La vita e la personalità di Torquato Tasso si riassumono nella sua ...

La vita e la personalità di Torquato Tasso si riassumono nella sua
follia. La “malinconia”(chiamata così dagli critici contemporanei),
l’ossessione del rifiuto sia pubblico che interiore,
l’inappagamento, le autocensure e le manie di persecuzione
sono la causa degli spostamenti continui che caratterizzano
l’intera vita.
Il grande poeta nasce a Sorrento nel 1544 da una famiglia di origine
bergamasca. Il padre, Bernardo, è un grande letterato, mentre
sua madre, Porzia de' Rossi, è una nobildonna pistoiese.
Dopo aver studiato a Padova e a Bologna, passa al servizio del
Duca Alfonso II D’Este nel 1570. A questa corte è molto
apprezzato e vive uno dei periodi migliori della sua vita.
Nel 1579, a causa di comportamenti anomali (quali eccessi d’ira e
manie di persecuzione), viene rinchiuso dal duca stesso
nell’ospedale ferrarese di Sant’Anna e vi rimarrà per sette
lunghissimi anni.
Nel 1588 riprende il suo frenetico peregrinare, che lo riporta a Napoli,
dove il piccolo Torquato era stato educato dai Gesuiti. Questo
periodo della sua vita è particolarmente triste per problemi di
salute e per le critiche ricevute al suo capolavoro, la
Gerusalemme Liberata.
In un secondo momento si sposta a Bisaccia, dove vive un periodo
tranquillo.
Tasso muore a Roma nel 1595 e viene sepolto nella Chiesa di
Sant’Onofrio al Gianicolo.
1

LE PEREGRINAZIONI
DI TORQUATO TASSO
Sorrento
Roma
Bergamo
Venezia
Padova
Ferrara
Bologna
Urbino
Mantova
Torino
Pesaro
Firenze
Napoli
Roma
In rosso i luoghi
dove visse il poeta
2

Il parlar disgiunto si
determina attraverso
l’uso di enjambements:
il Cie l / gli diè favore, e
sotto a i santi / segni
ridusse i suoi compagni
erranti.
prima ottava del poema
Manierismo
rispetto della tradizione
ma con “innovazioni”
Bifrontismo stilistico
incapacità del poeta di
conciliare le due anime
epico lirico
Ottava tassiana
tono solenne e,
talvolta, con sfasature
di metro e sintassi
LA LINGUA E LO
STILE DI TASSO
Pluristilismo tassiano
diversa da
diverso da
Ottava ariostesca
caratterizzata da
leggerezza e fluidità
ritmico-narrativa e dalla
coincidenza fra metro e
sintassi
Uso di un registo alto
(autori classici) e di un
registro piano e
semplice (momenti più
lirici)
Petrarca
monolinguismo
Dante (Divina commedia)
plurilinguismo
usato per descrivere la realtà
terrena e ultraterrena 3

LE ZONE STRUTTURALI DELLA
GERUSALEMME LIBERATA
ZONA RELATIVA ALLA
SCELTA DELLA
MATERIA
ZONA RELATIVA AL
GUSTO DELLA REGOLA,
DELLA COREOGRAFIA,
DELLA LITURGIA
4

TEMA ENCOMIASTICO,
RIFERIMENTI FREQUENTI
ALLA VITA DI CORTE,
IL MOTIVO DELL’AMORE
SCELTA DELLA MATERIA
TEMATICA RELIGIOSA:
ESPRESSIONE
DELL’ISTANZA DI
CATTOLICISMO NELLE
CORTI E NELLE
ACCADEMIE
TEMA DELLE ARMI ,
ALL’ORIGINE E
A FONDAMENTO
DELL’AZIONE DEL POEMA
5

GUSTO DELLA REGOLA
• Uno dei tratti essenziali della civiltà cortigiana,
presente negli argomenti politici ma nache nel
tema amoroso e nel tema religioso, ma
soprattutto nel tema delle armi, nello studio e
nella descrizione degli elementi tecnici.
6

Goffredo di Buglione
Goffredo di Buglione è il personaggio principale
della “Gerusalemme Liberata” di Torquato
Tasso. Goffredo è colui che raduna i cavalieri
cristiani e li guida alla liberazione di
Gerusalemme. La sua figura nell’opera tassiana
non corrisponde affatto alla verità storica, ma
incarna l’ideale dell’eroe saggio, del perfetto
cavaliere cristiano che è sempre messo in crisi
dai tranelli della sorte e dagli ostacoli
rappresentati dalle pulsioni terrene che egli
vorrebbe allontanare da sé.
Egli è quindi il rappresentante per eccellenza
dell’istituzione, dell’ordine ideale e del valore
morale.

Goffredo da Buglione nella gerusalemme liberata
La figura del duca della Bassa Lorena ci viene presentata da Tasso nella protasi del poema,
precisamente nella “propositio” (ottava 1°).
Torquato Tasso scrive di lui:
“Canto l’arme pietose e ‘l capitano
che ‘l gran sepolcro liberò di Cristo
Molto egli oprò co ‘l senno e con la mano
molto soffrì nel glorioso acquisto:
e in van l’Inferno vi s’oppose, e in vano
s’armò d’Asia e di Libia il popol misto.
Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi
segni ridusse i suoi compagni erranti.”
“Canto le armi pie e il capitano (Goffredo di Buglione)
che liberò il venerabile sepolcro di Cristo. Egli compì
molte imprese con la saggezza e con la forza, subì molti
patimenti durante la conquista gloriosa (di
Gerusalemme); e invano l’Inferno si oppose alla sua
impresa, e invano le diverse popolazioni dell’Asia e
dell’Africa, unite insieme, presero le armi (contro di lui).
Dio gli fu favorevole ed egli ricondusse sotto le insegne
sacre i suoi compagni dispersi”.

RINALDO E
ARMIDA
11

RINALDO:
Personaggio nel quale Tasso si rispecchia
maggiormente ( alcuni critici pensano si tratti
del poeta stesso);
Finalità encomiastica: capostipite della casata
Estense e colui che meglio rispecchia i caratteri
del mondo cortese e cavalleresco;
Si lasciò però deviare dal fascino di Armida per la
quale resterà a lungo lontano dal campo;
12

Riesce a vincere l’incanto della selva di Saron e
grazie a lui l’esercito Cristiano riesce a vincere
la crociata;
Converte Armida = superiorità del bene sul male.
13

Rinaldo incantato da Armida di Tiepolo 1742-45
14

Rinaldo e Armida:piacere puro e
illecito
Tema amato dai pittori del ‘600-’700;
Maggior attenzione al contesto paesaggistico;
• Rappresentazioni delle effusioni (vedi angelica e
medoro);
• Suicidio di Armida(nuova Didone);
• Armida tenta l’uccisione di Rinaldo..
15

Rinaldo e Armida di Domenichino 1620-21
16

ARMIDA:
Maga mussulmana dal fascino demoniaco;
Tentatrice dei guerrieri Cristiani;
I poteri le sono stati conferiti dallo Zio Idraote,
con lo scopo di indebolire le truppe Cristiane;
Nel momento in cui i due si incontrano e Armida
tenta di uccidere Rinaldo, la donna si innamora
= mutazione: strumento del nemico( e del
demonio) a donna ricca di sentimento;
17

Viene abbandonata da Rinaldo;
Persegue la morte dell’uomo ma continua ad
amarlo;
Decide, alla fine, di offrirsi come Ancilla;
Disposta a cambiare religione;
18

Armida dai due volti:
• Armida è vista come la seduzione dell’erotismo,
aspetto inquietante dell’ amore(distoglie gli
uomini dai doveri morali e militari);
• Armida è la forza intramontabile della
passione;
19

Erminia
• Erminia, principessa pagana figlia del re Aladino, segretamente
innamorata del combattente cristiano Tancredi di cui è stata
prigioniera. Le sue azioni sono mosse esclusivamente dall’Amore
che le fa dimenticare ogni altro impegno e che, togliendole ogni
coscienza del pericolo, le fornisce la temerarietà per recarsi al
campo nemico, travestita da Clorinda, per curare l’amato. Inseguita
dai Cristiani, si dà alla fuga e, dopo un lungo vagare (che ricorda il
continuo errare di Tasso),incontra un gruppo di pastori che vivono in
perfetta armonia con la natura e si unisce a loro.
20

• Poi gli dice infingevole, e nasconde
sotto il manto de l’odio altro desio:
-Oimè! Bene il conosco, ed ho ben donde
fra mille riconoscerlo deggia io,
che spesso il vidi i campi e le profonde
fosse del sangue empir del popolo mio.
Ahi quanto è crudo nel ferire!a piaga
ch’ei faccia erba non giova od arte maga.
Egli è il prence Tancredi: oh prigioniero
mio fosse un giorno! E no ‘l vorrei già
morto;
vivo il vorrei, perch’in me desse al fero
desio dolce vendetta alcun conforto-.
• [..] Ma più ch’altra cagion, dal molle seno
sgombra Amor temerario ogni paura,
e cruderia fra l’ugne e fra il veleno
de l’africane belve andare secura;
Erminia, nel suo discorso, cela
l’amore non corrisposto per Tancredi
giocando sul doppio significato delle
parole. Finge di odiarlo, afferma di
volerlo fare suo prigioniero, ma per
consumare una dolce vendetta; dice
che il crociato è crudele nel ferire,
ma è evidente che non si riferisce
solo alle ferite inferte in duello ai
pagani. Quello che fa sospirare la
donna, che a stento trattiene le
lacrime, è il fatto che il suo amore
per Tancredi non sia corrisposto.
Ogni azione di Erminia è mossa
dall’Amore: l’amore per Tancredi è
tanto potente che la spinge a mettere
da parte il suo onore, a trovare il
coraggio per uscire dalla città e,
travestita da Clorinda, a entrare nel
campo nemico per curare l’amato.
21

Erminia e il pastore
• Nel quadro intitolato “Erminia e il pastore”, il
Guercino rappresenta Erminia che confida il
suo dolore a un vecchio pastore intento
nell’intrecciare vimini,un’attività che
simboleggia un ideale di vita serena e
operosa. Il mondo dei pastori rappresenta per
Erminia un luogo in cui poter finalmente
trovare pace, riposo dagli affanni della guerra
e in cui cercare di dimenticare un amore
impossibile.
• Uno dei pastori le racconta di aver vissuto per
un lungo periodo nelle ‘inique corti’, ma alla
fine di esserne fuggito disgustato e di essere
tornato a quella vita umile in campagna. Nella
critica del pastore alle invidie e adulazioni
delle corti emerge il sentimento di amore-odio
di Tasso verso la corte e in particolare verso
Alfonso II d’Este.
• Il mondo idilliaco dei pastori è un ambiente
semplice e naturale in antitesi con quello delle
corti e in cui il gruppo di pastori rappresenta
una società utopica fuori dalla storia e dalle
sue violenze. Insomma, un’alternativa alle
corti reali, ma, nel contempo, il sogno di una
corte ideale, ugualitaria,basata sulla natura e
non sui rapporti di poteri o su quelli
economici.
Guercino, Erminia e il pastore,
Birmingham,City Museum and
Art Gallery.
22

È la donna della confli5ualità:
CLORINDA
La sua alternanza con.nua tra apparire Clorinda intanto ad incontrar l’assalto/va di
Tancredi, e pon la lancia in resta./Ferírsi a le visiere, e i tronchi in alto/volaro e parte nuda
ella ne resta;/ché, ro; i lacci a l’elmo suo, d’un salto/(mirabil colpo!) ei le balzò di testa;/e
le chiome dorate al vento sparse,/giovane donna in mezzo ’l campo apparse. (canto III, 21)
e scomparire Depon Clorinda le sue spoglie inteste/d’argento e l’elmo adorno e l’arme
altere,/e senza piuma o fregio altre ne veste/(infausto annunzio!) ruginose e nere,/però che
sFma agevolmente in queste/occulta andar fra le nemiche schiere. (XII, 18)
Clorinda inoltre occulta la sua femminilità so2o l’armatura di valoroso
guerriero pagano e la sua femminilità traspare solo quando Tancredi la
sconfigge e gli chiede di ba2ezzarla D’un/bel pallore ha il bianco volto asperso,/come
a’ gigli sarian miste viole,/e gli occhi al cielo affisa, e in lei converso/sembra per la pietate il
cielo e ’l sole;/e la man nuda e fredda alzando verso/il cavaliero in vece di parole/gli dà
pegno di pace. (XII 69)
23

Lo scontro tra Clorinda e Tancredi
Lo scontro è violen.ssimo e Tancredi questa volta non risparmia di colpi l’amata perché non
l’ha riconosciuta so:o la nera corazza così abbandonate le spade i guerrieri si abbracciano
per far male all’avversario: D’or in or piú si mesce e piú ristreKa/si fa la pugna, e/spada oprar
non giova:/dansi co’ pomi, e infelloniF e crudi/cozzan con gli elmi insieme e con gli scudi. /Tre
volte il cavalier la donna stringe/con le robuste braccia, ed altreKante/da que’ nodi tenaci ella
si scinge,/nodi di fer nemico e non d’amante. (XII, 56,57)
Quando poi Tancredi la trafigge con la spada la descrizione di tasso è raccapricciante poiché
intrisa di ero@smo: Ma ecco omai l’ora fatale è giunta/che ’l viver di Clorinda al suo fin deve./
Spinge egli il ferro nel bel sen di punta/che vi s’immerge e ’l sangue avido beve;/e la veste, che
d’or vago trapunta/le mammelle stringea tenera e leve,/l’empie d’un caldo fiume. (XII, 64)
Clorinda è un personaggio parEcolare per Tasso, come il poeta anche lei è fata
portavoce del confli5o interiore e quando la viene rivelata la sua idenEtà CrisEana
decide comunque di comba5ere contro la propria religione per poi converErsi in
punto di morte.
24

Olindo e sofronia
Un amore unito anche tra le
fiamme
26

Olindo
Olindo è un guerriero crisEano, innamorato di
Sofronia, verrà condannato con lei al rogo
27

Sofronia
Vergine crisEana, verrà condannata al rogo a
causa di un furto autodichiarato da lei
28

Le azioni
Nella ci5à di gerusalemme che sta per essere assediata una
immagine della vergine, so5ra5a ai crisEani su consiglio del
mago ismeno e portata in una moschea, sparisce
misteriosamente.
Per salvare gli altri crisEani,sospe5aE del furto,la vergine
crisEana sofronia si autoaccusa al cospe5o del re Aladino.
Olindo innamorato di lei, dichiarandosi reo a sua volta,
vuole sosEtuirsi alla fanciulla, ma vengono condannaE
entrambi al rogo.
In un ulEmo momento verranno salvaE da clorinda che li
credeva innocenE.
Infine i due si uniranno in matrimonio e saranno costreU a
lasciare gerusalemme
29

Clorinda chiede ad Aladino, re
di Gerusalemme, di liberare
dal rogo Olindo e Sofronia
dipinto di François Perrier
30

AMORE & SENSUALITA’
NELLA
GERUSALEMME LIBERATA
31

Nella Gerusalemme Liberata l’AMORE è ,senza dubbio, fra tutte le passioni quella più
forte e dolorosa come dimostrano gli episodi di Erminia e Tancredi e di Tancredi e
Clorinda.
L’AMORE è un sentimento talmente forte e violento che sottrae alle loro responsabilità
gli uomini e li rende incapaci di assolvere ai propri doveri morali e religiosi.
L’AMORE ,però, per questo motivo è considerato una colpa da cui fuggire per non
cadere nella tentazione ; Gli amori nella Gerusalemme Liberata rimangono sempre
inappagati per ragioni differenti come fedi diverse ( un chiaro esempio è il triangolo
amoroso Erminia-Tancredi-Clorinda che rimarrà sempre inappagato). L’unica
coppia nella quale questo nobile sentimento giunge a compimento è quella di
Sofronia e Olindo.
La sensibilità della donna è spesso repressa( es: nel libro vi) e per questo motivo sfocia in
immagini di violenza come il duello finale fra Clorinda e Tancredi ( libro xii).
Nella Gerusalemme Liberata la figura dell’uomo è spesso sottoposta a quella della donna.
( es: nel libro iii durante la dichiarazione d’amore di Tancredi a Clorinda).
La sensualità e l’erotismo sono sempre presenti nel tessuto narrativo ma spesso celati
dalle ansie e dalle inquietudini degli innamorati infelici.

Giuseppe Bottani,Armida tenta di
uccidersi 1766,Firenze,Uffizi
L’artista raffigura un episodio del canto XX
della Gerusalemme liberata: Rinaldo,
vincitore, trattiene Armida che tenta
disperatamente di suicidarsi. Il
cavaliere la raggiunge alle spalle e le
afferra il braccio con cui la maga sta
per trafiggersi il petto. L’episodio
rappresenta l’estremo atto di pietà
verso il nemico. Il cavaliere appare
determinato, mentre la figura di
Armida è molto melodrammatica e
riprende le iconografie delle eroine
d’amore quali Didone o Lucrezia.
Essa appare un’ulteriore tipologia
della figura della maga

Pier Francesco Mola,Erminia scrive su un albero il Nome di Tancredi, 1650-1659, Parigi, Louvre.
Il dipinto rappresenta un episodio del canto VII della Gerusalemme liberata; Erminia che, ormai ambientatasi nel modo di vita
pastorale, porta il gregge al pascolo ed esprime il suo amore impossibile per Tancredi scrivendone il nome sulla corteccia
degli alberi. L'episodio tassiano inverte originalmente il tema dell'amante inappagato, ponendo la figura femminile al
centro del dramma amoroso. Troviamo lo stesso soggetto rappresentato in un bellissimo paesaggio di Salvator Rosa e in
una scena dì genere di Michelangelo Cerquozzi.

IL TEMA DELLA GUERRA E
DELLA SOFFERENZA
La Gerusalemme Liberata, in quanto appartenente al genere epico,è prima di
tutto un poema di eroismo e di guerra. L’azione centrale dove gravitano tutti gli
episodi è infatti una guerra dove i cristiani e i pagani si scontrano per la
conquista di Gerusalemme.
Il tema della guerra è evidentemente legato alla civiltà del Rinascimento,
soprattutto dell’ambiente di corte, che vede nella professione delle armi una
delle attività più importanti, se non la principale. Tasso rappresenta duelli (tra
cui quello di Tancredi e Argante e quello fra Tancredi e Clorinda) e battaglie
richiamando l’immagine terribile e raccapricciante della guerra “vera” con tagli
aspramente realistici. La guerra che si affianca dunque alla violenza nonché alla
sofferenza sia fisica che morale dei personaggi protesi nella loro ideale missione
di conquista e allo stesso tempo combattuti dalle passioni terrene.
35

Canto l’arme pietose e ‘l capitano
che ‘l gran sepolcro liberò di Cristo.
Molto egli oprò co ’l senno e con la mano
molto soffrì nel glorioso acquisto:
e in van l’Inferno vi s’oppose, e in vano
s’armò d’Asia e di Libia il popol misto.
Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi
segni ridusse i suoi compagni erranti.
Ali ha ciascuno al core ed ali al piede,
Né del suo ratto andar però s’accorge;
Ma quando il sol gli aridi campi fiede
Con raggi assai ferventi, e in alto scorge,
Ecco apparir Gierusalem si vede,
Ecco additar Gierusalem si scorge;
Ecco da mille voci unitamente
Gierusalemme salutar si sente.
Canto le armi pie e il capitano (Goffredo di
Buglione che liberò il venerabile sepolcro di
Cristo (dai musulmani).Egli compì molte
imprese con la saggezza e con la forza, molti
patimenti subì durante la conquista gloriose
(di Gerusalemme); e invano le diverse
popolazione dell’Asia e dell’Africa ,unite
insieme, presero le armi ( contro di lui). Dio
gli fu favorevole ed egli ricondusse sotto le
insegne sacre (la croce) i suoi compagni
dispersi.
Ognuno ha le ali al cuore e ai piedi e
perciò non si accorge della propria
andatura veloce; ma quando il sole
colpisce gli aridi campi con raggi
infuocati ed è già alto sull’orizzonte,
ecco che si vede apparire
Gerusalemme ,ecco che si scorge
additare Gerusalemme, ecco che si
sente salutare Gerusalemme da mille 36
voci all’unisono.

Alessandro Turchi
Tancredi ferito con Erminia e Vafrino
37

Tema della religione
Molteplici sono i temi presenti nel poema di
Tasso; tra questi il tema dell’amore,
dell’erotismo e della magia ma è solo il tema
della religione che indica la via della salvezza, è
anzi soltanto attraverso l'unione d'eroismo e di
religiosità che può realizzarsi una qualche
attribuzione di senso.
L'eroismo è un modo per forzare la realtà
vincendone l'insensatezza, mentre la religiosità
è un modo per entrare in contatto con le forze
misteriose e inquietanti della realtà senza
esserne divorati. Il paesaggio naturale entro il
quale si svolge l'azione ben esprime questo
sentimento d'aspra conquista fra minacce
dell'insensatezza e dell'insuccesso.
La Gerusalemme Liberata
Torquato Tasso
La religiosità che traspare dal poema appare ora
come sfoggio esteriore e conformismo, che trovavano
la loro spiegazione nell’Italia della Controriforma;
ora come autentico sentimento, angoscia del peccato,
bisogno di purezza. Una religiosità quest’ultima, che
trova la sua altissima espressione nell’episodio in cui
Rinaldo sale sul Monte Oliveto e vince gli incanti
demoniaci, potendo così godere, con purezza di
cuore, l’alba che sta per nascere.
38

Torquato Tasso, Rinaldo sul Monte Oliveto
Rinaldo, uno dei protagonisti della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso,dopo
essere stato distolto dalla guerra dagli incantesimi amorosi della maga Armida,
sale sul monte Oliveto e chiede a Dio il perdono dei propri peccati. Così
purificato, potrà affrontare la pericolosa Selva di Saron.
Era ne la stagion ch’anco non cede
libero ogni confin la notte al giorno,
ma l’oriente rosseggiar si vede
ed anco è il ciel d’alcuna stella adorno;
quando ei drizzò vèr l’Oliveto il piede,
con gli occhi alzati contemplando intorno
quinci notturne e quindi mattutine
bellezze incorrottibili e divine.
Fra se stesso pensava: “O quante belle
luci il tempio celeste in sé raguna!
Ha il suo gran carro il dí, l’aurate stelle
spiega la notte e l’argentata luna;
ma non è chi vagheggi o questa o quelle,
e miriam noi torbida luce e bruna
ch’un girar d’occhi, un balenar di riso,
scopre in breve confin di fragil viso”.
Così pensando, a le più eccelse cime
ascese; e quivi, inchino e riverente,
alzò il pensier sovra ogni ciel sublime
e le luci fissò ne l’oriente:
“La prima vita e le mie colpe prime
mira con occhio di pietà clemente,
Padre e Signor, e in me tua grazia piovi,
sí che ’l mio vecchio Adam purghi e rinovi”.
Così pregava, e gli sorgeva a fronte
fatta già d’auro la vermiglia aurora
Che l’elmoel’arme e intorno a lui del monte
le verdi cime illuminando indora;
E ventillar nel petto e nela fronte
Sentia gli spirti dipiacevol òra,
che sovra il capo suo scotea da lgrembo
De la bell’alba un rugiadoso nembo.
39

Un anno dopo la nascita di Tasso era
stato indetto il concilio di Trento, tappa
fondamentale del processo
Controriformistico.
La chiesa manifestava l’ardente necessità
di orientare gli intellettuali al fine di
difendere l’ortodossia cattolica contro le
confessioni riformate.
Nello spirito della controriforma ,
l’ideale dell’ortodossia prevaleva sugli
ideali umanistici e rinascimetali di
riscoperta del mondo classico e
comportava la moderazione delle
frivolezze.
L’intellettuale cristiano, partecipe di
questo nuovo interesse per la causa della
fede, iniziò a sentirsi responsabile dei
messaggi veicolati dalle sue opere. E’
proprio tale consapevolezza a plasmare
una personalità tanto complessa quale
quella di Tasso.
L’esigenza del richiamo ai valori religiosi
è insita nel fine pedagogico della sua
Gerusalemme liberata.
LA CONTRORIFORMA
Il poema è teso non solo al delectare, ma al
docere: i cristiani allora dovevano
riscoprire la propria compattezza,
combattendo per difendere la propria fede
dalle minacce esterne e interne.
Il dover sensibilizzare la società secondo lo
spirito controriformistico fu motivo di
particolare attenzione per il Tasso, che sentì
il bisogno di sottoporre la sua opera al
giudizio di otto revisori, al fine di valutare
la chiarezza del messaggio educativo.
Per il Tasso, vero manieristica, conciliare,
in sé e nelle sue opere, lo spirito
rinascimentale morente con la tensione
religiosa significava conciliare l’unità con
la verità.
40

Tasso e Tintaretto in relazione
Vi è un parallelo secondo alcuni critici fra i
modi propri della poesia del Tasso nella
Gerusalemme e la pittura del Tintoretto:
nell’una e nell’altra si assiste all’aprirsi
indefinito di spazi, al drammatico animarsi
della natura,ai continui intensi contrasti di
ombre e di luci, dove le figure, i volti, i gesti,
gli oggetti si rivelano soltanto nel raggio di
luce che si illumina.
Anche la bellezza viene concepita in modo
analogo dai due artisti: soprattutto gli
ornamenti attirano l’attenzione e l’interesse
descrittivo, e la figura si atteggia entro un
decoro di gesti che vuol essere il segno della
dignità morale.
Domenico Tintoretto
“Tancredi battezza Clorinda”
1585
41

Luministica è infatti la visione del Tasso
non meno di quella del Tintoretto: nella
Gerusalemme predominano i notturni, i
crepuscoli, le «ombre miste d'una incerta
luce» o tinte di «rossi vapor»; o «nere e
folte» entro le selve «orride e spesse»; e
dell'armi si vedono soli i bagliori, come
fossero di diamante; le vesti sono veli mossi
e trasparenti, che rendono più attraenti le
bellezze che celano; dei volti, più che i
lineamenti, vediamo il pallore o il rossore.
Perché il luminismo del Tasso, come quello
del Tintoretto, non è affatto veder le cose
colpite da un lume particolare invece che
immerse nel lume universale; ma è una
specie di vibrazione, di febbrile movimento
cosí delle persone che dello spazio infinito.
E infatti ciò che quel luminismo mette in
evidenza, quasi trapassasse l'involucro
fisico dei corpi e rivelasse quel che avviene
al di dentro, non è affatto ciò che i teorici
del tempo chiamavano gli « accidenti »
della forma, ma una forma o una bellezza
interna, l'ardore dell'animo, la «bellezza »
dei sentimenti.
“Il ritrovamento del corpo di San Marco”
Jacopo Tintoretto
“Annunciazione”
Domenico Tintoretto
42

Michele Desubleo, Tancredi battezza Clorinda,
1666
43

Ambroise Dubois, Il batteismo di Clorinda, 1639
44

G.Antonio Baruffaldi. Tancredi battezza Clorinda,
1822
45

La Magia
L'elemento magico in Tasso è
l'espressione dell'instabilità del reale,
dell'irrazionalità e dell'oscurità che si
ritrova nella storia umana.
46

Maurice Denis, Rinaldo prigioniero nei giardini di Armida, 1907, Hakone (Giappone), Hotel Fujiya
Nella sua immagine di grande valenza decoraEva, Denis impiega gli elemenE iconografici Epici del giardino d’Amore: la fontana, le
figure nude, giovani e belle che in genere fanno parte del corteggio di Venere, il verde curato e antropizzato del giardino all’italiana.
Con la sua consueta grande libertà di interpretazione, Denis rappresenta l’episodio in cui Rinaldo addormentato cade preda di
Armida inserendolo già nel contesto dei giardini della maga.
47

Vezzosi augelli infra le verdi fronde
temprano a prova lascive5e note;
mormora l'aura, e fa le foglie e l'onde
garrir che variamente ella perco5e.
Quando taccion gli augelli alto risponde,
quando cantan gli augei più lieve scote;
sia caso od arte, or accompagna, ed ora
alterna i versi lor la musica òra.
Vola fra gli altri un che le piume ha sparte
di color vari ed ha purpureo il rostro,
e lingua snoda in guisa larga, e parte
la voce sì ch'assembra il sermon nostro.
QuesE ivi allor conEnovò con arte
tanta il parlar che fu mirabil mostro.
Tacquero gli altri ad ascolatrlo intenE,
e fermaro i susurri in aria i venE.
-­‐Deh mira-­‐ egli cantò -­‐ spuntar la rosa
dal verde suo modesta e verginella,
che mezzo aperta ancora e mezzo ascosa,
quanto si mostra men, tanto è più bella.
Ecco poi nudo il sen già bandalzosa
dispiega; ecco poi langue e non par quella,
quella non par che desiata inanE
fu da mille donzelle e mille amanE.
Graziosi augelli modulano, a gara, note sensuali; la
brezza mormora e fa risuonare le acque che colpisce
in vari modi. Quando tacciono gli uccelli, il vento
soffia forte, quando cantano gli uccelli scuote le foglie
più lievemente; sia casualmente, sia ad arte, l'aura
musicale ora accompagna ed ora alterna i versi degli
uccelli.
Fra gli altri vola un uccello che ha le piume variegate
di colori diversi e ha il becco rosso, e muove la lingua
abilmente e modula la voce in modo tale da imitare il
parlare umano. Esso allora conEnuò con tale abilità
che il suo parlare fu per noi moEvo di grande stupore.
Tacquero gli altri uccelli, intenE ad ascoltarlo, e i venE
fermarono i sussurri nell'aria.
"Deh guarda" cantò quello, " spuntare la rosa piccola
e ancora in bocciolo, dal suo stelo, che, non ancora
del tu5o sbocciata, è tanto più bella quanto meno si
mostra. Ecco che poi distende i suoi petali ormai
spavalda; ecco che poi appassisce e non sembra più la
stessa, non sembra la stessa che prima fu desiderata
da mille fanciulle e mille amanE.
48

L’interpretazione criEca
della
Gerusalemme Liberata
55

L’enjambement in Tasso
(Mario Fubini)
• UElizzato nei momenE di maggiore commozione lirica
• Figura retorica più frequente
• Spinge a soffermarsi sui termini stessi che lo formano e a
me5ere in prima piano il senEmento che vi è so5eso
56

Differenze tra Tasso e Ariosto
• Enjambement ariostesco: funzione dinamica
• Enjambement tassiano: figura lirico-­‐evocaEva
• Ariosto: sEle rinascimentale
• Tasso: sEle barocco
• Ariosto: ne5a separazione dei versi e dei gruppi di versi
• Tasso: tendenza a fondere i versi nell’unità della stanza rendendo
sensibile il fluire del discorso
57

Il bifronEsmo tassiano nella crisi del Cinquecento
(Lanfranco CareU)
Ideologia umanisEco-­‐
rinascimentale
Psicologia turbata
dell’autore
Due diverse concezioni
dell’uomo
Ideologia
controriformisEca
Complessità
Gerusalemme
Liberata
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Cara5eri del bifronEsmo
• ConEnuo oscillare tra verità e apparenze
• Sensibilità ansiosa e irrequieta
• Fama terrena corrosa dal trascorrere del tempo
• Suspense e sgomento di fronte alla realtà
• Registro energico e acuto
• SenEmento intenso della vita che sorregge e illumina i gesE eroici
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I personaggi della Liberata
• Sono gli impulsi su cui l’opera si regge
• Hanno un interno inviluppo delle passioni
• Dimensione psicologica tassiana
• Sono tuU autobiografici
• Poema permeato di sincera sostanza senEmentale
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