B. ti
risponderà alla tua ultima, mi ha detto stamane che sono andata a fargli visita. L’altro ieri
lui tornando da Caltanissetta in automobile ha avuto un incidente che però non gli ha
causato altro che delle escoriazioni alle ginocchia, fortunatamente, poiché la macchina
cadde verso il burrone.
Tutti, amici e parenti ti ossequiano tanto tanto. Le cugine Sturzo mi vorrebbero,
ma io ancora non trovo il tempo per andare. Tupini mi disse che se hai bisogno dell’opera
sua scrivigli, mi pare di averti scritto l’indirizzo per il quale può recapitare. Salutami
le persone che io ho conosciuto, mandami la misura affinché ti faccia fare le foderine.
Conservati in salute mentre ti abbraccio con vivo affetto
Nelina
P. S. Adelgisa entra di nuovo all’ospedale S. Giacomo per un’altra operazione
poveretta!
(f. 260, c. 35)
più definitiva sistemazione. Le lettere e cartoline, dalla n. 264 alla n. 280, furono indirizzate da Nelina, salvo
diversa indicazione, a questo nuovo indirizzo londinese.
354 Lettera.
355 Luigi era stato in Germania, a Bonn.
177
264.
Caltagirone, 27 settembre 1926 356
Caro Gigi,
Ti sieguo col pensiero e col cuore, vorrei essere a te vicino in questo momento
di cambio di casa. Ma come ti rassetterai?, dove metterai tutti i libri? Non ti strapazzare.
Questa ti arriverà con il detto indirizzo? Io temo di no. Ieri ti ho ancora spedito una lettera
a Fulkam Road. Un abbraccio
265.
Nelina
(f. 260, c. 36)
Caltagirone, 29 settembre 1926 357
Carissimo fratello,
Ho ricevuto la tua del 25 qui alla Villa ove ancora mi trovo. Sto benissimo specie
colla cara compagnia dei cugini che ti salutano. Ti ho scritto più volte ma sempre a
Fulkam Road, spero che li riceverai. Anche una mia fotografia ti ho mandato, ma tu dirai
che sono molto seria. Salutami Miss Margherita e famiglia che ricordo sempre con piacere.
Tornerò a casa lunedì che vengono gli operai e spero finire tutto. Stai tranquillo e conservati
la salute mentre ti abbraccio tutto al cuore
266.
Nelina
(f. 260, c. 37)
Caltagirone, 4 ottobre 1926 358
Carissimo fratello,
Sono tornata definitivamente da campagna e sono in casa ove aspetto Monsignore
che verrà per due o tre giorni, sempre così. D’altra parte qui gli operai per cose da
356 Cartolina postale.
357 Cartolina postale.
358 Cartolina postale. Nel carteggio col fratello Mario (I, p. 154) alla nota 1 della lettera 85, è riportata,
senza collocazione archivistica, una lettera di Luigi a Nelina, scritta da Londra il 2 ottobre, non rintracciata
178
poco mi portano per le lunghe, ma certamente non mi muoverò da qui se non ho rassettato
per benino. Sto bene veramente; il tempo è un po’ incostante poiché vi sono stati dei
temporali, qui in ripercussione ancora veramente pioggia non ve n’è stata.
Penso a te nella nuova dimora e mi sembra di vederti solo, molto solo. Ho subito
mandata a chiamare D. Ciccio per le musiche che appena avrà ti spedirò. Qui tutti
domandano di te e ti salutano affettuosamente. Con dispiacere ho letto la caduta della
piccola Mariuccia, quando andrai da quei Signori tanto buoni dì tante cose per me. Li
ricordo sempre e le scriverò qualche giorno.
La mia fotografia fu fatta al momento che dovea partire per Caltagirone, ero un
po’ stanca, ma anche il fotografo mi fece venire il viso più lungo di quello che ho. Abbracci
affettuosi
267.
Nelina
(f. 260, c. 40)
Caltagirone, 6 ottobre 1926 359
Carissimo fratello,
Ricevo a momenti la tua cartolina e godo che stai bene e pensi al mio St. Georges
Hotel: era tanto carino! Anche io sto bene ed aspetto Mario, come ti ho scritto. Vavà
sta bene, ma è un po’ teso con me per cose che riguardano suo g.ro, mentre che io non ci
entro. Gli passerà spero, intanto mi ha detto che ti scriverà. Qui tutti i rassettamenti nelle
camere procedono lentamente e ci vuole la pazienza che io non ho. Non sono ancora
andata nelle nostre campagne ove devo mandare mastri dappertutto.
Hai svincolata la cassa che spedii? Avete dovuto pagare la multa? Io a quel
signore avevo detto di fare le dovute dichiarazioni. Il cuscino di gomma ti è piaciuto?
Mandami la misura affinché ti possa fare i cuscini di fodera. Tutti ti ossequiano, il qui
presente Don Ciccio, la portinaia. Dimmi se le cartoline mandate al nuovo li hai ricevute.
Ti abbraccio, aff.ma
Nelina
(f. 260, c. 42)
nell’Archivio Sturzo. La riportiamo di seguito: «Carissima Nelina, stamani ho ricevuto la tua lettera del 27 e
la cartolina segnata 29 settembre. Sto bene, sul serio; non ho mai scritto cosa diversa da quel che è. Anzi qui
mi sono abituato al vero regime inglese, come tu al S.t Georges Hotel; e sto meglio. Manda pure le lettere al
vecchio indirizzo che mi arrivano. Preferisco cartoline, purché spesso. Godo assai che V. abbia scampato dall’incidente
automobilistico. Ancora non mi ha scritto; ma fa lo stesso. Salutami i cugini, le cugine Sturzo e gli
amici. A Mario non scrivo, perché non so dove indirizzare la lettera. Dagli tu le mie notizie. Un abbraccio di
cuore - Luigi».
359 Cartolina postale.
179
268.
Caltagirone, 11 ottobre 1926 360
Caro Gigino,
Ho avuto una visione di visita di Monsignore. Egli sta proprio bene tanto che
con lui è andato M. V.ra per rifare quel famoso ritratto. Anche io sto bene e godiamo che
tu lo sei egualmente. Ho subito incaricato il F. Alì per quel che desideri. Qui i lavori procedono
e spero sbrigare tutto presto. Gli amici tutti, tutti, ti salutano e i parenti ti fanno
dire tante affettuosità.
Io ti lascio poiché le cuginette Gravina mi aspettano per uscire in auto. Salutami
le persone che io conosco e dille che li ricordo sempre. D. Giacomo, Angelo e Truglio
ti salutano, quest’ultimo dolente che non gli hai risposto. Aff.ma
269.
Nelina
(f. 260, c. 43)
Caltagirone, 13 ottobre 1926 361
Carissimo fratello,
A momenti ho la tua dell’otto c.m. Regolarmente ricevo le tue cartoline e
rispondo, qualche volta con qualche giorno di ritardo per tutto lo sbattamento che ho per
i mastri in casa. Ora si va a riordinare e immagina la polvere. Vorrei mandare al fuoco tanti
giornali antichi, ma non sapendo se tu vuoi li conservo tutti, che imbarazzo però, ci
vuole una camera! Sto benissimo, sono stata un po’ raffreddata per il vento che è venuto
da tutte le aperture ancora incomplete. Se vedessi però come salgo e scendo con sveltezza
senza soffrire di quella palpitazione che ebbi a Parigi! Fu l’aria del mare forse. Qui caldo e
caldo, sembra estate e al povero giardino manca l’acqua. Abbracci affettuosi
180
Salutami tutti.
360 Cartolina postale.
361 Cartolina postale.
Nelina
(f. 260, c. 45)
270.
Caltagirone, 16 ottobre 1926 362
Caro Gigi,
Come vedi rispondo subito alle tue appena li ricevo. Sto benissimo, vado e vengo
da S. Bartolomeo perché vi sono i mastri. Qui ancora caldo: alla Russa non ha piovuto
che pochissimo. Ho fatto fare un saggio per trovare acqua con esito negativo, fa pena il
giardino. Le olive quest’anno pochissime e tutte guaste. Anche io ho avuto la sensazione
che quel signore non ha accettato malgrado le sue parole al momento che si presentò con
Monsignore. Con me non si fa nessuno vivo di loro, abbracci
271.
Nelina
(f. 260, c. 46)
Caltagirone, 19 ottobre 1926 363
Carissimo fratello,
Sempre grata delle tue premure nel darmi notizie e così sto un po’ più tranquilla,
rispondo sempre a giro di posta. L’ultima dell’11 non ti è arrivata in tre giorni, io sbagliai
di mettere 10 e non 11. Sono stata a S. Bartolomeo 364 perché lì vi sono i mastri che
poi devono tornare in casa per finire, spero, e uscirne una volta per sempre.
Mario non vede l’ora che io la finisca per venire a passare un po’ di giorni qui.
Non ho avuto notizie sulla musica che tu desideravi. Domani manderò a chi chiedere e
vedremo. Tutti ti ossequiano mentre io ti abbraccio con vivo affetto, aff.ma
Nelina
(f. 260, c. 48)
362 Cartolina postale.
363 Cartolina postale.
364 La villa di S. Bartolomeo era stata lasciata loro in eredità dallo zio Emanuele Taranto. A loro volta la
lasciarono in eredità al seminario di Caltagirone come seminario di campagna.
181
272.
Caltagirone, 22 ottobre 1926 365
Carissimo,
Io rispondo ad ogni tua cartolina subito, tengo a posto le cartoline per non perder
tempo; se non li ricevi subito sarà per la posta. Godo che stai bene e che il freddo
ancora non ti fa impressione, copriti bene, non devi sentire troppo il freddo che ti fa
male. Qui ancora è estate e per le campagne, tranne in certi punti, si soffre. Io sono alle
prese con le carte e coi libri: la camera a ponente viene tutta libri e carte e giornali. La
cappella l’ho messa nel tuo studio; sarà più comodo per Monsignore dire la messa in questa
stanza.
Che dirti? Mi duole che tu non puoi vedere tutte le riforme che costano sì, ma
che rendono la dimora meno seccante. Tutti ti salutano, io ti abbraccio con vivo affetto
Sto bene abbastanza.
273.
Nelina
(f. 260, c. 50)
Caltagirone, 24 ottobre 1926 366
Carissimo fratello,
Sento i gradi di freddo e temo che quest’anno non potrai resistervi. Come sarà
lungo l’inverno! Io sto bene, il raffreddore fu cosa da nulla ed è passato. Con tanto stravento!
Sono quasi agli sgoccioli coi muratori, resta la ripulitura e pittura. Poi spero verrà
Monsignore a godere insieme i nuovi restauri della casa. Ti penso sempre e mi stai sempre
vicino. Tutti ti ricordano e ti salutano con affetto.
Tu ricevesti la mia fotografia e Mario no, sono seccatissima di questo smarrimento,
in quali mani è cascata? Tanti abbracci affettuosi
182
365 Cartolina postale.
366 Cartolina postale.
Nelina
(f. 260, c. 51)
274.
Caltagirone, 27 ottobre 1926 367
Carissimo fratello,
Ricevo la tua del 23. In questi giorni ti sto più vicino col pensiero. Godo che il
freddo non ti fa impressione e spero che la temperatura si rimetta. Anche qui è si è abbassata
la temperatura senza ancora aver piovuto. Nei boschi è sconfortante, ma che farci?
Stamane si sta facendo l’impianto dei recipienti per l’acqua e così la faccio portare
nelle stanze e nel bagno. Quando tu verrai avrai le comodità che costì non ti mancano
e spero presto. Come sarebbe bello! La patria propria per quanto piccola è sempre bella,
massimo in questi mesi! Il freddo qui non è possibile, starò tutto novembre e un po’ di
dicembre. Non so ancora quando Mario verrà. La cappella l’ho passata nel tuo studio, è
più comoda per Monsignore. Salutami le amiche che conosco e tu prendi un forte
abbraccio, aff.ma
275.
Nelina
(f. 260, c. 53)
Caltagirone, 30 ottobre 1926 368
Carissimo fratello,
Ieri ho ricevuto la tua del 21 e godo moltissimo che hai veduto il Canonico B.
Com’è affezionato e buono! Godo che stai bene come ti assicuro di me. Ancora sono in
mezzo la polvere e il disordine poiché tengo solo un mastro per aver fatte le cose per benino
e poi, ora manca per una cosa ora per un’altra. I libri li ho riversati tutti nella camera
della cappella e spero di riordinarli e metterli a posto, ma ci vorrà del tempo e di aiuto.
Albina Maltese m’incarica di parteciparti la nascita di un’altra bambina che chiameranno
Egle, che nome strano! Ti ossequia con suo marito e colle zie.
Tutti ti salutano e dagli amici tante cose. Scriverai a D. Ciccio Gravina appena
riceverai le sonate che ha copiate lui. Io li ho spedite raccomandate il 26. Spero che li riceverai.
Ti abbraccio con affetto
367 Cartolina postale.
368 Cartolina postale.
Nelina
(f. 260, c. 54)
183
276.
Caltagirone, 1 novembre 1926 369
Carissimo fratello,
Ho la tua fra le mani mentre si trovavano qui le cugine Sturzo che ti salutano
affettuosamente. Godo sentire che l’amico vero e affettuoso si trova costì, così sei contento.
Mi duole che soffri coi geloni, ma usa i guanti, stai a riscaldarli al fuoco. Povero fratellino
come devi soffrire quest’inverno! Qui ancora si va vestiti di estate o con qualche leggiero
paletot. Sto benissimo. Mario verrà la settimana entrante. Darò al Canonico Montemagno
il libro che tu vuoi.
Oggi sto preparando tutto per mandare al Camposanto, pregherò in questi
giorni pei nostri cari morti, che ci proteggano dal cielo!
Hai ricevuto le musiche? Le fotografie son pronte e te li manderò, spero che
non si smarriscano. Forse i geloni ti son venuti per uscir la mattina per la Messa? Stai
attento, quando vi è la nebbia forte non uscire. Ti abbraccio con vivo affetto, aff.ma
277.
Nelina
(f. 260, c. 56)
Londra, 1 novembre 1926 370
Carissima Nelina,
Come l’altra volta anche questa: ieri sera ho ricevuto la cartolina del 25 e stamane
quella del 28 ottobre. Ma questa volta non mi sono angustiato; ho capito che deve
dipendere dalla posta. Sto bene e godo assai che tu stai bene. I bambini dei Muir stanno
benissimo e ricambiano. La signorina Caterina ha cominciato a leggere e domenica sera
ne ha dato un saggio. Miss Simonson ti ricorda con affetto. Tutti ti salutano. Salutami gli
amici e i parenti. Un abbraccio
184
369 Cartolina postale.
370 Cartolina postale sped. a Caltagirone.
Luigi
(sc. 728, fasc. F/1/4, c. 312)
278.
Caltagirone, 4 novembre 1926 371
Ricevo la tua del 29. Grazie sempre del pensiero tuo affettuoso e godo che tolleri
benissimo il freddo di costì. Qui ancora si va coi vestiti leggieri e appena si chiudono i
balconi fa caldo. Sto bene e anche io risento i benefici delle lunghe villeggiature perché
sto benissimo. Posdomani verrà Mario per una settimana, è sempre con appuntamenti
anticipati e quindi qui viene per poco. La Baronessa Di Giura non si è fatta viva dacché
sta qui; non so spiegarmi il perché, mentre al ritorno dalla Francia mi fecero tante cose. Io
le ho scritto parecchie volte. E i Belloni torneranno a Roma, andranno forse a Milano, chi
lo sa? Son contenta che il Commendatore è stato tanti giorni, così senti meno la lontananza.
Vavà La Rosa e Concettina sono a Parigi. I parenti e gli amici ti salutano con affetto.
I libri e le carte li ho passati tutti lì, buttati, poi li rassetterò. Salutami tutti, a te un forte
abbraccio, aff.ma
279.
Nelina
(f. 260, c. 57)
Caltagirone, 12 novembre 1926 372
Carissimo fratello,
Ho ricevuto le tua cartoline e la tua lettera ed ho fatto arrivare le tre ai destinatari.
Come avrai visto, ti ha scritto Mario al posto mio, perché io stanca e occupatissima e
per lui e per i mastri non ho avuto tempo. Sto bene in mezzo alla polvere e al traffico, non
mi fa male. Sto rassettando la stanza a ponente coi libri e viene ordinata e bella. Lunedì
verranno i pittori per le porte, il bagno e tutto, credimi, sembra come se avessi fatto una
casa nuova di quanto tempo ci è voluto e di quanto si è speso.
Quando tu verrai però, starai più comodo. Ti scrive la baronessa Di Giura e ti
fa dire tante cose. Il Dott. D’Antona ti ossequia, è venuto a visitarci gentilmente. Ho dato
il libro della Madonna del Ponte al can. Montemagno. Salutami il Commendatore e digli
che non scrivo ai suoi perché non so dove trovarli. Li penso sempre e sempre li sieguo.
Tutti ti salutano, io t’abbraccio con vivo affetto
371 Cartolina postale.
372 Cartolina postale.
Nelina
(f. 260, c. 60)
185
280.
Caltagirone, 13 novembre 1926 373
Caro Gigino,
Ho ricevuto tutte le tue, ed oggi scrivo con un certo ritardo perché sono ingolfata
a rassettare le librarie tutte e tutte piene di polvere, figurati il mio daffare! Però sono
contenta alla fine di lasciare la casa rassettata e pulita.
Malgrado ciò sto bene. Qui fa ancora caldo e le giornate sono bellissime, solo
che io ne godo poco perché sempre occupata. Quest’anno partirò con i Gravina verso
Natale o un po’ prima.
Salutami tutte le amiche che di me ti domandano. La Baronessa Di Giura mi
ha scritto una lunga lettera e ti fa dire tante cose affettuose. I parenti e gli amici ti salutano,
io ti abbraccio
281.
Nelina
(f. 260, c. 65)
Caltagirone, 19 novembre 1926 374
Carissimo,
Le tue mi arrivano regolarmente mentre io mi trovo a rassettare la casa dopo la
tempesta dei mastri. Comprenderai che per mettere in ordine e pulizia una casa grande
quando si manca da un pezzo è un da fare enorme. Spero poi godermi per un po’ di giorni
l’ordine e la pulizia.
Godo moltissimo del tuo nuovo alloggio e ti sieguo in tutti gli angoletti di esso.
Spero che sceglierai la mia stanzetta per lo studio e l’altra per dormire così starai più
comodo. Quando poi verrò io ci accomoderemo. Sto bene malgrado la polvere vecchia
dei libri e quella dei muratori. Con Giovanni N[icastro] 375 lunedì aggiusteremo i giornali
perché i libri sono a posto.
Se vedeste le due scaffe del tuo studio come sono ordinate e ripulite! Questa
volta il mio interesse è stato mettere la casa in ordine ed è costata una spesa. Salutami tan-
373 Cartolina postale.
374 Cartolina postale spedita a Londra al nuovo indirizzo: 213 Gloucester Terrace W. 2. Lettere e cartoline
dalla n. 281 alla n. 627, furono indirizzate da Nelina, salvo diversa indicazione, a questo nuovo indirizzo.
«Sono più vicino – scriveva al fratello Mario il 12 novembre annunciandogli il cambio di indirizzo – al Convento
delle Monache, che è a Gloucester Gardens» (I, p. 162, lett. n. 93).
375 Già presidente della sezione comunale del PPI a Caltagirone. Su questo personaggio cfr. L. Sturzo,
Lettere non spedite, a cura di G. De Rosa, Il Mulino, Bologna 1996, pp. 26-31.
186
to i padroni di casa che ricordo con affetto 376. I Gravina e gli altri parenti ti ossequiano
come fanno gli amici. Un abbraccio
282.
Nelina
(f. 260, c. 63)
Caltagirone, 21 novembre 1926 377
Carissimo,
Ti ho scritto in questi giorni parecchie cartoline, ieri sera una lettera di auguri
per il nostro compleanno e spero la riceverai. Il ritardo della solita corrispondenza è stato
perché qui vi è stato Mario che ha scritto lui. Spero che non si interrompi più la catena
delle nostre cartoline. Ti saluta il Pr. Ardizzone che ho visto a momenti. Ti salutano gli
amici a cui ho dato il tuo nuovo indirizzo. Per me non ti angustiare poiché sto benissimo.
Continuo a stare qui per ora poiché voglio sistemare tutto.
Salutami tanto le amiche, un bacio alle piccole della Miss Muir. Saluti affettuosi
ai padroni di casa e a te un abbraccio, aff.ma
283.
Nelina
(f. 260, c. 66)
Caltagirone, 24 novembre 1926 378
Caro Gigi,
Le tue le ricevo tutte regolarmente e spero che le mie tu li riceva egualmente.
Penso la mia stanzetta, e la vedo tutta piena di libri, con un bel fuoco acceso, calda, calda.
E la tua? Dove dormi? Sopra o sotto? Qui le riforme e il rassettamento procede ed io
ancora piena di polvere per fare l’assettamento e lo scarto in compagnia di G. Nicastro
che ti saluta tanto.
Ancora non ho potuto fare il primo bagno nel nuovo gabinetto perché il pittore
non ha finito il lavoro. Spero presto farne la prova. Qui il tempo continua bello e sem-
376 Nelina, durante il suo soggiorno a Londra, era già stata in questo appartamento ospite delle padrone.
Vedi nota n. 333.
377 Cartolina postale.
378 Cartolina postale.
187
a autunno appena in principio. Ancora si portano i vestiti leggieri. Salutami tutti, un
caldo abbraccio
284.
Nelina
(f. 260, c. 67)
Caltagirone, 27 novembre 1926 379
Caro Gigi,
Ricevo la tua e come ogni volta rispondo. Godo che stai bene, ma mi duole che
non ricevi mie cartoline regolarmente. Sto benissimo e mi trovo in casa dei cugini G. da
dove ti scrivo. Ti salutano affettuosamente. Salutami tutte le mie amiche mentre ti
abbraccio
285.
Nelina
(f. 260, c. 69)
Caltagirone, 27 novembre 1926 380
Carissimo fratello,
Ricevo a momenti la tua del 22, spero che accomoderete l’affare del servizio che
è un problema ovunque. Ieri 26 è arrivato Mario, sta benissimo e si fermerà un po’; l’ho
fatto venire con tutto il suo personale di servizio e così sta bene. Giovanni Di Bartolo ieri
sera è arrivato da Palermo in condizioni abbastanza gravi, speriamo se qui si curerà. Egli
domanda di te sempre e ti ossequia. Ti fanno gli auguri i parenti tutti e ti ossequiano.
Michele G. vorrebbe l’indirizzo di quella persona siciliana che costì si occupa o meglio,
ha il negozio di limoni e arance, se non sbaglio tu dicesti di Milazzo. Egli vorrebbe sapere
come li vogliono condizionati, come si fanno le cassette, come si fanno le conserve, i sciroppi
di arancia, tutto per le arance. Se non ti riesce difficile e non devi prendere fresco,
altrimenti non farne caso. Puoi scrivere se dare l’indirizzo del cugino. In quanto alla spesa
del contratto mi dice di caricarlo a l’interessato, non vi è ragione di far tu la spesa. Quest’anno
la vendita delle arance è un problema, vedremo.
188
379 Cartolina postale.
380 Cartolina postale.
Salutami tutti tutti, non dimenticarne uno, io non mando per non scrivere da
qui, starò ancora un po’ per le arance. Ti abbraccio, aff.ma
286.
Nelina
(f. 261, c. 2)
Caltagirone, 28 novembre 1926 381
Caro Gigino,
Oggi il primo giorno di nebbia e umido proprio alla Caltagironese. Intanto
meglio così che il caldo che ha fatto fino a ieri, poiché le campagne soffrono tanto. Io vorrei
sbrigare pria di partire anche l’affare del giardino, ma quest’anno non se ne vede il
principio. Figurati se mi secca a scrivere e poi a te, caro, carissimo! Se il giro delle cartoline
si è per poco fatto più lungo è stato per il periodo che vi fu Mario, il quale scriveva lui.
Se tu manchi di scrivermi mi fai male, e ciò lo comprendo anche per te che stai
tanto lontano, mentre stiamo tanto vicini col pensiero e col cuore.
Ti accludo quanto Michele mi ha dato affinché tu faccia in regola il completamento
all’antecedente procura. I parenti tutti, gli amici, le persone di casa ti salutano
affettuosamente, io ti abbraccio con vivo affetto, saluta i tuoi padroni di casa, aff.ma
Nelina
P. S. Desidero sapere se quei libri grandi grandi e grossi (relazioni del bilancio
Comunale) si debbano mandare a qualche persona ovvero conservarle. Con Giovanni N.
stiamo facendo scelta e sistemazione.
(f. 260, c. 70)
287.
Caltagirone, 1 dicembre 1926 382
Carissimo,
Ricevo la tua cartolina e quella del Comm. Grazie a te e a lui degli auguri e del
pensiero. Spero che avrai ricevuta la mia lettera di auguri, erano solo auguri, pensieri
affettuosi e nulla più. Sto bene, ma ancora non mi riposo poiché mi è rimasto di far ripulire
tutta la casa ed è un lavoro. Mi andrò a riposare a Roma quando avrò finito tutto e
credo che passerà quasi tutto il mese.
381 Lettera.
382 Cartolina postale.
189
Sto bene; oggi incomincia il freddo, sai quel vento di ponente che dà tanto ai
nervi, e non piove ancora nelle nostre campagne. L’altro ieri ti ho spedito una raccomandata
con dentro la bozza di una procura per quelle opere di beneficenza della Montemagno.
Spero che li riceverai e che così potrai rispondere presto a Michele.
Ho letto che costì vi è stata la nebbia e che vi sono stati dei danni. Non uscire la
mattina quando è così, non mi far stare in pena. Abbracci, aff.ma
288.
Nelina
(f. 260, c. 72)
Caltagirone, 6 dicembre 1926 383
Carissimo,
Ricevo la tua cartolina dell’uno e godo saperti bene, io pure, così i parenti, che
ti mandano a salutare. Spero fra non molto rivedere Monsignore, il quale vuol venire a
passare qui qualche giorno e godere con me i restauri della nostra casetta. Ho fatto ripulire
tutto tutto e sembra tutta nuova. Con dispiacere leggo che la mia lettera è andata smarrita,
spero quella raccomandata che la riceverai è del 28 novembre.
Da due giorni finalmente piove, così le campagne respirano. Aspetto risposta
per quei libroni grossi grossi che tenevi nel tuo studio, che ne devo fare? Salutami le mie
amiche e dì loro che sempre li ricordo con simpatia. Le persone di casa ti ossequiano con
rispetto.
Abbraccioti, aff.ma
289.
Nelina
(f. 260, c. 74)
Londra, 9 dicembre 1926 384
Carissima sorella,
Stamane speravo ricevere tue notizie. Io ho avuto una febbretta di raffreddore o
d’influenza, come oggi si dice, oggi è caduta. Del resto sto bene. Molte cose dalle padrone
di casa. Te lo scrivo perché così tu sei più tranquilla, che non ti nascondo nulla. Ma è stata
190
383 Cartolina postale.
384 Cartolina postale sped. a Caltagirone.
una cosa piccola e insignificante. Spero di ricevere tue notizie oggi. Anche da Mario non
ho notizie da cinque giorni 385.
Tanti saluti a tutti tutti, un abbraccio di cuore
290.
Luigi
(sc. 728, fasc. F/1/4, c. 311)
Caltagirone, 11 dicembre 1926 386
Carissimo fratello,
Oggi ho finito tutti i lavori di riordinamento e già mi godo la casa bella e a
posto. Starò qui ancora e passerò qui le feste giacché i cugini non partono. Sto bene, oggi
è stata una giornata di dolce autunno, nella terrazza della casa è stato un vero paradiso.
Come mi duole pensare il freddo che tu soffri! Come stai? Il disturbo di stomaco è passato?
Guardati dai colpi di aria e mangia bene, forse è il cibo che non ti va? Io penso che ciò
è un male per te perché ti indebolisci. Chiedi quello che desideri e tieniti lo stomaco forte.
Te ne prego con tutto il cuore.
Di me non aver pensiero che so curarmi. Mario ancora non viene perché aspetta
il Vicario non so da dove. Adelgisa è ammalata di pleurite, poverina, ti ossequia e si raccomanda
alle tue preghiere. Salutami tutti, ti abbraccio, aff.ma
291.
Nelina
(f. 260, c. 77)
Caltagirone, 14 dicembre 1926 387
Carissimo fratello,
Ieri ho ricevuto la tua cartolina del 9. Sento con dolore della tua influenza, piccola
come tu dici, ma che a me produce una viva agitazione, un pensiero. Però ti ringrazio
che sei sincero e che mi dici tutto, debbo crederlo? Io sto bene e in periodo di vero riposo
poiché tutti gli operai sono andati via e la casa è rassettata.
385 Scriveva al fratello il giorno dopo: «Ricevo la tua cartolina del 6 c.m. Mi trovo con un po’ di influenza
addosso: cosa assai leggiera. La febbretta è caduta. Resta un po’ di noioso raffreddore. Così mi dà occasione
di leggere quasi tutto il giorno» (I, p. 165, lett. n. 97).
386 Cartolina postale.
387 Cartolina postale.
191
Come vorrei che vedeste l’ordine che ho messo! Sembra un’altra e non si desidera
nulla. Io passerò qui le feste per essere più vicino a Monsignore e alle cugine, poi partirò,
poiché il mio dente non può più tardare ad essere rifatto. Ieri ti ho spedito le fotografie
con in mezzo tre mie fatte da Paolo al Boschigliolo.
Della cappella che ti mandai non ne fai uso? Io in quanto a servizio sono sempre
con la solita Vincenza Giacomina che viene a restarvi la notte. Intanto povera Giacomina,
stamane è dovuta partire per Palermo ove là trovasi Giovannino a studiare e che è
ammalato di nefrite acuta. Immagino come è partita mentre D. Giacomo è qui rimasto
influenzato, speriamo si guarisca, figliuolo unico! I medesimi ti ossequiano come fanno i
parenti e gli amici. Ti abbraccio, aff.ma
292.
Nelina
(f. 260, c. 78)
Caltagirone, 18 dicembre 1926 388
Carissimo fratello,
Godo leggere nella tua ultima cartolina dell’11 per quanto quella del 10 mi è
arrivata dopo, che ti sei già rimesso del raffreddore avuto, ma abbiti sempre dei riguardi ti
prego, ti potrebbe anche prendere un altro. Io sto bene, il 16 con le Gravina siamo andati
a fare una visita a Monsignore, il quale sta benissimo. Il ritratto fatto da Vaccaro è veramente
bello, solo lo ha invecchiato un po’, poiché ha molto accentuato le rughe 389.
Per l’atto vuoi che faccio sapere prima la spesa? Certo che non devi scontare tu
una cosa che non ci entri. Attendo risposta. Ti ossequiano i parenti e gli amici tutti, che ti
ricordano con affetto. Io non credo che arriverò a vendere i giardini e credo anche che se
ne parlerà verso primavera. Se vi sarà bisogno tornerò, ma dopo le feste, non posso fare a
meno di partire. Ragusa è finalmente andato via da fare l’istitutore e al posto vi è Ardizzone
che ti ossequia.
Ho fatto spedire un panettone alla Sig.na non ricordandomi il nome della
Signora, mi perdonerà spero. Attendo dunque tua risposta, mentre ti auguro le cose più
belle per il S. Natale, che per me è un po’ di conforto passarlo vicino a Monsignore, il
quale verrà l’indomani. Godo e ringrazio anche io Miss Muir del bel dono, ossequi tanto
tanto la famiglia e tutte le amiche, aff.ma
192
Nelina
(f. 260, c. 79)
388 Cartolina postale.
389 «Ho saputo che Nelina è stata da te e che le è piaciuto il tuo ritratto di M. Vaccaro. Dopo Natale
andrai a Caltagirone?» (Luigi a Mario, 23 dicembre 1926, I, p. 166, lett. n. 100).
293.
Caltagirone, 22 dicembre 1926 390
Carissimo fratello,
Forse questa ti arriverà domenica e non sabato giorno di Natale, come avrei
voluto. Ma oggi visite, gente, da fare mi hanno assorbito da non farmi avere un minuto di
tempo per dedicarlo a te, mentre il mio pensiero e il mio cuore è a te stato rivolto. Puoi
bene immaginare quale può essere il mio augurio in questi giorni e ciò che il mio cuore
può desiderare per te. Accettali questi miei auguri e pensi che in questi giorni stiamo vicini,
come del resto i nostri pensieri son vicini sempre.
Godo sentire che ti sei ripreso e che ti guardi dai colpi di aria e dal cattivo tempo.
Spero che sarà così e che non soffri tanto. Io, grazie a Dio, sto bene per quanto anche
qui il freddo è incominciato e come. Il figlio di D. Giacomo continua e la madre è a
Palermo con lui, dice che migliora, ma io temo che non lo superi. Poveretti come sono
addolorati. Mario verrà come ti ho scritto la settimana prossima e starà un po’ di giorni;
sta benissimo.
Spero che il panettone arrivi a destinazione. Può darsi che partirò assieme ai
cugini Gravina ovvero con la Marchesa Sant’Alfano verso la prima quindicina del mese
entrante. Vorrei lasciare venduti i giardini ma non mi pare che ci sia verso. Tutti ti salutano
e ti offrono gli auguri più affettuosi. Le persone di casa ti ossequiano, io saluto tutti e a
te abbracci
294.
Nelina
(f. 260, c. 82)
Caltagirone, 25 dicembre 1926 391
Caro Gigi,
In questo giorno così dolce, ma così doloroso per me, stante lontano dall’amato
fratello, t’invio il più affettuoso ricordo, un caldo amplesso purificato dalla S. Comunione,
che per te ho fatto oggi. Che il buon Gesù Bambino ti colmi di suoi carismi e ti dia
sempre forza e coraggio. Ier sera e oggi sono dai cugini Gravina, non mi lasciano sola. Ti
offrono i loro auguri, salutoni
390 Cartolina postale.
391 Cartolina postale.
Nelina
(f. 260, c. 84)
193
295.
Caltagirone, 31 dicembre 1926 392
Carissimo Gigi,
Dalla tua ultima del 22 c.m. non ho più tue notizie cosa che mi costerna tanto,
perché? Mentre scrivo arriva la tua cartolina e con piacere vedo che il giorno di Natale sei
stato in buona compagnia. Godo che stai bene come lo siamo io e Mario che a momenti
parte per Piazza. Il Capo d’Anno lo farò vicino a voi, amati fratelli in ispirito e nella preghiera.
I Piazzesi non possono restare senza i Pontificali come facciamo noi poveri Caltagironesi.
Suor Giuseppina dice che sta bene e che finalmente ha accettato di far la Superiora, quelle
suore di là son destinate a morire con gli onori di Superiora, è antipatico. Io non so se potrò
andarla a vedere, qui non posso sbrigarmi questa volta perché non si conchiudono i negozi.
Oggi è una giornata di vera primavera, che sole! Come lo manderei a te in cotesta
buia Londra. I cugini, le cugine, le persone di casa e gli amici tutti ti offrono i loro
migliori auguri e saluti ossequiando. Mario ti scriverà da Piazza, io ti abbraccio con tutto
il cuore, salutami tutti, tutti gli amici e le amiche, aff.ma
Nelina
(f. 261, c. 3)
296.
Caltagirone, 5 gennaio 1927 393
Carissimo fratello,
Ricevo la tua del primo, grazie dell’affettuoso pensiero che mi commuove.
Anch’io ho pregato per te e per noi tutti nella S. Comunione. Voglio sperare che stai veramente
bene e che continui così tutto l’inverno. Io sto benissimo. Il dente è caduto e penso
di tornare a Roma per farmelo rimettere, così andranno tutti via. E il tuo? Quello che ti
faceva tanto male? Spero che sia rimasto senza fartelo cadere e dovresti farti curare le radici.
A Londra non mancheranno degli specialisti.
Pei giardini non se ne parla e quindi coi cugini Gravina partiremo fra non molti
giorni. Giovannino N[icastro] ti ossequia, egli mi ha aiutato a mettere a posto i libri. 4 ti
domanda se hai ricevuto la sua cartolina. Giovannino Di Bartolo sta molto meglio quasi
guarito. Ti ringraziano e ti ossequiano come fanno tutti i parenti ed amici. Salutami tutti;
ossequi particolari alla Sig. Muir e alle padrone di casa. Abbraccioti con vivo affetto, aff.ma
Nelina
(f. 261, c. 5)
194
392 Cartolina postale.
393 Cartolina postale.
297.
Caltagirone, 9 gennaio 1927 394
Carissimo fratello,
Ricevo la tua del 4 e ho ricevuto le tue 27, 28, 30 e primo gennaio con ritardo
(credo) per le feste. Sto benissimo, però le notizie d’influenza (spagnola) che vi è costì mi
angustia. Ti raccomando di guardarti di non prendere colpi di aria e non far disordine.
Qui non abbiamo che piccoli raffreddori, io però nulla. Spero che andando a Roma non
debba influenzarmi. Credo che partiremo in settimana, quindi dopo che arriva questa
scrivi a Roma.
Vedrò se posso avere ciò che desideri, ma sono prezzi proibitivi. La procura la
manderai a Michele e a lui dirai la spesa che l’Avv. Scillamà ti manderà, così mi ha detto.
Spero anche di sbrigare i giardini. Se per ora non puoi uscire per la procura non ti angustiare,
fai tutto col tuo comodo, ti raccomando.
Giovannino Di Bartolo sta molto meglio, quasi guarito, ti ossequia e ringrazia.
I parenti pure ti fanno dire tante cose e gli amici anche. Ho ricevuto la cartolina di ringraziamenti
per il panettone, salutami la Signorina. Oggi qui vento, acqua, nebbia, siamo a
Londra veramente, ma però mal tempo ne ha fatto molto poco, ci vuole e sembra vero
inverno. Domani l’anniversario della mamma e sono 30 anni, come son passati! Uniamoci
con la preghiera e imploriamo a quell’anima santa aiuto e conforto.
Ricordami a tutti e con vivo affetto ti stringo al seno, aff.ma
298.
Nelina
(f. 261, c. 7)
Caltagirone, 13 gennaio 1927 395
Carissimo fratello,
Ricevo la tua e vedo che stiamo in pena l’un per l’altro. Qui grazie a Dio non
c’è nulla ed io sto proprio bene. Questa volta l’aria patria mi ha portato bene. Parto perché
partono con me le cugine e per il dente che mi annoia così. Mi dicono che in Italia
non vi è nulla, speriamo che non venga nulla di malattie infettive. Stai tranquillo che ti
scriverò più spesso 396.
394 Cartolina postale.
395 Cartolina postale.
396 L’epidemia influenzale colpì soprattutto la Svizzera e la Francia meridionale.
195
I parenti tutti ti ossequiano, le persone di casa ti baciano la mano, io ti stringo
forte al seno, aff.ma
Salutami tutte le amiche.
299.
Nelina
(f. 261, c. 9)
Caltagirone, 17 gennaio 1927 397
Carissimo fratello,
Oggi l’ultimo giorno che sto in questa e spero trovare tue lettere a Roma. Sto
benissimo malgrado qui piove dirottamente, però a me non è sembrato inverno come
quell’invernate rigide che un tempo si vedevano. Ieri alla Russa sembrava una vera primavera
mentre nella mattinata avea piovuto. Giovanni Di Bartolo sta benissimo poiché la
febbre è cessata e anche l’albumina. Però ancora non si alza perché debolissimo. Spero che
questa ti trovi in buona salute; i parenti tutti ti salutano, mentre io ti stringo al seno, aff.ma
300.
Nelina
(f. 261, c. 10)
Roma, 18 gennaio 1927 398
Carissimo Gigi,
Appena giunta a Roma e mi levo il cappello eccomi a te. Il viaggio in compagnia
dei cugini G[ravina] è stato ottimo, sto bene ed ho trovato le camerette delle Sig.
Virili a posto e abbastanza riscaldate. Loro ti ossequiano tanto. Ho trovato la tua cartolina
e godo che stai bene, mi auguro che il freddo che prevedono non venga. Qui pioggia, ma
non molto freddo. Non sono arrivata a vendere il giardino, ma ho lasciato incaricato di
farlo. La casetta tutto a posto. Giovannino già guarito, ma ancora a letto per cautela,
mentre incomincia a prendere il cibo.
Tutti, parenti e amici ti salutano mentre io t’abbraccio, aff.ma
196
Tutte le tue cartoline le ho ricevute.
397 Cartolina postale.
398 Cartolina postale.
Nelina
(f. 261, c. 11)
301.
Roma, 21 gennaio 1927 399
Carissimo Gigi,
Ricevo la tua seconda cartolina qui a Roma. Alla prima ho risposto appena arrivata
18 e oggi alla seconda. Sto benissimo, però vado e vengo dal Dr. Chiavaro per il dente
e mi vuole far quelli dei fianchi (sopra), speriamo che li possa tenere come gli altri. Ti
ossequia. Quest’anno le mie stanzette sono più calde perché sotto, negli altri appartamenti,
accendono, quindi con un braciere si va avanti benissimo.
Qui la salute pubblica è buona, l’influenza è leggierissima perciò stai tranquillo.
Il 24 anniversario dell’amato genitore uniamo le nostre preci e preghiamo per quell’anima
benedetta e che lui preghi per noi.
Michelino mi ha passato la somma di £ 367, li vuoi mandati? Arrivò la procura
il giorno della partenza. Salutami tutti, abbraccioti, aff.ma
302.
Nelina
(f. 261, c. 14)
Roma, 24 gennaio 1927 400
Carissimo Gigi,
Ho la tua del 21 fra le mani. Godo saperti in buona salute; di me posso dirti lo
stesso. Oggi bella giornata di sole e speriamo che basti l’acqua che vi è stata qui. Le
G[ravina] ti salutano. Michele è già partito per Caltagirone, spero che lui s’impiccerà dei
giardini. Oggi è l’anniversario del caro papà che compie 28 anni, come son passati! 401
Ho fatto la S. Comunione ed ho ascoltate due Messe al Gesù, ho pregato per
tutti noi; che il buon Dio ci conceda di riunirci tutti tutti nella patria lecita. La povera
Adelgisa è ancora a letto con la pleurite che temo diventi di forma incurabile. Sta ancora
in casa dei cugini e mi dispiace per loro. Speriamo che la sua forte costituzione reagisca.
Ti ossequia e si raccomanda nelle tue preghiere.
Salutami tutti, un abbraccio
Nelina
(f. 261, c. 15)
399 Cartolina postale.
400 Cartolina postale.
401 Scriveva Luigi a Mario il 23 gennaio: «Anche domani è giorno di ricordi, di preghiere e di speranze.
Ho qui più vivo che mai il ricordo del nostro padre» (I, p. 172, n. 106).
197
303.
Roma, 29 gennaio 1927 402
Carissimo fratello,
Ricevo la tua del 26 e l’altra alla quale io non avevo ancora risposto. Sto benissimo,
ma ancora vado dal dentista che ti saluta. Credo che starai bene, dire che le tue notizie
son buone è poco. Farò subito la tua commissione e spero di essere più fortunata di te.
Mario mi ha scritto che sta bene. Oggi qui freddo, freddo. Ieri ho visto i Bianco
che ti salutano tanto. Gli amici di Parigi ancora non son venuti, ma pare che verranno
presto. Veramente ne sento la mancanza per quanto le cugine suppliscono molto. Esse ti
salutano. Adelgisa lunedì entrerà all’ospedale fino a che non si guarisce o meglio, non
migliora il tempo per poter andare a casa sua, cioè dalle sorelle. Essa m’incarica di ossequiarti
e di pregare per la sua salute. Non ho visto ancora 5. Non so nulla delle arance.
Ogni anno è una disdetta. Manderesti a Michelino l’indirizzo del negoziante? Però se ti
torna difficile e che ci dovresti prendere un raffreddore non ci pensare più.
Salutami tutte le mie amiche, mentre affettuosamente ti abbraccio
304.
Nelina
(f. 261, c. 17)
Roma, 1 febbraio 1927 403
Carissimo,
La tua ultima è del 26. Oggi 1 e son passati 4 giorni, troppo! Sono tanto in pena!
Ma spero domattina ricevere una tua. Sono qui nella mia stanzetta sola, sola e son le 10½,
tutti sono già a letto ed io scrivo a te, caro, carissimo fratellino. Come mi sembra lungo il
tempo che non ci vediamo! Qui piove dirottamente e la gente è tutta raffreddata. Qui in casa
nessuno, tranne la più grande, che soffre di angina pectoris ed è da tre giorni a letto. Ti ossequiano
tanto le mie padrone di casa. Ancora i B[elloni] non vengono, io li ho scritto a Milano.
Continuo la cartolina oggi 3 e tu non mi scrivi, sono otto giorni, perché? Spero
stasera o domattina, ma per carità non mi fare stare così in pena.
Salutami tutti, un abbraccio
198
Ricevo a momenti la tua, grazie!
402 Cartolina postale.
403 Cartolina postale.
Nelina
(f. 261, c. 18)
305.
8 febbraio 1927 404
Carissimo fratello,
Ho ricevuto ieri sera la tua del 4. Grazie del pensiero, così sto più tranquilla
avendo spesso tue nuove. Anche Mario mi ha scritto ieri e sta bene e lavora al suo solito.
Io sto benissimo, ancora non mi son spicciata coi denti e chi sa cosa mi costeranno. Ti
cercherò il libro che desideri e con questo ti spedirò il terzo volume dell’Eneide di Vivona
405 che ti ossequia. Ti fa dire tante cose Ardizzone il quale ha corretto quei versi su i
fioretti ed ora son venuti molto bene.
Si è dovuto scrivere a Milano per l’associazione dell’eco della stampa, qui non si
fa associazione, spero che ti arriverà presto.
Attendo una risposta all’ultima mia letterina. Salutami le amiche, come ti salutano
gli amici che ho visto assai pochi. Abbraccioti affettuosamente
306.
Nelina
(f. 261, c. 21)
Roma, 13 febbraio 1927 406
Carissimo fratello,
Ho ricevuto tutte le tue cartoline e quest’ultima coi gattini che son tanto belli…
Grazie. Ho ringraziato la Sig. delle fotografie ma sbadatamente imbuco la cartolina
con il francobollo ordinario, fai le mie scuse. In pari data ho fatto spedire la vita di
S. Caterina e l’Eneide terzo volume. Cercherò una buona edizione dantesca con le
annotazioni. Ho veduto uno di quei Sig. di Paris, la figliuola è ancora a Milano ma sta
benino.
Io sto benissimo e godo che anche te stai bene, ed ora che sta per incominciare
la primavera stai attento ai freddi dei venti. L’altra sera sono andata a sentire Turandot di
Puccini, a me è piaciuta la musica, la parte coreografica è magnifica ed è stato un po’ il
cavallo di battaglia di questo inverno, almeno è stata chiesta ripetute volte.
Oggi bella giornata, io vado dai cugini a pranzo, loro ti salutano. Michele è in
paese per la raccolta delle arance. Adelgisa sta meglio, ti ossequia, pel momento trovasi al
Policlinico. Scriverò alla Signorina le pratiche per il saputo affare se è cosa che va. Saluta-
404 Cartolina postale.
405 Francesco Vivona, già esponente del PPI in Sicilia.
406 Cartolina postale.
199
mi la medesima e tutte le altre amiche. Stai tranquillo per me, lunedì il dentista pare che
finisca il lavoro, è un po’ fastidioso, pazienza.
Abbraccioti con affetto, aff.ma
Nelina
(f. 261, c. 24)
307.
Roma, 16 febbraio 1927 407
Carissimo fratellino,
Ieri ricevei la tua cartolina dell’11. Godo che stai bene, malgrado il gran freddo.
Guardati te ne prego per lo stomaco soprattutto. Continui la cura ricostituente che ti ha
prescritto il tuo dottore? Ossequialo tanto per me. Io sto benissimo e tutti mi trovano
meglio degli altri anni. Qui fa freddo, ma non tanto poi. Spero che Arturo che ti saluta,
abbia fatto già l’abbonamento all’Eco della Stampa, ha parlato con me. Peppino pure, che
ho visto stamane, sta bene. Della Seli posso dirti solo che sarà messa fra poco in liquidazione,
cosa vuoi che si faccia?
Ti ossequiano i parenti e gli amici. Domani spedisco la Divina Commedia alla
Sig. che tanto saluto. Spero che hai visto i Muir e chiedere le mie scuse. Alla Sig. ancora
nulla posso dire di quell’affare che pel momento posa piano, specie quello che preferisce.
Di casa mi scrivono che stanno bene e Giovannino Di Bartolo continua bene la sua convalescenza.
Fra giorni andrà alla Russa ove stanno raccogliendo le arance che quest’anno
sono andate un po’ maluccio. Che si può fare? Furono anche toccate dalla grandine.
L’amico Coccia fra poco sarà allietato dalla nascita d’un bebè. Le Penna sono andate
a passare il carnevale a Nizza, Montecarlo ecct, il dott. Liotta si è fidanzato con la Sig. Cristina.
La [famiglia] Alfano è qui e ti salutano. Prega per me come io faccio per te, abbraccioti
308.
Nelina
(f. 261, c. 25)
Roma, 20 febbraio 1927 408
Carissimo,
Rispondo alle tue due ultime. Godo che stai bene e ti raccomando di non raffreddarti.
Io sto bene, seccata pei giardini che la grandine mi ha distrutto e quindi que-
200
407 Cartolina postale.
408 Cartolina illustrata.
st’anno non si piglia che una miseria. Penso che non avrò da poter viaggiare. Anche qui
Malvin ha dato un solo concerto, con entusiasmo grande, io non trovai posto.
Salutami tutti, ho spedito la Divina Commedia, spero la riceverà. Tutti ti salutano.
Antonio Calì ha avuto un’angina pectoris, ma ora sta bene, ti saluta. Le Sig. Virili
stanno bene e ti salutano, aff.ma
309.
Nelina
(f. 261, c. 28)
Roma, 23 febbraio 1927 409
Carissimo,
Rispondo alla tua del 19, vedi come stiamo vicini. Godo che stai bene e che hai
fatto la cura dell’olio di fegato di merluzzo, continua ancora un po’. Io sto bene, solo due
giorni ho avuto un po’ di mal di gola senza febbre e con appetito. Oggi, dopo due giorni,
esco e vado a pranzo dai cugini e imposto la presente. Ardizzone ti saluta tanto, cercherò
di informarmi di quanto desideri, non ne so le tracce, vedremo.
Dirai alla mia amica che di quell’affare non ne ho fatto molto perché è molto
alto, peccato…Chi sa se ha ricevuto la Divina Commedia? Salutami tutte le amiche che
anch’io ricordo con piacere e che desidero rivedere.
Abbracciandoti caramente sempre tua per la vita
310.
Nelina
(f. 261, c. 29)
Roma, 26 febbraio 1927 410
Caro Gigino,
Ricevo la tua cartolina del 23. Godo del tuo benessere e mi compiaccio della
conferenza in inglese, quest’anno ti troverò progredito nella lingua 411. Arturo mi ha scrit-
409 Cartolina postale.
410 Cartolina illustrata.
411 Luigi aveva tenuto a Londra una conferenza in inglese sul diritto di guerra; tema oggetto di un libro
che stava scrivendo e che uscirà in inglese nel 1929 e successivamente in francese e in italiano (The international
community and the rigth of war, translated by Barbara Barclay Carter with a foreword by George P. Gooch,
Allen and Unwin, London 1929). Su questa e le altre edizioni cfr. Bibliografia degli scritti di e su Luigi Sturzo,
cit., pp. 15-16.
201
to mandandomi la ricevuta dell’abbonamento dell’Eco, è di £ 80,50, che subito ho mandato.
Lui si sta occupando delle mie arance a Milano, che disdetta quest’anno. La grandine
che non è mai stata alla Russa ha preso in un temporale il nostro solo giardino che lo
ha rovinato. Prenderò assai poco questa volta!
Salutami Miss Laffan e tutti che ricordo con tanta simpatia. Ti ossequia Elena,
quella che veniva a lavorare da noi. Tutti ti salutano, io ti abbraccio
311.
Nelina
(f. 261, c. 32)
Roma, 3 marzo 1927 412
Carissimo fratello,
La tua del 26 fra le mani ed eccomi a te. Meno male che l’aria è tiepida costì, e
che i venti freddi non sono ancora incominciati. Qui invece è incominciata la primavera e
certi momenti il sole è molto caldo. Sto bene, il Dottore mi ha dato il dente con gli altri
aggiunti che mi infastidiscono molto nel parlare. Lui dice che bisogna tenerli per risparmiare
gli altri e per non perderli tutti. Che penitenza.
Domani ci tornerò per vedere qualche piccolo difetto e poi pagherò chi sa
quanto! Hai ricevuto i primi ritagli dell’Eco della stampa? Arturo ti ossequia, è lui che ha
voluto pagarlo. Ancora non so l’esito delle arance, ma se ne è interessato tanto tanto. Non
mi son potuta ancora informare di Vincenzo M., ma credo che abita al Vicolo Aliberti
ancora. Cercherò non dubitare. Zino sta facendo scrivere a macchina i suoi versi che poi
ti manderò. Dirai a Barbara se è disposta per 300 forse maggio ci si arriverà.
No ho ancora potuto parlare con 5 ci crederesti? Mario mi scrive che sta bene e
lavora, immagino ora in Quaresima. Mi scrive S.r Giuseppina e mi dice che alla fine di
aprile andrà a Napoli, come vorrei andarla a vedere lì, però se le sue gambe gonfie glielo
permettono. Le gambe gonfie è segno di debolezza al cuore, quella non si cura, poveretta!
Salutami tutti, un abbraccio
202
412 Cartolina postale.
Nelina
(f. 261, c. 34)
312.
Roma, 4 marzo 1927 413
Carissimo fratello,
Ricevo a momenti la tua del primo marzo. Godo che stai bene, anche io sto
bene e già assuefatta col mio dente. Martedì andrò a saldare il conto che credo sarà un po’
salato. Intanto ti saluta e come ti salutano i cugini. Domani spero informarmi di Vincenzo
M. e poi ti darò notizie, mi auguro che stia bene. Venerina suo nipote e tanti altri amici
ti salutano. Anche i B[elloni] mi hanno scritto stasera, stanno bene e continuano a stare
a Milano per affari. Hanno la nostalgia di Roma ma credo che qui non verranno per ora,
almeno così si vede dai suoi scritti, dovrebbero venire solo le donne a far che? figurati a
me quanto dispiace ciò, ma che fare? Così a poco a poco si perdono le amiche.
Siamo già in Quaresima ed oggi sono andata alla predica a S. Carlo al Corso, a
me piacciono di più i Francescani, è abbastanza bravo, non mi ricordo il nome però (riderai),
i nomi non sono il mio forte. Di acido quest’anno non ne soffro tanto, cure come
sempre io non ne faccio, ma però ora incomincerò bottiglia di Sadersolo Riam o Pian,
non so leggere la ricetta del dott. C[aronia] 414 che ti saluta, ma questa è fatta da un pezzo.
Chi sa come riderai.
Salutami tutti, le amiche, stai tranquillo per me che sto bene. Abbracci, aff.ma
313.
Nelina
(f. 261, c. 35)
Roma, 8 marzo 1927 415
Carissimo Gigi,
Ho la tua del 4 fra le mani; godo sempre che stai bene in salute, lo stesso di me,
grazie a Dio. Anche Adelgisa si è rimessa, essa ti ossequia ed oggi è partita per Terracina
onde fare un assoluto riposo per un paio di mesi e più. Ieri ho ricevuto notizie della cara
amica Maria B.ni, stanno tutti bene, ma continua a stare in su. Arturo mi ha mandato la
ricevuta dell’abbonamento, come ti ho scritto, mentre lui l’offre. Se non ti arriva nulla
vuol dire che nulla ti può interessare; io ho dato la tua stessa cartolina per fare letteralmente
l’abbonamento.
413 Cartolina postale.
414 Giuseppe Caronia (1884-1975), esponente popolare in Sicilia, fu medico personale di Sturzo nel
secondo dopoguerra e docente universitario. Dedicò molte energie nella elaborazione dello statuto siciliano.
Cfr. G. Caronia, Con Sturzo e con De Gasperi. Uno scienziato nella politica, Cinque Lune, Roma 1979; A. Sindoni,
ad vocem, in DSMCI, III/1, p. 182.
415 Cartolina postale.
203
Vincenzo M. sta bene e ti ossequia, egli lavora facendo delle lezioni, altri amici
ti salutano. Le arance stanno mezze fradice e mezze no sono state raccolte a conto mio e
mandate a Milano e altrove, ma credo che alla fine di tutto non arriverò a 13, figurati,
dopo non aver raccolto nulla quest’anno ed aver speso molto laggiù… pazienza, che ci
posso fare?, mi limiterò. Intanto penso che per viaggiare ci vogliono soldi e per stare di
più ce ne vogliono. Intanto io sto sbrigando tutto e il forte è già fatto e sto tranquilla. C’è
ancora un dente di sotto che vacilla e penso di farmelo strappare e rimettere, questi benedetti
denti!, ma che fare? Io fui il ritratto di papà.
Ieri sera sono stata colle cuginette a sentire “base e bote” di Boito con la musica
di Mangiagalli. Una musica fine e graziosa e una commedia divertente, e così quest’anno
si è chiuso l’Argentina, che si riapre con Pirandello. Salutami tutti, non prendere troppo
umido e quando vai a Cambridge guardati dal freddo. Abbraccioti
314.
Nelina
(f. 261, c. 37)
Roma, 11 marzo 1927 416
Caro Gigino,
Ho ricevuto la tua del 7. Godo che stai bene malgrado il cattivo tempo. Ed ora
che si avanza marzo il ventoso, guardati dal vento freddo, non mi far stare in pena. Io sto
bene, pare mi sia un po’ abituata coi denti e mangio; oggi vado per l’ultima volta a saldare
il conto.
Ho visto 5, ti saluta tanto tanto. Lui ha il fratello tanto ammalato ed è angustiatissimo.
In quanto all’affare dell’amica sconsiglia come sempre, del resto non vogliono
cedere e quindi è inutile. Ti ossequia anche Filippo e la Signora. Al Gesù vi è un bravo
predicatore per la Quaresima e così alterno tra S. Carlo e Gesù. Quest’anno farai i
bagni? Io vorrei andare a P[arigi] ai primi di maggio, tu che ne dici? Mario cosa fa quest’anno?
Mi scrive ogni tanto tanto, è sempre preso di affari e di lavoro. Salutami tutti,
abbraccioti
204
416 Cartolina postale.
Nelina
(f. 261, c. 39)
315.
Roma, 12 marzo 1927 417
Carissimo,
Leggo la tua del 9 c.m., mi duole leggere che non stai bene con lo stomaco; io
credo che l’olio di fegato di merluzzo non lo digerisci e smettila. Poi i cibi forse non
saranno secondo il tuo bisogno e vedi di farteli fare anche pagando di più. Scrivimi la
verità di come stai, non mi far stare in pena. Io sto bene, e come ti ho scritto ebbi a vedere
l’amico di Milano per una semplice visita.
Poi ti ho scritto che ho sbrigato tutto per essere pronta a partire. Lì dice che
hanno affari e pel momento non pensano a venire qui, se mai verrebbe la Signora, ma io
non ci credo. Il predicatore del Corso si chiama P. Contini, anzi ti ho spedito il giornale
d’Italia che parla di lui e vi è la macchietta. Anche quello del Gesù predica bene. Il prof.
Ardizzone ti saluta, come ti ossequiano le cugine. Paolo studia di più, con il prof. A.
Ragusa ti saluta. Scrivimi più spesso ora, sino che ti rimetti del tutto e se puoi cambia un
po’, tante volte è effetto di acido.
Salutami tutti, stringendoti forte al cuore, aff.ma
316.
Nelina
(f. 261, c. 40)
Roma, 16 marzo 1927 418
Carissimo fratello,
Ho ricevuto ieri la tua da Cambridge, oggi quella di Londra. Godo che lo stomaco
si è rimesso, ma guardati dai colpi d’aria e pensa a mangiare meglio. Io sto benissimo
e i denti già a posto, tanto che ho saldato il conto di 1.800 per me. Godo che hai ricevuto
l’Eco della stampa e spero che continuerai a riceverlo, ringrazio per te Arturo che
tanto ti saluta.
Ti ho mandato un giornale ove sono stampati i predicatori del Gesù e di S.
Carlo. Veramente quello del Gesù predica molto bene e vi è una folla immensa. Il P. Ard.
ti saluta e Paolo con lui fa molto meglio. Ora anche cavalca e così rinvigorisce il suo fisico.
La famiglia tutta ti saluta ed è contenta di stare qui. Qui incomincia il caldo e mi
pare come gli anni quando tu dicevi che a Roma s’incomincia presto a mettere i vestiti
d’estate.
417 Cartolina postale.
418 Cartolina postale.
205
Quando ci rivedremo? Salutami le amiche, penso sempre ai piccoli di Paris Plage,
chi sa come sono carine? Salutameli tutti. Abbracciandoti con vivo affetto
317.
Nelina
(f. 261, c. 41)
Roma, 22 marzo 1927 419
Carissimo,
Mi avvedo che il turno delle cartoline è stato trascorso e son sicura che starai in
pensiero. Ieri una visita lunga e poi l’uscita mi fecero distrarre la data, così ho ricevuto la
cartolina del 17 e l’altra del 14. Grazie infine che mi pensi così intensamente, come del
resto faccio io, amato fratellino. Le cartoline così spesso attutiscono il dolore della lontananza
e ci fanno stare tranquilli, tanto più che ci diamo le notizie di salute esattamente.
Io sto bene, nei giorni passati ho sentito i soliti fenomeni dei decimi e credo che me ne
abbiano prese, ma oggi che ti scrivo sto bene. Sarà il ritorno della primavera che qui già si
sente abbastanza. Non ti preoccupare per la mia solitudine poiché le cuginette e qualche
amica la compensano molto, se mai la sento per la mancanza della tua compagnia, ma
che fare? Sia fatto il volere divino e son sicura che questo ci aiuterà per il bene futuro.
Ti assicuro che tutto è stato fatto in regola, solo nello scrivere le cartoline anticipo
del tempo. La S. Quaresima è al volgere e sta per avvicinarsi la S. Pasqua, tempo di
pace e di letizia. Le cugine ti ossequiano specie Paolo che si è visto ricordato. Conservati
in salute abbracciandoti prega per me, aff.ma
318.
Nelina
(f. 261, c. 44)
Roma, 24 marzo 1927 420
Caro fratello,
Questa la riceverai con ritardo, ma come vedi, ti ho scritto le cartoline ed avrai
capito che tutto è stato fatto in regola e che ho avute le notizie che mi riguardavano. Solo
nello scriverti non pensai che il tempo dovea essere più lontano, e speriamo che sarà pos-
206
419 Cartolina postale.
420 Lettera.
sibile. Nessuno ostacolo e nessuna difficoltà ho avuto fatto. L’amico Giacomino è stato
molto gentile e sollecito nel rispondermi. Caro fratello, non ti devi angustiare per me che
cerco di tenermi forte e sollevata il più che posso. Le buone amiche non mancano, le
padrone di casa sono tanto affezionate ed io sto qui perché mi sento più vicina a te e perché
Roma è la mia passione. Figurati se andrei con piacere a visitare le amiche di Milano,
ma forse metterei in imbarazzo i primi mentre i secondi non hanno comodità, giacché
stanno in casa della cognata.
Se S.r Giuseppina andrà a Napoli spero andarla a vedere e poi le cugine (credo)
staranno anche tutta la primavera e forse parte dell’estate, sono tanto affezionate che se
un giorno non vado, mi vengono a cercare.
Carissimo, cerca di star sempre bene e di non angustiarti per gli altri, facciamo
in tutto la Divina Volontà. Salutami le amiche tutte, abbracciandoti affettuosamente
Nelina
La Rosa è stato qui e ti saluta caramente, tutti gli amici ti salutano e se non ti
scrivono è perché non possono muoversi, credilo, e temono di tutto giacché le cose stringono
sempre più. Loro ti pensano sempre e ti fanno dire tante cose. È morto D. Silvio
Alessandro. Ho ricevuto la cartolina ove mi parli dei bagni in agosto, non potrò almeno
un mese prima venire costì? Così passeremo insieme luglio e agosto.
(f. 261, c. 47)
319.
Roma, 27 marzo 1927 421
Carissimo,
Leggo le tue due lettere 23, 24, la prima mi duole leggere del tuo malessere causato
certo da esaurimento nervoso e la primavera, come difatti dice il Dott. Speriamo che
passino presto e che ti rimetterai coll’arrivo del caldo, che si fa desiderare. Io sto bene,
decimi non me ne prendono più e sto ripigliando l’Urodanel perché siamo in primavera.
Mario mi scrive che sta bene e che lavora moltissimo.
Ti ho mandato due giornali e spero che li riceverai, non so il tuo gusto, ma credo
che qualunque sia lo stesso. Salutami le amiche, non ho veduto l’amica della Lytthelton
malgrado le abbia scritto di venire a prendere da me una tazza di the. Salutami tutte
le amiche, abbracciandoti ricevi un abbraccio forte forte, aff.ma
421 Cartolina postale spedita a Londra e girata a Parigi (24, rue Cassette).
Nelina
(f. 261, c. 45)
207
320.
Roma, 29 marzo 1927 422
Carissimo fratello,
Per riparare ti sto scrivendo un giorno sì e uno no. Sto bene, come ti ho scritto
non mi prendono più decimi, qui è sempre così quando mi pigliano due o tre giorni, poi
cessano e mi incomincio sempre con un grande appetito. Ora mangio, ma regolarmente e
quindi sto bene. Con piacere sento che pure tu stai bene e che i disturbi primaverili o
meglio per la troppa applicazione son passati. Quella Sig. è venuta e non mi ha trovato in
casa mentre io la ho aspettato due giorni. Spero vederla, ma dovrei andare io all’albergo,
ringraziami e salutami la sua amica.
Se desideri inviato qualche cosa scrivimelo. Anche qui piove ma sai come. A
Roma subito si può uscire, non dura molto. Domenica non trovai posto all’Augusteo, ma
vi anderò domani che ripetono il concerto. Tutti ti salutano mentre io ti stringo al cuore,
aff.ma
321.
Nelina
(f. 261, c. 48)
Roma, 31 marzo 1927 423
Carissimo Gigino,
Ho ricevuto la tua dell’24, grazie. Sento con piacere che stai bene e spero che
continuerai così sempre. Io sto pure bene, domani incomincio il S. Ritiro. Prega per me.
Ho finalmente veduta l’amica di Norah, tanto buona e gentile. Qui piove e fa anche freddo,
immagino costì. Ti ho spedito dei giornali e spero che li riceverai. Sono stata a pranzo
da Di Giura e ti saluta, sono stata pure a colazione da loro.
Ieri sera sono stata al concerto, magnifico. Molinari è stato fatto segno a molte
ovazioni. Il Cristo sul Monte degli Olivi è stato cantato molto bene, e lui l’ha diretto con
passione. Fratello A. ti saluta come anche il Dott. suo fratello che ho visto. Abbracci affettuosi
208
422 Cartolina postale.
423 Cartolina postale.
Nelina
(f. 261, c. 50)
322.
Roma, 5 aprile 1927 424
Carissimo fratello,
Ti scrissi l’ultima volta venerdì e ti dicevo che incominciavo a fare il ritiro spirituale
ovvero gli esercizi. Oggi siamo a martedì ed ho fatto passare così 4 giorni a scriverti.
Anche tu è da domenica che non mi scrivi, spero stasera ricevere tue notizie. Io sto bene,
gli esercizi finiranno venerdì mattina, prega per me affinché ne tragga buon profitto.
Mario è un pezzo che non mi scrive, ma spero che in compenso scriva a te. Come stai?
ove ti trovi? Si avvicina la S. Pasqua ed è la terza che facciamo lontani l’uno dall’altra!
Salutami tutte le amiche e abbracciandoti credimi sempre con lo stesso affetto
323.
Nelina
(f. 261, c. 52)
Roma, 11 aprile 1927 425
Carissimo fratello,
Ho ricevuto la tua da Londra e godo che hai avuto un ottimo viaggio e che stai
bene 426. Sto anch’io benissimo e col tempo bello faccio delle belle passeggiate. Il Cristo
nell’Orto degli Olivi è di Beethoven. È stata la prima esecuzione all’Augusteo. È unica
scritta da Beethoven in tutta la sua vita, risale al 1800. Vi cantò Laura Pasini benissimo.
Immagino che in questa settimana andrai a sentire lo Stabat, non ne cantano costà? E siamo
già a Pasqua e fin da ora ti faccio gli auguri per passarla bene in compagnia di qualche
buon amico.
Intanto salutami tutte le amiche e augura per me la buona Pasqua. Tutti ti salutano
e spesso mi domandano tue nuove, ti abbraccio con vivo affetto
424 Cartolina postale.
425 Cartolina postale.
426 Luigi era stato a Parigi.
Nelina
(f. 261, c. 54)
209
324.
Roma, 14 aprile 1927 427
Carissimo,
Spero che questa ti arriva proprio il giorno di Pasqua e così lo passeremo insieme
per iscritto. Che questo giorno solenne sia apportatore di grazie e di pace perenne. Sto
bene e godo sentire di te lo stesso. Costì piove mentre qui si desidera l’acqua, non ti dico
poi in Sicilia e a Caltagirone che hanno aperto la Madonna. Però metà di raccolto è bello
e finito. Così i cattivi raccolti si succedono uno all’altro. Che farci?
I parenti tutti, agli amici ti salutano e ti augurano tante cose; io saluto tutte le
amiche specie ai Muir. Abbracciandoti caramente tua
Venerina che è qui ti ossequia.
325.
Nelina
(f. 261, c. 57)
Roma, 18 aprile 1927 428
Caro Gigino,
Spero avrai ricevuto stamane l’ultima mia cartolina, avrei voluto ti arrivasse il
17, ma credo che non sarà stato possibile. In questi giorni ti ho seguito sempre e ieri i
cugini mi hanno trattenuto con loro fino la sera cioè finché mi son recata dalla Baronessa
D. Tutti ti salutano e ti offrono gli auguri più affettuosi. Carmelina fra due giorni partirà
con Michele per andare a vedere sua madre (Masaracchio) che è stata gravemente ammalata,
così io resterò colle ragazze e quindi alla fine del mese non potrò andare a Napoli per
vedere S.r Giuseppina. Del resto non potrei vederla che un po’ poiché scrive che riparte
subito. Andrò poi a Girgenti in settembre.
Come si fa, loro son tanto gentili. Mi duole per il tuo dente: mi son voltata
nuovamente a S. Apollonia e domani andrò alla sua chiesa a pregare. Forse una reazione
colla neve sulla guancia ti gioverebbe. Prima di strapparlo fai tutte le cure. Il Barone Giovanni
è già in Italia.
Salutami tutti, ti abbraccio
210
427 Cartolina postale.
428 Cartolina postale.
Nelina
(f. 261, c. 59)
326.
Roma, 23 aprile 1927 429
Carissimo fratello,
Ricevo a momenti la tua del 20. Sto bene e godo che il tuo dente non ti molesta
tanto, spero che S. Apollonia ti guarirà. S.r Giuseppina, come ti ho scritto, è già in ritiro e
finisce sabato, domenica partirà. Io sono in forse se andare o rimandare la visita in settembre,
vediamo. Le cugine ieri l’altro sono partite tutte poiché la madre di Carmelina
continua. Forse se si rimette torneranno. Paolo e il Prof. ti ossequiano, di tanto in tanto
vado a trovarli poiché Paolo lo desidera.
Il B.ne è arrivato, ti ossequia ed io ho fatto la tua commissione. Gli amici ti
salutano e sempre mi domandano tue nuove; 5 è stato al suo paese a lasciare in casa il fratello
che migliora lentamente. Ti ossequia tanto, come anche l’amico del Mondial.
Non ti preoccupare per me che sto in buona compagnia e le Sig.ne Virili ti
salutano. Abbraccioti mentre ti prego salutarmi le amiche, aff.ma
327.
Nelina
(f. 261, c. 62)
Roma, 24 aprile 1927 430
Due paroline che spero ti arriveranno sicuramente. Io sto bene, ma disorientata
per la mia venuta o andata a P[arigi]. Aspetto un tuo cenno, che spero non tarderà a venire.
Ho capito perfettamente il tuo pensiero ed aspetto proprio che si chiuda questa benedetta
parentesi. Se i tuoi amici non vogliono tornare allo stesso luogo dell’anno scorso, noi possiamo
cercare più sole cioè dove andarono quelle due signorine ove fummo a pranzo parecchie
volte a P[arigi], non sarebbe bello? Certo che hai bisogno di sole e ti farebbe bene. Se le
24 vuoi che li porti dirò a 5 che me li 60 faccia in 44. Se no, fammene un cenno.
Qui si abbarbicano sempre più e quindi bisogna pensare al più sodo, mi duole
che 5 nell’estate passata accettò la mia proposta del 44 al momento più alta… era che
dovea informarsi bene. L’indomani io scrivo un biglietto per arrestare l’affare, era fatto,
quando mai così svelta, e così si è perduto un po’. 5 dice che rifaremo a tempo opportuno
quindi dimmi che cosa devo fare, se lasciare o no. Ciao
429 Cartolina postale.
430 Lettera.
[Nelina]
(f. 261, c. 66)
211
328.
Roma, 28 aprile 1927 431
Carissimo,
Ho aspettato invano un’altra tua cartolina che mi parlava del tuo dente e sto in
pena. Forse anche tu avrai atteso la mia che ho tardato per questa ragione. Come stai? ti
sei fatto strappare il dente? Ma curati gli altri per non perderne ancora. Io sto bene però
da parecchio cioè da quando ebbi il mal di gola che poi mi durò due giorni mi è rimasto
un ronzio all’orecchio sinistro che mi dà fastidio. Speravo che andasse da sé, ma ora penso
di farmi vedere da un medico.
Punzi l’altra volta mi disse che è aria entrata, vedremo. Però ripeto sto bene e non
ti angustiare per me. Oggi aspetto una tua che se non arriva domani non vado a Napoli a
vedere S.r Giuseppina, che forse è meglio farla venire a Caltanissetta e vederla insieme a
Mario. Scrivimi e non mi fare stare in pena. Salutami tutti, un abbraccio, aff.ma
Nelina
La tua ultima è del 23.
(f. 261, c. 64)
Saluti affettuosi
329.
330.
Napoli, 30 aprile 1927 432
Nelina, S.r Giuseppina.
(f. 261, c. 65)
Napoli, 2 maggio 1927 433
Caro,
A momenti accompagno S.r Giuseppina a bordo. Sta relativamente bene e ti fa
dire tante cose affettuose. Anche gli amici ti salutano tanto. Domani torno a Roma e spero
trovare tue notizie. Napoli è bella. Ciao
Nelina
(f. 261, c. 67)
212
431 Cartolina postale.
432 Cartolina illustrata.
433 Cartolina illustrata.
331.
Roma, 3 maggio 1927 434
Carissimo,
Ho trovato qui le tue due cartoline 23 e 29. A Napoli sono stata tanto in pensiero
per te. E ora curati i denti, le gengive e fatti rimettere i denti per poter mangiare
bene. Io mi sento benissimo coi denti. S.r Giuseppina ti fa dire tante affettuosità. Veramente
è sciupata abbastanza. A Napoli ho sentito il Nerone che mi è piaciuto, però
bisogna sentirlo per capirlo meglio. Ringrazia e saluta le padrone di casa per me, ti
abbraccio
332.
Nelina
(f. 261, c. 68)
Roma, 5 maggio 1927 435
Carissimo,
Sento dalle tue che ora stai meglio, ma debole, povero fratellino chi sa come
avrai sofferto; l’immagino e me ne addoloro assai di essere lontana. Scrivimi e dimmi
sempre la verità. Io sto bene, il rumore all’orecchio dice Caronia è fresco (catarro cronico)
coll’estate passerà. Forse anderò da Geranzi, però, ripeto, sto benissimo, ti saluta tanto
tanto. Gli amici ti salutano e anche i parenti. Hai ricevuto la mia da Napoli? Mi è piaciuta
tanto questa volta! Salutami le Sig. tue padrone di casa, la Norah e tutte le altre.
Vai in campagna. Saluti affettuosi, abbracci
Nelina
(f. 261, c. 71)
434 Cartolina illustrata.
435 Cartolina postale spedita al 213 Gloucester Terrace e deviata a St. Mary’s Abbey Buckfast 5 Devon.
«Da Londra, per cercare un po’ di tranquillità, si recava molto spesso a St. Mary’s Abbey, a Buckfast, nel
South Devon, dove i monaci benedettini gli avevano messo a disposizione una stanza» (De Rosa, Sturzo, cit.,
p. 374). Scriveva il 3 maggio al fratello Mario: «Andrò a passare una settimana a Buckfast presso una Abbazia
Benedettina. Sarà bene per il corpo e per l’anima. Prega per me» (I, p. 191, n. 128).
213
333.
[Londra], 7 maggio [1927] 436
Carissima Nelina,
Questa ti arriverà con qualche ritardo ma sicuramente. Il Signore che te la porta
è persona amica mia e di Mr. Muir. Sto bene e ogni sofferenza è passata. Ebbi la tua del
24 aprile, come ti scrissi. Riguardo le 24 io non ne ho bisogno e forse è meglio lasciarle
per non avere la noia di portarle. Del resto è lo stesso qua o costà perché né ora né appresso
c’è nulla da fare.
Io ai primi di giugno dovrò essere in Germania per pochi giorni, e poi verrei a
Parigi ad incontrarti. Secondo le mie previsioni tu potresti essere a Parigi il 10 giugno. Di là
torneremo a Londra e poi tra luglio e agosto ai bagni, dove sarà possibile. Lo decideremo.
Questo piano può essere modificato nelle date per qualunque ragione imprevista;
ed io ti scriverò solo così: - bisogna rimandare il tuo ritorno in Sicilia al… (e metto la
data). La Sicilia vuol dire Parigi. Ma secondo me, non prevedo affatto così: te lo scrivo per
semplice preoccupazione.
Unica mia preoccupazione è il tuo viaggio. Lo farai come al solito. Prego il
Signore che ti assista in tutto e per tutto. Ci metteremo nelle sue mani. Egli ci ha protetto
sempre e ci proteggerà. Pensa quanta ansia ho per rivederti e come quest’altro mese mi
sembra lungo.
Un abbraccio
334.
Luigi
(f. 261, c. 70)
Roma, 10 maggio 1927 437
Carissimo,
Ho ricevuto la tua che mi parla della tua gita in campagna. Spero che ti giovi e
che ti faccia rimettere del tutto. Come avrei voluto esserti vicino in questo periodo! Meno
male che persone buone e affezionate ti hanno colmato di gentilezze. Io sto bene e se
dovessi tardare molto a mettermi in viaggio farei una capatina giù. Dei Gravina è tornata
Mina con suo padre e tutti ti salutano. Comprendi come in questi giorni sia presa ad
accompagnare Mina ed a tenerle compagnia.
214
436 Minuta di lettera.
437 Cartolina postale.
Giovanni ti saluta. Giovannino Sturzo mi scrive che ha spedito due paia di sandali,
se arrivano qui te lo scriverò. Salutami tutti, un abbraccio
335.
Nelina
(f. 261, c. 73)
Roma, 13 maggio 1927 438
Caro Gigi,
Ricevo la tua dal luogo di villeggiatura e mi auguro che l’aria ti gioverà per
rimetterti del tutto. Ma dai denti ti sei guarito perfettamente? Stai in guardia di qualche
altro che ti possa fare lo stesso male, sto tanto in pena. Io, come ti ho scritto, sono in
compagnia di Mina e Paolo con il Pr. A. che ti salutano affettuosamente. Sto bene e contenta
di rendermi utile a qualche cosa. Ho scritto a Mario ieri parlando di affari. Anche
quest’anno il raccolto si presenta male per la grande siccità. Ora piove, almeno qui che
anche questo inverno ha piovuto assai poco.
Ho visto ieri i parenti di Miss Norah, son venuti a trovarmi l’altro ieri. Tutti ti
salutano specie Giovanni che è tornato benissimo. Scrivimi e parlami della tua villeggiatura,
abbracciandoti, aff.ma
336.
Nelina
(f. 261, c. 75)
Roma, 15 maggio 1927 439
Carissimo fratello,
Ho la tua cartolina con la coltivazione delle api. Credo che stai bene, ma però
avresti bisogno di sole, caro mio… Pensi di andare ove fa più caldo e non più freddo che a
Londra. Sto sempre in pena per questo. Io sto bene e come ti ho scritto sono qui in casa
di Mina e Paolo che ti ossequiano. Credo che presto verranno i genitori. Stando qui non