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Rosalba Carriera - a lume di candela

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temperatura interna dove non sembrava essere che un piumino stinto <strong>di</strong> cipria e <strong>di</strong> rossetto,<br />

questo ripeto, mi par segno <strong>di</strong> forza” (Longhi 1946).<br />

L’Autoritratto, con il ritratto della sorella Giovanna in elaborazione tra le mani, inviato verso il<br />

1715 al granduca Cosimo III, ora agli Uffizi è forse la prima immagine che la pittrice offre <strong>di</strong> sé sui<br />

quarant’anni. In quest’opera, “la schiaritura della veste, ornata <strong>di</strong> delicati ricami, comporta una<br />

dosatura più nervosa <strong>di</strong> luci e <strong>di</strong> ombre nel viso, d’una schiettezza quasi popolana” (Pallucchini<br />

1994).<br />

Attorno al 1735 - 1740 esegue l’effigie <strong>di</strong> Caterina Barbarigo Sagredo (Eikemeier 1971). Donna<br />

“celebre a Venezia per bellezza, cultura e per la vita al <strong>di</strong> fuori dai canoni <strong>di</strong> comportamento<br />

delle nobili veneziane dell’epoca” (Sani 1988). “Il ritratto, simbolo della femminilità in chiave<br />

rococò, è certo un capolavoro <strong>di</strong> arguzia pittorica per il modo con il quale l’immagine femminile<br />

dolcemente libertina è incorniciata dal tricorno nero, dalla fluida capigliatura bruna, e dal<br />

manto blu scuro, ravvivato dal nastro rosso annodato sul petto; piacque molto, tanto da essere<br />

più volte replicato: se ne conoscono infatti due redazioni (una al Fogg Art Museum <strong>di</strong> Cambridge,<br />

l’altra, in sembianze <strong>di</strong> Berenice, al Detroit Institute of Arts <strong>di</strong> Detroit)” (Pallucchini 1994).<br />

Va detto in proposito che molti <strong>di</strong>pinti furono replicati in gran numero e in momenti <strong>di</strong>versi, ma<br />

non sempre dalla sua mano. <strong>Rosalba</strong> <strong>Carriera</strong> infatti ebbe numerose seguaci (la sorella<br />

Giovanna, Margherita Terzi, Marianna Carlevarijs, Felicita Sartori) e uno stuolo <strong>di</strong> imitatori.<br />

“Lo stile suo era nitido, lieto e facile: vaghissima la tinta senza scostarsi dal naturale, e il<br />

<strong>di</strong>segno ben regolato delle opere sue avea grazia nativa e nobile, non facile a trovarsi in pittura.<br />

Non riportò forse giammai tante vittorie sul cuore umano beltà femminile con le lusinghe,<br />

quante ne poté vantare <strong>Rosalba</strong> con le dotte sue opere” (Zanetti 1771).<br />

<strong>Rosalba</strong> <strong>Carriera</strong> e i ritratti <strong>di</strong> Barbara Campanini<br />

Nel giugno del 1764 Joseph Smith, nominato nel 1735 console inglese a Venezia riceveva il<br />

saldo, da Sua Maestà il re Giorgio III d' Inghilterra, per la ven<strong>di</strong>ta al monarca della più parte<br />

delle sue collezioni. Il console aveva pazientemente raccolto, durante tutta la sua vita trascorsa<br />

a Venezia, una quadreria <strong>di</strong>venuta celebre in Europa, un'altrettanto nota biblioteca e una

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