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Cargnacco: una cerimonia riconquistata<br />

Tra i valori che noi dell’Associazione<br />

Nazionale Alp<strong>in</strong>i dobbiamo<br />

rispettare quale Credo fondante<br />

del nostro essere ce n’è<br />

uno importantissimo che si s<strong>in</strong>tetizza<br />

nella frase “Per non dimenticare”.<br />

Ma qualche volta questa<br />

fede vac<strong>il</strong>la quale fiamma<br />

sosp<strong>in</strong>ta dal vento e pare sul<br />

punto di spegnersi. Poi per fortuna,<br />

alimentata dall’esempio trasc<strong>in</strong>atore<br />

di pochi, riprende forza<br />

e torna a br<strong>il</strong>lare. Anche per la<br />

manifestazione che si tiene ogni<br />

anno a Cargnacco per ricordare<br />

l’ultima epica battaglia che si<br />

tenne a Nikolajewka <strong>il</strong> 26 gennaio<br />

1943 sembrava che <strong>il</strong> vento<br />

del dis<strong>in</strong>teresse spegnesse la<br />

fiamma del ricordo. Erano ormai<br />

alcuni anni che la cerimonia si<br />

riduceva ad una messa, ad un<br />

discorso di circostanza ed un’ora<br />

di manifestazione. Ma questo<br />

non poteva essere considerato<br />

confacente al nostro asserito<br />

“Per non dimenticare” tanto più<br />

che quella di Cargnacco rientra<br />

tra le tre cerimonie dichiarate a<br />

carattere Sezionale, così come<br />

Muris ed <strong>il</strong> faro del Bernadia di<br />

Tarcento. Spiaceva notare come<br />

alla ribalta nazionale tutte le<br />

attenzioni (anche da parte della<br />

nostra Sede Nazionale che vi<br />

partecipa con <strong>il</strong> Presidente e <strong>il</strong><br />

labaro) erano attratte dalla cerimonia<br />

di Brescia che senza vo-<br />

18<br />

lerle togliere niente, non può<br />

essere paragonata come valore<br />

<strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seco a quella di Cargnacco<br />

dal momento che nel tempio<br />

della cittad<strong>in</strong>a friulana riposano<br />

i resti di circa 9000 caduti <strong>in</strong><br />

terra di Russia, restituiti alla<br />

Madre Patria grazie al paziente<br />

ed <strong>in</strong>faticab<strong>il</strong>e lavoro di Onorcaduti.<br />

E così quest’anno ci siamo<br />

mossi per tempo per organizzare<br />

qualcosa che potesse essere vic<strong>in</strong>o<br />

ai desideri dei nostri Reduci.<br />

Così abbiamo richiesto un picchetto<br />

d’onore alla Brigata “Julia”,<br />

data l’<strong>in</strong>disponib<strong>il</strong>ità della<br />

fanfara della “Julia” abbiamo<br />

arruolato la nostra fanfara sezionale<br />

di Vergnacco ed una rappresentanza<br />

del Gruppo storico<br />

Fiamme Verdi. Grazie all’aiuto<br />

degli alp<strong>in</strong>i di Terenzano-Cargnacco,<br />

guidati dal vulcanico<br />

Capogruppo Ido Ziraldo, siamo<br />

riusciti a dotare ogni cippo di un<br />

artistico porta fiori <strong>in</strong> ferro battuto<br />

unitamente ad un porta<br />

lume e così siamo partiti ad<br />

organizzare la cerimonia del<br />

ricordo co<strong>in</strong>volgendo Reduci e<br />

giovani alp<strong>in</strong>i. La matt<strong>in</strong>a di<br />

domenica 25 sul piazzale antistante<br />

<strong>il</strong> sagrato del Tempio si<br />

sono radunati gli alp<strong>in</strong>i e le autorità<br />

civ<strong>il</strong>i e m<strong>il</strong>itari. Di fronte ad<br />

ogni cippo che fanno da delimitazione<br />

alla piazza, sui quali<br />

sono ricordati i nomi dei reparti<br />

che facevano parte dell’ARMIR,<br />

sostava un reduce con un lume<br />

<strong>in</strong> mano. A cornice della piazza i<br />

gagliardetti dei Gruppi <strong>in</strong>tervenuti<br />

alla cerimonia. Mentre <strong>il</strong><br />

picchetto schierato rendeva gli<br />

onori m<strong>il</strong>itari è stata effettuata<br />

l’alzabandiera sulle note dell’<strong>in</strong>no<br />

di Mameli cantato a piena<br />

voce da tutti i presenti. Mentre <strong>il</strong><br />

tricolore garriva sulle onde di un<br />

venticello freddo e teso è stato<br />

dato <strong>il</strong> comando di onore ai<br />

Caduti e, sulle note del Piave,<br />

dodici giovani alp<strong>in</strong>i con la<br />

maglietta che li identifica e con<br />

un mazzo di fiori <strong>in</strong> mano si sono<br />

diretti s<strong>in</strong>golarmente accanto ad<br />

ogni reduce consegnando <strong>il</strong><br />

mazzo di fiori <strong>in</strong> segno di omaggio<br />

e di ricordo e ricevendone <strong>in</strong><br />

cambio <strong>il</strong> lume a simboleggiare<br />

la fede che li ha sempre guidati<br />

nel desiderio di ritornare a casa.<br />

Assieme hanno poi deposto i<br />

fiori ed <strong>il</strong> lume davanti ai cippi.<br />

L’attenzione dei presenti era al<br />

massimo e quando <strong>il</strong> trombettiere<br />

della “Julia” ha eseguito magistralmente<br />

le note del s<strong>il</strong>enzio,<br />

queste sembravano un accorato<br />

appello di coloro che non son<br />

tornati e più di uno, anche tra le<br />

autorità, ha avuto le ciglia<br />

umide. Reso <strong>il</strong> doveroso omaggio,<br />

i convenuti si sono recati nel<br />

Tempio dove è stata celebrata la<br />

messa, tenute le allocuzioni di<br />

rito da parte delle autorità civ<strong>il</strong>i<br />

e m<strong>il</strong>itari nonché, a conclusione,<br />

del nostro presidente sezionale<br />

Dante Soravito de Franceschi.<br />

Al term<strong>in</strong>e della cerimonia religiosa<br />

le autorità, i reduci ed i<br />

giovani sono scesi nella cripta<br />

per deporre una corona al soldato<br />

ignoto e davanti alla tomba di<br />

don Caneva a cui questo Tempio<br />

deve la sua esistenza. L’<strong>in</strong>vito<br />

che facciamo è quello di partecipare<br />

sempre più numerosi anche<br />

<strong>il</strong> prossimo anno - domenica 24<br />

gennaio 2010 - alla cerimonia<br />

che nei nostri <strong>in</strong>tendimenti sarà<br />

resa ancora più solenne per la<br />

richiesta presenza del nostro<br />

Presidente Nazionale e del<br />

Labaro dell’Associazione.<br />

Luigi Renzo Rovaris

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