"Questa mostruosa perdita della bellezza del ... - Cristina Campo
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Il talismano <strong><strong>del</strong>la</strong> catarsi<br />
Per un traduttore, i mo<strong>del</strong>li fin qui presentati hanno un valore catartico e liberatorio: al cospetto<br />
<strong>del</strong>l'evidenza estetica in cui vengono riassunte dimensioni filosofiche e testuali passibili ognuna di<br />
un complesso discorso filologico, chi traduce può comprendere come la coerenza interna, la forza<br />
<strong><strong>del</strong>la</strong> proposizione poetica, nasca dal coraggio di trapiantare i segni <strong>del</strong> testo dentro il 'luogo<br />
protetto' <strong>del</strong> Contemporaneo, dove quegli enigmi tuttora irrisolti che li fanno assurgere al rango di<br />
'classici' esplodono intatti, nella rete inestricabile dei loro controtesti; e allora, interpretare significa<br />
rinunciare a capire. Piuttosto che capire, significa agire: il farsi di un testo nella coscienza <strong>del</strong><br />
traduttore passa per la stessa rete di allusioni che pervadono il suo lettore di madre lingua.<br />
Trapiantare le zone d'ombra in un'altra costellazione di segni, senza che la loro virtù gravitazionale<br />
cessi di agglutinarle intorno alla monade-uomo, è il compito, coraggioso fino alla sicumera, <strong>del</strong><br />
traduttore. Lungo tutto questo corso, abbiamo insistito sull'immagine <strong>del</strong> traduttore in quanto primo<br />
e più profondo lettore di un testo. Ora, vogliamo terminare il nostro viaggio segnalando una figura<br />
singolare di testimone <strong>del</strong> tempo: Guido Ceronetti. In lui, l'estetica <strong>del</strong> frammento è divenuta<br />
strategia ermeneutica. Ceronetti traduce da sette lingue, in ognuna di esse cercando il momento in<br />
cui una determinata visione <strong>del</strong> mondo diventa illuminazione poetica. L'istante in cui il poeta viene<br />
visitato, e visiterà, di conseguenza, eternamente i lettori.<br />
Così, quando si accinge a rendere in Italiano il Cantico dei Cantici, Ceronetti ne fa un esempio di<br />
simbiosi arcaica tra mente e natura. Nel collasso <strong>del</strong> linguaggio, i due amanti dei quali il Cantico<br />
rappresenta l'imeneo, comunicano attraverso le cose, le sensazioni che i doni nuziali, i paesaggi, le<br />
parti <strong>del</strong> corpo amato, fanno passare attraverso di loro. E tuttavia, a forza di eludere la dimensione<br />
'tempo', Ceronetti riesce a far parere questo amore una seduta di anatomia: a tal punto la fisiologia<br />
costruisce, nell'inconscio, un totem <strong>del</strong>l'oggetto amato.<br />
Quella variabile 'tempo' che Ceronetti ha escluso dalla sua visione <strong>del</strong> Cantico, domina in Come un<br />
talismano: una raccolta di 'traduzioni' di Ceronetti i cui testi parlano <strong>del</strong>l'impossibilità di governare<br />
il trascorrere. Il traduttore, qui, appare come un naufrago il cui contatto con la civiltà - con la storia<br />
- continui solo attraverso i fogli sparsi di una biblioteca scomparsa sott'acqua che il riflusso <strong>del</strong>le<br />
maree, volta per volta, gli fanno giungere tra le mani. Alla capricciosità <strong>del</strong> caso, il naufragotraduttore<br />
oppone una misura platonica: si può imparare ciò che già si conosce. Ogni traduzione è<br />
espressione <strong>del</strong> mondo interiore che il traduttore abita, e da cui è, al contempo, abitato.<br />
Come un talismano chiosa nel modo più efficace l'intero nostro discorso: si tratta, infatti, di un<br />
manuale su quei campi di forze che, proiettando la loro luce direzionale sulla coscienza<br />
<strong>del</strong>l'interprete, ne orientano indefettibilmente le scelte, prima che linguistiche, percettive. Come poi<br />
queste scelte percettive divengano, attraverso il linguaggio, visioni <strong>del</strong> mondo: questo è il mistero<br />
che rende la Letteratura la più grande sfida all'ignoto tentata, attraverso i secoli e le lingue,<br />
dall'uomo.<br />
ALESSANDRO ZIGNANI<br />
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