ospedale maria vittoria
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Voi sapete quali erano le condizioni dei nostri<br />
istituti ospitalieri quando si cercò di coadiuvarne la<br />
benefica azione col proporre l’erezione di un Ospedale<br />
a favore di quella numerosa parte della popolazione<br />
maggiormente m eritoria di sussidio e meno protetta<br />
dalla pubblica beneficenza. La donna ed il bambino<br />
colpiti da malattie proprie al sesso ed all’età loro non<br />
trovavano che eccezionale ed insufficiente aiuto e ricovero<br />
in qualche letto dei grandi nosocomi per le<br />
malattie comuni, eretti dalla filantropia de’ nostri avi.<br />
Nulla si era fatto a vantaggio loro e poco si sperava<br />
per l’avvenire.<br />
Sull’esempio delle precipue città dell’antico e nuovo<br />
Continente si pensò che un asilo dedicato esclusiva-<br />
mente alla donna ed al bambino riescisse a colmare<br />
una lacuna, a sollevare molte miserie sociali, a corrispondere<br />
adeguatamente alle aspirazioni della moderna<br />
società, alle leggi del costante e graduato<br />
progresso civile. E così fu.<br />
L’idea ebbe lusinghiero appoggio e potente protezione<br />
in un augusto Principe di Casa Savoia ed in<br />
non pochi filantropi di cui Torino va altera e riconoscente.<br />
Tutto progrediva per bene e l’iniziativa lasciava<br />
sperare prossima e sicura riuscita. Ma siccome in ogni<br />
opera di qualche entità è destino, fra le umane cose,<br />
che sorgano inattesi ostacoli e difficoltà imprevedute,<br />
così avvenne della nostra.<br />
Quando l’opera era già bene avviata, un nuovo<br />
progetto si iniziò che attraeva a sè parte de’ nostri