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02 - Percorso sugli ETRUSCHI

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GLI <strong>ETRUSCHI</strong>:<br />

LA SITUAZIONE IN EMILIA ROMAGNA TRA VI E V SECOLO A.C.<br />

<strong>Percorso</strong> per le classi quinte della scuola primaria<br />

Durante il VI secolo a.C. in Etruria si verificano grandi trasformazioni sociali, politiche ed<br />

economiche. Sul piano storico la presenza nel mare Tirreno di Greci e Cartaginesi, stanziati<br />

in Sicilia, Magna Grecia, Corsica e Sardegna, porta dapprima ad una progressiva perdita<br />

del dominio etrusco delle rotte marittime e a seguire la creazione di nuove e più sicure vie<br />

commerciali, che puntano sull'Adriatico e sul territorio della pianura padana.<br />

Nella nostra regione si assiste ad una grande riorganizzazione, che vede la nascita di<br />

nuove città e la risistemazione/monumentalizzazione di quelle pre-esistenti, tra cui spicca<br />

BOLOGNA, la villanoviana Felsina, che diventa il fulcro di questa nuova rete di commerci.<br />

Il nuovo assetto comporta infatti la fondazione ex-novo di:<br />

• MARZABOTTO, lungo la Valle del Reno, funzionale alla creazione di percorsi verso<br />

l’Etruria settentrionale e interna;<br />

• MANTOVA, lungo la Valle del Mincio, testa di ponte verso i territori celtici<br />

dell’Europa transalpina;<br />

• SPINA, il porto sull’Adriatico, per incentivare i commerci con la Grecia.<br />

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Si conclude ora il processo di formazione dei centri abitati, che porta dal villaggio alla vera<br />

e propria città e dalla capanna alla casa.<br />

Le case, a pianta rettangolare, sono riunite in isolati, delimitati da strade che si incontrano<br />

ad angolo retto, secondo un preciso schema urbanistico di origine greca, anche se<br />

fortemente intrecciato ad elementi rituali e religiosi di ambito etrusco, quali l’orientamento<br />

secondo i punti cardinali e la ‘sacralità’ del rito di fondazione della stessa città.<br />

Pianta della città etrusca di Marzabotto (BO)<br />

Gli accessi di ciascuna abitazione si trovano sulla strada e danno su di un corridoio che<br />

conduce direttamente al cortile interno, sul quale si affacciano i vani che compongono la<br />

casa e al centro del quale si trovava il pozzo per l’acqua. Si tratta di una tipologia di casa,<br />

con atrio e tablino, che diventerà canonica, almeno per i ceti medio-alti, anche in epoca<br />

romana.<br />

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Pianta di una delle case di Marzabotto<br />

L’alzato, forse costruito col sistema del graticcio o<br />

con mattoni in argilla cruda seccata al sole, doveva<br />

essere di un solo piano e poggiava su fondazioni in<br />

ciottoli a secco, mentre il tetto di laterizi era<br />

appoggiato su un’intelaiatura lignea.<br />

Tetti in laterizi: tegole e coppi<br />

Anche nel caso delle abitazioni più strutturate, gli studiosi hanno trovato validi supporti<br />

per la comprensione della planimetria e degli alzati analizzando fonti diverse, quali le<br />

piccole urne litiche; gli interni di alcune tombe dell’Etruria tirrenica scavate nel tufo<br />

oppure la tomba a casa della Peschiera, rinvenuta a Tuscania.<br />

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Tomba a casa (Tuscania)<br />

Le aree funerarie si trovano all’esterno dell’abitato,<br />

lungo le principali strade in uscita e sono costellate<br />

da segnacoli tombali che indicano la presenza sotto terra di sepolture. Il rito funerario<br />

prevalente è l’INUMAZIONE, anche se non mancano alcune più rare ed esclusive cremazioni,<br />

retaggio culturale del precedente periodo villanoviano. Il defunto veniva deposto<br />

all’interno di tombe a fossa, sempre supino, vestito e abbellito da ornamenti personali,<br />

mentre gli oggetti del corredo funerario venivano sistemati con cura lungo il corpo, spesso<br />

sul lato sinistro.<br />

Oltre ai semplici ciottoli di fiumi conficcati nel terreno e ai cippi cipolliformi o “a pigna”,<br />

le sepolture venivano segnalate da stele figurate di vario genere; nel bolognese molto<br />

frequenti sono le stele a ferro di cavallo, inizialmente slanciate e poi circolari, decorate con<br />

scene figurate disposte su più fasce. Le immagini si riferiscono quasi sempre al viaggio<br />

simbolico del defunto verso l’Aldilà o alle cerimonie funebri celebrate in suo onore.<br />

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Cippo a pigna da Marzabotto<br />

Stele a ferro di cavallo da Bologna<br />

Stele circolare da Bologna<br />

I corredi funerari di norma comprendono vasi da banchetto, mentre più rari risultano i<br />

riferimenti alle attività condotte durante la vita, ad eccezione degli oggetti da filatura e<br />

tessitura e degli strumenti da toletta che continuano ad identificare sepolture femminili. Il<br />

banchetto assume ora un’importanza fondamentale, proprio perché racchiude in sé<br />

valenze sia sociali che religiose; infatti rappresenta sia un’occasione di incontro tra persone<br />

dello stesso ceto sociale, diventando simbolo di ricchezza e di appartenenza, sia un<br />

particolare momento del rituale funerario, ovvero il banchetto che veniva compiuto in<br />

onore del defunto durante i funerali.<br />

Il servizio completo da banchetto comprende vasi in ceramica, spesso figurati e di<br />

produzione greca, e in bronzo legati al consumo del vino e di carne; strumenti per<br />

l’illuminazione e per il gioco.<br />

Candelabro<br />

Situle bronzee, per<br />

contenere acqua e vino<br />

Brocche bronzee, per<br />

versare il vino<br />

Colino in bronzo, per<br />

filtrare il vino<br />

Dadi e pedine da gioco<br />

La ‘Tomba Grande’ dei Giardini Margherita di Bologna<br />

Mestoli in bronzo<br />

Coppe attiche, per<br />

bere il vino<br />

Cratere attico, dove si<br />

mescola l’acqua e il<br />

vino<br />

Brocchette bronzee,<br />

per misurare le<br />

quantità di acqua e<br />

vino<br />

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