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Luigi Sturzo

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OPERA OMNIA

DI

LUIGI STURZO

TERZA SERIE

SCRITTI VARI

VOLUME IV- 8


PUBBLICAZIONI A CURA DELL’ISTITUTO LUIGI STURZO

OPERA OMNIA - TERZA SERIE - VOLUME IV - 8

Luigi Sturzo - Emanuela Sturzo

Carteggio

�����������

A cura e con introduzione di

Vittorio De Marco

Rubbettino


Il volume è stato realizzato con il contributo

dell’Edizione Nazionale dell’Opera Omnia di Luigi Sturzo,

Ministero per i Beni e le Attività Culturali,

Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali

© Proprietà letteraria riservata Istituto Luigi Sturzo

© 2005 - Rubbettino Editore

88049 Soveria Mannelli - Viale Rosario Rubbettino, 10 - Tel. (0968) 662034

www.rubbettino.it


PIANO DELL’OPERA OMNIA DI LUIGI STURZO

PUBBLICATA A CURA DELL’ISTITUTO LUIGI STURZO

PRIMA SERIE: OPERE

I - L’Italia e il fascismo (1926)

II - La comunità internazionale e il diritto di guerra (1928)

III - La società: sua natura e leggi (1935)

IV - Politica e morale (1938). – Coscienza e politica.

Note e suggerimenti di politica pratica (1953)

V-VI - Chiesa e Stato (1939)

VII - La vera vita. – Sociologia del soprannaturale (1943)

VIII - L’Italia e l’ordine internazionale (1944)

IX - Problemi spirituali del nostro tempo (1945)

X - Nazionalismo e internazionalismo (1946)

XI - La Regione nella Nazione (1949)

XII - Del metodo sociologico (1950). – Studi e polemiche di sociologia (1933-1958)

SECONDA SERIE: SAGGI – DISCORSI – ARTICOLI

I - L’inizio della Democrazia in Italia. – Unioni professionali. – Sintesi sociali (1900-1906)

II - Autonomie municipali e problemi amministrativi (1902-1915)

- Scritti e discorsi durante la prima guerra (1915-1918)

III - Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919). – Riforma statale e indirizzi politici

(1920-1922)

IV - Il partito popolare italiano: Popolarismo e fascismo (1924)

V - Il partito popolare italiano: Pensiero antifascista (1924-1925)

- La libertà in Italia (1925). – Scritti critici e bibliografici (1923-1926)

VI - Miscellanea londinese (1926-1940)

VII - Miscellanea americana (1940-1945)

VIII - La mia battaglia da New York (1943-1946)

IX-XIV - Politica di questi anni. – Consensi e critiche (1946-1959)

TERZA SERIE: SCRITTI VARI

I - Il ciclo della creazione

- Versi. – Scritti di letteratura e arte

II - Scritti religiosi e morali

III - Scritti giuridici


IV - Epistolario scelto:

1. Lettere a Giuseppe Spataro (1922-1959)

2. Luigi Sturzo - Mario Scelba. Carteggio (1923-1956)

3. Luigi Sturzo - Alcide De Gasperi. Carteggio (1920-1953)

4. Luigi Sturzo - Maurice Vaussard. Carteggio (1917-1958)

5. Luigi Sturzo a Londra. Carteggi e documenti (1925-1946)

6. Luigi Sturzo e i Rosselli tra Londra, Parigi e New York. Carteggio (1929-1945)

7. Luigi Sturzo e gli intellettuali cattolici francesi. Carteggi (1925-1945)

8. Luigi Sturzo - Emanuela Sturzo. Carteggio (1891-1948)

V - Scritti storico-politici (1926-1949)

VI - La mafia

VII - Bibliografia. – Indici


Nota redazionale

Le lettere sono state riprodotte integralmente e fedelmente dagli originali.

Sono stati corretti gli evidenti lapsus calami così come i nomi propri e i nomi delle

località scritti in modo errato (per es. Pariggi).

Sono state lasciate, invece, le forme grammaticali e ortografiche, anche dialettali, usate

da Nelina, (per es. paggine), ivi compreso l’uso errato delle concordanze (per es. le

arance te li manderò).

Le date ad inizio lettera sono state uniformate sostituendo, dove occorreva, il nome

all’ordinale del mese.

I giornali, i periodici ed i movimenti sono stati riportati come nell’originale, lasciando

invariate le citazioni bibliografiche non sempre uniformi.

Gli a capo sono stati decisi dal curatore del volume.

1


Introduzione

1. Il carteggio che Sturzo tenne con la sorella gemella Emanuela – Nelina per la famiglia

e gli amici –, non rientra nel filone classico dell’epistolario sturziano, quello prettamente di

carattere politico. In qualche modo si avvicina alla corrispondenza tenuta col fratello Mario

per ciò che concerne gli avvenimenti di casa, quelli personali, i sentimenti e la spiritualità,

non certo per gli aspetti filosofici e culturali che in gran parte la caratterizzano 1.

L’arco cronologico è molto ampio: dal 1891 al 1948, qualche giorno prima della

morte di Nelina e comprende circa un migliaio tra lettere, cartoline postali e cartoline

illustrate: 802 di Nelina e 181 di Luigi. Spesso si fa riferimento a cartoline o lettere ricevute

o spedite da entrambi, che non si sono però trovate nell’Archivio Sturzo, soprattutto

corrispondenza di Luigi, presumendo che siano andate disperse.

È sostanzialmente, come accennato, un carteggio familiare, attraversato dalla preoccupazione

della salute reciproca; anche un raffreddore nell’uno crea apprensione nell’altra

e viceversa; apprensione che in Nelina si fa ancora più forte dall’inizio del soggiorno londinese

del fratello. La divisione cronologica del carteggio riflette la vicenda biografica di

Luigi, potendolo dividere in quattro fasi: dal 1891 al momento dell’esilio; il periodo londinese,

quello americano e il dopoguerra. Costanti in tutti e quattro i periodi sono gli

accenni, oltre che alla salute, ai piccoli avvenimenti di amici e parenti, alla nostalgia reciproca,

all’abbandono alla volontà di Dio.

2. Nella prima parte del carteggio la vita familiare di Caltagirone condisce tutte le

altre notizie; è Nelina che informa il fratello, che si trova spesso a Roma o a Catania, delle

condizioni di salute dei genitori, delle sorelle Margherita e Remigia, suora della Carità a

Girgenti (Agrigento) col nome di Giuseppina, del fratello Mario, il «vicario», della varia

parentela, delle cameriere che vanno e vengono. È il mondo della borghesia possidente

che emerge fin dalle prime lettere di Nelina, la quale passa il tempo dilettandosi di ricamo,

pittura, fotografia, gite e villeggiature con i parenti, soprattutto i Fanales, e che spesso

interessa il fratello a Roma dell’acquisto di spartiti per pianoforte e mandolino, di

qualche indumento o cappellino alla moda, di lastre fotografiche, di oggetti particolari da

utilizzare come regali. Nelina aveva una discreta cultura, avendo frequentato insieme alla

sorella Remigia, tra il 1883 e il 1885 ad Acireale, il postulato della Congregazione delle

Figlie di Carità e il collegio del S. Cuore 2.

1 L. Sturzo-M. Sturzo, Carteggio, 4 voll., a cura di G. De Rosa, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma

1985. 2 Cfr. F. Piva-F. Malgeri, Vita di Luigi Sturzo, Cinque Lune, Roma 1972, p. 25.

3


Ma nelle prime lettere c’è anche il problema della sua vocazione: scartata l’idea di

prendere marito, come desiderato dai genitori, Nelina avrebbe anch’essa voluto abbracciare

lo stato religioso 3, seguendo così le orme dei fratelli e della sorella Remigia. Il suo

desiderio era di entrare, a Roma, tra le suore dette del S. Cuore. Ma dagli accenni fatti al

fratello, sembra di capire che si trattava di una vocazione incerta, fortemente condizionata

dalla situazione familiare soprattutto dopo la morte della mamma (1897), con il padre

ancora vivente, i due fratelli sacerdoti, la sorella Margherita malferma in salute. Luigi era

il suo confidente; gli chiedeva di pregare perché il Signore le concedesse la forza di «resistere

alle lotte» (n. 14), di avere il coraggio di dire tutto in casa. «Caro fratello – gli scriveva

nel maggio 1898 – io son risoluta, ma mi manca la forza di dire addio a tutti, di dire

coraggiosamente debbo lasciarvi poiché mi riesce assai duro, stante la posizione di casa

nostra» (n. 25). Alla fine si decise: ma durò poco. Nel settembre 1900 era a Roma, nel

convento delle suore del S. Cuore a Villa Lante, ma già una lettera dell’agosto 1901 (n.

32) era indirizzata a Luigi da Caltagirone. L’esperienza della vita religiosa era durata appena

un anno.

La sua condizione di nubile, maggiormente dopo la morte della sorella Margherita

(1922), la portò a legarsi sempre più ai due fratelli, specialmente a Luigi con cui il rapporto

era sempre stato particolare. Le lunghe assenze di Luigi da Caltagirone erano per lei

un peso: «Quando verrai? – gli chiedeva nell’agosto ’14 – Che noia la tua assenza mi porta»

(n. 45); «Sono stanca – così nel dicembre del ’16 – della tua assenza, caro Gigi, così

non si può più vivere» (n. 72). Durante le permanenze romane di Luigi, Nelina funzionava

da sua segretaria in quel di Caltagirone: gli mandava lettere e pratiche del Municipio,

lo teneva informato e aggiornato sui problemi e avvenimenti locali, gli girava non poche

raccomandazioni che riguardavano soprattutto soldati calatini.

Scarsa risulta la corrispondenza tra il ’19 e l’ottobre del ’24 allorquando Luigi, passando

per Torino, lasciò l’Italia per l’Inghilterra. Appena sette lettere e due telegrammi. È

da pensare che Nelina, in questi anni, passò molto tempo a Roma, vicino a Luigi, vivendo

con lui le passioni e le difficoltà della stagione del popolarismo, ma senza mai un coinvolgimento

politico diretto, sempre nell’ombra, ma sempre presente, in confidenza con gli

altri dirigenti del partito.

Nel luglio ’22 era morta la sorella Margherita; Luigi non era tornato a Caltagirone

per assisterla e partecipare ai funerali: «Ebbe tutti i conforti – lo informava la sorella – e

come li voleva lei, senza chiasso, così Iddio permise perché amici e parenti lo seppero

quando era volata in cielo» (n. 93). L’esilio non gli permetterà nemmeno di essere presente

alla morte della sorella Giuseppina (1928) e del fratello Mario (1941). Un’eco dei tormentati

giorni del luglio ’23, la troviamo in una lettera di Nelina del 17 di quel mese.

Luigi aveva presentato le dimissioni da segretario del Partito popolare il 10 luglio, al culmine

delle pressioni vaticane. «Sturzo – scrive Malgeri – rimase profondamente ferito da

questa vicenda. All’indomani delle dimissioni si recò a Montecassino per un breve periodo

di riposo e di meditazione» 4. Da Montecassino mandò una lettera a Nelina che pur-

3 Glielo confidava in una lettera del 1894: «Ed ora caro fratello anch’io so un po’ comprendere quanto è

dolce star vicino al buon Gesù, qual pace e felicità si trova nello star vicino a lui» (lett. n. 2).

4 F. Malgeri, Luigi Sturzo, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1993, p. 163.

4


troppo non si è rintracciata. «Vedo – gli rispondeva tra l’altro la sorella – come l’animo

tuo è grande, come la tua fede è viva e profonda» (n. 94). Nelina si trovava a Roma, e lì

volle rimanere in attesa degli sviluppi di eventi che avrebbero complicato la loro vita ed il

loro rapporto per oltre vent’anni.

3. La partenza di Luigi per Londra nell’ottobre del ’24, fu un momento difficile per

entrambi. Nelina lo salutò a Roma; pianse molto, ma come Luigi, affidò quel momento

di dolore alla volontà misteriosa di Dio: «Quel che Iddio fa è sempre buono» scriverà in

una lettera del ’40 (n. 855). Ma furono un pensiero ed una fede sempre presenti in tutti

gli avvenimenti di quegli anni. Anche quella partenza entrava nei disegni di Dio: «Poi,

pensando che il tuo è un atto di sottomissione che Iddio non potrà non premiare, mi

tranquillizzai» scrisse a Luigi qualche giorno dopo (n. 95). La sofferenza comunque restò,

intensa e struggente in ambedue 5.

Londra, agli occhi di Nelina, non era la soluzione migliore per il soggiorno del fratello

a causa del clima, dell’umidità, delle interminabili giornate grigie e piovose, così lontana

dal clima romano e siciliano. Luigi ne avrebbe sofferto nello spirito e nel corpo. La

salute di Luigi diventò per Nelina un vero e proprio tormento: «Dimmi tutto, anche se

hai qualche piccolo disturbo, non me lo nascondere, mi faresti stare più preoccupata»

(30.10.24, n. 96). E qualche giorno dopo: «Se ti ammali come farai tu, ma come resisterò

io?» (n. 97). Anche Luigi non era da meno nel preoccuparsi della salute della sorella e se

qualche lettera o cartolina postale ritardavano, l’uno e l’altra si allarmavano. Potrebbe

apparire anche troppo ossessiva ed esagerata questa preoccupazione per la salute che si

ritrova in tutta la corrispondenza, ma la lontananza ingigantiva i problemi quotidiani e

rendeva entrambi molto sensibili a questo problema. Nelina si atteggiava più che a sorella,

a mamma fin troppo premurosa: «Stai attento quando accendi il fuoco colle maniche

pelose, sto in pensiero» (9.9.25, n. 175); «Forse i geloni ti son venuti per uscir la mattina

per la messa? Stai attento, quando vi è la nebbia forte non uscire» (1.11.26, n. 276); «Sento

con dolore della tua influenza, piccola come tu dici, ma che a me produce una viva agitazione,

un pensiero» (14.12.26, n. 276).

Nelina preferirà passare, quando le sarà possibile, molta parte dell’anno a Roma. Lì si

sentiva innanzitutto più vicina al fratello: «Ed io sto qui perché mi sento più vicina a te e

perché Roma è la mia passione» (24.3.27, n. 318). Nella capitale aveva modo di incontrare

gli amici di partito, alcuni parenti e amici di Caltagirone che, come lei, prediligevano

passare l’inverno a Roma. Nessuna particolare vita mondana se non qualche volta l’opera

lirica e i concerti; era la capitale in sé che l’affascinava, potendo anche seguire prediche e

solenni funzioni nelle più importanti chiese della città. L’aria di Roma gli si confaceva,

scriveva spesso a Luigi. Caltagirone gli sembrava troppo lontana rispetto a Londra; ma

anche nel paese natale si rendeva necessaria la sua presenza dopo la morte dei genitori e

5 «Pensa come Nelina sarà preoccupata per me e dispiaciuta di restar sola – scriveva al fratello Mario il 18

ottobre del ’24 –. Per fortuna c’è qui la signora Orlando che le farà compagnia» (L. Sturzo, Scritti inediti, II,

(1924-1940), a cura di F. Rizzi, Cinque Lune, Roma 1975, p. 2). E il fratello il mese successivo: «Nelina mi

scrisse l’altro giorno. Povera sorella, come soffre della tua lontananza! Scrivo più spesso del solito anche a lei,

per confortarla. Ma anch’essa sa trovare in Dio il vero conforto» (L. Sturzo-M. Sturzo, Carteggio, I, (1924-

1928), cit., p. 31, n. 12. Da ora in poi Carteggio).

5


della sorella Margherita, per seguire i raccolti stagionali nelle campagne di cui erano proprietari

– i giardini di frutta soprattutto –, i lavori della casa, e per stare vicina anche a

Mario, vescovo a Piazza Armerina.

Nelina sperava che la permanenza a Londra di Luigi durasse poco; infatti spesso nella

corrispondenza tra il ’25 e il ’29 lo aggiornava sull’acquisto di un appartamento o un villino

a Roma, in modo che tornando da Londra ambedue vi si sarebbero potuti stabilire,

senza più alberghi, pensioni o case di amici. Le disponibilità finanziarie c’erano, ma forse

Nelina era di gusti un po’ difficili. Alla fine non se ne fece nulla sia perché non riuscì a

trovare qualcosa di suo gradimento, sia perché andò scemando la speranza di un ritorno

di Luigi in tempi brevi. «Come devo passare tutto questo tempo? – gli confidava appena

qualche settimana dopo la partenza – Ah! no, non sarà possibile che ne passi troppo!!»

(3.11.24, n. 97). Avrebbe voluto andare a parlare «a chi di ragione – gli confidava nella

stessa lettera – per far che ritorni; tu che ne dici? non farei una cosa che a te dispiacerebbe?».

Non conosciamo la risposta di Luigi, ma non andò né da Gasparri né da Mussolini,

se pure ci sarebbe potuta arrivare e se queste erano le sue reali intenzioni. Nelina aveva già

messo in programma per la fine del ’24 un viaggio a Londra se Luigi non fosse tornato in

Italia.

Tutte le lettere dei primi anni esprimono questo intenso desiderio di Nelina di vedere

presto ritornare a Roma o a Caltagirone, «a casa nostra», il fratello. «Mi sembra un anno

che manchi; mi pare come fosse passata estate autunno inverno e siamo in primavera…e

tutto questo tempo da te lontano» (13.1.25, n. 116). Ma il clima politico si faceva sempre

più difficile, e la stessa Nelina cominciava a intuire, ma non ad accettare, il fatto che

sarebbe potuta essere lunga la permanenza di Luigi a Londra, man mano che superata la

crisi del delitto Matteotti, Mussolini stava riprendendo saldamente il controllo della

situazione. «Mi duole semplicemente intravedere – si legge nella stessa lettera del gennaio

’25 – come la tua lontananza si protrae a lungo, stante così le cose». Quel sospirato giorno

lo vedeva allontanarsi: «Io non lo vedo vicino e mi addoloro…» (26.1.25, n. 122). Sperava

almeno che questo loro sacrificio sarebbe tornato utile innanzitutto per le loro anime e

poi per l’Italia stessa. Ormai il timore di un lungo soggiorno all’estero si stava trasformando

velocemente quasi in certezza: «Vedi che io avevo ragione di piangere – così nel maggio

’25 – quando partisti e di dirti: parti ma chi sa quando potrai più tornare. Certo che

qui saresti stato sacrificato a non uscire che ben poco, ma per me era di non dover lasciare

il campo…» (6.5.25, n. 133). Sembra di capire che la sorella non condivise fino in fondo

la decisione di Luigi e le pressioni fatte su di lui, per lasciare l’Italia. Per lei bisognava

rimanere sul campo, ma forse non si rendeva conto dei reali pericoli che il fratello avrebbe

corso restando in Italia. Anche Luigi dall’inizio del ’25 si convinse che il suo ritorno non

sarebbe avvenuto presto 6.

Ad un anno dalla partenza, ricordava quei momenti dolorosi con particolare nostalgia:

«Stasera è un anno che lasciai Roma, e mi tornano a mente quei momenti, come uno

dei ricordi più vivi della mia vita; e penso a te buona e dolce sorella, così lontana dal fra-

6 Scriveva il 27 febbraio del ’25 a Filippo Del Giudice: «Io vedo che il mio esilio si prolunga chissà per

quanto tempo. Non oso pensarlo; ma subisco in silenzio la mia situazione e offro al Signore la mia intima sofferenza;

di questa non parlo e non scrivo a nessuno» (L. Sturzo, Scritti inediti, II, cit., p. 48).

6


tello tanto amato; ti penso e ti sono vicino, ti vedo girare per la casa paterna con tanta

cura delle nostre piccole cose e delle nostre tanto belle campagne. Ti sono vicino quando

preghi il Signore, per me, per te, per tutti e mi sento unito nella preghiera a te più che in

ogni altro momento della nostra vita. E ci rivedremo presto» (25.10.25, n. 188). Già dalle

lettere del ’26 non torna quasi più l’argomento e soprattutto la speranza di un ritorno a

breve in Italia. Le leggi “fascistissime” e la piega che ormai stava prendendo in Italia il

regime, allontanava sine die questa possibilità. Nelina se ne convincerà presto.

La permanenza a Roma, soprattutto tra il ’24 e il ’26, anche se non continua, le permetteva,

come detto, di incontrare gli amici di partito di Luigi: Coccia, De Gasperi, Spataro,

Scelba, Del Giudice, per fare solo alcuni nomi; talvolta partecipava a qualche loro

manifestazione, ma anche si lasciava andare a qualche critica circa il loro comportamento

nella conduzione del partito o delle strutture collaterali. Era anche da questi contatti che

Nelina si rendeva conto che il quadro politico andava complicandosi e che era difficile

anche per loro poter lavorare per il partito e aggiornare Sturzo con frequenza: «Gli amici

mi dicono che non ti scrivono perché temono che le lettere vengono aperte e non potendo

scrivere sul serio, preferiscono non scrivere» (6.12.24, n. 107). Il sospetto non era fuori

luogo. Attraverso Nelina, Luigi mandava notizie o dava indicazioni o commissioni agli

amici del partito, il tutto con qualche difficoltà: «Faccio sempre le tue commissioni presso

i tuoi amici, ma vedo che non corrispondono puntualmente o che la posta non ti perviene

giusta» (12.12.24, n. 110).

La situazione si complicò dall’anno successivo e ve ne è traccia nella corrispondenza

di Nelina: «A me non viene più verso di andare al Partito e passare in mezzo a tutti quei

carabinieri. […] Hanno avuto il Popolo sempre sequestrato» (26.1.25, n. 122). Nonostante

le crescenti difficoltà, Luigi continuò a mandare a Nelina lettere da distribuire ad

alcuni popolari; Nelina lo avvertiva del crescente clima poliziesco intorno al partito e ai

suoi dirigenti, della censura, del sequestro del Popolo, dello spionaggio ai danni di chi

gli scriveva o aveva contatti con lei stessa. Non volle mancare però all’inaugurazione del

V congresso del partito a Roma il 28 giugno del ’25: «Torno dall’inaugurazione del

Congresso. Molto entusiasmo, molta fede, molto affetto per te» (n. 126). I riferimenti al

partito e ai suoi dirigenti andranno velocemente diradandosi nell’anno successivo fino a

scomparire del tutto. Non giovava a nessuno mettere a repentaglio la propria sicurezza.

Luigi chiese più a Nelina di fare da tramite con i dirigenti popolari. La tenaglia

ormai si era stretta intorno a loro. L’ultimo chiaro riferimento è in una lettera del 24

marzo ’27: «Tutti gli amici ti salutano e se non ti scrivono è perché non possono muoversi,

credilo, e temono di tutto giacché le cose stringono sempre più. Loro ti pensano

sempre e ti fanno dire tante cose» (n. 318). L’appuntamento con tutti era rimandato al

secondo dopoguerra.

La lontananza veniva interrotta ogni anno e fino al 1937 (non si videro soltanto nel

1938, mentre nel ’39 stettero insieme a Parigi in inverno per una sola settimana), nel

periodo estivo, tra fine giugno e fine agosto. Si incontravano in genere a Parigi, proseguivano

talvolta per qualche altra città europea per poi ritornare sulle spiagge francesi. Si può

dire che vissero quegli anni di lontananza in attesa degli incontri estivi che ricreavano,

anche se per poco, un intenso clima familiare e domestico. Solo in queste occasioni potevano

naturalmente scambiarsi notizie e impressioni che non trovavano posto, per ovvie

7


agioni, nelle cartoline postali che sempre più frequentemente sostituiranno le lettere già

a partire dal ’25.

Dietro le tante difficoltà del vivere lontani, totale fu sempre l’abbandono di ambedue

alla volontà divina, ai voleri del Signore, ai suoi disegni, sicuri che la giustizia prima o poi

sarebbe trionfata. Se lo spessore della spiritualità di Luigi già era emersa nel carteggio col

fratello, ritorna in questa corrispondenza aggiungendovi quella, non meno vissuta, della

sorella. La fede resta il contrafforte essenziale in questa lunga prova, mai messa in discussione

da Nelina: «Iddio ci sorreggerà a passare quest’ora di amarezza» gli scrisse qualche

giorno dopo la partenza (n. 98). L’ora di amarezza si allungò nel tempo, ma Nelina e Luigi

riposero sempre tutto nelle mani di Dio. «Restiamo uniti in ispirito in questi giorni di

festa – gli scriveva Nelina alla vigilia del Natale del ’25 –, raccomandandoci al buon Dio

reciprocamente, affinché ci dia la forza di rassegnarci e di vivere» (n. 207). Molte lettere e

cartoline postali avranno questa chiusa. Soprattutto era Nelina che dava coraggio al fratello,

perché sopportasse con rassegnazione tutte le contrarietà incontrate e da incontrare,

la dura separazione, la solitudine. Solo la preghiera quotidiana riusciva ad annullare la

lontananza fisica, così come il comune ricordo dei genitori e delle sorelle morte, gli anniversari

di ordinazione sacerdotale di Luigi, il loro compleanno il 26 novembre, gli anniversari

di sacerdozio e di episcopato del fratello Mario, le feste natalizie e pasquali, quelle

locali legate alla vita calatina. Tutto era mediato dalla preghiera e dalla fede nella misericordia

e nella giustizia di Dio.

Luigi si sentiva profondamente in debito verso la sorella: sempre vicina nei momenti

difficili, più distaccata nei momenti dei trionfi, «modesta sempre e sempre col senso della

misura, con la visione della realtà, con l’antiveggenza dell’amore»; così le scriveva il 16

maggio 1929, ringraziandola per tutto quello che aveva fatto e continuava a fare per lui,

avendo sacrificato la sua vita per stargli al fianco e non lasciarlo solo «nelle tempeste della

vita. Solo il Signore può compensarti, ed io non so fare altro che pregare per te». Una

intesa ed un affetto straordinari per i due fratelli, abituati sin dalla nascita a condividere le

gioie e i dolori familiari, le vicende della vita sacerdotale e politica di Luigi, la dura esperienza

della lontananza, mitigata e superata dalla fede. «Giovedì è Natale – scriveva Nelina

nel dicembre del ’30 –, e col pensiero e col cuore sto a te vicino, carissimo fratello

gemello. In ispirito passiamolo vicino quel giorno tanto dolce e soave. Nella preghiera ed

a piè della grotta uniamo i nostri cuori e le anime nostre, per essere poi per sempre uniti

nell’altra vita. Tu prega per me, io ho più bisogno che voi delle preghiere e degli aiuti

Divini» (n. 584). Il ricordo dei propri defunti li faceva spesso riflettere sulla vita futura

che vedevano sempre più avvicinarsi: «E così caro fratello, anche noi ci avviciniamo verso

la patria beata, che il Signore ci assista. Preghiamo l’un per l’altro e stiamo uniti sempre a

piè dell’altare» (17.10.37, n. 737).

Le caratteristiche generali dell’epistolario così come si va svolgendo nella seconda

metà degli anni Venti, le ritroviamo nella corrispondenza del decennio successivo. Alcuni

riferimenti alla situazione internazionale ed interna, sempre più complesse, emergono

velocemente in qualche cartolina postale: «Leggo con dispiacere le notizie della Spagna –

scriveva Luigi nell’ottobre del ’33 –. Speriamo che si calmeranno» (n. 663). Così fa anche

capolino la crisi dei Sudeti e gli accordi di Monaco: «Il mondo intiero – scriveva Nelina

nell’ottobre ’38 – ne era preoccupato [della crisi internazionale] e con ragione. Come si

8


poteva pensare a una nuova guerra senza avere i brividi! Ne sia ringraziato Iddio»

(6.10.38, n. 772). Da Londra, Luigi capì nell’estate del ’39 che la situazione internazionale

si era ormai irrimediabilmente deteriorata: «L’agosto l’avrò libero, se sarà tranquillo,

il che non si sa» (14.6.39, n. 821); e alla vigilia dello scoppio della guerra: «Uniti nelle

preghiere a Dio che si fanno in tutto il mondo per la pace e col pensiero a te, a Mario e a

tutti i parenti e amici» (29.8.39, n. 834). E la guerra, come è noto, li avrebbe ulteriormente

allontanati.

4. La corrispondenza, con il trasferimento di Luigi negli Stati Uniti 7, si rese più difficoltosa,

caratterizzata anche da lunghi intervalli di tempo tra la spedizione e l’arrivo di

una lettera. Le notizie arriveranno ad ambedue attraverso una famiglia italo-americana,

originaria di Caltagirone, i Bagnara, che vivevano a New York. La famiglia Bagnara ospiterà

Sturzo nei primi mesi di permanenza in America, prima del suo trasferimento in Florida,

dove il clima era molto meno rigido e vi era maggiore tranquillità di spirito. Nella

stessa famiglia ritornerà nel ’44, quando gli sembrò più utile la sua presenza a New York.

Soprattutto dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti, le lettere indirizzate da Luigi e le

risposte di Nelina passavano attraverso il “prestanome” di Carmela Bagnara. Mischiando

notizie della propria famiglia e notizie più generali in cui si capiva innanzitutto che la

salute andava bene, Luigi e Nelina, pur con lunghi intervalli non si persero di penna, per

così dire, e fu un grande conforto per l’uno e per l’altra.

Con la caduta del fascismo, la corrispondenza riprese lentamente con maggiore

cadenza. Come è noto, già dalla fine del ’43 Sturzo riallacciò il rapporto epistolare con

diversi amici popolari italiani e con i siciliani Mattarella, Aldisio, La Rosa, Pecoraro 8.

Prima dello sbarco degli alleati, la Sicilia venne interessata da pesanti bombardamenti.

Fu quello il periodo più angoscioso per Luigi non riuscendo ad avere notizie della

sorella. Scrivendo a Carlo Sforza nel settembre ’43, prima che questi tornasse in Italia dall’esilio

americano, preferì non dargli nessuna lettera per Nelina: «Finché non avrò notizie

da lei stessa il mio tormento non cessa. Ho paura di avere notizie da altri. Non ne ho

chieste, non ne chiedo. Mi affido a Dio» 9. Questa lettera di Luigi a Sforza quasi si intrecciò,

nella datazione, con una lettera di Bernardo Mattarella a Sturzo del 23 settembre ’43,

in cui lo si rassicurava tra l’altro della buona salute della sorella Nelina «che più di ogni

altro attende il ritorno dell’illustre e amato fratello» 10. La lettera di Mattarella arrivò finalmente

a Sturzo il 19 novembre con la gradita notizia. Ne informò con grande commozione

l’amico Mario Einaudi: «Caro Mario, per dirti che ho ricevuto una lettera da Palermo,

nella quale mi si assicura che mia sorella sta bene e…mi aspetta. Enorme è stata la mia

7 Sul periodo americano cfr. G. De Rosa, Sturzo, Utet, Torino 1977, pp. 403-431; F. Malgeri, Sturzo,

cit. pp. 235-291; V. De Marco, Tempore Belli. Sturzo, l’Italia, la guerra (1940-1946), S. Sciascia, Caltanissetta-Roma

1995; L. Gray, L’America di Roosevelt negli anni dell’esilio di Luigi Sturzo fra Jacksonville e New York:

quale America ha conosciuto?, in Universalità e cultura nel pensiero di Luigi Sturzo, Rubbettino, Soveria Mannelli

(Cz) 2001, pp. 521-550.

8 Cfr. L. Sturzo, Scritti inediti, III, (1940-1946), ad indicem. Per le lettere di Aldisio cfr. anche L. Sturzo-

S. Aldisio, Carteggio (1924-1956), a cura di V. De Marco, S. Sciascia, Caltanissetta-Roma 2001, pp. 89-109.

9 Sturzo a Sforza, 21 settembre 1943, Scritti inediti, III, cit., p. 150.

10 Mattarella a Sturzo, 23 settembre 1943, ibidem, p. 154.

9


consolazione ed ho pianto di gioia» 11. La prima lettera di Luigi alla sorella è dei primi di

novembre del ’43, mentre quella di Nelina porta la data del 14 dicembre dello stesso

anno.

Ma tutti gli amici siciliani che ebbero modo di scrivergli in quei mesi, soprattutto

Mattarella, Scelba, Aldisio, La Rosa, lo informarono sempre della salute della sorella che

viveva di speranze e ricordi in attesa del suo ritorno.

Luigi dall’America cercò di aiutare alcuni amici e parenti col mandare pacchi con

generi di prima necessità non deperibili e soprattutto stoffe, scarpe ed altro abbigliamento.

Lo stesso fece con la sorella. Era anche quello un modo per solidarizzare con loro, sentirli

e sentirsi vicino in un momento morale e materiale veramente difficile. Nel loro carteggio

viene trattato anche il problema del suo ritorno in Italia. Non intendiamo tornare

in modo specifico sull’argomento, conoscendo ormai le cause del ritardo 12. Ma l’impressione

è che anche la sorella giocò un ruolo “psicologico” nel ritardare il viaggio di ritorno

di Luigi. Preoccupata per la salute del fratello, Nelina avanzava forti dubbi sul viaggio,

sulla sua sicurezza, sulla situazione molto instabile, a suo parere, che si viveva in Italia,

soprattutto dopo la fine della guerra, delineando un quadro di vera e propria anarchia, un

clima di violenza ed arbitrio. Insomma per lei Luigi sarebbe stato più sicuro in America

che non in Italia, affidando del tutto il suo ritorno alla volontà di Dio; e se questa fosse

stata di dover rimanere per sempre in America, Nelina l’avrebbe accettata. «Certo che il

pensiero che un giorno tu possa venire mi riempie l’animo di gioia, ma prego Iddio che la

tua venuta debba effettuarsi quando Iddio vorrà per il bene dell’Italia» (19.5.44, n. 881).

Questo sarà un forte leit motiv che Nelina metterà sempre davanti ogni volta che spunterà

il problema del rientro di Luigi in Italia. Anche lei naturalmente lo desiderava, ma a tempo

debito, con un viaggio comodo, anche se infarciva le sue lettere di evidenti contraddizioni

nel senso che stigmatizzava la stagione invernale perché troppo fredda, quelle intermedie

perché incerte climaticamente, quella estiva perché troppo calda…

Quanto Sturzo si sia fatto condizionare dai suggerimenti, dalle riflessioni e dai giudizi

della sorella è difficile dirlo; né ella era probabilmente al corrente delle altre ragioni che

ritardavano il rientro, non facendone cenno nelle sue lettere, ma credo non si debba sottovalutare

la sua influenza a proposito del viaggio di ritorno in Italia. Tra l’altro temeva

che a Roma il fratello sarebbe stato sommerso da troppo lavoro, telefonate, visite, raccomandazioni,

congressi, convegni; il tutto poco consono alle sue condizioni di salute.

Nelina ebbe modo di sentire periodicamente la voce del fratello attraverso la radio:

«Che emozione sentirti da così lontano! – gli scrisse la prima volta – non so descrivertela,

posso solo dire che la mia attenzione alla voce mi fece prestare meno orecchio al discorso

che veramente fu interessante» (9.10.44, n. 886). Le notizie politiche italiane, oltre che

dagli amici – da questi certamente più precise e dettagliate – le riceveva anche dalla sorella.

In Sicilia Nelina faceva le sue veci, presente al congresso democristiano di Acireale nel

novembre ‘44 13, presente alle visite di politici e ministri a Caltagirone, candidata alle ele-

11 L. Sturzo-M. Einaudi, Corrispondenza americana. 1940-1944, a cura di C. Malandrino, Olschki,

Firenze 1998, p. 285.

12 Cfr. Malgeri, Luigi Sturzo, cit., pp. 272-291.

13 Il congresso si tenne il 25 e 26 novembre. «Al congresso partecipò anche la Signorina Nelina accolta

10


zioni amministrative calatine risultando nella DC la prima degli eletti, forte del nome e

del ricordo del fratello. Non mancavano giudizi spesso negativi sulla classe dirigente siciliana,

sulla poca organizzazione del partito, sugli uomini non molto attivi, sulle leggi che

a Roma gli stessi amici democristiani stavano varando e che andavano a colpire i proprietari,

ciò che era difficile per lei capire ed anche accettare se non obtorto collo 14. Così come

era dubbiosa in quel delicato periodo di transizione sul voto alle donne, sui troppi partiti

e movimenti che circolavano in l’Italia. Nella scelta istituzionale non si espose, né nelle

lettere al fratello sposerà l’una o l’altra causa, assumendo una posizione che potremmo

definire di realpolitik: «La maggior parte è per la Monarchia, la repubblica sì qualcuno ne

parla con entusiasmo, ma la gente in genere non la vede, manca l’uomo che ne piglierebbe

le redini e allora esita. Preghiamo Iddio che ispiri ai votanti per il maggior bene dell’Italia,

qualunque esso sia il responso» (8.5.46, n. 921).

5. Nonostante Sturzo fosse tornato in Italia nell’agosto del ’46, soltanto il 5 ottobre la

sorella poté riabbracciarlo a Roma, dalle suore canossiane di via Mondovì, dove Sturzo

alla fine aveva fissato il suo soggiorno romano. La corrispondenza epistolare continuò

nonostante le visite di Nelina a Roma e probabilmente anche periodiche telefonate.

Quello che non cambiò nemmeno in quest’ultima parte fu il registro della salute proprio

per il timore che la permanenza a Roma potesse diventare per l’eccessivo lavoro, soprattutto

giornalistico, teso a moralizzare la vita pubblica, una trappola per la sua salute. Nelina

aveva anche capito che si trattava per Luigi di una campagna isolata: «Leggo i tuoi articoli

e vedo che dici la verità, ma quanti l’ascoltano?» (19.1.47, n. 934).

Nelina si premurava, quando era in quel di Caltagirone, di mandare al fratello le primizie

della terra, ma toccava scrivergli non poche raccomandazioni pressata anch’essa da

tanti calatini alla ricerca di una sistemazione. Tornava qualche volta sulla politica con giudizi

sostanzialmente negativi sulla riforma agraria che si stava varando in Sicilia, sulle

ingiustizie causate ai proprietari, pur riconoscendo la necessità di dover venire incontro

alle esigenze dei contadini. La condizione e l’educazione borghese facevano aggio su altre

premure di carattere sociale a cui il fratello naturalmente era più sensibile. Le elezioni

regionali dell’aprile ’47 e quelle politiche dell’aprile ’48, passano veloci sui fogli di Nelina;

non voleva appesantire oltre il fratello su questioni politiche in cui era già abbastanza

coinvolto. Così come succedeva durante l’esilio londinese, anche in questi due anni, prima

della morte di Nelina, tutto era finalizzato al momento in cui avrebbero potuto passare

qualche settimana o qualche mese vicini; i lavori continui della campagna non permettevano

a Nelina di trasferirsi definitivamente a Roma.

entusiasticamente dall’Assemblea. Era il suo compleanno e i nostri pensieri furono rivolti a lei che festeggiava

lo stesso compleanno» (Scelba a Sturzo, 19 dicembre 1944, in L. Sturzo-M. Scelba, Carteggio (1923-1956), a

cura di G. Fanello Marcucci, Istituto L. Sturzo, Roma 1994, p. 147).

14 Scriveva Scelba a Sturzo nel novembre ’44: «In settembre fui in Sicilia per rendermi conto della situazione

del partito e stetti due giorni a Caltagirone, visitando la signorina Nelina. Sta magnificamente in salute.

Si lamentava per le leggi agrarie favorite dalla…Dc che riducevano i redditi dei proprietari! Era davvero difficile

sostenere la parte e quindi incassai tutti i giustificati rimbrotti pel nostro demagogismo. Mi viene quasi

da ridere al ricordo» (Scelba a Sturzo, 11 settembre 1944, Carteggio, cit., p. 135).

11


Rimase fino alla fine occupata a portare avanti l’amministrazione della casa e delle

proprietà; una donna dinamica, religiosissima, sempre attenta a ciò che succedeva intorno

a lei. Scelba la definì donna «colta, molto elegante ed anche molto indipendente per il

tempo in cui visse» 15. Era proprio l’altra faccia della medaglia che completava la personalità

di Luigi; l’uno essenziale all’altra e viceversa, nella loro non facile esistenza. La ricordava

nei suoi colloqui con De Rosa nel ’58: «Desidera parlarmi un giorno della sua sorella

gemella Nelina, che gli è stata molto vicina nei momenti più difficili della sua vita e che

ha avuto una influenza su di lui» 16.

L’ultima lettera al fratello è dell’8 agosto ’48: «L’inverno qui è bruttino, quindi penso

di venirlo a passare a Roma se Iddio vuole, come lo scorso anno» (n. 983). Morì a Caltagirone

appena 10 giorni dopo, il 18 agosto.

Come si è detto all’inizio, si tratta di un carteggio che si svolge in grandissima parte

all’interno dell’orizzonte familiare, un mondo domestico di genitori, fratelli e sorelle, amici,

parenti, campagne calatine tra la Russa, S. Bartolomeo, Boschigliolo, Passocristofaro e

Altobrando; orizzonti solari siciliani, ottobrate romane e grigi e rigidi inverni londinesi,

con qualche sprazzo di luce delle estati passate insieme anche durante l’esilio. Una cronologia

di avvenimenti lieti e tristi che hanno contornato la storia familiare, come la morte della

sorella Margherita nel ’22, di suor Giuseppina nel ’28 e del fratello Mario nel ’41, matrimoni

di parenti e nascite, avvenimenti anche importanti magari appena sfiorati.

Attraverso questo carteggio con la sorella, Luigi ebbe la possibilità di mantenere per

tutta la vita un saldo cordone ombelicale con la sua giovinezza calatina, con la Sicilia che

fisicamente non vide più dai primi anni Venti, con la sua famiglia e i suoi parenti, dominando

su tutto i forti affetti reciproci e per oltre vent’anni le tante attese e speranze di

tempi migliori.

12

Vittorio De Marco

15 G. Fanello Marcucci, Premessa a L. Sturzo-M. Scelba, Carteggio, cit., p. 25.

16 G. De Rosa, Sturzo mi disse, Morcelliana, Brescia 1982, p. 98 (colloquio del 30 giugno 1958).


1.

Caltagirone, [28 agosto 1891] 1

Caro Luigi,

Due parole in fretta per dirti che stiamo bene e che stamane abbiamo ricevuto

la tua cartolina. I tuoi comandi furono eseguiti; tu intanto ti diverti, per te fu riserbata

questa gita.

Intanto mamà vorrebbe fatto il piacere di comperarci una siringhetta per l’ignezione

poiché quella del D.re si ruppe e la vorrebbe mandata a giro di posta. L’indirizzo è il

seguente, dato dallo stesso Dottor Felice Giuffrida Aparo, e costa £ 3.

Sicura che eseguirete subito la commissione ed augurandovi una buona permanenza

sono tua sorella che t’ama

2.

Nelina

(fasc. 8, c. 7)

[Caltagirone, 1894] 2

Fratello caro,

Da gran tempo aspettavo sì cara lettera o dolce fratello, essa mi è tornata più

che gradita!… Ed ora eccomi a risponderti e parlarti delle mie risoluzioni poiché sarebbe

cosa assai dura tenerteli ancora celati.

Finalmente venne il tempo di dover decidere qualche cosa, poiché gl’anni van

crescendo; essendosi dunque presentati diversi partiti, sempre però nella parentela, come

a dire: Filippo, Peppino Sturzo, il figlio dell’avvocato Amore ect., i cari genitori me ne

parlarono.

Io prima di rispondere una decisione, scrissi al mio caro e benedetto Can.co

Castagnola il quale non mi consigliò affatto di prendere un cugino e né potette dirmi

essere io adatta e scelta pel mondo. Quel benedetto Padre, ha indovinato i segreti del mio

animo e forse mi ha tolto d’una grande infelicità!… La mia decisiva risposta quindi fu un

assoluto no; del quale i genitori e Mario ne son rimasti attoniti e non vogliono crederlo.

Con raggione caro fratello, poiché sin’ora tutt’altro è stato il mio pensare,

tutt’altre sono state le mie aspirazioni. Ma il buon Dio che non sa abbandonare le figlie

più traviate, non ha voluto lasciar me in abbandono. Ed ora caro fratello anch’io so un po’

comprendere quanto è dolce star vicino al buon Gesù, qual pace e felicità si trova nello

1 Cartolina postale spedita a Catania (ex Convento dei Benedettini S. Nicola).

2 Lettera.

13


star vicino a Lui. Senza volerlo esternai a mamà la mia risoluzione d’abbracciar lo stato

religioso, e precisamente entrar tra le Suore del S. Cuore.

Le tue lettere, quel po’ che mi hai descritto hanno ancor di più avampato questo

mio desiderio. Già mi sembra di trovarmi in mezzo a quelle care e sante Suore; già mi

pare di vederle e di sentir quell’odor di santità che tu mi dici. Ma quando sarà d’aver sì

cara sorte, se pure mi toccherà? quanti ostacoli mi toccherà superare!

Prega Iddio caro fratello, affinché non lascia di aiutarmi e di compiere in me la

sua Santa volontà. Tu intanto mentre ti trovi costì, prendi tutte le informazioni, cioè a

dire: se in Roma l’hanno in alta opinione, che dose d’istruzione vi è di bisogno, fino a

quale età vi si può entrare, ti farai dare una regola ect. Su tutto insomma così me ne saprai

dare giuste informazioni al tuo ritorno, poiché ora non voglio che tu me ne scriva. Potrai

esternare loro la mia volontà d’entrare nella sua bella regola, dirai che i genitori giustamente

mi faran stentare per il permesso ect. Tu saprai meglio di me pensar tutto; io intanto

ti ringrazio di quanto hai fatto e di quanto farai.

Mi dispiace per il fastidio che inutilmente hai avuto per i candelieri che è stato

impossibile trovare, pazienza mi son rassegnata. Ora però ti do l’incarico di trovar prima

che ritorni la campana per la tua Madonna e due vasettini graziosi per mettervi i fiori ch’io

ti farò. Bada che non siano più alti di dieci o dodici cm. E che si trovino più larghi di

sopra; se vuoi le misure per la campana te le manderò come pure per la statua del S. Cuore

di Margherita. S.r Giuseppina ti ringrazia molto per il dialogo della Rosa, quando avrà

tempo ti scriverà essa. La nostra salute è ottima, io quest’anno in grazia della villeggiatura

fatta in Girgenti, faccio i digiuni senza soffrirvi; e tu costì non solo che non digiuni, ma pur

sei esentato dal magro. Guardati bene e non dimenticar i lavacri ed i mezzi bagni.

Vorrei fatto un favore: vorrei comperare alcune sonate per mandolino solo, e

qui sotto ne troverai l’intitolazione; bada che li vorrei con qualche sollecitudine.

Ed ora ti lascio amato Luigi ricambiandoti i saluti delle zie monache, di Giustina

e Giovannino, delle Fanales 3 della zia Lorenza, e qui ti do la nuova che Marietta è di

già promessa sposa ad uno di Grammichele; meglio tardi che mai. Mastro Mario, le serve

ed i vignesi ti chiedono la benedizione. Mamà Papà ti benedicono, Margherita ti saluta e

io mentre ti stringo al seno, aff.ma sorella

Nelina

(Le sonate) Valzer n. 47521, op. 41 di G. Silvestri; Stella di Portici, Polka, n.

47524 op. 44 di G. Silvestri; Cartolina Postale, Galop n. 47534 di G. Silvestri; Frisi,

Polka, n. 47593 di G. Silvestri. Piano e mandolino: Il gemito dell’afflitta (Elegia sentimentale)

di Riccardo Rovinazzi. Bada che delle mie risoluzioni non voglio che tu ne parli

nelle tue lettere.

(f. 9, c. 124)

3 «La famiglia Fanales era imparentata con la famiglia Sturzo, perché Gaetano Fanales, cassiere al Comune

di Caltagirone, aveva sposato Maria Boscarelli, sorella di Caterina, madre dei fratelli Sturzo» (Carteggio,

IV, cit., p. 172; nota alla lettera n. 1776 ).

14


3.

Caltagirone, 26 dicembre 1894 4

Fratello carissimo,

Eccomi finalmente a te, dopo più d’un mese che ci siamo divisi…

Ma se non ti ho scritto però, con le ali del pensiero spesso ho volato al tuo fianco

e spesso ho pensato te con invidia. Dico con invidia di volere anch’io trovarmi costì e respirare

un po’ di cotest’aria beneffica. Forse la vista delle antiche rovine, ove i martiri diedero

per Gesù la vita, mi farebbero coraggiosamente risolvere. A quest’ora avrai senza dubbio,

visto le dame del S. Cuore non è vero? Se ti fosse possibile capitare una regola ed inviarmela

ma senza che in casa se n’accorgessero, te ne sarei grata. Sai, ho scritto al canonico Castagnola

in Girgenti il quale mi ha risposto scrivendomi una lettera di quattro paggine.

Sul punto della vocazione mi ha risposto, vedendomi inresoluta, di lasciare che

Gesù pensi Lui a farmi ben risolvere. Voi pensate a pregare ed a nient’altro. Dunque tu

pregherai il buon Gesù per me, affinché mi dia lume e grazia.

La nostra salute è ottima, mamà continua con una leggiera febricetta, ed il dottore

le ha dato il chinino. Speriamo le cessi la febbre e che non vi sia bisogno d’altro.

Non dimenticarti di comperarmi i due candelieri ch’io ti dissi per Sr Agnese; li

vorrei graziosi piccoli, non più alti di 10 cm etc ed il primo comodo che avrai mi spedirai

le dette e la regola se è possibile. Bada che non voglio spendere più di £ 2 al massimo £

2,50. Addio ti lascio poiché è tardi; riceviti i più affettuosi saluti di Mario e Margherita e

dei parenti tutti, i quali ti ricambiano gli auguri e di me abbiti un caldo bacio

4.

Nelina

(f. 8, c. 84)

Caltagirone, 24 gennaio1895 5

Caro Luigi,

Anch’io due paroline per dirti che stò proprio benone; mi duole saperti con un

po’ di palpito, ma speriamo che sia una cosa di passaggio. Per le commissioni che ti diedi

smetti di farli, cioè i candelieri che ti dissi li comprerai col tuo comodo, se è possibile se

no lasciali pure. Se poi vuoi parlarmi delle mie commissioni, dentro la lettera metterai

mezzo foglio indirizzato a me; non voglio che si sappia nulla. Addio tutta tua

4 In calce alla lettera del padre Felice.

5 In calce alle lettera della sorella Margherita.

Nelina

(f. 9, c. 6)

15


5.

[Caltagirone, febbraio 1895] 6

Fratello dolcissimo,

Due parole per accompagnarti il pacco dei biscotti tanto desiderati.

Noi stiamo tutti bene in salute, anche la cara mamma si è quasi del tutto rimessa,

sta proprio benino. Le tue fervide preci fatte sulla tomba di S. Caterina 7 sono state

esaudite. Con piacere sento tutte le belle nuove che mi dai, specialmente intorno alle

Suore del S. Cuore; ti ringrazio anticipatamente della vita e della regola… speriamo.

Senti; se quei candelieri piccoli di cui ti parlai t’abbiano ad incontrare, scrivemene

il prezzo poiché io vorrei prenderli. Sebbene passò la festa di S. Agnese pure

potrò sempre mandarle per l’Annunziata giorno del suo onomastico. Son certa che vorrai

contentarmi. Margherita ti ringrazia per la bella oleografia, fra giorni ti manderà

l’importo.

Giovannino ti saluta tanto, lui verrà costì sulla fine d’aprile poiché il matrimonio

di Giustina sarà dopo Pasqua. Addio riceviti un affettuoso saluto di tutti i parenti la

S. Benedizione dei cari genitori un bacio di Margherita ed uno affettuoso della tua

6.

Nelina

(f. 10, c. 22a)

Caltagirone, 1 marzo 1895 8

Carissimo Luigi,

Due parole anch’io, per ringraziarti della vita della fondatrice e della regola delle

Suore del S. Cuore. Ancora aspetto e non arrivano mai; si saranno forse smarrite, oppure

credi che l’hai già inviati. Dunque vedi che l’aspetto con molta ansia e son sicura che

appena riceverai questa mia li spedirai. Addio prega un po’ per la tua

16

6 Lettera.

7 La madre, come è noto, si chiamava Caterina (Boscarelli).

8 In calce alla lettera della sorella Margherita.

Nelina

(f. 9, c 23)


7.

Caltagirone, 9 aprile 1895 9

Fratello caro,

Due parole per fartele arrivare in tempo; bada che l’autore delle sonatine a solo

mandolino è G. Silvestri.

Ti prego di non dimenticarlo più e di cercarmele poiché li desidero. La nostra

salute è buona, speriamo che tu sempre continui nella tua floridezza. Il Rev.mo M. Vicario

è passato a miglior vita, ieri alle 10 pm.

Addio, divertiti costà in assistere alle belle funzioni della settimana Santa, prega

per me, riceviti la benedizione dei genitori e credimi tua aff.ma sorella

8.

Nelina

(f. 9, c. 36)

Caltagirone, 2 maggio 1895 10

Fratello dolcissimo,

Due parole anch’io poiché voglio darti alcune commissioni.

Pria di tutto però, ti ringrazio a nome di mammà per la cara ed affettuosa lettera

direttale pel suo onomastico. Essa nella più profonda commozione a tanta dimostrazione

d’affetto, ti manda mille benedizioni ed affettuosi baci.

La nostra salute è ottima, così desideriamo sentire di te amato fratello; ma vedo

che il buon Gesù non può lasciarti solo, ogni tanto vuol visitarti non è vero? Spero che sì

importuna malattia non vada più avanti e che anche questa volta le cure del Parroco t’abbiano

a giovare.

Ed ora alla commissione da darti: tu ben sai che al 22 del corrente mese è S.

Rita da Cascia, e la mia cara Rita di Girgenti fa il nome, quindi vorrei regalarle una

cosuccia graziosa ed adatta. Io ho pensato inviarle una scatoletta un occorrente per disegno;

prego quindi te caro fratello per comperarmela costì. Comprendi benissimo che io

voglio una cosa elegante e fina, poiché è un regalo; mi affido dunque al tuo buon gusto

sicura di rimanere contenta. Bada che la scatola sia assai elegante e che i compassi siano

d’acciaio; io per la spesa ti dico sino a £ 8 poi una lira più o meno non fa caso, purché si

comparisca. Se la scatola sia di pelusce o velluto mi piacerebbe, son sicura che accetterai la

mia commissione e che me la farai a tempo poiché ti persuadi che il giorno 20 deve trovarsi

da me spedita per Girgenti.

9 Cartolina postale sped. a Roma (Istituto S. Giuseppe, Via delle Zoccolette n. 17).

10 Lettera.

17


Addio ringraziandoti anticipatamente abbiti un caldo bacio della tua più affezionata

sorella

9.

Nelina

(f. 9, c. 62)

[Caltagirone, 18 maggio 1895] 11

Fratello dolcissimo,

Eccomi di nuovo a te: ti ringrazio, anzi ti chiedo scusa per l’incomodo che ti

diedi di cercar la scatoletta, ma che facendo migliori riflessioni, pensai dirti di non prenderla.

Ed ora se non ti reca incomodo, se la tua salute il permette, se hai tempo altrimenti

fai conto che non t’abbia detto nulla, vorrei comperati dei pezzi di musica. Io vorrei dirti

quali pezzi desidererei, ma meglio che lascio al tuo buon gusto musicale la scelta; solo ti

dico che per piano ne vorrei due, un pezzo a fantasia anzi una fantasia o sulla Forza del

Destino o sulla Gioconda o sulla Favorita ect… ed un bel valzer o altro ma che sia brillante

con graziose variazioni. Poi vorrei o una o due sonatine per mandolino solo, ma graziosissime,

di quelle che io ti commissionai. Una la vorrei per mandolino e piano ma bella

sentimentale. Ripeto se ciò non torna fastidioso e dannoso alla tua preziosa salute. Mi

auguro che questa mia ti trovi in ottimo stato come ti assicuro di noi tutte anche di

mamà. Domani che ricorre il giorno della tua ordinazione al Sacerdozio 12, con più fervore

innalzerò le mie preci al Buon Gesù affinché mantenga in te il vero spirito d’un buon

Sacerdote e che portando anime al Cielo ne guadagnerai te un posto glorioso. Addio ti

lascio poiché il Vicario ha fretta tanto che io non so ciò che abbia scritto; tutti fanno i

loro auguri, i genitori ti benedicono, Margherita di saluta ed io ti do un bacio. Aff.ma

Nelina

Vorrei dirti, bada come un consiglio che vien da me. Siccome Ciccia ha lavorato

un bel rocchetto per te, vorrei che tu le portassi un regaluccio, a me pare che sia buono

per essa un libro devoto, poiché tu sai che lo porta in chiesa quindi anche un po’ elegante,

tu fai come credi! Non dimenticare di portarmi belle nuove delle Dame del S. Cuore.

Addio.

(f. 9, d. 123)

18

11 Lettera.

12 Luigi venne ordinato sacerdote il 19 maggio 1894.


10.

Girgenti, 15 agosto 1895 13

Fratello dolcissimo,

Eccomi a te, tutta a te Luigi mio caro! Da un mese che non mi davi segno di

vita; da un ben lungo mese mi hai fatto sospirare un tuo rigo a me carissimo…

Con molto dispiacere sento le continue recidive della cara mamma che crudelmente

la tormentano; con non men dispiacere sento le tue continue sofferenze e quelle

della cara Margherita.

Ma che fare, bisogna rassegnarci a portar la croce che Iddio nella sua misericordia

sa mandarci. Io continuamente, come anche S.r Giuseppina, preghiamo per la preziosa

salute di mamà e per voi cari fratelli e sorella diletta.

La mia salute è ottima, i bagni ancora quest’anno mi portan gran giovamento;

io non lascio perciò di ringraziare i diletti genitori i quali non guardando interesse mi

hanno fatto profittare della bella occasione. Ed ora tu mi parli di ritorno; fratello caro,

non fa dubio che se il mio ritorno potrebbe far passare la febbre a mamà io ritornerei

domani; ma se Iddio vuole, può senza il mio ritorno farla guarire del tutto. La buona Ma

Mère vi fa dire che ancora è troppo presto, non è giunta l’ora del ritorno.

Sento che forse verrai tu a prendermi; come sarebbe contento Monsignore

averti alquanti giorni nel suo Eden beato. Senti, se tu vieni ritornando quando S.r Giuseppina

anderà al ritiro, fino Catania saremo in sua compagnia.

Risolviti Luigi caro, e mi scriverai prima di venire, le tue risoluzioni. Stamane

abbiamo avuto la Messa di M.re D. Giovanni e m’incarica di salutarvi affettuosamente. Io

anderò giovedì a Favara a passarvi tutto il giorno, non vedo l’ora.

Senti, i bagni sono sul finire, quindi bisogna che si paghi; in tutto ne prenderò

forse 20. Dirai dunque a papà che mi mandi i denari poiché di quelli che mi mandò tra

pagare il viaggio delle Suore, tra comperare qualche cosuccia non tengo che £ 6, dirai pure

che se vuole potrà disporre pure delle mie £ 100. Mi son dispiaciuta sentire che Nicoletta è

partita per Catania, che Ciccia se ne è andata ect… insomma tutto il mondo sossopra.

Il canto della figlia di Maria, tu sai che io prima di partire ti dissi che l’avevo

lasciato nella mia stanza, e che ora non penso dove. Cercala ti prego, non farmi fare una

parte scortese dopo averlo detto.

Addio fratello carissimo, offri gli ossequi della Superiora e delle affettuose Suore

a tutta la famiglia, chiedi per me e per la sorella la benedizione ai cari genitori, un bacio

alla cara Margherita, un affettuoso saluto alle zie Monache alle cugine Fanales, Cona,

Montemagno, zia Lorenza ect… e tu abbiti un caldo abbraccio della tua sorella, aff.ma

Nelina

P. S. Perdona la pessima scrittura, ma per mancanza di tempo e per il chiasso delle

ragazze sono obbligata sbrigarmi. Bada di scrivermi quando decidi venire e poi ti dirò quando

partirà S.r Giuseppina per il ritiro poiché ancora non è certo il giorno ed il tempo.

(f. 9, c. 69)

13 Lettera.

19


11.

Girgenti, [16/30 agosto 1895] 14

Luigi carissimo,

Eccomi nuovamente a te caro fratello, tutta a te…

La lettera della buona Margherita mi è tornata cara, sebbene nel sentire che

mamà continua sempre con la sua solita atonia di stomaco, e con la sua perenne debolezza,

ci siamo molto dispiaciute. Speriamo che il buon Dio voglia esaudire le nostre umili

preci, ed accordarle la sanità per noi tanto preziosa.

Per il mio ritorno eccomi quanto posso dirti: S.r Giuseppina con la mia cara S.r

Vincenza, partiranno per il ritiro al più tardi, il giorno 11 Settembre. Quindi puoi dire

alla mamma, che stia allegra che questi giorni passeranno presto, anzi voleranno… E tu

dunque non vuoi venire? Monsignore da tanto tempo t’aspetta, anzi ti fa dire che penserà

lui a farti stare bene. Le suore tutte desiderano molto vederti ascoltare una tua Messa; la

sorella poi brama averti qui alquanti giorni.

Su via, vieni, non farti tanto desiderare, non esser scortese, vai a passare alquanti

giorni in compagnia dell’amabile e caro Monsignore.

Giovedì scorso, come vi avevo detto, siamo andati a Favara; t’assicuro Luigi

caro, quel seminario è veramente delizioso. Che aria, che vista che Eden beato, riacquistereste

la salute come tanti altri i quali, andati là per pochi giorni, son rimasti per villeggiatura.

Giovedì dunque, dopo un’ora e più di carrozza, siamo arrivati sulla collina ove

è posto il seminario. Appena scesi da carrozza, il Rev.mo P. Lombardo venne a farci

incontro, e lui stesso ci condusse nell’appartamento dell’Ecc.mo M.re il quale colla sua

dolce amabilità, ci fece un mondo di cose. Poi con il detto P. Lombardo, abbiamo girato

tutto il seminario; che bei saloni, che lunghi corridoi, che bel giardino… è proprio stupendo.

Dopo ciò, mi fu dato tenere con Monsignore un dolce colloquio, di ben tre quarti

d’ora; indi ci siamo licenziati per discendere a Favara, ove il mio Can.co Castagnola mi

attendeva per confessarmi nella chiesa delle monache collegine. Dopo siamo entrate nel

monastero, ove Mons. Vescovo ci aveva fatto preparare un discreto pranzetto. Finito il

pranzo siamo andati a visitare le Bocconiste la Signorina Giudice ect., ritornate dalle

monache Monsignore venne a restituirci la visita e mi disse che mandava la S. Benedizione

a voi tutte, e che aspetta a te.

Che giorni felici caro fratello, son quelli che si dividono con il buon Gesù…

Questi pochi giorni che mi restano, ho la fortuna di passarli con più intimità

verso la buona sorella poiché finiti i bagni, le scuole, siamo più libere, quindi abbiam più

tempo di trattenerci in dolci colloquii. Son sicura che la mamma pensando ciò, le tornerà

meno dolorosa la mia assenza.

Addio, ti lascio con la speranza di presto abbracciarti e così ritorneremo tutti in

compagnia, ti piace?…

20

14 Lettera.


Chiedi per noi la S. benedizione ai cari ed al fratello, un bacio a Margherita, un

affettuoso saluto a tutti i parenti e tu prendine uno della tua più aff.ma sorella

(Mandami il canto della Figlia di Maria, noi stiamo benissimo).

12.

Nelina

(f. 9, c. 80b)

Girgenti, 31 agosto 1895 15

Luigi carissimo,

Rispondo alla tua di ieri dolente per la tua non venuta, ma che fare, dobbiamo

rassegnarci.

Noi di salute stiamo benone, per la venuta ancora non si sa il giorno preciso

della partenza; quindi te ne avviserò per lettera.

Ho ricevuto il canto della figlia di Maria; a S.r Agnese è piaciuto molto, anzi

per la Bambina16 la farà cantare.

Addio, chiedi per noi la S. benedizione ai genitori; un saluto a Margherita e

Mario ed a tutti i parenti e tu prendi un bacio della tua più aff.ma sorella

Nelina

(f. 9, c. 79)

13.

[s.l.], 13 ottobre 1895 17

Nelina mia,

Mandami col latore di questa i libri e le carte di musica poste sul mio tavolino

piccolo, proprio quelli sopra cui vi è posto un cassettino di legno, che manderai insieme

coi libri.

Mandami ancora le encicliche del papa sul rosario, poste sul tavolino grande.

Ho parlato con Vaccaro e mi ha dato £ 20. Grazie… Addio

Luigi

(sc. 728, f. F/1/3, c. 217)

15 Cartolina postale sped. a Caltagirone.

16 «La festa di Maria Bambina si celebra tuttora nel seminario di Caltagirone di cui è patrona, l’8 settembre,

festa della natività di Maria. Luigi Sturzo, da chierico scrisse dei versi, poi musicati dal maestro Vincenzo

Cona e che sono ancora cantati durante la festa» (Carteggio, I, nota alla lettera n. 292).

17 Minuta.

21


14.

Caltagirone, 31 maggio 1896 18

Fratello caro,

Eccomi nuovamente a te dopo averti, quindici giorni oggi, scritto una lunghissima

lettera che tu non accusi d’aver ricevuta. Io non so a che attribuire sì strano smarrimento

giacché ricordo d’aver posto l’indirizzo esattamente; non voglio mai credere che

invece di mettere Roma, abbia posto Girgenti. Io non ho coscienza d’averlo fatto; del

resto chi può saperlo che non pensando non parlando d’altro che di Girgenti abbia commesso

simile sbaglio. Ciò mi dispiace, poiché in quella lettera ti parlava di tante cose e

tante sciocchezze che non avrei voluto fosse stata letta d’altri… ma pazienza, non v’è che

fare; bisogna mi rassegni nel pensare di veder ridere qualche impiegato.

Intesi con mio sommo piacere nella tua, cioè in quei pochi righi che a me indirizzasti,

la tua conoscenza con il C. Castagnola; però il tuo giudizio non mi è piaciuto,

supponendo essere un giudizio dato apposta per me non è vero? Meno male, allora l’accetto:

basta, ieri con mio indescrivibile piacere ricevetti lettera dal detto Castagnola;

risposta ad una mia che li mandai appena ritornato da costà. Quel caro padre dicevami

d’essere rimasto dolente, per non aver potuto, pria di lasciar Roma visitare il fratello della

sua cara figliuola spirituale, che gentilmente l’avea onorato di sua visita e fatta cara conoscenza.

Anzi m’incarica offrirti i suoi più cordiali saluti, e le sue più sincere scuse, perché

fu obbligato partire in fretta. Mi scrive che fu a visitare le Dame del S. Cuore apposta per

me, e mi dice che quell’Istituto non può esser più adatto di come si è per la mia indole.

Lui è rimasto incantato del silenzio, del raccoglimento, del candore che traspare dal volto

e dall’anime di quelle care Monache.

Mi dice ancora che la dote è un po’ forte cioè o 1.000 lire a l’anno, o 20.000 tutto

in una volta. Mi parla di tante belle altre cose che t’assicuro ieri passai un giorno assai convulso.

Mi riuscirà? Sarò condiscesa dai genitori? Per farmi religiosa troveranno queste 20.000

lire?… Ah! caro fratello pel mondo se ne trovan ancora di più, ma per Iddio chi lo sa?

Mi son decisa parlarne a Mario al suo ritorno da S. Michele; vediamo cosa si

potrà combinare. Tu credo che ancora non sei andato a far visita alla superiora di Villa

Lante non è vero? Vuoi aspettare ancora un pochino fino che decidendo qualche cosa, io

te ne parlerò; così potrai più sicuramente parlar con quelle care suore. Se poi vi sei andato,

non temere di scrivermi insieme alla lettera di Mario, purché piegato bene il taglio vi

metterai sopra, per Nelina.

Caro fratello come non reggo più tener soffocati e sepolti i miei ardenti desideri…

prega un po’ per me affinché il Buon Gesù mi renda degna della scelta che di me ha

voluto fare, che mi dia forza per resistere alle lotte.

Sono quindici giorni che ho scritto a Felicetti Corso n. 174 stabilimento

fotografico per aver l’occorrente e fotografare; ma ancora non ho avuta risposta, chi sa

perché?

22

18 Lettera.


Se a te non reca incomodo, disaggio e non ti fa male, vorresti passarvi e domandarle

se ha oppure no ricevuta mia cartolina? Ripeto se ciò non ti disturba, altrimenti non

farne conto.

Addio, ti lascio per riprender presto la penna e parlarti di tutte le mie pene, i

miei piaceri, non ti nasconderò nulla. S.r Giuseppina sta bene e ti saluta, tutti i parenti ti

salutano ed io t’abbraccio di cuore e sono tua più aff.ma

Nelina

Se Felicetti ha ricevuto la mia cartolina dille che mi spedisca tutto presto.

(f. 10, c. 46)

15.

Caltagirone, 9 luglio 1896 19

Fratello caro,

Con questa ti spedisco un pacchettino di biglietti o meglio cartoncini per

fotografie. Quando poi con il tuo comodo anderai da Felicetti glieli porterai dicendo,

che per educazione e bontà non ho respinto la commissione da me chiesta e mandatami

dopo un mese e più, quando io non ne aveva bisogno avendoli comperati te. Però abbi la

bontà di cambiare i cartoncini che t’invio con quelli formato biglietti, poiché questi non

mi servono.

Bada che vi sono pure quelli 6 che mi mandasti tu della stessa forma. Non cambierà

solo il numero ma il valore giacché quelli biglietti son più piccoli perciò di meno

costo.

Addio, non pigliarti premura, li porterai al tuo ritorno. Noi stiamo bene, prendi

un bacio della tua aff.ma sorella

16.

Nelina

(f. 10, c. 54a)

Caltagirone, 9 ottobre 1896 20

Caro Luigi,

Due parole poiché altrimenti mi sarebbe impossibile di mandarti nuove della

mamma. Essa sta mediocre, questa notte (cosa insolita) ha riposato alquanto, ed io ho

19 Cartolina postale sped. a Roma (Banco S. Spirito, Palazzo Amici, Casa Magni, n. 42).

20 Cartolina postale sped. a Girgenti (Educandato Schifani).

23


dormito tranquilla. Stamane poi si è alzata, e si può dire d’essere stata discretina. Adesso

che ti scrivo è un po’ tardi e si trova qua la S.r Monaca la quale ci ha fatto una lunga visita,

mentre in casa, non restava da venire… figurati che piacere… Tutti stiamo bene; stamane

abbiamo ricevuto la tua cartolina ed io invidio la tua sorte… Addio, salutaci S.r Giuseppina,

presenta i nostri doverosi ossequi alla M. Superiora e Suore, mentre io vi abbraccio

forte forte, aff.ma tua

La S.r Monaca vi manda a riverire.

17.

Nelina

(f. 10, c. 96)

Caltagirone, 11 ottobre 1896 21

Fratello dolcissimo,

Appena la tua cartolina ho tra le mani, eccomi a te. La mamma, come ti scrissi

ieri, continua mediocrina; noi tutti bene e godiamo saper voi in buona salute ed in mezzo

alle più care gioie. Se sapesti come anelo l’ora del tuo ritorno ed il momento di poterti

fare un mondo di domande! Sai, stamane con mio sommo piacere ho ricevuto una cara

lettera proveniente da Roma. Hai visto il Rev.mo C. Castagnola? Non dimenticar di presentargli

ossequi di tutta la famiglia ed in particolare per me ed il Vicario. A P. Lombardo

farai lo stesso.

Addio, un bacio alla cara S.r Giuseppina, chiedi per noi la S. Benedizione ai

R.mi monsignori, riverisci tanto tanto la S.r Superiora e le Suore specialmente un saluto

affettuoso per me; mentre vi stringo forte al seno, vostra aff.ma

18.

Nelina

(f. 10, c. 97)

[Caltagirone, 1896] 22

Fratello carissimo,

Ingolfata come sono nelle belle arti, non ho tempo di niente. Anzi sono divenuta

trascurata e specialmente verso il mio più caro fratello. Ma col pensiero però non ti trascuro

affatto; spesso ti ho presente, spesso sento il bisogno d’averti vicino e di sfogare il

24

21 Cartolina postale sped. a Girgenti (Educandato Schifani).

22 Lettera.


mio cuore teco; sempre ti ricordo nelle mie indegnissime preci, come spero farai tu verso

la tua Nelina.

Non ti parlo delle mie fotografie, o meglio delle mie smorfie poiché il Vicario

te ne avrà parlato di già, quindi andiamo ad altro che m’interessa di più. Come dissi ho

parlato già alla mamma sulla dote, sulla mia ferma risoluzione ect., e par che la mamma

non si faccia tanto ostile; del resto bisogna tempo per risolvere tal problema. Intanto ho

fatto scrivere a Berlucca, come tu sai, ma fin’oggi non ho visto risposta alcuna; forse non

vi arrivò la lettera, oppure non si vuol incomodare a rispondere? Ciò mi preoccupa non

poco poiché come la penserà il Vicario?… Desidererei che tu caro fratello pria che ritorni,

se io non ti scrivo che Berlucca abbia risposto, che tu vi andassi a domandare il perché

di sì irremovibile silenzio. Son sicura che tu comprenderai la mia posizione un po’

angustiosa… Vorrei pure che andaste a visitare le Dame del S. C. e domandare fino a

quale età ricevono le novizie, che il mio desiderio è costante da circa due anni etc. Se poi

ti parleranno di dote, tu domanderai se questo si deve portare appena s’entra in noviziato

etc.

Son certa che non vorrai trascurare sì importante commissione poiché capirai

benissimo che le cose lunghe diventano serpe. Inoltre dirai che se vogliono informazione,

scrivano al vescovo poiché mamà ora n’è di già informata.

Addio, ti lascio poiché non ho più carta; prega per me che il Signore mi conceda

presto sì segnalata grazia. Aff.ma sorella

19.

Nelina

(f. 12, c. 186)

Caltagirone, 6 dicembre 1897 23

Abbiamo ricevuto stamane la tua cartolina e godiamo sentire l’ottimo tuo viaggio,

e che stai bene, lo stesso ti assicuro di noi tutti.

Mario ti scriverà più allungo mentre t’abbraccio di cuore

23 Biglietto.

Nelina

(f. 11, c. 181a)

25


20.

[Caltagirone, 14 dicembre 1897] 24

Noi stiamo tutti bene e godiamo saper te anche in ottima salute.

Il [parola illeggibile] t’arriverà forse tutto piegato, ma appena lo riceverai stiralo

ben bene, e sulla sera lo metterai un po’ fuori che coll’umido stirerà.

Bada di metterlo sopra una sedia, non sul ferro del balcone. Sai, il Rev. P.

Castagnola è volato al cielo il giorno 30 dello scorso mese, figurati il mio sommo dolore.

Anche il padre del chierico Sclafani 25 morì lo stesso giorno e S.r Giuseppina mi incarica

dirti di scrivergli.

Addio, cento baci accetta.

21.

Nelina

(f. 11, c. 184)

[Caltagirone, dicembre 1897] 26

Non incomincio d’altro tono poiché Margherita ha detto tutto quello che ti si

voleva dire, quindi a noi.

Quando sarai comodo anderai dalla R. del S. Cuore a portarvi la mia lettera in

cui io le diceva di parlar teco sulla regola e in qualche altra cosa. Tu non mancherai farle

delle domande un po’ insistenti qual’ora la Superiora non vorrebbe darti nulla; e farai

pure capire essere impossibile recarmi costà per semplicemente conoscer l’Istituto, e loro

conoscer me.

T’informerai sulla dote, sull’età, e farai ancora capire che la mia è un po’ avanzata

ma che da due anni il mio desiderio è stato ardente. Non dirai che ne ho venticinque

ma 24 appena compiuti, (se loro vogliono saperlo). Poi tu mi risponderai su tutto e manderai

il foglio a me diretto quando sull’indirizzo metterai il nome di papà. Il Vicario m’ha

24 Biglietto.

25 Il chierico Michele Sclafani (1875-1954), intrecciò una lunga amicizia con Sturzo e fu tra i protagonisti

del movimento cattolico siciliano del primo Novecento. «Dotato di grandi capacità organizzative, creò una

capillare rete di casse rurali ed affittanze collettive nei Comuni dell’intera diocesi, che costituì la base di un

poderoso movimento economico-sociale e politico. Fino all’avvento del fascismo, fu l’arbitro della situazione

politica dell’Agrigentino» (C. Naro, ad vocem, in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia (= DSM-

CI, III/2, Marietti, Casale Monferrato 1984, pp. 789-790). Cfr. anche P. Hamel, Don Sclafani e il clericofascismo

agrigentino, in «Nuovi Quaderni del Meridione», XXII (1984), n. 85-86, pp. 59-70; M. Muglia,

Michele Sclafani. Appunti di storia del movimento cattolico agrigentino dalle opere economico-sociali al Patto

Gentiloni (1896-1913), Centro Siciliano Sturzo, Palermo 1987. Il loro carteggio in L. Sturzo, Carteggi siciliani

del primo Novecento, a cura di V. De Marco, S. Sciascia, Caltanissetta-Roma 2002, pp. 211-272.

26 In calce alla lettera della sorella Margherita.

26


promesso che scriverà a Berlucca; io non voglio che Mario s’accorge della tua lettera quindi

la manderai quando ti ho detto

22.

Nelina

(f. 11, c. 177b)

Caltagirone, 21 febbraio 1898 27

Fratello caro,

La volta ventura ti scriverò io poiché oggi non ho tempo. Io sto benissimo,

papà sempre ottimo e ti manda £ 100 benedicendoti affettuosamente. Teresa, la cameriera

piccola ti manda a prendere la benedizione. T’abbraccio

Tutti i parenti ti salutano.

23.

Nelina

(f. 12, c. 25)

Caltagirone, [6] marzo 1898 28

Fratello carissimo,

La tua di ier l’altro ci giunse graditissima, benché breve cartolina; ma speriamo

che sia l’avanguardia d’una lunga letterona che ben compensi il tempo trascorso… Ci

dolse sentire che hai sofferto male ad un piede, sarà stata forse un po’ di reuma, oppure

callo, unghia incarnata ect?… speriamo che più non t’avesse a ritornare. Noi stiamo bene,

ed io al solito, ho incominciato i miei digiuni pranzando a mezzo giorno e cenando alle 8;

figurati i miei strilli, se Agata tarda d’un minuto ad allestire il mio pranzo… ma così non vi

soffro tanto, altrimenti lascerei, poiché non reggo alla debolezza.

L’affare di Padre D. Turiddu si riferisce al romanzo di D. Carolino n’è

vero?… io ce lo dissi al Vicario, quando intesi dire che a Genova non vollero stampare,

che P. D. Turiddu si sarebbe rivolto a te; forse costì saranno meno occupati e più pazienti.

Ma tu avrai una mignatta addosso, n’è vero?… Stamane nel “Cittadino” 29 ho letto un breve,

ma elegante articoletto sul Vicario, e specialmente i Girgentini parevano entusiasmati

27 In calce alla lettera della sorella Margherita.

28 Lettera.

29 «Il Cittadino cattolico» venne fondato ad Agrigento nel 1891 e cessò le sue pubblicazioni nel 1925.

27


del Panegirico di S. Gerlando, che il caro fratello ben seppe annodare le gesta gloriose di

quel Santo, coll’azione Cattolica. Che il buon Dio l’aiuti, e le conceda la grazia d’una

messe abbondante. Da noi vi è molto malumore pel quaresimalista… poveretto, non predica

che ad un pugno di donnicciuole, e ad un altro pugno di gente rozza. Ma che si vuol

fare? Così il buon Dio vuole castigare la nostra povera patria!… A quest’ora saprai che il

nostro Monsignor Vescovo è ammalato, e che trovasi a S. Maria di Gesù, a villeggiare;

poveretto!… non può ritornare perché il male le si è agravato; però oggi che ti scrivo non

vi è di peggio, continua nel medesimo stato di prostrazione di forze.

Io ancora non ti ho scritto di andare dalla Dame del S. Cuore perché non

sapendo quando potrà verificarsi la mia venuta costà, mi sembra un burlarle; poi quando

le cose si fan lunghe dicesi, che diventano serpe; così mi è stato dato soffrire orribili scoraggiamenti,

dubbi, incertezze che per qualche tempo mi han tenuto disturbatissima.

Adesso parmi ritornare al mio primiero stato, ma non ancora intieramente; prega adunque,

caro fratello, prega per la tua povera sorella, affinché il buon Dio non l’abbandoni,

ma faccia sempre meglio comprendere la sua SS. Volontà.

A questa t’acchiudo una cartolina vaglia che S. Margherita Cocuzza indirizzò a

te per aver la “Croce di Costantino” 30 e qui alla posta non l’han voluta riscuotere.

Sai, alla Signorina Lanza di Napoli, a quella a cui dovea regalare un lavoretto a

pittura, feci, secondo il tuo parere, un acquerello sul raso che poi diedi la forma di porta

ritratti; t’assicuro riuscì assai bello, e quella ne è rimasta contentissima. Il paesaggio della

fontanapietra incorniciata sta molto bella; in quest’ultimi giorni ho fatto delle gelatine

per S.r Giuseppina, graziosine; la pittura in me va diventando passione.

Addio, ti lascio, ma colla penna, col cuore sto sempre a te unita e a piè di Gesù

pregheremo l’un per l’altro. Papà ti benedice, Margherita t’abbraccia, tutti i parenti ti

salutano mentre io ti stringo al seno. Tua

24.

Nelina

(f. 12, c. 34)

Caltagirone, 11 marzo 1898 31

Fratello caro,

Perché dovea scriverti papà, abbiam tardato un po’ a risponderti, quindi stai

sicuro che tutti stiamo bene. Mi dispiace leggere nella tua, che soffri un po’ di palpito, ma

voglio augurarmi che mercé la cura t’avesse a passare tutto.

30 Si tratta del noto periodico fondato da Luigi a Caltagirone come organo dei comitati diocesano e

interparrocchiale S. Giorgio. Il primo numero uscì il 7 marzo 1897. Cfr. L. Sturzo, «La Croce di Costantino».

Primi scritti politici e pagine inedite sull’Azione Cattolica e sulle autonomie comunali, a cura di G. De Rosa, Edizioni

di Storia e Letteratura, Roma 1958.

31 In calce alla lettera del padre Felice.

28


Vuoi sapere chi predica qui la quaresima, l’è il canonico Benenati 32, figurati!…

papà dice che va poca gente, e poi predica troppo alla buona, passando dei carri tra una

parola e l’altra… poveri noi, come siamo mal curati in tempo di quaresima!… e come i

buoni ci abbandonano. M.r Mirca è andato a Reggio, Interlandi 33 a Ragusa, Strazzuso 34 a

S. Caterina, Caruso 35 a Milazzo ect., e a noi rimane ben poca gente. Ancora non so chi

faccia i santi esercizii alla Cattedrale, a S. Giorgio, alla Matrice; solo di S. Giacomo so che

ieri sono incominciati, e che li fanno Testa e Bartolucci 36.

Per l’affare delle Salesiane a quest’ora saprai che si tenne finalmente consiglio, e

che il primo ad opporsi sia stato l’avvocato Amore, il quale conchiuse di scrivere al Ministro

di p. istr. per aver informazione d’istituti laici; del resto non so più nulla. Sai, il

nostro Sindaco accompagnato da Digregorio, il farmacista, si trovano in Roma, l’hai

veduti?… Hai visto le Dame del S.C., ne sai qual cosa? Scrivemene.

Addio, la zia Fanales e cugine tutte, anche Lo Carmine ti salutano, mentre io ti

stringo al seno. Tua

25.

Nelina

(f. 12, c. 30)

Caltagirone, 23 maggio 1898 37

Fratello carissimo,

Questa volta ti scrivo io, malgrado che la tua lettera è diretta a Margherita; ma essa

vuol risponderti quando arriverà il tappeto, e così ringraziarti, dirti la sua impressione, quella

del tesoriere Cremona nonché delle divote che teme non dover essere tanto favorevole. Del resto

questa gente l’è da compatirsi: poveretti, i suoi occhi son diversi di quelli degl’altri!

Intanto noi siam sicuri di veder arrivare un bel tappeto, giacché essendo piaciuto

a te che ài tanto buon gusto, dev’essere veramente bello. Con nostro piacere leggiamo

che stai bene; veramente questo compensa in parte il dolore di stare prive di te, amato

Luigi. Anche di noi posso assicurarti che stiamo bene: a me i digiuni mi lasciarono attiva,

solo ho un po’ sofferto dopo, per il cambiamento d’orario. Credimi che i digiuni m’avevan

lasciata più grassa e colorita; quell’orario ch’io tengo in Quaresima giova alla mia

32 Giovanni Benenati, canonico di Caltagirone.

33 Filippo Interlandi, parroco di S. Giacomo, cancelliere vescovile di Caltagirone, fu tra i redattori della

«Croce» e figura di spicco del movimento cattolico locale. Propagò il culto per la Madonna del Ponte fondando

il periodico «Stella Matutina». Fu in corrispondenza con Luigi.

34 Giacomo Strazzuso, canonico di Caltagirone.

35 Luigi Caruso, sacerdote di Caltagirone (1877-1967) fu in corrispondenza con Luigi. Studiò a Roma

presso l’Apollinare e tra i suoi condiscepoli si annovera anche Pio XII. Valente quaresimalista, predicò non

solo in Sicilia, ma anche in diverse parti d’Italia e d’Europa.

36 Antonino Testa Crescimone e Salvatore Bartolucci, canonici di Caltagirone.

37 Lettera.

29


salute moltissimo. Ma ora sto bene, essendomi di già assuefatta all’orario comune. Papà

ha sofferto un po’ di raffreddore, ma ora sta bene al suo solito. Margherita mediocre, anzi

bene poiché il reuma l’ha pochissimo tormentata quest’anno. Mario sta pure bene, e

quindi dopo tutti questi bene stai contento sul conto nostro, n’è vero?

Ci domandi se andiamo in campagna, ma cosa posso dirti? Tu ben sai quant’è

difficile per noi combinare una villeggiatura, e se prima non vi si pensa, non se ne parla e

riparla a lungo, non si può mandare ad effetto il desiderio, il pensiero, la necessità qualche

volta. Quindi c’è chi vuole andarvi, c’è chi non vorrebbe andarvi, ma che però si rassegna

a venire (Margherita).

Basta, vediamo come decideranno giacché io son molto indifferente su ciò.

Quest’anno io amo far delle lunghe passeggiate, e quando l’occasione mi si presenta propizia,

non lascio di profittarne. L’altro giorno di mattina per es. sono andata a piedi fino

S. Bartolomeo, poi lì camminare ancora e la sera un altro buon tratto di strada la feci pure

a piedi senza stancarmi. Tutto questo sarà forse effetto dei digiuni, mi domanderai; non

saprei, ma il certo si è che sono divenuta più forte. Di questi tempi poi non faccio nulla di

applicato, ma mi occupo tutto il giorno a far la calza; figurati, ho abbandonato pennelli,

aghi, seta, matita ed ho preso i ferri in mano. Se mi vedesti! Tutto giorno con la calza in

mano, sebbene in me furiosa burrasca poco dura. Fra breve debbo pensare ad un lavoretto

per la lotteria che fanno in Girgenti; S.r Giuseppina me la ha di già scritto, anzi mi à incaricata

dirlo alle Coniglio a Rosina F[anales] e a Caterina Chiavaro la quale mi ha risposto

che quando sarà l’ora anzi mi manderà un suo lotto.

Sai, l’altro giorno venne il canonico Cremona a visitarci, e ci parlava del paese

di Daidane, ove lui è stato a predicare la novena di S. Filippone e Giacomo. Figurati…

sembra che fosse stato a Parigi a visita delle opere d’arte… Ci raccontò poi una passata,

che se non fosse lunghetta ti scriverei; solo ti dico che dopo d’avercela raccontata io le

risposi: a V.S. succedono queste cose perché è troppo buono.

Hai visto, dimmi, le Dame del S. Cuore? Io vorrei mandarti da loro per

domandare alla M. Vicaria quello che debbo portare, quanto sia la pensione annua ect. E

dirle che se ho ritardato fin ora non è stato per mia colpa, e che spero alla prima occasione

di partire (malgrado lo scoraggiamento che provo). Intanto non ho ancora avuto il coraggio

di dire in casa, almeno a Mario, quanto sopra ho detto; ed è perciò che non ti dico

d’andarci ma d’aspettare che te lo faccia scriver da Mario.

Intanto prega per me, caro fratello, io son risoluta, ma mi manca la forza di dire

addio a tutti, di dire coraggiosamente debbo lasciarvi poiché mi riesce assai duro, stante la

posizione di casa nostra.

Addio, ti lascio perché mi manca la carta, ma non vorrei lasciarti; prendi un

caldo bacio, tua aff.ma

Nelina

P. S. Un grazie di cuore per il bel mese di Maggio che mi mandasti; l’è proprio

ottimo. Mons. Mineo38 farà il triduo nelle Monache del SS. Salvatore.

(f. 12, c. 49)

30

38 Mario Mineo (1846-1927), canonico di Caltagirone. Insegnò le scienze teologiche per quasi


26.

Girgenti, 30 settembre 1898 39

Luigi mio carissimo,

Questa volta voglio scrivere a te. Son certa e sicura che la presente vi troverà

annoiati, stizziti, indispettiti per l’incertezza, per il sì e per il no, in cui si sta da ben 15

giorni.

Ma cosa si vuol fare, quando s’ha da combattere con persone di testa piccola,

irrisoluta sempre?… Tale è la buona Superiora di quest’Educandato; mentre scrive per le

ubbidienze, se ne pente; dopo pregata vorrebbe compiacere, vi dice il sì, ma indi risolve

d’un altra maniera, che c’è veramente da impazzire. Benedette le teste piccole!…

A mezzogiorno mi dice di farvi il telegramma di sospensione, perché non può

mandarmi a lasciare più con le Sorelle, le quali debbono partire per il ritiro. Cosa volete

che si faccia arrivate a questo punto?… Credi ch’io preghi più la Superiora?... affatto,

affattissimo. Ora non resta conchiudere altro che, a venire tu, oppure ritornare colle Suore

di costì quando ritorneranno dal ritiro, cioè verso il 15 ottobre. Però t’avverto, che se

puoi e se vuoi venire tu, devi partire lunedì prossimo poiché altrimenti non arriverai a

vedere la cara S.r Giuseppina. Lascio a voi la piena libertà di risolvere, purché non mi

scrivete più di dir cosa alla Superiora.

Caro Luigi, cosa dice il tuo comitato? 40 Cosa fate di buono? Sai con quanto piacere

lessi nella Croce di Costantino che avete di già aperto un gabinetto di letture cattoliche,

t’assicuro che ne provai la più dolce soddisfazione. Che il buon Dio vi benedica, cari fratelli,

e vi dia sempre più forza e coraggio per combattere e vincere la causa di Gesù Cristo.

Dunque il nostro Vescovo è già stato eletto, e tra non guari, credo, sarà tra noi. A

me sembra che sia un’ottima persona, il Rettore De Bono 41, e son sicura che incontrerà (sic)

nel nostro paese difficile. Però mi dicono che lui ha di già mandato le sue dimissioni la prima

e la seconda volta, e dicono ancora che piange giacché non vorrebbe accettare. I poveri

chierici piangono pure, le penitenti ancora e promettono un mondo di cose ai santi, affinché

la S. Sede accetti le rinunzie… e lascino star quieto il loro confessore. Qui v’è D.

Mariannina che è proprio desolata, ma ancor spera, spera… Speriamo noi però, che questo

Vescovo già eletto, sia secondo il cuor di Dio, e venga presto a far l’Apostolo nella nostra

povera diocesi. Qui hanno molta buona opinione, e stimano assai il Rettore De Bono.

Mi auguro che la presente vi trovi tutti in ottima salute, come t’assicuro di me e

di S.r Giuseppina. La medesima vuol essere raccomandata a Dio nel sacrificio della S.

Messa; lo dirai pure a Mario.

quarant’anni nel seminario di Caltagirone ed ebbe tra i suoi allievi anche Mario e Luigi. Era molto apprezzato

come quaresimalista anche fuori Caltagirone.

39 Lettera.

40 Si riferisce probabilmente al comitato cattolico interparrocchiale.

41 Pio Damaso De Bono successe a mons. Saverio Gerbino nel novembre 1898. Fu vicino a Sturzo

assecondando la sua azione sociale sulla scia delle indicazioni di Leone XIII. Cfr. Calatinus (L. Caruso), Il

vescovado e i vescovi di Caltagirone. Cenni di storia ecclesiastica della Città Gratissima, Caltagirone 1957, pp.

75-80.

31


Chiedi per noi la benedizione a papà, salutaci affettuosamente le zie monache

ed i parenti tutti. A Mario e Margherita un caldo bacio e cento a te. Tua più aff.ma

Caro Luigi,

27.

Nelina

(f. 12, c. 102)

[Caltagirone, dicembre 1898?] 42

Due parole in fretta: noi stiamo tutte bene e godiamo sentire di te lo stesso. Se

ancora devi star molto in Militello, i cordami che ti ha dato S.r Giuseppina ect. col primo

comodo cercali di mandare. Potrai mandare pure della biancheria sporca. Addio, tutti

t’abbracciamo ma con più affetto. La tua

Nelina

(f. 12, c. 187)

28.

[Roma, settembre 1900] 43

Caro Luigi,

Come stai? ti senti ancora la febbre? Dammi nuove, non mi far stare in pensiero.

Ti mando la lettera per Margherita, fai presto ad impostarla poiché altrimenti quella

poverina starà in pena. Io mi sento benino; ancora non ho parlato alla Madre Vicaria, ma

spero di farlo presto, e così vediamo in che mi posso occupare.

Quando vieni portami le massime eterne di S. Alfonso, se tu non l’hai me li

comperi, ma legati; del resto mi abbisognano perché non ce l’ho. Intanto se vedi nuovamente

Digregorio Salvatore, domandagli (indifferentemente) quanto si ferma, se va direttamente

in Caltagirone, se si ferma in Napoli ect. ect. senza dir altro: questo per tutti gli

eventi non per altro.

Salutami Romolo Murri, Teresina; e la biancheria? Ti raccomando di farmela

lavare prestino. Addio, curati la salute e non stare in pensiero per me. Tua

Nelina

Portami foglietti e buste.

(f. 16, c. 75)

42 Lettera.

43 Biglietto. Come si evince da una lettera della sorella Margherita indirizzata a Nelina (f. 16, c. 101),

questa si trovava a Roma, a Villa Lante, presso le suore del S. Cuore. Lo stesso Luigi si trovava a Roma perché

Margherita scrive a Luigi nell’ultima pagina della lettera indirizzata alla sorella.

32


29.

[Roma, settembre 1900 ]44

Fratello caro,

Come stai? sono rimasta tanto impressionata. Son partiti i pellegrini? cosa hai

te pensato, rimani oppure ti sei deciso di partire? venerdì verrai sicuramente non è vero? e

Mario ti ha scritto, come sta? rispondimi un bigliettino e dammi tue nuove. Io sto bene,

spero quando verrai poterti parlare della mia decisione: del resto se tu vuoi rimanere qui

posso benissimo stare giacché al par di Napoli v’è la foresteria e vi albergano diverse

signorine, venute per il giubileo, altri per studiare ect. ect.

Dunque addio, riveriscimi Murri, D. Pietro e tu abbiti una stretta al cuore tua

Nelina

Impostami la lettera che qui trovi acclusa e quando vieni porta il denaro.

(f. 16, c. 76)

30.

[Roma, settembre 1900] 45

Caro Luigi,

Temendo che l’indirizzo possa essere sbagliato o ci voglia qualche altra cosa

mando la lettera a te pregandoti di spedirla subito. Come stai?… Io benino: addio, t’abbraccio.

Tua

31.

Nelina

(f. 16, c. 79)

[Roma] Villa Lante, 11 ottobre 1900 46

Caro fratello,

Due paroline in fretta: Le Manuel du Chrétien che mi portasti ieri sera non è

affatto quello che io volevo, di questo non so cosa fare. Ti prego quindi d’andare subito

dove l’hai preso e dirgli che te lo cambiano; e, se non vuoi perder tempo a venire qui per

44 Biglietto.

45 Biglietto.

46 Lettera.

33


prendere il libro e il giusto indirizzo, ti trascrivo l’indirizzo: Manuel du Chretien contenant

Les Psammes, le nouveau Testament, L’Imitation de N.S. Jesus-Christ. Précédé de

l’Ordinaire de la Messe des Vespres et des Complies.

Così dopo aver preso questo condizionatamente, vieni a prender l’altro, o come

credi. Ti raccomando di pigliarlo legato come il tuo ufficio, anzi l’altro lo vorrei anche

cambiato, poiché la legatura non mi piace.

Addio, spero che farai presto, non per me, ma per il libraio. Io sto bene, t’abbraccio.

Tua in Corde Jesu

32.

Nelina

(f. 16, c. 145)

[agosto 1901] 47

Luigi carissimo,

Due paroline anch’io. Godo che stai bene e che ti diverti; beato te che sei potuto

scappare dal nostro caos di casa!

Io non faccio altro che rassettare e son sempre ad un punto; come lo scarafaccio

in mezzo la stoppa. Ho rassettato la tua stanza, e se vedeste come sta bella!… Vi manca

però una cosa che tu devi costà comperarti; la bugia per il capezzale. Dunque pensi a

comperarla, come non dimenticar di comperarmi il calamaio.

Desidererei pure comperato un piumino per spazzare la polvere dai quadri e

dall’imposte, più vorrei un metro di tubo di causciù foderato di tela, dello spessore di 2

centimetri e mezzo. Sai questo devi comperarlo davvero, giacché qui non se ne può trovare

ed è necessario per la pila, cioè per gettare l’acqua.

Vieni per la biancheria?

Prima di partire fatti vedere da Giustina, chissà mi han finito la veste me la porterai.

Addio, ti lascio perché ho tanto da fare che sono proprio stanca. Margherita sta

bene e ti saluta. Tua

34

47 Lettera.

Nelina

(f. 20, c. 23)


33.

Caltagirone, 15 ottobre 1907 48

Caro fratello,

Mi meraviglio come non hai ricevuto mio scritto, mentre nella lettera diretta a te

che chiusi in busta c’era un foglietto ove ti davo nostre nuove. Sull’altra busta c’era scritto

sto bene. Mi accorgo che lo sciopero di Milano abbia fatto perdere anche a te la testa.

Ti ho scritto due volte e un “sto bene” sulla busta d’una lettera. Stiamo bene,

Margherita al solito. Mario è stato messo in cura dal Dottor Cirincione. Il male è stato

causato dallo studio protratto fino la notte; ma si rimetterà. E l’orologio? Chi sa se per

causa dello sciopero non me lo hai comperato? Cerca farlo a Roma. Quando ritorni? Con

affetto. Tua

34.

Nelina

(f. 31, c. 53j)

4 marzo 1912 49

Caro Gigi,

Ti spedisco questa costà sicura che la riceverai, giacché hai voluto ti si spedisse

la decessoria Albergo S. Chiara… Questa è la casa tua di Roma. Dunque decidesti così,

andare a Roma, t’invidio!! Fatti visitare costà, curati bene, pensa un po’ al tuo benessere.

Qui ieri sera ci fu il comizio. Dicono fu animatissimo.

Vi andò anche come curioso Silvio Alessandro 50, all’entrare di cui vi fu battute

di mano e un grande entusiasmo. Unanimamente fu invitato di far parte alla commissione;

lui dice che non avrebbe accettato, per loro fu un momento d’ebbrezza al solo pensiero che

D. Silvio avrebbe fatto da presidente. Ma quale non è stata stamane la delusione! quando

D. Silvio risponde: io? Ma io non piglio parte per nessuno, son venuto per curiosare...

C’è da ridere a sentire i commenti che si fanno, tutte le fandonie che dicono,

tutte le invenzioni contro te e il tuo partito. Credo che hanno incominciato troppo presto.

I Crescimone poi, pare che abbiano preso e toccato già il cielo col dito!… Dunque

scrivimi come stai, cosa ti ha detto il dottore. Non dimenticare di comperarmi l’Amico

Fritz e Manon. Se potresti prendere gli spartiti, se non costano molto.

Sai come finirono la seduta ier sera, il pugno di amici che rimasero. Che un

altro anno dovrebbero ripetersi Manon e Amico Fritz, perché sono due spartiti che vale la

pena di sentire. Se vai a Palermo informati per quella eredità…

48 Cartolina postale sped. a Roma (Via Sapienza 32).

49 Lettera.

50 Già sindaco di Caltagirone nel 1900, legato all’onorevole Gesualdo Libertini.

35


Sabato forse Gigia e Mariannina anderanno a Donnafugata. Io vorrei andarvi,

qualora tu mi prometti che mi verrai a prendere appena finita la riunione del consiglio,

altrimenti non ci vado, giacché la Duchessa avea invitato te. Bada che stamane stesso ti

ho spedito altre due lettere tue. Con Margherita t’abbraccio

Rispondimi.

35.

Nelina

(f. 33, c. 103)

10 marzo 1912 51

Carissimo fratello,

Ricevo la tua stamane. Rispondo subito onde darti nostre nuove che sono ottime.

Margherita ha incominciato la cura, e speriamo le giovi. E tu caro?… vedi che ti hai

procurato per il lavoro? E ti potrai guarire se continuerai a lavorare? Almeno fallo per noi,

fallo per me che non vivo che di te e per te.

A Donnafugata non vado perché temo farti strapazzare, e poi perché tu non

dici quando ritorni. Dice che dovevi trovarti qui per il consiglio? Perché non scrivi più

conciso? Curati e torni sano e poi andremo in campagna. Intanto qui ci sono la famiglia

Friddini irati contro te d’una maniera fenomenale. Poverini d’una parte, il bisogno li fa

addolorare così per il posto perduto. Ma intanto dice che hanno brutte intenzioni su di

te… Per carità guardati, caro fratello, e cerca di accomodarli in qualche cosa. Il bisogno

non fa veder dagli occhi. Cerca di aggevolarli prima per il loro bisogno e poi per tranquillizzare

te e l’amico mio. Mario Sturzo Tamburino 52 vuole vendere il suo Altobrando.

Conviene far entrare altri mentre limita con noi e in noi c’è servitù loro. Ti raccomando

tutto!!! Ti abbraccio. Aff.ma

36

Nelina

Vorrebbe comperarlo la Signora Annetta Carbone. Ha scritto a Mario 53.

(f. 33, c. 109)

51 Lettera.

52 Parente, avvocato a Catania.

53 Mario dal 1903 era vescovo di Piazza Armerina. Cfr. su Mario il collettaneo Mario Sturzo. Un vescovo

a confronto con la modernità, a cura di C. Naro, S. Sciascia, Caltanissetta-Roma 1994.


36.

Caltagirone, 14 aprile 1912 54

Caro fratello,

Abbiamo ricevuto il telegramma; ci auguriamo che l’aria di Roma t’avesse a far

rimettere subito 55. Monsignore arrivò Venerdì ed è ancora qui a causa del tempo.

È una levantata con vento fortissimo; forse partirà domani giorno 15. Noi stiamo

bene; tu scrivici spesso, così staremo più contenti.

Con Mario e Margherita t’abbraccio

37.

Nelina

(f. 33, c. 121)

[Caltagirone, settembre 1912] 56

Caro Gigi,

Ho aperto la presente perché capivo che trattavasi di affari municipali, e perché

per inviarla a te doveva mettere il francobollo. Noi stiamo bene relativamente si sa. Mario

scrive che sta bene e che ha visto S.r Giuseppina a Caltanissetta. Stanno bene.

Le Coniglio si raccomandano affinché possa Carlo Enrico ottenere il posto di

computerista a Caltagirone. Vedi tu cosa puoi fare, così potrebbe fare poi il concorso per

ragioniere del Comune. Azzolina l’invaghì di andare a parlare col provveditore a Catania,

si sono raccomandati all’Onorevole ma questo ha risposto che protegge Angelico.

Ti raccomando anche quel certo Giuseppe Lentini il quale è guardia carceriere

in Sardegna, e che vorrebbe essere cambiato per ragione di salute della moglie, la quale

assolutamente non sopporta l’aria di là. Lui ha fatto domanda al ministero.

Un altro ancora si raccomanda certo Salvatore Scolo-La Rosa che è anche guardia

carceriere a Oneglia. Lui scrive che debbono cambiarlo, e siccome ha avuto sbocchi di

sangue vorrebbe un’aria più confacente.

Basta, io te l’ho scritto per quest’ultima, ma se tu credi… Del primo invece te

lo raccomando caldamente. Domani ti spedirò le carte che desideri, perché la tua è arrivata

di sera.

T’abbraccio. Tua

Nelina

(f. 93, c. 53)

54 Cartolina illustrata sped. a Roma (Albergo S. Chiara).

55 Luigi si trovava probabilmente a Roma per stipulare una convenzione col Ministero della Pubblica

Istruzione in favore del liceo-ginnasio “Secusio” di Caltagirone.

56 Lettera.

37


38.

[Caltagirone, 1912] 57

Caro Gigi,

Ieri ricevetti la tua cartolina, godo che stai bene e guardati sempre la salute.

Mario scrive che verrà il 18 se non sarà il 20, e tu? Io ho avute parecchie ricadute del mio

male; l’altra notte mi sentivo morire soffocata tanto che l’indomani mandai a chiamare di

nuovo il medico. Ci vorrebbe veramente la visita d’un altro o di uno specialista per guardare

la gola. Sarà sicuramente una laringite… Ieri ho incominciato la cura delle pillole

“Valda” che vanta tanti miracoli nelle laringiti acute e croniche, e veramente questa notte

ho riposato bene e non ho avuto più soffocazioni; speriamo che giovino. Poi sto in camera

e non ricevo visite, vedremo fino alla venuta di Monsignore come vado, altrimenti si

consulterà un altro.

Del resto sto benissimo come pure Margherita sta bene. Se a te continua la tosse,

compera una scatola di pastiglie “Valda”, si leggono miracoli e poi dice è buona prenderne

una in bocca quando c’è umido, quando si entra in locali di poca aria polverosi ect.

Tu che viaggi, poiché anche nei treni vi sono molti microbi prendine una.

Hai ricevuto la mia cartolina ove ti parlavo della disgrazia di Giacomino Sturzo?

Hai telegrafato alla famiglia Sturzo? Non ti angustiare per me che mi curerò davvero.

Ossequiami Grosoli e gl’altri amici. T’abbraccio

Nelina

P. S. La risposta che hanno avuto le Coniglio è che non possono accordare il

trasferimento a Carlo perché non hanno di che farlo sostituire, poverine ne sono addolorate.

P. S. La lettera scritta stamane è impostata stasera; ti posso assicurare d’aver passata

una buona giornata.

(f. 12, c. 185)

39.

Caltagirone, 24 settembre 1913 58

Da Palermo amico attendeci domani Caltanissetta sua casa verso 21. Attendiamoti

partirò treno 9,20 Francesco.

38

57 Lettera.

58 Telegramma.

Nelina


40.

(f. 135, c. 311)

Caltagirone, 25 febbraio 1914 59

Caro Gigi,

Stiamo bene; Monsignore ha scritto, sta bene e fece un ottimo viaggio. Quest’oggi

ti ho spedito due raccomandate, una lettera e tre cartoline (inclusa questa). Stamane

scrive Concettina, la figlia di Gigia e dice che Silvio le ha detto d’aver ricevuto una tua

visita, spera di riceverla anche lei… Se puoi valla a vedere, e dirai che Gigia sta bene; salutala

anche per me e domanda se ha ricevuto la mia cartolina. Stamane è il levante e ha

piovuto un po’, speriamo che continui. Scrivi e non star in pensiero per noi.

T’abbraccio. Aff.ma

41.

Nelina

(f. 36, c. 19)

[Caltagirone], 27 febbraio 1914 60

Caro Gigi,

Ti mando subito la decessoria. Noi stiamo bene e non angustiarti sul conto di

Margherita, poiché quando non ci siete voi sta meglio; forse perché non ha con chi parlare

dei suoi mali e se ne distrae. Del resto il dottor D’Antona assicura che tutto è proveniente

dalla malattia del reuma. Il non aver nemmeno un decimo di febbre e l’avere appetito

sono segni che il male non è una cosa da impensierire. È lei che l’ingrandisce da far

venir la noia anche al Dottore. Non dimenticar di scrivere al Sindaco di Nicosia per l’affare

delle Coniglio.

Qui son due giorni che piove e anche di notte; è una bellezza!… Non ti strapazzare

e guardati la salute, nessuno la può dare quando non si ha più. Ritornando a Catania

non dimenticar di portare il pacco di Giustina alla quale scriverò di mandarlo a P. Gangarelli

61.

T’abbraccio

Nelina

59 Cartolina postale sped. a Roma (Albergo S. Chiara).

60 Lettera.

61 Don Salvatore Gangarelli, presidente del Comitato delle Dame della “Croce Bianca” di Catania, fratello

del canonico Sante Gangarelli, figura di spicco del movimento cattolico nisseno, con cui Sturzo fu in

corrispondenza. Cfr. L. Sturzo, Carteggi siciliani del primo Novecento, cit., pp. 157-187.

39


42.

(f. 36, c. 22)

Caltagirone, 7 marzo 1914 62

Caro Gigi,

Due paroline in fretta. Stiamo bene; ho ricevuto la tua cartolina, grazie dei

saluti della Contessa. Spero che avrai tempo di andare da Concettina Milazzo Viale Mangane

presso le Dorotee.

Posta sono più giorni che non te ne spedisco più e ne troverai un buon numero.

Avvisaci quando ritornerai; t’abbraccio

43.

Nelina

(f. 36, c. 25)

[Caltagirone, 8 marzo 1914] 63

Caro Gigi,

Stiamo bene, Margherita veramente mediocrina. Sono stata in pena per te poiché

non credeva che saresti tornato a Roma. D. Ciccio Caruso desidera che tu raccomandi

per il mandato di approvazione di su figlio Nelo. Incaricatene, giacché dice che la

Marina l’ha già avuto. Quando arrivi?…

44.

Nelina

(f. 36, c. 26 all.)

[Caltagirone], 10 maggio 1914 64

Caro Gigi,

Abbiamo ricevuto il telegramma ove ci avvisava del tuo arrivo; grazie infinite.

Adesso non ci fare mancare un saluto quasi ogni giorno altrimenti a me mi troverai

ammalata.

Stiamo bene, solo col pensiero a te. Oggi ti ho fatto ritornare (cioè spedire) un

40

62 Cartolina postale sped. a Catania (Arcivescovado).

63 Biglietto.

64 Lettera.


espresso e ora ti spedisco un’altra lettera e un telegramma. Mi scriverai fino a quando

dovrò spedire lettere. Se hai tempo vai a vedere la figlia di Giustina e di quelli di Gigia

Concettina Dorotee. Se vedi Silvio raccomandagli di studiare poiché studia poco.

Portami un’immagine di S. Raffaele Arcangelo anzi due; non dimenticartene.

Con Margherita ti abbraccio caramente.

Tua più aff.ta

Nelina

P. S. Incontrerai certo i camei Prata Amore. Non dimenticare la raccomandazione

che ti feci per Nicolò Tacc… vuole essere raccomandato come impiegato alle finanze

per cui sta facendo il concorso.

(f. 37, c. 21)

45.

[Caltagirone], 24 agosto 1914 65

Caro Gigi,

Ti accludo una distinta del Banco di Sicilia che scade il 31 agosto.

Vedi caro Gigi che cosa ti fruttano i continui viaggi e spese… non continuare

così altrimenti ove andrai a finire? Te la mando perché non so se è urgente. Hai ricevuto

le mie due ultime lettere? Cosa hai fatto per Gasperino? E per Narduccio?

Ora si raccomanda Vincenzo Truglio per avere avvicinato a Catania suo fratello.

Vincenzo ha diretto una domanda al Direttore dell’Ospedale medico di Pavia ove si

trova; vedi se tu puoi fare qualche cosa. Sono seccature, ma come si fa?

Abbiamo comperato 2 vacche per la Russa £ 1.045 66. Tutto va assai caro. Hai

fatto qualche cosa per il marito di Venerina? Non dimenticarlo, poiché non dobbiamo

dimenticare quello che Lei ha fatto per me.

Ed ora ti lascio, ma quando verrai? Che noia la tua assenza mi porta. Margherita

con me ti abbraccia

Nelina

(f. 38, c. 53a)

65 Lettera.

66 «La “Russa dei Boschi”, proprietà degli Sturzo di 40 ettari a 8 chilometri da Caltagirone, vicino a San

Basilio, verso Gela, con oliveti, mandorli, vigne e querce. Prima di partire per l’esilio, Luigi Sturzo cedette la

sua parte al fratello Mario e alla sorella Nelina. L’eredità restò indivisa. Mario lasciò erede il Seminario di

Piazza Armerina e Nelina quello di Caltagirone. Luigi, tornato dall’esilio, fu nominato arbitro per dividere i

beni familiari fra il vescovo Capizzi di Caltagirone e Mons. Catarella di Piazza Armerina. “Russa dei Boschi”

toccò al Seminario di Piazza Armerina» (Carteggio, II, p. 256, in nota alla lettera 645).

41


46.

[Caltagirone], 25 settembre 1914 67

Caro Gigi,

Non l’ho aperta, ma ho tolto la busta poiché era raccomandata e firmata. Noi

stiamo bene, tu scrivi, dacci sempre notizie.

Ti mando un’altra raccomandata che fu firmata e così sono le lettere che ti

mando ferme in posta (così ho capito o meglio ricordo che mi dicesti). Mario scrive, sta

bene e vuole da te l’indirizzi a cui deve mandare li opuscoli. Ciao

47.

Nelina

(f. 95, c. 31bb)

[Caltagirone], 24 novembre 1914 68

Caro Gigi,

Godo che hai fatto ottimo viaggio; cerca di riposarti e rimetterti. Noi stiamo

bene. Oggi sono andata a visitare la Signora Valenti e Maria Crispino in casa Spadaro. Ti

ossequiano. Spadaro ti fa dire tante affettuosità 69 e mi diceva pure di farti sapere che quelli

della minoranza hanno fatto il ricorso contro l’ultima seduta, tanto per saperlo, ma qui

loro, soggiungeva, si interessano della cosa che andrà bene.

Non dimenticare di andare da Nico Barletta e se hai tempo da Concettina

Milazzo e bambini Spadaro. Diana ti manda a ossequiare. Il tempo continua caldo e umido.

Margherita con me ti abbraccia

42

Nelina

Non dimenticare di scrivere a Mario per l’affare che tu sai del Banco.

(f. 39, c. 6)

67 Lettera.

68 Lettera.

69 Dovrebbe trattarsi del barone Salvatore Spadaro Bellone di Caltagirone.


48.

[Caltagirone, novembre 1914] 70

Caro Gigi,

Grazie dei tuoi auguri, altrettanto ho fatti io per te; e l’augurio migliore che possa

farti si è quello di vederti realmente liberato dalle noie e dalle seccature del Comune.

A proposito: si è ieri saputo delle tue dimissioni 71. I tuoi son tutti dolentissimi;

c’è chi piange c’è chi spera. Però i pensanti l’hanno costatato un atto dignitoso.

La minoranza non sa se deve essere contenta oppure no, sono allibiti. Vi fu

uno, del partito contrario, che disse: avrebbe fatto almeno i tramvai prima di lasciare!…

C’è da ridere…

Poi hanno sparso delle voci: chi dice che il Papa ti ha fatto Nunzio in Australia

chi suo segretario ect… Insomma hai dato campo ad un teatro.

Con Margherita t’abbraccio

49.

Nelina

(f. 39, c. 8)

[Caltagirone], 3 dicembre 1914 72

Carissimo Gigi,

Spero che le continue distrazioni t’abbiano a far tornare rifatto. Sei dunque stato

a Milano, hai riveduto gl’amici, ti sei divertito.

Le tue dimissioni da Pro sindaco, hanno dato un lavoro ai tuoi amici, un fermento

nel paese che non se ne può più.

Domenica al comitato vi fu un grande comizio, parlò Barletta Gesualdo 73 e

dice che fece commuovere a tutti. La folla era numerosa; il tuo partito è esasperato, vuole

presto il tuo ritorno, ed ha in mente delle grandi dimostrazioni.

70 Lettera.

71 Rieletto sindaco nelle amministrative di quell’anno, l’opposizione, con la pressione mafiosa, tentò di

farlo dimettere. Intorno a lui la situazione si era complicata. «Le minacce, i timori e le sollecitazioni della

sorella Nelina e del fratello, e forse anche l’idea che sul suo nome si fosse ormai concentrato troppo astio e che

questo odio minacciasse di travolgere anche le sue opere, lo spinsero a presentare le dimissioni» (De Rosa,

Sturzo, cit., p. 172). Successivamente ritirò le dimissioni per la pressione degli amici. Sulla vicenda amministrativa

di Sturzo a Caltagirone cfr. U. Chiaramonte, Il municipalismo di Luigi Sturzo pro-sindaco di Caltagirone

(1899-1920), Morcelliana, Brescia 1992.

72 Lettera.

73 Gesualdo Barletta lo troviamo nelle elezioni comunali del febbraio 1905 tra i sostenitori del partito di

Libertini; nelle elezioni provinciali e comunali del giugno 1914 fu tra i candidati del partito sturziano. Vinte

le elezioni, nella giunta di Sturzo ricoprì la carica di assessore.

43


Io ho pregato Barletta di non farne fare al tuo ritorno anzi all’arrivo dalla stazione,

ma il popolo non vuol sentirne. Io credo che sarebbe meglio che tu arrivassi all’insaputa,

che ne dici?… E a Roma non starai fino alla fine del tuo ricorso? Dimenticavo

dire che D. Mariannina Lo Carmine quando seppe delle tue dimissioni non sapeva parlare

più. Adesso anche lei, figurati, vorrebbe andare alla stazione, c’è da ridere!!…

Basta, ora una raccomandazione. Raccomandano caldamente un certo Cianciabella

Giuseppe fu Antonino, concorrente alunno di Cancelleria e Segreteria Giudiziarie;

avendo sostenuto gli esami presso la Corte di Appello di Catania nei giorni 10-11-12

novembre 1914. Ora la decisione sarà costì e gl’incartamenti sono stati spediti. Lui si è

anche raccomandato all’Onorevole 74, ma il tuo appoggio può valergli. È unico figlio che

sostiene la madre vedova e i fratellini.

Noi stiamo bene, Monsignore scrive che tutto è pronto per la b. (sic) lui passerà

da Piazza prima di venire, crede tornerete insieme. Divertiti salutami la contessa Soderini,

t’abbraccio

50.

Nelina

(f. 39, c. 47)

[Caltagirone], 4 dicembre 1914 75

Caro Gigi,

A quest’ora avrai ricevute tutte le lettere che ti ho inviate e quelle scritte mie.

Noi stiamo bene, e mi auguro che tu sarai già rifatto. Ieri sera venne a farmi visita la

Signora Favitta e mi disse che Totò è a Roma. Anche Michelino è costì, sarà per il ricorso.

Ti scrivo raccomandazioni; tu ne farai il conto che credi. Cremona ti raccomanda l’affare

della cappellania del Canonico Silenzio; tu comprenderai di che si tratta, io non ne

capii nulla!

Un’altra persona raccomanda la guardia di città, un certo Vincenzo Giacomazza

che trovasi a Milano. Dice che l’aria non gli giova e vorrebbe essere rimosso in Sicilia.

Un terzo è l’avvocato Canti che deve fare gli esami, non so di che cosa (riderai) e vuole

raccomandazioni.

Basta, non ti strapazzare, le raccomandazioni li faccio per dire che li ho fatti!…

Gl’operai sono smaniosi del tuo ritorno, c’è stata della gente che per giorni intieri non ha

lavorato, ha perduto la testa. E credo che Corteggiani sarà stanco di vedere arrivare il fattorino

telegrafico per conto tuo.

74 Il riferimento è all’on. Gesualdo Libertini. Cfr. R.Colapietra, Gesualdo Libertini antagonista o «deuteragonista»

di Sturzo?, in «Nuovi Quaderni del Meridione», settembre 1980, pp. 273-309.

75 Lettera.

44


Quando arriverai a Catania se puoi vai da Giustina; ieri mi scriveva che forse in

questi giorni le faranno l’operazione persuasi che trattasi di appendicite. T’abbraccio con

Margherita. Aff.ma

51.

Nelina

(f. 39, c. 52)

[Caltagirone], 8 dicembre 1914 76

Caro Gigi,

Stamane ricevo la tua. Godo tanto saperti in buona salute, ma ti raccomando

ora che torni a Catania specialmente di non sciuparti. Figurati se verrei a Catania, ma

come ti scrissi, forse Giustina si farà fare l’operazione e temo di arrivare a mal punto.

Ti raccomando di mandare al maestro Cona un telegramma di condoglianze,

gli è morta la sorella d’un colpo. È sopravvissuta solo tre giorni. Anche a Gesualdo Barletta

veniva parente tanto che è stato a guardare il lutto.

A Catania cerca di parlare nuovamente con Ceccino Sturzo per i denari che

dobbiamo avere. Di andare da Mario Tamburino per i denari di Palermo.

Qui ci sono i quattro impiegati comunali che hanno perduto la lite esasperata

contro te, specialmente Ragusa, guardati.

Che dirti più? Noi stiamo bene e con Margherita t’abbraccio

52.

Nelina

(f. 39, c. 60)

[Caltagirone, dicembre 1914] 77

Caro Gigi,

Godo che stai bene, noi anche e Monsignore dice lo stesso. Lui sarà qui o il 16

o il 18. Ti accludo una lettera della vedova Mantica. Stamane son venute le Sturzo dolentissime

forse per un malinteso. Sai della benedetta nomina di Giacomino al Monte; finalmente

aveano fatto persuadere Bonaccorso e voleva Perno fare la riunione per sabato

scorso, cioè, ieri, e nominarlo. Al momento che parlavano al Can. D’Antona lo trovano

76 Lettera.

77 Lettera.

45


contrario dicendo, che tu gli avevi detto che dovea nominarsi un ragioniere laureato;

quindi la riunione non fu.

Figurati; gli fecero parlare anche dal Dott. suo fratello il quale non lo ha potuto

smontare. Questo ho risposto io, è inverosimile colle raccomandazioni che Luigi prima di

partire fece a Bonaccorso, non è così. Se non torni presto scrivi tu a D’Antona e far rimediare,

se non altro fallo per me. Se hai tempo vai da Giustina, non so come stia e se hanno

fatto l’operazione. Dille tante cose per me. Stamane ti ho spedito l’avviso per il consiglio

provinciale del giorno 18 cioè, venerdì.

Come hai fatto per la biancheria? se vuoi te la mando con Spadaro? Oggi vi è

stato Luigi La Rosa 78 con sua moglie, ti salutano. Domani o martedì partirono per andare

a svernare a Palermo.

Barletta stasera ha fatto una conferenza sulle opere che hai iniziato; dice che il

salone era rigurgitante. Vogliono la tua venuta di giorno mi dice il portiere.

Basta, Margherita con me t’abbraccia

Nelina

P. S. A proposito, cosa hai fatto per far visitare gli occhi a D. Peppino?

(f. 39, c. 57)

53.

[Caltagirone, 4 aprile 1915] 79

Caro Gigi,

Il saperti sofferente ci ha tenute tanto angustiate; figurati poi che lo hanno

stampato sulla Gazzettaccia che tu non stavi bene a Roma.

Basta, guardati caro fratello, curati e non sciuparti del tutto la salute. Noi stiamo

bene; oggi è stato un giorno di primavera avanzata! Come sarebbe bello andare in campagna!!

Stamane ho saputo che il bambino di Favitta, il grandetto, è gravemente

ammalato a Palermo, tanto che ieri son partiti in fretta Carfì e Gueli.

Se non ti reca fastidio e puoi farlo, ti prego di raccomandare come fattorino il

figlio di Barrano il senzale. È proietto e si chiama Pariglia Salvatore. I documenti dice che

li presentò all’Onorevole, se puoi fallo, poiché a giugno compie 15 anni. Di Giustina ne

sai nuova? Dì tante cose per me se vai. T’abbraccio

46

Mario forse verrà lunedì.

Nelina

(f. 96, c. 25cd)

78 Molto amico di Sturzo, sarà figura di rilievo del Partito popolare a Caltagirone. Nel secondo dopoguerra

fu molto vicino agli ambienti indipendentisti. Conservò tuttavia con Sturzo una cordiale e fraterna

amicizia. Cfr. A. Sindoni, ad vocem, in DSMCI, vol. III/1, pp. 465-466.

79 Lettera.


54.

[Aderno, 4 aprile 1915] 80

Stiamo bene, desideriamo sempre tue notizie. Ti mando con questa 14 lettere,

due sono espressi e uno è l’avviso del consiglio Provinciale per il g. 8, perciò immagino

verrai verso la fine della settimana

55.

Nelina

(f. 147, c. 176)

[Caltagirone, 19 aprile 1915] 81

Caro Gigi,

Abbiamo ricevuto il telegramma, e la lettera. Mi auguro che il viaggio fino

Firenze non t’abbia fatto male. Noi stiamo bene. Monsignore per l’affare del banco di

Sicilia dice che deve trovarsi a Piazza il 28.

La sottana e il soprabito non sono ancora arrivati, temo che si sono smarriti, ed

ho scritto al sarto per reclamarli. Oggi sono stata a dare il buon viaggio a Mina Spadaro;

loro dicono che partiranno fra breve, in settimana. Come va che Concettina a te dice che

approva il ritorno di Mina in collegio mentre avea scritto prima che non c’era da temere.

Speriamo che la guerra non venga, che disastri! Tu anderai a Palermo. Mi scrisse

Giacomino Barletta i nomi per avere fatte le raccomandazioni. Intanto li ho fatto fare a

Monsignore il quale ha scritto a Giglio Tramonti 82 se tu anderai lì, vedrai di poterla pure

raccomandare. Non dimenticherai il nome di Ceccina la quale si chiama Mariannina

Mellini e deve pigliare il diploma di francese. Scrivi, dai tue nuove. T’abbraccio con

Mario e Margherita

Nelina

(f. 96, c. 25co)

80 Cartolina postale sped. a Catania (Arcivescovado). Il testo è in coda come P.S. ad un breve scritto indirizzato

a Sturzo, non firmato.

81 Lettera.

82 Militante sin da giovane nel movimento cattolico isolano, nel 1899 divenne presidente del Comitato

regionale dell’Opera dei Congressi. «Con la crisi del Movimento Cattolico (1904), egli si accostò ai conservatori

della rivista “Letture domenicali” di Palermo ma mantenne un ruolo di primo piano nel MC siciliano per

il prestigio di cui godeva. Dopo il Congresso regionale di Catania (1908) venne eletto delegato provinciale,

per Palermo, del segretariato regionale elettorale; poco dopo fu pure eletto presidente dell’Unione cattolica

regionale e fu confermato in tale incarico anche dopo la riforma dell’AC avvenuta nel 1915» (A. Sindoni, ad

vocem, in DSMCI, III/1, pp. 414-415).

47


56.

Caltagirone, 20 maggio 1915 83

Esito Cassa Rurale Grammichele fra qualche giorno Federazione.

57.

Nelina

(f. 152, c. 158)

[Caltagirone, 1 giugno 1915] 84

Caro Gigi,

stiamo bene; ho ricevuto il telegramma tuo.

Ti ho scritto una lettera ieri chiedendoti un favore, qualora me lo puoi fare si

tratta che essendo cosa che mi serve perché pratica e non di lusso.

Ti scrivo questa ora per incarico di Cremona il Canonico. Dice che vorrebbe

fatta una raccomandazione al Colonnello La Ferlita comandante in capo, onde far sollecitazione

presso il comando di Milano per suo nipote Vincenzo Pertica. Costui è guardia di

finanza nella Brigata Cremona. È stato ammalato, gli è stato proposto dal Maggiore

medico del presidio 90 giorni di congedo.

Dunque si tratta di far sollecitare il rimpatrio. Se puoi fai questa raccomandazione.

Con Margherita t’abbraccio

48

58.

Spedito espresso Commissione urgente aspettalo.

83 Telegramma sped. a Catania.

84 Cartolina postale sped. a Roma (Albergo S. Chiara).

85 Telegramma sped. a Roma (Albergo S. Chiara).

Nelina

(f. 96, c. 25cx)

Caltagirone, 3 giugno 1915 85

Nelina

(f. 40, c. 70e)


59.

[Caltagirone, 30 giugno 1915] 86

Caro Gigi,

Ti scrivo in questo stesso foglio poiché temo che la lettera venga pesante. La

presente te la mando pur credendo che dovrebbe andare al Municipio. Ma siccome credo

anche che tu potrai personalmente ottenergli qualche cosa te la mando.

Dunque, noi si lavora; si è messa su una pesca e l’hanno scelta farla alla Villa il

giorno undici cioè la seconda domenica di luglio. La serata a teatro si vorrebbe far pure

intrecciandola così, poiché la pesca a teatro non può farsi per la ristrettezza del locale e

perché non potrebbe entrare il popolino.

Dunque il discorso, che non so se accetterà La Rosa poiché con me si è scusato

dicendo che non si sente bene, poi qualche inno cantato e un quadro ginnastico come

quelli che fece fare Caravella. Poi qualche sinfonia. Dopo si potrebbe fare se riesce, un quadro

plastico o qualche trittico mi dice Vaccaro, sarebbe nuovo e bello. Dopo un bozzetto

fatto da diverse signorine e ne abbiamo trovato uno intitolato “Sorella” scritto recentemente

sul Varietas. Rappresenta Trieste che fa l’onomastico e le diverse città d’Italia quale sorelle

vanno a far gli auguri. Il marito di Trieste rappresenta l’Austria e quindi in disaccordo e

la cameriera “Speranza” che cerca il verso di farla fuggire ora preparando un pranzo tutto

italiano, poi con suonare una musica in ultimo col presentare il quadro di Dante.

Sarebbe breve e d’occasione. Si finirebbe la serata con il canto dell’inno reale.

Non ti pare? Rispondimi per continuare a preparare. Stiamo bene

60.

Nelina

(f. 40, c. 79b)

Caltagirone, 5 luglio 1915 87

Tutti domandano giorno tua venuta amministrazione reclama presenza.

86 Lettera.

87 Telegramma sped. a Roma (Albergo S. Chiara).

Nelina

(f. 40, c. 77c)

49


Giovedì sarò Catania. Sto bene.

61.

62.

Sto molto meglio. Spero partire domani.

63.

[Roma, 6 luglio 1915] 88

Luigi

(f. 40, c. 77c)

[Roma, 8 agosto 1915 ]89

Luigi

(f. 40, c. 93)

[Caltagirone, settembre 1915] 90

Caro Gigi,

Due parole e spero siano gl’ultimi che diriggo a Roma. Stiamo bene e spero che

tu con tutto il gran lavoro che hai fatto stai bene. Ma perché poi lavorare tanto?… Ora

ritorni qui e troverai gran lavoro immagino, poiché nessuno lavora quando tu non ci sei.

Gasperino La Rosa è stato destinato a Palermo alla 12.ma Compagnia Sanità.

Parte domenica e da te vorrebbe fatta una calda raccomandazione al Colonnello Carbone.

Se puoi faglielo. Anche Nicolino La Rosa è stato destinato alla sanità a Palermo, ma

questo non è venuto a raccomandarsi. Te lo dico per saperlo. Se vedi la Signora presenta i

miei saluti, mentre t’abbraccio

Nelina

P. S. Il La Rosa Gasperino, voleva scriverti lui con lettera raccomandata, ma io

risposi che te l’avrei scritto io.

(f. 97, c. 96)

88 Appunto di Luigi sul precedente telegramma di Nelina.

89 Minuta di telegramma di risposta di Luigi a Nelina la quale aveva telegrafato lo stesso giorno a Giulio

Corteggiani dell’Albergo S. Chiara a Roma: «Angustiatissimi dica mio fratello manderò Angelo Montemagno

accompagnarlo ritorno ossequio» (f. 40, c. 93). La minuta di Luigi è sullo stesso telegramma di Nelina.

90 Lettera.

50


64.

[Caltagirone, 17 settembre 1915] 91

Caro Gigi,

Ti scrivo per espresso poiché le Coniglio desiderano così. Carlo si trova all’Ospedale

V. Emanuele, 3° reparto, ala delle scuole n. 209. Desidera parlarti prima che tu

faccia una seconda raccomandazione al Carbone. Bisogna farla poiché avendo il Carbone

tante occupazioni potrà averlo dimenticato. Desidera che andando all’Ospedale tu lo faccia

chiamare e non andare vicino il suo letto.

Mi hanno detto che tu sarai domani costà e quindi t’indirizzo la lettera all’Arcivescovado

[di Catania]. Noi stiamo bene; io ogni giorno vado all’Allasido a lavorare. Se

vedeste come sembra grazioso quel locale animato. Cosa dicono i bagni, ti senti meglio?

Vieni presto che mi annoio stare priva di te. Margherita sta bene, ti saluta, io t’abbraccio

65.

Nelina

(f. 97, c. 60)

[Caltagirone, 27 novembre 1915] 92

Caro Gigi,

Ti scrivo stasera 27 sabato.

La linea Caltagirone-Catania si è riattivata in parte, poiché da Valsavasia a

Catania si fa in carrozza. Domani 28 telegraferò se posso partire e con me verrà Mariannina,

forse anche il sanitario La Rosa con la figlia che va a Messina. Sento dispetto a venire

stavolta. Noi stiamo bene, qui fa freddo di tramontana ma intensa!!… e costà?

Ti accludo una cartolina di D. Canciuzza Pulvirenti. Il figlio scrive a questo

modo. La madre teme che facendosi la causa potrebbe essere fucilato e figurati come

piange. Se tu potresti fare qualche raccomandazione, veramente è stato sempre un buon

giovane; la famiglia ottima. Sono poi i genitori con 7 figlie femmine e questo solo

maschio.

Basta, vedi quello che puoi fare. T’abbraccio e spero rivederti. Aff.ma

91 Lettera.

92 Lettera.

Nelina

(f. 97, c. 139)

51


66.

[Caltagirone], 4 dicembre 1915 93

Caro Gigi,

Ti scrissi ier sera e mi dimenticai d’un favore che chiedono gli Sturzo. Scrivesti

per quelle informazioni del C. Carlo Dotta? Non dimenticarlo, poiché mi dicono che le

cose si vanno facendo sempre più strette e che quindi prima d’apparolarsi definitivamente

vorrebbero migliori informazioni. L’indirizzo è Maggiore al 4° Battaglione del 4° Reggimento

Dotta dei Marchesi Dauli, Genova.

Fallo per piacere; mi secca dire che non so cosa hai fatto… Riposati, torna rifatto,

t’abbraccio

67.

Nelina

(f. 97, c. 149)

[Caltagirone, gennaio 1916] 94

Caro Gigi,

Stamane ti ho spediti i colli. Ieri sera arrivò Monsignore e giusto a me toccava il

teatro, quindi dovetti uscire. T’assicuro che Valli la vanno facendo sempre peggio. Speriamo

che Quarani lo facciano discreto. L’altro giorno venne il maestro Battiati colla sua

Signora per raccomandare a te l’affare della maestra Bufane “sua moglie”. Tu saprai

meglio di me quale sia l’affare. La maestra mi diceva che le avevano quasi fatto smarrire i

documenti e qui per otto giorni ripetevano che i documenti non si potevano trovare ecct.

Finalmente il Maestro venne a Catania e come Dio volle trovarono i documenti. Adesso

temono che la stessa mano che stava facendo smarrire costà i documenti, non li faccia

spedire a Roma. Per questo si raccomanda a te.

Basta, io ti scrivo se puoi influire a qualche cosa. Mario sta bene, noi pure.

Guardati la salute; vai da Giustina? T’abbraccio

52

93 Lettera.

94 Lettera.

Nelina

(f. 96, c. 25am-i)


68.

[Caltagirone], 17 giugno 1916 95

Caro Gigi,

Ti auguro ogni bene per il tuo onomastico. Quest’anno da lontano dobbiamo

passare un giorno sì bello. Quanti ricordi in questo giorno passeranno per la memoria!…

Spero trovarmi a Piazza ove conto di andare martedì; tu come mi promettesti verrai a

prendermi appena arrivato?

Qui fa caldo, caldissimo, e costà? Sei andato da Durante? Vi andrai?

Ho aggiustato un po’ la baracca delle cameriere facendo venire come provvisoria

la sorella di Giacomina e inducendo Vincenza a vestire lei M.

Vedremo se questa volta si farà meglio; resterà Teresa. Non lavorare molto con

questo caldo che sciupa… T’abbraccio con vivo affetto

P. S. Vincenza ti fa gli auguri e ti bacia la mano.

69.

Nelina

(f. 42, c. 31)

Piazza Armerina, 3 luglio 1916 96

Caro Gigi,

Non ti ho scritto perché credeva di giorno in giorno vederti arrivare. Ma ora gli

affari, ora i mali che ti procuri allungano sempre la tua assenza… Non vedo l’ora di riabbracciarti!

Con Monsignore stiamo bene; veramente qui il caldo non si sente tanto. T’abbraccio

70.

Nelina

(f. 42, c. 41)

[Caltagirone, ottobre 1916] 97

Caro Gigi,

Abbiamo ricevuta la tua cartolina da Pompei, si intende dopo il telegramma.

Stiamo bene e speriamo che tu lo sia anche. Hai fatto il telegramma alle Coniglio? Povera

Angelina come deve sopravvivere a tanta sventura?

95 Lettera.

96 Cartolina illustrata sped. a Roma (Albergo S. Chiara).

97 Lettera.

53


Io non sono ancora andata a far visita, ma le ho scritto un bigliettino dicendo

che anderò quando le visite saranno calmate. Cosa hai fatto per Enrico? La nipote di Giacomino

Barletta, Ceccina Mellini ti prega d’interessarti presso il Ministero per un posto,

possibilmente a Catania. Dice che vi sono questi più due scuole tecniche, tutte di 28 ore

ed è quello che lei vorrebbe. Se tu puoi fare qualche cosa è meglio presso il Ministero che

col Provveditore (dice lei).

È un’opera di carità. Mi dispiace anche io darti delle noie, ma come si fa coi

parenti? Mamina Gravina manda nuovamente a raccomandare la chiusura dell’acquedotto.

Non lasciasti l’ordine? Se puoi anche mandarlo di costà poiché ora la famiglia di

Michelino torna, perché Lui viene su. La puzza dice che è orribile...

Il biglietto che Borromeo ti disse che avea spedito a me credo che non lo spedì,

perché io nulla ho ricevuto; non fa niente, ma vorrei essere sicura che l’abbia accettato.

Non ho mandato il biglietto a Perticone perché mi è sembrato curioso farlo partire di

qua, meno male che tu lo spedivi da Catania o anche da costì.

T’abbraccio con affetto

71.

Nelina

(f. 101, c. 201)

[Caltagirone, ottobre 1916] 98

Caro Gigi,

Che vitaccia, caro fratello! Se la pensavi di farla anni addietro sarebbe stato

meglio, perché ognuno di noi prendeva un’altra via… Ed ora quando ritornerai e per

quanti giorni? Noi si sta benino, e tu con questo strapazzo? Ti mando un po’ di biancheria

e tutte le lettere, che io non facendo orecchio a quello che fece telefonare Sclafani, non

volli spedire posta a Girgenti.

Ed ora qualche raccomandazione; pazienza; io debbo farle e tu leggerle per poi

farne il conto che vuoi. Angelo raccomanda l’affare di suo nipote Campoccia Giacomino.

D. Peppino il portiere si raccomanda per essere portato più giù mentre si trova vicino

Gorizia, Ceccina Mellini cioè Maria Anna (così si chiama) si raccomanda ancora, disperata

perché Paolino Franco le ha aperto le mani, e crede che tu non le hai fatto nessuna raccomandazione.

Povero Barletta si trova con 1.000 lire di deficit. Ma più di tutto poiché

Ceccina voleva mettersi subito in carriera.

Basta, vedi quello che puoi fare. Non ti strapazzare molto, t’abbraccio, aff.ma

54

98 Lettera.

Nelina

(f. 101, c. 202)


72.

[Caltagirone, dicembre 1916] 99

Caro Gigi,

Ricevetti ieri la tua in cui mi parlavi delle difficoltà per il nipote di Angi; speriamo

che potrai ottenere qualche cosa. A proposito Angelo mi diceva che una persona venuta

da Torino gli diceva, chi può tutto in questo momento a Torino che anche richiama i soldati

operai è il sig. Ferdinando Giachero (Via Morosini n. 85). Come anche più importante al

Comandante della Caserma Ferdinando di Savoia 6.a Fortezza, Corso Valdacco.

Io ho voluto scriverlo se mai qualche raccomandazione ti è facile poterla fare

mentre sei a Roma. Margherita sta bene; io ancora colla tosse ed è dall’otto del c. mese

che non esco. Monsignore sta bene e verrà il 7 gennaio. Forse conta di venire a Roma.

Sei stato da Giustina? Io glielo scritto. Sono stanca della tua lunga assenza, caro

Gigi, così non si può più vivere. Non so se questa t’arriva; l’altra posta non la mando poiché

temo si smarrisca.

Le cameriere ti ossequiano con Margherita t’abbraccio, aff.ma

73.

Nelina

(f. 101, c. 220)

[Caltagirone, dicembre 1916] 100

Caro Gigi,

Ricevetti la tua; ho detto a Gigia quanto mi scrivi. Lei ti ringrazia di tutto e mi

dice che non vuole che t’incomodi a far vaglia, glieli porterai tu.

Qui la gente è tutta contenta per il decreto ministeriale contro il pascolo abusivo.

I caprai però dicono che tu hai sempre fatto loro da padre. Anche qui ti accludo il telegramma

che ti invia uno di Castellammare e credo che tanti altri ti siano arrivati costà. Io

penso sempre S. Pietro.

Vincenzo Truglio mi incarica pregarti onde fargli una lettera per il Segretario

del Vescovo di Pavia. Dicono che per farli venire in Sicilia ci voglia il richiamo del direttore

dell’Ospedale e Vincenzo tanti mesi addietro fece la domanda nell’Ospedale ove è Clementi

Direttore e lui stesso fece il richiamo dell’ammalato e intanto ancora non l’hanno

mandato. Il Direttore dell’Ospedale di Pavia si chiama Cav. Cantella. Faccela la suddetta

lettera, affinché vede se può ottenere qualche cosa.

99 Lettera.

100 Lettera.

55


Ieri Luciano si persuadette a prendersi gli ulivi 7 con 4. Meno male, mi annoiava

aver a che fare con tanta gente. Ho dato il pascolo della Russa con 10 once a salma.

Insomma ieri (domenica) mi strapazzai tanto a parlare che mi presero i soliti decimi. Poi

la mattina vado al Comitato per le notizie e mi strapazzo.

Basta, avrei bisogno invece di aria di campagna. Con Margherita ti abbraccio,

aff.ma

Nelina

Le cameriere ti ossequiano.

(f. 102, c. 2)

74.

Angustiatissimo vostro silenzio telegrafami notizie tua salute.

75.

Bersani desidera sapere tuo arrivo Roma. Stiamo bene.

76.

[24 gennaio 1917] 101

Luigi

(f. 43, c. 78d)

Caltagirone, 12 settembre 1917 102

Nelina

(f. 201, c. 118)

[Caltagirone, dicembre 1917] 103

Caro Gigi,

Son le 12 e ancora non abbiamo ricevuto nessuna tua notizia. Scrivi ogni giorno.

Noi stiamo bene. Bada che la modista manderà all’albergo una piccola scatola con il

56

101 Minuta di telegramma.

102 Telegramma.

103 Lettera.


mio cappellino, me lo porti tu poiché non si possono spedire pacchi. Non lasciare costì il

tuo soprabito te ne prego.

T’abbraccio

Nelina

P. S. La modista te lo manderà spero e si chiama Cesira Brandia, Fontanella

Borghese.

(f. 43, c. 78a)

77.

[Caltagirone, dicembre 1917] 104

Caro Gigi,

Ieri abbiamo ricevuto il telegramma, godo leggere del tuo ottimo viaggio e che

stai bene. Non ti strapazzare molto con questo caldo. Io sto un po’ meglio con quel piccolo

gonfiore, così non c’è stato bisogno di chiamare D’Antona. Le Dame lavorano alacremente,

e per la pesca per le informazioni delle famiglie veramente povere.

Oggi è arrivata la presidentessa e t’assicuro che abbiamo più volte dovuto

richiamarla al filo del discorso altrimenti non si sarebbe più usciti dal Comitato. C’è da

ridere!!!

Si sta pensando il da fare per la serata: tu troverai sul tavolo le nostre belle idee,

salva a modifiche ragionevoli e qualche idea più logica sui quadri che si vogliono fare.

L’uva della Russa è andata via completamente, gli aranci anche e gli ulivi così si

è già fatto il raccolto. Pazienza!!… purché si ha la salute! Se passi per Napoli dì a Carlo

Chiarandà che ti mandi qualche piccolo dipinto o in conchiglia o qualche altra cosa bizzarra

per la pesca.

Si dice che sarà domenica 12 salvo a postergare. Con Margherita t’abbraccio

104 Lettera.

Nelina

(f. 43, c. 78c)

57


78.

Caltagirone, 19 aprile 1918 105

Caro Gigino,

Ho il piacere di mandarti con il Can.co Fondacaro 106 un po’ di biscotti freschi,

che ho fatto proprio per te. Mando pure una maglia pesante, credo che ti farà comodo,

atteso che costì piove. Qui nebbia e cattivo tempo; nulla pioggia…

Noi stiamo bene; io con la piccola fasciatura risento quasi nulla del male che il

Dottor D’Antona dice essere, quindi non ne parlare con Borrami; ad una mia venuta

costì poi se ne parlerà. Ti acchiudo £ 50 e pensa a non risparmiarti il bisognevole. Salutami

la Sig.ra Belli, Longinotti, Grosoli e tutti gli amici che rivedrei con piacere. La tua

assenza mi pesa, e, vorrei pigliare un terno al lotto, come le nostre cugine Sturzo di circa £

5.000, per venirmi a divertire un po’ a Roma. La zia continua e chi sa quanto tirerà, per

poi finire di marasma senile.

Ti mando anche l’abito da tingere in nero; lo porterai alla tintoria Torinese in

via dei Cestari a due passi dall’albergo. Dentro vi è un mio biglietto. Tu le dirai per quale

giorno lo vuoi, devi però mandarlo o portarlo subito, e meglio che glielo porti te e ti fai

dire se viene o no bene e le raccomanderai di fare bene e il giorno che deve mandarlo. Se

l’abito lo mandi col cameriere devi farti mandare la ricevuta.

Ti raccomando in ultimo di pregare qualche amico tuo prete, onde sollecitare

presso la curia Pontificia per il rimpatrio del fratello di Teresa. Te lo raccomando caldamente

e ti rimetto l’indirizzo per poter fare la raccomandazione. T’abbraccio

58

79.

Lascia commissione in sospesa confermare tuo ritorno.

Nelina

(f. 45, c. 12)

Caltagirone, 2 maggio 1918 107

Nelina

(f. 74, c. 79)

105 Lettera.

106 Mons. Vincenzo Fondacaro era originario di Caltagirone (1882-1956). Fu stretto collaboratore di

Luigi nella vita amministrativa calatina; nel 1918 mons. Mario lo nominò vicario generale di Piazza Armerina,

carica che mantenne fino alla morte del vescovo. Ebbe grande confidenza ed affetto con ambedue i fratelli.

107 Telegramma.


80.

Roma, 2 maggio 1918 108

Telegrafa subito se tuo telegramma stamane dovuto malattia sono angustiatissimo.

81.

Spero essere costà mercoledì. Sto bene.

82.

Luigi

(f. 74, c. 79)

Roma, 3 maggio 1918 109

Luigi

(f. 74, c. 74)

Caltagirone, 30 maggio 1918 110

Caro Gigi,

Ieri ricevemmo la tua cartolina unica dacché sei partito. Mi auguro che starai

bene come tu dici; noi tutti bene. Venendo condurrai Silvio? Chi sa quante volte sia

venuto ad incontrarti. Gigia ti ossequia e ringrazia con anticipo. Le Coniglio ti raccomandano

l’affare di Enrico o Carlo, come ti piace. Dice che bisogna scrivere presso l’Intendenza

Generale di Bologna o per mezzo del Vescovo Castrense.

Interessatene te ne prego poiché lui non ha più nulla e nulla otterrà se non per

mezzo di queste vie. Sei stato da Giustina? Desidera tanto una visita e mi dispiacerebbe se

tornando mi diresti che non sei potuto andare. Salutami tutti gli amici, mentre con Margherita

t’abbraccio con vivo affetto

108 Minuta di telegramma sul testo del precedente.

109 Minuta di telegramma.

110 Cartolina postale sped. a Roma (Albergo S. Chiara).

Nelina

(f. 111, c. 42)

59


83.

Caltagirone, 2 giugno 1918 111

Caro Gigi,

Ho ricevuto la tua cartolina; mi duole leggere che ancora non hai ricevuto il

pacco che io spedii raccomandato col valore dichiarato per arrivare più presto. Spero che

ora ti sia arrivato e che almeno per gl’ultimi giorni l’avrai.

Noi stiamo bene; i bacolini vanno avanti sono fino a quest’ora buonissimi.

Valdina mi dice che le hanno risposto da Siracusa, tanto Mosumeci e Guzzardi

che ne hanno fatto ricerca, che le carte sono state spedite a Roma, quindi vedi di farli

sapere a chi devi.

Poi ti prego caldamente di fare o di far fare una calda raccomandazione per

Vincenzo Pam… Che ha un pezzo che non scrive. Però hanno scritto due amici suoi rimpatriati

e dicono o meglio si legge tra le righe, che sia ammalato di nevrastenia. Per carità

fai tutte le istanze che puoi.

Non vorrei recarti disturbo, ma come si fa? Teresa ne è angustiatissima. Abbiamo

due profughe per cameriere con Maria e paiono buone tutte e due. Con Margherita ti

abbraccio. Aff.ma

60

84.

Domani riparto. Arrivo mercoledì. Sto bene.

Nelina

(f. 111, c. 58)

Roma, 30 settembre 1918 112

Luigi

(f. 46, c. 110)

111 Lettera.

112 Minuta di telegramma in risposta ad un telegramma di Nelina dello stesso giorno a Giulio Corteggiani

dell’Albergo S. Chiara: «Desidero sapere se mio fratello giunse costà ossequi» (f. 46, c. 110).


85.

[Caltagirone, novembre 1918] 113

Caro Gigi,

Mi sembra un secolo che sei partito da casa; forse perché il raffreddore t’aveva

fatto stare dentro ed ora ci sembra la casa vuota. Un’altra volta parto con te.

Stiamo bene, Margherita col suo dolore sordo e molesto. Immagino quello che

hai trovato a Roma, l’entusiasmo e la gioia. Che festa vi sarà lunedì? Divertiti un po’ per

me. L’affare delle Fontanapietra suona… hanno offerto £ 4.000. Io ho risposto che siamo

troppo lontani e poi devo scrivere a te e a Monsignore al quale ho già scritto. Birdirimi si

parla di 35.000 vedremo o l’uno o l’altro e anche tutte e due non ti pare? Cosa consigli

tu? Poi non ti dico Altobrando che lo pagherebbero circa settanta, ci sarebbe da fare un

affare. Ma ci basta, credo, metterci in regola, speriamo riuscirci.

Ti rimando 7 tra lettere e cartoline e qui t’accludo un telegramma. Scrivi, guarda

di non lavorare molto che ti sciupi la salute.

Le Coniglio ti raccomandano di poter influire per l’avvicinamento di Enrico. Il

freddo lui non lo sopporta. T’abbraccio, aff.ma

86.

Nelina

(f. 47, c. 45)

[Caltagirone], 21 febbraio 1919 114

Caro Gigi,

Ancora non scrivi e siamo al sabato 22. Non c’è stato il tempo di scrivere? Spero

domani avere tue care nuove, mentre ti dico che noi stiamo bene.

Guardati dai colpi d’aria; ho letto che P. Giordano è morto d’influenza a Palermo,

quel benedetto Palermo non t’impegnare ad andarvi…

Non dimenticare la raccomandazione per il soldato Boscarelli, dichiarato, dicono i

parenti, ingiustamente disertore. Ora da Messina è passato al tribunale di guerra della IV

armata. Se puoi interessartene era un buon giovane e che avea dato prove di valore da meritarvi

una licenza estra. Poi preso prigioniero in Austria, alla famiglia arriva questa notizia 115.

113 Lettera.

114 Lettera.

115 La lettera, probabilmente, è mutila di un altro foglio.

Nelina

(f. 113, c. 67)

61


87.

Arrivata benissimo viaggio ottimo.

88.

Caltagirone, 1 giugno 1919 116

Nelina

(f. 48, c. 40)

[Caltagirone, giugno 1919] 117

Caro Gigi,

Ho ricevuta la tua cartolina e godo che sei arrivato a Roma, che stai bene e che

hai trovato la casa pulitissima. Noi stiamo bene ed in cerca di sbrigarmi e ripartire come

ho detto.

Spero che avrai ricevuto la mia lettera e i calzoni per mezzo di Cordiel [sic].

Ora ti accludo gli appunti che mi manda Di Pietro e che la Sig. Di Bernardo raccomanda

vivissimamente. Anche Viglianesi è venuto a raccomandarsi affinché il suo ricorso per

aprire il mulino, ora che il decreto c’è, venga esaudito. Lui è ammalato avendo avuto una

leggiera paralisi al lato sinistro.

Ricorda a Vicentini 118 la mia lettera di calda raccomandazione che io gli mandai

pria di partire, per Anfasso Giacomo per il Banco Roma. Veramente i nostri meritano

di essere un po’ protetti. Il tempo ora si è rimesso mentre siamo stati d’inverno in questi

giorni. Salutami i Signori Amerigo. Colle cameriere mandami a salutare Venerina, salutami

anche loro e fa che restino. Tutti ti ossequiano mentre con Margherita ti abbraccio.

Aff.ma

62

Nelina

(f. 48, c. 61a)

116 Telegramma sped. a Roma.

117 Lettera.

118 Giuseppe Vicentini (1876-1943). Sin da giovane si impegnò nell’Opera dei Congressi entrando nel

1902 a far parte del Comitato Permanente. Si impegnò anche in attività giornalistiche e bancarie. Fu tra i

fondatori del Partito Popolare e dal 1919 al 1923 consigliere delegato, con funzione di direttore generale, del

Banco di Roma, presieduto dal conte Santucci. Cfr. S. Tramontin, ad vocem, in DSMCI, III/2, p. 893.


89.

[Caltagirone], 13 agosto 1919 119

Caro Gigino,

Ti accludo un altro telegramma di Cingolani 120, al quale io avrei risposto, ma

priva d’indirizzo non ho potuto. Quando parti, avvisi sempre il tuo vice segretario, questo

è il secondo telegramma. Spero che il primo lo hai ricevuto a Catania, che ti mandai

in una lettera espresso.

Noi stiamo bene; ho la casa piena di cameriere perché Caterina dal sottoprefetto

è voluta venire ad ogni costo da noi. Quella grande è pure tornata, e così cercherà di

aggiustare benino Margherita.

Tu arrivando a Roma vedi quel che manca e scrivi. Bada che nella casa vi siano

state delle malattie di infezioni, informati. Come stai?

T’abbraccio con vivo affetto. Aff.ma

90.

Nelina

(f. 48, c. 113)

Caltagirone, 24 agosto 1919 121

Caro Gigino,

Come stai? Non mi mandi nessuna notizia della nuova dimora. Vorrei sapere

come te la passi, come fai per il servizio, se ora torni, se vai da Santucci 122 ect. Vorrei sapere

in più cosa manca nella casa, cosa dovrei mandare, se la sola biancheria da letto senza

coperta, parlami di tutto!

Maria mi risponde che accetta di venire, ma vuole sapere le condizioni; io ho

scritto £ 35 al mese e il viaggio franco per venire, qualora vuole andar via poi se lo farà lei.

Potrebbe, se tu vuoi, venire subito e così tu avresti il servizio.

Parlami di quello che devo fare e se tu vieni; Monsignore verrebbe a Roma in

novembre o dicembre. Qui fa un caldo da morire, umido però. Ha piovuto perché vi fu

119 Lettera.

120 Mario Cingolani (1883-1971), tra i promotori del Partito Popolare, era a quell’epoca responsabile

dell’attività del partito nel Lazio e in Umbria. Parteciperà fin dall’inizio al processo di formazione della

Democrazia cristiana. Cfr. A. Parisella, Ad vocem, in DSMCI, III/1, pp. 227-229.

121 Lettera.

122 Carlo Santucci (1849-1932) partecipò sempre in prima persona alle vicende più importanti del

movimento cattolico italiano tra ’800 e ’900. Fu tra i promotori del Partito Popolare, ma non seppe valutare

appieno l’impronta democratica della nuova formazione. Lasciò il partito nel ’23, aderendo al Centro nazionale.

Cfr. O. Confessore Pellegrino, ad vocem, in DSMCI, II, Marietti, Casale Monferrato 1982, pp. 576-

579. Sturzo a Roma andò ad abitare in un appartamento in via Principessa Clotilde, al quartiere Flaminio.

63


un bel temporale. Ti accludo un telegramma; ti spedisco e questo e un’altra lettera in via

dell’Umiltà poiché ancora non so se hai ricevuto nulla nella nuova dimora. Puoi interessarti

del cognato di Dianisi, un certo Parisi Giacomo che io ti scrissi la memoria? T’abbraccio

con vivo affetto. Aff.ma

91.

Nelina

(f. 48, c. 120)

Roma, 26 settembre 1919 123

Cara Nelina,

Vi ho mandato mie notizie con il Canonico Compagno e col Canonico Montemagno

124. Sto bene. Sono impegnato per riunioni fino il 7 ottobre, e quindi ritornerò.

Vi abbraccio

92.

Ricevuto telegramma pregoti informarmi subito tua salute.

93.

Luigi

(sc. 728, fasc. F/1/3, c. 291)

Roma, 4 gennaio 1921 125

Nelina

(f. 51, c. 4)

[Caltagirone, luglio 1922] 126

Caro Gigi,

Stiamo relativamente bene, solo desideriamo sapere come stai, come te la passi

solo, se hai urgente bisogno di me. Io alla mia volta sto sbrigando tutto in fretta, dovendo

123 Cartolina postale.

124 Giacomo Compagno e Giuseppe Montemagno, canonici di Caltagirone. Sturzo con ambedue ebbe

nutrita corrispondenza.

125 Telegramma sped. a Treviso.

126 Lettera.

64


poi tornare a settembre e così venire al più presto. Ti acchiudo uno scritto che Cremona

avea fatto per inserirlo nelle immaginette, ma che Monsignore non credette. Intanto per

non essere scortese te l’invio e certamente non arriverà a tempo, tu farai inserire quella di

Monsignore. Ti mando delle ciambelline e un po’ di pesche della Russa.

Ci conforti il pensiero di possedere un terzo angelo in cielo 127. Ebbe tutti i

conforti e come li voleva lei, senza chiasso, così Iddio permise perché amici e parenti lo

seppero quando era volata in Cielo. Tutti ti salutano, io e Mario ti abbracciamo, aff.ma

94.

Nelina

(f. 54, c. 54)

Roma, 17 luglio 1923 128

Caro Gigi, fratello prediletto,

Ho ricevuto la tua lettera e vedo come l’animo tuo è grande, come la tua fede è

viva e profonda. Ti sieguo collo spirito col pensiero costì, sull’alto monte pieno di solitudine,

raccoglimento e tranquillità 129.

Però non ti nascondo la mia preoccupazione che cotesta solitudine, cotesta

inattività ti giovi poco… o meglio ti faccia male. Un po’ di riposo speriamo che possa

portare giovamento.

Io sto bene; facciamo pulizia, si cuciono vestiti, insomma si sta in casa quasi

tutta la giornata. Ieri con Spataro 130 ti ho mandato tante lettere fra le quali una di

Monsignore. Stai tranquillo per noi e non preoccuparti per gl’altri; Iddio pensa lui a

guidarli.

Quando tornerai? Mi sembrano mille anni della tua assenza. Venerina, le Amerigo

ti ossequiano, Adelgisa ti bacia la mano, io ti stringo al seno, aff.ma

Nelina

(f. 54, c. 5)

127 In quel mese era morta la sorella Margherita.

128 Lettera.

129 Come detto nell’Introduzione, Sturzo il 10 luglio aveva lasciato la segreteria del Partito e si era ritirato

a Montecassino per un periodo di riflessione.

130 Su Spataro cfr. L. Sturzo, Lettere a Giuseppe Spataro (1922-1959), a cura di G. Fanello Marcucci, Istituto

L. Sturzo, Roma 1989.

65


95.

Roma, 26 ottobre 1924 131

Carissimo fratello,

Ho ricevuto il primo e il secondo telegramma da Torino ieri, e stamane la tua

arcicarissima lettera. Grazie, fratello caro, grazie del tuo affetto, della tua premura 132. Ora

sono un po’ più tranquilla e rassegnata; al momento della tua partenza rimasi molto

addolorata, piansi tanto, ma poi pensando che il tuo è un atto di sottomissione che Iddio

non potrà non premiare mi tranquillizzai. Ieri, domenica, sono andata ad ascoltare la

Messa a S. Giovanni, andai sulla tomba del Papa Leone XIII a pregare per te affinché

Iddio ti assista sempre, sempre. Per oggi, prima della tumulazione pregai il Parroco che

mi dicesse una Messa sull’altare avanti la tomba. Per me sta tranquillo, sto bene e la compagnia

della buona Venerina mi è di tanto conforto. La medesima ti ossequia, come fa

pure Adelgisa.

Monsignore ancora non scrive, e sarà come ti ho detto io; ha aspettato la tua,

vedremo. Intanto qui arrivano lettere a te dirette che io apro e poi mando al Popolo, quelli

che gli appartengono e al Partito gl’altri, faccio bene?

Figurati se mi piacerebbe un viaggetto in America!? Basta, guardati dai colpi

d’aria, dai cibi e da tutto ciò che potrebbe nuocerti. Stamane ho telefonato al Prof. Azzi

ma non è ancora a Roma; pare che per quel locale che tu sai si siano trovati i documenti e

si sta per mettere in vendita. Vedremo. Vavà quella sera scriveva tutte le bestialità che

escono dalla bocca di Libertini, ma che dopo un colloquio con lui ha fatto macchina

indietro a tutto vapore…Nel paese lo conciano tutti di male parole, poi finiva così: Povero

S. mi pare si vada trasformando in una scuderia di somari della Pantelleria. Se domani

arriva una lettera di M. scriverò da capo.

Intanto ossequia per me il Prof. Crespi 133 per quanto non lo conosco, e ringrazialo

per tutte le gentilezze che ti fa. I giornali che arrivano li vuoi mandati? Scrivimi tutto.

T’abbraccio stretto al cuore, aff.ma

66

Nelina

Oggi ha telefonato la Contessa Santucci e mi vuole venire a fare una visita.

(f. 257, c. 3)

131 Lettera su carta int.: “Prof. Don Luigi Sturzo Roma – Via di Ripetta, 102”.

132 Il giorno prima Luigi aveva lasciato Roma. La sosta a Torino fu breve perché già il 27 ottobre si trovava

a Londra.

133 Angelo Crespi (1878-1948). «Filosofo, saggista e giornalista, visse nei primi anni del secolo l’esperienza

modernista. […] Trasferitosi a Londra, insegnò presso quella Università e fu corrispondente del «Corriere

della Sera» e del «Popolo». Antifascista, fu molto vicino al fuoriuscitismo italiano. […] La sua abitazione

londinese si trovava presso il Convento dei Serviti, a Fulham Road, dove Luigi Sturzo aveva preso dimora»

(Carteggio, I, p. 7, in nota).


96.

[Roma], 30 ottobre 1924 134

Carissimo fratello,

Oggi, anzi, a momenti finalmente arriva la presente che ti ritorno costà. Ancora

non ho ricevuto tue lettere, che spero presto avere. Questa è la seconda lettera che t’invio

e spero che essa ti trovi in buona salute. Dimmi tutto, anche se hai qualche piccolo

disturbo, non me lo nascondere, mi faresti stare più preoccupata.

Io sto bene, Venerina un po’ raffreddata e ti saluta. Adelgisa ti ossequia, la sig.

Amerigo ti ossequia come fa la Baronessa Di Giura e la Sig. Bianca e Commendatore. Erano

a Montecatini in quei giorni. Della tua partenza i giornali in genere han solo fatto notizia.

Con affetto credimi

Nelina

Qui tutto molto tranquillo, facilmente rivedrai la Sig. V. Amerigo.

(f. 257, c. 6)

97.

Roma, 3 novembre 1924 135

Fratello carissimo,

Sento che le mie lettere ti tornano gradite e ti rispondo subito. Non mi dici

nulla sulla tua salute e temo che già l’umido ti faccia male. Per carità non mi nascondere

nulla se mi vuoi bene. Ti penso tutti i momenti della giornata, e se le amiche mi fanno

distrarre da questo mio sacro pensiero resto poi male. Come devo passare tutto questo

tempo? Ah! no, non sarà possibile che ne passi troppo!!… Venerina è il mio angelo consolatore:

essa ti ossequia tanto tanto. Adelgisa ti ossequia e chiede come fai senza la tua

erba, la vuoi mandata? Io mi angustio di più pei cibi, come fai? Dimmi almeno che regime

tieni, come ti va lo stomaco, io temo che non stai bene e quindi per non dir bugia

me lo hai taciuto.

Io sto bene, e di me non prenderti nessun pensiero, sono attorniata di tante

premure e affetto. Mario vorrebbe che andassi in Sicilia e da lui 136, ma a me questa idea

non mi sorride primo perché starei più lontano da te, e poi il freddo di Piazza e l’umidità

134 Lettera. Nelina scrive sul retro di una lettera di Mario Sturzo su carta intestata “Il vescovo di Piazza

Armerina”.

135 Lettera su carta int.: “Prof. Don Luigi Sturzo…”.

136 «Ho anche avuto due lettere dalla cara Nelina. L’avevo invitata a passar da me questo tempo o almeno

parte. Mi dice che preferisce Roma, perché così ti è più vicina. Ed ha ragione» (Mario a Luigi, 6 novembre

1924, Carteggio, I, p. 8, n. 4).

67


di Caltagirone non mi va di andarli a prendere. Di giardini ancora non si parla; Michelino

che ti ossequia tanto, partirà in questi giorni, vedremo ciò che farà lui e se ci sarà

necessità andrò io!

Non so se la Signora Belloni è tornata, ma appena la vedo dirò quanto tu vuoi.

Come son affezionati e di buon cuore; il Comm. mi ha fatto una cartolina e mi dice che

stai bene, tu perché non me lo dici? 137 Abbiti riguardi in tutto e pensa a non risparmiare

nulla. Comprendo quando deve costì costar la vita col cambio così alto, ma dacché l’han

valutato non deve mancarti nulla.

Comprati le mutande di lana e se hai bisogno anche le calze di lana, altrimenti

ti metti al rischio di farti venire il reuma. Pensa che la povera Margherita non poté più

guarirne, e se poi l’aria non ti va assolutamente torna, ce ne andremo a casa nostra.

Che dirti; caro fratello, prego sempre per te ma le mie indegne preci possono

essere esaudite? Io penso di andare più in là a parlare a chi di ragione per far che ritorni;

tu che ne dici? non farei una cosa che a te dispiacerebbe? I frati dalla cui casa andrai 138, ti

dovrebbero saper comprendere, accompagnare sempre sempre, usarti tutti i riguardi: se ti

ammali come farai tu, ma come resisterò io? Spero che il buon Dio ti aiuti a sopportar

quest’altra dura prova e dia la forza a me di rassegnarmici. Non farebbe bene Mario venir

qui, lui nel suo posto potrebbe aiutare. Perdona caro fratello se mi son lasciata trasportar

dall’affetto procurandoti anche dolore, ma vorrei che tornassi presto, la tua salute non

può resistere all’umido. Qui ancora la temperatura è tiepida, anche qualche volta il sole

disturba le spalle. Come vorrei mandarteli un po’ di questi raggi!!!

Dimmi tutto quello che vuoi, che spero poterti mandare, non temere di

tediarmi, mi rendi felice e più vicino a te. Oggi stesso ti spedisco tutte le copie dell’Italia

di (Milano) e un Rivoluzione Liberale 139 perché una ne è arrivata. Le lettere che sono

arrivate sono state poche e di raccomandazioni. Denari niente, credo che tutti hanno

letto sui giornali che non ci sei. Gli amici tutti ti ossequiano, io ti abbraccio tanto forte,

aff.ma

68

Nelina

(f. 257, c. 8)

137 Angelo Belloni aveva accompagnato Sturzo nel viaggio a Londra. Era un finanziere e si era adoperato

per trovare dei finanziamenti al partito.

138 «A Londra il cardinale Bourne gli consigliò di andare ad alloggiare presso gli Oblati di S. Carlo, a St.

Mary’s of the Angels. La stanza, che gli fu messa a disposizione, non era ben esposta e gli dava tristezza« (G.

De Rosa, Sturzo, p. 265).

139 Si tratta del libro di Piero Gobetti La rivoluzione liberale. Saggio sulla lotta politica in Italia, Cappelli,

Bologna 1924. Sui suoi rapporti con Sturzo cfr. B. Gariglio, Gobetti e Sturzo, in «Mezzosecolo», n. 8, 1989,

pp. 4-31; Con anino liberale: Piero Gobetti e i popolari. Carteggi 1918-1926, a cura di B. Gariglio, Angeli,

Milano 1997.


98.

Roma, 5 novembre 1924 140

Carissimo Gigi,

È la quarta lettera questa; nella seconda vi erano acclusi mezzo foglio di S.r

Giuseppina e uno di Monsignore, io avevo scritto dietro a quella. Perché non l’hai ricevuta?

Forse perché quella l’indirizzai a te presso Crespi? L’ultima fu spedita il 2 Novembre; a

quest’ora l’avrai ricevuta; e se non li ricevi, come facciamo?

Io sto bene, e ti ripeto attorniata di affetto, quindi per me nessuna preoccupazione.

Monsignore ti avrà scritto e forse indirizzato a te non ti sarà arrivata. Fai ricercare

alla posta. Ti ho mandato alcune copie dell’Italia di Milano e una “Rivoluzione Liberale”

perché una sola ne è arrivata. Ti manderò ogni giorno una copia dell’Italia e qualche altro,

dillo tu cosa vuoi.

Caro fratello, io vedo che è meglio che tu stii lontano di questi giorni, per

quanto la tua lontananza mi è dolorosa non tanto per la mia solitudine quanto, perché

penso che tu così lontano non potrai starci a lungo, il tuo temperamento ne soffrirà.

Iddio ci sorreggerà a passare quest’ora di amarezza.

Le tue lettere potrai indirizzarle a Venerina e qualche volta alla Sig.a Amerigo

Maria, che quelli ricevono sempre lettere dall’estero. Mandami il nuovo indirizzo, tienimi

sempre presente e manda a chiedere quel che vuoi. Michelino ti saluta affettuosamente.

Paolo è già in collegio: pare che ci si trovi bene.

Abbracci affettuosi, affettuosi

Nelina

P. S. È arrivata la partecipazione della morte del padre dell’avvocato Caiola,

Piedimonte Alife, penserai tu; come anche la partecipazione del matrimonio di Giovanni

Angelico con Clelia Martillaro, Caltagirone.

Ho ricevuto una visita dal Dott. Traversa, è qui sempre per il figlio che è in un

manicomio.

(f. 257, c. 9)

99.

[Roma], 12 novembre 1924 141

Caro Gigi,

Ieri ti ho scritto una lettera e dimenticai di dirti che Giovannino Sturzo ti ha

140 Lettera su carta int.: “Prof. Don Luigi Sturzo…”.

141 Cartolina illustrata sped. a Londra. Dal 12 novembre 1924 al 19 febbraio 1925 (dal n. 99 al n. 130),

l’indirizzo di Luigi a Londra, salvo diversa indicazione fu il seguente: St. Mary of the Angels, Westmoreland

69


mandato un paro di sandali. Vuoi che te li mandi ovvero li conservo qui. Speriamo che ti

stiano bene. A Giovannino scriverò oggi ringraziandolo, ma tu scrivi pure.

Spero che riceverai e lettere e giornali. Sto bene, qui splendida giornata di sole

che vorrei mandarlo a te. In camera mia fa caldo nella tua circa frescolino. Scrivimi a lungo,

ti ringrazio dell’oggetto che mi hai comperato; spero riceverlo presto per avere tue

nuove.

Tutti ti ossequiano, abbraccioti

100.

Nelina

(f. 257, c. 14)

[Roma], 15 novembre 1924 142

Caro Gigino,

Ricevo a momenti le tue due lettere una dell’11 e l’altra del 12. Godo che stai

bene come ti assicuro di stare Mario che mi ha scritto ieri. Non pensare a noi, pensa solamente

a te. È venuto La Rosa e la signora. Figurati le gentilezze che mi fanno; non ti dico

poi la sig. Belloni e tutti mi confondono.

Tutti, tutti ti ossequiano. Fra giorni andrò a sentire “Le Donne Curiose” al

Costanzi. Qui il tempo è ancora mite, non fa freddo malgrado non vi sia il riscaldamento

in atto. La Contessa è tornata ieri. Abbraccioti

101.

Nelina

(f. 257, c. 15)

Roma, 20 novembre 1924 143

Caro Gigino,

È arrivato il Comm. 144 e mi ha dato tue buone nuove. Caro fratello, mi è sembrato

di rivedere te e non ho finito di far delle domande e non potevo quasi staccarmi da

loro, stasera. Ed ora son qui, in casa e subito prendo la penna per iscriverti. Grazie infini-

Road, Bayswater. Per la sola corrispondenza spedita a Londra d’ora in avanti si specificherà solo se trattasi di

lettere, telegrammi, cartoline postali o illustrate.

142 Cartolina illustrata.

143 Lettera.

144 Belloni che aveva accompagnato Sturzo.

70


te della bella borsa che mi hai mandato e che io avevo proprio bisogno. L’ombrello l’avevo

già comperato e sarebbe stato d’uno in più per me.

La borsa per l’acqua una cosa meravigliosa e siccome alla Sig.a Belloni è tanto

piaciuta io ho creduto bene di regalarcela privandomene io. Mi è costato il sacrificio di

non tenermi un oggetto così carino, ma più caro per il tuo affettuoso pensiero! Le gentilezze

che tutte e due abbiamo ricevuto meritavano questo mio sacrificio.

Io sto bene, credimi, solo io peno perché ricevo raramente tue nuove. Per esempio:

tu mi hai scritto l’11 e il 12 e sono arrivate insieme e d’allora nulla più, e siamo al 19

sera. Come fare caro fratello? Scrivimi almeno delle cartoline! Almeno per vedere i tuoi

scritti e sentire che stai bene o che soffri.

Monsignore mi ha scritto che sta bene. Tutti gli amici ti salutano. Con la Sig.ra

B. sono stata a sentire le “Donne Curiose”, veramente una cosa molto fine, certo più fine

dei “Quattro Rusteghi”. Il Costanzi pieno zeppo.

Qui fa un freddo da tre giorni che non si resiste, e meno male che è arrivata Fiametta

e così dal 16 c.m. che si accende il calorifero. E tu senti abbastanza caldo ovvero il

riscaldamento è buono? Guardati dall’aria viziata prima di andare a letto, stante che costì

ci sono i camini. Alla famiglia Crespi i miei saluti. La Sig. Orlandi ti ossequia io ti abbraccio

con vivo affetto, aff.ma

Nelina

Come vedi la lettera è impostata oggi 20.

(f. 257, c. 17)

102.

Roma, 21 novembre 1924 145

Carissimo fratello,

Sera, ore 12.Torno dall’Augusteo dove ho sentito la Messa di Requiem di Verdi.

Bella assai, ed eseguita abbastanza benino. Le voci della soprano e mezzo soprano melodiose.

Certo che non è quella di Beethoven. Come stai? Il freddo di questi giorni come ti

ha portato? Qui è stato forte, ma i soliti tre giorni; siamo oggi a perfetto fine; stasera all’uscita

dall’Augusteo tiepida. Intanto ho pensato a te tutto il tempo, come ci saresti venuto

volentieri n’è vero? Ed ora ti offro gli auguri più fervidi, più sentiti e più affettuosi pel

nostro compleanno. Preghi per me come io faccio per te. Ti abbraccio con affetto

Nelina

Domani ti spedisco il pacco; saluti dal M. Marchetti e da tutti gli amici; l’indirizzo

bada che già te l’avevo mandato in una lettera del 10 c.m.

(f. 257, c. 18)

145 Cartolina illustrata.

71


103.

Roma, 28 novembre 1924 146

Caro Gigi,

A momenti ricevo la tua cara lettera, lunga e dettagliata che mi ha fatto un vero

piacere. Da quanto la desideravo questa lettera!! Così posso starti più vicina in tutte le

ore. Godo che tutta cotesta vita solitaria ti fa bene e ti porta bene. Ne ringrazio Iddio!

Prego per te, nella mia pochezza, sempre.

Ti ho scritto ieri, come vedi ti scrivo oggi e ti spedisco il medicinale e un po’ di

giornali. Dimmi quali vuoi mandati giacché gl’altri li ricevi direttamente per quanto

disordinatamente. B. ha ricevuto a Parigi le tue lettere, oggi, credo ti scriverà. Ti ossequiano

tanto tanto. Grazie della borsa che terrò cara. Abbracci

104.

Nelina

(f. 257, c. 23)

[Roma, 28 novembre 1924] 147

Caro Gigino,

Torno dall’Augusteo ove ho sentito per la seconda volta la Messa di Verdi, dico

la seconda volta, perché una volta volle la tessera il Marchese Marchetti, che ti ossequia, e

un’altra volta vi feci andare Manolo, che ne rimasero tanto contenti. Oggi mi è piaciuta

più dell’altra volta; le voci a solo sono state buonissime. Oggi all’Augusteo faceva un caldo

insopportabile. Già da parecchi giorni qui fa caldo basta a dire che tengo i buchi del

calorifero chiusi.

E tu come stai col riscaldamento? A me mi pare che devi soffrire il freddo, e tu

non vuoi dirlo. Caro fratello, non mi devi nascondere nulla, te ne prego. Leggo sui giornali

che vi sono stati temporali costì e immagino come la temperatura si sia abbassata.

Hai ricevuto il pacco coi sandali o usi le calosce? Quando piove la mattina presto

vai pure a dir Messa dalle Monache? Ma veramente non ti sei raffreddato? Io penso se ti raffreddi,

se ti viene la tosse chi ti cura? chi si occupa di te? Caro fratello, come ne sto preoccupata!!!

E come prego Iddio che anziché fare cadere ammalato te, mandi a me quello che gli

piace. Io qui ho tanti modi e mezzi per essere servita e curata, mentre tu non hai nessuno.

Io sto bene, e ripeto qui fa caldo scirocco. Ieri ho visto il Principe Ruffo 148 che

ti ossequia, come ti ossequia anche la Principessa. A Nives è nato un bambino, un princi-

72

146 Cartolina illustrata.

147 Lettera.

148 Rufo Ruffo della Scaletta, dei principi di Bagnara (1888-1959), fu molto legato a Sturzo. «Sin dal


pino, figurati il piacere!! Se tu vuoi mandare un saluto l’indirizzo è questo: Nives Von der

Leysen, Wale Baviera.

Come fai per la biancheria? e le lenzuola? Furono poche due dovendo stare

dagli Oblati? Io ti ringrazio della lettera lunghetta che mi hai fatto, ma ancora vedi quante

altre cose voglio sapere! Mi farò la fotografia e te la manderò. Ma quella che hai non è

imbronciata, stavo ridendo e mi venne così. Scriverò a S.r Giuseppina che devo mandarle

l’orologio aggiustato e le dirò per il ritratto, ma sarà lei che non vorrà farlo. Venerina sta

ancora da me; figurati se quella trova casa! Fanno prezzi esorbitanti. A me ne è capitata

una in via Marianna Dionigi, sarebbe ottima come disposizione, come punto, come tutto,

ma ha quattro camere a tramontana, però le mura spesse non fanno sentire freddo. Se

ci fossi te si potrebbe trattare.

Ed ora smetto, tutti ti salutano. Luigi La Rosa è a Nizza ma tornerà. T’abbraccio

Nelina

Oggi 1° dicembre ti spedisco le pillole. Mario mi scrive che sta bene. Ricevo a

momenti la tua cartolina, grazie. Io dal 17 ho ricevuto quella del 23, 25 e oggi 28. Ti ho

spedito una io di Spadaro e un’altra pure io da Gilardoni149, li hai ricevute?

(f. 257, c. 28)

105.

[Roma], 3 dicembre 1924 150

Caro Gigino,

Ieri 2 ho ricevuto la tua cara e la fotografia che terrò carissima. Ho fatto subito

firmare al comm. Belloni e te ne rimanda due. Sei molto mesto in viso!! Se la facevi col

soprabito saresti venuto meglio quel giacco è corto corto. I Belloni ti ossequiano tanto tanto;

oggi spero andare a trovare i De Gasperi. Tutti ti salutano affettuosamente. Il villino

Temaldei è stato venduto. Non so se abbiamo speranza di poter comprare terreno ed io direi

d’impegnarci con il piano di Coccia 151, se ancora persiste nell’idea. Che ne dici tu? scrivere-

1921 fu membro della direzione nazionale del partito e, dopo l’avvento del fascismo, la romana “Villa Ruffo”

rappresentò una fase nella storia del PPI, costituendo un sicuro e ospitale rifugio per Sturzo ed altri dirigenti.

“Villa Ruffo” in un certo senso rappresenta l’ultima resistenza popolare antifascista, di cui il Ruffo fu uno dei

più coraggiosi e disinteressati esponenti in un periodo di generale crisi e sbandamento» (A. Sindoni, ad

vocem, in DSMCI, II, pp. 559-561). Sui rapporti con Sturzo cfr. G. De Rosa, Rufo Ruffo della Scaletta e Luigi

Sturzo. Con lettere e documenti inediti tratti dall’Archivio Ruffo della Scaletta, Edizioni di Storia e Letteratura,

Roma 1961.

149 Annibale Gilardoni (1873-1948). Aderì nel ’19 al PPI. Collaborò con Donati nel «Popolo» con

numerosi articoli. Deputato aventiniano, dopo l’avvento della dittatura si ritirò a vita privata. Cfr. F. Malgeri,

ad vocem, in DSMCI, III/1, p. 415.

150 Lettera.

151 Ivo Coccia (1891-1979), fu tra i fondatori del PPI. «Tenace antifascista, collaborò con Donati nella

denuncia contro De Bono per il delitto Matteotti e successivamente sostenne la parte civile nel processo

73


sti tu un biglietto? Come ti ho scritto, quella lettera del 21 non l’ho ricevuta, le altre tutte,

perciò non sapeva darmi ragione del tuo lungo silenzio quella volta! I giardini Michelino

mi telegrafa ora, che li ha venduti 25.000. Se lui ti scrive rispondigli ringraziandolo.

Ti accludo qui due stecchini, ti ho spedito una scatola di pillole, ma temo che

non li riceverai e ti spedirò un altro e gli stecchini. Hai ricevuto le lettere una di

Gilar[doni] e l’altra da Spa[taro]? dentro le mie?

Ossequiami la Signora Crespi mentre ti abbraccio con il più vivo affetto, aff.ma

106.

Nelina

(f. 257, c. 29)

Roma, 6 dicembre 1924 152

Caro Gigino,

Dall’ultima tua scritta il 29 novembre con dentro le fotografie non ho più ricevuto

nulla e siamo al 6 dicembre. Dunque qualche altra lettera si è pure smarrita. Caro Gigi, a me

mandi delle sole cartoline e ogni due o tre giorni non più, poiché mi fai star male così.

Dimmi se hai ricevuto i sandali, le pillole, le fotografie firmate ed altre due lettere.

A quest’ora avrai dovuto ricevere tutta questa roba ed io non ho nessuna notizia di esse.

Sto bene. Belloni ti saluta, non è andato a Milano. Giovanni Nocera ti ossequia,

domani gli spedirò la [parole illeggibili]. Rispondimi per la casa. Ti abbraccio.

Ricevo a momenti la tua del 2 dicembre.

107.

Nelina

(f. 257, c. 30)

Roma, 6 dicembre 1924 153

Carissimo fratello,

Oggi stavo in pena e ti scrissi una cartolina un po’ angustiata, ma poi aggiunsi che

avevo ricevuto la tua. Oggi vi è la comodità di mandarti le pillole e le stecche, mando nuo-

contro gli assassini di don Minzoni. […]. Nel 1926 aiutò De Gasperi, perseguitato dai fascisti, ospitandolo

nella sua abitazione romana. […] Partecipò alla resistenza» (F. Malgeri, ad vocem, in DSMCI, III/1, p. 237).

152 Cartolina illustrata.

153 Lettera.

74


vamente le pillole poiché non so se le altre le hai ricevute. Godo che stai bene se pur dici la

verità…Io sto bene; oggi ho ricevuto una visita dalla Sig. Anile e dalla Signora Longinotti.

Immagino che a quest’ora avrai ricevuto i sandali che ti ho mandato con il Corriere: il giorno

21. Figurati per mandarli con il Corriere il pacco è costato £ 50 e ancora non ti arriva.

Gli amici mi dicono che non ti scrivono perché temono che le lettere vengono

aperte e non potendo scrivere sul serio preferiscono non scrivere. A Dore 154 l’ho mandato

a chiamare un’infinità di volte, gli ho letto quanto tu mi hai scritto… ma come è freddo!,

come impassibile!

Mangano 155, tu lo sai inconcludente. Non ti parlo degli altri, poiché non ho

visto che pochi. Briuccia 156 avrebbe voluto scrivere ma temendo di non ricevere regolarmente

i suoi scritti ancora non si è risoluto. Io potrei mandarla a quella Miss che dasti

l’indirizzo a Belloni, ma ti è arrivata la mia diretta li? Già nella tua mi parli di quella di

Spataro e sarà quella. Io quasi mi confondo a pensare quali dei tanti ho spedito. Del Giudice

157 ti saluta, come fa anche Briuccia, De Gasperi che per la stessa ragione non ti ha

scritto, ma cerco di persuaderlo io.

Per la casa, come ti scrissi quella di Via Boezio è stata affittata e mezza venduta;

quella di Delmadè pure venduta e per un milione. Coccia non si è fatto più vivo, queste

cose le ha dette Belloni. Io ho telefonato parecchie volte a Coccia, mai ho potuto avere

telefonate. Un appartamento in Via Marianna Dionigi abbastanza buono, rimesso tutto a

nuovo, con riscaldamento ed impianto elettrico, otto camere di cui 4 a tramontana sulla

strada Marianna D. tre nell’atrio e una allo scuro a mezzogiorno, bagno ritirata, cucina

per 225.000. Ed io temendo di non vedere mai il sole e senza il tuo benestare non l’ho

voluto prendere. Come punto molto centrale, tetti alti, mura spessi. Sarebbe da prendersi

se ancora si trova e affittarlo per lo meno 30.000. Dimmi qualche cosa.

Ho aspettato una risposta di Azzi, ma invano, non so il perché. Belloni sarebbe

per comprare il terreno anche del Principe Ruffo a Villa Borghese, ma il Principe pare che

non voglia più vendere da questa parte ma dall’altra, cioè Via Scialoia, Via Flaminia. A

Michelino Gravina gliene hanno proposto uno vicino il giardino Zoologico, insomma

tutto campato per aria.

Se tu tornassi presto io non verrei a Londra, ma se tardi… verrò. Lunedì spero

farmi la fotografia: questa settimana ha piovuto tutto il tempo ma però fa caldo e continua

a piovere. Il giorno di S. Bibiana piovve tutto il tempo.

154 Giampiero Dore (1893-1974). Di formazione fucina. Sturzo «apprezzandone le qualità, lo ebbe tra i

suoi giovani collaboratori, soprattutto nel periodo che precedette la partenza del leader popolare per l’esilio.

Collaborò in particolare alla casa editrice del partito (la S.E.L.I.) e al «Bollettino bibliografico», iniziative alle

quali Sturzo teneva particolarmente al fine di mantenere vive le ispirazioni ideali, culturali e politiche del partito»

(F. Malgeri, ad vocem, in DSMCI, III/1, pp. 328-329).

155 Vincenzo Mangano (1866-1940). Dedicò gran parte della sua vita al movimento cattolico nel campo

culturale e giornalistico e fu protagonista di primo piano nell’azione economico-sociale dei cattolici siciliani.

Dal 1917 si trasferì a Roma aderendo poi al PPI. «Sturzo, quando dovette dimettersi dalla segreteria del PPI,

ebbe in Mangano un valido collaboratore nella Società editrice libraria e nel Circolo di cultura, che servivano

da copertura per attività politiche» (A. Sindoni, ad vocem, in DSMCI, II, pp. 325-327.

156 Briuccia era uomo di fiducia di Sturzo, direttore del Banco di Santo Spirito. Da questa posizione era

possibile concedere facilitazioni di credito al partito.

157 L’avv. Filippo Del Giudice fece da intermediario fra il cardinale Gasparri e Sturzo a proposito della

partenza di Sturzo dall’Italia. Mantenne contatti con Sturzo durante l’esilio londinese.

75


Il Barone Di Giura per ora non viene, ma sempre scrive che vuole sposare una

messicana con tanto rammarico della Baronessa. Tutti ti salutano non faccio i nomi che

sono troppi. T’abbraccio

Poi ti rimando la fotografia.

108.

Nelina

(f. 257, c. 32)

Roma, 10 dicembre 1924 158

Carissimo Gigino,

Ricevo la tua del 7 e rispondo subito rimandando le fotografie, in mezzo alle

sigarette ti avevo messo una mia letterina. Meno male che io non parlo mai di cose serie,

ma non penso nemmeno che cosa ti scriveva… Basta, sarà per un’altra volta!! non ne metterò

più. Hai ricevuta ancora una scatolina con del cioccolatte sigarette, stecche e pillole?

Te li ho mandato per mezzo di un Signore che conoscono le Amerigo. Anche la lettera

acclusa a quella della Sig.ra Rita. Ancora non ho potuto mandarti i mandarini, ma chi sa

quando arriveranno!!

Mi pare di averti scritto che i giardini sono stati venduti per 25.000. Michelino

ogni volta che scrive ti manda a ossequiare e dice che ti ha mandato una cartolina, rispondigli.

Godo che stai bene, anch’io sto bene, e qui fa ancora caldo. Figurati, teniamo i

buchi chiusi perché non si resiste. Spero in questi giorni farmi la fotografia e mandartela.

Belloni è in cerca di casa, peccato il villino Delmadè! Ma io telefonai subito a

Coccia, il quale mi disse che sarebbe venuto a parlarmi ma poi non è venuto più, a me

l’ha detto Belloni della vendita per un milione. Quello di via M. Dionigi è a tramontana,

guarda di fianco il Teatro Adriano è abbastanza bella, ma certo non vede il sole! Si potrebbe

prendere per speculazione. Ho parlato con Ruffo se ci vende quel tratto di terreno

appresso la nuova costruzione, ma suo padre non vuole venderlo 159.

Qui si dice che il Cametti deve vendere qualche appartamento ancora, ti piacerebbe

lì? Azzi non mi risponde; altre occasioni non se ne presentano, figurati se ti vorrei

far trovare la casa a posto! Se lo posso, lo farò, ma in punti fuori centro non combinerò

mai. In questo momento in centro non ve ne sono, nessuno dei sensali si fa vivo. E i prezzi…

fenomenali!!

Per i giornali l’ho detto diverse volte a Spataro, lui dice che li manda, che ha

scritto. I Belloni sono tutti e tre qui. Monsignore sta bene. La Sig. Bianca m’incarica dirti

158 Lettera.

159 «La signorina Nelina e il Comm. Belloni sono venuti con me a vedere alcune aree fabbricabili intorno

alla villa, ho parlato con mio padre della zona che preferiscono ma che egli non vorrebbe dar via. In ogni

modo sarebbe un gran piacere per noi averti come vicino» (Rufo Ruffo a Sturzo, Posillipo 16 dicembre 1924,

in Scritti inediti, II, cit., pp. 17-18).

76


che il giorno 15 e 19 dicembre suonerà alla radium telefonica – Roma Londra alle 8 e 30

di Roma. Vedi un po’ di farla sentire a qualcuno… è di casa.

Hai ricevuto la lettera di Bianca? Giacché mi ha detto che ti ha scritto o uno o

due volte, rispondigli. Che dirti? ti lascio assicurandoti che prego il Signore che ti conservi

in salute e che si faccia la sua santa volontà. Tutti ti salutano. La cioccolata te la manda

Venerina. La Rosa è partito stamane per Caltagirone.

109.

Nelina

(f. 257, c. 40)

Roma, 13 dicembre 1924 160

Caro Gigino,

Tutto il giorno ti sto vicina col cuore e col pensiero e vorrei farti arrivare tutte le

lettere dei tuoi amici, c’è quando vi riesco e quando no. Ieri sera ti ho spedita una lettera

dell’On. De Gasperi cifrata. Non la potei far spedire io che dovetti uscire per andare a S.

Cecilia con la figliuola di Belloni. Incaricai Venerina che scrisse l’indirizzo senza mettere

il tuo nome. Poi la Sig. Amerigo la ficcò dentro una busta sua intestata e l’ha spedita a

Valentina, che spero comprenderà e te la porterà lei stessa. Sto tanto in pena per questa

lettera, scrivimi quando la riceverai.

Sto bene e contenta che tu stai bene; ci credo perché son sicura che non mi

nascondi nulla. Anche Mario scrive che sta bene. Pei giornali ho raccomandato a Spataro

e continuo a raccomandare affinché ti arrivino. Si vede che non te li fanno arrivare apposta…Si

sta sempre con la prevenzione che le lettere vengano lette, è seccante!

Ho ricevuta la tua del 2, del 7, del 10 oggi. E tu ricevi le mie due raccomandate

con le fotografie una per mezzo di un signore con una scatola di sigarette e cioccolate

2.000!! Una cartolina tutto in pochi giorni, li hai ricevuti?

Per la casa non ne ho più parlato perché essendo a tramontana le quattro stanze

principali mi pare che non ti debba piacere non veder mai battere il sole. È però buona e

ben disposta; non ho domandato la pianta per poi dire no per l’esposizione, ad ogni

modo lunedì vedrò di vederla nuovamente se pur non è venduta. L’avvocato Coccia assicura

che Delmadè non vuol vendere, io aggiungo che non vende meno d’un milione; lui

dice che è pazzo chi la paga, ma lui non sa come impiegare la somma. Coccia ha aumentato

il quarto che vorremmo noi a £ 2.500 al mese, se facevamo il contratto a tempo

avremmo fatto noi l’aumento.

Io non so se con l’Anno Santo si potrà comprare, la gente specula in tutti i

modi. Certo io non dico a Venerina di pagare, ma lei dovrebbe comprenderlo. Ho spedito

una bella bambola alla bimba di Nocera, un bel panettone a Monsignore, un pacco di

160 Lettera.

77


dolci a S.r Giuseppina. Lunedì spedirò i manderini a Crespi comprandoli qui. Tu cosa

desideri? Per Natale i Crespi vanno al mare e tu resti. Ma se non vieni presto, se fai passare

ancora dei mesi verrò io sola sola! Venerina ti ossequia, io t’abbraccio

Nelina

Dovea scriverti Briuccia, ma non è venuto a portare la lettera, intanto Belloni

parte. Lettere dirette a te non ne arrivano si può dire dacché sei partito. Dal Senato Croce

nulla di nulla. Spataro non ha concluso nulla per Bianco161, non ha la forza di farsi valere

presso la direzione del Popolo, e poi con Bianco ci vorrebbe certo riguardo, lì mi sembrano

tanti ragazzi.

(f. 257, c. 40)

110.

Roma, 18 dicembre 1924 162

Caro Gigi,

Oggi ricevo la tua del 15. Godo che stai veramente bene. Io lo stesso, solo da

parecchi giorni mi fanno male i denti e penso dopo le feste andare dal dentista. Faccio

sempre le tue commissioni presso i tuoi amici, ma vedo che non corrispondono puntualmente

o che la posta non ti perviene giusta. Ti scriverò più a lungo sabato e ti manderò la

fotografia così come verrà. L’ho fatta stamane, mentre mi dolevano i denti. Tutti ti salutano,

io ti abbraccio, aff.ma

111.

Nelina

(f. 257, c. 39)

Roma, 21 dicembre 1924 163

Caro Gigino,

Due paroline in fretta perché vado all’Augusteo. Ti accludo una orrenda fotografia:

li ho fatte per tenermi pronto il passaporto. Penso che se stai allungo vengo a farti

una visitina… quanto vuoi tu però. Non voglio colla mia venuta farti dispiacere.

78

161 Francesco Bianco, giornalista, vicino a Sturzo, già redattore della «Tribuna».

162 Cartolina illustrata.

163 Lettera.


Ho detto a Spataro e Gilardoni pei giornali (Corriere e Stampa). Ma se non li

ricevi te li compro e te li mando io. Intanto ti accludo una fotografia del tuo figlioccio.

Per il momento son tutti complimenti con me. Io continuo col male ai denti di sopra e di

sotto, figurati che tormento a mangiare. A me sembra che sia effetto di acido che in questi

giorni mi ha fatto ai denti.

Una fotografia migliore me la faccio quando starò meglio in viso, pel momento

prendi questa, del resto son sempre io. A Mangano, a Dore, a tutti raccomando tutto

quello che tu mi scrivi. Ho spedito i manderini, comperati qui, ai Sig.ri Crespi, come

arriveranno? Se le arrivano bene poi spedirò quelli che manda Briuccia. Ed ora ti faccio

gli auguri più fervidi, più sentiti, più affettuosi, puoi immaginare che giorni noiosi sono

per me questi passati così lontano da voi amati fratelli!

La sera della Vigilia andremo con Venerina alla Parrocchia e faremo la S.

Comunione. Pregherò per te. La sera del giorno di Natale il Comm. Belloni mi vuole a

pranzo, se non mi fanno male i denti andrò. Azzi ti saluta tanto tanto. Per quel terreno in

questi giorni vedremo. Intanto vi è in vista un villino vicino noi, sarebbe bello!

Basta, io non mi arresto di cercare quello di Via Marianna D. né ho smesso l’idea

per la tramontana per quanto la casa con le mura spesse era ben cautelata.

Ti lascio, col pensiero e col cuore sono sempre a te vicina. Adelgisa ti augura le

buone feste e ti bacia la mano, aff.ma

112.

Nelina

(f. 257, c. 42)

Roma, 26 dicembre 1924 164

Caro Gigino,

Per accompagnare queste due lettere devo contentarmi di scrivere in mezzo

foglio. Ho mandato a chiamare Petrocchi 165 ed ho raccomandato a lui le cose che vuoi

poiché a Dore glielo detto parecchie volte e vedo che non conchiude. Com’è freddo!

Rinnovo i miei più fervidi auguri, mercoledì notte andammo alla chiesa di S.

Maria del Popolo ad assistere alla funzione. Abbiamo fatto la S. Comunione ed ho pregato

Gesù Bambino che ci santifichi e presto ci dia la gioia di riunirci qui a Roma. Non

sono stata all’apertura dell’Anno Santo, ma ho mandato Adelgisa e Venerina. A me

facevano ancora male i denti. Oggi però sto bene per quanto sento che parecchi di essi

devono andare strappati. Vorrei andare prima da Chiavaro per vedere quello che mi

dice.

164 Lettera.

165 Giuseppe Petrocchi (1886-1959), collaboratore di Sturzo nell’Ufficio stampa del partito e consulente

per i problemi della scuola. Cfr. F. Malgeri, ad vocem, in DSMCI, III/2, p. 654.

79


Ieri giorno del S. Natale l’abbiamo passato in casa ed abbiamo avuto Umbertino

Battisti ai quali è morta la nonna. Manda un biglietto a Maria per tutti almeno. La

sera andai dai Belloni ove vi era la sola famiglia Clerici che tanto ti ossequia e augurano

tutti un mondo di cose.

La venuta della Sig. V. mi ha consolata, mi è sembrato di vederti sentendo tutte

le notizie tue. Lei fu dolente di non averti veduto prima di partire. Ha portato tutte le lettere

che ho consegnato. Tutti ti ringraziano e ossequiano. Venerina, Adelgisa ti ossequiano,

io t’abbraccio, aff.ma

113.

Nelina

(f. 257, c. 44)

Roma, 29 dicembre 1924 166

Caro Gigino,

Ho ricevuta la tua del 23. Io ti avevo scritto due giorni prima una raccomandata.

Spero l’avrai ricevuta. Io sto bene, il dolore ai denti è passato, solo dopo le feste andrò

da Chiavaro. Ho ricevuto la borsa per l’acqua e te ne ringrazio tanto tanto. Come hai passato

il Natale? Ed ora auguri sentiti pel nuovo anno. Che il buon Dio ci aiuti ed assista

sempre. La Sig.ra Orlandi ti ossequia. Ti ossequia S. E. Anile 167 e Signora venuti ieri a

casa, come tutti gli amici. Un abbraccio, aff.ma

114.

Nelina

(f. 257, c. 45)

Roma, 2 gennaio 1925 168

Caro Gigino,

Ricevo la tua cartolina da Wonersel. Quanto godo nel saperti bene in salute, e

che ti svaghi un po’ andando in giro! Così la tua lontananza mi è meno dolorosa. Io sto

166 Cartolina illustrata.

167 Antonino Anile (1869-1943), medico e poeta, aderì nel 1919 al PPI entrando così ufficialmente nella

vita politica risultando eletto deputato nel collegio di Catanzaro nelle elezioni del ’19, del ’21 e del ’24. Fu

ministro della Pubblica Istruzione nei governi Facta (27 febbraio-30 ottobre 1922). Cfr. F. Malgeri, ad vocem,

in DSMCI, II, pp. 16-19.

168 Lettera.

80


ene, i denti non mi fanno più male, sarà stata causa dell’acidità che sempre mi tormenta.

Però sto abbastanza bene, e le sere delle feste sono andata per Natale da Belloni, la sera l’ultima

dell’anno mi ha voluto la Contessa Baldi, per il primo dell’anno dal Barone Di Giura.

Giovanni sposerà in questo mese una signora messicana, e pare che un Mannighi

che è venuto da lì colle buone informazioni li ha fatti calmare e consolare, giacché

sono ottimi. Il sei gennaio andrò da Belloni e il 3 sabato mi vogliono i Longinotti. Dunque,

come vedi, non mi hanno lasciata sola. Una sera Michelino Gravina gentilmente

invitò me e Venerina a sentir i “Maestri Cantori” dati abbastanza bene.

Hai ricevuto una lettera di Briuccia e Petrocchi per indiretta via con dentro due

paroline mie? Godo che la mia fotografia per quanto non sia a fuoco, ti sia piaciuta. Per i

giornali che desideri ne ho parlato cento volte, ti arrivano? Qui il tempo è bello anzi, molto

bello, mentre a Caltagirone ha piovuto 15 giorni di acqua forte e dirotta, cosa che non

ricordano da un pezzo. Ancora l’olio alla Russa non è finito di raccogliere. Pare che lì tutto

vada bene.

In queste feste ho avuto Umbertino a pranzo. Poverino, nessuno l’avrebbe cercato!

Ricevo tanti biglietti di auguri a te indirizzati ma che non posso tuttavia inviarti.

Scrivo qui i nomi. I Pisciotta, che ora tutti qui riuniti ti ringraziano e ti augurano tante

cose. Gaetano Angelico, Avv.to Giuseppe Ciampi Via Tasso 69 Napoli. Saverio Fragapane.

Il Prof. Giuseppe Botti Via del Consorzio, Parma. Avv.to Aquilura Sarteschi, Salita

Palladio 15 Genova. Ing. Ferdinando Ayala, Viale Moure 46. Zino Ardizzone Via Ospedale

Militare 12. Dott. Antonino Raguso Milano. Ingegnere Marcinò Giovanni ecct.

Se dovessi mandarli tutti ci vorrebbe una spesa. Scrivimi quello che desideri che

li manderei subito. Chi sa se Crespi ha ricevuto i manderini, e se li ha ricevuti, in che stato.

Potrei forse mandarcene da Caltagirone un altro pacco, perché mi scrivono che sono

buonissimi.

Venerina, Adelgisa, tutti gli amici che ne ho visti parecchi ti salutano, io t’abbraccio,

aff.ma

Nelina

P. S. Monsignore scrive che verrà in febbraio, speriamo. Sarebbe bene se venisse

su per darmi compagnia specie in questo tempo.

(f. 257, c. 49)

115.

Roma, 10 gennaio 1925 169

Ieri 9 ricevei la tua cartolina, mentre il 5 aveva ricevuto le due lettere, come ti

ho scritto del 2 del corrente mese. Sto bene, i denti non mi fanno più male e ancora non

169 Cartolina illustrata.

81


sono andata dal dentista. Qui giornate di sole bellissime, sembra siamo di primavera.

Penso a te, poverino, che non hai il sole, ma godo che stai bene. Per la casa nulla, tutto

mentre pare raggiunto sfuma. Anche quello di cui mi ha parlato Ines. Vedremo più in là.

Gli amici tutti ti salutano. Ti ho spediti i giornali, li ricevi regolarmente?

Mario scrive che sta bene, ma pensa venire al tuo ritorno. Com’è il tempo

costà? Guardati a non farti venire raffreddore, che questo ne è il tempo. Qui la gente è

tutta raffreddata; io però non sento neanche freddo.

Abbraccioti, aff.ma

116.

Nelina

(f. 288, c. 101)

Roma, 13 gennaio 1925 170

Caro Gigino,

Ieri 12 ho ricevuto la tua cartolina e oggi spedisco la presente all’indirizzo che

tu dai. Spero che la riceverai. Per me stai tranquillo, non credo penseranno di venire in

casa qualcuno, scaricherebbero di cavalleria. Mi duole semplicemente intravedere come la

tua lontananza si protrae a lungo, stante così le cose. Mi sembra un anno che manchi; mi

pare come fosse passata estate autunno inverno e siamo in primavera… e tutto questo

tempo da te lontano.

Vorrei farti trovare la casa, ma come? Ogni cosa mentre pare si arrivi all’ergo,

cade la speranza di raggiungerlo. Belloni ancora non ha concluso ed ora pensa ad un villino

sulla via del Gianicolo o Monteverde. Domani debbo andare a vedere un appartamento

in Via Paolo Emilio. Mi sembra molto giù. Costa tutto il piccolo palazzo £ 800mila,

sono 5 piani di otto camere ciascuno. Non vi è riscaldamento, né ascensore. Se piacesse ai

Belloni, ma non credo. Se no bisogna rassegnarsi a prendere l’appartamento Coccia.

Dimenticavo dire che questa palazzina è esposta sulla strada a levante e nell’interno a

ponente e mezzogiorno. Vedremo.

La Baronessa Penna 171 fa la proposta di edificare a lungo Tevere Arnaldo da

Brescia, avanti il Ministero della Marina, che vendono il terreno, proprio di fronte al

nuovo ponte in costruzione. Come ti pare?

L’Avv.to Barletta mi scrive che ti ha scritto tre volte e telegrafato una volta e

non gli hai risposto mai. Per quanto sul Popolo è stata scritta la tua offerta per le risposte

che avresti dovuto fare agli amici, ti prego a lui di rispondergli.

170 Lettera.

171 Gaetana Penna, molto legata a Nelina, figlia del barone Ignazio Francesco Penna da Scicli e della

duchessa Ines Crescimanno Maggiore di Caltagirone.

82


Cosa vuoi, è il nostro Avvocato e poi ci tiene, e ci fa dei favori, fallo per me.

Quando scrivi dimmi che hai ricevuto questa del giorno 13. Io sto bene e godo che tu lo

sia pure; perché non hai continuato la villeggiatura? Le lettere non potevi fartele mandare?

Vuoi sul serio mandati tutti i giornali che qui arrivano, ma se non dicono nulla? Specifica

almeno quali vuoi. Il Becco Giallo non esce, è stato diffidato 172.

Cosa vorresti comprarmi? Tanto per dire, per esempio, se un giacco lungo un 85

centimetri di pelliccia (Rat Lutre) ottima qualità costasse un £ 2.000 sarebbe da comperarlo

col consiglio della Signora Crespi. Qui nel principio di stagione costava £ 7.000.

Belloni mi diceva che costì ebbe l’impressione che costavano di meno. Ora che è fine stagione

devono costare la metà.

Se poi non credi una cosa fattibile pensa ad un golf di lana, che ora fine stagione

devono costare la metà per esempio un 60 lire o 70. Allora scegli un colore piuttosto

chiaro, di forma carina, ma di gusto, da potersi mettere sui vestiti neri o scuri come li porto

io sempre.

Pensa però a te, e provvediti di maglie per l’està, a me non ci pensare. Vorresti

comperare un bel binocolo per lontananza utile nei viaggi? Abbraccioti aff.ma

Nelina

Ho visto ora ora Bianco che mi ha detto della tua affettuosa lettera, ti ringrazia

e ti saluta.

(f. 257, c. 58)

117.

Roma, 17 gennaio 1925 173

Caro Gigi,

Ricevo oggi 17 la tua del 10. Con ritardo perché ha passeggiato da Roma a

Milano e da lì fin qui. Mi duole che sei tornato presto dalla villeggiatura, potevi continuare

a stare. Sta bene, domani domenica andrò all’inaugurazione della nuova tipografia

“Popolo” 174.

Sono andata a sentire il concerto di Paderewski, che ore deliziose! Pensavo a te

tutto il tempo. Oggi la tessera la cedo ai Belloni. I giornali li mando. Il Becco è sequestrato.

Dirò di mandare tutti i numeri del Popolo, ma i passati a me sembrano insignificanti.

172 «Il becco giallo», edito tra il 1922 e il 1926, assunse un atteggiamento antifascista. Negli ultimi

numeri, il merlo che era raffigurato nella copertina, fu disegnato con al becco un lucchetto. Cfr. «Il becco giallo»

1924-1931, a cura di O. De Buono – L. Tornabuoni, Milano 1972.

173 In coda ad una lettera di Longinotti a Sturzo, intestata “Camera dei Deputati” del 12 gennaio 1925.

174 Il 18 gennaio ’25 venne finalmente inaugurata la tipografia del «Popolo», staccando la stampa del

quotidiano popolare dalla soggezione di altre tipografie romane che non garantivano per vari motivi l’uscita

tempestiva del giornale. Gran parte del macchinario era stato acquistato a poco prezzo dai proprietari del

giornale «Il Mattino» di Napoli, fratelli Scarfoglio.

83


R. B., non so di G., hanno ricevuto le tue. Non stare angustiato, Iddio è grande: conservati

in salute. T’abbraccio

Nelina

Ho scritto male per la fretta. Son le 19 e devo andare al Gesù altrimenti non

arrivo a confessarmi.

(f. 257, c. 68)

118.

Roma, 18 gennaio 1925 175

Caro Gigino,

Torno dall’inaugurazione della tipografia ove ho avuto un’intensa commozione

per la tua assenza. Ho visto quasi tutti i tuoi amici che ti salutano tanto tanto.

Che il buon Dio premi gli sforzi che compiono tante persone desiderose come

te del bene. Come stai? Io bene, mentre qui siamo in primavera e quindi si gode del bel

sole! Penso spesso a te, in mezzo alla nebbia fitta e all’umido, come vi resisti?

Ho visto M. ed ho detto quanto tu mi scrivi, ma mi avvedo che si fa un buco

nell’acqua.

A Dore dirò, come tante altre volte, quello che mi hai scritto nell’ultima cartolina

e spero che scuoterà il suo freddo torpore. Il Marchese Borromeo, La Rosa, De

Gasperi, Briuccia, tutti ti salutano affettuosamente e ti raccomandano di averti riguardi

per la tua salute. Veramente il locale è strettino, ma grazioso, tanto mi è sembrato stamane

la benedizione della luce elettrica di C. quando io feci da Madrina ed ora mi scrive

Gigio che la sera passano parecchie ore allo scuro. Lei ti manda un biglietto di auguri che

ti spedirò. T’abbraccio

Nelina

(f.257, c. 59)

119.

Roma, 20 gennaio 1925 176

Caro Gigino,

Ieri non ho scritto perché scrissi domenica. Dall’ultima tua carta del 14 non ho

più ricevuto tue notizie. Mi auguro che stai bene; io un po’ raffreddata, ma cosa da nulla,

84

175 Cartolina postale.

176 Cartolina postale.


mentre Venerina e Adelgisa sono state influenzate. Malgrado qui il tempo sia bello quasi

primavera, con un sole costante e con un cielo serenissimo, tutti sono raffreddati.

Ieri andai da Chiavaro ma non lo trovai, lasciai un biglietto e allora rincasando

mi ha subito telefonato. Ha già messo il gabinetto in via Vicinale ove andrò in settimana.

Oggi viene la Sig. Belloni a suonare e così ho invitate le amiche che mi colmarono di gentilezze.

Don Giacomo anzi, Michele Gravina mi scrive che Don Giacomo ha spedita una

cassa di manderini all’indirizzo Crespi, speriamo che arrivino in buone condizioni.

Rispondimi per l’appartamento. C. vedendo che da questi pressi non si presenta

più nulla. [sic] M. ancora non ha fatto nulla; ciò l’ho saputo da Dore a cui ho letto

quanto tu mi hai scritto. Da parte mia presso sempre e con tutti. Ti ossequia il M. Marchetti,

Chiavaro, La Rosa che è partito ieri. Hai scritto all’Avv.to Barletta? T’abbraccio,

aff.ma

120.

Nelina

(f. 257, c. 60)

Roma, 22 gennaio 1925 177

Caro Gigino,

Due paroline per dirti che sto bene e che ho ricevuto le tue del diciassette.

Risponderò fra giorni, intanto ti mando Piazza del Popolo.

Mi duole leggere che ancora sei un po’ sofferente. Prendi delle cose rinfrescanti

e fai delle compresse di acqua tiepida, questo giova. Dammi tue notizie finché non stai

del tutto bene, sempre anche con cartolina. Mario vuol comperati degli arazzini per metterli

sopra le porte, non sarebbe meglio far fare della pittura? Intanto cercherò, ma credo

che della misura che mi chiede non ne trovi. Tutti ti ossequiano, mentre io t’abbraccio

affettuosamente

177 Cartolina illustrata.

Nelina

(f 257, c. 62)

85


121.

Roma, 25 gennaio 1925 178

Caro Gigino,

Aggiungo due paroline dietro la lettera della Baronessa [Di Giura]. Ieri 24 è

venuta a visitarmi e portarmi queste due lettere che invio. Sono stata con forte mal di gola

e orecchio, forma influenzale, però senza febbre. Per cautela sono stata anche a letto, oggi

però mi sono alzata, non esco per cautela e così all’Augusteo mando Venerina. Tu come

stai? I tuoi amici non so se ti hanno scritto perché stando dentro non ho visto nessuno.

Di giornali settimanali non ne arrivano; arrivano solo fascicoli scolastici, riviste

ecct., questi non te li ho mandati. Dimmi vuoi che conservi tutti i giornali arrivati che tu

dai poi ad Adelgisa?, ovvero posso darglieli io per non farti trovare una montagna di giornali?

Dall’ultima tua del 17 non ricevo più lettere. T’abbraccio

122.

Nelina

(f. 289, c. 35)

Roma, 26 gennaio 1925 179

Carissimo e amato fratello,

Sono con le tue due lettere a mano giuntemi oggi tutte e due, una del 21 e l’altra

del 23. Sto benino, l’influenza che ho avuto senza febbre si è svolta tutta con dolori

alla gola, all’orecchio destro e un po’ di tosse. Lunedì 19 andai dall’Avv.to Del Giudice e

da Chiavaro, non trovando il secondo mi fermai in casa del primo ad aspettarlo. Tu sai

quella casa com’è fredda e ivi presi questa specie d’influenza. Ma non angustiarti per questo,

sto benino e fra tre giorni uscirò al mio solito. Venerina e Adelgisa, i miei due medici,

mi hanno inculcato di stare a letto, unico rimedio ai miei mali.

La borsa che tu con tanto affetto mi mandasti è servita benissimo in questa

occasione, fa le veci di tutto, è tanto comoda!

Caro fratello, ad ogni tua lettera io ho mandato a chiamare tutte le persone a

cui avrei dovuto incaricare qualche cosa, ed ho parlato anche un po’ maleducata. Tutti mi

hanno assicurato che se ne fossero interessati, che t’avrebbero scritto ecct. Per la Rassegna

180 tanto Dore che Spataro mi hanno ogni volta assicurato che avrebbero parlato alla

178 In calce alla lettera della baronessa Di Giura.

179 Lettera.

180 Si tratta della «Rassegna nazionale», rivista curata da Roberto Palmarocchi su cui Sturzo scrisse nel

febbraio (a. XLVI, pp. 3-16) un articolo dal titolo Per lo studio di un fenomeno etico-psicologico. «In questo suo

celebre intervento Sturzo investiga il fenomeno dell’adesione morale (che comportasse o meno anche adesione

86


Signorina e t’avrebbero fatto spedire i fascicoli. A me non viene più a verso di andare al

Partito e passare in mezzo a tutti quei carabinieri 181. Ma se non fossi stata rassicurata da

loro ci sarei andata!

Non ti parlo di Mangano, sono otto giorni che lo mando a chiamare e non viene.

Ma son sicura che non viene perché non ha fatto ancora nulla. Sarà perché hanno

avuto il Popolo sempre sequestrato, sarà per tutte le preoccupazioni, io non so, ma credimi

che mi s’è stancata la pazienza… mentre tu credi che io non ti capisco… Caro, io ti comprendo

e se ti dico che mi sono interessata di tutto devi crederlo e come! ma non dipendono

da me obbligarli.

Grazie del golf, e lo credo che sarà carino! Per la pelliccia io te lo scrissi pei

ribassi che ci potevano essere, non per altro; vedremo quel che scrive la Signora. La dogana

si deve pagare sì, solamente se se lo può indossare qualcuno allora va esente. Certo che

se io potessi avere una giacca di 85 centimetri di Petigris Zabel ovvero di Rat Lautre ma

vero per £ 2.000, mentre qui costano £ 7.500 lo piglierei, conviene sempre.

Stai sicuro in quanto a me per gli indirizzi, io prima di te l’ho tanto raccomandato,

ma vedo che non mi danno ascolto. Sono 6 giorni che aspettiamo una qualche lettera

per inviartela, ma nessuno s’incomoda portarla… e quindi abbiamo tardato scriverti

fino a oggi. Immagino la tua preoccupazione ed angustie, tantoppiù che da lontano le

cose si ingrandiscono.

Noi, grazie a Dio, stiamo tranquilli, nessuno ci ha disturbati. Intanto la tua

lontananza ogni giorno riesce più dura per me; sono già tre mesi compiti, e mi son sembrati

tre secoli. Quando verrà il sospirato giorno? Io non lo vedo vicino e mi addoloro…Tutti

i tuoi amici hanno regolarmente ricevuto le tue incluso Gilardoni. Spataro ti ha

già scritto, così mi disse venerdì, e così a quest’ora l’avrai ricevuta. Per Bianco gli ho parlato

parecchie volte e con tanto interesse, ma vedo solo che si stringe nelle spalle, mentre

che se in questo momento dessero un’altra tonalità al giornale farebbero molto meglio.

Vi sarebbe ancora l’appartamento di via Cola di Rienzo angolo Via Fabio Massimo,

sotto di dove sta Spataro per £ 125.000 da doversi aggiustare con altri 50.000.

Basta, io sto sempre a pensare per la casa e vorrei prima della tua venuta combinare,

anche perché con tutti questi movimenti i soldi sono sicuri? Quasi quasi sarebbe meglio

mandarli costà non ti pare?

Non credo che sia un pensiero strano. A momenti ho parlato con Gilardoni, ti

scriverà domani. De Gasperi è a Trento e come torna gli darò la tua. La Sig.ra Belloni ti

ossequia, contenta di poter fare questo piccolo regalo delle lettere. T’abbraccio, aff.ma

Nelina

(f. 257, c. 66)

politica) al regime fascista da parte di una non spregevole schiera di individui, riconosciuti nella vita pubblica

come in quella privata per l’elevato sentire ed i solidi valori morali» (Bibliografia degli scritti di e su Luigi Sturzo,

a cura di G. Cassiani, V. De Marco, G. Malgeri, Gangemi, Roma 2001, p. 81).

181 Gli scriveva Gilardoni il 27 febbraio ’25: «… Le copie sequestrate del Popolo sono distrutte. Nella

tipografia vi sono dieci carabinieri due guardie e un commissario sempre presenti» (in L. Sturzo, Scritti inediti,

II, p. 25).

87


123.

Roma, 28 gennaio 1925 182

Caro Gigi,

Sto bene, il mal di gola è passato e anche il male all’orecchio, una forma

influenzale che tutti soffrono. Io non ho avuto febbre; il Dottor Punzi ti ringrazia e ti

saluta. Ancora non ho potuto parlare con Monsignore. Egli non viene ed io non sono

uscita. L’articolo l’ho dato a Peppino S. per lasciarlo subito alla Sig.ra della R[edazione],

incaricando Dore per la correzione. A quest’altro ho raccomandato quanto mi hai scritto

pei libri e dice che te li ha spediti. Il Comm. da molti giorni è a Milano e dice che starà

molto. Per tutt’altro ti ho scritto l’altro giorno, oggi è per darti mie notizie che come vedi

son buone. Aspetto il golf col primo comodo.

Non so se la Signora Oliva ha ricevuto i mandarini che ho fatto spedire da Caltagirone

e dice che erano buonissimi. Spero che arrivino in buone condizioni. Ricevi

sempre il pacchetto coi giornali?

Ti sei divertito a Oxford? Qui il tempo è mite e temo che avremo una primavera

fredda. Gli amici che in questi giorni ho visto ti salutano. Le Sig. Venerina, Amerigo,

Adelgisa tutti ti ossequiano. Il Barone e la Baronessa Di Giura ti salutano. Giovanni è in

viaggio di ritorno.

Abbraccioti affettuosamente, aff.ma

124.

Nelina

(f. 257, c. 65)

[Roma, gennaio 1925] 183

Caro Gigino,

Ricevo a momenti la tua tanto affettuosa lettera e godo che stai bene. Figurati

se anch’io vorrei mettermi a posto trovando una casa, ma con tutti i requisiti come la

vogliamo non si arriva a capo. Quella di via M. Dionigi non l’ho presa per le quattro stanze,

e le migliori, a tramontana, ed è stata venduta per £ 150.000. Il villino sarebbe a Piazza

Libertà, vedremo un po’ se posso riuscire, in mano ce l’ha la Baronessa Penna.

Non ricevi giornali perché sequestrati da 5 giorni… Per me non ti preoccupare

che sto bene. In questo momento non saprei cosa dirti di comprare, ci penserò vedendo

qui i prezzi anche ribassati.

88

182 Cartolina postale.

183 Lettera.


Ti sto sempre vicino col pensiero e col cuore, mentre tutti gli amici ti salutano,

io t’abbraccio, aff.ma

125.

Nelina

(f. 257, c. 51)

Roma, 2 febbraio 1925 184

Caro Gigi,

Ricevo la tua cartolina del 29, la lettera del 28. Con piacere sento che stai bene

e il raffreddore quasi scomparso. Il Comm. Ceccato mi ha dato le tue buone nuove e mi

ha portato il golf che mi è tanto piaciuto. Mi sta a meraviglia! Grazie del pensiero affettuoso

e del tuo buon gusto.

Ieri ho ricevuto una gentilissima lettera della Sig. T. alla quale risponderò domani.

Penso però di smettere l’idea della pelliccia, ormai siamo agli sgoccioli dell’inverno.

Io sto completamente guarita, anche Mario è stato raffreddato e con forti dolori

di gola, ma ora sta bene. È proprio un influsso di aria. Ti scriverò una lunga lettera in questi

giorni, ora ti ricordo di fare arrivare il 14 del c.m. un telegramma di auguri al fratello

della Signora La Rosa, Sig. Gioacchino Salomone, Mistretta, che in quel giorno sposa.

Ti abbraccio, aff.ma

A Spataro col primo del mese è nato un maschio.

126.

Nelina

(f. 257, c. 69)

Roma, 5 febbraio 1925 185

Caro Gigino,

Ho ricevuto la tua ultima cartolina del primo febbraio, mentre come ti avevo

scritto avevo ricevuto per mezzo del Comm. Ceccato il plico e il golf di cui ti ringrazio

tanto tanto. Mi vuoi dire quanto hai speso che te li mando, e se vuoi altre somme? Per la

pelliccia ho risposto di no; un altro anno se Iddio vuole me la farò qui, a tempo propizio

però.

184 Cartolina postale.

185 Lettera.

89


Qui sole perenne, un po’ di freddo la mattina per chi esce presto, ma al sole tutto

riesce insopportabile e pesante. Sto bene come ti ho scritto nell’ultima cartolina.

Di Mangano posso dirti che non è venuto e né vuol venire; a Spataro sembra

che il Mangano attraversi un periodo di forte nevrastenia che non gli permette di far null’altro

che passeggiare e non dar retta a nessuno. Non ha scritto nulla e né si può sperare.

Poi a tutti gl’altri, come ti ho scritto, ho parlato e tutti mi hanno assicurato di

far quanto desideri. De Gasperi è su a Trento, forse perché a giorni la moglie deve sgravare.

A Donati 186 è morto il bambino di otto anni, Guidarello, di difterite: io ho fatto un

telegramma di città per condoglianze. Il Comm. Belloni da tanto che è a Milano, forse

tornerà fra una settimana. Bada a che a lui vengono aperte le lettere, almeno così sembra

dalle lettere del marito alla Signora, parlo delle sue corrispondenze anche, quindi non gli

scrivere direttamente.

Non sono andata a vedere l’appartamento di Coccia perché speravo di trovare

meglio. Cametti non ha più appartamenti da vendere, solo uno, a primo piano e di 4

camere bagno e cucina. Il terzo piano che sarebbe il migliore se lo è riserbato per lui e

famiglia. Ora si venderebbe del terreno comunale, a lotti, tra Via Veneto e S. Basilio oltre

un altro da privati nella salita Francesco Crispi, attaccati ad un convento, punti centralissimi

e quindi costo di terreno oltre le 700mila. Con Fattarappa abbiamo fatto il conto

che facendo 5 piani la spesa si ridurrebbe a £ 23.000 o 25.000 a vano. Quindi per noi 10

vani verrebbero a costare 250.000, quanto costerebbe da Coccia e saremmo nel cuore della

città.

Io ho scritto a Michelino il quale l’altro giorno scrivendomi ti ossequia tanto,

tanto. Paolo quest’anno studia e sta contento, anche lui ti ossequia. Tu che ne dici? B.ni

dovrebbe dire sul serio altrimenti non si fa nulla. Che bei boschi sono quelli vicino Londra!

Peccato che li abbandonasti così presto, tanto il mondo sempre va lo stesso, mentre

tu hai perduto di respirare aria balsamica.

Ma tu quando verrai, caro fratello? Come mi è dolorosa la tua lontananza! Trovo

che la mia vita non ha più scopo e lo stare a Roma mi è penoso. Intanto Adelgisa per

pressioni di Umberto vuole decidere di sposare per Pasqua ed io debbo cercare fin da ora

una cameriera. Di questi tempi a chi si ficca in casa? vorrei farmi venire Rosa, tu che ne

dici? io intanto cercherò qui, poi vedremo.

Lei poveretta avrebbe voluto aspettare la tua venuta, ma il tempo pare che sia

lungo, come fare? Se poi veramente tu devi stare ancora a lungo, ed io vado a Caltagirone

allora non cerco pensando di lasciarla in casa durante la nostra assenza. Vorrei il tuo pensiero

e spero che mi scriverai su ciò. Senti, scrivi a Barletta G. se puoi o no accettare l’invito

di tenere a cresima Guido; ha ragione di lagnarsi non rispondendoli. Tanto meglio se

non vuoi e non puoi per ragioni superiori rispondi di no. Giovanni Gambi che ti saluta,

ha mandato un gattino bianco e nero, un amore!” Svelto, intelligente, lo chiamo Mineto.

186 Giuseppe Donati (1889-1931) aderì al movimento murriano e fu tra i più convinti sostenitori delle

battaglie portate avanti agli inizi del ‘900 dai cattolici democratici nel campo sociale, politico ed economico

nell’ambito della Lega Democratica Nazionale. Si avvicinò al partito popolare in occasione delle elezioni del

’21. Fu lui a fondare «Il Popolo». Nel 1925 dovette prendere, come già Sturzo, la via dell’esilio parigino dove

si spense a 43 anni nell’agosto 1931. Cfr. G. Ignesti, ad vocem, in DSMCI, II, pp. 181-190.

90


Chi sa se sono arrivati i manderini alla Signora Crespi? E in quali condizioni, spero buone.

Salutamela tanto. Venerina, suo nipote, Adelgisa, le Amerigo tutti ti ossequiano.

Senti, ad aprile viene costà la Dottoressa Montessori col nipote, forse anche

Elda e Valentina, come mi piacerebbe venire anch’io! Che ne pensi? Fra quindici giorni

verranno Carmelina Gravina e le figliuole per passare qui due mesetti; anche la Signora

La Rosa e l’Onorevole per l’apertura della Camera. Compagnia non ne manca, ma mi

manca la tua ed è tutto. Abbraccioti con affetto

Nelina

P. S. A momenti ricevo la tua con acclusi tanti scritti che subito mando a destinazione.

Farò quanto tu dici per la Rassegna. Ho ricevuto la fotografia che è riuscita bene;

ringrazia per me la Signora tanto gentile. Mi sembri sciupato, non è vero?, era forse l’effetto

del vento. Bada che vi è una censura e una specie di spionaggio per tutte le persone

che vanno al Partito, al Popolo, che scrivono a te e che tengono amicizia con noi. Altro

che tempi dell’Inquisizione! Petrocchi teme di perdere il posto al Ministero e quindi si

mantiene un po’ a parte. Egli mi ha detto ciò e ti ossequia caramente.

Non mi mandare plichi troppo grossi uniti a lettere interessanti, potrebbero

dare sospetti.

(f. 257, c. 72)

127.

Roma, 7 febbraio 1925 187

Carissimo fratello,

Ho ricevuto la tua lettera con dentro una tua istantanea che mi è sembrato di

vedere il caro babbo, di santa memoria. Quanto l’assomigli! Mi pare di vederti un po’

dimagrito, sarà forse l’effetto del vento. Io sto bene e ti scriverò più a lungo dandoti notizie

della Rassegna Nazionale spero oggi. Ho risposto per la pelliccia negativamente. Che

bei boschi vi sono da coteste parti! Peccato che tu li lasciasti così presto; potevi rimanere a

respirare l’aria balsamica di luoghi sì deliziosi.

Oggi il tempo pare un po’ verso la pioggia, ma per due mesi abbiamo avuto primavera.

Tutti ti salutano, a quest’ora saprai che al carissimo Donati è morto il bambino

Guidarello, di difterite. La Signora Della Rosa è ammalata quindi tarda a darti notizie.

Dammi sempre tue notizie quando sei in giro e guardati dal raffreddore. Un abbraccio

187 Cartolina postale.

Nelina

(f. 257, c. 73)

91


128.

[Roma, 10/16 febbraio 1925] 188

Carissimo fratello,

Le visitine del Comm. Ceccato, tanto un’esimia persona, mi son tornate assai

gradite, esse mi hanno fatto un po’, per un momento gustare la tua presenza attraverso

l’amicizia e i buoni rapporti che hai con lui. Io sto bene, come ti potrà assicurare lo stesso

Commendatore e desidero che di te sia lo stesso. Come sto in pena per l’epidemia dell’influenza

(spagnuola benigna) che imperversa costà. Guardati caro fratello da fartela contaggiare.

Sei stato in Irlanda? ti è piaciuta?

Il giorno 7 ti ho spedito all’indirizzo di Paris una lettera mia e del Comm. Del

Giudice, li hai ricevute? Spero di sì e dimmi semplicemente, ho ricevuta quella del 7.

Rispondimi sul da fare per la casa di via Ripetta, come ti ho scritto nella mia ultima. Poi me

ne propongono una vicino Piazza d’Armi e lungo Tevere Michelangelo 12 vani per £ 250,

vicino il ponte che dovranno costruire. Ma è troppo lontano da quelle parti! Non è vero?

Coccia mi ha detto che appena torna da Torino mi avviserà per rivedere l’appartamento.

In quello di v. Ripetta vi entrerebbe pure Belloni e forse Michele, sarebbe

bello assai. A Fattarappa hanno proposto il detto affare cioè di comprare per un milione e

300.000 lire la casa dell’angolo con quelle casette, l’affare che avea in mano Spigarelli.

Al momento ricevo la lettera che era fra quelle del Barone Di Giura, i quali tanto

ti ossequiano. Spero che la raccomandata mandata per la via di Parigi e per mezzo della

Sig. Belloni la riceverai. Queste aspetteranno te in casa del Comm. Ceccato.

Venerina ti ossequia, le Signorine Amerigo, la Contessa Baldi, Chiavaro da cui

sono stata stamane. Lui pel momento non può far nulla poiché il gabinetto non è ancora

pronto. La mola che trema la posso tirare da me, dice lui, e bisogna che aspetti fino ad

aprile, che spera avere tutto pronto.

Abbraccioti caramente, aff.ma

Nelina

P. S. Andrò io in casa di Ruffo a farmi dare il famoso indirizzo che parecchie

volte mi ha detto che l’avrebbe mandato. Veramente i Ruffo con me non si fanno vivi. Per

l’appartamento lì non può più essere, poiché non possono fare più di tre piani e sono i

due impegnati e il terzo che sarebbe il più bello e meno umido lo prende lo stesso Cametti

e famiglia. A me via Ripetta piace tanto almeno siamo in mezzo. Io godo che tu ti

distrai e apprendi tante belle cose; sono egoista quando dico che non posso più stare da te

lungi e mi perdonerai. Profitta di questo tempo e conservati in salute.

(f. 257, c. 74)

92

188 Lettera.


129.

Roma, 16 febbraio 1925 189

Caro Gigi,

due paroline per darti mie nuove e chiedere le tue; spero che mi scriverai subito

appena arrivato a Londra giacché sto in pena pel tuo viaggio col tempo così brutto. Qui

vento forte e un po’ di acqua. Spero che avrai ricevuto le mie lettere e le notizie per mezzo

del Comm. Ceccato. Ho ricevuto finalmente la tua del 6 febbraio e una sola cartolina da

Dublino, troppo poco! Otto giorni senza notizie, caro fratello perché la tua cartolina ultima

è del giorno 9 e nulla più fino il 17. Intanto queste li imbuco e spero che ti trovo già

tornato alla tua dimora.

Monsignore scrive che ha avuto un po’ di influenza, ma che ora sta bene. Gli

amici tutti ti ossequiano, io t’abbraccio affettuosamente

130.

Nelina

(f. 257, c. 79)

Roma, 19 febbraio 1925 190

Caro Gigi,

L’altro ieri ricevei la cartolina da Dublino e il giornale con la tua fotografia.

Grazie mille, carissimo fratello, mentre la tua lontananza ormai mi è di martirio. Stamane

19 ricevo la tua lettera e leggo quanto mi scrivi sulla mia venuta, farò come tu dici.

A me pare che ho risposto su tutto per quanto non l’abbia numerato. Per la

Rassegna finalmente posso dirti che per mezzo di Spataro ho saputo che l’articolo di Crespi

si pubblicherà nel numero di febbraio, e poi per i mesi di marzo e aprile se gli mandi

materiali gli farai piacere. Mangano non l’ho visto, né vuol venire. La Signora Navi ti scriverà,

sabato sono da lei a pranzo. Con l’avvocato Coccia spero di parlare domani e se è

possibile fare tutto presto. Certo che è meglio fare così, come io da un pezzo dico, ma

temo che lui non voglia.

Godo che stai bene, mi duole per la piccola sofferenza che hai, temo che siano

le cose dolci, i the ecct. Che costà se ne fa abbuso. Io sto bene, Mario mi scrive che ha

avuto l’influenza e che poi non si è nemmeno potuto applicare a vedere certe carte di affari,

ma ora sta bene. Son sicura che andrò io prima di lui per vederci, perché pare che non

voglia venire qui per ora.

189 Cartolina postale.

190 Lettera.

93


Il Barone e la Baronessa Di Giura ti ossequiano. Suo figlio scrive che ti ha scritto

tre o quattro volte dacché sta fuori e tu non gli hai mai risposto. Lui ti ringrazia del

libro che finalmente io feci legare e mandai. Sta per venire ma senza ancora sposare, nei

primi di Marzo si mette in viaggio e tu pregherai per lui.

Che dirti, caro? vorrei avere le ali per volare a te, mentre mi devo contentare di

starti sempre vicina col pensiero e col cuore. Tutti ti ossequiano. Tua

131.

Nelina

(f. 257, c. 81)

Roma, 24 febbraio 1925 191

Caro fratello,

ricevo ieri la tua del 18 a momenti che io tornavo a casa e avevo comperato queste

belle cartoline, così la prima a te. Spero che la nuova dimora sia buona e il cambiamento

non ti avesse a nuocere 192. Subito ho fatto le tue commissioni. Lorenzo ti ossequia. Adelgisa

ti ringrazia dei giornali e ti ossequia. Venerina sta bene e ti ossequia, come anche i Pisciotta,

che sono felici di trovarsi tutti riuniti e a posto. Petrocchi ti ossequia. Io t’abbraccio

132.

Nelina

(f. 257, c. 82)

Roma, 25 febbraio 1925 193

Caro Gigi,

Ti ho spedito una cartolina appena ricevute le tue 18 e 21. Come ti ho scritto,

ho ricevuto tutte le tue colle date che mi hai scritto, ma siccome qualche volta tardano

troppo, io, che la tua assenza mi tiene sempre un po’ nervosa, facilmente mi disturba, ma

appena ricevo le tue torno tranquilla. Mi compatirai, son sicura, ma l’affetto colla lontananza

cresce, e il dolore di star l’una lontana dall’altro aumenta.

191 Cartolina postale illustrata. Dal 24 febbraio 1925 al 27 settembre 1926 l’indirizzo di Sturzo a Londra

fu il seguente: St. Mary’s Priores 264, Fulham Road.

192 Sturzo lasciò gli Oblati di San Carlo e si trasferì presso i Serviti vicino la casa dei Crespi.

193 In coda ad una lettera dell’Associazione Italiana per la Protezione Sociale dei Lavoratori che chiedeva

a Sturzo la quota sociale per il 1925.

94


C’è qui Michelino che ti saluta, come fa la famiglia; mi colmano di gentilezze.

Stiamo girando per case. Ancora non ho potuto vedere quella di Coccia, lui sempre in

giro. Poi, quello sarà l’ultimo appiglio, giacché senza ascensore, senza portiere, sono

inconvenienti, non ti pare? A Lungo Tevere Michelangelo non vi è casa, se ne deve fabbricare

una a Piazza Martiri di Belfiore, che andando da Lungo Tevere M. si arriva presto,

ma è troppo giù e quartieri così e così.

Intanto Briuccia mi dice che quel Largo di Piazza Adriana l’ha comperato la

Società ove entra Spigarelli per fare due grandi stabili di lusso. Mi deve dire se è possibile

entrarvi e vi sta lavorando Michele. Certo che con lui si fa bene perché è molto circospetto.

Poi c’è capitato un villinetto a quattro piani, sei camere ogni piano, angolo Via Crescenzio

e Varrone, vuol dire giù giù. A Michele piacerebbe perché tutta al sole, vedremo.

Domani ti scriverò e risponderò a quanto desideri, oggi è solo per questo. Ti abbraccio

133.

Nelina

(f. 257, c. 83)

Roma, 27 febbraio 1925 194

Caro Gigi,

Questa te la porta il genero dell’Onorevole Gilardoni. A momenti mi arriva la

tua del 24. Sento con piacere che stai bene e che hai in mente di girare. Finché stai bene

ed hai con chi fare cotesti giri divertiti e apprendi. Certo a me stare lontano da te mi riesce

doloroso e vorrei che questi sacrificii nostri tornassero a bene prima per le nostre anime,

e poi per la nostra Italia. In questi giorni che l’influenza mi ha lasciato indebolita ed

ho avuto un esaurimento nervoso, mi ha fatta più impressione la tua lontananza; ma ora

che sto bene, come ti può assicurare il genero di Gilardoni, mi rassegno più facilmente.

Il Dottor Punzi mi ha fatto incominciare una cura di clicero fosfato e stricnina

per tonizzare un po’ lo stomaco per l’acidità che soffro. Per la casa: ci sarebbe un appartamento

quello nobile in Piazza Libertà n. 13 dove abita la Giustini Bandini. Per quanto

tramontana e ponente, a me piacerebbe il posto, la scala, tutto, tu che ne dici? Devo

andarlo a vedere oggi e vedremo. Coccia ancora non è tornato da Milano e quindi non ho

visto l’appartamento, ma senza ascensore è noioso e senza portiere!

Michelino ti saluta con tanto affetto, manderò le accluse lettere a destinazione.

Dore mi ha assicurato che l’articolo di Crespi sul libro di Mario esce in febbraio e lui ha

corretto le bozze. Per Bianco Spataro mi ha detto che dovevano avere un abboccamento,

poi non so più nulla, poiché non ho visto nessuno, per telefono mi annoio.

Per la casa di P. Libertà 13 se mi piace posso prenderlo? Telegrafa, magari, sta bene,

sono 17 camere con tutti gli accessori per due appartamenti e ne vogliono 450.000. Se è pos-

194 Lettera su carta intestata “Prof. Don Luigi Sturzo…”.

95


sibile si prenderebbe con Michelino, se no io sceglierei il quarto che guarda Via Federico Cesi

ponente, con un balcone in piazza. Basta, io prima che parto vorrei impegnarmi.

Non hai bisogno di nulla? Non so se il genero di Gilardoni accetta di portarti

un pacchetto di arance della Bassa, quest’anno una meraviglia! I manderini arrivarono poi

a Crespi? Potevano smarrirsi.

Per l’appartamento del n. 13 mi telefonano a momenti che non si può vedere

oggi ma lunedì 2 marzo. Spero che non sia una scusa e servirebbe ad un altro. Io penso

che un appartamento in uno stabile è meglio che in un villino e poi in quel punto! Temo

che non vi riesco. Basta, ti terrò sempre informato. Stai tranquillo per me perché sto bene

ed attorniata di tanto affetto e cura. T’abbraccio vivamente, aff.ma

Nelina

P. Tacchi Venturi ha la polmonite; io dico, che se ne vada in Paradiso!

(f. 257, c. 85)

134.

Roma, 4 marzo 1925 195

Caro Gigino,

Oggi otto giorni dalla data dell’ultima tua del 24 e aspettavo ricevere tue notizie

tantoppiù che hai cambiato casa. Spero domattina ricevere una tua e con buone notizie.

Io sto bene con Michelino abbiamo girato senza conclusioni ancora, quella del 13

non ho avuto più risposta come prevedevo. Resto sempre a vedere l’avv. Coccia, vedremo.

Abbraccioti, aff.ma

135.

Nelina

(f. 257, c. 87)

Roma, 7 marzo 1925 196

Carissimo fratello,

Ho ricevuta le tue, una del primo e l’altra del 4 marzo. Godo leggere che stai

bene e che gli amici ti hanno trovato bene; non vedo l’ora di parlare con l’Onorevole

96

195 Cartolina illustrata.

196 Lettera.


Baranzini 197. Io sto bene, la cura mi giova ma più di tutto le cure delle amiche. La Baronessa

Di Giura mi ha voluto a pranzo quasi tutta la settimana; ogni tanto vado dai Belloni.

Tutti ti salutano affettuosamente. Rispondo categoricamente alle tue lettere.

Quella del primo: 1) Domani manderò la lettera e i denari all’Opera degli

Orfani; 2) Subito mandai la lettera anzi consegnai io stessa a Colombi; 3) Ho mandato a

dire a De Gasperi di scriverti, però lui non vi è stato e passerà altri due giorni a Napoli; 4)

Spataro lo stesso perché è con lui a Napoli ed è stato a Milano; 5) Per la casa del n. 13 non

è tornato più nessuno e sono dolente di perderla. Per quella Crescenzio angolo Varrone,

non è da parlarne perché villino piccolo, scala oscura e senza ascensore. Resta quella di

Coccia che sono andato a rivedere e mi piace, per quanto sia il primo piano. Ma lì pazienza

se non vi è ascensore. Di prezzo io non ne ho parlato, non so se è più disposto a cederla

per quanto si era stabilito. Ad ogni modo mi ha detto che se noi lo vogliamo anche in

affitto, dobbiamo dircelo ora per poter fare andare l’inquilino all’ultimo di dicembre. Tu

che ne dici? Di meglio io ancora non trovo. Michelino è partito stanco di cercare e non

trovare.

Belloni è ancora a Milano, viene ogni tanto ma non conclude nulla. Mi duole

che i manderini non siano arrivati alla Sig.ra Crespi, peccato dopo averli spediti. Domani

vado a sentire il Mosè di Perosi 198; ho invitata Carmelina Gravina e figliuola, dopo le tante

gentilezze fattemi ho dovuto disobbligarmi. Venerina, le Amerigo, Adelgisa ti ossequiano,

io t’abbraccio con vivo affetto, aff.ma

136.

Nelina

(f. 257, c. 91)

Roma, 10 marzo 1925 199

Caro Gigino,

Ho ricevuto la cartolina coi saluti anche di Baranzini che non vedo l’ora di rivedere.

Godo che stai bene, come ti assicuro di me. Monsignore mi scrive che verrà dopo

Pasqua, dunque se tu credi di dover concludere per l’appartamento dell’Avv. C. faremo

tutto, anche col piacere di Mario. Nessuno mi ha mandato scritti, per quanto io l’abbia

pregati. Unisco alla mia questa di Parigi.

197 Arturo Baranzini (1875-1937), deputato popolare di Como. «Nell’estate del ’24, il Baranzini si adoprò

notevolmente, insieme al barone Rinaldini, per salvare l’incolumità personale di Luigi Sturzo, seriamente

minacciata dagli atteggiamenti intimidatori dei fascisti, ed in particolare del giornale «L’Impero» che, nel

numero del 1° agosto 1924, aveva scritto che, dopo Matteotti, sarebbero dovuti sparire dalla circolazione

Sturzo ed Albertini» (Miscellanea londinese, I, (Anni 1925-1930), Zanichelli, Bologna 1965, nota 1 di p. 16).

198 Lorenzo Perosi (1872-1956), insigne maestro della Cappella Sistina, autore di numerosi oratori.

199 Lettera.

97


Ho scritto a D. Ciccio Piazza 200 di passare £ 100 a Monsignor Mineo, ho mandato

£ 25 alla chiesa di S. Agata che hanno ristaurata. Domenica con Carmelina Gravina

e le figliuole fummo al Costanzi a sentire il Mosè di Perosi: io credevo che ci fosse anche

la scena invece semplice oratoria. Per quanto la musica è bella assai, mi pentii d’invitare

quelli per la sola musica; chi non è educato a sentirla non può gustarla.

Basta, ti ossequiano tanto; loro sono dalle Suore del Cenacolo. Quel certo Rodiano

Stefano di Lecce ha voluto il tuo indirizzo per spedirti della marmellata credo, io ho dato

quello della Sig. Rita, così il pacco spero sia più fortunato dei miei manderini, peccato!

Salutamela, mentre Venerina e Adelgisa ti ossequiano, io t’abbraccio fortemente

137.

Nelina

(f. 257, c. 93)

[Roma, 14 marzo 1925] 201

Gigino caro,

Due paroline per dirti che ho ricevuto tutte le lettere colle date che tu mi hai

scritto. Mi perdonerai se tante volte nel ritardo delle medesime io scrivo prima e dico che

non ho ricevuto tue lettere. Io vorrei leggerti ogni giorno. Godo delle notizie che ho ricevuto

per mezzo dell’On. Baranzini. Egli non mi trovò in casa perché era ora della predica,

ma lasciò tutte le tue notizie. Qui freddo in questi giorni, però io sto bene. Venerina è

ancora con me. La Gravina ti ossequia e insieme cerchiamo case. La Rosa forse è ancora

in Sicilia, non mi ha scritto, però io ho scritto. Abbraccioti

138.

Nelina

(f. 257, c. 95)

Roma, 16 marzo 1925 202

Caro Gigi,

Due parole in fretta; mi capitano degli appartamenti in altri punti della città,

come a dire, uno di fronte al ministero dell’Industria e Commercio, un altro vicino la Sta-

200 Francesco Piazza era l’uomo di fiducia della famiglia Sturzo soprattutto nell’amministrazione delle

proprietà.

201 Cartolina illustrata.

202 Lettera.

98


zione, Corso Vittorio Emanuele sopra Peyron. Io non so se questi punti possano piacerti

e quindi non posso rispondere.

Tu intanto dimmi dal più al meno quali sono i punti più preferiti, stante che da

queste parti non si trova, e così io potrò regolarmi. Il prezzo per 8 o 9 camere e accessori si

batte sulle 270-300.000. Ti scriverò più a lungo un altro giorno, mentre ti assicuro che

sto bene. Venerina trova il prezzo che vorrebbe far lei. Intanto venendo Monsignore lei

vuole andar via: ti ossequiano tanto tanto. Abbraccioti, aff.ma

139.

Nelina

(f. 257, c. 96)

Roma, 18 marzo 1925 203

Ti spedisco le presenti; l’altro ieri ti ho scritto per le case, vi sarebbe un 5° piano

in via XX Settembre di fronte al M. Industria e Commercio, oltre vi è un sesto piano,

quindi non sarebbe l’ultimo. 8 camere bagno cucina. Ci domanda 280.000 troppo… a te

piace quel posto? Rispondimi a giro di posta, urgente, io parlo con Briuccia. Sto bene,

t’abbraccio

140.

Nelina

(f. 290, c. 100)

Roma, 22 marzo 1925 204

Carissimo fratello,

Ricevo la tua cartolina e mi affretto a rispondere. Dal tuo parlare vedo che non

hai ricevuto una mia ove ti parlava della casa Coccia. Non ricordo più la data e non penso

ove te la indirizzai, ma ad ogni modo nulla da preoccupare se si è perduta. Godo che stai

bene come ti assicuro di me, però dal parlare di Staderini apprendo che proprio bene non

devi stare o meglio mi ha fatto comprendere che ti ha trovato di buon umore, ma più invecchiatello,

vuol dire forse più magro e più bianco! Mentre capelli bianchi ne avevi poco.

Basta, anche a me troverai più bianca, quest’inverno con la lontananza ci ha

invecchiati. Venerina cerca per conto suo e se trova va via col primo di aprile o dopo

203 In calce ad una lettera di Giuseppe Spataro.

204 Lettera.

99


Pasqua, potrebbe rimanere anche con la venuta di Mario, ma non lo vuol fare, mentre

Adelgisa vorrebbe sposare in luglio e rimanere fin quando vengo a trovare te. Tu che ne

dici? Rispondimi il tuo parere.

Hai ricevuto la lettera di Rodinò? 205 Da oggi voglio scrivere tutte le date delle

mie lettere, vedo che qualcuna non ti arriva. Quella dovea portare la data del 13 forse.

Carmelina, le figliuole, Umberto, D. Ciccio Piazza, D. Giacomo tutti ti ossequiano. La

Baronessa e il B. Di Giura, la S. Belloni ti ossequiano. Giovanni Di Giura arriva fra

domani e martedì, ha concluso definitivamente il matrimonio e starà qui due mesi, poi va

in Cina ove è lo zio suo.

Attendo una tua risposta; l’appartamento di fronte al M. dell’Industria è a 5°

piano, non ricordo se te l’ho scritto e ne vogliono 280.000. Credo sia esposto a tramontana

un po’ o volto a ponente, molta luce e aria. Peyron è già venduto, che bel sole era lì!

Abbraccioti con affetto, aff.ma

141.

Nelina

(f. 257, c. 100)

Roma, 27 marzo 1925 206

Caro Gigino,

Ricevo ieri 26 la cartolina ed ho visto quel bel giardino e immagino le casette di

cemento e legno. Io qui sempre in giro per le medesime ed aspetto risposta della mia del

22 spedita a Londra. Spero che te la spediranno. Oggi ricevo quella unita a quella di

Palombi a cui subito ho chiamato e consegnato.

Sto bene, la settimana entrante facciamo gli esercizi spirituali al Gesù e poi il

Giubileo, che viene con gli esercizi ridotto a 4 visite. Prima che venga Mario è meglio che

lo faccia. Michelino e la famiglia ti ossequiano, lui sta combinando per la casa. Il Barone

Di Giura è arrivato, tutti ti ossequiano. Guardati dai raffreddori.

100

Nelina

(f. 257, c. 101)

205 Giulio Rodinò (1875-1946), fin da giovane militò nel movimento cattolico in quel di Napoli. Nel

1919 aderì al PPI e fu reggente del partito insieme a Gronchi e Spataro dopo le dimissioni di Sturzo dalla

segreteria politica. Dopo la decadenza dei deputati aventiniani si ritirò a vita privata, ritornando attivamente

alla vita politica dopo l’8 settembre 1943. Cfr. A. Cestaro, ad vocem, in DSMCI, II, pp. 549-552.

206 Cartolina illustrata sped. a Parigi (Institut Catholique, Rue Cassette 24).


142.

Roma, 29 marzo 1925 207

Carissimo fratello,

Spero che avrai ricevuto la mia cartolina scritta appena ricevuta la tua cartolina

e le tue due lettere, cioè quelle del 21 e 25. Grazie di cuore, sarei potuta venire costà a

riabbracciarti, caro fratello, se vi era qui La Rosa forse si poteva combinare 208. Loro sono

a Mistretta, almeno ieri ho ricevuto una cartolina dalla Signora. Sto bene; qui il tempo è

cattivo, grandine, freddo, acqua, ogni ben di Dio. Domani incomincio il ritiro spirituale

al Gesù, io lo vado a fare lì e così faccio il S. Giubileo, che con sole quattro visite alle 4

basiliche si compie.

Aspetto risposta sulle varie case, hai ricevuto l’ultima diretta a Londra a Rita

(del 22)? Vi sarebbe un piano nobile in via Quintino Sella angolo Flavia, un complesso di

16-17 vani, e forse si potrebbe avere per 375.000. Esposizione mezzogiorno e ponente, ti

piacerebbe quel posto? Io sempre cerco ai Prati, ma se non si può?

Non ti raffreddare; io penso che in questi giorni a Parigi faccia freddo, come

qui. Ho visto la cartolina dell’esposizione e figurati se una casetta come quella ideale piacerebbe

anche a me! Che conferenze hai fatto?, come ti è sembrata Parigi? Penso ai giorni

che potremo stare insieme con tanta ansia e mi annoia allontanarmi e andare giù. D’altra

parte anche per gli affari è necessario, quindi vedrò, prima però debbo farmi aggiustare la

bocca da Chiavaro.

Ossequiami Russo 209. Il B. di Giura ti fa dire tante cose affettuose; loro spesso

mi vogliono a pranzo, come anche i Belloni, che ti salutano tanto tanto. Venerina ti ossequia.

Adelgisa ti bacia la mano e dimmi qualche cosa da fare sul riguardo. T’abbraccio

con vivo affetto e prega per me. Aff.ma

Nelina

(f. 257, c. 102)

207 Lettera.

208 Luigi si trovava a Parigi per tenere una importante conferenza il giorno successivo per iniziativa del

Comité National d’études sociales et politiques presso l’Institut Catholique. Il titolo in italiano della conferenza

era Il fascismo non può evolversi verso un regime di libertà. Cfr. il testo in L. Sturzo, Miscellanea londinese,

I, cit., pp. 98-103.

209 Domenico Russo (1876-1950). Fece parte nell’ambiente napoletano dei giovani democratici cristiani

di ispirazione murriana. Conosceva Sturzo fin dal 1904. Nel 1919 aveva aderito al PPI. Giornalista, viveva a

Parigi. Cfr. A. Cestaro, ad vocem, in DSMCI, III/2, p. 756.

101


143.

Roma, 8 aprile 1925 210

Carissimo fratello,

Ti ho seguito lungo i giorni passati a Parigi col pensiero e col cuore; sarei stata

felice di venirti a riabbracciare, a passare con te la S. Pasqua, mentre anche questa solennità

abbiamo passati tutti e quattro soli. Sia fatto il Divin volere, ma per quanto ancora?

Mario mi scrive che sarebbe venuto per il 15, forse verrà perché vi è un Congresso Filosofico,

poi vado un po’ giù e poi dovremo ad ogni costo vederci.

Io sto benissimo, la cura di clicero fosfati e stricnina mi giova. Anche Venerina

sta bene e tanto ti ossequia. Per la sera di Pasqua andrò a pranzo dal B. Di Giura che tutti

ti ossequiano tanto tanto, Giovanni con le sue solite espressioni. La Sig.ra Belloni e figli ti

ossequiano, le Amerigo, i Gravina; Michele ha comperato finalmente l’appartamento di

Via Quintino Sella angolo V. Flavia. Un grande appartamento e con tutte le comodità,

però lui è scontento, avrebbe amato di più un villino a solo o con noi.

Io per quello di Piazza Libertà sto cercando di sapere tutto, di far leggere il contratto

all’Avv.to, farò visitare l’appartamento e stabile all’Ingegnere, aspetterò Mario.

Mentre vi sarebbe un altro sotto di quello che in Via Boezio prima della tua partenza

Grassi portava o per noi o per Michele. Questo è più grande, meglio diviso e messo a

nuovo molto bene; non resterebbe che mettere la mobilia e fra quattro mesi averlo. Però

ne domandano 450.000 e né vi sono camere da potere affittare. Sono 8 camere, cucina,

bagno, un’altra bella ritirata, la dispensuola, il posto per l’automobile e che non si può

affittare. Vi è l’esanzione delle tasse ecct., esposizione eguale a quella che abitiamo. Resta

ancora il villino a quattro piani di V. Crescenzio angolo Varrone. Forse come affare converrebbe

se lo cedessero per £ 400.000 poiché se ne può tenere in affitto due, e due abitarli,

ma manca l’ascensore ed a me sembra molto giù. È tutto abitato, l’ultimo piano

però con la clausola di dover andar via se si vende, e siccome questo è stato sopraelevato

da poco vi è pure l’esanzione delle tasse per 25 anni.

L’amico Belloni dice di non aver fretta poiché per l’anno nuovo debbono scendere

di prezzo, sarà poi vero? Tu che ne dici? Mentre viene Mario vedremo. Gigia mi scrive

e mi annunzia il fidanzamento (che sarebbe il terzo) di sua figlia Concettina con Vavà

La Rosa, questo era il suo ideale! Lei e tutta la famiglia ti fanno tanti auguri e ti ossequiano,

sono contentissimi. D. Ciccio Piazza, D. Giacomo, Angelo Montemagno ti ossequiano

e augurano la buona Pasqua.

Io ti auguro ogni bene, la forza, la salute e di rivederci presto. In una spiaggia

della Spagna non si spende molto? La pesetas vale molto di più del franco!

Vi è costà la Dottoressa Montessori con il nipote Mario, che mi pare impiegato al

Banco S. Spirito. Egli ti verrà a trovare. Ti lascio poiché oggi sono in giro per le visite del

Giubileo. Ti abbraccio con vivo affetto. Dai l’accluso biglietto alla Sig.ra Crespi. Aff.ma

102

210 Lettera.

Nelina


P. S. La Sig.ra Cingolani ha mandato coi suoi bambini una magnifica palma a

te, io te la conservo. La famiglia tutta ti offre i suoi auguri e ossequi.

(f. 257, c. 108)

144.

Roma, 14 aprile 1925 211

Carissimo fratello,

Ho ricevute le tue cartoline, la lettera e la fotografia portatami dall’Avv.to e il

bigliettino incluso nella lettera a Belloni. Di tutto te ne ringrazio di cuore, perché vedo come

mi ami sempre e come sempre mi pensi. Questo è il solo conforto in sì dura separazione.

La Pasqua mercé gli amici e i parenti l’ho passata in compagnia. Il giorno di

Pasqua ho compito il Giubileo e lunedì (ieri) ho fatto il precetto. Ora che son belle giornate

andrò alla mostra Vaticana che ancora non ho veduta. Domenica fui all’Augusteo a sentire

la bella musica di Perosi, Salmo II, Salmo VI e il Transitus Animae. Tutto bello assai ed eseguito

molto bene sotto la direzione di Molinari. Ti saluta Pretocchi che siede vicino a me.

La sera di Pasqua mi vollero i Di Giura che ti fanno dire tante e tante cose. Tu

mandagli una cartolina almeno. Per le case ancora non ho fatto nulla. Quella di P. Libertà

la vedo difficile per l’affare di mandar via l’inquilino. Mi dicono di una in Via delle

Finanze, vedremo. Michelino ha comperato quella di Via Quintino Sella e Flavia, un bell’appartamento.

Mario non viene più, mi ha scritto, a fine maggio vado io, mentre tu decidi per

dove passare un mesetto in compagnia. Certo che venire a Parigi ora sarebbe stato bello,

ma tu sempre occupato, mentre dobbiamo stare assieme tranquilli. E se venisse pure

Mario? Ti accludo tutte queste lettere qui arrivate così tu pensa a rispondere. Non hai

bisogno di nulla? Abbraccioti fortemente, aff.ma

Nelina

(f. 257, c. 110)

145.

Roma, 23 aprile 1925 212

Carissimo fratello,

Rispondo alla tua del 19. Godo che stai bene; di me posso assicurarti lo stesso e

dato che vuoi una mia fotografia, appena la farò te la manderò e vedrai che sto bene. Oggi

211 Lettera.

212 Lettera.

103


stesso ho spedito le bottiglie del Borocliceride. Ma figurati, il viaggio costa più delle due

bottiglie £ 18. Questo è nulla, ma ti arriveranno? Li ho indirizzate a Crespi, per tua norma.

Intanto appena Adelgisa aveva spedito il pacco, viene la Sig.ra De Filippis da Milano

a dirmi che sui primi di maggio verranno l’Onorevole Baranzini con Nines. Se li mandavo

a lui certamente ti arrivavano più presto. Scrivi se vuoi qualche altra cosa.

Io potrei usufruire della sua venuta per venire a rivederti, non ti pare? Si potrà

combinare davvero la villeggiatura dei bagni? Scrivimi qualche cosa.

Dirò a Giordani 213 quanto scrivi. Ho detto a Spataro pei giornali, mi ha promesso

che te li manderà. Io mando tutti i giornali settimanali, ma ne arrivano troppo

poco. Quali periodici vuoi? Gioventù Italica? io non so quali mandarti. Il Becco Giallo

tante volte è stato sequestrato. Ora non mi arriva più, ma però lo comprerò e te lo mando.

Scrivi tutto quello che desideri, io sto qui e per te, mio caro.

Questa è acclusa ad una di Ragusa 214, il quale è dolentissimo del richiamo di

Monsignore e lo raccomando caldamente a te.

Per la casa di P. Libertà vuoi che si compera con l’affitto fino il 1928? L’inquilino

non vuole andar via malgrado vi è nel contratto. Si deve scendere ad una lite, ma inutilmente

con questi chiari di luna. Senti, io compero ove mi pare opportuno e convenientissimo,

noi poi abiteremo ove ci viene più comodo. Questo è il mio ultimo divisamento,

e credo che tu ne converrai. Qui la corsa all’aumento è vertiginosa.

Ti lascio con la penna, col cuore a te. Gasperino ti ossequia, hai ricevuto la sua

lettera acclusa ad altre? Venerina ti ossequia, abbraccioti, aff.ma

146.

Nelina

(f. 257, c. 114)

Roma, 28 aprile 1925 215

Carissimo fratello,

Ho ricevuto le tue 8, 10, 15, 19, 23. Quella del 22 domani andrò a prenderla

poiché vi sono stati tre giorni di pioggia e freddo, tanto che la nostra padrona di casa

213 Igino Giordani (1894-1980), aderì nel ’19 al PPI e fu direttore del settimanale del partito «Il Popolo

nuovo». Nel giugno del ’25 è cofondatore con Giulio Cenci di «Parte Guelfa». Perseguitato dal fascismo, troverà

nella Biblioteca Vaticana un rifugio e un lavoro. Nel secondo dopoguerra aderirà con entusiasmo al movimento

dei focolarini. Cfr. Giordani-Sturzo. Un ponte fra due generazioni. Carteggio (1924-1958), a cura di P.

Piccoli, Laterza, Bari 1986; Igino Giordani. Politica e morale, a cura di T. Sorgi, Città Nuova, Roma 1995.

214 Tommaso Ragusa, originario di Mazzarino dove fu presidente di quel comitato cattolico. Era stato

chiamato da Mario presso la curia vescovile di Piazza Armerina. Successivamente si trasferì a Roma. Qualche

contrasto con Mario era nato in seguito alla pubblicazione di un opuscolo di Ragusa dal titolo I mali e Dio,

(Palermo 1922).

215 Lettera.

104


mandò a domandare se volevamo acceso il fuoco perché lei sentiva freddo. Tutti gli inquilini

non ne sentivano e non l’abbiamo voluto (riderai).

Godo leggere che stai bene, io pure sto bene come anche mi scrive Monsignore

stasera. Io ancora non so se vado in maggio a Caltagirone poiché prima debbo definire

l’affare della casa, poi quella dei denti.

Dunque casa: quella di cui ti ho accennato il posto, ho potuto vedere solo l’appartamento

interno ed è carino, gli altri due appartamenti che danno sulla via e parte

internamente non ho potuto vederli perché pende la causa per mandarli via. Esposizione:

a me sembra levante sulla strada e ponente nell’interno perché guarda il Ministero Industria

e Commercio. Come posto e come posizione è simpatica, come convenienza ve ne è

poiché costerebbe un 315.000 da non pagarsi tutti subito, e se ne può affittare un appartamento.

Oggi ho parlato con Briuccia e poi con l’Avv.to Coccia poiché vi sono ipoteche

ecct. Bisogna fare con molta avvedutezza e non dubitare che cerco di far bene. Intanto la

settimana entrante viene Michele Gravina e mi farò aiutare da lui.

Poi vi è quello di V. Vittoria Colonna proprietà dell’Avv.to Levi che tu perdesti

di comperare per quel prezzo. Ora è vuota intieramente e ne domanda senza cedere d’un

soldo £ 400.000 conviene? Le stanze sono più grandi queste, ma come numero sono

uguali a quelle su descritte. Certamente come convenienza è più la prima, forse a te questa

piacerebbe di più come posto, non è vero?

Domenica all’Augusteo diedero la nona sinfonia di Beethoven, bellissima, i

cori meravigliosi! Domani sera andrò a sentire il Parsifal. Petrocchi ti ossequia, come

anche Anile che ho visto oggi nella sala delle conferenze di Marchetti, il quale anche lui ti

saluta. Oggi ha parlato dei due avventurieri dell’Ottocento (Casanova e il Cagliostro), è

molto simpatico nel dire ed ha poi una memoria meravigliosa. Ti ossequiano il Barone

Baronessa e figlio Di Giura. La Sig.ra Belloni è a Milano poiché è grave il padre di 85

anni. Ossequi da Michelino che ti ringrazia della lettera, ti ossequiano i Pisciotta, le Amerigo,

Venerina, Adelgisa.

Io ti abbraccio stretta al cuore, aff.ma

147.

Nelina

(f. 257, c. 116)

Roma, 4 maggio 1925 216

Caro Gigino,

Ho ricevuto la tua del 27 e del primo maggio. Sta benissimo come tu dici,

anche io lo trovo più giusto e così passeremo due mesetti in cara compagnia. Io sto bene,

e ti scriverò più a lungo domani. Qui oggi ho Teresa che con suo marito viene da Caltagi-

216 Cartolina illustrata.

105


one per andare a Genova. Ha una bambina tanto carina. Ti ossequia tanto, tanto. Tutti ti

salutano, io ti abbraccio con vivo affetto

148.

Nelina

(f. 257, c. 117)

Roma, 6 maggio 1925 217

Caro Gigino,

Ieri come ti ho scritto in cartolina ho ricevuto la tua del 27 e primo maggio.

Figurati carissimo fratellino, se io mi son dispiaciuta perché hai detto di non venire a

Londra! Ne sono convinta anch’io, lo dissi solo perché mi sembra che non dovevi combinare

pei bagni. Speriamo invece che combinerai e verso il 15 o il 20 luglio possa venirti a

raggiungere a Parigi. Ho scritto anch’io a La Rosa, vedremo se lo farà. Per la casa come ti

ho scritto, si sta lavorando per quella di Via delle Finanze, siccome è piena di ipoteche

bisogna vedere tutto e chiaramente. Mentre l’Ingegnere Cantinelli, proprietario, ha mandato

il congedo agli inquilini dicendo che serve per lui, quindi ancora non ho potuto

vedere i due appartamenti affittati, ma solo quello che abita lui, e che è tutto nell’interno.

Michelino l’ha visto di fuori e gli è piaciuto, salvo a vederlo dentro tutto e non piacere. A

me sorride il terrazzino e il corridoio come una veranda. Il punto non è brutto, anzi lì è il

migliore della via che va più a allargare, l’entrata carina, la scala buona, con l’ascensore,

ma un po’ scuretto. Certo che quello di V. Vittoria Colonna è più ampio, io però non ho

manco visto quello, l’andrà a vedere Michele Gravina il quale è pentitissimo di avere

comprato quello, perché lui non ama il condominio e dopo averla aggiustata facile che se

la rivenderà… e più cara.

Io vorrei farti trovare la casetta a posto e carina, vedremo. Ma tu scrivi troppo

accorato, caro fratello, e temo che non stai bene in salute… per carità tienti forte non ti

ammalare, ci rivedremo fra due mesi. Vedi che io avevo ragione di piangere quando partisti

e di dirti, parti ma chi sa quando potrai più tornare. Certo che qui saresti stato sacrificato

a non uscire che ben poco, ma per me era di non dover lasciare il campo. D’altra parte,

carissimo, hai appreso tante cose, e visto tante altre cose che non ti sarebbe stato facile

vedere. Io sto bene, ti prometto che ti manderò un’altra fotografia, che spero fare presto.

Che vuoi questo affare di case mi tiene assorbita e non concludo nulla.

Ieri Paderewski diede un concerto a beneficio dell’Opera degli Orfani Nazionali.

Io pensai di prendere il biglietto per non far vedere che vado solo per la tessera. Se non

mi decido di andare a Caltagirone è per voler concludere l’affare casa; sciupare tanto

denaro per l’affitto non conviene e poi è meglio che il denaro si impiega altrimenti posso-

106

217 Lettera.


no accadere tante cose, e dopo tanti sacrifici si finirebbe con rimettere quel po’ che abbiamo

del nostro.

A proposito: Mario mi diceva di vedere se tra il consolidato vi siano cartelle del

n. estratto dei premi. A me pare che le rendite tu li abbia venduti non è vero? Ho parlato

con De Gasperi il quale ti scriverà. D’altra parte sono così angustiati finanziariamente che

oltre da tutte le parti, che non sanno come tirare avanti.

Certo che Spataro è stato l’uomo più disadattato per la parte economica, e poi

non ha tatto, non ha modi, e si mostra superbo, cosa che dispiace e fa allontanare gli altri.

Del Giudice, poveretto, mi dice sempre che ti deve scrivere, ma non riesce ad avere

abboccamenti buoni col Vaticano e quindi ritarda. Tu da lontano non puoi capire le difficoltà

e l’ostilità sistematica di quei signori per quanto nel tuo discorso dici che il V. non

protegge nessuno. Quanto sei buono e santo, caro fratello!

Basta, i tuoi amici dicono che in autunno potrai tornare, qui si parla di amnistia

per quei colpevoli…e dopo non credo che vogliano incominciare da capo…

La lettera di Petrocchi che ti accludo è un pochino alterata, tu lo prenderai nel

giusto senso, poiché questi ha bisogno, mentre quelli non hanno soldi. Poi perché non

lavorano a far tesserare la gente, a questo non ci pensa nessuno, insomma vi è un po’ di

disorientamento poiché tutto sembra calmo e tranquillo e si vive bene, dicono i più. Però

il Duce è abbastanza ammalato (secondo Anile) non avrebbe che altri due mesi di vita, a

me sembra esagerato, ma certo non sta bene, è molto magro.

Ed ora ti lascio con un caldo bacio

149.

Nelina

(f. 257, c. 119)

Roma, 7 maggio 1925 218

Caro Gigi,

Ho ricevuto le tue due lettere e subito ho fatto recapitare. Ho letto sui giornali

le tempeste che ivi sono state e voglio augurarmi che l’abbassamento di temperatura non

ti abbia fatto raffreddare. Io sto bene; non ho potuto mandarti i g. che volevi perché

s[equestrati]. Il B[ecco] G[iallo] però te l’ho mandato tutte le settimane, l’hai ricevuto?

Mario mi scrive che sta bene, sta facendo montare un salottino ove era la cappella. Dice

che per ora non viene, aspetta te. Gli amici ti salutano tanto; ieri sera 6 andai a pranzo da

B. il quale non ha ricevuto lettere da te ma solo una cartolina. T’abbraccio

218 Cartolina illustrata.

Nelina

(f. 257, c. 52)

107


150.

Roma, 8 maggio 1925 219

Carissimo fratello,

Torno dalla supplica alla SS. V. del Rosario che ho recitato alla Minerva. Ho

pregato tanto tanto per te, per la tua salute e perché la SS. Vergine ti dia tutte le grazie

necessarie nella lotta presente. Sto bene, ti ho scritto una letterona il 4 del c.m. spero la

riceverai. Fra giorni ti scriverò la conclusione per l’affare casa. Spero che questa troverà un

tempo mite costì. Qui è incostante ancora, ma già abbiamo leggierito. Michelino ti ossequia,

le Pisciotta e tutti gli amici. Un abbraccio, tua

151.

Nelina

(f. 257, c. 120)

Roma, 11 maggio 1925 220

Carissimo Gigino,

Ti accludo una lettera d’una persona che tu conosci e mi prega di caldeggiare la

sua proposta. In tutti i modi rispondimi. Io sto bene, ancora con l’affare della casa che

non abbiamo potuto vedere con Michelino perché il padrone dice che deve mandar via

gl’inquilini e con la causa pendente non può.

Figurati Michelino è stato qui altri due giorni per me. Oggi parte, ma tornerà

presto perché sta facendo aggiustare la sua. Ho visto quelle che Cametti sta edificando

nella salita di Villa Ruffo, ma sembrano umidi e oscuri, piccole stanze e tetti bassi, forse

l’appartamento venduto se lo rivendono e credo perché fa questo effetto.

Basta, il mio lavoro di tutti i giorni, e meno male, così mi volano senza che me

ne avvedi. Venerina pare che ha trovato un’appartamentino nei quartieri Trionfali, sole e

aria tanta, e vi anderà ad abitare con suo nipote. Forse aspetta che io parta, perché ancora

non è finito. Ad ogni modo poverina non può sacrificare la sua roba in magazeno. E per

questo affare di casa non posso andare da Chiavaro, per quanto mi ha telefonato che il

gabinetto non è ancora a posto. Ti ossequia tanto. Ti saluta Favitta, che è venuto a salutarmi.

Ieri coi Belloni siamo stati a Ostia, abbiamo visitato i ruderi, tanto interessanti,

e poi a mare. Però a me tutta questa costa non piace, il mare mi sembra grigio. Ti mando

ciò che desideri, le bottiglie erano due, e forse per questo si sono rotte. Per le calze ti man-

108

219 Cartolina illustrata.

220 Lettera.


do quelli che ho qui, ma sono accomodate, mandami una buona misura di quelli vecchi

che te ne faccio fare 6 paia che ti porterò io.

Tutti ti salutano, Venerina, Adelgisa ti ossequiano, baci da me, aff.ma

152.

Nelina

(f. 257, c. 123)

Roma, 13 maggio 1925 221

Carissimo fratello,

Ricevo a momenti la tua raccomandata e subito ho spedito le tue lettere perché

Adelgisa usciva. Questo inverno la medesima è stata raffreddata tutto il tempo. Io sto

bene. Ho capito che ancora non ti sei fatto il giusto senso della casa e ti mando la pianta

copiata presto, presto. Prestissimo voglio la risposta se posso o no fare il contratto. Comprenderai

dalla medesima che nell’interno guarda il M., non è troppo vicino perché vi è il

giardino ma le finestre si vedono. Il mezzogiorno verrebbe a guardare un giardinetto di

privati e le finestre dello stabile, quindi un po’ soggezzionato, ma vi è dello spazio; la strada

poi è larga in quel punto ed è uno stabile abitato da pochi giacché è di appena 4 piani.

Quando uno è solo nel decidere rimane perplesso; se tu vuoi ancora si aspetta,

forse scenderanno nell’anno venturo, chi può prevedere? Michele è partito, lui senza averlo

potuto vedere non sa consigliarmi. Io ho detto che voglio vederlo anche col pericolo di

non ottenere lo sfratto, poiché se si tarda si incorre nel pericolo di altri precetti cambiari,

mentre ora è tutto al giorno. L’Avv.to Coccia, poveretto, vi sta lavorando. Macari risponde

un sì e un no per telegrafo, poiché se l’affare non lo faccio io lo farà lui.

Ti abbraccio con tutto il cuore. Aff.ma

153.

Nelina

(f. 257, c. 125)

Roma, 17 maggio 1925 222

Caro Gigi,

Ricevo la tua c. del 14. Mi duole leggere che sei stato poco bene, ma nello stesso

tempo sento che è passato. Guardati dal mangiare cose troppo dolci di marmellate

221 Lettera.

222 Cartolina postale.

109


miele ecct. Questi riscaldano un po’. Io sto bene, ti ho spediti i biglietti e cartoline anzi, a

certi ha risposto Spataro.

Oggi parlerò a Mangano e a Dore, mentre ho parlato a Spataro per tutto quello

che tu mi scrivi nella cartolina. Stamane ti avevo già scritto una lettera e spero che li riceverai

contemporaneamente. Il tempo qui è troppo sereno, anche dicono che fa male alle

campagne. Fa freddo, ma nelle ore mattutine, il paletot pesa verso le ore che esco io…

riderai.

Mando ogni giorno il plico di giornali, li ricevi spero, come mi scrivi. Aspetto

notizie sul da fare per l’appartamento dell’Avv. C. visto che tutti vanno a monte. Un giorno

sì e un giorno no ti scrivo una cartolina incominciando da oggi 17. Tutti ti salutano

mentre io ti abbraccio, aff.ma

154.

Nelina

(f. 288, c. 121)

Roma, [ 19/21 maggio 1925] 223

Carissimo Gigino,

Ho ricevuto la tua del 16 ed ho mandato le altre a destinazione. Oggi vado a

parlare con l’Avv. Coccia e in ultimo deciderò. La costruzione pare buona, a me solo non

piace che è un po’ soggezzionata, specie le due finestre a mezzogiorno che guardano un

giardinetto di privati.

Basta, ti scriverò la conclusione dopo tanto lavoro. Se non lo compro io farà

l’affare Coccia. Godo sentire che stai bene, come mi assicura Montes; anche io sto bene.

Ti saluta Chiavaro, stamane mi ha fatto girare tutti e cinque cabinetti che mette su in un

piano di uno stabile di Via Viminale e Agostino Depretis. Venerdì vado per mettermi a

posto i denti, che lui dice pel momento possono stare, vedremo.

Dopo mi faccio la fotografia; vorrei andare a Caltagirone, ma mi viene strapazzoso

poi venire da te, rassettare la casa ecct.

Venerina ti ossequia, Adelgisa bacia la mano, io ti abbraccio, aff.ma

110

223 Lettera.

Nelina

(f. 257, c. 128)


155.

Roma, 23 maggio 1925 224

Caro Gigino,

Perdona se pel 19 maggio non ti ho fatto arrivare un mio rigo di auguri, però

ho pregato tanto per te in questi giorni che ho fatto il triduo a S. Rita da Cascia nella

chiesa di Gesù e Maria ove si venera la santa. Speriamo che la santa degli impossibili ci

ottenga qualche grazia. Dunque per la casa: stirare le cose significa non concludere, e siccome

la faccenda, come ti ho scritto, pei debiti, cambiali, precetti immobiliari era tanto

imbrogliato si è finito che la casa la metteranno all’asta.

Io ho pensato così: prima andarla a vedere con Briuccia e un Ingegnere e poi

dire all’asta fino a 300.000 o 325.000 non più. Se si riesce e va bene, se no si aspetta qualche

altra occasione. Questa è occasione perché se ne può affittare un appartamentino con

£ 500 al mese e forse più.

Stamane sono stata da Chiavaro, che ti saluta tanto: mi ha rimessi i denti a

posto quelli due che si erano allungati e stanno bene. Spero che durino. Poi mi diceva che

nello stesso stabile, Via Viminale 41 con Via Agostino Depretis vi sono appartamenti da

vendere. Esposizione ottima, però il prezzo sarà su le £. 300.000, per 10 stanze e accessori

un 400.000/450.000, vedrò anche quello. Prezzi fantastici, ma non accennano a calare.

Tu che ne dici? scrivi il tuo pensiero.

Mario scrive che sta bene e che appena finisce la novena va via. Io non sono più

andata anche per i denti. Sto bene e godo che tu stai bene, come mi scrive la Signora Rita. Il

Barone Giovanni Di Giura partirà nei primi di luglio e passa da Varsavia; mi domanda se tu

vai a Varsavia e quando, per poterti vedere. Lui va in Cina, a Pechino, e se si coincide potete

vedervi. Bianca ti saluta, pel momento è in Calabria e sta così, così, sempre angustiata.

La Signora spera di andare in Sicilia a fare dei concerti, temo che non riesce.

Hai risposto al prof. Carmine Zaccardi? Venerina, Adelgisa ti ossequiano, io ti abbraccio

156.

Nelina

(f. 257, c. 129)

Roma, 29 maggio 1925 225

Carissimo,

Ho ricevuto le cartoline, il libro e di tutto grazie infinite. Sto bene, o meglio un

po’ di raffreddore però vado dal dentista per la cura dei denti. Ti scriverò presto più a lun-

224 Lettera.

225 Cartolina illustrata.

111


go, oggi per darci una nuova ti mando la presente. Ti salutano Maria e Peppino Bicocca

che sono qui. Paolo Gravina ti ossequia, si prepara agli esami figurati come studi.

Un abbraccio

Nelina

(f. 257, c. 134)

157.

Roma, 1° giugno 1925

Carissimo fratello,

Ho ricevuto la tua lettera, la cartolina di Nines a cui risponderò, ho visto

Baranzini, ho ricevuto la lettera del 27 c.m. ho mandato tutte le lettere a destinazione.

Ieri l’altro, 29, ti ho scritto una cartolina, oggi, primo giugno ti spedisco questa con

accluse altre due. Sto bene, il raffreddore è scomparso in due giorni, poiché oggi già fa

caldo. Ti ossequia tanto la Baronessa Penna, oggi sono stata da lei, e siccome una volta io

parlavo del terreno dei Russi, ed avendone alla sua volta parlato col Conte Bucci genero

della Roccagiovane, questi costruisce con una società ecct. Dunque pare che il terreno dei

Russi si vende all’asta e il Conte Bucci riuscirà ad averlo per £ 400 al mq, però vuole vendere

prima tutti i piani e appartamenti, poi vuole che ogni singola persona versi il tanto

quanto il terreno viene comperato da chi compra e gl’altri versamenti alla consegna.

Pare che voglia fare il prezzo di £ 25.000 o poco più a camera, non a vano,

quindi 10 camere e accessori verrebbe a costare 300.000, ma non a cemento armato, ma a

fabbrica di mattoni e fatta bene. Io domani lo dirò a Belloni, la B. Penna vi entrerebbe

pure e tutti buoni amici. Tu che ne dici? Certamente passerà un anno, ma stante come

son le cose io credo che noi per avere quel magnifico posto potremo aderire. La cosa pare

che si faccia fra 15 giorni. Tu rispondi il tuo parere mentre io interpello Briuccia.

Sento che La Rosa verrà, ma verrebbe pure Gilardoni a Parigi, e se si va a Nizza

verrebbero tanti a vederti. Il Principe Ruffo pare che rimanda il suo viaggio poiché la

Principessa è stata morsicata da un loro cagnolino che era idrofobo e siccome questo cane

leccava fin l’ultimo bambino e tutti loro, fanno le ignezioni i bambini e la Principessa.

Venerina è ancora con me; essa non trova poiché lo vorrebbe come la celebre

veste della moglie di D. Gaetano Biffo… intanto aiuta a pagare, sebbene le £ 300 che dà,

vanno per il mantenimento di lei, intanto ho la compagnia poiché sarei troppo sola in casa.

Chiavaro ti saluta, egli vorrebbe non strappare il dente di sotto, ma io credo

che dovrà presto o tardi levarmelo, sostituendolo. E come vedi a Caltagirone non sono

più andata, del resto Monsignore è già ripartito.

Ti ringrazio del libro con l’affettuosa dedica; stavo per finire di leggere il Pensiero

Antifascista, ed ora leggo la tua conferenza così mi sento a te vicino, specie la sera

che la solitudine ci circonda. Oggi ho visto Briuccia; lui mi dice che se può combinare

realmente l’affare del terreno dei Russi è meglio avere la casa nuova, non ti pare? E poi nel

punto che tu la desideri. Dunque il mio parere è questo, cioè prima espletare l’affare dei

Russi e se questo sbaglia, fare quello di Via Finanze, però aspetto la tua risposta. Mi ha

112


detto che fra la settimana verrà Di Fausto 226 a vederti… il più sciocchino, ma tu parlerai a

lui con circospezione poiché facilmente ripete le cose. Ed ora ti lascio, aspetto il tuo itinerario,

desidero sapere che somma devo portare ect., mi puoi mandare una lettera con Di

Fausto. Ti abbraccio caramente, aff.ma

158.

Nelina

(f. 257, c. 138)

Roma, 1° giugno 1925 227

Carissimo,

Ieri sera 31 maggio la illuminazione della cupola di S. Pietro è riuscita splendida.

Vista da Ponte Umberto sembrava una cosa veramente fantasmagorica. Come ti avrei

voluto con me ieri sera, anche sulla nostra terrazza ove si vedeva magnificamente bene.

Non ti dico poi la illuminazione di dentro la Basilica, una magnificenza. Ieri la santificazione

del Curato d’Ars ti ricordi?, la mamma che ne leggeva la vita; ho pregato per te tanto,

ma non sono andata alla funzione poiché sono funzioni che stancano troppo. Sto bene

e ti scriverò più a lungo domani, ora è solo per darti mie nuove. Ti manderò una cartolina

illustrata con la cupola illuminata, mi dicono che son venute abbastanza bene. Ti salutano

tutti gli amici, io ti abbraccio, aff.ma

159.

Nelina

(f. 257, c. 136)

Roma, 3 giugno 1925 228

Per ricordo del grande avvenimento, ti mando una cartolina venuta molto

bene. Affettuosi saluti. Saluti da Paolo Gravina. Sto bene, ho ricevuto la tua con Siles.

Godo che stai bene, tutti ti ossequiano.

Nelina

(f. 257, c. 137)

226 Amanto Di Fausto (1878-1933). Aderì al PPI nel ’19 e fu deputato nelle elezioni di quell’anno e

anche del ’21 e del ’24. Nel dicembre del ’25 lasciò il partito, «aderendo all’invito di Mussolini di riconoscere

il fascismo come fatto compiuto e di abbandonare l’opposizione aventiniana, pena la decadenza dal mandato

parlamentare» (F. Malgeri, ad vocem, in DSMCI, III/1, pp. 318-319.

227 Cartolina postale.

228 Cartolina illustrata.

113


160.

Roma, [10 giugno 1925] 229

Carissimo Gigino,

Spero che avrai ricevuto le cartoline e le lettere inviate il primo giugno per la via

di Parigi. Non fu raccomandata quella lettera perché era tardi e la impostai nella buca

Roma-Torino. Spero di sì, mentre vi era la lettera di Coccia e di Gronchi. Come stai? Io

sto bene. Per la casa ancora tutto è in aria, non si conclude nulla quando si ha da fare con

tanta gente. Belloni un momento vuole un altro no… forse non vuole aver la casa con

noi; ed io non gliene parlo più.

Io spero se può combinarsi per quello di Via Finanze, però si venderà all’asta.

La fotografia non l’ho ancora fatta perché, credimi, non ho trovato il tempo propizio. Un

giorno stanca, un altro non mi riesce, un altro ancora visite che con l’Anno Santo si fanno

frequenti quelli forestieri. Spero però portarla io, caro fratellino, non saprei presentarmi a

te, senza avere compiuto la promessa. Per le calze non mi dici nulla, li compro con piacere

mio?

Qui feste e illuminazioni a tutto pasto. Stamane nei giardini sotto le nostre

finestre vi è stato un rinfresco dai RR. CC. È intervenuto il Re ed è stato tanto bello in

mezzo agli alberi le tavole preparate in giro con le bandiere. Caro fratello, se la Contessa

ci lasciasse per lo stesso prezzo, sarebbe da non muoverci, fino a tempo migliore… Il

guaio è per il ribasso della moneta! Se l’avessimo svolte in sterline, quando tu sei arrivato a

Londra, a quest’ora saremmo messi alla pari.

Ricevo a momenti la tua cartolina del 3 giugno. La Principessa si sente meglio

poiché le ignezioni sono al termine. Meno male che il morso fu leggiero.

Riceviti i più caldi baci, aff.ma

161.

Nelina

(f. 257, c. 140)

Roma, 13 giugno 1925 230

Caro Gigino,

Ho ricevuto tutte le tue cartoline e le lettere secondo i giorni che tu mi segni.

Sto bene, il raffreddore durò pochi giorni, ed ora col caldo che fa… L’Onorevole La Rosa

è qui, ti saluta, come ti saluta Libertini. La settimana entrante forse si definisce l’affare

della casa col Conte B. Vedremo, non pensare che farò le cose a modo. Fratello… ti osse-

114

229 Lettera.

230 Cartolina postale.


quia, lui torna da Girgenti ove ha veduto S.r Giuseppina, che ha trovato molto deperita.

Ha avuto l’influenza ed è rimasta molto sciupata. Mi dicono che sta tanto male la moglie

dell’Onorevole Cingolani.

Il Consiglio di B. per la casa, era di prenderne una di quelle che si vendono e

poi aggiustarla e rivenderla a piani, figurati un po’! Pare che La Rosa non può fare con me

il viaggio poiché ha da fare, così mi ha detto, ed è per questo che non ti scrive. Tutti ti

salutano, io ti abbraccio caramente, aff.ma

162.

Nelina

(f. 257, c. 145)

Roma, 16 giugno 1925 231

Caro Gigino,

Torna il Sig. Montessori e con lui ti mando le mie buone nuove. Sto bene, il

caldo a noi due fa stare meglio dell’inverno. Combatto coi denti; Chiavaro voleva farmi

passare la villeggiatura prima di rifarmi quelli che già sono quasi a terra, ma io vedo che

non posso più sostenerli, e quindi giovedì torno nuovamente dal dentista per farmeli

mettere. Sarà un dovermi eclissare per una ventina di giorni. Spero domani (mercoledì)

in una riunione che avremo in casa della Baronessa si concluderà per la fabbrica del villino

nel terreno dei Russi. Spero dico, perché ancora non so nulla di preciso. Mi duole che

non potrà entrarvi Michelino perché la baronessa Penna si è impegnata con la Sig.ra Merciai,

che vende l’appartamento vicino a lei.

Come ti ho scritto, l’Onorevole La Rosa è troppo impegnato coi suoi affari da

non poter venire con me a Parigi. Spero che Giordani mantenga la parola, altrimenti cercherò

qualche suora, non saprei, ed io credo che sarà verso la seconda metà di luglio, non

è vero? Spero di avere aggiustati i denti, che per tutto il da fare o meglio il chiacchierare

per la casa, non ho potuto far prima.

Adelgisa vorrebbe sposare prima della mia partenza, ma io la farò sposare in settembre,

prima che vado a Caltagirone. Santangelo il portiere sempre mi dice di ossequiarti

ed io sempre l’ho dimenticato. Intanto pare che col primo luglio va via dal portone e

chi sa che campione troverà la contessa colle sue idee. Teresa e Vincenzo Pampallona ti

ossequiano. Teresa col marito erano andati a Genova in cerca di posto, ma lì non è stato

facile mentre suo fratello che è a Palermo lo ha fatto entrare nel dazio doganale con 450

lire mensili. Così con la pensione di guardia di finanza e col nuovo posto tireranno bene

avanti.

Ed ora i migliori auguri pel tuo onomastico. Il giorno di S. Luigi farò la comunione

per te onde il buon Dio voglia sempre benedire i tuoi sforzi e i tuoi sacrifici. Vorrei

231 Lettera.

115


mandare un mio regalo ma non so cosa potresti gradire, così il miglior regalo che posso

farti combinare bene il meglio ch’io posso l’affare della casa che vorrei veder già pronta

per fartela trovare tutta tutta a posto. I lavori incomincerebbero in agosto. Vogliami sempre

bene amato fratello; gradisci gli ossequi e gli auguri di Venerina, della Baronessa Penna,

di Adelgisa. Prendi un caldo abbraccio, aff.ma

163.

Nelina

(f. 257, c. 148)

Roma, [16/20 giugno 1925] 232

Caro Gigi,

Per timore che la lettera piena e pesante venga a destare apprensioni, non ti

mando quella scritta da S. E. Rodinò che si riassume in queste parole: perché non mi hai

più scritto?, ti ho scritto una lettera e cartoline e tu nemmeno un rigo. Qui le cose procedono

faticosamente e il tradimento di molti ha addolorato, ti conforta la fedeltà di altri.

Vai in Francia? Scrivimi e dimmi se ti occorre nulla, libri, giornali. I miei ti ricordano tutti,

ecc.

Perdona il mio ardire, ma comprendi che non bisogna destare apprensioni. Io

sto bene e attendo tue nuove. Appena ricevi la presente scrivimi per rassicurarmi. Quei

benedetti amici avrebbero potuto mandarli un giorno prima ed io avrei potuto darli a

Mario Montessori che te ne porta un’altra.

164.

Nelina

(f. 294, c. 43)

Roma, 20 giugno 1925 233

Caro Gigino,

ti spedisco due libri, Le Donne di Cesare e le conversazioni in francese. Questo

l’avevo comperato per me, ma io posso adoperare la mia grammatica che è molto ampia e

completa. Farò come tu dici pei libri. Lunedì farò venire Giordani. Domani, giorno del

tuo onomastico, starò a te vicina in ispirito. Spero che avrai ricevuti i miei auguri e le let-

116

232 Lettera.

233 In calce alla lettera del barone Gerardo Di Giura.


tere mandate con Monsignore. Ieri te ne ho spedito un’altra raccomandata ove vi era un

vaglia di 12.000 mandato da [parola illeggibile], spero lo riceverai.

Per l’affare della casa abbiamo avuto una prima riunione ove ci siamo compresi

assai poco. Devono fare un altro progetto, ma vogliono il terreno comperato da noi. La

settimana entrante avremo una seconda riunione e vedremo. Se questo non si fa compro

quello di Via delle Finanze. Abbraccioti, aff.ma

165.

Nelina

(f. 258, c. 3)

Londra, 28 giugno 1925 234

Carissima Nelina,

Speravo avere oggi tue notizie, ma nulla reca la posta. Spero domani. Io sto

bene: è tornato un po’ di sole e un po’ di caldo. Qui dicono che fa gran caldo, figurati,

appena 19 gradi.

I giornali dicono che deve arrivare un’altra ondata di caldo. Spero bene. Salutami

tutti. Un abbraccio, tuo

166.

Luigi

(sc. 728, fasc. F/1/4)

Roma, 28 giugno 1925 235

Carissimo fratello,

Ho ricevuto la tua del 18, del 22 e sono lieta che stai bene come anche mi assicura

l’Onorevole Di Fausto. Io pure sto bene, e conto i giorni per venirti a trovare, sono

otto mesi che non ci vediamo! Ho pregato Annibaldi se mi accompagna lui dove tu dirai,

e per il 18 al più tardi il 20. Aspetto le tue ultime istruzioni. Intanto le Amerigo non sanno

nulla di posti balneari francesi. Bianco per mezzo dei suoi amici ha dato i nomi di 3

posti sulla costa vicino la Spagna. Biarritz, e sarebbe il posto più mondano. Le Moulleau

posto caldo e tranquillo e Arcachon che sarebbero uno appresso l’altro vicino Lourdes. Lì

si trovano pensioni da 40 fr a 60 al giorno. Dunque scrivi a qualcuno e fai preparare le

234 Minuta di lettera.

235 Lettera.

117


stanze in una pensione. Io ti consiglio quella costa, primo perché è calda, tranquilla e più

lontano dal nostro paese.

Casa. Pare che il terreno del lungo Tevere si potrà avere ma ancora non ci siamo

saputi intendere coll’Impresa che vuole fortemente guadagnare sull’affare. Michelino è di

avviso comprare il terreno, e poi lasciar passare del tempo, almeno la villeggiatura, per

poter poi parlare bene ai Signori costruttori. Il C. Bucci è una brava persona, ma lui è

compare quindi non può fare che i loro affari. Peccato che Azzi non se ne volle interessare!

Michelino aspetta la tua risposta per la procura. Certo che più accorto di lui non troverai,

è molto esatto. Egli ti saluta tanto, tanto. Il B. Di Giura parte domani, ti saluta,

oggi è venuto a salutarmi. Dunque io non ho altro da dirti, aspetto che tu mi scriva. Salutami

la Signora Crespi mentre ti abbraccio, aff.ma

Nelina

P. S. Hai ricevuto le lettere per mezzo del Sig.r Mario M.ri, quelle erano prima

dell’altra che mi accusi la ricevuta. L’idea di Baranzini è quella di comperare uno stabile

vecchio e rivenderlo ad appartamenti, figurati. Oggi fa un po’ caldo, ma abbiamo anche

un tempaccio, anche qui. Non ho potuto avere ancora Giordani pei libri da scegliere, ma

li vuoi mandati mentre devi allontanarti pel momento?

Torno dall’inaugurazione del Congresso. Molto entusiasmo, molta fede, molto

affetto per te236. Perdona il ritardo del mio scrivere, è stato pei nomi delle stazioni balneari.

(f. 258, c. 4)

167.

Roma, 1° luglio 1925 237

Caro Gigino,

Due paroline per riscontrare la tua ultima del 25. Sto bene e mi duole leggere

che costì fa ancora freddo e che tu lo soffra tanto. Io cerco di accelerare la mia partenza

per P. spero ottenere che si parta verso il 15, 16. Sei contento? Aspetto la decisione. Forse

più che con l’Onorevole Annibaldi partirò coi Signori Belletti moglie e marito. Briuccia

mi dice ottime persone. Però si fermeranno uno o due giorni a Torino, ma per il 16 contano

di essere a Parigi. Se tu non vuoi andare prima lì, io appena arrivo ti telegrafo.

236 Il V congresso del Partito Popolare si tenne a Roma dal 28 al 30 giugno 1925. Sturzo inviò da Londra

una lettera di adesione, indirizzata a De Gasperi, ascoltata in piedi e che suscitò una lunga ovazione da parte

dei presenti. «Benché lontano – scrisse tra l’altro –, mi sento sempre, ma in questi giorni specialmente, in

mezzo a voi: vedo i vostri volti, partecipo alle vostre discussioni, soffro delle vostre sofferenze e delle vostre

ansie» (in Gli Atti dei Congressi del Partito Popolare Italiano, a cura di F. Malgeri, Morcelliana, Brescia 1969, p.

555). «Il congresso di Roma – sottolinea Malgeri – fu, in sostanza, l’ultima e più importante adunanza politica

delle opposizioni al fascismo, anche se fu il canto del cigno del PPI» (ivi, p. 553).

237 Lettera.

118


Così con la Signora girerò un po’ per la città. Tu che ne dici? Io vorrei presto

levarti da cotesta umidità, tanto che non mi viene la voglia di pensare di venire a Londra.

Stai preparando per la stazione balneare? Hai scelto il paese?, spero che il buon

Dio benedica la villeggiatura e ti faccia rimettere in forze. Salutami Nines Baranzini, suo

padre pel momento ha da fare a Milano, e non si muove. È stato qui pel Congresso. Tutti

ti salutano, io ti abbraccio nella speranza di presto riabbracciarti, aff.ma

Nelina

I denti li ho dovuti lasciar stare perché Chiavaro ancora non è completamente a

posto, li farò al ritorno.

(f. 258, c. 5)

168.

Roma, 8 luglio 1925 238

Caro Gigino,

Ricevo le tue ultime tre. Oggi quella del 5. Sto bene, ho avuto un po’ lo stomaco

disturbato, forse per il pensiero di fare il viaggetto e venire a riabbracciarti. Il viaggio

mi rimetterà; tu sai che io quando devo partire e rassettare la casa divento così… Però,

ripeto ora sto bene. Venerina resta in casa con Adelgisa e con il gattino che ora si è fatto

quanto Romanino.

Partiremo nei primi dell’entrante settimana e loro contano essere a Parigi pel

16 o 18. Appena arrivati ti telegraferò. Non mi scrivere più che non la prenderei io. Se

vuoi puoi scrivere a Venerina. Essa ti ossequia tanto con Adelgisa. Anche suo nipote Nino

ti ossequia; con lui ho ripetuto qualche cosa di francese. Ma poveri verbi! Hai ricevuto i

due libri?

La lettera qui acclusa è arrivata giorni or sono e ho aspettato ricevere tue nuove

per mandarle, rispondigli.

Dunque, ti scriverò appena mi metto in giro e ti darò nostre notizie, mentre

ora ti dico che i Sig. Belletti ti ossequiano, giacché ieri ho conosciuto la Signora. Essa è

stata educata dalle Dame del S. Cuore, parla bene le lingue. Per me è un’ottima compagnia.

Luigi La Rosa mi scrive che alla fine di agosto con la moglie saranno a Parigi.

Abbracciandoti con affetto

238 Lettera.

Ossequi distinti ai Signori Rita e Angelo C.

Nelina

(f. 258, c. 9)

119


169.

Torino, 14 luglio 1925 239

Caro Gigi,

Stiamo già a Torino, che bella città! Qui staremo qualche giorno per essere verso

il 17-18 a Parigi. Lì, nell’indirizzo ove mi hai detto di andare a dar visita, spero trovare

tue nuove. Sto benissimo, tutti i compagni di viaggio ti ossequiano io ti abbraccio, aff.ma

Salutami la Signora Rita.

170.

Nelina

(f. 258, c. 10)

Chambéry, 14 luglio 1925 240

Caro Gigino,

Come vedi, siamo a Chambéry; da ciò comprendi che abbiamo fatto un bel

viaggio in automobile. Le gentilezze e le cortesie del Comm. Belletti sono infinite. Io sto

benissimo, il viaggio non mi ha stancato per nulla e contiamo di essere a Parigi tra giovedì

e venerdì, ti avviserò. Abbracci

120

171.

Arrivati ottimamente. Salutiamo. Hotel Mondial.

239 Cartolina illustrata.

240 Cartolina postale.

241 Telegramma.

Nelina

(f. 258, c. 11)

Parigi, 17 luglio 1925 241

Nelina

(f. 258, c. 13)


172.

[Parigi, 4 settembre 1925] 242

Prendo questa all’Oratoire. Sto bene e son le 5, aspetto R. Dall’altro Hotel

dicono sempre che non hanno ricevuto nulla; io credo che per dispetto le lettere li avranno

disperse. Vengo dalla chiesa di S. Germain dove ho pregato tanto per te. Non stare in

pena per me poiché parto migliorata assai. Baci

Nelina

(f. 258, c. 18)

Arrivata benissimo abbraccioti.

173.

174.

6 settembre 1925 243

Nelina

(f. 258, c. 19)

Roma, 7 settembre 1925 244

Caro Gigi,

Spero che hai ricevuto il telegramma in tempo perché io l’ho fatto subito alle

8½. Siamo arrivati in orario e abbiamo fatto un viaggio ottimo. Qui fa caldo; ora cerco di

sbrigare tutto e partire accompagnando con il padre di Nino il nipote di Venerina.

Non mi desti la disdetta del telefono, io mentre parlo con P.tti la mando a lui

direttamente; ma credo che basti lui. Ho spedito come tu volevi la raccomandata. Io qui

sto benissimo, forse il caldo che ho trovato mi ha fatto bene, e tu caro? Scrivimi presto,

dammi tue sincere notizie, non mi fare stare in pena.

Ti scriverò allungo un’altra volta. Venerina ti ossequia con suo nipote Nino.

Adelgisa ti ringrazia e ossequia. Bacioti con affetto

Nelina

(f. 258, c. 20)

242 In calce ad una cartolina postale del fratello Mario spedita forse a Parigi a Luigi che era già a Londra e

lì girata da Nelina che si trovava ancora a Parigi.

243 Telegramma.

244 Cartolina postale.

121


175.

Roma, 9 settembre 1925 245

Carissimo fratello,

Ieri ho ricevuta la tua, ma già B. aveva fatta direttamente la spedizione dei 30.

Subito mi prendo la premura per gli altri non dubitare. Leggo con dolore che hai trovato

freddo e pioggia, mentre io qui caldo che, se vuoi, mi infastidisce, forse perché per due

mesi non ne abbiamo avuto. Però sto bene veramente, e devi credermi, poiché dormo la

notte ed è quello che a me nutrisce più del cibo. Farò le cure, tutto. Invece io sto in pena

per te, amato fratello! Poiché senza sole, senza aver bevuto del calore quest’anno non

potrai tirare avanti l’inverno sicuramente.

Sai, la casa di P. Libertà non è ancora venduta, che ne dici? Il punto è assai bello

e la casa buona, il sole vi è nell’interno e tu potresti avere o meglio ci sarebbero le camere

a dormire col sole. Basta, io per il momento parto e le cose riguardanti la 24 vanno bene

poiché 5 dice che non ha fatto nessuna dichiarazione a nessuno. Intanto io lascio gli indirizzi

a Venerina poiché portandoli io là, qui chi li ha? Così tu scriverai poi a me se vuoi

che li consegno o a 5 a 13 o a qualche altro 246.

Adelgisa non sa se sposa più ad Umberto, poiché come sempre è sembrato a

me, porta le cose per le lunghe. Dice che le sue carte ancora non sono pronte, che il Sindaco

del paese è assente. Basta, lei è pronta che se non la sposa presto non vuol più vederlo.

Intanto resta qui con Venerina per questi altri quattro mesi, poiché non si è fatto nulla

con lei e il nipote poiché lei, sempre indecisa, non vuole assumersi l’aumento e poi l’annoia

avere responsabilità.

Tu manderai alla Contessa la disdetta. Io ho già fatto fare quella del telefono e il

trimestre è pagato, e così restiamo liberi. Al mio ritorno in novembre si può pensare alla

compra o se mai ad un nuovo affitto, vedremo. Quando hai bisogno di denaro scrivimi a

casa che te li mando subito.

Carissimo, curati la salute e interessati un po’ meno delle cose del partito, scrivi

un po’ meno e non angustiarti quando non scrivono. Quei poveretti sono senza mezzi e

in tanti guai che non possono superare, che vuoi farci? Vuol dire che Iddio vuole che tu

lavori in altre cose.

Io vado a casa e parto forse lunedì con l’Onorevole La Lumia 247 che piglia per

terra. Ti scriverò appena giunta, non telegrafo. Stai attento quando accendi il fuoco colle

maniche pelose, sto in pensiero. Mario aveva scritto, dice, una lettera lunga a Parigi Hotel

Vivienne, io però ci sono andata e dice che non vi era nulla. Mario diceva che aveva scritto

tante cose e voleva la ricapitassimo. Un’altra volta sii più cauto e più longanime e non

scrivere con anticipo indirizzi. 5 dice che aveva scritto alla casa di Russo, e come vedi un

mondo di pasticci.

122

245 Lettera.

246 Dietro i numeri si celano personaggi difficilmente identificabili.

247 Isidoro La Lumia, deputato popolare del collegio di Palermo.


Da casa ti scriverò spessissimo, come farai anche tu. Le carte e parte dei libri li

ho tutti incassati e 5 me li fa mettere in qualche posto buono; l’altre cose rassettate in

modo da non restare nulla in piedi.

Stai tranquillo e speriamo bene. Venerina ti ossequia come anche l’Onorevole e

Nino. Adelgisa ti ringrazia di tutto e ti ossequia. Io ti abbraccio con vivo affetto

Nelina

Il necessario l’ho spedito per espresso (ferrovia) pazienza per la spesetta, ma sarà

già arrivato. In gennaio o febbraio ci vediamo a Parigi? Non diventare come La Rosa.

(f. 258, c. 27)

176.

Roma, 10 settembre 1925 248

Caro Gigino,

Ho ricevuto la tua cartolina e vedo che riprendi il lavoro come prima. Però non

affaticarti tanto, pensa alla tua salute. Ti ho spedito ieri una lettera (5) e spero che la riceverai

presto. Sto bene come ti ho scritto. La notte dormo tranquilla, cosa che non era a

Moulleau e dormendo si sta bene. Ho mandato per le analisi delle urine che poi ti trascriverò,

ma tu devi pure essere veritiero sulla tua salute. Qui fa caldo pesante, speriamo a

Caltagirone sentirne meno. Ti abbraccio

177.

Nelina

(f. 258, c. 22)

Roma, 14 settembre 1925 249

Carissimo Gigino,

Oggi lunedì 14 sono ancora a Roma, per partire domani sera. Sto bene ed ho

preparato tutto per la partenza. Ricevo la tua, mi duole leggere che hai perduto la maglia

o i calzoni? poiché io maglia non ne ho stretto. Ad ogni modo comprati tutto quello che

hai di bisogno per non dover soffrire per fare economia. Cercherò di farla io per mandare

di più a te carissimo fratello! Ho mandato i biglietti subito a destinazione ed ho caldamente

pregato gli amici di scriverti, durante la mia assenza. Come sono pigri!

248 Cartolina illustrata.

249 Lettera.

123


A quest’ora avrai ricevuto, spero, quello che desideravi, il secondo sarà spedito

subito, ma quelli del 19 pel momento non ho potuto ottenerli. Mario scrisse, come dicevo

nella cartolina, una lunga lettera all’Hotel Vivienne, ma non mi diedero nulla dicendo

che non vi era nulla.

Oggi mi fa una cartolina da Piazza in cui mi dice che subito tornò poiché ha lo

stomaco come quando lui era a Roma. Io appena arrivo vado a trovarlo. Però scriveva che

sta meglio di come è stato. Per la casa penserai tu a disdirla e se ti scrivono che la vorrebbero

prima, scrivi che si diriggano a me, giacché io non so quando potrò tornare. Venerina

resterà qui fino alla fine come anche Adelgisa che ancora non si sa quando sposeranno.

Se vuoi fatto il gilet da Tanfani mandagli le misure precise che te lo fanno dicendo di che

stoffa e la pesantezza. Non fare passare il tempo poiché loro dopo quello sbaglio son

pronti riparare. Io non vedo l’ora che passino questi mesi per venirti poi a trovare e spero

che il freddo non mi farà impressione.

In campagna riposati e prendi aria buona. Tutti ti salutano mentre io ti abbraccio

affettuosamente

Nelina

L’On. La Lumia e suo figlio ti ossequiano.

Ti trascrivo gli indirizzi di tutti i fascicoli che qui arrivano e che è meglio coll’anno

nuovo dargli l’indirizzo che tu vuoi dovendo non restare più qui: 1. La Nuova

Scuola Italiana, Dir. Codignola; 2. Rivista delle Provincie (Via delle tre Pile 7); 3. Gioventù

Italica (Via Scrofa 70); 4. Levana (Via G. B. Vico 5, Firenze); 5. Bollettino per gli

assistenti Ecclesiastici della Società della G.C. I.; 6. L’Istruzione primaria. Rivista dell’Associazione

Magistrale Italiana Nicolò Tommaseo, Via Re 157; 7.Rassegna Internazionale,

Via della Passarella 4, Milano; 8. L’Unione Magistrale Nazionale; 9. Civitas. Rivista

bimestrale di politica di cultura sociale, Via Moscova 15, Milano; 10. La Grande Orma;

11. Via Nuova.

Io credo che per il nuovo anno è meglio non farli inviare qui ma costì. Mi porto

con me due paletot tuoi per darli ai preti poveri.

(f. 258, c. 28)

178.

Caltagirone, 17 settembre 1925 250

Sono arrivata ieri sera dopo un ottimo viaggio e a Catania incontro la Baronessa

Penna e Vavà La Rosa con Concettina. Alla stazione, per quanto non avevo fatto sapere

nulla a nessuno sono venuti a prendermi Mina e Michele G. coll’auto. Sto benissimo, la

villeggiatura fatta in F. mi è giovata.

124

250 Cartolina postale.


Dammi subito tue notizie e notizie di tutti. Monsignore sta meglio, dice che ha

avuto il disturbo che ebbe a Roma nell’ultima venuta, qui verrà fra qualche giorno. Giovannino

Sturzo ha fatto un telegramma che gli è nato un Mario. Fagli un augurio.

Abbraccioti mentre ti porgo i saluti di tutti

179.

Nelina

(f. 258, c. 29)

Caltagirone, 18 settembre 1925 251

Caro Gigino,

È la terza cartolina della Sicilia che ti scrivo. Sto bene e qui fa caldo, vorrei

mandarne un po’ a te, si desidera l’acqua; sempre così. Spero che Mario arrivi presto e poi

ti scriverò a lungo. Gli amici e i parenti ti salutano. I Belletti hanno gradito tanto il dono;

arrivò la mattina del matrimonio, ora sono a Roma. Dimmi se sei in campagna, se hai

ricevute le mie lettere e cartoline; non mi fare stare in pena e scrivi delle cartoline per darmi

tue nuove. Ossequiami la Sig.ra Rita, abbraccioti, aff.ma

180.

Nelina

(f. 258, c. 30)

Caltagirone, 29 settembre 1925 252

Carissimo fratello,

Ieri 28 è venuto Mario per una breve visitina; sta bene, lo stomaco gli si è

rimesso, poiché il suo male come al solito è stato atonia prodotta dal caldo e dal viaggio

fino Castrogiovanni. Niente diabete. Io sto pure bene, la cura dei fichidindia mi giova,

però chiamerò il dottore D’Antona come tu vuoi per farmi indicare una cura dopo quella

dei fichidindia.

Sono appresso 15 per farlo sbrigare e subito ti scriverà. Egli è di avviso come

11. Qui ha piovuto un po’ e ci voleva pei giardini che per il momento vi è sosta. Se ne

parlerà vendere in novembre o dicembre. Hai fatto bene a scrivere a Soderini. Venerina

mi scrive che ha trovato una o due camere presso una famiglia e forse a ottobre andrà via.

251 Cartolina postale.

252 Lettera.

125


Io accomoderò il mio ritorno. Mario a dicembre verrà a Roma per la chiusura dell’Anno

Santo così profitto della casa. Per l’appartamento io credo che 5 non ha torto ma per le

case alla periferia, quelle del centro andranno sempre a un prezzo e quello che ti ho scritto

non vorrei farlo scappare. Spero trovarlo al mio ritorno.

S.r Giuseppina sta bene; io a Catania mi fermai due sole ore ed andai a vedere

Marianna. S.r Giuseppina il ritiro lo ha fatto a Palermo. L’Onorevole sarà forse giunto a

Parigi, ma io ho ricevuto una lettera da Montecatini. Con lui ti ho mandato la fodera della

valigetta che credo venuta bene, 3 colli e quella spalliera del letto che ti farai lavare.

Ho scritto a Venerina per le Riviste. Manderò le £ 40 a destinazione, ma tu non

me lo hai mai scritto o meglio mi pare che mi dicesti £ 20 che ho mandato con Belloni.

Tutti i parenti e amici ti salutano con affetto. Le persone di casa ti ossequiano.

Ho ricevuto la lettera affettuosa della Sig. Oliva, ringraziamela o ossequiala. Abbracciandoti

con vivo affetto

181.

Nelina

(f. 258, c. 33)

Londra, 2 ottobre 1925 253

Carissima Nelina,

Ricevo qui la tua cartolina del 20 settembre. Godo assai nel sapere che stai

bene. Desidero sapere se hai consultato il Dott. D’Antona per una cura adatta. Io sempre

penso che la cura di qualche leggiero preparato di ioduro ti farà bene. Io sto benissimo e

godo assai di queste campagne verdissime. Il tempo è assai mite. Domani sera tornerò a

Londra, perché il mio amico che mi ha invitato, andrà altrove per vari giorni. Forse vi

ritornerò ancora più in là; quando avrò desiderio di campagna. Peccato che la sera si sta in

casa e dopo cena non si esce più; ciò è contro le mie abitudini! Ma non si può avere tutto

ciò che si desidera. Attendo notizie di Suor Giuseppina; le ho scritto per S. Remigio.

Ti acchiudo due cartoline mandate da Roma a Moulleau e di là a Londra. Scrivendo

loro me le saluti. Ti acchiudo vari francobolli italiani che a me non servono. Salutami

i parenti tutti, specialmente le cugine Sturzo, i Barletta, i Gravina ecc.

La Rosa mi ha mandato una cartolina da Montecatini; ma non mi dice quando

sarà a Parigi, né mi dà il suo indirizzo. Agli amici tutti tante cose. Un abbraccio affettuosamente

126

253 Su carta intestata St. John’s Seminary Wonersh, Guilford.

Luigi

(sc. 728, fasc. F/1/4).


182.

Caltagirone, 3 ottobre 1925 254

Caro fratello,

Ho ricevuto tutte le tue. Di fronte al teatrino verrà inaugurato in questo mese il

monumento ai caduti. Forse verrà il Principe Ereditario. Qui il tempo è variabile, ha piovuto

abbastanza nelle campagne. Oggi ho incominciato coi muratori a sistemare un po’

tutto. Sto benissimo, ripeto, la cura dei fichidindia è la mia migliore cura. Godo che

anche tu stai bene e guardati dal prendere raffreddori. Monsignore scrive che sta bene, e

lavora sempre, questo non dovrebbe fare, lui ti scriverà. Il nostro telefono l’ha ottenuto la

Baronessa Penna che mi scrive tutta felice. Ti ossequiano loro, i parenti, le persone di

casa. Un abbraccio

183.

Nelina

(f. 258, c. 34)

Caltagirone, 8 ottobre 1925 255

Caro Gigi,

Ho ricevuto la tua del 2 ottobre. Godo che stai bene, anche io bene e questa

volta l’aria patria mi giova. Oggi sono andata a fare una breve visitina a Monsignore che

ho trovato abbastanza bene, si va rimettendo di giorno in giorno. È una passeggiatina di

un’oretta in auto! Lui mi ha detto che ti ha scritto il 5 di questo mese, forse tu eri ancora

in campagna. Abbracci affettuosi

Ho ricevuto la tua del 4, sto bene. Tutto 15 ha spedito.

254 Cartolina illustrata.

255 Cartolina illustrata.

Nelina

(f. 258, c. 38)

127


184.

Caltagirone, 12 ottobre 1925 256

Ricevo la tua cartolina e ti ringrazio delle tue preghiere per me. Ho fatto dire le

Messe ed ho mandato la elemosina a S. Gioacchino. Che il buon Dio ti protegga sempre

conservandoti in ottima salute. Io sto benissimo, ripeto, in mezzo a tanto traffico e polvere.

Monsignore sta bene, io sono stata giovedì a vederlo e venerdì 9 ti ho spedito una lettera,

spero che a quest’ora l’avrai ricevuta. Guardati sempre la salute e soprattutto dai colpi

di aria allo stomaco.

Tutti ti salutano, io t’abbraccio

185.

Nelina

(f. 258, c. 41)

Caltagirone, 15 ottobre 1925 257

Caro Gigino,

Ricevo a momenti la tua cartolina, godo che stai bene e spero che sia vero. Io

sto veramente bene, il traffico dei mastri muratori mi giova. Monsignore sta bene e incomincia

ad impinguarsi poiché si era dimagrito. Qui non viene che a farmi delle visitine di

un giorno; veramente non ci starebbe bene con tutta la polvere e il vento di questi giorni.

Qui umido e acqua, meno male che giova per le campagne. Mario ti ha scritto lungamente

di nuovo il giorno tredici, spero che l’avrai ricevuta. Qui tutti, tutti mi domandano di

te e ti salutano affettuosamente. P. Peppino Montemagno è a Casamicciola. Pare che a

Roma abbia preso un’altra storta al piede. Ti abbraccio

128

256 Cartolina illustrata.

257 Cartolina illustrata.

Nelina

(f. 258, c. 42)


186.

Caltagirone, 21 ottobre 1925 258

Carissimo fratello,

Ricevo a momenti la tua affettuosa lettera. Il sentire che stai benissimo mi consola,

giacché mi preoccupa il clima e l’umido. Io sto bene, e il traffico dei mastri mi giova

poiché mi tiene distratta. Ripeto che i fichidindia mi giovano poiché ho gettato molta

rena. Non sento più assolutamente palpito e la notte dormo tranquilla. Farò come tu dici

la cura per l’acido urico, ma il Dott. D’Antona mi trova bene più delle altre volte.

A Piazza andai con Michele e Barletta. Poi, come avrai visto dalle lettere di

Mario, lui è stato qui nuovamente e sta bene, incomincia ad impinguarsi.

S.r Giuseppina (dice) soffre di palpito, ma sarà indebolita senza dubbio. Io

quando mi sbrigo andrò a vederla ovvero, quando ritornerò a Roma. Monsignore non mi

ha scritto più nulla per andare a Caltanissetta. Qui i lavori procedono bene e quando verrai

a Caltagirone troverai la casa a posto e meno scomoda di come era prima. La cucina è

venuta piena di aria e di luce. Il bagno verrà bello, però io non potrò ora lasciare tutto a

posto poiché a combattere con Franco tu sai cosa voglia dire. Lui ti ossequia tanto.

Giardini ancora non ne vendo, dopo la prima furia, calma perfetta. Nemmeno

l’olio ho venduto poiché a 1.000 non sono arrivate. Vedremo.

Il tempo ora è buono ma abbiamo anche noi avuto nebbia e umido. Le campagne

sono bellissime. Però io non ho avuto tempo di andare alla Russa. Dunque pei libri

della libreria, io non ho trovato più l’elenco che fece Caruso, dovrei farne fare un altro e

vorrei fare così: i libri di medicina offrirli alla libreria Comunale, gli altri rassettarli nella

camera a ponente e restare in casa, scrivimi se ti piace.

Ed ora ti lascio. Michelino ti fa dire tante cose; lui fa abbastanza bene. Favitta, e

parenti, anche il Barone ti ossequiano. Io ti tengo sempre presente nel pensiero, e col cuore

sono vicina a te; soffro a vedere il bel sole dei nostri balconi perché penso che tu ne sei

privo. Ossequiami la Sig.ra Crespi, abbraccioti

187.

Nelina

(f. 258, c. 44)

Caltagirone, 22 ottobre 1925 259

Caro Luigi,

Ci pareva a tutti e tre di esserci spiegati abbastanza e mi sorprende il tuo perditempo.

Ti mando ora la bozza della quietanza per Notaro che tu vorrai estendere subito

258 Lettera.

259 Lettera.

129


curando di adibire lo stesso Notaro Dimond e di far legalizzare la firma del Notaro dal

Console Italiano che è in cotesta. La quietanza la manderai al mio indirizzo o a Venerina

perché io possa curare di far autenticare la firma del Console dal Ministero degli Esteri.

La bozza che ti spedisco deve integralmente essere riprodotta dal Notaro. Ti ho scritto di

fare subito la quietanza perché Vavà non possa essere disturbato da nessuno. Quanto al

resto stai sicuro che penserò io, giacché sabato sarò a Roma.

Confido che finalmente avrai capito la ragione delle replicate lettere. Mario sta

bene, torno a momenti da Piazza ove sono stata con Vavà per finalizzare forzatamente

come vedi. Ti saluto affettuosamente mentre io ti abbraccio

188.

Nelina

(f. 258, c. 62)

Londra, 25 ottobre 1925 260

Carissima Nelina,

Stasera è un anno che lasciai Roma, e mi tornano a mente quei momenti, come

uno dei ricordi più vivi della mia vita; e penso a te buona e dolce sorella, così lontana dal

fratello tanto amato; ti penso e ti sono vicino, ti vedo girare per la casa paterna con tanta

cura delle nostre piccole cose e delle nostre tanto belle campagne. Ti sono vicino quando

preghi il Signore, per me, per te, per tutti, e mi sento unito nella preghiera a te più che in

ogni altro momento della nostra vita. E ci rivedremo presto; lo spero. Sono già un mese e

venti giorni che ci salutammo a Parigi, e credo fra altri due mesi e mezzo ci rivedremo a

Parigi e poi verremo anche a Londra.

La stagione non sarà propizia, temo per te che soffrirai. Io oramai sono abituato

al clima; quest’anno soffro meno dell’anno scorso; ma tu? Vedi di raccogliere sole e calore

molto in questi mesi che stai in Sicilia: si resiste assai meglio.

Siete stati a vedere Suor Giuseppina a Caltanissetta? Spero di sì; poverina, è

tanto tempo che non vede nessuno di noi. Mario sta bene e lavora; credo che lavori troppo;

ma non gli si può dire. Ho ricevuto una letterina di Teresina e del suo sposo, e una

cartolina di Guido e Nené. Me li saluterai assai. Attendo notizie del saputo affare. Ti

acchiudo una lettera per il Canonico Luigi Caruso e altra per Miraglia. Saluto parenti e

amici. Un abbraccio affettuosissimo e a rivederci. Tuo

130

260 Lettera.

Luigi

(sc. 728, fasc. F/1/4)


189.

Caltagirone, 26 ottobre 1925 261

Caro Gigi,

Rispondo subito alla tua cartolina del 21. Godo che stai benissimo, come posso

assicurarti di me, sto proprio bene, forse per il traffico dei maestri. Ecco la novità: la cucina

sopra di quella antica, ed è venuta bella comoda e luminosa; sotto il bagno, con il suo

waterclose, bidè, acqua calda e fredda, l’altra metà della stanza ripostiglio. Nella tua venuta,

che qui tutti sperano presto, troverai la casa più comoda e più pulita. La cucina era

ridotta un catorcio affumicato!

Spero che avrai capito perché Mario ti ha scritto di rifare tutto e presto. Quella

di Barletta l’ho io. Lui ti ossequia e saluta. Ed ora sono in casa di Michelino che ti prega

d’un favore: oggi proprio all’ultima ora gli scrivono dall’Istituto Demerode che per ragioni

che credo, possono superarsi, non vogliono più prendere Paolo. La ragione è la seguente:

non prendono più giovani che non frequentano scuole dell’Istituto. In questo momento

che siamo a novembre tale notizia lo ha scombussolato e desidera fortemente che tu scriva

a Fratello Romualdo o ad altri per far sì che anche quest’anno facciano l’eccezione.

Anche io te lo raccomando, atteso le gentilezze che il cugino usa a mio riguardo

e le deferenze per tutti noi. Dunque, scriverai subito n’è vero? Tutti qui a me vicini ti salutano

affettuosamente, io ti abbraccio. Aff.ma

190.

Nelina

(f. 258, c. 46)

Caltagirone, 27 ottobre 1925 262

Caro Gigi,

Spero che risponderai presto alla lettera e secondo il nostro desiderio. Io conto,

appena finiti i lavori di muratura andare da Monsignore a passare qualche giorno, senza

pensiero e senza traffico. Certamente non potrò lasciare tutto a posto come vorrei, ma il

grosso tutto fatto e poi tornare a Roma. Qui siamo a Londra, nebbia, vento, acqua da più

giorni. Così stiamo più uniti nel pensiero. Ti abbraccio con vero affetto. Sto benissimo.

261 Lettera.

262 Cartolina illustrata.

Nelina

(f. 258, c. 47)

131


191.

Caltagirone, 27 ottobre 1925 263

Caro Gigi,

Ieri una passeggiata, sono stata a Piazza a vedere Mario. Sta bene veramente e

lavora come un giovane. Ho ricevuto il tuo telegramma e sta bene come tu dici. Io sto

bene, ho ricevuto la tua tanto affettuosa del 25 che mi ha fatto versare lacrime. Anche in

quel giorno pregai per te e fu pieno di ricordi. Commoventi. Qui nebbia fitta. Porto la

giacca che mi mandasti tanto bella e tutti ne sono incantati. Baci

192.

Nelina

(f. 258, c. 47)

Caltagirone, 6 novembre 1925 264

Carissimo fratello,

Rispondo alla tua di ieri (31). Godo che stai bene e che hai veduto i La Rosa,

così hai goduto un po’ di compagnia. Io sto bene in mezzo alla polvere e al vento da tutte

le parti. Però i lavori di assestamento volgono alla fine, restano quelli di ripulimento e credo

non avrò il tempo di farlo questa volta, ma alla nuova venuta. Però la casetta nostra

viene molto comoda ed io penso con piacere che a te piacerà. Monsignore sta bene, viene

Di Giacomo da Piazza; figurati l’automobile di viaggio lo hanno levato, e per andare e

mandare qualche cosa è un problema. Povera Sicilia sempre abbandonata!

Ho scritto subito a Venerina e ad Adelgisa, ma credo che Baranzini non glielo

ha portato il gilet. Se senti freddo fattelo costì un altro. Da S.r Giuseppina spero andare al

ritorno, intanto siamo ancora occupati per il 36 38. Tu appena riceverai l’assicurata firma

per l’ap. [sic].

Caro Gigino, il mio pensiero è sempre rivolto a te e come vorrei averti qui! Spero

rivederci presto, come tu dici: abbiamo avuto 15 giorni di nebbia e vento alla Caltagironese

antica, altro che Londra! Riderai.

Il giorno dei morti ho fatto tutto quello che potevo pei nostri cari, ed ho pregato

loro affinché intercedano per noi. Salutami tanto la Signora Rita, ossequi al Prof.re suo

marito a te i saluti e i ringraziamenti di Michelino che spera ed è disperato. Lui partirà

con Paolo fra domenica e lunedì. Per ora che non ho cucina, vado quasi ogni giorno a

pranzare da loro che mi vogliono assolutamente. A Roma vuole che vada ad abitare in

132

263 Cartolina illustrata.

264 Lettera.


casa sua, vedremo. I parenti tutti ti salutano. Il Barone S. Marco ha voluto che andassi al

battesimo del suo piccolo Vavà e ti ossequia tanto, dandoti parte della sua gioia.

193.

Nelina

(f. 258, c. 52)

Caltagirone, 10 novembre 1925 265

Carissimo Gigi,

Ieri ho ricevuto la tua del 5, sto bene, come pure Mario. Domani faremo S.

Martino insieme; penso a te mio caro, tanto lontano! Qui il tempo è umido però in quest’anno

ci sto bene, ma credo per la occupazione dei muratori. Pare che volgono alla fine,

ma di rustico, il resto ad un’altra volta. I parenti ti salutano come fanno gli amici con vivo

affetto

194.

Nelina

(f. 258, c. 54)

Caltagirone,13 novembre 1925 266

Caro Gigino,

Spero che questa mia ti trovi già tornato e che già hai preso le mie del 7 c.m. e

l’altra dell’undici. Non ho scritto altro poiché ti ho saputo fuori. Io ho ricevuto ancora

solo quella del 7 che mi ha mandato la Baronessa Di Giura. Spero domani ricevere qualche

tua notizia. Sento che costì vi è l’influenza e temo per te, guardati.

Io sto bene e per me non ti angustiare. Monsignore da parecchi giorni che non

mi scrive, ma nell’ultima mi diceva che stava bene. Ho ricevuto una cartolina della Signora

R. ma ancora non ha ricevuto i mandarini, chi sa come arriveranno? Per l’affare che ti

ho scritto aspetto risposta e poi vedrò se con Fattarappa si può concludere, altrimenti si

aspetta che finisca l’Anno Santo.

Domenica e mercoledì abbiamo avuto due concerti di Ferrero, abbastanza bravino.

Ho ricordato quando piccolino l’abbiamo visto dirigere, è rimasta una figura piccola.

265 Cartolina postale.

266 Cartolina postale.

133


Tutti ti ossequiano, mentre io ancora non ho potuto vedere la Sig.na della Rassegna

perché ammalata. Appena parlerò te ne scrivo. Conservati in salute, aff.ma

195.

Nelina

(f. 257, c. 75)

Caltagirone, 14 novembre 1925 267

Carissimo Gigino,

Ti sto vicina in tutte le ore del giorno col pensiero e col cuore, specie in questi

giorni la tua lontananza mi è doppiamente penosa! Che il buon Dio ti assista sempre dandoti

quella tranquillità e rassegnazione concessa alle anime forti. Sto bene, ma ormai stanca

di trafficare coi mastri. Sono alla fine, ma per rifinire ci vorrà del tempo e della pazienza

che io non ho. E poi mi pare che è l’ora di partire e di non lasciare sola Adelgisa, che

ancora non sposa, oltre decidere dove io mettere stanza.

Michelino ti ringrazia dell’interessamento per il suo Paolo, che non vorrebbe

più andare in collegio. L’altro ieri son partiti incaricandomi di ossequiarti tanto. Spero

combinare la vendita del giardino, quello dell’olio in appresso, pel momento vi è sosta.

Spero che a quest’ora avrai risposto a Vavà per la ricevuta. La nebbia quest’anno

spesseggia e com’è fitta! Venendo a Londra non mi farà impressione ci scommetto...

Ancora La Rosa non arriva, non vede l’ora di vederli per avere tue nuove. Giovannino Di

Bartolo quest’anno è a Palermo dove frequenta l’Istituto Industriale-meccanico. Lì vi è

Teresa e Vincenzino e quindi i genitori stanno tranquilli. Essi ti ossequiano, come fa

Adelgisa che ieri mi ha scritto. Ti manderanno il gilet e le calze, ma non so se con quel

Padre che tu conosci.

Salutami la Sig.ra Rita, gradisci i saluti dei parenti tutti e di me gli abbracci più

affettuosi

134

267 Lettera.

Nelina

(f. 258, c. 55)


196.

Caltagirone, 16 novembre 1925 268

Caro Gigi,

La tua del 10 mi fa meravigliare come non hai ricevuto mie nuove dal 4

novembre, mentre ho risposto regolarmente alle tue. Sto bene, non ti angustiare, poi qui

fra parenti e amiche che mi confondono in gentilezze. Credo che tu stia bene perché sempre

lo ripeti e mi auguro che l’inverno costì non sia molto rigido. Abbracci affettuosi

197.

Nelina

(f. 258, c. 58)

Caltagirone, 20 novembre 1925 269

Carissimo Gigino,

Ricevo la tua cartolina del 16 c.m. Godo che sei stato in campagna e che stai

bene. Non lavorare tanto, non ti applicare molto che ti fa male. Io sto bene i mastri non

hanno finito poiché il capomastro è caduto ammalato. Io conto di partire con la Baronessa

Penna verso la fine o i primi dicembre, tantoppiù che la Contessa Soderini, forse non

vedendomi, vorrebbe subito la casa. Io ho risposto che la darò alla fine di dicembre. Tu

quando scrivesti cosa hai detto, fine novembre?

Ad ogni modo io mi sostengo e non cedo tantoppiù che ancora non ho deciso

dove andare. Questa ti arriverà il 26 o prima, e sono anticipati gli auguri più fervidi pel

nostro compleanno. Che il buon Gesù ci assista sempre e ci aiuti per l’acquisto del cielo.

E a te dia la forza di soffrire le contrarietà di cui la tua vita è seminata, dandoci ad

entrambi la forza di sopportare la dura separazione che spero non sia lunga.

Il 26 farò la S. Comunione secondo la tua intenzione. Per andare a Girgenti

non so dirti poiché io sto qui aspettando di concludere gli affari, giardino e olio, ma non

arrivo ancora a nulla. Michelino è a Roma ove ho mandato la lettera e i suoi ti ringraziano

anzi, ti mandano i figliuoli una fotografia fatta alla villa nostra, vedrai perfettamente il

paesaggio che storpiò Vaccaro. I libri tuoi dove li lascerò? sono parecchie casse, se io prendo

una stanza dove li metto? Attendo qualche tua istruzione in una lettera che potrai far

mandare da Rita.

Per il gilet Adelgisa mi ha scritto una lettera dicendomi che te lo hanno fatto

leggiero come il modello, scusandosi che la Sig.ra Orlandi non gli ha avvertiti di farlo più

268 Cartolina postale.

269 Lettera.

135


pesante. Io ho scritto di fargli mettere la fodera pesante e mandarlo a Baranzini che ha

sempre delle comodità. Quando non faccio io è sempre così. Ed ora ti lascio abbracciandoti

caramente, aff.ma

198.

Nelina

(f. 258, c. 60)

Londra, 28 novembre 1925 270

Carissima sorella,

Il 26 ti spedii una lettera a Caltagirone credendo che ancora staresti là fino ai

primi di dicembre. In essa ti dicevo che sto bene: ieri abbiamo avuto neve; oggi giornata

fredda ma bellissima. Ho scritto a Mario e a Vavà insistendo sul mio punto di vista.

A risolvere il problema tu chiamerai subito 5 e mi 56 [ = farai spedire] in modo

che io abbia qui prima del 7 dicembre 24 [= la cifra] esattamente indicata.

Ho scritto a Vavà che basta 36 [= l’atto notarile] e non occorre alcun visto né

qui né a Roma. Ho detto prima del 7 dicembre, perché il 10 dicembre partirò per Parigi e

quindi non farei a tempo. Dirai a 5 che può spedire all’indirizzo n. 2 con assicurata. Dirai

pure a 5 che non ho compreso il suo silenzio alle mie lettere specialmente all’ultima che

gli diede il nostro amico onorevole.

Un abbraccio

199.

Luigi

(f. 341, c. 28)

Caltagirone, 28 novembre 1925 271

Carissimo,

Ricevo la cartolina tua ultima. Godo che stai bene e spero che avrai ricevuto

mie lettere. Io sto benissimo e fra giorni sarò a Roma da dove ti manderò mie nuove. Non

so se potrò andare da S.r Giuseppina questa volta, credo di no. Qui fa un freddo da cani e

non vedo l’ora che me ne vado, lascio tutto incompleto per finirlo ad un’altra tornata.

Salutami R. un abbraccio

136

270 Minuta di lettera.

271 Cartolina illustrata.

Nelina

(f. 258, c. 64)


200.

Roma, 2 dicembre 1925 272

Caro Gigino,

Sono arrivata qui ieri sera primo dicembre dopo un ottimo viaggio. La corsa

che hanno messo fin dal 15 novembre è molto comoda. Treno di lusso perché tutto in

vagon lits e ristorante prima e seconda; parte alle 7,55 e arriva l’indomani alle 14,30. Sto

benissimo ed ora penso come accomodare l’affare della casa. Ricevo a momenti la tua,

aspettavo quanto ti avea scritto 15, intanto tu insisti nella tua idea e forse hai ragione, ma

intanto io non mi scrissi il numero legale, poiché aspettavo la tua, delle 24 che doveva

chiedere a 5 e fare 56, quindi debbo scrivere nuovamente a 15 per averli esattamente e

subito fare 56. Sono dolentissima del ritardo, vedi di postergare la tua partenza per fare a

tempo. E poi con questo freddo non fare spropositi.

Io verrei se la Sig.ra R. partirebbe coi primi di gennaio, poiché per Natale verrà

Mario, poi debbo rassettarmi sulla pensione e poi partire. Resisterò al freddo di costì. Se

dovessi ammalarmi costì non mi piacerebbe. Ho visto l’On.le La Rosa e la Signora che mi

hanno date tue nuove. Qui vi è Michelino che ha lasciato Paolo con Ragusa che gli fa da

precettore, ne è contento. Con dolore ho appreso la morte di Don Giulio De Rossi 273,

forse di angina pectoris? Come è dolorosa la vita! E come è più doloroso stare lontani!.

Conservati sempre in salute ed abbi prudenza. Ti lascio stringendoti al cuore. Aff.ma

201.

Nelina

(f. 258, c. 66)

Roma, 3 dicembre 1925 274

Caro Gigino,

Ho parlato subito con 5 il quale mi dice che ti ha scritto direttamente due volte,

non li hai ricevuti? Intanto non 56 poiché non si può che per piccole 24, così mi ha

detto 5. Bisognerà farlo in diversi tempi e ci vuole molto. Persuaditi dunque, se è possibile

a fare come dice 15 ed io subito curerò a farlo qui vistare, non mi fare più stare in pena.

Sto bene, ti ho scritto ieri g. 2 che ho fatto un ottimo viaggio. Qui piove e piove,

spero che viene Mario per Natale me lo ha promesso. Io potrei venire coi primi di gen-

272 Lettera.

273 Giulio De Rossi (1877-1925), era giornalista e parroco di un quartiere popolare di Roma. Aderì al

Partito Popolare e diresse il settimanale del partito «Popolo Nuovo». Fu lui a raccogliere alcuni scritti di Sturzo

nel volume Dall’idea al fatto nel 1921. Cfr. F. Malgeri, ad vocem, in DSMCI, III/1, p. 309.

274 Lettera.

137


naio, ma non fa troppo freddo? Io temo del freddo, non ci resisto, e per la lingua? Mi piacerebbe

Parigi, ne sono entusiasta.

Spero dunque vederti presto, mentre scrivo se vuoi un po’ di 24 subito e se li

vuoi a Parigi. Ti abbraccio con vivo affetto

202.

Nelina

(f. 341, c. 30)

Roma, 3 dicembre 1925 275

Caro Gigi,

Ho ricevuto la tua del 28. Sto bene e ti ho scritto ieri, spero che la riceverai.

Godo che stai bene e ti raccomando col freddo che fa di guardarti la salute. I colpi di aria

potrebbero nuocerti allo stomaco. Qui piove e piove che è una vera seccatura. Sto in giro

per mettere a posto, vedremo. Paolo con Ragusa andranno ad abitare la casa comperata,

quindi non è più possibile andare là. Vedremo di combinare in altro modo, del resto vi

starò tanto poco qui. Venerina abita un quinto piano in Via Simeto, tanto lontano. Saluti

affettuosi da tutti 276

203.

Nelina

(f. 258, c. 67)

Roma, 7 dicembre 1925 277

Carissimo Gigino,

Ho ricevuto le tue due cartoline, mentre io dal tre del c.m. ti ho scritto due lettere

e una cartolina. Mi duole tanto delle tue angustie per me, ma mi credi così imbecille

275 Cartolina postale.

276 Tra questa cartolina postale e la successiva lettera del 7 dicembre si inserisce una lettera di Luigi a

Nelina del 5 dicembre, conservata nell’Archivio Ruffo della Scaletta, del tenore seguente: «Ti mando le accluse

lettere. Cerca di vedere subito Rufo e di persuaderlo di venire a Parigi. Se [Rufo] viene, potresti dare a lui il

documento di 5. Perché io a Parigi debbo andare immancabilmente; e Rufo ti dirà la ragione. Vedi pure di

persuadere De Gasperi o Gilardoni; interessatene subito; e fammi telegrafare se vengono, così: decisione favorevole

primo (se De Gasperi), secondo (se Rufo), terzo (se Gilardoni), quarto (se qualche altro) ovvero “decisione

sospesa” (se nessuno). Ma tu insisti che uno venga» (Archivio Ruffo della Scaletta, cartella B 128, n. 39;

in De Rosa, Rufo Ruffo della Scaletta, cit., p. 34).

277 Lettera.

138


da dovermi mettere in treno con la tempesta? Io son partita la domenica, poiché non

potei prima, e siccome l’Onorevole Libertini arrivato il sabato sera con G. Barletta, mi

dissero che avevano fatto un ottimo viaggio, partii la domenica. Arrivata a Catania mi

dissero che la linea era interrotta e dovevo prendere il direttissimo con il wagon lits a

Bagnara, pensai di rimanere a Catania da Maria Bicocca.

Mi fecero tutti un mondo di affettuosità e ripartii il lunedì sera per arrivare il

martedì alle 2½ a Roma. Ho scritto l’indomani poiché aspettavo la tua che non avevo

trovata; non pensai a telegrafare poiché non conoscevo tutto quello che avevano scritto

sul giornale di ciclone o che. Io credo che il ciclone dovette essere quando ancora era a

Caltagirone e vi fu un vento indiavolato, acqua a tutta possa, ma con tutto quello io uscii

lo stesso per pranzare fuori di casa. Mi persuado che tutto questo ti ha causato dei disturbi

e sono ora in pena per te, scrivimi e rispondi alle mie lettere.

Caro fratello, com’è duro stare così lontano e con un inverno che si delinea così

freddissimo. Intanto ho trovato Adelgisa ammalata con un attacco di appendicite e pare

che deve fare l’operazione. Io non so dove andare poiché dalle Amerigo non vi sono stanze

(come ti ho scritto), da Michele va Ragusa con Paolo. Cerco, ma trovo delle case senza

riscaldamento, ovvero delle posizioni impossibili. Penso di sistemare il pianoforte e i bauli

e andarmene al S. Chiara finché vengo da te, ovvero, se posso partire con Rita verso la

fine non prenotare nulla e andarmene all’albergo al ritorno.

Cosa mi consigli? Rispondimi subito. Mario pare che non vuol venire; io vado

dal dentista poiché il dente a Caltagirone mi saltò via. Malgrado tutto sto benissimo e

vorrei essere sicura di te così. Dimmi vi è deposito nella casa di £ 1.000? Io non ho pagato

questo mese per compensare tutto, ma la Contessa lo vuol pagato, scrivimi anche su questo.

Per me non ti angustiare mai; ho abbastanza giudizio e mi guardo per non ammalarmi.

Riceviti gli ossequi di Venerina e di Adelgisa, abbracci affettuosi

Nelina

Resisterò al freddo di costà? Troverò buono e caldo alloggio? Dimmi che giornali

vuoi mandati.

(f. 258, c. 70)

204.

Roma, 9 dicembre 1925 278

Caro Gigi,

Vavà mi scrive che è rimasto mortificato per il tuo diniego nel fare la quietanza

perché lo crede un atto di diffidenza verso di lui. Poi lui dice che tu scherzi col fuoco.

Intanto scrive che il ricevo deve essere fatto nella forma che ti è stata mandata, deve essere

278 Lettera.

139


per Notario, la firma del medesimo deve essere autenticata dal Console Italiano. Numero

di chèque non posso mandarlo perché la somma si spedisce di qua. A me sembra che la tua

lettera raccomandata sia stata aperta. Mi dicono che è vero che qualche lettera tua è stata

fotografata. Ho insistito con Ruffo per venire da te ma mi pare che non venga nessuno.

Io sto bene ma sola, perché Adelgisa è all’ospedale. Però vengono le cameriere

della Sig.ra Amerigo. Stai tranquillo per me, sto cercando casa e forse anderò dalle sorelle

di M. Virili.

Ti abbraccio, aff.ma

205.

Nelina

(f. 258, c. 71)

Roma, 11 dicembre 1925 279

Carissimo e dolce fratello,

Son con la tua del giorno 8 fra le mani. Godo che stai bene e ne ringrazio Iddio.

Io pure sto bene per quanto sola senza la fida Adelgisa la quale si trova all’ospedale S. Giacomo.

Stamane sono andata a trovarla ed è stata operata ieri di un ascesso all’appendice.

Forse poi dovranno operarla levando l’appendice. Sembra piuttosto tranquilla e il dottore

dice che non vi è di serio, ma ne avrà per tutto il mese e forse più.

Faccio pensione dalla Signora Amerigo e poi la notte dorme con me Marietta.

Tutto è tranquillo e quindi tu puoi stare sicuro di me. Stamane ho fissato due stanze presso

i Sig.ri Virili, Piazza Aracoeli. Certo che non è l’ideale, ma buonissima gente, camerette

carine, un salottino e la camera da dormire, e poi la casa tutta a mia disposizione per £

400 al mese. Libera se voglio o no far pranzo e cena in casa. Sotto vi abita l’Onorevole

Tupini e negli altri appartamenti buone famiglie.

Così sono più vicina ai Belloni che si mostrano sempre affettuosi con me e la

Baronessa Di Giura. Tutti ti salutano affettuosamente. Da Russo ti ho mandato una lettera

che ti parlava di Vavà, ma dato che ora mi hai scritto così fanne il conto che credi. Lui

naturalmente parla per troppo affetto e perché così colla promessa di inserire all’atto l’apoca

[sic] ottenne di poterlo chiudere. Per i libri, Tupini mi ha detto che le casse li farebbe

mettere nella sua soffitta e parte in una scaffa dei Sig.ri Virili. Se tu li vuoi spediti a Caltagirone

dimmelo, prima che li sposti.

A me pare che adagiata così io resto libera di fare quello che voglio e di venire

da te per il tempo che voglio, sicura di non lasciare nessun legame e di far troppa spesa,

non ti pare? Caro fratello, vedi come il buon Dio ci protegge. Intanto vado dal dentista

per i denti e pare che mi farà una mezza cassa, pazienza. Dunque io dirò a 5 di spedire in

140

279 Lettera.


diverse volte la cifra da raggiungere, e se poi ne vuoi altre me lo dirai. Mario mi disse che

se tu hai bisogno di somme, lui si incarica di scrivere anche al Vaticano.

Figurati, io non ho ancora vendute le arance, e temo che con questi geli debbono

andar male. L’olio ancora nemmeno venduto e credimi sto in pena. Intanto per venire

costì e anche in Francia e quest’anno anche qui, ci vorrebbe la pelliccia. Io non vorrei fare

questa spesa, ma debbo farlo. Ti porterò i libri che desideri, però non so se il diritto canonico

l’ho già incassato, spero di no. Le agende sono (credo) nei tuoi cassetti, n’è vero?

Michelino mi scrive stamane che si occuperà del giardino, come per il suo, speriamo;

ti saluta tanto. Ti salutano Vincenzino e Giovannino che sono qui di passaggio,

tornando da Parma. Caro Gigino, tanti ossequi alla Sig.ra e al Prof.re e ringraziamenti. Io

verrò volentieri a Londra (se vuoi e lo credi), ma non voglio giorni fissati poiché prima mi

debbo rassettare e riposare. Quando mi son levata il pensiero della casa ed ho rassettato

tutto faccio qualunque cosa.

Ed ora ti abbraccio col più vivo affetto raccomandandoti di averti riguardi e

non ti raffreddare, aff.ma

206.

Nelina

(f. 258, c. 72)

Roma, 15 dicembre 1925 280

Carissimo Gigino,

Ho ricevuto la raccomandata, la lettera da Paris, la cartolina. Grazie di tutto e

farò presto ogni cosa. Anzi ti dirò che la spedizione la incomincia 5 appena tu sei a Londra.

Scrivimi prima di partire da Parigi. Io cerco la stanza per rassettare tutto e non credere

che fra libri, quadri e bauli non ve ne sia da riempirne una! Se poi tu vuoi che io vada a

stare a Caltagirone spedirò tutto lì, ma questo al ritorno da Londra. Dopo averci chiacchierato.

Andare in casa dei Belloni pel momento non mi pare il caso, poiché loro a marzo

devono andarsene e non sanno loro dove, mentre io le sarei di impiccio specie in casa

Malvezzi.

Devo decidermi così e vedrò in casa delle sorelle Virili ovvero, nella pensione

che vi è sotto dell’Avv.to Coccia. Pei giardini intanto non se ne parla e non so se si devono

vendere a conto nostro! Quello mi dispiacerebbe poiché allora io dovrei partire per Caltagirone.

Sto bene, per quanto dacché sto qui mi fanno tanto male i piedi, e credo che sarà

acido urico, non posso addirittura camminare.

Adelgisa sta meglio e spero che presto esca dall’ospedale, essa ti ossequia tanto

come Elena che viene a farmi il servizio, le Amerigo dove vado a far pranzo.

280 Lettera.

141


Ho già scritto a S.r Giuseppina, cosa vuoi, ho tanto da fare in questi giorni!

Mentre andando dal dentista, da Adelgisa mi passa la giornata. Ed ora ti abbraccio, mentre

l’Avv.to Caiola che mi ha portata per te una bottiglia di strega e un po’ di torrone ti

scrive due paroline. Abbraccioti, aff.ma

P. S. Ho portato io le lettere che erano nella tua lettera.

207.

Nelina

(f. 258, c. 74)

Roma, 20 dicembre 1925 281

Carissimo fratello,

Eccomi a te in questo giorno di letizia, e spero che la presente l’avrai in mano

per la vigilia del S. Natale. Come tutto è muto intorno a me! Sola sola in casa per quei

momenti che ci sto, volo col pensiero al tuo fianco e penso che anche tu solo, solo nei

momenti più intimi devi soffrire come me. Anche Mario è solo e il freddo di quest’anno

gli ha fatto paura e non è venuto. Forse avrebbe sofferto, per quanto qui col riscaldamento

non si soffre. Intanto nella casa delle sorelle di M. Virili non vi è riscaldamento, né

ascensore. Cercherò di supplire con la stufa a petrolio; per l’ascensore forse è meglio che

non prenda l’abitudine di salire le scale. Del resto io l’affitto per tre mesi e poi vedremo

come dovrò combinare.

Sto bene e in mezzo a tanto traffico; farò imballare i libri bene in modo da

poter in caso viaggiare, farò come tu dici per quelli che vuoi. Scrivimi per sapermi regolare

in quanto alla spedizione di 5. Dice che ti ha scritto tre volte e l’ultima è partita da qui

per Londra il g. 9 o 8, non li hai ricevuti?

Parlerò con Giordani pei giornali e darò a Tupini la tua, ma non l’ho visto. In

questi giorni le amiche veramente non mi lasciano sola e tutti tutti ti salutano, non sto a

ripetere i nomi. Te ne accludo una filata. Il torrone e la strega dell’Avv. Caiola vorrei mandarteli,

vorrei mandarti le arance quando li avrò, ma ti arrivano?

Ed ora caro fratello, restiamo uniti in ispirito in questi giorni di feste raccomandandoci

al buon Dio reciprocamente, affinché ci dia la forza di rassegnarci e di vivere.

Aspetto il tuo pensiero per decidere se devo o non venire. Abbraccioti e dai i miei saluti

ai tuoi amici, aff.ma

Nelina

P. S. Adelgisa sta benino, ma però quando sarà guarita dall’ascesso dovrà fare

l’operazione dell’appendicite, ne avrà per un paio di mesi.

(f. 258, c. 76)

142

281 Lettera.


208.

Roma, 23 dicembre 1925 282

Carissimo Gigino,

Ho ricevuto quello per mezzo di 3 e le notizie che lui mi ha portato. Godo in

saperti così bene e prego di più il buon Dio in questi giorni a mantenerti sempre così ed

accrescere le sue grazie sempre e la sua Santa protezione.

Io sto bene; son alle prese per lo sgombero della casa e immagini senza Adelgisa

quanto mi tocca lavorare. Mi riposerò in quelle due camerette che ho preso, vedremo

come andrà. Stai tranquillo per le carte tue, io so quello che devo fare. Ho parlato a 5 per

tutto quello che hai raccomandato a Belloni e farà come tu vuoi su tutto e presto.

Per le 24 farà come avete parlato con Belloni poi tu ne darai a me notizia. Spero

che avrai fatto un ottimo viaggio di ritorno e che presto mi scriverai. Se i giardini non li

ho venduti quando ero in casa è stato perché in verità non sono venuti nessuno a concreto,

quindi come potevo fare? Spero che non andranno a male con questi geli! Ti accludo

un bigliettino di auguri di Venerina, noi ci vediamo di rado perché lei ha paura del caldo

qui, stando in una casa molto fredda.

Tutti ti ossequiano, inclusi i Belloni che di questi giorni sono molto angustiati

per le cose di loro interesse. Mi vogliono spesso e sono così affezionati con me, mentre mi

fanno tanta pena!

Ti lascio, carissimo, con la penna, col cuore e col pensiero sono al tuo fianco,

mentre rassetto tutte le tue cose con amore. Se me lo pagassero, vorrei vendere il tuo paletot

pesante, quello imbottito. Quelli vecchi li ho portati a Caltagirone e li ho venduti.

Che ne dici? A S.r Giuseppina ho mandato un panettone ed ho scritto. Non mi considerate

in questi giorni, che traffico, che strapazzo! Però sto bene, non ti angustiare per me, ti

abbraccio, aff.ma

209.

Nelina

(f. 258, c. 78)

Roma, 26 dicembre 1925 283

Carissimo Gigino,

Ho ricevuto la tua cartolina di auguri e immagini come mi riuscì graditissima.

Godo immensamente che stai benissimo, come veramente posso dirti di me. Quando

282 Lettera.

283 Lettera.

143


sarò tranquilla di casa penserò ad una cura, ora bevo l’acqua acetosa e mi giova tanto. Spero

che avrai ricevuto la mia di auguri che indirizzai a Londra. Ho già spedito a Vavà Barletta

quanto desiderava e spero che ora sia contento appieno. Veramente si è mostrato

molto affettuoso in questa circostanza.

La carta firmata mi fu mandata dalla Sig.ra Camilla con una cortesissima lettera.

Ieri Natale ho passato prima la notte alla Messa cantata della Parrocchia ove ho pregato

il Divin Pargolo per tutti noi. Il giorno sono andata a colazione dai Belletti che ti ossequiano

tanto tanto e poi la sera dai Belloni. Clerici ti ossequia e tutti mi raccomandarono

di farti gli auguri più vivi e sinceri. Pei giardini, mi scrive M. che non ha fatto ancora nulla,

finirò con dover andare io a Caltagirone.

Sta bene quanto mi hai scritto per la mia venuta in primavera e spero che avrò

finito tutte le vendite. Certo che vorrei starti vicina vicina, ma come fare? Il punto di centro

(Roma) compensa un po’ la lontananza. Figurati che con tutto il traffico non ho ancora

sentito né musica né niente. Ti lascio, poiché oggi faccio finire l’incasso dei libri. Scrivimi,

non mi far mancare notizie. I tuoi amici ti ossequiano e l’On. Longinotti 284 vuol sapere se

hai ricevuto la sua con dentro una del figliuolo inviata nel mese di agosto, alla fine.

Abbraccioti con affetto

210.

Nelina

(f. 258, c. 79)

Roma, 29 dicembre 1925 285

Caro Gigino,

Ho ricevuto tutte le lettere e cartoline che mi hai mandato. Grazie del bene che

mi vuoi e che io ti ricambio sempre con usura. Accetti gli auguri del nuovo anno, che spero

sia meglio di quello che hai passati. Sto bene e faccio i preparativi per il passaggio da

questa all’altra casa. Colle stufe mi troverò bene. Nei piedi veramente erano anche un po’

di geloni che colla temperatura alta di questi giorni son passati e non mi dolgono più. Ti

abbraccio

144

Nelina

(f. 259, c. 3)

284 Giovanni Maria Longinotti (1876-1944), militante del movimento cattolico fin dalla fine dell’800.

Fu eletto alla Camera dei deputati nelle elezioni del 1909 e rieletto in quelle del 1913. Aderì al PPI e ritornò

alla Camera dopo le elezioni del ’19, del ’21 e del ’24, partecipando alla secessione aventiniana. Dopo la decadenza

parlamentare «si ritirò a vita privata, riprendendo la sua attività professionale e dedicandosi all’agricoltura»

(O. Cavalleri, ad vocem, in DSMCI, II, pp. 314-318.

285 Cartolina illustrata.


211.

[Roma, 1925] 286

Carissimo fratello,

Ricevo oggi 15 due lettere, una dell’11 e l’altra del 12, tutte e due insieme. Io

temevo d’uno smarrimento ovvero intercettamento ed oggi per essere più sicura la spedisco

alla Sig.ra Valentina per rispedirtele lei e dirti vogliamo cambiare indirizzo? Io scriverò

nelle lettere magari e nelle cartoline no. Al Sig. Mario o Luigi Boscarelli dagli Oblati di S.

Carlo cioè all’indirizzo che hai mandato. Non ti pare? Io sto benissimo, solo non vorrei

troppo tardare nelle lettere tue. Tu poi stai tranquillo anche per Mario, che ieri sera mi ha

scritto che sta bene e me lo dice pure La Rosa che gentilmente andò a visitarlo. Anche a

me toccò leggere la notizie di Mario sul Popolo, immagino qui a Roma nessuno venne ad

avvisarmi. A me indirizzale come fai a Venerina e alla Sig. Amerigo, loro riceveranno sempre

da Londra. Abbraccioti

212.

Nelina

(f. 287, c. 11)

Roma, 5 gennaio 1926 287

Carissimo fratello,

La tua mi è tornata graditissima nella mia nuova dimora, che per quanto non

sia bella, come dove abbiamo passato 6 anni belli e brutti, pure vedermi attorniata di

buona gente, sentire la casa animata, mi ci sento meglio. Le stanzette sono piuttosto allegre,

massima quella a dormire che ha due finestre, mezzogiorno e ponente e dall’altra due

ponente e tramontana. Due guardano Via Margana e una il vicolo di fronte all’Istituto

delle Suore di S. Giuseppe dell’Apparizione (di celebre memoria), da questa si vede la

punta del Gianicolo.

Sono stata un po’ stanca e con un dolore ad una gamba, forse lo strapazzo e la

diversità di temperatura, giacché come ti ho scritto qui non vi sono termosifoni, si supplisce

con il riscaldamento a stufe a petrolio, però non fa molto freddo nelle mie stanze, mi

abituerò. La Baronessa Di Giura, la Belloni mi confondono in gentilezze con più facilità,

perché più vicini, infine mi ci trovo abbastanza benino, e non ti angustiare per me. Io

invece sto in pena per te, giacché penso che tu raffreddato, solo in cotesto umido paese

devi soffrire, ed io così lontana, non posso lenire le tue sofferenze. Povero fratello! Come

il buon Dio vuole esercitare le tue virtù!

286 Lettera.

287 Lettera.

145


Ed ora che ho rassettato tutto spero vendere i benedetti giardini e poi poter

venire a te e stare un po’ allungo in tua compagnia. Aspetto qualche notizia e mi auguro

che non vi sarà bisogno ch’io vada a Caltagirone, vedremo. Mi farò fare la fotografia come

tu vuoi e te la manderò. Mi son fatta fare la pelliccia da Balzani, bella in lontra nera, col

collo in visone, caretta sì, ma di massima durata, spero che voi fratelli me ne perdonerete

se ho speso un po’! Non ho più visto 5 e non so nulla dell’affare che tu sai. Spero vederlo

presto. Il giorno 31 ti ho spedito una lettera raccomandata che mi auguro avrai ricevuto.

Ed ora fo punto. Devo scrivere a Mario che come te mi ha fatto la benedizione

nella nuova dimora. Lui dice che sta bene e che verrà in aprile per venirne in Francia e

rivederti. Forse venendo anche qui potrà avere una stanza, se poi io sarò da te verrà ad

abitare le mie due stanzette. Le Sig.ne Virili ti ossequiano, io ti abbraccio con vivo affetto

Nelina

Dimenticavo dirti che il Barone Di Giura padre trovasi nella sua tenuta di

Castronuovo Sant’Andrea, Potenza. Lì si è ammalato di influenza ed ha avuto una leggiera

polmonite; scrivi un rigo ora che sta meglio quasi guarito al suo indirizzo. La Baronessa

ti ossequia tanto, tanto.

(f. 259, c. 5)

213.

Roma, [1-2 gennaio 1926] 288

Carissimo fratello,

Rispondo subito alla tua carissima lettera; con piacere sento che il raffreddore è

passato e che stai bene. Anch’io bene, per quanto la temperatura più bassa di questa casa

mi faccia impressione. Non mi sono però per nulla raffreddata, ma ho avuto (come lo

scorso anno all’osso sacro) un dolore nevralgico al ginocchio che mi è durato solo 48 ore.

Fortissimo, sì ma breve come vedi. Ho preso subito una purga, sono rimasta a letto per

tre giorni, “che bel piacere per le padrone di casa quando appena si arriva ci si mette a letto!”.

Mi hanno confusa in gentilezze e cure, per quanto non abbiano cameriera, ma l’aspettano.

Insomma non ci sto male, certo che non si hanno tutti i comfort ma vi si può

passare sopra, per tutto un insieme. Dunque sto bene, ed ora che sto più calma e tranquilla

penso a fare una curetta contro l’acido urico. Aspetto da un minuto all’altro 5 il

quale non vedo dal dicembre 23. Avevo tanto raccomandato tutto, mi avea dato la sua

parola che se ne fosse interessato subito, ed io credevo che tutto era già compiuto. Che

gente! Come non si può mai stare tranquilli con nessuno.

Di Belloni non so che dirti, sono così imbrogliati, così angustiati per i loro affari

che mi fanno anche pena. Ho trovato il “Diritto Canonico” e te lo manderò con la prima

occasione: non so se Rita è più a Milano. Baranzini mi ha scritto che ti ha già spedito

il gilet da un pezzetto, non lo hai ricevuto ancora?

146

288 Lettera.


I giardini ancora non si vendono, quindi non posso mandarti le arance nostre,

ma ora vedo di prenderle qui e spedirtele. Michele mi scrive che nemmeno il suo ha venduto

anzi, sono quasi tutti invenduti a Caltagirone. Che disdetta quest’anno! Io se non

faccio la vendita non posso muovermi, vedremo.

A momenti vedo 5 che ti saluta tanto. La settimana entrante farà tutto immancabilmente,

stai tranquillo. La Baronessa Di Giura ti saluta tanto, si mostra sempre più

affettuosa e gentile. Le sorelle di Monsignor Virili cioè le mie padrone di casa ti ossequiano.

Buona memoria di suo fratello, dice che parlava sempre di te. Dimmi un po’, la Contessa

Soderini dice che non ha mai ricevuto deposito né di £ 1.000 né di £ 1.300. Paoletti

mi dice che non trova nessuna ricevuta quindi io ho pagato il mese di dicembre e ciao. Se

però tu hai qualche ricevuta farai il piacere di scrivermelo. Ed ora ti lascio poiché vado ad

impostare la presente. Però prima di finire ti dico che la temperatura delle mie stanzette

colla stufa a petrolio è salita a gradi 17, bello non è vero? Io non sopporto l’aria fredda in

camera che viene il mal di capo.

Il nipote di Venerina ti ossequia con Venerina, che ci vediamo ogni mille. Con i

più infiniti affettuosi abbracci, aff.ma

214.

Nelina

(f. 259, c. 7)

Roma, 13 gennaio 1926 289

Caro Gigino,

Ricevo a momenti la cartolina tua. Oggi siamo tutti bianchi poiché se vedeste il

Campidoglio, la punta del Gianicolo, tutta una bellezza! Sto benissimo, ormai mi sono

abituata ad una temperatura più bassa, per quanto la stufa a petrolio rende un buon servizio.

Adelgisa è all’Addolorata. Sta bene, ma sempre deve farsi l’operazione. Ti manda ad

ossequiare. Qui ho il Gesù vicino e quindi non lascio la Messa delle 12. Paolo e Ragusa ti

ossequiano. Non so ancora nulla dei giardini. Michele non viene ed è l’angustia di Paolo.

I Bianco, i Belloni, i Belletti tutti ti salutano. La morte di padre Genocchi 290 ha fatto

pena a tutti. Abbracci

Guardati dal freddo, sto sempre in pensiero per te.

Nelina

(f. 259, c. 10)

289 Cartolina illustrata.

290 Giovanni Genocchi (1860-1926), apparteneva all’ordine dei Missionari del S. Cuore. «Sullo sfondo

delle profonde trasformazioni di fine secolo che pervasero la cattolicità, la figura di Genocchi emerse come

coscienza nuova. […] Terminata la guerra, Benedetto XV lo inviò come visitatore apostolico in Ucraina, dove

egli lavorò per il movimento uniate. Ritornato in patria, sul piano politico, mostrò simpatie nazionaliste. Morì

mentre Pio XI meditava di nominarlo cardinale» (L. Bedeschi, ad vocem, in DSMCI, III/1, pp. 403-404).

147


215.

Roma, 18 gennaio 1926 291

Carissimo Gigino,

Ricevo la cartolina a momenti, godo che stai bene e spero che mi dici la verità.

Io sto bene e le mie stanzette sono già d’una temperatura possibile, oltre che mi vado abituando

alla medesima. Del resto la temperatura troppo alta delle mie due stanzette, credo

che non mi faceva tanto bene. Ancora non ho finito coi denti, primo perché il meccanico

cadde ammalato, poi per le feste, indi un po’ di mia oscitanza, ma stamane sono andata e

spero che la finisca presto. Intanto Chiavaro ti saluta, ha messo su una clinica.

Michele è qui e ti ossequia; se non ti ha scritto da Caltagirone è facile indovinarlo.

È molto guerreggiato. Si è interessato dei giardini, ma ancora non sono venduti,

però ieri gli hanno telegrafato che i suoi li hanno venduti, spero anche per il nostro, facciamo

la vendita. Mario mi scrive a momenti che sta bene e che non ha avuto tempo di

scrivermi, ciò è segno che lavora molto. Dice che venendo a Roma vorrebbe venire qui da

me, per una camera forse potrebbero accomodarla ma più no; in tutti i casi il segretario

potrebbe andare al S. Chiara. Giovanni ti ossequia, è sempre lo stesso, ed è sempre la stessa

trattoria.

Io ogni tanto vado a far pranzo lì e mi viene vicino. Ricorda i giorni di nostra

giovinezza, e questi rioni mi piacciono. La Baronessa Di Giura ti ossequia, ieri sera fui a

pranzo da lei. Qui sono più che in via Principessa Clotilde attorniata da persone amiche.

Dice che le viene più facile trovarmi. Ieri sono stata a vedere l’appartamento di Michele

già tutto pronto. Ci andranno ad abitare Paolo con Ragusa e per il momento con il cameriere

che aveano a Caltagirone. Vorrebbero Adelgisa, ma non so quando potrà lavorare

dopo l’operazione.

Appena si raccolgono le arance te li faccio spedire e penso un modo, spero, che

ti arriveranno. 5 ha poi fatto quanto tu desideravi? Io non l’ho più visto, ma spero di sì.

Farò di tutto per vederlo in questi giorni e insisterò. Sono andata una sola volta al

Costanzi a sentire Don Carlo, dato abbastanza benino. In queste sere andrò a sentire l’Otello,

tu sai se a me piace. Credo che però sia una produzione un po’ mediocre. All’Augusteo

sono andata due volte, anzi ti accludo una lettera dell’amico che è sempre tanto gentile

con me.

Il 24 farò celebrare una Messa pei nostri cari trapassati che prego affinché ci

ottengano dal buon Dio le grazie necessarie per conseguire la vita eterna. Quando ci rivedremo?

I Belloni stanno incassando la loro roba perché in marzo sfittano, forse andranno

tutti a Parigi. Se a Londra non puoi resistere dal freddo dopo che ti sei sbrigato, andiamo

nella parte più calda della Francia. Le Sig.ne Virili ti ossequiano mentre ti abbraccio, aff.ma

148

291 Lettera.

Nelina

(f. 259, c. 12)


216.

Roma, 21 gennaio 1926 292

Carissimo Gigino,

Ricevo ieri sera la tua affettuosa lettera, mentre io stavo per scrivere una cartolina

in cui ti dicevo che 5 ha fatto fin dal giorno 19 la mia commissione e spero che tutto

andrà bene. Quando ci vedremo poi ti dirò il motivo del ritardo che è plausibile e non te

ne potrai lagnare. Stai tranquillo per il resto, poi quando ci vedremo ne concretizzeremo

ogni cosa. Michele è stato qui da me stamane e stasera parte per andare a fare il contratto

dei suoi giardini, spero che possa vendere anche il nostro.

In Sicilia e più a Catania pare ci sia la influenza forma “spagnola”; è morto Ciccino

Milazzo che avea sposato a Catania. Povera Gigia! Mandaci le condoglianze. Qui vi è

un po’ l’influenza in giro ma non di forma grave. Io penso al freddo di costà, e penso a te,

carissimo, guardati dai colpi d’aria, dall’umido ai piedi e non fare nessun spostamento. Io

qui sto bene, Adelgisa è con me, poiché le Sig.ne Virili sono senza persona di servizio e

fanno tutto loro, poverine!, mi servono a tutto punto. Adelgisa starà una diecina di giorni

e poi deve fare l’operazione di appendicite, la farà all’Ospedale S. Giacomo da Egidi, che

è tanto bravo e mi ha fatto un mondo di gentilezze, ti ossequia.

Qui come ti ho scritto ho due stanze, una grande da dormire ove è il letto, un

settimanile, un grande armadio, la toilette, un comò; poi ho messo tre bauli dietro la porta,

il paravento nostro in un angolo dove faccio da lavabo, insomma, tutto tutto e la stanza

resta abbastanza grande. Vi è poi un piccolo salottino con un piccolo divanetto, due

poltrone, la scrivania, cartiera e una scaffa di libri. Dietro una porta ho messo la tua scrivania

alta e la cappella. Poi ho levato parte dei suoi quadri mettendoci i miei, non tutti,

ma quasi. Il pianoforte nel loro grande salone. Tutti trovano carino questo mio piccolo

appartamentino. Poi son vicina al Gesù che in qualunque ora esco posso ascoltare la Messa;

la casa è vecchia, ma il posto è bello come centralità. Mangio a casa una volta al giorno

e il caffè e uova la mattina. La sera per lo spesso dai Belloni o dalla Baronessa Di Giura o

dai Belletti.

Quando la sera sto a casa, il mezzogiorno vado al S. Chiara poiché col cibo di

qua avrei troppo acido. Per quanto l’acido è molto meno da che non bevo più vino. Spero

mandarti presto le bottiglie del Baragliceride. So che Baranzini ti ha mandati i panettoni

e la sciarpa. Io vorrei mandare una bambola buona per la figlia di Attilia, che ne dici? Il

19 ti ho spedito un’altra lettera raccomandata.

Le lettere di Gilardoni io li ho mandate per mezzo di Lorenzo e non con Coccia,

però tardai qualche giorno per tutto il caos di casa. Quella del 31 era quella che dici

tu e non altri. Spero che starai sempre bene sotto la protezione di S. Gioacchino. Con

affetto vivo e col desiderio di rivederti, un abbraccio

292 Lettera.

Nelina

149


P. S. Sono stata all’Augusteo e al Costanzi. Ieri sera sono andata a sentire l’Otello.

Il tenore è bravo ma la voce nei toni alti non va. L’Esultate non andò bene, però tutto

in complesso discretamente. Stasera il Barbiere con Pasini, forse ci vado. Ieri sera mi feci

accompagnare da Manolo B. che ti ossequia.

(f. 259, c. 13)

217.

Roma, 28 gennaio 1926 293

Caro Gigino,

Dall’ultima tua cartolina del 22 non ricevo più notizie e sto in pena. Come

stai? Hai ricevuto notizie di quanto desideravi? Scrivimi, non mi fare stare in pensiero per

la tua salute, con i freddi che avete costì. Qui il tempo è buono e non molto freddo, come

la solita temperatura che d’inverno si ha a Roma. Nelle mie stanze, con la stufa, con il tuo

bel golf, che lo porto tutto il giorno, con la bottiglia dell’acqua calda la notte (la tua bottiglia

bella) passo benissimo questo inverno. Adelgisa è ancora qui, sta benissimo, non vorrebbe

farsi l’operazione dell’appendice, ma i dottori dicono che è meglio farla in freddo.

Qui però non vuole restarvi, poiché cerca una casa più adatta per lei; qui hanno bisogno

di una di tutto strapazzo, poiché loro lavorano. A me piacerebbe se restasse lei. D’altra

parte quando io vado via che farebbe? Con lei mi sento come se stessi in casa nostra.

Ancora non so nulla pei giardini e aspetto un’ultima risposta per risolvermi a

partire io, e farli vendere a conto nostro. Vedremo. Sto poi in pena per tutto quanto i

giornali dicono dopo il fatto compiuto della legge “sui fuoriusciti” 294. Caro fratello, che

persecuzione ti fanno! Perché poi?, che vita di amarezze dobbiamo passare! Hai visto

come la tua lettera mandata agli studenti cattolici è stata interpretata dalla stampa? 295 Io

nell’amore egoistico di sorella vorrei dirti, non ti impicciare più di nessuno, del resto non

vedi come la fede di tanti uomini è andata giù? Ma l’animo tuo grande sincero e pieno di

amor di patria e di amor del prossimo fa obbliar te stesso. Che il buon Dio te ne renda

293 Lettera.

294 Alla fine di gennaio fu approvata una legge sui fuoriusciti che prevedeva la perdita della nazionalità

per gli italiani che all’estero avessero commesso atti contro l’Italia e nei casi più gravi prevedeva anche la confisca

dei beni.

295 Il messaggio è datato da Londra al 21 dicembre 1925, sollecitato da un gruppo di “fucini” romani:

«Agli amici universitari./ Ebbi il vostro saluto il 7 novembre ultimo/ Che consolazione leggere i vostri nomi!/

La speranza è nella generazione che viene. Essa non ha compromessi con il passato. Essa non ha errori da

scontare. Ha sentimento. Ha fede. Avanti!/ Quando trionfa la viltà e il carattere personale è annullato; quando

gli interessi sono valutati più degli ideali; quando il risorgimento è annullato; e la religione è ridotta a serva

di un regime politico, la gioventù studiosa cristiana, deve trovare nella fede, nella cultura, nell’intimo della

propria anima, la forza di reagire. /Occorre la preparazione./Occorre la fiducia nella buona causa./Occorre il

sentimento del sacrificio. /L’Italia sarà salva, e la nuova generazione la salverà» (Miscellanea londinese, I, cit.,

pp. 89-90). Su questo messaggio e le interpretazioni dei giornali cfr. la lettera di Scelba a Sturzo del 3 marzo

1926 e la nota 76 della curatrice in L. Sturzo-M. Scelba, Carteggio, cit., p. 81.

150


merito e ti benedica! Quando possiamo vederci? Deve finire il gran freddo, poiché io non

lo resisterei, ormai son vecchia.

Oggi il dentista mi ha messo i denti di sotto e vanno bene, mi vuol fare quelli

che mi mancano sopra, li potrò sopportare? Lui mi dice sì, vedremo.

Intanto ti lascio nella speranza di ricevere tue lettere domani 28, sarebbero 6

giorni, non sono molti, ma per me, per l’affetto che ti porto, per il mio temperamento

sono già molti. Scrivimi dunque, anche delle cartoline; ripeti tutto quello che desideri, io

non me ne annoio mai, mi duole semplicemente se non posso far nulla io.

Gli amici, almeno quelli che qualche volta mi è dato vedere si ricordano di te e

ti salutano con affetto. Tupini vuol sapere se hai ricevuto l’ultima sua acclusa alla mia. La

Sig. Rita come sta? Io le scrissi a Milano, ma non so se l’abbia ricevuta la mia lettera! Salutamela.

Stamane ho ricevuto il tuo telegramma, a quest’ora avrai ricevuto la mia cartolina

ed avrai capito come per la commissione da me espletata occorrono una diecina di

giorni, forse più; stai sicuro che tutto andrà bene. Se hai bisogno di denaro dimmelo che

te lo spedirò. Sento come il gilet te lo fecero male; la commissione non fu fatta da me perché

io non vi ero quando arrivò la misura. Per le calze lasciai di tre paia incaricata Venerina

e saranno quelli sbagliati, anzi, son proprio quelli. Mi dispiace tanto e puoi mandarmeli,

te li farò rifare subito, anzi manda le misure in centimetri scritti dettagliatamente

che te ne farò 6 paia che ti porterò io.

Nella prima quindicina di marzo verrebbe a Londra una di quelle infermiere

che tiene Chiavaro. Torna perché ha la madre vecchia di 72 anni. Se il tempo è migliorato

potrei venire con lei e così fare il viaggio con una persona pratica. Tu che ne dici? Ti

lascio, amato fratello, mentre scrivendoti mi sembra di stare in tua compagnia, ma voglio

che questa parta stasera e quindi faccio punto. Conservati in salute mentre ti abbraccio

con vivo affetto, aff.ma

218.

Nelina

(f. 259, c. 16)

Roma, 2 febbraio 1926 296

Caro Gigi,

Ricevo la tua cartolina mentre ancora a letto erano le 9, ma prima di quell’ora

in queste fredde camere non mi alzo. Sto bene e godo che tu stai bene e non senti freddo.

In questi giorni anche qui è tiepido, e si vede che ci avviciniamo alla primavera. Domani

ti scrivo più a lungo, oggi questa solo per darti mie nuove, che mi avvedo ho fatto passare

un po’ di giorni.

296 Cartolina postale.

151


Sono andata domenica a sentire il “Rigoletto” dato con Laura Pasini, una Gilda

fine e di una voce incantevole, a me la Pasini piace tanto. Andrò a sentire l’Otello una

seconda volta, perché tu sai se a me piace.

Gli amici ti ossequiano tanto. Qui in genere la salute è buona, stai tranquillo.

Ancora nulla ho fatto laggiù e nessuno mi scrive, finirò con dover andare per forza. Che

disdetta quest’anno! Addio caro, guardati sempre la salute e vogliami bene, aff.ma

Nelina

(f. 259, c. 19)

219.

Roma, 5 febbraio 1926 297

Caro Gigi,

Ricevo la tua del primo febbraio. Spero che a quest’ora avrai ricevuto la mia del

3, raccomandata, e spero che avrai avuto le notizie che desideravi. Ho ricevuto tutte le tue

lettere e cartoline che mi hai mandato tranne quella del 17. Era una cartolina o lettera?

Sto bene, sono stata raffreddata, ma senza avere avuto un decimo di febbre. Qui è

tiepido e sembra primavera. Pei giardini ancora nulla ed io sono più seccata di te. Ho scritto a

qualcuno, ma nessuno ancora mi risponde e quindi non so quello che devo fare. Michele

non se ne potrà occupare, lo comprendo, e poi pare che per i suoi abbia quistioni, figurati!

Con piacere conoscerò Miss Lia se mi troverò qui, come spero: fare quel viaggio

mi secca e trovare la casa disabitata, senza cucina ecct. Che disdetta quest’anno! S’intende

che non partirò se prima non ho finalizzato il noto affare.

Ieri ho veduto Cingolani, Longinotti e ti salutano con affetto. Al Gesù vi sono

stati i funerali per il Cardinale Mercier298; vi erano larghe rappresentanze diplomatiche di

Istituti e di alte Personalità. L’altro giorno sono stata a visitare la Signora Del Giudice, ti

ossequiano tanto tanto. I Bianco ti ossequiano. Lui sta benissimo e lavora abbastanza con

corrispondenze estere. Tante persone ti ossequiano e fra questi M. Havar, i Pisciotta,

anche l’Onorevole Milani che ho visto a S. Chiara l’altra sera. Ricevo anche a momenti la

tua cartolina, cerco stasera veder qualcuno, ma spero che non tardi oltre a sapere qualche

cosa. Ragusa e Paolo ti ossequiano. Quest’ultimo si vede un po’ perduto poiché gli altri

anni non ha studiato nulla e quasi non vorrebbe studiare più, figurati quello che deve

combattere R. Taluni spendono tanto e quando manca la giusta direzione da piccoli non

riesce nulla. Secondo me Paolo è un ragazzo mezzo perduto.

Ed ora ti lascio poiché l’aspetto; il quale con me vuole fare una visita a Ines che

tanto ti ossequia. Abbraccioti con vivo affetto, aff.ma

Nelina

(f. 259, c. 20)

152

297 Lettera.

298 Arcivescovo di Bruxelles-Malines, primate del Belgio.


220.

Roma, 7 febbraio 1926 299

Caro Gigino,

Avrai ricevute le mie cartoline e lettere dal 28 gennaio fino a oggi, sono (con

questa) due cartoline e due lettere, una delle due raccomandata. Il ritardo fu causato per

aspettare e non mi accorsi che tu saresti stato più giorni senza notizie. Ieri 6 ho fatto a 5

una lettera raccomandandole dell’interessamento. Sto benissimo, qui fa quasi vorrei dire

caldo. Conservati in salute e quando ritardo mie notizie non ti angustiare, niente notizie,

buona notizia. Tutti ti salutano, io ti abbraccio

221.

Nelina

(f. 259, c. 21)

8 febbraio 1926 300

Ho ricevuto la cartolina del 30. Come ti ho scritto ho ricevuto tutte le tue tranne

quella del 2. Ieri ho ricevuto la cartolina del 4, oggi mi dici che hai scritto due volte il

giorno 4, io ho ricevuto solo una cartolina. Era lettera o cartolina la seconda? Io sto benissimo,

godo che tu stai bene. Laggiù non si fa niente perché non ci sono richieste. Ti

abbraccio con vivo affetto, aff.ma

222.

Nelina

(f. 259, c. 22)

10 febbraio 1926 301

Caro Gigi,

La tua del 7 è nelle mie mani. Godo che stai bene, anch’io benissimo. L’aria del

Campidoglio mi va più di quella dei Prati. Forse sarà perché bevo l’acqua lancisiana che

mi tiene lo stomaco benissimo. Ancora non ho ricevuto la tua seconda del 4 c.m. Oggi

299 Cartolina illustrata.

300 Cartolina illustrata.

301 Cartolina illustrata.

153


spero vedere qualcuno e continuare le mie raccomandazioni. Ti saluta Michele che è qui.

Ci stiamo dando attorno per vendere direttamente e vedremo. Lui (dice) s’interesserà di

farli raccogliere. Un abbraccio affettuoso

223.

Nelina

(f. 259, c. 24)

11 febbraio 1926 302

Carissimo fratello,

Oggi festa della SS. V. di Lourdes ed ho pensato pregando ai bei giorni passati

con te in quella graziosa e privilegiata cittadina. Possa la Vergine esaudire i nostri voti e

renderti meno dura la prova che il buon Dio ci ha mandato.

Sto bene, come ti ho scritto ieri in cartolina. Non ho recapitata ancora la tua

seconda del 4 e mi duole, perché? Oggi ho parlato con l’amico che tu sai e mi ha detto

causa del ritardo è stato un disguido che pensa lui riparare e quindi passa del tempo ancora,

ma non fa niente. Quello del Mondial non è qui è fuori pel momento, starà una diecina

di giorni. Per Caltagirone ancora non so nulla, ma spero in questi giorni si decide

qualche cosa.

Ti ho voluto scrivere anche oggi per tenerti al corrente. Mario mi scrive che vuol

venire qui in aprile, ma in questa casa appena ci sarebbe un stanzetta e per il suo segretario

no. Poi dovrebbero permetterci di cucinare a conto nostro, vedremo. Ma io in aprile sarò da

te e allora può venire nelle mie due stanzette e farsi cucinare da Adelgisa, vedremo.

Ti lascio perché voglio che questa parta stasera con infiniti abbracci, aff.ma

224.

Nelina

(f. 259, c. 25)

12 febbraio 1926 303

Caro Gigino,

Veramente hai ragione, la tua del 17, così l’altra l’ho ricevuta, solo che non la

trovai quel giorno e quindi scrissi così. Ancora però non ho ricevuto la seconda del 4 mi

154

302 Lettera.

303 Cartolina illustrata.


fa stizza. Sto bene, raffreddore non ne ho più l’ombra, stai tranquillo. Qui il tempo è sciroccoso,

fa quasi caldo, ma credo che anche qui farà di nuovo freddo. Ho finito per non

farmi aggiustare i denti di sopra, così sto bene. Ti saluto io ti abbraccio

225.

Nelina

(f. 259, c. 26)

Roma, 16 febbraio 1926 304

Caro Gigi,

Non ti scrivo dal 12 ultima cartolina e temo che stai in pena. Io sto bene, non ti

ho scritto poiché aspettavo che qualcuno venisse e poterti dire qualche cosa sui saputi

affari. Nessuno si è fatto vivo nemmeno di laggiù che è una cosa che ora mi costerna. Il

tempo stringe, siamo già in primavera. Basta, quando le cose si allungano diventano sempre

male. Michelino è qui, dovremo vederci stasera. In questi giorni di carnevale la sera

l’ho sempre passata in casa dei Belloni che tanto ti salutano. Maurizi forse parte per Parigi

verso l’ultimo del mese.

Il Sig.r del Mondial è venuto e subito ho consegnato la lettera, spero che se ne

interesserà, così all’altro che ho tanto raccomandato. Qui il tempo è mite anzi oggi torna

un po’ di tramontana, da queste parti si sente poco, dentro tengo la stufa a petrolio, ma

quando vi è il sole no. L’ultima tua cartolina è dell’undici. Ancora non ricevo la seconda

del giorno 4, spero di riceverla, ma quando? si sarà smarrita? La Baronessa Di Giura ti

ossequia come anche le Sig.ne Virili; Adelgisa è ancora qui e sta bene. Con affetto

226.

Nelina

(f. 259, c. 31)

Roma, 24 febbraio 1926 305

Caro Gigino,

Due parole per dirti che sto bene e che ho ricevuto tutte le tue lettere e cartoline.

Domani ti scriverò più a lungo, oggi ti dico solo che non vado più a Caltagirone.

Michelino ha fatto lui, meno male, mi annoiava fare quella carovana.

304 Cartolina illustrata.

305 Cartolina postale.

155


Mario è un po’ che non mi scrive, però l’ultima volta mi diceva che stava benino

e che lavora molto. Qui il tempo è mite, sono stata ieri sera a sentire il Rigoletto dato

abbastanza bene. Ho visto p. Daurche e così ho avuto tue buone nuove. Guardati ora che

incominciano i freddi. Scrivimi mentre ti abbraccio con affetto

227.

Nelina

(f. 259, c. 34)

Roma, 24 febbraio 1926 306

Carissimo Gigio,

Ho ricevuto la tua del 4, quella del 15, del 16, la cartolina del 22. Ti ho seguito

col pensiero e col cuore e mi auguro che starai bene e non ti sarai strapazzato. Guardati

sempre la salute che è la cosa più preziosa in questo mondo. Io sto bene e non vado più a

Caltagirone perché i giardini sono stati venduti 42 meno male poiché avevamo da pagare

ancora quelle spese fatte in ottobre. So che 5 ha fatto la mia commissione e spero che tutto

è andato bene. Spero che abbia pure date le notizie che desideri. Petrocchi mi ha assicurato

che tutto farà prestissimo. Non dubitare che farò alla Sig.ra che qui verrà tutte le

gentilezze possibili.

Ho parlato con p. Daurche che mi ha dato tue buone notizie. Mi è sembrato di

stare un momento con te, caro fratellino! Tutti i parenti ti salutano nelle lettere che mi scrivono,

ricordandosi di te. Di quanto scrivi nella tua lettera non ci pensare, è stato solo che 5

ha voluto tentare delle strade troppo torte ed ha perduto tempo, ma lui è sempre pronto

versare. Quando hai bisogno di denaro scrivimi che ora penso io a mandarli. Ho detto ai

tuoi amici di essere più cauti nel fare le spedizioni delle lettere e spero che abbiano compreso.

Io non so quando vuoi tu che io venga poiché non so i tuoi affari. Certo che venendo

devo stare con te fin dopo i bagni cioè quando fa bisogno andare a Caltagirone.

Tu certamente non vorrai restare a sentire i venti freddi della primavera quindi

dirai tu quando vuoi che io venga.

Maurizio Belloni parte stasera per Milano e poi Parigi. Ho dato a lui le bottiglie

del Barocliceride, poi ti scriverò il suo indirizzo e penserai tu a dire come li vuoi mandate.

Io credo che sarebbe buono per mezzo di persona sicura, non saprei consigliare i pacchi.

Spero poterti mandare le arance ma non direttamente. Li raccoglieranno in marzo. Vedi

che letterona?

In questi tempi tutti sono per comperare appartamenti, qualcuno mi domanda

se io ancora voglio comperare. Se si fosse fatto che bella rendita si avrebbe! Speriamo che

l’avvenire sia migliore.

156

306 Lettera.


Ed ora ti lascio caro e spero che questa la riceverai presto. Mentre ora stesso

spedisco una cartolina che riceverai prima.

Abbraccioti caramente

228.

Nelina

(f. 259, c. 35)

Roma, 27 febbraio 1926 307

Carissimo fratello,

Ricevo la tua del 24 e mi meraviglio come non mi parli della raccomandata del

19, della cartolina, delle raccomandate, può essere che non abbi ricevuto nulla? Ho parlato

stamane con Dore e ho raccomandato di fare tutta la spedizione dei libri e spero che ti

arriveranno presto, anche quelli ultimi che hai domandato a Parigi.

Caro fratello, scrivimi sempre e non avere timore di annoiarmi perché devi

ripetere sempre le stesse cose, io voglio saperle. Spero che avrai ricevuto la lettera del 24 e

anche una cartolina. Perché quel giorno ti ho scritto due volte. Io sto bene e non dubitare

delle cortesie che farò alla Sig.ra. Ti avevo scritto che non vado più laggiù poiché l’affare è

stato concluso senza di me e mi son tolto uno strapazzo. Spero di avere presto tue buone

nuove e così tranquillizzarmi anche io.

Riceviti i saluti di tutti e affettuosi abbracci dalla tua

229.

Nelina

(f. 259, c. 36)

Roma, 1 marzo 1926 308

Caro Gigi,

Incomincio col primo di marzo a scriverti più spesso per non farti stare in pena.

Dal 19 però ti ho scritto il 24, io non capisco poi tutto questo tempo che tu dici! Comprendo,

caro fratello, che nella solitudine i giorni ti sembrano lunghi; anche a me fa lo

stesso effetto, se passano 3 giorni a ricevere tue nuove.

307 Cartolina postale.

308 Cartolina postale.

157


Adelgisa mi rimprovera se io dico qualche cosa, poiché veramente non dovrei

lagnarmi di te. Ieri sera sono andata al Costanzi ed ho condotto la Sig.na C. che ho avuto

piacere di conoscere. Sono andata a sentire di nuovo il Rigoletto poiché è l’opera che danno

bene, ma giusto ieri sera sembravano tutti stanchi. Farò sentire la Sig. Bianco forse in

Casa B. poiché la Sig. sta poco bene ed ho piacere di vederla.

Io sto bene e ti raccomando di guardarti dal freddo, ora in primavera l’amico, che

incontrai al Mondial mi assicura che i Belloni usciranno e ti scriverò. Hai ricevuto la raccomandata

di 5? Ho scritto di interessarsi a sapere qualche cosa. Il ritardo mi preoccupa.

Domani ti scriverò a lungo. Perdonami se ogni tanto involontariamente ti faccio soffrire col

ritardo di notizie, ma vorrei dartele tutte e qualche volta mancandomi ritardo anch’io.

Suor Giuseppina sta bene, mi ha scritto. Sto qui e quando vuoi tu verrò a stare

con te. Mille abbracci

Nelina

(f. 259, c. 38)

230.

Roma, 4 marzo 1926 309

Carissimo fratello,

A momenti ricevo la tua del primo ed eccomi subito a te. Mi duole assai vederti

così abbattuto, come poi lo sono anch’io nel vedere come mi hanno fatto passare tutto

questo tempo portando le cose così per le lunghe. E se sapessi quante volte ho insistito,

mentre rassicurata ho fatto trascorrere qualche settimana e poi da capo. Ora vi è stato certo

uno smarrimento di raccomandata, che per la mia solerzia ho subito fatte le pratiche

necessarie, mentre adesso ripeto io la pratica e se no può essere come tu facesti conoscere

al nostro caro e vero amico, cercherò un altro modo sicuro.

Stai dunque tranquillo e fida su me. Sto bene e mi auguro che anche tu di salute

stai bene. Passeremo se Iddio vuole cinque mesi assieme, e pensa fin da ora in quale sito

ove il sole e il caldo ci farà compagnia, io soffro molto il freddo.

Stasera sarò in compagnia della Signorina che ho conosciuto e che è tanto buona.

Le calze erano sbagliate, mentre le tue stavano dal calzettaio, quando non faccio io! Ti

spedirò una dozzina di colli nuovi, ma è l’umido che li fa diventare così, poiché quella

parte che non è lucidata viene sciupata dall’umido. Che ci vuoi fare? Lascia da parte quelli

strappati e adopera questi che ti invio. Ti ho fatto spedire i libri, quelli che ti dovea

mandare Dore e quelli che hai voluto da P. che ti ossequia. Se vuoi spedisco io e così avrai

tutto quello che vuoi. Non ti preoccupare di scrivere come vuoi, hai tutte le ragioni, né io

mi secco, semplicemente mi duole saperti angustiato. Ti abbraccio con vivo affetto.

Nelina

(f. 259, c. 40)

158

309 Lettera.


231.

Roma, 6 marzo 1926 310

Carissimo Gigino,

La venuta della Sig. è stata per me un gran piacere, mi è sembrato di rivedere te,

amatissimo fratello, che ti sieguo in tutte le ore del giorno e in tutti i movimenti che succedono.

Le tue angustie e le tue preoccupazioni per l’affare che sai, sono state angustie e

preoccupazioni mie. L’amico cinque voleva fare come tu consigliasti e l’avrebbe voluto

fare con terze persone lontane e tentò la via, però ebbe risultato negativo e questo fece

passare più di un mese, mentre prima il tempo era passato perché nel banco hanno avuto

una revisione di tutte le sterline mandate all’Estero specificando il motivo, persona e cose.

Non poteva quindi usare quel mezzo, e il 18 febbraio senza avvertire me, fa uno chèque

in dollari e li spedisce a Miss Carter 311, se non che vedendo che fino il 24 non l’aveva

ricevuto io andai subito per far fare il fermo nelle banche, e così è stato fatto, con il réclame

per la raccomandata.

L’amico 5 mi ha ridato la somma che per non avere preoccupazione te la manda

per mezzo della Sig. che ringrazierai tanto. Non ti preoccupare di altro, penseranno loro

al ritiro della somma e corrispondere a noi quello che devono. Poi fatti animo e coraggio,

non ti dispiacere per quello che qui fanno o che non fanno. Tu forse non conoscevi bene

gli uomini, ma ne vedi i risultati; d’altra parte la pressione è terribile ed è la vera arma per

distruggere. Spataro secondo me è stato quello che ha distrutto tutto materialmente poiché

per mettere gente sua ha mandato via gli antichi, mentre i suoi son giovanotti inutili e

forse dannosi. Questo era l’uomo! Lascia fare a Dio che per esercitare la tua virtù si serve

più che altro di quelli che erano amici o per la loro buona fede o insipienza. Pensiamo

piuttosto a poter vivere il più del tempo insieme.

Certo che costì non potrà essere per il caro vivere, come si fa con la nostra

finanza! Io ora qui lascerei le camere ma dove metto il piano, i bauli, tutto? N. 6 casse di

libri! Briuccia me li ha fatto mettere in un garage della banca, altri due sono in soffitta

qui, 4 bauli il piano lo studiolo, cappella, colonnetta quadri sono qui nelle camere, dovrei

spedire tutto a Caltagirone.

Basta, pazienza, questo si potrà pensare al mio ritorno dopo essere stata da te

onde decidere la nostra permanenza. Ti mando le calze tue, poiché avevano sbagliato nel

consegnarle a Venerina. Te ne ho fatto fare altri due paia e mi accorgo che sono più pesanti,

te li metterai quando fa più freddo o piove. I colli erano pronti e se hai bisogno di altro

scrivimi che prima che vengo faccio aggiustare tutto e compro quello che ti abbisogna.

Venendo per parecchio dovrei spedire un baule non è vero? Poi venire a Londra e stare

separati non è bello, cosa farei io che non conosco la lingua? Né posso studiare poiché

non mi posso tanto applicare.

310 Lettera.

311 Barbara Barclay Carter (1911-1967), americana, ma ben ambientatasi in Inghilterra e buona conoscitrice

della cultura italiana. Fondò a Londra il gruppo “People and Freedom”. Fu traduttrice di diverse opere

di Sturzo.

159


Sto bene, ma ora l’acido, ora qualche decimo, ora l’angustia per te tutto mi rende

inutile. I Belloni forse comprano la casa a Milano. Tu non saresti di avviso di comprare

la casa qui? Se ne presentano tanti e gli affitti sono enormi! Dimmi un sì o un no semplice.

Adelgisa ti ossequia; essa lunedì va a farsi l’operazione di appendicite e poi forse qui

più non la riprendono poiché pigliano una ragazza. A me questo dispiace, è come una

parente.

T’abbraccio con tutto il cuore

232.

Nelina

(f. 259, c. 51)

Roma, 7 marzo 1926 312

Caro Gigi,

Ho ricevuto ieri 6 la cartolina del 3 e mi auguro che hai già ricevuta la letterina

da me spedita pure il giorno 3. Mi pare che anche ti ho mandato una cartolina ad ogni

modo, vedi che non ti faccio mancare mie notizie come tu non me ne fai mancare. Se

qualche ritardo succede è per colpa di altri. Ti ho fatto spedire i libri che doveano mandarti

e Dore mi dice che ha spedito il resto. Ti auguro che così fra breve riceverai tutto e

sarai pienamente contento di tutto. Io sto bene, Adelgisa domani entra all’ospedale e speriamo

che se ne liberi presto e bene, del resto sta bene in salute.

Qui difficilmente verrà o potrà ritornare ed è una cosa che mi dispiace moltissimo.

A Maurizio diedi i Barocliceride e spero che troverà modo di averli presto. Tra le calze

ne troverai due paia nuove e come tutte le cose me li hanno fatte col filo più grosso,

pazienza, li metterai quando piove. L’Onorevole Baranzini ti ha mandato poi il diritto

canonico che con lui ti mandai? Vi è stato qui l’ing. Foti, quello di Caltagirone o meglio,

di Acireale, che sta a Caltagirone e pare che combini un matrimonio con la figliola di

Turiddu Fanales Maria. In Sicilia dice che vi è stato temporale e una quantità di acqua,

per le campagne ci voleva. Vedi che cartolina lunga che ti ho scritto mentre le tue sono

corte corte. Che venga presto la primavera e così verrò a Londra. Riceviti i saluti di tutti

gli amici e parenti che sempre me ne incaricano, mentre ti abbraccio con vivo affetto

160

312 Cartolina postale.

Nelina

(f. 259, c. 41)


233.

Roma, 10 marzo 1926 313

Caro Gigi,

Ricevo la tua cartolina del 6 corrente e spero che avrai egualmente ricevuta la

lettera del 3 e la cartolina del 7. La lettera non era raccomandata, ma spero che l’avrai

ricevuta egualmente. Godo che costì vi è aria tiepida, anche qui vi è stata, oggi però umido

e cerca di piovere. Ieri ho ricevuto la lettera del 27 febbraio, con ritardo ma l’ho ricevuta.

Scriverò a Baranzini per sapere del libro, peccato se si è perduto! Mario mi ha

scritto che vuole un medicinale per gli occhi, che domani spedirò. Intanto si è divertito a

lavorare come un cane ed ora a riposo per gli occhi. Potrebbe venire appena spira Pasqua e

così l’aspetterei, se tarda veramente no. Sto bene e son fiduciosa che avrai ricevuto i libri

spediti, il Bollettino 314 e presto riceverai tutto quanto desideri. A me pare che tu scriva

ogni tre o quattro giorni e tu ti lagni che non ti scrivo. Si vede che mi vuoi bene veramente,

come e quanto te ne vuole la tua aff.ma

234.

Nelina

(f. 259, c. 43)

Roma, 11 marzo 1926 315

Carissimo Gigino,

Ho in mano la tua cartolina del giorno 8. Mi meraviglio che hai ricevuto solo i

libri di musica e non gli altri, mentre li ho spediti a S. Lorenzo tutti e due i pacchi ed io

ho la ricevuta. Il terzo pacco Dore assicura che lo ha spedito. A Baranzini ho scritto per

sapere la fine del diritto canonico. Sto bene e come te, starei meglio se ti sapessi tranquillo.

Sono cose noiose ma che avranno spero presto fine. Spero che Mario si persuaderà a

venire a metà aprile, così sbrigando tutto verrei da te caro fratello.

Ti salutano gli amici tutti, mentre io ti abbraccio, aff.ma

Nelina

(f. 259, c. 46)

313 Cartolina postale.

314 Si riferisce al «Bollettino bibliografico di scienze sociali e politiche», bimestrale fondato da Sturzo nel

1923 e pubblicato dalla Società Editrice Libraria Italiana. In esso venivano recensite opere di carattere politico

e sociale non solo italiane. Il governo fascista lo soppresse nel 1926.

315 Cartolina postale.

161


235.

Roma, 13 marzo 1926 316

Carissimo Gigi,

Come vedi io rispondo ogni cartolina e lettera che tu mi scrivi. Ho ricevuto la

1, 2, 4, 6, 8 e quella di oggi col gattino tanto carina. Quella del 9 non l’ho ricevuta, se tu

riscontri tutte le mie vedrai che è così. Ho scritto a Milano per avere notizie sul diritto

canonico. I libri due pacchi, cioè quelli di musica e l’altro che dovea mandarti Dore li ho

fatti spedire io ed ho qui la ricevuta. Un altro pacco Dore assicura che lo ha spedito perché

non arrivano? bisogna reclamare.

Adelgisa si è operata ieri l’altro e sta relativamente bene, ti ossequia tanto. Spero

che quello che desideri lo riceverai in queste settimane, almeno ci tranquillizzeremo

anche di questo. Era lettera o cartolina quella del 9? Certo che non l’ho ricevuta.

Sto benissimo, mi auguro che Mario venga presto e così possiamo anche presto

venire e riabbracciarti. Oggi qui è incominciata la musica a Piazza Colonna, una serata

splendida. Tutti gli amici ti salutano ricordandoti sempre. Le Sig. Virili ti ossequiano, io

ti abbraccio

236.

Nelina

(f. 259, c. 48)

Roma, 17 marzo 1926 317

Carissimo,

Ieri sera ho ricevuto la tua cartolina del 13 e così li ho ricevute tutti, tutti anche

la letterina del 9. Grazie. Però se vedi bene io ho risposto ad ognuna di essi e se ti arriveranno

con ritardo si è perché per lo spesso non arrivo ad impostarle alla posta centrale.

Sto bene e son sicura che quando avrai questa avrai già ricevuto le altre e gli oggetti che ti

ho inviato. Aspetto con ansia una tua che mi dica questo. Io sto bene e appena mi sarò

sbrigata degli affari di giù combineremo la venuta. Se i libri non li hai ancora ricevuti faccio

fare il reclamo poiché sono stati spediti. Io poi non capisco come ricevi quelli di musica

e non gli altri, mentre le ricevute sono attaccate insieme.

Sto facendo 4 giorni di ritiro nella chiesa delle monache di Tor de Specchi, è

tanto bella quella chiesetta! Prega per me, caro fratellino affinché mi santifichi come voi.

162

316 Cartolina postale.

317 Cartolina postale.


Quando è carina la cartolina con quella testa di gattino! Sembra che miagoli, e tu sai se a

me piacciono i gatti. Un abbraccio, aff.ma

Ho scritto per il diritto canonico.

237.

Nelina

(f. 259, c. 50)

Roma, 21 marzo 1926 318

Siamo in piena primavera qui a Roma e voglio sperare che anche a Londra quest’anno

incominci bene. Godo sentire che sei stato a Liverpool e spero che la conferenza ti

sia riuscita bene. Ho mandato a chiamare Dore, e per quanto abbia assicurato a Lorenzo

che i libri sono stati spediti io ho detto voglio la ricevuta. Vediamo, altrimenti faccio

domani come tu mi hai scritto. Tutte le altre commissioni li ho fatte e spero che anche tu

avrai già in mano le mie. Sto bene, e in genere a Roma si sta bene, l’influenza è leggiera.

Le lettere e cartoline li ho ricevute tutte e voglio sperare che tu abbi ricevuto tutte le

risposte.

Attendo tue nuove coll’accertamento di aver ricevuto le calze, i colli ecct. Ti

abbraccio, aff.ma

238.

Nelina

(f. 259, c. 53)

Roma, 25 marzo 1926 319

Caro Gigi,

Con piacere sento che sei tornato da Liverpool e che lì hai parlato di musica.

Ho ricevuto dopo quella del 13 la lettera del 18 e la cartolina del 15, quella del 17 non

l’ho ricevuta. Però come ti scrissi nell’ultima cartolina tutte le altre tue le ho ricevute sicuramente.

Godo che stai bene, come lo sono anche io. E siamo già a Pasqua, speravo farla

con te, ma mi pare impossibile venire ora, temo che l’inverno di costà non lo sopporti. In

questi giorni ho avuto un altro dolore per tre giorni al braccio sinistro, proprio come lo

ebbi una volta a Caltagirone; sono noiose queste nevralgie.

318 Cartolina postale.

319 Cartolina postale.

163


Spero che avrai ricevuto le mie commissioni. Ho cercato tutte le tue lettere, ma

penso che quella del 17 l’avrò ricevuta poiché deve essere quella dove mi dicevi parto per

Liverpool ecct., però non la trovo in mezzo le mie lettere, mentre tutte le altre le trovo.

Questa del 17, se non ricordo male, era raccomandata non è vero? Con una dell’amico

del Mondial che ho subito data, dunque li ho ricevute tutte. A momenti ricevo la tua cara

del 22 e insieme la tua cartolina del 21. Godo che stai bene e in questi giorni preparo tutto

e cerco di finire tutto per venire da te, non so se riesco prima di Pasqua, ma io credo

dopo. Ti scriverò quello che posso combinare in una lettera. Saluti alla Sig. Norah. Ti

ossequiano le Sturzo che mi scrivono a momenti i Belloni e i Baroni di Giura.

Ti raccomando di guardarti dai venti freddi in questo periodo. Baranzini mi ha

scritto che il libro non lo ha potuto mandare, ma che lo manderà fra giorni. Abbraccioti

239.

Nelina

(f. 259, c. 54)

Roma, 27 marzo 1926 320

Caro Gigi,

Ricevo la cartolina del 24 e così li ho ricevute tutte come tu scrivi. Sto bene, il

dolore al braccio è passato e lunedì incomincio il Sodane Reobi che mi ha prescritto Punzi

il quale ti saluta. Ti spedirò gli stec… [sic] e ti comprerò tutte le dispense dell’ufficio.

Anche i libri che vuoi penso di portarli io, mentre spero che quelli di Dore ti siano arrivati.

Ancora il giardino della Russa non è raccolto quindi non pagato del tutto. Spero pria

di partire lasciare tutto rassettato. Ti scriverò a lungo per lettera. Adelgisa sta bene, qui

non è possibile restare, questi vogliono delle sgobbone, la medesima ti ossequia e va da

Cingolani come cuoca. Egli ti saluta e l’altro giorno ha voluto che andassi a colazione da

lui per stare coi bambini; sono tanto cari. Ti ossequia anche D. Clemente che era lì a

pranzo.

Con i più affettuosi abbracci

164

320 Cartolina postale.

Nelina

(f. 259, c. 55)


240.

Roma, 29 marzo 1926 321

Caro Gigino,

Ti scrivo tanto spesso e tu sempre ti lamenti di me. Sto bene, la nevralgia un

po’ per l’acido urico, un po’ per le stanze fredde di questa casa; le mie due stanzette vedono

un po’ di sole, ma il salone loro ove è il piano fa un freddo di tomba.

Io non ho suonato il piano che appena tre volte prendendo un malanno alla

volta. L’avrei voluto nelle mie stanze ma per non levare uno scaffale di libri del nipote

medico, non lo hanno voluto mettere qui ed io pur pagando 400 al mese ho ceduto stupidamente,

poiché anche il piano ne risente male. Ed ora penserei di sciogliermi da questi

lasciando tutta la roba rassettata e pagandoci un tanto per quello solo, così restar libera

per un altro anno, non ti pare? Perché penso che il freddo di qui nell’inverno non è tanto

sopportabile specialmente quando non si sta bene e non si resta in camera. Non ti dico

che nelle altre camere non è possibile restarci, sembrano ghiacciaie. Intanto pagare £ 400

al mese coll’intenzione di non tornarvi mi pare un buttar i denari, saranno un sei sette

mesi di assenza. Rispondimi il tuo parere.

Adelgisa è andata da Cingolani, che come ha sentito che con me non poteva

restare l’ha voluta per cuoca. L’avrebbe voluto pure Michele Gravina, ma lei pare che

abbia preferito Cingolani. Mi duole tanto di averla perduta! La riunione della Seli 322 è

stata fatta e l’amico del Mondial ti scriverà dandoti anche notizia di quanto desideravi.

Ed ora dimmi un po’, devo venire a Londra ovvero aspettare Parigi? Dove vuoi prendere il

sole? Dove andremo questa estate? Dovrò, venendo (come credo sarà) verso la metà di

aprile portarmi la pelliccia? La cappella dove vuoi che la spedisco? Baranzini mi ha detto

che il Diritto Canonico lo spedirà in questi giorni. Ancora le arance della Russa non sono

state raccolte e quindi non te le ho potute mandare. Aspetto una tua lunga lettera. Il bollettino

uscirà presto. I manoscritti sono stati ricevuti ha detto Dore. Per i libri di Desclée

non mi dici se in francese o in italiano.

Con i più forti amplessi, aff.ma

Nelina

P. S. Ricevo la tua del 26. Godo che Mario verrà presto a Parigi ed io aspetterò

lui ovvero lui va prima a Lourdes? Rispondimi presto. Ele R. verrebbe a maggio ma poi tu

li conosci...

(f. 259, c. 56)

321 Lettera.

322 La Seli era stata fondata da Sturzo nel 1923. Come il partito e le altre strutture collaterali, non ebbe

vita facile per le difficoltà frapposte dal fascismo.

165


241.

Roma, 31 marzo 1926 323

Due paroline di auguri per la prossima Pasqua. Divisi l’un dall’altra pregheremo

il buon Dio che ci assista sempre e ci voglia benedire. Ci rivedremo fra non guari e

passeremo un bel po’ insieme compensando il lungo tempo di lontananza. Sto bene, il

dolore è del tutto passato. I libri come ti ho scritto li porterò, anzi li farò comprare a

Monsignore che lui sa meglio di me. Aspetto risposta alla mia ultima ed aspetto che

Mario mi dica il suo itinerario, spero sbrigarmi di tutti gli affari per vivere un po’ tranquilla

in villeggiatura. Buona Pasqua adunque, con infinite affettuosità. Tutti gli amici ti

fanno i migliori auguri

242.

Nelina

(f. 259, c. 57)

3 aprile 1926 324

Le funzioni li ho seguite tutte al Gesù e stamane dopo la Messa ho fatto la S.

Comunione per noi tutti. Col cuore ti sto vicina in questi giorni, anelando di presto riabbracciarci.

Ho fatto subito quanto mi scrivi e spero che se non oggi Desclée spedirà lunedì

i libri che desideri. Io avevo pensato di portarli per non farli smarrire, dato che Dore mi

dice sempre che li ha spediti, però non gli ho pagati perché mai me li ha chiesti. Poi ti ho

detto che io non mi annoio mai quando tu mi scrivi che vuoi qualche cosa, mi duole che le

persone non facciano quello che io con tanta efficacia e insistenza prego di fare.

Spero che adesso mi sbrigano tutto, come mi hanno promesso, è da tanto che

mi hanno promesso che ti avrebbero dettagliatamente scritto. Caro fratello, il buon Dio

vuole così esercitare la tua pazienza e la tua virtù, coraggio, si soffre quaggiù per godere

poi tutti insieme lassù nel cielo. In questi giorni le amiche tutte fanno la gara per avermi

con loro, e tu caro dove hai passato il giorno di Pasqua? Spero che sarai stato in compagnia

e non solo in un giorno tanto solenne. Oggi e ieri qui caldo. Le lettere del 21-26

sono giunte, ti risponderò ma difficilmente potrò venire di estate più che di primavera.

Scrivimi dove devo spedire la cappella, rispondi alla mia lettera dettagliatamente. Tutti gli

amici ti salutano, mentre io ti abbraccio con vivo affetto

166

323 Cartolina postale.

324 Cartolina postale.

Nelina

(f. 259, c. 60)


243.

Roma, 6 aprile 1926 325

Caro Gigino,

Ricevo la tua del 3, spero che avrai ricevuta la mia ultima cartolina a quest’ora.

Desideravo sapere se con me devo portare la pelliccia, farà più freddo da poterla mettere?

Sto bene, il dolorino al braccio sinistro ancora non è del tutto andato via, però mi duole

nel muoverlo. Ieri ti ho fatto spedire due inni di Cristo e uno del Quovadis, vuol dire che

potrai anche regalare questi. Però Dore non mi ha chiesto nulla ancora. Pare che Mario

sarà qui sabato 10, cercherò di persuaderlo come tu vuoi. Ti avevo scritto stamane e ora

questa, così non potrai lagnarti di me. Sono arrivate domenica le cuginette Gravina, stanno

tutti bene e con Michelino ti ossequiano, augurandoti ogni bene.

Qui fa caldo o meglio è vera primavera. Ho parlato parecchie volte delle tue

bozze ecct., mi assicurano che scrivono, che fanno, poi nulla. Come faccio a starli addietro

ogni momento? Pria di partire spero avranno espletate tutte le pratiche e così staremo

tranquilli. Tutti ti ossequiano, mentre io ti abbraccio

244.

Nelina

(f. 259, c. 62)

Roma, 10 aprile 1926 326

Caro Gigino,

Ricevo la tua del sette c.m. Mi duole saperti raffreddato e non sapendo se parti

ti scrivo a Londra e a Parigi 327. Oggi è arrivato Mario e sta benissimo, io pure sto bene. Se

sei raffreddato non partirai per Parigi? Noi siamo pronti e non vediamo l’ora di riabbracciarti.

Ti ho scritto che rispondo una per una alle tue lettere. L’indirizzo per la Seli è Piazza

Capranica n. 4. Mi hanno assicurato che le bozze te li hanno rispedite. Le altre li puoi

spedire all’indirizzo che ti ho scritto e a Dore perché pare che sia ancora lì.

Le lettere del 21 e 26 arrivarono, ma mi ha detto che ti risponderà, credo che

ancora non l’abbia fatto perché è fuori di Roma. Le lettere che tu dici li ho ricevute tutte e

mi pare che le commissioni li abbia fatte tutte. Hai ricevuto i libri? Io te li ho fatti spedire

dallo stesso Desclée. Affettuosi saluti anche da Mario

Nelina

(f. 259, c. 65)

325 Cartolina postale.

326 Cartolina postale.

327 Cartolina postale sped. a Parigi lo stesso giorno (Rue Cassette 24), che riproduce sostanzialmente la

cartolina spedita a Londra (f. 259, c. 66).

167


245.

Roma, 14 aprile 1926 328

Caro Gigino,

Ti avviseremo del nostro arrivo per telegramma e credo che prima che ti arriva

la presente arriverà il telegramma e così ci rivedremo presto. Stiamo bene, farò le tue

commissioni, il vocabolario italiano-tedesco, la grammatica e la guida saranno nella cassa

dei libri, e quindi impossibile a smontarli; si compreranno. Spero che avrai ricevuta la

mia cartolina e così non ti angustiare più, mentre poi in ogni mia ti ho detto e subito

risposto, che le due lettere del 21 e 26 sono state ricevute.

Ti accludo un bigliettino di Iatrini 329 che da tanti giorni mi ha lasciato, ogni volta

me ne sono scordata. I parenti e gli amici ti salutano con affetto, io ti abbraccio, aff.ma

246.

Nelina

(f. 259, c. 70)

Roma, 15 aprile 1926 330

Caro Gigino,

A quest’ora avrai ricevuto la lettera e il telegramma di cifra ove ti dice della

nostra partenza per martedì: non si è potuto prima e né si è potuto avere l’espresso. Mi

duole per il tuo aspettare, ma coraggio, staremo un bel po’ insieme quest’anno! Intanto tu

cerca l’Hotel e ci scriverai. Stiamo benissimo, Mario da 4 giorni che è qui, si è rimesso; lui

così compie la sua visita ad limina e non si ferma più al ritorno.

Intanto mi scrive la Sig.na Norah che a Londra mi ha trovato un buon posto in

un albergo dove si pagano 3 guinee la settimana; non so se tu ne sei informato. Io non so

quando potremo andarvi e quindi non ho risposto, forse è meglio che scrivi tu e per me

sola, tu sai le indecisioni della famiglia di Ele e allora non bisogna impegnarsi, loro scriveranno.

Me lo ringrazierai e ossequierai tanto.

Un abbraccio affettuoso 331

168

Nelina

(f. 259, c. 71)

328 Lettera.

329 Alfio Iatrini, canonico, attivo nel movimento cattolico siciliano, già presidente della Direzione diocesana

di Catania. Ebbe nutrita corrispondenza con Sturzo.

330 Lettera.

331 Mario, Nelina e Luigi si ritrovarono insieme a Parigi nella seconda metà di aprile.


247.

Parigi, 23 maggio 1926 332

Carissimo,

Come vedi la tua la ricevo stamani alle 10 quando uscivo per la Messa. Subito

rispondo, ma non so quando ti arriverà. Sto bene e non ti preoccupare per me. Madame

de Quirielle gentilmente il venerdì sera mi conduce a teatro. Domani lunedì vado a colazione

da Madame Russo che gentilmente mi ha telefonato. Ossequiami il Comm. Oggi è

domenica, domani si fa pure festa quindi negozi chiusi. Guardati la salute e ricevi un caldo

abbraccio 333

248.

Nelina

(f. 259, c. 80)

Roma, 3 agosto 1926 334

Carissimo Gigi,

Due paroline poiché mi accorgo che son passati parecchi giorni che non scrivo.

Ho ricevuto di ritorno la cartolina di Angelica, godo che stai benissimo come sto io. Si

vede che le cure mi giovano molto, questi rinforzanti. Spero partire sui primi dell’entrante

settimana.

Baci e affettuosi abbracci

Nelina

(f. 260, c. 8)

332 Cartolina postale sped. a Bruxelles.

333 Nelina da Parigi, a fine maggio, proseguì con Luigi per Londra. «Soggiornò alcuni giorni al St. George’s

Hotel e poi fu ospite di Cicely e Barbara nell’appartamento sito al numero 213 di Gloucester Terrace,

dove esse si erano trasferite a metà maggio dalla precedente residenza di Redcliffe Square in Kensington.

Dopo alcuni giorni trascorsi presso i Serviti di Fulham Road, Sturzo le raggiunse» (G. Farrell-Vinay, Sturzo e

l’Inghilterra, in Universalità e cultura, cit., pp. 190-191. Scrisse Luigi a Mario il 1° giugno ’26: «Stiamo bene.

Nelina è in un albergo vicino alla mia dimora e a Londra sta meglio che a Parigi. L’aria è mite, benché spirino

ancora venti un po’ freddi» (Carteggio, I, p. 144). Nel luglio Nelina e Luigi andarono in Francia per i bagni.

334 Cartolina illustrata.

169


249.

Roma, 4 agosto 1926 335

Carissimo fratello,

Il tempo qui vola, ora spingendo per un affare ora per un altro. Il tempo è stato

scelto male perché tutta la gente si trova fuori e un altro anno il mese di agosto lo passeremo

insieme. Sto bene, faccio le cure prescritte, non cammino tanto perché questo ancora

mi stanca, forse anche il caldo, ma ripeto non ho più il palpito che mi teneva agitata; lo

stomaco bene ed evito tutto quello che mi può fare acido ma però mangio con appetito.

Spero partire giovedì prossimo col direttissimo, ma sempre ti scriverò prima

stai tranquillo e ti darò mie notizie. Tanfani 336 sono più di otto giorni che ha spedito tutto

all’indirizzo che ho dato io e spero che non si smarrirà e che quel Rev.do riceve tutto in

regola, altrimenti falli arrivare l’indirizzo di Tanfani per averne notizie. Io partendo non

me ne posso più interessare. Badi che ho dato l’indirizzo che quel Rev.do mi ha scritto

così com’era… era poi giusto?

Il dono della Giapponesina ai Foti è tanto piaciuto e mi hanno ringraziato con

tanto entusiasmo. Spero che Barletta sarà anche lui contento. Ieri ti scrissi una cartolina e

oggi questa. Per isbaglio nella cartolina misi il francobollo di 1,25 (riderai delle mie distrazioni).

Per l’affare in corso mi stanno facendo perdere la pazienza, ma spero che verso

la fine dell’entrante settimana mi sbrigheranno. Non credo che potrò essere da qui il 12,

ad ogni modo io parto lasciando bene tutto, stai tranquillo.

Salutami i Signori di Paris Plage, il nome mi serve quindi non gli mando saluti

in più. Per la casa, come ti ho scritto, non ho concluso, invece quando ti scrissi feci l’altro

modo a quel che vale. Ed ora ti lascio mentre nel pensiero e nel cuore ci stai sempre presente.

Ho sbarazzato quei famosi C. e spero il celestino di Parigi. Ciao

250.

Nelina

(f. 260, c. 24)

Roma, 12 agosto 1926 337

Passando da Pisa comprai le cartoline e ti mando il campanile tanto bello. Il

viaggio è stato sotto tutti i riguardi ottimo e sono arrivata, grazie a Dio, benissimo. Qui

molto caldo e mi sento intontita, però sto bene e non ho più quell’agitazione nervosa. Le

padrone di casa mi hanno fatto tante cose e una venne alla stazione.

170

335 Lettera.

336 Ditta romana di spedizioni.

337 Cartolina illustrata.


Arrivarono ieri sera anche, ma alle 6, le Gravina di ritorno da Montecatini. Ti

salutano e ringraziano tanto tanto. Pare che il grazioso uccelletto lo hanno tanto tanto

gradito più che un gattino. Partiranno fra due giorni. Per oggi ti abbraccio

Benissimo, abbraccioti.

251.

252.

Nelina

(f. 260, c. 11)

Roma, 12 agosto 1926 338

Nelina

(f. 260, c. 9)

Roma, 14 agosto 1926 339

Carissimo fratellino,

Ricevo la tua che aspettavo con ansia. Sento con piacere che il viaggio tuo fu

ottimo, come ottimo fu il mio. Grazie, caro fratellino, che mi hai voluto far partire coll’espresso,

si viaggia benissimo e come Americana, tutti i viaggiatori erano ed eravamo Americani,

riderai.

Arrivammo in orario perfetto, senza aver avuto gran caldo. Qui si muore del

caldo, del sudore e mi sento passata dall’inverno all’estate. Godrei un po’ questo caldo se

non pensassi che tu lo desideri e non lo puoi avere. Ed io debbo avere tutto! Non puoi

credere la mia sofferenza in pensare questo. Sia fatta la volontà di Dio!

Come ti ho scritto la stessa sera arrivarono i Gravina e così ho la compagnia.

Ma partiranno presto ed io non posso avere la loro compagnia nel viaggio, ma vi sarà

sempre qualcuno. Essi ti salutano con affetto, come fa pure Ragusa il quale non dice più

la Messa al Gesù alle 12 perché gli veniva troppo faticoso, col caldo poi…

Qui tutto è calma e tranquillità. Ti ossequia cinque che ho già visto, e ci siamo

messi d’accordo ma in un modo diverso di come tu desideri, non è possibile quello. Ti ho

comperato un cuscino di gomma a cui farò le foderine e poi ti manderò. Ho parlato con

Tanfani e presto farò la spedizione. Io col palpito sto sempre lo stesso, si accentua quando

338 Telegramma.

339 Lettera.

171


ho molto acido, ma tutti mi trovano ingrassata e bene. Tornerò a prendere l’arodanal e

poi in Sicilia vedrò il nostro bravo D’Antona. Stai tranquillo che ti scriverò tutto, e perché

poi nascondere quello che si soffre?

Tu intanto farai lo stesso, lo desidero per mia tranquillità. Carissimo, fatti

coraggio, cerca di trovare compagnia per distrarti, non lasciar di fare le passeggiate. Salutami

la Signora Muir 340, tanto cara, a cui scriverò un’altra volta, dille che penso sempre

con piacere la sua compagnia e quelle dei bottoncini di rosa dei piccoli. Un bacino ai

medesimi e ossequi al Sig.r Muir.

Abbraccioti affettuosamente

253.

Nelina

(f. 260, c. 12)

Roma, 16 agosto 1926 341

Carissimo,

A momenti ricevo la tua lettera. Spero che realmente stai bene e mi dici la

verità. Anche io sto bene e per ora in compagnia dei cugini che ogni giorno mi vogliono a

pranzo. Ti salutano tanto tanto. Scelba ti ossequia 342 e fra giorni vedrò l’Avvocato. Stai

tranquillo per me e salutami i tuoi amici. Abbraccioti

254.

Nelina

(f. 260, c. 14)

Roma, 19 agosto 1926 343

Caro Gigino,

Ho ricevuto la cartolina del 15. Mi meraviglio come non hai ricevuto la mia

ma forse perché l’ho impostata al Gesù invece che a S. Silvestro. Avrai a quest’ora ricevuto

340 Famiglia inglese, amica di Luigi, con cui avevano passato le vacanze in Francia.

341 Cartolina illustrata.

342 Scelba incontrava qualche volta Nelina a Roma. «Grazie della Sua da Paris-Plage. Ho visto la Sig.ra e

con vivissima gioia ho appreso le buone notizie sulla Sua salute e sulla vita londinese» (Scelba a Sturzo, Roma

25 agosto 1926, in L. Sturzo-M. Scelba, Carteggio, cit., p. 91).

343 Lettera.

172


la lettera di Mina che ti ringraziava dell’uccello che hanno tanto gradito. Tu se rispondi

falle una bella letterina. Mi hanno voluta ogni giorno a pranzo, sono tanto affezionate. Ti

parlavano di un invito che ho avuto per andare a Labico, ma probabilmente non andrò.

Sto bene, per quanto ancora il palpito qualche volta mi disturba, ma molto

meno che a Parigi, poiché qui mi riposo. Ho comperato un’altra bottiglia dell’Urodal che

incomincerò domani. Stai tranquillo però, perché mi sento bene. Sarà anche un po’ di

nervoso. L’ingegnere Foti sposerà il 4 settembre ed io ancora non ho pensato al dono.

Spero farlo presto ed arrivare a tempo. Forse un oggetto per salotto. Io ho incominciato

ad espletare le commissioni collo spedire o meglio far spedire da Tanfani la cassetta con

tutto l’occorrente all’indirizzo del R. Olivas, spero lo riceverà tutto in regola. Cinque ha

già cinquantasei ventiquattro persona di nostra conoscenza e spero che presto me ne darà

notizia.

Altri penso potere qui fare quarantaquattro non ti pare? Restando collo stesso

modo di prima. Oggi sono stata l’ultima volta da Michelino, domani partono. Ho visto

Venerina che ti saluta tanto. Nino non è venuto perché non poté avere il passaporto. Ho

fatto con il tuo Prof.re un salesiano, il viaggio nell’alta Italia, mentre suo padre era contento

che fosse venuto all’Estero. Ti ossequia tanto tanto. Domani spero vedere sette e

interessarlo fortemente. Michele per il villino non ha concluso nulla. La Sig. Amerigo ha

comperato un bell’appartamento a Piazza d’Armi, 6 camere e accessori per 100.000. Nello

stesso stabile ve n’è ancora uno ed io sono in dubbio se o no aderire, mi pare lontano,

vi è anche l’ascensore.

Basta, andrò a vederlo. Tutti mi incaricano di ossequiarti. Mario mi scrive con

tanta poesia della sua andata a Terranova e della sua permanenza. Giovannino Di Bartolo

è là per i bagni. Che dirti? Ti penso sempre e vorrei esserti vicino, sento con piacere che

stai bene mentre ti abbraccio, aff.ma

Salutami tutti.

255.

Nelina

(f. 260, c. 15)

Roma, 23 agosto 1926 344

Carissimo,

Ricevo la tua lettera del 19. La aspettavo con ansia. Sento che stai bene e ne

godo; anch’io bene, non ti dico benissimo come tutti mi trovano perché non ci crederesti.

Spero sbrigare tutto presto per poi partire. Foti sposerà il 4 settembre e credo che io non

potrò esservi. Ho comperato il dono e glielo ho fatto spedire, un giapponese alto 30 cen-

344 Cartolina illustrata.

173


timetri di porcellana. Spero che sarà un grazioso soprammobile. Tu se credi fai arrivare gli

auguri per quel giorno. Aspetto tue lettere mentre ti abbraccio

256.

Nelina

(f. 260, c. 16)

Roma, 9 settembre 1926 345

Carissimo Gigi,

La tua ultima è del 2, quindi sono 7 giorni che non mi scrivi, perché? Sto in

pensiero ed ora che vado in Sicilia dobbiamo scriverci spesso altrimenti mi fai stare male.

Sto bene però, male dico poiché mi preoccupo del tuo silenzio. Avrai ricevute le mie due

ultime ove comprendi che il ritardo è causato dalle villeggiature e dalle piccole teste. Spero

avere domani una qualunque notizia e poterti scrivere; oggi è solo per non farti aspettare,

a me qui il tempo passa senza che me ne avveda, ma a te immagino come sembri

lungo. Appena arrivato ti scriverò, non ti telegrafo perché lo credo inutile.

La Marchesa Sant’Alfano forse partirà con me. Ci siamo visitate e chiarite del

ritardo delle nostre visite. So che l’Idea Popolare 346 te l’hanno mandata. Gli amici ti salutano,

ho visto Gilardoni di sfuggita.

Un abbraccio affettuoso

257.

Nelina

(f. 260, c. 26)

Roma, 10 settembre 1926 347

Carissimo Gigino,

Due paroline in fretta perché sto partendo coll’espresso. Sto benissimo, dolente

che tu non mi scrivi dal due settembre e ne parto scorrucciata. Spero trovare notizie a

Caltagirone. L’affare che tu sai è in mano al Cardinale di costà, così hanno voluto fare

345 Cartolina postale.

346 Giuseppe Spataro, su suggerimento di Sturzo, fondò il settimanale «L’idea popolare», diretto da Giuseppe

Margotti con la collaborazione di Mario Scelba, che uscì dall’aprile all’ottobre 1926. Sturzo gli aveva

scritto il 25 novembre ’25: «… La scomparsa del Popolo è stata per me un vero dolore: ma ero preparato, anzi,

come saprai, ne avevo scritto ad Alcide. Bisogna fare un Settimanale, anche se viene sequestrato ogni numero.

Ma fatto bene!» (L. Sturzo, Lettere a Giuseppe Spataro, cit., p. 90).

347 Lettera.

174


quelli dell’alto. Del Giudice è stato fuori e meno male che ho trovato Tupini il quale per

quel che occorre si mette a tua disposizione. Tu scrivendo per lui puoi dirigere la lettera

chiusa alle mie padrone di casa.

Baci affettuosi

Benissimo, abbraccioti.

258.

259.

Nelina

(f. 260, c. 27)

Caltagirone, 12 settembre 1926 348

Nelina

(f. 260, c. 25)

Caltagirone, 13 settembre 1926 349

Cari Gigi,

Avrai ricevuto il mio telegramma e così stai tranquillo su di me. Sto benissimo

ed in campagna coi cugini Gravina che ti mandano a dire tante cose. Aspetto Mario che

verrà a far qui una conferenza, dice che sta bene. Scrivimi spesso e delle cartoline, così

saranno più sicure di recapito. Smetto di scrivere perché viene l’auto per tornare in campagna.

Salutami i Muir a cui chiederai scusa della mia ultima scritta in fretta e furia che

per misura presi il treno, al mio solito.

Abbracci affettuosi

348 Telegramma.

349 Cartolina postale.

Nelina

(f. 260, c. 30)

175


260.

Caltagirone, 18 settembre 1926 350

Carissimo Gigi,

Stamane ho ricevuto la tua desiderata cartolina da Roma del 14 c.m. Godo di

tutto, tutto. Sto bene e ieri ho avuto qui Mario il quale è ripartito stamane, sole 24 ore.

Qui ho i lavoranti per finire ogni cosa e quindi lui non volle trattenersi, tornerà. Sta

benissimo, come sto bene anch’io. Qui fa caldo e col caldo le campagne soffrono… raccolta

male su tutta la linea abbiamo avuto. Vavà mi ha detto che ha ricevuto la tua è rimasto

contento del nostro pensiero e ringrazia tanto anche te, ti scriverà, credo.

I parenti tutti ti ossequiano, gli amici ti riveriscono ricordandoti con affetto.

Manderò in giornata una cartolina a M. Rosa, che tu mi saluterai, come anche quella vecchietta

tanto buona. Spero ricevere presto tue notizie da costì mentre ti abbraccio, aff.ma

Nelina

(f. 260, c. 31)

261.

Caltagirone, 20 settembre 1926 351

Caro fratello,

Grazie del tuo affetto e del pensiero che hai per me. Spero che avrai ricevuto la

mia diretta a Roma e la seconda costì. Quella che aspetti da sette la troverai dai Muir e dal

Cardinale. Io sto benissimo, Mario tornerà qui quando la casetta sarà a posto. Per ora

respiro aria di campagna. Salutami tutti abbracciandoti

Nelina

(f. 260, c. 32)

262.

Caltagirone, 23 settembre 1926 352

Caro Gigino,

È la terza tra cartolina e lettera che ti scrivo, tu mi dici che nulla ricevi, spero

che questa la riceverai a Londra e a Fulham Road ancora 353. Sto bene e vado e vengo dai

176

350 Cartolina postale.

351 Cartolina postale.

352 Lettera.

353 Luigi, alla fine di settembre si trasferì al n. 10 di Kensington Gardens Square W. 2, in attesa di una


cugini Gravina. Così sto in campagna e in città. Godo che tu hai goduto ancora del caldo

prima di incominciare l’inverno lungo e umido di Londra.

Ti mando un’altra fotografia, fatta però dallo stesso fotografo che mi fece quell’altra

che hai e se non isbaglio è la stessa. Pazienza, però mi assomiglia, sono un po’ cretina.

La Signora B. mi ha mandato quelli che facemmo al Castello di Chantilly, ti ricordi?

Che bella gita!

Stanno facendo la vendemmia però poca cosa quest’anno, tutto poco. Che dirti?

I cugini ti salutano, gli amici ti ossequiano io ti sto vicina sempre sempre e ti ringrazio

delle cartoline che mi scrivi, sono più certe di recapito. Abbracci

Nelina

(f. 260, c. 34)

263.

Caltagirone, 27 settembre 1926 354

Caro Gigi,

Ho ricevuto la tua cartolina da Londra, godo che il tuo viaggio è stato ottimo e

che stai bene355, lo sei veramente? Io sto bene, vorrei sbrigarmi coi mastri ma mi portano

per le lunghe, mentre mi godo un po’ di aria di campagna. Fa caldo e non piove qui affatto.

Sembravano che dei temporali volessero venire a visitarci, ma sono rimasti per istrada.

Sto bene e tutti mi trovano più grassa. Mario dopo l’otto ottobre verrà a passare

qui un po’ di giorni. Certo che io quest’anno voglio lasciare la casa rassettata, almeno da

non chiamare più mastri.

In questo momento tutti sono in campagna, il tempo è delizioso. Vavà B. ti

risponderà alla tua ultima, mi ha detto stamane che sono andata a fargli visita. L’altro ieri

lui tornando da Caltanissetta in automobile ha avuto un incidente che però non gli ha

causato altro che delle escoriazioni alle ginocchia, fortunatamente, poiché la macchina

cadde verso il burrone.

Tutti, amici e parenti ti ossequiano tanto tanto. Le cugine Sturzo mi vorrebbero,

ma io ancora non trovo il tempo per andare. Tupini mi disse che se hai bisogno dell’opera

sua scrivigli, mi pare di averti scritto l’indirizzo per il quale può recapitare. Salutami

le persone che io ho conosciuto, mandami la misura affinché ti faccia fare le foderine.

Conservati in salute mentre ti abbraccio con vivo affetto

Nelina

P. S. Adelgisa entra di nuovo all’ospedale S. Giacomo per un’altra operazione

poveretta!

(f. 260, c. 35)

più definitiva sistemazione. Le lettere e cartoline, dalla n. 264 alla n. 280, furono indirizzate da Nelina, salvo

diversa indicazione, a questo nuovo indirizzo londinese.

354 Lettera.

355 Luigi era stato in Germania, a Bonn.

177


264.

Caltagirone, 27 settembre 1926 356

Caro Gigi,

Ti sieguo col pensiero e col cuore, vorrei essere a te vicino in questo momento

di cambio di casa. Ma come ti rassetterai?, dove metterai tutti i libri? Non ti strapazzare.

Questa ti arriverà con il detto indirizzo? Io temo di no. Ieri ti ho ancora spedito una lettera

a Fulkam Road. Un abbraccio

265.

Nelina

(f. 260, c. 36)

Caltagirone, 29 settembre 1926 357

Carissimo fratello,

Ho ricevuto la tua del 25 qui alla Villa ove ancora mi trovo. Sto benissimo specie

colla cara compagnia dei cugini che ti salutano. Ti ho scritto più volte ma sempre a

Fulkam Road, spero che li riceverai. Anche una mia fotografia ti ho mandato, ma tu dirai

che sono molto seria. Salutami Miss Margherita e famiglia che ricordo sempre con piacere.

Tornerò a casa lunedì che vengono gli operai e spero finire tutto. Stai tranquillo e conservati

la salute mentre ti abbraccio tutto al cuore

266.

Nelina

(f. 260, c. 37)

Caltagirone, 4 ottobre 1926 358

Carissimo fratello,

Sono tornata definitivamente da campagna e sono in casa ove aspetto Monsignore

che verrà per due o tre giorni, sempre così. D’altra parte qui gli operai per cose da

356 Cartolina postale.

357 Cartolina postale.

358 Cartolina postale. Nel carteggio col fratello Mario (I, p. 154) alla nota 1 della lettera 85, è riportata,

senza collocazione archivistica, una lettera di Luigi a Nelina, scritta da Londra il 2 ottobre, non rintracciata

178


poco mi portano per le lunghe, ma certamente non mi muoverò da qui se non ho rassettato

per benino. Sto bene veramente; il tempo è un po’ incostante poiché vi sono stati dei

temporali, qui in ripercussione ancora veramente pioggia non ve n’è stata.

Penso a te nella nuova dimora e mi sembra di vederti solo, molto solo. Ho subito

mandata a chiamare D. Ciccio per le musiche che appena avrà ti spedirò. Qui tutti

domandano di te e ti salutano affettuosamente. Con dispiacere ho letto la caduta della

piccola Mariuccia, quando andrai da quei Signori tanto buoni dì tante cose per me. Li

ricordo sempre e le scriverò qualche giorno.

La mia fotografia fu fatta al momento che dovea partire per Caltagirone, ero un

po’ stanca, ma anche il fotografo mi fece venire il viso più lungo di quello che ho. Abbracci

affettuosi

267.

Nelina

(f. 260, c. 40)

Caltagirone, 6 ottobre 1926 359

Carissimo fratello,

Ricevo a momenti la tua cartolina e godo che stai bene e pensi al mio St. Georges

Hotel: era tanto carino! Anche io sto bene ed aspetto Mario, come ti ho scritto. Vavà

sta bene, ma è un po’ teso con me per cose che riguardano suo g.ro, mentre che io non ci

entro. Gli passerà spero, intanto mi ha detto che ti scriverà. Qui tutti i rassettamenti nelle

camere procedono lentamente e ci vuole la pazienza che io non ho. Non sono ancora

andata nelle nostre campagne ove devo mandare mastri dappertutto.

Hai svincolata la cassa che spedii? Avete dovuto pagare la multa? Io a quel

signore avevo detto di fare le dovute dichiarazioni. Il cuscino di gomma ti è piaciuto?

Mandami la misura affinché ti possa fare i cuscini di fodera. Tutti ti ossequiano, il qui

presente Don Ciccio, la portinaia. Dimmi se le cartoline mandate al nuovo li hai ricevute.

Ti abbraccio, aff.ma

Nelina

(f. 260, c. 42)

nell’Archivio Sturzo. La riportiamo di seguito: «Carissima Nelina, stamani ho ricevuto la tua lettera del 27 e

la cartolina segnata 29 settembre. Sto bene, sul serio; non ho mai scritto cosa diversa da quel che è. Anzi qui

mi sono abituato al vero regime inglese, come tu al S.t Georges Hotel; e sto meglio. Manda pure le lettere al

vecchio indirizzo che mi arrivano. Preferisco cartoline, purché spesso. Godo assai che V. abbia scampato dall’incidente

automobilistico. Ancora non mi ha scritto; ma fa lo stesso. Salutami i cugini, le cugine Sturzo e gli

amici. A Mario non scrivo, perché non so dove indirizzare la lettera. Dagli tu le mie notizie. Un abbraccio di

cuore - Luigi».

359 Cartolina postale.

179


268.

Caltagirone, 11 ottobre 1926 360

Caro Gigino,

Ho avuto una visione di visita di Monsignore. Egli sta proprio bene tanto che

con lui è andato M. V.ra per rifare quel famoso ritratto. Anche io sto bene e godiamo che

tu lo sei egualmente. Ho subito incaricato il F. Alì per quel che desideri. Qui i lavori procedono

e spero sbrigare tutto presto. Gli amici tutti, tutti, ti salutano e i parenti ti fanno

dire tante affettuosità.

Io ti lascio poiché le cuginette Gravina mi aspettano per uscire in auto. Salutami

le persone che io conosco e dille che li ricordo sempre. D. Giacomo, Angelo e Truglio

ti salutano, quest’ultimo dolente che non gli hai risposto. Aff.ma

269.

Nelina

(f. 260, c. 43)

Caltagirone, 13 ottobre 1926 361

Carissimo fratello,

A momenti ho la tua dell’otto c.m. Regolarmente ricevo le tue cartoline e

rispondo, qualche volta con qualche giorno di ritardo per tutto lo sbattamento che ho per

i mastri in casa. Ora si va a riordinare e immagina la polvere. Vorrei mandare al fuoco tanti

giornali antichi, ma non sapendo se tu vuoi li conservo tutti, che imbarazzo però, ci

vuole una camera! Sto benissimo, sono stata un po’ raffreddata per il vento che è venuto

da tutte le aperture ancora incomplete. Se vedessi però come salgo e scendo con sveltezza

senza soffrire di quella palpitazione che ebbi a Parigi! Fu l’aria del mare forse. Qui caldo e

caldo, sembra estate e al povero giardino manca l’acqua. Abbracci affettuosi

180

Salutami tutti.

360 Cartolina postale.

361 Cartolina postale.

Nelina

(f. 260, c. 45)


270.

Caltagirone, 16 ottobre 1926 362

Caro Gigi,

Come vedi rispondo subito alle tue appena li ricevo. Sto benissimo, vado e vengo

da S. Bartolomeo perché vi sono i mastri. Qui ancora caldo: alla Russa non ha piovuto

che pochissimo. Ho fatto fare un saggio per trovare acqua con esito negativo, fa pena il

giardino. Le olive quest’anno pochissime e tutte guaste. Anche io ho avuto la sensazione

che quel signore non ha accettato malgrado le sue parole al momento che si presentò con

Monsignore. Con me non si fa nessuno vivo di loro, abbracci

271.

Nelina

(f. 260, c. 46)

Caltagirone, 19 ottobre 1926 363

Carissimo fratello,

Sempre grata delle tue premure nel darmi notizie e così sto un po’ più tranquilla,

rispondo sempre a giro di posta. L’ultima dell’11 non ti è arrivata in tre giorni, io sbagliai

di mettere 10 e non 11. Sono stata a S. Bartolomeo 364 perché lì vi sono i mastri che

poi devono tornare in casa per finire, spero, e uscirne una volta per sempre.

Mario non vede l’ora che io la finisca per venire a passare un po’ di giorni qui.

Non ho avuto notizie sulla musica che tu desideravi. Domani manderò a chi chiedere e

vedremo. Tutti ti ossequiano mentre io ti abbraccio con vivo affetto, aff.ma

Nelina

(f. 260, c. 48)

362 Cartolina postale.

363 Cartolina postale.

364 La villa di S. Bartolomeo era stata lasciata loro in eredità dallo zio Emanuele Taranto. A loro volta la

lasciarono in eredità al seminario di Caltagirone come seminario di campagna.

181


272.

Caltagirone, 22 ottobre 1926 365

Carissimo,

Io rispondo ad ogni tua cartolina subito, tengo a posto le cartoline per non perder

tempo; se non li ricevi subito sarà per la posta. Godo che stai bene e che il freddo

ancora non ti fa impressione, copriti bene, non devi sentire troppo il freddo che ti fa

male. Qui ancora è estate e per le campagne, tranne in certi punti, si soffre. Io sono alle

prese con le carte e coi libri: la camera a ponente viene tutta libri e carte e giornali. La

cappella l’ho messa nel tuo studio; sarà più comodo per Monsignore dire la messa in questa

stanza.

Che dirti? Mi duole che tu non puoi vedere tutte le riforme che costano sì, ma

che rendono la dimora meno seccante. Tutti ti salutano, io ti abbraccio con vivo affetto

Sto bene abbastanza.

273.

Nelina

(f. 260, c. 50)

Caltagirone, 24 ottobre 1926 366

Carissimo fratello,

Sento i gradi di freddo e temo che quest’anno non potrai resistervi. Come sarà

lungo l’inverno! Io sto bene, il raffreddore fu cosa da nulla ed è passato. Con tanto stravento!

Sono quasi agli sgoccioli coi muratori, resta la ripulitura e pittura. Poi spero verrà

Monsignore a godere insieme i nuovi restauri della casa. Ti penso sempre e mi stai sempre

vicino. Tutti ti ricordano e ti salutano con affetto.

Tu ricevesti la mia fotografia e Mario no, sono seccatissima di questo smarrimento,

in quali mani è cascata? Tanti abbracci affettuosi

182

365 Cartolina postale.

366 Cartolina postale.

Nelina

(f. 260, c. 51)


274.

Caltagirone, 27 ottobre 1926 367

Carissimo fratello,

Ricevo la tua del 23. In questi giorni ti sto più vicino col pensiero. Godo che il

freddo non ti fa impressione e spero che la temperatura si rimetta. Anche qui è si è abbassata

la temperatura senza ancora aver piovuto. Nei boschi è sconfortante, ma che farci?

Stamane si sta facendo l’impianto dei recipienti per l’acqua e così la faccio portare

nelle stanze e nel bagno. Quando tu verrai avrai le comodità che costì non ti mancano

e spero presto. Come sarebbe bello! La patria propria per quanto piccola è sempre bella,

massimo in questi mesi! Il freddo qui non è possibile, starò tutto novembre e un po’ di

dicembre. Non so ancora quando Mario verrà. La cappella l’ho passata nel tuo studio, è

più comoda per Monsignore. Salutami le amiche che conosco e tu prendi un forte

abbraccio, aff.ma

275.

Nelina

(f. 260, c. 53)

Caltagirone, 30 ottobre 1926 368

Carissimo fratello,

Ieri ho ricevuto la tua del 21 e godo moltissimo che hai veduto il Canonico B.

Com’è affezionato e buono! Godo che stai bene come ti assicuro di me. Ancora sono in

mezzo la polvere e il disordine poiché tengo solo un mastro per aver fatte le cose per benino

e poi, ora manca per una cosa ora per un’altra. I libri li ho riversati tutti nella camera

della cappella e spero di riordinarli e metterli a posto, ma ci vorrà del tempo e di aiuto.

Albina Maltese m’incarica di parteciparti la nascita di un’altra bambina che chiameranno

Egle, che nome strano! Ti ossequia con suo marito e colle zie.

Tutti ti salutano e dagli amici tante cose. Scriverai a D. Ciccio Gravina appena

riceverai le sonate che ha copiate lui. Io li ho spedite raccomandate il 26. Spero che li riceverai.

Ti abbraccio con affetto

367 Cartolina postale.

368 Cartolina postale.

Nelina

(f. 260, c. 54)

183


276.

Caltagirone, 1 novembre 1926 369

Carissimo fratello,

Ho la tua fra le mani mentre si trovavano qui le cugine Sturzo che ti salutano

affettuosamente. Godo sentire che l’amico vero e affettuoso si trova costì, così sei contento.

Mi duole che soffri coi geloni, ma usa i guanti, stai a riscaldarli al fuoco. Povero fratellino

come devi soffrire quest’inverno! Qui ancora si va vestiti di estate o con qualche leggiero

paletot. Sto benissimo. Mario verrà la settimana entrante. Darò al Canonico Montemagno

il libro che tu vuoi.

Oggi sto preparando tutto per mandare al Camposanto, pregherò in questi

giorni pei nostri cari morti, che ci proteggano dal cielo!

Hai ricevuto le musiche? Le fotografie son pronte e te li manderò, spero che

non si smarriscano. Forse i geloni ti son venuti per uscir la mattina per la Messa? Stai

attento, quando vi è la nebbia forte non uscire. Ti abbraccio con vivo affetto, aff.ma

277.

Nelina

(f. 260, c. 56)

Londra, 1 novembre 1926 370

Carissima Nelina,

Come l’altra volta anche questa: ieri sera ho ricevuto la cartolina del 25 e stamane

quella del 28 ottobre. Ma questa volta non mi sono angustiato; ho capito che deve

dipendere dalla posta. Sto bene e godo assai che tu stai bene. I bambini dei Muir stanno

benissimo e ricambiano. La signorina Caterina ha cominciato a leggere e domenica sera

ne ha dato un saggio. Miss Simonson ti ricorda con affetto. Tutti ti salutano. Salutami gli

amici e i parenti. Un abbraccio

184

369 Cartolina postale.

370 Cartolina postale sped. a Caltagirone.

Luigi

(sc. 728, fasc. F/1/4, c. 312)


278.

Caltagirone, 4 novembre 1926 371

Ricevo la tua del 29. Grazie sempre del pensiero tuo affettuoso e godo che tolleri

benissimo il freddo di costì. Qui ancora si va coi vestiti leggieri e appena si chiudono i

balconi fa caldo. Sto bene e anche io risento i benefici delle lunghe villeggiature perché

sto benissimo. Posdomani verrà Mario per una settimana, è sempre con appuntamenti

anticipati e quindi qui viene per poco. La Baronessa Di Giura non si è fatta viva dacché

sta qui; non so spiegarmi il perché, mentre al ritorno dalla Francia mi fecero tante cose. Io

le ho scritto parecchie volte. E i Belloni torneranno a Roma, andranno forse a Milano, chi

lo sa? Son contenta che il Commendatore è stato tanti giorni, così senti meno la lontananza.

Vavà La Rosa e Concettina sono a Parigi. I parenti e gli amici ti salutano con affetto.

I libri e le carte li ho passati tutti lì, buttati, poi li rassetterò. Salutami tutti, a te un forte

abbraccio, aff.ma

279.

Nelina

(f. 260, c. 57)

Caltagirone, 12 novembre 1926 372

Carissimo fratello,

Ho ricevuto le tua cartoline e la tua lettera ed ho fatto arrivare le tre ai destinatari.

Come avrai visto, ti ha scritto Mario al posto mio, perché io stanca e occupatissima e

per lui e per i mastri non ho avuto tempo. Sto bene in mezzo alla polvere e al traffico, non

mi fa male. Sto rassettando la stanza a ponente coi libri e viene ordinata e bella. Lunedì

verranno i pittori per le porte, il bagno e tutto, credimi, sembra come se avessi fatto una

casa nuova di quanto tempo ci è voluto e di quanto si è speso.

Quando tu verrai però, starai più comodo. Ti scrive la baronessa Di Giura e ti

fa dire tante cose. Il Dott. D’Antona ti ossequia, è venuto a visitarci gentilmente. Ho dato

il libro della Madonna del Ponte al can. Montemagno. Salutami il Commendatore e digli

che non scrivo ai suoi perché non so dove trovarli. Li penso sempre e sempre li sieguo.

Tutti ti salutano, io t’abbraccio con vivo affetto

371 Cartolina postale.

372 Cartolina postale.

Nelina

(f. 260, c. 60)

185


280.

Caltagirone, 13 novembre 1926 373

Caro Gigino,

Ho ricevuto tutte le tue, ed oggi scrivo con un certo ritardo perché sono ingolfata

a rassettare le librarie tutte e tutte piene di polvere, figurati il mio daffare! Però sono

contenta alla fine di lasciare la casa rassettata e pulita.

Malgrado ciò sto bene. Qui fa ancora caldo e le giornate sono bellissime, solo

che io ne godo poco perché sempre occupata. Quest’anno partirò con i Gravina verso

Natale o un po’ prima.

Salutami tutte le amiche che di me ti domandano. La Baronessa Di Giura mi

ha scritto una lunga lettera e ti fa dire tante cose affettuose. I parenti e gli amici ti salutano,

io ti abbraccio

281.

Nelina

(f. 260, c. 65)

Caltagirone, 19 novembre 1926 374

Carissimo,

Le tue mi arrivano regolarmente mentre io mi trovo a rassettare la casa dopo la

tempesta dei mastri. Comprenderai che per mettere in ordine e pulizia una casa grande

quando si manca da un pezzo è un da fare enorme. Spero poi godermi per un po’ di giorni

l’ordine e la pulizia.

Godo moltissimo del tuo nuovo alloggio e ti sieguo in tutti gli angoletti di esso.

Spero che sceglierai la mia stanzetta per lo studio e l’altra per dormire così starai più

comodo. Quando poi verrò io ci accomoderemo. Sto bene malgrado la polvere vecchia

dei libri e quella dei muratori. Con Giovanni N[icastro] 375 lunedì aggiusteremo i giornali

perché i libri sono a posto.

Se vedeste le due scaffe del tuo studio come sono ordinate e ripulite! Questa

volta il mio interesse è stato mettere la casa in ordine ed è costata una spesa. Salutami tan-

373 Cartolina postale.

374 Cartolina postale spedita a Londra al nuovo indirizzo: 213 Gloucester Terrace W. 2. Lettere e cartoline

dalla n. 281 alla n. 627, furono indirizzate da Nelina, salvo diversa indicazione, a questo nuovo indirizzo.

«Sono più vicino – scriveva al fratello Mario il 12 novembre annunciandogli il cambio di indirizzo – al Convento

delle Monache, che è a Gloucester Gardens» (I, p. 162, lett. n. 93).

375 Già presidente della sezione comunale del PPI a Caltagirone. Su questo personaggio cfr. L. Sturzo,

Lettere non spedite, a cura di G. De Rosa, Il Mulino, Bologna 1996, pp. 26-31.

186


to i padroni di casa che ricordo con affetto 376. I Gravina e gli altri parenti ti ossequiano

come fanno gli amici. Un abbraccio

282.

Nelina

(f. 260, c. 63)

Caltagirone, 21 novembre 1926 377

Carissimo,

Ti ho scritto in questi giorni parecchie cartoline, ieri sera una lettera di auguri

per il nostro compleanno e spero la riceverai. Il ritardo della solita corrispondenza è stato

perché qui vi è stato Mario che ha scritto lui. Spero che non si interrompi più la catena

delle nostre cartoline. Ti saluta il Pr. Ardizzone che ho visto a momenti. Ti salutano gli

amici a cui ho dato il tuo nuovo indirizzo. Per me non ti angustiare poiché sto benissimo.

Continuo a stare qui per ora poiché voglio sistemare tutto.

Salutami tanto le amiche, un bacio alle piccole della Miss Muir. Saluti affettuosi

ai padroni di casa e a te un abbraccio, aff.ma

283.

Nelina

(f. 260, c. 66)

Caltagirone, 24 novembre 1926 378

Caro Gigi,

Le tue le ricevo tutte regolarmente e spero che le mie tu li riceva egualmente.

Penso la mia stanzetta, e la vedo tutta piena di libri, con un bel fuoco acceso, calda, calda.

E la tua? Dove dormi? Sopra o sotto? Qui le riforme e il rassettamento procede ed io

ancora piena di polvere per fare l’assettamento e lo scarto in compagnia di G. Nicastro

che ti saluta tanto.

Ancora non ho potuto fare il primo bagno nel nuovo gabinetto perché il pittore

non ha finito il lavoro. Spero presto farne la prova. Qui il tempo continua bello e sem-

376 Nelina, durante il suo soggiorno a Londra, era già stata in questo appartamento ospite delle padrone.

Vedi nota n. 333.

377 Cartolina postale.

378 Cartolina postale.

187


a autunno appena in principio. Ancora si portano i vestiti leggieri. Salutami tutti, un

caldo abbraccio

284.

Nelina

(f. 260, c. 67)

Caltagirone, 27 novembre 1926 379

Caro Gigi,

Ricevo la tua e come ogni volta rispondo. Godo che stai bene, ma mi duole che

non ricevi mie cartoline regolarmente. Sto benissimo e mi trovo in casa dei cugini G. da

dove ti scrivo. Ti salutano affettuosamente. Salutami tutte le mie amiche mentre ti

abbraccio

285.

Nelina

(f. 260, c. 69)

Caltagirone, 27 novembre 1926 380

Carissimo fratello,

Ricevo a momenti la tua del 22, spero che accomoderete l’affare del servizio che

è un problema ovunque. Ieri 26 è arrivato Mario, sta benissimo e si fermerà un po’; l’ho

fatto venire con tutto il suo personale di servizio e così sta bene. Giovanni Di Bartolo ieri

sera è arrivato da Palermo in condizioni abbastanza gravi, speriamo se qui si curerà. Egli

domanda di te sempre e ti ossequia. Ti fanno gli auguri i parenti tutti e ti ossequiano.

Michele G. vorrebbe l’indirizzo di quella persona siciliana che costì si occupa o meglio,

ha il negozio di limoni e arance, se non sbaglio tu dicesti di Milazzo. Egli vorrebbe sapere

come li vogliono condizionati, come si fanno le cassette, come si fanno le conserve, i sciroppi

di arancia, tutto per le arance. Se non ti riesce difficile e non devi prendere fresco,

altrimenti non farne caso. Puoi scrivere se dare l’indirizzo del cugino. In quanto alla spesa

del contratto mi dice di caricarlo a l’interessato, non vi è ragione di far tu la spesa. Quest’anno

la vendita delle arance è un problema, vedremo.

188

379 Cartolina postale.

380 Cartolina postale.


Salutami tutti tutti, non dimenticarne uno, io non mando per non scrivere da

qui, starò ancora un po’ per le arance. Ti abbraccio, aff.ma

286.

Nelina

(f. 261, c. 2)

Caltagirone, 28 novembre 1926 381

Caro Gigino,

Oggi il primo giorno di nebbia e umido proprio alla Caltagironese. Intanto

meglio così che il caldo che ha fatto fino a ieri, poiché le campagne soffrono tanto. Io vorrei

sbrigare pria di partire anche l’affare del giardino, ma quest’anno non se ne vede il

principio. Figurati se mi secca a scrivere e poi a te, caro, carissimo! Se il giro delle cartoline

si è per poco fatto più lungo è stato per il periodo che vi fu Mario, il quale scriveva lui.

Se tu manchi di scrivermi mi fai male, e ciò lo comprendo anche per te che stai

tanto lontano, mentre stiamo tanto vicini col pensiero e col cuore.

Ti accludo quanto Michele mi ha dato affinché tu faccia in regola il completamento

all’antecedente procura. I parenti tutti, gli amici, le persone di casa ti salutano

affettuosamente, io ti abbraccio con vivo affetto, saluta i tuoi padroni di casa, aff.ma

Nelina

P. S. Desidero sapere se quei libri grandi grandi e grossi (relazioni del bilancio

Comunale) si debbano mandare a qualche persona ovvero conservarle. Con Giovanni N.

stiamo facendo scelta e sistemazione.

(f. 260, c. 70)

287.

Caltagirone, 1 dicembre 1926 382

Carissimo,

Ricevo la tua cartolina e quella del Comm. Grazie a te e a lui degli auguri e del

pensiero. Spero che avrai ricevuta la mia lettera di auguri, erano solo auguri, pensieri

affettuosi e nulla più. Sto bene, ma ancora non mi riposo poiché mi è rimasto di far ripulire

tutta la casa ed è un lavoro. Mi andrò a riposare a Roma quando avrò finito tutto e

credo che passerà quasi tutto il mese.

381 Lettera.

382 Cartolina postale.

189


Sto bene; oggi incomincia il freddo, sai quel vento di ponente che dà tanto ai

nervi, e non piove ancora nelle nostre campagne. L’altro ieri ti ho spedito una raccomandata

con dentro la bozza di una procura per quelle opere di beneficenza della Montemagno.

Spero che li riceverai e che così potrai rispondere presto a Michele.

Ho letto che costì vi è stata la nebbia e che vi sono stati dei danni. Non uscire la

mattina quando è così, non mi far stare in pena. Abbracci, aff.ma

288.

Nelina

(f. 260, c. 72)

Caltagirone, 6 dicembre 1926 383

Carissimo,

Ricevo la tua cartolina dell’uno e godo saperti bene, io pure, così i parenti, che

ti mandano a salutare. Spero fra non molto rivedere Monsignore, il quale vuol venire a

passare qui qualche giorno e godere con me i restauri della nostra casetta. Ho fatto ripulire

tutto tutto e sembra tutta nuova. Con dispiacere leggo che la mia lettera è andata smarrita,

spero quella raccomandata che la riceverai è del 28 novembre.

Da due giorni finalmente piove, così le campagne respirano. Aspetto risposta

per quei libroni grossi grossi che tenevi nel tuo studio, che ne devo fare? Salutami le mie

amiche e dì loro che sempre li ricordo con simpatia. Le persone di casa ti ossequiano con

rispetto.

Abbraccioti, aff.ma

289.

Nelina

(f. 260, c. 74)

Londra, 9 dicembre 1926 384

Carissima sorella,

Stamane speravo ricevere tue notizie. Io ho avuto una febbretta di raffreddore o

d’influenza, come oggi si dice, oggi è caduta. Del resto sto bene. Molte cose dalle padrone

di casa. Te lo scrivo perché così tu sei più tranquilla, che non ti nascondo nulla. Ma è stata

190

383 Cartolina postale.

384 Cartolina postale sped. a Caltagirone.


una cosa piccola e insignificante. Spero di ricevere tue notizie oggi. Anche da Mario non

ho notizie da cinque giorni 385.

Tanti saluti a tutti tutti, un abbraccio di cuore

290.

Luigi

(sc. 728, fasc. F/1/4, c. 311)

Caltagirone, 11 dicembre 1926 386

Carissimo fratello,

Oggi ho finito tutti i lavori di riordinamento e già mi godo la casa bella e a

posto. Starò qui ancora e passerò qui le feste giacché i cugini non partono. Sto bene, oggi

è stata una giornata di dolce autunno, nella terrazza della casa è stato un vero paradiso.

Come mi duole pensare il freddo che tu soffri! Come stai? Il disturbo di stomaco è passato?

Guardati dai colpi di aria e mangia bene, forse è il cibo che non ti va? Io penso che ciò

è un male per te perché ti indebolisci. Chiedi quello che desideri e tieniti lo stomaco forte.

Te ne prego con tutto il cuore.

Di me non aver pensiero che so curarmi. Mario ancora non viene perché aspetta

il Vicario non so da dove. Adelgisa è ammalata di pleurite, poverina, ti ossequia e si raccomanda

alle tue preghiere. Salutami tutti, ti abbraccio, aff.ma

291.

Nelina

(f. 260, c. 77)

Caltagirone, 14 dicembre 1926 387

Carissimo fratello,

Ieri ho ricevuto la tua cartolina del 9. Sento con dolore della tua influenza, piccola

come tu dici, ma che a me produce una viva agitazione, un pensiero. Però ti ringrazio

che sei sincero e che mi dici tutto, debbo crederlo? Io sto bene e in periodo di vero riposo

poiché tutti gli operai sono andati via e la casa è rassettata.

385 Scriveva al fratello il giorno dopo: «Ricevo la tua cartolina del 6 c.m. Mi trovo con un po’ di influenza

addosso: cosa assai leggiera. La febbretta è caduta. Resta un po’ di noioso raffreddore. Così mi dà occasione

di leggere quasi tutto il giorno» (I, p. 165, lett. n. 97).

386 Cartolina postale.

387 Cartolina postale.

191


Come vorrei che vedeste l’ordine che ho messo! Sembra un’altra e non si desidera

nulla. Io passerò qui le feste per essere più vicino a Monsignore e alle cugine, poi partirò,

poiché il mio dente non può più tardare ad essere rifatto. Ieri ti ho spedito le fotografie

con in mezzo tre mie fatte da Paolo al Boschigliolo.

Della cappella che ti mandai non ne fai uso? Io in quanto a servizio sono sempre

con la solita Vincenza Giacomina che viene a restarvi la notte. Intanto povera Giacomina,

stamane è dovuta partire per Palermo ove là trovasi Giovannino a studiare e che è

ammalato di nefrite acuta. Immagino come è partita mentre D. Giacomo è qui rimasto

influenzato, speriamo si guarisca, figliuolo unico! I medesimi ti ossequiano come fanno i

parenti e gli amici. Ti abbraccio, aff.ma

292.

Nelina

(f. 260, c. 78)

Caltagirone, 18 dicembre 1926 388

Carissimo fratello,

Godo leggere nella tua ultima cartolina dell’11 per quanto quella del 10 mi è

arrivata dopo, che ti sei già rimesso del raffreddore avuto, ma abbiti sempre dei riguardi ti

prego, ti potrebbe anche prendere un altro. Io sto bene, il 16 con le Gravina siamo andati

a fare una visita a Monsignore, il quale sta benissimo. Il ritratto fatto da Vaccaro è veramente

bello, solo lo ha invecchiato un po’, poiché ha molto accentuato le rughe 389.

Per l’atto vuoi che faccio sapere prima la spesa? Certo che non devi scontare tu

una cosa che non ci entri. Attendo risposta. Ti ossequiano i parenti e gli amici tutti, che ti

ricordano con affetto. Io non credo che arriverò a vendere i giardini e credo anche che se

ne parlerà verso primavera. Se vi sarà bisogno tornerò, ma dopo le feste, non posso fare a

meno di partire. Ragusa è finalmente andato via da fare l’istitutore e al posto vi è Ardizzone

che ti ossequia.

Ho fatto spedire un panettone alla Sig.na non ricordandomi il nome della

Signora, mi perdonerà spero. Attendo dunque tua risposta, mentre ti auguro le cose più

belle per il S. Natale, che per me è un po’ di conforto passarlo vicino a Monsignore, il

quale verrà l’indomani. Godo e ringrazio anche io Miss Muir del bel dono, ossequi tanto

tanto la famiglia e tutte le amiche, aff.ma

192

Nelina

(f. 260, c. 79)

388 Cartolina postale.

389 «Ho saputo che Nelina è stata da te e che le è piaciuto il tuo ritratto di M. Vaccaro. Dopo Natale

andrai a Caltagirone?» (Luigi a Mario, 23 dicembre 1926, I, p. 166, lett. n. 100).


293.

Caltagirone, 22 dicembre 1926 390

Carissimo fratello,

Forse questa ti arriverà domenica e non sabato giorno di Natale, come avrei

voluto. Ma oggi visite, gente, da fare mi hanno assorbito da non farmi avere un minuto di

tempo per dedicarlo a te, mentre il mio pensiero e il mio cuore è a te stato rivolto. Puoi

bene immaginare quale può essere il mio augurio in questi giorni e ciò che il mio cuore

può desiderare per te. Accettali questi miei auguri e pensi che in questi giorni stiamo vicini,

come del resto i nostri pensieri son vicini sempre.

Godo sentire che ti sei ripreso e che ti guardi dai colpi di aria e dal cattivo tempo.

Spero che sarà così e che non soffri tanto. Io, grazie a Dio, sto bene per quanto anche

qui il freddo è incominciato e come. Il figlio di D. Giacomo continua e la madre è a

Palermo con lui, dice che migliora, ma io temo che non lo superi. Poveretti come sono

addolorati. Mario verrà come ti ho scritto la settimana prossima e starà un po’ di giorni;

sta benissimo.

Spero che il panettone arrivi a destinazione. Può darsi che partirò assieme ai

cugini Gravina ovvero con la Marchesa Sant’Alfano verso la prima quindicina del mese

entrante. Vorrei lasciare venduti i giardini ma non mi pare che ci sia verso. Tutti ti salutano

e ti offrono gli auguri più affettuosi. Le persone di casa ti ossequiano, io saluto tutti e a

te abbracci

294.

Nelina

(f. 260, c. 82)

Caltagirone, 25 dicembre 1926 391

Caro Gigi,

In questo giorno così dolce, ma così doloroso per me, stante lontano dall’amato

fratello, t’invio il più affettuoso ricordo, un caldo amplesso purificato dalla S. Comunione,

che per te ho fatto oggi. Che il buon Gesù Bambino ti colmi di suoi carismi e ti dia

sempre forza e coraggio. Ier sera e oggi sono dai cugini Gravina, non mi lasciano sola. Ti

offrono i loro auguri, salutoni

390 Cartolina postale.

391 Cartolina postale.

Nelina

(f. 260, c. 84)

193


295.

Caltagirone, 31 dicembre 1926 392

Carissimo Gigi,

Dalla tua ultima del 22 c.m. non ho più tue notizie cosa che mi costerna tanto,

perché? Mentre scrivo arriva la tua cartolina e con piacere vedo che il giorno di Natale sei

stato in buona compagnia. Godo che stai bene come lo siamo io e Mario che a momenti

parte per Piazza. Il Capo d’Anno lo farò vicino a voi, amati fratelli in ispirito e nella preghiera.

I Piazzesi non possono restare senza i Pontificali come facciamo noi poveri Caltagironesi.

Suor Giuseppina dice che sta bene e che finalmente ha accettato di far la Superiora, quelle

suore di là son destinate a morire con gli onori di Superiora, è antipatico. Io non so se potrò

andarla a vedere, qui non posso sbrigarmi questa volta perché non si conchiudono i negozi.

Oggi è una giornata di vera primavera, che sole! Come lo manderei a te in cotesta

buia Londra. I cugini, le cugine, le persone di casa e gli amici tutti ti offrono i loro

migliori auguri e saluti ossequiando. Mario ti scriverà da Piazza, io ti abbraccio con tutto

il cuore, salutami tutti, tutti gli amici e le amiche, aff.ma

Nelina

(f. 261, c. 3)

296.

Caltagirone, 5 gennaio 1927 393

Carissimo fratello,

Ricevo la tua del primo, grazie dell’affettuoso pensiero che mi commuove.

Anch’io ho pregato per te e per noi tutti nella S. Comunione. Voglio sperare che stai veramente

bene e che continui così tutto l’inverno. Io sto benissimo. Il dente è caduto e penso

di tornare a Roma per farmelo rimettere, così andranno tutti via. E il tuo? Quello che ti

faceva tanto male? Spero che sia rimasto senza fartelo cadere e dovresti farti curare le radici.

A Londra non mancheranno degli specialisti.

Pei giardini non se ne parla e quindi coi cugini Gravina partiremo fra non molti

giorni. Giovannino N[icastro] ti ossequia, egli mi ha aiutato a mettere a posto i libri. 4 ti

domanda se hai ricevuto la sua cartolina. Giovannino Di Bartolo sta molto meglio quasi

guarito. Ti ringraziano e ti ossequiano come fanno tutti i parenti ed amici. Salutami tutti;

ossequi particolari alla Sig. Muir e alle padrone di casa. Abbraccioti con vivo affetto, aff.ma

Nelina

(f. 261, c. 5)

194

392 Cartolina postale.

393 Cartolina postale.


297.

Caltagirone, 9 gennaio 1927 394

Carissimo fratello,

Ricevo la tua del 4 e ho ricevuto le tue 27, 28, 30 e primo gennaio con ritardo

(credo) per le feste. Sto benissimo, però le notizie d’influenza (spagnola) che vi è costì mi

angustia. Ti raccomando di guardarti di non prendere colpi di aria e non far disordine.

Qui non abbiamo che piccoli raffreddori, io però nulla. Spero che andando a Roma non

debba influenzarmi. Credo che partiremo in settimana, quindi dopo che arriva questa

scrivi a Roma.

Vedrò se posso avere ciò che desideri, ma sono prezzi proibitivi. La procura la

manderai a Michele e a lui dirai la spesa che l’Avv. Scillamà ti manderà, così mi ha detto.

Spero anche di sbrigare i giardini. Se per ora non puoi uscire per la procura non ti angustiare,

fai tutto col tuo comodo, ti raccomando.

Giovannino Di Bartolo sta molto meglio, quasi guarito, ti ossequia e ringrazia.

I parenti pure ti fanno dire tante cose e gli amici anche. Ho ricevuto la cartolina di ringraziamenti

per il panettone, salutami la Signorina. Oggi qui vento, acqua, nebbia, siamo a

Londra veramente, ma però mal tempo ne ha fatto molto poco, ci vuole e sembra vero

inverno. Domani l’anniversario della mamma e sono 30 anni, come son passati! Uniamoci

con la preghiera e imploriamo a quell’anima santa aiuto e conforto.

Ricordami a tutti e con vivo affetto ti stringo al seno, aff.ma

298.

Nelina

(f. 261, c. 7)

Caltagirone, 13 gennaio 1927 395

Carissimo fratello,

Ricevo la tua e vedo che stiamo in pena l’un per l’altro. Qui grazie a Dio non

c’è nulla ed io sto proprio bene. Questa volta l’aria patria mi ha portato bene. Parto perché

partono con me le cugine e per il dente che mi annoia così. Mi dicono che in Italia

non vi è nulla, speriamo che non venga nulla di malattie infettive. Stai tranquillo che ti

scriverò più spesso 396.

394 Cartolina postale.

395 Cartolina postale.

396 L’epidemia influenzale colpì soprattutto la Svizzera e la Francia meridionale.

195


I parenti tutti ti ossequiano, le persone di casa ti baciano la mano, io ti stringo

forte al seno, aff.ma

Salutami tutte le amiche.

299.

Nelina

(f. 261, c. 9)

Caltagirone, 17 gennaio 1927 397

Carissimo fratello,

Oggi l’ultimo giorno che sto in questa e spero trovare tue lettere a Roma. Sto

benissimo malgrado qui piove dirottamente, però a me non è sembrato inverno come

quell’invernate rigide che un tempo si vedevano. Ieri alla Russa sembrava una vera primavera

mentre nella mattinata avea piovuto. Giovanni Di Bartolo sta benissimo poiché la

febbre è cessata e anche l’albumina. Però ancora non si alza perché debolissimo. Spero che

questa ti trovi in buona salute; i parenti tutti ti salutano, mentre io ti stringo al seno, aff.ma

300.

Nelina

(f. 261, c. 10)

Roma, 18 gennaio 1927 398

Carissimo Gigi,

Appena giunta a Roma e mi levo il cappello eccomi a te. Il viaggio in compagnia

dei cugini G[ravina] è stato ottimo, sto bene ed ho trovato le camerette delle Sig.

Virili a posto e abbastanza riscaldate. Loro ti ossequiano tanto. Ho trovato la tua cartolina

e godo che stai bene, mi auguro che il freddo che prevedono non venga. Qui pioggia, ma

non molto freddo. Non sono arrivata a vendere il giardino, ma ho lasciato incaricato di

farlo. La casetta tutto a posto. Giovannino già guarito, ma ancora a letto per cautela,

mentre incomincia a prendere il cibo.

Tutti, parenti e amici ti salutano mentre io t’abbraccio, aff.ma

196

Tutte le tue cartoline le ho ricevute.

397 Cartolina postale.

398 Cartolina postale.

Nelina

(f. 261, c. 11)


301.

Roma, 21 gennaio 1927 399

Carissimo Gigi,

Ricevo la tua seconda cartolina qui a Roma. Alla prima ho risposto appena arrivata

18 e oggi alla seconda. Sto benissimo, però vado e vengo dal Dr. Chiavaro per il dente

e mi vuole far quelli dei fianchi (sopra), speriamo che li possa tenere come gli altri. Ti

ossequia. Quest’anno le mie stanzette sono più calde perché sotto, negli altri appartamenti,

accendono, quindi con un braciere si va avanti benissimo.

Qui la salute pubblica è buona, l’influenza è leggierissima perciò stai tranquillo.

Il 24 anniversario dell’amato genitore uniamo le nostre preci e preghiamo per quell’anima

benedetta e che lui preghi per noi.

Michelino mi ha passato la somma di £ 367, li vuoi mandati? Arrivò la procura

il giorno della partenza. Salutami tutti, abbraccioti, aff.ma

302.

Nelina

(f. 261, c. 14)

Roma, 24 gennaio 1927 400

Carissimo Gigi,

Ho la tua del 21 fra le mani. Godo saperti in buona salute; di me posso dirti lo

stesso. Oggi bella giornata di sole e speriamo che basti l’acqua che vi è stata qui. Le

G[ravina] ti salutano. Michele è già partito per Caltagirone, spero che lui s’impiccerà dei

giardini. Oggi è l’anniversario del caro papà che compie 28 anni, come son passati! 401

Ho fatto la S. Comunione ed ho ascoltate due Messe al Gesù, ho pregato per

tutti noi; che il buon Dio ci conceda di riunirci tutti tutti nella patria lecita. La povera

Adelgisa è ancora a letto con la pleurite che temo diventi di forma incurabile. Sta ancora

in casa dei cugini e mi dispiace per loro. Speriamo che la sua forte costituzione reagisca.

Ti ossequia e si raccomanda nelle tue preghiere.

Salutami tutti, un abbraccio

Nelina

(f. 261, c. 15)

399 Cartolina postale.

400 Cartolina postale.

401 Scriveva Luigi a Mario il 23 gennaio: «Anche domani è giorno di ricordi, di preghiere e di speranze.

Ho qui più vivo che mai il ricordo del nostro padre» (I, p. 172, n. 106).

197


303.

Roma, 29 gennaio 1927 402

Carissimo fratello,

Ricevo la tua del 26 e l’altra alla quale io non avevo ancora risposto. Sto benissimo,

ma ancora vado dal dentista che ti saluta. Credo che starai bene, dire che le tue notizie

son buone è poco. Farò subito la tua commissione e spero di essere più fortunata di te.

Mario mi ha scritto che sta bene. Oggi qui freddo, freddo. Ieri ho visto i Bianco

che ti salutano tanto. Gli amici di Parigi ancora non son venuti, ma pare che verranno

presto. Veramente ne sento la mancanza per quanto le cugine suppliscono molto. Esse ti

salutano. Adelgisa lunedì entrerà all’ospedale fino a che non si guarisce o meglio, non

migliora il tempo per poter andare a casa sua, cioè dalle sorelle. Essa m’incarica di ossequiarti

e di pregare per la sua salute. Non ho visto ancora 5. Non so nulla delle arance.

Ogni anno è una disdetta. Manderesti a Michelino l’indirizzo del negoziante? Però se ti

torna difficile e che ci dovresti prendere un raffreddore non ci pensare più.

Salutami tutte le mie amiche, mentre affettuosamente ti abbraccio

304.

Nelina

(f. 261, c. 17)

Roma, 1 febbraio 1927 403

Carissimo,

La tua ultima è del 26. Oggi 1 e son passati 4 giorni, troppo! Sono tanto in pena!

Ma spero domattina ricevere una tua. Sono qui nella mia stanzetta sola, sola e son le 10½,

tutti sono già a letto ed io scrivo a te, caro, carissimo fratellino. Come mi sembra lungo il

tempo che non ci vediamo! Qui piove dirottamente e la gente è tutta raffreddata. Qui in casa

nessuno, tranne la più grande, che soffre di angina pectoris ed è da tre giorni a letto. Ti ossequiano

tanto le mie padrone di casa. Ancora i B[elloni] non vengono, io li ho scritto a Milano.

Continuo la cartolina oggi 3 e tu non mi scrivi, sono otto giorni, perché? Spero

stasera o domattina, ma per carità non mi fare stare così in pena.

Salutami tutti, un abbraccio

198

Ricevo a momenti la tua, grazie!

402 Cartolina postale.

403 Cartolina postale.

Nelina

(f. 261, c. 18)


305.

8 febbraio 1927 404

Carissimo fratello,

Ho ricevuto ieri sera la tua del 4. Grazie del pensiero, così sto più tranquilla

avendo spesso tue nuove. Anche Mario mi ha scritto ieri e sta bene e lavora al suo solito.

Io sto benissimo, ancora non mi son spicciata coi denti e chi sa cosa mi costeranno. Ti

cercherò il libro che desideri e con questo ti spedirò il terzo volume dell’Eneide di Vivona

405 che ti ossequia. Ti fa dire tante cose Ardizzone il quale ha corretto quei versi su i

fioretti ed ora son venuti molto bene.

Si è dovuto scrivere a Milano per l’associazione dell’eco della stampa, qui non si

fa associazione, spero che ti arriverà presto.

Attendo una risposta all’ultima mia letterina. Salutami le amiche, come ti salutano

gli amici che ho visto assai pochi. Abbraccioti affettuosamente

306.

Nelina

(f. 261, c. 21)

Roma, 13 febbraio 1927 406

Carissimo fratello,

Ho ricevuto tutte le tue cartoline e quest’ultima coi gattini che son tanto belli…

Grazie. Ho ringraziato la Sig. delle fotografie ma sbadatamente imbuco la cartolina

con il francobollo ordinario, fai le mie scuse. In pari data ho fatto spedire la vita di

S. Caterina e l’Eneide terzo volume. Cercherò una buona edizione dantesca con le

annotazioni. Ho veduto uno di quei Sig. di Paris, la figliuola è ancora a Milano ma sta

benino.

Io sto benissimo e godo che anche te stai bene, ed ora che sta per incominciare

la primavera stai attento ai freddi dei venti. L’altra sera sono andata a sentire Turandot di

Puccini, a me è piaciuta la musica, la parte coreografica è magnifica ed è stato un po’ il

cavallo di battaglia di questo inverno, almeno è stata chiesta ripetute volte.

Oggi bella giornata, io vado dai cugini a pranzo, loro ti salutano. Michele è in

paese per la raccolta delle arance. Adelgisa sta meglio, ti ossequia, pel momento trovasi al

Policlinico. Scriverò alla Signorina le pratiche per il saputo affare se è cosa che va. Saluta-

404 Cartolina postale.

405 Francesco Vivona, già esponente del PPI in Sicilia.

406 Cartolina postale.

199


mi la medesima e tutte le altre amiche. Stai tranquillo per me, lunedì il dentista pare che

finisca il lavoro, è un po’ fastidioso, pazienza.

Abbraccioti con affetto, aff.ma

Nelina

(f. 261, c. 24)

307.

Roma, 16 febbraio 1927 407

Carissimo fratellino,

Ieri ricevei la tua cartolina dell’11. Godo che stai bene, malgrado il gran freddo.

Guardati te ne prego per lo stomaco soprattutto. Continui la cura ricostituente che ti ha

prescritto il tuo dottore? Ossequialo tanto per me. Io sto benissimo e tutti mi trovano

meglio degli altri anni. Qui fa freddo, ma non tanto poi. Spero che Arturo che ti saluta,

abbia fatto già l’abbonamento all’Eco della Stampa, ha parlato con me. Peppino pure, che

ho visto stamane, sta bene. Della Seli posso dirti solo che sarà messa fra poco in liquidazione,

cosa vuoi che si faccia?

Ti ossequiano i parenti e gli amici. Domani spedisco la Divina Commedia alla

Sig. che tanto saluto. Spero che hai visto i Muir e chiedere le mie scuse. Alla Sig. ancora

nulla posso dire di quell’affare che pel momento posa piano, specie quello che preferisce.

Di casa mi scrivono che stanno bene e Giovannino Di Bartolo continua bene la sua convalescenza.

Fra giorni andrà alla Russa ove stanno raccogliendo le arance che quest’anno

sono andate un po’ maluccio. Che si può fare? Furono anche toccate dalla grandine.

L’amico Coccia fra poco sarà allietato dalla nascita d’un bebè. Le Penna sono andate

a passare il carnevale a Nizza, Montecarlo ecct, il dott. Liotta si è fidanzato con la Sig. Cristina.

La [famiglia] Alfano è qui e ti salutano. Prega per me come io faccio per te, abbraccioti

308.

Nelina

(f. 261, c. 25)

Roma, 20 febbraio 1927 408

Carissimo,

Rispondo alle tue due ultime. Godo che stai bene e ti raccomando di non raffreddarti.

Io sto bene, seccata pei giardini che la grandine mi ha distrutto e quindi que-

200

407 Cartolina postale.

408 Cartolina illustrata.


st’anno non si piglia che una miseria. Penso che non avrò da poter viaggiare. Anche qui

Malvin ha dato un solo concerto, con entusiasmo grande, io non trovai posto.

Salutami tutti, ho spedito la Divina Commedia, spero la riceverà. Tutti ti salutano.

Antonio Calì ha avuto un’angina pectoris, ma ora sta bene, ti saluta. Le Sig. Virili

stanno bene e ti salutano, aff.ma

309.

Nelina

(f. 261, c. 28)

Roma, 23 febbraio 1927 409

Carissimo,

Rispondo alla tua del 19, vedi come stiamo vicini. Godo che stai bene e che hai

fatto la cura dell’olio di fegato di merluzzo, continua ancora un po’. Io sto bene, solo due

giorni ho avuto un po’ di mal di gola senza febbre e con appetito. Oggi, dopo due giorni,

esco e vado a pranzo dai cugini e imposto la presente. Ardizzone ti saluta tanto, cercherò

di informarmi di quanto desideri, non ne so le tracce, vedremo.

Dirai alla mia amica che di quell’affare non ne ho fatto molto perché è molto

alto, peccato…Chi sa se ha ricevuto la Divina Commedia? Salutami tutte le amiche che

anch’io ricordo con piacere e che desidero rivedere.

Abbracciandoti caramente sempre tua per la vita

310.

Nelina

(f. 261, c. 29)

Roma, 26 febbraio 1927 410

Caro Gigino,

Ricevo la tua cartolina del 23. Godo del tuo benessere e mi compiaccio della

conferenza in inglese, quest’anno ti troverò progredito nella lingua 411. Arturo mi ha scrit-

409 Cartolina postale.

410 Cartolina illustrata.

411 Luigi aveva tenuto a Londra una conferenza in inglese sul diritto di guerra; tema oggetto di un libro

che stava scrivendo e che uscirà in inglese nel 1929 e successivamente in francese e in italiano (The international

community and the rigth of war, translated by Barbara Barclay Carter with a foreword by George P. Gooch,

Allen and Unwin, London 1929). Su questa e le altre edizioni cfr. Bibliografia degli scritti di e su Luigi Sturzo,

cit., pp. 15-16.

201


to mandandomi la ricevuta dell’abbonamento dell’Eco, è di £ 80,50, che subito ho mandato.

Lui si sta occupando delle mie arance a Milano, che disdetta quest’anno. La grandine

che non è mai stata alla Russa ha preso in un temporale il nostro solo giardino che lo

ha rovinato. Prenderò assai poco questa volta!

Salutami Miss Laffan e tutti che ricordo con tanta simpatia. Ti ossequia Elena,

quella che veniva a lavorare da noi. Tutti ti salutano, io ti abbraccio

311.

Nelina

(f. 261, c. 32)

Roma, 3 marzo 1927 412

Carissimo fratello,

La tua del 26 fra le mani ed eccomi a te. Meno male che l’aria è tiepida costì, e

che i venti freddi non sono ancora incominciati. Qui invece è incominciata la primavera e

certi momenti il sole è molto caldo. Sto bene, il Dottore mi ha dato il dente con gli altri

aggiunti che mi infastidiscono molto nel parlare. Lui dice che bisogna tenerli per risparmiare

gli altri e per non perderli tutti. Che penitenza.

Domani ci tornerò per vedere qualche piccolo difetto e poi pagherò chi sa

quanto! Hai ricevuto i primi ritagli dell’Eco della stampa? Arturo ti ossequia, è lui che ha

voluto pagarlo. Ancora non so l’esito delle arance, ma se ne è interessato tanto tanto. Non

mi son potuta ancora informare di Vincenzo M., ma credo che abita al Vicolo Aliberti

ancora. Cercherò non dubitare. Zino sta facendo scrivere a macchina i suoi versi che poi

ti manderò. Dirai a Barbara se è disposta per 300 forse maggio ci si arriverà.

No ho ancora potuto parlare con 5 ci crederesti? Mario mi scrive che sta bene e

lavora, immagino ora in Quaresima. Mi scrive S.r Giuseppina e mi dice che alla fine di

aprile andrà a Napoli, come vorrei andarla a vedere lì, però se le sue gambe gonfie glielo

permettono. Le gambe gonfie è segno di debolezza al cuore, quella non si cura, poveretta!

Salutami tutti, un abbraccio

202

412 Cartolina postale.

Nelina

(f. 261, c. 34)


312.

Roma, 4 marzo 1927 413

Carissimo fratello,

Ricevo a momenti la tua del primo marzo. Godo che stai bene, anche io sto

bene e già assuefatta col mio dente. Martedì andrò a saldare il conto che credo sarà un po’

salato. Intanto ti saluta e come ti salutano i cugini. Domani spero informarmi di Vincenzo

M. e poi ti darò notizie, mi auguro che stia bene. Venerina suo nipote e tanti altri amici

ti salutano. Anche i B[elloni] mi hanno scritto stasera, stanno bene e continuano a stare

a Milano per affari. Hanno la nostalgia di Roma ma credo che qui non verranno per ora,

almeno così si vede dai suoi scritti, dovrebbero venire solo le donne a far che? figurati a

me quanto dispiace ciò, ma che fare? Così a poco a poco si perdono le amiche.

Siamo già in Quaresima ed oggi sono andata alla predica a S. Carlo al Corso, a

me piacciono di più i Francescani, è abbastanza bravo, non mi ricordo il nome però (riderai),

i nomi non sono il mio forte. Di acido quest’anno non ne soffro tanto, cure come

sempre io non ne faccio, ma però ora incomincerò bottiglia di Sadersolo Riam o Pian,

non so leggere la ricetta del dott. C[aronia] 414 che ti saluta, ma questa è fatta da un pezzo.

Chi sa come riderai.

Salutami tutti, le amiche, stai tranquillo per me che sto bene. Abbracci, aff.ma

313.

Nelina

(f. 261, c. 35)

Roma, 8 marzo 1927 415

Carissimo Gigi,

Ho la tua del 4 fra le mani; godo sempre che stai bene in salute, lo stesso di me,

grazie a Dio. Anche Adelgisa si è rimessa, essa ti ossequia ed oggi è partita per Terracina

onde fare un assoluto riposo per un paio di mesi e più. Ieri ho ricevuto notizie della cara

amica Maria B.ni, stanno tutti bene, ma continua a stare in su. Arturo mi ha mandato la

ricevuta dell’abbonamento, come ti ho scritto, mentre lui l’offre. Se non ti arriva nulla

vuol dire che nulla ti può interessare; io ho dato la tua stessa cartolina per fare letteralmente

l’abbonamento.

413 Cartolina postale.

414 Giuseppe Caronia (1884-1975), esponente popolare in Sicilia, fu medico personale di Sturzo nel

secondo dopoguerra e docente universitario. Dedicò molte energie nella elaborazione dello statuto siciliano.

Cfr. G. Caronia, Con Sturzo e con De Gasperi. Uno scienziato nella politica, Cinque Lune, Roma 1979; A. Sindoni,

ad vocem, in DSMCI, III/1, p. 182.

415 Cartolina postale.

203


Vincenzo M. sta bene e ti ossequia, egli lavora facendo delle lezioni, altri amici

ti salutano. Le arance stanno mezze fradice e mezze no sono state raccolte a conto mio e

mandate a Milano e altrove, ma credo che alla fine di tutto non arriverò a 13, figurati,

dopo non aver raccolto nulla quest’anno ed aver speso molto laggiù… pazienza, che ci

posso fare?, mi limiterò. Intanto penso che per viaggiare ci vogliono soldi e per stare di

più ce ne vogliono. Intanto io sto sbrigando tutto e il forte è già fatto e sto tranquilla. C’è

ancora un dente di sotto che vacilla e penso di farmelo strappare e rimettere, questi benedetti

denti!, ma che fare? Io fui il ritratto di papà.

Ieri sera sono stata colle cuginette a sentire “base e bote” di Boito con la musica

di Mangiagalli. Una musica fine e graziosa e una commedia divertente, e così quest’anno

si è chiuso l’Argentina, che si riapre con Pirandello. Salutami tutti, non prendere troppo

umido e quando vai a Cambridge guardati dal freddo. Abbraccioti

314.

Nelina

(f. 261, c. 37)

Roma, 11 marzo 1927 416

Caro Gigino,

Ho ricevuto la tua del 7. Godo che stai bene malgrado il cattivo tempo. Ed ora

che si avanza marzo il ventoso, guardati dal vento freddo, non mi far stare in pena. Io sto

bene, pare mi sia un po’ abituata coi denti e mangio; oggi vado per l’ultima volta a saldare

il conto.

Ho visto 5, ti saluta tanto tanto. Lui ha il fratello tanto ammalato ed è angustiatissimo.

In quanto all’affare dell’amica sconsiglia come sempre, del resto non vogliono

cedere e quindi è inutile. Ti ossequia anche Filippo e la Signora. Al Gesù vi è un bravo

predicatore per la Quaresima e così alterno tra S. Carlo e Gesù. Quest’anno farai i

bagni? Io vorrei andare a P[arigi] ai primi di maggio, tu che ne dici? Mario cosa fa quest’anno?

Mi scrive ogni tanto tanto, è sempre preso di affari e di lavoro. Salutami tutti,

abbraccioti

204

416 Cartolina postale.

Nelina

(f. 261, c. 39)


315.

Roma, 12 marzo 1927 417

Carissimo,

Leggo la tua del 9 c.m., mi duole leggere che non stai bene con lo stomaco; io

credo che l’olio di fegato di merluzzo non lo digerisci e smettila. Poi i cibi forse non

saranno secondo il tuo bisogno e vedi di farteli fare anche pagando di più. Scrivimi la

verità di come stai, non mi far stare in pena. Io sto bene, e come ti ho scritto ebbi a vedere

l’amico di Milano per una semplice visita.

Poi ti ho scritto che ho sbrigato tutto per essere pronta a partire. Lì dice che

hanno affari e pel momento non pensano a venire qui, se mai verrebbe la Signora, ma io

non ci credo. Il predicatore del Corso si chiama P. Contini, anzi ti ho spedito il giornale

d’Italia che parla di lui e vi è la macchietta. Anche quello del Gesù predica bene. Il prof.

Ardizzone ti saluta, come ti ossequiano le cugine. Paolo studia di più, con il prof. A.

Ragusa ti saluta. Scrivimi più spesso ora, sino che ti rimetti del tutto e se puoi cambia un

po’, tante volte è effetto di acido.

Salutami tutti, stringendoti forte al cuore, aff.ma

316.

Nelina

(f. 261, c. 40)

Roma, 16 marzo 1927 418

Carissimo fratello,

Ho ricevuto ieri la tua da Cambridge, oggi quella di Londra. Godo che lo stomaco

si è rimesso, ma guardati dai colpi d’aria e pensa a mangiare meglio. Io sto benissimo

e i denti già a posto, tanto che ho saldato il conto di 1.800 per me. Godo che hai ricevuto

l’Eco della stampa e spero che continuerai a riceverlo, ringrazio per te Arturo che

tanto ti saluta.

Ti ho mandato un giornale ove sono stampati i predicatori del Gesù e di S.

Carlo. Veramente quello del Gesù predica molto bene e vi è una folla immensa. Il P. Ard.

ti saluta e Paolo con lui fa molto meglio. Ora anche cavalca e così rinvigorisce il suo fisico.

La famiglia tutta ti saluta ed è contenta di stare qui. Qui incomincia il caldo e mi

pare come gli anni quando tu dicevi che a Roma s’incomincia presto a mettere i vestiti

d’estate.

417 Cartolina postale.

418 Cartolina postale.

205


Quando ci rivedremo? Salutami le amiche, penso sempre ai piccoli di Paris Plage,

chi sa come sono carine? Salutameli tutti. Abbracciandoti con vivo affetto

317.

Nelina

(f. 261, c. 41)

Roma, 22 marzo 1927 419

Carissimo,

Mi avvedo che il turno delle cartoline è stato trascorso e son sicura che starai in

pensiero. Ieri una visita lunga e poi l’uscita mi fecero distrarre la data, così ho ricevuto la

cartolina del 17 e l’altra del 14. Grazie infine che mi pensi così intensamente, come del

resto faccio io, amato fratellino. Le cartoline così spesso attutiscono il dolore della lontananza

e ci fanno stare tranquilli, tanto più che ci diamo le notizie di salute esattamente.

Io sto bene, nei giorni passati ho sentito i soliti fenomeni dei decimi e credo che me ne

abbiano prese, ma oggi che ti scrivo sto bene. Sarà il ritorno della primavera che qui già si

sente abbastanza. Non ti preoccupare per la mia solitudine poiché le cuginette e qualche

amica la compensano molto, se mai la sento per la mancanza della tua compagnia, ma

che fare? Sia fatto il volere divino e son sicura che questo ci aiuterà per il bene futuro.

Ti assicuro che tutto è stato fatto in regola, solo nello scrivere le cartoline anticipo

del tempo. La S. Quaresima è al volgere e sta per avvicinarsi la S. Pasqua, tempo di

pace e di letizia. Le cugine ti ossequiano specie Paolo che si è visto ricordato. Conservati

in salute abbracciandoti prega per me, aff.ma

318.

Nelina

(f. 261, c. 44)

Roma, 24 marzo 1927 420

Caro fratello,

Questa la riceverai con ritardo, ma come vedi, ti ho scritto le cartoline ed avrai

capito che tutto è stato fatto in regola e che ho avute le notizie che mi riguardavano. Solo

nello scriverti non pensai che il tempo dovea essere più lontano, e speriamo che sarà pos-

206

419 Cartolina postale.

420 Lettera.


sibile. Nessuno ostacolo e nessuna difficoltà ho avuto fatto. L’amico Giacomino è stato

molto gentile e sollecito nel rispondermi. Caro fratello, non ti devi angustiare per me che

cerco di tenermi forte e sollevata il più che posso. Le buone amiche non mancano, le

padrone di casa sono tanto affezionate ed io sto qui perché mi sento più vicina a te e perché

Roma è la mia passione. Figurati se andrei con piacere a visitare le amiche di Milano,

ma forse metterei in imbarazzo i primi mentre i secondi non hanno comodità, giacché

stanno in casa della cognata.

Se S.r Giuseppina andrà a Napoli spero andarla a vedere e poi le cugine (credo)

staranno anche tutta la primavera e forse parte dell’estate, sono tanto affezionate che se

un giorno non vado, mi vengono a cercare.

Carissimo, cerca di star sempre bene e di non angustiarti per gli altri, facciamo

in tutto la Divina Volontà. Salutami le amiche tutte, abbracciandoti affettuosamente

Nelina

La Rosa è stato qui e ti saluta caramente, tutti gli amici ti salutano e se non ti

scrivono è perché non possono muoversi, credilo, e temono di tutto giacché le cose stringono

sempre più. Loro ti pensano sempre e ti fanno dire tante cose. È morto D. Silvio

Alessandro. Ho ricevuto la cartolina ove mi parli dei bagni in agosto, non potrò almeno

un mese prima venire costì? Così passeremo insieme luglio e agosto.

(f. 261, c. 47)

319.

Roma, 27 marzo 1927 421

Carissimo,

Leggo le tue due lettere 23, 24, la prima mi duole leggere del tuo malessere causato

certo da esaurimento nervoso e la primavera, come difatti dice il Dott. Speriamo che

passino presto e che ti rimetterai coll’arrivo del caldo, che si fa desiderare. Io sto bene,

decimi non me ne prendono più e sto ripigliando l’Urodanel perché siamo in primavera.

Mario mi scrive che sta bene e che lavora moltissimo.

Ti ho mandato due giornali e spero che li riceverai, non so il tuo gusto, ma credo

che qualunque sia lo stesso. Salutami le amiche, non ho veduto l’amica della Lytthelton

malgrado le abbia scritto di venire a prendere da me una tazza di the. Salutami tutte

le amiche, abbracciandoti ricevi un abbraccio forte forte, aff.ma

421 Cartolina postale spedita a Londra e girata a Parigi (24, rue Cassette).

Nelina

(f. 261, c. 45)

207


320.

Roma, 29 marzo 1927 422

Carissimo fratello,

Per riparare ti sto scrivendo un giorno sì e uno no. Sto bene, come ti ho scritto

non mi prendono più decimi, qui è sempre così quando mi pigliano due o tre giorni, poi

cessano e mi incomincio sempre con un grande appetito. Ora mangio, ma regolarmente e

quindi sto bene. Con piacere sento che pure tu stai bene e che i disturbi primaverili o

meglio per la troppa applicazione son passati. Quella Sig. è venuta e non mi ha trovato in

casa mentre io la ho aspettato due giorni. Spero vederla, ma dovrei andare io all’albergo,

ringraziami e salutami la sua amica.

Se desideri inviato qualche cosa scrivimelo. Anche qui piove ma sai come. A

Roma subito si può uscire, non dura molto. Domenica non trovai posto all’Augusteo, ma

vi anderò domani che ripetono il concerto. Tutti ti salutano mentre io ti stringo al cuore,

aff.ma

321.

Nelina

(f. 261, c. 48)

Roma, 31 marzo 1927 423

Carissimo Gigino,

Ho ricevuto la tua dell’24, grazie. Sento con piacere che stai bene e spero che

continuerai così sempre. Io sto pure bene, domani incomincio il S. Ritiro. Prega per me.

Ho finalmente veduta l’amica di Norah, tanto buona e gentile. Qui piove e fa anche freddo,

immagino costì. Ti ho spedito dei giornali e spero che li riceverai. Sono stata a pranzo

da Di Giura e ti saluta, sono stata pure a colazione da loro.

Ieri sera sono stata al concerto, magnifico. Molinari è stato fatto segno a molte

ovazioni. Il Cristo sul Monte degli Olivi è stato cantato molto bene, e lui l’ha diretto con

passione. Fratello A. ti saluta come anche il Dott. suo fratello che ho visto. Abbracci affettuosi

208

422 Cartolina postale.

423 Cartolina postale.

Nelina

(f. 261, c. 50)


322.

Roma, 5 aprile 1927 424

Carissimo fratello,

Ti scrissi l’ultima volta venerdì e ti dicevo che incominciavo a fare il ritiro spirituale

ovvero gli esercizi. Oggi siamo a martedì ed ho fatto passare così 4 giorni a scriverti.

Anche tu è da domenica che non mi scrivi, spero stasera ricevere tue notizie. Io sto bene,

gli esercizi finiranno venerdì mattina, prega per me affinché ne tragga buon profitto.

Mario è un pezzo che non mi scrive, ma spero che in compenso scriva a te. Come stai?

ove ti trovi? Si avvicina la S. Pasqua ed è la terza che facciamo lontani l’uno dall’altra!

Salutami tutte le amiche e abbracciandoti credimi sempre con lo stesso affetto

323.

Nelina

(f. 261, c. 52)

Roma, 11 aprile 1927 425

Carissimo fratello,

Ho ricevuto la tua da Londra e godo che hai avuto un ottimo viaggio e che stai

bene 426. Sto anch’io benissimo e col tempo bello faccio delle belle passeggiate. Il Cristo

nell’Orto degli Olivi è di Beethoven. È stata la prima esecuzione all’Augusteo. È unica

scritta da Beethoven in tutta la sua vita, risale al 1800. Vi cantò Laura Pasini benissimo.

Immagino che in questa settimana andrai a sentire lo Stabat, non ne cantano costà? E siamo

già a Pasqua e fin da ora ti faccio gli auguri per passarla bene in compagnia di qualche

buon amico.

Intanto salutami tutte le amiche e augura per me la buona Pasqua. Tutti ti salutano

e spesso mi domandano tue nuove, ti abbraccio con vivo affetto

424 Cartolina postale.

425 Cartolina postale.

426 Luigi era stato a Parigi.

Nelina

(f. 261, c. 54)

209


324.

Roma, 14 aprile 1927 427

Carissimo,

Spero che questa ti arriva proprio il giorno di Pasqua e così lo passeremo insieme

per iscritto. Che questo giorno solenne sia apportatore di grazie e di pace perenne. Sto

bene e godo sentire di te lo stesso. Costì piove mentre qui si desidera l’acqua, non ti dico

poi in Sicilia e a Caltagirone che hanno aperto la Madonna. Però metà di raccolto è bello

e finito. Così i cattivi raccolti si succedono uno all’altro. Che farci?

I parenti tutti, agli amici ti salutano e ti augurano tante cose; io saluto tutte le

amiche specie ai Muir. Abbracciandoti caramente tua

Venerina che è qui ti ossequia.

325.

Nelina

(f. 261, c. 57)

Roma, 18 aprile 1927 428

Caro Gigino,

Spero avrai ricevuto stamane l’ultima mia cartolina, avrei voluto ti arrivasse il

17, ma credo che non sarà stato possibile. In questi giorni ti ho seguito sempre e ieri i

cugini mi hanno trattenuto con loro fino la sera cioè finché mi son recata dalla Baronessa

D. Tutti ti salutano e ti offrono gli auguri più affettuosi. Carmelina fra due giorni partirà

con Michele per andare a vedere sua madre (Masaracchio) che è stata gravemente ammalata,

così io resterò colle ragazze e quindi alla fine del mese non potrò andare a Napoli per

vedere S.r Giuseppina. Del resto non potrei vederla che un po’ poiché scrive che riparte

subito. Andrò poi a Girgenti in settembre.

Come si fa, loro son tanto gentili. Mi duole per il tuo dente: mi son voltata

nuovamente a S. Apollonia e domani andrò alla sua chiesa a pregare. Forse una reazione

colla neve sulla guancia ti gioverebbe. Prima di strapparlo fai tutte le cure. Il Barone Giovanni

è già in Italia.

Salutami tutti, ti abbraccio

210

427 Cartolina postale.

428 Cartolina postale.

Nelina

(f. 261, c. 59)


326.

Roma, 23 aprile 1927 429

Carissimo fratello,

Ricevo a momenti la tua del 20. Sto bene e godo che il tuo dente non ti molesta

tanto, spero che S. Apollonia ti guarirà. S.r Giuseppina, come ti ho scritto, è già in ritiro e

finisce sabato, domenica partirà. Io sono in forse se andare o rimandare la visita in settembre,

vediamo. Le cugine ieri l’altro sono partite tutte poiché la madre di Carmelina

continua. Forse se si rimette torneranno. Paolo e il Prof. ti ossequiano, di tanto in tanto

vado a trovarli poiché Paolo lo desidera.

Il B.ne è arrivato, ti ossequia ed io ho fatto la tua commissione. Gli amici ti

salutano e sempre mi domandano tue nuove; 5 è stato al suo paese a lasciare in casa il fratello

che migliora lentamente. Ti ossequia tanto, come anche l’amico del Mondial.

Non ti preoccupare per me che sto in buona compagnia e le Sig.ne Virili ti

salutano. Abbraccioti mentre ti prego salutarmi le amiche, aff.ma

327.

Nelina

(f. 261, c. 62)

Roma, 24 aprile 1927 430

Due paroline che spero ti arriveranno sicuramente. Io sto bene, ma disorientata

per la mia venuta o andata a P[arigi]. Aspetto un tuo cenno, che spero non tarderà a venire.

Ho capito perfettamente il tuo pensiero ed aspetto proprio che si chiuda questa benedetta

parentesi. Se i tuoi amici non vogliono tornare allo stesso luogo dell’anno scorso, noi possiamo

cercare più sole cioè dove andarono quelle due signorine ove fummo a pranzo parecchie

volte a P[arigi], non sarebbe bello? Certo che hai bisogno di sole e ti farebbe bene. Se le

24 vuoi che li porti dirò a 5 che me li 60 faccia in 44. Se no, fammene un cenno.

Qui si abbarbicano sempre più e quindi bisogna pensare al più sodo, mi duole

che 5 nell’estate passata accettò la mia proposta del 44 al momento più alta… era che

dovea informarsi bene. L’indomani io scrivo un biglietto per arrestare l’affare, era fatto,

quando mai così svelta, e così si è perduto un po’. 5 dice che rifaremo a tempo opportuno

quindi dimmi che cosa devo fare, se lasciare o no. Ciao

429 Cartolina postale.

430 Lettera.

[Nelina]

(f. 261, c. 66)

211


328.

Roma, 28 aprile 1927 431

Carissimo,

Ho aspettato invano un’altra tua cartolina che mi parlava del tuo dente e sto in

pena. Forse anche tu avrai atteso la mia che ho tardato per questa ragione. Come stai? ti

sei fatto strappare il dente? Ma curati gli altri per non perderne ancora. Io sto bene però

da parecchio cioè da quando ebbi il mal di gola che poi mi durò due giorni mi è rimasto

un ronzio all’orecchio sinistro che mi dà fastidio. Speravo che andasse da sé, ma ora penso

di farmi vedere da un medico.

Punzi l’altra volta mi disse che è aria entrata, vedremo. Però ripeto sto bene e non

ti angustiare per me. Oggi aspetto una tua che se non arriva domani non vado a Napoli a

vedere S.r Giuseppina, che forse è meglio farla venire a Caltanissetta e vederla insieme a

Mario. Scrivimi e non mi fare stare in pena. Salutami tutti, un abbraccio, aff.ma

Nelina

La tua ultima è del 23.

(f. 261, c. 64)

Saluti affettuosi

329.

330.

Napoli, 30 aprile 1927 432

Nelina, S.r Giuseppina.

(f. 261, c. 65)

Napoli, 2 maggio 1927 433

Caro,

A momenti accompagno S.r Giuseppina a bordo. Sta relativamente bene e ti fa

dire tante cose affettuose. Anche gli amici ti salutano tanto. Domani torno a Roma e spero

trovare tue notizie. Napoli è bella. Ciao

Nelina

(f. 261, c. 67)

212

431 Cartolina postale.

432 Cartolina illustrata.

433 Cartolina illustrata.


331.

Roma, 3 maggio 1927 434

Carissimo,

Ho trovato qui le tue due cartoline 23 e 29. A Napoli sono stata tanto in pensiero

per te. E ora curati i denti, le gengive e fatti rimettere i denti per poter mangiare

bene. Io mi sento benissimo coi denti. S.r Giuseppina ti fa dire tante affettuosità. Veramente

è sciupata abbastanza. A Napoli ho sentito il Nerone che mi è piaciuto, però

bisogna sentirlo per capirlo meglio. Ringrazia e saluta le padrone di casa per me, ti

abbraccio

332.

Nelina

(f. 261, c. 68)

Roma, 5 maggio 1927 435

Carissimo,

Sento dalle tue che ora stai meglio, ma debole, povero fratellino chi sa come

avrai sofferto; l’immagino e me ne addoloro assai di essere lontana. Scrivimi e dimmi

sempre la verità. Io sto bene, il rumore all’orecchio dice Caronia è fresco (catarro cronico)

coll’estate passerà. Forse anderò da Geranzi, però, ripeto, sto benissimo, ti saluta tanto

tanto. Gli amici ti salutano e anche i parenti. Hai ricevuto la mia da Napoli? Mi è piaciuta

tanto questa volta! Salutami le Sig. tue padrone di casa, la Norah e tutte le altre.

Vai in campagna. Saluti affettuosi, abbracci

Nelina

(f. 261, c. 71)

434 Cartolina illustrata.

435 Cartolina postale spedita al 213 Gloucester Terrace e deviata a St. Mary’s Abbey Buckfast 5 Devon.

«Da Londra, per cercare un po’ di tranquillità, si recava molto spesso a St. Mary’s Abbey, a Buckfast, nel

South Devon, dove i monaci benedettini gli avevano messo a disposizione una stanza» (De Rosa, Sturzo, cit.,

p. 374). Scriveva il 3 maggio al fratello Mario: «Andrò a passare una settimana a Buckfast presso una Abbazia

Benedettina. Sarà bene per il corpo e per l’anima. Prega per me» (I, p. 191, n. 128).

213


333.

[Londra], 7 maggio [1927] 436

Carissima Nelina,

Questa ti arriverà con qualche ritardo ma sicuramente. Il Signore che te la porta

è persona amica mia e di Mr. Muir. Sto bene e ogni sofferenza è passata. Ebbi la tua del

24 aprile, come ti scrissi. Riguardo le 24 io non ne ho bisogno e forse è meglio lasciarle

per non avere la noia di portarle. Del resto è lo stesso qua o costà perché né ora né appresso

c’è nulla da fare.

Io ai primi di giugno dovrò essere in Germania per pochi giorni, e poi verrei a

Parigi ad incontrarti. Secondo le mie previsioni tu potresti essere a Parigi il 10 giugno. Di là

torneremo a Londra e poi tra luglio e agosto ai bagni, dove sarà possibile. Lo decideremo.

Questo piano può essere modificato nelle date per qualunque ragione imprevista;

ed io ti scriverò solo così: - bisogna rimandare il tuo ritorno in Sicilia al… (e metto la

data). La Sicilia vuol dire Parigi. Ma secondo me, non prevedo affatto così: te lo scrivo per

semplice preoccupazione.

Unica mia preoccupazione è il tuo viaggio. Lo farai come al solito. Prego il

Signore che ti assista in tutto e per tutto. Ci metteremo nelle sue mani. Egli ci ha protetto

sempre e ci proteggerà. Pensa quanta ansia ho per rivederti e come quest’altro mese mi

sembra lungo.

Un abbraccio

334.

Luigi

(f. 261, c. 70)

Roma, 10 maggio 1927 437

Carissimo,

Ho ricevuto la tua che mi parla della tua gita in campagna. Spero che ti giovi e

che ti faccia rimettere del tutto. Come avrei voluto esserti vicino in questo periodo! Meno

male che persone buone e affezionate ti hanno colmato di gentilezze. Io sto bene e se

dovessi tardare molto a mettermi in viaggio farei una capatina giù. Dei Gravina è tornata

Mina con suo padre e tutti ti salutano. Comprendi come in questi giorni sia presa ad

accompagnare Mina ed a tenerle compagnia.

214

436 Minuta di lettera.

437 Cartolina postale.


Giovanni ti saluta. Giovannino Sturzo mi scrive che ha spedito due paia di sandali,

se arrivano qui te lo scriverò. Salutami tutti, un abbraccio

335.

Nelina

(f. 261, c. 73)

Roma, 13 maggio 1927 438

Caro Gigi,

Ricevo la tua dal luogo di villeggiatura e mi auguro che l’aria ti gioverà per

rimetterti del tutto. Ma dai denti ti sei guarito perfettamente? Stai in guardia di qualche

altro che ti possa fare lo stesso male, sto tanto in pena. Io, come ti ho scritto, sono in

compagnia di Mina e Paolo con il Pr. A. che ti salutano affettuosamente. Sto bene e contenta

di rendermi utile a qualche cosa. Ho scritto a Mario ieri parlando di affari. Anche

quest’anno il raccolto si presenta male per la grande siccità. Ora piove, almeno qui che

anche questo inverno ha piovuto assai poco.

Ho visto ieri i parenti di Miss Norah, son venuti a trovarmi l’altro ieri. Tutti ti

salutano specie Giovanni che è tornato benissimo. Scrivimi e parlami della tua villeggiatura,

abbracciandoti, aff.ma

336.

Nelina

(f. 261, c. 75)

Roma, 15 maggio 1927 439

Carissimo fratello,

Ho la tua cartolina con la coltivazione delle api. Credo che stai bene, ma però

avresti bisogno di sole, caro mio… Pensi di andare ove fa più caldo e non più freddo che a

Londra. Sto sempre in pena per questo. Io sto bene e come ti ho scritto sono qui in casa

di Mina e Paolo che ti ossequiano. Credo che presto verranno i genitori. Stando qui non