L. ENDRIZZI, Terre sigillate con impressioni di gemme - BibAr

TERRE SIGILLATE CON IMPRESSIONI DI
GEMME DA CLOZ IN VALLE DI NON (TRENTINO)
Nel 1990, durante i lavori di
sbancamento per la costruzione di
un’area di parcheggio a fianco
della strada statale nel comune di
Cloz, in valle di Non, sono venute
alla luce alcune sepolture relative
ad una piccola necropoli a rito
misto di epoca tardo-romana 1. Il
conseguente intervento di scavo,
effettuato dall’Ufficio Beni Archeologici
della Provincia Autonoma di
Trento, ha individuato complessivamente
dieci tombe a inumazione
e una a incinerazione indiretta,
con struttura a cassetta di laterizi.
Quest’ultima era deposta entro
una fossa che conteneva resti provenienti
dal rogo e, in particolare,
materiali ceramici frantumati
intenzionalmente, offerti al
momento della cerimonia funebre.
Tra di essi si segnala del vasellame
in terra sigillata, caratterizzato da
una decorazione a gemme impresse sul fondo
interno. Si tratta di tre patere con carena leggermente
arrotondata vicine al tipo Dragendorff 32 e
di una patera tipo Dragendorff 36c, riconducibili a
manifatture nord-italiche e accomunate da
un’estrema omogeneità dal punto di vista tecnico e
morfologico, tanto da qualificarsi senza dubbio
come prodotti della medesima officina. Le Drag. 32
presentano tra loro lo stesso diametro (da 27,5 a
28,5 cm), l’orlo arrotondato e una decorazione,
sulla parete esterna, a tacche allungate ottenute
mediante rotellatura (Fig. 1), in analogia con pezzi
di media età imperiale da S. Giulia di Brescia 2 e
con il piatto da S. Pietro in Cariano (Vr) conservato
al Kunsthistorisches Museum di Vienna 3. La
Drag. 36c ha un orlo a tesa orizzontale, leggermente
ingrossato all’estremità e scanalato, su cui
compare una fascia di rotellature (Fig. 2). In ogni
1 Una breve comunicazione preliminare del ritrovamento si
trova in ENDRIZZI 1992. Lo studio complessivo della necropoli
è in corso di stampa: cfr. ENDRIZZI c.s.
Lorenza Endrizzi 175
Lorenza Endrizzi
Fig. 1. Patera Drag. 32 (disegno G. Berlanda). Scala 1:3.
esemplare l’angolo fra parete e fondo interno è,
inoltre, sottolineato da una risega. Nonostante le
evidenti tracce di combustione si distinguono, nei
frammenti meno alterati, rivestimenti di tonalità
rosso-arancio (2.5YR tra 5/8 e 4/8 red) applicati
sommariamente. La vernice, piuttosto diluita,
risulta infatti stesa in modo disomogeneo con
aloni, colature, ombreggiature più scure in corrispondenza
dei punti di depressione e dei motivi
decorativi.
Le impressioni, tratte da gemme di forma ovale
e superficie piana, sono ripetute sempre tre volte e
allineate entro una o due solcature circolari a cui si
aggiungono, nella Drag. 36c, due fasce a rotella a
piccoli tratti poco profondi. Nel caso di una delle
Drag. 32 la gemma utilizzata come punzone è di
piccole dimensioni (cm 1,1 x 0,9) e reca incisa, in
modo molto schematico e semplificato, una figura
2 JORIO 1998, p. 129 e tav. XXXVI, n. 7; inoltre cfr. il contributo
di JORIO nel presente volume.
3 BESCHI 1974-75, cc. 469 - 470, figg. 13 - 14.

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PRODUZIONE CERAMICA IN AREA PADANA TRA IL II SECOLO a.C. E IL VII SECOLO d.C.: NUOVI DATI E PROSPETTIVE DI RICERCA
alata con timone e patera (?), riferibile al tipo della
Vittoria/Fortuna (Fig. 3), secondo un’iconografia
sincretistica molto diffusa a partire dal II sec.
d.C. 4 Sui restanti pezzi la gemma è piuttosto grande
(cm 2 x 1,4) e riporta la figura di un personaggio
maschile nudo, in corsa verso destra, nell’atto,
pare, di trattenere o di aggrapparsi per le briglie
ad un cavallo alato che lo sovrasta (Fig. 4). Il soggetto,
per il quale fino ad ora non si sono trovati
confronti, è forse riconducibile al mito di Bellerofonte
ma rimane comunque di incerta interpretazione.
Questo tipo di vasellame che, come è noto,
trova attestazioni soprattutto in ambito norditalico
centro orientale, con una cospicua concentrazione
nel v i c u s di B e d r i a c u m- C a l v a t o n e 5, è rappresentato
a livello trentino da altri otto frammenti,
di cui cinque dall’area urbana (p.zza Bellesini: un
fr. con raffigurazione di Marte Ultore e uno con
Elios/Sole; teatro Sociale: un fr. con raffigurazione
di Marte Ultore; p.zza Cesare Battisti: un fr. con
figura seduta; p.zza Duomo: un fr. con un elemento
fitomorfo, forse un giglio) e tre dal territorio gardesano
(Arco-via Passirone: un fr. con raffigurazione
di Mercurio 6; monte S. Martino: due patere
frammentarie con l’impressione di stampiglie a
palmetta 7), tutti provenienti da contesti non databili.
Solitamente la cronologia delle sigillate
impresse non viene posta oltre l’inizio del II sec.
d.C., anche in considerazione di analogie tecnicodecorative
e morfologiche con la ceramica a vernice
nera, che inducono, come nel caso di Calvatone,
a sottolineare una possibile continuità tra le due
p r o d u z i o n i 8. L’elemento di particolare interesse
Fig. 3. Gemme impresse con raffigurazione di Vittoria/Fortuna
(foto E. Munerati).
4 SENA CHIESA 1966, p. 48.
5 Le sigillate impresse di Calvatone, considerato un possibile
centro di smistamento di tale materiale, sono state più volte
oggetto di pubblicazione. Da ultimo si veda VOLONTÉ 1998,
pp. 501-502, a cui si rimanda anche per i riferimenti bibliografici
relativi ai rinvenimenti noti.
Fig. 2. Patera Drag. 36 (disegno G. Berlanda).
Scala 1:3.
che emerge dall’esame del ritrovamento di Cloz è
fornito dall’associazione dei quattro esemplari con
una coppetta emisferica tipo Hayes 44 in sigillata
africana C, testimoniata tra il 220/240 circa e la
fine del III sec. d.C., che consentirebbe dunque di
protrarre la loro datazione almeno fino alla metà
del III sec. d.C. Questo dato concorderebbe, tra
l’altro, con la cronologia tarda proposta per i ritrovamenti
di Ravenna 9 e per quelli di Santa Giulia a
Brescia 10.
Fig. 4. Gemme impresse con raffigurazione di un personaggio
maschile sovrastato da un cavallo alato (foto E.
Munerati).
6 CAVADA 1988, p. 34, fig. 5.
7 GUELLA 1979, Tav. LXVI, fig. 6.
8 VOLONTÉ 1998, pp. 501-502.
9 MAIOLI 1973, pp. 3 - 9; VOLONTÉ 1998, p. 502.
10 JORIO 1998, p. 129.

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a Vienna, “Aquileia Nostra”, XLC - XLVI, cc. 445 -
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Lorenza Endrizzi 177
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no a una grande strada romana alle radici
dell’Europa (Cremona, Santa Maria della Pietà, 4
aprile – 26 luglio 1998), Milano, pp. 501 - 502.