ARTHUR SCHOPENHAUER
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3. La soteriologia<br />
La salvezza dell’uomo può avvenire solo tramite la negazione della volontà di vivere. Il suicidio<br />
non è una soluzione: chi si uccide infatti non nega la vita in generale, ma solo quella particolare<br />
condizione in cui la vita si trova in un certo momento. Il suicida estingue solo la propria<br />
individualit{, non gi{ l’indistruttibile volont{ di vivere, che celebra in tal modo anche nel suicidio<br />
il suo trionfo.<br />
L’uomo deve cercare in altro modo di pervenire alla salvezza: ci si può liberare dalla catena che<br />
di desiderio in desiderio conduce alla noia e al dolore “solo col cessare di volere”, solo nella<br />
NOLUNTAS.<br />
Questo avviene innanzitutto nell’ARTE. Nell’attivit{ estetica l’individuo si stacca dalle catene<br />
della volontà, si allontana dai suoi desideri, annulla i suoi bisogni, cessando di guardare gli oggetti<br />
per quel che possono essergli utili o nocivi. L’uomo si annulla come volont{ e dimentica se stesso<br />
e il suo dolore. “Il piacere estetico consiste in gran parte nel fatto che, immergendoci nello stato<br />
di contemplazione pura, noi ci liberiamo per un istante da ogni desiderio e preoccupazione; ci<br />
spogliamo in un certo qual modo di noi stessi, non siamo più l’individuo che pone l’intelligenza al<br />
servizio del volere”. Nell’intuizione estetica l’intelletto infrange la sua servitù alla volont{, non è<br />
più lo strumento che le procura i mezzi per soddisfarla. L’arte superiore a tutte, l’arte per<br />
eccellenza è la musica e con essa l’uomo entra in rapporto immediato con l’essenza intima del<br />
mondo. Dispersa in essa la propria individualit{ l’uomo trova finalmente la pace.<br />
Tuttavia l’arte concede all’uomo solo istanti rari e brevi di felicit{ che fanno capire “quanto<br />
debba essere felice la vita di un uomo la cui volontà non sia acquietata per un solo momento,<br />
come nell’estasi estetica, ma colmata per sempre, anzi ridotta completamente al nulla”. Questo<br />
avviene nell’ASCESI.<br />
La liberazione dell’uomo dal fatale alternarsi del dolore e della noia deve avvenire sottraendosi<br />
radicalmente alla volontà di vivere e sopprimendo così la radice del male, che si esprime nel<br />
perenne flusso della individuazione. L’ascesi è un cammino che conduce ad allontanare da noi<br />
stessi ogni desiderio servo della volontà di vivere, che porta a contrapporre alla mia<br />
individualità quella degli altri. Il primo passo verso questa liberazione si ha nella realizzazione<br />
della giustizia, cioè riconoscendo gli altri uguali a noi. Ma la giustizia da sola non basta, occorre<br />
la compassione, cioè il sentire l’altrui dolore come il proprio. Solo nella compassione risiede la<br />
fonte dell’agire morale. Non gi{ nell’amore, poiché l’amore è anch’esso egoismo e brama di<br />
possesso. Non amore al bene dell’altro bensì partecipazione al suo dolore. E’ partecipazione al<br />
dolore del mondo, di modo che ciascuno possa riconoscersi in ogni essere dell’universo.<br />
L’ascesi conduce allora alla castità perfetta, alla povertà volontaria, alla rassegnazione, al<br />
sacrificio, tramite i quali si raggiunge la noluntas.<br />
Tale rinnegamento della volont{ di vivere attraverso l’ascesi si configura come attingimento di<br />
uno spazio eterno di pace, di quiete e di silenzio. Molte pagine di S. giungono ad intuire la<br />
presenza di una luce che la filosofia non riesce a cogliere ma può solo indicare negativamente.<br />
La filosofia parla di ciò che deve essere negato e superato, ma quel che con questo<br />
superamento si guadagna si rivela soltanto nell’esperienza mistica, con esperienza di una<br />
positività originaria nei cui confronti tutto ciò che è contenuto in questo nostro mondo<br />
svanisce. “Ma io credo che quando la morte avr{ chiuso i nostri occhi, noi ci troveremo in una<br />
luce al cui confronto la nostra luce solare non è che ombra”.<br />
C’è in questo, evidentemente, una contraddizione: se ogni azione umana è determinata dalla<br />
Volont{ trascendente, come può l’uomo negare la Volont{? Poi, la stessa volont{ assume ben<br />
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