Fuori dall'aula Metodologie e prassi formative per lo sviluppo ...
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<strong>Fuori</strong> dall’aula<br />
<strong>Metodo<strong>lo</strong>gie</strong> e <strong>prassi</strong> <strong>formative</strong> <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong><br />
territoriale<br />
Es<strong>per</strong>ienze di progettazione e s<strong>per</strong>imentazione<br />
di forme di apprendimento organizzativo<br />
Progetto “<strong>Fuori</strong> dall’aula: progettazione e s<strong>per</strong>imentazione di prototipi e modelli” (Rif. P.A. 2006-<br />
0172/MO)<br />
4
Indice<br />
Introduzione ....................................................................................................................................... 7<br />
Capito<strong>lo</strong> 1. Parchi di Cultura: un model<strong>lo</strong> di lettura e di programmazione di azioni di formazione<br />
- intervento ................................................................................................................................... 9<br />
Capito<strong>lo</strong> 2. Cinque idee di parco culturale <strong>per</strong> l’appennino modenese. Il Parco del Medioevo e il<br />
Parco dei Luoghi dell’Anima ..................................................................................................... 24<br />
Capito<strong>lo</strong> 3. Valutazione partecipata di fattibilità e piano di sostenibilità ........................................ 49<br />
Capito<strong>lo</strong> 4. Cinque idee <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> ambientale, turistico e culturale integrato dell’Area Nord86<br />
Capito<strong>lo</strong> 5. Outdoor training nell’Appennino modenese: competenze e luoghi si legano <strong>per</strong> dar<br />
vita a nuove forme di apprendimento....................................................................................... 118<br />
Bibliografia..................................................................................................................................... 138<br />
6
Introduzione<br />
L’Area Emilia del<strong>lo</strong> IAL Emilia Romagna ha sviluppato e strutturato un ufficio di ricerca e <strong>sviluppo</strong><br />
fortemente rivolto ad alcuni settori strategici coerenti con il progetto in essere (ambiente, territorio,<br />
pianificazione e promozione di area, cultura, turismo, sociale, nuove tecno<strong>lo</strong>gie e metodo<strong>lo</strong>gie<br />
organizzative) ed ha condotto attività di ricerca socio-economica e di analisi del fabbisogno professionale,<br />
nella modellizzazione e progettazione formativa, con l’intento di evitare il rischio di chiudersi in<br />
un’autoreferenzialità, in una tecnicizzazione e burocratizzazione di un sistema che <strong>per</strong> natura deve invece<br />
essere a<strong>per</strong>to alla realtà, rivolto alle <strong>per</strong>sone, attento al mondo del lavoro ed alle sue dinamiche.<br />
Se l’ideazione, la progettazione e l’offerta articolata delle proposte <strong>formative</strong> devono trovare preciso<br />
ancoraggio e riscontro in questa realtà, la scelta strategica dell’Ente di attrezzarsi con un ufficio di ricerca<br />
e <strong>sviluppo</strong> e la conseguente attitudine a s<strong>per</strong>imentare modalità <strong>formative</strong> in linea con l’atomizzazione dei<br />
bisogni, la parcellizzazione dei tempi di fruizione dell’offerta formativa, la contestualizzazione in ambiti<br />
reali della sollecitazione formativa stessa, risultano essere elementi caratterizzanti l’azione del<strong>lo</strong> IAL<br />
Emilia Romagna – area dell’Emilia, al<strong>lo</strong> scopo di rilevare i fabbisogni professionali con modalità<br />
scientifiche, a ‘guidare verso l’alto’ e qualificare il mercato del lavoro, a contribuire al<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> socioeconomico<br />
sostenibile dei territori a partire dalle risorse umane.<br />
L’approccio <strong>per</strong>seguito nel corso del progetto “<strong>Fuori</strong> dall’aula: progettazione e s<strong>per</strong>imentazione di<br />
prototipi e modelli” (Rif. P.A. 2006-0172/MO), come anche in altre es<strong>per</strong>ienze1, ha <strong>per</strong>messo di<br />
s<strong>per</strong>imentare metodo<strong>lo</strong>gie e <strong>prassi</strong> <strong>formative</strong> <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> territoriale tali da connotare l’ente di<br />
1 A tito<strong>lo</strong> esemplificativo:<br />
- “Restauratore ed o<strong>per</strong>atore qualificato dei beni culturali: nuove competenze <strong>per</strong> il contesto regionale” (Regione Emilia-<br />
Romagna 2001-2003);<br />
- “I nuovi bacini di impiego nel settore del<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sostenibile e della compatibilità ambientale” (Regione Emilia-<br />
Romagna 2001-2003);<br />
- Progetto integrato (attività di studio e ricerca, seminari, workshop, scambi con l’estero e corsi di formazione): “Appennino<br />
Modenese: un laboratorio <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> del territorio” (Provincia di Modena 2002-2004). “Laboratorio Appennino Modenese”<br />
è un articolato programma di attività <strong>formative</strong>, ricerche ed indagini, di durata pluriennale rivolto a tutto il territorio<br />
dell’Appennino modenese. Tale es<strong>per</strong>ienza, resa possibile grazie al finanziamento della Provincia di Modena, Assessorato<br />
Formazione Professionale e del Fondo Sociale Europeo nell’ambito del programma o<strong>per</strong>ativo Obiettivo 3 e realizzata in<br />
collaborazione con Consorzio Valli del Cimone, Comunità Montana Modena Est, Comunità Montana del Frignano e Comunità<br />
Montana Modena Ovest, è stata gestita da un’Associazione Temporanea d’Impresa (ATI), formata da 5 enti di formazione (IAL<br />
EMILIA ROMAGNA come mandatario, MODENA FORMAZIONE, CNI ECIPAR, IRECOOP e ISCOM FORMAZIONE) nel<br />
<strong>per</strong>iodo temporale intercorso tra Novembre 2002 ed Ottobre 2004. Gli enti hanno raccolto varie istanze, aspettative e fabbisogni<br />
presenti nel territorio, anche grazie ai consolidati rapporti da essi intrattenuti con i principali soggetti istituzionali, economici e<br />
sociali della montagna modenese. Le richieste e le sollecitazioni indicate dagli attori <strong>lo</strong>cali sono state ricondotte a sintesi in una<br />
iniziativa comune, resa possibile dalla condivisione di obiettivi, da una progettazione integrata, da una pianificazione o<strong>per</strong>ativa<br />
congiunta, da un <strong>per</strong>seguito continuo confronto e raccordo con le istituzioni, gli o<strong>per</strong>atori e gli abitanti dell’area. Ne è emerso un<br />
programma di corsi di formazione, seminari formativi, indagini e ricerche con l’obiettivo di dare impulso al<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong><br />
economico e sociale dell’Appennino, incentrato sul rafforzamento delle competenze dei giovani e degli o<strong>per</strong>atori di diversi settori<br />
del territorio quali ad esempio il turismo, l’ambiente, la cultura, l’artigianato, i servizi, l’enogastronomia nel rispetto delle<br />
caratteristiche <strong>lo</strong>cali, delle diverse vocazioni e identità, ma comunque in <strong>lo</strong>gica di sistema e di integrazione. Nella primavera del<br />
2004 l’Assessorato alla Formazione Professionale della Provincia di Modena ha approvato il nuovo programma di corsi, seminari<br />
ed attività di sistema presentato dagli enti che costituiscono “Laboratorio Appennino Modenese”, cui hanno aderito anche<br />
CESCOT MODENA e FORM.ART MODENA.<br />
- Progetto di sistema “Definizione di modelli applicativi e s<strong>per</strong>imentazione della procedura di autorizzazione ambientale<br />
integrata (IPPC)” (Regione Emilia-Romagna 2003-2005);<br />
- Progetto integrato (attività di studio, modellizzazione, s<strong>per</strong>imentazione, diffusione buone <strong>prassi</strong>) “SKY Sviluppo delle<br />
competenze attraverso l’apprendimento innovativo” (Equal 2005-2007).<br />
- Progetto di sistema “Analisi di mercato e attivazione di proposte <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> dell’outdoor training nell’Appennino<br />
Modenese” (Provincia di Modena 2005-2006);<br />
- Progetto integrato (tra destinatari pubblici e destinatari privati) “S<strong>per</strong>imentazione e consolidamento di nuove piste di<br />
<strong>sviluppo</strong> <strong>per</strong> il territorio di Modena” articolato su due progetti singoli dal tito<strong>lo</strong> “Tipicità culturali e territoriali <strong>per</strong> rilanciare,<br />
va<strong>lo</strong>rizzare ed innovare <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> della provincia di Modena” + “Nuove piste di <strong>sviluppo</strong> nel quadro della programmazione e<br />
della governance <strong>lo</strong>cale” (Provincia di Modena 2005-2007)<br />
7
formazione una delle possibili agenzie di <strong>sviluppo</strong> al servizio del territorio e delle sue sfaccettate esigenze<br />
che sono prima da leggere, interpretare e validare (con metodo<strong>lo</strong>gie aggiornate e trasparenti) e poi da<br />
soddisfare, anche con il concorso di altri attori che possono arrecare va<strong>lo</strong>re aggiunto. In questo senso la<br />
formazione può effettivamente, come spesso viene dichiarato, costituire una leva di crescita di un sistema<br />
sociale ed economico oltre ad essere strumento <strong>per</strong> l’attuazione e l’integrazione di obiettivi diversificati e<br />
complessi.<br />
La presente pubblicazione ha come obiettivo generale quel<strong>lo</strong> di riprendere alcune delle es<strong>per</strong>ienze più<br />
significative di azioni <strong>formative</strong> “fuori aula”, definirne le caratteristiche principali, valutarne gli aspetti<br />
più significativi e proporle nel <strong>lo</strong>ro complesso come valide soluzioni <strong>formative</strong>, da affiancare ad offerte<br />
<strong>formative</strong> più consolidate e più strutturate, nell’intenzione di presentare es<strong>per</strong>ienze utili a supportare una<br />
indispensabile visione di <strong>lo</strong>ng life learning, <strong>per</strong> assicurare il diritto all’apprendimento <strong>per</strong> mantenere e<br />
va<strong>lo</strong>rizzare il capitale di competenze delle <strong>per</strong>sone, delle imprese, di un territorio.<br />
In particolare, nei prossimi capitoli si prenderanno in esame alcune es<strong>per</strong>ienze di:<br />
� formazione - intervento ( applicate al tema della promozione del patrimonio culturale in “area<br />
vasta”: Parchi di cultura nell’Appennino Modenese e Itinerari tematici nell’Area Nord della<br />
provincia di Modena). Questa forma di apprendimento può essere applicata infatti in contesti<br />
complessi e “a<strong>per</strong>ti”, dove non sono noti gli esiti effettivi del processo, anche s e sono delineati i<br />
processi formativi (attività coordinate volte all’analisi, programmazione e<br />
conduzione/realizzazione di iniziative, etc) e gli obiettivi formativi (lavoro in rete con gruppo di<br />
inter<strong>lo</strong>cutori, abitudine ad affrontare e gestire il cambiamento, possibilità di verificare i risultati<br />
del proprio agire, costruzione di <strong>per</strong>corsi che <strong>per</strong>mettano di “rigenerare” la professionalità di chi è<br />
coinvolto, etc). Tale forma di apprendimento è <strong>per</strong>seguibile quando un soggetto dedicato mette a<br />
disposizione un project manager (con compiti di avvio dell’azione complessiva, di presidio<br />
generale dell’attività), di trainer (che supportano l’agire dei beneficiari dell’azione formativa) e di<br />
consulenti che – alla bisogna – forniscono supporti o<strong>per</strong>ativi e professionali alle attività in carico<br />
al gruppo di soggetti coinvolti dall’action learning.<br />
� outdoor training con connotazion molto specifiche e differenzianti rispetto alle iniziative<br />
tipicamente classificate sotto questa metodo<strong>lo</strong>gia formativa. L’outdoor training è un metodo che<br />
può essere applicato a diversi tipi di obiettivi formativi inerenti la formazione sui comportamenti.<br />
E’ una metodo<strong>lo</strong>gia formativa che si basa sull'apprendimento es<strong>per</strong>ienziale, in quanto il model<strong>lo</strong><br />
utilizzato è quel<strong>lo</strong> di apprendere prima facendo delle es<strong>per</strong>ienze pratiche, attraverso una serie di<br />
attività strutturate, e poi riflettendo su di esse. Infatti, l’es<strong>per</strong>ienza diretta, l’azione che mobilita le<br />
risorse del partecipante, il forte coinvolgimento emotivo, facilitano il conseguimento di obiettivi<br />
formativi. Ambientare la formazione tradizionale in un contesto outdoor (non necessariamente da<br />
intendersi come “all’aria a<strong>per</strong>ta” , ma anche come di una formazione erogata in “contesti a<strong>per</strong>ti,<br />
in cui il partecipante deve attivarsi rispetto a un mandato”) <strong>per</strong>mette di creare delle sinergie che<br />
renderanno estremamente più efficace il momento formativo. Il carattere versatile e<br />
apparentemente “decontestualizzato” di questa forma di apprendimento “non tradizionale”<br />
prevede un impegno ancora maggiore, da parte del conduttore di tali attività, la necessità di una<br />
progettazione e di un’organizzazione metico<strong>lo</strong>sa ed affinata (partendo dai contesti professionali<br />
dei partecipanti, passando <strong>per</strong> la progettazione formativa di dettaglio e l’individuazione di<br />
<strong>lo</strong>cations e di materiali adeguati, fino alla fondamentale fase dell’analisi e revisione<br />
dell’es<strong>per</strong>ienza vissuta e la chiusura dell’iniziativa).<br />
8
Capito<strong>lo</strong> 1. Parchi di Cultura: un model<strong>lo</strong> di lettura e di programmazione di<br />
azioni di formazione - intervento<br />
1.1. Un <strong>per</strong>corso di lettura e di significato <strong>per</strong> il “parco culturale”<br />
In questo capito<strong>lo</strong> presenteremo una proposta di <strong>per</strong>corso di lettura di un “parco culturale”.<br />
Cercheremo in altre parole di costruire uno strumento che possa, da una parte, esserci utile <strong>per</strong> addentrarci<br />
nella formulazione di che cosa è teoricamente un “parco culturale”, dall’altra, che funga da struttura<br />
portante dei processi di progettazione e programmazione di nuove es<strong>per</strong>ienze.<br />
Sono stati individuati sei descrittori del tipo “parco culturale”. Questi definiscono, rispetto al<strong>lo</strong> spazio<br />
semantico delle tipo<strong>lo</strong>gie di parco, delle vere e proprie frontiere di significato.<br />
Come indicato, dunque, un “parco culturale”:<br />
– 1. È un territorio più o meno vasto, dove è presente una concentrazione omogenea e significativa di<br />
va<strong>lo</strong>ri ambientali-culturali.<br />
– 2. Conserva e/o recu<strong>per</strong>a ambienti naturali e culturali presenti sul territorio consentendo la <strong>lo</strong>ro<br />
spontanea evoluzione e favorendo il mantenimento degli equilibri esistenti.<br />
– 3. Recu<strong>per</strong>a e incentiva <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> dei sistemi culturali delle comunità presenti sul territorio attraverso<br />
la va<strong>lo</strong>rizzazione di usi, costumi, credenze, mestieri, prodotti artistici e linguistici, miti, leggende, feste,<br />
prodotti alimentari e tradizione eno-gastronomica.<br />
– 4. Promuove <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sociale e economico delle popolazioni interessate, centrando su attività<br />
sostenibili e culturali.<br />
– 5. Sviluppa la ricerca scientifica e sociale effettuata in modo continuo e interdisciplinare, la didattica e<br />
l’informazione ambientale e culturale<br />
– 6. Permette la fruizione turistica, le attività ricreative e del tempo libero, nei limiti di carico sostenibili<br />
dagli ecosistemi, va<strong>lo</strong>rizzando espressamente gli aspetti di contatto con la natura e con le culture <strong>lo</strong>cali.<br />
In questa sede è utile riflettere brevemente sul<strong>lo</strong> “spessore” (o “astrazione”, cfr. ante) dei confini<br />
concettuali (e fisici) delineati e sulla “forma” e “dimensione” degli spazi in essi compresi. Risulta infatti<br />
evidente, anche ad una rapida lettura, che tali descrittori definiscono insiemi di concetti (e quindi di<br />
possibilità e realtà ad essi sottese) molto ampi e che in parte possono intersecarsi fra <strong>lo</strong>ro. Questa<br />
intersezione semantica risulta sfumata e fluida tanto che, al contrario di quanto si può fare <strong>per</strong> alcuni<br />
singoli concetti più specifici che fanno parte della ampia proposizione concettuale del descrittore<br />
riportata, non è possibile indicarne elementi fortemente distintivi e tali da potere essere univocamente<br />
definiti o<strong>per</strong>ativamente (o o<strong>per</strong>azionalizzati). Questo implica una certa arbitrarietà di fondo comunque<br />
sottesa ai descrittori, che da una parte ci <strong>per</strong>mette di trattare categorie astratte declinandone con libertà<br />
(ma anche con giustificata trasparenza) degli indicatori (categorie meno astratte della stessa scala di<br />
astrazione o generalità del<strong>lo</strong> stesso concetto di partenza) e attuandone le rispettive definizioni o<strong>per</strong>ative,<br />
dall’altra lascia un discreto margine all’interpre-tazione <strong>per</strong>sonale nel successivo momento classificatorio<br />
di es<strong>per</strong>ienze reali.<br />
La generale mancanza (fatta eccezione <strong>per</strong> i parchi naturali ed in parte letterari) di definizioni<br />
condivise (e quindi di un apparato concettuale e anche giuridico) delle varie tipo<strong>lo</strong>gie “standard” conduce<br />
a una moltitudine di es<strong>per</strong>ienze di significato e reali diverse e non sempre del tutto coerenti fra <strong>lo</strong>ro. Tali<br />
usi di fatto impongono l’uso di descrittori ad ampio respiro come quelli da noi scelti; so<strong>lo</strong> infatti secondo<br />
tale macro-suddivisione concettuale si ritrovano elementi descrittivi comuni (internamente alle singole<br />
tipo<strong>lo</strong>gie) e caratterizzanti nel concreto di diversi tipi.<br />
9
1.2 Indicatori e requisiti minimi del “parco culturale”<br />
Come già notato, in ogni consapevole azione di definizione di significato e di ricerca di senso esiste<br />
già in potenza una implicazione pratica ed o<strong>per</strong>ativa 2 . Semplificare, rilevare, capire ed interpretare la<br />
realtà e la sua complessità con un metodo trasparente e criticabile (o falsificabile) equivale spesso a<br />
predisporre ed organizzare la <strong>prassi</strong>. Ecco <strong>per</strong>ché talvolta, i modelli, che più o meno consciamente tutti<br />
utilizzano <strong>per</strong> comprendere e leggere la realtà, possono essere contemporaneamente ado<strong>per</strong>ati <strong>per</strong><br />
influenzarla ed agire su di essa.<br />
In concreto ed in coerenza con il presente disegno euristico, riteniamo che l’analisi semantica svolta a<br />
fini prioritariamente classificatori, discriminanti e di attribuzione di senso ai casi esistenti di “parco”<br />
possa servire come model<strong>lo</strong> di programmazione di “parco culturale”, utile tra l’altro a definire anche i<br />
limiti “reali” minimi di tale tipo<strong>lo</strong>gia. Questo nei fatti sarà reso possibile grazie a due o<strong>per</strong>azioni tipiche<br />
delle scienze sociali, già più volte ricordate: l’enunciazione di indicatori più specifici dai requisiti<br />
concettuali di “parco di cultura” riportati ante e la <strong>lo</strong>ro definizione o<strong>per</strong>ativa al fine (in questa sede<br />
esclusivo) di evidenziare quali sono i requisiti minimi di un “parco di cultura”. Nel compiere tale<br />
processo analitico/progettuale non si farà ovviamente so<strong>lo</strong> riferimento alla fantasia ed alla <strong>lo</strong>gica del<br />
ricercatore, ma forte sarà il raffronto ed il raccordo con la letteratura scientifica e con le es<strong>per</strong>ienze<br />
“consapevoli” e documentate in materia. L’elaborazione scientifica ed i casi concreti più coerenti con il<br />
nostro oggetto di studio sono probabilmente quelli relative alle certificazioni territoriali (in particolare<br />
delle destinazioni turistiche) 3 . Per questa ragione, diversi indicatori e requisiti di “parco culturale”<br />
2 Diversi teorici del comportamento organizzativo e delle organizzazioni complesse (tra cui Karl Weick e Giovan Francesco<br />
Lanzara) rilevano e tematizzano il concetto di enactement, definito come un processo di “attivazione” attraverso il quale si<br />
costruisce una realtà dotata di senso tra le alternative possibili e, in un secondo momento, si risponde ad essa con comportamenti<br />
specifici. Per approfondimenti si rimanda a: Weick K.E., “Enactement Process in Organizations”, in Staw B.M. e Salancik G.R.,<br />
New Directions in Organizational Behaviour, Chicago, St. Clair Press, 1977.<br />
3 Possiamo distinguere le seguenti più note tipo<strong>lo</strong>gie di certificazioni territoriali: a) certificazioni territoriali basate su reti di<br />
organizzazioni con sistemi di qualità certificati (Iso 9001:2000 in particolare); b) certificazioni territoriali basate su reti di<br />
organizzazioni con sistemi di gestione ambientali certificati (Iso 14001 ed EMAS in particolare) o certificazioni territoriali<br />
promosse e gestite da amministrazioni pubbliche (in specifico secondo EMAS, Reg. CE 761/2001); c) certificazioni territoriali<br />
basate su reti di organizzazioni dotate di certificazioni di origine e tipicità (DOP, IGP, Reg. CE 2081/92); d) certificazioni<br />
territoriali basate su reti di organizzazioni dotate di marchio Ecolabel comunitario (Reg. CE 880/92 e L.N. 294/93) e/o<br />
Dichiarazione ambientale di prodotto” (ISO 14025); e) certificazioni territoriali basate su reti di organizzazioni dotate di<br />
certificazioni di agricoltura bio<strong>lo</strong>gica (Reg. CE 2092/91 e norme IFOAM International Federation of Organic Agriculture<br />
Movements); f) certificazioni territoriali basate su reti di organizzazioni con marchi di area e di prodotto (es. tipicità prodotti<br />
alimentari, buona gestione forestale, etc.); g) certificazioni territoriali basate sulla certificazione della destinazione (destination)<br />
turistica.<br />
Queste ultime risultano le più significative <strong>per</strong> gli obiettivi euristici ed o<strong>per</strong>ativi della ricerca in oggetto che, come anticipato,<br />
ha forte attinenza con <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> socio-economico e sostenibile di un’area territoriale in particolare attraverso politiche<br />
turistiche, di recu<strong>per</strong>o e va<strong>lo</strong>rizzazione ambientale e culturale, di risco<strong>per</strong>ta delle identità e delle tipicità <strong>lo</strong>cali. Le destinazioni<br />
rappresentano, dal punto di vista della domanda, il prodotto fondamentale dell’es<strong>per</strong>ienza turistica, essendo la somma dei servizi,<br />
infrastrutture, risorse naturali e culturali direttamente e indirettamente legate al turismo. Il turismo è infatti un’es<strong>per</strong>ienza<br />
“g<strong>lo</strong>bale”, sulla quale hanno un’influenza non so<strong>lo</strong> i fattori direttamente legati all’erogazione di servizi turistici – come le<br />
strutture ricettive – ma anche gli elementi di contorno. Le certificazioni tradizionalmente sono strumenti vo<strong>lo</strong>ntari.<br />
Fondamentalmente offrono un riconoscimento ad azioni vo<strong>lo</strong>ntarie (cioè non prescritte da leggi o regolamenti di piano) che sono<br />
state messe in pratica. Ma le certificazioni da sole non sono sufficienti a garantire uno <strong>sviluppo</strong> sostenibile dal punto di vista<br />
economico, sociale ed ambientale delle destinazioni; la normativa e la pianificazione rappresentano infatti la piattaforma di<br />
partenza <strong>per</strong>ché le certificazioni possano essere considerate strumenti efficaci. La certificazione del territorio è tuttavia ancora un<br />
esercizio alla sua infanzia, rispetto alla certificazione dei singoli servizi ed attività, come le strutture ricettive, i campi da golf, le<br />
spiagge. Molto più complesse che nella <strong>lo</strong>ro applicazione a strutture singole e contenute come le strutture di accoglienza, le<br />
certificazioni <strong>per</strong> destinazioni possono rappresentare un’efficace spunto di partenza <strong>per</strong> la gestione e la sensibilizzazione alle<br />
tematiche di sostenibilità e di competitività turistica.<br />
Ma in sostanza che cos’è una destinazione? Non esiste una definizione precisa di destinazione turistica. Il fattore comune è<br />
che “destinazione” è un concetto territoriale. Di conseguenza quando si parla di “destinazione” vengono coinvolti un vasto e<br />
differenziato numero di attori (cfr. Premessa Metodo<strong>lo</strong>gica). La definizione dei suoi limiti è tuttavia importante <strong>per</strong> poter<br />
individuare quali siano gli attori coinvolti.<br />
a) Ponendo il “turista” al centro, una destinazione comprende l’area principale visitata dai turisti e le zone circostanti che<br />
contribuiscono al turismo, attraverso l’approv-vigionamento di beni e servizi, infrastrutture e mano d’o<strong>per</strong>a <strong>per</strong> il settore turismo.<br />
b) Ponendo al centro della destinazione i gruppi di interesse <strong>lo</strong>cali, una destinazione è un’unità omogenea di gestione che<br />
abbia rilevanza <strong>per</strong> i gruppi di interesse <strong>lo</strong>cale. Secondo questa definizione quindi una destinazione può coincidere con i limiti<br />
giurisdizionali della comunità <strong>lo</strong>cale.<br />
c) Infine, dal punto di vista dell’offerta una destinazione si può definire come l’area che possiede caratteristiche omogenee.<br />
Così la Toscana, la Foresta Nera, le Canarie sono una destinazione, poiché hanno caratteristiche di offerta comune e possono<br />
condividere in particolare una strategia di marketing comune.<br />
Dal punto di vista della certificazione è importante che gli attori coinvolti nel settore del turismo, cioè le autorità <strong>lo</strong>cali, le<br />
organizzazioni non governative, gli imprenditori, siano di fatto inclusi nella definizione scelta di destinazione. Se l’unità<br />
prescelta come “destinazione” coincide con i confini comunali vi è il rischio che componenti importanti del “pacchetto turistico”<br />
10
esplicitati infra, sono stati ottenuti e tarati da una specifica analisi comparata dei requisiti, criteri ed<br />
indicatori utilizzati da diverse buone <strong>prassi</strong> estere di certificazione territoriale della destinazione<br />
turistica 4 .<br />
così come inteso dalla domanda rimangano esclusi. I confini amministrativi infatti sono invisibili al turista. In un esercizio di<br />
certificazione <strong>per</strong> destinazioni è fondamentale avere una definizione chiara di cosa si intende <strong>per</strong> destinazione. Questa dipende<br />
sia dal tipo di mercato turistico sia dalla situazione territoriale. Se il territorio è caratterizzato da attrazioni turistiche diffuse, che<br />
si estendono attraverso confini amministrativi, definire la destinazione secondo i confini amministrativi sarebbe un approccio<br />
incompleto. Poiché una “destinazione” (il punto di vista del turista) non coincide con il “comune” (il punto di vista<br />
amministrativo), la soluzione più efficace è combinare la definizione di destinazione come serbatoio di es<strong>per</strong>ienza turistica<br />
omogenea con un approccio amministrativo che includa le unità di gestione amministrativa. Qualificando la destinazione,<br />
l’identificazione dei suoi confini risulterà più facile.<br />
Destinazioni d’arte, di cultura tradizionale, spiagge, sport invernali, tutte queste attività turistiche possono offrire uno<br />
spunto nella definizione corretta di destinazione. L’importante è quindi che – in un processo di certificazione – il processo di<br />
attribuzione del marchio riconosca le implicazioni amministrative e politiche di questa scelta nelle procedure di domanda del<br />
marchio e nella sua gestione.<br />
Le certificazioni <strong>per</strong> destinazioni possono essere suddivise in tre categorie:<br />
a) Le label vere e proprie, con un sistema di assegnazione basato su criteri predefiniti, e un sistema di valutazione e<br />
possibilità di ricandidatura alla fine del <strong>per</strong>iodo fissato.<br />
b) I sistemi di gestione certificati che si fondano invece su delle linee guida più generali che vengono implementate ad hoc in<br />
funzione delle problematiche <strong>lo</strong>cali ed incorporate in un piano disegnato <strong>per</strong> ciascuna destinazione. La destinazione non dovrà<br />
ricandidarsi ma so<strong>lo</strong> eventualmente dimostrare che le attività indicate nel piano sono messe in o<strong>per</strong>a in maniera continuativa ed<br />
efficace (es. Green G<strong>lo</strong>be, Ecotur, GRIP).<br />
c) I premi sono invece assegnati sulla base di attività o progetti già portati a termine che rispondano a una serie di criteri<br />
prestabiliti. I premi vengono assegnati una volta soltanto. Alcuni individuano come obiettivo <strong>per</strong> il lancio la sensibilizzazione<br />
degli inter<strong>lo</strong>cutori. Altri premi vogliono offrire alle destinazioni uno spunto e un incentivo <strong>per</strong> migliorarsi. In altri casi il<br />
riconoscimento viene considerato un primo passo verso una certificazione tradizionale (es. Environmental Friendly Tourism<br />
Communities in Germany). Il premio si vince generalmente in base a una situazione già acquisita che bisogna so<strong>lo</strong> dimostrare e<br />
certificare, mentre le etichette e i piani di gestione spesso richiedono l’attivazione di un numero di azioni “vo<strong>lo</strong>ntarie” (progetti,<br />
investimenti, etc.) che <strong>per</strong>mettono a una data destinazione di emergere rispetto alle altre.<br />
Altra variabile fondamentale <strong>per</strong> le certificazioni di destinazioni turistiche sono i criteri di selezione. Essi rappresentano la<br />
strategia <strong>per</strong> mettere in o<strong>per</strong>a gli obiettivi della certificazione. Sono le azioni che la comunità (sia come organo istituzionale sia<br />
come insieme di cittadini) deve mettere in o<strong>per</strong>a al fine di ottenere la certificazione.<br />
a) Le certificazioni che hanno come obiettivo la promozione del turismo prediligono azioni di va<strong>lo</strong>rizzazione del patrimonio<br />
urbanistico, paesaggistico e culturale e di incremento dell’efficienza del servizio turistico. Le certificazioni <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> del<br />
potenziale turistico in generale includono criteri di selezione in base al patrimonio esistente (un monumento di va<strong>lo</strong>re storico) e<br />
alle caratteristiche d’immagine che si vogliono proteggere e sviluppare (ad es. carattere di ruralità, che implica un numero<br />
limitato di abitanti). A questi si aggiungono criteri di carattere architettonico e urbanistico generalmente di competenza delle<br />
autorità pubbliche e criteri legati al tipo di servizi offerti, che coinvolgono anche gli o<strong>per</strong>atori di settore (es. Les plus Beaux<br />
Villages de France, Les Petites Cités de Caractère, Les Petites Cités Comtoise de Caractère, Village Holidays).<br />
b) All’estremo opposto si pongono le eco-certificazioni e i premi che hanno come obiettivo l’esclusiva protezione<br />
dell’ambiente. Tra queste, il Beatha Environmental Quality Mark, il Capitale <strong>per</strong> la Natura, il Sustainable Cities Award sono i<br />
più rappresentativi. Nelle certificazioni territoriali ambientali delle destinazioni, i criteri generalmente sono divisi in aree<br />
d’azione che riflettono le grandi aree di intervento in seno a una comunità, dal traffico, alla pianificazione territoriale, alla qualità<br />
delle acque, alla gestione del traffico e dei rifiuti. I criteri possono essere selezionati in modo tale da richiedere <strong>lo</strong> sforzo so<strong>lo</strong><br />
delle autorità pubbliche oppure la partecipazione attiva della comunità stessa. Di norma offrono indicazioni – più o meno<br />
specifiche – sulle azioni che possono contribuire al<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sostenibile della destinazione.<br />
c) Infine, le certificazioni che hanno come obiettivo la protezione del patrimonio naturale <strong>per</strong> migliorare l’es<strong>per</strong>ienza<br />
turistica e proteggere l’ambiente stesso dall’impatto del turismo. Green G<strong>lo</strong>be è esemplificativo della prima tipo<strong>lo</strong>gia: l’obiettivo<br />
dichiarato è quel<strong>lo</strong> di proteggere l’ambiente ma anche di promuovere il turismo. Per quanto riguarda invece la seconda categoria,<br />
in particolare Green Suitcase, Environmental Friendly Destinations offrono esempi interessanti di criteri o aree d’azione volti<br />
alla protezione dell’ambiente dall’impatto del turismo. Green Suitcase è una certificazione – sotto questo punto di vista – molto<br />
completa: infatti oltre a prendere in considerazione criteri atti a minimizzare ed evitare gli impatti turistici sull’ambiente ospite<br />
(legati al traffico e alla produzione di rifiuti ad esempio), propone anche una lista di azioni che hanno come obiettivo il<br />
miglioramento della qualità ambientale <strong>per</strong> favorire l’es<strong>per</strong>ienza turistica.<br />
In generale le modalità prevalenti sono:<br />
- linee guida da sviluppare: i criteri sono espressi sotto forma di principi generali che devono essere poi sviluppati in obiettivi<br />
specifici e poi azioni;<br />
- obiettivi da raggiungere: i criteri sono espressi sotto forma di obiettivi e standard che i candidati devono raggiungere. I<br />
candidati scelgono indipendentemente le azioni/attività <strong>per</strong> il raggiungimento degli stessi;<br />
- azioni da adottare: i criteri sono espressi sotto forma di attività specifiche che – una volta implementate – porteranno al risultato<br />
finale inizialmente definito.<br />
4 1) Quality for You (Tourismus Organisation Saas-Fee) – Svizzera – http:// www.saas-fee.ch; 2) BlueFlag (Foundation for<br />
Environmental Education in Europe Feee) – Danimarca – http://www.blueflag.org; 3) Les Plus Beaux Villages de France –<br />
Francia; 4) Green Suitcase – Germania; 5) Green G<strong>lo</strong>be – Gran Bretagna – www.greeng<strong>lo</strong>be21.com; 6) DRV International<br />
Environmental Award – Germania – http://www.drv.de; 7) Les Petites Cités de Caractère de Bretagne – Francia – www.regionbretagne.fr;<br />
8) Village Holidays in Austria (Dorfurlaub in Österreich) – Austria; 9) Federal Capitalin Nature and Environmental<br />
Protection – Germania; 10) EuropaNostraAward – Olanda; 11) Environmental Friendly Tourism Communities – Germania; 12)<br />
11
Il model<strong>lo</strong> successivamente proposto è quindi stato ottenuto dalla discesa in astrazione dei descrittori<br />
di parco culturale presentati precedentemente, accompagnata da una successiva declinazione degli stessi,<br />
lungo gli assi concettuali di “prodotti”, “eventi” ed “attori”, categorie che risultano fondamentali nella<br />
successiva enunciazione delle idee di “parchi di cultura” <strong>per</strong> l’Appennino modenese e della valutazione<br />
della <strong>lo</strong>ro fattibilità. Rimandando a successivi e più specialistici approfondimenti su tali concetti,<br />
definiamo in questa sede semplicemente con “prodotti” l’insieme di caratteristiche fisiche, prodotti<br />
turistici 5 e strutture specializzate che possano concorrere a <strong>per</strong>seguire la messa in realtà delle linee<br />
concettuali definite dai diversi descrittori, con “eventi” si intendono i fatti e gli avvenimenti organizzati<br />
<strong>per</strong> aumentare e va<strong>lo</strong>rizzare l’attrattività del territorio ed in concreto manifestazioni, incontri, mostre,<br />
fiere, festival, sagre, etc., che concorrano a quanto già definito <strong>per</strong> i prodotti; infine gli “attori”<br />
raccolgono la lista dei soggetti (in termini di istituzioni, ma anche di privati) che possano/debbano essere<br />
coinvolti <strong>per</strong> la messa in atto dei diversi eventi e la costruzione/integrazione dei vari prodotti <strong>per</strong> ogni<br />
determinato descrittore.<br />
Nella discesa in astrazione ciò che appare in corsivo (escluso il virgolettato del descrittore) rappresenta<br />
una indicazione di standard minimo.<br />
Local Communities in Eco<strong>lo</strong>gical Competition TAT-ORTE – Germania – http://www.difu.de/tatorte; 13) Ecotur – Spagna; 14)<br />
Les Petites Cités Comtoise de Caractère – Francia; 15) GRIP Destinations – Norvegia. Siti verificati il 28 settembre 2004.<br />
Alcune es<strong>per</strong>ienze di s<strong>per</strong>imentazione di certificazione delle destinazioni turistiche esistono anche in Italia, ad esempio<br />
nell’area delle Langhe e del Roero in Piemonte (province di Torino e di Asti). Una relazione è inoltre riscontrabile con le note<br />
es<strong>per</strong>ienze anche italiane delle bandiere blu e delle bandiere arancioni.<br />
Per approfondimenti si veda: Carbone G., Fava U., Maggi M., Certificare il territorio <strong>per</strong> un turismo di qualità, Torino,<br />
IRES Piemonte, 2000; Pettenella D., Tipicità, certificazione, filiere produttive e distretti agroindustriali: nuovi strumenti<br />
economici <strong>per</strong> le politiche di <strong>sviluppo</strong> delle aree protette, Torino, pa<strong>per</strong>, 2002; Ferrari N. e Scaringella F. (a cura di), I nuovi<br />
bacini di impiego del<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sostenibile. Un’indagine <strong>lo</strong>cale, riflessioni g<strong>lo</strong>bali, Milano, Franco Angeli, 2003.<br />
5 “Parimenti al termine turista, anche <strong>per</strong> quanto riguarda il termine prodotto turistico si possono riscontrare molte differenze<br />
nelle varie definizioni formulate dai diversi autori. Tutte le descrizioni sottolineano <strong>per</strong>ò il concorrere di una molteplicità di<br />
elementi, parte dei quali espressione diretta del patrimonio ambientale e parte riconducibile all’azione di enti e imprese che<br />
o<strong>per</strong>ano sul territorio. Riconoscere il prodotto turistico come insieme di fattori strumentali e fattori ambientali è <strong>per</strong>ciò un<br />
atteggiamento comune ai diversi approcci, che implicano, in ultima analisi, l’identificazione del prodotto turistico con la<br />
destinazione (destination) e con un complesso sistema di offerta che viene erogato dal territorio”, cfr. Dall’Ara G., Gestire le<br />
relazioni nel turismo. Una nuova cultura di marketing <strong>per</strong> Enti e destinazioni, Rimini, Provincia di Rimini, 2004.<br />
In realtà, anche se nel linguaggio di chi si occupa di turismo si tende spesso a considerare i termini “offerta” e “prodotto”<br />
come sinonimi, è opportuno invece tenerne distinti i significati. “Offerta” può essere considerata un patrimonio naturale o<br />
generale, con potenzialità inespresse o so<strong>lo</strong> in parte espresse, e di norma non utilizzabile ai fini turistici, senza un intervento in<br />
termini di marketing mix. In altre parole nel<strong>lo</strong> specifico del turismo un’offerta non è necessariamente un “prodotto turistico”;<br />
non tutte le risorse naturali hanno visitatori o sono immediatamente proponibili al “mercato”.<br />
Il “prodotto turistico”, come definito poco sopra, non è quindi il frutto esclusivo di un settore turistico: la produzione di beni<br />
e servizi legata al turismo non è infatti circoscrivibile in una categoria unitaria. Intorno all’industria dei viaggi e delle vacanze<br />
gravita un insieme composito di imprese e di professioni, nella ricettività alberghiera e in quella extralberghiera, nei trasporti e<br />
nelle infrastrutture in genere, nel commercio, nell’artigianato, nell’agricoltura.”, Balugani G., Cadegnani F., Maselli E.,<br />
Scaringella F., “Ottimo anzi buono”. “Buono, ma non basta”. La voce del turista dell’Appennino Modenese, Modena,<br />
Laboratorio Appennino Modenese – Provincia di Modena, 2004.<br />
L’offerta turistica può quindi trasformarsi in prodotto turistico se viene (anche alternativamente rispetto alle seguenti opzioni<br />
identificata), va<strong>lo</strong>rizzata e specificamente promossa; commercializzata; venduta al turista. D’altra parte il turista può fruire di<br />
un’offerta turistica senza che questa <strong>per</strong> forza sia un prodotto (un paesaggio, una passeggiata nel bosco, la bellezza architettonica<br />
e storica incontrata sul <strong>per</strong>corso, etc.).<br />
12
Descrittore 1: “Territorio più o meno vasto, dove è presente una concentrazione omogenea e<br />
significativa di va<strong>lo</strong>ri ambientali-culturali”<br />
“Territorio più o meno vasto”<br />
– Almeno cinque Comuni dell’area territoriale di riferimento (Appennino modenese);<br />
– I Comuni devono avere “limiti” o “sbocchi” confinanti (il confine può anche non essere<br />
amministrativo, ma basato su una configurazione fisica e morfo<strong>lo</strong>gica del territorio ricompreso nel<br />
parco in termini “di unità di paesaggio”, cfr. Premessa Metodo<strong>lo</strong>gica, ambiti in cui è riconoscibile una<br />
sostanziale omogeneità di struttura, caratteri e relazioni del relativo patrimonio ambientale e culturale;<br />
oppure in relazione a “fattori” fisici e storici di continuità, quali estensioni di fiumi, macchie boschive,<br />
antiche vie di comunicazione, antichi borghi, etc.);<br />
– Esistono uno o più ingressi/uscite del parco;<br />
– Devono essere chiaramente identificate le porte ed i confini (e potenzialmente la mappa) del parco.<br />
“Concentrazione omogenea e significativa di va<strong>lo</strong>ri ambientali-culturali”<br />
In generale risulta fondamentale la presenza, nel territorio di competenza, di strutture o beni di<br />
rilevanza storico-artistica e culturale (castelli, ville, torri, edifici religiosi, musei, prodotti artistici, etc.) ed<br />
ambientale (parchi, fiumi, laghi, bacini idrografici, monti, zone boschive e di vegetazione, etc.). Le<br />
strutture ed i beni culturali devono essere fruibili, a<strong>per</strong>ti al pubblico ed auspicabilmente dotati di servizi<br />
complementari (es. visite guidate, <strong>per</strong>corsi tematici, etc., cfr. anche descrittore 6).<br />
In specifico, il fi<strong>lo</strong>ne di riferimento del parco deve avere una ricaduta fisica e “culturale” nota agli<br />
abitanti del territorio e già presente in termini non residuali in tutto il territorio scelto. Ad esempio, <strong>per</strong><br />
parlare di Parco del Medioevo devono esserci elementi “fisici” (quali rocche, castelli, pievi, vie di<br />
collegamento, strutture, etc.) o elementi culturali/va<strong>lo</strong>riali (quali storie, tradizioni, <strong>per</strong>sonaggi noti,<br />
rievocazioni, feste, leggende, etc.) medioevali in tutta l’area del parco.<br />
Prodotti:<br />
I seguenti elementi devono essere tutti presenti e non in alternativa:<br />
– Presenza di almeno una struttura, come una porta o un centro informazioni, che definisca l’ingresso<br />
fisico nell’area o nelle aree (in caso si tratti di una rete di luoghi) del parco;<br />
– Presenza di strutture fisiche (borghi, singole costruzioni, chiese, castelli, vie di comunicazione, etc,) di<br />
rilevanza culturale <strong>per</strong> il territorio del parco;<br />
– Presenza di almeno un centro informazioni e visite del parco;<br />
– Presenza di territori naturali in cui siano presenti elementi ambientali coerenti con la vocazione del<br />
parco nel suo insieme;<br />
– Presenza di almeno una mappa/cartina/cartel<strong>lo</strong>ne descrittivo della configurazione morfo<strong>lo</strong>gica del<br />
parco.<br />
Dal punto di vista del sistema di accoglienza/informazione è auspicabile l’esistenza di punti di<br />
distribuzione di materiale ed informazioni sul parco e sul turismo dell’area; la programmazione e la<br />
calendarizzazione di appuntamenti (almeno mensili) a tema su tutta l’area; uno specifico piano applicativo<br />
di segnaletica direzionale <strong>per</strong> l’individuazione delle zone, dei siti e delle strutture di rilevanza turistica<br />
coerenti; la presenza di strutture legate all’accoglienza, all’ospitalità ed a “fare vivere” il parco al turista<br />
(cfr. anche punti seguenti ed in particolare il descrittore 6).<br />
Di grande va<strong>lo</strong>re sono le politiche pubbliche mirate alla protezione/va<strong>lo</strong>rizzazione dei siti culturali;<br />
alla bellezza e congruenza dell’arredo urbano (anche attraverso azioni di incentivazione verso privati, ad<br />
esempio al fine di ripulire le facciate delle abitazioni, oppure <strong>per</strong> armonizzare/eliminare edifici e <strong>lo</strong>ro<br />
parti non legate alla storia ed all’arte <strong>lo</strong>cale); alla decorazione (ad esempio f<strong>lo</strong>reale) degli immobili di<br />
proprietà pubblici e delle case; all’adozione di una tavola dei co<strong>lo</strong>ri ufficiale, comune su tutto il territorio<br />
e coerente con la tradizione; alla chiara regolamentazione dei pannelli segnaletici e pubblicitari (almeno<br />
<strong>per</strong> il parco in oggetto); all’illumina-zione dei luoghi culturali evocativi e più suggestivi; etc.<br />
Eventi:<br />
13
Non previsti espressamente <strong>per</strong> questo indicatore. È comunque utile almeno un evento annuale che<br />
richiami espressamente il fi<strong>lo</strong>ne conduttore culturale del parco e tutto il territorio che fisicamente <strong>lo</strong><br />
costituisce (può rispondere alle finalità peculiari di cui ai descrittori 2, 3, 4, 5 e 6).<br />
Attori:<br />
Risulta importante il coinvolgimento nel<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> ed implementazione del progetto (anche tramite<br />
semplici note in<strong>formative</strong>) di tutti i gruppi di interesse dell’area di riferimento inclusi la comunità <strong>lo</strong>cale,<br />
l’industria turistica e le autorità pubbliche.<br />
Almeno dieci diversi attori pubblici e privati appartenenti al territorio del parco, formalmente<br />
impegnati nel progetto, tra i seguenti:<br />
– Provincia (di Modena);<br />
– Comunità Montane;<br />
– Comuni interessati;<br />
– IAT;<br />
– Società d’area;<br />
– Imprese/Associazioni private attivate ad hoc;<br />
– Presenza di almeno una “cabina di regia” (ufficio organizzativo);<br />
– Associazioni culturali e di vo<strong>lo</strong>ntariato coerenti al tema del parco;<br />
– Istituti scolastici.<br />
È significativo ed auspicabile, anche a fini promozionali, la creazione di un “club degli amici del<br />
parco di cultura 6 ”.<br />
6 I membri de “Les Plus Beaux Villages de France” possono utilizzare il marchio registrato su pannelli a tutte le entrate del<br />
capoluogo, su tutti i documenti di comunicazione (depliant, buste, carta da lettere, bollettini municipali) sia del Comune stesso<br />
sia delle associazioni di cui il Comune è membro (ufficio del turismo, sindacati, etc.). Il Comune deve tuttavia trasmettere<br />
all’Associazione de “Les Plus Beaux Villages de France” tutte le richieste di utilizzo del marchio da parte di prestatari<br />
domiciliati sul suo territorio (alberghi, ristoranti, artigiani) e riportare qualsiasi uso illecito del marchio. A livel<strong>lo</strong> d’Associazione<br />
i Comuni sono promossi attraverso un sito web (www.maison-de-la-france.com) e una pubblicazione (90 franchi <strong>per</strong> quattro<br />
numeri annuali). Per aumentare il livel<strong>lo</strong> di fidelizzazione (efficace soprattutto <strong>per</strong>ché il programma è a livel<strong>lo</strong> nazionale e ha un<br />
forte richiamo sul turismo interno), l’Associazione ha anche creato un “Club degli Amici” a<strong>per</strong>to ai visitatori. L’adesione al Club<br />
dà diritto a una carta <strong>per</strong>sonalizzata di “amico” de “Les Plus Beaux Villages de France” e un benvenuto speciale all’arrivo nei<br />
villaggi associati. Inoltre garantisce uno sconto su alcuni servizi, prezzi ridotti del 15-30% <strong>per</strong> le visite al patrimonio<br />
architettonico e naturale, dei “weekend villages”, dei regali a sorpresa, la mappa e la guida ai villaggi e una videocassetta. La<br />
quota associativa è di 130 franchi all’anno. Carbone G., Fava U., Maggi M., op. cit., Torino, IRES Piemonte, 2000, p. 32, cfr.<br />
anche nel cap. 3. il par. 3.1.4. e 3.2.4..<br />
14
Descrittore 2: “Conserva e/o recu<strong>per</strong>a ambienti naturali e culturali presenti sul territorio<br />
consentendo la <strong>lo</strong>ro spontanea evoluzione e favorendo il mantenimento degli equilibri esistenti”<br />
“Conserva ambienti naturali e culturali presenti sul territorio”<br />
Il progetto del parco (pluriennale ma possibilmente rivisto e verificato annualmente), in coerenza con<br />
il fi<strong>lo</strong>ne “culturale” e territoriale di riferimento, punta espressamente, anche attraverso progetti ad hoc ed<br />
in coordinamento con altre azioni esistenti, alla conservazione specifica e delimitata sulla base delle<br />
risorse disponibili del:<br />
a) patrimonio naturale ed ambientale (<strong>per</strong> il Parco del Medioevo, ad esempio, le azioni di prevenzione e<br />
tutela, pulizia del bosco adiacente il castel<strong>lo</strong> o del fiume vicino al ponte storico);<br />
b) patrimonio storico, artistico ed architettonico (<strong>per</strong> il Parco del Medioevo, ad esempio, le azioni di<br />
conservazione programmata e manutenzione della rocca o della strada storica);<br />
c) patrimonio culturale (vedi in particolare descrittore 3).<br />
A tal proposito il parco si deve porre come obiettivo la realizzazione e verifica di almeno un progetto<br />
a triennio (ad esempio di control<strong>lo</strong> della qualità delle acque; di gestione dei rifiuti: raccolta differenziata,<br />
contrasto a smaltimenti abusivi, etc.; di definizione/applicazione di linee guida <strong>per</strong> le costruzioni ex novo<br />
ed il recu<strong>per</strong>o delle strutture abitative al fine di preservare la tipicità dell’ambiente urbano da stravaganti<br />
alterazioni attraverso un piano co<strong>lo</strong>ri, volumi, materiali, facciate, tetti, porte, decorazioni; di contenimento<br />
degli “inquinamenti” atmosferico, acustico, idrico, etc.).<br />
“Recu<strong>per</strong>a ambienti naturali e culturali presenti sul territorio”<br />
Il progetto del parco (pluriennale ma possibilmente rivisto e verificato annualmente), in coerenza con<br />
il fi<strong>lo</strong>ne “culturale” e territoriale di riferimento, punta espressamente, anche attraverso progetti ad hoc ed<br />
in coordinamento con altre azioni esistenti, al recu<strong>per</strong>o e restauro specifico e delimitato sulla base delle<br />
risorse disponibili del:<br />
a) patrimonio naturale ed ambientale (es. azioni di rimboschimento);<br />
b) patrimonio storico, artistico ed architettonico (es. interventi di restauro);<br />
c) patrimonio culturale (es. interventi di restauro, cfr. in particolare <strong>lo</strong> studio, e la riproposizione di uno<br />
degli oggetti di cui al descrittore 3);<br />
A tal proposito il parco si deve porre come obiettivo la realizzazione e verifica di almeno un progetto<br />
a triennio (ad esempio di riduzione dei consumi energetici; di pulizia di aree naturali; di utilizzo e<br />
riutilizzo di materiali storici tradizionali 7 ; di limitazione del traffico; etc.).<br />
“Consentendo la <strong>lo</strong>ro spontanea evoluzione e favorendo il mantenimento degli equilibri esistenti”<br />
Risulta centrale <strong>per</strong>seguire il raccordo con gli organi di indirizzo e programmazione territoriale, con<br />
le istituzioni <strong>lo</strong>cali e la società civile organizzata del territorio (ad esempio attraverso modalità di<br />
programmazione negoziata).<br />
Prodotti:<br />
In alternativa, almeno due dei seguenti:<br />
– Centro di monitoraggio ambientale delle zone naturalistiche del parco;<br />
– Museo che conservi e raccolga oggetti legati alle tradizioni culturali del territorio;<br />
– Progetto esecutivo di restauro/recu<strong>per</strong>o <strong>per</strong> le strutture architettoniche di va<strong>lo</strong>re culturale <strong>per</strong> il<br />
territorio ed i beni culturali mobili ed immobili dell’area;<br />
– Centro di studio <strong>per</strong> l’approfondimento e la conservazione della produzione culturale specifica del<br />
territorio;<br />
– Itinerario didattico;<br />
– Itinerario tematico (culturale e ambientale);<br />
– Testimonianza architettonica della cultura <strong>lo</strong>cale (castelli, rocche, strade).<br />
7 Per il patrimonio architettonico dell’area in oggetto si veda, tra l’altro, la recente pubblicazione realizzata nell’ambito<br />
dell’iniziativa integrata di Laboratorio Appennino Modenese, Balugani G., Maselli E., Scaringella F., Tazzioli D., Materiali,<br />
strumenti e competenze della tradizione. Studio delle finiture architettoniche tipiche dell’Appennino modenese, Modena,<br />
Laboratorio Appennino Modenese – Provincia di Modena, 2004.<br />
15
Eventi:<br />
Almeno uno all’anno:<br />
– Mostra (in caso sia <strong>per</strong>manente è da considerarsi come un prodotto) di stampo naturalistico e/o<br />
culturale;<br />
– Workshop (su temi di conservazione e recu<strong>per</strong>o degli ambienti naturali e/o culturali del territorio) <strong>per</strong><br />
gli “addetti ai lavori” (privati e pubblici) di condivisione del lavoro fatto e di programmazione futura;<br />
– Fiera della sostenibilità (o delle energie alternative) <strong>per</strong> aziende e privati.<br />
Attori:<br />
Almeno dieci diversi attori pubblici e privati appartenenti al territorio del parco, formalmente<br />
impegnati nel progetto, tra i seguenti:<br />
– Provincia (di Modena);<br />
– Comunità Montane;<br />
– Comuni interessati;<br />
– Società d’area;<br />
– Enti Parco;<br />
– Associazioni di categoria;<br />
– Associazioni/Club/Società nella cui mission vi sia la conservazione e il mantenimento delle nicchie<br />
culturali storicamente presenti sul territorio: antichi mestieri, credenze, miti e leggende, etc.;<br />
– Enti pubblici e associativi del territorio (provinciale e comunale);<br />
– Enti ed aziende <strong>per</strong> la conservazione programmata ed il restauro/recu<strong>per</strong>o dei beni culturali dell’area;<br />
– Imprese a basso impatto ambientale.<br />
16
Descrittore 3: “Recu<strong>per</strong>a e incentiva <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> dei sistemi culturali delle comunità presenti sul<br />
territorio attraverso la va<strong>lo</strong>rizzazione di usi, costumi, credenze, mestieri, prodotti artistici e<br />
linguistici, miti, leggende, feste, prodotti alimentari e tradizione eno-gastronomica”<br />
Nel triennio il Parco, in coerenza con il fi<strong>lo</strong>ne “culturale” e territoriale di riferimento, punta a<br />
recu<strong>per</strong>are all’interno dell’offerta complessiva (a fini socio-economici, cfr. descrittore 4 e turistici, cfr.<br />
descrittore 6) almeno un/una (in alternativa):<br />
– uso o costume non più utilizzato;<br />
– mestiere antico;<br />
– credenza, festa, leggenda mito della tradizione;<br />
– prodotto artistico, linguistico, alimentare della tradizione.<br />
Nel triennio il Parco, in coerenza con il fi<strong>lo</strong>ne “culturale” e territoriale di riferimento, punta a<br />
va<strong>lo</strong>rizzare e qualificare quante più es<strong>per</strong>ienze tuttora “viventi” della tradizione all’interno dell’offerta<br />
complessiva (a fini socio-economici, cfr. descrittore 4 e turistici, cfr. descrittore 6; senza ingerenze, ma<br />
anzi favorendo le autonome specificità, identità, modalità organizzative, tradizioni) ed in particolare:<br />
– mestieri antichi;<br />
– usi, costumi, credenze, feste, leggende, miti;<br />
– prodotti tipici artistici, linguistici, alimentari.<br />
È fondamentale la presenza nel territorio del parco di prodotti che abbiano ottenuto un riconoscimento<br />
DOC, DOCG, DOP, IGP o altri prodotti certificati 8 ; la possibilità di accesso al pubblico degli ambienti<br />
utilizzati <strong>per</strong> la produzione dei prodotti tipici <strong>lo</strong>cali; la possibilità di acquisto in <strong>lo</strong>co degli stessi prodotti<br />
tipici; la presenza di strutture tipiche (coerenti con il tema del parco) <strong>per</strong> quanto ad esempio concerne<br />
utilizzo dei materiali, tecniche e modalità costitutive, modalità evocative di fruizione, etc.; la presenza di<br />
artigiani, creatori e veri testimoni della produzione tipica <strong>lo</strong>cale; etc.<br />
Prodotti:<br />
In alternativa, almeno due dei seguenti:<br />
– Locale della tradizione eno-gastronomica territoriale;<br />
– Centro <strong>per</strong> il recu<strong>per</strong>o e mantenimento delle tradizioni <strong>lo</strong>cali (professioni, dialetto, arte, etc.);<br />
– Prodotto enogastronomico tipico del territorio e riconosciuto (DOC, DOCG, DOP, IGP, etc.);<br />
– Museo che conservi e raccolga oggetti legati alle tradizioni culturali del territorio (cfr. descrittore 2);<br />
– Centro di studio <strong>per</strong> l’approfondimento e la conservazione della produzione culturale specifica del<br />
territorio (cfr. descrittore 2);<br />
– Testimonianza architettonica della cultura <strong>lo</strong>cale (castelli, rocche, strade) (cfr. descrittore 2).<br />
Eventi:<br />
Almeno tre all’anno:<br />
– Sagra tematica su (in alternativa o in integrazione) usi, costumi, credenze, mestieri, prodotti artistici e<br />
linguistici, miti, leggende, feste, prodotti alimentari e tradizione eno-gastronomica;<br />
– Rievocazione storica;<br />
– Fiera sull’enogastronomia <strong>lo</strong>cale;<br />
– Fiera sulle produzioni tipiche <strong>lo</strong>cali;<br />
– Forum annuale di produzione artistica (con tecniche/materiali <strong>lo</strong>cali);<br />
8 Ad esempio, l’es<strong>per</strong>ienza promossa dalla Camera di Commercio di Modena, di promozione di un marchio collettivo<br />
camerale “Tradizione e Sapori di Modena”. I pro-dotti agroalimentari modenesi che, pur essendo caratterizzati da grande tipicità,<br />
non beneficiano di protezioni DOC, DOP, IGP, possono chiedere l’uso del suddetto marchio. È un marchio collettivo il cui<br />
rilascio è disciplinato da un regolamento che prevede l’obbligo dell’adozione di uno specifico disciplinare di produzione ed un<br />
sistema di controlli mirati al rigoroso rispetto del<strong>lo</strong> stesso, con possibilità infine di apporre una marchiatura al prodotto in<br />
questione. L’iniziativa è partita nel 2003, e coinvolge ad oggi i seguenti prodotti: la “Patata di Montese”, il “Nocino di Modena”,<br />
il “Sassolino di Mode-na”, la “Crescentina (Tigella) di Modena”, i “Tortellini di Modena”, gli “Amaretti di Modena”, il “Mirtil<strong>lo</strong><br />
nero dell’Appennino modenese”, il “Tartufo Valli Do<strong>lo</strong> e Drago-ne”, il “Marrone di Zocca” e il “Marrone del Frignano”.<br />
17
– Festa in costume con giochi della tradizione <strong>lo</strong>cale.<br />
Attori:<br />
Almeno dieci diversi attori pubblici e privati appartenenti al territorio del parco, formalmente<br />
impegnati nel progetto, tra i seguenti:<br />
– Provincia (di Modena);<br />
– Comunità Montane;<br />
– Comuni interessati;<br />
– Società d’area;<br />
– Associazioni/Club/Società nella cui mission vi sia il recu<strong>per</strong>o e <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> dei sistemi culturali delle<br />
comunità presenti sul territorio;<br />
– Artigiani e produttori tipici <strong>lo</strong>cali;<br />
– Enti pubblici e associativi del territorio (provinciale e comunale).<br />
18
Descrittore 4 “Promuove <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sociale e economico delle popolazioni interessate, centrando<br />
su attività sostenibili e culturali”<br />
In coerenza con il fi<strong>lo</strong>ne “culturale” e territoriale di riferimento, il parco va<strong>lo</strong>rizza e promuove in<br />
modo integrato e sistemico eventi e prodotti turistici già esistenti nell’area (almeno uno a Comune:<br />
l’individua-zione di temi, eventi, prodotti turistici esistenti e da attivare, avviene attraverso una<br />
condivisione con gli amministratori <strong>lo</strong>cali ed altri attori del territorio appenninico).<br />
In coerenza con il fi<strong>lo</strong>ne “culturale” e territoriale di riferimento, il parco organizza alcune nuove<br />
attività di richiamo turistico <strong>per</strong> l’intera area di riferimento (almeno due nel triennio).<br />
Il parco intende creare opportunità professionali e lavorative agli o<strong>per</strong>atori e alle giovani generazioni<br />
<strong>lo</strong>cali (almeno l’ottenimento di finanziamenti pubblici <strong>per</strong> gli o<strong>per</strong>atori e 4 giovani disoccupati, impiegati<br />
specificatamente al coordinamento e <strong>sviluppo</strong> delle attività del parco).<br />
Ciò esige la valutazione pluriennale delle<br />
d) ricadute economiche sull’area;<br />
e) ricadute sociali sull’area;<br />
f) rapporto sulle ricadute ed attività sostenibili e culturali.<br />
Prodotti:<br />
In alternativa, almeno due dei seguenti:<br />
– Cartel<strong>lo</strong>ne (con respiro almeno stagionale) unitario delle iniziative del parco;<br />
– Rassegna musicale/artistica;<br />
– Centro di supporto <strong>per</strong> la certificazione ambientale;<br />
– Spazio culturale (es. teatri, cinema, biblioteche, strutture co<strong>per</strong>te atte ad ospitare mostre o eventi, etc.);<br />
– Impresa privata, <strong>per</strong> l’accoglienza dei visitatori e turisti, caratterizzata da temi ambientali o culturali<br />
coerenti con il fi<strong>lo</strong>ne di riferimento;<br />
– Struttura ricettiva coerente con il fi<strong>lo</strong>ne di riferimento;<br />
– Struttura <strong>per</strong> l’informazione e la promozione delle iniziative del parco;<br />
– Report di valutazione delle ricadute socio-economiche del parco sull’area di riferimento 9 ;<br />
– Percorso di <strong>sviluppo</strong> professionale e delle competenze delle figure tradizionali, tipiche o strategiche <strong>per</strong><br />
<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> socio-economico e sostenibile di area;<br />
– Progetto esecutivo di restauro/recu<strong>per</strong>o <strong>per</strong> le strutture architettoniche di va<strong>lo</strong>re culturale <strong>per</strong> il<br />
territorio e <strong>per</strong> i beni culturali mobili ed immobili dell’area (cfr. descrittore 2);<br />
– Locale della tradizione eno-gastronomica territoriale (cfr. descrittore 3).<br />
Eventi:<br />
Almeno uno all’anno:<br />
– Forum di arte/cultura;<br />
– Rappresentazione e manifestazione culturale a<strong>per</strong>ta e all’a<strong>per</strong>to (es. teatro in piazza);<br />
– Fiera/Festival dei va<strong>lo</strong>ri culturali di riferimento;<br />
– Fiera della sostenibilità (o delle energie alternative) <strong>per</strong> aziende e privati (cfr. descrittore 2);<br />
– Fiera sull’enogastronomia <strong>lo</strong>cale (cfr. descrittore 3);<br />
9 Alcune indicazioni utili <strong>per</strong> la realizzazione del monitoraggio di valutazione/miglioramento delle iniziative del parco<br />
possono derivare dal documento realizzato dal World Tourism Organization (WTO) in coo<strong>per</strong>azione con il World Travel and<br />
Tourism Council (WITC) <strong>per</strong> formalizzare le azioni conformi ad una strategia di Agenda 21 nel settore turismo.<br />
Le autorità pubbliche, in particolare, hanno nove aree prioritarie: 1) stabilire la capacità del sistema normativo, economico e<br />
vo<strong>lo</strong>ntario esistente relativo al<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> del turismo; 2) stabilire le implicazioni economiche, sociali, culturali e ambientali delle<br />
attività esistenti; 3) effettuare azioni di training, formazione, educazione e sensibilizzazione; 4) pianificare <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong><br />
sostenibile; 5) facilitare <strong>lo</strong> scambio di informazioni, es<strong>per</strong>ienze e tecno<strong>lo</strong>gia relativa al<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sostenibile tra paesi sviluppati<br />
e in via di <strong>sviluppo</strong>; 6) facilitare la partecipazione di tutta la società; 7) definire nuovi prodotti turistici su principi di sostenibilità;<br />
8) misurare i progressi raggiunti; 9) creare partnership <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sostenibile.<br />
Per gli imprenditori l’obiettivo principale è la definizione di procedure e sistemi che incorporino <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sostenibile nelle<br />
<strong>lo</strong>ro attività. Le dieci aree prioritarie sono: 1) minimizzazione dei rifiuti, riuso e ricic<strong>lo</strong>; 2) efficienza energetica, conservazione e<br />
gestione; 3) gestione delle acque potabili; 4) gestione delle acque di scarico; 5) gestione di sostanze <strong>per</strong>ico<strong>lo</strong>se; 6) trasporti; 7)<br />
pianificazione territoriale e gestione; 8) coinvolgimento di staff, clienti e comunità nel<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sostenibile; 9) progettazione<br />
sostenibile; 10) partnership <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sostenibile.<br />
19
– Fiera sulle produzioni tipiche <strong>lo</strong>cali (cfr. descrittore 3);<br />
– Forum annuale di produzione artistica (con tecniche/materiali <strong>lo</strong>cali) (cfr. descrittore 3).<br />
Attori:<br />
Almeno dieci diversi attori pubblici e privati appartenenti al territorio del parco, formalmente<br />
impegnati nel progetto, tra i seguenti:<br />
– Provincia (di Modena);<br />
– Comunità Montane;<br />
– Comuni interessati;<br />
– Consorzio (con mission ambientale) aziende “bianche” (fra cui anche imprese ricettive);<br />
– Società/Associazione di gestione e programmazione integrata delle iniziative;<br />
– Enti pubblici del territorio (provinciale e comunale);<br />
– Associazioni culturali legate alle iniziative proposte;<br />
– Camera di Commercio;<br />
– Esercenti, aziende, associazioni (datoriali e sindacali) in particolare dei seguenti comparti produttivi ed<br />
ambiti professionali: ristorativo; turistico; alberghiero e ricettivo; ambientale e culturale; agrico<strong>lo</strong> ed<br />
agroalimentare; artigianale.<br />
20
Descrittore 5: “Sviluppa la ricerca scientifica e sociale effettuata in modo continuo e<br />
interdisciplinare, la didattica e l'informazione ambientale e culturale”<br />
“Sviluppa la ricerca scientifica e sociale effettuata in modo continuo e interdisciplinare”<br />
Nel triennio almeno due ricerche (indagini conoscitive o s<strong>per</strong>imentazioni di innovazioni) di cui rimane<br />
traccia fisica ed o<strong>per</strong>ativa (in termini di diretto utilizzo), in coerenza con il fi<strong>lo</strong>ne “culturale” e territoriale<br />
di riferimento ed in particolare su:<br />
g) tutela, conservazione, va<strong>lo</strong>rizzazione e miglioramento patrimonio naturale ed ambientale;<br />
h) tutela, conservazione, va<strong>lo</strong>rizzazione patrimonio storico, artistico ed architettonico;<br />
i) tutela, conservazione, va<strong>lo</strong>rizzazione patrimonio culturale;<br />
j) ricadute socio-economiche, professionali, <strong>formative</strong> del parco sull’area;<br />
k) scambio e confronto con buone <strong>prassi</strong> nazionali ed estere;<br />
l) progettazioni coerenti con <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> del parco di cultura.<br />
“Interdisciplinarietà” rispetto alle competenze di chi ci lavora, all’integrazione intersettoriale (specie<br />
ambiente, turismo, cultura, enogastronomia), alla complessità dei progetti, ai soggetti destinatari e fruitori<br />
dell’indagine.<br />
“Sviluppa […] la didattica e l’informazione ambientale e culturale”<br />
Nel triennio almeno la proposta di due <strong>per</strong>corsi formativi coerenti con l’idea e <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> di parco<br />
(anche attraverso es<strong>per</strong>ienze di learning on the job) <strong>per</strong> giovani (specie disoccupati) ed o<strong>per</strong>atori, al fine<br />
di un inserimento occupazionale o una qualificazione professionale.<br />
Nel triennio almeno la proposta e s<strong>per</strong>imentazione di due pacchetti didattici <strong>per</strong> le scuole e di una<br />
campagna di informazione ambientale e culturale, anche va<strong>lo</strong>rizzando documenti e progetti già esistenti.<br />
Prodotti:<br />
In alternativa, almeno due dei seguenti:<br />
– Centro di ricerca ambientale/naturalistica;<br />
– Centro di studio <strong>per</strong> l’approfondimento, la conservazione e la didattica della produzione culturale<br />
specifica del territorio;<br />
– Struttura <strong>per</strong> l’informazione e la didattica ambientale e culturale specifica del territorio del parco;<br />
– Ricerca conoscitiva e di innovazione;<br />
– Proposta formativa (anche in ambito di contesti non-formali di apprendimento);<br />
– Materiali e pacchetti didattici;<br />
– Progetto esecutivo di restauro/recu<strong>per</strong>o <strong>per</strong> le strutture architettoniche di va<strong>lo</strong>re culturale <strong>per</strong> il<br />
territorio ed i beni culturali mobili ed immobili dell’area (cfr. descrittore 2);<br />
– Percorso di <strong>sviluppo</strong> professionale e delle competenze delle figure tradizionali, tipiche o strategiche <strong>per</strong><br />
<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> socio-economico e sostenibile di area (cfr. descrittore 4).<br />
Eventi:<br />
Almeno uno all’anno:<br />
– Incontro didattico e informativo (in riferimento a temi di sostenibilità e di cultura legati al parco) <strong>per</strong><br />
scuole e/o giovani.<br />
Attori:<br />
Almeno dieci diversi attori pubblici e privati appartenenti al territorio del parco, formalmente<br />
impegnati nel progetto, tra i seguenti:<br />
– Provincia (di Modena);<br />
– Comunità Montane;<br />
– Comuni interessati;<br />
– Imprese “bianche”;<br />
– Istituti di ricerca scientifica;<br />
– Enti di formazione;<br />
– Scuole;<br />
– Università.<br />
21
Descrittore 6: “Permette la fruizione turistica, le attività ricreative e del tempo libero, nei limiti<br />
di carico sostenibili dagli ecosistemi, va<strong>lo</strong>rizzando espressamente gli aspetti di contatto con la<br />
natura e con le culture <strong>lo</strong>cali”<br />
Nel triennio il parco favorisce l’attivazione, <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> e la diversificazione delle attività ricreative e<br />
delle offerte di fruizione del tempo libero, ogni volta che queste iniziative, promosse da enti pubblici e/o<br />
da o<strong>per</strong>atori turistici e culturali privati, siano sostenibili, nonché concernenti e coerenti con il fi<strong>lo</strong>ne<br />
“culturale” e territoriale di riferimento. Il sostegno del parco viene invece formalmente escluso e viene<br />
pubblicamente dichiarata l’opinione negativa relativa alle attività che significativamente e negativamente<br />
impattano sull’ecosistema e, di conseguenza, sulle finalità costitutive del parco.<br />
Tra le iniziative da <strong>per</strong>seguire possono essere sottolineate quelle connesse al turismo sostenibile, al<br />
turismo scolastico, piuttosto che educativo in generale, i progetti di ristrutturazione e ridefinizione d’uso<br />
di spazi immobiliari se condotti coerentemente alla presente finalità, le es<strong>per</strong>ienze di certificazione<br />
ambientale da parte di o<strong>per</strong>atori turistici, l’offerta di pacchetti turistici “responsabili” o di<br />
approfondimento della conoscenza delle tradizioni <strong>lo</strong>cali; ideazione di progetti destinati a migliorare<br />
l’impatto visivo di eventuali siti industriali (barriere di vegetazione) o a realizzare adeguate co<strong>per</strong>ture <strong>per</strong><br />
aree e punti di raccolta dei rifiuti urbani; etc.<br />
Prodotti:<br />
In alternativa, almeno tre dei seguenti:<br />
– Pubblicazione <strong>per</strong>iodica con approfondimenti su temi culturali e/o ambientali legati alle attività del<br />
parco;<br />
– Area giochi interna alle zone naturalistiche del parco;<br />
– Mostra <strong>per</strong>manente di prodotti artistici/culturali/storici nelle zone naturalistiche del parco;<br />
– Centro visitatori;<br />
– Area <strong>per</strong> rappresentazioni artistiche interne alle zone naturalistiche del parco;<br />
– Biglietto <strong>per</strong> la fruizione “integrata” di più prodotti/eventi del parco;<br />
– Visita guidata ai borghi e alle bellezze storiche, artistiche ed architettoniche del parco;<br />
– Visita con guide nelle zone naturalistiche del parco;<br />
– Fiera della sostenibilità (o delle energie alternative) <strong>per</strong> aziende e privati (cfr. descrittore 2);<br />
– Itinerario tematico (culturale ed ambientale) (cfr. descrittore 2);<br />
– Locale della tradizione eno-gastronomica territoriale (cfr. descrittore 3);<br />
– Impresa privata, <strong>per</strong> l’accoglienza dei visitatori e turisti, caratterizzata da temi ambientali o culturali<br />
coerenti con il fi<strong>lo</strong>ne di riferimento (cfr. descrittore 4);<br />
– Struttura ricettiva coerente con il fi<strong>lo</strong>ne di riferimento (cfr. descrittore 4);<br />
– Report di valutazione delle ricadute socio-economiche ed ambientali del parco sull’area di riferimento<br />
(cfr. descrittore 4).<br />
Eventi:<br />
– Sagra tematica su (in alternativa o in integrazione) usi, costumi, credenze, mestieri, prodotti artistici e<br />
linguistici, miti, leggende, feste, prodotti alimentari e tradizione eno-gastronomica (descrittore 3);<br />
– Rievocazione storica (descrittore 3) e rivisitazione storica;<br />
– Fiera sull’enogastronomia <strong>lo</strong>cale (descrittore 3);<br />
– Fiera sulle produzioni tipiche <strong>lo</strong>cali (descrittore 3);<br />
– Bottega artigiana di “antichi mestieri” a<strong>per</strong>ta al pubblico (descrittore 3);<br />
– Animazioni, giochi della tradizione (descrittore 3) e giochi di ruo<strong>lo</strong>;<br />
– Forum/Festival dei va<strong>lo</strong>ri culturali di riferimento (descrittore 4).<br />
Attori:<br />
Almeno dieci diversi attori pubblici e privati appartenenti al territorio del parco, formalmente<br />
impegnati nel progetto, tra i seguenti:<br />
– Provincia (di Modena);<br />
– Comunità Montane;<br />
– Comuni interessati;<br />
22
– Consorzio (con mission ambientale) aziende “bianche” (fra cui anche imprese ricettive);<br />
– Associazioni culturali legate alle iniziative proposte;<br />
– Esercenti, aziende, associazioni (datoriali e sindacali) in particolare dei seguenti comparti produttivi ed<br />
ambiti professionali: ristorativo; turistico; alberghiero e ricettivo; ambientale e culturale; agrico<strong>lo</strong> ed<br />
agroalimentare; artigianale.<br />
1.3. Verso la progettazione dei “parchi culturali” nell’Appennino modenese<br />
Il lungo <strong>per</strong>corso teorico, definitorio e di studio di casi presentato nelle pagine precedenti non fornisce<br />
giudizi di va<strong>lo</strong>re, ma <strong>per</strong>segue obiettivi euristici. La categoria idonea con cui rivisitare quanto in<br />
precedenza proposto non è quindi quella di “misurabilità” o “validità”, quanto piuttosto quel<strong>lo</strong> di “utilità”.<br />
La finalità, infatti, non è quella di valutare le es<strong>per</strong>ienze di questo o quel parco o ecomuseo, né<br />
tantomeno di esplicitarne, come metro di giudizio, il grado di afferenza alla definizione offerta di “parco<br />
culturale”. Lo sforzo si è invece centrato sull’esplicitare che cosa è un “parco di cultura” e come si fa a<br />
verificare se i requisiti semantici e concettuali offerti in sede definitoria trovano riscontro nella pratica.<br />
Questa o<strong>per</strong>azione di analisi e raffronto è stata necessariamente fatta su singoli casi concreti,<br />
es<strong>per</strong>ienze costitutivamente e progettualmente “altre” dal “parco di cultura”. Ovviamente un parco<br />
naturale, un parco tematico, o un parco letterario non vuole e non deve essere un “parco culturale”, ma<br />
qualcosa d’altro definito dal punto di vista territoriale costitutivo, organizzativo e della finalità <strong>per</strong>seguite.<br />
L’obiettivo di fondo è quindi stato quel<strong>lo</strong> di s<strong>per</strong>imentare uno strumento <strong>per</strong> capire che cosa è un<br />
“parco di cultura” e <strong>per</strong> leggere la realtà con le lenti di quel model<strong>lo</strong> di riferimento.<br />
Nel corso della trattazione, crediamo <strong>per</strong>ò di avere dimostrato due importanti corollari:<br />
– non sempre uguali etichette verbali sottendono forme semantiche che corrispondono alle stesse realtà<br />
concrete; ma talvolta addirittura avviene purtroppo la tesi inversa: ad identificativi concettuali diversi<br />
corrispondono casi comparabili o non discriminabili sufficientemente tra <strong>lo</strong>ro. So<strong>lo</strong> a tito<strong>lo</strong><br />
esemplificativo, quanto appena affermato potrebbe essere facilmente applicato a molti casi che si<br />
definiscono “parchi storici” e che hanno elementi di forte differenziazione rispetto alle ragioni ed<br />
obiettivi costitutivi (questo vale anche <strong>per</strong> i parchi “letterari”, o “tematici”, o <strong>per</strong> gli “ecomusei”, etc.);<br />
d’altra parte è a volte complesso apprezzare differenze definite tra una categoria di parco e l’altra (tanto<br />
che spesso diversi aggettivi connotativi si congiungono tra <strong>lo</strong>ro). In sintesi, l’ambiguità semantica in<br />
materia è molto elevata e questo ha, tra l’altro, ricadute concrete ad esempio sulla riconoscibilità<br />
esterna di una es<strong>per</strong>ienza, sulla gestione organizzativa, sulla comunicazione e sulla fruizione da parte<br />
dei clienti;<br />
– il <strong>per</strong>corso proposto ha dunque inteso fissare alcuni indicatori concettuali di un “parco culturale”,<br />
prioritariamente <strong>per</strong> ragioni definitorie e di comprensione. Ancora una volta, è opportuno sottolineare<br />
con umiltà che <strong>lo</strong> stesso itinerario evidenziato non risulta del tutto univoco, definitivo, né scevro da<br />
<strong>per</strong>manenti problematiche. Tuttavia <strong>lo</strong> sforzo connesso alla definizione concettuale e soprattutto<br />
o<strong>per</strong>ativa (cfr. anche ante) del “parco di cultura” ha ottenuto come esito un model<strong>lo</strong> di progettazione<br />
basabile su requisiti più specifici e (appunto dopo le definizioni o<strong>per</strong>ative degli stessi) su standard<br />
minimi di afferenza semantica al<strong>lo</strong> stesso concetto di “parco culturale”.<br />
In questo senso e continuando questo <strong>per</strong>corso, è dunque possibile passare alla ideazione e<br />
progettazione dei “parchi di cultura” nell’Appennino modenese.<br />
23
Capito<strong>lo</strong> 2. Cinque idee di parco culturale <strong>per</strong> l’appennino modenese. Il Parco<br />
del Medioevo e il Parco dei Luoghi dell’Anima<br />
2.1 Le cinque idee<br />
Le 5 idee di parco culturale che verranno esaminate in questo capito<strong>lo</strong> sono frutto di una ricerca composta<br />
da 2 fasi: nella prima è stata condotta un’analisi documentale e comparata della letteratura e del materiale<br />
informativo e promozionale sui parchi (tematici, storici, archeo<strong>lo</strong>gici, letterari, naturali, culturali, etc.) ed<br />
i paesaggi culturali, relativi alla regione Emilia-Romagna, all’Italia ed all’estero. Nella seconda fase, si<br />
sono tenute interviste semi-strutturate con gli ideatori ed i gestori di alcuni casi significativi ed è stata<br />
condotta l’osservazione diretta di progetti realizzati.<br />
Ciò ha <strong>per</strong>messo di individuare alcuni fattori dichiarati di successo e di criticità, nonché di individuare<br />
quali fossero le variabili discriminanti, da un lato, e quali fossero i principali sistemi di offerta turistica e<br />
gli specifici eventi e prodotti turistici delle realtà prese in esame, oltre ai soggetti protagonisti e ad alcune<br />
indicazioni sulle modalità organizzative dei parchi.<br />
L’organizzazione di questi elementi ed il continuo rapporto tra studio delle fonti, elaborazione teorica<br />
e verifica della pratica, ha <strong>per</strong>messo di definire inoltre un model<strong>lo</strong> di lettura, classificazione ed<br />
organizzazione delle varie tipo<strong>lo</strong>gie di parchi, ma anche – specialmente tramite <strong>lo</strong> studio sul campo – di<br />
validare la tipo<strong>lo</strong>gia “culturale”, nelle sue caratteristiche e nelle sue componenti, definite nel cap. 1.<br />
Contestualmente, l’analisi dei suddetti fattori ha <strong>per</strong>messo di approntare un model<strong>lo</strong> di progettazione di<br />
un “parco culturale”, applicato ad un contesto definito e reale e basato su indicatori e requisiti minimi<br />
comuni ed indipendenti da quel<strong>lo</strong> che è stato più volte definito il fi<strong>lo</strong>ne “culturale” e territoriale di<br />
riferimento.<br />
Per completare la composizione del model<strong>lo</strong> di progettazione di un “parco culturale” mancano tuttavia<br />
alcuni elementi. In primo luogo proprio la specificazione dell’area territoriale di riferimento e del fi<strong>lo</strong><br />
“conduttore” culturale scelto <strong>per</strong> dare senso al progetto, <strong>per</strong> analizzare e rilevare identità, va<strong>lo</strong>ri, storie,<br />
tradizioni e passioni dell’area, nonché <strong>per</strong> mappare ed organizzare l’offerta turistica.<br />
L’area spaziale di riferimento è, come già anticipato, l’intero territorio dell’Appennino, comprendente<br />
tre Comunità Montane (Appennino Modena Est, Appennino Modena Ovest e Frignano) e i 18 comuni<br />
dell’Appennino Modenese (Fanano; Fiumalbo; Frassinoro; Guiglia; Lama Mocogno; Marano sul Panaro;<br />
Montecreto; Montefiorino; Montese; Palagano; Pavul<strong>lo</strong> nel Frignano; Pievepelago; Polinago; Prignano<br />
sulla Secchia; Riolunato; Serramazzoni; Sestola; Zocca).<br />
Per quanto riguarda il fulcro culturale “tematico 10 ” di raccordo, nel presente capito<strong>lo</strong>, sulla base di un<br />
articolato censimento di occasioni turistiche esistenti e di potenzialità del territorio, oltre che attraverso il<br />
profondo ed ampio confronto con i rappresentanti istituzionali, gli o<strong>per</strong>atori, i giovani 11 e la popolazione<br />
10 Si è volutamente scelto questo termine in quanto mutuato dall’es<strong>per</strong>ienza, estremamente significativa quanto a<br />
coordinamento, integrazione e promozione, dei parchi “tematici”. Si vedano comunque le differenze semantiche ed o<strong>per</strong>ative tra<br />
questa tipo<strong>lo</strong>gia di parchi ed i “parchi di cultura” in oggetto.<br />
11 In particolare, nel corso delle attività di ricerca sul campo, si sono organizzati momenti strutturati di confronto con gli<br />
studenti delle classi 3° e 5° dell’Istituto professionale <strong>per</strong> l’agricoltura e l’ambiente “Spallanzani”, Sede di Monteombraro di<br />
Zocca e con gli studenti delle classi 4° e 5° dell’Istituto statale d’istruzione tecnica e professionale <strong>per</strong> il commercio “G.A.<br />
Cavazzi” di Pavul<strong>lo</strong> nel Frignano, cfr. anche Appendice Metodo<strong>lo</strong>gica.<br />
Le attività hanno previsto un momento di presentazione dell’idea progettuale e del<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> della ricerca, propedeutico a<br />
lavori di gruppo, finalizzati alla promozione di una riflessione a 360°, da parte degli studenti, rispetto ad alcuni fattori<br />
componenti un “parco di cultura”: quali sono le ragioni <strong>per</strong> cui costituire un “parco di cultura”; quali sono gli eventi, le<br />
manifestazioni, le proposte già esistenti e caratteristiche del territorio; chi coinvolgere nella costruzione e conduzione del Parco;<br />
l’indicazione di una o più nuove iniziative, volte a qualificare l’offerta complessiva del Parco di Cultura.<br />
Per ogni classe, il lavoro di gruppo prevedeva l’individuazione da parte degli studenti di un tema portante, rispetto al quale<br />
definire i fattori del Parco di Cultura.<br />
I lavori si sono concentrati su alcuni fi<strong>lo</strong>ni proposti dagli stessi studenti (Parco del<strong>lo</strong> sport, Parco della Gastronomia montana,<br />
Parco delle Leggende) e sui temi del Medioevo, dei Luoghi dell’Anima, della Sostenibilità, delle Arti. I contributi degli studenti<br />
hanno rappresentato, in alcuni casi, preziose suggestioni, in termini di innovazione (ad esempio, indicando quale tema portante<br />
quel<strong>lo</strong> delle leggende) o di rilettura con un ango<strong>lo</strong> prospettico specifico alcuni elementi dell’ampio patrimonio culturale<br />
appenninico (ad esempio, prevedendo iniziative notturne nei boschi, <strong>per</strong> rafforzare la sensazione d’immersione dei turisti<br />
nell’ambiente e tramite questo proporre una riappropriazione dei sensi; proponendo banchetti “vegetariani”, accompagnati da<br />
temi sui quali riflettere, contestualmente alla consumazione del pasto; la costruzione di impianti in cui praticare bungee jumping e<br />
24
<strong>lo</strong>cale, si presentano cinque diverse idee di “parco culturale” (tra le infinite possibili) attinenti i seguenti<br />
assunti e contenuti: “la sostenibilità”, “gli antichi mestieri, le antiche tradizioni, gli antichi sapori<br />
montanari”, “il Medioevo” (giochi e leggende medioevali), “la spiritualità ed i luoghi dell’anima”; “le<br />
arti”.<br />
Più pragmaticamente, affinché l’idea di parco risulti, già nella fase definitoria, giustificata e<br />
significativa, si deve caratterizzare come strumento generatore e catalizzatore di nuove iniziative<br />
imprenditoriali <strong>lo</strong>cali, e quindi proporsi come coordinatore e “model<strong>lo</strong> di <strong>sviluppo</strong> territoriale” endogeno<br />
e sostenibile. A tal scopo, le es<strong>per</strong>ienze descritte devono essere in grado di va<strong>lo</strong>rizzare un territorio nel<br />
rispetto delle sue peculiarità, e veicolar<strong>lo</strong> nel mercato del turismo come prodotto originale. Per questi<br />
obiettivi e <strong>per</strong> le specifiche finalità che identificano un “parco culturale”, la proposta deve dotarsi di un<br />
progetto d’impresa e di una visione strategica caratterizzata da una proposta originale.<br />
Il “parco di cultura” deve fondarsi:<br />
– sull’individuazione e la chiara descrizione dell’idea di riferimento;<br />
– sull’individuazione <strong>lo</strong>gica e conforme all’idea dell’offerta “parco”, presentata in un cata<strong>lo</strong>go o<br />
attraverso altri strumenti di pubblicizzazione e promozione, che indichi l’effettiva esistenza e fruibilità<br />
turistica di più strutture coerenti (es. di una <strong>lo</strong>canda del parco, una taverna, uno o più Centri Visita e<br />
delle porte del parco, di un emporio del parco, etc.), di quali e dove siano gli itinerari, i circuiti, i<br />
sentieri del parco, ma anche di un cartel<strong>lo</strong>ne degli eventi (cfr. anche par. 1.1.). In altri termini, il<br />
progetto d’impresa deve riuscire a fissare quali siano le attività <strong>per</strong>manenti e quelle speciali, i servizi<br />
ospitali e quelli turistici, la vocazione territoriale, l’accessibilità, il processo di produzione, le risorse<br />
umane coinvolte e la qualità dei servizi offerti – ad esempio prevedendo un disciplinare che gli<br />
o<strong>per</strong>atori partecipanti all’iniziativa si impegnano a rispettare – che il parco punta a rendere fruibili da<br />
parte del turista. È da preferirsi una offerta limitata e circostanziata ma riconoscibile, reciprocamente<br />
armonica, raccordata alle istanze <strong>lo</strong>cali ed espressa dalla tradizione e dall’identità storica e va<strong>lo</strong>riale<br />
dell’area di riferimento rispetto ad un insieme (anche ampio o di alta qualità) di prodotti ed eventi<br />
turistici disarticolati, slegati, incostanti, contraddittori o privi di un reale riscontro sulla realtà;<br />
– sulle attività di marketing e di comunicazione, dall’analisi di mercato, agli obiettivi, alla strategia di<br />
posizionamento con le conseguenti scelte o<strong>per</strong>ative del Marketing Mix (distribuzione, comunicazione<br />
interna ed esterna, risorsa Umana, sistema dei prezzi), passando <strong>per</strong> l’analisi delle peculiarità e delle<br />
caratteristiche dei concorrenti. Come anticipato, il “parco culturale” si presta inoltre a s<strong>per</strong>imentare una<br />
particolare modalità di marketing: il prodotto d’area 12 ;<br />
deltaplano; l’organizzazione di momenti in cui il turista possa partecipare alla preparazione o alla trasformazione di prodotti<br />
agricoli in cibi della tradizione; iniziative finalizzate a far conoscere piante e uccelli <strong>lo</strong>cali ai bambini, tramite iniziative ludiche e<br />
aree gioco attrezzate ad hoc), rispetto al quale sono stati chiamati a riflettere. All’interno dei prossimi paragrafi del presente<br />
capito<strong>lo</strong>, le indicazioni degli studenti sono state riprese – magari con alcune modifiche e ulteriori approfondimenti – tra le<br />
iniziative e i prodotti potenzialmente attivabili all’interno dei diversi parchi.<br />
12 Secondo Giancar<strong>lo</strong> Dall’Ara, i Prodotti d’Area (PdA) possono essere considerati una modalità di marketing che può essere<br />
avviata <strong>per</strong> diversificare le proposte presenti in un territorio e <strong>per</strong> dare maggiore visibilità e più attrattiva alle destinazioni<br />
turistiche. Tale modalità consiste nella creazione di prodotti integrati, <strong>per</strong> realizzare i quali occorre andare oltre le risorse<br />
primarie, e creare nuove reti di offerta tali da <strong>per</strong>mettere ad un territorio di raggiungere determinati obiettivi strategici restando in<br />
linea con le esigenze della domanda.<br />
Con il termine Prodotto d’Area si vuole intendere un Sistema ospitale flessibile, che si caratterizza attraverso le relazioni tra<br />
gli elementi tangibili e intangibili che <strong>lo</strong> compongono, e che ha l’obiettivo di va<strong>lo</strong>rizzare la qualità e la vocazione di un territorio,<br />
nonché di aumentare il potere di attrattività di una destinazione.<br />
Il PdA presenta la possibilità di influire sul contesto e sulla domanda attraverso forme innovative di offerta, e rappresenta una<br />
soluzione di maggior competitività, e quindi in qualche misura di “governo del mercato”, da parte del Sistema di offerta di<br />
un’area rispetto alle modalità concorrenti.<br />
Dal punto di vista metodo<strong>lo</strong>gico si può affermare che il PdA si costituisce sulla base di una stretta interazione tra più soggetti<br />
che mantengono la <strong>lo</strong>ro individualità giuridica ed economica pur avviando <strong>per</strong>corsi di marketing o di <strong>sviluppo</strong> strategico, comuni.<br />
Dal punto di vista della strategia generale dell’Appennino la creazione di PdA si configura come la condizione che <strong>per</strong>mette<br />
di esplicare un marketing turistico-territoriale di sistema, trasformando l’intera area, o una parte di essa, in “destination” (quando<br />
un sistema di offerta non è già adeguatamente noto, non può già contare su di un pubblico fedele può essere necessario ipotizzare<br />
una strategia che la trasformi in destination, cioè in <strong>lo</strong>calità in grado di generare “automaticamente” la propria domanda. Dunque<br />
destination è un luogo a certe “condizioni”. Destinazione turistica è un luogo a spiccata concentrazione/vocazione turistica dal<br />
quale i turisti si aspettano i vantaggi che costituiscono le determinanti della sua capacità di attrazione).<br />
La nascita di un PdA richiede un adeguato livel<strong>lo</strong> di coinvolgimento e di conoscenza da parte dei soggetti coinvolti, ed il<br />
maggiore incentivo <strong>per</strong> gli aderenti è dato dalla consapevolezza che un PdA può raggiungere, quanto a flussi turistici e<br />
<strong>per</strong>formance economica delle imprese <strong>lo</strong>cali, risultati di norma non ipotizzabili seguendo i meccanismi di marketing ordinari.<br />
Perché possa nascere un Prodotto d’Area è necessario che in un territorio siano presenti:<br />
- beni culturali, ambientali, infrastrutture e attrazioni turistiche;<br />
- la presenza di imprese turistiche e ospitali, di esercizi commerciali e di servizio, tali da creare connessioni tra le diverse<br />
componenti dell'offerta;<br />
- la vo<strong>lo</strong>ntà condivisa di costruire delle reti di offerta;<br />
25
– sulla previsione di un model<strong>lo</strong> organizzativo e di un piano economico finanziario.<br />
Per quanto concerne invece la proposta originale, è indispensabile premettere come il fenomeno che<br />
caratterizza di più la situazione del mercato turistico dal punto di vista dell’offerta è oggi quel<strong>lo</strong> della<br />
standardizzazione. I risultati più evidenti sono la diffusione di proposte e soluzioni di ospitalità che si<br />
assomigliano sempre di più, nonché la tendenza dei luoghi turistici a trasformarsi in non-luoghi. L’analisi<br />
delle destinazioni turistiche concorrenti mostra che ormai quasi dap<strong>per</strong>tutto si possono fare le stesse cose.<br />
Riuscire a fare di un “parco culturale” una proposta originale dunque, oltre che avviare un progetto<br />
coerente con l’idea originale, <strong>per</strong>mette anche un posizionamento migliore. Anche da questo punto di<br />
vista, quindi, <strong>lo</strong> schema di progetto, sulla base del quale sono state costruite le cinque idee di “parco di<br />
cultura” mirano a prevedere quali saranno le caratteristiche delle proposte, rispetto a componenti quali<br />
l’idea originaria, il ventaglio di eventi, prodotti e strutture coerenti all’idea e potenzialmente<br />
caratterizzanti il parco stesso, mentre la definizione della valutazione partecipata di fattibilità e piano di<br />
sostenibilità vuole fornire utili indicazioni in tema di strumenti di marketing, elementi economicofinanziari<br />
e soluzioni in termini organizzativi.<br />
2.2 Parco del Medioevo<br />
2.2.1. Area dell’ideazione<br />
Breve descrizione dell’idea e sintetiche motivazioni<br />
L’Appennino modenese, nelle sue diverse articolazioni territoriali, è portatore di moltissime fonti di<br />
memoria e di tradizioni ancora vive e sempre portatrici di significati, anche nella vita quotidiana.<br />
Monumenti, musei, eventi, feste paesane mantengono attuali sistemi di va<strong>lo</strong>ri, pratiche ed elementi<br />
dell’immaginario che affondano le <strong>lo</strong>ro radici nell’ampio <strong>per</strong>iodo medievale. Per il nostro Appennino è<br />
poi particolarmente calzante l’affermazione secondo la quale il Medioevo non rappresenterebbe affatto un<br />
susseguirsi di secoli bui: gli abitanti delle montagne modenesi assistettero in quei secoli agli scontri e alle<br />
<strong>lo</strong>tte <strong>per</strong> il potere di diversi casati nobiliari (fino all’affermazione degli Estensi), ma soprattutto<br />
costruirono regole e modalità di vita specifiche e significative, che sono state capaci di coniugarsi con i<br />
cambiamenti politici e sociali dei secoli successivi; tanto che ancora oggi i costumi e il paesaggio ne<br />
portano segni, spie che – <strong>per</strong> chi le volesse leggere – <strong>per</strong>mettono di capire in maniera più approfondita<br />
l’Appennino di oggi.<br />
La presenza di queste risorse, che in un’ottica turistica possono essere lette come offerte potenziali<br />
rappresenta una delle premesse fondamentali <strong>per</strong> tentare l’istituzione di un “prodotto d’area”.<br />
È indispensabile sottolineare fin d’ora la contiguità e la complementarietà di questa iniziativa con la<br />
costituenda es<strong>per</strong>ienza “Castelli delle Terre degli Estensi”, individuato dalla Provincia come brand che<br />
riesca a comunicare al turista l’elemento forte di attrattività del potenziale “prodotto d’area” della<br />
montagna modenese.<br />
Idea: Entra nella Storia, vieni a vivere nel Medioevo.<br />
Nella convinzione che siano numerosi i luoghi, i monumenti e le bellezze da vedere in Appennino,<br />
riteniamo che sia qualificante proporre le suddette risorse in una diversa prospettiva, coerente con<br />
l’evoluzione della domanda turistica: mettere a sistema tali risorse affinché i turisti possano vivere tali<br />
ricchezze. Ciò <strong>per</strong>metterebbe infatti di passare al turista in maniera ancor più efficace gli aspetti della<br />
storia e della cultura tipiche dell’area e che trovano origine nel <strong>per</strong>iodo medievale.<br />
L’idea di fondo è quella <strong>per</strong> cui il Parco non debba significare l’istituzione di un ente gestore né la<br />
definizione di meccanismi associativi predeterminati da meccanismi normativi. L’intenzione è infatti<br />
quella di promuovere una metodo<strong>lo</strong>gia di lavoro che si basi sull’interazione tra soggetti indipendenti che<br />
condividono <strong>per</strong>ò azioni di marketing comuni, in quanto condividono un’azione strategica omogenea:<br />
l’idea di un prodotto d’area che abbia tra i suoi “prodotti faro” il parco del Medioevo.<br />
Nel<strong>lo</strong> specifico del Parco del Medioevo, l’obiettivo di marketing è quel<strong>lo</strong> di mettere in evidenza<br />
l’originalità e la veridicità dell’idea di Parco, <strong>per</strong> poter attrarre turisti interessati a vivere un’es<strong>per</strong>ienza<br />
coinvolgente che ha come fi<strong>lo</strong> conduttore le o<strong>per</strong>e, le infrastrutture, i gusti e le tradizioni medievali.<br />
I fattori di attrattiva presenti sono costituiti da una parte dalla numerosa presenza di rocche, castelli e<br />
torri fortilizie, chiese e pievi, sostanzialmente in buone condizioni e fruibili da parte del turista; tali o<strong>per</strong>e<br />
- proposte turistiche commercializzabili.<br />
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sono le migliori testimoni delle caratteristiche della società medievale; dall’altra, dalla presenza di<br />
<strong>per</strong>corsi escursionistici tematici, che riprendono <strong>per</strong> la maggior parte le strade medievali (ad esempio, Via<br />
Bibulca, Via Romea, Sentiero Matilde).<br />
I fattori di attrattiva potenziali, su cui o<strong>per</strong>are <strong>per</strong> un <strong>lo</strong>ro potenziamento e soprattutto <strong>per</strong> una <strong>lo</strong>ro<br />
messa in rete, sono rappresentati da una parte dall’ampio spettro di competenze e di passioni che<br />
<strong>per</strong>mettono di organizzare numerose e interessanti attività di animazione; dall’altro, dalla presenza di<br />
produttori <strong>lo</strong>cali di prodotti enogastronomici tradizionali e da qualificati o<strong>per</strong>atori della ristorazione,<br />
capaci di va<strong>lo</strong>rizzarli e di proporli anche in menu interpretati in chiave medievale.<br />
L’offerta del Parco, quindi, dovrà fare tesoro di prodotti già esistenti e di natura <strong>per</strong>manente (quali gli<br />
itinerari tematici indicati sopra come elementi d’attrattività presenti in Appennino), favorire il<br />
potenziamento e la messa a sistema dei fattori d’attrattività potenziali. Parallelamente, dovrà essere mirata<br />
ad un tema più specifico, coerente con il <strong>per</strong>iodo medievale e con i prodotti già esistenti, al fine di evitare<br />
il rischio di genericità della proposta verso nuovi target turistici.<br />
Contemporaneamente, questa iniziativa deve mettere in condizione i molteplici soggetti che erogano<br />
servizi e prodotti di cui sopra, di riconoscere all’idea di Parco del Medioevo un ruo<strong>lo</strong> di portatore di<br />
va<strong>lo</strong>re aggiunto, che sia in grado <strong>per</strong>ciò di facilitare il coordinamento di una serie di attività attinenti al<br />
tema principale del Parco, ma ad oggi non completamente coordinate e quindi non configurabili come<br />
componenti l’offerta complessiva del Parco.<br />
Confini semantici<br />
La prima domanda che è utile farci è assai semplice: quale Medioevo?<br />
Se consideriamo il Medioevo dal punto di vista scolastico e convenzionale dobbiamo pensare che<br />
abbraccia più o meno un millennio dal V al XV seco<strong>lo</strong>; se invece vogliamo storicizzare questo <strong>per</strong>iodo, il<br />
Medioevo dovrebbe variamente spaziare fra l’XI e il XV seco<strong>lo</strong> circa, abbracciare cioè i <strong>per</strong>iodi<br />
«feudale», «comunale», «signorile» e via dicendo.<br />
Il Medioevo del parco, rifacendosi al <strong>per</strong>iodo storico, vuole essere il Medioevo raccontato attraverso il<br />
rapporto dell’uomo con l’ambiente, le sue risorse e quindi con l’alimentazione.<br />
Fondamentale è quindi la ricognizione di cosa di “medievale” è ancora presente tra la natura e<br />
l’ambiente; i paesaggi umani; la storia; l’arte; l’archeo<strong>lo</strong>gia; la cultura materiale; l’artigianato; il folk<strong>lo</strong>re;<br />
il cibo; i prodotti tipici e l’enogastronomia; le altre risorse dell’Appennino modenese.<br />
Rispondendo a questo quesito si potrà tracciare gli elementi su cui costruire un’offerta coerente ed in<br />
grado di comunicare l’originalità e la veridicità dell’idea di Parco.<br />
Questo approccio <strong>per</strong>mette di tessere una trama comune che lega tutte le risorse presenti in<br />
Appennino, anche se relative a <strong>per</strong>iodi diversi, all’interno della più ampia epoca che è il Medioevo. Con<br />
questa modalità si è in grado di inserire all’interno di un unico cartel<strong>lo</strong>ne di eventi anche manifestazioni<br />
che tra <strong>lo</strong>ro sono “storicamente” <strong>lo</strong>ntane diversi secoli. Rispetto a quanto proposto sul mercato, dove<br />
vengono toccati singoli eventi storici o specifici <strong>per</strong>iodi, la proposta del Parco è in grado non so<strong>lo</strong> di<br />
offrire una co<strong>per</strong>tura temporale dell’intero <strong>per</strong>iodo storico (visione orizzontale) ma di offrirne una<br />
dettagliata “es<strong>per</strong>ienza verticale” di approfondimento proponendo ai propri utenti la possibilità di<br />
“scoprirne e s<strong>per</strong>imentare” la cultura materiale di cui l’Appennino è ancora custode. I temi costituenti i<br />
prodotti del parco sono principalmente di tipo artistico, culturale, storico, mentre l’elemento naturalistico<br />
ed escursionistico, pure fondamentale, è meno preponderante e presente cioè in maniera infrastrutturale,<br />
da necessaria scenografia di una ambientazione vitale medioevale, attraverso il concatenarsi e la<br />
correlazione di tutti gli strumenti (esistenti o attivati) sopra ricordati.<br />
Il Parco proposto comprenderà un <strong>per</strong>iodo storico che, pur avendo una chiara indicazione temporale<br />
(dal V al XV seco<strong>lo</strong>), non dovrà essere intesa come delimitazione rigidamente invalicabile: ciò soprattutto<br />
<strong>per</strong> quanto attiene all’ultima parte del Medioevo, <strong>per</strong>iodo nel quale in Appennino modenese il ruo<strong>lo</strong> degli<br />
Estensi è già assestato e al<strong>lo</strong> stesso tempo rappresenta quindi un fattore di estrema continuità, al di là di<br />
quelle che sono universalmente le date di fine del Medioevo e di ingresso nella Storia Moderna.<br />
Un seconda domanda essenziale è questa: come è possibile vivere ed entrare nel Medioevo?<br />
Riteniamo essenziale fornire un po’ di chiarezza sui seguenti termini che <strong>per</strong>metteranno di apprezzare<br />
meglio l’analisi tematica rivolta all’offerta esistente ed alcune linee propositive:“living history”,<br />
“rievocazione storica”, “archeo<strong>lo</strong>gia s<strong>per</strong>imentale”, “il gioco di ruo<strong>lo</strong> del Medioevo”.<br />
La “Living History” (che in italiano si potrebbe tradurre liberamente in “Storia Viva”) è la<br />
riproposizione di spaccati, quanto più verosimili possibile, di vita quotidiana del passato – siano questi<br />
civili o militari – attraverso la presentazione di attività, di antichi mestieri, etc. In pratica il ricostruire,<br />
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vivendoci a tutti gli effetti, una determinata ambientazione storica. In questa attività va inserito il “reenactments”,<br />
che è la ricostruzione a 360° di un preciso evento (ricostruzione storica).<br />
La “Rievocazione Storica” è invece ricordo, memoria, reminiscenza, commemorazione, celebrazione.<br />
Quindi <strong>per</strong> estensione potremmo dire che <strong>per</strong> rievocazione storica si intende l’ipotesi più probabile e<br />
veritiera possibile di “ricostruzione del passato”, in modo tale che, attraverso l’intrattenimento, si faccia<br />
una reale o<strong>per</strong>a di tutela della propria memoria storica ed identità culturale. In pratica la Rievocazione<br />
Storica è tutto ciò che non viene passato <strong>per</strong> “storico”, e quindi <strong>per</strong> componente della propria cultura, ciò<br />
che è mero frutto della fantasia e/o del gusto contemporaneo.<br />
L’“archeo<strong>lo</strong>gia s<strong>per</strong>imentale” è certamente la parte più “accademica dell’intero movimento della<br />
ricostruzione storica. Si tratta dell’applica-zione pratica di tutte le teorie che si vengono a sviluppare a<br />
seguito di ritrovamenti archeo<strong>lo</strong>gici o dalla disamina di documenti antichi. In pratica, laddove non esiste<br />
un re<strong>per</strong>to da ricostruire fedelmente (Ricostruzione Storica), interviene l’archeo<strong>lo</strong>gia s<strong>per</strong>imentale che,<br />
partendo dal<strong>lo</strong> studio di immagini, iconografie, bibliografie, realizza seguendo un metodo deduttivo ed<br />
empirico un determinato elmo, un’arma o un attrezzo qualsiasi. È sull’es<strong>per</strong>ienza diretta e <strong>per</strong>sonale che<br />
si basa quindi l’archeo<strong>lo</strong>gia s<strong>per</strong>imentale.<br />
Infine, <strong>per</strong> meglio capire cosa si intende <strong>per</strong> “gioco di ruo<strong>lo</strong> del medioevo” è, in primo luogo, utile<br />
dare alcune definizioni generali. Con il termine giochi di ruo<strong>lo</strong> (abbreviato usualmente in GDR o, nella<br />
termino<strong>lo</strong>gia comunemente usata a livel<strong>lo</strong> internazionale RPG, ovvero role playing game) si intende<br />
rappresentare tutta quella serie di tipo<strong>lo</strong>gie di intrattenimento ludico alla cui base vi sono un master con<br />
funzioni di regia e di narratore e giocatori che vestono i panni di uno o più <strong>per</strong>sonaggi, generalmente<br />
ascrivibili a stereotipi (nel caso specifico del Parco del Medioevo si tratta di modelli fantasy e/o storici: il<br />
guerriero, il mago, il ladro, l’esp<strong>lo</strong>ratore, etc. come anche contadini, vassalli e <strong>per</strong>sonaggi reali del<br />
Medioevo stesso) discostandosene poi nel<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> individuale del proprio <strong>per</strong>sonaggio, le cui<br />
caratteristiche fisiche, psico<strong>lo</strong>giche e “speciali” (si intendano ovvero quelle legate al mondo in cui tali<br />
<strong>per</strong>sonaggi prendono forma; a tito<strong>lo</strong> di esempio <strong>per</strong> un’ambientazione fantasy possono essere quelle<br />
riconducibili all’uso della magia, mentre <strong>per</strong> un’ambientazione horror o fantascientifica possono essere<br />
riconducibili a speciali abilità intrinseche come la telepatia, preveggenza etc.) saranno legate e definite<br />
dal concorso di vari fattori tra cui i vincoli imposti dall’ambientazione e dal set di regole utilizzato, dalla<br />
fantasia dei giocatori e del master, come anche dalle azioni che i giocatori stessi compiranno nel corso<br />
dell’avventura. I giocatori quindi non reciteranno un copione già scritto, ma “improvviseranno” su un<br />
canovaccio costituito dall’ambientazione generale (la descrizione geografica, politica, sociale<br />
dell’universo di gioco), dal background <strong>per</strong>sonale (i trascorsi e la psico<strong>lo</strong>gia del <strong>per</strong>sonaggio) e dalle linee<br />
generali di eventi definite dal master, interagendo con gli altri <strong>per</strong>sonaggi giocanti e con le comparse<br />
(NPC, ovvero non-player character) manovrate dai Narratori e dal Regista (master). Sarà compito di<br />
quest’ultimo, sulla base delle linee generali che definiscono gli eventi che coinvolgono i <strong>per</strong>sonaggi, dare<br />
coerenza e struttura all’avventura che, proprio a mezzo dei giocatori, verrà a prendere forma.<br />
Le modalità <strong>per</strong> poter “giocare di ruo<strong>lo</strong>” sono diverse e dipendono dal set di regole utilizzato e dal<br />
livel<strong>lo</strong> di “interattività scenografica” che si desidera mettere in campo. Si potranno avere infatti<br />
affascinanti avventure nei più disparati mondi e ambientazioni non muovendosi da un tavo<strong>lo</strong> ed<br />
utilizzando semplicemente qualche dado, carta e penna; come anche si potranno vivere complesse storie<br />
vestendo fisicamente i panni del <strong>per</strong>sonaggio che si interpreta. Questi ultimi, chiamati “giochi di ruo<strong>lo</strong><br />
dal vivo” (LARP, ovvero live action role-playing game), vedono i partecipanti entrare fisicamente nella<br />
parte che desiderano interpretare vestendo i panni del <strong>lo</strong>ro <strong>per</strong>sonaggio, muovendosi in luoghi reali che<br />
evocano l’ambientazione dell’avventura e utilizzando armi <strong>per</strong> simulare i combattimenti. Tali armi sono<br />
realizzate con estrema cura <strong>per</strong> risultare inoffensive ed avere al contempo un aspetto realistico. Oltre a<br />
favorire l’aggregazione, la socializzazione e la responsabilizzazione giovanile, il gioco di ruo<strong>lo</strong> dal vivo<br />
stimola la creatività dei partecipanti nei campi della letteratura, delle arti figurative e dell’artigianato.<br />
I “giochi di ruo<strong>lo</strong> del Medioevo” desiderano abbracciare da una parte la componente “carta e penna”<br />
dei GDR, dall’altra, in maggior modo, la componente live propria dei “giochi di ruo<strong>lo</strong> dal vivo” (LARP)<br />
ad ambientazione fantasy e storico-medievale, fornendo ad entrambe la possibilità di interagire e “vivere<br />
le proprie avventure” in luoghi fisici e particolarmente suggestivi dell’Appennino modenese.<br />
Confini territoriali<br />
Con il termine Parco, come più volte affermato, non si deve intendere in questa sede quanto previsto<br />
dagli strumenti normativi attuali (Legge Nazionale 394/1991 e Legge Regionale 11/1988), né quanto<br />
nella pratica l’es<strong>per</strong>ienza nazionale ed internazionale ci evidenzia. Si è detto che il concetto di “parco”<br />
intende richiamare un luogo, un sistema a<strong>per</strong>to – più o meno organizzato – ma soprattutto fruibile al<br />
pubblico <strong>per</strong> varie finalità, tra cui quelle ricreative e turistiche. Un “posto” ampio ed accessibile di cui è<br />
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possibile e significativo godere, individualmente e collettivamente.<br />
Conseguentemente l’individuazione territoriale di riferimento piuttosto flessibile, tanto da suggerire la<br />
possibilità di promuovere l’iniziativa sull’intero arco dell’Appennino Modenese. In particolare, saranno i<br />
prodotti presenti e le attrattività presenti e potenziali a definire l’ampiezza territoriale del Parco.<br />
Target dei destinatari<br />
Sempre più ampia è la fascia dei turisti che cercano prodotti turistici che lascino in <strong>lo</strong>ro sensazioni di<br />
autenticità e di es<strong>per</strong>ienza.<br />
Il target principale di destinatari, quindi, sarà rappresentato dai turisti che sono interessati a conoscere,<br />
provando cosa significhi davvero trovarsi in un determinato luogo, ricercando atmosfere autentiche,<br />
prodotti tipici e unici, prendendo pieno possesso del significato nascosto nelle pietre dei monumenti, e<br />
godendo inoltre delle bellezze artistiche e naturali dell’Appennino.<br />
Un ulteriore target specifico è quel<strong>lo</strong> degli studenti, soprattutto <strong>per</strong> la possibilità di vivere nel<br />
Medioevo <strong>per</strong> alcuni giorni, s<strong>per</strong>imentandone e vivendone la storia e la cultura.<br />
Un Parco del Medioevo può risultare luogo fisico attraente <strong>per</strong> alcune nicchie (es: giochi di ruo<strong>lo</strong>, club<br />
genea<strong>lo</strong>gici, club enogastronomici), cfr. infra.<br />
2.2.2. Area del contesto<br />
Va<strong>lo</strong>ri di riferimento<br />
• Tradizione. Gli eventi presentati infra, in tab. 2.6., rendono conto del <strong>per</strong>ché si inserisca il va<strong>lo</strong>re<br />
della tradizione tra quelli di riferimento: festeggiamenti, ricorrenze, celebrazioni sono fattori vitali,<br />
poiché ribadiscono e reiterano la presenza di elementi antichi, nel momento in cui essi siano ancora<br />
significanti e non semplici reminiscenze del passato.<br />
• Continuità. I prodotti (turistici, ma anche in senso più stretto artigianali e alimentari) trovano nella<br />
<strong>lo</strong>ro immutevolezza un elemento di forza.<br />
• Qualità. Strutture, tecniche, prodotti di una volta possono avere specifiche di qualità su<strong>per</strong>iori a quelli<br />
moderni; il turista <strong>lo</strong> <strong>per</strong>cepisce, a volte erroneamente, a volte a ragione.<br />
• Autenticità. G<strong>lo</strong>balizzazione, standardizzazione, livellamento verso il basso, anomia sono fattori che<br />
vengono esclusi dagli specifici prodotti presenti nel Parco che si caratterizzano <strong>per</strong> specificità,<br />
tradizione, salubrità, storia.<br />
• Memoria. Per entrare in contatto con il territorio in cui si è turisti (l’Appennino modenese), si deve<br />
conoscerne la storia e si devono visitare i suoi testimoni: chiese, castelli, musei, strade e ponti possono<br />
dirci con voce suadente ciò che si deve leggere su una guida.<br />
Eventi esistenti emersi sulla base del censimento documentale, degli incontri e delle interviste sul<br />
campo - esempi<br />
Di seguito vengono messi in evidenza gli eventi di maggior rilevanza e di più stretta attinenza al tema<br />
del Parco. E’ importante sottolineare come tale elenco non abbia tito<strong>lo</strong> di esaustività, ma anzi di<br />
suggestione di eventuali ragionamenti estensivi (ad esempio, l’indicazione di alcune feste e sagre<br />
potrebbe suggerire l’incentivazione di una promozione unica <strong>per</strong> queste assieme ad altre sagre che si<br />
tengono annualmente in Appennino).<br />
Un elemento da prendere in considerazione è quel<strong>lo</strong> dell’animazione, da intendersi come servizio<br />
collaterale alla disponibilità di prodotti, ma che nell’intenzione di portare in maggior evidenza<br />
l’autenticità del territorio e le sue caratteristiche culturali e relazionali, diviene fattore strategico<br />
dell’intero progetto. A maggior ragione, al di là dell’elencazione seguente, <strong>per</strong> il progetto di Parco di<br />
Cultura del Medioevo, l’approfon-dimento della presenza degli eventi, un <strong>lo</strong>ro coordinamento e il<br />
tentativo di presentarli sotto un unico cartel<strong>lo</strong>ne, risultano essere determinanti elementi costitutivi del<br />
progetto.<br />
In Appendice Metodo<strong>lo</strong>gica sono riportati gli inter<strong>lo</strong>cutori dei numerosi incontri di presentazione,<br />
condivisione, co-progettazione, scambio e riformulazione delle proposte condotti con diversi attori del<br />
territorio che, nella maggior parte dei casi, oltre ad interesse e fattiva collaborazione progettuale, hanno<br />
manifestato disponibilità a partecipare attivamente a tale iniziativa (tramite, in particolare, l’indicazione e<br />
la messa in campo di risorse fisiche e strutturali, nonché di competenze ed idee coerenti). Per quanto<br />
concerne il Parco del Medioevo, la successiva tabella presenta i risultati ottenuti anche grazie ai suddetti<br />
incontri.<br />
Gli eventi vengono presentati in ordine crono<strong>lo</strong>gico, nell’intento di mettere in evidenza la possibilità<br />
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di costruire un cartel<strong>lo</strong>ne di iniziative ed eventi magari non molto intenso, ma qualificato e distribuito su<br />
di un ampio arco temporale (da Gennaio fino a Dicembre).<br />
Esempi di eventi esistenti emersi sulla base del censimento documentale, degli incontri e delle interviste sul campo – Parco<br />
del Medioevo<br />
Evento Luogo Tempo Note esplicative<br />
“Martedì<br />
grasso”<br />
“Andar <strong>per</strong><br />
Sapori”<br />
“Natura W<br />
2004. La Via<br />
Romea”<br />
“Itinerando<br />
2004”<br />
Fiumalbo<br />
Riolunato<br />
“Il Maggio<br />
delle Ragazze” Riolunato<br />
“Banchetto a<br />
castel<strong>lo</strong> a<br />
Montefiorino”<br />
“Le vie del<br />
Maggio”<br />
“La Torre in<br />
Festa – VII<br />
Edizione”<br />
“Festa a<br />
Monfestino”<br />
“Briganti in<br />
baldoria”<br />
“La tradizione<br />
del Maggio”<br />
“Settimana<br />
Matildica”<br />
Itinerario che interessa i<br />
seguenti Comuni<br />
montani: Marano sul<br />
Panaro; Pavul<strong>lo</strong>; Fanano;<br />
Sestola<br />
Comunità Montana<br />
Appennino Modena Est<br />
(Marano sul Panaro;<br />
Guiglia; Zocca; Montese)<br />
Ultimo giorno<br />
di Carnevale<br />
Da Aprile ad<br />
Agosto<br />
Da Aprile a<br />
Settembre<br />
Da Aprile a<br />
Dicembre<br />
30 Aprile, 1°<br />
Maggio; prima<br />
e seconda<br />
domenica di<br />
Maggio<br />
Secoli di storia con il <strong>lo</strong>ro carico di cultura e<br />
di tradizioni si possono rinvenire<br />
nell’occasione del Carnevale con la<br />
fiaccolata di tronchi d’albero della lunghezza<br />
di 2 o 3 metri<br />
Un’occasione <strong>per</strong> conoscere e gustare i<br />
sapori di una volta assaporando le emozioni<br />
che “i Maggi” e tutte le altre iniziative<br />
sapranno trasmettere, grazie alla proposta di<br />
cucina tipica dei ristoratori <strong>lo</strong>cali<br />
Passeggiata in bicicletta e a piedi a tappe<br />
sulla via Romea<br />
Passeggiate ed escursioni animate,<br />
organizzate su un calendario di più mesi. Tra<br />
le iniziative più coerenti con il tema del<br />
Parco:<br />
- “Pedalando il passato tra castelli, fonti,<br />
mulini e trincee”<br />
- “A spasso nei castelli di Zocca”<br />
Durante “Il Maggio delle Ragazze”, un<br />
corteo formato dagli uomini del paese, saluta<br />
con il canto l’arrivo della bella stagione e<br />
porta di casa in casa i “rispetti” ossia gli<br />
omaggi poetici in forma di sonetto augurale<br />
con l’accompagnamen-to di strumenti quali<br />
chitarra, violino e mandolino. Nella seconda<br />
domenica di Maggio sfilata nei costumi<br />
tradizionali, al termine della quale viene<br />
allestito un banchetto. L’inizia-tiva si svolge<br />
ogni 3 anni.<br />
Montefiorino Luglio Cena alla Rocca, con menu a tema<br />
Frassinoro e frazioni,<br />
fino a Costabona<br />
Lama Mocogno<br />
(Montecenere)<br />
Serramazzoni<br />
(Monfestino)<br />
Luglio<br />
Luglio<br />
Luglio<br />
Montese (Montalto) Luglio<br />
Monchio<br />
Romanoro<br />
Montefiorino<br />
Frassinoro<br />
Madonna di Pietravolta<br />
Polinago<br />
Luglio e<br />
Agosto<br />
Frassinoro Luglio Agosto<br />
Trekking di 1-2 giorni, con soste nei paesi<br />
del Maggio, tra quartine e stornelli<br />
Festa a carattere ludico – storico e culturale<br />
che si svolge ogni anno attorno alla<br />
restaurata Torre di Montecuccoli di<br />
Montecenere.<br />
Festa di 2 giorni con antichi mestieri, giochi,<br />
cena e matrimonio, sbandieratori, con<br />
a<strong>per</strong>tura del castel<strong>lo</strong>, di proprietà privata<br />
Rievocazione storica che ripropone gli<br />
eventi, che la leggenda ha poi arricchito,<br />
relativi al <strong>per</strong>iodo del tardo ‘500<br />
Rappresentazioni all’interno della XXVI<br />
Rassegna Nazionale di teatro Popolare<br />
Ampia rassegna medioevale (una settimane<br />
di norma a fine Luglio) con giochi,<br />
spettacoli, rievocazioni, discussioni, mostre,<br />
cortei in costume, ospitalità e rievocazione a<br />
tema, etc.<br />
“Rievocazione<br />
storica”<br />
Zocca Agosto Rievocazione storica in costume.<br />
“Polinago<br />
festa”<br />
in<br />
Polinago Agosto Giochi medievali<br />
30
“Rappresentazi<br />
one del Maggio<br />
Epico”<br />
“Festa<br />
Matildica”<br />
“Sagra di S.<br />
Rocco”<br />
“Presepio<br />
Vivente”<br />
Riolunato Agosto<br />
Prignano<br />
(Montebaranzone)<br />
Pievepelago<br />
(Roccapelago)<br />
Fiumalbo<br />
Rappresentazione del Maggio drammatico<br />
ispirato al fi<strong>lo</strong>ne epico cavalleresco ed ai<br />
poemi del cic<strong>lo</strong> carolingio<br />
Agosto Festa con giochi e spettacoli medioevali<br />
15-16 Agosto<br />
Dicembre e<br />
Gennaio<br />
Popolare festa paesana con rievocazioni<br />
medioevali, mostra d’epoca, concerti<br />
musicali, stand gastronomici e bal<strong>lo</strong><br />
Due edizioni ogni due anni. Tradizionale<br />
interpretazione della Natività con i figuranti<br />
che <strong>per</strong> le vie del paese mostrano gli antichi<br />
e tradizionali mestieri<br />
I dati riassunti in tabella indicano un diffuso grado d’interesse delle pubbliche amministrazioni rispetto<br />
al progetto di Parco di Cultura, il più delle volte a prescindere dal tema portante. Questa considerazione si<br />
riflette sulla reale possibilità di poter coinvolgere molti territori in questo progetto, evitando d’altra parte<br />
discontinuità territoriali e il rischio di un parco “a macchia di leopardo”. In alcuni casi, la disponibilità a<br />
mettere in rete alcune importanti iniziative (La Settimana Matildica ed il carnevale di Fiumalbo, ad<br />
esempio), nonché alcune strutture <strong>per</strong> proporre nuovi eventi (quali la Rocca di Montefiorino, <strong>per</strong><br />
banchetti e <strong>per</strong> organizzare matrimoni) ne sono valide esemplificazioni, che <strong>per</strong>mettono di iniziare a<br />
dimensionare e delineare la portata e la qualità del Parco in oggetto.<br />
Prodotti esistenti emersi sulla base del censimento documentale, degli incontri e delle interviste sul<br />
campo<br />
I prodotti esistenti sono di diversa natura e strutturati in modo differente; I prodotti principali vertono<br />
attorno ai castelli, alle chiese e alle antiche vie di comunicazione. Nella maggior parte dei casi, queste<br />
tipo<strong>lo</strong>gie di prodotti sono organizzate in itinerari tematici già definiti e a finalità promozionale.<br />
Di grande rilevanza sono certamente le antiche strade, già presenti, segnalate e fruibili: Via Bibulca,<br />
Via Romea (con l’ulteriore arricchimento, nei punti/chiave del Sentiero, di sculture in pietra, dedicate al<br />
tema del pellegrinaggio, realizzate da artisti partecipanti al “Simposio di Scultura su Pietra” di Fanano),<br />
Via Francigena, Sentiero Matilde, Strada Europea del Castagno, con diretta connessione al tema del Parco<br />
del Medioevo. Collateralmente, si possono citare come prodotti significativi e omogenei a quelli qui<br />
elencati la Via Vandelli, il <strong>per</strong>corso Sole e il <strong>per</strong>corso Belvedere.<br />
Prodotti strettamente connessi al tema della viabilità medievale sono i ponti: basti pensare ai ponti di<br />
Olina a Montecreto, della Fola e della Luna a Riolunato, del Diavo<strong>lo</strong> a Fiumalbo. Queste bellissime<br />
strutture possono essere va<strong>lo</strong>rizzate in uno specifico <strong>per</strong>corso.<br />
Ulteriori significativi prodotti risultano i <strong>per</strong>corsi tematici, quali ad esempio:<br />
• L’Itinerario tra i castelli della provincia di Modena, <strong>per</strong> quanto riguarda i castelli dell’area<br />
appenninica (dal castel<strong>lo</strong> di Montecucco<strong>lo</strong> a quel<strong>lo</strong> di Sestola, passando <strong>per</strong> Monfestino, Pompeano, la<br />
Rocca di Montefiorino e quella di Montese, il castel<strong>lo</strong> di Guiglia e altri ancora). A questi castelli è<br />
possibile poi aggiungere una numerosa serie di torri difensive: Niviano, Lavacchio, Gaiato,<br />
Montecenere, Rosola e tanti altre).<br />
• L’arte romanica in provincia di Modena, con numerose pievi e chiese presenti in Appennino e in<br />
adeguate condizioni di fruibilità: la pieve di Renno, Rocca Santa Maria, la Chiesa di Montebonel<strong>lo</strong>, la<br />
Chiesa di S. Vincenzo a Monteobizzo, la Pieve di Coscogno, la Pieve di Trebbio, la Pieve di Denzano,<br />
la Pieve di Rubbiano, la Pieve di San Silvestro a Fanano, la Pieve di San Michele Pelago, la chiesa di<br />
San Barto<strong>lo</strong>meo a Fiumalbo e la Pieve di Santa Giulia sono i maggiori esempi già inseriti<br />
nell’itinerario.<br />
• Gli itinerari storici, diffusi su tutta l’area appenninica, ricompresi nell’ambito di “La strada delle<br />
antiche pievi di arte romanica in pietra arenaria”: a)“Capitelli e fregi decorati con motivi arcaici di<br />
nastri intrecciati e fiori testimoniano la rinascita di un’arte ricca di fantasia; b) “Rare lunette in pietra<br />
scolpita, decori con figure di animali dalle sembianze leonine e pregevoli affreschi del ‘400 ornano le<br />
belle pievi medievali in pietra”; c) “Le potenti abbazie e le autorevoli pievi fondate nell’anno Mille e<br />
all’epoca della Contessa Matilde di Canossa, veri centri del potere spirituale e temporale”; d)<br />
“L’influenza del Duomo di Modena, ma anche dei bizantini giunti intorno al Mille fino alla valle del<br />
Panaro, nei motivi architettonici e decorativi dell’arte romanica”;<br />
• Gli itinerari storici, diffusi su tutta l’area appenninica, ricompresi nell’ambito “La strada dei castelli<br />
medievali, dei borghi a corte e delle torri”: a) “Le sagome solide e massicce dei castelli e delle case –<br />
torri fortificate parlano di incessanti <strong>lo</strong>tte tra fazioni nemiche, incursioni di briganti e assalti di animali<br />
31
feroci in un’epoca inquieta e violenta”; b) “Misteri ed enigmi in Appennino: le oscure origini delle<br />
capanne celtiche, gli scenari tenebrosi dell’Inquisizione, il racconto di drammatiche epidemie e<br />
battaglie”; c) La fitta rete dei castelli e delle fortificazioni arroccate sui poggi a difesa delle terre<br />
dell’Appennino modenese”; d) “Stretti vicoli, attraversamenti a volta, caratteristici edifici a corte nei<br />
piccoli borghi antichi disseminati sui pendii”.<br />
Si vedano a questo proposito le guide già realizzate dalla Provincia di Modena. Tutti questi prodotti<br />
possono essere intesi come fattori di attrattività già strutturati, su cui o<strong>per</strong>are so<strong>lo</strong> in termini di<br />
potenziamento e di connessione fisica tra <strong>lo</strong>ro.<br />
Altra importante es<strong>per</strong>ienza di coordinamento di prodotti, di recente istituzione, è quella della rete<br />
museale della provincia, che ha <strong>per</strong>messo di presentare recentissimamente un ricco sito internet, ultimo<br />
indicatore di un <strong>per</strong>corso di va<strong>lo</strong>rizzazione durato alcuni anni. Anche questa risorsa si presenta, <strong>per</strong>ciò,<br />
come un prodotto già strutturato, e che può essere inteso come parzialmente interessante <strong>per</strong> il parco del<br />
Medioevo: alcuni musei annoverati nel sistema museale della provincia, infatti, sono dis<strong>lo</strong>cati in territori<br />
dell’Appennino e trattano di temi coerenti con quelli del presente parco di cultura: Museo di Obizzo da<br />
Motegarul<strong>lo</strong> a Rocca Pelago, il Museo storico di Montese, il Museo del Castagno a San Giacomo di<br />
Zocca, il Castagneto Matildico a Monteombraro, il Museo di arte sacra a Fiumalbo e altri ancora. Valenza<br />
museale hanno anche molti altri prodotti, quali ad esempio il mulino di Mamino a Montese e la capanna<br />
celtica a Fiumalbo, strutture recentemente restaurate.<br />
Ulteriori prodotti attinenti, emersi sulla base del<strong>lo</strong> studio documentale e dell’indagine field condotta,<br />
sono riportati nella seguente tabella.<br />
Esempi di prodotti esistenti emersi sulla base del censimento documentale degli incontri e delle interviste sul campo – Parco<br />
del Medioevo<br />
Prodotto Tipo<strong>lo</strong>gia Luogo Note esplicative<br />
“Ecomusei<br />
della Comunità<br />
Montana<br />
Appennino<br />
Modena Est”<br />
“Castelli della<br />
Provincia di<br />
Modena”<br />
“L’arte<br />
romanica in<br />
provincia di<br />
Modena”<br />
“Passaggi e<br />
paesaggi.<br />
Itinerari<br />
dell’Appennino<br />
modenese”<br />
Itinerari<br />
etnografici del<br />
Parco dell’Alto<br />
Appennino<br />
modenese<br />
Museo del<br />
Castagno<br />
Itinerari<br />
tematici<br />
Itinerari<br />
tematici<br />
Itinerari<br />
tematici<br />
Itinerari<br />
naturalistici,<br />
storici,<br />
artistici,<br />
enogastrono<br />
mici<br />
Itinerari<br />
tematici e<br />
culturali<br />
Museo<br />
Guiglia, Marano,<br />
Montese e Zocca<br />
Serramazzoni,<br />
Polinago, Pavul<strong>lo</strong>,<br />
Montese,<br />
Montefiorino,<br />
Pievepelago e Sestola<br />
Serramazzoni,<br />
Marano, Pavul<strong>lo</strong>,<br />
Guiglia Fanano,<br />
Montefiorino,<br />
Fiumalbo, Frassinoro,<br />
Palagano e Sestola<br />
Appennino Modenese<br />
Fanano; Sestola;<br />
Montecreto;<br />
Riolunato;<br />
Pievepelago;<br />
Fiumalbo; Frassinoro<br />
Zocca<br />
(Ospitale di San<br />
Giacomo)<br />
Itinerari tematici relativi a “Castelli e<br />
borghi”, “Sistema del castagno”, “Sistema<br />
dell’arte e della devozione dal romanico al<br />
700”, “Ville, corti e torri co<strong>lo</strong>mbaie”,<br />
descritti nel portale turistico della Comunità<br />
Montana Modena Est, con elenco siti, <strong>lo</strong>ro<br />
sintetica descrizione e immagini degli stessi.<br />
Itinerari suddivisi <strong>per</strong> fascia collinare<br />
(Monfestino, Pompeano e Brandola), medio<br />
Appennino (Montecucco<strong>lo</strong>, Semese e<br />
Montese) e alto Appennino (Montefiorino,<br />
Roccapelago e Sestola)<br />
Itinerari suddivisi <strong>per</strong> collina modenese<br />
(Rocca Santa Maria, Montebonel<strong>lo</strong>, Renno,<br />
Monteobizzo e Coscogno), Vignola e<br />
Appennino Est (Pievi di Denzano e Trebbio),<br />
alto Appennino centrale (Fanano, Vesale,<br />
Roncoscaglia, S. Michele Pelago e<br />
Fiumalbo), Appennino Ovest(Rubbiano,<br />
Vitriola, Frassinoro e Monchio)<br />
21 itinerari organizzati in 6 grandi sezioni (2<br />
di Natura, 3 di Storia, 1 di Sapori e<br />
Tradizioni) del tutto coerenti con la presente<br />
proposta di Parco.<br />
Attività proposte e calendarizzate da parte<br />
del Parco. Tra più coerenti: 11) La via dei<br />
Remi (Pievepelago e Fiumalbo); 12) La<br />
Transumanza (Pievepelago); 13) Le Capanne<br />
Celtiche e la Via Vandelli (Pievepelago); 14)<br />
L’uomo ed il bosco (Pievepelago); 15) La<br />
Pietra Arenaria (Fiumalbo); 16) La vita in<br />
Montagna nel seco<strong>lo</strong> scorso (Fanano); 17)<br />
Castagne, castagneti e metati (Fanano); 22)<br />
S. Geminiano e la Bibulca (Frassinoro); 23)<br />
Gli antichi Borghi e il Santuario<br />
(Pievepelago)<br />
Racchiude in tre sale, la storia, gli attrezzi e<br />
le usanze della “civiltà del castagno”.<br />
Organizza serate ed eventi tematici quali<br />
32
Museo di<br />
Obizzo da<br />
Montegarul<strong>lo</strong><br />
Rocca di<br />
Montese<br />
Castel<strong>lo</strong> di<br />
Giuglia<br />
Museo<br />
Rocca –<br />
Struttura<br />
segnalata<br />
idonea<br />
Castel<strong>lo</strong> -<br />
Struttura<br />
segnalata<br />
idonea<br />
Pievepelago<br />
(Roccapelago)<br />
Montese<br />
Guiglia<br />
osservazione delle stelle, diapositive di<br />
natura e architettura, racconti di vita<br />
contadina, erbe selvatiche, etc. Alcuni<br />
appuntamenti sono inseriti in “Natura W”<br />
Posto all’interno del Castel<strong>lo</strong> la mostra su<br />
“La figura di Obizzo da Montegarul<strong>lo</strong>”<br />
L’amministrazione indica la propria<br />
disponibilità <strong>per</strong> la Rocca (museo, sala <strong>per</strong><br />
ristorazione, feste in costume, eventi ad hoc,<br />
etc.)<br />
L’amministrazione indica la propria<br />
disponibilità <strong>per</strong> l’utilizzo del castel<strong>lo</strong> <strong>per</strong><br />
eventi.<br />
Nicchie turistiche esistenti<br />
Principali fruitori delle offerte turistiche sopra elencate, sono i turisti e gli escursionisti che conoscono<br />
e frequentano il nostro Appennino, piuttosto che nuove tipo<strong>lo</strong>gie di turisti. Le nicchie sono rappresentate<br />
da appassionati di rievocazioni e animazioni in costume da una parte e da appassionati delle tradizioni e<br />
della storia e delle caratteristiche naturalistiche (ma anche in termini di ambiente atrofizzato) del nostro<br />
Appennino.<br />
Attori da coinvolgere<br />
Sono numerosi gli attori che attualmente o<strong>per</strong>ano, a diversi livelli, all’interno del sistema turistico del<br />
territorio: dalle società d’area (Promappennino, Consorzio Valli del Cimone, Valli del Dragone –<br />
Informazioni turistiche Comunità Montana Appennino Modena Ovest) agli alberghi, dai ristoranti ai<br />
B&B, fino alla presenza di alcuni agriturismi. Mentre le società d’area rappresentano inter<strong>lo</strong>cutori<br />
imprescindibili del presente progetto, <strong>per</strong> quanto riguarda l’insieme degli o<strong>per</strong>atori ricettivo/ristorativi si<br />
dovrà verificare quali siano quelli che <strong>per</strong> caratteristiche, competenze e visibilità possano essere coinvolte<br />
nella presente proposta, quali portatori di va<strong>lo</strong>re aggiunto.<br />
La costruzione di un database, azione già svolta nei mesi precedenti, ha <strong>per</strong>messo di individuare un<br />
folto numero di o<strong>per</strong>atori privati che posseggono determinate caratteristiche che li rendono significativi<br />
inter<strong>lo</strong>cutori: si va dalla disponibilità di <strong>lo</strong>cali <strong>per</strong> l’ospitalità già sufficientemente adeguati a richiamare<br />
strutture architettoniche medievali, alla capacità di preparare pasti seguendo ricette medievali, alla<br />
coltivazione di materie prime tipiche del Medioevo, quali castagne e cereali.<br />
Inoltre, risultano importanti altri o<strong>per</strong>atori come gli Enti Locali in primis e gli IAT e gli uffici turistici<br />
dei diversi Comuni, e numerose associazioni di vo<strong>lo</strong>ntariato (Pro Loco o simili in alcuni casi, come a<br />
Frassinoro, Piandelagotti, Montefiorino, Fiumalbo, Guiglia, Serramazzoni, Palagano; associazioni<br />
culturali in altri, quali “Il Trebbo” di Montese, associazione vo<strong>lo</strong>ntaria “Pro Rocca”, l’associazione<br />
“Amici di Montalto”, l’accademia letteraria “Lo Scoltenna” di Pievepelago, “La compagnia d’la cunza” a<br />
Zocca, “È Scamadul” di Sestola, la “Compagnia del Maggio” della Val Do<strong>lo</strong>, il “Circo<strong>lo</strong> Culturale la<br />
Torre di Montecenere” di Lama Mocogno, l’associazione “Amici di Monzone” di Pavul<strong>lo</strong> nel Frignano,<br />
etc.).<br />
Vi sono infine o<strong>per</strong>atori, organizzati in forma plurima o singola, che rappresentano sicuramente<br />
soggetti da coinvolgere, <strong>per</strong> rafforzare la rete degli eventi: dalle guide escursionistiche ambientali ai centri<br />
visita dei parchi, <strong>per</strong> arrivare a vere e proprie attività imprenditoriali, ad esempio, la coo<strong>per</strong>ativa “La<br />
Lumaca”, l’insieme delle società e associazioni protagoniste delle attività promosse presso la Podesteria<br />
di Gombola (“Il ponte”, “Aria a<strong>per</strong>ta”, che rappresentano di <strong>per</strong> sé un’offerta turistica, già affermata),<br />
“Ideanatura” di Monchio di Palagano, etc.<br />
2.2.3. Area dell’innovazione<br />
Va<strong>lo</strong>ri non tradizionali previsti<br />
• Coo<strong>per</strong>azione. Per su<strong>per</strong>are la tradizionale chiusura delle diverse comunità, <strong>per</strong>ché su di un tema<br />
come quel<strong>lo</strong> del “prodotto d’area” si può crescere solamente insieme, altrimenti si sfocia<br />
nell’insuccesso dell’i-niziativa. Il Progetto “Parchi di Cultura: dall’idea all’attuazione” ha quindi tra i<br />
suoi va<strong>lo</strong>ri fondanti quel<strong>lo</strong> di supportare gli attori citati in un’azione coordinata di promozione delle<br />
attività coerenti all’idea di Parco del Medioevo.<br />
33
• Rivitalizzazione. I luoghi della memoria e dell’arte devono essere tutelati, ma la frontiera sulla quale<br />
mettersi in gioco è la capacità, <strong>per</strong> alcuni di questi, di riportarli in vita: farli tornare luoghi abitati,<br />
vissuti, utilizzati in termini economici.<br />
• Sostenibilità. Il Medioevo e la regola delle “4 R” (Riduzione, Riuso, Riciclaggio, Recu<strong>per</strong>o): <strong>per</strong>ché il<br />
futuro ha un cuore antico.<br />
Nuovi eventi<br />
Premessa fondamentale a questa sezione è la consapevolezza della ricchezza degli eventi proposti,<br />
tanto che pare più utile verificare la possibilità di rafforzare alcuni di questi eventi, <strong>per</strong> poterli presentare<br />
in termini comunicazionali anche in bacini d’utenza più ampi. La seguente tab. 2.8. presenta alcuni dei<br />
temi più interessanti rilevati.<br />
Nuovi eventi emersi sulla base degli incontri e delle interviste sul campo – Parco del Medioevo<br />
Evento Luogo Tempo Note esplicative<br />
“Ricette del<br />
<strong>per</strong>iodo<br />
medievale”<br />
“Itinerari<br />
medievali:<br />
trekking con gli<br />
asini”<br />
“Rievocazione<br />
storica di<br />
Roccapelago”<br />
“Cene a tema e in<br />
contesti d’epoca”<br />
“Giochi di Ruo<strong>lo</strong><br />
a castel<strong>lo</strong>”<br />
“Le tradizioni<br />
medioevali,<br />
va<strong>lo</strong>re di oggi”<br />
“Festa<br />
medioevale <strong>per</strong><br />
Montecuccoli”<br />
Lama<br />
Mocogno<br />
(Montecenere)<br />
Polinago, altri<br />
territori<br />
disponibili<br />
Primavera<br />
Estate<br />
Pievepelago<br />
(Roccapelago) Agosto<br />
Montefiorino,<br />
Montese, Lama<br />
Mocogno,<br />
Pavul<strong>lo</strong><br />
Montefiorino,<br />
Pavul<strong>lo</strong>,<br />
Riolunato,<br />
Montese,<br />
Guiglia.<br />
Da stabilire<br />
Da stabilire<br />
Zocca Da stabilire<br />
Pavul<strong>lo</strong> nel<br />
Frignano<br />
Da stabilire<br />
Organizzare una iniziative eno-gastronomica <strong>per</strong><br />
allargare <strong>lo</strong> spettro delle iniziative svolte alla Torre<br />
fatta in collaborazione coi ristoratori del luogo<br />
Caratterizzare le proposte di trekking con gli asini già<br />
esistenti maggiormente dal punto di vista<br />
medioevale. Ambientazione medievale più spiccata e<br />
proposizione di nuovi itinerari, che tocchino torri,<br />
palazzi e chiese del <strong>per</strong>iodo medievale.<br />
A Polinago, oltre al noto complesso di Gombola si<br />
segnalano il Castel<strong>lo</strong> di Talbignano e Palaveggio sul<br />
Monte S. Martino<br />
Supporto organizzativo e contributo promozionale,<br />
ampliamento dell’evento anche attraverso la migliore<br />
fruizione ed utilizzo del castel<strong>lo</strong> a fini turistici<br />
Obiettivo: allungare la stagione turistica arricchendo<br />
gli eventi già esistenti<br />
Obiettivo: allungare la stagione.<br />
Si può pensare ad un programma unitario (proposta<br />
annuale), stante la disponibilità dei castelli dei<br />
Comuni citati. È inoltre possibile verificare la<br />
disponibilità di contesti esterni presso borghi storici<br />
(es. Fiumalbo, Riolunato), torri, rovine antiche (in<br />
particolare a Lama Mocogno e Zocca), etc.<br />
Incontri, approfondimenti e proposte di animazione<br />
<strong>per</strong> riscoprire le radici culturali antiche della<br />
montagna modenese e la <strong>lo</strong>ro attualità<br />
Numerose idee legate alla casata dei Montecuccoli,<br />
al castel<strong>lo</strong> di Montecucco<strong>lo</strong> (in via di conclusione e<br />
lavori di restauro), alla figura di Raimondo<br />
Montecuccoli. Tra questa ad esempio:<br />
- rievocazione storica della battaglia del 1634 in cui<br />
Raimondo Montecuccoli salvò l’Europa<br />
dall’invasione turca;<br />
- festa e giochi medievali in onore dei Montecuccoli;<br />
- scambi e gemellaggi esteri legati alla figura di<br />
Montecuccoli<br />
Ci sono inoltre alcuni eventi che, pur non essendo stati indicati dai testimoni privilegiati intervistati<br />
<strong>per</strong> la ricerca, potrebbero essere messi in campo, nel tentativo di allungare il cartel<strong>lo</strong>ne delle iniziative del<br />
Parco, quali ad esempio una iniziativa definita “Il vino del bisnonno”: organizzare una rassegna di<br />
degustazione di vini tipici della montagna, prodotti con vitigni autoctoni e tipici di zone montane,<br />
andando anche al di là delle terre dell’Appennino modenese.<br />
Nuovi prodotti<br />
La ricerca sul campo ha <strong>per</strong>messo di rilevare una serie di nuovi prodotti, rispetto ai quali le<br />
Amministrazioni Comunali in particolare stanno lavorando, con l’intenzione di farli decollare.<br />
Nuovi prodotti emersi sulla base degli incontri e delle interviste sul campo – Parco del Medioevo<br />
34
Prodotto Tipo<strong>lo</strong>gia Luogo Note esplicative<br />
Itinerario<br />
trekking su<br />
strada<br />
medievale<br />
Itinerario<br />
storico<br />
Stages culinari Proposta<br />
formativa<br />
Rocca di<br />
Montefiorino e<br />
un Matrimonio<br />
da re<br />
Castel<strong>lo</strong> di<br />
Montecucco<strong>lo</strong><br />
Matrimonio a<br />
tema<br />
Rocca<br />
medioevale -<br />
Struttura<br />
segnalata<br />
idonea<br />
Fiumalbo,<br />
Riolunato<br />
Montecreto e<br />
Sestola<br />
Appennino<br />
modenese<br />
Montefiorino<br />
Pavul<strong>lo</strong> nel<br />
Frignano<br />
Arrivare alla costruzione di un itinerario che riprenda le<br />
antiche strade di collegamento tra Riolunato e Sestola,<br />
fino a Bo<strong>lo</strong>gna. Ciò <strong>per</strong>metterebbe di va<strong>lo</strong>rizzare i ponti<br />
medievali da una parte e di costruire un collegamento tra<br />
gli altri <strong>per</strong>corsi tematici, che <strong>per</strong> ora si sviluppano<br />
parallelamente e non consentono collegamenti<br />
Stages culinari che prendano spunto dai prodotti tipici<br />
(Parmigiano Reggiano di Montagna, Patata di Montese<br />
DOP, Aceto balsamico tradizionale e Aceto Balsamico di<br />
Modena, Vini tipici, Prosciutto di Modena), in<br />
collaborazione con ristoranti e alberghi (a partire da quelli<br />
protagonisti della gestione delle <strong>lo</strong>cande e delle taverne e<br />
degli ospizi del Parco)<br />
Organizzare l’intero matrimonio, offrendo agli sposi un<br />
luogo <strong>per</strong> sposarsi (in Rocca o presso al Pieve di<br />
Rubbiano) <strong>per</strong> il banchetto (la Rocca) e <strong>per</strong> fermarsi <strong>per</strong> la<br />
prima notte di matrimonio (torre della Rocca, quando sarà<br />
disponibile)<br />
Il Castel<strong>lo</strong>, di cui si sta ultimando la ristrutturazione,<br />
ospiterà:<br />
- museo naturalistico del Frignano<br />
- collezione artisti (Biolchini, Babbini e Covili),<br />
- museo del vo<strong>lo</strong> a vela<br />
- stanze dedicate a Montecuccoli (ricostruzione della sua<br />
storia).<br />
Potrà ospitare occasioni animative coerenti con l’idea del<br />
Parco<br />
Tra i nuovi prodotti, potrebbero essere inseriti anche alcuni non dichiarati dagli amministratori e dagli<br />
altri o<strong>per</strong>atori incontrati, ma che <strong>lo</strong> stesso staff di ricerca ha individuato come potenzialmente attivabili.<br />
Alcuni di questi hanno un carattere specificatamente strutturale e sarebbero finalizzati ad una<br />
migliore caratterizzazione del Parco, altri invece un carattere di attività, con finalità di fruizione<br />
turistica.<br />
Tra i prodotti del primo tipo, si possono inserire:<br />
• la necessità d’individuare una o più porte del Parco, in concomitanza delle quali sarebbe possibile<br />
posizionare anche vetrine dei prodotti tipici provenienti da soggetti situati all’interno del Parco. Il<br />
Museo etnografico di San Pellegrino in Alpe potrebbe rappresentare, ad esempio, la porta <strong>per</strong> chi<br />
provenisse dalla Toscana;<br />
• l’opportunità di prevedere un Centro visitatori. Dovrebbe essere col<strong>lo</strong>cato contestualmente ad una<br />
delle porte d’ingresso. Entrambe questi prodotti potrebbero contare in termini di gestione su qualche<br />
o<strong>per</strong>atore turistico coinvolto nell’iniziativa, tramite accordi convenzionali;<br />
• la possibilità di offrire al turista ricettività e ristorazione presso la Locanda del Parco e le Taverne del<br />
Parco. Individuare una o più strutture ristorative e ricettive dell’Appennino (magari anche un ostel<strong>lo</strong><br />
che possa richiamare l’idea di ospitale <strong>per</strong> pellegrini), nelle quali sia possibile ricevere ospitalità o le<br />
attività ristorative che <strong>per</strong> ambientazione e <strong>per</strong> menu possano ricostruire l’atmosfera medievale<br />
coerente con il tema del Parco, sarebbe sicuramente un fattore qualificante tutto il progetto;<br />
• la costruzione e diffusione di una Cartina Tematica, che presenti l’area del Parco visto dal punto di<br />
vista delle risorse medievali.<br />
Per quanto riguarda invece la seconda tipo<strong>lo</strong>gia di prodotti, si potrebbero promuovere alcuni delle<br />
seguenti proposte complessive:<br />
• Produzione di un Libroavventura: produzione di un libro “gial<strong>lo</strong>” ambientato nel Medioevo. Un<br />
monaco “investigatore” (il lettore), <strong>per</strong> risolvere l’enigma, è accompagnato nella ricerca di<br />
informazioni sulla storia medievale dell’Appennino, informazioni che potrà trovare solamente<br />
visitando di <strong>per</strong>sona i luoghi descritti nel libro che diventerà una sorta di diario di viaggio;<br />
• “Miti, leggende e su<strong>per</strong>stizioni del Medioevo: La sco<strong>per</strong>ta del territorio e della cultura generata dal<br />
territorio stesso”. Escursioni “animate” o ancor meglio “vivere le leggende”; un’es<strong>per</strong>ienza già<br />
collaudata con successo da parte di alcune guide ambientali escursionistiche e, ad esempio proposte<br />
all’interno dei programmi di “Natura W” e de “il VagaMondo”. Sono queste stesse guide, sulla base<br />
dei riscontri ottenuti anche con gruppi stranieri, a segnalare la necessità di poter contare su altri<br />
o<strong>per</strong>atori “professionalizzati” che possano affiancarli <strong>per</strong> soddisfare una domanda in crescita<br />
35
esponenziale. L’obiettivo è quindi quel<strong>lo</strong> di raccogliere, sistematizzare e proporre un cata<strong>lo</strong>go di<br />
“leggende medioevali” dell’Appennino modenese e dei relativi <strong>per</strong>corsi di animazione a fini turistici.<br />
• “Viaggio nell’architettura difensiva”. Dalle sobrie torri matildiche alla struttura massiccia, tipica dei<br />
castelli in “Terra Santa”, dalla rocca di Montefiorino fino al gotico del castel<strong>lo</strong> di Pompeano. Un<br />
viaggio che, seguendo il fi<strong>lo</strong> della storia dell’architettura difensiva, <strong>per</strong>mette di riscoprire angoli<br />
suggestivi ed incontaminati del territorio, <strong>per</strong>mette di riscoprire “le genti” e le ragioni che stanno a<br />
monte di un così prolifico <strong>sviluppo</strong> di questo tipo di architettura. Dalle torri di segnalazione ai castelli,<br />
dalle rocche alle case-torre <strong>per</strong> finire alle feritoie ed alle balestriere dei conventi e dei palazzotti di<br />
campagna. Un viaggio accompagnato dalle già citate guide sugli itinerari del romanico e dei castelli e<br />
dalle pubblicazioni “Insediamento storico e beni culturali - alta valle del Panaro”, “Insediamento<br />
storico e beni culturali - il Frignano”, “Insediamento storico e beni culturali - alta valle del Secchia”<br />
<strong>per</strong> quanto riguarda l’architettura difensiva “minore” o civile. Rimandiamo al par. 3.1. una proposta<br />
potenzialmente collegata dal tito<strong>lo</strong> “Costruire corti e castelli: un <strong>per</strong>corso, a ritroso nel tempo nelle<br />
arti e nei mestieri”.<br />
• Il Romanico “classico” ed il Romanico “del popo<strong>lo</strong>”. La proposta è quella di ri<strong>per</strong>correre le strade<br />
dei pellegrini verso i luoghi medievali della fede scoprendo la “Biblia pau<strong>per</strong>um”, una delle più antiche<br />
forme di catechesi, basata sull’accostamento di immagini di episodi dell’Antico e del Nuovo<br />
Testamento. Nel mondo medievale, prevalentemente analfabeta, gli affreschi che ornavano gli edifici<br />
religiosi erano un mezzo <strong>per</strong> comprendere le verità della fede. A tal fine si commissionarono o<strong>per</strong>e<br />
artistiche che, attraverso un linguaggio semplice e immediato ma ricco di simboli, secondo <strong>lo</strong> schema<br />
della cultura medievale, dovevano raccontare soprattutto il tema della Redenzione, con immagini<br />
destinate ad impressionare ma anche a far meditare sui premi e sui castighi che sarebbero stati<br />
assegnati dopo il Giudizio. Queste raffigurazioni offrono al visitatore attento una finestra attraverso la<br />
quale osservare il mondo medievale, in quanto preziose fonti iconografiche. Attraverso le immagini di<br />
questi cicli, pittorici e scultorei, verrà approfondito il tema della tavola nel Medioevo, nella realtà e<br />
nella sua rappresentazione simbolica. Il racconto <strong>per</strong> immagini non era <strong>per</strong>ò una prerogativa so<strong>lo</strong><br />
ecclesiastica, ma della devozione popolare. Si analizzerà quindi il Medioevo e quel<strong>lo</strong> che ha<br />
rappresentato <strong>per</strong> “le genti” attraverso i graffiti votivi. L’impronta delle mani è una delle prime forme<br />
di rappresentazione (la si trova fin dal Paleolitico), ricordo di un gesto dell’uomo, di una sua<br />
imp<strong>lo</strong>razione, di una presenza. Un viaggio accompagnato dalla pubblicazione “Itinerario romanico<br />
illustrato nella provincia di Modena” curato dalla Provincia di Modena. Questo <strong>per</strong>corso potrebbe, tra<br />
l’altro, essere collegato alla richiesta, <strong>per</strong>venuta da alcuni amministratori dell’area, di trattare la storia e<br />
la tradizione medioevale, non come uno spazio asetticamente e culturalmente <strong>lo</strong>ntano, ma come<br />
occasione <strong>per</strong> riscoprire e comunque riflettere sulle radici culturali antiche della montagna modenese e,<br />
potenzialmente sull’attualità di quel passato.<br />
• Il Museo diffuso delle macchine d’assedio medievali. L’idea è di scoprire le caratteristiche delle<br />
macchine da assedio analizzando le copie a grandezza naturale disposte nei castelli del Parco (una <strong>per</strong><br />
castel<strong>lo</strong> con cartelli esplicativi, modellini, e riferimenti al <strong>lo</strong>ro utilizzo nei diversi tipi di assedio).<br />
• Le antiche vie, i mezzi di trasporto: il tempo scandito in modo diverso. La proposta intende riscoprire<br />
le antiche vie medievali, i tratturi utilizzati da pellegrini e viandanti, le stazioni di posta, le osterie, gli<br />
ospitali ed i ripari di fortuna. Questo, attraverso la visita di paesi fantasma e ruderi di torri e castelli, il<br />
<strong>per</strong>corso tra le vie di collegamento tra i numerosissimi fortilizi del Parco e la “grande” viabilità<br />
attraverso le antiche Via Bibulca, Via Romea Nonantolana, Via dei Remi, Via delle Forbici, Via del<br />
Saltel<strong>lo</strong>, Via di Serracani, il Sentiero Matilde e addentrandosi nella Selva Romanesca. Il viaggio, anche<br />
grazie al supporto di utili animali (come i somari ed i cavalli, cfr. ante), potrà essere di una o più<br />
giornate, accompagnato dalla sco<strong>per</strong>ta di come ci si alimentava durante il cammino con i prodotti del<br />
bosco ed alla sera in osteria. Molto utile è la cartografia parziale in “Sentieri della Luce” edito dalla<br />
Provincia di Modena.<br />
• “Un giorno da signore ed un giorno da contadino: viviamo il Medioevo”. L’ospitalità presso una<br />
fattoria di alta montagna, ancora oggi improntata ad un’economia di sopravvivenza, <strong>per</strong>metterà al<br />
turista di calarsi nei panni di un agricoltore medievale e di confrontarsi con le problematiche legate<br />
all’approvvigionamento alimentare ed alla sussistenza. Tra le attività previste: accudire il bestiame al<br />
pasco<strong>lo</strong>, a mungere bovini e caprini, a produrre il burro, il formaggio e la ricotta, mietere, battere e<br />
macinare la segale, preparare il pane ed il caffè di segale, gestire l’economia del bosco con l’utilizzo<br />
degli asini <strong>per</strong> il trasporto della legna e dell’acqua, raccogliere le erbe spontanee <strong>per</strong> la cucina,<br />
accendere il fuoco, costruire attrezzi e utensili in legno, costruire piccoli terrazzamenti <strong>per</strong> recu<strong>per</strong>are<br />
terreno lavorabile <strong>per</strong> realizzare un orto, a scoprire le risorse dell’ambiente e le tecniche abitative (i<br />
tetti di paglia ed i muri ad intreccio). A seconda del <strong>per</strong>iodo dell’anno saranno proposte attività<br />
36
ispettose del “calendario del contadino”. Il secondo giorno il mondo cambia: il turista (o la famiglia, o<br />
il gruppo di turisti) diventa signore, servito e riverito all’interno del suo castel<strong>lo</strong>. Occu<strong>per</strong>à il tempo<br />
nelle mansioni tipiche della nobiltà medioevale: caccia, musica, giochi, banchetti, etc.<br />
• “Week end col porco: banchetto a castel<strong>lo</strong>”. Il presente “pacchetto” invita a vivere un “gial<strong>lo</strong>” a<br />
sfondo enogastronomico. La misteriosa scomparsa del<strong>lo</strong> “scalco” costringerà i commensali ad<br />
improvvisarsi cuochi e vivandieri. Si potrà condividere il desco con il signore del castel<strong>lo</strong> o cucinarsi<br />
carne e verdura sulle braci del falò all’a<strong>per</strong>to nel campo della guarnigione.<br />
• “Le miniere di rame argento e oro”. Dalla valle del Dragone <strong>per</strong> Montecreto fino a Renno il <strong>per</strong>corso<br />
comprende gli antichi cunicoli delle miniere, la ricerca dell’oro nel fiume e la comprensione diretta<br />
dell’impatto ambientale che nel Medioevo ebbero questo tipo di attività estrattive sull’ambiente.<br />
L’utilizzo del legname da costruzione, la produzione di carbone, la fruizione delle acque <strong>per</strong> il lavaggio<br />
del minerale, l’utilizzo del fuoco <strong>per</strong> la sua estrazione e la successiva lavorazione, la viabilità minore<br />
ed i sistemi di trasporto.<br />
• “Matilde di Canossa e la cultura/coltura del castagno”: da Frassinoro <strong>per</strong> S. Pellegrino in Alpe fino<br />
al museo del castagno di Zocca. Partendo da alcune manifestazioni a tema storico che ripropongono<br />
“spaccati” della vita di Matilde di Canossa e della sua famiglia relativi ad avvenimenti che hanno<br />
interessato l’area del Parco, si potrà ri<strong>per</strong>correre l’evoluzione dell’utilizzo di uno dei prodotti tipici <strong>per</strong><br />
eccellenza della montagna: la castagna. Si narra infatti che fu grazie all’interessamento di Matilde di<br />
Canossa che il castagno assunse un ruo<strong>lo</strong> così preminente nell’economia montana e proprio all’epoca<br />
della grande contessa si farebbe risalire un particolare “sesto di impianto”, ovvero la disposizione che<br />
si dà agli alberi in un determinato appezzamento di terreno, noto appunto come “sesto matildico”,<br />
ancora oggi riscontrabile in alcuni castagneti più antichi: le piante disposte in filari che seguivano<br />
l’andamento delle curve di livel<strong>lo</strong>, preferibilmente con orientamento est-ovest, venivano distanziate di<br />
circa 6-7 metri l’una dall’altra. Una tipo<strong>lo</strong>gia di coltura che generò una cultura, quella del castagno<br />
come albero del pane. Questa tradizione culturale si è a sua volta si è evoluta: attorno a questo albero<br />
che non so<strong>lo</strong> dava “pane” ma legna <strong>per</strong> scaldarsi, <strong>per</strong> costruire attrezzi, <strong>per</strong> costruire mobili e verghe e<br />
pali di supporto <strong>per</strong> i lavori dei campi. Il legame delle “genti” a questo albero è enfatizzato dal fatto che<br />
mentre in pianura ai bambini veniva raccontato che erano nati sotto ad un cavo<strong>lo</strong> in montagna<br />
“nascevano” nella cavità di un castagno. Questa cultura intrisa di leggende e profumi è ancora oggi<br />
apprezzabile sia visitando i castagneti e gli antichi metati (essiccatoi <strong>per</strong> le castagne), gli agriturismi e<br />
le osterie dove è possibile assaporare squisitezze gastronomiche a base di castagne, ma senza<br />
dimenticare la strada Europea del Castagno ed il museo del Castagno dove sono raccolti gli strumenti<br />
che fin dagli albori della coltivazione del castagno furono ingegnosamente inventati dagli abitanti<br />
dell’Appennino.<br />
• Quali sono i veri “antichi mestieri”? Sono quelli scomparsi <strong>per</strong>ché soppiantati da usi e costumi<br />
diversi o dall’evoluzione tecno<strong>lo</strong>gica. Sono l’escaro<strong>lo</strong> scomparso con l’avvento del fiammifero, il<br />
peciaio<strong>lo</strong> scomparso con l’avvento delle resine chimiche, il carbonaio, il canapaio, etc. Questi<br />
diversamente dai mestieri radicalmente “trasformati” come il mugnaio, il falegname, etc., necessitano<br />
di un occhio di riguardo <strong>per</strong>ché dimenticati ormai da troppo tempo rischiano di scomparire anche dalla<br />
memoria collettiva. Una ricerca di testimonianze che dal Medioevo senza soluzione di continuità sono<br />
arrivate alle porte del XX seco<strong>lo</strong> ma che poi sono state progressivamente dimenticate. L’idea è quindi<br />
di scoprire insieme quanti di questi veri antichi mestieri, che evocano la vivace creatività delle “genti”<br />
dell’Appennino, sopiscono ancora sotto le ceneri.<br />
• I giochi del Medioevo; i giochi nel Medioevo. Si prevede di progettare e s<strong>per</strong>imentare eventi di giochi<br />
di ruo<strong>lo</strong> (tipicamente ad ambientazione fantasy e/o storico-medioevale, cfr. anche ante <strong>per</strong> le diverse<br />
possibili tipo<strong>lo</strong>gie) in alcuni luoghi particolarmente evocativi dell’Appennino modenese come castelli,<br />
rocche, torri e borghi. Risulta importante la creazione di reti di collaborazione fra gli o<strong>per</strong>atori ricettivi<br />
e ristorativi del territorio e gli organizzatori degli eventi nella prospettiva di realizzare un circuito di<br />
accoglienza e promozione vantaggioso <strong>per</strong> i fruitori e coerente con gli eventi stessi.<br />
Altre idee di prodotto vengono in questa sede soltanto citate:<br />
• “La Santa Inquisizione e gli strumenti di tortura ed il Museo degli strumenti di tortura”;<br />
• “La calce, la lavorazione del legno e della pietra: la casa nel Medioevo”;<br />
• “L’olio di faggio, l’olio di sasso e le candele: sconfiggere il buio, una fatica del <strong>per</strong>iodo medioevale”.<br />
Il coordinamento degli eventi e dei prodotti già esistenti, nonché di quelli nuovi che possono essere<br />
messi in campo, devono <strong>per</strong>mettere agli o<strong>per</strong>atori dedicati la possibilità di proporre pacchetti turistici di<br />
incoming, addirittura favorendone la costruzione partecipata da parte degli stessi soggetti specializzati<br />
37
(agenzia di viaggio, alberghi e ristoranti, gestori di musei, parchi e castelli, ma anche uffici turistici dei<br />
Comuni, Pro Loco e IAT).<br />
Nuove nicchie turistiche<br />
• Un parco così configurato diventerebbe prodotto interessante <strong>per</strong> il turismo scolastico.<br />
• La presenza di ricche fonti archivistiche, alle quali o<strong>per</strong>atori del settore si mostrano interessati,<br />
potrebbe risultare un’azione innovativa che consentirebbe di portare una piccola nicchia, <strong>per</strong> motivi di<br />
lavoro e di turismo culturale, a passare <strong>per</strong>iodi di tempo più o meno lunghi in Appennino. Tale<br />
iniziativa può avere positivi sviluppi a patto che si trovi il modo di coinvolgere positivamente la Curia<br />
di Modena, che su questo tema sta riflettendo da tempo e su cui sta finalizzando il recu<strong>per</strong>o della Pieve<br />
di Rubbiano;<br />
• La proposta di una o più manifestazioni (cfr. ante), inoltre, intende sviluppare una offerta a favore<br />
degli appassionati di giochi di ruo<strong>lo</strong>.<br />
Nuovi attori<br />
Anche in questo caso la scelta degli attori di riferimento <strong>per</strong> la predisposizione di nuove attività non<br />
può prescindere dalla va<strong>lo</strong>rizzazione degli attori presenti.<br />
Per quanto concerne gli eventi legati ai giochi di ruo<strong>lo</strong>, attore di riferimento non può che essere il club<br />
“Treemme”: associazione no profit nata a Modena nel 1981 con <strong>lo</strong> scopo di va<strong>lo</strong>rizzare, promuovere e<br />
diffondere la cultura dei “giochi intelligenti” (ovvero giochi di ruo<strong>lo</strong>, di simulazione, di strategia, da<br />
tavo<strong>lo</strong> e di carte). Il club attualmente organizza diverse manifestazioni legate al tema dei giochi<br />
intelligenti in cui il gioco di ruo<strong>lo</strong> (in tutte le sue forme; cfr. ante) riveste un ruo<strong>lo</strong> fondamentale, quando<br />
non ne è esso stesso il protagonista indiscusso; ricordiamo, a scopo esemplificativo, la manifestazione più<br />
importante organizzata e promossa dal club Treemme: la ModCon. Questa è la più grande manifestazione<br />
ludica italiana organizzata dai giocatori che, nel corso dei suoi circa tre giorni di a<strong>per</strong>tura (generalmente<br />
nel mese di Settembre), conta regolarmente non meno di 3.500-4.000 ingressi (di giocatori, appassionati<br />
e/o semplici curiosi, provenienti dall’Italia ma anche dall’Estero). La possibilità di poter contare su un<br />
partner così maturo nel mondo dei giochi intelligenti, e più precisamente nel campo dei giochi di ruo<strong>lo</strong>,<br />
risulta fondamentale <strong>per</strong> poter efficacemente organizzare validi eventi di “giochi di ruo<strong>lo</strong> del Medioevo”.<br />
2.3 Parco dei Luoghi dell’Anima<br />
2.3.1. Area dell’ideazione<br />
Breve descrizione dell’idea e sintetiche motivazioni<br />
L’area dell’Appennino Modenese (invero specie quella dell’alto Appennino) è <strong>per</strong>meata da secoli di<br />
storia di fede e di spiritualità cristiana (si vedano in particolare i secoli del Medioevo in cui la cultura<br />
religiosa risulta fondamentale non so<strong>lo</strong> <strong>per</strong> l’identità ma anche <strong>per</strong> l’ordinamento e l’organizzazione<br />
sociale, civile ed economica)<br />
Molte tradizioni e riferimenti <strong>per</strong>mangono anche oggi ravvivati dalle testimonianze storiche, artistiche,<br />
dalle antiche tradizioni agiografiche e culturali, ma soprattutto nella diffusione di comunità religiose e<br />
monastiche che, specie nelle aree più depresse ed isolate del territorio montano, condividono la vita<br />
(spesso difficile) delle popolazioni <strong>lo</strong>cali fornendo occasioni di supporto e raccordo non so<strong>lo</strong> spirituale.<br />
Diverse iniziative (restauri di o<strong>per</strong>e d’arte e di strutture religiose; sistemazione e va<strong>lo</strong>rizzazione dei<br />
sentieri dei pellegrini che avevano nell’area modenese <strong>lo</strong> snodo fondamentale che univa le vie del nord<br />
est e del nord ovest verso Roma; organizzazione di un sistema di ospitalità religiosa e di luoghi di<br />
riflessione, ritiro ed approfondimento spirituale; risco<strong>per</strong>ta e presentazione storica e storiografica dei<br />
luoghi della fede e del <strong>lo</strong>ro va<strong>lo</strong>re <strong>per</strong> la vita tradizionale in montagna) realizzate nella corrispondenza<br />
con la preparazione e <strong>lo</strong> svolgimento del “Grande Giubileo del 2000” possono essere ulteriormente<br />
va<strong>lo</strong>rizzate ed entrare in una proposta turistica/storica e culturale più continua ed integrata.<br />
Tenuto conto di questa forte tradizione cristiano-cattolica del territorio ma anche del magnifico<br />
contesto naturale offerto dall’Appennino modenese ed in particolare dell’alta montagna, del fascino di<br />
alcuni luoghi <strong>lo</strong>ntani dal rumore e dalle città, in grado di trasmettere la vera magia della natura, di<br />
ambienti e tradizioni intatte, genuine e salubri, l’idea <strong>per</strong> la realizzazione di questo parco definito “dei<br />
luoghi dell’anima” è quella di offrire spazi e opportunità del tutto laici all’uomo moderno <strong>per</strong> fermarsi,<br />
38
<strong>per</strong> riconciliarsi con la natura, con gli uomini e con se stesso, <strong>per</strong> riscoprire va<strong>lo</strong>ri e significati basilari<br />
<strong>per</strong> una vita umana consapevole, autentica e piena.<br />
Il Parco dei Luoghi dell’Anima si può quindi pensare come parco diffuso sul territorio che si<br />
caratterizza <strong>per</strong> la capacità di offrire momenti, luoghi, eventi, strutture ed iniziative in grado di “nutrire”<br />
e soddisfare i bisogni dell’anima, troppo spesso dimenticata e non ascoltata nel ve<strong>lo</strong>ce vivere quotidiano.<br />
Un parco in grado di fare pensare adulti ma anche giovani e bambini, su quelli che sono i va<strong>lo</strong>ri veri della<br />
esistenza. Autenticità, responsabilità, impegno, dia<strong>lo</strong>go, equilibrio, riflessione sono so<strong>lo</strong> alcuni dei va<strong>lo</strong>ri<br />
attorno ai quali riflettere/lavorare attraverso la creazione di laboratori, es<strong>per</strong>ienze dirette, <strong>per</strong>corsi,<br />
sentieri, occasioni di incontro e di scambio anche culturale (soprattutto tra culture differenti). Il Parco in<br />
questo modo potrebbe diventare occasione <strong>per</strong> “staccare” dalla vita moderna e rivalutare aspetti quali il<br />
silenzio, la riflessione, l’ascolto, il dia<strong>lo</strong>go e quindi la conoscenza reciproca senza la quale non si può<br />
costruire la pace, l’intercultura, la libertà (di consumo, di scelta), la responsabilità rispetto ai temi<br />
dell’ambiente e della preservazione di un equilibrio anche naturale altamente a rischio, la genuinità<br />
(delle <strong>per</strong>sone, del cibo).<br />
Perché il Parco dei Luoghi dell’Anima costituisca una es<strong>per</strong>ienza riuscita non si può prescindere dal<br />
coinvolgimento delle istituzioni <strong>lo</strong>cali, delle comunità (anche piccole) del territorio e della Diocesi di<br />
Modena e di Reggio Emilia: il Parco non deve <strong>per</strong>seguire il so<strong>lo</strong> va<strong>lo</strong>re di testimonianza storica (anche<br />
eventualmente ricostruendo storie e curiosità relative al ricordo ed ai miti di santi e di pellegrini) e<br />
catalizzare le emergenze artistiche ed architettoniche del tempo che fu, ma deve proporre anche occasioni<br />
di vita reale anche attraverso la s<strong>per</strong>imentazione rispettosa e preparata dei “momenti” e dei “luoghi”<br />
dell’anima e della spiritualità diffusi nell’area ed evocati dalle bellezze naturalistiche ed ambientali “in<br />
grado di avvicinare all’Assoluto” (o, più laicamente, ai va<strong>lo</strong>ri assoluti).<br />
Una delle difficoltà della proposta può quindi risiedere nell’equilibrio tra attrazione e fruizione<br />
turistica e momento (anche ricreativo) ma di riflessione, approfondimento, stacco dalla vita quotidiana –<br />
spesso esas<strong>per</strong>atamente frenetica e materiale – e di fatto, potenzialmente ed implicitamente,<br />
“missionario”.<br />
Confini “semantici” e territoriali; target dei destinatari<br />
Riteniamo significativo contestualizzare il Parco ai territori maggiormente montani dell’Appennino<br />
che sono, usualmente, quelli meno sviluppati e più depressi dal punto di vista economico, ma anche quelli<br />
in cui il tessuto tradizionale e la connettività sociale è più forte ed in cui sono diffuse es<strong>per</strong>ienze religiose<br />
e monastiche di grande significato <strong>per</strong> le comunità <strong>lo</strong>cali e <strong>per</strong> i “fedeli” anche residenti in altre aree più<br />
urbanizzate. Il Parco dei Luoghi dell’Anima potrebbe quindi indubbiamente ricomprendere i Comuni di<br />
Frassinoro (so<strong>lo</strong> a tito<strong>lo</strong> di esempio si vedano le comunità di Madonna di Pietravolta, di Romanoro e di<br />
Fontanaluccia), Montefiorino (si vedano le es<strong>per</strong>ienze di Farneta, Vitriola e di Casola), Fiumalbo,<br />
Riolunato, Palagano (in particolare si veda Boccassuo<strong>lo</strong>), Montecreto, Sestola, Fanano e Montese. Non si<br />
intende precludere la possibilità ad altri territori di fare parte del progetto, purché in relazione a realtà,<br />
attività e proposte estremamente coerenti con l’idea originaria.<br />
I fi<strong>lo</strong>ni di caratterizzazione del Parco, anche al fine di va<strong>lo</strong>rizzare eventi e “prodotti” già esistenti con<br />
alcune limitate ma sostanziali innovazioni possono essere costituiti da:<br />
• il sistema delle vie dei pellegrini: evidenza, sistemazione e segnalazione dei sentieri anche a partire da<br />
quanto già è stato fatto in occasione dell’anno Giubilare ad esempio <strong>per</strong> la Via Francigena, la Via<br />
Bibulca e la Via Romea; punti di ristoro e di ospitalità, luoghi di riflessione e di ritiro, etc.;<br />
• la presenza edificante e la testimonianza dei santi: in molti luoghi della montagna modenese si<br />
contano storicamente presenze, “passaggi” significativi e testimonianze dei maestri della fede so<strong>lo</strong><br />
parzialmente ricostruite e rese evidenti alla collettività. Può risultare di notevole interesse sviluppare<br />
relazioni di scambio e reciproca conoscenza, basate sul culto del<strong>lo</strong> stesso santo e dall’impegno civile<br />
sociale che spesso ne è conseguito, tra tradizioni e <strong>prassi</strong> di realtà e comunità nazionali ed<br />
internazionali;<br />
• le occasioni di ritiro, di riflessione e di approfondimento spirituale: diverse comunità religiose della<br />
montagna sono “a<strong>per</strong>te” <strong>per</strong> es<strong>per</strong>ienze di preghiera, di condivisione, di essenzialità, di fraternità e di<br />
carità: in accordo con i vari ordini e congregazioni e con la Diocesi di Modena e di Reggio Emilia si<br />
potrebbero segnalare questi momenti di possibile relazione con i fedeli interessati o con le <strong>per</strong>sone – ad<br />
esempio giovani e gruppi associativi o di famiglie – alla ricerca di autenticità, ritiro ed<br />
approfondimento. Ovviamente i numeri e l’organizza-zione dei “momenti” non possono prescindere<br />
dalla vita della comunità di riferimento e disponibili. D’altra parte, si potrebbero pensare anche luoghi<br />
e strutture assolutamente laici dove, in uno scenario particolarmente suggestivo dal punto di vista<br />
storico e naturalistico, <strong>lo</strong>ntano dalla frenetica vita moderna, poter insieme o singolarmente prendersi un<br />
39
po’ di spazio e tempo <strong>per</strong> sé, <strong>per</strong> la propria famiglia, la propria associazione o azienda e arricchire la<br />
propria anima attraverso letture, confronti, es<strong>per</strong>ienze, ricerca e fruizione di benessere e di qualità della<br />
vita, etc.;<br />
• la centralità dei grandi va<strong>lo</strong>ri della vita, del comportamento e della felicità dell’uomo. Cicli di<br />
riflessione e di studio (si veda ad esempio la neonata es<strong>per</strong>ienza della “Rocca della Pace” di Sestola),<br />
seminari di confronto e di sensibilizzazione, progetti, azioni ed impegni concreti (in collaborazione tra<br />
più soggetti pubblici e privati dell’area) sui temi della pace, dell’intercultura, del rispetto dell’ambiente<br />
e della natura, del consumo critico e responsabile. Fondamentale ed imprescindibile è la <strong>lo</strong>gica di<br />
coinvolgimento e di dia<strong>lo</strong>go tra culture ed es<strong>per</strong>ienze anche differenti e della ricerca degli spazi di<br />
arricchimento e confronto reciproco ed autentico, va<strong>lo</strong>rizzando e rendendo protagoniste, in un quadro<br />
di indirizzi trasparente e condiviso dalle collettività <strong>lo</strong>cali, ad esempio anche le comunità straniere del<br />
territorio appenninico, le forze sociali e del vo<strong>lo</strong>ntariato, le associazioni, le organizzazioni non<br />
governative, etc. Per raggiungere tali ambiziosi obiettivi risulta importante la condivisione e la<br />
proposta di possibili “ponti” e veicoli di dia<strong>lo</strong>go, quali le tradizioni e le espressioni artistiche, musicali<br />
e gastronomiche e le altre forme tipiche della cultura umana;<br />
• le feste, le sagre e le leggende a “sfondo” tradizionale e religioso: molto numerose, sono in grado di<br />
costituire una attrattiva <strong>per</strong> un turismo meno strutturato e più di svago, che potrebbe avere una minore<br />
identità e profondità, ma maggiori legami ad esempio con il turismo enogastronomico e naturalistico;<br />
questo fi<strong>lo</strong>ne seppure di maggiore significato numerico e commerciale deve tuttavia essere<br />
attentamente valutato: so<strong>lo</strong> se esistono e sono fortemente sviluppati gli altri quattro sistemi di proposte,<br />
questo “pacchetto” può essere integrato all’interno del parco culturale, in caso contrario rischia di<br />
snaturare il fondamento interiore ed es<strong>per</strong>ienziale che costituisce il punto di forza del Parco dei Luoghi<br />
dell’Anima. Anche nella scelta degli eventi e delle sagre è opportuna una scelta oculata, non ridondante<br />
e non frastornante o distraente chi ricerca spiritualità ed autenticità. In sostanza, tra i quattro grandi<br />
insiemi tematici, questo è quel<strong>lo</strong> da cui si può eventualmente prescindere.<br />
In sostanza si può quindi pensare ad una mappa dei luoghi della spiritualità (presenti e passati,<br />
naturali e costruiti dall’uomo, evocativi o da vivere), dei <strong>per</strong>corsi fisici e teorici (compresi quelli di<br />
studio, ricerca, scambio ed intervento sui va<strong>lo</strong>ri dell’uomo comuni a culture diverse), dei pellegrinaggi (a<br />
partire dalle antiche vie dei pellegrini) ed un cartel<strong>lo</strong>ne di occasioni di approfondimento spirituale (ritiri,<br />
proposte scientifiche e religiose, campi educativi, comunità “a<strong>per</strong>te”, etc,) e di eventi turistico-ricreativi a<br />
“sfondo” tradizionale e religioso a diretto contatto con la natura e la bellezza ambientale del territorio di<br />
riferimento.<br />
2.3.2. Area del contesto<br />
Va<strong>lo</strong>ri di riferimento<br />
• Fede ed es<strong>per</strong>ienza cattolica;<br />
• Tradizione sociale e familiare;<br />
• Carità e solidarietà verso i poveri;<br />
• Autenticità, Libertà, Responsabilità, Riflessione<br />
Eventi esistenti emersi sulla base del censimento documentale sulla base delle interviste e degli<br />
incontri sul campo – esempi<br />
Esempi di eventi esistenti emersi sulla base del censimento documentale e delle interviste ed incontri sul campo – Parco dei<br />
Luoghi dell’Anima<br />
Evento Luogo Tempo Note esplicative<br />
“Via Crucis<br />
vivente”<br />
Frassinoro<br />
“Via Crucis” Fiumalbo<br />
“Echi<br />
Musicali”<br />
Intero<br />
Appennino<br />
Venerdì<br />
Santo<br />
(ogni tre<br />
anni)<br />
Venerdì<br />
Santo<br />
Da<br />
Giugno<br />
Rievocazione storica, tenuta a partire dal 1904 a<br />
Frassinoro, su tradizione del XVII sec.<br />
Serata del Venerdì Santo - Solenne processione con il<br />
Cristo morto <strong>per</strong> le vie del paese<br />
Rassegna estiva di concerti su tutto il territorio della<br />
provincia di Modena.<br />
40
“Armonie fra<br />
musica e<br />
architettura”<br />
“Festa di<br />
Sant’Antonio”<br />
Percorso su<br />
“I sentieri della<br />
Luce”<br />
“Donazione ad<br />
Anselmo”<br />
“Canto del<br />
Maggio”<br />
“Animazione e<br />
laboratori <strong>per</strong> i<br />
bambini”<br />
“Una montagna<br />
di storie.<br />
Lettura e<br />
animazioni<br />
delle<br />
biblioteche del<br />
Frignano”<br />
“Le regioni dei<br />
suoni”<br />
(Appennino in<br />
scena)<br />
“Note d’autore”<br />
“Festa di San<br />
Tommaso”<br />
“Festa della<br />
Madonna del<br />
Trogolino”<br />
“Festa di San<br />
Giacomo”<br />
“Festa<br />
parrocchiale di<br />
San Giacomo”<br />
“Note<br />
d’Agosto”<br />
“Serata<br />
astronomica:<br />
Pavul<strong>lo</strong>,<br />
Fanano,<br />
Sestola, Zocca,<br />
Serramazzoni,<br />
Marano, Lama<br />
Mocogno,<br />
Montese,<br />
Palagano,<br />
Frassinoro,<br />
Fiumalbo,<br />
Montefiorino,<br />
Pievepelago,<br />
Riolunato<br />
Frassinoro<br />
Montefiorino e<br />
Frassinoro<br />
Fanano<br />
(Ospitale)<br />
Frassinoro<br />
Lama<br />
Mocogno<br />
Area Comunità<br />
Montana del<br />
Frignano<br />
Polinago<br />
(Gombola)<br />
Zocca<br />
(Montalto<br />
Vecchio)<br />
Montefiorino<br />
(Farneta)<br />
Montecreto<br />
ad Agosto<br />
Da<br />
Giugno a<br />
Settembre<br />
19<br />
Giugno<br />
27<br />
Giugno<br />
Luglio<br />
Luglio ed<br />
Agosto<br />
Luglio ed<br />
Agosto<br />
Luglio ed<br />
Agosto<br />
Da Luglio<br />
a<br />
Settembre<br />
Luglio<br />
Rassegna musicale e concertistica nelle chiese della<br />
provincia di Modena. Per l’area appenninica ad esempio<br />
le chiese di Renno, di Marano, di Coscogno, di Semelano,<br />
di Vesale, di Santa Giulia a Monchio, di Lama Mocogno,<br />
di Fiumalbo, di Fellicaro<strong>lo</strong>, di Festà, di Vitriola, di<br />
Roccapelago, di Sestola, di Maserno, di Ospitaletto, di<br />
Riolunato, di Monteombraro, di Olina, di Pompeano,<br />
l’oratorio di Sant’Anna di Fanano<br />
Escursione <strong>per</strong> raggiungere l’antico borgo abbandonato di<br />
Sant’Antonio in occasione della tradizionale festa del<br />
patrono<br />
Escursione guidata ri<strong>per</strong>correndo il cammino dei<br />
viandanti e dei pellegrini medievali da San Pellegrino in<br />
Alpe a Montefiorino attraverso la Via Bibulca<br />
La rievocazione storica è biennale Localizzata all’interno<br />
del <strong>per</strong>corso dei pellegrini (Via Romea), prevede corteo di<br />
arti e mestieri, vestizione di frate Anselmo che fondò un<br />
ospizio a Ospitale ed il grande cenobio di Nonantola<br />
Tra le proposte coerenti:<br />
- Romanoro: “I fidi Amanti di Battista Dieci”, a cura della<br />
Compagnia Val Do<strong>lo</strong>;<br />
- Frassinoro, piazza abbazia: “Maggio Epico”, a cura della<br />
Compagnia Val Do<strong>lo</strong>;<br />
- Romanoro: “Maggio Epico”, a cura della Compagnia<br />
Val Do<strong>lo</strong>;<br />
- Pietravolta: “ Marzo 1944 di Marco Piacentini”, a cura<br />
della Nuova Compagnia del Maggio di Frassinoro.<br />
- Romanoro: “Amore infinito di Dieci Battista”, a cura<br />
della Compagnia Giovani di Romanoro<br />
- Frassinoro: “Maggio” presentato dalla Nuova<br />
Compagnia del Maggio di Frassinoro<br />
- Romanoro: “Giornata conclusiva della rassegna<br />
popolare”<br />
Si vedano in particolare i laboratori di ascolto musicale e<br />
di manipolazione, a stretto contatto con la natura.<br />
Iniziative proposte nell’ambito di “Lama estate”<br />
Storie, letture ed animazioni nelle biblioteche del<br />
Frignano <strong>per</strong> bambini e <strong>per</strong> le <strong>lo</strong>ro famiglie alla sco<strong>per</strong>ta<br />
di storie, parole, simboli, creazioni, immagini e musica<br />
Rassegna di musica tradizionale con tre eventi:<br />
- “Canti di terra, suoni di festa” (Barbaràn)<br />
- “Cantu” (Fratelli Mancuso)<br />
- “Folk Festival”<br />
Concerto di musica polifonica e poesia rinascimentale<br />
presso la chiesa di San Giorgio. A cura dell’Associazione<br />
Italia Nostra<br />
3 Luglio Sagra religiosa parrocchiale<br />
Primo<br />
sabato e<br />
domenica<br />
di Luglio<br />
Festa tradizionale che comprende il Palio degli Asini.<br />
Già all’interno del Programma “Cimone….Montagna<br />
Dolce e Dinamica 2004”<br />
Fanano 25 Luglio Sagra religiosa parrocchiale<br />
Montese (San<br />
Giacomo)<br />
Agosto Sagra religiosa parrocchiale<br />
Guiglia Agosto Presso il Castel<strong>lo</strong> di Guiglia, concerto di musica lirica.<br />
Montese Agosto<br />
Iniziativa guidata <strong>per</strong> l’osservazione della volta celeste, in<br />
contesto suggestivo<br />
41
osserviamo<br />
insieme le<br />
costellazioni”<br />
“Giovani in<br />
Musica...Festa<br />
della Libertà”<br />
“Sagra<br />
Parrocchiale<br />
della Beata<br />
Vergine del<br />
Rosario”<br />
“Festa di San<br />
Barto<strong>lo</strong>meo”<br />
“Sagra di<br />
Semelano”<br />
“La notte delle<br />
stelle”<br />
“Sagra della<br />
Madonna della<br />
neve”<br />
“Fiaccolata<br />
della Madonna<br />
della Neve”<br />
“Festa<br />
Madonna della<br />
neve”<br />
“Festa<br />
Parrocchiale di<br />
San Lorenzo”<br />
“Sagra di San<br />
Lorenzo”<br />
“Concerto di<br />
San Lorenzo”<br />
“Festa<br />
Parrocchiale di<br />
S. Rocco”<br />
“Sagra di San<br />
Rocco”<br />
“Sagra del<br />
Patrono San<br />
Barto<strong>lo</strong>meo”<br />
“Iniziative della<br />
Rocca di pace”<br />
“Festa della<br />
Madonna della<br />
cintura”<br />
“Presepio<br />
Vivente”<br />
Zocca (Monte<br />
San Giacomo) Agosto<br />
Marano sul<br />
Panaro<br />
(Ospitaletto)<br />
Guiglia<br />
(Gainazzo)<br />
Montese<br />
(Semelano)<br />
Fanano (Croce<br />
Arcana,<br />
Ospitale)<br />
Frassinoro<br />
(Madonna di<br />
Pietravolta)<br />
Guiglia<br />
(Samone)<br />
Pievepelago<br />
(comprensorio<br />
Cimone)<br />
Marano sul<br />
Panaro<br />
Musica, enogastronomia, sport tradizionali, osservazione<br />
stelle a cura della Consulta Giovani.<br />
Agosto Sagra religiosa parrocchiale<br />
Agosto Sagra religiosa parrocchiale<br />
Agosto Sagra religiosa parrocchiale<br />
Agosto Osservazione volta celeste guidata<br />
5 Agosto Sagra religiosa parrocchiale<br />
5 Agosto<br />
Sagra religiosa parrocchiale con Concerto del Corpo<br />
Bandistico di Samone<br />
5 Agosto Celebrazione religiosa con escursione al monte Cimone<br />
7 - 10<br />
Agosto<br />
Sagra religiosa parrocchiale<br />
Frassinoro 10 Agosto Sagra religiosa parrocchiale<br />
Montese 10 Agosto Musica in contesto evocativo<br />
Marano sul<br />
Panaro (Festà)<br />
13 – 16<br />
Agosto<br />
Sagra religiosa parrocchiale<br />
Pievepelago 15-16 Popolare festa paesana con mostra d’epoca, musica,<br />
(Roccapelago) Agosto gastronomia ed intrattenimenti<br />
In questa occasione, la notte della vigilia, 23 Agosto,<br />
Fiumalbo 24 Agosto<br />
viene ripetuta ormai da secoli l’illuminazione del paese e<br />
dei luoghi circostanti (fino al letto del fiume) a fiamma<br />
viva; processione <strong>per</strong> le vie del paese.<br />
Ampio insieme di iniziative, del tutto coerente con la<br />
proposta del parco comprendente convegni, teatro,<br />
Sestola<br />
11 – 12<br />
Settembre<br />
Prima<br />
musica, danze, poesia, riflessioni e celebrazioni sul tema<br />
della pace. Costituiscono il lancio e le prime iniziative<br />
dell’attività della Rocca di pace di Sestola, ubicata<br />
all’interno del castel<strong>lo</strong> (cfr. anche infra).<br />
Sestola<br />
(Roncoscaglia)<br />
domenica<br />
di<br />
Settembre<br />
Sagra religiosa parrocchiale<br />
Due edizioni (a Dicembre e nei primi di Gennaio) ogni<br />
Fiumalbo<br />
Dicembre due anni. Tradizionale interpretazione della Natività con i<br />
e Gennaio figuranti che <strong>per</strong> le vie del paese mostrano gli antichi e<br />
tradizionali mestieri<br />
Prodotti esistenti emersi sulla base del censimento documentale e delle interviste ed incontri sul<br />
campo - esempi<br />
La tabella che segue presenta la mappatura dell’offerta <strong>per</strong>manente (i “prodotti”) coerente con la<br />
proposta di Parco, ottenuta sempre dall’analisi delle fonti documentali riportate nell’Appendice<br />
Metodo<strong>lo</strong>gica e sulla base di numerose riunioni intercorse con o<strong>per</strong>atori pubblici e privati, nonché grazie<br />
agli incontri con i giovani delle scuole su<strong>per</strong>iori dell’Appennino.<br />
Esempi di prodotti esistenti emersi sulla base del censimento documentale e delle interviste ed incontri sul campo – Parco dei<br />
Luoghi dell’anima<br />
42
Prodotto Tipo<strong>lo</strong>gia Luogo Note esplicative<br />
“Itinerando<br />
2004”<br />
Itinerari e punti<br />
di interesse<br />
Alto<br />
Appennino<br />
Modenese<br />
Itinerari<br />
etnografici del<br />
Parco dell’Alto<br />
Appennino<br />
Modenese<br />
“La selva<br />
tenebrosa e le<br />
acque di San<br />
Geminiamo”<br />
“Passaggi e<br />
paesaggi.<br />
Itinerari<br />
dell’Appennino<br />
modenese”<br />
Sentiero<br />
matildico<br />
Via Bibulca<br />
Via Romea –<br />
Nonantolana<br />
“Ecomusei<br />
della Comunità<br />
Montana<br />
Appennino<br />
Modena Est”<br />
“Visita guidata<br />
al museo di<br />
arte sacra di<br />
Fiumalbo”<br />
Cascate del<br />
Bucamante<br />
Museo storico<br />
della Rocca<br />
Museo del<br />
castagno<br />
Programma di<br />
passeggiate<br />
ed escursioni<br />
Itinerari<br />
naturalistici<br />
Itinerari<br />
tematici e<br />
culturali<br />
Itinerario<br />
naturalistico<br />
Itinerari<br />
naturalistici,<br />
storici,<br />
artistici,<br />
enogastronom<br />
ici<br />
Itinerario<br />
storico<br />
Itinerario<br />
storico -<br />
religioso<br />
Itinerario<br />
storico -<br />
religioso<br />
Itinerari<br />
tematici<br />
Itinerario<br />
storico e<br />
culturale<br />
Itinerario<br />
naturalistico<br />
Marano sul<br />
Panaro;<br />
Guiglia;<br />
Zocca;<br />
Montese<br />
Frassinoro;<br />
Fiumalbo;<br />
Pievepelago<br />
Frassinoro;<br />
Fiumalbo;<br />
Sestola;<br />
Fanano;<br />
Pievepelago<br />
Frassinoro;<br />
Pievepelago<br />
Appennino<br />
Modenese<br />
Ponte di<br />
Cadegnano;<br />
Romanoro;<br />
Gazzano; S.<br />
Pellegrino in<br />
Alpe<br />
Per l’area<br />
appenninica:<br />
Comuni di<br />
Palagano,<br />
Montefiorino<br />
e Frassinoro<br />
Per l’area<br />
appenninica:<br />
Comuni di<br />
Marano sul<br />
Panano,<br />
Pavul<strong>lo</strong> nel<br />
Frignano,<br />
Sestola,<br />
Fanano<br />
Guiglia,<br />
Marano,<br />
Montese e<br />
Zocca<br />
Fiumalbo<br />
Serramazzoni<br />
(Granaro<strong>lo</strong>)<br />
Museo Montese<br />
Museo<br />
Zocca<br />
(Ospitale di<br />
S. Giacomo)<br />
Passeggiate ed escursioni animate, organizzate su un<br />
calendario di più mesi. Vedasi anche tab. 2.10.<br />
Tra i <strong>per</strong>corsi promossi con una serie di opuscoli e<br />
cartine numerate: 1) Le Maccherie; 2) Prati di San<br />
Giminiano; 3) Passo delle Radici e San pellegrino in<br />
Alpe; 4) Monte Spicchi e Monte Albano; 5) Passo del<br />
Saltel<strong>lo</strong>; 6) Valle del Rio Fontanacce; 7) Logacci della<br />
Porticciola e Lago di Crocette; 8) Monte Nuda; 9) Pian<br />
dei Remi; 10) Monte Giovo; 11) Lago Santo; 12 Lago<br />
Baccio; 13) Monte Rondinaio; etc.<br />
12) La Transumanza (Pievepelago); 13) Le Capanne<br />
Celtiche e la Via Vandelli (Pievepelago); 16) La vita in<br />
Montagna nel seco<strong>lo</strong> scorso (Fanano); 22) S. Geminiano<br />
e la Bibulca (Frassinoro); 23) Gli antichi Borghi e il<br />
Santuario (Pievepelago)<br />
Promosso dalla pubblicazione “Modena, una provincia<br />
di scoprire” a cura della Provincia di Modena.<br />
21 itinerari organizzati in 6 grandi sezioni (2 di Natura,<br />
3 di Storia, 1 di sapori e Tradizioni) molti dei quali<br />
coerenti con la presente proposta di Parco.<br />
Nell’ambito dell’opusco<strong>lo</strong> “Sentieri della Luce”, a cura<br />
della Provincia di Modena<br />
Nell’ambito dell’opusco<strong>lo</strong> “Sentieri della Luce”, a cura<br />
della Provincia di Modena<br />
Nell’ambito dell’opusco<strong>lo</strong> “Sentieri della Luce”, a cura<br />
della Provincia di Modena<br />
Itinerari tematici descritti nel portale turistico della<br />
Comunità montana Modena Est, con elenco siti, <strong>lo</strong>ro<br />
sintetica descrizione e immagini degli stessi. Tra le<br />
proposte più coerenti con la presente idea di Parco:<br />
- il sistema dell’arte e della devozione dal romanico al<br />
‘700<br />
- castelli e borghi<br />
- il sistema della natura e dell’acqua<br />
Promosso dalla Provincia di Modena nell’ambito di<br />
“Agenda 2003-2004 Itinerari didattici” propone il tema<br />
“L'arte sacra a Fiumalbo fra passato e presente”<br />
Organizzato, reso fruibile e promosso dal GAL<br />
Molte delle proposte sono attinenti al tema del Parco,<br />
quali ad esempio “Giganti protetti” a cura di IBC<br />
Organizza serate a tema alcune coerenti con il tema:<br />
osservazione delle stelle, diapositive di natura e<br />
architettura, erbe selvatiche, etc.<br />
43
Museo<br />
etnografico<br />
provinciale<br />
“Don<br />
Pellegrini”<br />
Museo di arte<br />
sacra<br />
Museo della<br />
Resistenza di<br />
Montefiorino<br />
Oratorio di<br />
Cavola;<br />
Canonica di<br />
Montetortore;<br />
Chiesa di<br />
Monte della<br />
Riva; Oratori<br />
di Monteforte e<br />
di Riva<br />
“Rocca di<br />
Pace”<br />
Pieve di<br />
Rubbiano<br />
Pieve di Santa<br />
Giulia, Palazzo<br />
dei Conti<br />
Sabattini<br />
(privato),<br />
Oratorio di<br />
Palagano<br />
Castel<strong>lo</strong> di<br />
Guiglia<br />
Museo<br />
Frassinoro<br />
(San<br />
Pellegrino in<br />
Alpe)<br />
Museo Fiumalbo<br />
Museo Montefiorino<br />
Strutture<br />
segnalate<br />
idonee alla<br />
realizzazione<br />
dell’idea<br />
progettuale<br />
Centro di<br />
ricerca e<br />
formazione<br />
Struttura<br />
segnalata<br />
idonea<br />
all’idea<br />
progettuale<br />
Strutture<br />
segnalate<br />
idonee<br />
all’idea<br />
progettuale<br />
Struttura<br />
segnalata<br />
idonea<br />
all’idea<br />
progettuale<br />
Zocca<br />
Sestola<br />
Montefiorino<br />
(Rubbiano)<br />
Palagano<br />
Guiglia<br />
Si svolge nel millenario ospedale di San Pellegrino e<br />
raccoglie oltre 4000 oggetti tra suppellettili, manufatti,<br />
elementi di arredo domestico e attrezzi di lavoro<br />
appartenenti alla civiltà contadina dell'Appennino tosco-<br />
emiliano<br />
Correlato alla proposta esiste un itinerario didattico fisso<br />
dal tito<strong>lo</strong> “L'arte sacra a Fiumalbo fra passato e<br />
presente”, cfr. ante. Sono organizzati anche visite<br />
guidate <strong>per</strong> <strong>per</strong>iodi temporanei, quali ad esempio<br />
“Aspetti e segni della liturgia post-tridentina”<br />
Unitamente alla proposta museale, sono in via di<br />
completamento:<br />
- la guida storica al Museo della Resistenza di<br />
Montefiorino;<br />
- l’allestimento e potenziamento dell’aula didattica del<br />
museo<br />
Sono “luoghi dell’anima” dove risulta possibile, in<br />
accordo con gli enti <strong>lo</strong>cali e le società d’area del<br />
territorio, sviluppare il tema della riflessione sui va<strong>lo</strong>ri<br />
umani e di stacco e di ritiro dalla vita frenetica<br />
La Rocca di Pace recentemente inaugurata si pone come<br />
centro di ricerca, riflessione, sensibilizzazione sui temi<br />
della pace e dell’intercultura. Coinvolge Enti Locali,<br />
Università, associazioni di vo<strong>lo</strong>ntariato e culturali e<br />
punta ad una più ampia diffusione.<br />
Per i progetti futuri sulla struttura cfr. anche tab. 2.13.<br />
Luogo in un contesto stupendo <strong>per</strong> ritiro e meditazione,<br />
con ricco patrimonio archivistico. Per i progetti futuri<br />
sulla struttura cfr. anche tab. 2.13.<br />
Sono “luoghi dell’anima” dove risulta possibile<br />
sviluppare il tema della riflessione sui va<strong>lo</strong>ri umani e di<br />
stacco e di ritiro dalla vita frenetica<br />
Contesto evocativo con un programma di animazione<br />
che potrebbe essere arricchito con proposte sui temi<br />
della riflessione sui va<strong>lo</strong>ri dell’uomo<br />
Nicchie turistiche esistenti<br />
• Turismo religioso;<br />
• Gruppi che fruiscono di strutture di accoglienza come canoniche e campi.<br />
Attori da coinvolgere<br />
Relativamente alla promozione e comunicazione del Parco, i soggetti da cui occorre sostegno sono gli<br />
stessi già individuati <strong>per</strong> il Parco della Sostenibilità, unitamente all’imprescindibile supporto e<br />
condivisione delle Diocesi di Modena e di Reggio Emilia (quest’ultima in particolare <strong>per</strong> l’area di<br />
Frassinoro).<br />
Per quanto concerne alcuni soggetti segnalati, in base agli incontri ad oggi svolti sul territorio, tra gli<br />
attori importanti <strong>per</strong> la gestione dei prodotti <strong>per</strong>manenti e coerenti del Parco e nell’organizzazione di<br />
eventi, devono essere ricompresi: la Provincia di Modena e le tre Comunità Montane, la Curia di Modena<br />
e di Reggio Emilia e le comunità religiose e parrocchiali dell’area, il Parco dell’Alto Appennino<br />
Modenese, il Parco dei Sassi di Roccamalatina, il Consorzio “Valli del Cimone”, “Promappennino” e<br />
“Valli del Dragone – Informazioni turistiche Comunità Montana Appennino Modena Ovest”, il “GAL<br />
Antico Frignano ed Appennino Reggiano”, la società di area “la Nuova Sestola ok” e l’associazione <strong>per</strong> la<br />
44
promozione turistica Fanano è, le Pro-Loco di Frassinoro e di Piandelagotti, la Pro Loco di Guiglia, di<br />
Pievepelago, di Montecreto, di Pavul<strong>lo</strong> nel Frignano, di Serramazzoni, il “Circo<strong>lo</strong> il Frignano” di Pavul<strong>lo</strong><br />
nel Frignano, la “Confraternita di S. Barto<strong>lo</strong>meo”, l’onlus “Auxilium” di Fiumalbo, l’associazione<br />
“Comitato Presepio Vivente” di Fiumalbo, le “Confraternite dei Neri, dei Rossi e dei Turchini” di<br />
Fanano; “ERT Emilia-Romagna Teatro”, “Ideanatura” di Monchio di Palagano, l’associazione <strong>per</strong><br />
l’ambiente e la cultura “Il ponte” e la società “Aria A<strong>per</strong>ta” che offre servizi professionali <strong>per</strong> il settore<br />
del turismo naturalistico e dell’educazione ambientale di Gombola (Polinago), la “Compagnia dell’asino<br />
che porta la croce” (musica medievale), “Pìvari trio” (musica tradizionale), e più in generale referenti,<br />
mezzi, e la fruibilità di sentieri, ostelli, musei, pievi e chiese, rocche, castelli ed altri beni artistici e<br />
culturali da parte dei Comuni di tutto l’arco appenninico e delle Diocesi di Modena e Reggio Emilia.<br />
Fondamentale risulterà il coinvolgimento delle comunità religiose e monastiche diffuse sul territorio di<br />
Frassinoro, Montefiorino, Palagano, Pievepelago, Fiumalbo, Sestola, Montecreto, Riolunato, Fanano e<br />
Montese.<br />
Di grande significato ed importanza appare la collaborazione con la “Rocca di Pace, un laboratorio<br />
<strong>per</strong>manente di ricerca e formazione e con associazioni di vo<strong>lo</strong>ntariato ed organizzazioni non governative<br />
dotate di sedi, progetti ed attività nella montagna modenese, oltre che con le comunità straniere dell’area.<br />
2.3.3. Area dell’innovazione<br />
Va<strong>lo</strong>ri non tradizionali previsti<br />
• Ritiro, discernimento, riflessione;<br />
• Dia<strong>lo</strong>go ed a<strong>per</strong>tura al diverso.<br />
Nuovi eventi e nuovi prodotti<br />
Il Parco del Luoghi dell’Anima si presta ad alcune limitate proposte di rivisitazione dell’offerta<br />
esistente rivolte sia ad eventi turistici (preferibilmente a sistemi coerenti di eventi), che ad ulteriori<br />
prodotti. L’innovazione in questa sede presentata riguarda quindi non tanto l’invenzione di nuove idee ed<br />
opportunità, quanto da una parte la sistematizzazione e rimodulazione di spazi, <strong>per</strong>corsi ed es<strong>per</strong>ienze già<br />
in atto o in potenza sul territorio, dall’altra la spinta culturale – del tutto legata alle finalità ed ai requisiti<br />
del presente progetto – a riscoprire le tradizioni, le testimonianze ed i va<strong>lo</strong>ri del territorio, ad integrarli, e,<br />
soprattutto, ad aprirne l’accesso, <strong>lo</strong> scambio e la fruizione all’esterno. Tra le proposte di sistema<br />
caratterizzate dai ricordati elementi di innovazione possiamo quindi citare;<br />
• Un “va<strong>lo</strong>re” dell’umanità come fi<strong>lo</strong> conduttore del sistema di offerta del parco (cicli di incontri e<br />
riflessioni, <strong>per</strong>corsi ed itinerari, animazioni coerenti, manifestazioni artistiche, etc.). Lo schema di<br />
riferimento è simile a quel<strong>lo</strong> del “Festival della Fi<strong>lo</strong>sofia” che si tiene nella provincia modenese (a<br />
Modena, Carpi e Sassuo<strong>lo</strong>) che ogni anno sceglie una parola/categoria chiave intorno cui viene<br />
organizzato tutto l’evento, della durata di tre giorni, nelle sue articolate e ricche proposte (lezioni<br />
magistrali, conferenze, spettacoli, giochi ed animazioni <strong>per</strong> bambini, mercatini, menù tipici, etc.). Nei<br />
quattro anni di es<strong>per</strong>ienza i temi sono stati la felicità, la bellezza, la vita, il mondo. Sulla scorta di<br />
questa formula aggregante, l’idea è <strong>per</strong>ò quella di diluire e diffondere l’offerta sul territorio della<br />
montagna e nel tempo (proposta annuale, volta ad ampliare tra l’altro la stagione turistica, con<br />
un’offerta specificamente culturale). Di grande interesse risulta comunque il confronto con l’es<strong>per</strong>ienza<br />
del “Festival della Fi<strong>lo</strong>sofia” <strong>per</strong> contiguità territoriale e soprattutto di finalità progettuale (ovviamente<br />
con l’umile consapevolezza di relazionarsi con un progetto già affermato che ha ormai assunto un<br />
importanza nazionale ed internazionale, con una specificità culturale/organizzativa unica e con una<br />
formula di successo non ripetibile). Tra i va<strong>lo</strong>ri emersi, anche rispetto alle iniziative già presenti ed alle<br />
tradizioni e storie <strong>lo</strong>cali, possiamo ad esempio citare (cfr. anche ante) la pace, la memoria, la<br />
responsabilità ed il dia<strong>lo</strong>go.<br />
• I tempi, momenti e luoghi dell’anima: calendario annuale di occasioni spirituali (in relazione ed in<br />
accordo con le Diocesi di Modena e Reggio Emilia) di incontri, ritiri, approfondimenti, vita<br />
comunitaria “a<strong>per</strong>ta”, es<strong>per</strong>ienze di servizio, etc. Si potrebbero pensare alcune tematiche comuni<br />
correlate al fi<strong>lo</strong> conduttore <strong>per</strong> tutta l’area (cfr. ante). A questa proposta può essere collegata<br />
l’organizzazione complessiva del sistema delle antiche vie dei pellegrini ed i contatti con le vie che<br />
escono dal Parco, segnalando in modo capillare <strong>per</strong> l’area dell’Alto Appennino i luoghi della<br />
spiritualità, le strutture di accoglienza e di ristoro adeguate <strong>per</strong> la ricerca del pellegrino; i momenti<br />
“forti” di vita dell’anno liturgico e religioso nelle varie realtà territoriali, i momenti di studio-preghieraconfronto-vita<br />
comunitaria del territorio, etc.<br />
• Il <strong>per</strong>corso dei santi: <strong>per</strong>corsi storici, fisici (riscoprendo gli itinerari ed i luoghi in cui si sono<br />
45
soffermati ed in cui hanno vissuto), culturali (riscoprendo ed organizzando gli scritti ed i contributi di<br />
crescita sociale e comunitaria lasciati, etc), edificanti (riscoprendo i va<strong>lo</strong>ri, le azioni, le leggende ed i<br />
miti, le testimonianze di natura “educativa” e “missionaria” o di annuncio, etc.). Ricorrente è nella<br />
montagna modenese il culto di alcuni santi (San Rocco, San Pellegrino, Sant’Anselmo, San Giacomo,<br />
San Barto<strong>lo</strong>meo, Santa Lucia, Sant’Agata, etc.) da cui potrebbe essere avviata la proposta tematica. Da<br />
considerare inoltre è il tema del gemellaggio e del<strong>lo</strong> scambio culturale, es<strong>per</strong>ienziale (e turistico) tra<br />
comunità italiane ed estere che hanno <strong>lo</strong> stesso patrono e/o venerano <strong>lo</strong> stesso santo.<br />
• I ponti tra le culture: nella ricerca dei va<strong>lo</strong>ri “umani” e della vita “autentica” si ritiene si possano<br />
riscoprire i momenti di dia<strong>lo</strong>go e confronto positivo tra culture diverse, che, soprattutto nel recente<br />
presente, vivono <strong>per</strong>ico<strong>lo</strong>se e rigide contrapposizioni. Pare importante la proposta, in accordo con la<br />
popolazione <strong>lo</strong>cale del territorio, di costruire occasioni di scambio, reciprocità culturale e comunque di<br />
a<strong>per</strong>tura alle comunità straniere presenti in montagna, tra religioni e storie diverse con la finalità di<br />
serio approfondimento conoscitivo e di costruzione di consapevolezza. Ancora una volta il riferimento<br />
potrebbe essere al va<strong>lo</strong>re guida del sistema di offerta del Parco (cfr. ante), mentre come ricordato, assai<br />
utili <strong>per</strong> l’obiettivo interculturale esplicitato risultano gli scambi di forme artistiche (musica e pittura in<br />
primis) e tradizionali.<br />
• La musica dell’anima, ovvero la musica della storia e delle tradizioni culturali <strong>lo</strong>cali. In primo luogo<br />
si potrebbero riscoprire in questo senso le radici e le identità dell’area del parco. In seconda istanza ed<br />
in accordo con quanto già presente (cfr. anche par. 2.6.), si potrebbero riproporre ed organizzare ex<br />
novo, in contesti naturali ed artistici evocativi, cicli di concerti e di spettacoli musicali, anche a<strong>per</strong>ti a<br />
culture ed es<strong>per</strong>ienze <strong>lo</strong>ntane.<br />
• Le es<strong>per</strong>ienze e le strade della spiritualità, ipotizzando alcune occasioni specifiche (tre o quattro<br />
l’anno) in cui proporre, grazie al contributo di es<strong>per</strong>ti, itinerari di spiritualità attraverso ad esempio la<br />
bellezza della natura, la bellezza dell’arte, la bellezza delle “creature” (terra, animali, paesaggi, boschi,<br />
acqua e fiumi, etc), l’azione dell’uomo lungo i secoli, etc.<br />
• Gli stage e le es<strong>per</strong>ienze <strong>formative</strong> in luoghi evocativi. Sempre più alta è la richiesta di imprese,<br />
manager, professionisti e pubbliche amministrazione di fruire di luoghi “tranquilli” <strong>per</strong> qualche giorno<br />
dove potere aggiornarsi, riflettere o stabilire strategie future <strong>lo</strong>ntano dal traffico e dal luogo lavorativo<br />
quotidiano. L’idea è quindi di costruire un pacchetto di offerta che ricomprenda strutture coerenti in<br />
grado di accogliere, ospitare, fornire gli strumenti necessari al<strong>lo</strong> stage in risposta a tali richieste ed<br />
eventualmente anche animare il tempo libero degli ospiti attraverso <strong>per</strong>corsi nella natura, sport non<br />
tradizionali, proposte di cucina tipica, etc.<br />
• L’attivazione di laboratori sensoriali rivolti a bambini e giovani, in grado di riattivare emozioni<br />
positive <strong>per</strong> l’anima attraverso il recu<strong>per</strong>o e la va<strong>lo</strong>rizzazione di sapori, odori, prodotti, suoni della<br />
natura a volte dimenticati o mai considerati nella <strong>lo</strong>ro semplicità e grande bellezza. Ecco al<strong>lo</strong>ra<br />
l’attivazione di possibili laboratori creativi (lavorazione della carta, della ceramica, della pietra, etc.),<br />
attività con i prodotti del bosco, guida attraverso sentieri e <strong>per</strong>corsi in cui apprezzare profumi e suoni<br />
della natura.<br />
• La proposta di pacchetti didattici da rivolgere alle scuole rispetto ai temi direttamente connessi ai<br />
va<strong>lo</strong>ri di riferimento, attivazione di lavori di gruppo, concorso a premi nelle scuole <strong>per</strong> <strong>lo</strong> svolgimento<br />
di un tema proposto (pace, intercultura, naturalità, etc.)<br />
Come vedremo dalle successive schematizzazioni relative a quanto emerso dagli incontri sul capo, le<br />
nuove proposte di eventi e di prodotti risultano in toto riconducibili a quanto indicato sopra sull’offerta<br />
complessiva del parco.<br />
Nuovi eventi emersi sulla base degli incontri e delle interviste sul campo – Parco dei Luoghi dell’anima<br />
Evento Luogo Tempo Note esplicative<br />
“Via Crucis” Frassinoro<br />
“Fiera dei<br />
prodotti<br />
bio<strong>lo</strong>gici”<br />
“Festa di San<br />
Barto<strong>lo</strong>meo”<br />
Guiglia Estate<br />
Venerdì<br />
Santo e altri<br />
giorni<br />
dell’anno<br />
Fiumalbo 24 Agosto<br />
Attivare il <strong>per</strong>corso (stazioni, materiale informativo e<br />
fotografico, proposte di approfondimento religiosi,<br />
etc.) anche negli anni in cui non c’è la tradizionale<br />
“Via Crucis Vivente”<br />
Si evidenzia la necessità di va<strong>lo</strong>rizzare ed ampliare<br />
l’evento attraverso un supporto organizzativo ed alla<br />
fase di pubblicizzazione. La proposta può essere<br />
caratterizzata coerentemente con i temi del parco (ad<br />
esempio consumo responsabile, consumo salutare,<br />
qualità della vita, etc.)<br />
Tradizionale processione e festa.<br />
Ampliare di un giorno o due la festa proponendo<br />
46
“Iniziativa di<br />
presentazione e<br />
lancio del<br />
simposio e del<br />
museo della<br />
pietra scolpita”<br />
“Scambio<br />
culturale ed<br />
enogastronomic<br />
o tra le comunità<br />
italiane e<br />
straniere<br />
dell’area”<br />
“Eventi<br />
musicali” nella<br />
chiesa e<br />
“laboratori<br />
artistici” nella<br />
riserva di<br />
Sassoguidano<br />
“Musica<br />
tradizionale”<br />
“Consumo<br />
responsabile”<br />
Fanano Settembre<br />
Zocca Da stabilire<br />
Pavul<strong>lo</strong> nel<br />
Frignano<br />
Polinago<br />
(Gombola)<br />
ed altri<br />
territori (in<br />
contesti<br />
evocativi dal<br />
punto di vista<br />
naturalistico<br />
ed artistico)<br />
Da stabilire<br />
Da stabilire<br />
Montecreto Da stabilire<br />
occasioni culturali coerenti con il tema del parco.<br />
Possibile pista: scambio, gemellaggio, risco<strong>per</strong>ta<br />
tradizioni e va<strong>lo</strong>ri comuni di realtà <strong>lo</strong>cali che<br />
venerano <strong>lo</strong> stesso patrono<br />
L’evento di a<strong>per</strong>tura del museo e del simposio della<br />
pietra scolpita (ad esempio un seminario di<br />
riflessione) potrebbe essere caratterizzato dal tema<br />
che costituisce il fi<strong>lo</strong> conduttore del parco<br />
Evento interculturale di festa (con scambio delle<br />
tradizioni gastronomiche) e di riflessione su alcuni<br />
temi di attualità e va<strong>lo</strong>ri di riferimento.<br />
Il Comune ha già organizzato in passato questa<br />
tipo<strong>lo</strong>gia di eventi, che si potrebbero riproporre ed<br />
inserire nel circuito promozionale del Parco. La<br />
riserva di Sassoguidano è un luogo dell’anima<br />
Riscoprire e recu<strong>per</strong>are la musica della storia e delle<br />
tradizioni culturali <strong>lo</strong>cali, favorendo scambi con<br />
realtà nazionali ed estere. Allargare l’es<strong>per</strong>ienza di<br />
“Folk festival” e delle altre iniziative di concerti e<br />
spettacoli musicali all’interno del proposta<br />
coordinata dalla Provincia di Modena “Appennino in<br />
scena”<br />
Incontri di riflessione e <strong>per</strong>corsi di animazione e<br />
s<strong>per</strong>imentazione (anche a scopo didattico <strong>per</strong> le<br />
scuole) del pacchetto di prodotti relativo ai consumi<br />
alternativi e responsabili ed alle energie alternative<br />
che il Comune sta attivando (cfr. tab. 2.13)<br />
Nuovi prodotti emersi sulla base degli incontri e delle interviste sul campo – Parco dei Luoghi dell’anima<br />
Prodotto Tipo<strong>lo</strong>gia Luogo Note esplicative<br />
“Sistema di<br />
offerta Canto<br />
del Maggio”<br />
Campanile della<br />
Chiesa di<br />
Polinago<br />
Complesso di<br />
San pellegrino<br />
in Alpe<br />
Pieve di<br />
Rubbiano<br />
Borghi di<br />
Casola e di<br />
Vitriola<br />
“Rocca di Pace”<br />
Museo e<br />
<strong>per</strong>corso<br />
tematico<br />
Struttura<br />
segnalata<br />
idonea alla<br />
proposta<br />
Porte del<br />
parco e<br />
punto<br />
informativo<br />
Struttura<br />
segnalata<br />
idonea alla<br />
proposta<br />
Luoghi<br />
segnalati<br />
idonei alla<br />
proposta<br />
Struttura<br />
segnalata<br />
idonea alla<br />
proposta<br />
Riolunato<br />
Polinago<br />
Frassinoro<br />
(San<br />
Pellegrino in<br />
Alpe)<br />
Montefiorino<br />
(Rubbiano)<br />
Montefiorino<br />
(Casola e<br />
Vitriola)<br />
Sestola<br />
Il “Maggio” (cfr. tab. 2.10.) è un evento tradizionale<br />
sia lirico che religioso. È prossima l’a<strong>per</strong>tura a<br />
Riolunato di un museo “della tradizione del Maggio”<br />
che ospiterà testi originali dell’800, vestiti, fotografie<br />
tradizionali, etc. Si proporrà inoltre un <strong>per</strong>corso lungo<br />
le antiche vie<br />
In via di ristrutturazione: diventerà contenitore di<br />
mostre, o<strong>per</strong>e d’arte, etc. con possibile attinenza al<br />
tema del Parco<br />
Il contesto di San Pellegrino in Alpe è una “porta<br />
naturale” (<strong>per</strong> chi proviene dalla toscana), oltre che<br />
un punto di partenza e di passaggio delle vie dei<br />
pellegrini (Bibulca) e degli itinerari dei Santi.<br />
Potrebbe sorgere un punto informativo sul Parco<br />
Verrà sviluppata la ricettività in termini di ostel<strong>lo</strong><br />
disponibile in particolare a chi intende dedicarsi a<br />
momenti di spiritualità e di riflessione<br />
Luoghi di spiritualità, con strutture e comunità<br />
religiose. È possibile caratterizzare anche l’ospitalità<br />
(in particolare dei bed & breakfast) in relazione al<br />
fi<strong>lo</strong>ne proposto dai “luoghi dell’anima”<br />
Vista l’estrema rilevanza e coerenza con tale struttura<br />
(cfr. ante) e le iniziative proposte risulta<br />
fondamentale un coordinamento ed una reciprocità<br />
(ad es. nella promozione, comunicazione,<br />
progettazione, diffusione ed ampliamento di<br />
47
Oratorio della<br />
Madonna del<br />
Caio<br />
Proposta<br />
integrata<br />
culturale,<br />
didattica e<br />
turistica sul<br />
tema delle<br />
energie<br />
alternative<br />
Struttura<br />
segnalata<br />
idonea alla<br />
proposta<br />
Strutture<br />
segnalate<br />
idonee alla<br />
proposta<br />
Riolunato<br />
Montecreto<br />
occasioni <strong>per</strong>manenti o temporanee)<br />
Proporre un evento legato all’inaugurazione del<br />
restauro recentemente completato attraverso ad<br />
esempio una proposta musicale, un seminario di<br />
riflessione, un cic<strong>lo</strong> di incontri coerenti con l’idea del<br />
Parco<br />
Il Comune attiverà un <strong>per</strong>corso didattico e culturale<br />
sulle energie alternative, un centro visita, un museo<br />
ed una visita guidata alla centrale eolica di Cervarola<br />
Nuove nicchie turistiche<br />
Il Parco dei Luoghi dell’Anima deve mirare la propria offerta a tipo-<strong>lo</strong>gie di turisti che cercano <strong>per</strong>iodi<br />
di stacco, <strong>per</strong>iodi di tranquillità, finaliz-zati al riposo, ma anche all’approfondimento o alla sco<strong>per</strong>ta di<br />
nuove suggestioni: i suoni, i gusti, i tempi, l’isolamento, l’approfondimento fi<strong>lo</strong>sofico e religioso, la<br />
pratica di discipline spirituali. Il Parco dovrà promuovere le proprie iniziative presso un turismo familiare<br />
e scolastico, ma anche nei confronti di un turismo di nicchia, in particolare relativo a <strong>per</strong>sone e gruppi<br />
interessati a ricerca e approfondi-mento rispetto al proprio stile di vita, aziende ed organizzazioni<br />
interessate ad utilizzare strutture che favoriscano la riflessione, la comunicazio-ne, l’ascolto ed il dia<strong>lo</strong>go,<br />
fedeli, pellegrini, gruppi parrocchiali, comuni-tà straniere residenti in Italia.<br />
Nuovi attori<br />
• privati che già ora offrono, su iniziativa singola, eventi ed occasioni di approfondimento<br />
fi<strong>lo</strong>sofico/religioso e di pratica di discipline spirituali;<br />
• o<strong>per</strong>atori che possono offrire strutture ricettive e ristorative in grado di accogliere turisti con<br />
aspettative coerenti all’offerta del Parco;<br />
• associazioni e privati impegnati nell’organizzare iniziative di anima-zione relativamente<br />
all’interculturalità;<br />
organizzazioni specializzate nelle attività di studio e documentazione attinenti il tema del Parco<br />
48
Premessa<br />
Capito<strong>lo</strong> 3. Valutazione partecipata di fattibilità e piano di sostenibilità<br />
Il presente capito<strong>lo</strong> del<strong>lo</strong> studio riporta la valutazione di fattibilità e la proposta di uno schema di<br />
business plan 13 <strong>per</strong> l’attivazione del Parco di Cultura del Medioevo e del Parco di Cultura dei Luoghi<br />
dell’Anima.<br />
I due piani di fattibilità e di sostenibilità, che riguardano dunque il tema del Medioevo e dei Luoghi<br />
dell’Anima, utilizzano alcuni input fondamentali scaturiti dal<strong>lo</strong> studio e dal <strong>per</strong>iodo di s<strong>per</strong>imentazione<br />
fino a qui svolto.<br />
In specifico, di grande utilità <strong>per</strong> il piano di fattibilità e di sostenibilità sono risultati gli indicatori e<br />
soprattutto gli standard minimi del “parco di cultura”, al fine dichiarato non so<strong>lo</strong> di ottenere un model<strong>lo</strong><br />
di lettura di realtà esistenti, ma anche e soprattutto di ricavare uno strumento di progettazione di nuove<br />
proposte. In concreto, come vedremo infra, il costante riferimento nel<strong>lo</strong> schema di business plan ai<br />
requisiti fisici e strumentali, ai prodotti ed agli eventi del parco, agli attori attivati ed attivabili, trova<br />
riscontro proprio in quel model<strong>lo</strong> teorico “guida”.<br />
Il secondo evidente input attiene la sistematizzazione, l’elaborazione creativa, ma specialmente la<br />
mappatura tematica (di idee, eventi, prodotti ed attività) presentata, <strong>per</strong> cinque diverse idee di parco.<br />
Un’importante implicazione è di natura organizzativa: al fine di realizzare le citate attività del progetto<br />
s<strong>per</strong>imentale, strettamente raccordate, sono stati previsti alcuni organi e soggetti deputati al governo ed<br />
alla gestione del progetto di attivazione dei parchi di cultura. In particolare, come risulterà anche dai<br />
successivi piani di fattibilità il <strong>per</strong>corso di s<strong>per</strong>imentazione di entrambe le proposte prevede:<br />
m) <strong>lo</strong> “Staff o<strong>per</strong>ativo” o di attuazione del progetto così articolato: es<strong>per</strong>to coordinatore di tutta l’attività,<br />
competente nell’analisi socio-economica di area con specifica responsabilità nelle relazioni<br />
interorganizzative <strong>per</strong> la riuscita del progetto; es<strong>per</strong>to di analisi del fabbisogno professionale, di<br />
progettazione e dei processi formativi con specifica responsabilità sulle azioni di formazioni on the job<br />
rivolte a giovani ed o<strong>per</strong>atori turistici; es<strong>per</strong>to di turismo (organizzazione turistica, norme turistiche e<br />
13 Semplificando, definiamo come business plan un piano dettagliato, che prende in esame tutte le rilevanti aree di attività di<br />
un progetto (di norma si tratta di un nuovo progetto imprenditoriale). È una sorta di carta d’identità dell’idea progettuale,<br />
attraverso la quale si mettono <strong>per</strong> iscritto tutte le componenti del piano imprenditoriale relativo: dall’analisi di mercato al<br />
progetto finanziario, dal marketing alla gestione delle risorse umane. Le sue funzioni sono variabili: da uno strumento di<br />
presentazione o<strong>per</strong>ativa dell’idea progettuale, ad un possibile canale di accesso a finanziamenti pubblici o privati, da un mezzo<br />
strutturato <strong>per</strong> la comprensione dei problemi che si dovranno affrontare e gli strumenti a disposizione <strong>per</strong> far<strong>lo</strong>, ad una<br />
formalizzazione inerente la valutazione di fattibilità e gli elementi di garanzia delle maggiori possibilità di sopravvivenza,<br />
efficienza ed efficacia futura della business idea, etc.<br />
Esiste una vasta letteratura in materia e non c’è una modalità univoca di redazione del documento, che presenta tuttavia voci<br />
“consolidate”, ricorrenti ed imprescindibili, cfr. la fig, 3.1. <strong>per</strong> le opzioni relative alla proposta in oggetto.<br />
Per approfondimenti:<br />
- Rich S.R. e Gum<strong>per</strong>t D.E., How to write a winning business plan, Harvard, Business Review, May-June, 1985;<br />
- Sahlman W., How to write a great business plan, Harvard Business Review, July-August, 1997;<br />
- Siegel E.S., Ford B.R., Bornstein J.M., The Ernst & Young Business Plan Guide, 2000;<br />
- Guzzetti E., A monte del business plan. Cosa occorre sa<strong>per</strong>e prima di preparare un effettivo business plan, Milano, Franco<br />
Angeli, 2002;<br />
- Stutely R., The Definitive Business Plan: The Fast Track to Intelligent Business Planning for Executives and Entrepreneurs,<br />
Financial Times - Prentice Hall, 2002;<br />
- Pinson L. e Jenette J., Il business plan. Come preparar<strong>lo</strong> e presentar<strong>lo</strong>. Con esempi di moduli e prospetti, Milano, Franco<br />
Angeli, 2004;<br />
- CD ROM Micro impresa, realizzato da Corum spa e Hay Space nel 1995.<br />
In questa sede preferiremo il concetto di “piano di sostenibilità” o di “schema di business plan” a quel<strong>lo</strong> più ambizioso di<br />
“business plan”, vista la grande complessità del progetto di parco di cultura e le diverse variabili (molte delle quali in evoluzione)<br />
che non ne consentono una definizione statica ed esclusivamente centrata su categorie riferibili ad una semplice proposta di<br />
impresa. In particolare risulta difficoltoso, <strong>per</strong> un progetto che prevede una così vasta articolazione di prodotti e servizi, definire<br />
un piano economico e finanziario certo. L’obiettivo imprenditoriale e del “business” è infatti soltanto una delle finalità dell’idea<br />
che riguarda <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sostenibile di un’area vasta (con le sue diverse componenti) e <strong>per</strong>segue obiettivi ben più ampi della mera<br />
“fruizione turistica”, quali, come ricordato, la “conservazione/recu<strong>per</strong>o degli ambienti storici, naturali ed artistici”, il “recu<strong>per</strong>o e<br />
<strong>sviluppo</strong> dei sistemi culturali presenti”, “la ricerca scientifica, sociale e la didattica e l’informazione”, etc. (cfr. in particolare<br />
l’Introduzione ed il par. 1.2.)<br />
49
marketing turistico e territoriale); es<strong>per</strong>to di comunicazione; es<strong>per</strong>to di programmazione territoriale,<br />
metodo<strong>lo</strong>gie partecipate e di lavoro di gruppo;<br />
n) il “Comitato degli o<strong>per</strong>atori turistici” costituito da alcuni soggetti selezionati dalla rete degli o<strong>per</strong>atori<br />
interessati alla realizzazione dei parchi ed attivata sulla base di libere disponibilità, attraverso criteri di<br />
coerenza, qualità e fattibilità (anche in termini di efficienza) con gli obiettivi dei piani di <strong>sviluppo</strong> delle<br />
due proposte (cfr. infra);<br />
o) Il “Comitato di Pi<strong>lo</strong>taggio”, cabina di regia dell’attività gestionale, organizzativa e promozionale<br />
costituito dalla Provincia di Modena, dalle tre Comunità Montane dell’Appennino Modenese e dai<br />
Comuni interessati alla realizzazione dei due Parchi di Cultura.<br />
Enucleati, ancorché sinteticamente, gli input ed i “punti di attenzione” utili <strong>per</strong> la redazione dei piani<br />
di fattibilità del Parco del Medioevo e dei Luoghi dell’Anima, possiamo dunque entrare nel merito. Nel<br />
seguente schema sono riportate le fondamentali categorie cui farà riferimento <strong>lo</strong> schema di business plan<br />
proposto <strong>per</strong> le due idee.<br />
Schema di Business Plan – Categorie considerate<br />
1) IL PROGETTO E L’OFFERTA<br />
a) Tito<strong>lo</strong> del progetto<br />
b) Promotori del progetto<br />
c) Definizione della mission: obiettivi e ragioni dell’esistenza del progetto<br />
d) Idea: caratteri distintivi ed eventuali elementi di diversificazione<br />
e) Formula (proposta o<strong>per</strong>ativa dell’offerta): attività, prodotti, servizi <strong>per</strong>manenti/speciali, attori attivati e da coinvolgere<br />
f) Elementi peculiari e distintivi: accessibilità, qualità, innovazione<br />
2) ANALISI DI MERCATO<br />
A tito<strong>lo</strong> indicativo:<br />
a) Breve analisi del settore e dei comparti di riferimento; vincoli ed opportunità<br />
b) Analisi concorrenza e buone <strong>prassi</strong>: altri progetti, attività, o servizi simili<br />
c) Connessione con altri progetti esistenti<br />
3) ORGANIZZAZIONE, MODELLO ORGANIZZATIVO, LOGICHE DI AZIONE ORGANIZZATIVA<br />
a) Risorse umane (competenze richieste; responsabilità, ruoli e compiti): staff di progetto, network, partnership<br />
b) Model<strong>lo</strong> organizzativo e <strong>lo</strong>giche di azione organizzativa<br />
c) Risorse materiali e strumentali attivate ed attivabili<br />
4) STRATEGIA DI MARKETING E DI PROMOZIONE<br />
a) Target dei destinatari<br />
b) Piano di comunicazione e di marketing: modalità, canali, strumenti ed attività di promozione e di comunicazione<br />
5) PREVISIONE/VALUTAZIONE DI EFFICIENZA ED EFFICACIA<br />
a) Definizione fonti di costo: piano del <strong>per</strong>sonale; piano dei costi variabili; piano dei costi fissi<br />
b) Definizione fonti di reddito<br />
c) Sostenibilità del progetto<br />
50
3.1. Il piano di fattibilità dei Parchi di Cultura<br />
3.1.1. Il progetto e l’offerta<br />
A1) Tito<strong>lo</strong> del progetto<br />
“Entra nella storia: vieni a vivere nel Medioevo”<br />
B1) Promotori del progetto<br />
Il progetto di Parco di Cultura del Medioevo, di cui IAL Emilia Romagna (Area di Modena e Reggio<br />
Emilia) è titolare, conta tra i promotori pubbliche amministrazioni, o<strong>per</strong>atori pubblici e privati o<strong>per</strong>anti<br />
nel settore turistico, enti no profit e associazioni di vo<strong>lo</strong>ntariato e/o culturali. Nel<strong>lo</strong> specifico aderiscono e<br />
promuovono l’iniziativa 14 :<br />
– i seguenti Enti Locali: Provincia di Modena, Comunità Montana del Frignano, Comunità Montana<br />
Appennino Modena Est, Comunità Montana Appennino Modena Ovest, Comuni di Fiumalbo,<br />
Frassinoro, Guiglia, Lama Mocogno, Montese, Montefiorino, Palagano, Pavul<strong>lo</strong> nel Frignano,<br />
Pievepelago, Polinago, Prignano sulla Secchia, Riolunato, Serramazzoni, Zocca, con i relativi uffici<br />
turistici e IAT. Attualmente i Comuni che non hanno aderito al progetto “Parco di Cultura del<br />
Medioevo”, hanno vagliato tale opportunità, preferendo impegnarsi sull’attuazione del Parco di Cultura<br />
“Luoghi dell’Anima” In una <strong>lo</strong>gica della “porta a<strong>per</strong>ta”, il progetto considera elemento di va<strong>lo</strong>re<br />
l’eventualità di un successivo impegno degli stessi Enti Locali anche <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> di questo Parco.<br />
In fase di studio di fattibilità e progettazione si è inoltre attivata la collaborazione con la Diocesi di<br />
Modena e con il GAL “Antico Frignano e Appennino Reggiano”;<br />
– le seguenti tipo<strong>lo</strong>gie di o<strong>per</strong>atori turistici e associazioni di vo<strong>lo</strong>ntariato e/o culturali: società di<br />
promo/commercializzazione come il Consorzio “Valli del Cimone”, associazioni culturali come il club<br />
“Treemme <strong>per</strong> la diffusione Gioco Intelligente” e l’associazione “Il Ponte”, le Pro Loco (da<br />
Pievepelago a Fiumalbo a Fanano), o<strong>per</strong>atori privati (albergatori, ristoratori, titolari di attività di B&B<br />
e agriturismi), associazioni e comitati specializzati nella conduzione di alcuni importanti eventi (un<br />
esempio <strong>per</strong> tutti, la festa medievale a Monfestino).<br />
C1) Definizione della mission: obiettivi e ragioni dell’esistenza del Parco di cultura del Medioevo<br />
Il Parco del Medioevo rappresenta un’iniziativa che ha come obiettivi principali quelli di:<br />
– va<strong>lo</strong>rizzare in ottica turistica il potenziale del patrimonio culturale presente nell’Appennino modenese.<br />
In particolare, il Medioevo preso in considerazione spazia fra l’XI e il XV seco<strong>lo</strong> circa, abbracciando<br />
cioè i <strong>per</strong>iodi «feudale», «comunale», «delle signorie»; il Medioevo del parco, rifacendosi al <strong>per</strong>iodo<br />
storico, vuole essere il Medioevo raccontato attraverso il rapporto dell’uomo con l’ambiente, le sue<br />
risorse e quindi con l’alimentazione 15 ;<br />
– promuovere, ogniqualvolta possibile, forme di fruizione turistica legate all’es<strong>per</strong>ienza diretta, piuttosto<br />
che forme passive di turismo;<br />
– veicolare tali offerte turistiche su nuovi target di turisti, al fine di incrementare arrivi e presenze<br />
nell’Appennino specialmente nelle stagioni di minor afflusso;<br />
– favorire al massimo <strong>per</strong>corsi di coordinamento tra soggetti (pubblici e privati) conduttori di iniziative o<br />
gestori di strutture già presenti e coerenti e qualificanti il tema del Parco;<br />
– sostenere <strong>per</strong>corsi di qualificazione e di espansione del settore turistico, attraverso la formazione rivolta<br />
agli o<strong>per</strong>atori pubblici e privati, nonché a favore di giovani disoccupati. Ciò avviene tramite una<br />
rilettura del progetto s<strong>per</strong>imentale quale occasione pratica in cui le tipo<strong>lo</strong>gie di target formativi sopra<br />
14 È importante osservare come, sia <strong>per</strong> quanto concerne il Parco del Medioevo che quel<strong>lo</strong> dei Luoghi dell’Anima, il model<strong>lo</strong><br />
presentato (cfr. ante, capito<strong>lo</strong> 1) venga implementato, <strong>per</strong> quanto concerne uno dei principali requisiti minimi, previsto dal primo<br />
descrittore individuato (“Territorio più o meno vasto, dove è presente una concentrazione omogenea e significativa di va<strong>lo</strong>ri<br />
ambientali-culturali”): sono infatti molto più di 5 i Comuni aderenti all’iniziativa, e tra <strong>lo</strong>ro confinanti. Come indicato nelle<br />
pagine seguenti (cfr infra, all’interno dei par. 3.1.1.e e 3.2.1.e, l’opzione di istituire porte dei Parchi, Centri Visita e il Cartel<strong>lo</strong>ne<br />
degli eventi e dei prodotti fruibili da parte del turista, mira a soddisfare ulteriori requisiti minimi (cfr. <strong>per</strong> il dettaglio il par. 1.2.)<br />
previsti dal<strong>lo</strong> stesso model<strong>lo</strong> idealtipico di “parco di cultura”.<br />
15 Le abitudini alimentari, infatti, hanno subito dopo la sco<strong>per</strong>ta dell’America una notevole ed immediata trasformazione, <strong>per</strong><br />
l’introduzione nella dieta quotidiana di prodotti “nuovi” quali ad esempio la patata, il pomodoro, il cacao, il mais, etc.<br />
51
indicati parteci<strong>per</strong>anno alla messa in atto del Parco stesso. Infine, obiettivo del progetto è quel<strong>lo</strong> di<br />
favorire l’espansione del settore turistico anche tramite la verifica di sostenibilità del Parco in oggetto;<br />
– rivalutare e rilanciare l’immagine di un territorio con una forte identità ed capace di esprimere vivacità<br />
culturale, intraprendenza commerciale e qualità della vita attivando sinergie ed economie di scala.<br />
D1) Idea: caratteri distintivi ed eventuali elementi di diversificazione.<br />
Il Parco vuole caratterizzarsi <strong>per</strong>:<br />
– la rilettura trasversale del patrimonio culturale dell’Appennino;<br />
– la promozione di una metodo<strong>lo</strong>gia di lavoro che si basi sull’interazio-ne tra soggetti indipendenti che<br />
condividono <strong>per</strong>ò azioni di marketing comuni, in quanto portatori di una visione strategica omogenea;<br />
– l’evidenziazione dell’originalità e della veridicità dell’idea di Parco in questione, <strong>per</strong> poter attrarre<br />
turisti interessati a vivere un’es<strong>per</strong>ienza coinvolgente, in termini di bellezze da visitare, strutture e<br />
servizi di cui fruire, animazione territoriale a cui partecipare;<br />
– prevedere alcune innovazioni, coerenti con l’idea di Parco Culturale del Medioevo e con l’intenzione di<br />
fare entrare il turista nella storia medievale dell’Appennino modenese (porte del Parco, <strong>lo</strong>cande,<br />
es<strong>per</strong>ienze dirette, giochi vissuti, etc.)<br />
E1) Formula (proposta o<strong>per</strong>ativa dell’offerta): attività, prodotti, servizi <strong>per</strong>manenti/speciali<br />
La ricerca in oggetto ha <strong>per</strong>messo di individuare una grande ricchezza di eventi, prodotti e servizi,<br />
presenti su tutto il territorio appenninico, che possono essere ricondotti al tema del Parco del Medioevo e<br />
numerose nuove proposte. Nella s<strong>per</strong>imentazione condotta l’offerta del Parco del Medioevo è stata<br />
costituita dunque di:<br />
– un cartel<strong>lo</strong>ne/calendario di eventi su tutta l’area appenninica promosso con strumenti cartacei e web<br />
(cfr. anche infra);<br />
– un insieme di prodotti turistici coerenti con l’idea di parco;<br />
– un insieme di elementi infrastrutturali e di caratterizzazione del Parco.<br />
Rispetto agli elementi del Parco sopra definiti infrastrutturali, già dal <strong>per</strong>iodo s<strong>per</strong>imentale sono stati<br />
attivati (e nel <strong>per</strong>iodo triennale consolidati/completati):<br />
– il marchio ed il <strong>lo</strong>go del Parco di Cultura;<br />
– il materiale informativo generale comprensivo almeno di un kit informativo completo relativo<br />
all’offerta; di una mappa tematica comprendente infrastrutture, i prodotti, i servizi del parco, ed il<br />
cartel<strong>lo</strong>ne di eventi <strong>lo</strong>calizzato; dei pannelli mobili <strong>per</strong> l’informazione e promozione relativi al Parco;<br />
– il portale Internet del Parco;<br />
– i punti promozionali diffusi del Parco, in particolare all’interno di strutture medioevali fruibili al<br />
pubblico.<br />
F1) Altri elementi peculiari e distintivi<br />
Per potersi confrontare ai massimi livelli con un mercato, quel<strong>lo</strong> dell’intrattenimento turisticoculturale,<br />
esiste oggi una sola parola d’ordine: qualità. Una qualità che non è sinonimo di sofisticato ma al<br />
contrario di semplicità e coerenza, due termini che portano ad un processo di acculturamento<br />
generalizzato non so<strong>lo</strong> dell’imprenditoria turistico-culturale e tradizionale, ma anche del terzo settore,<br />
dell’associazionismo e della cittadinanza attiva.<br />
È dunque fondamentale favorire iniziative <strong>formative</strong> a favore della crescita qualitativa delle<br />
Ricostruzioni e/o Rievocazioni Storiche del Parco del Medioevo.<br />
Se da un lato risulta encomiabile che molti centri abitati abbiano deciso di utilizzare la storia come<br />
momento di aggregazione e coinvolgimento del territorio e/o come veico<strong>lo</strong> promozionale, è altrettanto<br />
vero che talvolta tali manifestazioni non presentano quelle caratteristiche di fi<strong>lo</strong><strong>lo</strong>gicità e corrispondenza<br />
storica che invece richiederebbero. Il rischio è di vanificare l’enorme potenziale culturale e, ad un tempo,<br />
turistico che tali rievocazioni presentano a causa della su<strong>per</strong>ficialità con cui gli eventi vengono realizzati,<br />
52
laddove abiti, calzature, musiche, ambientazioni, armi e armature vengono realizzate non seguendo una<br />
scrupo<strong>lo</strong>sa ricerca storico-iconografica, bensì il “gusto estetico” del regista o le necessità scenografiche<br />
dell’organizzatore.<br />
Riteniamo quindi importante che, nel corso del triennio, il presente progetto possa organizzare e<br />
catalizzare le risorse e le competenze utili <strong>per</strong>:<br />
– offrire agli addetti ai lavori, siano essi Enti Organizzatori, artigiani, Gruppi Storici, gli strumenti <strong>per</strong> la<br />
realizzazione, storicamente corretta, di accessori fondamentali alla realizzazione di una rievocazione<br />
storica (capi di abbigliamento, armi e armature, calzature, etc.) e <strong>per</strong> <strong>lo</strong> svolgimento di discipline<br />
artistiche (danza, musica, pittura, etc.);<br />
– mettere in contatto gli organizzatori di eventi a tema storico con quelle figure professionali necessarie<br />
affinché tali eventi diventino disciplina culturale che, applicata alla ricostruzione di situazioni ed<br />
ambienti - chiusi, all’a<strong>per</strong>to, in accampamenti o in borghi - con <strong>per</strong>sonaggi in abiti storici di qualsiasi<br />
<strong>per</strong>iodo, eserciti, attraverso un corretto modo di proporre la storia, un’importante azione didattica e<br />
divulgativa in modo qualificato e documentato;<br />
– dare quindi agli eventi a tema storico l’opportunità di divenire veico<strong>lo</strong> promozionale del territorio<br />
verso l’esterno, momento aggregativo e di coinvolgimento della popolazione, strumento di<br />
insegnamento della storia in ambito extrascolastico;<br />
– promuovere la realizzazione di un progetto di informazione, attraverso la raccolta organica delle<br />
immagini anche in formato digitale e di documentazione, delle Rievocazioni Storiche come momento<br />
di coordinamento e strumento consultivo;<br />
A2) Tito<strong>lo</strong> del progetto<br />
“I Luoghi dell’anima: va<strong>lo</strong>ri, spazi, <strong>per</strong>corsi ed es<strong>per</strong>ienze <strong>per</strong> la vita di oggi”.<br />
B2) Promotori del progetto<br />
Il progetto di Parco di Cultura del Medioevo, di cui IAL Emilia Romagna (Area di Modena e Reggio<br />
Emilia) è titolare, conta tra i promotori pubbliche amministrazioni, o<strong>per</strong>atori pubblici e privati o<strong>per</strong>anti<br />
nel settore turistico, enti no profit e associazioni di vo<strong>lo</strong>ntariato e/o culturali. Nel<strong>lo</strong> specifico aderiscono e<br />
promuovono l’iniziativa 16 :<br />
– i seguenti Enti Locali: Provincia di Modena, Comunità Montana del Frignano, Comunità Montana<br />
Appennino Modena Est, Comunità Montana Appennino Modena Ovest, Comuni di Fiumalbo,<br />
Frassinoro, Guiglia, Lama Mocogno, Montese, Montefiorino, Palagano, Pavul<strong>lo</strong> nel Frignano,<br />
Pievepelago, Polinago, Prignano sulla Secchia, Riolunato, Serramazzoni, Zocca, con i relativi uffici<br />
turistici e IAT. Attualmente i Comuni che non hanno aderito al progetto “Parco di Cultura del<br />
Medioevo”, hanno vagliato tale opportunità, preferendo impegnarsi sull’attuazione del Parco di Cultura<br />
“Luoghi dell’Anima” (vedi par. 3.2.). In una <strong>lo</strong>gica della “porta a<strong>per</strong>ta”, il progetto considera elemento<br />
di va<strong>lo</strong>re l’eventualità di un successivo impegno degli stessi Enti Locali anche <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> di questo<br />
Parco. In fase di studio di fattibilità e progettazione si è inoltre attivata la collaborazione con la Diocesi<br />
di Modena e con il GAL “Antico Frignano e Appennino Reggiano”;<br />
– le seguenti tipo<strong>lo</strong>gie di o<strong>per</strong>atori turistici e associazioni di vo<strong>lo</strong>ntariato e/o culturali: società di<br />
promo/commercializzazione come il Consorzio “Valli del Cimone”, associazioni culturali come il club<br />
“Treemme <strong>per</strong> la diffusione Gioco Intelligente” e l’associazione “Il Ponte”, le Pro Loco ( da<br />
Pievepelago a Fiumalbo a Fanano), o<strong>per</strong>atori privati (albergatori, ristoratori, titolari di attività di B&B<br />
e agriturismi), associazioni e comitati specializzati nella conduzione di alcuni importanti eventi (un<br />
esempio <strong>per</strong> tutti, la festa medievale a Monfestino).<br />
16 È importante osservare come, sia <strong>per</strong> quanto concerne il Parco del Medioevo che quel<strong>lo</strong> dei Luoghi dell’Anima, il model<strong>lo</strong><br />
presentato (cfr. ante, capito<strong>lo</strong> 1) venga implementato, <strong>per</strong> quanto concerne uno dei principali requisiti minimi, previsto dal primo<br />
descrittore individuato (“Territorio più o meno vasto, dove è presente una concentrazione omogenea e significativa di va<strong>lo</strong>ri<br />
ambientali-culturali”): sono infatti molto più di 5 i Comuni aderenti all’iniziativa, e tra <strong>lo</strong>ro confinanti. Come indicato nelle<br />
pagine seguenti (cfr infra, all’interno dei par. 3.1.1.e e 3.2.1.e, l’opzione di istituire porte dei Parchi, Centri Visita e il Cartel<strong>lo</strong>ne<br />
degli eventi e dei prodotti fruibili da parte del turista, mira a soddisfare ulteriori requisiti minimi (cfr. <strong>per</strong> il dettaglio il par. 1.2.)<br />
previsti dal<strong>lo</strong> stesso model<strong>lo</strong> idealtipico di “parco di cultura”.<br />
53
C2) Definizione della mission: obiettivi e ragioni dell’esistenza del Parco di Cultura dei<br />
Luoghi dell’Anima<br />
La vita dell’uomo di oggi è spesso frenetica, materiale, poco consapevole. È facile “<strong>per</strong>dere la<br />
bussola” e dimenticare anche di chiedersi a che punto del proprio <strong>per</strong>corso, con sé stessi e con gli altri, si<br />
è arrivati, quale è il senso del<strong>lo</strong> stesso <strong>per</strong>corso e la sua ragione, che cosa sta succedendo intorno, vicino o<br />
<strong>lo</strong>ntano, dalla strada tracciata (ma quanto questa è effettivamente tracciata?).<br />
Più a livel<strong>lo</strong> macro e senza alcuna pretesa di approfondimento ed esaustività, viviamo in un mondo<br />
che tende a dimenticare il passato, che propone modelli individualistici più che relazionali o collettivi, che<br />
reagisce ed agisce più che pensare, riflettere e capire. Il “flusso” delle cose da fare ha spesso sopraffatto il<br />
“punto” della consapevolezza rispetto a che cosa si sta facendo.<br />
L’analisi, con rischi di escalation pessimistica, potrebbe allargarsi ai conflitti della contemporaneità, al<br />
primato della forza sulla ragione e della reazione sul progetto, alla contrapposizione tra modelli culturali<br />
ed es<strong>per</strong>ienze storiche e di vita differenti.<br />
Riteniamo ci siano luoghi (fisici, mentali e temporali) che aiutano a fermarsi, a riconciliarsi, a<br />
ricercare, a provare a capire ed a s<strong>per</strong>imentare <strong>per</strong>corsi ed es<strong>per</strong>ienze diverse. Nell’area di riferimento<br />
della proposta ci sono di questi “luoghi”, che spesso hanno radici antiche ma potenzialità del tutto attuali.<br />
Tenuto conto di questa forte tradizione cristiano-cattolica del territo-rio ma anche del magnifico<br />
contesto naturale offerto dall’Appennino modenese ed in particolare l’alta montagna, del fascino di alcuni<br />
luoghi <strong>lo</strong>ntani dal rumore e dalle città in grado di trasmettere la vera magia della natura, di ambienti e<br />
tradizioni intatte, genuine e salubri, l’idea <strong>per</strong> la realizzazione di questo Parco è quella di offrire anche<br />
spazi e opportunità del tutto laici all’uomo moderno <strong>per</strong> fermarsi, <strong>per</strong> riconciliarsi con la natura, con gli<br />
uomini e con sé stesso, <strong>per</strong> riscoprire va<strong>lo</strong>ri e significati basilari <strong>per</strong> una vita umana consapevole,<br />
autentica e piena.<br />
D2) Idea: caratteri distintivi ed eventuali elementi di diversificazione.<br />
Il Parco dei Luoghi dell’Anima si può quindi pensare come parco diffuso sul territorio che si<br />
caratterizza <strong>per</strong> la capacità di offrire momenti, luoghi, eventi, strutture ed iniziative in grado di “nutrire” e<br />
soddisfare i bisogni dell’anima, troppo spesso dimenticata nel ve<strong>lo</strong>ce vivere quotidiano. Un Parco in<br />
grado di fare pensare adulti ma anche giovani e bambini, su quelli che sono i va<strong>lo</strong>ri veri della esistenza.<br />
Autenticità, impegno, dia<strong>lo</strong>go, equilibrio, riflessione sono so<strong>lo</strong> alcuni di questi va<strong>lo</strong>ri attorno ai quali<br />
riflettere/lavorare attraverso la creazione di laboratori, es<strong>per</strong>ienze dirette, <strong>per</strong>corsi, itinerari e sentieri,<br />
occasioni di incontro e di scambio anche culturale (soprattutto tra culture differenti). Il Parco in questo<br />
modo potrebbe diventare occasione <strong>per</strong> “staccare” dalla vita contemporanea e rivalutare aspetti quali il<br />
silenzio, la riflessione, l’ascolto, il dia<strong>lo</strong>go e quindi la conoscenza reciproca senza la quale non si può<br />
costruire la pace, l’intercultura, la libertà (di consumo, di scelta), la responsabilità rispetto ai temi<br />
dell’ambiente, della preservazione di un equilibrio anche naturale altamente a rischio, la genuinità (delle<br />
<strong>per</strong>sone, del cibo), etc.<br />
Come verrà concretizzato meglio nel successivo punto relativo alla proposta o<strong>per</strong>ativa dell’offerta, il<br />
Parco intende promuovere, nel rispetto delle autonomie, delle sensibilità e delle culture diverse e con vari<br />
canali e strumenti, proposte a<strong>per</strong>te a tutti, sia laiche che religiose (della tradizione cristiana e cattolica),<br />
tuttavia espressamente vincolate alla mission ed ai temi sopra richiamati. Il sottotito<strong>lo</strong> del progetto<br />
esplicita le “strade” scelte <strong>per</strong> veicolare l’idea del Parco:<br />
– i va<strong>lo</strong>ri, che costituiscono il fondamento di una vita autentica, libera e consapevole;<br />
– gli spazi, ad esempio un cartel<strong>lo</strong>ne di occasioni di approfondimento spirituale (ritiri, proposte<br />
scientifiche e religiose, campi educativi, comunità “a<strong>per</strong>te”), una mappa dei luoghi della spiritualità<br />
(presenti e passati, naturali e costruiti dall’uomo, evocativi o da vivere), un insieme di strutture coerenti<br />
che possono accogliere il turista alla ricerca di silenzio e ricreazione o proporre stages formativi ad<br />
aziende e professionisti in cerca di “stacco” e riflessione;<br />
– i <strong>per</strong>corsi, sia fisici, che teorici e culturali, a partire dalle antiche vie dei pellegrini e dei testimoni della<br />
fede, fino agli itinerari di studio, ricerca, scambio ed intervento connessi ai va<strong>lo</strong>ri dell’umanità;<br />
– le es<strong>per</strong>ienze, a diretto contatto con la natura e la bellezza ambientale del territorio; di fruizione di<br />
forme artistiche delle tradizioni <strong>lo</strong>cali, di confronto e dia<strong>lo</strong>go con altre culture e differenti modi di<br />
54
pensare o vivere, di laboratori sensoriali centrati sui sapori, odori, prodotti, suoni della natura; di<br />
pacchetti didattici da proporre nelle scuole rispetto ai temi connessi ai va<strong>lo</strong>ri di riferimento, etc.<br />
E2) Formula (proposta o<strong>per</strong>ativa dell’offerta): attività, prodotti, servizi <strong>per</strong>manenti/speciali<br />
La ricerca in oggetto ha <strong>per</strong>messo di individuare una grande ricchezza di eventi, prodotti e servizi,<br />
presenti su tutto il territorio appenninico, che possono essere ricondotti al tema del Parco dei Luoghi<br />
dell’Anima e numerose nuove proposte. Nella s<strong>per</strong>imentazione condotta l’offerta del Parco dei Luoghi<br />
dell’Anima è stata costituita dunque di:<br />
– un cartel<strong>lo</strong>ne/calendario di eventi su tutta l’area appenninica promosso con strumenti cartacei e web<br />
(cfr. anche infra);<br />
– un insieme di prodotti turistici coerenti con l’idea di parco;<br />
– un insieme di elementi infrastrutturali e di caratterizzazione del Parco.<br />
Rispetto agli elementi del Parco sopra definiti infrastrutturali, già dal <strong>per</strong>iodo s<strong>per</strong>imentale sono stati<br />
attivati (e nel <strong>per</strong>iodo triennale consolidati/completati):<br />
– il marchio ed il <strong>lo</strong>go del Parco di Cultura;<br />
– il materiale informativo generale comprensivo almeno di un kit informativo completo relativo<br />
all’offerta; di una mappa tematica comprendente infrastrutture, i prodotti, i servizi del parco, ed il<br />
cartel<strong>lo</strong>ne di eventi <strong>lo</strong>calizzato; dei pannelli mobili <strong>per</strong> l’informazione e promozione relativi al Parco;<br />
– il portale Internet del Parco;<br />
– i punti promozionali diffusi del Parco, in particolare all’interno di strutture medioevali fruibili al<br />
pubblico.<br />
3.1.2. L’analisi di mercato<br />
3.1.2.a L’analisi di mercato <strong>per</strong> il Parco del Medioevo<br />
Da un’analisi del panorama italiano relativo alle manifestazioni ed agli eventi legati al Medioevo<br />
emergono, predominanti, le seguenti formule:<br />
– settimana di manifestazioni con tema diverso anno <strong>per</strong> anno, allestimenti scenografici importanti,<br />
coinvolgimento di commercianti e abitanti (gaite, rioni, contrade, etc.), legata ad un luogo specifico<br />
(Brisighella, Offagna, San Marino, Verucchio, Monteriggioni, Bevagna, etc.);<br />
– cartel<strong>lo</strong>ne di eventi legati ad un circuito di castelli, eterogenei tra <strong>lo</strong>ro da un punto di vista storico, ma<br />
insistenti su uno stesso territorio amministrativo attuale o storico (terre malatestiane, castelli matildici,<br />
castelli Parma e Piacenza, l’iniziativa “Ricordanze e sapori”);<br />
– rievocazioni storiche (battaglie, concessioni, matrimoni, ecc.) e storico-sportive (palii, quintane) legate<br />
a manifestazioni <strong>lo</strong>cali quali sagre, patroni, etc.;<br />
– ricostruzioni stabili di spaccati di vita medievale presso aziende agrituristiche che offrono pacchetti,<br />
soggiorno a tema e che vanno a costruire l’ossatura ricettiva in occasione di manifestazioni paesane.<br />
(http://www.lepanare.it);<br />
– ricostruzioni stabili di ambientazioni medievali utilizzate a fini commerciali e quali <strong>lo</strong>cation <strong>per</strong><br />
manifestazioni: il borgo medievale di Grazzano Visconti (PC), il borgo medievale del Valentino a<br />
Torino che può essere considerato uno dei più vecchi ed al contempo cospicui esempi di ricostruzione<br />
storica in Italia, sgorgato dal milieu del Gothic Revival romantico ottocentesco.<br />
(http://www.grazzano.it);<br />
– parchi tematici, quali il Castel<strong>lo</strong> di Gropparel<strong>lo</strong> (PC) il cui parco delle Fiabe è considerato il primo<br />
parco emotivo in Italia, (http://www.castel<strong>lo</strong>digropparel<strong>lo</strong>.it/).<br />
Il progetto, <strong>per</strong> quanto già detto relativamente alla <strong>lo</strong>gica di rete che <strong>lo</strong> caratterizza, ha in previsione il<br />
collegamento con altri progetti già insistenti la stessa area appenninica (ad esempio, “Passaggi e<br />
paesaggi”, promosso dalla Provincia di Modena), o attinenti temi medievali (ad esempio, gli itinerari del<br />
Romanico e dei Castelli, promossi ancora una volta dalla Provincia di Modena). Per quanto concerne la<br />
costruzione di connessioni con progetti di altre realtà territoriali, queste non sono in previsione di<br />
accantieramento, nella fase s<strong>per</strong>imentale del Parco.<br />
55
3.1.2.b L’analisi di mercato <strong>per</strong> il Parco dei Luoghi dell’anima<br />
Il panorama nazionale dei servizi rivolti ad un cosiddetto turismo “dell’Anima” è molto variegato<br />
anche in virtù del fatto che sotto questa macrocategoria possiamo ricondurre tipo<strong>lo</strong>gie di turismo sia<br />
religioso che laico, espressioni di esigenze molto diverse.<br />
Se approfondiamo <strong>per</strong>ò l’analisi di queste tipo<strong>lo</strong>gie di turismo ci accorgiamo che seppur mosse da<br />
motivazioni di base anche molto diverse tra <strong>lo</strong>ro, hanno nella ricerca dei luoghi e delle opportunità <strong>per</strong><br />
una riflessione interiore un comune denominatore. Infatti se da una prima ricognizione delle proposte<br />
rivolte a questi due “pubblici” emerge una netta divisione dell’offerta dettata da un diverso orientamento<br />
culturale del “cliente” e da una spiccata specializzazione, rappresentata da centri di spiritualità (case,<br />
eremi, conventi, etc.) e centri di raccoglimento e riflessione (agriturismi, centri benessere, etc.), d’altro<br />
lato, questa divisione non risulta più così netta se analizziamo l’offerta nel suo complesso organizzativo e<br />
turistico. Pellegrinaggi e itinerari tematici, dal punto di vista di organizzazione dell’offerta, possono<br />
essere visti come sinonimi <strong>per</strong>ché a seconda che li si indichi come itinerari religiosi, della fede, del<strong>lo</strong><br />
spirito, della mente, fi<strong>lo</strong>sofici, dell’anima o della pace, tutti tendono a proporre una sco<strong>per</strong>ta<br />
dell’interiorità veicolata da un nuovo “stupore” nella ri-sco<strong>per</strong>ta dei luoghi, del paesaggio, dei contenuti<br />
va<strong>lo</strong>riali ed es<strong>per</strong>ienziali. Le risorse di un territorio a cui attingere <strong>per</strong> elaborare un itinerario religioso,<br />
artistico, storico, architettonico possono essere, e quasi sempre sono, le medesime.<br />
Fatte queste doverose considerazioni ed entrando nel dettaglio dell’offerta nazionale inerente il<br />
turismo “dell’Anima”, quel<strong>lo</strong> che emerge è una grande possibilità di offerte, più organizzate nel settore<br />
religioso in quanto supportate da una rete <strong>lo</strong>gistica articolata 17 . A tal proposito è opportuno segnalare<br />
come esistano agenzie di viaggio specializzate nel proporre viaggi religiosi e pellegrinaggi (in <strong>lo</strong>calità<br />
nazionali e straniere, quali Medjugorje, Lourdes, Fatima, Santiago di Compostela, Czestochowa, San<br />
Giovanni Rotondo, Terra Santa, etc), anche con possibilità di vedere il cata<strong>lo</strong>go e di prenotare on line, di<br />
acquistare viaggi last minute (ad es. i siti: www.guidarel<strong>lo</strong>viaggi.com/pellegrinaggi, www.eteria.it,<br />
www.orpnet.org).<br />
Per quanto riguarda un turismo di ispirazione laica, sono rilevanti alcune es<strong>per</strong>ienze italiane, quali il<br />
fenomeno del turismo del benessere e del turismo rurale.<br />
Relativamente al turismo legato al wellness, al benessere, si trova una base d’offerta che si collega al<br />
fenomeno termale (e ai suoi tentativi di riposizionamento strategico 18 ), ma si apre anche ad un’ampia<br />
gamma di nuove iniziative, che utilizzano un’accezione ampia del termine anima:<br />
– rassegne musicali quali “I suoni dell’anima” nelle antiche chiese della Sardegna, organizzata dalla<br />
Fondazione Teatro Lirico e del GAL Montiferru, con l’obiettivo specifico di va<strong>lo</strong>rizzare le più belle<br />
chiese, basiliche e luoghi di culto della Sardegna, attraverso la realizzazione di appuntamenti musicali<br />
di carattere sacro o, comunque, di ispirazione religiosa;<br />
– il recu<strong>per</strong>o e l’approfondimento di capacità e conoscenze legate al cibo: tra i tanti esempi, quel<strong>lo</strong> dei<br />
“Ristoranti Didattici” (Scuola Regionale Specializzata nella Ristorazione dell’Emilia, con sede anche a<br />
Serramazzoni), quella delle “Lezioni...di Gusto!” Promosse dall’Asso-ciazione Turismo in Langa 19 ;<br />
– proposte connesse col recu<strong>per</strong>o di un contatto diretto con elementi naturali e con i propri sensi, come<br />
ad esempio “Exp<strong>lo</strong>ra”, il Museo dei Bambini, a Roma. “Exp<strong>lo</strong>ra” è strutturato come una piccola città a<br />
misura di bambino con i suoi spazi, le sue funzioni e i suoi mestieri; una città che mette in contatto i<br />
bambini con fatti e realtà quotidiane, dove tutto può essere osservato, toccato, s<strong>per</strong>imentato. Il museo è<br />
organizzato <strong>per</strong> temi (comunicazione, ambiente, società, io) e proposto a target turistici quali il turismo<br />
scolastico (www.mdbr.it).<br />
17 Da questo punto di vista, la <strong>prassi</strong> molto diffusa e radicata di organizzazione di momenti di vacanza (campi estivi e<br />
invernali, esercizi spirituali, ritiri) da parte di parrocchie è sostenuta anche da pubblicazioni specializzate nell’orientare co<strong>lo</strong>ro<br />
che organizzano alla scelta delle infrastrutture da utilizzare, quale il “Prontuario” “Vacanza…elenco di case <strong>per</strong> ferie, campeggi,<br />
ritiri spirituali”, a cura di ANSPI.<br />
18 Si veda ad esempio il piano promozionale della Regione Emilia-Romagna, relativamente all’Unione di prodotto Terme<br />
Salute e Benessere, all’indirizzo internet www.emiliaromagnaterme.it<br />
19 Sono es<strong>per</strong>ienze nelle quali è possibile assistere alle varie fasi della preparazione dei piatti, vedere da vicino come una<br />
ricetta prende vita. Al termine della lezione di cucina è poi possibile degustare il piatto che si è visto prendere vita.<br />
56
Interessante caso di turismo rurale è rappresentato dalle “Fattorie Didattiche”, regolate a livel<strong>lo</strong><br />
nazionale dal Decreto Legislativo 18 Maggio 2001, n. 228 – “Orientamento e modernizzazione del<br />
settore agrico<strong>lo</strong>”, a norma dell’artico<strong>lo</strong> 7 della legge 5 Marzo 2001, n. 57. La Regione Emilia Romagna<br />
ha approvato il progetto delle fattorie didattiche, definendo criteri che regolano le caratteristiche<br />
produttive delle aziende agricole coinvolte, l’accoglienza al visitatore e l’impostazione delle attività<br />
didattiche, nonché prevedendo <strong>per</strong>corsi formativi ad hoc <strong>per</strong> gli agricoltori (www.regione.emiliaromagna.it/fattoriedidattiche).<br />
Esistono poi anche es<strong>per</strong>ienze di successo di natura imprenditoriale singola, quali il caso delle<br />
“Fattorie Faggioli”, presso Cusercoli (FC), che nel corso degli anni, da un’es<strong>per</strong>ienza di ricettività si è<br />
evoluta offrendo oggi <strong>per</strong>corsi formativi, scuola di gusto, iniziative editoriali (www.fattoriefaggioli.it).<br />
Altro esempio interessante è il parco ideato dal poeta Tonino Guerra, definito “I luoghi dell’anima”,<br />
un museo diffuso nel Montefeltro, terra natale del poeta<br />
(www.montefeltro.net/pennabilli/luoghianima.htm).<br />
Nel nostro caso l’idea che sta alla base del Parco dei Luoghi dell’Anima va a coprire un vuoto<br />
nell’offerta nazionale in quanto si propone, grazie anche ad un contesto storico-naturalistico di primaria<br />
importanza, con un’offerta che potremmo definire mediana tra pellegrinaggio interiore e turismo<br />
culturale, un contenitore di cose da fare, di idee, di luoghi e di <strong>per</strong>sone in grado di offrire emozioni ed<br />
es<strong>per</strong>ienze sia al singo<strong>lo</strong> che alla famiglia grazie all’articolazione delle proposte. Nel turismo si vende<br />
es<strong>per</strong>ienza, quindi è l’intensità dell’es<strong>per</strong>ienza stessa del viaggio il criterio usato <strong>per</strong> la sua valutazione,<br />
non il motivo <strong>per</strong> cui viene messo in atto.<br />
Il progetto trova nella visione a rete uno dei suoi tratti fondamentali. Ciò porta a segnalare come<br />
coerente e qualificante la proposta del Parco ogni possibile interazione con altri progetti, di scala<br />
provinciale ma anche più ampia. A tal proposito, il Parco potrà trovare numerose occasioni di contatto<br />
con l’es<strong>per</strong>ienza consolidata del turismo religioso, ma anche con le articolate proposte dell’Unione di<br />
Prodotto “Terme, Salute e Benessere”, promossa dalla Regione Emilia Romagna e con le iniziative che<br />
compongono il Festival della Fi<strong>lo</strong>sofia, che esprime la sua nota ed importante es<strong>per</strong>ienza proprio in<br />
provincia di Modena (cfr. anche quanto evidenziato al par. 2.5.2.).<br />
3.1.3. Organizzazione, model<strong>lo</strong> organizzativo, <strong>lo</strong>giche di azione organizzativa<br />
a) Risorse umane (competenze richieste; responsabilità, ruoli e compiti): staff di progetto, network,<br />
partnership<br />
Le risorse umane coinvolte nel <strong>per</strong>corso di attivazione e di implementazione sono state ricompresse<br />
nelle tipo<strong>lo</strong>gie Comitato di Pi<strong>lo</strong>taggio, Staff o<strong>per</strong>ativo, Comitato degli o<strong>per</strong>atori turistici dei due Parchi di<br />
cultura. In questa sede si delineeranno meglio le rispettive competenze attese, le responsabilità, i ruoli ed i<br />
compiti del<strong>lo</strong> Staff di progetto e del network interorganizzativo preposto alla sua realizzazione:<br />
– Il “Comitato di Pi<strong>lo</strong>taggio”, ha funzione d’indirizzo complessivo del progetto, di organo decisionale e<br />
di programmazione negoziata, di definizione delle strategie generali che – so<strong>lo</strong> a tito<strong>lo</strong> esemplificativo<br />
– devono consentire al Parco di realizzare ed implementare le sue attività, ampliare la rete della<br />
partnership e il network sottostante di riferimento, <strong>per</strong>mettere un effettivo coordinamento tra<br />
l’es<strong>per</strong>ienza del Parco e le linee di programmazione di area condotta da parte degli enti <strong>lo</strong>cali e<br />
territoriali, sostenere in modo determinante l’azione di raccolta fondi (presso canali di finanziamento<br />
pubblici, ma anche privati), definire, ottimizzare e solidificare la struttura organizzativa che nel medio<br />
<strong>per</strong>iodo dovrà gestire il Parco.<br />
– <strong>lo</strong> “Staff O<strong>per</strong>ativo” o di attuazione del progetto è composto da un gruppo di es<strong>per</strong>ti già specificato.<br />
Questi es<strong>per</strong>ti sono stati inizialmente individuati dall’ente titolare del progetto (IAL Emilia Romagna),<br />
in collaborazione con la rete formalizzata degli o<strong>per</strong>atori turistici e dei soggetti istituzionali che<br />
partecipano alla costruzione del Parco. Inoltre, a fianco di queste professionalità, sono stati coinvolti<br />
nelle differenti azioni (e di volta in volta) anche o<strong>per</strong>atori e soggetti che formano la partnership<br />
allargata dell’iniziativa<br />
57
– il “Comitato degli o<strong>per</strong>atori turistici” viene, come già ricordato, formalmente identificato dalla rete<br />
degli o<strong>per</strong>atori che manifestano interesse alla realizzazione dei Parchi, sulla base di libere disponibilità<br />
a seguito di proposte del Comitato di Pi<strong>lo</strong>taggio. Le principali funzioni del Comitato degli o<strong>per</strong>atori<br />
turistici sono quelle di co-progettazione, di realizzazione delle iniziative con <strong>lo</strong> Staff O<strong>per</strong>ativo, di<br />
raccordo delle istanze e di coordinamento con gli o<strong>per</strong>atori privati coinvolti nell’attività (anche al fine<br />
della gestione diretta di eventi coerenti con l’idea progettuale e di qualità <strong>per</strong> i destinatari), oltre che di<br />
elemento di trasmissione degli input in entrata ed in uscita dal Comitato di Pi<strong>lo</strong>taggio. Le aree di<br />
attività di questo Comitato, quindi, sono assai ampie e rappresentate, a tito<strong>lo</strong> indicativo, dalla<br />
progettazione di dettaglio della strutturazione del Parco e delle iniziative componenti il cartel<strong>lo</strong>ne; dalla<br />
conduzione di attività di marketing turistico e territoriale e di comunicazione; dalla partecipazione alle<br />
iniziative strategiche di coordinamento con i soggetti pubblici titolari della funzione di<br />
programmazione territoriale, tramite metodo<strong>lo</strong>gie partecipate e di lavoro di gruppo, di sostegno<br />
all’azione di ricerca fondi.<br />
b) Model<strong>lo</strong> organizzativo e <strong>lo</strong>giche di azione organizzativa<br />
Se consideriamo in modo funzionale/razionalistico gli organismi sopra presentati, rispetto alle definite<br />
funzioni e responsabilità, possiamo quindi aspettarci che:<br />
– il carico di lavoro quotidiano è in capo al<strong>lo</strong> Staff O<strong>per</strong>ativo, con divisione del lavoro coerente alle<br />
competenze specifiche dei componenti <strong>lo</strong> Staff, coordinato nel suo funzionamento da un responsabile<br />
di progetto, impegnato in un’azione continuativa e quotidiana <strong>per</strong> la promozione del Parco;<br />
– il Comitato degli o<strong>per</strong>atori turistici ha un ruo<strong>lo</strong> significativo, in termini di impegno lavorativo, volto in<br />
particolare al sostegno del<strong>lo</strong> Staff O<strong>per</strong>ativo e al coordinamento del<strong>lo</strong> stesso con le opportunità e le<br />
esigenze dell’insieme degli o<strong>per</strong>atori partner del progetto;<br />
– il Comitato di Pi<strong>lo</strong>taggio, che può utilizzare la funzione di segreteria organizzativa svolta dal<strong>lo</strong> Staff<br />
O<strong>per</strong>ativo, si sostanzierà in alcune riunioni nel corso dell’anno, finalizzate in particolare alla verifica<br />
del corretto andamento della gestione ed alla individuazione delle linee guida di <strong>sviluppo</strong> e di<br />
prospettiva del Parco.<br />
Tuttavia, nei fatti, se è vero che le relazioni interorganizzative <strong>per</strong> la realizzazione del progetto si<br />
risolvono di norma in riunioni ed incontri con costi relativamente bassi, so<strong>lo</strong> in parte <strong>per</strong>ò questi sono<br />
programmabili e strutturabili con certezza. D’altra parte, la presenza formale dei vari soggetti anche già<br />
menzionati, se è un atto di grande significato <strong>per</strong> la cantierabilità di un <strong>per</strong>corso complesso come quel<strong>lo</strong><br />
proposto, non assicura di <strong>per</strong> sé il concretizzarsi di un model<strong>lo</strong> organizzativo efficace ed efficiente nella<br />
pratica. Se infatti risulta evidente che le relazioni ipotizzate tra Staff O<strong>per</strong>ativo, Comitato di Pi<strong>lo</strong>taggio e<br />
Comitato o<strong>per</strong>atori turistici riguarderanno in particolare la definizione degli indirizzi e la<br />
programmazione/verifica delle attività; che <strong>lo</strong> scambio tra Staff O<strong>per</strong>ativo e Comitato o<strong>per</strong>atori si<br />
concentrerà in particolare sulla gestione e la promozione delle attività del Parco; tuttavia molte rimangono<br />
le zone d’ombra che è bene assumere fin da ora con consapevolezza rispetto ad esempio ai rapporti<br />
sostanziali tra i diversi citati organi ed i componenti stessi delle strutture collegiali, al flusso temporale ed<br />
alle prospettive, all’eventualità di costi organizzativi e relazionali non previsti, etc.<br />
In realtà, riteniamo quindi che una più efficace categoria di lettura, analisi ed anche di progettazione<br />
delle <strong>lo</strong>giche di azione organizzativa sottese al “retico<strong>lo</strong> interorganizzativo” sopra brevemente descritto,<br />
sono riconducibili alla categoria di “struttura di implementazione” ovvero all’insieme di organizzazioni,<br />
relazioni, transazioni (di “risorse”, di “potere” e di “cultura”, di “apprendimento”) che nascono <strong>per</strong> dare<br />
vita ad un progetto e trovano una regolazione nel<strong>lo</strong> stesso progetto e nel programma <strong>per</strong> la sua<br />
realizzazione. Al centro di questa struttura leggera ed “a legame debole 20 ” c’è quindi sicuramente a<br />
tuttoggi <strong>lo</strong> Staff O<strong>per</strong>ativo e la parte del Comitato di Pi<strong>lo</strong>taggio e della rete degli o<strong>per</strong>atori turistici (la<br />
20 Weick K.E., “Educational organization as <strong>lo</strong>osely coupled systems”, in Administrative Science Quarterly n. 21, 1976.<br />
Semplificando ed in parte non rendendo il ricco contributo di Weick cui si rimanda, il “<strong>lo</strong>osely coupled system” (“sistema a<br />
legame debole”) attiene tutti quegli scambi che avvengono tra più unità all’interno di uno stesso sistema che sono caratterizzati<br />
da grande indeterminatezza. I legami certamente esistono, ma altrettanto certamente non possono essere caratterizzati (sempre)<br />
come rapporti lineari di causa-effetto, come rapporti stimo<strong>lo</strong>-risposta, come rapporti di dipendenza gerarchica, come rapporti<br />
mezzi-fini, come transazioni determinate. Le relazioni tra unità di un sistema organizzativo <strong>lo</strong>osely coupled non sono più<br />
comprensibili alla luce delle teorie classiche della burocrazia ma vanno riviste in una prospettiva meno razionalista o che,<br />
comunque, accetta e riconosce l’esistenza di una pluralità di razionalità organizzative.<br />
58
<strong>lo</strong>gica dovrebbe essere tra l’altro il <strong>lo</strong>ro specifico inserimento all’interno del relativo Comitato)<br />
maggiormente interessati o “attivati” dalla proposta di implementazione dei due Parchi.<br />
c) Risorse materiali e strumentali attivate ed attivabili<br />
Per il tipo di attività che verranno condotte, a livel<strong>lo</strong> di Staff O<strong>per</strong>ativo e dei Comitati, la dotazione<br />
materiale necessaria si configura come quella classica da ufficio (linea telefonica, cellulari a disposizione<br />
<strong>per</strong> co<strong>lo</strong>ro che saranno più impegnati sul campo, fax e Internet, computer e software, possibilità di<br />
acquisizione di documentazione utile alla progettazione e conduzione delle attività, etc.), in quanto<br />
funzionale al<strong>lo</strong> sforzo di coordinamento tra attori ed eventi che caratterizza questo progetto.<br />
In relazione a quanto appena ricordato, risulteranno fondamentali le disponibilità e le dotazioni<br />
riconosciute alla realizzazione del progetto, da enti ed aziende che ne costituiscono il network o la<br />
partnership più allargata.<br />
3.1.4. Strategia di marketing e di promozione<br />
a) Target<br />
Oltre a rivolgere l’attenzione a turisti ed a visitatori che tradizionalmente frequentano l’Appennino<br />
modenese e dimostrano già un buon livel<strong>lo</strong> di fidelizzazione con il territorio, il Parco intende raggiungere<br />
i seguenti target:<br />
– famiglie con bambini;<br />
– giovani e adulti;<br />
– gruppi organizzati italiani e stranieri;<br />
– scuole e gruppi studenteschi;<br />
– nicchie cioè gruppi e community unite da una passione o un hobby coerente con il tema del Medioevo<br />
(appassionati del fantasy, medievalisti, interessati agli aspetti architettonici e culturali storici, cultori<br />
dell’enogastronomia, etc.).<br />
b) Piano di comunicazione e di marketing: modalità, canali, strumenti ed attività di promozione e di<br />
comunicazione.<br />
Tenuto conto dell’importanza culturale e di diffusione sul territorio dell’iniziativa, si ritiene<br />
fondamentale darne un’adeguata visibilità al pubblico attraverso una strategia di promo-comunicazione<br />
inevitabil-mente ampia e diversificata. Tale piano di comunicazione e di marketing è stato pensato in due<br />
fasi, in coerenza con la suddivisione temporale e organizzativa dell’attivazione del parco: una prima fase<br />
di s<strong>per</strong>imentazione ed un <strong>per</strong>iodo seguente di messa a regime.<br />
Obiettivo della prima fase è stato quel<strong>lo</strong> di creare e definire un’immagine e una “corporate identity 21 ”<br />
del Parco, in grado di colpire l’immaginario collettivo, evocare emozioni nel pubblico e quindi riuscire ad<br />
essere più facilmente ricordata e riconosciuta.<br />
Il target di riferimento in questa fase di avvio è duplice: da una parte è sicuramente fondamentale<br />
comunicare all’esterno e ai possibili gruppi che costituiscono il “grande pubblico” l’idea e la nascita del<br />
Parco del Medioevo, dall’altra, <strong>per</strong> garantire il pieno successo dell’iniziativa, lavorare <strong>per</strong> condividere il<br />
progetto con l’articolato network di attori ed enti del territorio coinvolti, ovvero puntare in primis ad<br />
un’efficace azione di marketing interno.<br />
Il piano di marketing e comunicazione previsto nei successivi anni di messa a regime del Parco è stato<br />
finalizzato a consolidare ed ampliare la sua visibilità verso l’esterno, rivolgendosi gradualmente ad un<br />
mercato sempre più ampio dal punto di vista geografico, sempre più segmentato <strong>per</strong> quanto riguarda i<br />
possibili target di riferimento e continuo nel tempo. Per far questo, dopo l’iniziale fase di<br />
s<strong>per</strong>imentazione, attraverso un’attività di fund raising, il Parco dovrà necessariamente dotarsi di risorse<br />
21 Insieme degli elementi e degli strumenti che definiscono l’immagine e l’identità aziendale o di un’organizzazione e che<br />
contribuiscono alla sua conoscenza all’esterno, ad esempio: il nome, il <strong>lo</strong>go, i caratteri tipo, i co<strong>lo</strong>ri, la musica (jingle), <strong>lo</strong> s<strong>lo</strong>gan,<br />
etc<br />
59
economiche messe a disposizione dagli attori pubblici e privati del territorio (sponsorizzazioni, contributi,<br />
finanziamenti) o frutto di proventi di iniziative o commercializzazione di prodotti e servizi.<br />
In sintesi, la successiva tabella mette a confronto gli elementi chiave che distinguono il piano di<br />
marketing e comunicazione nella fase di s<strong>per</strong>imentazione e di successiva messa a regime.<br />
60
Confronto tra obiettivi, risorse e target del piano di marketing e comunicazione nelle due fasi di attuazione del Parco del<br />
Medioevo.<br />
Fasi di attuazione Obiettivi Target Risorse<br />
Fase di<br />
s<strong>per</strong>imentazione<br />
Fase di messa a<br />
regime<br />
Definizione<br />
dell’immagine e<br />
della corporate<br />
identity del Parco.<br />
Affermazione e<br />
consolidamento<br />
della visibilità del<br />
Parco.<br />
- O<strong>per</strong>atori ed enti<br />
del territorio<br />
coinvolti (network)<br />
- Mercato in genere<br />
e prima<br />
individuazione di<br />
target specifici<br />
Mercato in genere<br />
e specializzazione<br />
rispetto a target<br />
specifici<br />
- Finanziamento<br />
pubblico (Provincia<br />
di Modena,<br />
Assessorato alla<br />
Formazione<br />
Professionale e<br />
Fondo Sociale<br />
Europeo)<br />
- Avvio attività di<br />
fund raising (canale<br />
pubblico e privato)<br />
-Attività di fund<br />
raising (canale<br />
pubblico e privato)<br />
- Proventi da<br />
iniziative e<br />
commercializzazione<br />
prodotti-servizi.<br />
Di seguito si approfondisce l’analisi degli obiettivi e degli strumenti di comunicazione e marketing che<br />
si ritiene possano essere riferiti alle due diverse fasi di attuazione del progetto di Parco del Medioevo.<br />
Diversi sono gli obiettivi della prima fase di s<strong>per</strong>imentazione che potremmo sintetizzare come un<br />
processo di comunicazione che nasce dal network e si rivolge all’esterno.<br />
In primo luogo l’azione di comunicazione e marketing deve infatti muoversi partendo dal<br />
coinvolgimento diretto di tutti i soggetti, le organizzazioni e gli enti che partecipano, a vario tito<strong>lo</strong> e a vari<br />
livelli, alla realizzazione del Parco. So<strong>lo</strong> attraverso la <strong>lo</strong>ro partecipazione attiva e o<strong>per</strong>ativa, gli strumenti<br />
di comunicazione attivati potranno avere ampia diffusione e immediato riscontro sul territorio. Tale<br />
azione, che abbiamo definito di marketing interno, diventa funzionale anche alla promo-comunicazione<br />
verso l’esterno <strong>per</strong>ché rende possibile l’utilizzo dei canali comunicativi di ogni singo<strong>lo</strong> soggetto<br />
appartenente al network (o<strong>per</strong>atori turistici, Comuni, Comunità montane, società d’area, etc.) come<br />
elemento di diffusione e moltiplicazione della conoscenza del “prodotto” Parco.<br />
Per concretizzare in modo efficace un coinvolgimento del network, sia nella fase di ideazione che di<br />
realizzazione del piano di comunicazione e marketing, si prevedono alcuni momenti informativi e<br />
formativi e l’attivazione di un servizio di help desk <strong>per</strong> garantire coordinamento, assistenza, consulenza e<br />
supporto agli o<strong>per</strong>atori <strong>per</strong> l’utilizzo di strumenti (utilizzo del <strong>lo</strong>go, formati e stili di stampa, impostazione<br />
grafica, regole di editing, attivazione link reciproci sui siti web, etc.).<br />
Contemporaneamente si prevede di realizzare una serie di strumenti in grado di affermare e<br />
comunicare l’identità del Parco di cultura del Medioevo, le sue specificità e l’originalità dell’offerta,<br />
studiando un’immagine immediatamente e facilmente riconoscibile ad un pubblico più ampio possibile.<br />
Strumenti:<br />
– Creazione corporate identity:<br />
– individuazione nome, <strong>lo</strong>gotipo e s<strong>lo</strong>gan del parco eventualmente anche attraverso un concorso di idee<br />
da proporre alle scuole e/o il coinvolgimento di artisti <strong>lo</strong>cali;<br />
– registrazione del marchio e del nome;<br />
– produzione di targhe, vetrofanie o segnaletica informativa <strong>per</strong> l’identificazione delle porte di accesso<br />
del parco e/o dei punti informativi;<br />
– Pubbliche relazioni e ufficio stampa:<br />
– organizzazione di momenti informativi e formativi <strong>per</strong> gli o<strong>per</strong>atori del network;<br />
– organizzazione dell’evento di lancio del parco con conferenza stampa, convegni ed iniziative inerenti<br />
il tema specifico scelto;<br />
– realizzazione dei comunicati stampa e conferenze stampa;<br />
61
– relazioni con quotidiani, riviste (es. “Medioevo” e riviste del gruppo Trentini, “C’è, e chi non c’è<br />
sogna di esserci” dell’Unione Appennino e Verde della Regione Emilia-Romagna, etc.), tv, radio e<br />
portali internet a livel<strong>lo</strong> <strong>lo</strong>cale, regionale e nazionale;<br />
– realizzazione e aggiornamento di un indirizzario informatizzato <strong>per</strong> gestire la normale corrispondenza<br />
(invio materiali informativi, inviti, etc.);<br />
– produzione in economia di materiale fotografico, audio, video e multimediale in genere e relativa<br />
diffusione anche on line;<br />
– gestione della rassegna stampa tematica;<br />
– help desk di consulenza rivolto al network <strong>per</strong> il corretto utilizzo degli strumenti di<br />
comunicazione del Parco;<br />
– realizzazione di un piano di distribuzione mirato <strong>per</strong> il materiale promozionale prodotto;<br />
– attivazione rapporti con Film Commission della Regione Emilia Romagna 22 ;<br />
– pubblicistica promozionale:<br />
– realizzazione e distribuzione del cartel<strong>lo</strong>ne di eventi (calendario, sede e organizzazione delle<br />
iniziative);<br />
– realizzazione e distribuzione della guida del parco (fi<strong>lo</strong>sofia e origini del progetto, mappa dei luoghi<br />
e degli itinerari fruibili, elenco strutture ricettive e di servizio in linea con il tema medievale, luoghi<br />
ed edifici visitabili, indirizzi utili, attori coinvolti, partnership, etc.);<br />
– sito web e <strong>sviluppo</strong> del canale Internet<br />
– registrazione del dominio;<br />
– realizzazione e aggiornamento del sito;<br />
– attivazione di modalità interattive <strong>per</strong> l’inserimento di contenuti nel sito;<br />
– creazione di mailing list;<br />
– attivazione di link reciproci con altri siti tematici sul Medioevo, di promozione turistica <strong>lo</strong>cale,<br />
regionale e nazionale 23 ;<br />
– registrazione su motori di ricerca generici e specializzati, come ad esempio www.onoria.com –<br />
motore di ricerca su Medioevo e storia;<br />
– partecipazione attiva a forum e gruppi di discussione (es. MIP Medioevo Italiano Project organizza il<br />
“forum annuale internet e storia” dal 15 Gennaio al 15 Marzo 2005).<br />
Come anticipato, la seconda fase di messa a regime potrebbe riassumersi nel consolidamento della<br />
visibilità del Parco e ampliamento del mercato di riferimento.<br />
Obiettivi:<br />
In questa fase l’attività di comunicazione e marketing sarà prevalentemente rivolta all’esterno al fine<br />
di consolidare e migliorare l’immagine del Parco e la sua capacità di penetrazione verso un pubblico<br />
sempre più ampio e segmentato, anche attraverso nuovi approcci al mercato nazionale ed estero.<br />
22 “Paesaggi di naturale bellezza, luoghi di interesse storico ed artistico sono il contesto ambientale dell’Emilia-Romagna. Ad<br />
occidente di un lungo litorale sabbioso si estende una grande pianura, delimitata a nord dal fiume Po e profilata dagli Appennini<br />
sul fronte meridionale. Secoli di storia lungo l'antica spina dorsale romana, la Via Emilia. L'Emilia-Romagna ha una forte<br />
tradizione cinematografica, sia <strong>per</strong> aver dato i natali a registi di fama mondiale (M. Antonioni, F. Fellini, B. Bertolucci, V.<br />
Zurlini, P. Avati <strong>per</strong> citarne alcuni) sia <strong>per</strong> la produzione che, oltre ai tanti film famosi del passato, quotidianamente interessa<br />
questa o quella parte del territorio. Grazie alla ricchezza degli scenari ed alla professionalità e specializzazione degli o<strong>per</strong>atori e<br />
dell’imprenditoria <strong>lo</strong>cale questa regione è frequentemente scelta <strong>per</strong> la realizzazione di importanti spot pubblicitari e video<br />
musicali. Quest’aspetto si inserisce in un tessuto di produzione e consumo di spettaco<strong>lo</strong> in generale che si col<strong>lo</strong>ca ai primi posti<br />
in Italia ed in Europa, rappresentando un dato non trascurabile dell’economia regionale. Per tutti questi motivi la Regione Emilia-<br />
Romagna, fin dal 1997, ha istituito la Film Commission una struttura che ha il compito di agevolare l’o<strong>per</strong>a di chi sceglie il<br />
territorio regionale quale set di produzioni audiovisive, divenendone al contempo il punto di riferimento. I servizi offerti, del<br />
tutto gratuiti, vanno dal contatto ed intermediazione con le diverse amministrazioni, ai rapporti diretti con istituzioni e privati;<br />
dall’assistenza ai possibili scenari da utilizzare, con visite guidate ai luoghi di riprese ed archivi di immagini fotografiche, alla<br />
disponibilità di una banca dati dei professionisti ed o<strong>per</strong>atori del settore. L’Emilia-Romagna Film Commission offre inoltre<br />
assistenza nel disbrigo delle formalità burocratiche e nella ricerca di soluzioni <strong>lo</strong>gistiche. Tutte le produzioni e le iniziative che<br />
hanno luogo nella regione vengono supportate da un ufficio stampa e da un servizio di pubbliche relazioni”. Fonte:<br />
www.regione.emilia-romagna.it/cinema/home.asp<br />
23 Soltanto come esempio, possiamo tra gli altri citare www.medioevoitaliano.org, www.storiaonline.org,<br />
www.medioevoitaliano.com, www.storiaonline.net, www.storiadelmondo.com, www.middleages.org.uk,<br />
www.storiamedievale.com, www.medioevoitaliano.it, www.appenninoeverde.org, emiliaromagnaturismo.it<br />
62
Nel corso di questo <strong>per</strong>iodo, l’obiettivo dell’area comunicazione e marketing sarà quel<strong>lo</strong> di dotarsi di<br />
un gruppo ben strutturato sia dal punto di vista gestionale che professionale, in grado di attivare<br />
metodo<strong>lo</strong>gie e strumenti comunicativi complessi e diversificati, adeguati al nuovo mercato di riferimento.<br />
In tale ottica sarà necessario individuare le risorse economiche (budget) necessarie <strong>per</strong> pianificare e<br />
razionalizzare gli interventi previsti.<br />
Il gruppo responsabile della comunicazione e del marketing, in virtù delle numerose relazioni attivate<br />
a diverso livel<strong>lo</strong>, potrà essere di supporto alla funzione commerciale anche rispetto a:<br />
– ricerca di nuove risorse economiche ed organizzative;<br />
– ricerca di sponsor privati;<br />
– ricerca di collaborazioni e contributi pubblici;<br />
– ricerca di finanziamenti pubblici;<br />
– analisi del mercato e della concorrenza (benchmarking);<br />
– ideazione e pubblicizzazione di pacchetti turistici creati ad hoc insieme alle società d’area del territorio<br />
e commercializzati da tour o<strong>per</strong>ators e agenzie di viaggio specializzate in attività di incoming.<br />
Strumenti:<br />
– mantenimento e rinforzo della corporate identity:<br />
– creazione di nuovo materiale informativo (es. brochure istituzionale);<br />
– attivazione di una campagna promozionale che veicoli l’immagine del Parco eventualmente<br />
attraverso un testimonial noto a livel<strong>lo</strong> nazionale nell’ambito culturale, storico, turistico;<br />
– realizzazione e distribuzione di manifesti e cartel<strong>lo</strong>ni;<br />
– realizzazione e installazione di segnaletica stradale;<br />
– pubbliche relazioni e ufficio stampa:<br />
– continuazione delle attività già avviate nel <strong>per</strong>iodo precedente (comunicati stampa, conferenze<br />
stampa, relazioni con i media, produzione materiali multimediali, gestione rassegna stampa, help<br />
desk, coordinamento momento informativi e formativi <strong>per</strong> network interno) con <strong>sviluppo</strong> di nuove<br />
relazioni e prodotti comunicativi (es. realizzazione servizi <strong>per</strong> canali Tv tematici satellitari, <strong>per</strong><br />
riviste specializzate nel settore turistico, culturale e storico, <strong>per</strong> emittenti radiofoniche nazionali);<br />
– educational tour rivolti a giornalisti della stampa specializzata e opinion leaders del settore turistico e<br />
culturale;<br />
– organizzazione e pubblicizzazione di eventi promozionali e appuntamenti programmati;<br />
– partecipazione a fiere di settore;<br />
– pubblicistica promozionale:<br />
– realizzazione e distribuzione del cartel<strong>lo</strong>ne di eventi e della guida del parco aggiornati annualmente;<br />
– creazione di allestimenti (vele, pannelli, striscioni desk, etc) <strong>per</strong> partecipazione a fiere, mostre e<br />
manifestazioni di carattere <strong>lo</strong>cale, nazionale e internazionale relative all’ambito storico, culturale e<br />
turistico;<br />
– aggiornamento dei materiali promozionali con traduzioni in lingua inglese e tedesca;<br />
– acquisto di moduli pubblicitari-redazionali all’interno di quotidiani nazionali;<br />
– editoria multimediale e merchandising:<br />
– produzione di materiali multimediali tematici anche originati da eventi e iniziative del Parco (atti di<br />
convegni, giochi da tavo<strong>lo</strong>, cd-rom, pubblicazioni in genere);<br />
– ideazione e realizzazione di oggettistica e altro merchandising del Parco (es. T-shirt, calendari,<br />
cancelleria, etc.);<br />
– sito web e <strong>sviluppo</strong> del canale Internet:<br />
– mantenimento del sito e aggiornamento contenuti;<br />
– duplicazione di parte del sito in lingua inglese e tedesca.<br />
3.1.5. Previsione/valutazione di efficienza ed efficacia<br />
Gli input fondamentali di quest’ultima importante sezione del piano di fattibilità del Parco del<br />
Medioevo risultano ovviamente il progetto e l’offerta del Parco, il model<strong>lo</strong> e la struttura organizzativa<br />
scelta e la strategia di marketing e di promozione.<br />
63
Sono inoltre da considerare, <strong>per</strong> meglio evidenziare la complessità della successiva previsione di<br />
efficienza, di efficacia e sostenibilità ed apprezzarne i contenuti evidenziati, almeno le seguenti importanti<br />
variabili:<br />
– il tempo ed in particolare il rapporto tra il progetto “ a regime” (3 anni) ed il progetto “s<strong>per</strong>imentale”<br />
(15 mesi), cfr. anche ante;<br />
– le fonti ed i vincoli di risorse, di reddito e di attuazione del progetto, ed in particolare il rapporto tra<br />
iniziativa finanziata dalla Provincia di Modena e la complessiva realizzazione del progetto Parco di<br />
Cultura del Medioevo;<br />
– le azioni a carico del progetto e quelle ad esso correlate, ma che non incidono in termini di costi e/o<br />
reddito: come più volte ricordato nel corso della trattazione, infatti, all’interno del Parco Culturale sono<br />
ricompresi eventi e prodotti autonomamente organizzati, gestiti e promossi da amministrazioni<br />
pubbliche ed o<strong>per</strong>atori privati, purché coerenti con l’idea originaria e con la mission della proposta, che<br />
non incidono economicamente sul progetto; sono previste e verranno utilizzate dotazioni <strong>lo</strong>gistiche,<br />
strutturali e strumentali rese ad esempio disponibili gratuitamente da parte di alcuni Comuni ed altri<br />
soggetti promotori; d’altra parte i vantaggi derivanti dall’adesione alla proposta da parte dei vari<br />
o<strong>per</strong>atori pubblici e privati dell’area (nuovo circuito promo-comunicazionale, immagine dell’area,<br />
possibilità di intercettare ulteriori risorse pubbliche e private a supporto dell’idea, integrazione<br />
dell’offerta turistica, benefici economici derivanti dai prodotti e servizi turistici offerti direttamente o<br />
indirettamente 24 , nuove imprese giovanili, etc.) non verranno contabilizzati in sede di previsione<br />
economica. In sostanza la successiva definizione di fonti di costo e di reddito (punti a e b) intende<br />
essere precipuamente centrata, in questa fase, sul nucleo centrale del progetto in questione;<br />
– gli elementi ancora non noti o da stabilire, quali ad esempio, in particolare, l’insieme dei prodotti e<br />
degli eventi costituenti, nella s<strong>per</strong>imentazione e nel triennio, il Parco e l’assetto organizzativo<br />
definitivo<br />
a) Definizione fonti di costo<br />
Per definire le fonti di costo si farà riferimento a due grandi categorie correlate all’attivazione e<br />
attuazione del Parco: il piano del <strong>per</strong>sonale e la previsione dei consumi materiali.<br />
Per quanto riguarda la previsione dei costi relativi alle risorse umane nei primi 15 mesi di<br />
s<strong>per</strong>imentazione possiamo evidenziare, in relazione all’assetto organizzativo, alle funzioni, ai compiti e<br />
una previsione delle seguenti giornate/uomo (incontro):<br />
– <strong>per</strong> il Comitato di Pi<strong>lo</strong>taggio almeno 7 incontri congiunti, di cui una buona parte concentrati nella fase<br />
di progettazione o<strong>per</strong>ativa e di dettaglio di avvio;<br />
– riguardo <strong>lo</strong> Staff O<strong>per</strong>ativo, <strong>per</strong> gli es<strong>per</strong>ti senior (1 es<strong>per</strong>to coordinatore di tutta l’attività, competente<br />
nell’analisi socio-economica; 1 es<strong>per</strong>to di analisi del fabbisogno professionale, di progettazione e dei<br />
processi formativi; 1 es<strong>per</strong>to di turismo; 1 es<strong>per</strong>to di comunicazione; 1 es<strong>per</strong>to di programmazione<br />
territoriale, metodo<strong>lo</strong>gie partecipate e di lavoro di gruppo) si prevedono complessive 100 giornate di<br />
lavoro;<br />
– <strong>per</strong> il Comitato degli o<strong>per</strong>atori turistici almeno 20 giornate, comprendenti il raccordo con <strong>lo</strong> Staff<br />
O<strong>per</strong>ativo e la rete degli o<strong>per</strong>atori turistici;<br />
Fondamentale sarà inoltre, come ricordato ante, l’impegno, fuori da forme associative e contrattuali, di<br />
o<strong>per</strong>atori pubblici (ad esempio IAT) e privati<br />
Per quanto attiene invece la previsione relativa ai consumi materiali si può ipotizzare una quota<br />
minima annua di risorse economiche pari a 10.000 euro al fine di:<br />
– realizzare il piano di comunicazione e marketing, fondamentale <strong>per</strong> il lancio dell’iniziativa;<br />
– contribuire, <strong>per</strong> quanto limitatamente, all’ottimizzazione di alcuni eventi esistenti;<br />
– concretizzare gli essenziali elementi infrastrutturali del Parco di Cultura, quali il marchio ed il <strong>lo</strong>go; il<br />
materiale informativo generale comprensivo almeno di un kit informativo completo relativo all’offerta;<br />
la mappa tematica che segnali infrastrutture, prodotti, servizi del Parco; il cartel<strong>lo</strong>ne di eventi<br />
<strong>lo</strong>calizzato; il portale Internet del Parco.<br />
24 Ad esempio il <strong>per</strong>nottamento in strutture ricettive coerenti, la ristorazione tipica, la fruizione di servizi del territorio a<br />
pagamento, etc.<br />
64
) Definizione fonti di reddito<br />
Una fonte certa di reddito <strong>per</strong> la realizzazione dell’iniziativa è stata rappresentata dalla possibilità di<br />
poter condurre attività progettuali, anno dopo anno finanziati 25 dalla Provincia di Modena, che hanno<br />
<strong>per</strong>messo di coprire il 90% dei costi delle risorse umane e il 40% dei consumi materiali, ed in particolare<br />
quelli coerenti con il progetto approvato dalla Provincia di Modena, in relazione agli elementi<br />
infrastrutturali del Parco ed alla parte essenziale del piano di comunicazione e marketing.<br />
Quanto sopra sottolineato rende dunque manifesto che, come già affermato, il progetto di attivazione<br />
del Parco di Cultura non si risolve nel so<strong>lo</strong> progetto approvato dall’Ammini-strazione provinciale sul<br />
Fondo Sociale Europeo. Le risorse mancanti relative al <strong>per</strong>iodo s<strong>per</strong>imentale verranno re<strong>per</strong>ite grazie a<br />
finanziamenti privati e ad investimenti dell’ente titolare del progetto.<br />
c) Sostenibilità progetto<br />
Nel triennio è risultata come necessaria una modalità di sostegno all’iniziativa basata<br />
significativamente su risorse pubbliche. Le risorse aggiuntive da ricercare dopo la fase s<strong>per</strong>imentale<br />
attengono i seguenti principali canali:<br />
– risorse pubbliche relative a specifici Programmi Comunitari coerenti con l’idea progettuale, quali ad<br />
esempio i programmi “Cultura”, “Interreg”, “Leonardo”; la nuova programmazione comunitaria <strong>per</strong> gli<br />
ambiti dell’agricoltura, dell’ambiente e del turismo;<br />
– risorse pubbliche aggiuntive del Fondo Sociale Europeo;<br />
– fondi regionali finalizzati al sostegno di iniziative di promo-com-mercializzazione turistica (legge 7 del<br />
1998), da parte di Unioni di Prodotto (ad esempio, <strong>per</strong> quanto concerne il territorio beneficiario del<br />
progetto Parco di Cultura, l’Unione regionale Appennino e Verde) e di aderenti alle stesse;<br />
– fondi pubblici, messi a disposizione dalla Provincia di Modena, tramite la predisposizione del<br />
Programma turistico di promozione <strong>lo</strong>cale (PTPL), che definisce le priorità degli interventi <strong>per</strong> <strong>lo</strong><br />
<strong>sviluppo</strong> delle attività di promozione a carattere <strong>lo</strong>cale; indica i progetti ammissibili a contributo<br />
presentati dai soggetti attuatori; articola i finanziamenti negli ambiti di attività comprendenti i servizi<br />
di accoglienza e informazione turistica, le attività di animazione e di intrattenimento turistico e le<br />
iniziative di promozione turistica di interesse <strong>lo</strong>cale;<br />
– risorse pubbliche dell’APT regionale, soprattutto in relazione alle azioni di promo-comunicazione;<br />
– risorse pubbliche dei GAL territoriali;<br />
– risorse pubbliche degli Enti Locali promotori;<br />
– risorse private di istituti di credito, con presenza significativa sul territorio;<br />
– risorse private di fondazioni bancarie e culturali;<br />
– risorse private relative ad altre sponsorizzazioni;<br />
– risorse private <strong>per</strong> servizi e prodotti “a mercato” del Parco (promo-comunicazione e vendita di<br />
pacchetti turistici, organizzazione nuovi eventi, <strong>per</strong>corsi formativi e di aggiornamento, fruizione<br />
dell’offerta da parte dei turisti, editoria, etc;<br />
– risorse private connesse all’estensione del progetto;<br />
– risorse private connesse all’esportazione del model<strong>lo</strong> su altre realtà territoriali.<br />
3.1.6 I possibili scenari futuri<br />
3.1.6.1 Sintesi delle caratteristiche distintive del progetto: fattori ed elementi descrittivi<br />
Al fine di rendere manifesti gli elementi oggettivi necessari <strong>per</strong> meglio consentire il processo<br />
valutativo sulle prospettive del progetto “Parchi di Cultura” ricordato ante, è fondamentale definire le<br />
25 Il finanziamento complessivo, <strong>per</strong> i due parchi di cultura del Medioevo e dei Luoghi dell’Anima, nelle due diverse tranche<br />
progettuali approvate, una più rivolta agli o<strong>per</strong>atori turistici, l’altra alle giovani generazioni, (cfr. ante) è, al netto d’IVA e dei<br />
costi di funzionamento pari a circa 65.400 euro utilizzabili <strong>per</strong> la realizzazione dei due progetti. Il budget <strong>per</strong> singole macrovoci<br />
di spesa è il seguente:<br />
- totale B1 “preparazione”: 4.900 euro;<br />
- totale B2 “realizzazione”: 39.900 euro;<br />
- totale B3 “diffusione dei risultati”: 3.950 euro;<br />
- totale B4 “direzione e valutazione”: 16.650 euro.<br />
65
carettiristiche distitive dell’es<strong>per</strong>ineza triennale realizzata, ovvero quei fattori che congintamente ne<br />
costituiscono l’identità e la sostanzialità (essere proprio quel progetto e non un altro).<br />
Per raggiungere questo scopo riteniamo utile servirici di alcune categorie rilevanti di seguito<br />
enunciate.<br />
1. Finalità e macro obiettivi dell’es<strong>per</strong>ienza realizzata: ovvero gli indirizzi e gli scopi dichiarati e<br />
formalizzati in fase di avvio e nel corso del progetto;<br />
2. Elementi istitutivi del progetto: atti, documenti e <strong>prassi</strong> che segnano l’avvio e l’identità del progetto,<br />
anche nell’evolversi del suo funzionamento;<br />
3. Patrimonio, risorse (economiche, umane, strumentali, professionali), dotazioni strutturali ed<br />
infrastrutturali ascritte al progetto;<br />
4. Struttura organizzativa, organi ed organizzazione interna;<br />
5. Attività e servizi erogati nel corso dell’es<strong>per</strong>ienza ai diversi target di destinatari, con la specificazione<br />
delle attività core e delle attività meno strategiche o che si sono progressivamente aggiunte e<br />
consolidate<br />
6. Relazioni e transazioni significative con organizzazioni e soggetti esterni della strutura di<br />
implementazione del progetto;<br />
7. Logiche di sostenibilità e di contiuità interne<br />
8. Finalità e macro obiettivi dell’es<strong>per</strong>ienza realizzata<br />
Come esplicitato nella pubblicazione che ha consentito <strong>lo</strong> studio teorico, l’indagine di fattibilità sul<br />
campo ed ha prefigurato l’avvio della concreta s<strong>per</strong>imentazione e come è evidenziato sul sito web<br />
istituzionale del progetto (www.parchidicultura.it) il progetto ha inteso va<strong>lo</strong>rizzare e promuovere in modo<br />
integrato e sistemico eventi e prodotti turistici già esistenti ed organizzare alcune nuove attività di<br />
richiamo turistico <strong>per</strong> l’intero territorio miranti ad armonizzare e consolidare l’offerta, anche al fine di<br />
creare opportunità professionali e lavorative agli o<strong>per</strong>atori ed alle giovani generazioni <strong>lo</strong>cali.<br />
Tra gli obiettivi comuni all’iniziativa ricordata e che anche il presente progetto <strong>per</strong>segue possiamo<br />
evidenziare:<br />
• <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> del territorio montano attraverso la leva formativa e la centralità delle risorse umane;<br />
• la va<strong>lo</strong>rizzazione della specificità delle attività imprenditoriali attraverso il legame con il territorio,<br />
nell’ottica dei servizi dedicati a residenti e turisti;<br />
• l’incentivazione della visibilità del territorio verso l’esterno, mediante iniziative capaci di va<strong>lo</strong>rizzare<br />
il potenziale naturale, artistico, culturale e umano che caratterizza l’area;<br />
• la va<strong>lo</strong>rizzazione e l’ampliamento delle competenze professionali, imprenditoriali e manageriali delle<br />
<strong>per</strong>sone occupate nel territorio;<br />
• la proposta di occasioni occupazionali e di <strong>sviluppo</strong> professionale <strong>per</strong> le giovani generazioni, specie<br />
al fine di un investimento di vita e di lavoro nell’area montana.<br />
Il <strong>per</strong>corso di ricerca ed il successivo progetto di dei “parchi di cultura” ha seguito alcune importanti<br />
coordinate:<br />
• l’ancoraggio del progetto ad un model<strong>lo</strong> scientifico trasparente ed verificabile di analisi,<br />
comprensione, progettazione e valutazione del “parco” che, anche grazie al<strong>lo</strong> studio, alla comparazione<br />
ed al contributo delle es<strong>per</strong>ienze teoriche e pratiche in materia, possa risultare reiterabile e<br />
riproponibile anche su altre realtà territoriali (cfr. anche infra il secondo requisito);<br />
• la scelta di individuare temi, eventi e prodotti turistici già esistenti o da attivare rispetto al “parco”<br />
attraverso una condivisione con gli amministratori <strong>lo</strong>cali ed altri attori significativi della società civile<br />
del territorio appenninico; l’opzione di favorire la va<strong>lo</strong>rizzazione dell’esistente alle azioni di<br />
innovazione, comunque <strong>per</strong>seguite;<br />
• il privilegio di un approccio integrato tra ambiente, turismo, cultura ed eno-gastronomia, tutti<br />
elementi di forza del costituendo “parco” e dell’area di riferimento;<br />
• l’utilizzo, come centrale e strategica, di una modalità partecipata di attivazione del “parco” (coprogettazione<br />
con gli attori pubblici e privati del territorio o<strong>per</strong>anti sui temi del turismo e della<br />
promozione culturale: pubbliche amministrazioni, o<strong>per</strong>atori turistici, scuole e giovani, associazioni e<br />
circoli culturali, etc.) ed anche di gestione del<strong>lo</strong> stesso (Comitato di Pi<strong>lo</strong>taggio e degli o<strong>per</strong>atori privati,<br />
incontri di verifica e di action learning tra gli attori aderenti, etc);<br />
• l’indispensabile presenza di alcuni giovani disoccupati del territorio montano, che scelgano di<br />
s<strong>per</strong>imentarsi come o<strong>per</strong>atori lavorando specificamente al coordinamento delle attività e degli attori<br />
che rappresenteranno l’ossatura e l’articolazione organizzativa del “parco”;<br />
• la conseguente indispensabile disponibilità di un numero congruente di o<strong>per</strong>atori pubblici e privati a<br />
sostegno dell’idea ed in grado di favorirne coerenza e qualità dell’offerta turistica derivante.<br />
66
In fase di avvio della s<strong>per</strong>imentazione, nei documenti più rilevanti <strong>per</strong> il progetto venivano inoltre<br />
enunciati i seguenti fattori identitari:<br />
• “Il progetto non inventa niente, ma parte dalla realtà, da quel<strong>lo</strong> che esiste, dalla vo<strong>lo</strong>ntà espressa di<br />
portare va<strong>lo</strong>re aggiunto a quanto già presente. Il progetto non potrà essere realizzato senza l’effettivo<br />
coinvolgimento delle pubbliche amministrazioni, degli o<strong>per</strong>atori e dei giovani del territorio.<br />
L’innovazione <strong>per</strong>seguita è quindi quella non di creare ex novo, quanto di va<strong>lo</strong>rizzare e ricol<strong>lo</strong>care, con<br />
idee anche nuove, quanto già c’è. Ad esempio, verranno censiti e promossi grazie a canali e media<br />
inusuali eventi turistici che annualmente le comunità <strong>lo</strong>cali dell’area organizzano e gestiscono; <strong>lo</strong><br />
sforzo creativo sarà <strong>per</strong>altro limitato a dare attuazione alle idee ed alle potenzialità direttamente<br />
<strong>per</strong>venute e richieste dal territorio, a favorire le <strong>lo</strong>calità meno visibili ed a rafforzare l’integrazione<br />
dell’offerta in Appennino.<br />
• Il progetto avrà una estensione s<strong>per</strong>imentale e limitata, ad esempio relativamente alla coerenza<br />
tematica che costituirà, tra l’altro, la quali-tà e la riconoscibilità della proposta: l’organizzazione dei<br />
prodotti e degli eventi turistici sarà infatti fortemente vincolata ad una idea condivisa, originale ed<br />
incarnata alla tradizione culturale del territorio. La proposta intende inoltre ricercare incroci positivi e<br />
reciprocità con le offerte ed i circuiti turistici già attivi e di successo della montagna modenese,<br />
fornendo – <strong>per</strong> quanto possibile – un contributo all’allungamento della stagione turistica.<br />
• Il progetto punta in terzo luogo ad integrare, a coordinare de facto i diversi territori e gli stessi diversi<br />
settori produttivi che ne garantiscono ed influenzano <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> socio-economico, grazie alle relazioni<br />
tra gli attori istituzionali ed economici che su questi insistono, gli enti e le relative articolazioni<br />
organizzative, sulla base di un piano concreto, progressivamente condiviso e verificato, di cose da fare.<br />
L’iniziativa non ha ambizioni o velleità politiche o di coesione sociale, ma riconosce il fondamentale<br />
va<strong>lo</strong>re, anche “etico” oltre che o<strong>per</strong>ativo, alla programmazione negoziata ed alla concertazione: sulle<br />
azioni e sulle cose concrete di interesse collettivo è possibile mettersi d’accordo ed, in questo senso, la<br />
diversità spesso risulta ricchezza. L’iniziativa quindi punta ad appianare <strong>per</strong>sonalismi, a su<strong>per</strong>are i<br />
<strong>lo</strong>calismi ed a contrastare le “primogeniture”: il protagonista non può che essere il territorio nel suo<br />
complesso e nelle sue varie forme di rappresentanza democratica.<br />
• La proposta, fortemente centrata sull’implementazione delle attività progettate e caratterizzata dal<br />
tentativo di unire attraverso il confronto e la passione degli individui e delle organizzazioni, riconosce<br />
fondamentale importanza alla trasparente verifica socio-economica e professionale degli esiti e, qua<strong>lo</strong>ra<br />
siano dimostrati degli impatti positivi in termini di efficienza ed efficacia, mira alla sua progressiva<br />
autonoma sostenibilità.<br />
• Lo <strong>sviluppo</strong> di area è la chiave di lettura ed interpretativa più importante dell’attività in oggetto. Lo<br />
studio teorico e la modellizzazione scientifica effettuata intende fornire un contributo alla riflessione in<br />
materia oltre che ad offrire un <strong>per</strong>corso concreto <strong>per</strong> l’eventuale verifica e reiterabilità o l’applicazione<br />
in altri contesti spazio-temporali di idee similari.<br />
• Tale iniziativa intende inoltre s<strong>per</strong>imentare un nuovo modo di fare formazione ed un diverso ruo<strong>lo</strong><br />
delle agenzie <strong>formative</strong>, incentivando in particolare la specificità della formazione come sistema<br />
trasversale e di supporto ai diversi ambiti socio-economici, professionali e culturali in cui la società si è<br />
organizzata. Il rischio che oggi diverse organizzazioni del mondo dell’education corrono è, a nostro<br />
avviso, quel<strong>lo</strong> della autoreferenzialità e dell’eccessiva tecnicizzazione e burocratizzazione di un<br />
sistema che <strong>per</strong> natura deve invece essere a<strong>per</strong>to alla realtà, rivolto alle <strong>per</strong>sone, attento al mondo del<br />
lavoro ed alle sue dinamiche. L’ideazione, la progettazione e l’offerta articolata delle proposte<br />
<strong>formative</strong> devono trovare preciso ancoraggio e riscontro in questa realtà. Troppe agenzie <strong>formative</strong><br />
sono al momento contemporaneo diventate dei ‘corsifici’, in grado più di intercettare e sfruttare<br />
correttamente (secondo le ‘regole’, le ‘procedure’, del quadro istituzionale di un sistema<br />
eccessivamente chiuso) le risorse pubbliche, che a rispondere a fabbisogni professionali rilevati con<br />
modalità scientifiche, a ‘guidare verso l’alto’ e qualificare il mercato del lavoro, o a contribuire al<strong>lo</strong><br />
<strong>sviluppo</strong> socio-economico sostenibile dei territori a partire dalle risorse umane. L’approccio <strong>per</strong>seguito<br />
in questa indagine e nelle stesse proposte di prospettiva è invece quel<strong>lo</strong> del ritenere l’ente di<br />
formazione una delle possibili agenzie di <strong>sviluppo</strong> al servizio del territorio e delle sue sfaccettate<br />
esigenze che sono prima da leggere, interpretare e validare (con metodo<strong>lo</strong>gie aggiornate e trasparenti) e<br />
poi da soddisfare, anche con il concorso di altri attori che possono arrecare va<strong>lo</strong>re aggiunto. In questo<br />
senso la formazione può effettiva-mente, come spesso viene dichiarato, costituire una leva di crescita di<br />
un sistema sociale ed economico oltre ad essere strumento <strong>per</strong> l’attuazione e l’integrazione di obiettivi<br />
diversificati e complessi.<br />
• Infine, riteniamo che la proposta progettuale sinteticamente delineata sia difficile e “rischiosa” <strong>per</strong><br />
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agioni di varia natura, ma soprattutto <strong>per</strong> l’incertezza degli esiti, la complessità e l’ambizione degli<br />
obiettivi <strong>per</strong>seguiti, nonché dei complessi ed intrecciati fattori di successo che deve riuscire ad attivare<br />
(coinvolgimento capillare del territorio, approccio e pratica collaborativa tra più soggetti nel rispetto<br />
dei ruoli e delle funzioni diverse, raccordo ed armonia con gli indirizzi e la politiche pubbliche,<br />
attrattività e concretezza <strong>per</strong> giovani ed o<strong>per</strong>atori, modellizzazione e s<strong>per</strong>imentazione con metodo<strong>lo</strong>gie<br />
scientifiche e trasparenti, etc.). Si ritiene tuttavia, proprio rispetto alla ricchezza, alle potenzialità ed<br />
alle difficoltà dell’area sopra soltanto tratteggiate, ancora più rischiosa la rinuncia a muoversi ed a<br />
mancare un’occasione, certamente assai difficoltosa ma non meno, almeno negli auspici, utile e<br />
significativa”.<br />
Per concludere la disamina delle finalità e dei macrobiettivi dell’es<strong>per</strong>ienza realizzata pare importante<br />
citare sinteticamente le diverse fasi in cui il progetto è stato articolato nella ricordata s<strong>per</strong>imentazione<br />
triennale 2004-2007, sia <strong>per</strong> favorire la riflessione in ordine a come gli scopi dichiarati hanno trovato<br />
radicamento nella pratica degli indirizzi progettuali, sia <strong>per</strong> valutare l’evolversi delle priorità e dei<br />
riferimenti e guide all’azione concreta.<br />
PROGETTO 1: 2004-2005<br />
1. Diffusione e condivisione dell’idea progettuale: attivazione della rete degli o<strong>per</strong>atori interessati alla realizzazione del<br />
Parco; tale fase ha rappresentato l’impegno iniziale più consistente e di maggior sforzo, connesso alla presentazione del<br />
progetto a tutti gli o<strong>per</strong>atori pubblici della montagna modenese, nonché a o<strong>per</strong>atori pubblici quali Istituti scolastici o di interesse<br />
generali quali la Diocesi di Modena, la sensibilizzazione di molti o<strong>per</strong>atori turistico/ricettivi o<strong>per</strong>anti nel nostro Appennino; tale<br />
impegno ha <strong>per</strong>messo di arrivare a formalizzare una rete di oltre 80 soggetti aderenti<br />
2. Selezione e attivazione del team di giovani interessati alla realizzazione del Parco; <strong>per</strong> quanto concerne questa fase del<br />
progetto, si è provveduto a sollecitare tutti gli inter<strong>lo</strong>cutori pubblici aderenti, affinché potessero indicare <strong>per</strong>sone potenzialmente<br />
idonee e interessate a questa opportunità formativa. Ciò ha <strong>per</strong>messo di ricevere la candidatura di 15 giovani residenti<br />
nell’Appennino modenese.<br />
3. Progettazione o<strong>per</strong>ativa del Parco, a cui hanno parteecipato anche i giovani selezionati. In questa fase, tramite un<br />
confronto serrato con i soggetti pubblici e privati costituenti i Parchi di Cultura, è stato possibile individuare quali fossero le<br />
iniziative, le risorse e le opportunità che ognuno intendeva inserire nel Parco, <strong>per</strong> poter costruire un calendario di proposte<br />
turistiche e culturali e un insieme di offerte ricettive, ristorative, in<strong>formative</strong> ed animative del territorio, qua<strong>lo</strong>ra coerenti ai temi<br />
portanti del Parco in oggetto (Medioevo da una parte e Luoghi dell’Anima dall’altra);<br />
4. Organizzazione, gestione e va<strong>lo</strong>rizzazione dei prodotti e degli eventi turistici del Parco.<br />
5. Comunicazione e promozione del Parco. Il progetto di s<strong>per</strong>imentazione dei Parchi di Cultura ha previsto, fin dall’inizio, una<br />
dotazione economica finalizzata alla creazione dei primi indispensabili strumenti di promozione di questi due nuovi prodotti<br />
turistici: cartine tematiche e siti Internet dedicati (www.parchidicultura.it, www.parcomedioevo.it e www.parcoluoghidellanima.it).<br />
Questi sono da intendersi come punti di partenza <strong>per</strong> l’attività di comunicazione e marketing, che sarà prevalentemente rivolta al<br />
consolidamento e miglioramento dell’immagine dei Parchi e della <strong>lo</strong>ro capacità di penetrazione verso un pubblico sempre più<br />
ampio e segmentato.<br />
6. Valutazione ricadute socio/economiche e professionali. L’ultima fase dell’attività intende proporre una valutazione<br />
“policentrica” e pluralistica relativa alle ricadute socio-economiche sul territorio Appenninico ed a quelle professionali sugli<br />
o<strong>per</strong>atori turistici coinvolti in relazione all’attivazione dei Parchi del Medioevo e dei Luoghi dell’Anima. Il <strong>per</strong>corso di valutazione<br />
(che rappresenta un format noto ed ampiamente s<strong>per</strong>imentato ed esplicitato nel<strong>lo</strong> schema di business plan esito del presente<br />
studio) è basato sulle seguenti semplici dimensioni, che verranno considerate già nelle fasi precedenti:<br />
- soggetti e prospettive di valutazione (<strong>per</strong> chi) = <strong>per</strong> i target previsti dal Parco di Cultura;<br />
obiettivi della valutazione (<strong>per</strong>ché) = impatto socio-economico, coerenza con le politiche di <strong>sviluppo</strong> territoriale,<br />
diversificazione offerta turistica, sostenibilità ambientale del progetto, etc.;<br />
- oggetti della valutazione (che cosa) = punti di forza e debolezza dell’es<strong>per</strong>ienza, estendibilità (territoriale, categoriale,<br />
settoriale, etc.) del model<strong>lo</strong> e della sua s<strong>per</strong>imentazione; conformità agli indirizzi ed alle politiche di <strong>sviluppo</strong> territoriale; <strong>sviluppo</strong><br />
professionale degli o<strong>per</strong>atori turistici, creazione di posti di lavoro, flussi turistici coerenti attivati, ampiezza piano di<br />
comunicazione, etc.;<br />
- metodi e metodo<strong>lo</strong>gie, tecniche e strumenti di valutazione (come) = coinvolgimento plurale di soggetti e destinatari del<br />
progetto ed eterovalutazione.<br />
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PROGETTO 2: 2005-2006<br />
1, Nuovi drivers di <strong>sviluppo</strong> del territorio: definizione sistematica della metodo<strong>lo</strong>gia, analisi e diffusione buone <strong>prassi</strong> ed<br />
es<strong>per</strong>ienze utili, disseminazione sul territorio provinciale<br />
La prima fase del progetto ha previsto un’attività di mappatura al fine di definire i fattori-guida e le azioni di <strong>sviluppo</strong> del<br />
territorio provinciale. Il principale obiettivo è stata una sintetica classificazione degli stessi, anche tramite la verifica a livel<strong>lo</strong><br />
nazionale e internazionale dei fattori di <strong>sviluppo</strong> territoriale più significativi, <strong>per</strong> poi analizzare sul territorio provinciale quali siano<br />
le piste di <strong>sviluppo</strong> presenti, maggiormente consapevoli e più “praticate” da parte di o<strong>per</strong>atori singoli o associati, pubblici e<br />
privati.<br />
In chiusura del processo analitico, sono state condotte iniziative seminariali e work-shop atti a favorire una diffusione delle<br />
informazioni a favore degli addetti ai lavori e stakeholders pubblici e privati interessati.<br />
Il campo di analisi è stato limitato:<br />
- ai seguenti ambiti di <strong>sviluppo</strong>: produzioni tipiche e della tradizione; patrimonio culturale, storico, artistico; offerta enogastronomica;<br />
integrazione delle aree precedenti;<br />
- ad alcune zone territoriali omogenee identificate nella Bassa Modenese (area Nord) ed Appennino Modenese. La ricaduta<br />
su quest’ultima area della iniziativa proposta ha nei fatti consentito di dare continuità al progetto dei parchi di Cultura;<br />
- alcune azioni “idealtipiche” prevalenti previste dal progetto quali analisi e mappatura finalizzata all’individuazione ed<br />
enucleazione dei fattori, dei progetti e delle azioni <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong>; progettazione <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong>; consolidamento e va<strong>lo</strong>rizzazione<br />
di “piste” di <strong>sviluppo</strong> già in atto attraverso ad esempio <strong>per</strong>corsi di razionalizzazione, integrazione, a<strong>per</strong>tura a clienti esterni, etc.;<br />
s<strong>per</strong>imentazione di azioni innovative <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong>;<br />
- a particolari iniziative concrete di <strong>sviluppo</strong> condivise dal territorio e riportate, soltanto a tito<strong>lo</strong> esemplificativo, in fase 3<br />
2. Definizione del quadro della s<strong>per</strong>imentazione: un processo bottom-up di verifica, va<strong>lo</strong>rizzazione ed attivazione di circuiti<br />
<strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>lo</strong>cale.<br />
Sono state individuate una serie di es<strong>per</strong>ienze in essere o in fase di studio e attivazione (in ognuna delle aree geografiche<br />
della provincia indicate), rispetto alle quali intervenire in termini di progettazione, di affinamento, di individuazione di strumenti<br />
<strong>per</strong> il consolidamento e la relativa promozione o di s<strong>per</strong>imentazione di piste innovative <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> territoriale.<br />
In particolare, ogni es<strong>per</strong>ienza è stata supportata tramite attività differenti, ad esempio organizzando seminari, prevedendo<br />
circoli di studio, sostenendo e accompagnando i beneficiari nella redazione di studi di fattibilità e/o di piani di comunicazione e di<br />
marketing, impostando e promovendo la costruzione di data base “open source”, attivando <strong>per</strong>corsi di action learning,<br />
consentendo azioni di coaching anche individuale, etc.<br />
Elemento di va<strong>lo</strong>re imprescindibile della presente fase è risultata la progettazione di dettaglio di strumenti coerenti (seminari,<br />
circoli di studio, studi di fattibilità, piani di comunicazione e di marketing, allargamento e va<strong>lo</strong>rizzazione di progetti in atto, etc.)<br />
<strong>per</strong> raggiungere obiettivi di <strong>sviluppo</strong> condiviso attraverso forme a<strong>per</strong>te e partecipate.<br />
3. Sostegno al<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong>/consolidamento di nuove piste di <strong>sviluppo</strong> su alcune aree della provincia di Modena<br />
Dopo la mappatura, la definizione condivisa dei <strong>per</strong>corsi di <strong>sviluppo</strong> (cfr. <strong>per</strong> alcuni esempi esplicitati nelle ipotesi di lavoro<br />
ante) e l’attivazione degli o<strong>per</strong>atori sul campo, in questa fase sono stati implementati concretamente i progetti di dettaglio, al<strong>lo</strong><br />
scopo di sostenere i beneficiari nell’azione di s<strong>per</strong>imentazione di azioni che mirano alla va<strong>lo</strong>rizzazione territoriale rispetto a i<br />
drivers di <strong>sviluppo</strong> già individuati nella prima fase del progetto.<br />
L’implementazione può riguardare la costruzione di strumenti a favore di o<strong>per</strong>atori coinvolti, la conduzione di attività<br />
seminariali, il collegamento di alcune realtà produttive con altri territori, la mediazione interorganizzativa, la progettazione<br />
partecipata, la messa a disposizione di strumenti open source, l’accompagnamento individuale e di gruppo a <strong>per</strong>corsi di action<br />
learning; la s<strong>per</strong>imentazione di forme di coordinamento delle iniziative promozionali a livel<strong>lo</strong> <strong>lo</strong>cale (in termini di contenuti,<br />
modalità, utilizzo di strumenti di comunicazione e corretta gestione finanziaria); l’istituzione di Circoli di Studio <strong>per</strong> la promozione<br />
di nuove iniziative e la creazione di nuovi strumenti utili alla va<strong>lo</strong>rizzazione del patrimonio culturale, l’organizzazione di eventi<br />
a<strong>per</strong>ti al pubblico; etc.<br />
Sono stati ativati 45 “laboratori territoriali <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong>” condivisi dagli stakeholders e realizzati grazie al coinvolgimento ed<br />
alla partecipazione diretta di o<strong>per</strong>atori privati <strong>lo</strong>cali, flessibilmente composti in ragione dei risultati attesi dalle seguenti<br />
metodo<strong>lo</strong>gie: mediazione interrelazionale ed interorganizzativa; action learning; problem solving; attivazione di contesti e<br />
relazioni esterne; accompagnamento/consulenza alla realizzazione di progetti condivisi sui seguenti ambiti: produzioni tipiche e<br />
della tradizione; patrimonio culturale, storico, artistico; offerta eno-gastronomica.<br />
4. Verifica di processo della ricerca/intervento e valutazione degli esiti delle piste di <strong>sviluppo</strong> s<strong>per</strong>imentate<br />
PROGETTO 3: 2006-2007<br />
1. Definizione condivisa e partecipata di azioni di supporto al consolidamento ed alla qualificazione dei progetti d’area<br />
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individuati, dei soggetti privati e delle aree target, delle metodo<strong>lo</strong>gie di intervento che verranno utilizzate.<br />
La prima fase del progetto ha previsto prevede una definizione condivisa e partecipata con i principali attori pubblici<br />
(Provincia di Modena ed Enti Locali delle aree prescelte) e privati (associazioni di rappresentanza ed aziende interessate al<br />
progetto, sulla base di una capillare informazione, anche attraverso alcune specifiche iniziative seminariali e work-shop atti a<br />
favorire una diffusione delle informazioni a favore degli addetti ai lavori e stakeholders) al fine di individuare:<br />
- azioni di supporto al consolidamento e qualificazione dei progetti d’area assunti a riferimento;<br />
- soggetti privati destinatari delle azioni;<br />
- metodo<strong>lo</strong>gie di intervento.<br />
Il campo di definizione ed azione risulterà limitato:<br />
- ai seguenti ambiti di <strong>sviluppo</strong>: va<strong>lo</strong>rizzazione del patrimonio culturale, storico, artistico ed ambientale; delle produzioni<br />
tipiche, artigianali e della tradizione; dell’offerta eno-gastronomica; all’integrazione delle aree precedenti;<br />
- ad alcune zone territoriali omogenee identificate nell’Area Nord della provincia di Modena e nell’Appennino Modenese;<br />
- ad alcune azioni “idealtipiche” prevalenti previste dal progetto quali progettazione partecipata; manutenzione ed<br />
ampliamento della rete; promozione e diffusione; gestione di iniziative integrate e complesse <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong>; supporto alla<br />
de<strong>lo</strong>calizzazione, internazionalizzazione, commercializzazione dell’es<strong>per</strong>ienza.<br />
a particolari iniziative concrete di <strong>sviluppo</strong> condivise dal territorio e riportate, soltanto a tito<strong>lo</strong> esemplificativo, ai punti 1 e 3 ed<br />
infra.<br />
2. Attivazione di azioni e servizi di supporto al consolidamento del progetto: progettazione partecipata; manutenzione ed<br />
ampliamento della rete; promozione e diffusione; gestione di iniziative integrate e complesse <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong><br />
La presente fase o<strong>per</strong>ativa <strong>per</strong>metterà di individuare una serie di attività in essere o in fase di studio e attivazione (in ognuna<br />
delle zone geografiche della provincia indicate) in relazione ai progetti d’area selezionati, rispetto alle quali intervenire, con<br />
obiettivi di consolidamento e di continuità, in termini di supporto a processi di progettazione partecipata; manutenzione ed<br />
ampliamento della rete; promozione e diffusione delle attività; gestione di iniziative integrate e complesse <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong><br />
In particolare, ogni es<strong>per</strong>ienza è stata supportata tramite metodo<strong>lo</strong>gie di azione e di formazione-intervento differenti, ad<br />
esempio organizzando seminari, prevedendo circoli di studio, sostenendo e accompagnando i beneficiari nella redazione di studi<br />
di fattibilità e/o di piani di comunicazione e di marketing, impostando e promovendo la costruzione di data base “open source”,<br />
attivando <strong>per</strong>corsi di action learning, consentendo azioni di coaching anche individuale, promuovendo la s<strong>per</strong>imentazione di<br />
forme di coordinamento delle iniziative promozionali a livel<strong>lo</strong> <strong>lo</strong>cale (in termini di contenuti, modalità, utilizzo di strumenti di<br />
comunicazione e corretta gestione finanziaria), favorendo assetti interorganizzativi e facilitando le relazioni inter<strong>per</strong>sonali,<br />
attivando ad hoc di risorse professionali, tecniche e materiali di supporto alle azioni condivise, etc.<br />
Elemento di va<strong>lo</strong>re imprescindibile della presente fase è risultata la progettazione di dettaglio di strumenti coerenti <strong>per</strong><br />
raggiungere obiettivi di <strong>sviluppo</strong> condiviso attraverso forme a<strong>per</strong>te e partecipate, come concretamente delineato nel Piano<br />
costruito e formalizzato nella fase precedente.<br />
Si sono attivare azioni condivise di supporto alla:<br />
- progettazione partecipata di integrazione, va<strong>lo</strong>rizzazione, qualificazione, ideazione innovazione dell’offerta dei progetti<br />
d’area (e dei <strong>lo</strong>ro assetti, prodotti, eventi, iniziative) centrati sul<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> culturale, turistico ed ambientale del territorio;<br />
- manutenzione ed ampliamento della rete dei soggetti privati e pubblici che governano, attuano e sviluppano i progetti<br />
d’area centrati sul<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> culturale, turistico ed ambientale del territorio;<br />
- promozione e diffusione progetti d’area (e dei <strong>lo</strong>ro assetti, prodotti, eventi, iniziative) centrati sul<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> culturale,<br />
turistico ed ambientale del territorio;<br />
- gestione di iniziative integrate <strong>per</strong> il consolidamento degli stessi progetti d’area selezionati<br />
attraverso le seguenti tipiche metodo<strong>lo</strong>gie centrate sulle risorse umane: mediazione interrelazionale ed interorganizzativa;<br />
attivazione di contesti e relazioni esterne; accompagnamento/consulenza alla realizzazione di progetti di <strong>sviluppo</strong> partecipato;<br />
action learning; discussione di gruppo; laboratorio es<strong>per</strong>ienziale; role playing; training on the job; business game; casi; stage e<br />
seminari <strong>per</strong> o<strong>per</strong>atori (anche con metodo<strong>lo</strong>gie outdoor); coaching anche individuale; istituzione di Circoli di Studio ad hoc; etc.<br />
3. Attivazione di azioni e servizi di qualificazione/ampliamento del progetto: supporto alla de<strong>lo</strong>calizzazione,<br />
internazionalizzazione, commercializzazione dell’es<strong>per</strong>ienza<br />
La presente fase o<strong>per</strong>ativa ha <strong>per</strong>messo di individuare una serie di attività in essere o in fase di studio e attivazione (in<br />
ognuna delle zone geografiche della provincia indicate) in relazione ai progetti d’area selezionati, rispetto alle quali intervenire,<br />
con obiettivi di qualificazione ed ampliamento dei progetti d’area centrati sul<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> culturale, turistico ed ambientale del<br />
territorio, in termini di supporto a processi di de<strong>lo</strong>calizzazione, internazionalizzazione, commercializzazione dell’es<strong>per</strong>ienza.<br />
In particolare, ogni es<strong>per</strong>ienza è stata supportata tramite metodo<strong>lo</strong>gie di azione e di formazione-intervento differenti, ad<br />
esempio organizzando seminari, sostenendo e accompagnando i beneficiari nella redazione di studi di fattibilità e/o di piani di<br />
comunicazione e di marketing strategico o di “nicchia”, impostando e promovendo la costruzione di data base “open source”,<br />
attivando <strong>per</strong>corsi di action learning, consentendo azioni di coaching anche individuale, proponendo specifiche attività relative a<br />
favorire il collegamento di alcune realtà produttive con altri territori extraprovinciali ed extraregionali; istituendo di Circoli di Studio<br />
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<strong>per</strong> la promozione di nuove iniziative e la creazione di nuovi strumenti utili alla va<strong>lo</strong>rizzazione ed alla internazionalizzazione del<br />
patrimonio culturale <strong>lo</strong>cale; costruendo processi pluralistici ma efficaci di arricchimento, integrazione e promozione di “pacchetti”<br />
turistici e culturali da commercializzare, etc.<br />
Elemento di va<strong>lo</strong>re imprescindibile della presente fase è risultata la progettazione di dettaglio di strumenti coerenti <strong>per</strong><br />
raggiungere obiettivi di <strong>sviluppo</strong> condiviso attraverso forme a<strong>per</strong>te e partecipate, come concretamente delineato nel Piano<br />
costruito e formalizzato nella fase 1.<br />
Sono state attivate azioni condivise di supporto alla:<br />
- de<strong>lo</strong>calizzazione ed internazionalizzazione dei progetti d’area (e dei <strong>lo</strong>ro assetti, prodotti, eventi, iniziative) centrati sul<strong>lo</strong><br />
<strong>sviluppo</strong> culturale, turistico ed ambientale del territorio, atraverso strumenti e risorse materiali specifiche e l’attivazione di<br />
relazioni e progettualità connesse ed in grado di affermare reciproco va<strong>lo</strong>re aggiunto;<br />
- commercializzazione degli stessi progetti d’area selezionati in particolare attraverso la definizione di “pacchetti” e “prodotti”<br />
(turistici, culturali ed ambientali) offerti a turisti, visitatori ed interessati, al rafforzamento ed “istituzionalizzazione” di circuiti<br />
commerciali embrionali ed inconsapevoli anche se di “nicchia”, alla transizione dei “progetti d’area” verso “i sistemi turistici <strong>lo</strong>cali”<br />
o i “distretti culturali” integrati ed in grado di autosostenersi;<br />
attraverso le seguenti tipiche metodo<strong>lo</strong>gie centrate sulle risorse umane (da selezionare ed integrare ad hoc in base alle<br />
azioni scelte ed agli obiettivi <strong>per</strong>seguiti): mediazione interrelazionale ed interorganizzativa; attivazione di contesti e relazioni<br />
esterne (specie extraregionali ed internazionali); scambio di buone <strong>prassi</strong> con altri territori / progetti d’area integrati / sistemi<br />
<strong>lo</strong>cali; accompagnamento/consulenza alla commercializzazione di nuovi progetti e pacchetti turistici, culturali ed ambientali<br />
all’interno delle iniziative d’area selezionate; action learning; discussione di gruppo; laboratorio es<strong>per</strong>ienziale; role playing;<br />
training on the job; business game; casi; stage e seminari <strong>per</strong> o<strong>per</strong>atori (anche con metodo<strong>lo</strong>gie outdoor); coaching anche<br />
individuale; istituzione di Circoli di Studio ad hoc; contestualizzata ricerca sul campo (specie rivolta alla rilevazione della<br />
domanda ed alla segmentazione dell’offerta);<br />
1. Attività e servizi erogati nel corso dell’es<strong>per</strong>ienza<br />
È possibile distinguere le attività ed i servizi erogati dalla “struttura di implementazione” sulla base di<br />
alcune principali categorie:<br />
• Attività core: sono le attività fondamentali che costituiscono il senso e definiscono la costitutività e<br />
strategicità dell’es<strong>per</strong>ienza;<br />
• Altre attività: sono quelle meno diffuse in termini quantitativi o qualitativi (rispetto alle altre),<br />
riconosciute o riconoscibili (sempre rispetto alle attività core) dall’esterno e dal<strong>lo</strong> stesso network<br />
organizzativo;<br />
• Nuove attività: sono le frontiere di <strong>sviluppo</strong> e di specializzazione dei servizi offerti che, in base<br />
all’es<strong>per</strong>ienza realizzata nei tre anni (cfr. ante le fasi dei singoli progetti), si ritiene possano offrire la<br />
naturale evoluzione o la strategica continuità del progetto.<br />
Tra le prime (attività core) possiamo ricordare:<br />
• mediazione della rete (dei soggetti pubblici e privati aderenti al progetto); all’interno di quest’area<br />
possiamo ad esempio citare: il favorire la reciproca conoscenza ed interazione tra organizzazioni<br />
diverse che <strong>per</strong>seguono obiettivi comuni o accumunabili; l’attivazione di relazione e la messa in<br />
comunicazione tra soggetti del network oppure tra il “retico<strong>lo</strong> interorganizzativo” e soggetti esterni<br />
(cfr. anche infra); la minimizzazione dei costi di transazione tra soggetti diversi (in termini ad esempio<br />
di diffusione di informazioni, co-promozione, collaborazione e completamento delle proposte turisticoculturali,<br />
etc.); la maggiore visibilità della rete, etc. Fondamentali a questo proposito sono stati i<br />
numerosi incontri preparatori e dei vari organi preposti alla conduzione ed implementazione del<br />
progetto (in particolare del Comitato di Pi<strong>lo</strong>taggio e del Comitato degli o<strong>per</strong>atori privati) che hanno<br />
avuto le tematiche più varie, quali ad esempio: le risorse, strumenti e materiali promozionali: <strong>lo</strong>ghi,<br />
mappe e siti internet, punti informativi sul territorio, conferenze e rassegne stampa; proposta e<br />
resoconto attività del team dei giovani di supporto al progetto; proposta e resoconto attività <strong>formative</strong><br />
svolte sul territorio; ideazione, calendarizzazione e futura programmazione; valutazione delle<br />
es<strong>per</strong>ienze e delle crititicità; etc.<br />
• La programmazione e la progettazione del e <strong>per</strong> il progetto. Semplificando possiamo affermare che<br />
l’es<strong>per</strong>ienza realizzata <strong>per</strong>segue un approccio olistico (totale, unitario, di congiunzione tra diversi<br />
soggetti, diversi interessi, diversi eventi e prodotti turistici e culturali, diversi territori e specificità<br />
<strong>lo</strong>cali, etc.) ed una <strong>lo</strong>gica progettuale al fine di affrontare criticamente, attivamente e consapevolmente<br />
la propria identità e le relative prospettive di vita. Programma e progettare in modo condiviso significa<br />
infatti integrare competenze e risorse <strong>per</strong> “muovere”, catturare o innovare competenze e risorse altre.<br />
71
È a questo proposito significativo evidenziare come negli oltre 400 diverse iniziative turistiche e<br />
culturali proposte all’interno dei due Parchi di Cultura su tutta l’area dell’Appennino Modenese (in<br />
tutti e 18 i Comuni) oltre il 50% degli eventi erano inediti (non esistenti prima del progetto) ed oltre il<br />
30% non erano consolidati (venivano offerti da poco tempo o senza alcuna visibilità e<br />
pubblicizzazione).<br />
• La formazione intervento (action learning) e la centralità della risorsa umana. Si è già fatto cenno<br />
(ante) alla metodo<strong>lo</strong>gia formativa di “apprendere realizzando le attività e <strong>per</strong>seguendo gli obiettivi<br />
definiti”, favorendo quindi la forte integrazione fra il cambiamento della realtà (action) da parte dei<br />
soggetti coinvolti e il <strong>lo</strong>ro apprendimento (learning) attraverso questa azione. Tale metodo prevede una<br />
forte centralità della risorsa umana che, come visto anche in relazione al primo requisito studiato, ha<br />
<strong>per</strong>meato tutta la realizzazione del progetto. Soltanto citando alcuni esempi tra gli interventi effettuati<br />
possiamo ad esempio ricordare: “I Menù a Tema”, 2 seminari (menù medievali e dell’anima –<br />
bio<strong>lo</strong>gici/naturali) <strong>per</strong> 12 ore totali, con 10 ricette provate e ricettario di oltre 60 piatti e 48 presenze nei<br />
due incontri; “L’identità e la promozione dei Parchi di Cultura”, con la presentazione sito Internet e<br />
del Content Management System (sistema che <strong>per</strong>mette l’autonomo aggioramento delle informazioni<br />
da parte di tutti i soggetti aderenti ed abilitati), delle Cartine e dei materiali segnaletici e promozionali<br />
<strong>per</strong> i punti informativi, gli IAT e gli o<strong>per</strong>atori aderenti <strong>per</strong> 20 ore totali 52 presenti; “Le rievocazioni<br />
medievali” a<strong>per</strong>to agli o<strong>per</strong>atori delle 7 rievocazioni storiche in Appennino di Monfestino di<br />
Serramazzoni, Montebaranzone di Prignano sulla Secchia, Frassinoro, Roccapelago di Pievepelago,<br />
Montecenere di Lama Mocogno, Ospitale di Fanano, Zocca, sui temi della socializzazione di strumenti,<br />
buone pratiche, bisogni formativi e organizzativi, degli allestimenti medievali, dei vestiti medievali<br />
(praticamente realizzati dopo una prima fase di approfondimento storico e di studio dei materiali e dei<br />
modelli), la letteratura medievale, dell’analisi specifica su temi storici <strong>lo</strong>cali (quali ad esempio gli “usi<br />
civici”) <strong>per</strong> oltre 60 ore di formazione intervento e più di 120 partecipanti complesivi.<br />
• La comunicazione e promozione innovativa. Oltre a rivolgere l’attenzione a turisti ed a visitatori che<br />
tradizionalmente frequentano l’Appennino modenese e dimostrano già un buon livel<strong>lo</strong> di fidelizzazione<br />
con il territorio, il Parco ha inteso raggiungere i seguenti target: famiglie con bambini; giovani e adulti;<br />
gruppi organizzati italiani e stranieri; scuole e gruppi studenteschi; nicchie cioè gruppi e communities<br />
unite da una passione o un hobby coerente con il tema del Medioevo (appassionati del fantasy,<br />
medievalisti, interessati agli aspetti architettonici e culturali storici, cultori dell’enogastronomia, etc.) o<br />
dei Luoghi dell’Anima (appassionati dell’autenticità, della natura e delle tradizioni teritoriali; gruppi<br />
alla ricerca di approfondimento, riflesione e spiritualità, etc.). La strategia di promo-comunicazione è<br />
risultata ampia e diversificata: obiettivo della prima fase è stato quel<strong>lo</strong> di creare e definire un’immagine<br />
e una “corporate identity ” del Parco, in grado di colpire l’immaginario collettivo, evocare emozioni<br />
nel pubblico e quindi riuscire ad essere più facilmente ricordata e riconosciuta; mentre nella seconda<br />
fase il piano di marketing e comunicazione è stato finalizzato a consolidare ed ampliare la sua visibilità<br />
verso l’esterno, rivolgendosi gradualmente ad un mercato sempre più ampio dal punto di vista<br />
geografico, sempre più segmentato rispetto ai target di riferimento e più continuo nel tempo. Per far<br />
questo, dopo l’iniziale fase di s<strong>per</strong>imentazione, attraverso un’attività di fund raising, il Parco si è<br />
progressivamente dotato ma dovrà ancora dotarsi di risorse economiche messe a disposizione dagli<br />
attori pubblici e privati del territorio (sponsorizzazioni, contributi, finanziamenti) o frutto di proventi di<br />
iniziative o commercializzazione di prodotti e servizi, cfr. anche infra. La prima fase di comunicazione<br />
si può sintetizzare come un processo di comunicazione che nasce dal network e si rivolge all’esterno:<br />
ha prodotto il coinvolgimento diretto di tutti i soggetti, le organizzazioni e gli enti che partecipano, a<br />
vario tito<strong>lo</strong> e a vari livelli, alla realizzazione del Parco. So<strong>lo</strong> attraverso la <strong>lo</strong>ro partecipazione attiva e<br />
o<strong>per</strong>ativa, gli strumenti di comunicazione hanno avuto ampia diffusione e immediato riscontro sul<br />
territorio. Tale azione, che abbiamo definito di marketing interno, è stata funzionale anche alla promocomunicazione<br />
verso l’esterno <strong>per</strong>ché ha reso possibile l’utilizzo dei canali comunicativi di ogni<br />
singo<strong>lo</strong> soggetto appartenente al network (o<strong>per</strong>atori turistici, Comuni, Comunità montane, società<br />
d’area, etc.) come elemento di diffusione e moltiplicazione della conoscenza del “prodotto” Parco. Per<br />
concretizzare in modo efficace un coinvolgimento del retico<strong>lo</strong> organizzativo degli aderenti, sia nella<br />
fase di ideazione che di realizzazione del piano di comunicazione e marketing, sono stati realizzati<br />
alcuni momenti informativi e formativi e l’attivazione di un servizio di help desk <strong>per</strong> garantire<br />
coordinamento, assistenza, consulenza e supporto agli o<strong>per</strong>atori <strong>per</strong> l’utilizzo di strumenti (utilizzo del<br />
<strong>lo</strong>go, formati e stili di stampa, impostazione grafica, regole di editing, attivazione di links reciproci sui<br />
siti web, etc.). Contemporaneamente sono stati messi in campo una serie di strumenti in grado di<br />
affermare e comunicare l’identità del Parco di cultura, le sue specificità e l’originalità dell’offerta,<br />
studiando un’immagine immediatamente e facilmente riconoscibile ad un pubblico più ampio<br />
72
possibile: la creazione corporate identity: a) individuazione nome, <strong>lo</strong>gotipo e s<strong>lo</strong>gan del attraverso un<br />
concorso di idee proposto alle scuole con il coinvolgimento di artisti <strong>lo</strong>cali; registrazione del marchio e<br />
del nome; produzione di targhe, vetrofanie o segnaletica informativa <strong>per</strong> l’identificazione delle porte di<br />
accesso del parco e/o dei punti informativi (realizzato so<strong>lo</strong> in parte); b) Pubbliche relazioni e ufficio<br />
stampa: organizzazione di momenti informativi e formativi <strong>per</strong> gli o<strong>per</strong>atori del network;<br />
organizzazione dell’evento di lancio del parco con conferenza stampa, convegni ed iniziative inerenti il<br />
tema specifico scelto; realizzazione dei comunicati stampa e conferenze stampa; relazioni con<br />
quotidiani, riviste (es. “Medioevo” e riviste del gruppo Trentini, “C’è, e chi non c’è sogna di esserci”<br />
dell’Unione Appennino e Verde della Regione Emilia-Romagna, etc.), tv, radio e portali internet a<br />
livel<strong>lo</strong> <strong>lo</strong>cale, regionale e nazionale (ad esempio le trasmissioni sul TG3 regionale e il cic<strong>lo</strong> di puntate<br />
che ogni anno vengono proposte su numerose reti <strong>lo</strong>cali di “E…state in Appennino”; realizzazione e<br />
aggiornamento di un indirizzario informatizzato <strong>per</strong> gestire la normale corrispondenza (invio materiali<br />
informativi, inviti, etc.); produzione in economia di materiale fotografico, audio, video e multimediale<br />
in genere e relativa diffusione anche on line; gestione della rassegna stampa tematica; help desk di<br />
consulenza rivolto al network <strong>per</strong> il corretto utilizzo degli strumenti di comunicazione del Parco;<br />
realizzazione di un piano di distribuzione mirato <strong>per</strong> il materiale promozionale prodotto; pubblicistica<br />
promozionale; realizzazione e distribuzione del cartel<strong>lo</strong>ne di eventi (calendario, sede e organizzazione<br />
delle iniziative); realizzazione e distribuzione della guida del parco (fi<strong>lo</strong>sofia e origini del progetto,<br />
mappa dei luoghi e degli itinerari fruibili, elenco strutture ricettive e di servizio coerenti con i temi<br />
proposti, luoghi ed edifici visitabili, indirizzi utili, attori coinvolti, partnership, etc.); c) Sito web e<br />
<strong>sviluppo</strong> del canale Internet: registrazione del dominio (www.parcoluoghidellanima.it,<br />
www.parcomedioevo.it, www.parchidicultura.it); realizzazione e aggiornamento del sito; attivazione di<br />
modalità interattive <strong>per</strong> l’inserimento di contenuti nel sito; creazione di mailing list; attivazione di link<br />
reciproci con altri siti tematici coerenti con Medioevo e Luoghi dell’Anima, di promozione turistica<br />
<strong>lo</strong>cale, regionale e nazionale; registrazione su motori di ricerca generici e specializzati; partecipazione<br />
attiva a forum e gruppi di discussione (es. MIP Medioevo Italiano Project organizza il “forum annuale<br />
internet e storia” dal 15 Gennaio al 15 Marzo 2005). La seconda fase ha invece riguardato il<br />
consolidamento della visibilità del Parco e ampliamento del mercato di riferimento. L’obiettivo<br />
dell’area comunicazione e marketing è stato quel<strong>lo</strong> di dotarsi di un gruppo ben strutturato sia dal punto<br />
di vista gestionale che professionale, in grado di attivare metodo<strong>lo</strong>gie e strumenti comunicativi<br />
complessi e diversificati, adeguati al nuovo mercato di riferimento. Tra i risultati conseguiti possiamo<br />
ricordare: il mantenimento e rinforzo della corporate identity; la creazione di nuovo materiale<br />
informativo (es. materiale illustrativo di presentazioni del progetto all’esterno, ad esempio a convegni<br />
ed iniziative pubbliche; una prima bozza di brochure istituzionale); larealizzazione e distribuzione di<br />
manifesti e cartel<strong>lo</strong>ni; le pubbliche relazioni e ufficio stampa attraverso la continuazione delle attività<br />
già avviate nel <strong>per</strong>iodo precedente (comunicati stampa, conferenze stampa, relazioni con i media,<br />
produzione materiali multimediali, gestione rassegna stampa, help desk, coordinamento momento<br />
informativi e formativi <strong>per</strong> network interno) con <strong>sviluppo</strong> di nuove relazioni e prodotti comunicativi<br />
(es. realizzazione servizi <strong>per</strong> canali Tv tematici satellitari, <strong>per</strong> riviste specializzate nel settore turistico,<br />
culturale e storico, <strong>per</strong> emittenti radiofoniche nazionali); educational tour rivolti a giornalisti della<br />
stampa specializzata e opinion leaders del settore turistico e culturale;l’organizzazione e<br />
pubblicizzazione di eventi promozionali e appuntamenti programmati; la partecipazione a fiere di<br />
settore; la pubblicistica promozionale; realizzazione e distribuzione del cartel<strong>lo</strong>ne di eventi e della<br />
guida del parco aggiornati annualmente; la creazione di allestimenti (vele, pannelli, striscioni desk, etc)<br />
<strong>per</strong> partecipazione a fiere, mostre e manifestazioni di carattere <strong>lo</strong>cale, nazionale e internazionale<br />
relative all’ambito storico, culturale e turistico; l’aggiornamento dei materiali promozionali con<br />
traduzioni in lingua inglese; <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> del sito web e del canale Internet: il mantenimento del sito e<br />
aggiornamento contenuti; la duplicazione di parte del sito in lingua inglese. Per dare continuità a queste<br />
attività e continuare ne processo di inovazione del piano di marketing e comunicazione risulta<br />
necessario individuare le risorse economiche (budget) necessarie <strong>per</strong> pianificare e razionalizzare gli<br />
interventi. Il gruppo responsabile della comunicazione e del marketing, in virtù delle numerose<br />
relazioni attivate a diverso livel<strong>lo</strong>, potrà essere di supporto alla funzione commerciale anche rispetto<br />
alla ricerca di nuove risorse economiche ed organizzative; ricerca di sponsor privati; ricerca di<br />
collaborazioni e contributi pubblici; ricerca di finanziamenti pubblici; analisi del mercato e della<br />
concorrenza (benchmarking); ideazione e pubblicizzazione di pacchetti turistici creati ad hoc insieme<br />
alle società d’area del territorio e commercializzati da tour o<strong>per</strong>ators e agenzie di viaggio specializzate<br />
in attività di incoming.<br />
73
Per le altre attività (quelle meno diffuse in termini quantitativi o qualitativi rispetto alle prime,<br />
possiamo invece sinteticamente ricordare:<br />
� Attività di fund raising: i soggetti aderenti alla rete dei promotori del progetto ed in partcolare <strong>lo</strong><br />
“Staff O<strong>per</strong>ativo” o di attuazione del progetto (cfr. ante) che è dotato di competenze progettuali e<br />
commerciali in alcuni dei sui componenti ha in alcuni casi programmato o risposto a richieste di<br />
incrementare le opportunità <strong>per</strong> realizzare le proposte ed iniziative dei due Parchi di Cultura. Si è<br />
decisono consensualemente in sede di Comitato di Pi<strong>lo</strong>taggio e degli o<strong>per</strong>atori privati di dare luogo a<br />
specifiche ricerche di fondi e di supporti di altra natura (risorse umane e strumentali in primis),<br />
soltanto se venivano rispettate alcune specifiche condizioni: a) richiesta proveniente da un numero<br />
significative di organizzazioni diverse all’uopo riunite in una specifica rete di collaborazione e<br />
compartecipazione; b) iniziative e proposte turistico e culturali particolarmente significative quanto a<br />
livel<strong>lo</strong> di innovatività o di recu<strong>per</strong>o delle tradizioni e della storia <strong>lo</strong>cale; c) sostegno ad aree ed a<br />
organizzazioni a rischio marginalità e scomparsa. Nei tre anni di es<strong>per</strong>ienza, le iniziative <strong>per</strong> cui sono<br />
state attivati specifici <strong>per</strong>corsi di fund raising (oltre i finanziamenti attribuiti dal FSE, Regione<br />
Emilia-Romagna e Provincia di Modena <strong>per</strong> i tre progetti citati al punto 1 del presente paragrafo)<br />
sono stati 5; di questi ben 4 hanno intercettato ulteriori risorse spendibili <strong>per</strong> un importo economico<br />
(che, come ricordato è so<strong>lo</strong> una delle componenti ricercate) di poco su<strong>per</strong>iore ai 35.000 euro di<br />
contributi, provenienti sia da enti pubblici che privati.<br />
� Una seconda area di azione non preponderante nel progetto è risultata la ricerca e documentazione.<br />
La citata attività è stata spesso collegata ai <strong>per</strong>corsi di formazione effettuati (ad esempio in relazione<br />
al rafforzamento di competenze dei vo<strong>lo</strong>ntari in ordine alle rievocazioni medievali) o a proposte di<br />
visibilità e comunicazione delle iniziative turistico e culturali dei Parchi di Cultura (ad esempio i<br />
seminari sugli “Usi Civici” o sul culto dei santi ina area appenninica durante l’età medievale; oppure<br />
ancora la rivisitazione animata di alcuni libri che hanno riproposto con “nuove lenti” o chiavi di<br />
lettura il teritorio della montagna modenese e le sue più autentiche tradizioni, o episodi relativi alle<br />
grandi guerre nelle frazioni ad esempio dell’alto Frignano, etc.). Questo materiale, che sta assumendo<br />
una dimensione significativa, deve <strong>per</strong>ò ancora essere classificato, organizzato e reso disponibile e<br />
fruibile in modo completo (ad esempio attraverso strumenti multimediali ed il canale Internet).<br />
� Infine, l’assetto organizzativo pensato <strong>per</strong> la conduzione del progetto ha consentito una ricca attività<br />
di valutazione dell’es<strong>per</strong>ienze ed evidenza oggettiva (raccolta, sistematizzazione e presentazione di<br />
dati scientificamente rilevati) della stessa es<strong>per</strong>ienza. Questa “metafunzione”, espressamente prevista<br />
anche in sede di accesso ai finanziamenti pubblici (cfr. nella enunciazione dei tre progetti le fasi di<br />
valutazioni, che hanno sempre <strong>per</strong>seguito obiettivi di “policentrismo” e “polivocità”, proprio al fine<br />
di rendere tale strumento sostanziale ed in grado di attivare concreti <strong>per</strong>corsi di miglioramento<br />
continuo, evitando <strong>per</strong> contro inutili autoreferenzialità), è stata tanto più importante quanto più è stata<br />
sempre resa pubblica e trasparente ed ha utilizzato metodo<strong>lo</strong>gie e strumentazioni standard <strong>per</strong> i quali<br />
è ormai possibile recu<strong>per</strong>are dati e serie storiche. Come reso evidente nelle due grandi iniziative<br />
pubbliche svoltesi a Serramazzoni e Pavul<strong>lo</strong> nel Frignano nel dicembre 2005 e nel dicembre 2006 le<br />
principali dimensioni del monitoraggio sono risultate: a) Organizzazione del progetto ed soggetti<br />
(organizzazioni) aderenti; b) Risorse umane e <strong>lo</strong>ro formazione; c) Indicatori turistici ed economici; d)<br />
Comunicazione; e) Valutazione complessiva e “olistica” (innovazione, integrazione organizzativa,<br />
recu<strong>per</strong>o storico e culturale, etc.).<br />
Per quanto invece riguarda le nuove frontiere di attività del progetto in analisi possiamo sinteticamente<br />
argomentare che occorrono utili azioni di supporto, centrate su metodo<strong>lo</strong>gie di intervento innovative<br />
basate sulla va<strong>lo</strong>rizzazione e l’apprendimento delle risorse umane (cfr. anche ante) volte al<br />
consolidamento ed alla qualificazione di progetti d’area. “Progetti d’area” che intendiamo caratterizzati<br />
dall’integrazione tra settori e filiere produttive, condivisi e condotti da una rete di soggetti pubblici e<br />
privati che condividono l’assunto che la “cultura” (nelle sue variegate e specifiche forme quali il<br />
patrimonio storico, artistico, architettonico, naturale ed ambientale, le produzioni tipiche, tradizionali ed<br />
artigianali; l’eno-gastronomia, etc.) costituisce la leva <strong>per</strong> creare economia e <strong>sviluppo</strong> territoriale.<br />
Volutamente abbiamo utilizzato la categoria di “progetto d’area”, nonostante sia da tempo acceso il<br />
dibattito relativo all’attivazione (anche a fini di <strong>sviluppo</strong> socio-economico) dei cd. “sistemi turistici<br />
<strong>lo</strong>cali” o “distretti culturali”. In provincia di Modena (ma invero anche a livel<strong>lo</strong> nazionale) sono infatti del<br />
tutto limitate o assenti es<strong>per</strong>ienze concrete che possono assumere nella “sostanza o<strong>per</strong>ativa” il tito<strong>lo</strong> di<br />
distretto o sistema turistico/culturale. Assai numerosi sono <strong>per</strong> contro le es<strong>per</strong>ienze di progetti d’area, di<br />
parchi naturali, letterari, archeo<strong>lo</strong>gici, culturali, storici, di “ecomusei”, etc. Possiamo quindi affermare che<br />
trattiamo di “progetti d’area” puntando ad una possibile ed auspicata transizione verso effettivi “distretti<br />
74
culturali” o “sistemi turistici <strong>lo</strong>cali”.<br />
È quindi importante mettere a disposizione un set ampio di tipo<strong>lo</strong>gie di azioni e di servizi, basate su<br />
metodo<strong>lo</strong>gie diversificate ma comunque centrate sull’apprendimento ed il rafforzamento delle<br />
competenze delle risorse umane coinvolte oltre che sulla fornitura di strumenti, <strong>per</strong> l’a<strong>per</strong>tura di canali di<br />
integrazione, diffusione e qualificazione del progetto Parchi di Cultura. I “tipi” di azioni più utile <strong>per</strong> <strong>lo</strong><br />
svuluppo della concreta es<strong>per</strong>ienza in oggetto, sono a nostro avviso:<br />
� Supporto alla destagionalizzazione dell’es<strong>per</strong>ienza: gli eventi e le offerte dei due Parchi di Cultura<br />
del Medioevo e dei Luighi dell’Anima ben si prestano a rafforzare e promuovere le stagioni meno<br />
ricche e forti <strong>per</strong> la montagna modenese: la primavera e l’autunno.<br />
� Supporto alla de<strong>lo</strong>calizzazione ed internazionalizzazione dell’es<strong>per</strong>ienza (su tre principali direttrici:<br />
a) nelle regioni confinanti i cui abitanti possono essere attirati da un’offerta non ordinaria ed<br />
innovativa; b) nei territori, anche internazionali, che hanno svilppato iniziative e pratiche coerenti e<br />
correlabili a quella analizzata; tale <strong>per</strong>corso potrebbe essere favorito dalla realizzazione di specifici<br />
progetti comunitari di scambio e <strong>sviluppo</strong> turistico e culturale); c) rispetto alle “nicchie” e “comunità”<br />
di appassionati delle offerte proposte, da intercettare indipendentemente dalla <strong>lo</strong>ro ubicazione<br />
territoriale 26 .<br />
26 Qui di seguito, una delle proposte condotte nel triennio 2004-2007 <strong>per</strong> la de<strong>lo</strong>calizzazione dell’es<strong>per</strong>ienza:<br />
PARCO DELLA SALUTE: una ipotesi attuativa<br />
Premessa<br />
Con il presente documento si vuole portare all’attenzione della Società d’Area <strong>per</strong> Salsomaggiore e Tabiano e delle<br />
Amministrazioni Comunali interessate dal progetto “Parco della Salute” un’es<strong>per</strong>ienza di successo di <strong>sviluppo</strong> del territorio. Il<br />
progetto denominato “Parchi di Cultura” dell’Appennino Modenese, che è già alla terza edizione (2007), nasce con l’intento di<br />
va<strong>lo</strong>rizzare le risorse esistenti (territorio, o<strong>per</strong>atori, offerta turistica, ecc.) mediante un intervento formativo complesso che ha<br />
come fattore determinante la costruzione di una rete informale di rapporti tra gli enti e gli o<strong>per</strong>atori al fine di far scaturire nuove<br />
risorse/idee/eventi e fornire al pubblico una chiave di lettura chiara e stimolante del territorio. Poiché il progetto nasce già con i<br />
presupposti <strong>per</strong> essere esportato/adottato anche in/da altre aree, siano queste di pianura o di montagna, e considerato che il<br />
“contenitore” Parco della Salute esiste già, la proposta è quella di adottare la buona <strong>prassi</strong> dei Parchi di Cultura <strong>per</strong> la costruzione<br />
della rete degli o<strong>per</strong>atori e la creazione di un cartel<strong>lo</strong>ne di eventi “coerenti” con il tema del Parco (contenuti). A seguire vengono<br />
riportati alcuni testi esplicativi, relativi all’avvio del progetto, tratti dal sito internet www.parchidicultura.it, l’abstract della<br />
pubblicazione della ricerca “Parchi di Cultura: un’idea <strong>per</strong> il turismo in Appennino” e le presentazioni dei programmi 2006 dei<br />
due Parchi.<br />
Cosa sono i Parchi di Cultura?<br />
Il “Parco di Cultura” è uno strumento di <strong>sviluppo</strong> e va<strong>lo</strong>rizzazione d’area che, a partire dal patrimonio (autentico e tipico)<br />
storico, culturale ed ambientale di un territorio ed attraverso le sue risorse umane (e la <strong>lo</strong>ro formazione), punta non so<strong>lo</strong> a<br />
consentire una fruibilità turistica, ma anche a tutelare il patrimonio culturale del territorio in oggetto ed a favorire le occasioni di<br />
crescita culturale e coesione sociale degli abitanti di quella zona. A tal fine il progetto intende va<strong>lo</strong>rizzare e promuovere in modo<br />
integrato e sistemico eventi, manifestazioni, tradizioni, prodotti e risorse storiche, naturali e culturali già presenti sull’intera area<br />
ed organizzare alcune nuove attività coerenti di richiamo turistico, anche al fine di creare opportunità socio-economiche,<br />
professionali e lavorative agli o<strong>per</strong>atori ed alle giovani generazioni <strong>lo</strong>cali.<br />
Il concetto di “parco” intende richiamare, nelle nostre intenzioni e riteniamo anche nell’immaginario collettivo, un luogo, un<br />
sistema a<strong>per</strong>to – più o meno organizzato – ma soprattutto fruibile al pubblico <strong>per</strong> varie finalità, tra cui, indubbiamente, quelle<br />
ricreative e turistiche. Un “posto” ampio ed accessibile di cui è possibile e significativo godere, individualmente e<br />
collettivamente. Evidenziamo che non si pensa al parco come assetto istituzionale ed organizzato, come organo formale, come<br />
insieme di ruoli e figure professionali che trovano in esso la giustificazione, etc. La proposta progettuale indubbiamente<br />
necessiterà, almeno in fase di attivazione, di una struttura di implementazione, estremamente leggera, funzionale alla<br />
realizzazione dell’iniziativa e volta a catalizzare in questa azione strutture, idee, professionalità e competenze, già presenti e<br />
rappresentative del territorio. Nessuna organizzazione nuova dunque, e soprattutto nessuna sovrastruttura, ma un’azione di<br />
coinvolgimento basata su di un progetto definito e condiviso.<br />
Il termine “di cultura” vuole invece richiamare il forte radicamento alla realtà del luogo e del territorio scelto e con quanto di<br />
più “vero” e “tipico” (in termini ad esempio di cognizioni, tradizioni, tecniche, tipi di comportamento, manifestazioni storiche,<br />
fi<strong>lo</strong>sofiche, artistiche e letterarie, etc.) l’area di riferimento utilizza, fa crescere, veicola, e comunica all’esterno. Crediamo che il<br />
concetto di cultura si possa inoltre meglio comprendere anche attraverso altri concetti, nelle accezioni di seguito ricordate:<br />
l’“identità”, ovvero la qualificazione di una entità, di un luogo, di una o più <strong>per</strong>sone, <strong>per</strong> cui essa è tale e non un’altra;<br />
la “tradizione”, ovvero il complesso delle testimonianze, dei fatti e dei costumi trasmessi in vario modo (tra cui anche<br />
quel<strong>lo</strong> orale e dell’esempio pratico) da una generazione all’altra;<br />
la “storia”, ovvero l’insieme degli eventi umani, o di determinati eventi umani, considerati nel <strong>lo</strong>ro svolgimento; l’insieme<br />
dei fatti di ordine politico, sociale, militare, religioso, economico, etc. relativi ad una determinata epoca, ad un determinato<br />
evento, ad una determinata collettività umana;<br />
il “modo di vivere” attuale, ciò che garantisce l’esistenza, le dà va<strong>lo</strong>re e significato;<br />
il “senso”, ovvero la coscienza, la consapevolezza di sé e delle proprie azioni, l’attribuzione di significato e di giudizio<br />
alle es<strong>per</strong>ienze, etc.;<br />
la “passione”, ovvero il sentimento, l’impressione o sensazione, l’interesse, l’inclinazione o la predilezione che influisce<br />
in modo determinante su pensieri, azioni ed atteggiamenti dell’uomo.<br />
75
Per l’attivazione di un Parco di Cultura (cosa differente dalla costituzione di un Ente Parco), è fondamentale la condivisione<br />
degli obiettivi e dei va<strong>lo</strong>ri di fondo dell’idea progettuale da parte di una rete di soggetti che, attraverso modalità di coprogettazione,<br />
consente di definire proposte concrete <strong>per</strong> il coordinamento di iniziative, progetti, risorse e relazioni attorno ad un<br />
tema/guida ed, in termini ancor più generali, a un territorio di riferimento.<br />
Presentazione Progetto<br />
Lo IAL Emilia Romagna – Area Modena e Reggio Emilia, ha concluso nel 2004 una ricerca, relativa alla definizione<br />
semantica di Parco di Cultura e alla sua fattibilità nell’Appennino modenese (Vedi l'abstract della pubblicazione, in allegato).<br />
Il lavoro di ricerca, presentato nel libro “Parchi di Cultura; un’idea <strong>per</strong> il turismo in Appennino”, ha infatti <strong>per</strong>messo di<br />
costruire e s<strong>per</strong>imentare un model<strong>lo</strong> di analisi, nonché <strong>per</strong> attivare ex novo <strong>per</strong>corsi empirici di<br />
progettazione/programmazione/attivazione di “parchi culturali”, tramite il piano di <strong>sviluppo</strong> e di sostenibilità.<br />
A seguito di tale lavoro di ricerca, IAL Emilia Romagna, all’interno del Progetto “Laboratorio Appennino Modenese,<br />
seconda edizione”, ha beneficiato di un finanziamento della Provincia di Modena, Assessorato alla Formazione professionale,<br />
finalizzato all’applicazione del progetto integrato “Parchi di Cultura dell’idea all’attuazione”, che si configura come strumento di<br />
<strong>sviluppo</strong> e va<strong>lo</strong>rizzazione d’area (vedi “Cosa sono i Parchi di Cultura”). Il progetto prevede alcune fasi che si svilup<strong>per</strong>anno nel<br />
<strong>lo</strong>ro complesso nel <strong>per</strong>iodo ottobre 2004 – dicembre 2005, che vanno dalla diffusione e condivisione dell’idea progettuale e la<br />
contestuale attivazione della rete degli o<strong>per</strong>atori pubblici e privati interessati alla realizzazione del Parco di Cultura;<br />
all’organizzazione, gestione e va<strong>lo</strong>rizzazione dei relativi prodotti e degli eventi turistici e culturali, passando <strong>per</strong> un’azione di<br />
comunicazione e promozione del Parco stesso (basata sulla produzione di strumenti di comunicazione e su di un’azione mirata e<br />
“tematizzata” di marketing) e infine una fase di valutazione relativa all’impatto <strong>per</strong> quanto concerne le ricadute<br />
socio/economiche e professionali portate da questa es<strong>per</strong>ienza.<br />
In tutte le azioni previste <strong>lo</strong> staff di progetto sarà affiancato da es<strong>per</strong>ti e da un team dei giovani della montagna modenese in<br />
un <strong>per</strong>rcorso di formazione on the job. Sono previste diverse sessioni <strong>formative</strong> e di accompagnamento anche <strong>per</strong> gli o<strong>per</strong>atori<br />
aderenti il progetto (ad esempio su aspetti tecnici quali la ristorazione e l’ospitalità a tema o su aspetti organizzativi quale la<br />
relazione e l’integrazione delle varie proposte turistiche e culturali sul territorio, etc.).<br />
Il progetto “Parchi di cultura: una idea <strong>per</strong> il futuro dell’Appennino” intende dunque, come già ricordato, in estrema sintesi,<br />
va<strong>lo</strong>rizzare e promuovere in modo integrato e sistemico eventi e prodotti turistici già esistenti ed organizzare alcune nuove<br />
attività di richiamo turistico <strong>per</strong> l’intero territorio miranti ad armonizzare e consolidare l’offerta, anche al fine di creare<br />
opportunità professionali e lavorative agli o<strong>per</strong>atori ed alle giovani generazioni <strong>lo</strong>cali.<br />
In questa sezione del sito pare opportuno offrire, a chi fosse interessato, un approfondimento descrittivo del progetto che ha<br />
portato alla costituzione dei Parchi del Medioevo e del Parco dei Luoghi dell’Anima nell’Appennino modenese. A tal proposito,<br />
<strong>per</strong>ciò, è necessario innanzitutto esplicitare come il <strong>per</strong>corso di ricerca ed il successivo progetto di s<strong>per</strong>imentazione<br />
dell’attivazione dei “parchi di cultura”seguano alcune importanti coordinate, che è opportuno fin d’ora ricordare:<br />
l’ancoraggio del progetto ad un model<strong>lo</strong> scientifico trasparente ed verificabile di analisi, comprensione, progettazione e<br />
valutazione del “parco” che, anche grazie al<strong>lo</strong> studio, alla comparazione ed al contributo delle es<strong>per</strong>ienze teoriche e pratiche in<br />
materia, possa risultare reiterabile e riproponibile anche su altre realtà territoriali (si vedano a tal fine le sezioni Il model<strong>lo</strong> teorico<br />
di riferimento e Linee guida <strong>per</strong> la costruzione di un Parco di Cultura);<br />
la scelta di individuare temi, eventi e prodotti turistici già esistenti o da attivare rispetto al “parco” attraverso una<br />
condivisione con gli amministratori <strong>lo</strong>cali ed altri attori significativi della società civile del territorio appenninico; l’opzione di<br />
favorire la va<strong>lo</strong>rizzazione dell’esistente alle azioni di innovazione, comunque <strong>per</strong>seguite;<br />
il privilegio di un approccio integrato tra ambiente, turismo, cultura ed eno-gastronomia, tutti elementi di forza del<br />
costituendo “parco” e dell’area di riferimento;<br />
l’utilizzo, come centrale e strategica, di una modalità partecipata di attivazione del “parco” (co-progettazione con gli attori<br />
pubblici e privati del territorio o<strong>per</strong>anti sui temi del turismo e della promozione culturale: pubbliche amministrazioni, o<strong>per</strong>atori<br />
turistici, scuole e giovani, associazioni e circoli culturali, etc.);<br />
l’indispensabile presenza di alcuni giovani disoccupati del territorio montano, che scelgano di s<strong>per</strong>imentarsi come<br />
o<strong>per</strong>atori lavorando specificamente al coordinamento delle attività e degli attori che rappresenteranno l’ossatura e l’articolazione<br />
organizzativa del “parco”;<br />
la conseguente indispensabile disponibilità di un numero congruente di o<strong>per</strong>atori pubblici e privati a sostegno dell’idea ed<br />
in grado di favorirne coerenza e qualità dell’offerta turistica derivante.<br />
Il progetto mira ad applicare tali importanti coordinate tramite alcune fasi che si svilup<strong>per</strong>anno nel <strong>lo</strong>ro complesso nel<br />
<strong>per</strong>iodo ottobre 2004 – dicembre 2005:<br />
1. Diffusione e condivisione dell’idea progettuale: attivazione della rete degli o<strong>per</strong>atori interessati alla realizzazione del<br />
Parco; tale fase ha rappresentato l’impegno iniziale più consistente e di maggior sforzo, connesso alla presentazione del progetto<br />
a tutti gli o<strong>per</strong>atori pubblici della montagna modenese, nonché a o<strong>per</strong>atori pubblici quali Istituti scolastici o di interesse generali<br />
quali la Diocesi di Modena, la sensibilizzazione di molti o<strong>per</strong>atori turistico/ricettivi o<strong>per</strong>anti nel nostro Appennino; tale impegno<br />
ha <strong>per</strong>messo di arrivare a formalizzare una rete di oltre 80 soggetti aderenti.<br />
2. Selezione e attivazione del team di giovani interessati alla realizzazione del Parco; <strong>per</strong> quanto concerne questa fase del<br />
progetto, si è provveduto a sollecitare tutti gli inter<strong>lo</strong>cutori pubblici aderenti, affinché potessero indicare <strong>per</strong>sone potenzialmente<br />
idonee e interessate a questa opportunità formativa. Ciò ha <strong>per</strong>messo di ricevere la candidatura di 15 giovani residenti<br />
nell’Appennino modenese.<br />
3. Progettazione o<strong>per</strong>ativa del Parco, a cui far partecipare anche i giovani selezionati. In questa fase, tramite un confronto<br />
serrato con i soggetti pubblici e privati costituenti i Parchi di Cultura, è stato possibile individuare quali fossero le iniziative, le<br />
risorse e le opportunità che ognuno intendeva inserire nel Parco, <strong>per</strong> poter costruire un calendario di proposte turistiche e culturali<br />
e un insieme di offerte ricettive, ristorative, in<strong>formative</strong> ed animative del territorio, qua<strong>lo</strong>ra coerenti ai temi portanti del Parco in<br />
oggetto (Medioevo da una parte e Luoghi dell’Anima dall’altra).<br />
76
4. Organizzazione, gestione e va<strong>lo</strong>rizzazione dei prodotti e degli eventi turistici del Parco.<br />
5. Comunicazione e promozione del Parco. Il progetto di s<strong>per</strong>imentazione dei Parchi di Cultura ha previsto, fin dall’inizio,<br />
una dotazione economica finalizzata alla creazione dei primi indispensabili strumenti di promozione di questi due nuovi prodotti<br />
turistici: cartine tematiche e siti Internet dedicati (www.parchidicultura.it, www.parcomedioevo.it e<br />
www.parcoluoghidellanima.it). Questi sono da intendersi come punti di partenza <strong>per</strong> l’attività di comunicazione e marketing, che<br />
sarà prevalentemente rivolta al consolidamento e miglioramento dell’immagine dei Parchi e della <strong>lo</strong>ro capacità di penetrazione<br />
verso un pubblico sempre più ampio e segmentato.<br />
6. Valutazione ricadute socio/economiche e professionali. L’ultima fase dell’attività intende proporre una valutazione<br />
“policentrica” e pluralistica relativa alle ricadute socio-economiche sul territorio Appenninico ed a quelle professionali sugli<br />
o<strong>per</strong>atori turistici coinvolti in relazione all’attivazione dei Parchi del Medioevo e dei Luoghi dell’Anima. Il <strong>per</strong>corso di<br />
valutazione (che rappresenta un format noto ed ampiamente s<strong>per</strong>imentato ed esplicitato nel<strong>lo</strong> schema di business plan esito del<br />
presente studio) è basato sulle seguenti semplici dimensioni, che verranno considerate già nelle fasi precedenti:<br />
soggetti e prospettive di valutazione (<strong>per</strong> chi) = <strong>per</strong> i target previsti dal Parco di Cultura;<br />
obiettivi della valutazione (<strong>per</strong>ché) = impatto socio-economico, coerenza con le politiche di <strong>sviluppo</strong> territoriale,<br />
diversificazione offerta turistica, sostenibilità ambientale del progetto, etc.;<br />
oggetti della valutazione (che cosa) = punti di forza e debolezza dell’es<strong>per</strong>ienza, estendibilità (territoriale, categoriale,<br />
settoriale, etc.) del model<strong>lo</strong> e della sua s<strong>per</strong>imentazione; conformità agli indirizzi ed alle politiche di <strong>sviluppo</strong> territoriale;<br />
<strong>sviluppo</strong> professionale degli o<strong>per</strong>atori turistici, creazione di posti di lavoro, flussi turistici coerenti attivati, ampiezza piano di<br />
comunicazione, etc.;<br />
metodi e metodo<strong>lo</strong>gie, tecniche e strumenti di valutazione (come) = coinvolgimento plurale di soggetti e destinatari del<br />
progetto ed eterovalutazione.<br />
E’ importante, prima di presentare il model<strong>lo</strong> teorico definitorio di Parco di Cultura, ribadire che:<br />
1. Il progetto non inventa niente, ma parte dalla realtà, da quel<strong>lo</strong> che esiste, dalla vo<strong>lo</strong>ntà espressa di portare va<strong>lo</strong>re aggiunto<br />
a quanto già presente (cfr. cap. 2. e cap. 3. pubblicazione). Il progetto non potrà essere realizzato senza l’effettivo coinvolgimento<br />
delle pubbliche amministrazioni, degli o<strong>per</strong>atori e dei giovani del territorio. L’innovazione <strong>per</strong>seguita è quindi quella non di<br />
creare ex novo, quanto di va<strong>lo</strong>rizzare e ricol<strong>lo</strong>care, con idee anche nuove, quanto già c’è. Ad esempio, verranno censiti e<br />
promossi grazie a canali e media inusuali eventi turistici che annualmente le comunità <strong>lo</strong>cali dell’area organizzano e gestiscono;<br />
<strong>lo</strong> sforzo creativo sarà <strong>per</strong>altro limitato a dare attuazione alle idee ed alle potenzialità direttamente <strong>per</strong>venute e richieste dal<br />
territorio, a favorire le <strong>lo</strong>calità meno visibili ed a rafforzare l’integrazione dell’offerta in Appennino.<br />
2. Il progetto avrà una estensione s<strong>per</strong>imentale e limitata, ad esempio relativamente alla coerenza tematica che costituirà, tra<br />
l’altro, la quali-tà e la riconoscibilità della proposta (cfr. cap. 1. e 2. pubblicazione): l’organizzazione dei prodotti e degli eventi<br />
turistici sarà infatti fortemente vincolata ad una idea condivisa, originale ed incarnata alla tradizione culturale del territorio. La<br />
proposta intende inoltre ricercare incroci positivi e reciprocità con le offerte ed i circuiti turistici già attivi e di successo della<br />
mon-tagna modenese, fornendo – <strong>per</strong> quanto possibile – un contributo all’allungamento della stagione turistica.<br />
3. Il progetto punta in terzo luogo ad integrare, a coordinare de facto i diversi territori e gli stessi diversi settori produttivi<br />
che ne garantiscono ed influenzano <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> socio-economico, grazie alle relazioni tra gli attori istituzionali ed economici che<br />
su questi insistono, gli enti e le relative articolazioni organizzative, sulla base di un piano concreto, progressivamente condiviso e<br />
verificato, di cose da fare (cfr. cap. 3. pubblicazione). L’iniziativa non ha ambizioni o velleità politiche o di coesione sociale, ma<br />
riconosce il fondamentale va<strong>lo</strong>re, anche “etico” oltre che o<strong>per</strong>ativo, alla programmazione negoziata ed alla concertazione: sulle<br />
azioni e sulle cose concrete di interesse collettivo è possibile mettersi d’accordo ed, in questo senso, la diversità spesso risulta<br />
ricchezza. L’iniziativa quindi punta ad appianare <strong>per</strong>sonalismi, a su<strong>per</strong>are i <strong>lo</strong>calismi ed a contrastare le “primogeniture”: il<br />
protagonista non può che essere il territorio nel suo complesso e nelle sue varie forme di rappresentanza democratica.<br />
4. La proposta, fortemente centrata sull’implementazione delle attività progettate e caratterizzata dal tentativo di unire<br />
attraverso il confronto e la passione degli individui e delle organizzazioni, riconosce fondamentale importanza alla trasparente<br />
verifica socio-economica e professionale degli esiti e, qua<strong>lo</strong>ra siano dimostrati degli impatti positivi in termini di efficienza ed<br />
efficacia, mira alla sua progressiva autonoma sostenibilità (cfr. cap. 3. pubblicazione).<br />
5. Lo <strong>sviluppo</strong> di area è la chiave di lettura ed interpretativa più importante dell’attività in oggetto. Lo studio teorico e la<br />
modellizzazione scientifica effettuata (cfr. cap. 1. pubblicazione) intende fornire un contributo alla riflessione in materia oltre che<br />
ad offrire un <strong>per</strong>corso concreto <strong>per</strong> l’eventuale verifica e reiterabilità o l’applicazione in altri contesti spazio-temporali di idee<br />
similari.<br />
6. Tale iniziativa intende inoltre s<strong>per</strong>imentare un nuovo modo di fare formazione ed un diverso ruo<strong>lo</strong> delle agenzie<br />
<strong>formative</strong>, incentivando in particolare la specificità della formazione come sistema trasversale e di supporto ai diversi ambiti<br />
socio-economici, professionali e culturali in cui la società si è organizzata. Il rischio che oggi diverse organizzazioni del mondo<br />
dell’education corrono è, a nostro avviso, quel<strong>lo</strong> della autoreferenzialità e dell’eccessiva tecnicizzazione e burocratizzazione di<br />
un sistema che <strong>per</strong> natura deve invece essere a<strong>per</strong>to alla realtà, rivolto alle <strong>per</strong>sone, attento al mondo del lavoro ed alle sue<br />
dinamiche. L’ideazione, la progettazione e l’offerta articolata delle proposte <strong>formative</strong> devono trovare preciso ancoraggio e<br />
riscontro in questa realtà. Troppe agenzie <strong>formative</strong> sono al momento contemporaneo diventate dei ‘corsifici’, in grado più di<br />
intercettare e sfruttare correttamente (secondo le ‘regole’, le ‘procedure’, del quadro istituzionale di un sistema eccessivamente<br />
chiuso) le risorse pubbliche, che a rispondere a fabbisogni professionali rilevati con modalità scientifiche, a ‘guidare verso l’alto’<br />
e qualificare il mercato del lavoro, o a contribuire al<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> socio-economico sostenibile dei territori a partire dalle risorse<br />
umane. L’approccio <strong>per</strong>seguito in questa indagine e nelle stesse proposte di prospettiva è invece quel<strong>lo</strong> del ritenere l’ente di<br />
formazione una delle possibili agenzie di <strong>sviluppo</strong> al servizio del territorio e delle sue sfaccettate esigenze che sono prima da<br />
leggere, interpretare e validare (con metodo<strong>lo</strong>gie aggiornate e trasparenti) e poi da soddisfare, anche con il concorso di altri attori<br />
che possono arrecare va<strong>lo</strong>re aggiunto. In questo senso la formazione può effettiva-mente, come spesso viene dichiarato, costituire<br />
una leva di crescita di un sistema sociale ed economico oltre ad essere strumento <strong>per</strong> l’attuazione e l’integrazione di obiettivi<br />
diversificati e complessi.<br />
7. Infine, riteniamo che la proposta progettuale sinteticamente delineata sia difficile e “rischiosa” <strong>per</strong> ragioni di varia natura,<br />
ma soprattutto <strong>per</strong> l’incertezza degli esiti, la complessità e l’ambizione degli obiettivi <strong>per</strong>seguiti, nonché dei complessi ed<br />
intrecciati fattori di successo che deve riuscire ad attivare (coinvolgimento capillare del territorio, approccio e pratica<br />
collaborativa tra più soggetti nel rispetto dei ruoli e delle funzioni diverse, raccordo ed armonia con gli indirizzi e la politiche<br />
77
� Supporto alla costruzione di pacchetti e di circuiti commerciali relativi all’es<strong>per</strong>ienza, passando<br />
dall’offerta turistico e culturale in un calendario e cartel<strong>lo</strong>ne nematicamente coerente alla<br />
progettazione e vendita di pacchetti integrati (con offerte ricche, diversificate ed anche diffuse<br />
territorialmente) e reiterabili sulla base delle specifiche richieste.<br />
Per raggiungere le citate nuove frontiere di <strong>sviluppo</strong> del progetto, sono importanti ulteriori condizioni<br />
che brevemente riportiamo.<br />
La prima è il coinvolgimento degli attori protagonisti del territorio (ed in particolare di o<strong>per</strong>atori<br />
privati) <strong>per</strong> implementare azioni di rilancio e di <strong>sviluppo</strong> d’area condivise, partecipate e reciprocamente<br />
integrate nel quadro della programmazione e della governance <strong>lo</strong>cale. In questo senso, fondamentale<br />
pubbliche, attrattività e concretezza <strong>per</strong> giovani ed o<strong>per</strong>atori, modellizz-zione e s<strong>per</strong>imentazione con metodo<strong>lo</strong>gie scientifiche e<br />
trasparenti, etc.). Si ritiene tuttavia, proprio rispetto alla ricchezza, alle potenzialità ed alle difficoltà dell’area sopra soltanto<br />
tratteggiate, ancora più rischiosa la rinuncia a muoversi ed a mancare un’occasione, certamente assai difficoltosa ma non meno,<br />
almeno negli auspici, utile e significativa.<br />
Model<strong>lo</strong><br />
Il progetto di ricerca ha <strong>per</strong>messo di avanzare una proposta di sistematizzazione, in un model<strong>lo</strong> di analisi strutturato, delle<br />
variabili discriminanti di varie tipo<strong>lo</strong>gie di “parco” (parco tematico, storico, letterario, ambientale e archeo<strong>lo</strong>gico). Attraverso un<br />
processo deduttivo di estrapolazione di caratteristiche peculiari da es<strong>per</strong>ienze di successo già presenti in territorio nazionale ed<br />
internazionale, si è poi giunti alla definizione di un model<strong>lo</strong> di lettura o<strong>per</strong>ativamente utilizzabile <strong>per</strong> confrontare sia le varie<br />
menzionate tipo<strong>lo</strong>gie di parchi sia <strong>per</strong> classificare la nuova tipo<strong>lo</strong>gia “parco culturale”. Questo processo porta ad un model<strong>lo</strong> di<br />
validazione o<strong>per</strong>ativa del concetto stesso di “parco culturale”, fondamentale <strong>per</strong> poter verificare i limiti di appartenenza a tale<br />
categoria di es<strong>per</strong>ienze già esistenti e di poter costruire ad hoc un proposta di “parco culturale”.<br />
Per la definizione di “Parco culturale”, si è partiti dall’individuazione di tre comuni macro-descrittori con cui caratterizzare<br />
l’intensione e l’estensione dei vari concetti:<br />
insieme dei requisiti fisici: rappresenta le caratteristiche spaziali e strutturali che il tipo di parco in analisi deve<br />
necessariamente possedere <strong>per</strong> essere tale;<br />
finalità: rappresenta gli obiettivi e le strategie che la tipo<strong>lo</strong>gia in analisi deve <strong>per</strong>seguire e che la caratterizzano<br />
specificatamente;<br />
modalità di costituzione: rappresenta, se presente, l’istituzione e l’organizzazione formale (come anche gli attori coinvolti)<br />
necessaria alla costituzione di un parco della tipo<strong>lo</strong>gia in analisi.<br />
Questi definiscono,delle vere e proprie frontiere di significato, che <strong>per</strong>mettono di definire un Parco Culturale” come segue:<br />
1. È un territorio più o meno vasto, dove è presente una concentrazione omogenea e significativa di va<strong>lo</strong>ri ambientaliculturali.<br />
2. Conserva e/o recu<strong>per</strong>a ambienti naturali e culturali presenti sul territorio consentendo la <strong>lo</strong>ro spontanea evoluzione e<br />
favorendo il mantenimento degli equilibri esistenti.<br />
3. Recu<strong>per</strong>a e incentiva <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> dei sistemi culturali delle comunità presenti sul territorio attraverso la va<strong>lo</strong>rizzazione di<br />
usi, costumi, credenze, mestieri, prodotti artistici e linguistici, miti, leggende, feste, prodotti alimentari e tradizione enogastronomica.<br />
4. Promuove <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sociale e economico delle popolazioni interessate, centrando su attività sostenibili e culturali.<br />
5. Sviluppa la ricerca scientifica e sociale effettuata in modo continuo e interdisciplinare, la didattica e l’informazione<br />
ambientale e culturale.<br />
6. Permette la fruizione turistica, le attività ricreative e del tempo libero, nei limiti di carico sostenibili dagli ecosistemi,<br />
va<strong>lo</strong>rizzando espressamente gli aspetti di contatto con la natura e con le culture <strong>lo</strong>cali.<br />
Risulta evidente, anche ad una rapida lettura, che tali descrittori definiscono insiemi di concetti (e quindi di possibilità e<br />
realtà ad essi sottese) molto ampi e che in parte possono intersecarsi fra <strong>lo</strong>ro, tanto che non è possibile indicarne elementi<br />
fortemente distintivi e tali da potere essere univocamente definiti o<strong>per</strong>ativamente (o o<strong>per</strong>azionalizzati). Questo implica una certa<br />
arbitrarietà di fondo comunque sottesa ai descrittori, che da una parte ci <strong>per</strong>mette di trattare categorie astratte declinandone con<br />
libertà (ma anche con giustificata trasparenza) degli indicatori e delle rispettive definizioni o<strong>per</strong>ative.<br />
Modalità di costituzione<br />
Il parco culturale si connota sia <strong>per</strong> il suo forte legame con il territorio in cui prende forma, sia <strong>per</strong> la necessità, sottesa in<br />
modo evidente alle finalità sopra riportate, di mettere in integrazione (attraverso relazioni ed interazioni di varia natura) molti<br />
soggetti istituzionali e della società civile. Per costituire un parco culturale risulta quindi necessario creare una rete formale di<br />
attori del territorio (Comuni, enti di promozione turistica, associazioni culturali e/o organizzatori di eventi, o<strong>per</strong>atori turistici<br />
della ristorazione e della ricettività) che condividano un piano di integrazione delle <strong>lo</strong>ro attività e dei <strong>lo</strong>ro prodotti secondo<br />
<strong>lo</strong>giche definite dalla vocazione del parco in costituzione<br />
A seguito di questa organizzazione dei descrittori, il progetto ha approfondito l’esplicitazione di alcuni concetti dei diversi<br />
descrittori (in particolare quelli più significativi, connessi al macro-descrittore “Finalità”) definendone degli indicatori attraverso<br />
la discesa nella scala di astrazione ma anche al contempo formalizzando (attraverso l’attività di “definizione o<strong>per</strong>ativa”) alcuni<br />
standard minimi da <strong>per</strong>seguire <strong>per</strong>ché il parco da progettare/analizzare possa appunto rientrare nella categoria “culturale”. Il<br />
lavoro in tal maniera non assume quindi più so<strong>lo</strong> una valenza analitica ed euristica, ma intende cominciare ad assumere, proprio<br />
attraverso l’indicazione di requisiti “minimi” (ancorché utili anche a migliorare la comprensione) da <strong>per</strong>seguire ed ottenere, una<br />
valenza di indirizzo prescrittivo <strong>per</strong> la progettazione/valutazione di es<strong>per</strong>ienze reali.<br />
78
isulteranno iniziative specificamente improntate a <strong>per</strong>corsi di negoziazione, co-progettazione e<br />
va<strong>lo</strong>rizzazione di relazioni e reti.<br />
La seconda sfida risiede nell’assunto di dimostrare che la cultura, la storia, la memoria, la tradizione,<br />
la tipicità di un area <strong>lo</strong>cale può fare <strong>sviluppo</strong> territoriale; anzi è probabilmente la strada maestra <strong>per</strong><br />
innovare e qualificare ancora la crescita di zone ormai mature dal punto di vista industriale, artigianale e<br />
che hanno esp<strong>lo</strong>rato fino in fondo i modelli socioeconomici organizzati <strong>per</strong> filiera o distretto settoriale.<br />
Tale scopo è ovviamente alto ed assai ambizioso, tanto che non potrà verosimilmente essere raggiunto<br />
all’interno della presente iniziativa. Tuttavia, riteniamo fondamentale fornire strumenti concreti e piste di<br />
s<strong>per</strong>imentazione fortemente centrate sul coinvolgimento e la connessione di o<strong>per</strong>atori privati del<br />
territorio, dai quali dipende - nella sostanza - gran parte della possibilità di vincere la scommessa di una<br />
migliore terziarizzazione dell’economia, di una reale integrazione tra settori e “filiere” produttive troppo<br />
spesso soltanto astrattamente citate come una delle possibili “ricette” della Nuova Economia, della<br />
verifica anche in termini di ritorno economico e di business dei progetti e delle iniziative culturali, della<br />
effettiva va<strong>lo</strong>rizzazione degli inestimabili beni culturali della nostra storia, di mettere effettivamente in<br />
pratica <strong>per</strong>corsi di <strong>sviluppo</strong> sostenibile e di aumento della qualità della vita, dalla transizione non so<strong>lo</strong><br />
normativistica o concettuale (ma o<strong>per</strong>ativa e duratura) verso i “sistemi turistici <strong>lo</strong>cali” o i “distretti<br />
culturali” o comunque verso l’autosostenibilità dei “progetti d’area” rispondenti ai requisiti citati, etc. È<br />
ovvio che tale <strong>per</strong>corso non potrà prescindere dalle es<strong>per</strong>ienze in atto, dalla programmazione e dal<br />
governo <strong>lo</strong>cale ed anzi dovrà contribuire al rispetto ed alla s<strong>per</strong>imentazione degli indirizzi e delle policies<br />
individuate, anche al fine di ottenerne condivisione e sostegno. Tuttavia è imprescindibile affermare che i<br />
vettori del<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sostenibile e basato sulla “cultura” non potranno che essere imprenditori privati<br />
disposti a investire ed a s<strong>per</strong>imentare sul serio tale innovazione, anche riassumendo in sé le deleghe in<br />
materia troppo spesso esclusivamente lasciate e “caricate” sugli enti <strong>lo</strong>cali.<br />
In terzo luogo, <strong>per</strong> uno <strong>sviluppo</strong> dell’iniziativa è necessaria la consapevolezza che la memoria,<br />
l’identità culturale e la tradizione di un’area <strong>lo</strong>cale possa essere al contempo fattore distintivo e di<br />
autonomia, ma anche oggetto di integrazione e correlazione con “culture” altre, vicine o <strong>lo</strong>ntane. So<strong>lo</strong> in<br />
questao senso si potra puntare infatti ad ottenere una sostanziale interrelazione ed alla de<strong>lo</strong>calizzazione<br />
delle proposte, <strong>per</strong> quanto queste siano autentiche, specifiche e fortemente legate alle identità territoriali.<br />
Altro specifico obiettivo di <strong>sviluppo</strong> del progetto è quel<strong>lo</strong> di fornire, oltre alla definizione ed<br />
implementazione delle azioni di supporto alle imprese che agiscono nel settore della cultura, delle<br />
produzioni tipiche, dell’artigianato artistico, dell’animazione territoriale, del turismo dell’ospitalità<br />
diffusa e dell’enogastronomia, al fine di rafforzare il consolidamento e la qualificazione delle es<strong>per</strong>ienze<br />
d’area, specifiche competenze e strumenti <strong>per</strong> favorire <strong>per</strong>corsi di diversificazione della propria capacità<br />
di offerta di “pacchetti”, prodotti e servizi, anche di nicchia <strong>per</strong> la relativa specifica promocommercializzazione<br />
integrata e sistemica. L’asse centrale rispetto al quale il progetto intende svilupparsi<br />
è quindi quel<strong>lo</strong> del sostegno a <strong>prassi</strong> innovative e s<strong>per</strong>imentali promosse da soggetti del territorio, <strong>per</strong><br />
quanto riguarda il potenziamento di competenze delle risorse umane coinvolte, e so<strong>lo</strong> in un secondo<br />
tempo di impegno rivolto ad elementi materiali, da intendersi come strumenti necessari <strong>per</strong> la conduzione<br />
di un processo culturale e di apprendimento.<br />
Per quanto concerne il settore della formazione, è opportuno inoltre evidenziare come questo progetto<br />
possa contribuire all’innovazione della “tradizionale” visione della formazione professionale, grazie ad<br />
un esempio di come le politiche <strong>formative</strong> possano costituire nei fatti una leva strategica <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong><br />
territoriale, <strong>per</strong> la sua finalità di integrazione con elementi di programmazione e di <strong>sviluppo</strong> già presenti a<br />
favore del territorio.<br />
Infine, è necesario utilizzare in modo integrato diverse metodo<strong>lo</strong>gie non formali ed “in situazione” di<br />
facilitazione dell’apprendimento, ritenute maggiormente utili <strong>per</strong> processi di acquisizione di competenze<br />
a favore di imprenditori e lavoratori dei comparti più volte ricordati: Action learning; Business game;<br />
Coaching; Discussione di gruppo; Esercitazione applicativa; Laboratorio es<strong>per</strong>ienziale; Outdoor training;<br />
Role playing; Training on the job.<br />
3.1.6.2 Relazioni e transazioni significative<br />
Il quarto fattore distintivo dell’es<strong>per</strong>ienza dei “Parchi di Cultura” analizzato nel corso del presente<br />
capito<strong>lo</strong> ed inerente la struttura e le <strong>lo</strong>giche organizzative interne al progetto ha già messo in evidenza<br />
l’insieme complesso di organizzazioni diverse che interagiscono all’interno della “struttura di<br />
implementazione” (cfr. ante). In questo senso, come anticipato, la categoria analitica più pregnante è<br />
risultata quella di network, termine tipicamente ang<strong>lo</strong>sassone traducibile con qualche difficoltà in lingua<br />
italiana come “retico<strong>lo</strong> interorganizzativo”.<br />
79
Così, se focalizziamo l’attenzione sulle relazioni e le transazioni (ovvero le azioni di “scambio”) più<br />
significative tra i soggetti che fanno parte del “sistema” Parchi di Cultura è opportuno in primis<br />
sottolienare l’importanza delle relazioni tra gli stessi soggetti che costituiscono <strong>lo</strong> stesso “retico<strong>lo</strong><br />
interorganizzativo”. Anzi, a maggior ragione è opportuno evidenziare come proprio gli scambi e le<br />
transazioni tra i diversi attori protagonisti sono i fattori fondamentali che hanno influenzato<br />
positivamente la costituzione, il mantenimento e la continuità del<strong>lo</strong> stesso network, nonché l’equilibrio tra<br />
le varie organizzazioni che <strong>lo</strong> costituiscono. Concretamente e soltanto a tito<strong>lo</strong> esemplificativo i soggetti<br />
del network si sono e si stanno “scambiando” un range amplissimo di “va<strong>lo</strong>ri” e di “risorse”, tra le<br />
quali: a) la conoscenza, le informazioni, le strategie patrimonio delle singole organizzazioni ad esempio<br />
relative alla mission ed alla visione del proprio “mondo” di riferimento; b) le es<strong>per</strong>ienze simili vissute (e<br />
relative buone pratiche, competenze disponibili ed attivare, i problemi affrontati, etc.); c) l’ideazione e la<br />
progettazione <strong>per</strong> affrontare eventuali difficoltà, problematiche contingenti e prospettive future; d) le<br />
relazioni con es<strong>per</strong>ti o professionalità in grado di <strong>per</strong>seguire dati obiettivi adhocratici e di nicchia; e)<br />
documenti, dati, evidenze oggettive relative alle infinite variabili che incrociano la vita professionale e la<br />
stessa esistenza delle organizzazioni; etc.<br />
A questo proposito, pare utile ricordare in numerosi casi i soggetti che hanno scelto di costituire il<br />
network di Parchi di Cultura sono risultati capaci di favorire il riorientamento e la riproposizione di<br />
interrelazioni più efficaci, efficienti, meno costose e conflittuali di quanto in precedenza succedeva: ad<br />
esempio tra pubbliche amministrazioni e stakeholders anche privati di territori diversi in cui il<br />
“campanilismo <strong>lo</strong>calistico” assumenva pratiche deteriori, oppure tra soggetti privati gestori di progetti ed<br />
Enti (di norma pubblici) finanziatori degli stessi progetti, o ancora internamente alle diverse aree<br />
oraginzzative o settori delle grandi organizzazioni (come alcuni degli Enti Locali) promotori<br />
dell’iniziativa studiata.<br />
In seconda istanza il citato progetto d’area (ed il suo network), in termini di impatto, ha inteso<br />
esplicare le sue attività a favore di numerosi soggetti, che organizzeremo – semplificando - in grandi<br />
insiemi <strong>per</strong> cui delineeremo alcuni concreti esiti e scenari.<br />
I sistemi imprenditoriali <strong>lo</strong>cali: il nucleo centrale di riferimento dell’iniziativa sono state le aziende<br />
che intendono attivare, va<strong>lo</strong>rizzare o semplicemente meglio comunicare e promuovere processi di<br />
<strong>sviluppo</strong>, innovazione ed offerta in ambito di produzioni ed eno-gastronomia tipica e della tradizione; di<br />
animazione, conoscenza, va<strong>lo</strong>rizzazione e fruizione del patrimonio culturale, storico, artistico, ambientale<br />
del territorio (cfr, ante). Particolare attenzione è stata dedicata alla relazione ed al coinvolgimento, nel<br />
<strong>per</strong>seguire gli obiettivi delineati ante, delle Piccole e Medie Imprese, incoerenza con i documenti di<br />
programmazione comunitaria, al “rafforzamento della struttura produttiva regionale […] attraverso <strong>lo</strong><br />
<strong>sviluppo</strong> del potenziale occupazionale dei settori dei servizi e dei nuovi bacini di impiego […] ed il<br />
sostegno ai processi di consolidamento, evoluzione ed innovazione dei sistemi <strong>lo</strong>cali di piccola e media<br />
impresa, al fine di rafforzarne la competitività”. Per gli o<strong>per</strong>atori suddetti i primi risultati principali sono<br />
stati rappresentati dalla ricerca di mercato e dall’analisi degli esiti, in termini di benchmarking e di<br />
s<strong>per</strong>imentabilità di pacchetti innovativi ed integrati con altri o<strong>per</strong>atori del territorio, dalla contestuale<br />
applicazione di un metodo concertato di lavoro, nonchè dalla attività di progettazione, comunicazione,<br />
promozione, organizzazione e s<strong>per</strong>imentazione di nuove offerte a mercato. Altro specifico esito ottenèto è<br />
stata la fornitura, agli o<strong>per</strong>atori <strong>lo</strong>cali dei comparti ricordati ante, gli strumenti, le metodo<strong>lo</strong>gie e <strong>per</strong>corsi<br />
di s<strong>per</strong>imentazione di una nuova strategia che si connota, ad esempio, in attività di programmazione, coprogettazione,<br />
gestione, integrazione, comunicazione, promozione di eventi e prodotti “culturali” di alto<br />
grado di specificità, come quelli della provincia di Modena.<br />
Si ritiene che l’approccio descritto possa favorire il consolidamento di un modus o<strong>per</strong>andi che abbia<br />
come scopo l’ideazione e la creazione di pacchetti culturali integrati, in coerente risposta alle tendenziali<br />
motivazioni e intenzioni che spingono i turisti verso i viaggi e le vacanze culturali (viaggi studio, itinerari<br />
culturali, partecipazione a festivals, visite monumenti e siti, pellegrinaggi, etc.) o gli stessi abitanti e<br />
visitatori del territorio a fruire e “vivere” il reale patrimonio naturale, storico, artistico, tradizionale <strong>lo</strong>cale,<br />
<strong>per</strong> offrire un’es<strong>per</strong>ienza autentica, beneficiando dei prodotti e dei servizi offerti in modo<br />
qualitativamente elevato dagli attori di quel territorio.<br />
Il Sistema formativo integrato, il sistema del lavoro ed associativo ed il mondo della ricerca: le<br />
politiche regionali e <strong>lo</strong>cali <strong>per</strong> la formazione ed il lavoro stanno da anni <strong>per</strong>seguendo la via<br />
dell’integrazione fra i sistemi coinvolti: da più parti e <strong>per</strong> voce di inter<strong>lo</strong>cutori privilegiati, amministratori<br />
e parti sociali reclamano l’urgenza di una più fattiva coo<strong>per</strong>azione fra formazione, istruzione, ricerca e<br />
mondo del lavoro. Tutti i risultati e gli strumenti del presente lavoro sono stati e saranno resi pubblici e<br />
diffusi con forme altamente accessibili e potranno quindi costituire va<strong>lo</strong>re aggiunto <strong>per</strong> l’intero sistema,<br />
80
anche in termini di scambio, falsificazione e ulteriore <strong>sviluppo</strong> di ambiti di ricerca e s<strong>per</strong>imentazione<br />
strategici <strong>per</strong> un futuro immediato, al fine principale di potenziare modalità di intervento anche o<strong>per</strong>ative<br />
che siano sempre più naturalmente portate alla sinergia ed alla concertazione, a tutto vantaggio di una<br />
maggiore coerenza e continuità, all’allargamento dei mercati, alla offerta di dati utili relativi a modelli<br />
innovativi di <strong>sviluppo</strong> territoriale, etc.<br />
I clienti dei Parchi di Cultura: i risultati attesi delle strategie di <strong>sviluppo</strong> del progetto prevedono, come<br />
già indicato, la costruzione di offerte di fruizione di es<strong>per</strong>ienze legate all’identità, all’ambiente, alla storia<br />
ed alla memoria di un territorio da proporre a nicchie di potenziali clienti, che possono trovare in questa<br />
offerta un mix di <strong>lo</strong>cations, contenuti culturali e animativi, sempre più articolata e rivolta anche ai bisogni<br />
espliciti o inespressi, rispetto ai quali tali organizzazioni sono sollecitate a dare una risposta, a tutela del<br />
proprio capitale umano. In tal caso, l’impatto del progetto sarà indicato anche dalla fruibilità e dal<br />
gradimento dell’offerta che il progetto avrà generato.<br />
Il sistema istituzionale <strong>lo</strong>cale: come ricordato, il progetto ha <strong>per</strong>seguito la s<strong>per</strong>imentazione di <strong>per</strong>corsi<br />
concreti e contestualizzati, tutti comunque riferiti all’assunto base che la cultura di un territorio possa<br />
esserne importante fattore di <strong>sviluppo</strong> sostenibile e di crescita socio-economica, nel quadro ed a supporto<br />
degli indirizzi pubblici e delle policies <strong>lo</strong>cali. Forte e continua è finora stata la risposta e la relazione con<br />
gli enti e gli o<strong>per</strong>atori pubblici preposti al coordinamento, indirizzo e verifica del<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> d’area, anche<br />
con forme organizzative ad hoc ed in grande integrazione tra articolazioni e settori diversi (ad esempio<br />
ambiente, cultura, turismo, atività produttive, agricoltura, commercio, pianificazione e <strong>sviluppo</strong><br />
territoriale, etc.). Affinche il patrimonio di questa limitata e contestualizzata es<strong>per</strong>ienza non venga<br />
dis<strong>per</strong>sa risulta fondamentale riflettere appunto sull’oggetto del presente report: quale struttura e forma<br />
organizzativa può consentire al<strong>lo</strong> stesso tempo (specie <strong>per</strong> le organizzazioni pubbliche) reciprocità,<br />
fiducia, leggerezza, orientamento al<strong>lo</strong> scopo, flessibilità e continuità.<br />
In termini generali e riepi<strong>lo</strong>gativi, quindi, si può segnalare come tra i diversi elementi significativi<br />
della s<strong>per</strong>imentale attuazione dei Parchi di Cultura possono essere citati:<br />
• l’adesione totale ed il pieno coinvolgimento di tutte le Pubbliche amministrazioni dell’area (e di oltre<br />
80 o<strong>per</strong>atori privati, in continuo aumento) al progetto;<br />
• un progetto d’area che integra in particolare turismo, cultura, ambiente, con un forte impegno a<br />
va<strong>lo</strong>rizzare e sostenere quanto già esistente;<br />
• la classificazione e la promozione delle autentiche tradizioni dell’area, del patrimonio storico,<br />
artistico, culturale; e delle proposte di animazione <strong>per</strong> fi<strong>lo</strong>ni tematici (riconducibili al storia medioevale<br />
ed ai cd. Luoghi dell’Anima) anche al fine di raggiungere target e nicchie di potenziali turisti;<br />
• l’impegno ad inserire alcune innovazioni nell’offerta turistica e culturale già presente;<br />
• l’attenzione a sostenere le iniziative che mirano ad ampliare l’offerta verso proposte diversificate (ad<br />
esempio, la collaborazione con le scuole su<strong>per</strong>iori dell’area);<br />
• il sostegno ad o<strong>per</strong>atori pubblici e privati che mirano ad allungare e destagionalizzare la stagione<br />
turistica;<br />
• il continuo supporto formativo (con <strong>per</strong>corsi brevi e seminariali ad esempio relativi all’utilizzo del<br />
sito internet e degli altri strumenti di promozione/comunicazione tematica, al<strong>lo</strong> scambio di buone<br />
<strong>prassi</strong> e strategie organizzative, nonché all’allestimento e supporto tecnico relativamente alle<br />
rievocazioni storiche del territorio; alla proposta e s<strong>per</strong>imentazione dei menù a tema;<br />
all’approfondimento delle storia e delle tradizioni <strong>lo</strong>cali anche a scopo di diffusione culturale e come<br />
spunto di animazione territoriale, al co-marketing, etc.) ad o<strong>per</strong>atori pubblici e privati che hanno<br />
aderito al progetto;<br />
• la capacità di coinvolgere giovani della montagna quali soggetti attivi in processi di formazione sul<br />
campo, negli ambiti della progettazione di eventi, di comunicazione, di conduzione di attività pratiche<br />
ed organizzative di proposte turistiche e culturali;<br />
• la continua diffusione dell’es<strong>per</strong>ienza presso altre realtà territoriali (Campania, Sardegna, Puglia,<br />
Liguria, Trentino Alto Adige).<br />
3.1.6.3. La forma organizzativa<br />
In termini prospettici, l’es<strong>per</strong>ienza triennale dei Parchi di Cultura dovrà confrontarsi con la necessità<br />
di definire una forma organizzativa della propria struttura di implementazione (dall’Azienda<br />
Speciale alla S.p.A., pasando <strong>per</strong> l’Istituzione, le società a responsabilità limitata e l’Associazione). Nel<br />
presente paragrafo, saranno indicate alcune linee di possibile continuità, come rilevate nel corso delle<br />
81
diverse iniziative di confronto condotte con gli o<strong>per</strong>atori pubblici e privati. Ognuna delle forme giuridiche<br />
indicate è portatrice di elementi utili ad affrontare alcune delle sfide e sollecitazioni presentate nei<br />
paragrafi precedenti. È evidente che le opzioni organizzative e gestionali descritte sono portatrici di<br />
opportunità e vincoli che devono trovare coerenza con le opzioni strategiche che i decisori pubblici<br />
adotteranno. Risulta quindi necessario portare in evidenza quali siano tali elementi utili, ma<br />
contemporaneamente indicare quali finiscano <strong>per</strong> essere le forme giuridiche più adeguate alla gestione<br />
contemporanea di servizi, in un quadro di riduzione della disponibilità finanziaria. Alcune scelte si<br />
pongono, <strong>per</strong> l’Ente Locale, propedeutiche alla successiva discussione. Risulta infatti intuitivo che, se<br />
l’Ente tende ad una progressiva a<strong>per</strong>tura ad altri soggetti che o<strong>per</strong>ano <strong>per</strong> l’offerta di specifici servizi,<br />
forme di gestione quali l’Istituzione rischiano di non poter effettivamente consentire un’integrazione di<br />
questi soggetti nel ruo<strong>lo</strong> di partecipanti non so<strong>lo</strong> alla regolazione del<strong>lo</strong> scenario generale, bensì di ridurre<br />
fortemente il <strong>lo</strong>ro ruo<strong>lo</strong> di attori/erogatori che interagiscono con la dimensione pubblica di offerta di<br />
servizi e di regolazione del<strong>lo</strong> scenario generale. Ciò accentuerebbe <strong>per</strong>ciò la tendenza, da una parte, di<br />
indirizzare gli attori privati di offerta di servizi verso <strong>lo</strong> sfruttamento intensivo e la promozione di <strong>prassi</strong><br />
scollegate dal livel<strong>lo</strong> <strong>lo</strong>cale (anche se, come visto in precedenza, connesse alle scelte fiscali e di<br />
promozione occupazionale dei livelli nazionale e comunitario). In altri termini, l’istituzione appare una<br />
forma di gestione che, pur garantendo il massimo grado di control<strong>lo</strong> delle finalità e delle modalità<br />
erogatorie rispetto ai servizi (e più precisamente offerta pubblica), non sembra capace di offrire strumenti<br />
all’Ente <strong>per</strong> aprirsi ai soggetti privati, <strong>per</strong> s<strong>per</strong>imentare reti concertative e in<strong>formative</strong> ampie, <strong>per</strong><br />
configurarsi come soggetto e oggetto di costruzione del welfare <strong>lo</strong>cale.<br />
L’Azienda Speciale rappresenta una prima cesura <strong>lo</strong>gica, rispetto all’istituzione, <strong>per</strong>ché prevede<br />
l’autonomia decisionale, organizzativa e gestionale con cui impostare i servizi a lei assegnati, sulla base<br />
di criteri economico aziendali suoi precipui. Questo consente di esplicitare e formalizzare una scelta<br />
gestionale orientata in modo nuovo da parte degli EELL. Questa forma di gestione manterrebbe inoltre la<br />
relativa agilità nelle modalità di affidamento dei servizi (e delle risorse necessarie <strong>per</strong> svolgerli), poiché<br />
non si prevede la necessità di avviare una gara di appalto <strong>per</strong> la <strong>lo</strong>ro assegnazione da parte del Comune.<br />
L’Azienda Speciale, non avendo quale obiettivo la produzione di utili da distribuire ai soci, può essere <strong>lo</strong><br />
strumento a cui affidare la gestione di servizi di diversa natura.<br />
L’Azienda Speciale Consortile, oltre ai potenziali vantaggi già indicati, presenta anche quelli di:<br />
• connotarsi come organizzazione luogo di coordinamento tra soggetti pubblici a livel<strong>lo</strong><br />
sovracomunale.<br />
• Favorire ulteriori economie di scala<br />
La Società <strong>per</strong> Azioni e/o a responsabilità limitata rappresenta, in termini di riflessione di livel<strong>lo</strong><br />
generale, una forma estremamente interessante di gestione dei servizi. Questa caratteristica è<br />
controbilanciata da alcuni aspetti di complessità. Prendiamoli in esame.<br />
È costitutiva della Società <strong>per</strong> Azioni la necessità di a<strong>per</strong>tura a soggetti che (pubblici o privati) siano<br />
differenti dai soli Enti Locali del territorio rispetto al quale la S.p.A. andasse ad erogare servizi. Ciò<br />
favorisce l’attenzione alla costruzione di partnership allargate, di <strong>per</strong> sé pre -condizione <strong>per</strong> avviare<br />
es<strong>per</strong>ienze di reti concertative rappresentative, sistemi informativi ampi e qualificati, <strong>prassi</strong><br />
programmatorie di ampio respiro, azioni di promozione di queste modalità di relazione con gli altri<br />
soggetti, es<strong>per</strong>ienze innovative <strong>per</strong> l’erogazione e la regolazione dei servizi nel<strong>lo</strong> scenario generale in<br />
evoluzione, con modalità di affidamento dei servizi molto flessibili e rapide. In altri termini, sembra<br />
configurarsi come forma di gestione adeguata <strong>per</strong> consentire agli Enti Locali di affrontare la sfida<br />
contestuale di soggetto regolatore soggetto di mercato con il focus ad rendere più competitivo il proprio<br />
territorio . L’ampiezza della base sociale di questo tipo di forma organizzativa può essere variabile. In<br />
previsione di un’ampia base sociale, si arriverebbe ad una situazione incoraggiante <strong>per</strong> quanto concerne la<br />
capacità degli Enti coinvolti di essere regolatori con capacità di posizionamento strategico, attori<br />
economicamente e organizzativamente qualificati <strong>per</strong> la fornitura di servizi, soggetti principali nella<br />
definizione delle caratteristiche che mirano alla crescita di competitività del territorio.<br />
La S.p.A. presenta, comunque, alcuni elementi di rigidità, che è indispensabile tener presente:<br />
• il servizio deve essere a rilevanza economica ed imprenditoriale, poiché si prevede l’esercizio in<br />
comune di un'attività economica al<strong>lo</strong> scopo di dividerne gli utili. Questo vinco<strong>lo</strong> porta a ritenere che le<br />
S.p.A. possano mantenere le promesse rispetto a tutto quanto sopra anticipato, ma in ambiti specifici di<br />
servizi ben definiti;<br />
• infine, <strong>per</strong> l’individuazione dei partner ci si deve attenere a procedure di “evidenza pubblica” che, nel<br />
82
contesto del ragionamento sopra presentato, rischiano di non fornire garanzie –se ritenute necessarie-<br />
rispetto all’assetto societario.<br />
La forma dell’associazione, infine, rappresenta una soluzione che <strong>per</strong>mette di coinvolgere una rete<br />
ampia di soggetti, a rilevanza imprenditoriale e non, in quanto le finalità prioritarie vertono tipicamente su<br />
finalità di interesse generale e no profit oriented. Ciò, in generale, non significa comunque che le attività<br />
su cui agisce un’associazione non abbiano o non debbano avere rilevanza commerciale, ma si possono<br />
prevedere una scarsa propensione alla patrimonializzazione e al potenziamento organizzativo, una minora<br />
capacità attrattiva di competenze e <strong>prassi</strong> imprenditivie rispeto ad altre tipo<strong>lo</strong>gie organizzative. Questo<br />
risulta inoltre coerente con la tendenza ad impegnare tali tipi di strutture d’implementazione <strong>per</strong> iniziative<br />
volte alla promozione culturale, formativa, di interesse generale diffuso.<br />
Rispetto ad uno specifico progetto d’area (Parchi di Cultura) le diverse forme organizzative sono state<br />
indicate da un’ampio spettro di “decisori” più o meno nidicate, <strong>per</strong> quali ragioni e in base a quali<br />
prospettive strategiche.<br />
83
3.1.6.4. Correlazione tra fattori distintivi del progetto e modelli organizzativi studiati<br />
Il presente capito<strong>lo</strong> connesso alla valutazione multidimensionale dell’es<strong>per</strong>ienza dei Parchi di Cultura,<br />
prevede la possibilità di rapportare, con una relazione idealtipica, i fattori distintivi analizzati<br />
precedentemente ai modelli organizzativi elencati.<br />
Grado di correlazione tra fattori distintivi del progetto Parchi di Cultura e i modelli organizzativi delle strutture di<br />
implemetazione<br />
Finalità e macro<br />
obiettivi dell’es<strong>per</strong>ienza<br />
realizzata<br />
Elementi istitutivi del<br />
progetto<br />
Patrimonio, risorse,<br />
dotazioni strutturali ed<br />
infrastrutturali ascritte al<br />
progetto<br />
Struttura organizzativa,<br />
organi ed organizzazione<br />
interna;<br />
Attività e servizi erogati<br />
nel corso dell’es<strong>per</strong>ienza<br />
Relazioni e transazioni<br />
significative<br />
Logiche di sostenibilità<br />
e di contiuità interne<br />
Azienda<br />
speciale<br />
(consorzio EELL)<br />
Spa (Srl) Associazione<br />
Media Bassa Alta<br />
Media Bassa Media<br />
Bassa Bassa Media<br />
Media Media Alta<br />
Media Alta Alta<br />
Alta Media Media<br />
Media Alta Media<br />
La forma organizzativa che pare più coerente in termini di continuità nella gestione e <strong>sviluppo</strong> del<br />
progetto Parchi di Cultura pare indubbiamente l'associazione <strong>per</strong> i seguenti principali motivi:<br />
• l'assenza di patrimonio, dotazioni infrastrutturali e risorse proprie ed il conferimento di beni e<br />
risorse umane (e relative competenze) grazie alla disponibilità e libera vo<strong>lo</strong>ntà adhocratica delle<br />
organizzazioni aderenti è negativamente rapportabile alle altre due strutture contemplate nella nostra<br />
analisi: la Spa ed il Consorzio tra Enti Locali che nascono, tra l'altro, proprio <strong>per</strong> la gestione efficiente<br />
ed efficace di un proprio patrimonio;<br />
• la forma associativa appare inoltre quella nettamente più coerente <strong>per</strong> va<strong>lo</strong>rizzare la struttura<br />
organizzativa flessibile e leggera di cui il progetto si è dotato in questa fase di s<strong>per</strong>imentazione con<br />
esiti positivi in termini di economicità, efficacia ed efficienza; quella più centrata rispetto alle attività<br />
ed ai servizi strategici e costitutivi dell'es<strong>per</strong>ienza che non sono nei fatti direttamente rivolti alla<br />
struttura di implementazione stessa, quanto offerti - in modo variabile e sulla base dei differenti<br />
fabbisogni individuati, manifestati ed "attivati" attraverso la mediazione della stessa struttura - alle<br />
varie organizzazioni che partecipano al progetto; infine appare indubbiamente la più consona a<br />
<strong>per</strong>seguire gli obiettivi complessi, integrati ed "olistici" di <strong>sviluppo</strong> di un'area vasta a partire dal<br />
patrimonio culturale, tradizionale e tipico ed attraverso la centralità delle risorse umane del<strong>lo</strong> stesso<br />
territorio;<br />
• meno evidenti sono le correlazioni con gli altri fattori studiati anche se, sia <strong>per</strong> quanto riguarda gli<br />
elementi istitutivi dei Parchi di Cultura (che appaiono difficili da assicurare attraverso una forma<br />
seccamente privatistica come una Spa o una Srl) o le relazioni e transazioni con soggetti esterni, la<br />
forma associativa non risulta comunque priva di adeguatezza (nella scala di va<strong>lo</strong>re proposta si è infatti<br />
84
stabilita l’attribuzione di un livel<strong>lo</strong> di idoneità medio).<br />
Diverso è probabilmente il ragionamento possibile sull’ultimo requisito “<strong>lo</strong>giche di sostenibilità<br />
interna”, soprattutto se si pensa ad un futuro dell’es<strong>per</strong>ienza di Parchi di Cultura meno dipendente da<br />
progettazioni e risorse pubbliche ma più direttamente legato alla capacità di autosostenersi grazie ai<br />
prodotti turistici offerti ed all’attrattività di risorse private, paiono più indirizzate ad una forma di<br />
gestione privata. Tuttavia, come già argomentato ante, tra le attività core ed i servizi alla rete rimarrà<br />
imprescindibile la funzione progettazione, di fund raising e di mediazione/integrazione dei “legami<br />
deboli” tra le diverse organizzazioni partecipanti. Se prevale questa seconda linea, al<strong>lo</strong>ra, la forma<br />
associativa è quella teoricamente meglio attinente e comunque in grado di soddisfare anche le nuove<br />
frontiere del<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> (che come abbiamo visto ante, si pensa di centrare su due principali categorie di<br />
azione: de<strong>lo</strong>calizzazione dell’es<strong>per</strong>ienza e destagionalizzazione dell’offerta.<br />
Quest’ultimo tema introduce ulteriori aspetti rilevanti della trattazione in oggetto, ovvero la necessità<br />
di rilevare le valutazioni concrete in materia, soprattutto <strong>per</strong> quanto attiene il giudizio relativo o meno alla<br />
“strategicità” del progetto e le idee rispetto alla sua potenziale “continuità”, oltre che – ovviamente –<br />
alle forme organizzative di questa possibile curabilità del progetto dopo la fase s<strong>per</strong>imentale preferite da<br />
parte degli attori, pubblici e privati, che hanno vissuto l’es<strong>per</strong>ienza descritta.<br />
85
Capito<strong>lo</strong> 4. Cinque idee <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> ambientale, turistico e culturale<br />
integrato dell’Area Nord<br />
Premessa<br />
Dal punto di vista metodo<strong>lo</strong>gico la redazione dei cinque progetti ha utilizzato i seguenti strumenti:<br />
– l’analisi documentale e comparata della letteratura e del materiale informativo e promozionale<br />
sull’offerta turistica e culturale in Area Nord (cfr. Appendice Metodo<strong>lo</strong>gica <strong>per</strong> l’elenco esaustivo delle<br />
fonti considerate). Come si vedrà infra, tale studio, dopo un primo censimento complessivo e qui non<br />
riportato <strong>per</strong> ragioni di spazio, è stato organizzato sulla base delle idee guida ed in relazione ad alcune<br />
direttrici classificatorie quali le categorie, che verranno definite di seguito, di “va<strong>lo</strong>ri”, “prodotti”,<br />
“eventi”, “nicchie turistiche” ed “attori significativi”;<br />
– le interviste semi-strutturate con gli ideatori ed i gestori di alcune iniziative significative selezionate e<br />
con stakeholders e decision makers pubblici e privati (cfr. Appendice Metodo<strong>lo</strong>gica <strong>per</strong> l’elenco dei<br />
soggetti con cui si è condivisa la progettazione dei “parchi culturali”: in particolare: amministratori,<br />
funzionari pubblici, o<strong>per</strong>atori privati, es<strong>per</strong>ti di turismo e <strong>sviluppo</strong> socio-economico d’area);<br />
– l’osservazione diretta di eventi e prodotti turistici, della <strong>lo</strong>ro organizzazione, gestione, promozione e<br />
fruizione;<br />
– alcuni focus group di approfondimento, affinamento, condivisione delle idee di “parchi di cultura”<br />
emersi, con rappresentanti amministrativi ed associativi del territorio, o<strong>per</strong>atori privati, popolazione<br />
<strong>lo</strong>cale.<br />
Nel merito, dunque le cinque idee <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> integrato ambientale, turistico e culturale dell’Area<br />
Nord della provincia di Modena verranno presentate omogeneamente sulla base di un organico schema di<br />
mappatura e descrizione del progetto di “parco culturale” sintetizzato nella seguente fig. 1.<br />
86
Fig. 1. Schema di mappatura e descrizione del progetto di “parco culturale”<br />
A. AREA DELL’IDEAZIONE<br />
1. BREVE DESCRIZIONE DELL’IDEA E SINTETICHE MOTIVAZIONI<br />
2. CONFINI “SEMANTICI” E TERRITORIALI; TARGET DEI DESTINATARI; DESCRIZIONE COMPLESSIVA<br />
DELL’OFFERTA TURISTICA<br />
B. AREA DEL CONTESTO<br />
1. VALORI DI RIFERIMENTO<br />
2. EVENTI ESISTENTI<br />
3. PRODOTTI ESISTENTI<br />
4. NICCHIE TURISTICHE ESISTENTI<br />
5. ATTORI DA COINVOLGERE<br />
C. AREA DELL’INNOVAZIONE<br />
1. VALORI NON TRADIZIONALI PREVISTI<br />
2. NUOVI EVENTI<br />
3. NUOVI PRODOTTI<br />
4. NUOVE NICCHIE TURISTICHE<br />
5. NUOVI ATTORI<br />
Come si evince dal<strong>lo</strong> schema appena riportato le idee successivamente dettagliate sono state<br />
organizzate su tre diverse aree.<br />
p) Area dell’ideazione: in questa sezione viene in primo luogo brevemente descritto il fulcro tematico del<br />
“parco di cultura” e le motivazioni principali della scelta; in seconda istanza vengono delineati i<br />
confini “semantici” (ovvero di significato, l’indicazione di che cosa può rientrare e che cosa è invece<br />
escluso dal progetto) e territoriali di riferimento (come vedremo dai paragrafi seguenti, non è scontato<br />
che tutta l’area Nord si presti completamente all’implementazione delle idee proposte); in terzo luogo il<br />
target dei destinatari (turisti) dell’ipotetico “parco di cultura”; ed infine l’indicazione sintetica<br />
dell’offerta turistica presente e potenziale (che deve essere chiaramente tenuta distinta dai prodotti<br />
turistici 27 , cfr. punti b e c). In alcuni casi vengono inoltre dettagliate l’identità e la specifica<br />
caratterizzazione della singola proposta, la visibilità esterna e la sintonia con il territorio, nonché i<br />
principali riferimenti storici, bibliografici, scientifici, socio-economici ed amministrativi ad essa<br />
sottesi.<br />
q) Area del contesto: all’interno di questo ambito analitico vengono organizzati i contenuti fondamentali<br />
del “parco culturale” già esistenti, promossi e veicolati sul territorio, anche se spesso, consapevolmente<br />
27 Per quanto riguarda il termine prodotto turistico si possono riscontrare molte differenze nelle varie definizioni formulate<br />
dai diversi autori. Tutte le descrizioni sottolineano <strong>per</strong>ò il concorrere di una molteplicità di elementi, parte dei quali espressione<br />
diretta del patrimonio ambientale e parte riconducibile all’azione di enti e imprese che o<strong>per</strong>ano sul territorio. Riconoscere il<br />
prodotto turistico come insieme di fattori strumentali e fattori ambientali è <strong>per</strong>ciò un atteggiamento comune ai diversi approcci,<br />
che implicano, in ultima analisi, l’identificazione del prodotto turistico con la destinazione (destination) e con un complesso<br />
sistema di offerta che viene erogato dal territorio. In realtà, anche se nel linguaggio di chi si occupa di turismo si tende spesso a<br />
considerare i termini “offerta” e “prodotto” come sinonimi, è opportuno invece tenerne distinti i significati.<br />
Come già ricordato, l’offerta turistica può trasformarsi in prodotto turistico se viene (anche alternativamente rispetto alle<br />
seguenti opzioni) identificata, va<strong>lo</strong>rizzata e specificamente promossa; commercializzata; venduta al turista. D’altra parte il<br />
turista può fruire di un’offerta turistica senza che questa <strong>per</strong> forza sia un prodotto (un paesaggio, una passeggiata nel bosco, la<br />
bellezza architettonica e storica incontrata sul <strong>per</strong>corso, etc.).<br />
87
o meno, non reciprocamente noti, collegati e coordinati/integrati tra <strong>lo</strong>ro. L’offerta e la ricchezza del<br />
territorio è stata funzionalmente suddivisa grazie ad alcune categorie ricorrentemente utilizzate nel<br />
presente <strong>per</strong>corso euristico ed utili a fini conoscitivi, attraverso la semplificazione, armonizzazione ed<br />
organizzazione della realtà: i va<strong>lo</strong>ri 28 di riferimento, gli eventi 29 , i prodotti 30 , e le nicchie turistiche 31<br />
esistenti nell’area e coerenti con l’idea di riferimento, nonché gli attori da coinvolgere. Può essere utile<br />
inoltre proporre tali seguenti classificazioni in base alle quali verranno declinate le categorie di eventi,<br />
prodotti ed attori:<br />
– <strong>per</strong> eventi (dei quali verranno indicati, in forma sintetica e tabellare, il luogo e il <strong>per</strong>iodo di<br />
svolgimento e una breve descrizione dell’avvenimento e della fonte di riferimento) si intendono in<br />
concreto manifestazioni, incontri, mostre, fiere, festival, sagre, etc;<br />
– <strong>per</strong> prodotti (che verranno descritti, in forma sintetica e tabellare, sulla base del tipo di prodotto, del<br />
luogo di riferimento/rintracciabilità e di una breve nota esplicativa) si intendono in concreto le mostre<br />
28 Categoria che indica “fondamento”, “senso” ed “importanza”. La sua misura oscilla tra la sfera oggettiva (fino a costituirsi<br />
come principio assoluto ed universale, specie nel campo morale) e quella soggettiva e pratica, specie nella fi<strong>lo</strong>sofia moderna,<br />
dove si tende a concepire tale soggettività non come arbitrio, ma come impegno assoluto, che è insieme affermazione di<br />
esistenza, contro l’accettazione passiva delle norme. Per approfondimenti e suggestioni si veda anche Natoli S., Dizionario dei<br />
vizi e delle virtù, Milano, Feltrinelli, 1997, pp. 142-144.<br />
29 Definiamo come “eventi” i fatti e gli avvenimenti organizzati <strong>per</strong> aumentare e va<strong>lo</strong>rizzare l’attrattività del territorio.<br />
Fino ad oggi gli eventi sono stati uno degli elementi più forti della comunicazione di attualità degli ambiti turistici. Se<br />
calendarizzati in modo tale da poter essere proposti come pacchetto, gli eventi hanno dimostrato di essere in grado di stimolare<br />
interesse e di poter essere considerati a pieno tito<strong>lo</strong> un prodotto turistico “faro”, veicolabile nel mercato.<br />
Esiste una branca specifica del marketing che si occupa di eventi, e che sino ad ora è rimasta in ombra. Obiettivo dell’event<br />
marketing è quel<strong>lo</strong> di rafforzare in particolare la commercializzazione degli eventi e di creare un legame duraturo con comunità<br />
di nicchia e gruppi di interesse (cfr. anche infra). Per raggiungere questi traguardi è necessario che gli o<strong>per</strong>atori turistici<br />
interessati assumano nella <strong>lo</strong>ro attività una visione ampia sia in termini di prodotto che di distribuzione, affinché possano nascere<br />
prodotti in grado di confezionare una rete territoriale di offerte e possano essere programmati secondo tempi di mercato utili.<br />
Jacques Stoquart sulla base della sua es<strong>per</strong>ienza di creativo ritiene che il marketing degli eventi possa essere utile<br />
ogniqualvolta sembri opportuno enfatizzare una delle leve del marketing mix, al<strong>lo</strong> scopo di rivitalizzarla (Stoquart J., Il<br />
marketing evento, Milano, Franco Angeli, 1992). Altri autori invece sottolineano l’utilità di questa impostazione ai fini di una<br />
migliore e più forte relazionalità con gli inter<strong>lo</strong>cutori. In una visione “adulta”, obiettivo dell’event marketing diventa al<strong>lo</strong>ra il<br />
creare un legame con un certo target group e posizionare la <strong>lo</strong>calità o l’azienda come partner culturale attivo.<br />
30 Si veda ante <strong>per</strong> il rapporto tra offerta e prodotto turistico. Tradizionalmente il “prodotto turistico” viene considerato come<br />
un prodotto composito, un insieme di attrattive, trasporti, al<strong>lo</strong>ggio e divertimenti. Ognuna di queste componenti di base è gestita e<br />
offerta al turista da diversi fornitori di servizi e può essere acquistata dagli stessi turisti in un numero notevole di combinazioni.<br />
Ogni singo<strong>lo</strong> prodotto turistico può quindi essere considerato un package, ossia un prodotto g<strong>lo</strong>bale, indipendentemente dal fatto<br />
che il turista <strong>lo</strong> possa acquistare direttamente o tramite un intermediario.<br />
In relazione a queste premesse, Burkart e Medlik hanno definito il prodotto turistico sulla base di tre aspetti principali:<br />
1) le attrattive, cioè quei fattori che determinano la scelta del turista verso quel particolare tipo di prodotto anziché verso un<br />
altro. Le attrattive possono essere di varia natura: artificiali, naturali, storiche, ambientali, artistiche, etc. Questi fattori rivestono<br />
notevole importanza nel determinare l’orientamento dei flussi verso le <strong>lo</strong>calità turistiche;<br />
2) le strutture turistiche, ossia le strutture e i servizi complementari alle attrattive turistiche, che sono rappresentate,<br />
principalmente, dagli alberghi e dalle altre forme di al<strong>lo</strong>ggio extralberghiero e paraturistico, dai ristoranti, e dai bar, etc. Il grado<br />
di presenza di queste strutture condiziona ed è nel contempo espressione del<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> dell’attività turistica;<br />
3) l’accessibilità. Tale qualificazione può essere valutata in vario modo. In primo luogo può essere intesa in senso<br />
geografico, ciò avviene quando si mette in risalto la vicinanza di una <strong>lo</strong>calità turistica ai bacini di utenza o quando si evidenzia la<br />
possibilità di raggiungere una destinazione grazie all’efficienza dei trasporti o alla <strong>per</strong>corribilità delle strade. In secondo luogo,<br />
l’accessibilità può essere considerata in senso economico, quando cioè il costo dei servizi turistici e del viaggio è alla portata, o<br />
no, di determinate quote di turisti. Infine, l’accessibilità può essere vista anche in senso psico<strong>lo</strong>gico, <strong>per</strong> cui alcune destinazioni,<br />
sia pure <strong>lo</strong>ntane, vengono <strong>per</strong>cepite come familiari e in qualche modo “vicine”, mentre invece, destinazioni vicine<br />
geograficamente, ma culturalmente diverse (<strong>per</strong> costumi e modi di vivere), sembrano col<strong>lo</strong>carsi più <strong>lo</strong>ntane delle altre<br />
nell'immaginazione dei consumatori. Burkart A. e Medlik S., Tourism: Past, Present and Future, London, Heinemann, 1981.<br />
Più di recente Tamma, assumendo il punto di vista della domanda, ha definito “prodotto turistico g<strong>lo</strong>bale” l’insieme di fattori<br />
di attrattiva (beni, servizi, informazioni, risorse dell’ambiente naturale e sociale) in cui il turista traduce – in base alla propria<br />
es<strong>per</strong>ienza, alla propria cultura, alle motivazioni e alle condizioni socioeconomiche nelle quali si trova – la propria domanda<br />
specifica. I fattori che compongono il prodotto sono in qualche misura gerarchizzati, a partire da un nucleo “irrinunciabile” che<br />
risponde al<strong>lo</strong> scopo principale del viaggio del turista. Questa lettura <strong>per</strong>mette di chiarire ad esempio che gli scopi di un viaggio o<br />
di una vacanza possano essere molteplici, come una stessa <strong>lo</strong>calità possa contenere prodotti diversi, e possa essere scelta <strong>per</strong><br />
motivi diversi. Tamma M., “Aspetti strategici del Destination Management”, in TUP-TCI, Destination Management, Milano,<br />
2000.<br />
31 In un’ottica di marketing turistico, la segmentazione in gruppi omogenei dell’insieme dei potenziali consumatori, è<br />
un’azione indispensabile <strong>per</strong> l’individuazione di ogni strategia. La segmentazione viene quindi condotta classificando i<br />
consumatori (i turisti, in questo caso), a seconda di caratteristiche omogenee. Le “nicchie” sono particolari suddivisioni<br />
all’interno dei segmenti di domanda, di dimensioni ridotte e con bisogni specifici e fortemente sentiti dai componenti la nicchia.<br />
Una nicchia è quindi una comunità di consumo, un mercato di dimensioni limitate, caratterizzato da un elevato grado di<br />
omogeneità rispetto ad una “passione”. I soggetti che compongono una nicchia sono caratterizzati da un forte grado di fedeltà, e<br />
da una notevole frequenza di acquisto.<br />
88
<strong>per</strong>manenti, i musei, i parchi e le aree protette, le strutture ricettive e ristorative, le altre strutture di<br />
rilevanza turistica e le attrattive storiche, artistiche e culturali, etc.;<br />
– <strong>per</strong> attori intendiamo almeno l’indicazione esemplificativa dei soggetti necessari e coerenti in<br />
relazione all’idea progettuale, <strong>per</strong> l’attivazione e l’implementazione del “parco di cultura”, <strong>per</strong><br />
l’ospitalità e l’accoglienza turistica, <strong>per</strong> la promozione turistica, <strong>per</strong> l’offerta di servizi e prodotti<br />
collegati e collaterali al parco.<br />
r) Area dell’innovazione: ripropone in sostanza tutte le categorie analitiche già definite al punto<br />
precedente, ma non tanto rispetto alla rilevazione di quanto già esiste ed è coerente con l’idea di fondo,<br />
quanto relativamente a va<strong>lo</strong>ri meno tradizionali, nuovi eventi e prodotti turistici ed eventualmente<br />
nuovi soggetti utili <strong>per</strong> implementare il “parco di cultura”. Ovviamente tale sezione, che risulta la più<br />
creativa dell’elaborazione progettuale, non consta in una o<strong>per</strong>azione di invenzione, in quanto consegue<br />
sia da una analisi di back-office rispetto a quanto emerge comunque dal territorio (sulla base del<br />
censimento dell’offerta turistica e dagli incontri con gli amministratori e gli o<strong>per</strong>atori privati), sia<br />
soprattutto da un confronto diretto con i protagonisti dell’area appenninica attraverso incontri diretti,<br />
focus group e team di lavoro.<br />
Questo model<strong>lo</strong> di “parco culturale” è stato s<strong>per</strong>imentato:<br />
– con un’ottica “statica” e descrittiva, volta a dettagliare le cinque idee di parco “terre di libertà e di<br />
libero pensiero”, della “Sostenibilità Ambientale”, dei “Due fiumi ed i mestieri della terra e delle<br />
acque: ‘contadini d’acqua’”, di “Uomini, nebbie, miti e castelli”, dei “Mercati dalla storia ad oggi”. Il<br />
dettaglio <strong>per</strong>seguito, in altri termini, era rivolto ad elementi quali la definizione dell’idea di fondo e<br />
costitutiva del Parco, le finalità <strong>per</strong>seguibili dal<strong>lo</strong> stesso, la dimensione fisico/territoriale, gli eventi, i<br />
prodotti, le offerte turistiche presenti in quei territori e la possibilità di coordinarne la capacità di<br />
promozione e di erogazione di servizi turistici. Come evidenziato, questa parte del model<strong>lo</strong> prevedeva<br />
la possibilità di descrivere, nell’area dell’innovazione, le possibili nuove proposte, tese alla<br />
caratterizzazione della proposta in oggetto;<br />
– con un’ottica “dinamica” e di s<strong>per</strong>imentazione concreta, di attivazione effettiva del parco e di vo<strong>lo</strong>ntà<br />
di costruire un’iniziativa a valenza sì formativa, ma che parallelamente si configurasse quale strumento<br />
<strong>per</strong>manente a disposizione degli o<strong>per</strong>atori turistici coinvolti. A corredo del presente report è possibile<br />
presentare una proposta di piano di attivazione e <strong>sviluppo</strong> <strong>per</strong> l’idea progettuale selezionata, integrata e<br />
migliorata dagli stakeholders pubblici e privati del territorio di riferimento (valutazione partecipata di<br />
fattibilità <strong>per</strong> le suddette proposte).<br />
4.1 Terre di libertà e di libero pensiero<br />
4.1.1 Area dell’ideazione<br />
Il territorio attualmente descritto, in termini amministrativi, dall’Unione dei Comuni dell’Area Nord<br />
della provincia di Modena, denota una lunga serie di caratteristiche geografiche, storiche, economiche<br />
e culturali che si richiamano e <strong>per</strong>mettono, <strong>per</strong> ana<strong>lo</strong>gia o <strong>per</strong> apparente contrasto, di individuare<br />
numerosi “panorami”, tutti in grado di mostrarci in prospettiva i territori che la costituiscono.<br />
L’acqua, il clima e la similitudine morfo<strong>lo</strong>gica del terreno, i costumi alimentari e le soluzioni<br />
socio/economiche che nei secoli hanno caratterizzato queste zone, la cultura popolare (ma non so<strong>lo</strong>) e<br />
l’attitudine degli abitanti, sono so<strong>lo</strong> alcuni degli esempi dei possibili “scorci panoramici” dai quali<br />
fruire di una prospettiva su queste terre.<br />
In particolare, da una parte la cultura e il pensiero originato dalle corti nobiliari dei secoli passati,<br />
dall’altra la cultura materiale e la disposizione geografica e morfo<strong>lo</strong>gica di queste terre, <strong>per</strong>mettono di<br />
89
individuare <strong>lo</strong> spirito identitario e il rispetto <strong>per</strong> la libertà (nel senso più ampio del termine) tra le<br />
specificità con cui leggere oggi questi paesi32.<br />
La capacità di organizzarsi in sistemi sociali autonomi, fortemente autoreferenziali (<strong>per</strong> necessità<br />
territoriali) sono elementi che accompagnano infatti la quotidianità odierna e passata degli abitanti di<br />
quest’area33. Corollario a questa condizione è la natura pianeggiante di queste terre, solcate da vie<br />
d’acqua, che hanno sempre rappresentato, anche se in situazioni più <strong>per</strong>iodiche che sistematiche e<br />
<strong>per</strong>manenti, occasioni di scambio e di confronto con altre genti e altre culture. Questa situazione<br />
dicotomica ha lasciato dei segni apparentemente contrastanti, ma che col passare degli anni hanno<br />
sedimentato in una specificità che tiene assieme da una parte l’orgoglio e la consapevolezza della<br />
propria identità e della propria attitudine a contare prima di tutto su di sé, dall’altra l’attenzione <strong>per</strong> il<br />
nuovo, <strong>per</strong> il diverso, inteso come risorsa e come occasione di crescita e di confronto.<br />
Numerosi sono gli elementi che possono, anche se in questa fase so<strong>lo</strong> a tito<strong>lo</strong> di suggestione, trovare<br />
delle connessioni con l’idea che “Prima viene l’uomo”: dalle sollecitazioni provenienti dalla casata<br />
degli Este e dei Pico, alla radicata abitudine di organizzare il lavoro, la famiglia e la casa in base alle<br />
risorse generate dalla terra34; dalla capacità di assorbire storie e culture portatrici di differenze come<br />
quella degli ebrei alla capacità di organizzarsi in un tessuto sociale a maglie strette, con un alto grado<br />
di capitale sociale; dalla ricorrente propensione a partecipare alle diverse fasi storiche in cui si dovette<br />
combattere <strong>per</strong> la libertà alla grande partecipazione di popo<strong>lo</strong> <strong>per</strong> la costruzione della democrazia.<br />
4.1.2 Area del contesto<br />
Va<strong>lo</strong>ri di riferimento<br />
Il tema “Prima viene l’uomo” in queste “Terre di liberà e di Libero pensiero” trova ispirazione di<br />
fondo in alcuni va<strong>lo</strong>ri di riferimento, quali l’opportunità di mettere la <strong>per</strong>sona come elemento centrale del<br />
territorio e della società (quasi in una sorta di umanesimo contemporaneo), la vo<strong>lo</strong>ntà di costruire e<br />
difendere la libertà e la democrazia, la possibilità di promuovere l’homo faber, sia <strong>per</strong> quanto riguarda la<br />
capacità di costruire il proprio domani che <strong>per</strong> il desiderio di coo<strong>per</strong>are <strong>per</strong> la crescita del capitale sociale,<br />
inteso come patrimonio indiviso ma da tutti fruibile.<br />
Importante, <strong>per</strong> sostanziare il tema in oggetto quale fi<strong>lo</strong> rosso <strong>per</strong> la rilettura del patrimonio culturale e<br />
storico del territorio, è la presenza di testimoni, se è vero che “Prima viene l’uomo”:<br />
� Testimoni di Libertà del rinascimento<br />
� Testimoni di Libertà nel Risorgimento<br />
� Testimoni di Libertà in <strong>per</strong>iodi di guerra<br />
� Testimoni di libertà e responsabilità<br />
Eventi esistenti emersi sulla base del censimento documentale sulla base degli incontri e delle interviste sul campo -<br />
esempi<br />
Evento Luogo Tempo Note esplicative<br />
“Giornata della<br />
memoria”<br />
Feste di Carnevale<br />
Medolla,<br />
Mirandola<br />
27 gennaio<br />
Celebrazione del giorno in cui vennero a<strong>per</strong>ti<br />
i cancelli di Auschwitz, <strong>per</strong> non dimenticare.<br />
Cavezzo,<br />
Concordia sS,<br />
San Felice sP,<br />
Periodo<br />
carnevale<br />
di<br />
Varie forme di festeggiamento con larga<br />
partecipazione popolare e coinvolgimento<br />
delle scuole e delle associazioni <strong>lo</strong>cali<br />
32 Ovviamente, la nebbia può essere intesa come metafore dell’isolamento, da leggersi in maniera bivalente come <strong>lo</strong>ntananza<br />
da altro, ma anche come possibilità di autocentratura.<br />
33 Boschi planiziali, zone umide, stagni e brughiere <strong>per</strong> secoli hanno consentito <strong>lo</strong> svolgimento di innumerevoli attività<br />
umane nell'ambito di diritti d’uso collettivi. La sopravvivenza di molte comunità si basava sul diritto di pasco<strong>lo</strong> e, anche dopo<br />
che la nobiltà ed il clero ebbero usurpato gli antichi domini collettivi, tale possibilità fu mantenuta seppure dietro pagamento di<br />
tasse di vario genere. Tratto da: Modena una provincia da scoprire, parchi, oasi e riserve naturali, il pane e la castagna,<br />
itinerari fra le acque – Provincia di Modena<br />
34 L'economia delle valli forniva il sostentamento anche di quegli "uomini senza padrone ' - contadini impoveriti, gruppi che<br />
rifiutavano a vario tito<strong>lo</strong> la sottomissione ai potenti, fuorilegge, ecc. -insediati nei casoni di paglia e legno sui 'dossi' prossimi alle<br />
paludi. Tratto da: Modena una provincia da scoprire, parchi, oasi e riserve naturali, il pane e la castagna, itinerari fra le acque<br />
– Provincia di Modena<br />
90
Finale E.<br />
“Biciclettata” Camposanto Primavera<br />
“Concordia in fiore<br />
(Festa dei fiori e<br />
della Libertà)”<br />
“Festa della<br />
Liberazione”<br />
“Festa Fantasia di<br />
primavera”<br />
“Festa del<br />
vo<strong>lo</strong>ntariato e<br />
dell’associazionismo<br />
“Cortili in musica”<br />
Fiera d’estate<br />
“Millenaria Fiera di<br />
Bruino”<br />
“Fiera del prodotto<br />
agrico<strong>lo</strong>”<br />
Concordia sulla<br />
Secchia<br />
Medolla,<br />
Mirandola<br />
San Possidonio<br />
25 aprile<br />
“Viaggio” in bicicletta <strong>per</strong> tutti, all’aria<br />
a<strong>per</strong>ta, organizzato dalla polisportiva Panaro<br />
lungo i <strong>per</strong>corsi ciclabili e lungo la viabilità<br />
comunale. Libertà da fruire all’aria a<strong>per</strong>ta.<br />
Dal 1999 è denominata “Festa dei Fiori e<br />
della Libertà”. La manifestazione ha<br />
carattere espositivo, con espositori<br />
provenienti da tutto il Nord-Italia e ricorda la<br />
Liberazione della II guerra Mondiale<br />
(Concordia è medaglia di bronzo al va<strong>lo</strong>r<br />
militare <strong>per</strong> meriti nella <strong>lo</strong>tta di resistenza).<br />
Completano l’offerta della manifestazione<br />
spettacoli di animazione e di bande musicali.<br />
25 aprile Memoria della Liberazione dagli invasori.<br />
30 aprile-1<br />
maggio<br />
“Libertà l’ho vista dormire nei campi<br />
coltivati” De Andrè.<br />
Medolla 6 maggio 2006 Occasione, tra l’altro, di confronto.<br />
Concordia sulla<br />
secchia<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
Medolla<br />
San Pros<strong>per</strong>o<br />
sulla Secchia<br />
Nei mesi di<br />
giugno e luglio<br />
3° week end di<br />
giugno<br />
Prima settimana<br />
di luglio.<br />
Dal 15 al 23<br />
luglio<br />
“In bici for Africa” Mirandola 30 luglio<br />
L’iniziativa rientra nell’ambito di un<br />
importante progetto di va<strong>lo</strong>rizzazione dei<br />
cortili cittadini e prevede, <strong>per</strong> animarli,<br />
concerti di buon livel<strong>lo</strong> artistico. Arte e<br />
Musica come espressione di libertà<br />
Realizzazione di concorsi fotografici.<br />
Possibile proposta tematica coerente con<br />
l’idea progettuale.<br />
Nelle piazze del comune di Medolla, è<br />
l’iniziativa eno-gastronomica più importante.<br />
Un comitato dà ampio spazio all<br />
coinvolgimento delle organizzazioni del<br />
vo<strong>lo</strong>ntariato <strong>lo</strong>cali.<br />
11° edizione, manifestazione sociale a scopo<br />
benefico.<br />
“Comunità in festa” Medolla 8-15 agosto Manifestazione sociale.<br />
“Strada facendo”<br />
“Sagra della<br />
sfogliata”<br />
Concordia sulla<br />
Secchia<br />
3° domenica di<br />
settembre<br />
Finale Emilia 8 dicembre<br />
È un raduno di artisti di strada provenienti<br />
sia dall’Italia che dall’estero. La<br />
manifestazione vede l’esibizione di circa 40<br />
artisti e la presenza di circa 100 bancarelle<br />
artistiche. La progettazione grafica dei<br />
manifesti dell’iniziativa è a cura dell’Istituto<br />
Venturi di Modena.<br />
Festa della torta degli Ebrei, la Tibuia.<br />
Occasione interculturale e di scambio.<br />
Prodotti esistenti emersi sulla base del censimento documentale sulla base degli incontri e delle interviste sul campo<br />
– esempi<br />
Prodotto Tipo<strong>lo</strong>gia Luogo Note esplicative<br />
Oasi<br />
naturalistica e<br />
faunistica<br />
“Valdisole”<br />
Oasi faunistica<br />
“Valli di<br />
Mortizzuo<strong>lo</strong>”<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Area protetta<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Area protetta<br />
Cavezzo,<br />
Concordia sulla<br />
Secchia,<br />
Medolla,<br />
Mirandola<br />
Mirandola (San<br />
Martino Spino)<br />
Qualificato esempio di recu<strong>per</strong>o di ambiente<br />
palustre derivato da attività di escavazione di<br />
argilla, caratterizzato da una ricca avifauna.<br />
E’ costituita da 460 ettari di territorio; propone<br />
attività di birdwatching; 6km di <strong>per</strong>corsi pedonali<br />
e 10km di piste ciclabili.<br />
91
Area di<br />
riequilibrio<br />
eco<strong>lo</strong>gico<br />
“Bosco Ange<strong>lo</strong><br />
Tomasini”<br />
Area di<br />
riequilibrio<br />
eco<strong>lo</strong>gico “Cave<br />
di Budrighel<strong>lo</strong>”<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Corsi di musica Attività culturali<br />
Mostre<br />
fotografiche<br />
<strong>per</strong>iodiche ed<br />
attività connesse<br />
alla fotografia<br />
Sale prova<br />
musicali<br />
“Percorso<br />
Maceri”<br />
Itinerari cic<strong>lo</strong>turistici<br />
Cimitero<br />
Ebraico.<br />
“Horto degli<br />
hebrei”<br />
Attività culturali<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
San Possidonio<br />
Comuni Area<br />
nord<br />
Cavezzo, San<br />
Felice sul<br />
Panaro<br />
Attività culturali Cavezzo<br />
Itinerario<br />
tematico e<br />
naturalistico<br />
Itinerari<br />
ambientali e<br />
naturalistici<br />
Teatri Teatro<br />
Emergenze<br />
storicoarchitettoniche<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
Camposanto,<br />
Concordia sulla<br />
Secchia,<br />
Cavezzo,<br />
Finale Emilia,<br />
Medolla,<br />
Mirandola, San<br />
Felice sul<br />
Panaro, San<br />
Pros<strong>per</strong>o sulla<br />
Secchia<br />
Finale Emilia<br />
Cavezzo,<br />
Concordia sS,<br />
Finale E,<br />
Mirandola, San<br />
Felice<br />
L’area è una spazio fondamentale <strong>per</strong> la<br />
conoscenza, <strong>lo</strong> studio e la diffusione della f<strong>lo</strong>ra e<br />
della fauna autoctona, <strong>per</strong> recu<strong>per</strong>o dell’aspetto<br />
storico e naturalistico del territorio<br />
In passato l’area è stata sede di attività<br />
estrattiva e ormai da tempo ha assunto la funzione<br />
di area di rifugio <strong>per</strong> alcune specie avicole,<br />
migratorie e stanziali. Il recu<strong>per</strong>o e la<br />
riqualificazione di quest’area che accoglie<br />
numerose piante ed avifauna tipica, attrae un altro<br />
numero di turisti.<br />
Corsi di chitarra, pianoforte, violino, <strong>per</strong>cussioni,<br />
strumenti a fiato, propedeutica musicale e canto<br />
moderno, rivolti ai ragazzi dai 6 anni in avanti e<br />
agli adulti, oltre a lezioni <strong>per</strong> alunni disabili. Il<br />
progetto prevede una sorta di “scuola itinerante”<br />
con gli insegnanti che si spostano presso le<br />
diverse sedi del territorio<br />
Si vedano infra le proposte del “Circo<strong>lo</strong><br />
Fotografico Cavazzese” e Associazione<br />
“Photoclub Eyes B.F.I” di San Felice sul Panaro<br />
che potrebbero specificamente e tematicamente<br />
essere connotate con l’idea progettuale in oggetto.<br />
L’associazione “In Musica” coinvolge 7-8 gruppi<br />
cavezzesi, <strong>per</strong> <strong>lo</strong> più di giovani. Sono disponibili<br />
ben 5 sale prova <strong>per</strong> suonare. Musica è<br />
espressione di libertà<br />
La diffusa coltivazione della canapa nell’Italia del<br />
‘900 aveva nell’area della bassa pianura<br />
modenese uno dei principali siti di produzione. La<br />
macerazione, che era una delle fasi fondamentali<br />
del cic<strong>lo</strong> di produzione e lavorazione, avveniva<br />
all’interno di piccoli invasi artificiali nei quali i<br />
fasci di canapa erano immersi <strong>per</strong> il recu<strong>per</strong>o della<br />
fibra. Il <strong>per</strong>corso Maceri è dotato di pannelli<br />
didattici e punti di sosta attrezzati<br />
Tra i <strong>per</strong>corsi possibili segnaliamo:<br />
- Oasi Valdisole;<br />
- Da Bomporto all’Oasi del Torrazzuo<strong>lo</strong><br />
attraverso Camposanto e Crevalcore 35 ;<br />
- Valli “Le Partite”, I barchessoni e l’oasi<br />
faunistica di Mortizzuo<strong>lo</strong>;<br />
- Pista ciclabile anel<strong>lo</strong> fiume Secchia<br />
Il cimitero ebraico di Finale Emilia è uno dei<br />
più antici e suggestivi dell’Emilia Romagna. Le<br />
lapidi recu<strong>per</strong>ate sono ad oggi 54. Le 20 più<br />
antiche sono incise in ebraico. La lapide più<br />
antica è del 1585.<br />
Cinema-teatro “Es<strong>per</strong>ia 36 ” di Cavezzo; Teatro del<br />
Popo<strong>lo</strong> di Concordia; Teatro Sociale di Finale E;<br />
Teatro Nuovo di Mirandola; Teatro Comunale di<br />
San Felice.<br />
35 Il Comune di Camposanto ha investito nel potenziamento della rete di piste ciclabili. Il progetto si divide in 3 stralci, dei<br />
quali 2 sono stati completati. Il primo stralcio fa riferimento alla rete di piste ciclabili urbane, il secondo stralcio riguarda invece<br />
il collegamento tra il capoluogo e le <strong>lo</strong>calità limitrofe. Il terzo stralcio potrebbe riguardare la trasformazione del tracciato della<br />
ferrovia BO-VR (ora in stato di raddoppio della linea) in pista ciclabile, che corre in direzione nord-sud, e il potenziamento del<br />
tratto arginale del fiume Panaro (<strong>per</strong>corsi già esistenti), che corre in direzione est-ovest. Si pensa poi a collegarsi con le ciclabili<br />
dei comuni confinanti.<br />
36 Voluto nel 1892 dall’avvocato Ita<strong>lo</strong> Silvestri, al<strong>lo</strong>ra presidente della Società o<strong>per</strong>aia di mutuo soccorso e consigliere<br />
comunale.<br />
92
Museo di Storia<br />
Naturale e di<br />
Archeo<strong>lo</strong>gia<br />
Museo Finale Emilia<br />
Museo “civico” Museo Mirandola<br />
Attori da coinvolgere<br />
Sezioni di archeo<strong>lo</strong>gia, geo-minera<strong>lo</strong>gica,<br />
paleonto<strong>lo</strong>gia, malaco<strong>lo</strong>gica e sulla vita marina,<br />
Museo del territorio e di una piccola corte padana<br />
retta dai Pico dal XIV al XVIII seco<strong>lo</strong>. Riallestito<br />
nel 2002, è ospitato nel Centro Culturale<br />
Polivalente, con sede nel grande complesso già<br />
Collegio dei Gesuiti.<br />
Scuola di musica, presente in tutti i comuni dell’Area nord, associazioni culturali e associazioni di<br />
vo<strong>lo</strong>ntariato, o<strong>per</strong>atori della ristorazione, della ricettività e dell’animazione territoriale, istituzioni.<br />
4.1.3 Area dell’innovazione<br />
Va<strong>lo</strong>ri non tradizionali previsti<br />
- Libertà di credo e dia<strong>lo</strong>go multietnico<br />
- Percorsi di promozione d’es<strong>per</strong>ienze che mettono al centro la <strong>per</strong>sona e la sua capacità di<br />
relazionarsi, di dare fiducia, di creare sistemi di reciprocità, di costruzione quotidiana di pace<br />
93
4.2 Il Parco della Sostenibilità Ambientale<br />
4.2.1 Area dell’ideazione<br />
Breve descrizione dell’idea e sintetiche motivazioni<br />
La definizione più conosciuta di <strong>sviluppo</strong> sostenibile risale alla Conferenza ONU “Sviluppo e<br />
Ambiente” di Rio de Janeiro nel 1992, che riprendendo il “Rapporto Brundtland” del 1987 della<br />
Commissione Mondiale su Ambiente e Sviluppo intende il model<strong>lo</strong> di <strong>sviluppo</strong> sociale ed economico<br />
come quel<strong>lo</strong> che<br />
“soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”.<br />
Il concetto di <strong>sviluppo</strong> sostenibile è certamente più ampio di quel<strong>lo</strong> di protezione dell’ambiente. Il<br />
benessere economico è una condizione indispensabile <strong>per</strong> il soddisfacimento delle esigenze materiali e<br />
umane, quanto <strong>lo</strong> è la salvaguardia delle risorse vitali naturali. E solamente una società solidale è in grado<br />
di distribuire equamente i beni economici acquisiti, di salvaguardare i va<strong>lo</strong>ri sociali e di sfruttare in modo<br />
parsimonioso le risorse naturali. Lo <strong>sviluppo</strong> sostenibile concerne quindi in eguale misura i tre settori<br />
dell’economia, dell’ambiente e della società.<br />
Gli obiettivi fondamentali della proposta di un “parco culturale” della Sostenibilità, sono due:<br />
1. incrementare la complessiva attrattiva turistica del territorio e richiamare nuovi turisti interessati;<br />
2. incrementare le occasioni di occupazione qualificata (prioritariamente <strong>per</strong> le nuove generazioni) sia<br />
nell’organizzazione e gestione del Parco della Sostenibilità, che negli ambiti/processi professionali<br />
afferenti al settore del<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> sostenibile, va<strong>lo</strong>rizzati se già presenti o attivati se non presenti,<br />
coerentemente con il progetto.<br />
Confini “semantici” e territoriali; target dei destinatari<br />
Per raggiungere gli obiettivi fondamentali sopra delineati, nel rispetto degli elementi discriminanti<br />
evidenziati, il Parco della Sostenibilità potrebbe essere articolato su alcuni diversi fi<strong>lo</strong>ni o “itinerari” di:<br />
• visita ed osservazione di realtà naturali o antropiche e di comportamenti positivi;<br />
• educazione strutturata (anche specifica <strong>per</strong> diversi target quali i bambini piccoli, gli studenti delle<br />
scuole medie e su<strong>per</strong>iori, le famiglie in vacanza, i professionisti o manager, etc.);<br />
• fruizione ed es<strong>per</strong>ienza di occasioni, eventi e prodotti rispetto a:<br />
a) industria eco-compatibile<br />
b) difesa, prevenzione e conservazione dell’ambiente e connessione con modelli di vita, di<br />
consumo e comportamenti individuali/sociali;<br />
c) agricoltura ecocompatibile, prodotti tipici e salutari;<br />
d) turismo ambientale (turismo naturalistico, il turismo sportivo)<br />
Può risoltare significativo approfondire l’opzione di mettere in rete organizzazioni (ricettive)<br />
rispondenti a questa richiesta di ambiente, natura ed autenticità, specialmente di forme meno<br />
tradizionali (ostelli, rifugi, B&B, etc.) o strutture dotate di Sistemi di Gestione Ambientale, Sociale ed<br />
Etica;<br />
• nuove e migliori tecno<strong>lo</strong>gie;<br />
• la gestione ambientale compatibile.<br />
4.2.2 Area del contesto<br />
Va<strong>lo</strong>ri di riferimento<br />
� Recu<strong>per</strong>o dell’ambiente e della natura;<br />
� Tradizione, tipicità e genuinità della produzione;<br />
� Comportamento etico, comportamento individuale con forti ricadute (positive e negative)<br />
sull’“interesse generale”;<br />
� Va<strong>lo</strong>re economico e sociale delle attrattive ambientali e culturali;<br />
� Biodiversità ed attrattive ambientali anche nelle aree di pianura e meno pensate come<br />
naturalistiche<br />
� “Sistema” ambientale.<br />
94
Eventi esistenti emersi sulla base del censimento documentale sulla base degli incontri e delle<br />
interviste sul campo - esempi<br />
L’analisi di diverse fonti documentali e degli incontri sul campo è stata organizzata, in questo<br />
paragrafo come nei seguenti, rispetto alla definizione dell’iniziativa, al luogo ed al tempo di realizzazione<br />
ed all’enunciazione di una breve descrizione dell’iniziative e di utili note esplicative. Per quanto possibile<br />
gli eventi sono ordinati crono<strong>lo</strong>gicamente.<br />
Esempi di eventi esistenti emersi sulla base del censimento documentale e degli incontri sul campo– Parco della Sostenibilità<br />
Evento Luogo Tempo Note esplicative<br />
“Sua maestà il<br />
maiale”<br />
Concordia<br />
sulla Secchia<br />
Gennaio –<br />
febbraio<br />
“Biciclettata” Camposanto Primavera<br />
“Corricamposanto” Camposanto Primavera<br />
“28° Du Pas <strong>per</strong><br />
Quarentul”<br />
“16° Pedalata<br />
eco<strong>lo</strong>gica”<br />
“Festa dei fiori e<br />
della libertà”<br />
“Festa fantasia di<br />
Primavera”<br />
“Gare del salame<br />
casalingo<br />
industrale<br />
ed<br />
“Musei da gustare”<br />
Iniziativa enogastronomia, promossa all’interno<br />
della Fiera di Ognissanti, ma che si tiene tra<br />
gennaio e febbraio. I ristoratori propongono<br />
itinerari a tema nella cucina <strong>lo</strong>cale e tipica.<br />
È organizzata dalla polisportiva Panaro e si tiene<br />
lungo i <strong>per</strong>corsi ciclabili e lungo la viabilità<br />
comunale ogni primavera.<br />
È organizzata dall’atletica Orsi in primavera,<br />
lungo l’argine del Panaro.<br />
Mirandola 17 aprile Tradizionale camminata comunitaria all’a<strong>per</strong>to<br />
Mirandola 23 aprile<br />
Concordia<br />
sulla Secchia<br />
San<br />
Possidonio<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
25 aprile<br />
30 aprile<br />
– 1 maggio<br />
Maggio<br />
Maggio<br />
Tradizionale biciclettata comunitaria all’a<strong>per</strong>to<br />
<strong>per</strong> stare in compagnia e riflettere sull’importanza<br />
dell’ambiente e sulla mobilità sostenibile.<br />
La manifestazione ha carattere espositivo, con<br />
espositori di piante e fiori provenienti da tutto il<br />
Nord-Italia. L’evento può essere collegato alla<br />
va<strong>lo</strong>rizzazione della natura e della biodiversità ed<br />
all’educazione ambientale<br />
Completano l’offerta della manifestazione<br />
spettacoli di animazione e di bande musicali.<br />
Manifestazione dell’eno-gastronomia tipica<br />
(accompagnata da gnocco fritto <strong>lo</strong>cale)<br />
Manifestazione culturale e di va<strong>lo</strong>rizzazione enogastronomica<br />
Modena..<br />
coordinata dalla Provincia di<br />
Manifestazione di tradizioni tipiche con concorsi<br />
“Fiera d’estate”<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
3° week-end<br />
di giugno fotografici.<br />
“Millenaria fiera di<br />
Bruino”<br />
Medolla<br />
Prima<br />
settimana di<br />
luglio<br />
Iniziativa più importante della frazione centrata<br />
sull’eno-gastronomia tipica. Prevede inoltre<br />
diverse manifestazioni a caval<strong>lo</strong>.<br />
“Sagra del Me<strong>lo</strong>ne” Mirandola 2 luglio Manifestazione dell’eno-gastronomia tipica.<br />
“Fiera di<br />
Camposanto”<br />
Camposanto<br />
2° domenica<br />
di luglio<br />
Specialità gastronomiche: gnocco e penne<br />
all’arrabbiata. I ristoratori propongono itinerari a<br />
tema nella cucina <strong>lo</strong>cale e tipica.<br />
Per l’organizzazione esiste un comitato e c’è un<br />
ampio coinvolgimento delle organizzazioni del<br />
“Fiera del prodotto<br />
agrico<strong>lo</strong>”<br />
San Pros<strong>per</strong>o<br />
sulla Secchia<br />
15-23 luglio<br />
vo<strong>lo</strong>ntariato. Tra le specialtià gastronomiche ed i<br />
prodotti tipici del territorio: <strong>per</strong>a tipica di San<br />
Pros<strong>per</strong>o, brevettata; tortel<strong>lo</strong>ni di zucca;<br />
maccheroni al pettine (esiste un disciplinare, ma<br />
non è va<strong>lo</strong>rizzato).<br />
“11° in bici for<br />
Africa”<br />
Mirandola 30 luglio<br />
Tradizionale biciclettata comunitaria all’a<strong>per</strong>to a<br />
favore di progetti <strong>per</strong> i PVS.<br />
Serate all’insegna dell’eno-gastronomia tipica:<br />
“Fiere di Settembre”<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
1-5 settembre<br />
- coppa di testa bollita;<br />
- zampa di maiale;<br />
- salsiccia di san felice;<br />
- salame di S. Felice<br />
“Fiera di Settembre” Cavezzo<br />
2°<br />
domenica<br />
Fiera tradizionale e volta a va<strong>lo</strong>rizzare la natura e<br />
l’agricoltura attraverso momenti di animazione<br />
95
“20° camminata di<br />
Franciacorta”<br />
settembre come la “Festa dell’uva”, l’elezione delle Miss.<br />
Mirandola Novembre Tradizionale camminata comunitaria all’a<strong>per</strong>to.<br />
Prodotti esistenti emersi sulla base del censimento documentale sulla base degli incontri e delle<br />
interviste sul campo - esempi<br />
Come ricordato in premessa, <strong>per</strong> “prodotti turistici” intendiamo in concreto elementi dell’offerta<br />
turistica (anche alternativamente) identificati in termini di marketing, va<strong>lo</strong>rizzati e specificamente<br />
promossi, commercializzati, venduti al turista. Tra questi ad esempio i pacchetti turistici<br />
commercializzati, gli itinerari, le mostre <strong>per</strong>manenti, i musei, le aree protette ed i parchi, le strutture<br />
ricettive e ristorative, le altre strutture di rilevanza turistica e le attrattive storiche, artistiche e culturali.<br />
Nella seguente tabella riportiamo alcuni esempi di prodotti esistenti mappati, <strong>per</strong>ché coerenti con la<br />
proposta in oggetto.<br />
Esempi di prodotti esistenti emersi sulla base del censimento documentale e delle interviste ed incontri sul campo– Parco della<br />
Sostenibilità<br />
Prodotto Tipo<strong>lo</strong>gia Luogo Note esplicative<br />
Oasi naturalistica<br />
e faunistica<br />
“Valdisole”<br />
Area di<br />
riequilibrio<br />
eco<strong>lo</strong>gico<br />
“Bosco Ange<strong>lo</strong><br />
Tomasini”<br />
Area di<br />
riequilibrio<br />
eco<strong>lo</strong>gico “Cave<br />
di Budrighel<strong>lo</strong>”<br />
Stazione<br />
eco<strong>lo</strong>gica<br />
attrezzata<br />
Isola eco<strong>lo</strong>gica<br />
Circuito “Città<br />
del vino”<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Area protetta<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Emergenza <strong>per</strong> la<br />
gestione<br />
ambientale<br />
Emergenza <strong>per</strong> la<br />
gestione<br />
ambientale<br />
Itinerario<br />
tematico,<br />
naturalistico ed<br />
enogastronomico<br />
Cavezzo,<br />
Concordia sulla<br />
Secchia,<br />
Medolla,<br />
Mirandola<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
San Possidonio<br />
Cavezzo<br />
Medolla<br />
San Pros<strong>per</strong>o<br />
sulla Secchia<br />
È un qualificato esempio di recu<strong>per</strong>o di<br />
ambiente palustre derivato da attività di<br />
escavazione di argilla, caratterizzato da una<br />
ricca avifauna. È stato predisposto un piano di<br />
riforestazione con essenze autoctone e di<br />
reintroduzione di anfibi un tempo diffusi nella<br />
pianura modenese.<br />
L’area è una spazio fondamentale <strong>per</strong> la<br />
conoscenza, <strong>lo</strong> studio e la diffusione della f<strong>lo</strong>ra<br />
e della fauna autoctona, <strong>per</strong> recu<strong>per</strong>o<br />
dell’aspetto storico e naturalistico del territorio<br />
In passato l’area è stata sede di attività<br />
estrattiva e ormai da tempo ha assunto la<br />
funzione di area di rifugio <strong>per</strong> alcune specie<br />
avicole, migratorie e stanziali. Il recu<strong>per</strong>o e la<br />
riqualificazione di quest’area che accoglie<br />
numerose piante ed avifauna tipica, attrae un<br />
alto numero di turisti.<br />
Già utilizzata, anche in collaborazione con il<br />
CEA <strong>per</strong> <strong>per</strong>corsi didattici con le scuole.<br />
Si veda il progetto AUSER relativo alla<br />
gestione dei rifiuti 37<br />
È area attrezzata. Sono previste<br />
agevolazioni e sconti <strong>per</strong> i cittadini che<br />
usufruiscono correttamente dell'area. La<br />
raccolta differenziata ha raggiunto la quota<br />
significativa del 42%.<br />
San Pros<strong>per</strong>o ha aderito al circuito Città del<br />
vino e a “Strada dei vini e dei Sapori”,<br />
mettendo in condizione o<strong>per</strong>atori privati quali<br />
ristoranti, albergatori e attività agro –<br />
industriali di trovare in questo circuito<br />
37 L’AUSER di Cavezzo, in collaborazione con l’AUSER Emilia-Romagna, ha istituito un concorso dei rifiuti <strong>per</strong> gli alunni<br />
delle scuole elementari e medie. Sono stati fissari tre i premi, da 516,50 euro ciascuno, destinati ai lavori collettivi (di classe)<br />
ritenuti più meritevoli delle tre categorie (primo cic<strong>lo</strong> scuole elementari, secondo cic<strong>lo</strong> scuole elementari e scuole medie) sul<br />
tema “Ambiente, produzione e raccolta rifiuti: quale comportamento dei cittadini”. Il progetto-concorso, promosso dall’AUSER<br />
in collaborazione con il Comune, ha previsto la consegna di tutti il lavori presso l'Ufficio Ambiente del Comune di Cavezzo e<br />
l’esposizione di tutti gli elaborati in una mostra dedicata che si terrà nella Villa Giardino (Sala Stintini), sempre a Cavezzo.<br />
96
Itinerari cic<strong>lo</strong>turistici<br />
Museo “Sezione<br />
del territorio”<br />
Museo “civiltà<br />
contadina”<br />
Mostra<br />
arche<strong>lo</strong>gica<br />
“Giuseppe<br />
Venturini”<br />
Acetaie<br />
Impianti <strong>per</strong><br />
attività sportive<br />
“ambientali” ed<br />
all’aria a<strong>per</strong>ta<br />
Itinerari<br />
ambientali e<br />
naturalistici<br />
Camposanto,<br />
Concordia sulla<br />
Secchia,<br />
Cavezzo, Finale<br />
Emilia, Medolla,<br />
Mirandola, San<br />
Felice sul<br />
Panaro, San<br />
Pros<strong>per</strong>o sulla<br />
Secchia<br />
Museo Finale Emilia<br />
Museo Medolla<br />
Museo<br />
Strutture coerenti<br />
con l’idea<br />
progettuale<br />
Impianti sportivi<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
Camposanto,<br />
Concordia sulla<br />
Secchia, etc.<br />
Finale Emilia,<br />
Mirandola<br />
occasioni di <strong>sviluppo</strong>.<br />
Tra i <strong>per</strong>corsi possibili:<br />
- Oasi Valdisole;<br />
- Da Bomporto all’Oasi del Torrazzuo<strong>lo</strong><br />
attraverso Camposanto e Crevalcore 38 ;<br />
- Valli “Le Partite”, I barchessoni e l’oasi<br />
faunistica di Mortizzuo<strong>lo</strong>;<br />
- Pista ciclabile anel<strong>lo</strong> fiume Secchia (<br />
- Pista ciclabile dell’ex ferrovia Modena-<br />
Mirandola<br />
Nasce dal sogno di riportare il fiume a Finale e<br />
riveder<strong>lo</strong> scorrere lungo l’antico <strong>per</strong>corso che<br />
rendeva il paese simile ad una “piccola<br />
Venezia”.<br />
Collezione privata di oggetti della civiltà<br />
contadina.<br />
La mostra è realizzata nei <strong>lo</strong>cali del maschio<br />
della rocca di San Felice, ed è dedicata al<br />
sanfeliciano Giuseppe Venturini (1877-1965),<br />
che nel 1939 fu nominato Ispettore onorario<br />
delle antichità e Scavi <strong>per</strong> il Mandamento di<br />
Mirandola..<br />
Strutture appartenenti al Consorzio di tutela<br />
dell’Aceto balsamico tradizionale di Modena.<br />
Importanti <strong>per</strong> sviluppare il fi<strong>lo</strong>ne relativo alla<br />
tradizione, tipicità e genuinità della produzione.<br />
Aree verdi <strong>per</strong> pattinaggio a rotelle, sport vari<br />
(aree o <strong>per</strong>corsi attrezzati)<br />
- Area verde quartiere Portone – via Cignali –<br />
sport vari (aree o <strong>per</strong>corsi attrezzati)<br />
- Percorso natura – via Don Orione – attività<br />
ginnico-motorie, altre attività<br />
38 Il Comune di Camposanto ha investito nel potenziamento della rete di piste ciclabili. Il progetto si divide in 3 stralci, dei<br />
quali 2 sono stati completati. Il primo stralcio fa riferimento alla rete di piste ciclabili urbane, il secondo stralcio riguarda invece<br />
il collegamento tra il capoluogo e le <strong>lo</strong>calità limitrofe. Il terzo stralcio potrebbe riguardare la trasformazione del tracciato della<br />
ferrovia BO-VR (ora in stato di raddoppio della linea) in pista ciclabile, che corre in direzione nord-sud, e il potenziamento del<br />
tratto arginale del fiume Panaro (<strong>per</strong>corsi già esistenti), che corre in direzione est-ovest. Si pensa poi a collegarsi con le ciclabili<br />
dei comuni confinanti.<br />
97
4.2.3 Nicchie turistiche esistenti<br />
Gli eventi e i prodotti del Parco potrebbero essere caratterizzati rispetto al turismo enogastronomico<br />
sostenibile, nonché alle produzioni agricole ecocompatibili ed alla commercializzazione e fruizione degli<br />
alimenti tipici e salutari. Il segmento enogastronomico coerente con l’offerta del parco in oggetto (in<br />
particolare <strong>per</strong> quanto attiene ai prodotti tipici dell’Area Nord, già citati ante) è estremamente<br />
significativo come testimoniato delle numerosissime sagre e manifestazioni legate ai prodotti tipici<br />
ampiamente rappresentate nella precedente tabella.<br />
4.2.4 Attori da coinvolgere<br />
In questa sede, senza alcuna pretesa di esaustività, vengono citati alcuni soggetti considerati coerenti<br />
con l’idea progettuale <strong>per</strong> quanto riguarda l’offerta turistica del parco, la promozione turistica e<br />
l’ospitalità ed accoglienza del turista.<br />
Per quanto concerne la gestione dei servizi e dei prodotti del Parco della Sostenibilità, tra gli attori che<br />
sono già coinvolti nella conduzione di iniziative e attività coerenti all’idea e che – a diverso tito<strong>lo</strong> –<br />
possono essere indicati come soggetti strategici <strong>per</strong> l’attivazione del progetto, o possono essere coinvolti<br />
sulla base di ambiti o<strong>per</strong>ativi più precisi e circostanziati, ricordiamo ad esempio:<br />
• Centro di Educazione Ambientale “La Raganella”;<br />
• Rete C.E.A. del Centro di Educazione e Documentazione Ambientale “La Libellula” di Finale<br />
Emilia, Camposanto, San Felice sul Panaro,;<br />
• Consorzio del Parco Fluviale del fiume Secchia;<br />
• Associazioni di vo<strong>lo</strong>ntari “Scuola Viva” e l’associazione “Cicogne” di Medolla;<br />
• “Associazione commercianti”, cura diverse attività importanti <strong>per</strong> Cavezzo;<br />
• “Coo<strong>per</strong>ativa Giardino” di Cavezzo;<br />
• “Comitato allestimento carri” di Cavezzo che organizza la Parata dei carri agricoli d’epoca del 1<br />
maggio;<br />
• La “Strada dei vini e dei sapori”, riunisce anche i 9 Comuni dell’Unione Area Nord;<br />
• Caseifici aderenti al Consorzio formaggio Parmigiano-Reggiano in tutta l’area Nord;<br />
• “Circo<strong>lo</strong> Cavezzese Fotografico”,<br />
• Associazione “Photoclub Eyes B.F.I.” di San Felice sul Panaro,;<br />
• Associazione “Geminiano Montanari” di Cavezzo, che ha la mission dell’osservazione<br />
astronomica e di attività di divulgazione didattica;<br />
• Centro Ippico “Charlie” (FISE) di Medolla;<br />
• Il sistema delle strutture ricettive e ristorative che propongono “pacchetti ambientali” e proposte<br />
di educazione ambientale (specie agriturismi, fattorie didattiche, bed&breakfast);<br />
• l’Istituto su<strong>per</strong>iore Tecnico Agrario di Finale Emilia “Ignazio Calvi”.<br />
Per quanto infine riguarda l’ospitalità turistica correlata con la proposta del Parco, è estremamente<br />
difficile discriminare e citare esempi di strutture ricettive e ristorative fedeli al presente disegno, visti<br />
anche gli ampi confini territoriali e semantici del progetto. Un indicatore di orientamento risulta<br />
comunque l’insieme degli esercizi che hanno dato vita e supportato gli eventi in precedenza citati e,<br />
soprattutto, il circuito delle Fattorie didattiche promosso dalla Provincia di Modena, Assessorato<br />
Agricoltura ed Alimentazione 39 .<br />
39 Provincia di Modena – Assessorato Agricoltura ed Alimentazione, Le Fattorie Didattiche 2004-2005, Modena, 2004.<br />
All’interno della citata pubblicazione si legge che “la Fattoria Didattica non è un astratto, una virtualità; non è una materia di<br />
studio, una disciplina e tanto meno un incontro di discipline. È un sistema complesso, una g<strong>lo</strong>balità definita dalla interazione e<br />
dalla interconnessione di tutti gli elementi che la compongono: uomini, affetti, linguaggi, tecno<strong>lo</strong>gie, piante, animali, pratiche,<br />
usanze, miti, culture. È un ambiente che educa, <strong>per</strong> ciò che è. Occasione <strong>per</strong> un <strong>per</strong>corso di sco<strong>per</strong>te successive, di conoscenze<br />
raggiungibili attraverso l’attivazione di tutte le intelligenze del soggetto: sensoriale-corporea, o<strong>per</strong>ativa, <strong>lo</strong>gica, linguistica,<br />
storica, grafica, espressiva”.<br />
Gli imprenditori agricoli accreditati al circuito delle Fattorie Didattiche della Provincia di Modena hanno sottoscritto una<br />
“Carta della Qualità” basata su 5 diversi requisiti specificati [p. 13]: caratteristiche produttive; formazione degli agricoltori;<br />
accoglienza; didattica; sicurezza.<br />
98
4.2.5 Area dell’innovazione<br />
Nel quadro di promozione e di va<strong>lo</strong>rizzazione dell’esistente devono essere valutati anche l’opportunità<br />
e i potenziali vantaggi di un’azione innovativa. Per rimarcare ulteriormente la vo<strong>lo</strong>ntà di inserire tentativi<br />
d’innovazione nel tessuto già presente, anche la strutturazione del presente paragrafo ricalca quella del<br />
paragrafo relativo all’area del contesto, <strong>per</strong> meglio segnalare come va<strong>lo</strong>ri, prodotti ed eventi nuovi<br />
possano andare a collegarsi con quanto già presente e consolidato e come la previsione di quali siano i<br />
“gruppi di turisti” a cui dedicare le innovazioni debba tenere conto dei target già considerati.<br />
Va<strong>lo</strong>ri non tradizionali previsti<br />
� Sostenibilità e la connessione del<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> (economico, culturale, occupazionale, ambientale,<br />
etc.);<br />
� identità territoriale e culturale ma visione g<strong>lo</strong>bale e sistemica del territorio e delle culture;<br />
� modelli di vita e di consumo alternativi e consapevoli (cfr. anche ante).<br />
Nuovi eventi<br />
Le proposte, elaborate dal<strong>lo</strong> staff di ricerca grazie al costruttivo e continuo confronto con le istituzioni,<br />
gli o<strong>per</strong>atori ed i giovani del territorio, vengono di seguito indicate:<br />
• l’animazione “ambientale” delle emergenze naturalistiche, artistiche ed architettoniche del<br />
territorio;<br />
• le Giornate del “buon lavoro” o del “lavoro ambientale” o del lavoro sostenibile”, ovvero una<br />
rete di iniziative in grado di coprire tutto l’anno a seconda delle attività anche stagionali;<br />
• incontri, stages, campi relativi ai modelli di vita e di consumo alternativim;<br />
• la Fiera della sostenibilità centrata su uno o due temi forti, quali il turismo sostenibile; la<br />
pianificazione/governo sostenibile del territorio; le nuove e migliori tecno<strong>lo</strong>gie, la mobilità<br />
sostenibile;<br />
• Es<strong>per</strong>ienze di fruizione ambientale (silenzio e stacco dalla realtà quotidiana, osservazione di<br />
fenomeni e bellezze ambientali, <strong>per</strong>corsi “rigenerativi”) accompagnata dal godimento dei prodotti<br />
genuini e tipici.<br />
Nuovi prodotti<br />
Le idee di nuovi prodotti <strong>per</strong> l’intera area Nord riguardano:<br />
• il recu<strong>per</strong>o di ambienti scomparsi e degradati;<br />
• itinerari didattici e formativi di visita nelle imprese “bianche” dell’area rivolta a studenti delle<br />
scuole medie e su<strong>per</strong>iori;<br />
• Un pacchetto di turismo sportivo sostenibile e centrato sul rapporto con l’ambiente e la natura;<br />
Nella seguente tabella sono invece schematizzate, a tito<strong>lo</strong> esemplificativo, le proposte ed i progetti<br />
esplicitati dagli inter<strong>lo</strong>cutori <strong>lo</strong>cali nel corso dell’indagine sul campo.<br />
Nuovi prodotti emersi sulla base degli incontri e delle interviste sul campo – Parco della Sostenibilità<br />
Prodotto Tipo<strong>lo</strong>gia Luogo Note esplicative<br />
Parco Fluviale<br />
dell’area nord<br />
Sviluppo<br />
fruizione<br />
turistica<br />
educativa ed<br />
Parco – area<br />
protetta<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Area protetta<br />
Area Nord<br />
Cavezzo,<br />
Concordia,<br />
Medolla,<br />
Mirandola<br />
Diverse attività in cantiere tra cui: arginatura;<br />
cic<strong>lo</strong>turismo e mobilità sostenibile nelle piste<br />
ciclabili; educazione ambientale, gestione aree<br />
demaniali e rimboschimento; mappatura delle piante<br />
da frutto ed itinerari delle essenze<br />
Cfr. anche, <strong>per</strong> approfondimenti, www.agrimodena.it/alimentazione.html<br />
Interventi comunali hanno disegnato e adeguato i<br />
vari bacini idrici e il circostante territorio secondo<br />
un progetto finalizzato alla fruizione didattica e<br />
naturalistica<br />
99
ambientale<br />
dell’Oasi<br />
naturalistica e<br />
faunistica<br />
“Valdisole”<br />
“Il Bosco della<br />
Saliceta”<br />
Progetto<br />
“Eurove<strong>lo</strong>”<br />
Progetto<br />
“Central<br />
Park”<br />
Oratori di<br />
campagna<br />
Museo del<br />
Biomedicale<br />
Recu<strong>per</strong>o<br />
emergenze<br />
naturalistiche<br />
scomparse o<br />
degradate<br />
Itinerari<br />
ambientali,<br />
cic<strong>lo</strong>turismo<br />
Camposanto,<br />
Medolla,<br />
Area Nord<br />
Parco cittadino Medolla<br />
Emergenza<br />
storicoarchitettonica<br />
Finale Emilia<br />
Museo Mirandola<br />
Rimboschimento area ex Bosco della Saliceta.<br />
L’obiettivo è collegare le piste ciclabili dell’Area<br />
Nord alla ciclabile del Po, e da qui ai <strong>per</strong>corsi<br />
europei di “Eurove<strong>lo</strong>”.<br />
L’obiettivo è dotare di un polmone verde cittadino il<br />
comune di Medolla.<br />
Nella Parrocchia di Finale Emilia, Massa Finalese e<br />
di Reno Finalese ci sono ben 17 oratori …<br />
È una idea progettuale in fase di studio e di<br />
<strong>per</strong>fezionamento...<br />
Nuove nicchie turistiche<br />
Tra le nuove proposte rivolte a specifiche comunità di consumo possiamo citare:<br />
• 2-3 giorni di grandi giochi all’aria a<strong>per</strong>ta e di giochi di società sulla g<strong>lo</strong>balizzazione;<br />
• le passioni naturali: calendario annuale legato ad esempio a uccelli, fiori e piante spontanee, vita<br />
del bosco e del sottobosco; al lupo; a rocce e conformazioni geomorfo<strong>lo</strong>giche;<br />
• il pranzo sostenibile: alcune occasioni in tutto il territorio Appenninico e <strong>per</strong> tutto l’anno di<br />
degustazioni completamente bio<strong>lo</strong>giche, genuine, salutari e non impattanti;<br />
• Il sa<strong>lo</strong>ne (anche virtuale, non <strong>per</strong> forza strutturale) delle nuove tecno<strong>lo</strong>gie e delle tecno<strong>lo</strong>gie<br />
sostenibili.<br />
Nuovi attori<br />
Una società mista pubblico-privato che gestisca il Parco della Sostenibilità (con forte presenza di<br />
giovani residenti) estremamente “leggera” e flessibile, ma in grado di rivisitare l’offerta turistica e le<br />
singole proposte esistenti attraverso la “lente” culturale della sostenibilità. Mission principale<br />
nell’organizzazione ed integrazione di proposte esistenti e nella comunicazione mirata del Parco.<br />
100
4.3 I due fiumi ed i mestieri della terra e delle acque: “contadini d’acqua”<br />
4.3.1 Area dell’ideazione<br />
Breve descrizione dell’idea e sintetiche motivazioni<br />
Da sempre l’uomo ha realizzato i propri insediamenti lungo i fiumi e da sempre, con alterne vicende,<br />
ha tentato di imbrigliarli, dominarli <strong>per</strong> ottenere più cibo, dighe <strong>per</strong> la pesca, <strong>per</strong> ottenere vantaggi <strong>per</strong> i<br />
trasporti, la navigazione ed i ponti, <strong>per</strong> ottenere energia, i mulini, <strong>per</strong> ottenere più terre, la bonifica.<br />
Questa continua <strong>lo</strong>tta ha portato l’uomo ad ingegnarsi <strong>per</strong>ché questa convivenza divenisse sempre più<br />
pacifica ma ogni qualvolta ha tentato di approfittarsi del fiume questi si è vendicato, cave, urbanizzazione<br />
golene, irrigazione, scarichi fognari hanno portato a dissesti degli argini e delle aree di golena,<br />
inquinamento, fenomeni di subsistenza, salinizzazione, etc. Ma nonostante tutto il fiume si è<br />
dimostrato sempre magnanimo offrendo cibo, materie prime, energia e “cultura”. Oggi stentiamo a<br />
riconoscere i segni di questa cultura e quindi riteniamo che un’attività di salvaguardia dell’esistente e di<br />
ricerca sul passato sia un ottimo modo <strong>per</strong> saldare, almeno in parte, quel debito che abbiamo con la terra<br />
ove oggi si sono sviluppati i comuni dell’Unione Area Nord ma soprattutto <strong>per</strong> non rischiare di <strong>per</strong>dere<br />
quel fi<strong>lo</strong> conduttore che ci serve <strong>per</strong> ribadire il senso di appartenenza a questa comunità.<br />
Partendo da queste considerazioni e da un primo sommario censimento del patrimonio <strong>lo</strong>cale (risorse<br />
attive e risorse potenzialmente attivabili) si è identificato nel tema dei “mestieri della terra e delle acque:<br />
contadini d’acqua” quel comune denominatore in grado di toccare, in maniera trasversale, gli usi ed i<br />
costumi delle genti del territorio in esame.<br />
È possibile ricostruire un quadro generale relativo ai<br />
a) mestieri d’acqua: passatore/traghettatore, osti “di fiume”, barcaio<strong>lo</strong> (barcaro<strong>lo</strong>); cavallanti/alaggio:<br />
colui che tirava le barche con cavalli o buoi (via attiraglio-tiraglio in altre <strong>lo</strong>calità “restara” sentiero<br />
paralle<strong>lo</strong> al fiume, “alzaia”); pescatore, addetto chiuse (rusticaroli) , lavoratore pavera, produzione<br />
gomene, sarchiame, pulegge, vele (lavorazione canapa), mulini ad acqua e mulini galleggianti (mugnai);<br />
facchini; scariolanti, raccoglitori di canne palustri; estrattori di sabbia; estrattori di ghiaia; commercianti;<br />
manutentori fossi, addetti all’a<strong>per</strong>tura e chiusura delle bocchette dei canali d’irrigazione (dogaroli),<br />
canapa e maceri; ranari; retai costruttori di reti da pesca; costruttori passerelle (pedagne) e ponti di legno;<br />
carpentieri navali, calafatori; lavandaie; salinari;<br />
b) infrastrutture: chiuse, porti, passerelle, ponti di legno, ponti di barche (barconi cemento tipo exponte<br />
uccellino), ponti bailey;<br />
c) storia sollevamento e utilizzo delle acque: vite archimede, bilanciere, pozzo a bilanciere, pozzo<br />
artesiano (trivella trivella), mulino ruota (verticale), mulino cucchiaio (orizzontale), pompe idrovore,<br />
botti, mulini natanti;<br />
d) opifici: magli <strong>per</strong> il ferro, pistrini da polvere, mulini cereali, mulini olio, filatoi, pile, gualcherie,<br />
segherie;<br />
e) bonifiche: la terra costruita: manuali, meccaniche;<br />
f) risorse alimentari: pesci, molluschi, uccelli acquatici e <strong>lo</strong>ro uova, rane, cacciagione;<br />
g) la religione: gli ex-voto.<br />
Confini “semantici” e territoriali; target dei destinatari<br />
Per raggiungere gli obiettivi fondamentali sopra delineati, nel rispetto degli elementi discriminanti<br />
evidenziati, il tema guida dei due fiumi potrebbe essere articolato su alcuni diversi fi<strong>lo</strong>ni o “itinerari” di:<br />
• visita ed osservazione di realtà naturali o antropiche e di comportamenti positivi;<br />
• educazione strutturata (anche specifica <strong>per</strong> diversi target quali i bambini piccoli, gli studenti delle<br />
scuole medie e su<strong>per</strong>iori, le famiglie in vacanza, i professionisti o manager, etc.), formazione umana e<br />
professionale, outdoor training;<br />
• fruizione ed es<strong>per</strong>ienza di occasioni, eventi e prodotti rispetto a:<br />
a)risco<strong>per</strong>ta e riproposizione degli antichi mestieri di terra e di acqua;<br />
b) difesa, prevenzione e conservazione dell’ambiente e connessione con modelli di vita, di consumo e<br />
comportamenti individuali/sociali;<br />
c)agricoltura ecocompatibile, prodotti tipici e salutari;<br />
101
d) turismo ambientale: l’offerta turistica dell’area è prevalentemente rivolta al turismo scolastico ed è<br />
già piuttosto articolata e segmentata. Si può comunque prevedere o selezionare all’interno degli<br />
eventi e dei prodotti <strong>per</strong> la gran parte già esistenti quelli espressamente caratterizzati dall’acqua come<br />
ad esempio:<br />
- il turismo naturalistico;<br />
- il turismo sportivo;<br />
- il turismo responsabile e turismo di comunità;<br />
- il turismo storico-culturale.<br />
4.3.2 Area del contesto<br />
Va<strong>lo</strong>ri di riferimento<br />
Tradizione. Gli eventi presentati rendono conto del <strong>per</strong>ché si inserisca il va<strong>lo</strong>re della tradizione tra quelli<br />
di riferimento: alimentazione, utilizzo delle risorse naturali, modificazioni ambientali, festeggiamenti,<br />
ricorrenze, celebrazioni sono fattori vitali, poiché ribadiscono e reiterano la presenza di elementi<br />
antichi, nel momento in cui essi siano ancora significanti e non semplici reminiscenze del passato.<br />
Continuità. I prodotti (turistici, ma anche in senso più stretto artigianali e alimentari) trovano nella <strong>lo</strong>ro<br />
immutevolezza un elemento di forza.<br />
Qualità. Strutture, tecniche, prodotti di una volta possono avere specifiche di qualità su<strong>per</strong>iori a quelli<br />
moderni; il turista <strong>lo</strong> <strong>per</strong>cepisce, a volte erroneamente, a volte a ragione.<br />
Autenticità. G<strong>lo</strong>balizzazione, standardizzazione, livellamento verso il basso, anonimia sono fattori che<br />
vengono esclusi dagli specifici prodotti presenti il questa chiave di lettura tematica che si<br />
caratterizzano <strong>per</strong> specificità, tradizione, salubrità, storia, ...<strong>per</strong>sonalità.<br />
Memoria. Per entrare in contatto con il territorio in cui si è turisti (il territorio dell’Unione), si deve<br />
conoscerne la storia e si devono visitare i suoi testimoni: chiese, castelli, musei, strade e ponti<br />
possono dirci con voce suadente ciò che si deve leggere su una guida.<br />
Eventi esistenti emersi sulla base del censimento documentale sulla base degli incontri e delle<br />
interviste sul campo - esempi<br />
Di seguito vengono messi in evidenza gli eventi di maggior rilevanza e di più stretta attinenza al tema<br />
proposto.<br />
Esempi di eventi esistenti emersi sulla base del censimento documentale e degli incontri sul campo – tema dei due fiumi<br />
Evento Luogo Tempo Note esplicative<br />
“Mostra fotografia” Comuni<br />
Unione<br />
Tutto l’anno<br />
“Corricamposanto” Camposanto Primavera<br />
Sfilata di<br />
trattori,esposizioni di<br />
oggetti tradizione,<br />
musica, giochi<br />
“8° festa del pesce di<br />
mare”<br />
“Millenaria Fiera di<br />
Bruino”<br />
“Sagra di Motta -<br />
Madonna della neve”<br />
“Sagra della<br />
Lumaca”<br />
“Sagra dell'Anatra”<br />
Festa<br />
dell’Agricoltura<br />
Mostra fotografica itinerante sul fiume Secchia<br />
“Come eravamo, l’uomo, il fiume, la memoria”.<br />
È organizzata dall’atletica Orsi in primavera,<br />
lungo l’argine del Panaro.<br />
Cavezzo 1° maggio (30esima) parata di carri agricola d’epoca.<br />
Mirandola Giugno Esemplificazione dei commerci fluviali<br />
Medolla<br />
Cavezzo<br />
(Motta sulla<br />
Secchia)<br />
Finale Emilia<br />
Finale Emilia<br />
(Massa<br />
Finalese)<br />
Settimana<br />
della prima<br />
domenica di<br />
luglio<br />
Settimana a caval<strong>lo</strong>. Iniziativa importante centrata<br />
sull’eno-gastronomia<br />
5 agosto Protagonista il fiume Secchia<br />
dal 1 al<br />
10 agosto<br />
dall'11 al 16<br />
agosto<br />
Finale Emilia 8-10<br />
settembre<br />
Esemplificazione dei mangiari forniti dal bosco di<br />
pianura<br />
Esemplificazione dei mangiari forniti dal bosco di<br />
pianura<br />
Importante fiera tradizionale, con presenza di<br />
antichi mestieri e <strong>per</strong>corsi didattici<br />
102
Prodotti esistenti emersi sulla base del censimento documentale sulla base degli incontri e delle<br />
interviste sul campo - esempi<br />
Per “prodotti turistici” intendiamo in concreto elementi dell’offerta turistica identificati in termini di<br />
marketing, va<strong>lo</strong>rizzati e specificamente promossi, commercializzati, venduti al turista. Tra questi ad<br />
esempio i pacchetti turistici commercializzati, gli itinerari, le mostre <strong>per</strong>manenti, i musei, i parchi, le<br />
strutture ricettive e ristorative, le altre strutture di rilevanza turistica e le attrattive storiche, artistiche e<br />
culturali. Qui di seguito riportiamo alcuni esempi di prodotti esistenti mappati <strong>per</strong>ché coerenti con la<br />
proposta in oggetto.<br />
Esempi di prodotti esistenti emersi sulla base del censimento documentale e delle interviste ed incontri sul camp – Tema dei due<br />
fiumi<br />
Prodotto Tipo<strong>lo</strong>gia Luogo Note esplicative<br />
Rimboschimento<br />
area ex Bosco<br />
della Saliceta<br />
Area storica e<br />
naturale<br />
Camposanto<br />
Fiume Panaro Area naturale Camposanto<br />
Itinerari cic<strong>lo</strong>turistici<br />
Oasi naturalistica<br />
e faunistica<br />
“Valdisole”<br />
Oasi faunistica<br />
“Vallidi<br />
Mortizzuo<strong>lo</strong>”<br />
Oasi di riequilibrio<br />
eco<strong>lo</strong>gico “San<br />
Matteo”<br />
“Dosso del<br />
Gavel<strong>lo</strong>”<br />
Area di<br />
riequilibrio<br />
eco<strong>lo</strong>gico “Cave<br />
di Budrighel<strong>lo</strong>”<br />
Itinerari<br />
ambientali e<br />
naturalistici<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Area protetta<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Area protetta<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Camposanto,<br />
Concordia<br />
sulla Secchia,<br />
Cavezzo,<br />
Finale Emilia,<br />
Medolla,<br />
Mirandola, San<br />
Felice sul<br />
Panaro, San<br />
Pros<strong>per</strong>o sulla<br />
Secchia<br />
Cavezzo,<br />
Concordia<br />
sulla Secchia,<br />
Medolla,<br />
Mirandola<br />
Mirandola<br />
(San Martino<br />
Spino)<br />
Medolla<br />
Mirandola<br />
San Possidonio<br />
È un tentativo, iniziato negli anni ottanta, di<br />
rimboschimento di un’area boschiva smantellata<br />
nel secondo dopoguerra. La piantumazione, con<br />
essenze autoctone, riguarda un’area di circa 3-4<br />
ettari.<br />
Il paese di Camposanto mantiene un forte<br />
legame con il suo fiume, antica via di<br />
comunicazione, che scorre in direzione est-ovest.<br />
Lungo gli argini sono stati ricavate piste ciclabili<br />
e <strong>per</strong>corsi non asfaltati.<br />
Tra i <strong>per</strong>corsi possibili segnaliamo:<br />
- Oasi Valdisole;<br />
- Da Bomporto all’Oasi del Torrazzuo<strong>lo</strong><br />
attraverso Camposanto e Crevalcore;<br />
- Valli “Le Partite”, I barchessoni e l’oasi<br />
faunistica di Mortizzuo<strong>lo</strong>;<br />
- Pista ciclabile anel<strong>lo</strong> fiume Secchia)<br />
- Pista ciclabile dell’ex ferrovia Modena-<br />
Mirandola<br />
Qualificato esempio di recu<strong>per</strong>o di ambiente<br />
palustre derivato da attività di escavazione di<br />
argilla, caratterizzato da una ricca avifauna. È<br />
stato predisposto un piano di riforestazione con<br />
essenze autoctone e di reintroduzione di anfibi un<br />
tempo diffusi nella pianura modenese.<br />
Costituita da 460 ettari di territorio, propone<br />
attività di birdwatching; 6km di <strong>per</strong>corsi pedonali<br />
e 10km di piste ciclabili.<br />
L’area dell’oasi è una ex cava acquistata dal<br />
Comune. Le due fosse sono state trasformate in<br />
laghi, e tutto il territorio circostante è stato<br />
piantumato con vegetali ed essenze autoctone.<br />
Hanno proliferato volatili e fauna selvatica tipica<br />
delle zone umide.<br />
Corrispondente ad un alto morfo<strong>lo</strong>gico, elevato di<br />
2-3 metri rispetto alla pianura circostante, che<br />
affiancava una antica via d’acqua <strong>per</strong>corsa in<br />
antichità dal Po’, dal Panaro e dal Secchia.<br />
In passato l’area è stata sede di attività estrattiva e<br />
ormai da tempo ha assunto la funzione di area di<br />
rifugio <strong>per</strong> alcune specie avicole, migratorie e<br />
stanziali. Il recu<strong>per</strong>o e la riqualificazione di<br />
quest’area che accoglie numerose piante ed<br />
avifauna tipica, attrae un alto numero di turisti.<br />
103
“Bosco Tusini”<br />
Oasi di protezione<br />
e<br />
Impianto di<br />
fitodepurazione<br />
“Le Meneghine”<br />
Stazione eco<strong>lo</strong>gica<br />
attrezzata<br />
Isola eco<strong>lo</strong>gica<br />
Passeggiata dei<br />
Mulini<br />
“Le ville di San<br />
Pros<strong>per</strong>o e le<br />
delizie estensi”<br />
Museo “Sezione<br />
del territorio”<br />
Museo “civiltà<br />
contadina”<br />
Parco Fluviale<br />
Secchia<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Emergenza<br />
naturalistica<br />
Emergenza <strong>per</strong><br />
la gestione<br />
ambientale<br />
Emergenza <strong>per</strong><br />
la gestione<br />
ambientale<br />
Emergenza <strong>per</strong><br />
la gestione<br />
ambientale<br />
Itinerario<br />
tematico e<br />
naturalistico<br />
Itinerario<br />
tematico,<br />
naturalistico ed<br />
enogastronomico<br />
San Pros<strong>per</strong>o<br />
sulla Secchia<br />
Finale Emilia<br />
Cavezzo<br />
Medolla<br />
Concordia<br />
sulla Secchia<br />
San Pros<strong>per</strong>o<br />
sulla Secchia<br />
Museo Finale Emilia<br />
Museo Medolla<br />
Consorzio di<br />
gestione<br />
Alcuni comuni<br />
Unione<br />
Il Parco Bosco Tusini di S. Pros<strong>per</strong>o è stato<br />
realizzato nel 1989 su progetto dell’Ufficio<br />
Tecnico Comunale, in collaborazione con il<br />
Servizio provinciale difesa del suo<strong>lo</strong>, risorse<br />
idriche e forestali.<br />
A pochi chi<strong>lo</strong>metri dall’abitato di Finale Emilia, è<br />
stato realizzato un sistema di fitodepurazione che<br />
si estende su una su<strong>per</strong>ficie complessiva di oltre<br />
35 ettari, trasformando l'intera area in una vera e<br />
propria “zona umida” d'interesse naturalistico.<br />
Già utilizzata, anche in collaborazione con il CEA<br />
<strong>per</strong> <strong>per</strong>corsi didattici con le scuole.<br />
Si veda il progetto AUSER relativo alla gestione<br />
dei rifiuti<br />
È area attrezzata. Sono previste agevolazioni e<br />
sconti <strong>per</strong> i cittadini che usufruiscono<br />
correttamente dell'area. La raccolta differenziata<br />
ha raggiunto la quota significativa del 42%.<br />
Nel tratto compreso tra il ponte sulla Secchia e la<br />
scalinata di Largo la Couronne, l’argine rialzato<br />
destro del fiume è stato sistemato e illuminato <strong>per</strong><br />
la “Passeggiata dei Mulini”. Vi si gode un bel<br />
panorama sia sul corso del fiume che sul centro<br />
storico. Pannelli espositivi informano sulla storia<br />
dei mulini natanti, presenze tipiche nel panorama<br />
cittadino fino alla fine del XVIII seco<strong>lo</strong>. Erano<br />
zattere a fondo piatto ancorate controcorrente alle<br />
rive o ai pi<strong>lo</strong>ni dei ponti, che seguivano il variare<br />
del livel<strong>lo</strong> della corrente. L’attività molitoria si<br />
svolgeva, dunque, senza dipendere dalla presenza<br />
di salti naturali o artificiali lungo i corsi d’acqua o<br />
grazie a particolari manufatti. Presso l’atrio della<br />
sede municipale di Concordia è possibile<br />
osservare da vicino un model<strong>lo</strong> funzionante<br />
costruito nel 1907 (da lunedì a sabato 8-13,<br />
martedì e giovedì 14.30-17.30).<br />
Il comune di San Pros<strong>per</strong>o ha attivato nel proprio<br />
territorio 5 itinerari ciclabili, con segnaletica<br />
<strong>per</strong>manente<br />
Nasce dal sogno di riportare il fiume a Finale e<br />
riveder<strong>lo</strong> scorrere lungo l’antico <strong>per</strong>corso che<br />
rendeva il paese simile ad una “piccola Venezia”.<br />
Collezione privata di oggetti della civiltà<br />
contadina.<br />
Gestione e va<strong>lo</strong>rizzazione risorse fiume Secchia<br />
4.3.3 Nicchie turistiche esistenti<br />
La fruizione di gran parte delle risorse esistenti, sopra riportate, sono ad oggi ad appannaggio del turismo<br />
scolastico di carattere <strong>lo</strong>cale (visite giornaliere).<br />
4.3.4 Attori da coinvolgere<br />
Per quanto concerne la gestione dei servizi e dei prodotti contemplati nella presente proposta, tra gli<br />
attori che sono già coinvolti nella conduzione di iniziative e attività coerenti all’idea e che – a diverso<br />
tito<strong>lo</strong> – possono essere indicati come soggetti strategici <strong>per</strong> l’attivazione del progetto, o possono essere<br />
coinvolti sulla base di ambiti o<strong>per</strong>ativi più precisi e circostanziati, ricordiamo ad esempio:<br />
104
• tra le organizzazioni culturali che si occupano di recu<strong>per</strong>are, va<strong>lo</strong>rizzare e divulgare usi, costumi,<br />
e tradizioni della Area Nord l’associazione culturale “R6j6” di Finale Emilia, il “Gruppo Studi<br />
della Bassa Modenese” di San Felice, il Gruppo storico “Cinquedea” di Finale Emilia, Gruppo<br />
Storico “Battaglione Estense” di San Possidonio, il “Consorzio di Gestione Parco Fluviale” del<br />
Secchia;<br />
• centro e rete di educazione ambientale “La Raganella” (sede a Mirandola presso il Barchessone<br />
Vecchio o<strong>per</strong>a <strong>per</strong> i comuni di Mirandola, Concordia sulla Secchia, San Possidonio, Cavezzo e<br />
San Pros<strong>per</strong>o) e “Libellula” (presso Finale Emilia, Camposanto, San Felice sul Panaro);<br />
• il sistema delle strutture ricettive che propongono “pacchetti ambientali” e proposte di educazione<br />
ambientale (specie centri educazione ambientale, agriturismi, fattorie didattiche, bed&breakfast);<br />
• “Scuola di intaglio artistico su legno” di Mirandola;<br />
• Strada dei vini e dei sapori “Terre Piane”;<br />
• Nuovi attori privati.<br />
4.3.5 Area dell’innovazione<br />
Va<strong>lo</strong>ri non tradizionali previsti<br />
Varie possono essere le chiavi di volta del presente progetto, ma sono senz’altro da segnalare la<br />
particolare attenzione verso la costruzione del senso d’appartenenza dei cittadini attraverso la “risco<strong>per</strong>ta”<br />
dei va<strong>lo</strong>ri comuni di cultura e tradizioni attraverso il rileggersi ed il rileggere la propria storia<br />
e l’attenzione alla comunicazione verso nuove nicchie turistiche di questo patrimonio.<br />
In questo senso le acque dei due fiumi possono costituire nel contempo veico<strong>lo</strong> e “sostanza” di storia,<br />
cultura, natura e sostenibilità dei comportamenti umani.<br />
Nuovi attori, nuovi prodotti e nuovi eventi<br />
a) Una variante fondamentale nel regime alimentare delle comunità della bassa modenese è da sempre<br />
stato il pesce,. Col passar del tempo questa ricca fonte di cibo è stata in parte dimenticata. Oggi che un<br />
generale stato di benessere ha portato a elevare a prodotti gastronomici di nicchia molti “mangiari poveri”<br />
riteniamo che una risco<strong>per</strong>ta e quindi una riproposizione di piatti a base di pesce d’acqua dolce possa<br />
essere una proposta interessante <strong>per</strong> il mercato del turismo enogastronomico.<br />
b) In quest’ottica che si propone l’istituzione di un momento di ricerca e confronto gastronomico<br />
sull’oca“, maiale dei poveri”. Tra le iniziative catalizzanti di interesse certamente la proposta di una<br />
“Fiera dell’Oca: il maiale dei poveri…e non so<strong>lo</strong>”, evento enogastronomico con “pcaria in piazza” e<br />
menù a tema presso i ristoratori e agriturismi.<br />
c) Le cic<strong>lo</strong>piste e le ippovie culturali: Attraversando in bicicletta o a caval<strong>lo</strong> il territorio dell’Unione oltre<br />
al cambiamento dell’orografia del territorio e delle colture si assiste al cambiamento delle “culture” di cui<br />
la letteratura, la musica, l’enogastronomia, la storia dei territori attraversati sono espressione. Lungo<br />
questi itinerari possono essere posizionati, come una sorta di cantastorie inanimati, cartelli e allestite<br />
piazzole con <strong>lo</strong> scopo di raccontare, con un ritmo più lento, i luoghi e le genti.<br />
d) Una modalità di fare innovazione è anche quella di rileggere proposte culturali del passato e<br />
ricontestualizzarle. In particolare le mostre che nel tempo sono state proposte sia sul territorio, ora<br />
dell’Unione, che nell’intera provincia di Modena o fuori provincia sono una risorsa culturale che non<br />
deve andare <strong>per</strong>duta e <strong>per</strong>tanto si propone l’istituzione di una sorta di “anagrafe” delle mostre al fine di<br />
renderle fruibili, a rotazione, tra i comuni dell’Unione ed eventualmente farne uno strumento di<br />
promozione verso l’esterno. Di seguito vengono riportate a tito<strong>lo</strong> di esempio alcune mostre sul tema<br />
dell’acqua.<br />
e) Per quanto riguarda proposte ex-novo sul tema mostre proponiamo:<br />
- “Mostra sull’acqua potabile”: alla sco<strong>per</strong>ta di una risorsa “esauribile”; ricostruzione dei mezzi che<br />
hanno <strong>per</strong>messo di avere l’acqua in casa, coclea, tipo<strong>lo</strong>gia di pozzi, acquedotti romani, le falde, le<br />
105
isorgive, metodi antichi e meno antichi <strong>per</strong> potabilizzare l’acqua, allestimento di una mostra nella mostra<br />
a cura di I.I.S. Calvi di Finale e Consorzio Bonifica Burana sulle acque ed il contenuto di agenti patogeni.<br />
Nuove nicchie turistiche<br />
Sicuramente il tema dell’acqua e della nebbia, che dell’acqua è un sottoprodotto può interessare,<br />
specie in quella che è considerata bassa stagione turistica, un bacino d’utenza legato ai paesi nordici<br />
abituati a stagioni meno luminose delle nostre e che dispongono di <strong>per</strong>iodi di vacanza destagionalizzati.<br />
Partendo da questa considerazione risulta abbastanza evidente che tutto quel<strong>lo</strong> che è espressione culturale<br />
di questo territorio può divenire tema di proposta turistica; ambiente, enogastronomia, architettura,<br />
pittura, ecc. purché “costruito” e quindi “gestito” <strong>per</strong> soddisfare a 360° le esigenze dei turisti. In modo<br />
particolare il turista straniero richiede “pacchetti turistici” che coprano dalle esigenze primarie (mangiare<br />
e dormire) alle esigenze di intrattenimento e di fruizione del territorio ed esplicitino l’unicità dell’offerta.<br />
106
4.4 Uomini, nebbie, miti e castelli<br />
4.4.1 Area dell’ideazione<br />
Breve descrizione dell’idea e sintetiche motivazioni<br />
I territori della “bassa modenese” sono da sempre stati territori molto prolifici sia <strong>per</strong> quanto riguarda<br />
la cultura “ufficiale” sia <strong>per</strong> quanto riguarda la cultura “popolare”, miti e leggende sono sempre stati<br />
legati “a fi<strong>lo</strong> doppio” a fatti d’arme, alla vita di corte, al passaggio di eserciti, a <strong>per</strong>sonaggi eruditi che<br />
hanno lasciato testimonianze importanti in questo territorio. Ma il vero fi<strong>lo</strong> conduttore, ispiratore di miti<br />
e leggende è la nebbia. Questo “strano fenomeno” che riesce ad amalgamare e rendere fruibile su un<br />
unico piano es<strong>per</strong>ienze, storie e animali mito<strong>lo</strong>gici tra <strong>lo</strong>ro separati nel<strong>lo</strong> spazio e nel tempo. È quindi il<br />
fenomeno nebbia, da problema ad opportunità, a fungere da “quinta teatrale” dell’offerta culturale ed<br />
enogastronomica del Parco “uomini, nebbie, miti e castelli”.<br />
La vivace storia di questo territorio è testimoniata dalla presenza di castelli, sistemi difensivi rurali,<br />
ville e palazzi storici, piazze e testimonianze di religiosità cristiana ed ebraica. Partendo da questo<br />
patrimonio storico architettonico, è da rileggere in questo senso anche il ricco patrimonio rappresentato<br />
dalle varie tipo<strong>lo</strong>gie di architetture rurali, che uniforma <strong>per</strong> qualità il territorio dell’Unione e che ne<br />
<strong>per</strong>mette anche una comunicazione univoca verso i potenziali utenti, siano questi turisti o cittadini, si<br />
sono identificati alcuni punti che potrebbero essere considerati i caposaldi attorno a cui costruire e/o<br />
rielaborare l’offerta turistico-culturale.<br />
<strong>per</strong>corso dei “casini delle delizie”;<br />
<strong>per</strong>corso delle rocche e dei sistemi difensivi rurali (torri, corti, motte);<br />
<strong>per</strong>corso delle piazze 40 ;<br />
<strong>per</strong>corso delle chiese e delle religioni;<br />
<strong>per</strong>corso dei miti e delle leggende.<br />
Emerge un tema comune a tutti i <strong>per</strong>corsi proposti che è il tema del viaggio:<br />
- via d’acqua/fiume: la storia delle vie di comunicazione;<br />
- nella storia, l’evoluzione (calco del<strong>lo</strong> scheletro di Lucy presso Museo di Finale);<br />
- nella mente (festival del romanzo fantasy) aiutati dalla nebbia;<br />
- in bicicletta (rete delle piste ciclabili);<br />
- dalla campagna alla città (cultura e mercati);<br />
- nel cibo (da alimentazione di sussistenza a prodotto enogastronomico);<br />
- nelle culture (cattolicesimo, ebraismo, Modena, Ferrara, Pico, Estensi).<br />
Confini “semantici” e territoriali; target dei destinatari<br />
Per raggiungere gli obiettivi fondamentali sopra delineati, nel rispetto degli elementi discriminanti<br />
evidenziati, il tema guida di terre, uomini, miti e castelli potrebbe essere articolato su alcuni diversi fi<strong>lo</strong>ni<br />
o “itinerari” di:<br />
o visita ed osservazione di realtà naturali e antropiche che rendono evidente l’unicità del territorio;<br />
o va<strong>lo</strong>rizzazione delle varie forme di espressione artistica utilizzando il territorio e la nebbia come le<br />
quinte di un grande teatro;<br />
o va<strong>lo</strong>rizzazione delle “differenze culturali” nell’unicità della proposta (possibilità del confronto);<br />
o risco<strong>per</strong>ta di <strong>per</strong>corsi culturali e gastonomici, siamo quel<strong>lo</strong> che mangiamo?<br />
o educazione strutturata (anche specifica <strong>per</strong> diversi target quali i bambini piccoli, gli studenti delle<br />
scuole medie e su<strong>per</strong>iori, le famiglie in vacanza, i professionisti o manager, etc.),<br />
formazione umana e professionale, outdoor training;<br />
40 “Queste piazze si aprono davanti ai nostri occhi come le pagine di un grande libro, ognuna con il suo racconto e tutte<br />
collegate tra <strong>lo</strong>ro dal fi<strong>lo</strong> delle vicende storiche ed artistiche, ma anche politiche e sociali della grande pianura. Un libro da<br />
leggere e da vivere, illustrato da monumenti di eccezionale pregio ed arricchiti dalle mille note che ne rendono intatti profondità e<br />
spessore: case e palazzi, archi e torri, chiese e teatri raccontano i <strong>lo</strong>ro secoli, nei marmi fieri, con il rosseggiare dei cotti, negli<br />
acciottolati consunti dal passaggio di eserciti, dall’andirivieni indaffarato di artigiani e mercanti; capitoli di storia rivivono nel<br />
riecheggiare di tamburi, scalpiccìo di cavalli, vociare vibrante di mercati affollati da generazioni di uomini e donne che queste<br />
piazze, queste città le hanno costruite. Passeggiare <strong>per</strong> queste piazze è come immergersi in questo fiume, farsi trasportare dalla<br />
corrente del tempo, parteciparne le sorti magnifiche o drammatiche che ne hanno segnato le epoche come graffiti, come echi<br />
sospesi tra le cime dei campanili e delle torri e il selciato che oggi calpestiamo”. Tratto da: Città d’Arte della Pianura Padana<br />
107
o fruizione ed es<strong>per</strong>ienza di occasioni, eventi e prodotti rispetto a:<br />
a) agricoltura ecocompatibile;<br />
b) turismo ambientale: l’offerta turistica dell’area è prevalentemente rivolta al turismo scolastico ed<br />
è già piuttosto articolata e segmentata. Si può comunque prevedere o selezionare all’interno degli<br />
eventi e dei prodotti <strong>per</strong> la gran parte già esistenti quelli espressamente caratterizzati dall’acqua<br />
come ad esempio:<br />
- il turismo naturalistico (osservazione di f<strong>lo</strong>ra e fauna, itinerari della biodiversità, immersione<br />
della natura incontaminata, ascolto di rumori e di silenzi, etc,);<br />
- il turismo sportivo rispettoso della natura o se possibile che va<strong>lo</strong>rizza e migliora l’ambiente<br />
(birdwatching, orienteering, cic<strong>lo</strong>turismo, campi di pulizia e cura del territorio, etc):<br />
- il turismo responsabile e turismo di comunità si rivolge ad una fascia di utenti che è alla ricerca di<br />
un rapporto più stretto con il territorio ospitante, con la comunità di <strong>per</strong>sone che vive nel luogo e<br />
contribuisce a costituirne l’identità;<br />
- il turismo storico-culturale legato alla conoscenza-sco<strong>per</strong>ta degli aspetti antropo<strong>lo</strong>gici legati alla<br />
convivenza delle comunità con boschi, fiumi e paludi, alle emergenze storico-architettoniche<br />
come opifici, caselli idraulici, o<strong>per</strong>e di bonifica in genere, alle ricadute della cultura nella<br />
gastronomia.<br />
4.4.2. Area del contesto<br />
Va<strong>lo</strong>ri di riferimento<br />
- Tradizione. Gli eventi presentati rendono conto del <strong>per</strong>ché si inserisca il va<strong>lo</strong>re della tradizione tra<br />
quelli di riferimento: festeggiamenti, ricorrenze, celebrazioni sono fattori vitali, poiché ribadiscono e<br />
reiterano la presenza di elementi antichi, nel momento in cui essi siano ancora significanti e non<br />
semplici reminiscenze del passato.<br />
- Continuità. I prodotti (turistici, ma anche in senso più stretto artigianali e alimentari) trovano nella<br />
<strong>lo</strong>ro immutevolezza un elemento di forza.<br />
- Qualità. Strutture, tecniche, prodotti di una volta possono avere specifiche di qualità su<strong>per</strong>iori a quelli<br />
moderni; il turista <strong>lo</strong> <strong>per</strong>cepisce, a volte erroneamente, a volte a ragione.<br />
- Autenticità. G<strong>lo</strong>balizzazione, standardizzazione, livellamento verso il basso, anonimia sono fattori<br />
che vengono esclusi dagli specifici prodotti presenti il questa chiave di lettura tematica che si<br />
caratterizzano <strong>per</strong> specificità, tradizione, salubrità, storia.<br />
- Memoria. Per entrare in contatto con il territorio in cui si è turisti (il territorio dell’Unione), si deve<br />
conoscerne la storia e si devono visitare i suoi testimoni: chiese, castelli, musei, strade e ponti<br />
possono dirci con voce suadente ciò che si deve leggere su una guida.<br />
Eventi esistenti emersi sulla base del censimento documentale sulla base degli incontri e delle<br />
interviste sul campo - esempi<br />
Un elemento da prendere in considerazione è quel<strong>lo</strong> dell’animazione, da intendersi come servizio<br />
collaterale alla disponibilità di prodotti, ma che nell’intenzione di portare in maggior evidenza<br />
l’autenticità del territorio e le sue caratteristiche culturali e relazionali, diviene fattore strategico<br />
dell’intero progetto. A maggior ragione, al di là dell’elencazione seguente, l’approfondimento della<br />
presenza degli eventi, un <strong>lo</strong>ro coordinamento e il tentativo di presentarli sotto un unico cartel<strong>lo</strong>ne,<br />
risultano essere determinanti elementi costitutivi del progetto.<br />
Esempi di eventi esistenti emersi sulla base del censimento documentale e degli incontri sul campo– Tema “Uomini, nebbie, miti<br />
e castelli”<br />
Evento Luogo Tempo Note esplicative<br />
Rievocazione San<br />
Geminiano<br />
Finale Emilia<br />
(Massa Finalese)<br />
31 gennaio<br />
“Biciclettata” Camposanto primavera<br />
Rievocazione storica San Geminiano (il santo,<br />
patrono diocesano, tra l’altro famoso <strong>per</strong><br />
l’intervento a difesa di Modena contro le orde<br />
unne attraverso l’intercessione <strong>per</strong> una fitta nebbia<br />
a difesa della città).<br />
E’ organizzata dalla polisportiva Panaro e si tiene<br />
lungo i <strong>per</strong>corsi ciclabili che costeggiano le ville<br />
108
“Sagra della<br />
Lumaca”<br />
“3° festa del<br />
Coniglio”<br />
“Cortili in<br />
musica”<br />
“Sagra<br />
dell'Anatra”<br />
“Millenaria Fiera<br />
di Bruino”<br />
Finale Emilia<br />
dal 1 al<br />
10 agosto<br />
Mirandola giugno<br />
Concordia<br />
Finale Emilia<br />
(Massa Finalese)<br />
Medolla<br />
giugno e<br />
luglio<br />
dall'11 al 16<br />
agosto<br />
Settimana<br />
della I<br />
domenica di<br />
luglio<br />
storiche<br />
Esemplificazione dei mangiari forniti dal bosco di<br />
pianura<br />
Esemplificazione dei mangiari forniti dal bosco di<br />
pianura<br />
un progetto di va<strong>lo</strong>rizzazione dei cortili cittadini,<br />
la manifestazione prevede concerti di buon livel<strong>lo</strong><br />
Esemplificazione dei mangiari forniti dal bosco di<br />
pianura<br />
Settimana a caval<strong>lo</strong>. Iniziativa importante centrata<br />
sull’eno-gastronomia. Il caval<strong>lo</strong> come tema degli<br />
allevamenti Estensi e degli ampi spazi<br />
“A cena coi Pico” Mirandola settembre Rievocazione storica, enogastronomia, falconeria<br />
“Saggi musicali”<br />
“Finalestense” Finale<br />
“Caccia alla volpe<br />
nelle valli”<br />
Tutti i comuni<br />
dell’Area Nord.<br />
“Festival<br />
Musicale Estense” Mirandola<br />
tutto l’anno<br />
scolastico<br />
15-16-17<br />
settembre<br />
Il progetto, scuola di musica, prevede una sorta di<br />
“scuola itinerante” con gli insegnanti che si<br />
spostano presso le diverse sedi del territorio sulla<br />
base di un calendario prefissato all’inizio<br />
dell’anno scolastico. A conclusione delle lezioni<br />
gli allievi si esibiscono in saggi musicali che si<br />
svolgono in tutti i comuni dell’Area<br />
Rievocazione storica, enogastronomia<br />
Mirandola 1 ottobre Si ricollega alle cacce dei nobili nelle valli<br />
da settembre<br />
a novembre<br />
Re<strong>per</strong>torio con strumenti e <strong>prassi</strong> esecutive<br />
dell’epoca. I concerti si svolgono in luoghi storici:<br />
chiese, palazzi, castelli e musei.<br />
Prodotti esistenti emersi sulla base del censimento documentale sulla base degli incontri e delle<br />
interviste sul campo - esempi<br />
Come ricordato in premessa, <strong>per</strong> “prodotti turistici” intendiamo in concreto elementi dell’offerta turistica<br />
(anche alternativamente) identificati in termini di marketing, va<strong>lo</strong>rizzati e specificamente promossi,<br />
commercializzati, venduti al turista. Tra questi ad esempio i pacchetti turistici commercializzati, gli<br />
itinerari, le mostre <strong>per</strong>manenti, i musei, i parchi, le strutture ricettive e ristorative, le altre strutture di<br />
rilevanza turistica e le attrattive storiche, artistiche e culturali. Qui di seguito. riportiamo alcuni esempi di<br />
prodotti esistenti mappati <strong>per</strong>ché coerenti con la proposta in oggetto.<br />
Tab. 4.2. Esempi di prodotti esistenti emersi sulla base del censimento documentale e delle interviste ed incontri sul campo –<br />
Tema “Uomini, nebbie, miti e castelli”<br />
Prodotto Tipo<strong>lo</strong>gia Luogo Note esplicative<br />
Palazzo Viani Palazzo storico<br />
Chiesa di Fossa Chiesa<br />
Cappelletta del<br />
Duca<br />
Concordia sulla<br />
Secchia<br />
Concordia sulla<br />
Secchia<br />
Cappella votiva Medolla<br />
Malcantone Borgo storico<br />
Medolla –<br />
Malcantone<br />
Parrocchiale Chiesa San Possidonio<br />
Torre dei<br />
Ferraresi e<br />
corte<br />
Villa storica Camposanto<br />
In <strong>lo</strong>calità Vallalta è il Palazzo Viani, il cui interno è<br />
impreziosito da un maestoso sca<strong>lo</strong>ne marmoreo<br />
Ospita il Santuario di San Massimo, con il corpo del<br />
Santo. La chiesa è arricchita da un organo del Triari<br />
del 1739.<br />
C’era una gelida nebbiolina la mattina del 16<br />
novembre 1848, quando il Duca Francesco V si<br />
fermò con il suo seguito nei pressi dell’Osteria delle<br />
Tre Torri di Villafranca…<br />
A Malcantone “allignavano ladri e briganti della<br />
peggiore specie” sostiene il “medollese” Alessandro<br />
Tassoni nella sua “Secchia rapita”.<br />
La Chiesa Parrocchiale è il principale<br />
monumento della cittadina.<br />
Antica residenza estiva dei marchesi Levizzani,<br />
d’impianto seicentesco<br />
109
Ville Padronali Ville storiche Camposanto<br />
Duomo Chiesa Finale Emilia<br />
Chiesa di San<br />
Barto<strong>lo</strong>meo<br />
Cimitero<br />
Ebraico<br />
Chiesa Finale Emilia<br />
Cimitero Finale Emilia<br />
Palazzi finalesi Palazzi storici Finale<br />
Castel<strong>lo</strong><br />
Carrobbio<br />
Castel<strong>lo</strong> dei<br />
Pico<br />
Castel<strong>lo</strong><br />
Finale Emilia –<br />
Massa Finalese<br />
Castel<strong>lo</strong> Mirandola<br />
Duomo Chiesa Mirandola<br />
Chiesa del<br />
Gesù<br />
Ville<br />
Chiesa Mirandola<br />
Ville e<br />
strutture<br />
storiche<br />
Corte Tusini Villa con bosco<br />
Palazzo<br />
Castelvetro<br />
Palazzo storico<br />
San Pros<strong>per</strong>o<br />
sulla Secchia<br />
San Pros<strong>per</strong>o<br />
sulla Secchia<br />
San Pros<strong>per</strong>o<br />
sulla Secchia<br />
Villa Delfini Villa storica Cavezzo<br />
S. Maria ad<br />
Nives<br />
Rocca<br />
Palazzo del<br />
Monte<br />
Chiesa Cavezzo<br />
Castel<strong>lo</strong> –<br />
Museo<br />
Palazzo storico<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
Lungo le sponde del fiume Panaro vi sono una<br />
serie di ville padronali, tutte private, tra le quali<br />
“Torre dei Ferraresi”, “Villa Borsari”. Anche la<br />
scuola materna, sebbene modificata negli anni<br />
settanta, potrebbe essere considerata all’interno di<br />
questa categoria.<br />
È la maggiore delle chiese ed è intitolata ai SS.<br />
Filippo e Giacomo.<br />
Fu iniziata nel 1504 ad o<strong>per</strong>a della confraternita<br />
della Buona Morte, che aveva l’incarico di curare gli<br />
infermi ed ospitare i pellegrini. L’impianto attuale<br />
risale alla metà del ‘700. Nella nicchia della facciata<br />
si trova la statua in cotto di San Barto<strong>lo</strong>meo, del<br />
1750.<br />
Il cimitero ebraico di Finale Emilia è uno dei più<br />
antici e suggestivi dell’Emilia Romagna. Le lapidi<br />
recu<strong>per</strong>ate sono ad oggi 54. Le 20 più antiche sono<br />
incise in ebraico. La lapide più antica è del 1585.<br />
Residenza municipale, palazzo Corsari, palazzo<br />
Grillenzoni, ecc..<br />
Castel<strong>lo</strong> privato, in stile neogotico costruito<br />
all’inizio del XIX sec. su esempio di un castel<strong>lo</strong><br />
tedesco<br />
Purtroppo della antica Reggia fortificata della<br />
Mirandola non rimangono che pochi resti alterati. Il<br />
Castel<strong>lo</strong> fu distrutto in gran parte nel 1714 <strong>per</strong> <strong>lo</strong><br />
scoppio di una torre piena di polvere da sparo che fu<br />
incendiata da un fulmine durante un temporale<br />
Sito in Borgonuovo è il Duomo di Santa Maria<br />
Maggiore, costruito tra il 1400 e il 1470.<br />
La chiesa del Gesù fu voluta da Alessandro I Pico e<br />
fu edicata al Santissimo Nome di Gesù Cristo. La<br />
chiesa edificata nel 1621 ed ultimata nel 1689,<br />
venne assegnata ai Padri della Compagnia di Gesù,<br />
chiamati a Mirandola dai Pico <strong>per</strong> aprire e dirigere<br />
una Collegiata.<br />
Il territorio del Comune di San Pros<strong>per</strong>o sulla<br />
Secchia offre l'opportunità di osservare alcune delle<br />
più belle e caratteristiche costruzioni antiche della<br />
pianura modenese<br />
La corte Tusini ha impianto ottocentesco, con villa<br />
padronale costruita nel 1822 dai fratelli Tusini,<br />
immersa in un parco - giardino di circa 2 ha e<br />
mezzo, la serra e gli edifici rurali. Il Bosco ospita<br />
anche un <strong>per</strong>corso natura con relativa cartel<strong>lo</strong>nistica.<br />
Il palazzo, oggi detto Palazzo Giusti, è un complesso<br />
a corte a<strong>per</strong>ta composto da 8 edifici di epoche<br />
diverse, tra cui la casa padronale di forma quadrata e<br />
un’elegante torre difensiva.<br />
Complesso architettonico residenziale di impianto<br />
settecentesco, legato alla memoria del<strong>lo</strong> scrittore<br />
Antonio Delfini (1907-1963). Dispone di 6 ettari di<br />
parco, visitabile in estate, così come alcune sale<br />
della villa dedicate a manifestazioni di tipo musicale<br />
e letterario<br />
La costruzione trae la sua origine da una cappella<br />
medievale, ma viene modificata e completata<br />
all’inizio del ‘900.<br />
Le prime strutture fortificate della zona sono dovute<br />
al generale fenomeno di incastellamento che<br />
caratterizza il X seco<strong>lo</strong> della pianura padana, teatro<br />
in quel <strong>per</strong>iodo delle scorrerie degli Ungari.<br />
Eretto dalla Congregazione di Carità nel 1775 <strong>per</strong><br />
accogliervi il Santo Monte dei Pegni e il dazio, la<br />
cui istituzione risale al 1585, costituisce un notevole<br />
esempio di architettura settecentesca.<br />
110
Nicchie turistiche esistenti<br />
Non mappate.<br />
Attori da coinvolgere<br />
Per quanto concerne la gestione dei servizi e dei prodotti dell’idea progettuale proposta “Uomini,<br />
nebbie, mirti e castelli”, tra gli attori che sono già coinvolti nella conduzione di iniziative e attività<br />
coerenti all’idea e che – a diverso tito<strong>lo</strong> – risultano soggetti strategici <strong>per</strong> l’attivazione del progetto, o<br />
possono essere coinvolti sulla base di ambiti o<strong>per</strong>ativi più precisi e circostanziati, ricordiamo ad esempio:<br />
o rete delle organizzazioni pubbliche e private che effettuano comunicazione turistica. In tutti i Comuni<br />
dell’Area Nord molto attivi in tal senso gli assessorati competenti ed il sistema intebibliotecario<br />
presente su tutto il territorio;<br />
o tra le organizzazioni culturali che si occupano di recu<strong>per</strong>are, va<strong>lo</strong>rizzare e divulgare usi, costumi, e<br />
tradizioni della Area Nord l’associazione culturale “R6j6” di Finale Emilia, il Gruppo Studi della<br />
Bassa Modenese di San Felice, il Gruppo storico Cinquedea di Finale Emilia, Gruppo Storico<br />
Battaglione Estense di San Possidonio, Gruppo 9612 di Massa Finalese; Centro Internazionale di<br />
Cultura “Giovanni Pico della Mirandola”;<br />
o Il sistema delle strutture ricettive che propongono “pacchetti ambientali” e proposte di educazione<br />
ambientale (specie centri educazione ambientale, agriturismi, fattorie didattiche, bed&breakfast);<br />
o Strada dei vini e dei sapori “Terre Piane”;<br />
o -“Scuola di musica”, in tutti i comuni dell’Area nord;<br />
o Associazioni culturali e Associazioni di vo<strong>lo</strong>ntariato;<br />
o Associazione “Photoclub Eyes B.F.I.”, San Felice.<br />
o “Circo<strong>lo</strong> Fotografico Cavazzese”;<br />
o Associazione “In Musica” di Cavezzo che gestisce, tra l’altro, le sale prove <strong>per</strong> gruppi musicali;<br />
4.4.3 Area dell’innovazione<br />
Nuovi attori, nuovi prodotti e nuovi eventi<br />
a) Fanno parte di questo piano non so<strong>lo</strong> la risco<strong>per</strong>ta di leggende e di luoghi particolarmente evocativi<br />
ma anche la stutturazione di una sorta di festival delle scritture del fantastico nella Bassa Padana 41 dove<br />
sia possibile con racconti-letture animate e incontri con gli autori incontrare finalmente animali come la<br />
bosma, la palpastriga, il foionco e il magalasso o <strong>per</strong>sonaggi come Antonio Bernardi, detto Al Barnardon<br />
e Il Biscia, principe dei ladri della bassa.<br />
b) Letture animate e incontri teatralizzati anche in inverno con la “nebbia” che crea le quinte di questo<br />
immaginario teatro all’a<strong>per</strong>to (servizio navetta da Modena e utilizzo piste ciclabili)<br />
c) “Dietro la fiaba; un viaggio alla sco<strong>per</strong>ta delle radici storiche dei racconti popolari: i luoghi, le<br />
genti....i sogni”<br />
Traccia <strong>per</strong> un ipotetico convegno: “Il Mondo Incantato, il Mondo Disincantato. Scenari<br />
dell'Immaginazione tra Fiaba e Favola”. Oggetto del Convegno la molteplicità di aspetti inconsueti, temi,<br />
suggestioni e problemi di natura antropo<strong>lo</strong>gica, storica, simbolica, <strong>lo</strong>gica, artistica, pedagogica, etc., che<br />
le favole e i <strong>lo</strong>ro mondi sempre inscenano e trascinano con sé. Proposito dell’incontro è cercare di<br />
proporre una sorta di “ria<strong>per</strong>tura” di temi che si organizzano attorno all’endiade fiaba/favola cercando di<br />
esp<strong>lo</strong>rare gli alchemici mondi di ciò che storicamente è divenuto fiaba o favola e, attraverso l'apporto di<br />
sguardi molteplici (antropo<strong>lo</strong>gia, psico<strong>lo</strong>gia, socio<strong>lo</strong>gia, etc.), indagarne le suggestioni.<br />
41 Sull’ipotesi di un festival delle scritture del fantastico nella Bassa Padana è possibile ricercare la collaborazione di<br />
Giovanni Negri che risiede oggi a Ferrara. Ha insegnato letteratura italiana negli Istituti su<strong>per</strong>iori e all’Università di Parma. È<br />
autore de “I misteri della Bassa, Per terra acqua aria e fuoco, Anto<strong>lo</strong>gia della civiltà letteraria padana del Novecento”, Firenze<br />
1982. Ha curato volumi i quali “I co<strong>lo</strong>ri di Ferrara: 4 racconti di Mauro Felisatti, Vincenzo Montavani, Gianfranco Rossi, Gian<br />
Pietro Testa”, Ferrara 1993; “Il fantastico mondo di Giuseppe Pederiali”, Reggio Emilia 2000; ed è autore di vari articoli e<br />
contributi come, da ultimo del «Ritratto del Po. Natura e civiltà del delta polesano nelle scritture del nostro tempo», in Gavioli L.<br />
(a cura di) “II Po in controluce. Arte padana, alluvione e dintorni Cata<strong>lo</strong>go della mostra”, Padova 2001. In particolare nel 2002<br />
ha pubblicato <strong>per</strong> Edizione Sciaca, Cento (FE) “Scritture del fantastico nella bassa padana del nostro tempo” in cui analizza<br />
l’o<strong>per</strong>a di vari scrittori.<br />
111
d) “Giardini e ville in musica”<br />
Per far “vivere” quell’immenso patrimonio che sono ville, casini, parchi e castelli non c’è niente di<br />
meglio che la musica che grazie alla sua eterea consistenza riesce a uscire dai confini architettonici e<br />
“spalmarsi” sul territorio. La scuola di musica, presente in tutti i comuni dell’Area Nord, organizza corsi<br />
di chitarra, pianoforte, violino, <strong>per</strong>cussioni, strumenti a fiato, propedeutica musicale e canto moderno,<br />
rivolti ai ragazzi dai 6 anni in avanti e agli adulti, oltre a lezioni <strong>per</strong> alunni disabili. Il progetto prevede<br />
una sorta di “scuola itinerante” con gli insegnanti che si spostano presso le diverse sedi del territorio sulla<br />
base di un calendario prefissato all’inizio dell’anno scolastico. A conclusione delle lezioni gli allievi si<br />
esibiscono in saggi musicali che si svolgono in tutti i comuni dell’Area Nord. Quindi questa può essere<br />
l’occasione <strong>per</strong> programmare una serie di eventi da tenersi nelle ville storiche.<br />
e) “Percorsi storici”<br />
Poichè dal censimento emerge un patrimonio storico-artistico, legato alle chiese, di notevole pregio e<br />
che accomuna tutti i comuni dell’Unione si propone di costruire un circuito ad hoc, previa la verifica della<br />
disponibilità all’a<strong>per</strong>tura da parte dei proprietari, (Curia, privati e enti pubblici)<br />
Nuove nicchie turistiche.<br />
Appassionati di arte, storia e letteratura.<br />
Appassionati di beni culturali ed architettonici.<br />
Scrittori, romanzieri e poeti ed aspiranti tali.<br />
112
4.5 “I luoghi del<strong>lo</strong> scambio”<br />
4.5.1 Area dell’ideazione<br />
Dall’analisi dei territori dei comuni emerge con chiarezza la vocazione agricola degli stessi. Ma il<br />
processo di “co<strong>lo</strong>nizzazione”, nel senso più letterale del termine, fu lungo, e attuato con rapidità e<br />
decisione soltanto a partire dal II seco<strong>lo</strong> a.C. <strong>per</strong> impulso dei Romani, interessati a fare della pianura<br />
padana un grande centro agrico<strong>lo</strong>. Fino a quel momento, infatti, le terre coltivate erano poche, e la natura<br />
godeva di un predominio incontrastato, fatto di paludi e di ampie zone boschive. L’importanza della<br />
“co<strong>lo</strong>nizzazione” romana non si manifesta so<strong>lo</strong> nella centuriazione della quale ben pochi segni restano in<br />
epoca contemporanea nei territori dei comuni Area Nord, e in una grande o<strong>per</strong>a di bonifica, ma anche, se<br />
non soprattutto, nella costruzione di due importanti assi viari: sono la via che conduceva da Modena a<br />
Verona, e da questa al Brennero, e la via che da Modena si dirigeva verso Este. Primi segni di<br />
un’antropizzazione stanziale furono <strong>lo</strong> sfruttamento di ampi spazi fino a quel momento incolti e <strong>lo</strong><br />
<strong>sviluppo</strong> delle prime attività artigianali; ma ancora in epoca romana non esistevano la quasi totalità dei<br />
centri abitati attuali. Il processo di antropizzazione in un paesaggio sempre più a vocazione agricola<br />
continua <strong>per</strong> tutto il medioevo e all’epoca dei primi interessi del libero comune di Modena erano già<br />
attive in zona importanti reti commerciali. Conclusa l’epoca canossiana e quella del dominio dell’abbazia<br />
nonantolana fu Modena ad assumere il control<strong>lo</strong> della pianura verso il Po. Gli interessi del comune erano<br />
ovvi: prelievo fiscale, rifornimenti alimentari <strong>per</strong> una città in rapida espansione, possibilità di aprire nuovi<br />
mercati. Ancora in epoca moderna la famiglia contadina, organizzata attorno al sistema<br />
dell’autosufficienza, si rivolgeva al mercato esclusivamente <strong>per</strong> quei beni che non poteva re<strong>per</strong>ire in altro<br />
modo. La famiglia artigiana, invece, dipendeva esclusivamente dal mercato anche <strong>per</strong> i beni e i generi<br />
alimentari di prima necessità. E infatti il momento principale del commercio <strong>lo</strong>cale era il mercato<br />
settimanale, che in alcuni centri nasce nei primi decenni dell’XVIII seco<strong>lo</strong>. A Cavezzo, ad esempio, il<br />
mercato settimanale del mercoledì si tiene dal 1719. All’aspetto commerciale del mercato si<br />
accompagnava anche una funzione sociale. Protagonisti dei primi mercati settimanali erano ortaggi,<br />
animali da cortile e oggetti prodotti dagli artigiani del luogo. In epoca attuale, nei comuni dell’Area Nord,<br />
mercati e fiere si svolgono con regolarità; a questi, si affiancano numerose manifestazioni che si<br />
potrebbero definire “collaterali”, che completano così la già ampia e ben organizzata offerta. Per fare un<br />
esempio si potrebbe citare il caso della “Fiera di Settembre” di San Felice sul Panaro: accanto all’evento<br />
espositivo, che ha come teatro la Rocca e il piazzale ad essa attigua, sono organizzate gare sportive,<br />
convegni e spettacoli vari <strong>per</strong> le vie del paese.<br />
A questo punto, è bene riassumere qualche concetto utile a chiarire i motivi che hanno spinto verso la<br />
proposta di un tema legato ai mercati e alle fiere, dunque ai luoghi del commercio e del<strong>lo</strong> scambio. In<br />
primo luogo, la particolare posizione geografica dei centri dell’area, situati a ridosso delle vie di<br />
comunicazione che collegavano la Pianura Padana con l’Europa continentale (quelle primitive strade che<br />
oggi trovano espressione nella Statale che conduce dall’Abetone al Brennero, <strong>per</strong> intenderci) e della<br />
viabilità minore che univa i capoluoghi dei possedimenti Estensi, ha <strong>per</strong>messo uno <strong>sviluppo</strong> commerciale,<br />
legato sia ai prodotti della terra sia agli oggetti dell’artigianato, e in epoca attuale all’industria, di una<br />
certa entità. In secondo luogo, gli interessi prima romani, poi modenesi e reggiani, poi ancora estensi,<br />
hanno fatto sì che <strong>per</strong> secoli si sia conservata la struttura sociale e fondiaria dei territori dell’area. Diretta<br />
conseguenza è una forte identità rurale, e la <strong>per</strong>sistenza di numerosi prodotti tipici oggi protagonisti di<br />
tante sagre e feste sia nei centri maggiori, sia nelle piccole frazioni. Ma è proprio la struttura sociale ad<br />
avere <strong>per</strong>messo la nascita dei primi mercati, cui si rivolgevano i contadini <strong>per</strong> vendere i prodotti non<br />
dovuti ai padroni delle terre, e quegli artigiani che non potevano altrimenti procurarsi di che vivere. E ben<br />
presto a questi piccoli mercati si affiancarono importanti fiere, come l’antichissima “fiera di Bruino” e la<br />
già citata fiera di San Felice.<br />
Proprio a fronte di tutte queste considerazioni sulla storia della società dei luoghi in questione è stato<br />
pensato il tema del<strong>lo</strong> scambio commerciale. Potrebbe avere infatti significato rivitalizzare le iniziative<br />
presenti, da rivedere ora non so<strong>lo</strong> nell’ottica dell’opportunità economica, ma anche in quella più generale<br />
del tempo libero.<br />
Confini “semantici” e territoriali; target dei destinatari<br />
Ma che cosa è, e cosa significa il tema del<strong>lo</strong> scambio commerciale? E cosa, nella realtà dei fatti, <strong>lo</strong><br />
riguarda e, dunque, gli fa acquisire significato?<br />
113
Il commercio, cui si lega fortemente la produzione <strong>lo</strong>cale, fa parte del patrimonio culturale di una<br />
comunità. E cultura è identità individuale e collettiva. Proprio partendo da questo presupposto si devono<br />
andare a leggere ed analizzare tutti quegli eventi, i prodotti e gli attori che caratterizzano la quotidianità e<br />
le tradizioni dei luoghi e che, di conseguenza, danno senso e significato al tema in questione e al<strong>lo</strong> sforzo<br />
fatto <strong>per</strong> propor<strong>lo</strong>.<br />
Accanto ai mercati settimanali, la cui importanza non è testimoniata solamente dalla <strong>lo</strong>ro quantità<br />
(alcuni comuni propongono più giorni di mercato all’interno della settimana), dal numero degli ambulanti<br />
(più di seicentocinquanta sono quelli attivi nei comuni dell’Area Nord) e dal numero dei visitatori che si<br />
aggira intorno alle 25mila presenze, ma anche da un progetto, molto recente, di promozione e<br />
va<strong>lo</strong>rizzazione di questi, attraverso interventi strutturali e di marketing cui sta lavorando l’Unione dei<br />
Comuni, si affiancano tutta una serie di fiere, feste e sagre che hanno nel commercio la propria linfa<br />
vitale. Sulle sagre è bene aprirsi a qualche ulteriore considerazione. Se è vero che oggi all’evento<br />
fieristico si accompagna ben volentieri la promozione dei prodotti tipici <strong>lo</strong>cali, non sempre si può <strong>per</strong>ò<br />
considerare il prodotto tipico come significante del<strong>lo</strong> scambio commerciale. In altre parole: si sta qui<br />
considerando un sistema sociale che ha portato sì alla conservazione delle tradizioni alimentari e<br />
artigianali, ma che ha anche portato al<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> di reti commerciali che da queste mantengono una certa<br />
autonomia. Quel<strong>lo</strong> che si vuole qui infatti evitare è confondere la promozione dei va<strong>lo</strong>ri del commercio e<br />
dei mercati con l’evento che come obiettivo si pone la promozione di un prodotto <strong>lo</strong>cale, anche se<br />
affiancata da iniziative espositive e di scambio.<br />
Destinatari primari di una va<strong>lo</strong>rizzazione studiata in questo senso sono gli abitanti del luogo, in<br />
quell’ottica di risco<strong>per</strong>ta della propria storia, e quindi della propria cultura, cui tanto si dà importanza in<br />
una società in continuo divenire. Ma l’importanza e il successo di alcune manifestazioni e di alcuni<br />
prodotti fa pensare a includere nell’ambito dei destinatari anche un turismo <strong>lo</strong>cale, di provenienza<br />
“interprovinciale”, considerando il carattere “di frontiera” che i territori dell’Area Nord si portano dietro<br />
da secoli. Associazioni, comitati e altre organizzazioni di questo tipo sono poi da tenere in particolare<br />
considerazione dal momento che a <strong>lo</strong>ro, nella maggior parte di casi, è demandata l’organizzazione e <strong>lo</strong><br />
svolgimento degli eventi.<br />
4.5.2 Area del contesto<br />
Va<strong>lo</strong>ri di riferimento<br />
Torniamo a considerare la storia quotidiana delle genti dei territori che stiamo analizzando. Per ben<br />
comprendere i va<strong>lo</strong>ri cui si fa qui riferimento una citazione tratta dalla pubblicazione, da parte del<br />
Comune di Cavezzo e a cura di Chiara Fattori, “Il setaccio della memoria”:<br />
“Quando non c’era la scuola, mia mamma mi portava con lei al mercato, dove vendeva la stoffa con un banco.<br />
Così stava più tranquilla. Per farmi passare il tempo aveva inventato una cosa che <strong>per</strong> me era un divertimento, e<br />
intanto serviva <strong>per</strong> avere qualche soldo in più. Mi aveva costruito un banchino, che disponeva vicino al suo; sopra ci<br />
metteva un bensone bel<strong>lo</strong> grande, cotto in casa il giorno prima. Io stavo dietro al banchino, lì vicino a mia madre; lei<br />
mi tagliava il dolce in tante fette, io ne mangiavo so<strong>lo</strong> una o due, e il resto <strong>lo</strong> vendevo ai bambini che passavano <strong>per</strong><br />
il mercato; ogni fetta saranno stati non più di due o tre soldi. Anche la venditrice di bensone al mercato ho fatto da<br />
piccola”.<br />
Due sono gli aspetti che emergono. Il primo, evidente: l’attività commerciale, da svolgere facendo<br />
fruttare al massimo le proprie capacità (anche quella di cuoca, laddove ci fosse) con il più disparato<br />
espediente è stata, ed è, fonte di guadagno. La seconda, indiretta: il mercato riguarda tutta la società, non<br />
so<strong>lo</strong> <strong>per</strong>ché essa in tutte le sue categorie si sente chiamata a parteciparvi, ma <strong>per</strong>ché esso è fonte del<strong>lo</strong><br />
<strong>sviluppo</strong> <strong>lo</strong>cale, soprattutto quando si rivolge ad un pubblico non del luogo.<br />
Un’ulteriore considerazione: <strong>per</strong>ché non pensare al mercato e alla fiera come vetrina <strong>per</strong> chi viene da<br />
fuori, del “sa<strong>per</strong> fare” dei produttori <strong>lo</strong>cali?<br />
Si potrebbe dunque concludere che il commercio è una delle anime della cultura di questi luoghi, fonte<br />
di identità ancor prima che di <strong>sviluppo</strong> economico e sociale. Una cultura oggi da vendere. E della cultura<br />
fa parte: prodotti <strong>lo</strong>cali, come ricette, oggetti d’artigianato, musei, o<strong>per</strong>e d’arte, ma anche <strong>per</strong>sone, usi e<br />
costumi, miti, leggende e curiosità.<br />
114
Eventi esistenti emersi sulla base del censimento documentale e sulla base degli incontri e delle<br />
interviste sul campo – esempi<br />
Di seguito vengono messi in evidenza gli eventi di maggior rilevanza e di più stretta attinenza al tema<br />
proposto. È importante sottolineare come tale elenco non abbia tito<strong>lo</strong> di esaustività, ma anzi di<br />
suggestione di eventuali ragionamenti estensivi (ad esempio, l’indicazione di alcune feste e sagre<br />
potrebbe suggerire l’incentivazione di una promozione unica <strong>per</strong> queste assieme ad altre sagre che si<br />
tengono annualmente nel territorio dell’Unione).<br />
Un elemento da prendere in considerazione è quel<strong>lo</strong> dell’animazione, da intendersi come servizio<br />
collaterale alla disponibilità di prodotti, ma che nell’intenzione di portare in maggior evidenza<br />
l’autenticità del territorio e le sue caratteristiche culturali e relazionali, diviene fattore strategico<br />
dell’intero progetto. A maggior ragione, al di là dell’elencazione seguente, l’approfondimento della<br />
presenza degli eventi, un <strong>lo</strong>ro coordinamento e il tentativo di presentarli sotto un unico cartel<strong>lo</strong>ne,<br />
risultano essere determinanti elementi costitutivi del progetto.<br />
Tab. 5.1. Esempi di eventi esistenti emersi sulla base del censimento documentale e degli incontri sul campo – Tema “I mercati<br />
dalla storia ad oggi”<br />
Evento Luogo Tempo Note esplicative<br />
Il mercatino delle<br />
antiche<br />
meraviglie<br />
Mirandolantiquari<br />
a<br />
Mercatino<br />
dell’arte e<br />
dell’hobby<br />
Concordia in<br />
Fiore<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
Mirandola<br />
Cavezzo<br />
Concordia sulla<br />
Secchia<br />
Fiera d’Aprile Finale Emilia<br />
1° domenica di<br />
ogni mese<br />
2° domenica di<br />
ogni mese<br />
3° domenica di<br />
ogni mese, Piazza<br />
Fratelli Cervi<br />
Mostra mercato dell’antiquariato, delle cose<br />
usate e da collezione<br />
Mercatino dell’antiquariato e del<br />
modernariato<br />
Oggi i mercatini dell’antiquariato e delle<br />
cose usate hanno un discreto successo e<br />
rappresentano una alternativa ai mercati<br />
ordinari<br />
25 aprile È anche detta “Festa dei fiori e della libertà”<br />
25 aprile – 1°<br />
maggio<br />
Maggio in fiera Mirandola Maggio<br />
Fiera di Bruino Medolla<br />
Fiera di<br />
Camposanto<br />
Fiera di Luglio<br />
Fiera di settembre<br />
Festa<br />
dell’Agricoltura<br />
Fiera di<br />
Settembre<br />
Camposanto<br />
San Pros<strong>per</strong>o<br />
sulla Secchia<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
1° settimana di<br />
luglio<br />
2° domenica di<br />
luglio<br />
3° mercoledì di<br />
luglio<br />
1° settimana di<br />
settembre<br />
Finale Emilia 8-10 settembre<br />
Cavezzo<br />
Finale Estense Finale Emilia<br />
Fiera di<br />
Ognissanti<br />
Concordia sulla<br />
Secchia<br />
2° settimana di<br />
settembre<br />
15-16-17<br />
settembre<br />
1° novembre<br />
Varie iniziative: mercati straordinari,<br />
rassegne, spettacoli musicali e teatrali,<br />
proposte di informazione e di formazione<br />
Fiera millenaria. È il principale<br />
appuntamento di Medolla, e si tiene da secoli<br />
Gnocco e penne all’arrabbiata in piazza, da<br />
degustarsi tutti insieme, a stretto contatto<br />
delle associazioni cittadine<br />
Si è costituito un comitato fiera che<br />
comprende circa 14 gruppi di associazioni<br />
<strong>lo</strong>cali<br />
È una delle fiere più antiche dell'Emilia<br />
Romagna, fu infatti concessa nel 1614 dal<br />
duca Cesare d'Este. Protagonista da sempre è<br />
il prodotto della terra, accompagnato dai<br />
sapori della cucina tipica tradizionale.<br />
Importante fiera tradizionale, con presenza di<br />
antichi mestieri e <strong>per</strong>corsi didattici<br />
Iniziative culturali, folc<strong>lo</strong>ristiche e ricreative,<br />
oltre alle giostre <strong>per</strong> i più giovani<br />
Presenza di mercati storici<br />
“Durante questa manifestazione la comunità<br />
ha la possibilità di trovare conferma delle<br />
proprie radici, un momento ricreativo […]<br />
(<strong>per</strong>) riscoprire Concordia e i suoi abitanti”<br />
Prodotti esistenti emersi sulla base del censimento documentale sulla base degli incontri e delle<br />
interviste sul campo<br />
115
Come ricordato in premessa, <strong>per</strong> “prodotti turistici” intendiamo in concreto elementi dell’offerta turistica<br />
(anche alternativamente) identificati in termini di marketing, va<strong>lo</strong>rizzati e specificamente promossi,<br />
commercializzati, venduti al turista. Tra questi ad esempio i pacchetti turistici commercializzati, gli<br />
itinerari, le mostre <strong>per</strong>manenti, i musei, i parchi, le strutture ricettive e ristorative, le altre strutture di<br />
rilevanza turistica e le attrattive storiche, artistiche e culturali. Qui di seguito riportiamo alcuni esempi di<br />
prodotti esistenti mappati <strong>per</strong>ché coerenti con la proposta in oggetto.<br />
Esempi di prodotti esistenti emersi sulla base del censimento documentale e delle interviste ed incontri sul campo -Tema “I<br />
mercati dalla storia ad oggi”<br />
Prodotto Tipo<strong>lo</strong>gia Luogo Note esplicative<br />
Prodotto<br />
tipico <strong>lo</strong>cale<br />
Enogastronomia e<br />
artigianato<br />
Tutti i comuni<br />
Iniziative Manifestazioni Tutti i comuni<br />
Rocca Estense<br />
Emergenze<br />
storicoarchitettoniche<br />
San Felice sul<br />
Panaro<br />
Centro storico Centri storici Cavezzo<br />
Mercato<br />
dell’Hobby e<br />
dell’artigianat<br />
o<br />
Manifestazioni Medolla<br />
Tutte le iniziative (culturali, sportive,<br />
ricreative) che completano l’offerta degli<br />
eventi precedentemente descritti L’evento<br />
fiera spesso è accompagnato da altre<br />
iniziative di vario genere<br />
Contenitore delle manifestazioni espositive<br />
(anche piazzale antistante) della Fiera di<br />
Settembre. Per l’esposizione di alcuni<br />
prodotti è stata scelta una particolare<br />
ambientazione<br />
Il mercato domenicale coinvolge molte vie<br />
del centro storico. Il mercato si tiene dal<br />
1878, e riguarda tutto il centro<br />
Mercatino che fa parte delle manifestazioni<br />
de “Millenaria fiera di Bruino”. Non è un<br />
mercato a sé stante, ma fa parte delle tante<br />
iniziative della fiera<br />
Nicchie turistiche esistenti<br />
Appassionanti di shopping e di prodotti tipici, di mercati antichi, di artigianato storico ed artistico, etc.<br />
Attori da coinvolgere<br />
a) Comitati organizzatori degli eventi fieristici. In particolare, <strong>per</strong> alcuni comuni:<br />
“Consorzio di promozione del centro storico e delle sue attività” – Mirandola;<br />
“Commissione consiliare <strong>per</strong> la riqualificazione del centro storico” – Concordia sulla Secchia,<br />
raccoglie numerose associazioni cittadine;<br />
“Centro culturale” – Midolla;<br />
“Comitato fiera” – San Pros<strong>per</strong>o sulla Secchia;<br />
b) Associazioni sportive, culturali e di vo<strong>lo</strong>ntariato che si occupano dell’organizzazione e del<strong>lo</strong><br />
svolgimento degli eventi;<br />
c) Progetto <strong>per</strong> rilanciare i mercati – Unione dei comuni modenesi Area Nord (in atto);<br />
d) Assessorati al turismo, al tempo libero, interventi economici e attività produttive dei Comuni;<br />
e) Comitati o associazioni di esercenti (organizzazioni di categoria e sindacali di riferimento come<br />
CNA, LAPAM, etc.)<br />
4.5.3 Area dell’innovazione<br />
Va<strong>lo</strong>ri non tradizionali previsti<br />
È bene considerare che accanto all’evento fieristico in sé, esistono tutta una serie di iniziative che<br />
accrescono la fruibilità dell’evento stesso. Tra queste, la promozione dei prodotti tipici <strong>lo</strong>cali, siano essi<br />
enogastronomici o artigianali, ha un notevole peso. Si potrebbe al<strong>lo</strong>ra pensare di trovare una maggiore<br />
integrazione fra fiera e prodotto tipico, proprio in quell’ottica di possibilità di mettere in mostra il “sa<strong>per</strong><br />
fare” <strong>lo</strong>cale. Anche nei principali mercati, come quel<strong>lo</strong> domenicale di Cavezzo, si potrebbe pensare di<br />
accompagnare l’evento commerciale in sé alla promozione del prodotto tipico. Si pensa qui, ad esempio,<br />
116
a punti di ristoro attrezzati <strong>per</strong> la vendita o la semplice degustazione dei prodotti enogastronomici tipici<br />
della cucina <strong>lo</strong>cale.<br />
Un secondo va<strong>lo</strong>re attiene all’animazione (storica, artistica, culturale,) dei “luoghi del<strong>lo</strong> scambio” <strong>per</strong><br />
riscoprire ed offrire al visitatore tradizioni ed identità <strong>lo</strong>cale.<br />
Nuovi attori, nuovi prodotti e nuovi eventi<br />
La promozione dei mercati e delle fiere passa anche <strong>per</strong> una <strong>lo</strong>ro qualificazione, e <strong>per</strong> una<br />
riqualificazione dei luoghi su cui questi hanno sede. Si fa riferimento alla predisposizione di aree di<br />
parcheggio <strong>per</strong> i visitatori, alla cartel<strong>lo</strong>nistica, alle insegne etc. A supporto di una tale qualificazione si<br />
potrebbe pensare la creazione di un’attività di formazione.<br />
Nuove nicchie turistiche<br />
Consideriamo soprattutto i mercatini presenti nell’area. Nuove nicchie turistiche potrebbero essere<br />
individuate tra gli appassionati di oggettistica varia, da collezione e di antiquariato, prodotti in particolare<br />
legati alle tradizioni del territorio di riferimento, sui quali questi mercatini potrebbero avere una grande<br />
attrazione.<br />
117
Capito<strong>lo</strong> 5. Outdoor training nell’Appennino modenese: competenze e luoghi<br />
si legano <strong>per</strong> dar vita a nuove forme di apprendimento<br />
Questo capito<strong>lo</strong> definisce il quadro concettuale e la individuazione di tecniche e compiti <strong>per</strong> la<br />
progettazione di programmi di outdoor training. Inoltre, vengono considerate alcune potenzialità del<br />
territorio dell’Appennino modenese relativamente alla metodo<strong>lo</strong>gia formativa utilizzata e la presentazione<br />
ed analisi di uno studio di caso, nonché elementi di autovalutazione finale del progetto.<br />
L’outdoor training è un metodo che può essere applicato a diversi tipi di obiettivi formativi inerenti<br />
alla formazione sui comportamenti; si basa sull'apprendimento es<strong>per</strong>ienziale poichè il model<strong>lo</strong> utilizzato è<br />
quel<strong>lo</strong> dell’ “apprendere prima” facendo es<strong>per</strong>ienze pratiche, attraverso una serie di attività strutturate, e<br />
poi riflettendo su di esse. Infatti, l’es<strong>per</strong>ienza diretta, l’azione che mobilita le risorse del partecipante, il<br />
forte coinvolgimento emotivo, facilitano il conseguimento di obiettivi formativi. 42<br />
Ambientare la formazione tradizionale in un contesto outdoor (non necessariamente da intendersi<br />
come “all’aria a<strong>per</strong>ta” 43 , ma anche come di una formazione erogata in “contesti a<strong>per</strong>ti, in cui il<br />
partecipante deve attivarsi rispetto a un mandato”) <strong>per</strong>mette di creare delle sinergie che rendono più<br />
efficace il momento formativo.<br />
Il carattere versatile e apparentemente “decontestualizzato” di questa forma di apprendimento “non<br />
tradizionale” prevede un impegno ancora maggiore, da parte del conduttore di tali attività, la necessità di<br />
una progettazione e di un’organizzazione metico<strong>lo</strong>sa ed affinata (partendo dai contesti professionali dei<br />
partecipanti, passando <strong>per</strong> la progettazione formativa di dettaglio e l’individuazione di <strong>lo</strong>cations e di<br />
materiali adeguati, fino alla fondamentale fase dell’analisi e revisione dell’es<strong>per</strong>ienza vissuta e la chiusura<br />
dell’iniziativa).<br />
Questa metodo<strong>lo</strong>gia formativa trova, quali target principali di riferimento, partecipanti con funzioni di<br />
management in organizzazioni complesse, caratteristica connessa anche agli obiettivi formativi più<br />
adeguatamente <strong>per</strong>seguibili con metodo<strong>lo</strong>gie <strong>formative</strong> outdoor: attivazione di risorse individuali in<br />
processi di cambiamento organizzativo, team building, potenziamento della capacità di gestione del<br />
cambiamento, problem solving, ecc.<br />
Parallelamente, è importante tener presente come il mondo produttivo moderno appare in <strong>per</strong>enne<br />
evoluzione, e <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> tecno<strong>lo</strong>gico ha imposto il “cambiamento continuo” come aspetto più importante<br />
a cui si deve fare fronte, in cui l’espansione dell’informazione e della conoscenza costituiscono<br />
l’elemento di fondamentale importanza ai fini della sopravvivenza e del<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong>. La capacità degli<br />
individui di avere a che fare con questo tipo di mondo si fonda sia su caratteristiche di adattamento, sia<br />
sulle capacità di provocare il cambiamento.<br />
La flessibilità, l’abilità di apprendere e l’apprendere ad apprendere sono spesso indicati come elementi<br />
caratterizzanti le competenze finalizzate alla gestione del cambiamento e alla possibilità di lavoro in molti<br />
contesti ed ambienti diversi.<br />
Anche il mondo economico negli ultimi anni ha focalizzato l’attenzione su temi quali<br />
l’apprendimento, le competenze, la formazione come parte integrante delle politiche e del<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong><br />
industriale. Si avverte la necessità di individuare un nuovo model<strong>lo</strong> di scambio tra l’individuo, le<br />
istituzioni e gli attori sociali.<br />
42 M. Rotondi, “Facilitare l’apprendere”, Ed. Franco Angeli, Milano, 2000, pp. 152 – 163.<br />
43 Se le es<strong>per</strong>ienze più tradizionali prevedono l’attivazione dei partecipanti in contesti molto mutevoli, che privano gli stessi<br />
di molti dei <strong>lo</strong>ro riferimenti classici, la presente metodo<strong>lo</strong>gia formativa può essere utile anche <strong>per</strong> realizzare, ad esempio, un<br />
seminario tradizionale in un contesto outdoor, <strong>per</strong> formare degli o<strong>per</strong>atori su alcuni "temi tecnici", creando al contempo un<br />
maggior spirito di appartenenza al gruppo, rafforzando anche il livel<strong>lo</strong> delle relazioni inter<strong>per</strong>sonali tra colleghi.<br />
118
I processi di trasformazione dell’economia e della società possono <strong>per</strong>ciò essere intesi anche come atti<br />
di apprendimento di nuovi va<strong>lo</strong>ri, comportamenti, competenze, tecno<strong>lo</strong>gie, modalità di interazione.<br />
Secondo questa chiave di lettura si impone come condizione base di cittadinanza un nuovo “diritto<br />
all’apprendimento”, tramite <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> del <strong>lo</strong>ng life learning, cioè dell’accesso continuo alle competenze<br />
durante il corso della vita, inteso come diritto/dovere fondante del nuovo patto tra individuo, impresa,<br />
istituzioni, strategia generale di un’economia dell’apprendimento.<br />
A questa tendenza macro, si affianca un ampliamento delle modalità <strong>formative</strong>, se è vero che con <strong>lo</strong><br />
spostamento paradigmatico del focus, nella concezione della formazione, dal teaching al learning, dalla<br />
didattica alla facilitazione dell’apprendimento, la funzione docente <strong>per</strong>de la sua centralità in vista<br />
dell’avanzare di nuove figure, o meglio di nuove dimensioni dell’essere formatori, in cui si presta sempre<br />
maggiore attenzione ed enfasi ai processi di facilitazione dell’apprendimento piuttosto che fermarsi alle<br />
specifiche delle singole docenze, in una formazione diffusa che travalica l’aula <strong>per</strong> accedere agli altri<br />
luoghi cognitivamente “potenti” (il luogo di lavoro stesso, contesti outdoor e altri contesti, che sono tra le<br />
altre cose in grado di sviluppare un processo emozionale, funzionale al sostrato motivazionale necessario<br />
all’apprendimento che alla sedimentazione dei concetti, dei meccanismi, delle competenze acquisite).<br />
In termini ancora più generali, infine, si può sottolineare come la formazione possa assumere il va<strong>lo</strong>re<br />
di un processo attraverso il quale un intero sistema economico territoriale, imprese e <strong>per</strong>sone, acquisisce<br />
competenze e professionalità necessarie a rispondere ai cambiamenti e <strong>per</strong> competere con altri sistemi,<br />
tramite azioni s<strong>per</strong>imentali relative all’offerta di outdoor training, che possano sostenere l’innovazione<br />
nell’organizzazione del lavoro, in particolare mirando all’introduzione di innovazione di prodotto e di<br />
processo e al<strong>lo</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> delle attitudini imprenditoriali come fattore di consolidamento delle realtà<br />
esistenti e di creazione di nuove imprese, <strong>per</strong> quanto concerne le agenzie <strong>formative</strong> da una parte e<br />
dall’altra la qualificazione dei servizi turistico ricettivi quali strumenti di va<strong>lo</strong>rizzazione delle specificità<br />
culturali e paesaggistiche del territorio (si pensi al tema delle <strong>lo</strong>cations, cioè dei luoghi fisici e dei<br />
paesaggi in cui erogare servizi formativi connessi all’outdoor training).<br />
Il progetto mira infatti a delineare un nuovo modo di fare (o meglio di essere) formazione ed un<br />
diverso ruo<strong>lo</strong> delle agenzie <strong>formative</strong>, incentivando sia la specificità della formazione come sistema<br />
trasversale e di supporto ai diversi ambiti socio-economici, professionali e culturali in cui la società si è<br />
organizzata, ma soprattutto un ruo<strong>lo</strong> di soggetto compartecipante a pieno tito<strong>lo</strong> alla progettazione,<br />
costruzione e s<strong>per</strong>imentazione di offerte <strong>formative</strong> “a mercato”, qualificandosi quindi quale o<strong>per</strong>atore che<br />
concorre, <strong>per</strong> le sue specifiche competenze, all’innovazione dell’offerta turistico/formativa<br />
nell’Appennino modenese. L’ente di formazione, <strong>per</strong>ciò, si s<strong>per</strong>imenta quale possibile agenzia di <strong>sviluppo</strong><br />
al servizio del territorio e delle sue sfaccettate esigenze, che sono prima da leggere, interpretare e validare<br />
(con metodo<strong>lo</strong>gie aggiornate e trasparenti) e poi da soddisfare, anche con il concorso di altri attori che<br />
possono arrecare indispensabile va<strong>lo</strong>re aggiunto. In questo senso la formazione può effettivamente, come<br />
spesso viene dichiarato, costituire una leva di crescita di un sistema sociale ed economico oltre ad essere<br />
strumento <strong>per</strong> l’attuazione e l’integrazione di obiettivi diversificati e complessi 44<br />
44 Balugani G., Della Casa C., Maselli E., Scaringella F., Tazzioli D., Materiali, strumenti e competenze della tradizione,<br />
Modena, Laboratorio Appennino Modenese – Provincia di Modena, 2004, p. 276.<br />
119
5.1 Definizione del concetto di Outdoor training<br />
5.1.1 Origini<br />
La principale palestra di s<strong>per</strong>imentazione del metodo dell’outdoor training fu rappresentata dalla<br />
Seconda Guerra Mondiale. Aristocratici e ufficiali dell’esercito inglese furono infatti i primi fruitori di<br />
questa metodo<strong>lo</strong>gia, proposta dalla “Scuola de accelerata del carattere”, fondata nel 1941 dal pedagogista<br />
tedesco Kurt Hahn. Il successo della scuola portò alla istituzione dell’Outward Bound Trust (nome<br />
ispirato al motto della scuola – Outward Bound – che si può tradurre come “Limite esterno”).<br />
Tale metodo<strong>lo</strong>gia ha cominciato a svilupparsi negli Stati Uniti sia in ambito militare che <strong>per</strong> facilitare<br />
l'integrazione fra gruppi di etnie diverse. Il campo di applicazione si è spostato anche verso ambiti diversi<br />
da quelli rieducativi a quelli sportivi, con finalità di coesione di gruppo, da quel<strong>lo</strong> puramente amatoriale, a<br />
quel<strong>lo</strong> estremo, conquistando pareri favorevoli in tutto il mondo. Ma è forse l'ambito manageriale quel<strong>lo</strong><br />
di maggior successo e impiego e quel<strong>lo</strong> che almeno <strong>per</strong> il momento, trova maggior applicazione anche in<br />
Italia.<br />
In Italia la diffusione di questa metodo<strong>lo</strong>gia formativa trova le sue radici nell’applicazione dei piani<br />
formativi dei rami italiani di multinazionali, alla fine degli anni ’80. Ma è so<strong>lo</strong> con un progressivo<br />
adattamento del model<strong>lo</strong> ang<strong>lo</strong>sassone alle specificità italiane (basti pensare che questa metodo<strong>lo</strong>gia ha<br />
dovuto su<strong>per</strong>are tutte le <strong>per</strong>plessità paventate dal mercato italiano, <strong>per</strong> una sua minore pragmaticità<br />
complessiva e minor propensione al cambiamento) che la domanda e l’offerta di questa metodo<strong>lo</strong>gia<br />
formativa troveranno una <strong>lo</strong>ro dimensione ed equilibrio nella seconda metà degli anni ’90 (anche se a<br />
tutt’oggi l’Italia è uno dei paesi che fa minor uso di questa metodo<strong>lo</strong>gia formativa.<br />
5.1.2Una definizione e le principali caratteristiche<br />
L’outdoor training è un metodo che può essere applicato a diversi tipi di obiettivi formativi inerenti<br />
alla formazione sui comportamenti. E’ una metodo<strong>lo</strong>gia formativa che si basa sull'apprendimento<br />
es<strong>per</strong>ienziale, in quanto il model<strong>lo</strong> utilizzato è quel<strong>lo</strong> di apprendere prima facendo delle es<strong>per</strong>ienze<br />
pratiche, attraverso una serie di attività strutturate, e poi riflettendo su di esse. Infatti, l’es<strong>per</strong>ienza diretta,<br />
l’azione che mobilita le risorse del partecipante, il forte coinvolgimento emotivo, facilitano il<br />
conseguimento di obiettivi formativi.<br />
L’outdoor training è definibile come una metodo<strong>lo</strong>gia formativa utilizzata in programmi di <strong>sviluppo</strong><br />
<strong>per</strong>sonale e professionale, tramite il supporto di situazioni concrete. L’outdoor traning ricomprende infatti<br />
una serie di attività che vengono svolte a fini didattici, <strong>per</strong> sviluppare determinati comportamenti dei<br />
partecipanti sotto la conduzione di un trainer appositamente preparato. Il carattere versatile e<br />
apparentemente “decontestualizzato” di questa forma di apprendimento “non tradizionale” prevede infatti<br />
un impegno ancora maggiore, da parte del conduttore di tali attività, la necessità di una progettazione e di<br />
un’organizzazione metico<strong>lo</strong>sa ed affinata (partendo dai contesti professionali dei partecipanti, passando<br />
<strong>per</strong> la progettazione formativa di dettaglio e l’individuazione di <strong>lo</strong>cations e di materiali adeguati, fino alla<br />
fondamentale fase dell’analisi e revisione dell’es<strong>per</strong>ienza vissuta e la chiusura dell’iniziativa).<br />
5.1.2.a Teorie di riferimento<br />
L’outdoor training, letteralmente traducibile come “Formazione all’esterno”, si ispira alle teorie di<br />
apprendimento dall’es<strong>per</strong>ienza, in una prospettiva di life<strong>lo</strong>ng learning, secondo la quale ogni occasione in<br />
cui la <strong>per</strong>sona si confronta con un’es<strong>per</strong>ienza è foriera di apprendimento, <strong>per</strong> tutto l’arco della vita.<br />
A questo pilastro teorico dell’outdoor training si affianca quel<strong>lo</strong> dell’intelligenza emotiva, che tiene in<br />
considerazione l’elemento emotivo ed emozionale nell’imparare prima e nell’agire poi.<br />
In ogni caso, quali che siano le teorie di apprendimento dall’es<strong>per</strong>ienza che possono sottostare alla<br />
progettazione di modelli di outdoor training, vi sono alcune caratteristiche di base, <strong>per</strong> quanto riguarda gli<br />
approcci che possono trovare utile l’Outdoor: dalla constatazione che ogni luogo ed ogni momento<br />
possono essere adatti all’apprendimento, alla convinzione che l’intuizione e l’emozione possono essere<br />
120
vettori d’apprendimento, dalla ricerca di contesti formativi divertenti, alla necessità di riuscire a<br />
proattivare il soggetto coinvolto in <strong>per</strong>corsi formativi (“…non si può comandare la formazione45”).<br />
5.1.2.b Metodo<strong>lo</strong>gia<br />
La metodo<strong>lo</strong>gia consiste nel portare i partecipanti "fuori" dalla realtà quotidiana, proponendo una serie di<br />
attività che conduca a pensare e ad agire uscendo dagli abituali schemi mentali. Una delle esigenze <strong>per</strong><br />
attivare processi di apprendimento grazie a proposte di outdoor training è quella di portare i partecipanti<br />
fuori dalla <strong>lo</strong>ro “zona di comfort”, <strong>per</strong> poter sfruttare la dimensione dell’emotività.<br />
I partecipanti messi di fronte ad attività e prove, che metaforicamente riproducono azioni e processi<br />
aziendali, acquisiranno consapevolezza e nuove abilità da trasportare successivamente nell'ambiente<br />
professionale.<br />
Per arrivare a questi obiettivi formativi, un <strong>per</strong>corso di outdoor training prevede necessariamente:<br />
� una rilevazione ed analisi delle esigenze con la committenza,<br />
� la conseguente progettazione formativa: In questa fase si scelgono le tecniche e il livel<strong>lo</strong> di<br />
difficoltà, le <strong>lo</strong>cations, le metafore, i tempi più adeguati <strong>per</strong> raggiungere gli obiettivi formativi. Si<br />
vanno ad individuare parallelamente quali siano i soggetti che possono andare a ricoprire i ruoli<br />
di chi darà vita all’outdoor training: il docente - tecnico che può rappresentare la guida del<br />
gruppo nell’es<strong>per</strong>ienza pratica, l’outdoor trainer, che vive l’es<strong>per</strong>ienza col gruppo e guida i<br />
momenti di rielaborazione, il referente <strong>lo</strong>gistico e delle attrezzature.<br />
� l’erogazione del <strong>per</strong>corso. L’erogazione è composta a sua volta da 5 fasi:<br />
� avvio: fase in cui è fondamentale preparare in profondità il momento dell’avvio, con la<br />
discussione degli obiettivi, il programma delle attività, le regole a cui i gruppi e i soggetti<br />
dovranno attenersi;<br />
� es<strong>per</strong>ienze attive, che devono essere adeguate <strong>per</strong> situazioni, difficoltà, coinvolgimento emotivo;<br />
� rielaborazione: fase importante, in cui vengono riesaminati i comportamenti tenuti nel corso delle<br />
es<strong>per</strong>ienze attive,<br />
� chiusura del programma e verifica dei risultati, momento in cui si facilita da parte del gruppo<br />
un’azione di valutazione complessiva dell’es<strong>per</strong>ienza, <strong>per</strong> cogliere elementi di trasferibilità degli<br />
apprendimenti in contesti reali e lavorativi.<br />
� Fol<strong>lo</strong>w-up di monitoraggio.<br />
5.1.2.c Setting<br />
L’outdoor training ha tra le sue caratteristiche anche alcune dimensioni strutturali, quali la scelta di<br />
<strong>lo</strong>cations adeguate, tecniche e pratiche <strong>per</strong> le esercitazioni, tempi di esecuzione del programma.<br />
Per quanto riguarda l’ambiente in cui condurre il programma di outdoor training, esso può variare al<br />
variare degli obiettivi fromativi. Solitamente, comunque, si tratta di posti e luoghi isolati e immersi nella<br />
natura, con spazi in cui si possano condurre senza interferenze le esercitazioni pratiche previste dai<br />
programmi formativi.<br />
Le tecniche e le pratiche che sostanziano le esercitazioni possono esser le più varie (dal rafting al softair,<br />
dall’orienteering all’alpinismo), ma devono essere scelte secondo quelle che sono le finalità <strong>formative</strong>.<br />
Un discrimine importante è rappresentato dal grado di difficoltà fisica ed organizzativa, <strong>per</strong> cui le<br />
tecniche possono essere ricompresse in classi di crescente coinvolgimento fisico ed emotivo.<br />
45 M. Rotondi, “Formazione Outdoor: apprendere dall’es<strong>per</strong>ienza”, Ed. Franco Angeli, Milano, 2004. pag 49<br />
121
Un programma di outdoor training deve avere una durata minima di 2 giorni e può essere anche di una<br />
settimana. In ogni caso, l’es<strong>per</strong>ienza in cui vengono calati i partecipanti è totalizzante, <strong>per</strong> cui non<br />
esistono spazi vuoti e anche i momenti serali vengono sfruttati dalla programmazione formativa outdoor.<br />
5.1.2.d Finalità<br />
Lo spettro degli obiettivi formativi <strong>per</strong>seguibili con programmi di outdoor training è ampio. I più<br />
significativi sono quelli di favorire l’attitudine alla leadership e alla membership, la possibilità di creare<br />
occasioni di apprendimento <strong>per</strong> quanto riguarda la capacità di lavorare in gruppo, di costruire capitale<br />
fiduciario, di rafforzare la capacità di ascoltare le altre <strong>per</strong>sone, s<strong>per</strong>imentare es<strong>per</strong>ienze in cui attuare<br />
metodi di problem solving, mettere le <strong>per</strong>sone a confronto con situazioni in cui devono attivare le <strong>lo</strong>ro<br />
capacità di innovazione e di creatività, lavorare sulla fiducia in sé e sulla convinzione di poter affrontare<br />
sfide.<br />
Questo elenco esemplificativo dimostra come questa metodo<strong>lo</strong>gia formativa <strong>per</strong>metta di attuare iniziative<br />
<strong>formative</strong> volte a sviluppare le capacità <strong>per</strong>sonali di ognuno, sia inteso come singo<strong>lo</strong> soggetto, sia come<br />
<strong>per</strong>sona calata in contesti organizzativi complessi.<br />
Da questo punto di vista, quindi, l’outdoor training trova come beneficiario principale organizzazioni<br />
(imprese, enti, società, associazioni), ovviamente nelle <strong>per</strong>sone che le animano. Non è comunque errato<br />
prevedere iniziative di outdoor training anche <strong>per</strong> un insieme di <strong>per</strong>sone che non provengano da un unico<br />
contesto organizzativo, nel caso in cui gli obiettivi formativi esplicitati siano significativi anche a livel<strong>lo</strong><br />
di singo<strong>lo</strong> partecipante.<br />
122
5.2 Tecniche e ruoli <strong>per</strong> l’outdoor training<br />
5.2.1 Tecniche<br />
La metodo<strong>lo</strong>gia dell’outdoor training ha tra le sue componenti fondamentali le tecniche che connotano<br />
le es<strong>per</strong>ienze e le attività di un intero programma.<br />
Queste tecniche possono essere differenziate rispetto al grado di difficoltà e di coinvolgimento<br />
emotivo (in altri termini, alla capacità di mettere fuori dalla zona di comfort i partecipanti). L’obiettivo,<br />
anche nel caso di utilizzo di tecniche più impegnative sotto questo punto di vista, non è mai quel<strong>lo</strong> di<br />
ricorrere a situazioni di rischio o di porre il partecipante in difficoltà fisica, quanto piuttosto di individuare<br />
tra le diverse tecniche utilizzabili quelle che più si possano adeguare agli obiettivi formativi, alle<br />
dotazioni economiche e di tempo di cui si dispone, preservando comunque gli elementi di avventura e di<br />
sfida <strong>per</strong> i partecipanti, <strong>per</strong>mettendo ad essi di trovarsi in un contesto coinvolgente, ricco di stimoli,<br />
idoneo a costruire relazioni fiduciarie.<br />
5.2.2 Tecniche attive<br />
Per raggiungere particolari obiettivi formativi occorre a volte inserire il corso in contesti ambientali<br />
particolari o utilizzare attività sportive.<br />
Solitamente ci si serve di attività comunemente praticate e inserite in ambienti particolari che hanno<br />
valenza e impatto emotivo molto forte ma necessitano di una accurata progettazione ed erogazione <strong>per</strong><br />
essere trasformate da attività sportive ad attività <strong>formative</strong>.<br />
Per garantire che un'attività in ambiente non sia so<strong>lo</strong> un evento emotivo ma divenga funzionale agli<br />
obiettivi formativi è necessario conoscere <strong>per</strong>fettamente l'attività in tutti i suoi aspetti tecnico-<strong>lo</strong>gistici;<br />
averla s<strong>per</strong>imentata <strong>per</strong> conoscerne i vissuti es<strong>per</strong>ienziali e emozionali; sa<strong>per</strong>la adattare, modificare e<br />
plasmare alle esigenze <strong>formative</strong>; avere a disposizione tecnici (guide, accompagnatori ecc..) che abbiano<br />
es<strong>per</strong>ienze e competenze <strong>per</strong>sonali di conduzione di gruppi in contesti formativi e non so<strong>lo</strong> ludici.<br />
Si tratta, ad esempio, di es<strong>per</strong>ienze di arrampicata ed alpinismo, speleo<strong>lo</strong>gia, trekking, canyoning e<br />
rafting, mountain bike e orienteering, barca a vela, soft – air.<br />
Per le finalità complessive del progetto “Analisi di mercato e attivazione di proposte <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong><br />
dell’outdoor training nell’Appennino Modenese”, di cui questo report fa parte, concentreremo la nostra<br />
analisi solamente su alcune di queste tecniche.<br />
5.2.2.a Trekking<br />
Il trekking è una tecnica che può risultare idonea a programmi di outdoor training volti a sviluppare<br />
capacità di o<strong>per</strong>are <strong>per</strong> obiettivi, attitudine all’osservazione e all’ascolto, capacità di gestione del tempo,<br />
capacità di sopportazione della fatica e di tolleranza ed adattabilità, <strong>per</strong> conquistare un obiettivo esterno<br />
ed interiore. Un’es<strong>per</strong>ienza di trekking <strong>per</strong>mette sicuramente di stimolare i partecipanti in un contesto non<br />
abituale e molto isolato, quindi ideale alla metodo<strong>lo</strong>gia dell’outdoor training.<br />
E’ una tecnica che può essere applicata in abbinamento ad un’uscita di più giorni, in cui il contatto con gli<br />
altri componenti il gruppo sarà totale e molto stretto, in ogni momento del programma, ed in abbinamento<br />
ad alcune altre tecniche (<strong>per</strong> es. orienteering).<br />
La dotazione strumentale necessaria è molto semplice.<br />
5.2.2.b Orienteering<br />
L'orienteering e un'attività molto conosciuta e apprezzata tra quelle Outdoor. La conduzione di es<strong>per</strong>ienze<br />
di orienteering possono rivelarsi idonee a diverse esigenze <strong>formative</strong> del gruppo di partecipanti: lavoro<br />
123
sulla leadership e memebreship, problem solving, comunicazione e relazione inter<strong>per</strong>sonale, attitudine a<br />
o<strong>per</strong>are <strong>per</strong> obiettivi,etc.<br />
Come anche il trekking, questa tecnica consente di progettare programmi adeguati <strong>per</strong> gruppi più o meno<br />
numerosi.<br />
Da un punto di vista strutturale ed organizzativo, la disponibilità di itinerari ad hoc e di strumentazione<br />
tecnica rappresentano elementi di maggior complessità rispetto al trekking.<br />
Ecco un indicativo esempio di aziende che già hanno utilizzato es<strong>per</strong>ienze di outdoor training fondate su<br />
es<strong>per</strong>ienze di orienteering: Technogym; Gilmar-Iceberg,; Chiron; Hilti; Cremonini-Agape; Unicredit<br />
Private Banking; Recordati; Lavazza; Aci G<strong>lo</strong>bal; Oce'; Forgital; Nike46.<br />
5.2.2.c Soft-air<br />
Il Softair è uno sport basato su delle simulazioni in cui dei gruppi (uomini e donne) si dividono in due o<br />
più squadre <strong>per</strong> raggiungere degli obiettivi. Queste squadre, i cui membri hanno a disposizione delle armi<br />
finte che sparano pallini di ceramica (in massima sicurezza), si sfideranno cercando di applicare al meglio<br />
la strategia, la tattica e la pianificazione, <strong>per</strong> raggiungere nel tempo stabilito i propri obiettivi. Questo<br />
Sport, che tra l'altro è riconosciuto anche dal CONI , si pratica generalmente in ambienti boschivi o su<br />
territori caratterizzati da ostacoli naturali o ripari come case abbandonate, cave dismesse, vecchi ruderi o<br />
vecchie fabbriche abbandonate.<br />
Il Softair è una tecnica che può richiamare alcune dimensioni <strong>formative</strong> quali il gioco di squadra, la<br />
pianificazione, la gestione del tempo, il rispetto delle regole ed il passaggio delle informazioni.<br />
Tramite la tecnica del soft – air si mira a far lavorare tutti i partecipanti uniti in Team su molti aspetti di<br />
pianificazione, <strong>per</strong> preparare delle Azioni di gruppo su alcuni obiettivi comuni. L’avversario è<br />
rappresentato da un team di <strong>per</strong>sone esterne (<strong>per</strong> non mettere il gruppo di colleghi in competizione, ma<br />
farli lavorare insieme <strong>per</strong> un obiettivo comune).<br />
La dotazione strumentale connessa a questa tecnica è ovviamente ancora più complessa: tute mimetiche<br />
occhiali - maschere protettive, radio <strong>per</strong> coordinare le azioni, bussole e mappe, armi finte omo<strong>lo</strong>gate.<br />
5.2.3 Tecniche creative<br />
Un <strong>per</strong>corso formativo es<strong>per</strong>ienziale può essere condotto anche tramite tecniche che non fanno parte<br />
della tradizione dell'outdoor training, ma che comunque possono rappresentare es<strong>per</strong>ienze sfidanti e che<br />
mettono i partecipanti fuori dalla zona di comfort e che, a differenza delle tecniche presentate in<br />
precedenza, mettono l’accento in maniera più spiccata su elementi quali la creatività, la propensione al<br />
nuovo, l’emersione del fattore emotivo come spazio d’apprendimento, la relazionalità con altre <strong>per</strong>sone.<br />
Esse hanno una forte valenza di coinvolgimento emozionale <strong>per</strong>sonale e possono essere usati sia <strong>per</strong><br />
grandi gruppi, sia <strong>per</strong> piccoli gruppi di lavoro e <strong>per</strong> soddisfare specifiche esigenze <strong>formative</strong>.<br />
Nei paragrafi successivi ne indicheremo solamente alcune tra le altre: musica, cucina, creazione di<br />
oggetti artistici, progettazione e creazione di prodotti cinematografici, teatro e espressione corporea, arti<br />
circensi, etc.)<br />
5.2.3a Musica<br />
I partecipanti a questo programma si trovano calati in un contesto orchestrale, in cui ognuno deve<br />
confrontarsi in primo luogo con il proprio strumento, con il proprio spartito, ma necessariamente con le<br />
regole musicali e con gli altri componenti l’orchestra. L’adattamento all’imprevisto, la capacità di<br />
coordinarsi con altri e <strong>lo</strong> spirito di membership, ma contemporaneamente la necessità di sa<strong>per</strong>si prendre<br />
46 Fonte: http://www.fiso.it/<br />
124
delle responsabilità sono alcune delle finalità <strong>formative</strong> rispetto alle quali questa tecnica rappresenta<br />
un’utile supporto.<br />
Questa tecnica può essere collegata ad obiettivi sfidanti (un saggio finale, a favore di una platea pre –<br />
individuata, <strong>per</strong> esempio).<br />
La dotazione strumentale, la progettualità tecnica e la competenza specifica richieste <strong>per</strong> attuare questa<br />
es<strong>per</strong>ienza sono molto spiccate, se non si vuole correre il rischio di veder naufragare l’es<strong>per</strong>ienza.<br />
5.2.3.b Cucina<br />
Percorsi di outdoor training possono essere progettati anche tramite la conduzione di es<strong>per</strong>ienza pratiche<br />
in cucina. Sotto la guida di un es<strong>per</strong>to cuoco, infatti, i partecipanti possono essere sollecitati a far correre<br />
la propria fantasia e a improvvisare, ideando ed eseguendo la propria ricetta. Da qui parte una lunga<br />
filiera, fatta di approvvigionamenti e coerenza con la dotazione economica, preparazione degli<br />
ingredienti, abbinamento cibo – vino, preparazione del piatto e adeguatezza nel rispetto dei tempi di<br />
cottura e di preparazione. Altra dimensione <strong>per</strong>corribile, è quella della necessità di coordinarsi e<br />
relazionarsi con i colleghi <strong>per</strong> ottenere un menù completo, magari da presentare a tavola al<strong>lo</strong> staff<br />
organizzativo, ad altri colleghi, alle proprie famiglie.<br />
La dotazione tecnica e professionale minima risulta evidente, corrispondendo a <strong>per</strong>sone, spazi e<br />
strumenti adeguati <strong>per</strong> la cucina e <strong>per</strong> la ristorazione.<br />
125
5.2.4. I ruoli<br />
I programmi di outdoor training coinvolgono una serie di attori correlata, ovviamente, alla complessità<br />
e alla flessibilità del programma da attuare. Gli attori in gioco principali sono il project manager,<br />
responsabile complessivo del programma di outdoor training; il docente, più esattamente definibile come<br />
conduttore, responsabile della corretta attuazione e della adeguata rielaborazione relativa all’es<strong>per</strong>ienza<br />
pratica; il tecnico di outdoor training, che ha il compito di affiancare il docente, <strong>per</strong> quanto concerne la<br />
sicura e corretta conduzione delle es<strong>per</strong>ienze pratiche; le <strong>lo</strong>cations, elemento strutturale più che ruo<strong>lo</strong>, ma<br />
comunque elemento fondamentale <strong>per</strong> la conduzione di un programma di outdoor training.<br />
Elemento ovvio, ma che qui è obbligo segnalare, è la presenza tra i ruoli importanti anche quelli della<br />
committenza del programma e dei partecipanti al<strong>lo</strong> stesso.<br />
5.2.4.a Project manager<br />
E’ il referente dell’attività nel suo svolgersi complessivo. Gestione della relazione con la committenza,<br />
promozione – <strong>per</strong> quanto possibile – di una fase di scouting motivazionale e di selezione dei partecipanti,<br />
esplicitazione condivisa degli obiettivi formativi <strong>per</strong>seguiti, progettazione particolareggiata del<br />
programma di outdoor training, individuazione dei ruoli e formazione delle <strong>per</strong>sone che li ricopriranno,<br />
sono le funzioni principali di questa figura centrale.<br />
Per quanto riguarda la relazione con la committenza, è importante riuscire a mantenere una distanza<br />
<strong>per</strong> quanto riguarda l’insieme delle informazioni di natura confidenziale che i lavori di un programma di<br />
outdoor training necessariamente portano a galla. L’impegno non è infatti quel<strong>lo</strong> di costruire una<br />
relazione complice con la committenza, bensì quel<strong>lo</strong> di riuscire a qualificarsi come attore efficace di<br />
formazione <strong>per</strong> quella organizzazione.<br />
Il delicato momento del<strong>lo</strong> scouting motivazionale (azione volta all’individuazione dei potenziali<br />
protagonisti, si <strong>per</strong> quanto riguarda la disponibilità e la propensione degli stessi, ma anche <strong>per</strong> quanto<br />
riguarda l’adeguatezza dei ruoli aziendali che parteci<strong>per</strong>anno) è un tema di non scontata ed automatica<br />
applicazione, poiché, pur rappresentando un’azione che tendenzialmente innalza il livel<strong>lo</strong> di efficacia del<br />
programma di outdoor training, non è sempre praticabile all’interno dell’organizzazione committente.<br />
La progettazione del programma dovrebbe prevedere una prima fase di codefinizione degli obiettivi<br />
(tramite un comitato di progetto misto tra project manager e committenza), l’individuazione delle<br />
competenze su cui lavorare, tramite le tecniche e le es<strong>per</strong>ienze più adeguate. La definizione approfondita<br />
di come saranno condotte le es<strong>per</strong>ienze, poi, <strong>per</strong>metterà di calibrare i tempi, le competenze tecniche<br />
eventualmente necessarie, le strutture e le apparecchiature necessarie.<br />
In termini generali, la capacità di costruire relazioni a<strong>per</strong>te e fiduciarie con la committenza, l’attitudine<br />
a trasformare i bisogni esplicitati dalla committenza in obiettivi formativi <strong>per</strong>seguibili tramite una corretta<br />
progettazione, la propensione al coordinamento, l’orientamento alla costruzione di un buon clima<br />
generale sono elementi distintivi questo ruo<strong>lo</strong>.<br />
5.2.4.b Conduttore delle es<strong>per</strong>ienze di outdoor training<br />
Il conduttore ha la responsabilità della conduzione delle es<strong>per</strong>ienze, e rappresenterà <strong>per</strong> il corso del<br />
programma un riferimento. Per quanto concerne le es<strong>per</strong>ienze pratiche, il conduttore esplicita e definisce<br />
l’obiettivo specifica dell’es<strong>per</strong>ienza stessa. Per quanto concerne le modalità con cui i partecipanti si<br />
attiveranno, invece, il conduttore rappresenta un riferimento <strong>per</strong> alcuni particolari problemi che<br />
insorgessero.<br />
Indicativamente non prevarica le dinamiche che si svolgono nel corso dell’es<strong>per</strong>ienza programmata,<br />
non limita e non soffoca gli sviluppi delle interazione tra i partecipanti.<br />
Le caratteristiche del conduttore sono tali <strong>per</strong> cui deve creare un clima di coinvolgimento e di fiducia,<br />
di facilitazione <strong>per</strong> quanto riguarda la necessità di un vissuto emozionale delle es<strong>per</strong>ienze in programma.<br />
Tra le sue caratteristiche, un’ottima capacità di osservazione, propensione alle relazioni coi partecipanti e<br />
conoscenza delle dinamiche di gruppo.<br />
126
Nel corso della conduzione delle es<strong>per</strong>ienze pratiche ed attive, deve essere in grado di collaborare con<br />
l’eventuale presenza di un tecnico e di coordinatori sul campo.<br />
Il conduttore gioca un ruo<strong>lo</strong> fondamentale <strong>per</strong> quanto riguarda la rielaborazione delle es<strong>per</strong>ienze<br />
vissute dai partecipanti. Svolge ovviamente la funzione di conduttore della discussione, cercando di<br />
mantenere la discussione sul “qui ed ora”, ma al<strong>lo</strong> stesso tempo spostando il centro dell’attenzione dai<br />
contenuti delle es<strong>per</strong>ienze fatte alle modalità e ai processi agiti dai partecipanti. L’obiettivo del<br />
conduttore, in questa fase del programma, è quel<strong>lo</strong> di collegare es<strong>per</strong>ienze ad apprendimenti.<br />
5.2.4.c Tecnici di outdoor training<br />
I tecnici che conducono/su<strong>per</strong>visionano le es<strong>per</strong>ienze pratiche entrano a far parte del team di attori che<br />
attuano un programma di outdoor training in ogni caso – più che plausibile e frequente – in cui il<br />
conduttore non possegga le competenze professionali tecniche necessarie. Gli esempi possono essere<br />
numerosi e chiari: dal<strong>lo</strong> skip<strong>per</strong> di una barca a vela, al cuoco in una cucina, all’istruttore/allenatore <strong>per</strong><br />
quanto riguarda l’orienteering, etc.<br />
La presenza di questi tecnici <strong>per</strong>mette di condurre le es<strong>per</strong>ienze tramite modalità tecniche idonee, in<br />
piena sicurezza e <strong>per</strong>mettendo ai partecipanti di muoversi in contesti differenti dalla quotidianità con le<br />
modalità più coerenti alla condizione fisica e al mandato formativo previsto.<br />
Oltre alla professionalità tecnica, questa figura deve essere in grado di relazionarsi positivamente e in<br />
maniera coerente agli obiettivi del programma con il conduttore <strong>per</strong> gestire al meglio l’equilibrio tra<br />
elementi pratici e opportunità d’apprendimento, con i coordinatori sul campo <strong>per</strong> l’organizzazione<br />
o<strong>per</strong>ativa delle es<strong>per</strong>ienze e con il project manager, relativamente al rispetto dei tempi, all’utilizzo<br />
corretto di attrezzature e strumenti, alla necessità di non rendere preminente l’aspetto tecnico rispetto a<br />
quel<strong>lo</strong> formativo.<br />
Il confine tra azione tecnica e professionale da una parte e situazioni es<strong>per</strong>ienziali con contenuti<br />
connessi all’apprendimento dall’altra sono a volte molto sottili; ciò porta alla possibilità di individuare<br />
tecnici che hanno già es<strong>per</strong>ienza in ambito formativo.<br />
Per poter interagire positivamente coi protagonisti di un programma di outdoor training, il tecnico<br />
deve essere in grado di relazionarsi positivamente con essi, dimostrare nei fatti la propria professionalità<br />
nella conduzione dell’es<strong>per</strong>ienza e nella conduzione e gestione del gruppo, sa<strong>per</strong> creare un clima di<br />
sicurezza e affidabilità, riuscire a fasare le proprie iniziative con gli altri componenti il team di o<strong>per</strong>atori<br />
del programma.<br />
5.2.4.d Coordinatori sul campo<br />
Nel caso in cui i programmi di outdoor training assumano una forte complessità, può essere importante<br />
anche l’individuazione di un su<strong>per</strong>visore sulle attrezzature e sulle strumentazioni da utilizzare, <strong>per</strong><br />
garantire la disponibilità, l’adeguatezza e la sicurezza della strumentazione e più in generale il buon<br />
funzionamento di tutti gli aspetti <strong>lo</strong>gistici, comprensivi di spostamenti, tempi e dotazioni strumentali.<br />
L’attenzione ai tempi, la capacità di guidare un gruppo di <strong>per</strong>sone, buon grado di autonomia e capacità<br />
di risolvere problemi organizzativi sono le caratteristiche che ne qualificano il ruo<strong>lo</strong>.<br />
127
5.2.5 Locations<br />
La progettazione di un programma di outdoor training prevede particolare attenzione anche<br />
all’individuazione del luogo e delle infrastrutture più adeguate <strong>per</strong> la sua conduzione; in una parola, la<br />
<strong>lo</strong>cation. Anche se è fondamentale ribadire che sono gli obiettivi formativi che portano all’individuazione<br />
della <strong>lo</strong>cation, è possibile individuare alcune caratteristiche ricorrenti: isolamento, immersione in<br />
ambienti naturali, in cui sia possibile o<strong>per</strong>are es<strong>per</strong>ienze con un buon grado di libertà. Questi fattori,<br />
infatti, rappresentano di <strong>per</strong> sé un elemento simbolico di distacco, di cambiamento di stato rispetto<br />
all’abituale, che favorisce il coinvolgimento e la necessaria estraneità da parte dei partecipanti, anche in<br />
una <strong>lo</strong>gica di uscita dalla zona di comfort di ognuno, di favorire situazioni di presa di responsabilità<br />
diretta e l’accettazione di situazioni di cambiamento.<br />
Ci possono poi essere situazioni relativamente più strutturate, quali ad esempio campi pre – impostati<br />
<strong>per</strong> attività di outdoor o di specifiche tecniche (campi <strong>per</strong> attività da svolgere su <strong>per</strong>corsi in sicurezza, ma<br />
ad altezze predefinite da terra, campi predefiniti <strong>per</strong> attività di orienteering, tratti di fiumi già<br />
infrastrutturati <strong>per</strong> attività di rafting e canyoning, etc…)<br />
Infine, è opportuno mettere in evidenza che in una <strong>lo</strong>gica di coinvolgimento completo dei partecipanti,<br />
la possibilità di fruire spazi idonei <strong>per</strong> i momenti di rielaborazione o <strong>per</strong> attività di animazione e di<br />
socializzazione, possono rappresentare plus utili ad una migliore conduzione di un programma di outdoor<br />
training.<br />
I gestori di <strong>lo</strong>cation coerenti con i diversi programmi di outdoor devono, oltre agli elementi strutturali,<br />
essere in grado di gestire, assieme all’intero team di attuazione del programma, eventi imprevisti,<br />
necessità organizzative e <strong>lo</strong>gistiche mutevoli, orari che potrebbero anche richiedere una relativa<br />
flessibilità.<br />
5.2.6 Committenza e partecipanti<br />
La committenza ha la responsabilità fondamentale di definire assieme al project manager quali siano<br />
gli obiettivi formativi. Simultaneamente, ha il compito di non proiettare sui programmi di outdoor<br />
aspettative differenti rispetto a quanto raggiungibile; non può neppure confidare nell’utilizzo distorto del<br />
programma <strong>per</strong> ricavare informazioni specifiche sui singoli, poiché sarebbero frutto di contesti comunque<br />
simulati e non reali, relativamente alla dimensione lavorativa. Infine, è compito della committenza quel<strong>lo</strong><br />
di facilitare la crescita della motivazione da parte dei partecipanti.<br />
Spesso i partecipanti sono di estrazione culturale, formativa, professionale differenziata, ma devono<br />
trovare uniformità <strong>per</strong> quanto riguarda la disponibilità ad accettare le regole del programma di outdoor<br />
training a cui partecipano, la vo<strong>lo</strong>ntà di mettersi in gioco, la curiosità <strong>per</strong> il programma proposto, la<br />
convinzione di aver qualcosa da apprendere e da dare.<br />
Se da una parte è vero che il programma proposto può risultare inadeguato, dall’altra è altrettanto cero<br />
che senza una <strong>lo</strong>ro partecipazione attiva ed emotiva qualunque programma risulterebbe al di sotto delle<br />
aspettative.<br />
128
5.3 Costruire proposte di outdoor training nell’Appennino modenese<br />
5.3.1 Analisi del potenziale<br />
Il progetto ha <strong>per</strong>messo di visionare, tramite tecniche desk, es<strong>per</strong>ienze e proposte di outdoor training<br />
presenti in Italia. Le società che fanno outdoor come attività di formazione, in modo principale o tra le<br />
varie altre attività di formazione e consulenza, combinano in varie proporzioni i seguenti elementi: la<br />
formazione & la consulenza, la natura, l’individuo nelle organizzazioni o le organizzazioni sopra gli<br />
individui, le attrezzature <strong>per</strong> l’outdoor (dal vestiario agli ambienti esotici e/o estremi), con politiche di<br />
prezzo piuttosto diversificate e con definizioni di target di partecipanti piuttosto lasche.<br />
Ciò porta a pensare che tale proposta formativa sia in una fase di crescita e affermazione, nel corso<br />
della quale non si siano ancora stabilizzate <strong>prassi</strong> e metodo<strong>lo</strong>gie predominanti in assoluto.<br />
Queste considerazioni derivano dall’analisi dei contenuti delle diverse offerte prese in esame, dalla<br />
quale appare un panorama in cui è parimenti definito quale outdoor training un ampio spettro di proposte,<br />
diverse <strong>per</strong> tecniche, durata, <strong>lo</strong>cations, composizione del gruppo.<br />
Il trend complessivo all’interno del quale si possono osservare queste diverse proposte è sicuramente<br />
quel<strong>lo</strong> di un sempre più diffuso utilizzo di modalità non tradizionali e non frontali di formazione, quanto<br />
piuttosto l’utilizzo strategico di <strong>prassi</strong> <strong>formative</strong> fortemente ancorate all’es<strong>per</strong>ienzialità e all’emotività del<br />
contesto formativo.<br />
In questo quadro generale, la possibilità di proporre es<strong>per</strong>ienze di outdoor training nel contesto<br />
territoriale dell’Appennino modenese è stata vagliata, nel corso del progetto, <strong>per</strong> quanto riguarda le<br />
componenti costitutive di questo tipo di offerta formativa (cfr ante, cap 1) e in particolare <strong>per</strong> quanto<br />
attiene la presenza di competenze ed organizzazioni in grado di offrire le specifiche e le caratteristiche<br />
che rendono tale metodo<strong>lo</strong>gia formativa efficace. Come si vedrà nei seguenti paragrafi, è stato possibile<br />
individuare una serie di tecniche idonee alla metodo<strong>lo</strong>gia formativa dell’outdoor training (cfr infra, cap<br />
2.1.1), un sufficiente ventaglio di competenze ed organizzazioni disponibili alla s<strong>per</strong>imentazione e<br />
ritenute capaci di portare un va<strong>lo</strong>re aggiunto all’offerta (cfr infra, cap 2.1.2) e l’individuazione di<br />
specifiche <strong>lo</strong>cations, in base ad alcuni requisiti predefiniti (cfr infra, cap 2.1.3).<br />
5.3.2 Tecniche<br />
Lo spettro delle tecniche individuate quali già utilizzate, a livel<strong>lo</strong> nazionale ed internazionale, vanno a<br />
comporre uno spettro molto ampio di soluzioni, idonee a diverse finalità <strong>formative</strong> e a differenti livelli di<br />
coinvolgimento da parte dei beneficiari: l’utilizzo di tecniche quali il rafting, piuttosto che il parapendio,<br />
piuttosto che contesti di soft – air <strong>per</strong>mettono di estremizzare il contesto es<strong>per</strong>ienziale dal quale desumere<br />
indicazioni di natura formativa, rispetto a tecniche meno “intense” quali il trekking, l’orienteering, la<br />
cucina, l’ambito musicale.<br />
D’altro canto, queste ultime risultano più idonee dal punto di vista della composizione del gruppo, in<br />
termini di praticabilità fisica delle prove e quindi di promuovibilità presso una più ampia platea di<br />
potenziali beneficiari.<br />
Per questa ragione, <strong>per</strong>ciò, sono state individuate le seguenti techiche quali idonne <strong>per</strong> la progettazione<br />
delle prime offerte di outdoor training nell’Appennino modenese:<br />
- Cucina<br />
- Trekking/ Orienteering<br />
- Costruzione e utilizzo strumenti musicali<br />
- Pittura<br />
L’Appennino modenese offre, in ogni caso, a livel<strong>lo</strong> professionale, anche altre tecniche<br />
potenzialmente utilizzabili in futuro: <strong>per</strong>corsi di mountain bike con maestro autorizzato <strong>per</strong><br />
129
l’accompagnamento, infrastrutture <strong>per</strong> la progettazione di esercizi con corde (in sicurezza) su alberi,<br />
parapendio, simulazioni di soft – air.<br />
5.3.3 Ruoli e competenze<br />
La verifica della disponibilità di soggetti privati in grado di condurre alcune delle attività componenti<br />
un’offerta di outdoor training è stata condotta individuando in primis una chiara divisione delle funzioni:<br />
dal coordinamento generale dell’iniziativa alle figure di outdoor trainer, dall’analisi delle <strong>lo</strong>cations alla<br />
verifica delle esigenze specifiche di natura tecnica e strumentale, dalla individuazione di eventuali limiti<br />
stagionali e climatici fino alla indicazione di fattori di costo.<br />
A tal scopo, è stata condotta una azione di autoanalisi da parte di una serie di soggetti o<strong>per</strong>anti<br />
nell’Appennino modenese, tramite la compilazione di una check list (si veda infra, cap 2.2) , che ha<br />
<strong>per</strong>messo di portare alla luce le effettive specifiche che ognuno di questi avrebbe potuto portare quale<br />
va<strong>lo</strong>re <strong>per</strong> la costruzione di un’offerta adeguata al mercato di riferimento.<br />
Questa fase del progetto ha <strong>per</strong>messo a tutti i soggetti coinvolti di individuare il proprio corretto<br />
posizionamento funzionale <strong>per</strong> ognuno dei possibili <strong>per</strong>corsi di outdoor training che sono stati individuati<br />
grazie alle attività progettuali.<br />
5.3.4 Locations<br />
I contesti ambientali, panoramici e infrastrutturali in cui vengono condotte iniziative di outdoor<br />
training emergono come fattori i più visibili delle attività <strong>formative</strong> condotte tramite tecniche di outdoor<br />
training.<br />
Ciononostante, nel corso del progetto è stato interessante scoprire come l’individuazione delle<br />
adeguate caratteristiche delle differenti <strong>lo</strong>cation, pur importanti, risultassero meno strategiche e meno<br />
complesse rispetto alla definizione delle altre componenti l’offerta.<br />
Un motivo sopra agli altri, che giustifica questa situazione, è rappresentato dalla sostanziale buona<br />
disponibilità di <strong>lo</strong>cations nel nostro Appennino: sono diversi i sentieri <strong>per</strong> trekking e mountain bike<br />
adeguatamente segnalati e curati; sono presenti in maniera sufficientemente distribuita anche <strong>per</strong>corsi di<br />
orienteering; <strong>per</strong> quanto riguarda poi la possibilità di utilizzare la cucina come spazio formativo, sono<br />
evidentemente diverse le soluzioni prospettabili.<br />
Questa ricchezza di soluzioni ha <strong>per</strong>messo di promuovere un’offerta di <strong>lo</strong>cation delineata chiaramente<br />
nel cata<strong>lo</strong>go promozionale (agriturismo, <strong>lo</strong>cande, centri visita turisti, parchi, scuola alberghiera), che in<br />
realtà sottende un’ampia gamma di soluzioni alternative possibili.<br />
130
5.4 S<strong>per</strong>imentazione e valutazione di proposte di outdoor training nell’Appennino modenese<br />
5.4.1 Studio di caso<br />
Nella fase finale del progetto è stato possibile condurre – a tito<strong>lo</strong> s<strong>per</strong>imentale – un’azione formativa<br />
basata sulla metodo<strong>lo</strong>gia dell’Outdoor Training.<br />
Beneficiaria di questa attività è stata un’azienda privata modenese, componente un gruppo<br />
multinazionale.<br />
L’obiettivo formativo individuato è quel<strong>lo</strong> del “Team Building”, tramite la tecnica della cucina.<br />
L’iniziativa è stata condotta in forma residenziale, presso la Scuola Alberghiera di Serramazzoni.<br />
La conduzione di un caso concreto ha rappresentato un momento molto importante <strong>per</strong> la<br />
progettazione di dettaglio delle attività, della strumentazione, della tempistica, degli aspetti <strong>lo</strong>gistici<br />
generali.<br />
Nel corso della progettazione di dettaglio, infatti, è stato possibile verificare fino in fondo come si<br />
debbano dividere i compiti tra coordinamento generale, coordinamento didattico, erogazione delle<br />
docenze tecniche, erogazione delle attività <strong>formative</strong> di debreifing e di riconduzione all’obiettivo<br />
formativo di partenza, verifica della presenza di tutte le condizioni che trasformano una struttura<br />
qualunque in una <strong>lo</strong>cation (caratteristiche della residenzialità, livel<strong>lo</strong> dell’offerta infrastrutturale, presenza<br />
di spazi adeguati)<br />
Per riportare al meglio <strong>lo</strong> sforzo necessario a trasformare un progetto in prototipo, un prototipo in<br />
prodotto, qui di seguito sono riportati alcuni dei materiali didattici elaborati ed utilizzati.<br />
Calendario attività<br />
ORARI ATTIVITA’<br />
1° giorno<br />
9,00 – 9,30 - A<strong>per</strong>tura e presentazione<br />
9,30 – 11,00 - La costruzione del gruppo: i fondamentali<br />
11,00 – 11,15 - Coffee break<br />
11,15 – 13,00 - Le caratteristiche di un gruppo “eccellente”<br />
13,00-14,30 - Lunch<br />
14,30 – 15,30 - La comunicazione nel gruppo e tra gruppi<br />
15,30 – 16,30 - Osservare le dinamiche di gruppo: aspetti di contenuto e di<br />
processo<br />
16,30 – 20,00 - Attività es<strong>per</strong>ienziale “In the kitchen”<br />
20,00 - Cena<br />
2 ° giorno<br />
8,30 - 10,30 - Riunione aziendale<br />
10,30 – 10,45 - Coffee break<br />
10,45 –13,00 - Debriefing dell’attività es<strong>per</strong>ienziale realizzata il giorno<br />
precedente<br />
- La diagnosi del<strong>lo</strong> stadio di <strong>sviluppo</strong> del proprio gruppo: il<br />
Team Analysis<br />
- Le fasi di <strong>sviluppo</strong> e la <strong>per</strong>formance del gruppo<br />
13,00 – 14,30 - Lunch<br />
14,30 – 16,30 - Gli stili di leadership efficaci :gestire situazionalmente la<br />
prestazione del gruppo di lavoro coordinato<br />
16,30 –16,45 - Coffee break<br />
16,45 –<br />
17,30/18,00<br />
- La gestione delle riunioni efficaci<br />
- Feedback e piano d’azione<br />
131
Coordinamento organizzativo/1<br />
Prerequisiti Azione Chi Materiali<br />
a. Per il 1° giorno:<br />
A<strong>per</strong>tura e presentazione;<br />
Preparazione<br />
La costruzione del gruppo: i<br />
della biblioteca con<br />
fondamentali; Le<br />
lavagna a fogli<br />
caratteristiche di un gruppo<br />
mobili e pennarelli,<br />
“eccellente”; La<br />
proiettore e pc<br />
comunicazione nel gruppo e<br />
tra gruppi; Osservare le<br />
portatile.<br />
dinamiche di gruppo: aspetti<br />
In particolare,<br />
1.<br />
Prerequisito.<br />
Le dotazioni<br />
<strong>lo</strong>gistiche: le<br />
riunioni si<br />
terranno presso la<br />
biblioteca della<br />
Scuola.<br />
di contenuto e di processo<br />
b. Per il 2° giorno:<br />
Riunione aziendale;<br />
Debriefing dell’attività<br />
es<strong>per</strong>ienziale realizzata il<br />
giorno precedente, La<br />
diagnosi del<strong>lo</strong> stadio di<br />
<strong>sviluppo</strong> del proprio gruppo:<br />
il Team Analysis, Le fasi di<br />
Scuola<br />
verifica che<br />
la biblioteca<br />
sia<br />
disponibile<br />
<strong>per</strong> i due<br />
giorni<br />
servono 15<br />
grembiuli e 15<br />
cappelli da cuoco<br />
fin dalle ore 9 del<br />
mattino del 1°<br />
giorno, nonchè<br />
alcuni pennarelli <strong>per</strong><br />
tessuti, che saranno<br />
usati dai<br />
<strong>sviluppo</strong> e la <strong>per</strong>formance del<br />
partecipanti <strong>per</strong><br />
gruppo; Gli stili di leadership<br />
disegnare il <strong>lo</strong>go del<br />
efficaci :gestire<br />
gruppo sul proprio<br />
situazionalmente la<br />
grembiule da cucina<br />
prestazione del gruppo di<br />
(che terranno alla<br />
lavoro coordinato; La<br />
fine della due<br />
gestione delle riunioni<br />
giorni, come il<br />
efficaci, Feedback e piano<br />
d’azione<br />
cappel<strong>lo</strong>)<br />
Scuola A richiesta dei<br />
tramite la partecipanti, caffè,<br />
2. Prerequisito. La<br />
preparazione dei<br />
coffee break:<br />
Saranno tutti molto<br />
leggeri, fruendo del bar<br />
interno della scuola<br />
presenza di<br />
addetto nelle<br />
fasce orarie<br />
di<br />
acqua, succhi o altri<br />
prodotti disponibili,<br />
prevedendo<br />
eventualmente la<br />
previsione disponibilità di<br />
coffee break alcuni pasticcini.<br />
3. Prerequisito. La Il pranzo avrà una durata<br />
preparazione del<br />
pranzo del 1°<br />
giorno e del 2°<br />
di 1h e 30 minuti, <strong>per</strong> non<br />
interrom<strong>per</strong>e a lungo, e con<br />
un pasto pesante, i lavori dei<br />
Scuola<br />
Pranzo leggero e<br />
nei tempi<br />
giorno.<br />
due giorni.<br />
A carico dei partecipanti<br />
la preparazione di antipasto,<br />
primo piatto e secondo<br />
piatto.<br />
Ad esclusione<br />
A carico<br />
delle attività<br />
4. Cena Didattica dell’organizzazione: Scuola didattiche, anche la<br />
preparazione sala,<br />
cena prevede una<br />
sostituzione piatti tra portate,<br />
preparazione e servizio<br />
dessert e servizio vini,<br />
pulizie a fine pasto<br />
presenza di addetti<br />
5. Kit omaggio<br />
Prevedere un omaggio ai<br />
partecipanti (grembiule,<br />
cappel<strong>lo</strong>, altro?)<br />
Scuola<br />
Consegna a fine<br />
attività<br />
6. Camere<br />
Sono 5 le <strong>per</strong>sone che<br />
hanno chiesto di poter<br />
fermarsi <strong>per</strong> la notte<br />
Scuola<br />
Preparazione<br />
camere e colazione<br />
<strong>per</strong> 5 <strong>per</strong>sone il 2°<br />
giorno<br />
132
133
Fasi delle<br />
attività “in<br />
the kitchen”<br />
Comporre la<br />
ricetta<br />
Acquisire gli<br />
ingredienti<br />
Dettaglio delle attività/1<br />
Azione Chi Materiali<br />
I 3 gruppi ricevono busta<br />
intestata con il nome del piatto<br />
da preparare. A<strong>per</strong>ta la busta,<br />
troveranno tanti cartellini,<br />
rappresentanti ognuno un<br />
ingrediente e una quantità<br />
(idonea <strong>per</strong> 4 <strong>per</strong>sone).<br />
Elementi di difficoltà:<br />
mescolanza degli ingredienti<br />
tra i gruppi,<br />
assenza della ricetta esatta,<br />
presenza di ingredienti che<br />
nulla hanno a che fare con i 3<br />
piatti.<br />
Punteggio<br />
I gruppi inizieranno ad<br />
interagire e chi <strong>per</strong> primo<br />
arriverà a dotarsi dei cartellini<br />
necessari e comporrà quindi la<br />
ricetta giusta, otterrà 3 punti.<br />
Punteggio a scalare <strong>per</strong> gli altri<br />
due gruppi (2 punti e 1 punto).<br />
Tempo massimo: 30’<br />
I 3 gruppi hanno ricetta in<br />
mano e lista e quantità di<br />
ingredienti corretti <strong>per</strong><br />
preparare il piatto <strong>per</strong> 4 <strong>per</strong>s. A<br />
questo punto viene dato un<br />
budget che <strong>per</strong>metterà di<br />
acquistare esattamente le<br />
quantità necessarie <strong>per</strong><br />
preparare il piatto di <strong>lo</strong>ro<br />
competenza <strong>per</strong> 16 <strong>per</strong>sone.<br />
Sarà predisposto un<br />
su<strong>per</strong>mercato virtuale in cui<br />
saranno presenti i beni<br />
necessari<br />
Elementi di difficoltà:<br />
Budget inferiore al va<strong>lo</strong>re degli<br />
ingredienti, come disponibili<br />
nel “su<strong>per</strong>mercato virtuale”<br />
So<strong>lo</strong> combinazione corretta<br />
degli acquisiti comuni tra due o<br />
tutti gruppi <strong>per</strong>metterà di<br />
giungere alla dotazione<br />
necessaria<br />
Punteggio<br />
Chi <strong>per</strong> primo arriverà a dotarsi<br />
dei cartellini necessari e<br />
acquisirà quindi le quantità<br />
giuste rispettando il budget,<br />
otterrà 3 punti. Punteggio a<br />
scalare <strong>per</strong> gli altri due gruppi<br />
(2 punti e 1 punto).<br />
Tempo massimo: 40’<br />
Debriefer + Cuoco:<br />
progettazione di dettaglio<br />
delle attività (indicazione dei<br />
3 piatti da preparare,<br />
indicazione degli ingredienti<br />
<strong>per</strong> ognuno dei 3 piatti <strong>per</strong> 4<br />
<strong>per</strong>sone, redazione della<br />
ricetta su scheda poi<br />
consegnata ad ognuno dei tre<br />
gruppi<br />
IAL <strong>per</strong> le attività redazionali<br />
e preparazione delle schede e<br />
dei vari cartellini utilizzati<br />
nelle attività<br />
Debriefer + Cuoco: azione<br />
di definizione del costo di<br />
ognuna delle 3 ricette, <strong>per</strong> 16<br />
<strong>per</strong>sone, tramite l’indicazione<br />
del prezzo unitario di ogni<br />
ingrediente.<br />
IAL + Debriefer <strong>per</strong> le<br />
attività redazionali e la<br />
preparazione delle schede e<br />
dei vari cartellini utilizzati<br />
nelle attività, <strong>per</strong> la<br />
definizione del budget a<br />
disposizione e <strong>per</strong> la<br />
progettazione del<br />
su<strong>per</strong>mercato virtuale e delle<br />
referenze e dei prezzi.<br />
Piatti da<br />
preparare<br />
Cartellini <strong>per</strong><br />
ogni<br />
ingrediente<br />
Ricetta con<br />
ingredienti e<br />
modalità di<br />
preparazione<br />
(<strong>per</strong> 4 <strong>per</strong>s)<br />
Cartel<strong>lo</strong>ne<br />
<strong>per</strong><br />
aggiornament<br />
o punteggi<br />
134
135
Fasi delle<br />
attività “in<br />
the<br />
kitchen”<br />
Ai fornelli<br />
La cena<br />
Dettaglio delle attività/2<br />
Azione Chi Materiali<br />
In contemporanea, i tre<br />
gruppi possono ora, con<br />
l’assistenza del cuoco,<br />
provvedere alla lavorazione<br />
degli ingredienti e alla<br />
preparazione vera e propria<br />
del piatto.<br />
Elementi di difficoltà:<br />
solamente quelli insiti nella<br />
preparazione dei 3 piatti<br />
Punteggio<br />
Cuoco, in base ai parametri<br />
solitamente utilizzati <strong>per</strong> gli<br />
alunni e in base a parametri<br />
condivisi con Debreifer,<br />
assegnerà da 1 a 3 punti ai<br />
gruppi<br />
Tempo massimo: 2 h<br />
Ad uno ad uno, ogni gruppo<br />
dovrà provvedere, con il<br />
supporto del cuoco, al<br />
<strong>per</strong>fezionamento del piatto e<br />
al suo servizio a tutti i<br />
commensali (<strong>lo</strong>ro stessi<br />
compresi). Ovviamente,<br />
iniziando dall’antipasto <strong>per</strong><br />
arrivare al secondo, passando<br />
<strong>per</strong> il primo piatto.<br />
Il dolce è offerto<br />
Elementi di difficoltà:<br />
Rispettare i tempi di un<br />
corretto servizio<br />
Difficoltà intrinseca nella<br />
corretta conduzione delle<br />
attività in sala e in cucina<br />
Punteggio<br />
Docente, coordinatori, cuoco<br />
rappresentano il Cliente, che<br />
assegnerà da 1 a 3 punti ai<br />
gruppi<br />
Tempo massimo: 2 h<br />
Cuoco e Assistente:<br />
su<strong>per</strong>visione e<br />
indicazioni <strong>per</strong> i<br />
gruppi, in maniera tale<br />
<strong>per</strong> cui possano arrivare<br />
alla preparazione dei<br />
piatti in maniera<br />
corretta. Importante<br />
anche il ruo<strong>lo</strong> di<br />
valutatore e di<br />
assegnazione dei<br />
punteggi, su scheda di<br />
valutazione<br />
coprogettata con<br />
Cuoco e Assistente:<br />
su<strong>per</strong>visione <strong>per</strong> la<br />
preparazione finale e il<br />
servizio.<br />
Direttore Scuola +<br />
Debriefer: definizione<br />
scheda <strong>per</strong> giudizio sui<br />
piatti<br />
IAL <strong>per</strong> la<br />
preparazione delle<br />
schede<br />
Materiale e<br />
utensili di<br />
cucina<br />
Tutto il<br />
materiale <strong>per</strong> i<br />
tavoli e <strong>per</strong> i<br />
pasti<br />
Materiale e<br />
utensili di<br />
cucina<br />
Schede <strong>per</strong><br />
valutazione<br />
136
5.4.2 Valutazione finale<br />
La s<strong>per</strong>imentazione prevista all’interno del progetto ha reso possibile il test della proposta prototipale,<br />
<strong>per</strong> quanto concerne il prodotto formativo “In the kitchen: il manager in cucina”.<br />
Tale s<strong>per</strong>imentazione è stata anche l’occasione <strong>per</strong> condurre un’azione di valutazione ex – post, su due<br />
livelli:<br />
1. i pareri e i ritorni del taem organizzativo;<br />
2. i giudizi dei beneficiari<br />
Da parte di co<strong>lo</strong>ro che hanno organizzato e condotto le attività, si è colta una soddisfazione<br />
complessiva dei partecipanti, unitamente ad una convinzione di aver intrecciato attività organizzative,<br />
docenti, tempistiche e tempi di recu<strong>per</strong>o in maniera adeguata, tanto da poter definire questo prototipo non<br />
so<strong>lo</strong> come adeguato ad una riproposizione su ampia scala, ma anche già in grado di poter fruire in futuro<br />
di buona parte delle soluzioni e dei materiali definiti in fase di progettazione di dettaglio.<br />
La s<strong>per</strong>imentazione è stata condotta a favore di una realtà aziendale <strong>lo</strong>cale, con un assetto proprietario<br />
multinazionale e con una buona consapevolezza aziendale rispetto alla metodo<strong>lo</strong>gia formativa<br />
dell’outdoor training. I beneficiari diretti della s<strong>per</strong>imentazione sono stati i ruoli dirigenziali di questa<br />
azienda (il direttore generale, il direttore di Finanza e Control<strong>lo</strong>, Responsabile Risorse Umane,<br />
Responsabile Mercato Italia, Direttore Export e Marketing, Responsabile Marketing, 2 <strong>per</strong>sone con il<br />
ruo<strong>lo</strong> di Product Manager, Direttore O<strong>per</strong>ation, Responsabile Produzione, Responsabile Logistica,<br />
Responsabile Qualità, Direttore Vendite Italia, Direttore Ricerca e Sviluppo).<br />
Al termine dell’attività, queste <strong>per</strong>sone hanno compilato un questionario di valutazione del corso. Il<br />
questionario toccava diversi ambiti:<br />
- Obiettivi del Corso (chiarezza e coerenza col ruo<strong>lo</strong>);<br />
- Contenuti ed argomenti trattati (coerenza con le aspettative, adeguatezza della durata ai contenuti,<br />
utilità degli stessi, spazi di miglioramento)<br />
- Svolgimento (adeguatezza della tecnica, chiarezza di esposizione, spazi di partecipazione)<br />
- Organizzazione (Tempi, <strong>lo</strong>gistica, “In the Kitchen”)<br />
I principali stimoli ricavati dall’analisi delle risposte al questionario <strong>per</strong>mettono di confermare un<br />
giudizio positivo sull’attività condotta nei due giorni, in particolare <strong>per</strong> quanto riguarda l’elemento<br />
metodo<strong>lo</strong>gico che connota l’offerta: le simulazioni e le attività in cucina (rispetto alle quali i partecipanti<br />
indicano il desiderio di dedicare più spazio).<br />
In generale, i partecipanti indicano come abbastanza chiari gli obiettivi, anche se non sempre in linea<br />
con i ruoli rico<strong>per</strong>ti in azienda.<br />
Appare interessante notare come in molti dei partecipanti le attività vissute hanno portato<br />
all’individuazione di nuove esigenze <strong>formative</strong> (sa<strong>per</strong> collaborare meglio; poter avere ulteriori strumenti<br />
<strong>per</strong> coordinare gruppi di lavoro; prevedere un fol<strong>lo</strong>w-up futuro).<br />
In termini generali, quindi, si è potuto rilevare un soddisfacente grado di utilità e di gradimento<br />
rispetto alla proposta, tanto da valutare come opportuna, in futuro, la s<strong>per</strong>imentazione di alcuni altri dei<br />
prototipi formativi di outdoor training progettati nel corso del progetto “Analisi di mercato e attivazione<br />
di proposte <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> dell’outdoor training nell’Appennino Modenese”.<br />
137
Bibliografia<br />
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Carpi;<br />
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sul Panaro (MO);<br />
Calzolari M., rec. a Antonio Turco, Bruino. Le fiere di una volta. Origini, <strong>sviluppo</strong> e decadenza di una<br />
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Cappi V., rec. a Giuseppe Morselli, Delitto di Stato nell’Ottocento. Don Giuseppe Andreoli, Quaderni<br />
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Felice sul Panaro (MO);<br />
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108, San Felice sul Panaro (MO);<br />
Come eravamo, l’uomo, il fiume, la memoria – Consorzio di gestione del fiume Secchia;<br />
Comune di Cavezzo, Cavezzo nell’età medievale<br />
Comune di Cavezzo, Il setaccio della memoria<br />
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Comune di San Pros<strong>per</strong>o, Le ville di San Pros<strong>per</strong>o, <strong>per</strong>corso ciclabile;<br />
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Gulinelli V., Caccia e ambiente nella bassa modenese, notizie storiche, Beccari Editore;<br />
Il sistema fluviale Scoltenna/Panaro: storie d’acque e di uomini, convegno di studi, Amministrazione<br />
Comunale di Nonantola;<br />
Il softair training: la s<strong>per</strong>imentazione del softair <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> delle capacità manageriali<br />
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Miti e segni del Medioevo nella città e nel territorio. Dal mito bo<strong>lo</strong>gnese di re Enzo ai castelli<br />
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Provincia di Modena, Modena in bici, itinerari ciclabili in provincia di Modena, biciguida n. 3”.<br />
Provincia di Modena, Modena una provincia da scoprire, parchi, oasi e riserve naturali, il pane e la<br />
castagna, itinerari fra le acque;<br />
Provincia di Modena, Modena una provincia da scoprire, rocche e castelli, musei e raccolte, itinerari<br />
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