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Prova BIONIC 2 (73-76) (Page 73) - Bio-Air-Technologies

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Il fascino dell’idea è antico come<br />

l’uomo: volare come gli uccelli.<br />

Non è forse in fondo l’anima stessa<br />

del parapendio, un’ala nel cielo, senza<br />

orpelli, senza motore, niente eccetto<br />

l’aria che scorre lungo il profilo?<br />

Olivier Caldara è un ingegnere elettronico<br />

di 42 anni con la passione del<br />

volo da sempre e quella del parapendio<br />

da una decina di anni. Dal 2000<br />

Olivier insegue un sogno: la vela<br />

come espansione delle possibilità<br />

umane verso il volo. La bionica dunque<br />

viene da lui intesa come forma di<br />

meccanica in grado di integrare le<br />

possibilità umane.<br />

L’idea di fondo è poi pulita come nessuna:<br />

cosa può esserci di meglio<br />

dell’imitazione delle ali degli uccelli,<br />

che hanno impiegato milioni di anni<br />

di evoluzione naturale per trovare il<br />

profilo migliore per le loro ali in termini<br />

di stabilità e prestazioni?<br />

Da questa idea, semplice e ambiziosa<br />

al tempo stesso, nasce la <strong>Bio</strong>nic 2,<br />

vela assolutamente unica e non solo<br />

per la particolare forma in pianta e per<br />

l’aspetto che assume in volo.<br />

Come tutte le ali (ed è abbastanza raro<br />

nel panorama attuale) che intraprendono<br />

strade completamente diverse<br />

da quelle in uso, l’approccio rappresenta<br />

una novità anche per chi come<br />

noi prova le vele per cercare di comprenderne<br />

e raccontare le loro caratteristiche.<br />

Non è stato diverso anche per questa;<br />

dopo un avvicinamento circospetto ed<br />

una lettura anche delle informazioni<br />

fornite dal manuale d’uso, abbiamo<br />

[ ala di gabbiano]<br />

TECHNOLOGIES<strong>BIONIC</strong> 2<br />

BIO AIR<br />

cominciato la prova sapendo che non<br />

potevamo utilizzare i parametri ormai<br />

consolidati su altri mezzi. Si trattava<br />

di scoprire e fare una valutazione<br />

delle caratteristiche prescindendo dai<br />

raffronti con altri mezzi. Del resto le<br />

sue specificità impongono questo.<br />

GONFIAGGIO E DECOLLO<br />

Si parte pieni di desiderio di osservare<br />

il profilo alare e… che peccato, mentre<br />

tutti si godono lo spettacolo a chi<br />

sta sotto la <strong>Bio</strong>nic 2 in fondo può<br />

sembrare tutto “quasi” normale.<br />

Oltrettutto il gonfiaggio è semplice e<br />

progressivo, senza particolare tendenza<br />

a superare il pilota. Un semplice<br />

tocco dei freni è sufficiente a bloccare<br />

il mezzo, il che ci predispone ad un<br />

approccio non troppo “originale” al<br />

volo con un’ala dalla concezione così<br />

originale.<br />

La velocità di decollo è alta se i freni<br />

sono completamente rilasciati; vale la<br />

pena di lavorare su una trazione di<br />

circa il 20% che alza l’efficienza del<br />

mezzo ed abbassa la velocità, facilitando<br />

di non poco l’involo.<br />

Efficace il sistema del comando centrale<br />

(del quale parleremo più avanti)<br />

in caso di vento forte; basta infatti trazionarlo<br />

adeguatamente per consentire<br />

una più facile ed uniforme salita. In<br />

questo caso nella fase di decollo si<br />

potranno tenere i comandi ancora più<br />

abbassati per un decollo veloce ed<br />

immediato.<br />

VOLO LINEARE<br />

E GAMMA DI VELOCITA’<br />

C’è qualcosa di particolare, certamente.<br />

I movimenti sugli assi sono assolutamente<br />

“sinuosi”; in particolare<br />

sul beccheggio, globalmente<br />

ben ammortizzato,<br />

si rileva la tendenza ad innescare<br />

movimenti ampi con<br />

periodi lunghi e ammortizzamento<br />

medio della manovra;<br />

anche il rollio ha un comportamento<br />

particolare, e richiede<br />

per essere ben calibrato<br />

l’intervento del movimento<br />

del pilota nella selletta.<br />

Il tutto si condisce con<br />

un’escursione utile dei freni<br />

buona se paragonata ad ali<br />

classiche dalle stesse prestazioni<br />

e una richiesta di ben poco sforzo<br />

da parte del pilota: sarà difficile<br />

che si riveli necessario superare nel<br />

volo ordinario (ammesso che sia un<br />

volo ordinario quello con la <strong>Bio</strong>nic2)<br />

i 4 kg per ogni braccio. Solo nel caso<br />

dell’ingresso in vite si va ad arrivare<br />

ad una trazione che sfiora i 4,5 kg.<br />

a cura dell’equipe di D&P<br />

LA PROVA<br />

La prova in volo è stata<br />

effettuata dall’équipe<br />

di D&P nel periodo<br />

dal 15.12.2004 al 11.01.2005.<br />

Sono state effettuate un totale<br />

di 8,5 ore di volo da n. 4 piloti.<br />

testo: Mauro Grimoldi<br />

rilevazione dati: Luca Dabbene<br />

foto: Dante Porta<br />

121<br />

IL PASSAPORTO<br />

DELL’AZIENDA<br />

COSTRUTTORE<br />

BIO-AIR TECHNOLOGIES<br />

3, Résidence de la Source<br />

78440Issou (Francia)<br />

tel. 0033.1.30935912<br />

E-mail: oliv.calda@club-internet.fr<br />

Internet: www.bio-air-technologies.com<br />

dirigenza: Olivier Caldara<br />

progettista: Olivier Caldara<br />

anno fondazione: 2004<br />

gamma vele: <strong>Bio</strong>nic2<br />

luogo di produzione: Cina<br />

IMPORTATORE IN ITALIA<br />

TUTTOVOLO<br />

Albino (BG)<br />

tel. 348/2625524<br />

E-mail: tuttovolo@bluetime.net<br />

www.bluetime.net<br />

Delta & Parapendio <strong>73</strong>


X CHI E’<br />

scuola iniziale intermedia avanzata comp.<br />

VIRATA*<br />

Tipo di virata<br />

Maneggevolezza<br />

Sensibilità comandi<br />

DATI IN VOLO<br />

VALUTAZIONE<br />

piatta media inclinata<br />

bassa media elevata<br />

bassa media elevata<br />

Condizioni meteo<br />

della rilevazione in decollo in atterraggio<br />

Quota 1538 msl 480 msl<br />

temperatura 9 °C 8 °C<br />

Pressione 841 mb 954 mb<br />

Vento 5 km/h 8 km/h<br />

Carico alare 3,5 kg/mq 3,5 kg/mq<br />

Forza in kg<br />

Trazione Velocità km/h su comando<br />

Velocità max accelerata 47<br />

Velocità massima 37<br />

10 cm 36 -<br />

20 cm 31 2,0<br />

30 cm 28 2,5<br />

40 cm 26 3,0<br />

50 cm 24 5,5<br />

60 cm 23 7,0<br />

4 4,5 5 5,5 6 6,5 7 7,5 8 8,5 9 9,5 10<br />

Gonfiaggio<br />

Decollo<br />

Volo veloce<br />

Volo lento<br />

Wing over<br />

Controllo beccheggio<br />

Atterraggio<br />

SICUREZZA<br />

4 4,5 5 5,5 6 6,5 7 7,5 8 8,5 9 9,5 10<br />

Comport. in turbolenza<br />

Tendenza alla chiusura<br />

Tendenza allo stallo<br />

Tendenza al negativo<br />

DISCESA RAPIDA<br />

CCL<br />

Stabilità<br />

Efficacia<br />

Uscita<br />

ORECCHIE<br />

Facilità di esecuzione<br />

Efficacia<br />

Uscita<br />

SPIRALE<br />

Ingresso<br />

Efficacia<br />

Uscita<br />

4 4,5 5 5,5 6 6,5 7 7,5 8 8,5 9 9,5 10<br />

4 4,5 5 5,5 6 6,5 7 7,5 8 8,5 9 9,5 10<br />

4 4,5 5 5,5 6 6,5 7 7,5 8 8,5 9 9,5 10<br />

Le prestazioni sono di livello elevatissimo.<br />

Abbiamo registrato ben 47 km/h di velocità<br />

accelerata e un’efficienza dichiarata dalla<br />

casa molto vicina ai nove punti, un valore<br />

decisamente notevole!<br />

Noi non abbiamo rilevato questo dato, ma<br />

con il solito carico alare di 3,3 abbiamo registrato<br />

un’efficienza a 37 km/h di 8,75 che<br />

non è poi così distante dal dato dichiarato.<br />

Si tratta di un’ala che non è mai banale e che<br />

richiede una media esperienza di volo; tuttavia<br />

il potenziale c’è e si sente, specie in termini<br />

di futura evoluzione dell’idea-<strong>Bio</strong>nic.<br />

Spesso durante le prove ci siamo ritrovati coi<br />

freni leggermente trazionati e pensiamo che<br />

la vela abbia così un pilotaggio ottimizzato.<br />

L’estetica, beh, è perfino difficile da commentare.<br />

Da sotto si vede poco dell’originalità<br />

dell’ala. Al centro del fascio C parte però<br />

la CCL, Central Command Line, il cordino<br />

di controllo centrale, il cui uso si vedrà nella<br />

perdita quota. Tutto il godimento estetico è<br />

ovviamente lasciato al profilo alare, che trasmette<br />

il fascino dell’idea di “copiare” la<br />

natura.<br />

I colori, la grafica qui non contano molto,<br />

anche se la versione “bat-man” con la colorazione<br />

nera presente in catalogo sarebbe proprio<br />

da vedere! La prospettiva più impressionante<br />

è quella anteriore, dalla quale si gode<br />

appieno il profilo concavo-convesso di ciascuna<br />

semiala con il centrale nettamente più<br />

basso del resto dell’ala. A nostro parere,<br />

ovviamente sindacabile, è originale e affascinante,<br />

prima ancora di essere bella.<br />

ATTERRAGGIO<br />

Lo stallo avviene a 20 km/h in corrispondenza<br />

di uno sforzo di circa 8 kg. Non servono<br />

mai giri di freno sulle mani e la <strong>Bio</strong>nic2 conferma<br />

che almeno nelle manovre basiche si<br />

comporta come un’ala “quasi” classica.<br />

Abbiamo naturalmente provato anche l’atterraggio<br />

con il comando centrale ben trazionati.<br />

Anche in questo caso non abbiamo assolutamente<br />

avuto problemi e l’azione sui freni è<br />

stata molto classica. Lo sforzo verso la velocità<br />

di strallo comincia ad essere importante<br />

e questo evita sicuramente di arrivare alle<br />

velocità critiche inavvertitamente.<br />

IL COMANDO CENTRALE<br />

Caratteristica unica di questo mezzo, potrebbe<br />

secondo noi trovare anche qualche sviluppo<br />

di applicazione anche su ali di concezione<br />

diversa. L’azione su questo comando, che si<br />

presenta con una maniglia vincolata indifferentemente<br />

sull’elevatore destro o sinistro<br />

della vela, consente - garzie ai cordini che<br />

vanno ad attaccarsi alla corda centrale<br />

nell’intradosso - di aumentare la piega centrale<br />

lungo la linea di corda, riducendo la<br />

superfice portante senza però modificarne il<br />

profilo. Questo consente di ottenere un maggior<br />

tasso di caduta senza deteriorare le altre<br />

prestazioni del mezzo.<br />

La sua escursione massima è di quasi un<br />

metro e se trazionata integralmente arriva a<br />

dare un tasso di caduta di 3-4 m/s, paragonabile<br />

per efficacia a delle orecchie. Strumento<br />

straordinario in caso di atterraggi angusti ma<br />

sopprattutto in caso di vento contrario, dal<br />

momento che la penetrazione della vela non<br />

ne viene ridotta, mentre aumenta la sua velocità<br />

di avanzamento.<br />

Il comando è una maniglia vincolata all’elevatore<br />

ed uno strozzascotte nel quale bloccare<br />

il comando alla trazionatura desiderata.<br />

La vela è stata provata nei test di omologazione<br />

in tutte le figure sia con il comando<br />

centrale trattenuto che rilasciato, a garanzia<br />

della corrispondenza del mezzo a tutti i<br />

requisiti dell’omologazione.<br />

VIRATA<br />

Qui ci sono imponenti novità. Si tratta di<br />

un’ala quasi impossibile da gestire senza<br />

pilotaggio attivo. Il pilota si deve muovere<br />

nella selletta, se vuole donare all’ala quella<br />

inclinazione che è importante nell’innesco<br />

della virata. Inutile insistere sul comando<br />

interno smanettando rozzamente e rischiando<br />

così una specie di “mezzo negativo” che interessa<br />

un’unica semiala e che, nel caso, si<br />

risolve al rilascio del comando interno.<br />

La <strong>Bio</strong>nic2 vuole essere il prolungamento del<br />

pilota e allora il pilota deve volare insieme<br />

all’ala, spostandosi nella selletta, quasi danzando<br />

nell’aria. Con questa regola, uno sforzo<br />

di 5 kg e una quarantina di centimetri di<br />

trazione dei freni si ottiene il risultato migliore,<br />

che consiste in una traiettoria assolutamente<br />

precisa e costante, almeno in aria<br />

calma.<br />

La sensibilità dell’ala al “tocco” del pilota è<br />

sempre elevatissima e bastano pochi centimetri<br />

in più o in meno per trovarsi in vite…<br />

così come per uscirne. Un’uscita in questo<br />

caso che avviene spontaneamente.<br />

La virata si presenta particolarmente piatta e<br />

questo dà notevoli vantaggi in condizioni<br />

deboli, mentreovviamente richiede più decisione<br />

nell’inclinazione in condizioni robuste.<br />

VOLO IN TERMICA E DINAMICA<br />

Termica e dinamica. La sensibilità dell’ala<br />

è davvero notevole e ricorda decisamente il<br />

comportamento delle ali di punta, che tuttavia<br />

non hanno le doti di stabilità che contraddistinguono<br />

la <strong>Bio</strong>nic2. Curiosamente i messaggi<br />

aerologici arrivano più chiaramente<br />

dalla selletta che dai freni e spesso si ha la<br />

sensazione che le semiali abbiano quasi due<br />

vite autonome.<br />

E’ globalmente un’ala che si muove molto e<br />

richiede controllo; ciò sembra in contrasto<br />

con la sostanziale tendenza all’autostabilità del<br />

mezzo, che sugli assi rimane sempre sinuosa e tende<br />

ad innescare movimenti ampi. Eppure, è un’ala unica<br />

non solo nell’apparenza ma nella sostanza.<br />

In concreto, l’ascensione in termica è facile per i piloti<br />

usi al pilotaggio attivo come filosofia di vita. E poi nei<br />

traversi, sfiorare i 50 all’ora o i 9 punti di efficienza<br />

(ad un’altra velocità però!) non è certo uno svantaggio.<br />

All’inizio il tipo di trasmissione del movimento<br />

sugli assi, appare confuso. Basterà poco però per creare<br />

un buon feeling col mezzo che vi consentirà di ottenere<br />

una virata più morbida e progressiva, capace di<br />

farvi facilente risalire termiche di tutte le dimensioni.<br />

Turbolenza. In condizione di turbolenza, la <strong>Bio</strong>nic2<br />

perde di pulizia nelle manovre di virata e diventa meno<br />

gestibile soprattutto dai piloti che la conoscono poco.<br />

La sensazione è di una continua trasmissione di informazioni<br />

al pilota e di un certo desiderio delle semiali<br />

di comportarsi come… due parapendio, invece di<br />

uno. Ci vorrebbero forse due piloti, allora, e forse per<br />

questo la <strong>Bio</strong>-<strong>Air</strong> ha allo studio un biposto…<br />

Scherzi a parte, l’ideale è mantenere un controllo attivo<br />

continuando a seguire l’aerologia con i movimenti<br />

del corpo e mai solo con le mani, che qui sembra non<br />

siano così importanti. La tendenza alla chiusura è<br />

comunque molto bassa per questa categoria di ali;<br />

non ne abbiamo rilevate di spontanee nel corso della<br />

prova, ma il periodo dell’anno non è stato di quelli<br />

forieri di tempeste e ascendenze da capogiro.<br />

Si tratta di un mezzo che va certamente provato, possibilmente<br />

in condizioni, prima dell’acquisto. Con<br />

grande attenzione alla regolazione della selletta e al<br />

carico alare, come prescritto dal manuale.<br />

CHIUSURA ASIMMETRICA<br />

Il comportamento della <strong>Bio</strong>nic2 nelle chiusure simulate<br />

è rapido ma non violento. Un minimo di freno<br />

(viene anche istintivo…) e una chiusura simulata del<br />

60% si risolve in meno di 180° di rotazione. Ci poteva<br />

stare anche un’omologazione “Standard”, ma forse<br />

la “Performance” è più indicativa delle caratteristiche<br />

generali dell’ala.<br />

E poi, a guardare i filmati di omologazione si scopre<br />

che la <strong>Bio</strong>nic2 richiede un minimo di intervento del<br />

pilota nel caso di chiusure importanti (ripeto, solo<br />

simulate durante la prova). Piccole o parziali chiusure<br />

non danno assolutamente tendenza al cambio di direzione<br />

nè necessitano di interventi.<br />

WING OVER<br />

<strong>Prova</strong>re per credere, diceva un imbonitore televisivo<br />

che si conquistò una certa fama qualche anno addietro.<br />

Perfetto per descrivere il da farsi con la <strong>Bio</strong>nic2.<br />

<strong>Prova</strong>re: e si scoprirà una tendenza ad ammortizzare i<br />

movimenti innescati con il solo comando e ad accompagnare<br />

il rollio puro a movimenti significativi sul<br />

beccheggio.<br />

Decidiamo che è meglio non insistere e di fare quello<br />

che già sappiamo essere giusto con quest’ala: accompagnamo<br />

il movimento dell’ala con il peso del pilota<br />

nella selletta, e voilà, il gioco è fatto! Per invertire il<br />

rollio all’inizio non bisogna troppo farsi scrupolo sui<br />

comandi, anche poerchè lo sforzo da imprimere è di<br />

<strong>BIONIC</strong>2<br />

74 Delta & Parapendio<br />

Delta & Parapendio 75


<strong>76</strong><br />

CONSIGLI E NOTE<br />

Se siete interessati a provare questa vela, il primo consiglio<br />

è di non avvicinarcisi con troppe aspettative, ma<br />

neanche con troppi timori, è pur sempre una vela da<br />

parapendio. Tra l’altro, è molto resistente alle chiusure<br />

e possiede una tendenza alla rotazione molto ridotta.<br />

La particolare forma della vela sembra essere il principale<br />

motivo per cui le due semiali si muovono in<br />

maniera quasi indipendente in turbolenza. Questi<br />

movimenti, che possono intimorire all’inizio, sono<br />

assolutamente innocui.<br />

Il punto forte che contraddistingue questa vela sono le<br />

prestazioni molto elevate in rapporto alla grado di<br />

sicurezza.<br />

Il pilota a cui è indirizzata è quello di capacità intermedia;<br />

a nostro avviso almeno un paio di anni dopo il brevetto<br />

volati veramente. A questo pilota, il <strong>Bio</strong>nic dà<br />

prestazioni non ottenibili con mezzi di pari categoria.<br />

Il punto debole è il pilotaggio poco sportivo, che può<br />

piacere o meno. Niente comunque che non si ritrovi in<br />

marchi e vele più conosciuti.<br />

Il Comando Centrale è particolarmente utile nel fare<br />

Top Landing in condizioni di termodinamica sostenuta<br />

e nel caso di atterraggi fuori campo in prati particolarmente<br />

piccoli, nei quali l’efficienza elevata delle vele<br />

moderne può dare problemi. Per questi utilizzi trazionatelo<br />

oltre la metà della sua escursione. Le due<br />

semiali si muoveranno in avanti ed indietro maggiormente<br />

ma la vela manterrà inalterata la resistenza alle<br />

chiusure e la sua sicurezza. Il <strong>Bio</strong>nic è omologato sia<br />

con il comando centrale lasco che tutto trazionato. Per<br />

utilizzarlo al meglio tenete sempre la maniglia orientata<br />

verso di voi e provate più volte in volo a trazionarlo e<br />

rilasciarlo. Con un po’ di mano vi diventerà facile e ne<br />

apprezzerete i vantaggi.<br />

La virata necessita di un po’ di apprendistato principalmente<br />

perchè è molto piatta e per l’escursione dei<br />

freni elevata.<br />

Ai primi voli può dare una sensazione strana perchè<br />

inclinandosi poco centrifuga anche poco ed il pilota<br />

non ritrova le normali sensazioni di aumento di velocità<br />

e di schiacciamento nel seggiolino. Abituatevi pian<br />

piano a quanto potete trazionare e quanto velocemente<br />

la vela risponde; vi aiuteranno il giro di freni ed un<br />

buon utilizzo del peso del corpo. Una volta che avrete<br />

preso le misure di quanto velocemente potete far girare<br />

il <strong>Bio</strong>nic ne apprezzerete la capacità di risalita in termica<br />

superiore alla media.<br />

Buoni voli e tanto divertimento.<br />

Pietro Nova inizia a volare nel 1988 (Scuola Longoni<br />

Sport); i primi anni sono dedicati alle planate paralpinistiche<br />

nei ritagli di tempo. Dopo qualche anno inizia con<br />

lo sperimentare il volo di cross con una breve parentesi di<br />

gare regionali e nazionali. Nel 1997 ha la “malaugurata”<br />

idea di vivere di parapendio e da quel momento si dedica<br />

alla scuola ed alla gestione del sito di volo di Albino. Da<br />

quest’anno anche all’importazione del <strong>Bio</strong>nic2<br />

Delta & Parapendio<br />

5 kg ed il freno deve essere trazionato attorno<br />

ai 45 cm se si vogliono ottenere risultati<br />

apprezzabili.<br />

ORECCHIE<br />

Impossibili. L’ala rifiuta di mettersi in questa<br />

configurazione, vuole riaprirsi immediatamente<br />

e comunque continua a volare. E<br />

allora? Beh, c’è una manovra in più!<br />

CCL<br />

Cosa ci farà quel cordino al centro dell’ala,<br />

che si collega con i due cassoni centrali<br />

sovrapposti e posizionati al di sotto del resto<br />

dell’ala (il “corpo” del gabbiano)?<br />

Chi potrebbe resistere alla tentazione di trazionarlo<br />

con decisione?<br />

Ebbene, c’è anche un sistema per farlo e<br />

bloccarlo attraverso una sorta di carrucola<br />

con bloccaggio. In questo modo il “gabbiano”<br />

stringe le ali e scende più velocemente,<br />

diminuendo la superficie proiettata e la portanza.<br />

Esattamente come gli uccelli. E’ davvero<br />

affascinante cosa ha in mente questo<br />

Olivier Caldara!<br />

Cosa succede? Che dopo avere trazionato e<br />

bloccato un metro abbondante di cordino<br />

esterno si continua a volare normalmente<br />

salvo che il variometro segna… -4 m/s! La<br />

velocità aumenta, anche, il che ci ricorda<br />

che è con la CCL e l’acceleratore che si raggiunge<br />

la vera velocità massima, di… 65<br />

km/h, dice il manuale.<br />

E il tasso di caduta aumenta ancora, così<br />

come se durante il volo con CCL trazionata<br />

si innesca una virata. Si scende e si scappa<br />

via veloci, insomma,<br />

da qualunque ascendenza<br />

molesta.<br />

Il rilascio è un po’<br />

laborioso ma si può<br />

fare, nel frattempo si<br />

continua, lo ricordo,<br />

a volare.<br />

SPIRALE<br />

A condizione di essere accompagnata, l’ala<br />

parte in vite e ne esce con rapidità. Se si<br />

insiste, la tendenza è verso l’accelarazione.<br />

Noi non siamo andati oltre un valore di<br />

–10m/s. Come dire: meglio trovare la giusta<br />

velocità di discesa e stabilizzare una configurazione<br />

sana ed efficace.<br />

L’OMOLOGAZIONE IN POCHE<br />

PAROLE<br />

La tendenza generale è ultimamente in direzione<br />

del DHV, considerato dai piloti più<br />

significativo. E’ noto che i parametri Afnor<br />

Standard comprendono già di per sè un<br />

numero elevato di vele attualmente in produzione.<br />

Ma la <strong>Bio</strong>nic2, di produzione e<br />

concezione tutta francese, era inevitabile<br />

che andasse sul sistema Afnor.<br />

L’Afnor Performance è dunque un’omologazione<br />

che diviene rara e ci parla di alte prestazioni e di<br />

un’ala assimilabile a quelle di punta, sensibile e delicata.<br />

Vista la particolarità di questo mezzo, va bene:<br />

ha senso permetterne il volo a piloti con un po’ di<br />

esperienza (provenienti magari da un 2-3), pionieri di<br />

un nuovo modo di volare, che sappiano apprezzare e<br />

conoscere questa <strong>Bio</strong>nic2.<br />

CONCLUSIONI E CONSIGLI DI UTILIZZO<br />

Si tratta di un mezzo per molti versi straordinario.<br />

Nel vero senso del termine. Ci ha riportato a diversi<br />

anni fa, quando si tentavano le strade più disparate<br />

per migliorare i parapendio, compreso l’inserimento<br />

di parti rigide e gonfiabili nella calotta e “gabbie” al<br />

posto dei comandi per ovviare al limite dei freni<br />

aerodinamici. Oltre ad una quantità di innovazioni<br />

progettuali.<br />

Tra tutte, questa <strong>Bio</strong>nic2 presenta l’idea più affascinante:<br />

l’imitazione del volo degli uccelli, con una<br />

forma alare che (si vede bene quando non si vola ma<br />

si guarda) ricorda le ali del gabbiano in volo. Lo ripeto:<br />

affascinante.<br />

Inoltre, vola, e vola tanto: quasi 50 all’ora che possono<br />

diventare più di 60 con il sistema CCL (Command<br />

Central Line), che per di più permette di scendere ad<br />

almeno -4 m/s senza chiudere l’ala nè innescare viti.<br />

E un’efficienza massima vicina ai nove punti.<br />

Insomma, questa neonata azienda ha fatto a livello di<br />

evoluzione della disciplina più dei centri di ricerca e<br />

sviluppo di molte case blasonate.<br />

La <strong>Bio</strong>nic2 è un’ala da acquistare con lo spirito dei<br />

pionieri. Richiede un po’ di esperienza, si muove in<br />

continuazione e chiede il costante movimento del<br />

pilota nella selletta.<br />

DATI DELLA VELA IN PROVA <strong>BIONIC</strong> 2<br />

superficie piana (mq) 29,0<br />

apertura alare (m) 13,2<br />

allungamento 5,1<br />

corda max (m) 3,25<br />

peso vela (kg) 7,2<br />

peso totale in volo (kg) 95/105<br />

cordini Superaram<br />

imbrago consigliato -<br />

superficie proiettata (mq) 26,1<br />

apert. alare proiettata (m) 10,9<br />

allungamento proiettato 4,6<br />

cassoni (n.) 66<br />

peso pilota (kg) 70/90<br />

prezzo (euro) 3200<br />

tessuto Porcher Marine New Skytex<br />

9092 E77A da 45 gr/mq<br />

Lo smanettone poco rispettoso, che non legge i<br />

manuali e pigia stoltamente sui comandi, viene punito<br />

e se ne va a finire in negativo; ci vuole insomma<br />

un pilota sensibile, che viene da un intermedio avanzato<br />

o da un’ala di punta e che sia inguaribilmente<br />

affascinato dall’idea del volo umano. Niente di male:<br />

l’omologazione Performance significa solo che il<br />

<strong>Bio</strong>nic2 è un mezzo che richiede di essere pilotato; in<br />

tutte le condizioni.<br />

E poi, il futuro. Quella dell’imitazione degli uccelli si<br />

è rivelata un’idea potenzialmente vincente. Quale<br />

sarà il futuro? Sarà possibile applicare gli stessi principi<br />

ad un’ala magari meno performante ma adatta ad<br />

una fetta più ampia del popolo volante? Forse un<br />

giorno sarà possibile. Chissà. Voleremo sotto queste<br />

ali simili a quelle di un uccello, sulle orme di<br />

Leonardo da Vinci.

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