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analisi scelte strategiche

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Tratto da<br />

“Economia & Management delle imprese”<br />

(DiBernardo, Gandolfi, Tunisini)<br />

A cura di<br />

Tonino Pencarelli<br />

Linda Gabbianelli<br />

1


Schema di riferimento per l’<strong>analisi</strong> l <strong>analisi</strong><br />

strategica<br />

Verifica posizione competitiva<br />

Analisi esogena<br />

Analisi endogena<br />

Valutazione “culturale”<br />

e intersoggettiva<br />

Valutazione della fattibilità<br />

Implementazione e realizzazione<br />

Identificazione<br />

asimmetrie e problemi<br />

Definizione strategie<br />

potenziali<br />

Definizione alternative<br />

<strong>strategiche</strong><br />

Scelta delle opzioni<br />

<strong>strategiche</strong><br />

Business plan<br />

Controllo strategico<br />

2


Strumenti per l’<strong>analisi</strong> strategica<br />

3


1. La diagnosi strategica<br />

Analisi Analisi performance performance economico economico finanziaria finanziaria e e<br />

posizionamento competitivo<br />

competitivo<br />

Le fonti dell’<strong>analisi</strong>:<br />

•registrazioni contabili,<br />

•dati raccolti dalle aree funzionali e da <strong>analisi</strong> settoriali<br />

1) La matrice redditività/competitività<br />

2) Le matrici di portafoglio<br />

3) Il benchmarking<br />

4


1) La matrice redditività/competitività<br />

La matrice redditività/competitività dell’impresa o dell’unità di<br />

business rispetto a quella media del settore (definito dai concorrenti diretti<br />

ed indiretti) aiuta a definire in generale il posizionamento dell’impresa<br />

Redditività: ROI (Return on investment) ossia l’incidenza del<br />

reddito operativo (ricavo netto meno costi variabili e fissi della<br />

gestione caratteristica) sul capitale investito (liquidità, rimanenze,<br />

immobilizzi specifici)<br />

Competitività: quota di mercato ossia il valore delle<br />

vendite dell’impresa rispetto alle vendite totali del settore<br />

ROI e quota di mercato si calcolano su 3 anni<br />

5


() Matrice di posizionamento strategico/<br />

redditività-competitività<br />

Competitività relativa<br />

A<br />

B<br />

A<br />

Posizionamento<br />

valido<br />

Posizionamento con<br />

incoerenze esterne<br />

Redditività relativa<br />

B<br />

Posizionamento<br />

con incoerenze<br />

interne<br />

Posizionamento<br />

molto precario<br />

6


2) Le matrici di portafoglio<br />

Servono a visualizzare il posizionamento competitivo di<br />

un’impresa o delle sue SBU<br />

2.1 Boston Consulting Group (BCG)<br />

2.2 General Electric<br />

7


2.1 La matrice BCG<br />

matrice attrattività - competitività<br />

ATTRATTIVITA’<br />

È misurata con il tasso di sviluppo del settore o dell’ASA (il valore di<br />

riferimento è il 10%) negli ultimi tre anni<br />

Maggiore è l’attrattività maggiore è il fabbisogno di liquidità<br />

COMPETITIVITA’<br />

È misurata con la quota di mercato relativa ossia il volume ( o valore) delle<br />

vendite rispetto a quelli del più diretto concorrente (valore di riferimento è 1)<br />

Maggiore è la competitività maggiore è la generazione di liquidità<br />

8


Crescita del settore<br />

Assorbe liquidità<br />

Quota di mercato<br />

Genera liquidità<br />

9


I vantaggi della BCG:<br />

Si costruisce sulla base di parametri oggettivi, quantificabili, misurabili<br />

è di semplice costruzione e offre delle indicazioni normative (sequenze<br />

di successo e di insuccesso)<br />

Gli svantaggi della BCG:<br />

la relazione tra quota di mercato e liquidità non è immediata perché<br />

non sempre vi è l’effetto apprendimento<br />

la competitività non è indicata solo dalla quota di mercato del prodotto<br />

ma anche dai processi produttivi-distributivi<br />

l’attrattività di un settore non è misurabile solo in base alla crescita<br />

10


2.2 La matrice General Electric e la<br />

matrice McKinsey<br />

Vogliono superare i limiti della BCG introducendo<br />

molteplici parametri di valutazione della competitività<br />

dell’impresa e dell’attrattività del settore.<br />

Il limite è dato dalla difficile misurabilità di alcuni<br />

parametri di natura qualitativa.<br />

11


Fattori esterni = attrattività del settore<br />

- Dimensioni del mercato<br />

- Tasso di crescita del mercato<br />

- Ciclicità<br />

- Struttura concorrenziale<br />

- Barriere all’entrata<br />

- Redditività del settore<br />

- Tecnologia<br />

- Legislazione/problemi legali<br />

- Disponibilità di manodopera<br />

- Problemi sociali/ambientali/politici<br />

Fattori interni = capacità<br />

competitiva<br />

- Quota di mercato<br />

- Capacità di marketing<br />

- Livello di assistenza ai clienti<br />

- R&D<br />

- Produzione<br />

- Distribuzione<br />

- Risorse finanziarie<br />

- Immagine<br />

- Gamma di prodotti<br />

12


3. Il benchmarking<br />

Benchmark = punto di riferimento<br />

Fare benchmarking significa valutare e studiare<br />

sistematicamente i prodotti, i servizi, i processi delle<br />

aziende migliori per confrontarsi costantemente con le<br />

stesse<br />

14


Il benchmarking è uno strumento di miglioramento<br />

continuo o va applicato sistematicamente e con una<br />

certa formalizzazione<br />

Opera un confronto tra le attività d’impresa e quelle<br />

esterne di altre imprese “eccellenti”<br />

Non ha importanza il settore di appartenenza<br />

dell’impresa eccellente bensì il suo modo di gestire un<br />

processo, un prodotto, un servizio<br />

Il benchmarking non è finalizzato a copiare ma ad<br />

“ispirarsi”, ad adattare<br />

15


Il benchmarking può essere:<br />

interno: si realizza rispetto ad un processo, prodotto,<br />

attività di un’unità organizzativa appartenente alla stessa<br />

organizzazione. Il benchmarking interno non effettua un<br />

confronto necessariamente con un’unità best-in-class ma<br />

mira ad innalzare lo standard qualitativo dell’intera<br />

organizzazione<br />

competitivo: prevede il confronto con le migliori aziende<br />

appartenenti allo stesso settore dell’impresa; è di difficile<br />

applicazione per la riservatezza delle aziende<br />

funzionale o di processo: prevede un confronto con<br />

organizzazioni anche di diversi settori ma best-in-class; è<br />

di più facile realizzazione e molto efficace<br />

16


Le fasi del benchmarking<br />

17


2. L’<strong>analisi</strong> dell’ambiente esterno<br />

<strong>analisi</strong> macroambientale (<strong>analisi</strong> tecnologia, globalizzazione<br />

dell’economia e della concorrenza, evoluzione dei consumi, cambiamenti<br />

nelle soggettività)<br />

<strong>analisi</strong> settoriale<br />

Valutazione del ciclo di vita del settore<br />

Definizione dell’area di business attraverso il modello di<br />

Abell (macrosegmentazione del mercato)<br />

I fattori concorrenziali<br />

I fattori critici di successo<br />

Analisi competitiva (raggruppamenti strategici, <strong>analisi</strong> dei<br />

concorrenti, <strong>analisi</strong> delle reti collaborative)<br />

18


Ciclo di vita del settore<br />

19


Ciclo di vita del settore<br />

Introduzione: mancanza di esperienza, tecnologia innovativa,<br />

produzione bassa scala, prezzi alti, clienti limitati, ricerca<br />

standardizzazione per abbattere prezzi<br />

Sviluppo: standardizzazione della tecnologia, innovazioni di prodotto<br />

ma anche di processo per ridurre prezzi, sviluppo della domanda,<br />

riduzioni di prezzo, verso un mercato di massa<br />

Maturità: mercato prevalentemente di sostituzione; sovrapproduzione,<br />

mass market, differenziazione sul brand, concorrenza sui prezzi<br />

Declino: nuovi prodotti tecnologicamente superiori entrano sul<br />

mercato, consumatori informati, prodotti indifferenziati, guerra di prezzo,<br />

uscite dal mercato<br />

20


Il modello di Abell / Macro-Segmentazione<br />

Tecnologie<br />

chi chi può essere servito?<br />

Funzioni d’uso<br />

quali bisogni possono essere soddisfatti?<br />

Clienti<br />

con quali diverse “tecnologie tecnologie” possono essere soddisfatti i bisogni?<br />

21


L’<strong>analisi</strong> della struttura concorrenziale – Le 5 forze<br />

22


L’<strong>analisi</strong> della struttura concorrenziale –<br />

Le 5 forze<br />

La rivalità tra concorrenti (concorrenza diretta) che dipende dalla<br />

numerosità e dal potere di mercato, dal grado di differenziazione del<br />

prodotto, dall’incidenza dei costi fissi che scatena guerre di prezzo, da<br />

barriere all’uscita<br />

Potenziali nuovi entranti: entranti dipendono da:<br />

barriere all’entrata (ossia i maggiori costi che una impresa nuova<br />

entrante sopporta rispetto a chi è già presente nel settore) che<br />

dipendono da:<br />

economie di scala<br />

differenziazione del prodotto<br />

vantaggi di esperienza<br />

accesso privilegiato a fonti di finanziamento, approvvigionamento e a<br />

canali distributivi<br />

tasso di crescita del settore<br />

23


prodotti/servizi sostitutivi<br />

fornitori, fornitori il cui potere contrattuale può incidere sul grado di<br />

redditività di un settore<br />

clienti, il cui potere contrattuale può intensificare il grado di<br />

rivalità tra le imprese<br />

NOTA: barriere all’uscita all uscita: qualsiasi elemento che possa fungere da ostacolo a<br />

che un prodotto, un individuo o un gruppo di individui, una organizzazione<br />

abbandonino un mercato<br />

24


L’<strong>analisi</strong> dei fattori critici di successo<br />

Si tratta di analizzare le caratteristiche specifiche del settore<br />

per mettere in luce i fattori critici per operare con successo in<br />

quel settore<br />

25


L’<strong>analisi</strong> dell’ambiente esterno: <strong>analisi</strong><br />

dell’ambiente competitivo<br />

i raggruppamenti strategici<br />

l’<strong>analisi</strong> dei singoli concorrenti<br />

L’<strong>analisi</strong> delle reti collaborative<br />

26


I raggruppamenti strategici<br />

identificano i concorrenti più diretti e le aree di mobilità, i possibili<br />

percorsi strategici e l’interdipendenza tra gruppi e dunque l’intensità della<br />

concorrenza<br />

Le variabili per effettuare i raggruppamenti sono generalmente quelle<br />

che esprimono barriere alla mobilità e richiedono diverse azioni<br />

<strong>strategiche</strong><br />

NOTA: Si definiscono barriere barriere alla alla mobilitàà mobilit quei vincoli che rendono<br />

difficile il passaggio da un raggruppamento strategico ad un altro<br />

E’ bene costruire diverse mappe in base a diverse variabili<br />

27


Barriere all’entrata, all’uscita, alla<br />

mobilità<br />

Le barriere all’entrata sono rappresentate dai maggiori costi che il<br />

potenziale nuove entrante in un settore deve sostenere rispetto a chi già opera<br />

nello stesso<br />

barriere istituzionali (esempio monopolio tabacchi; permesso per aprire<br />

esercizio commerciale)<br />

barriere competitive:<br />

• vantaggi assoluti di costo per rapporti privilegiati con fornitori o<br />

finanziatori; notorietà del marchio e immagine di eccellenza<br />

• vantaggi legati allo sfruttamento di economie di scala<br />

• vantaggi legati a vantaggi di differenziazione basata su elementi non<br />

imitabili (es. una innovazione)<br />

Le barriere all’uscita si legano alle difficoltà ad uscire da un settore.<br />

Costi di struttura, problemi con il personale ad es.<br />

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L’<strong>analisi</strong> dei singoli concorrenti - Schema<br />

29


3. L’<strong>analisi</strong> dell’ambiente interno<br />

Identificazione delle risorse, tangibili ed intangibili<br />

Identificazione delle competenze distintive<br />

L’<strong>analisi</strong> SWOT<br />

<strong>analisi</strong> dei punti di forza aziendali<br />

<strong>analisi</strong> dei punti di debolezza<br />

<strong>analisi</strong> delle principali minacce ambientali<br />

<strong>analisi</strong> delle opportunità<br />

Occorre qualificare le variabili in relazione ai concorrenti e trarre<br />

alternative specifiche per l’impresa<br />

30


Identificazione delle risorse, tangibili ed<br />

intangibili<br />

32


Identificazione delle competenze distintive<br />

Una COMPETENZA DI BASE è un’attività che l’impresa ha<br />

imparato a svolgere in modo efficace.<br />

Una COMPETENZA CHIAVE è un’attività, rilevante sotto il<br />

profilo competitivo, che l’impresa è in grado di svolgere<br />

meglio delle altre attività interne.<br />

Una COMPETENZA DISTINTIVA è un’attività,<br />

rilevante sotto il profilo competitivo, che l’impresa è in grado<br />

di svolgere meglio dei propri rivali, e che pertanto rappresenta<br />

un punto di forza superiore rispetto agli avversari sul mercato.<br />

35


La catena del valore<br />

La catena del valore di un’impresa include le attività<br />

primarie che generano valore per il cliente e le relative<br />

attività di supporto.<br />

36

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