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Dopo Sparta, Avezzano - SITe.it

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<strong>SITe</strong>.<strong>it</strong> / marsica / brevi - dicembre 2004 6/7DON ALDO ANTONELLISì, Dio è laicoL’approssimarsi del Natale ci offre l’occasioneper entrare anche noi neldibatt<strong>it</strong>o sulla laic<strong>it</strong>à occasionato dalla“faccenda Buttiglione”.Mi chiedo cosa possa significare, per uncredente, la scelta di questo Dio chelascia il suo cielo per “interrarsi” nella storiadegli uomini senza aureole, né privilegi.L’evangelista Giovanni usa la bellissimaespressione “E il Verbo si è fattoCarne”. L’esser nato in una stalla, l’avervissuto fuori dal sacro tempio percorrendole strade polverose che tutti gli uominipercorrono, l’esser morto fuori le mura di Gerusalemme, tutto ciònon è casuale. Sta ad indicare una scelta ed una, se così possiamodire, dimensione ontologica di Dio, che è la Laic<strong>it</strong>à.Sì, Dio è laico! La laic<strong>it</strong>à non è una “modal<strong>it</strong>à” nelle quale coniugarela fede, ma fa parte essa stessa dell’oggetto della fede. LaLaic<strong>it</strong>à non è una “furbizia comportamentale” con cui accattivarsila benevolenza “dell’altro” ai fini di una possibile reciproca intesa.La Laic<strong>it</strong>à fa parte del cuore stesso della fede che riconosce ilvalore oggettivo delle cose (“E Dio vide che era buono”, si leggenella Bibbia), e ne rispetta le esigenze senza la mania, questa sìtutta clericale, di doverle “battezzare”.La laic<strong>it</strong>à è essenziale alla fede perché Dio stesso è laico. «Dio nondistingue tra sacro e profano, non discrimina tra puro ed impuro,non si veste da prete, non ab<strong>it</strong>a nei templi e nei santuari ma nellospir<strong>it</strong>o e nella ver<strong>it</strong>à, non sbra<strong>it</strong>a dai pulp<strong>it</strong>i ma parla nel sussurro diun vento leggero» (Raniero La Valle).La laic<strong>it</strong>à, insomma, non si oppone ai cattolici o ai credenti, bensì alclericalismo e ai clericali. Per troppo tempo si è pensato Dio inopposizione al mondo e la Chiesa alla società. Solo con il ConcilioVaticano II, la Chiesa si è r<strong>it</strong>rovata compagna di strada del mondodegli uomini ed è stata una conversione: abbandonato il piedistallodelle sue presuntuose certezze si è fatta “umile pellegrina”sui sentieridella storia, la Maestra si è riscoperta anche Discepola e il dialogoe la collaborazione hanno sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o l’arroganza e l’anatema.Questo processo, purtroppo, è stato interrotto dal progetto restauratoredell’attuale pontificato, segnato da una religios<strong>it</strong>à tutta internaad un clericalismo autoreferenziale. Anche grazie a loro, ci toccaassistere, oggi, alla rinasc<strong>it</strong>a di un nuovo integralismo...Oggi siamo di fronte ad una sfida. Gli avvenimenti tumultuosi diquesti ultimi tempi hanno favor<strong>it</strong>o un recupero della religionespesso accompagnato da una cresc<strong>it</strong>a di confl<strong>it</strong>tual<strong>it</strong>à, quasi cheil “r<strong>it</strong>orno del sacro” sia condannato ad andare di pari passo conun “r<strong>it</strong>orno dell’intolleranza”.È possibile spezzare questo binomio? Io credo di sì; anzi, è urgentementenecessario! E il binomio lo si spezza superandone i termini,non essendo il sacro una categoria evangelica né l’intolleranzauna virtù!ednran@tin.<strong>it</strong>SUPERSTRADA DEL LIRISmarr<strong>it</strong>i nove milioni di euroPresentata come la Porta che apriva la Marsica e l’Abruzzo versoNapoli e il Tirreno, la Superstrada è ormai... una porta rotta.Nata già vecchia, questa arteria è un concentrato di pericoli per chivi trans<strong>it</strong>a: quindicimila i passaggi giornalieri di auto e tir registratida un censimento di qualche anno fa; decine gli incidenti, spessomortali, una lunga scia di sangue che da anni causa le vivaci protestedi amministratori e automobilisti.Infine arriva il miracolo: lo Stato annunciauno stanziamento di nove milioni di europer la messa in sicurezza ma, stranamente,il malloppo non viene girato alla Provincia(ente gestore della strada), ma allaRegione. E fu l’assessore ai trasportiAmicone che, nell’aprile scorso, davantiagli amministratori della valle annunciò ilprogetto di messa in sicurezza entro agosto.Prudentemente, però, dimenticò diindicare l’anno e da allora continua a ripetere:“stiamo affidando l’incarico”.Se otto mesi non bastano per affidare l’incarico,quando si faranno i lavori?(ha collaborato Mario Sbardella)UN PIENO DI TASSECome il governoci sfila i soldi di tascaVediamo cosa succede ogni volta cheun automobilista, ricco o povero, siferma a un distributore per un pieno da50 euro. Solo il 23% (euro 11,58) servea pagare il carburante, mentre il 9,11%va ai petrolieri e appena il 2,9% (euro1,45) va ai gestori della pompa.Il grosso dei vostri 50 euro, quasi il 65%,finisce nelle casse dello stato: infatti euro 24,13 (lire 46.722) sonole accise, mentre altri euro 8,33 (lire 16.129) sono l’Iva.Passare dalla tassazione diretta (cioè sui redd<strong>it</strong>i) a quella indiretta(cioè sui consumi), è una operazione ingiusta, perché consideracome uguale chi uguale non è.Un esempio pratico: prendiamo il padrone di una fabbrica e un suooperaio. Entrambi, per andare a lavorare, fanno il pieno alla propriaauto e, senza che l’operaio se ne accorga, versa allo stato la stessacifra del suo padrone. Non solo: anche il benzinaio, senza che se neaccorga, diventa un inconsapevole esattore dello stato.Gli economisti, che non sono fessi, definiscono la tassazione deiconsumi come sistema indolore. Indolore perché così si fannopagare le tasse ai poveri senza che questi se ne accorgano.

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