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Le delibere degli organi collegiali lezione del 20/10/2011 a cura di ...

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LE DELIBERE DEGLI ORGANI<br />

COLLEGIALI<br />

NOZIONE DI DELIBERA<br />

• La <strong>del</strong>ibera <strong>di</strong> una Università è un atto<br />

amministrativo collegiale, cioè adottato da<br />

un collegio amministrativo.<br />

• La <strong>del</strong>ibera è il risultato <strong>di</strong> un proce<strong>di</strong>mento<br />

amministrativo<br />

• La <strong>del</strong>ibera è documentata in un verbale,<br />

cioè in un atto pubblico


RAPPORTO TRA VERBALE E DELIBERA<br />

• L’atto <strong>del</strong>iberativo è l’evento a cui la norma<br />

ricollega determinati effetti giuri<strong>di</strong>ci.<br />

• Il verbale è il documento, l’entità materiale<br />

(res) capace <strong>di</strong> rappresentare in maniera<br />

duratura un fatto o un atto giuri<strong>di</strong>co in<br />

forma scritta.<br />

CONTENUTO DELLA DELIBERA<br />

• Intestazione<br />

• Preambolo<br />

• Motivazione<br />

• Dispositivo


PREAMBOLO<br />

Il preambolo può essere <strong>di</strong>stinto in due parti<br />

• Parte procedurale, nella quale è descritto<br />

l’iter <strong>del</strong> proce<strong>di</strong>mento, le sue fasi con<br />

riferimento agli adempimenti istruttori<br />

necessari all’adozione <strong>di</strong> quella determinata<br />

tipologia <strong>di</strong> atto amministrativo (istanza <strong>di</strong><br />

parte, pareri, valutazione tecnica, ecc)<br />

• Parte contenutistica, nella quale sono<br />

descritti gli elementi <strong>di</strong> fatto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />

PREAMBOLO<br />

PARTE CONTENUTISTICA<br />

La parte contenutistica <strong>del</strong> preambolo<br />

descrive i contenuti più significativi emersi<br />

nell’iter procedurale<br />

• Fatti: situazioni, circostanze,<br />

comportamenti<br />

• Atti: documenti prodotti o acquisiti<br />

• Norme giuri<strong>di</strong>che


PREAMBOLO<br />

ORDINE PARTE CONTENUTISTICA<br />

• La parte contenutistica <strong>del</strong> preambolo<br />

relativa agli elementi <strong>di</strong> fatto può essere<br />

in<strong>di</strong>cata in due mo<strong>di</strong><br />

- Or<strong>di</strong>ne logico oppure or<strong>di</strong>ne cronologico<br />

• La parte contenutistica <strong>del</strong> preambolo<br />

relativa agli elementi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto deve essere<br />

in<strong>di</strong>cata solo in or<strong>di</strong>ne cronologico<br />

CONTROLLI FINANZIARIO-CONTABILI<br />

La proposta <strong>di</strong> <strong>del</strong>ibera deve specificare con<br />

chiarezza se siano previsti oneri finanziari a<br />

vario titolo per il bilancio universitario,<br />

l’eventuale importo e l’in<strong>di</strong>cazione <strong>del</strong><br />

capitolo e <strong>del</strong>l’impegno <strong>di</strong> spesa


LA DELIBERA SENZA IMPEGNO E’<br />

NULLA DI DIRITTO<br />

…La <strong>del</strong>ibera con la quale i competenti <strong>organi</strong><br />

comunali o provinciali affidano ad un<br />

professionista privato l’incarico per la<br />

progettazione <strong>di</strong> un’opera pubblica, è valida<br />

e vincolante nei confronti <strong>del</strong>l’ente soltanto<br />

se il relativo impegno <strong>di</strong> spesa sia<br />

accompagnato dall’attestazione, da parte<br />

<strong>del</strong> responsabile <strong>del</strong> servizio finanziario,<br />

<strong>del</strong>la copertura finanziaria. L’inosservanza<br />

<strong>di</strong> tale prescrizione determina la nullità<br />

<strong>del</strong>la <strong>del</strong>ibera……. (Cassazione civile sez.<br />

un. 28/6/<strong>20</strong>05, n. 13831)<br />

LA MOTIVAZIONE<br />

Motivazione deriva dal latino movere, motus,<br />

cioè ragione <strong>del</strong>l’azione<br />

Ogni provve<strong>di</strong>mento amministrativo, deve<br />

essere motivato. La motivazione deve in<strong>di</strong>care<br />

i presupposti <strong>di</strong> fatto e le ragioni giuri<strong>di</strong>che<br />

che hanno determinato la decisione, in<br />

relazione alle risultanze <strong>del</strong>l’istruttoria (ve<strong>di</strong><br />

art. 3 legge n. 241/90)


MOTIVAZIONE<br />

• La motivazione non è richiesta per gli atti<br />

normativi e per quelli a contenuto generale<br />

• E’ possibile la motivazione per relationem se<br />

le ragioni <strong>del</strong>la decisione risultano da altro<br />

atto <strong>del</strong>l’amministrazione che deve essere<br />

richiamato dalla decisione stessa<br />

LA MOTIVAZIONE: VINCOLO E<br />

DISCREZIONALITA’<br />

• Gli atti vincolati o dovuti si limitano a richiamare<br />

ed attuare la scelta già fatta dal legislatore per tutti<br />

i casi <strong>del</strong>la stessa specie. La motivazione, quin<strong>di</strong>, si<br />

riduce a descrivere la valutazione dei presupposti<br />

<strong>di</strong> fatto e nell’applicazione <strong>del</strong>le ragioni giuri<strong>di</strong>che<br />

che hanno portato all’obbligo <strong>di</strong> adottare un<br />

determinato provve<strong>di</strong>mento<br />

• Gli atti <strong>di</strong>screzionali vanno adeguatamente motivati<br />

e per essi vale il principio che più l’atto e<br />

<strong>di</strong>screzionale più la motivazione deve essere ampia<br />

ed articolata, come nel caso <strong>degli</strong> atti restrittivi


DISPOSITIVO<br />

• Descrive il contenuto volitivo o <strong>di</strong>chiarativo<br />

<strong>del</strong>l’atto<br />

• Deve essere una conseguenza logica e<br />

imparziale <strong>di</strong> quanto emerso nel preambolo<br />

• Costituisce la parte precettiva <strong>del</strong>l’atto<br />

amministrativo e contiene, a seconda <strong>del</strong>le<br />

varie tipologie <strong>di</strong> atto, una manifestazione <strong>di</strong><br />

volontà, oppure <strong>di</strong> scienza-conoscenza,<br />

oppure <strong>di</strong> valutazione-giu<strong>di</strong>zio<br />

PROFILI LESSICALI<br />

La situazione <strong>di</strong> fatto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto viene<br />

descritta utilizzando i seguenti termini<br />

Per le situazioni <strong>di</strong> fatto:<br />

- premesso<br />

- atteso<br />

- dato atto


PROFILI LESSICALI<br />

Per le situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />

-visto<br />

-richiamato<br />

PROFILI LESSICALI<br />

Per la descrizione <strong>degli</strong> accertamenti tecnici<br />

- accertato<br />

- rilevato<br />

- verificato<br />

- acquisito<br />

N.B. I pareri non si “u<strong>di</strong>scono”<br />

“sentono”, ma si acquisiscono<br />

né si


PROFILI LESSICALI<br />

Motivazione e <strong>di</strong>screzionalità<br />

- considerato<br />

-ritenuto<br />

- valutato<br />

- ravvisata l’opportunità<br />

PROFILI LESSICALI<br />

Il <strong>del</strong>iberato<br />

1. Di approvare<br />

2. Di concedere<br />

3. Di <strong>del</strong>egare<br />

4. Di autorizzare<br />

Delibera


LA CONVOCAZIONE<br />

• La convocazione è il primo atto <strong>del</strong><br />

proce<strong>di</strong>mento amministrativo che porterà<br />

alla formazione <strong>del</strong>la <strong>del</strong>ibera.<br />

• Ai sensi <strong>del</strong>l’art. 6, comma 5 <strong>del</strong>lo Statuto il<br />

Senato accademico è convocato dal rettore<br />

in via or<strong>di</strong>naria almeno una volta ogni due<br />

mesi e, in via straor<strong>di</strong>naria, quando ne<br />

faccia richiesta almeno un quarto dei suoi<br />

componenti.<br />

LA CONVOCAZIONE<br />

Secondo quanto <strong>di</strong>sposto dall’art. 62 <strong>del</strong> RGA<br />

la convocazione in via or<strong>di</strong>naria deve essere<br />

comunicata a ciascun avente <strong>di</strong>ritto presso la<br />

struttura cui afferisce, con anticipo <strong>di</strong> almeno<br />

4 giorni lavorativi escluso il sabato e i giorni<br />

festivi, secondo il calendario accademico. In<br />

caso <strong>di</strong> urgenza, la convocazione può essere<br />

fatta con preavviso <strong>di</strong> almeno 24 ore anche<br />

con altri mezzi ritenuti adeguati a raggiungere<br />

gli interessati.


LA CONVOCAZIONE<br />

La convocazione deve contenere l'elenco <strong>degli</strong><br />

argomenti da trattare. Solo in casi<br />

eccezionali può contenere la voce "eventuali<br />

ed urgenti" ma l'argomento deve essere<br />

precisato con le stesse procedure <strong>del</strong>la<br />

convocazione d'urgenza, almeno un giorno<br />

lavorativo prima <strong>del</strong>la seduta.<br />

CONVOCAZIONE E ORDINE DEL<br />

GIORNO COME REQUISITI<br />

Costituisce requisito <strong>di</strong> legittimità <strong>del</strong>la<br />

<strong>del</strong>iberazione <strong>di</strong> un organo collegiale <strong>di</strong> un<br />

ente pubblico l’osservanza <strong>del</strong> proce<strong>di</strong>mento<br />

<strong>di</strong> previa convocazione <strong>del</strong>l’adunanza dei<br />

componenti il collegio e <strong>del</strong>la comunicazione<br />

formale <strong>del</strong> relativo or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> giorno recante<br />

l’in<strong>di</strong>cazione <strong>degli</strong> argomenti iscritti per la<br />

trattazione. (Consiglio <strong>di</strong> Stato sez. VI<br />

12/11/1987, n. 891)


IRREGOLARITA’ DELLA CONVOCAZIONE<br />

Il vizio derivante dal mancato invio <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne<br />

<strong>del</strong> giorno ai componenti <strong>di</strong> un organo<br />

collegiale risulta sanato qualora i componenti<br />

<strong>del</strong> collegio esercitino i propri poteri senza<br />

nulla rilevare al riguardo. (Consiglio <strong>di</strong> Stato<br />

sez. V, 30/3/1994, n. 194.)<br />

ORDINE DEL GIORNO: NO ALLE “VARIE ED<br />

EVENTUALI”<br />

Deve ritenersi illegittima la <strong>del</strong>iberazione<br />

assunta da un organo collegiale,<br />

relativamente ad un oggetto non previamente<br />

in<strong>di</strong>cato nell’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> giorno <strong>del</strong>la seduta,<br />

non essendo consentita la trattazione fra le<br />

voci “varie ed eventuali”, a meno che tutti i<br />

membri <strong>del</strong> collegio siano presenti e<br />

concor<strong>di</strong>no nel trattare l’argomento, così<br />

rinunciando al rispetto <strong>del</strong>le loro prerogative.<br />

(TAR Puglia Bari, sez. I, 5/2/<strong>20</strong>03, n. 550)


LA SEDUTA (O “ADUNANZA”)<br />

• La parola adunanza deriva dal latino ad<br />

(inteso come rafforzativo) e unum (insieme),<br />

quin<strong>di</strong> mettere insieme<br />

• La parola collegio deriva dal latino cum<br />

legare, cioè incaricare insieme <strong>di</strong> un’azione.<br />

I TRE ELEMENTI DELL’ADUNANZA<br />

I tre elementi essenziali per l’adunanza, quale<br />

requisito <strong>del</strong>la <strong>collegiali</strong>tà sono l’unità <strong>di</strong>:<br />

•Tempo<br />

•Luogo<br />

•Azione


IL QUORUM COSTITUTIVO (NUMERO<br />

LEGALE)<br />

Il quorum è una parola latina usata in<br />

Inghilterra fin dal XV secolo all’inizio <strong>di</strong> una<br />

formula legale per designare uno speciale<br />

collegio dei giu<strong>di</strong>ci, <strong>di</strong> grande cultura e<br />

abilità (i sapiens), la presenza dei quali<br />

(quorum) era necessaria per rendere vali<strong>di</strong> i<br />

proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> una corte <strong>di</strong> giustizia.<br />

IL QUORUM COSTITUTIVO (NUMERO<br />

LEGALE)<br />

L’art. 64 <strong>del</strong> RGA stabilisce che per la<br />

vali<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>le sedute in prima convocazione<br />

è necessaria la presenza <strong>del</strong>la maggioranza<br />

dei componenti con <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto. In<br />

seconda convocazione è sufficiente la<br />

partecipazione <strong>di</strong> almeno il 40% dei<br />

componenti con <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto. Nel computo<br />

per determinare la maggioranza non si tiene<br />

comunque conto <strong>di</strong> coloro che hanno<br />

giustificato validamente l'assenza.


IL QUORUM COSTITUTIVO (NUMERO<br />

LEGALE)<br />

• I rappresentanti in Consiglio <strong>di</strong><br />

Amministrazione <strong>di</strong> enti, pubblici e privati,<br />

concorrono alla formazione <strong>del</strong> numero<br />

legale solo se intervengono alla seduta.<br />

• In ogni caso nessuna seduta <strong>di</strong> organo<br />

collegiale è valida qualora non sia presente<br />

il Presidente o chi ne fa le veci.<br />

QUORUM DEI COLLEGI DISPARI<br />

Nei collegi composti da un numero <strong>di</strong>spari<br />

<strong>di</strong> componenti, la maggioranza assoluta ai<br />

fini <strong>del</strong> quorum strutturale, è data dal<br />

numero che, raddoppiato, supera il totale<br />

dei componenti almeno <strong>di</strong> un’unità.<br />

(Consiglio <strong>di</strong> Stato sez. V, 7/7/1987 n. 463)


QUORUM STRUTTURALE<br />

I c.d. quorum strutturali e funzionali<br />

nell’attività <strong>degli</strong> <strong>organi</strong> <strong>collegiali</strong>, hanno<br />

scopo <strong>di</strong>verso, in quanto il primo opera<br />

sulla vali<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>la seduta e fonda le proprie<br />

ragioni sul fenomeno <strong>del</strong>la collaborazione, il<br />

secondo opera sulla vali<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>l’espressione<br />

<strong>del</strong>la volontà <strong>del</strong>iberativa e si fonda sul<br />

fenomeno <strong>del</strong> consenso nelle votazioni; in<br />

particolare, il quorum strutturale deve<br />

essere stabilito testualmente e, ove ciò non<br />

QUORUM STRUTTURALE<br />

sia, occorre applicare il principio generale<br />

<strong>del</strong>la presenza <strong>del</strong>la maggioranza assoluta<br />

dei componenti <strong>del</strong> collegio per la vali<strong>di</strong>tà<br />

<strong>del</strong>la seduta. (Consiglio <strong>di</strong> Stato sez. IV,<br />

4/3/1993, n. 238)


QUORUM STRUTTURALE<br />

Ai fini <strong>del</strong>la determinazione <strong>del</strong> quorum<br />

strutturale per la vali<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>le sedute <strong>di</strong> un<br />

organo collegiale non possono essere<br />

computati i componenti senza <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

voto. (Consiglio <strong>di</strong> Stato sez. VI, 19/3/1990,<br />

n. 389)<br />

LA PRESENZA DI ESTRANEI ALLA<br />

SEDUTA<br />

La presenza <strong>di</strong> soggetti estranei non<br />

legittimati in un organo collegiale vizia gli<br />

atti adottati tutte le volte che detta presenza<br />

superi la stretta necessaria esigenza <strong>del</strong><br />

compimento <strong>di</strong> attività serventi al<br />

funzionamento <strong>del</strong>l’organo stesso. In quanto<br />

i soggetti non legittimati possono aver<br />

influenzato la formazione <strong>del</strong> convincimento<br />

dei componenti il collegio. (Consiglio <strong>di</strong><br />

Stato, sz. IV, 12/4/<strong>20</strong>01, n. 2258)


LA DISCUSSIONE<br />

• La <strong>di</strong>scussione può avvenire solo sui punti<br />

inseriti nell’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> giorno<br />

• E’ possibile richiedere l’inversione <strong>di</strong> uno o<br />

più punti all’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> giorno<br />

• Il presidente cede e toglie la parola (<strong>di</strong><br />

norma i collegi autodeterminano un tempo<br />

<strong>degli</strong> interventi)<br />

• Terminata la <strong>di</strong>scussione il presidente<br />

in<strong>di</strong>ce la votazione.<br />

LA DISCUSSIONE E IL VERBALE<br />

• Da un punto <strong>di</strong> vista logico, la <strong>di</strong>scussione<br />

fa parte <strong>del</strong> verbale e non <strong>del</strong>la <strong>del</strong>ibera vera<br />

e propria, intesa come manifestazione <strong>di</strong><br />

volontà<br />

• Va stabilito preliminarmente se gli<br />

interventi vadano riportati integralmente<br />

• In ogni caso la motivazione <strong>del</strong>la <strong>del</strong>ibera<br />

non può farsi risalire alle considerazioni<br />

espresse dai membri <strong>del</strong> collegio.


LA DISCUSSIONE NON VA RIPORTATA<br />

INTEGRALMENTE<br />

Il verbale ha l’onere <strong>di</strong> attestare il<br />

compimento dei fatti svoltisi al fine <strong>di</strong><br />

verificare il corretto iter <strong>di</strong> formazione <strong>del</strong>la<br />

volontà collegiale e <strong>di</strong> permettere il controllo<br />

<strong>del</strong>le attività svolte, non è però a tal fine<br />

necessaria la minuziosa descrizione <strong>del</strong>le<br />

singole attività compiute e <strong>del</strong>le singole<br />

opinioni espresse. (Consiglio <strong>di</strong> Stato sez.<br />

IV, 25/7/<strong>20</strong>01, n. 4074)<br />

LA VOTAZIONE


FASE COSTITUTIVA DELLA<br />

VOTAZIONE<br />

La volontà <strong>del</strong>l’organo collegiale viene in<br />

essere nel momento <strong>del</strong>la sua espressione e<br />

l’atto <strong>di</strong> approvazione <strong>del</strong> verbale ha come<br />

suo contenuto soltanto la certificazione, da<br />

parte <strong>del</strong> medesimo <strong>organi</strong>smo, <strong>del</strong>la<br />

corrispondenza <strong>del</strong>le determinazioni<br />

effettivamente assunte, con quelle riportate<br />

nel relativo documento che le contiene<br />

APPROVAZIONE DEL VERBALE<br />

L’approvazione <strong>del</strong> verbale non è elemento<br />

costitutivo <strong>del</strong>la <strong>del</strong>ibera collegiale, né<br />

elemento essenziale <strong>del</strong>l’atto che la<br />

documenta, ma soltanto momento <strong>di</strong><br />

perfezionamento <strong>del</strong>l’iter procedurale<br />

rilevante per i componenti <strong>del</strong> collegio che<br />

ha adottato la <strong>del</strong>ibera, lasciando aperto il<br />

termine per una loro eventuale impugnativa<br />

(TAR Lazio sez. III 2/2/<strong>20</strong>04, n. 939)


LA VOLONTA’ DELL’ORGANO E’ UNICA<br />

La volontà imputabile all’organo collegiale<br />

s’identifica con la determinazione <strong>del</strong>la<br />

maggioranza. (Consiglio <strong>di</strong> Stato sez. IV<br />

16/3/1999, n. 287)<br />

LA DESCRIZIONE DELLE OPERAZIONI<br />

DI VOTAZIONE<br />

In assenza <strong>di</strong> specifiche prescrizioni, deve<br />

essere applicato il principio generale in<br />

forza <strong>del</strong> quale negli atti <strong>collegiali</strong> la<br />

descrizione analitica in verbale <strong>del</strong>la<br />

procedura <strong>di</strong> votazione e <strong>del</strong> suo esito non è<br />

necessaria ove la <strong>del</strong>ibera sia stata adottata<br />

sulla base <strong>del</strong>l’unanimità dei consensi.<br />

(Consiglio <strong>di</strong> Stato sez. V, 7/4/1989, n. <strong>20</strong>0


LA VERBALIZZAZIONE<br />

IL VERBALE<br />

La parola verbale deriva dal francese procès-verbal<br />

Il nome sembra derivi dall’antica procedura<br />

giu<strong>di</strong>ziaria penale in Francia: ivi i funzionari <strong>di</strong><br />

polizia, destinati ad istruire i processi dovevano<br />

farne relazione al giu<strong>di</strong>ce, ma poiché spesso erano<br />

illetterati, si limitavano ad una esposizione orale<br />

<strong>degli</strong> atti procedurali compiuti, donde l’espressione<br />

<strong>di</strong> processo verbale.<br />

Certamente oggi l’espressione è contrad<strong>di</strong>ttoria,<br />

poiché il processo verbale è essenzialmente un atto<br />

scritto, ma ormai essa è consacrata da un uso<br />

secolare e deve pertanto accettarsi senz’altro.<br />

(G. Vita, Gli atti <strong>collegiali</strong>, Roma, 19<strong>20</strong>, p. 287)


VERBALE IN FORMA SCRITTA<br />

La verbalizzazione in forma scritta<br />

<strong>del</strong>l’attività <strong>del</strong>l’organo collegiale è requisito<br />

sostanziale per la sua esistenza e non è<br />

sostituibile con altri mezzi <strong>di</strong> prova;<br />

pertanto, è illegittimo l’impiego <strong>di</strong><br />

registrazioni su nastro magnetico ai fini<br />

<strong>del</strong>la documentazione <strong>del</strong> proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />

formazione <strong>del</strong>la volontà <strong>del</strong>l’organo.<br />

(TAR Lazio sez. I, 6/3/1995, n. 389)<br />

LA DELIBERA PRIVA DI VERBALE<br />

La <strong>del</strong>ibera priva <strong>di</strong> verbale è un atto<br />

amministrativo perfetto ma non efficace<br />

L’atto esiste ma non è documentato<br />

La <strong>del</strong>iberazione <strong>di</strong> un organo collegiale non<br />

può considerarsi inesistente in <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong><br />

verbalizzazione, posto che la determinazione<br />

volitiva <strong>del</strong>l’organo non si colloca sullo<br />

stesso piano <strong>del</strong>la sua proiezione formale<br />

che è finalizzato a riprodurre la suddetta<br />

manifestazione, attestandone l’esistenza<br />

(Consiglio <strong>di</strong> Stato, sez. VI, 11/12/<strong>20</strong>01, n.<br />

6<strong>20</strong>8)


IL VERBALE NON E’ UN ATTO<br />

COLLEGIALE<br />

A <strong>di</strong>fferenza <strong>del</strong>l’atto <strong>del</strong>iberativo <strong>di</strong> cui<br />

rappresenta il contenuto, il verbale non è<br />

un atto collegiale.<br />

Infatti è redatto da un unico soggetto: il<br />

segretario verbalizzante.<br />

In tal senso ve<strong>di</strong> Consiglio <strong>di</strong> Stato, sez. V,<br />

25/1/<strong>20</strong>03, n. 344<br />

BROGLIACCIO<br />

La parola deriva dal francese bruiller,<br />

mescolare, scarabocchiare<br />

Dopo l’approvazione <strong>del</strong> verbale va <strong>di</strong>strutto<br />

Il brogliaccio o “minuta” non fa prova<br />

(ve<strong>di</strong> TAR Lazio, sez II, 9/5/<strong>20</strong>01, n. 4025)


LA REGOLA DELLE TRE “S”<br />

• Sentire attentamente senza mai <strong>di</strong>strarsi e<br />

senza perder il filo. A tal fine è importante<br />

la collocazione fisica <strong>del</strong>l’operatore<br />

• Scrivere: appuntare in forma sintetica solo i<br />

concetti da rielaborare in seguito<br />

• Sintetizzare: sulla base <strong>del</strong>le attività<br />

precedenti si passa alla fase finale <strong>di</strong><br />

elaborazione <strong>degli</strong> appunti usando un<br />

linguaggio semplice e chiaro e perio<strong>di</strong><br />

semplici e brevi<br />

GLI ALLEGATI AL VERBALE<br />

Gli allegati sono atti richiamati nella <strong>del</strong>iberazione<br />

che costituiscono parte integrante <strong>del</strong> verbale e<br />

pertanto vanno anch’essi sottoscritti dal presidente<br />

e dal segretario <strong>del</strong>la seduta<br />

La loro funzione è <strong>di</strong> supportare l’azione<br />

amministrativa (ad es. come documento a corredo<br />

<strong>del</strong>la motivazione per relationem), esplicitare<br />

concretamente una proposta, fungere da memoria<br />

aggiuntiva <strong>di</strong> un atto o <strong>di</strong> un fatto.<br />

L’allegato <strong>di</strong> un allegato viene definito annesso.


GLI ESTRATTI<br />

L’estratto <strong>del</strong> verbale, spesso<br />

impropriamente chiamato “omissis”,<br />

costituisce copia conforme <strong>di</strong> uno stralcio<br />

<strong>del</strong> verbale già esistente, sottoscritto ed<br />

approvato, che viene rilasciato, su istanza<br />

<strong>di</strong> parte o per esigenze amministrative<br />

interne, dal segretario verbalizzante o <strong>di</strong> chi<br />

detiene l’originale <strong>del</strong> verbale.<br />

Quando il verbale non è ancora sottoscritto<br />

è, comunque, possibile rilasciare un<br />

documento contenente l’atto <strong>del</strong>iberativo. In<br />

questo caso il documento deve essere<br />

sottoscritto dal presidente e dal segretario.

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