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ALLE ORIGINI DELLA BIBLIOTECA UNIVERSITARIA ... XI
fiorentine, francesi, tedesche, inglesi ed olandesi, volte a
liberare gli ingegni dalle pastoie delle scuole, raffinando il
gusto letterario e promuovendo la ricerca della verità in
campo filosofico, storico e teologico. Invitava gli studiosi a
seguire l'opera dei bollandisti nell'agiografia, di Noel Alexandre
nella teologia dommatica, di Tillemont e dei Maurini nella
storia ecclesiastica, e soprattutto i principi contenuti nelle
"Riflessioni sopra il buon gusto" del MuratorP2.
Successivamente, in omaggio all'opera muratoriana, il
Longo intitolò "Accademia del Buon Gusto" l'accademia
fondata nel 1718 insieme al Caruso e al Settimo, con sede
nel Palazzo Filangeri di Palermo.
I principi a cui s'ispirava tale Accademia ed i programmi
che intendeva perseguire, illustrati dal Longo il 29 settembre
1718 in una "Oratio ad Siculos", che si conserva manoscritta
presso la Biblioteca Comunale di Palermo, consistevano
nel trattare temi di "vera eloquenza e buona filosofia"
in tutte le branche di quest'ultima (logica, morale, metafisica,
matematica e fisica sperimentale), partendo dal presupposto
che gli accademici fossero liberi di seguire qualsiasi
scuola di pensiero, per potere cercare dappertutto la
verità senza preconcetti o pregiudizi.
La breve parentesi della restaurazione spagnola (1718-
1720) determinò la sospensione della sua attività, che riprese
con più vigore durante il governo austriaco, con l'effetto di
creare nuovi fermenti in personalità importanti della cultura
politica isolana, quali il Campailla, il Caruso, H Settimo, il
Prescimone ed altri, che sotto il domino spagnolo si erano
12 Cfr. in proposito e sul ruolo svolto dal Longo nell'ambito letterario
e politico del suo tempo, Giuseppe Giarrizzo, La Sicilia dal Cinquecento
all'Unità d'Italia, in Storia d'Italia, diretta da Giuseppe Galasso, XVI,
Vincenzo D'ALESSANDRO e Giuseppe GIARRIZZO, La Sicilia dal Vespro all'Unità
d'Italia, Torino, UTET, 1989, pp. 378-381.