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Il tempio sul fiume Savone, a Montanaro di Sparanise - Portale di ...

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La devozione per Demetra<br />

La particolare devozione per Demetra, da parte delle antiche popolazione della Campania<br />

settentrionale, è attestata dalla bella ceramica attica rinvenuta nelle necropoli <strong>di</strong><br />

Presenzano e raffiguranti la <strong>di</strong>vinità con le ricche spighe <strong>di</strong> grano o Trittolemo <strong>sul</strong> carro, il<br />

giovinetto cui la dea aveva donato l’immortalità.<br />

La lunga vita del santuario ebbe tre fasi e tre interruzioni della frequentazione.<br />

Prima fase <strong>di</strong> vita del santuario: copre il periodo tra il VI e il V sec. a.C.. Gli e<strong>di</strong>fici del<br />

santuario preromano sono caratterizzati dall'uso <strong>di</strong> blocchi <strong>di</strong> tufo squadrati ed e<strong>di</strong>ficati<br />

con la tecnica isodomica.<br />

<strong>Il</strong> santuario più antico presenta strutture molto originali. E' caratterizzato da corridoi e<br />

camere tagliati nel banco <strong>di</strong> tufo, secondo la maniera etrusca.<br />

In età preromana, il santuario svolse funzioni <strong>di</strong> culto e <strong>di</strong> emporio commerciale.<br />

I materiali archeologici mostrano che vi convergevano Ausoni, Etruschi, Latini, Greci,<br />

Sanniti e Romani.<br />

<strong>Il</strong> santuario si sviluppa in <strong>di</strong>rezione nord, verso un corso d'acqua che, col <strong>Savone</strong>, ritaglia il<br />

pianoro tufaceo su cui sorge il complesso.<br />

In questa zona sono state scavate strutture in opera quadrata in tufo e in blocchi <strong>di</strong> calcare<br />

bianco, per i quali i molti dolia, grossi contenitori in terracotta, fanno pensare ad un<br />

deposito <strong>di</strong> cereali. Verosimilmente costituiscono le tracce <strong>di</strong> un granaio in cui si<br />

conservavano i raccolti ricavati dalle terre <strong>di</strong> proprietà del santuario, come accade in molti<br />

santuari antichi.<br />

Una profonda tagliata artificiale metteva in comunicazione la gola del <strong>fiume</strong> con il colle su<br />

cui sorgevano gli e<strong>di</strong>fici sacri.<br />

<strong>Il</strong> <strong>Savone</strong> era una via d'acqua navigabile.<br />

Nell'inverno del 1999, una eccezionale esondazione del <strong>fiume</strong> consentì osservazioni molto<br />

interessanti. Le pen<strong>di</strong>ci del colle <strong>di</strong> Fondo Ruozzo furono ripulite dalla vegetazione e dai<br />

detriti.<br />

Nel punto in cui lambisce il santuario, il banco tufaceo della sponda destra del <strong>fiume</strong> è<br />

modellato a due gradoni, con tagli artificiali. <strong>Il</strong> gradone superiore si estende per alcuni<br />

metri, fino alla rampa <strong>di</strong> accesso al colle. Sul ciglio si contano molti buchi circolari, <strong>di</strong> una<br />

certa profon<strong>di</strong>tà.<br />

Le strutture sagomate nel tufo costituivano un molo <strong>di</strong> attracco delle imbarcazioni fluviali.<br />

I traffici si svolgevano su piccole imbarcazioni.<br />

Oggi che la portata idrica si è ridotta rispetto al passato, il <strong>fiume</strong> è ancora navigabile col<br />

lontro (Lat. luntra), l'imbarcazione fluviale senza chiglia, caratteristica dei Mazzoni, adatta<br />

alla navigazione negli acquitrini e nei magri corsi d'acqua della pianura.

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