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Dislessia 2-06 - Centralmente

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s t r u m e n ts<br />

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p l i c a t i v i<br />

<strong>Dislessia</strong> e codifica fonologica:<br />

un test informatizzato<br />

per la valutazione *<br />

Giacomo Stella e Stefano Franceschi<br />

Il presente lavoro, oltre alla costruzione di uno strumento informatizzato per la<br />

valutazione delle abilità di codifica fonologica, rappresenta un contributo clinicodiagnostico<br />

finalizzato all’approfondimento della performance nell’elaborazione di<br />

informazioni linguistiche e iconiche in soggetti con disturbo specifico di lettura di<br />

lingua italiana. A tale scopo le prestazioni di 13 soggetti con dislessia evolutiva<br />

sono state valutate mediante una prova computerizzata di riconoscimento di coppie<br />

di non parole e confrontate con quelle di soggetti normolettori di pari età cronologica.<br />

I risultati ottenuti, confermando i dati presenti in letteratura (Van Der Leij e<br />

Van Daal, 1999), evidenziano nei dislessici un profilo funzionale caratterizzato da<br />

un deficit di automatizzazione della via sublessicale che ne influenzerebbe le abilità<br />

di accesso lessicale e di lettura del brano, mentre non si osservano differenze nei<br />

tempi medi di latenza delle risposte del materiale iconico. Inoltre, la prova informatizzata<br />

è risultata in grado di discriminare e individuare in modo statisticamente<br />

significativo il 91 % dei soggetti con dislessia evolutiva.<br />

Introduzione<br />

La dislessia evolutiva (DE) è un disturbo specifico manifestato nell’apprendimento<br />

della lettura che si presenta in soggetti in età di sviluppo privi di deficit neurologici,<br />

* Si ringrazia la Cooperativa Anastasis per la realizzazione informatizzata del software; si ringraziano i Dirigenti<br />

scolastici e le maestre delle scuole primarie di Centobuchi, Monteprandone, Stella di Monsampolo e Poggio<br />

di Bretta per la piena collaborazione mostrata.<br />

Edizioni Erickson – Trento<br />

Vol. 3, n. 2, maggio 20<strong>06</strong> (pp. 187-210)<br />

187


s<br />

188<br />

Vol. 3, n. 2, maggio 20<strong>06</strong><br />

sensoriali, intellettivi, emotivo-relazionali, nonostante normale istruzione scolastica e<br />

condizioni socioculturali adeguate (adattata da Brizzolara e Stella, 1995; Stella, 1999) e<br />

può essere definita come l’incapacità di leggere in modo fluente (Savelli, 2004) il testo<br />

di un brano o parole isolate. Una definizione recente dell’IDA (International Dyslexia<br />

Association) evidenzia quale core symptom del disturbo un deficit nella componente<br />

fonologica del linguaggio (Lyon, Shaywitz e Shaywitz, 2003; si veda anche Gersons-<br />

Wolfensberger e Ruijssenaars, 1997). In effetti, la spiegazione principale più largamente<br />

condivisa è che la dislessia derivi da deficit molto circoscritti all’abilità di processazione<br />

fonologica (Snowling, 1980; 1981; Morais, Cluytens, Alegria, 1984; Stanovich, 1986;<br />

Stanovich, Siegel, 1994), che interferirebbero con l’apprendimento del processo di lettura<br />

con conseguente difficoltà da parte del bambino dislessico a fissare le corrispondenze grafema-fonema.<br />

Queste evidenze sperimentali sottolineano come i soggetti con disabilità di<br />

lettura non raggiungano un sufficiente grado di consapevolezza per la struttura fonemica<br />

interna alle parole.<br />

È evidente allora come uno dei maggiori e più validi indicatori diagnostici del disturbo<br />

specifico di lettura per il sistema ortografico italiano sia rappresentato dalla decodifica<br />

delle «pseudo-words» (Stanovich, 1994; Stella, 2004): queste, infatti, possono essere lette<br />

solo attraverso una procedura analitica, la quale permette la conversione di una stringa di<br />

simboli ortografici nel corrispondente codice fonologico. Quindi, la lettura di non parole,<br />

basandosi esclusivamente sull’applicazione di regole di trasformazione grafema-fonema,<br />

senza un accesso diretto a specifiche conoscenze lessicali, costituisce una misura relativamente<br />

«pura» dei meccanismi cognitivi di trans-codifica e analisi fonologica coinvolti nella<br />

funzione strumentale della lettura. Esistono molti dati clinici e sperimentali a conferma<br />

del fatto che nei soggetti con dislessia evolutiva la prestazione nelle non-parole risulti<br />

peggiore della performance media ottenuta dai controlli appaiati, sia per età cronologica<br />

che per livello di lettura raggiunto (per una rassegna si veda Rack, Snowling e Olson 1992;<br />

Stella, Faggella, Tressoldi, 2001).<br />

In definitiva, sulla base delle caratteristiche patognomonico del disturbo, e utilizzando<br />

l’indicatore diagnostico più attendibile per la rilevazione dei processi fonologici implicati<br />

nella lettura, è stata costruita una prova informatizzata di riconoscimento di coppie di non<br />

parole in accordo al paradigma sperimentale della cronometria mentale.<br />

Il presente lavoro si inserisce all’interno del filone di ricerca che si occupa di giungere<br />

a un potenziamento e miglioramento della testistica computerizzata al fine di identificare<br />

correttamente soggetti con Disturbo specifico di apprendimento o con possibile rischio di<br />

sviluppare un DSA.<br />

Lo Strumento<br />

Costruzione<br />

La progettazione e costruzione dello strumento informatizzato ha interessato una<br />

fase preliminare di analisi della letteratura esistente e inerente l’uso, in diversi ambiti


G. STELLA e S. FRANCESCHI – <strong>Dislessia</strong> e codifica fonologica: un test informatizzato per la valutazione<br />

clinici e contesti applicativi, di parole senza significato. In sintesi è stata effettuata una<br />

ricerca delle batterie di valutazione neuropsicologica e diagnostica che integravano: non<br />

parole (Faglioni et al., 1967; Cornoldi e Gruppo MT, 1992; Luzzatti et al., 1994; Sartori,<br />

Job e Tressoldi, 1995; Marotta, Trasciani e Vicari, 2004); una valutazione delle indagini<br />

sperimentali di psicologia evolutiva che avevano fatto ricorso alle pseudoparole nello<br />

studio di vari aspetti cognitivi (Tressoldi, 1989; D’Amico, 2002); infine una ricerca dei<br />

software pubblicati in internet a uso didattico e riabilitativo che utilizzavano parole senza<br />

senso (AISI, 2003).<br />

In un secondo momento, facendo riferimento ad alcuni specifici criteri di costruzione<br />

(wordlikeness, bilanciamento fonemi occlusivi e costrittivi, errori usualmente compiuti<br />

dai soggetti con dislessia evolutiva) si sono costituiti 3 blocchi composti rispettivamente<br />

da 15 coppie di non parole in diverse condizioni di presentazione: 1 gruppo in carattere<br />

MAIUSCOLO-MAIUSCOLO (M-M), 1 gruppo in minuscolo-minuscolo (m-m) e 1<br />

gruppo in MAIUSCOLO-minuscolo. Ciascun blocco comprende 6 coppie uguali e 9<br />

diverse.<br />

Nella prova sono stati inseriti anche 10 item iconici (coppie di figure) suddivisi in<br />

5 coppie di simboli uguali e 5 coppie di simboli diversi; scopo della presentazione degli<br />

elementi iconici era quello di costruire una base-line di riferimento al fine di effettuare un<br />

confronto con i tempi di reazione del materiale linguistico non lessicale.<br />

Tutti gli item, presentati con colore bianco su sfondo nero e trascritti in «Time New<br />

Roman», compaiono al centro dello schermo del computer a una distanza di circa 40/45<br />

cm dagli occhi del soggetto; vengono somministrati a intervalli di tempo precisi e sono<br />

preceduti da un punto di fissazione con persistenza a video di 500 ms. L’intervallo interitem<br />

è pari a 3 secondi.<br />

La prova consiste nel decidere se le coppie di stimoli iconici e di non parole sono<br />

uguali o diverse.<br />

Per la registrazione della risposta vengono utilizzati due tasti dell’interfaccia<br />

tastiera designati dalle caratteristiche iconografiche U e D a indicare rispettivamente<br />

«UGUALI» e «DIVERSE». Nel caso di stimoli iconici il soggetto deve premere la U<br />

quando sono identici sia a livello percettivo sia a livello di orientamento spaziale (÷<br />

÷, Í Í) mentre la D quando non presentano le medesime caratteristiche (ù ú, ®).<br />

Riguardo alle non parole, il bambino deve premere il pulsante U quando le due stringhe<br />

ortografiche sono fonologicamente identiche (ad esempio: DIMPA-DIMPA, rolefa-rolefa,<br />

BUNDIMA-bundima), mentre deve premere il pulsante D quando la conversione<br />

fonologica delle due stringhe ortografiche senza senso è differente (ad esempio: REL-<br />

CO-RELGO, govize-gofise, ZIGHEBA-zichepa). Il software registra automaticamente<br />

sia il tempo che intercorre tra la comparsa dell’item e la risposta fornita dal soggetto,<br />

sia l’esattezza o meno di questa. Vengono prese in considerazione due variabili: la variabile<br />

«rapidità» che informa circa la prestazione in termini di velocità e la variabile<br />

«correttezza» che informa circa la qualità della performance in rapporto al numero di<br />

errori commesso. In particolare, ciascun soggetto ottiene 3 punteggi di rapidità di cui,<br />

uno riferito al tempo di reazione (TR) medio per la modalità MAIUSCOLO-MAIUSCO-<br />

LO, uno riferito al TR medio della modalità minuscolo-minuscolo, uno riferito al TR<br />

189<br />

s


s<br />

190<br />

Vol. 3, n. 2, maggio 20<strong>06</strong><br />

medio della modalità MAIUSCOLO-minuscolo e 3 punteggi d’errore nelle rispettive<br />

condizioni di presentazione.<br />

La prova computer-based (Albiero, 1999) prevede tre sessioni sperimentali in ciascuna<br />

delle quali la sequenza degli item si sussegue con una procedura randomizzata:<br />

– la 1ª sessione prevede la somministrazione dei 10 item iconici;<br />

– la 2ª sessione consiste nella presentazione di 9 coppie di non parole di addestramento<br />

non sottoposte ad analisi statistica in quanto avevano la duplice funzione di far sia familiarizzare<br />

il soggetto con le richieste del compito sia valutare l’adeguata comprensione<br />

delle istruzioni fornite;<br />

– la 3ª sessione prevede la somministrazione dei 45 item linguistici.<br />

Lo strumento è stato messo a punto da Franceschi (2005).<br />

Standardizzazione<br />

La prova informatizzata è stata proposta in modalità singola a un campione normativo<br />

di 667 soggetti costituenti l’intera popolazione dalla 1ª alla 5ª classe della scuola primaria<br />

di quattro diversi plessi scolastici. La somministrazione è stata effettuata durante il periodo<br />

ottobre-dicembre dell’anno 2004 per le classi 2ª, 3ª, 4ª e 5ª e nei mesi marzo-aprile 2005<br />

per la classe 1ª. Nella tabella 1 sono riportati i dati riassuntivi e le percentuali del campione<br />

di standardizzazione relative sia alla classe frequentata sia alla variabile del genere; inoltre<br />

vengono esposti due indicatori di statistica descrittiva quali il range d’età e l’età media. Da<br />

questo gruppo normativo erano stati precedentemente esclusi i soggetti con certificazione<br />

di disabilità (N = 24) e i bambini stranieri non madrelingua scritta (N = 14).<br />

Scuola primaria<br />

classe<br />

Tabella 1<br />

Campione normativo di standardizzazione<br />

Maschi %* Femmine %* Totale %** Range età Età media<br />

Primo anno 70 52,6 63 47,4 133 19,9 6,2 – 7,5 6,9 (0,3)<br />

Secondo anno 82 54,7 68 45,3 150 22,5 6,8 – 7,10 7,4 (0,4)<br />

Terzo anno 65 50 65 50 130 19,5 7,9 – 9 8,5 (0,4)<br />

Quarto anno 65 52 60 48 125 18,7 8,10 – 10,6 9,5 (0,4)<br />

Quinto anno 71 55 58 45 129 19,3 9,10 – 11,3 10,5 (0,4)<br />

TOTALE 353 52,9 314 47,1 667 100<br />

Analizzate le distribuzioni di frequenza dei dati, che rappresentano un’approssimazione<br />

alla curva normale in tutte le classi, e considerata l’alta attendibilità della misura (si


G. STELLA e S. FRANCESCHI – <strong>Dislessia</strong> e codifica fonologica: un test informatizzato per la valutazione<br />

veda avanti), per quanto riguarda la componente rapidità di risposta sono state calcolate<br />

la media e la deviazione standard corrette 1 dei tempi di reazione sia per le non parole<br />

presentate in MAIUSCOLO-MAIUSCOLO, minuscolo-minuscolo e MAIUSCOLOminuscolo<br />

sia per la modalità iconica; al contrario per la componente accuratezza, date<br />

le distribuzioni percentilari (molti soggetti raggiungono una prestazione priva di errori) e<br />

la minore affidabilità di questo indicatore, è stata effettuata una classificazione in centili<br />

degli errori per le sole prove linguistiche. Nella tabella 2 e nella tabella 3 vengono riportati<br />

i dati normativi.<br />

Scuola<br />

primaria<br />

classe<br />

Tabella 2<br />

Media e deviazioni standard dei tempi di reazione<br />

per le tre modalità linguistiche e per la modalità iconica<br />

SOGGETTI<br />

St. Iconici<br />

MAIUSCOLO<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo<br />

minuscolo<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo<br />

Media D.S. Media D.S. Media D.S. Media D.S.<br />

Primo anno 133 2,39 0,74 6,27 1,72 6,52 1,74 6,89 1,75<br />

Secondo anno 150 2,08 0,69 4,61 1,29 4,71 1,30 5,07 1,47<br />

Terzo anno 130 1,81 0,60 3,41 0,87 3,46 0,90 3,79 1,02<br />

Quarto anno 125 1,60 0,48 2,83 0,70 2,82 0,73 3,24 0,84<br />

Quinto anno 129 1,46 0,47 2,33 0,60 2,25 0,55 2,59 0,66<br />

Scuola<br />

primaria<br />

classe<br />

Tabella 3<br />

Percentili degli errori per le tre modalità linguistiche<br />

SOGGETTI<br />

MAIUSCOLO<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo<br />

minuscolo<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo<br />

5° 10° 15° 5° 10° 15° 5° 10° 15°<br />

Primo anno 133 2 1 1 3 2 2 3 3 2<br />

Secondo anno 150 2 1 1 3 2 2 4 3 3<br />

Terzo anno 130 2 2 1 2 2 2 3 3 2<br />

Quarto anno 125 2 1 1 3 2 2 4 3 2<br />

Quinto anno 129 2 2 2 3 2 2 4 3 3<br />

1 Media e Deviazioni Standard corrette sono state calcolate escludendo i punteggi delle variabili dipendenti<br />

(TR ed Errori) >3 DS rispetto al valore medio della classe primaria di riferimento, ma in modo che essi non<br />

costituissero una percentuale superiore al 5%.<br />

191<br />

s


s<br />

192<br />

Vol. 3, n. 2, maggio 20<strong>06</strong><br />

Un’ulteriore analisi ha preso in considerazione il calcolo degli errori standard, espressi<br />

in punti z, dei tempi di reazione medi per le modalità di presentazione del materiale<br />

linguistico distinti per classe. Sulla base dell’errore standard medio è possibile definire<br />

deficitaria per il TR una prestazione che si collochi a -1,6 d.s. rispetto al valore medio della<br />

medesima classe della scuola primaria di riferimento.<br />

In figura 1 è riportata la rappresentazione grafica dei dati presentati in tabella 2.<br />

Dall’analisi e dalla valutazione dei tempi di risposta risultano evidenti due tendenze:<br />

1. Il tempo di reazione impiegato per fornire una risposta è largamente dipendente dalle<br />

caratteristiche iconiche e linguistiche del materiale stimolo. Infatti dalle analisi statistiche<br />

condotte (ANOVA, T-test con contrasti semplici) emerge che le prestazioni ottenute dai<br />

soggetti negli elementi iconici mostrano dei tempi di risoluzione più bassi e con differenze<br />

altamente significative (p


Tempi di reazione medi (sec.)<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

1<br />

G. STELLA e S. FRANCESCHI – <strong>Dislessia</strong> e codifica fonologica: un test informatizzato per la valutazione<br />

2 3 4 5<br />

Iconico MAIUSCOLO MAIUSCOLO<br />

minuscolo minuscolo MAIUSCOLO minuscolo<br />

Fig. 1 Tempi di reazione medi del campione normativo per ogni modalità di presentazione degli stimoli.<br />

del terzo, 20 del quarto e 14 del quinto); nel sottogruppo non erano presenti soggetti con<br />

disabilità o bambini stranieri. Il grado di similarità tra i tempi di reazione medi e gli errori<br />

totali ottenuti nelle due verifiche è stato valutato mediante il calcolo dei coefficienti di correlazione<br />

«r» di Pearson. I coefficienti di affidabilità sono riportati in tabella 4 e 5. L’analisi<br />

dei valori di relazione rende evidente come sono presenti delle correlazioni che raggiungono<br />

la significatività statistica, in tutte le classi della primaria, per il tempo di reazione degli<br />

item linguistici mentre solamente al terzo, quarto, quinto anno della primaria per gli stimoli<br />

iconici. Questi risultati indicano che la variabile rapidità per le condizioni di presentazione<br />

del materiale linguistico si caratterizza come una misura coerente e attendibile a tutti i livelli<br />

di età indagati e quindi come un indice affidabile per la valutazione della prestazione<br />

individuale; al contrario la componente della correttezza evidenzia un’elevata instabilità e<br />

incostanza nell’intervallo di tempo intercorso tra la fase di test e retest.<br />

Allo scopo di verificare la validità convergente (Pedrabissi e Santinello, 1997), e<br />

quindi di valutare se le performance ottenute al software correlavano con la prestazione<br />

ottenuta in un altro strumento, sono stati somministrati a un sottogruppo (90 soggetti del<br />

primo anno della primaria, 71 del secondo, 60 del terzo, 46 del quarto e 24 del quinto) del<br />

campione normativo i brani delle prove di lettura MT (Cornoldi, Colpo e Gruppo MT,<br />

1981) distinti per classe. La tabella 6 riporta dei coefficienti di correlazione negativi, che<br />

descrivono un legame tra tempi di reazione alti a cui corrispondono velocità di lettura del<br />

brano (espresse in sill./sec.) più basse e viceversa, con valori sopra a 0,50 in tutte le classi<br />

193<br />

s


s<br />

194<br />

Vol. 3, n. 2, maggio 20<strong>06</strong><br />

Tabella 4<br />

Correlazioni test-retest per i tempi di reazione distinte per classe (scuola primaria)<br />

Modalità Primo anno Secondo anno Terzo anno Quarto anno Quinto anno<br />

M–M* + 0,91** + 0,72** + 0,69** + 0,79** + 0,97**<br />

m–m + 0,82** + 0,69** + 0,68** + 0,77** + 0,94**<br />

M–m + 0,81** + 0,71** + 0,73** + 0,92** + 0,99**<br />

Iconica + 0,44 + 0,32 + 0,92** + 0,70** + 0,93**<br />

* M-M = MAIUSCOLO-MAIUSCOLO; m-m = minuscolo-minuscolo; M-m = MAIUSCOLO-minuscolo; **p < .01<br />

Tabella 5<br />

Correlazioni test-retest per gli errori distinte per classe (scuola primaria)<br />

Modalità Primo anno Secondo anno Terzo anno Quarto anno Quinto anno<br />

M–M* + 0,22 + 0,17 + 0,28 + 0,40 - 0,07<br />

m–m + 0,22 + 0,67** - 0,45 + 0,17 + 0,23<br />

M–m + 0,19 - 0,11 + 0,32 + 0,02 + 0,68**<br />

Iconica - 0,03 + 0,43 + 0,40 + 0,14 + 0,38<br />

* M-M = MAIUSCOLO-MAIUSCOLO; m-m = minuscolo-minuscolo; M-m = MAIUSCOLO-minuscolo; **p < .01<br />

per le non parole. Questi risultati dimostrano che lo strumento informatizzato evidenzia<br />

una buona validità con coefficienti di similarità che in alcune classi raggiungono il valore<br />

di 0,60 e 0,70; una stretta connessione che mostra come alla base dell’efficienza della<br />

decifrazione di un brano siano implicate abilità cognitive di codifica fonologica coinvolte<br />

in un compito di riconoscimento uguali/diverse di coppie di non parole. Al contrario, non<br />

emergono correlazioni tra materiale iconico e la lettura del brano, a eccezione di un solo<br />

caso (quarto anno) in cui è presente una significatività statistica.<br />

Tabella 6<br />

Correlazioni tra la prestazione al software e la lettura del brano<br />

Modalità Primo anno Secondo anno Terzo anno Quarto anno Quinto anno<br />

M–M* - 0,60** - 0,56** - 0,52** - 0,60** - 0,71**<br />

m–m - 0,59** - 0,49** - 0,54** - 0,57** - 0,69**<br />

M–m - 0,66** - 0,56** - 0,65** - 0,64** - 0,65**<br />

Iconica - 0,04 - 0,10 - 0,20 - 0,47** - 0,09<br />

*M-M = MAIUSCOLO-MAIUSCOLO; m-m = minuscolo-minuscolo; M-m = MAIUSCOLO-minuscolo; **p < .01


G. STELLA e S. FRANCESCHI – <strong>Dislessia</strong> e codifica fonologica: un test informatizzato per la valutazione<br />

Studio su un campione di soggetti con dislessia evolutiva<br />

Ipotesi e obiettivi<br />

Questo lavoro ha l’obiettivo di approfondire le prestazioni di soggetti in età evolutiva<br />

con disturbo di lettura del terzo anno della primaria in una prova di riconoscimento di non<br />

parole. Il confronto della performance è stato effettuato con il gruppo normativo di pari classe<br />

della scuola primaria in riferimento sia ai tempi di reazione ed errori nelle diverse modalità<br />

di presentazione sia alla velocità di elaborazione rilevata in ogni item della prova.<br />

Lo studio ha cercato con particolare attenzione di indagare alcune componenti<br />

chiave:<br />

1. valutare il processo di automatizzazione delle regole di conversione segno-suono nella<br />

dislessia evolutiva;<br />

2. evidenziare la specificità del disturbo di lettura in relazione alla natura dell’input somministrato<br />

(linguistico non lessicale vs iconico);<br />

3. validare la capacità discriminativa dello strumento informatizzato.<br />

Soggetti<br />

I 23 soggetti che hanno partecipato allo studio provengono dal Centro di Neuropsicologia<br />

Clinica dell’Età Evolutiva di Pesaro e sono stati selezionati sulla base di<br />

una diagnosi di dislessia evolutiva formulata secondo i criteri standard del DSM IV-R<br />

(American Psychiatric Association, 1996) e adottando l’approccio rappresentato dal<br />

«principio della discrepanza» (Cornoldi, 1991). Il campione sperimentale del terzo anno<br />

è costituito da 13 soggetti: 11 maschi e 2 femmine di età compresa tra 8 anni e 6 mesi e<br />

10 anni (media: 8,11; d.s.: 5 mesi). Nel presente studio al fine di stabilire la capacità dello<br />

strumento di discriminare e isolare in modo statisticamente significativo la prestazione<br />

dei soggetti con Disturbo specifico di lettura rispetto al campione di pari livello scolare,<br />

la prova informatizzata è stata somministrata rispettivamente anche a 8 bambini dislessici<br />

del quarto anno della primaria e a 2 del quinto anno. Per essere sicuri che il campione<br />

testato fosse composto da soggetti con disturbo specifico di lettura e non con un ritardo<br />

aspecifico dell’apprendimento, sono stati considerati solo bambini che presentavano abilità<br />

cognitive nella norma con Quoziente Intellettivo maggiore o uguale al 25° centile, valutato<br />

con le CPM (Raven, 1996). I dati descrittivi sono riportati in tabella 7. Nella stessa<br />

tabella vengono presentati: l’età, espressa in anni e mesi, la classe frequentata, i percentili<br />

ottenuti alle matrici di Raven, i punti z della velocità di lettura delle parole, non parole<br />

e brano, i percentili della correttezza di parole, non parole e brano. L’approfondimento<br />

e la valutazione dell’abilità di lettura, nei parametri di rapidità e accuratezza, sono state<br />

effettuate mediante la somministrazione delle prove specifiche 4 e 5 della batteria per la<br />

valutazione della dislessia e della disortografia evolutiva (Sartori, Job e Tressoldi, 1995) e<br />

dei brani MT (Cornoldi, Colpo e Gruppo MT, 1981) esprimendo la prestazione dei soggetti<br />

in termini di sillabe lette in un secondo (Tressoldi, 1996).<br />

195<br />

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196<br />

Vol. 3, n. 2, maggio 20<strong>06</strong><br />

Tabella 7<br />

Dati descrittivi del campione<br />

N. età classe Raven parole non parole brano parole non parole brano<br />

1 8a 7m 3° 90 -2,14 -1,83 -2,53 10°


Procedura<br />

G. STELLA e S. FRANCESCHI – <strong>Dislessia</strong> e codifica fonologica: un test informatizzato per la valutazione<br />

Il test informatizzato è stato somministrato a ciascun soggetto presso il Centro di<br />

Neuropsicologia Clinica dell’Età Evolutiva di Pesaro, in una stanza adeguatamente dotata<br />

di illuminazione, tranquilla e silenziosa al fine di evitare possibili fonti di distrazione.<br />

Analisi dei risultati<br />

Valutazione dei tempi di reazione e degli errori<br />

Per una prima analisi dei dati sono state prese in considerazione le prestazioni<br />

medie nelle variabili dipendenti del tempo di reazione e degli errori ottenute dal gruppo<br />

di soggetti con dislessia evolutiva del terzo anno della scuola primaria e dal campione<br />

normativo della medesima classe di appartenenza. Le performance sono state confrontate<br />

mediante l’applicazione di una serie di analisi della varianza condotte attraverso<br />

l’utilizzo della statistica ANOVA fissando i livelli di significatività per p


s<br />

198<br />

Tempi di reazione medi (sec.)<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

Iconica<br />

Vol. 3, n. 2, maggio 20<strong>06</strong><br />

Fig. 2 Medie dei tempi di reazione dei due gruppi di soggetti suddivise in base alle modalità di presentazione.<br />

Numero di errori<br />

0<br />

2<br />

1,6<br />

1,2<br />

0,8<br />

0,4<br />

0<br />

2,08<br />

0,23<br />

1,81<br />

0,62<br />

Iconica<br />

7,64<br />

MAIUSCOLO<br />

MAIUSCOLO<br />

0,38<br />

3,41<br />

minuscolo<br />

minuscolo<br />

Dislessici Controllo<br />

0,45<br />

MAIUSCOLO<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo<br />

minuscolo<br />

Dislessici Controllo<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo<br />

Fig. 3 Medie del numero di errori dei due gruppi di soggetti suddivise in base alle modalità di presentazione.<br />

7,09<br />

0,85<br />

3,46<br />

0,74<br />

8,<strong>06</strong><br />

1,61<br />

3,79<br />

1,07


G. STELLA e S. FRANCESCHI – <strong>Dislessia</strong> e codifica fonologica: un test informatizzato per la valutazione<br />

viceversa alla sola risposta «diverse». Si trova, come esposto in figura 4, che i dislessici<br />

forniscono prestazioni significativamente superiori in rapporto ai TR rispetto ai coetanei<br />

normolettori nelle non parole con risposta «uguali» (p


s<br />

200<br />

Numero di errori<br />

2<br />

1,6<br />

1,2<br />

0,8<br />

0,4<br />

0<br />

0,15<br />

Vol. 3, n. 2, maggio 20<strong>06</strong><br />

0,56<br />

Iconica<br />

0,23<br />

0,37<br />

MAIUSCOLO<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo<br />

minuscolo<br />

Dislessici Controllo<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo<br />

Fig. 5 Medie del numero di errori dei due gruppi di soggetti nelle modalità di presentazione con sola risposta<br />

«uguali».<br />

Tempi di reazione medi (sec.)<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

2,32<br />

1,82<br />

Iconica<br />

7,66<br />

3,29<br />

MAIUSCOLO<br />

MAIUSCOLO<br />

0,15<br />

minuscolo<br />

minuscolo<br />

Dislessici Controllo<br />

0,38 0,38<br />

Fig. 6 Medie dei tempi di reazione dei due gruppi di soggetti nelle modalità di presentazione con sola risposta<br />

«diverse».<br />

6,72<br />

3,35<br />

7,82<br />

0,61<br />

3,69<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo


Numero di errori<br />

2<br />

1,6<br />

1,2<br />

0,8<br />

0,4<br />

0<br />

0,08<br />

Iconica<br />

G. STELLA e S. FRANCESCHI – <strong>Dislessia</strong> e codifica fonologica: un test informatizzato per la valutazione<br />

0,25<br />

0,15 0,18<br />

MAIUSCOLO<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo<br />

minuscolo<br />

Dislessici Controllo<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo<br />

Fig. 7 Medie del numero di errori dei due gruppi di soggetti nelle modalità di presentazione con sola risposta<br />

«diverse».<br />

Un’ulteriore analisi dei dati ha messo a confronto i tempi di reazione ottenuti in ciascuna<br />

coppia di figure e di non parole. Dall’analisi emerge che quando il target è rappresentato<br />

da elementi iconici si osserva nei dislessici una velocizzazione della risposta comparabile<br />

ai controlli (figura 8). Questi dati sottolineano che la processazione e l’elaborazione delle<br />

informazioni visuo-percettive non influenza in alcun modo la prestazione dei dislessici, i<br />

quali non evidenziano un deficit nell’abilità di riconoscimento di stimoli non ortografici. Di<br />

contro i soggetti con disturbo di lettura si differenziano in modo sostanziale (p


s<br />

202<br />

Tempi di reazione medi (sec.)<br />

3<br />

2,5<br />

2<br />

1,5<br />

1<br />

0,5<br />

0<br />

1,93<br />

1<br />

Vol. 3, n. 2, maggio 20<strong>06</strong><br />

1,78<br />

1,48<br />

1,72<br />

2 3 4 5 6 7 8 9 10<br />

Item iconici<br />

Dislessici Controllo<br />

Fig. 8 Confronto tra i due gruppi in base ai tempi di reazione medi di ciascun item iconico.<br />

Tempi di reazione medi (sec.)<br />

11<br />

10<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

2,01 1,98<br />

6,05<br />

2,96<br />

11<br />

6,54 7,09<br />

3,<strong>06</strong><br />

2,18<br />

7,81<br />

9,51<br />

1,68<br />

8,6<br />

3,7 3,72 4,09 3,63<br />

1,32<br />

1,36<br />

7,1 6,7<br />

2,8<br />

1,66<br />

2,67<br />

1,77<br />

Item MAIUSCOLO MAIUSCOLO<br />

Dislessici Controllo<br />

1,92<br />

2,83 3,05 2,8 3,14 3,08 3,46<br />

2,24<br />

1,7 1,67<br />

3,71 3,69<br />

12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25<br />

Fig. 9 Confronto tra i due gruppi in base ai tempi di reazione medi di ciascun item in MAIUSCOLO-MAIUSCOLO.<br />

8,64<br />

7,43<br />

6,8<br />

8,77<br />

8,31 7,61<br />

2<br />

1,85<br />

9,19<br />

3,37


Tempi di reazione medi (sec.)<br />

11<br />

10<br />

9<br />

5<br />

4<br />

2<br />

26<br />

G. STELLA e S. FRANCESCHI – <strong>Dislessia</strong> e codifica fonologica: un test informatizzato per la valutazione<br />

Fig. 10 Confronto tra i due gruppi in base ai tempi di reazione medi di ciascun item in minuscolo-minuscolo.<br />

Tempi di reazione medi (sec.)<br />

12<br />

8<br />

7<br />

6<br />

3<br />

1<br />

0<br />

12<br />

11<br />

10<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

6,45 6,61 7,22<br />

3,15<br />

41<br />

7,75<br />

2,9 3,15 3,45<br />

7,7<br />

10,1<br />

4,12 4,59<br />

6,22<br />

6,65<br />

3 3,44 2,94 3,07<br />

27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40<br />

7,97 7,74 8,29 7,07<br />

3,44<br />

3,43<br />

10,13<br />

9,25<br />

3,94 3,49 4,31 4,76<br />

6,<strong>06</strong><br />

5,4<br />

Item minuscolo minuscolo<br />

Dislessici Controllo<br />

6,28<br />

3,32<br />

Item MAIUSCOLO minuscolo<br />

Dislessici Controllo<br />

7,4 7,31<br />

7,8 7,25<br />

6,42<br />

3,24 3,38 3,48 3,6 3,36<br />

42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55<br />

Fig. 11 Confronto tra i due gruppi in base ai tempi di reazione medi di ciascun item in MAIUSCOLO-minuscolo.<br />

8,74<br />

3,92<br />

7,5<br />

7,3<br />

3,25 3,51<br />

7,63<br />

9,69<br />

8,33<br />

7,29 7,6<br />

4,12 3,79 3,52 3,62 3,68<br />

203<br />

s


s<br />

204<br />

Vol. 3, n. 2, maggio 20<strong>06</strong><br />

pione sperimentale. Come si osserva, i coefficienti di correlazione di Pearson descrivono<br />

uno stretto rapporto tra il disturbo di lettura e le difficoltà nell’automaticità dei processi<br />

cognitivi di transcodifica fonologica. In particolare, le modalità MAIUSCOLO-MAIU-<br />

SCOLO, minuscolo-minuscolo e MAIUSCOLO-minuscolo evidenziano una similarità<br />

statisticamente significativa con la rapidità di decodifica delle parole, delle non parole e del<br />

brano; non emergono correlazioni tra le difficoltà di lettura e la prestazione ottenuta nella<br />

modalità iconica. Il valore dei coefficienti di relazione suggerisce che le prove linguistiche<br />

dello strumento informatizzato valutino aspetti cognitivi completamente sovrapponibili ai<br />

processi computazionali sottostanti la decodifica di parole, non parole e brano; viceversa,<br />

i meccanismi cognitivi implementati nella risoluzione degli stimoli iconici sono altamente<br />

differenti dalle abilità implicate nella capacità di decodifica fonologica.<br />

Tabella 8<br />

Correlazioni fra la prestazione alle prove di lettura e al software<br />

Modalità Brano Parole non parole<br />

M – M* +0, 54** +0,63** +0,60**<br />

m – m +0,53** +0,60** +0,57**<br />

M – m +0,54** +0,56** +0,54**<br />

Iconica -0,108 -0,136 -0,330<br />

*M-M = MAIUSCOLO-MAIUSCOLO; m-m = minuscolo-minuscolo; M-m = MAIUSCOLO-minuscolo; **p < .01<br />

Sensibilità dello strumento informatizzato nell’identificare i soggetti<br />

dislessici<br />

Al fine di valutare se lo strumento informatizzato fosse in grado di discriminare e<br />

isolare in modo significativo la performance dei soggetti con disturbo specifico di lettura<br />

da quella dei normolettori, sono stati evidenziati quanti dislessici sul totale di 23 hanno<br />

ottenuto una prestazione nelle tre modalità linguistiche che soddisfacevano i seguenti<br />

criteri: 1- o inferiore a -1,6 deviazioni standard nei tempi di reazione rispetto al valore<br />

medio della classe della primaria di appartenenza; 2- o uguale/inferiore al 10° centile nella<br />

variabile correttezza. Sono stati considerati come individuati correttamente i soggetti che<br />

presentavano il soddisfacimento di almeno 2 dei 6 parametri: 3 criteri di velocità e 3 criteri<br />

di accuratezza. In tabella 9 sono riportate la trasformazione in punti z e i percentili delle<br />

prestazioni; per confronto vengono riportati i tempi di latenza media delle figure.<br />

Dai risultati è possibile constatare l’elevata capacità dello strumento di identificare i<br />

dislessici dal campione normativo della medesima classe di appartenenza. Come si evince<br />

dalla tabella 9 il software rileva la presenza di deficit a carico dei meccanismi di transcodifica<br />

fonologica in 21 bambini su 23 con una capacità discriminativa pari al 91,30%:<br />

solo 2 soggetti (n. 4 e n. 13) non vengono isolati dalla prova. Una scomposizione relativa


N.<br />

G. STELLA e S. FRANCESCHI – <strong>Dislessia</strong> e codifica fonologica: un test informatizzato per la valutazione<br />

Tabella 9<br />

Trasformazione in punti Z e percentili delle prestazioni<br />

MAIUSCOLO<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo<br />

minuscolo<br />

MAIUSCOLO<br />

minuscolo<br />

Modalità Iconica<br />

TR Errori TR Errori TR Errori TR<br />

1 -2,48 40° -2,83 60° -2,13 30° -0,15<br />

2 -6,29 30° -4,53 50° -4,29 10° +0,12<br />

3 -3,14 30° -4,04 15° -3,19 30° +0,07<br />

4* -1,36 40° -0,52 50° -1,75 30° -0,43<br />

5 -6,10 40° -4,33 60° -3,72 60° +0,53<br />

6 -9,65 40° -6,85 50° -9,51 30° +0,23<br />

7 -7,05 40° -5,18 50° -4,81 60° -3,28<br />

8 -3,68 40° -2,61 50° -3,50 10° +0,47<br />

9 -11,79 40° -11,89 60° -11,91 30° -0,15<br />

10 -4,17 40° -3,65 60° -3,50 60° -0,73<br />

11 -1,76 40° -2,27 15° -1,99 60° -0,68<br />

12 -3,84 10° -2,91 60° -2,50 60° -0,82<br />

13* -1,86 30° -0,83 15° -1,56 70° -0,97<br />

14 -3,41 30° -3,56 50° -3,19 70° 0<br />

15 -0,99


s<br />

2<strong>06</strong><br />

Vol. 3, n. 2, maggio 20<strong>06</strong><br />

alle variabili dipendenti prese in esame mostra due tendenze; la rapidità individua in<br />

modo significativo l’86,96% dei soggetti in confronto al 4,35% identificati dalla variabile<br />

correttezza. La presenza di un numero rilevante di soggetti individuati sulla base del TR<br />

appare coerente con l’assunzione e con le interpretazioni che tale indice possa fornire indicazioni<br />

e informazioni più analitiche sul processo di lettura; le stesse argomentazioni non<br />

possono essere replicate per l’indicatore «numero di errori». In ultima analisi, ciò indica<br />

una diversa sensibilità dei due tipi di indice a rilevare accuratamente i processi cognitivi<br />

di corrispondenza grafema-fonema. Per confronto la capacità discriminativa delle figure è<br />

particolarmente insoddisfacente approssimandosi al 13,04%. La procedura della capacità<br />

discriminativa è stata adottata anche allo scopo di validare il software rispetto al costrutto<br />

teorico che intende valutare; è infatti verosimile che se la prova rappresenta una misura<br />

pura dei meccanismi di codifica fonologica allora i punteggi ottenuti da due gruppi che si<br />

assume differiscano in questa abilità dovrebbero essere statisticamente diversi. I risultati<br />

ottenuti confermano la significatività clinica dello strumento.<br />

Conclusioni<br />

Il presente studio, oltre alla costruzione di uno strumento informatizzato, ha valutato<br />

le difficoltà dei soggetti dislessici in relazione sia ai processi di transcodifica fonologica<br />

analizzati con «pseudo-words» sia ai meccanismi visuo-percettivi indagati mediante stimoli<br />

con caratteristiche iconiche. È stata utilizzata una prova originale di riconoscimento<br />

di coppie di pseudoparole e stimoli iconici. I risultati rilevano innanzitutto una differenza<br />

statisticamente significativa tra i 13 soggetti dislessici e il campione normativo della<br />

medesima classe della scuola primaria nella velocità di risposta di tutte le modalità del<br />

materiale linguistico non lessicale; in particolare è possibile constatare che i soggetti con<br />

dislessia evolutiva si differenziano significativamente a livello statistico nella rapidità di<br />

processazione di ciascun item linguistico con tempi di reazione mediamente doppi rispetto<br />

al gruppo normativo. I dati evidenziano un divario tra i due gruppi in ogni condizione in cui<br />

è richiesta l’applicazione di strategie sublessicali che implicano manipolazione fonologica.<br />

I dislessici forniscono, al contrario, performance in termini di TR adeguate ai soggetti di<br />

controllo nella prova per la valutazione delle abilità visuo-percettive, mostrando nello<br />

specifico come a livello analitico in nessun elemento iconico si differenziano in modo<br />

significativo dai pari età cronologica. L’elemento principale, relativo al disturbo di lettura,<br />

è che i soggetti dislessici studiati in questa ricerca presentano un deficit pervasivo nella<br />

velocità di processamento delle non parole, ma allo stesso tempo mostrano un’accuratezza<br />

particolarmente elevata, fatta eccezione per gli item della modalità MAIUSCOLO-minuscolo<br />

con sola risposta «diverse» in cui si osserva una differenza. Quest’ultimo dato è<br />

particolarmente importante in quanto indicativo di una specifica difficoltà con le maggiori<br />

richieste del tipo di compito che provoca un deterioramento della performance; è evidente,<br />

infatti, che per il giudizio di diversità delle non parole in MAIUSCOLO-minuscolo è<br />

necessaria una ricodifica fonologica degli elementi, a differenza delle altre due modalità<br />

in cui l’uguaglianza o la diversità può essere giudicata anche solo su base visuo-percettiva


G. STELLA e S. FRANCESCHI – <strong>Dislessia</strong> e codifica fonologica: un test informatizzato per la valutazione<br />

senza dover ricorrere al valore sonoro convenzionale. Si potrebbe affermare che i soggetti<br />

dislessici sono estremamente sensibili a fattori quali l’elevata complessità fonologica e la<br />

velocità di processing. I risultati indicano che, sebbene i dislessici siano in grado di eseguire<br />

e risolvere con un’adeguata correttezza il compito linguistico (a eccezione del blocco<br />

MAIUSCOLO-minuscolo), essi presentano un caratteristico deficit di automatizzazione<br />

nel riconoscimento e nell’assemblaggio di unità sublessicali. I dati ottenuti dai soggetti<br />

normodotati, infatti, forniscono un sostegno all’ipotesi che la lettura abile, anche a livello<br />

delle unità sublessicali, sia caratterizzata da una processazione fonologica con un sufficiente<br />

grado di automaticità già a partire dal terzo anno della scuola primaria. Il confronto<br />

suggerisce che i soggetti dislessici evidenziano un deficit di automatizzazione dei processi<br />

di decodifica fonologica (Stella, 2004); il locus funzionale deficitario è costituito dalla<br />

strategia sublessicale del modello di lettura a due vie proposto da Coltheart (1987). La prestazione<br />

media nei tempi di reazione di due modalità linguistiche (minuscolo-minuscolo e<br />

MAIUSCOLO-minuscolo) dei dislessici del terzo anno della scuola primaria è comparabile<br />

ai normodotati del primo anno, con l’eccezione della modalità linguistica MAIUSCOLO-<br />

MAIUSCOLO nella quale si evidenzia una differenza statisticamente significativa [F(1,144)<br />

= 4,746, p < .031]. Su tali basi è possibile ritenere che il sistema di transcodifica grafemafonema<br />

dei soggetti con DSA del terzo anno non abbia raggiunto un grado di efficienza<br />

adeguato all’età cronologica e al livello di istruzione scolastica. Questi risultati permettono<br />

di spiegare la differenziazione dei profili funzionali dei soggetti dislessici in merito<br />

a una questione particolarmente importante: nei soggetti italiani con dislessia evolutiva<br />

la lettura è l’espressione di un uso adeguato della via fonologica, che quindi risulterebbe<br />

normoevoluta in confronto ai pari livello scolare? I dati in nostro possesso mostrano un<br />

deficit importante nell’automatizzazione dei meccanismi computazionali di transcodifica<br />

fonologica delle informazioni linguistiche, che necessitano di una veloce esecuzione dei<br />

processi cognitivi di basso livello (bottom up) per essere produttivi nel riconoscimento di<br />

parole e nella decodifica del brano. In altri termini, nei soggetti dislessici di lingua italiana<br />

la via indiretta non presenta una velocità di elaborazione fonologica adeguata all’età<br />

scolare. Da ciò se ne possono trarre due conclusioni:<br />

1. il pattern di scoperte di questo studio non supporta il punto di vista che le difficoltà di<br />

lettura dei bambini dislessici italiani siano di tipo «superficiale», cioè dovute all’impossibilità<br />

di utilizzare la via lessicale per la costruzione di unità di riconoscimento;<br />

se questo, infatti, fosse il quadro del disturbo, non si sarebbero dovute osservare differenze<br />

significative nella velocità di risposta alle coppie di non parole, in quanto la via<br />

fonologica (accesso indiretto) resterebbe pienamente utilizzabile;<br />

2. il pattern delle osservazioni è, invece, coerente con l’ipotesi che il disturbo di lettura nei<br />

dislessici italiani sia di natura fonologica — definita come limitata abilità e/o lentezza<br />

nella lettura di parole infrequenti o non parole — visto che i dati confermano oltre a un<br />

deficit di automatizzazione dei processi della via sub-lessicale, che potrebbe interferire<br />

con lo sviluppo della via lessicale, anche una difficoltà evidente quando sono richiesti<br />

processi di rappresentazione fonologica nella condizione MAIUSCOLO-minuscolo<br />

con sola risposta «diverse».<br />

207<br />

s


s<br />

208<br />

Vol. 3, n. 2, maggio 20<strong>06</strong><br />

Queste difficoltà sembrano essere determinate da specifici limiti relativi al sistema di<br />

processazione fonologica e non possono essere spiegate con giustificazioni legate a fattori<br />

psico-emotivi, motivazionali, relazionali o come spesso accade ricercando la causa nelle<br />

componenti dell’«ambiente educativo» e dell’«ambiente socio-culturale».<br />

In ultima analisi, in riferimento al primo obiettivo, queste valutazioni indicano che<br />

le componenti cognitive di decodifica fonologica dei dislessici non raggiungerebbero<br />

un’adeguata automatizzazione in accordo, non solo con l’ipotesi di un deficit funzionale a<br />

livello fonologico ma a conferma di una limitazione dell’automaticità della via sublessicale,<br />

ampiamente sviluppata nei pari livello scolastico. Il disturbo colpisce in particolar modo<br />

la velocità di computazione degli input linguistici da parte di questi moduli cognitivi con<br />

una conseguente lettura lenta e difficoltosa.<br />

In relazione al secondo obiettivo, il fatto che non si siano riscontrate delle differenze<br />

significative con il gruppo normativo nei tempi di reazione e nel numero di errori degli<br />

stimoli iconici, dà un valido sostegno all’ipotesi che il nucleo centrale della dislessia riguardi<br />

la manipolazione fonologica del materiale linguistico-ortografico e quindi i processi di<br />

trasformazione dei segni scritti in segmenti fonologici, fondamentali per l’acquisizione di<br />

una lettura in cui fluenza ed accuratezza siano adeguatamente evolute.<br />

Infine, lo strumento informatizzato ha evidenziato una particolare sensibilità nel<br />

discriminare e isolare in modo significativo la performance dei soggetti con disturbo di<br />

apprendimento rispetto al costrutto teorico che intendeva valutare; lo strumento, quindi,<br />

offre delle buone prospettive in previsione di un suo utilizzo quale prova di screening<br />

diagnostico di 1° livello per l’identificazione di casi a rischio di DSA in soggetti delle<br />

fasce d’età relative alla scolarizzazione primaria. In questa prospettiva, la mancanza di<br />

economicità (somministrazione individuale della durata di 20 minuti circa), nell’ottica<br />

di uno screening a due livelli, è bilanciata dall’elevata attendibilità e validità dello strumento<br />

che potrebbe in particolar modo limitare il numero dei falsi negativi. È comunque<br />

necessario, ai fini di una significatività clinica della prova, continuare la valutazione della<br />

validità discriminativa del test con popolazioni più numerose di soggetti con dislessia<br />

evolutiva.<br />

STEFANO FRANCESCHI, Dottore in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, Università di Urbino.<br />

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