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All'improvviso un temporale d'estate - di Valter - Nicola Saba

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Alla sua destra vede soltanto campi coltivati, e quelli non offrono<br />

proprio alc<strong>un</strong> rifugio al povero viandante. Spinge allora lo sguardo in avanti<br />

e verso sinistra. Ed ecco che davanti ai suoi occhi risplendono <strong>di</strong> luce<br />

amica le non lontanissime finestre panoramiche del ristorante pizzeria<br />

che si trova proprio all’inizio del paese.<br />

Subito si tranquillizza non poco, perché là potrà trovare agevole riparo,<br />

se sarà necessario. Ma si trova anche a pensare che forse non sarebbe<br />

sbagliato fermarsi in quel ristorante per la cena. Più ci pensa, più la<br />

prospettiva gli piace. Comincia a persuadersi che ha poco senso, dopo<br />

esser tornato dalla l<strong>un</strong>ga e snervante escursione, raggi<strong>un</strong>gere il garni,<br />

fare <strong>un</strong>a rapida doccia, cambiarsi <strong>di</strong> indumenti, uscire <strong>di</strong> nuovo, prendere<br />

l’autobus e scendere in città. Tutto questo solo ed esclusivamente per<br />

cenare nel solito posto? Non sembra proprio <strong>un</strong> agire da esseri razionali.<br />

Purtroppo già al mattino si era dovuto ben presto accorgere che gli<br />

amici occasionali non erano dei gran<strong>di</strong> camminatori, e così l’estenuante,<br />

interminabile escursione si era conclusa molto più tar<strong>di</strong> <strong>di</strong> quanto aveva<br />

previsto. E ora rischiava <strong>di</strong> subire spiacevoli e bagnate conseguenze per<br />

quell’assurdo ritardo.<br />

E poi si sente quasi convinto che andare a cena nel solito ristorante e<br />

cercare <strong>di</strong> essere ostinatamente abitu<strong>di</strong>nari, in quel momento e con quel<br />

tempaccio, rappresenta proprio <strong>un</strong>a vera assur<strong>di</strong>tà.<br />

Ma perché non scendere in città con l’automobile? Per <strong>un</strong> attimo la<br />

domanda si affaccia alla sua mente. Ma è solo <strong>un</strong> attimo. Di servirsi<br />

dell’automobile per scendere in città non se ne parla nemmeno, si risponde<br />

subito convinto e senza esitazioni. Giorni prima ha fatto più <strong>di</strong> qualche<br />

tentativo, e ormai sa per esperienza <strong>di</strong>retta che, a quanto sembra, in certe<br />

ore del giorno e in piena stagione turistica, trovare parcheggio in centro a<br />

Br<strong>un</strong>eck è <strong>un</strong>a vera impresa. E questa volta in particolare lui non ha<br />

ness<strong>un</strong>a voglia <strong>di</strong> girare e girare per scovare <strong>un</strong> posto libero. Con la sfort<strong>un</strong>a<br />

che dal mattino lo perseguita certamente finirebbe per trovarlo <strong>un</strong><br />

bel po’ fuori mano. Sicuramente a notevole <strong>di</strong>stanza dal ristorante. E così,<br />

per raggi<strong>un</strong>gere l’isola pedonale, dovrebbe rimettersi a camminare, e magari<br />

sotto la pioggia battente, per <strong>di</strong> più. Se decidesse <strong>di</strong> scendere in città,<br />

sarebbe com<strong>un</strong>que molto più logico servirsi dell’autobus, che almeno lo<br />

porterebbe a due passi dal ristorante.<br />

Intanto la grossa e veloce perturbazione atmosferica è ormai arrivata<br />

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