d mag 1859 in Turtona - Scuola Media Valenziano

CLASSI: 3°A - 3°C

STORIA DI TORTONA
Nel 1814 Tortona torna sotto la dominazione
dei Savoia.
Sono gli anni del Risorgimento nazionale e
Tortona non manca di dare il proprio
contributo alla lotta per l’indipendenza.
Nel 1848 la città di Milano si ribella agli
Austriaci nelle “Cinque giornate”: vi
accorrono il poeta patriota Domenico
Carbone e Carlo Leardi con molti altri
tortonesi.
Durante la prima guerra di indipendenza a
Novara nel 1849 moriva combattendo il Gen.
Giuseppe Passalacqua, mentre nel 1860 a
Milazzo cadeva tra i garibaldini il giovane
Alberto Leardi.
Nel maggio 1859, durante la seconda guerra
d’indipendenza, nuovamente gli austriaci
occuparono per pochi giorni la nostra città,
anche per il ruolo da essa avuto nella lotta per
la libertà della nostra patria.

Giuseppe
Garibaldi
Camillo
Benso conte
di Cavour
Vittorio
Emanuele II
Giuseppe
Mazzini

Cliccare i nomi
Carlo Mirabello
Domenico Carbone
Domenico Schiavi
Carlo Leardi
Alberto Leardi
Francesco Bersani
Alberto Passalacqua
Carlo Torretta
Luciano Manara

CARLO MIRABELLO
(1847 – 1910 )
Sottotenente di
vascello durante la
terza Guerra
d’Indipendenza . Fu
amico di Guglielmo
Marconi, alle cui
innovazioni
tecniche sul campo
della
radiotelegrafia
diede un grande
contributo. Come
Ministro della
Marina avviò
l’ammodernamento
tecnologico della
Marina Militare
Italiana

DOMENICO
CARBONE
Patriota,scrittore e
volontario nelle
guerre del
Risorgimento. Tra
le sue satire si
ricorda “Re
Tentenna” che
alludeva a Carlo
Alberto e che gli
procurò l’esilio.
Importante anche
la composizione
“Sono Italiano”, di
ispirazione
mazziniana.

DOMENICO
SCHIAVI (1808-
1886)
Fu il primo poeta
dialettale
tortonese.
Nella sua
composizione
poetica più famosa
“U cencv ad magg
1859” rievoca la
breve ma dura
occupazione
austriaca di
Tortona prima
della battaglia di
Montebello (PV).

Carlo Leardi,
(Tortona, 1828 -
1882), membro
della reale
Accademia dei
Georgofili di
Firenze nel 1862
con la
pubblicazione
dello studio
“Degli interessi
economici
dell'agricoltura
italiana”.

ALBERTO LEARDI
(1836-1860)
Distintosi nella
seconda guerra di
indipendenza per
la liberazione della
Lombardia, nel
1860 partecipò
alla spedizione
garibaldina dei
Mille col grado di
capitano e trovò la
morte a Milazzo
combattendo
contro l’esercito
borbonico.

FRANCESCO
BERSANI (1844-
1866)
Partecipò con
Garibaldi
all’impresa dei
Mille, nella quale
trovò la morte.

GEN. PASSALACQUA
(1794-1849)
Marchese di
Villalvernia . Primo
Scudiero della Regina
e Colonnello Tenente
delle Guardie del Capo
di S.M..
Durante la prima
guerra
d’Indipendenza in
qualità di Maggiore
Generale, il 23 marzo
1849 nel tentativo di
fermare l’avanzata
austriaca a Novara fu
colpito mortalmente.
Fu la prima medaglia
d’oro concessa nelle
guerre del
Risorgimento.

CARLO TORRETTA
(1834 – 1905 )
Con il fratello si
diede alla carriera
militare
distinguendosi
nella battaglie
risorgimentali .
Partecipò alla
guerra del 1859,
alla campagna del
1866 e alla presa di
Roma del 1870.

LUCIANO MANARA
( 1825 – 1849 )
Tra le figure più
note del
Risorgimento, fu
amico di Carlo
Cattaneo .
Partecipò
valorosamente
alle “Cinque
Giornate” di
Milano, alla Prima
guerra d’
Indipendenza e
alla difesa della
Repubblica
Romana, per la cui
causa morì.

L.Manara alla marchesa spini
____________
Voghera,16 Marzo 1848
Ah! Mia buona amica, quante emozioni alla vigilia delle giornate di Marzo, alla
vigilia del gran combattimento!
Fortunatamente io sarò forse dei primi ad incontrare il nemico.
In questi giorni noi ripigliamo la guerra con gli Austriaci, il re di Napoli riprende
le ostilità contro la Sicilia, se è vero che Dio esiste lo vedremo!
Voghera, 1 aprile 1849
Le comunicazioni con la pacificata Austria mi si dicono riaperte, ed io non tardo
un minuto a darvi mie nuove. Oh! Infamia,o sventura. La povera Lombardia fu
venduta e chissà per quanti anni!
Non si parli più di speranze per amor di Dio. Io vorrei tingermi la faccia per non
sembrare Europeo tanto io temo essere riconosciuto Italiano.

Roma, 29 Giugno 1849
Caro Carletto,
leggo in questo momento la tua lettera affettuosa, generosa;
Ella mi commuove perchè scritta da te che tanto amo e stimo, perchè mi vai toccando vicine e
tremende memorie che mi hanno solcato l'anima per sempre!
Roma sostiene un attacco di ventisei giorni.
Il genio ed i cannoni fanno la breccia ma il nemico dopo trova i petti dei bravi. Trentamila
Francesi hanno aperte sei breccie.
Da 9 giorni occupano un bastione. Si sono sotterrati come sorci nei fossati e non osano mostrarsi.
Quando assalgono sono respinti e fuggono. Vinceranno perchè materialmente quaranta grossi
pezzi livellati sopra un sol punto, demoliscono e distruggono.
Ma ogni maceria sarà difesa.
Ogni rovina che copre i cadaveri dei nostri è salita da altri che vi muoiono piuttosto che cederla.
Roma in questo momento è grande, grande come le sue memorie, come i monumenti che la ornano
e che il barbaro stà bombardando.
Addio, vogliami bene.
Ho salutati tutti, puoi ben credere che di noi è una vera distruzione, ogni giorno venti o trenta di
meno
Addio
Il tuo Manara

U cencav’ d mag 1859 in Turtona
(Domenico Schiavi)
“ A gh eu in ment ancùr quel dì Ar prùdass di Tùdiscon
Chè i Tùdasch a son vnu chi, son d distruv e fa ù ladron.
L’èra ùn bòt du dòp disnà Oh! L’è mei avi parùvà
Dar mès ‘d Mag ultim passà, quel che lùr a son bon d’ fa!
Pochi Ussar, straplon fùtu
Son vnu drenta a spron batu,
An fàt vni ra fàcia mùfa
Pr ù spagatt e per raa fùfa.
Press a lùr dòp ùn mument
dj àtar slàpar son vnu drent;
A gh’avivan ùn brut capè
Fàt a bàrca da giudè.
A smijavan tut facion,
Da sèpùlcr e da parson,
A gh’ avivan un ardiment
Da arfilàgh ùn pugn ssu i dent ,
‘na superbia e ùn muss balòss
Da sutrài viv int ‘i fòss .
traduzion
e

Traduzione
“U cencav d mag 1859 a Turtona”
Ho ancora in mente quel giorno in cui gli Austriaci sono venuti
qua,era l’una del pomeriggio del maggio passato,
pochi Ussari sono entrati dentro a sprono battuto,e hanno fatto
cambiare il colore del volto per lo spavento e per la fifa.
Un momento dopo di loro sono venuti dentro degli altri
gaglioffi;avevano un brutto cappello a barca da giudei.
Sembravano tutti faccioni da sepolcro e da prigione,avevano
un’ arroganza da dargli un pugno sui denti,una superbia e un
muso sfacciato da sotterrarli vivi dentro un fosso.
Le prodezze dei Tedesconi sono distruggere e fare i ladroni.
Oh!è meglio aver provato quel che loro sono in grado di fare!

Domenico Carbone
-Giovanettino dalla bruna chioma
il tuo loco natal come si noma?
-Io sono nato, o forestier cortese
Nel paese più bel d’ogni paese.
S’io chieggio a te della nativa terra,
rispondi:io son di Francia o d’Inghilterra.
Fiorenza è bella, Napoli t’ammaglia;
Torino è forte e dappertutto è Italia.
Se vuoi saper se nacqui in monte o in piano,
Sono italiano
-Giovanettin dalla pupilla nera
Qual è il colore della tua bandiera?
-se una rosa vermiglia e un gelsomino
A una foglia d’allor metti vicino
I tre colori avrai più cari e belli
A noi che qui ci conosciam fratelli;
i tre colori avrai che fremer fanno
l’insaguinato imperator tiranno.

Ar Casté
Oeu già vist di siti bei
Sit da ‘Ivagh tant ad capé
Ma par mi onn gh’è gnenta ‘d mei
‘D pusse car dar me Castè.
Quand ch’avroeu tirà ‘r calsatt
Cari amis, fem oun piasì
Sensa insoeui mangiamoucat
Sensa prèv, fem soutrà chi.
Bel Casté! Lountan da ti
Am pa^r sempr’ oun’ agonia
A ghaeu sempar drenta ‘d mi
Tutt l’amar dra noustalgia.
Achille Artom
Al Castello
Ho già visto dei bei posti,
da togliermi tanto di
cappello, ma per me non
c’è niente di meglio e di
più caro del mio Castello.
Quando avrò tirato le
cuoia, cari amici, fatemi
un piacere senza indugio
mangiagatti, senza prete,
sotterratemi qui.
Bel Castello! Lontano da
te mi sembra sempre
un’agonia, ho sempre
dentro di me tutto
l’amaro della nostalgia.

Stendardo delle milizie
lombarde nel 1796. il
tricolore è ancora solo un
vessillo militare.
Il tricolore della Repubblica
Cispadana (1797): è la
prima bandiera italiana.
Bandiera della Giovine
Italia
(1833)
Bandiera del Regno
di Sardegna, il
Tricolore reca al
centro lo stemma dei
Savoia
(dal 15 Aprile 1848
al 16 Marzo 1861)
Il tricolore della
Repubblica, così
come voluto
dall’articolo 12
della Costituzione
Italiana

“Una gente che libera tutta
O fia serva tra l’Alpe ed il mare;
Una d’ arme, di lingua, d’ altare,
di memorie, di sangue e di cor.”
Di Alessandro Manzoni
“Cara Italia! Dovunque il dolente
Grido uscì del tuo lungo servaggio;
dove ancor dell’umano lignaggio
ogni speme deserta non è:
dove già libertade è fiorita,
dove ancor nel segreto matura,
dove ha lacrime un’altra sventura,
non c’è cor che non batta per te.”