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Economia di domani, venti idee per far decollare
l’innovazione
Data: 11 ottobre 2010
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Economia di domani, venti idee per far decollare l'innovazione
Gli Oscar degli inventori che fanno impresa, dai rifiuti in polvere al tessuto nato dal latte. I finalisti hanno
illustrato le loro idee alla Loggia dei Mercanti
Milano, 11 ottobre 2010 - Un vulcano di idee. Faticano a spiegare le loro
creazioni ai neofiti dell’innovazione. Sono avanti di vent’anni. Quasi eretici.
Parlano di sostenibilità e tecnologie compatibili con l’ambiente. Polverizzano
rifiuti, prospettano sistemi in grado di ridurre drasticamente le emissioni di
anidride carbonica, mappano le fontanelle della città. Senza, però, perdere
di vista l’obiettivo prioritario di un’azienda che si rispetti: trasformare i frutti
dell’intelletto in fatturato. Sono i venti finalisti della kermesse Milano in
Progress, che ieri pomeriggio, nella Loggia dei Mercanti, hanno illustrato i
progetti agli increduli astanti.
Difficile non strabuzzare gli occhi quando Arnaldo Caramazza e Rinaldo
Beverina ti spiegano che la loro ultima invenzione dal nome vagamente giurassico, Triturex, ti consente di
ridurre qualsiasi tipo di rifiuto, anche quelli ospedalieri, in una poltiglia capace di alimentare cementifici e
produrre energia elettrica: «Noi puntiamo a diminuire il volume e il peso dell’immondizia prodotta - spiegano
i due -. In questo modo, saranno necessari anche meno camion per la raccolta, con effetti positivi
sull’inquinamento». E ti chiedi perché nessuno ci abbia pensato prima in qualche altra parte del mondo.
Loro si schermiscono: «In realtà, l’idea l’hanno avuta altri: noi l’abbiamo solo perfezionata». Finora, hanno
raccolto adesioni in Venezuela, Medio Oriente e India: «In Italia sono meno interessati. Per ora». Nessuno è
profeta in patria. O meglio, qualcuno c’è. Che riesce a vendere il suo prodotto nel Belpaese come all’estero.
È il caso del baby imprenditore Tommaso Galbersanini: la sua azienda produce tessuti d’arredo d’alta
gamma, anche realizzati con fibre di latte o di legno. Tra i clienti della linea extralusso, anche il magnate
russo Roman Abramovich, multimiliardario proprietario del Chelsea, che ha fatto incetta di set da letto: «Ne
ha comprati cento per il suo yacht - sorride Tommaso -. Spesa totale sui 50mila euro». Ma a Milano in
Progress, evento che si inserisce nella cinque giorni di Innovation Festival Milano, c’erano anche quelli che
hanno appena avviato un’attività imprenditoriale, magari in un settore quasi interamente inesplorato. Pietro
Righi Riva e Nicolò Tedeschi, tanto per citarne due, si sono lanciati nel mercato dei videogiochi aziendali:
«Noi creiamo ambienti virtuali per veicolare i significati più utili ai nostri committenti».
In soldoni, ideano sistemi in grado di influenzare, anche in modo indiretto, i comportamenti degli utenti,
ad esempio sul tema del riciclo delle batterie esauste. Loro assicurano che c’è margine di profitto. Nel
frattempo, però, hanno già dato vita a un gioco da tavola disponibile in quattro lingue: «In Germania e in
Francia ci vanno matti». Matti, come qualcuno definirebbe (erroneamente) i cervelloni del terzo millennio.
Per i meno parrucconi sono dei visionari. Del resto, come diceva Mark Twain, «un uomo che ha un’idea
nuova viene definito pazzo finché quell’idea non ha successo».