16 GP SINGAPORE RED BULL “Dobbiamo capitalizzare questa vittoria, ma dobbiamo migliorare ancora già da Suzuka. La McLaren resta la macchina migliore e quella più veloce, ma la Ferrari è affidabile ovunque ” SEBASTIAN VETTEL
Massimo Costa Dalla rabbia di Monza alla gioia di Singapore. E’ un mondiale che regala emozioni contrastanti. Una domenica sembra tutto finito, che il mondo congiuri contro di te, poi quella dopo sei sul gradino più alto del podio come non ti capitava da mesi e ti ritrovi secondo nella classifica del campionato neanche troppo lontano dal leader Fernando Alonso. Pazzesco davvero. Sebastian Vettel quest’anno ne sta vivendo di tutti i colori. Penalità, ritiri, accuse al sistema, ai doppiati, alla Magneti Marelli. Un campionato snervante, la consapevolezza che il missile terra-aria che aveva guidato nel 2010 e 2011 oggi è una bombetta che ogni tanto si inceppa. Vettel a Singapore ha ritrovato la vittoria anche se non nella maniera che più gradisce, ovvero partendo in testa al via e rimanendovi fino al termine. Questa volta il primo posto è stato un regalo arrivato dalla McLaren e da Lewis Hamilton perché difficilmente, come aveva dimostrato la qualifica, Vettel avrebbe seriamente potuto impensierire il rivale britannico. Ma tant’è, ieri a me, oggi a te, avrà pensato il campione del mondo: “La soddisfazione è doppia perché questa è la gara più impegnativa dell’intera stagione”, ha detto sudatissimo Vettel a fine GP, “questa è una corsa killer, lunga e faticosa, ma mi sono divertito molto. Tutto ha funzionato bene questa volta e anche se non eravamo i più veloci abbiamo vinto”. La corsa per Vettel si è messa subito bene perché dalla seconda fila ha superato alla prima curva Pastor Maldonado: “Sono riuscito a passare la Williams e così mi sono messo alla caccia di Hamilton. Però, le gomme si sono deteriorate prima del previsto e sono dovuto rientrare ai box molto presto. Per fortuna mi sono inserito bene nel gruppo di testa e con le gomme fresche ho recuperato”. Ma Hamilton pareva comunque imprendibile benché lo avesse a portata di… occhio: “Sinceramente mi ero accorto, due giri prima del suo ritiro, che stava perdendo olio, quando si è fermato ho approfittato dell’occasione. Ma penso che non sarebbe stato così impossibile provare a vincere anche con Lewis in pista”, ammette con una vena forse eccessiva di ottimismo. Adesso è a meno 29 punti da Alonso: “Dobbiamo capitalizzare questa vittoria, ma dobbiamo migliorare ancora già da Suzuka. La McLaren resta la macchina migliore e quella più veloce, ma la Ferrari è affidabile ovunque”. Siamo già a fine settembre, ma il campionato è ancora lunghissimo con sei gare da disputare e dunque un massimo di 150 punti a disposizione. Cosa saranno mai 29 lunghezze… 17