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Settimo numero.pub - Residenze Anni Azzurri

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NUMERO 7<br />

RESIDENZA “ANNI AZZURRI” FAVARO VENETO<br />

LE NOSTRE “BAUTTE” DEL CARNEVALE<br />

Carissimi lettori,<br />

siamo giunti alla settima edizione<br />

della nostra Gazzetta!!!<br />

Cominceremo questo <strong>numero</strong><br />

raccontandovi ciò che abbiamo<br />

vissuto in una delle feste che<br />

ha preso vita nella nostra Residenza<br />

nel periodo del Carnevale.<br />

“4 marzo 2011: la mattinata<br />

era diversa dal solito.<br />

Il sole sorgeva rosso fuoco sulla<br />

laguna quando sono sceso a ritirare<br />

il giornale in ingresso. Già<br />

arrivano le educatrici!!!<br />

Cosa dico: la ragazza dai capelli<br />

verdi, il pagliaccio dal naso rosso<br />

e dai ricci capelli ed uno con una<br />

bocca da bambolina e tanti cuori<br />

colorati sulle guance.<br />

Non c’erano solo questi strani<br />

MAGGIO 2011<br />

LA GAZZETTA DI “ANNI AZZURRI”<br />

LA GAZZETTA DI “ANNI AZZURRI”<br />

Un momento della festa di carnevale<br />

personaggi, ma volontari, familiari,<br />

tirocinanti e altro personale<br />

travestiti. Ricordo il mago Merlino,<br />

uno stregone del lago ed una<br />

Carmen con il vestito confezionato<br />

dalla nonna.<br />

Stelle filanti, trombette…..<br />

L’allegria ha invaso tutti i piani,<br />

con la distribuzione di cappellini<br />

luccicanti e colorati ed il passaggio<br />

di molte maschere.<br />

Al piano terra, nella sala polifunzionale,<br />

un simpatico Francesco<br />

musicista, in forma strabiliante,<br />

ha suonato per tutti noi presenti.<br />

Poi, finalmente, la tanto attesa<br />

distribuzione di prelibate frittelle<br />

e crostoli!<br />

Non è mancata la simpatica<br />

esibizione canora di alcune figure<br />

professionali che qui lavorano;<br />

ci hanno regalato una<br />

canzone che aveva il sapore<br />

della nostra gioventù, Acqua<br />

azzurra, acqua chiara di Battisti.<br />

Grazie a chi ha organizzato<br />

una così bella mattinata di allegria,<br />

dolci, frittelle e bibite fresche.<br />

Una bella festa che molti di noi<br />

ricorderanno volentieri!”<br />

Questo il commento di un nostro<br />

ospite.<br />

L’esibizione canora delle figure professionali<br />

La Redazione


LA GAZZETTA DI “ANNI AZZURRI”<br />

Pagina 2<br />

Il sig. Gerardo è nato a Napoli<br />

il 30 ottobre 1930 da genitori<br />

originari di Vallata, una località in<br />

provincia di Avellino. Fu il primo<br />

nato di tre figli maschi e per volere<br />

della madre prese il nome da<br />

San Gerardo Maiella. Per motivi<br />

lavorativi del padre, la famiglia si<br />

trasferì a Mestre quando lui era<br />

ancora molto piccolo. Frequentò<br />

le scuole elementari a Mirano,<br />

quindi la sua carriera scolastica<br />

continuò sino a laurearsi in Medicina<br />

presso l’Università di Padova.<br />

Decise poi di specializzarsi in<br />

anestesia e rianimazione e di andare<br />

a studiare per due anni a<br />

Torino, conseguendo il titolo di<br />

Primario a Roma.<br />

Un bel giorno, Gerardo andò a<br />

farsi i capelli dal barbiere della<br />

stazione ed è proprio lì che vide<br />

il proprio amico e collega Terzio<br />

che si stava sposando poco lontano.<br />

Ma non fu colpito solo da questo<br />

bel evento, bensì da una<br />

“bella moretta” che notò scendere<br />

dalla macchina degli sposi con<br />

un magnifico abito azzurro ed un<br />

cappello assai elegante. Era così<br />

bella che la scambiò per la sposa.<br />

Quando un giorno l’amico gli<br />

fece vedere le foto del matrimonio,<br />

Gerardo si rese ben conto<br />

NOTIZIE DAL PRIMO PIANO<br />

UN PIONIERE DELLA RIANIMAZIONE DELL’UMBERTO I<br />

Bragato Vito<br />

Garruto Gerardo<br />

che quella non era la sposa, ma la<br />

sorella dello sposo! Solo qualche<br />

tempo dopo Terzio, stanco delle<br />

continue richieste da parte di Gerardo<br />

di conoscerla, architettò un<br />

bello scherzetto e complice la<br />

moglie, le chiese un aiuto per<br />

l’organizzazione di una cena. Al<br />

suo arrivo, ad aprirgli la porta<br />

Gerardo trovò una bella sorpresa:<br />

Angela! L’amore tra i due<br />

scoppiò subito, tanto che solo<br />

dopo sette mesi i due si sposarono:<br />

era il 23 giugno 1973; fecero<br />

il loro viaggio di nozze a San Vito<br />

di Cadore. Gerardo ha sempre<br />

avuto anche una grande passione<br />

per la musica classica della quale<br />

dispone di una bella collezione a<br />

Saluto a Vito<br />

Sono passati cinque mesi da<br />

quando il nostro nonno Vito è tornato<br />

alla casa del Padre. Il suo<br />

ricordo rimane vivo in noi grazie<br />

alla sua testimonianza di quei valori,<br />

dove spiccava l’importanza<br />

della famiglia, le responsabilità<br />

verso gli altri, la determinazione<br />

e disponibilità.<br />

E’ stato un esempio di vita a cui si<br />

casa e per il violino che lui stesso<br />

suonava; è sempre stato anche un<br />

ballerino provetto, tanto che la<br />

sua passione gli ha portato il soprannome<br />

di “Don Lurio” da parte<br />

degli amici.<br />

Gerardo decise di svolgere il<br />

tirocinio gratuito per farsi conoscere<br />

in vari ospedali della zona<br />

per ben cinque anni e presto si<br />

fece notare per le sue doti. Fu<br />

uno dei promotori del reparto di<br />

rianimazione dell’Umberto I di<br />

Mestre. Gerardo ha lavorato in<br />

diversi ospedali, sempre nel settore<br />

<strong>pub</strong>blico, senza mai volerlo<br />

abbandonare per svolgere attività<br />

terziarie. Ha svolto la sua professione<br />

fino all’età di 67 anni con<br />

serietà ed attenzione; è sempre<br />

stato un uomo discreto e non ha<br />

mai amato mettersi in mostra,<br />

tanto che quando cominciò ad<br />

insegnare agli infermieri, non lo<br />

disse neppure alla moglie. Oggi<br />

è qui nella nostra residenza e lo<br />

possiamo incontare al piano o a<br />

passeggio per la struttura assieme<br />

alla moglie Angela: “Nel bene,<br />

nel male, nella buona e cattiva<br />

sorte!”<br />

La Redazione<br />

può fare riferimento per apprezzare,<br />

anche pur nelle difficoltà e<br />

fatiche di ogni giorno, la bellezza<br />

di amare rispettando l’altro<br />

anche nelle diversità di valori e<br />

pensieri.<br />

Nonno Vito, sei stato una ricchezza<br />

per tutti noi.<br />

Nicoletta e Renza


La signora Luigia, sempre<br />

molto accurata nell’abbigliamento<br />

e nella persona, è nata a<br />

Dueville (VI) il 20 gennaio 1923.<br />

I genitori, Ugo ed Elena, erano<br />

filatori presso il lanificio Lane<br />

Rossi. Luigia con la famiglia ha<br />

vissuto l’infanzia in una splendida<br />

villa da cui ha preso il nome<br />

NOTIZIE DAL PRIMO PIANO<br />

LA DOLCE MOGLIE DEL COMMISSARIO<br />

Zin Luigia durante<br />

una gita al mare<br />

La sig.ra Piccoli Ada è nata a<br />

San Martino Bon Albergo (VR) il 4<br />

luglio 1919 da mamma Clelia e<br />

papà Ettore. Ha frequentato le<br />

scuole elementari e successivamente<br />

è andata a lavorare in una<br />

sartoria, dove ha imparato in modo<br />

eccellente il mestiere di sarta.<br />

Trasferita a Marghera, ha conosciuto<br />

Francesco, suo vicino di<br />

casa: “Era un bell’uomo, alto, magro<br />

e sempre ben vestito. Io per<br />

raggiungere la sua altezza dovevo<br />

portare sempre dei tacchi molto<br />

alti e solo così arrivavo alle sue<br />

orecchie!”. Dopo circa un anno, i<br />

due si son sposati. Ha continuato<br />

a confezionare vestiti in casa.<br />

Molto precisa nel taglio, abile nel<br />

lavoro a maglia e ad uncinetto,<br />

amava vestire la loro figlia Clara,<br />

quasi come fosse una bambola<br />

“Quando vedevo un modello che<br />

mi piaceva lo confezionavo per<br />

mia figlia!”.<br />

proprio il borgo. Il ricordo di<br />

questo periodo è ancora vivido<br />

in lei: l’immensità della villa in<br />

cui abitava, proprietà del nonno<br />

Gaetano, un benestante avvocato<br />

di Vicenza, tutta circondata da<br />

alte mura e dal maestoso frutteto<br />

di ciliegie. Dopo la morte del<br />

nonno, dovettero lasciare la proprietà<br />

e si trasferirono a Vicenza.<br />

Luigia ha frequentato le scuole<br />

sino alla VI classe; per alcuni<br />

anni rimase a casa a svolgere le<br />

faccende domestiche, poi iniziò<br />

a lavorare presso una tipografia.<br />

Amante della compagnia, Luigia<br />

amava fare gite in montagna ed<br />

andare a ballare.<br />

A circa 19 anni ha conosciuto<br />

Egidio, poliziotto di <strong>pub</strong>blica<br />

sicurezza, al poligono di tiro che<br />

era vicino alla sua casa. “Un bel<br />

toso alto, magro, dai capelli neri e<br />

dagli occhi grigio-celesti”. Dopo<br />

circa un anno si sono sposati.<br />

Hanno abitato prima a Vicenza<br />

NUMERO 7<br />

poi a Lecce. Qui Luigia ricorda<br />

con piacere la bellezza del mare,<br />

il caldo clima, la gente affabile<br />

e la piacevole vita da moglie<br />

di un ispettore. Nel ’55 si<br />

trasferirono a Padova.<br />

Dalla loro unione sono nati Maurizio<br />

e Daniela. Il primo è stato<br />

un ricercatore di fisica dell’Università<br />

di Padova, ha lavorato a<br />

Ginevra presso l’Acceleratore<br />

di particelle, unico in Europa.<br />

Della figlia, invece, ci racconta<br />

le felici estati passate assieme al<br />

mare, presso Ascea Marina<br />

(Salerno). Ci riferisce, inoltre, di<br />

avere due sorelle trasferite da<br />

molti anni negli USA e di essere<br />

stata a trovarle, negli anni passati,<br />

assieme al nipote.<br />

Nonna affettuosa di Davide e<br />

Mauro, è stata ospite della struttura<br />

per circa due anni; sempre<br />

allegra, in prima fila, nelle giornate<br />

del canto e nel gioco della<br />

tombola.<br />

LA SARTA BALLERINA<br />

Ada aveva un’altra grande passione:<br />

il ballo. Ricorda i tempi<br />

della sua giovinezza in cui si ritrovavano<br />

nelle case degli amici:<br />

suo padre suonava la fisarmonica<br />

e lei e tutti gli altri ragazzi si divertivano<br />

a ballare in compagnia.<br />

Al contrario, il marito Francesco<br />

non era certo un ballerino<br />

provetto, ma ci provava in maniera<br />

scherzosa e si dilettava ad<br />

accompagnare la moglie ai balli.<br />

Ada e Francesco erano amanti<br />

dei viaggi: ricorda quello di nozze<br />

a Roma ed i tour fatti in quasi<br />

tutta Europa, Russia, Turchia,<br />

Canarie e Marocco, per non dimenticare<br />

i mesi trascorsi al mare,<br />

in montagna a Levico e in Liguria.<br />

Oggi ha quasi 92 anni, Ada è an-<br />

Pagina 3<br />

La Redazione<br />

cora amante della musica: il<br />

canto ed il ballo restano le sue<br />

passioni e la si può ammirare<br />

in qualche passo di danza nei<br />

vari momenti musicali.<br />

La Redazione<br />

Piccoli Ada qualche anno fa


LA GAZZETTA DI “ANNI AZZURRI”<br />

Pagina 4<br />

“Mi chiamo Giorgio Tresca,<br />

nato a Milano sotto un bombardamento<br />

nel lontano aprile del 1942.<br />

Nel mio sangue esiste il DNA di<br />

tutta Italia e non solo: madre vicentina<br />

di origini austroungariche,<br />

padre campano di origini<br />

comasche ed abruzzesi. Sin<br />

da piccolissimo ho vissuto fuori<br />

casa in collegio e quando si sono<br />

accorti che ero ingestibile, all’età<br />

di 16 anni, me ne andai con la<br />

benedizione paterna in Gran Bretagna.<br />

Qui ho terminato gli studi<br />

di ragioneria e ho trovato lavoro.<br />

Ho continuato a vivere per mio<br />

conto sino al ritorno forzato in<br />

Italia solo per non essere incriminato<br />

per renitenza alla leva: avevo<br />

già 25 anni. Mentre ero sottotenente<br />

di complemento nella gloriosa<br />

divisione lagunari, mi fidanzai<br />

e subito dopo convolai a nozze<br />

con una signorina della destra<br />

Piave di origini, guarda caso, austro<br />

ungariche. Abbiamo avuto<br />

due figlie meravigliose, non solo<br />

belle, ma capaci, che si sono affermate<br />

nel mondo del lavoro e<br />

mi hanno letteralmente salvato la<br />

vita mettendomi in questa struttura<br />

nel momento più nero. Per ses-<br />

NOTIZIE DAL SECONDO PIANO<br />

GIORGIO L’ARIETE<br />

Tresca Giorgio<br />

sant’anni ho vissuto in maniera<br />

quasi avventurosa in giro per il<br />

mondo. Dal carattere dolce, ma<br />

ingestibile, ho vissuto bene e<br />

sempre senza aver imposizioni”.<br />

Chiedendo a Giorgio quale sia<br />

stata una sua passione, ci racconta<br />

che a 17 anni corse in formula<br />

3000 a ruote scoperte al Cristal<br />

Palace, a Silverston: “Dopo un<br />

incidente assolutamente non grave,<br />

ho avuto la visita di mia madre<br />

che mi ha fatto giurare sulla Bibbia<br />

che non ci avrei più riprovato.<br />

Ho corso per tre anni e questo<br />

mio hobby diventò presto anche<br />

fonte di guadagno. La mia mac-<br />

china era la Lola e appartenevo<br />

alla stessa squadra in cui correva<br />

Lidia Norton Woods. Così, amareggiato<br />

per questo abbandono,<br />

decisi di passare alla vela”.<br />

Giorgio ha viaggiato in lungo ed<br />

in largo (manca solo la Cina ed il<br />

Sud America), ma tra i suoi viaggi<br />

più belli ricorda l’Australia: “È<br />

stata la prima volta che ho visto la<br />

Croce del Sud, ossia la stella che<br />

dava ai naviganti l’orientamento,<br />

così come la nostra Stella Polare.<br />

Quando si vede una cosa del genere,<br />

un cielo così affascinante,<br />

blu trapuntato di stelle, come<br />

quello del presepe, rimani senza<br />

fiato!”<br />

Dopo circa nove mesi di<br />

cure e riabilitazione nella nostra<br />

Residenza, Giorgio a malincuore<br />

ci lascia detto: “Per me è stata<br />

una famiglia che mi ha sorretto<br />

nel momento più buio della vita,<br />

ma ora che sto meglio casa mia,<br />

casa mia la più bella che ci sia!” .<br />

Continuerà a venire a trovarci<br />

facendo parte della Redazione.<br />

.<br />

La Redazione


Nel freddo, ma soleggiato<br />

pomeriggio della Madonna Candelora,<br />

sono venuti in Redazione<br />

la signora Triestina assieme a Luciano.<br />

Nata il 15 dicembre 1918 a<br />

Sabbioneta di Mantova, nota città<br />

dei Gonzaga tipica per la particolare<br />

architettura urbanistica; ha<br />

NOTIZIE DAL SECONDO PIANO<br />

LA NOSTRA MAESTRA<br />

La sig.ra Valeria alla nostra<br />

richiesta di lasciarci un’intervista,<br />

è apparsa da subito titubante, ma<br />

non appena è arrivata in Redazione<br />

ha iniziato a raccontarsi come un<br />

fiume in piena.<br />

“Sono nata a Meolo (VE) il 12 dicembre<br />

1928, ma ho trascorso la<br />

mia infanzia e giovinezza a Venezia<br />

a casa dei nonni. Mia madre Maria,<br />

maestra di professione, si è trasferita<br />

in quel paese di campagna non<br />

appena avuta la cattedra. Sposata<br />

con Luigi, dal loro matrimonio nacquero<br />

4 figli. I miei genitori decisero<br />

di farmi studiare in città, così all’età<br />

delle elementari mi mandarono<br />

ad abitare con i nonni. È proprio a<br />

Venezia che mi diplomai maestra<br />

elementare, presso l’istituto Mafalda<br />

di Savoia delle suore Canossiane.<br />

Cominciai poi la mia gavetta da<br />

supplente. Passata di ruolo, ebbi la<br />

prima cattedra a Dese e poi a Bruson<br />

di Cona. Ancora oggi ricordo i<br />

lunghi viaggi per raggiungere il<br />

Pedani Triestina<br />

luogo di lavoro: da Venezia prendevo<br />

all’alba il Trenino “la Vacca Mora”<br />

dopodiché avevo altri 6 Km per<br />

raggiungere la scuola. Mi attrezzai,<br />

quindi, comprando una piccola motocicletta<br />

50 di cilindrata. Eh eh... -<br />

sorride Valeria mentre ci racconta -<br />

…erano maggiori gli spruzzi d’acqua<br />

che prendevo sollevati dalle<br />

ruote che non dalla pioggia in se<br />

stessa. Stanca dei lunghi tragitti per<br />

recarmi a lavoro, feci domanda di<br />

avvicinamento. Terminai la mia carriera,<br />

fino al pensionamento, a Mestre<br />

alla Cesare Battisti”.<br />

Valeria ci racconta il suo incontro<br />

fortuito col marito: un giorno il marito<br />

di una sua collega andò a<br />

prendere lei e la moglie in macchina<br />

al termine di una riunione in<br />

compagnia di un amico, Luigi. Tra i<br />

due scoccò la scintilla, iniziarono a<br />

frequentarsi e dopo quattro anni si<br />

sposarono. Luigi era medico specializzato<br />

in chirurgia e medicina<br />

legale, originario di Salerno. Vale-<br />

frequentato le scuole elementari<br />

sino alla sesta classe. I suoi genitori<br />

erano ambulanti di tessuti,<br />

così Triestina, terminato il proprio<br />

percorso scolastico, decise di aiutarli<br />

nella loro attività familiare,<br />

girando nei vari mercati del mantovano.<br />

Verso i 12 anni circa con<br />

la famiglia si trasferì a Monza, cittadina<br />

molto più industrializzata<br />

rispetto alla precedente e quindi<br />

più redditizia.<br />

Durante la seconda guerra mondiale,<br />

i genitori decisero di mandare<br />

Triestina nella campagna<br />

trevisana da alcuni amici, pensando<br />

fosse una località meno bombardata<br />

e fu proprio qui che verso<br />

i 30 anni conobbe in una zona balneare<br />

il suo Luciano.<br />

I due ricordano con particolare<br />

piacere i loro viaggi in Europa:<br />

NUMERO 7<br />

Pagina 5<br />

ria lo ricorda come un uomo di eccezionale<br />

intelligenza e cultura; era<br />

un eclettico, tutto sapeva e tutto<br />

faceva. Aveva l’hobby della musica<br />

ed ancora oggi lei custodisce tutti i<br />

suoi strumenti musicali. Ha, inoltre,<br />

scritto dei libri grazie ai quali ha<br />

vinto anche un premio letterario.<br />

Amava dipingere e fare cornici<br />

riempiendo la casa di quadri.<br />

Valeria ha amato molto il suo lavoro<br />

ed ancora oggi si emoziona quando<br />

i bambini del catechismo vengono<br />

qui in residenza a trovarci.<br />

La Redazione<br />

Bisconcin Valeria<br />

TRIESTINA….. “LUCIANO AMORE MIO…...”<br />

hanno visitato Francia, Germania,<br />

Svizzera e Belgio ove ricordano in<br />

particolare il campo di Napoleone<br />

della battaglia di Waterloo. Ma ciò<br />

che più è rimasto nel cuore a Triestina<br />

è la città di Genova che sin<br />

da subito l’affascinò per il suo tipico<br />

paesaggio. Il periodo estivo<br />

poi lo trascorrevano nella loro<br />

casa a Jesolo.<br />

Tra i vari hobby primeggia la loro<br />

passione per il calcio, erano spesso<br />

a tifare in prima linea allo stadio<br />

di Venezia.<br />

Ora Triestina è ospite del 2° piano<br />

e tutti i giorni il paziente ed innamorato<br />

Luciano, con il quale è assieme<br />

da ben 63 anni, viene a trovarla<br />

regolarmente due volte al<br />

giorno, qualsiasi tempo faccia!<br />

La Redazione


LA GAZZETTA DI “ANNI AZZURRI”<br />

Pagina 6<br />

Mi chiamo Elisabetta Stevanin,<br />

sono arrivata agli <strong>Anni</strong> <strong>Azzurri</strong><br />

a dicembre scorso. Il 23<br />

giugno compirò 88 anni, sono<br />

contenta di essere arrivata a<br />

questa età con la testa a posto,<br />

posso ragionare! In questa fase<br />

di anzianità ho ancora tanta buona<br />

volontà e mi piace stare in<br />

NOTIZIE DAL TERZO PIANO<br />

L’AMORE E IL RISPETTO PRIMA DI TUTTO!<br />

Stevanin Elisabetta<br />

compagnia. Ho conosciuto delle<br />

nuove amiche in particolare una,<br />

“la Luciana”, insieme ci consigliamo<br />

e ci aiutiamo.<br />

Sono nata a Venezia, a Canareggio,<br />

sono la seconda di cinque<br />

sorelle, quella più vivace. Ho<br />

frequentato la scuola dell’obbli-<br />

SPAZIO<br />

PER<br />

SPONSORIZZAZIONE<br />

go, poi da ragazza, ho iniziato a<br />

lavorare in una farmacia come<br />

aiuto nella preparazione dei<br />

medicinali galenici. In farmacia<br />

ho lavorato per 38 anni fino alla<br />

pensione. A 17 anni ho conosciuto<br />

il mio grande amore, Amedeo,<br />

che ho sposato nel 194-<br />

7. Dal nostro matrimonio è nata<br />

Anna Maria Daniela. Quando<br />

avevo 42 anni sono rimasta vedova<br />

e mi sono trovata a crescere<br />

da sola mia figlia. Dopo un<br />

bel po’ di anni mi sono risposata<br />

con un buon uomo, Guerrino, e<br />

ho ricominciato a vivere serena.<br />

La felicità con lui è durata 13<br />

anni, poi sono rimasta di nuovo<br />

sola. Nella vita ho provato grandi<br />

dolori, ma altrettanta felicità,<br />

mi sento amata da mia figlia, dai<br />

cugini e nipoti.<br />

L’amore e il rispetto vengono prima<br />

di tutto, servono per affrontare<br />

tutte le cose, belle e brutte!<br />

La Redazione


Buon giorno a tutti, sono Alfonsa<br />

Seddio, però tutti mi conoscono<br />

come Zina. Sono nata a Venezia,<br />

a San Trovaso nel 1921,<br />

esattamente il 4 agosto. In famiglia<br />

eravamo in sette, la mamma<br />

di Venezia, il papà siciliano e cinque<br />

figli. Noi fratelli andavamo<br />

molto d’accordo, la mamma era<br />

casalinga e mio papà era ferroviere.<br />

Ho frequentato la scuola<br />

elementare a Venezia poi, quando<br />

avevo dieci anni, ho cambiato<br />

casa e sono andata a vivere a Mestre,<br />

mi sembrava tutta campagna!<br />

Mi sentivo triste perché mi<br />

mancava la mia cara Venezia.<br />

Ero una bella ragazza, quando<br />

camminavo per strada i ragazzi si<br />

NOTIZIE DAL TERZO PIANO<br />

LA SIGNORA ZINA “VENEZIANA D.O.C.”<br />

giravano a guardarmi, avevo bellissimi<br />

capelli lunghi e “’na gran<br />

bea figureta”!<br />

Ricordo che un pomeriggio con<br />

alcune amiche ero andata a ballare<br />

al dopolavoro dei ferrovieri. Lì<br />

ho visto un bel giovane e mi sono<br />

detta: “Quello sarà mio!”. Lui ha<br />

ballato con me, ci siamo conosciuti,<br />

innamorati e dopo un po’ ci<br />

siamo sposati. Il mio Gino mi ha<br />

sempre detto che ero la più bella<br />

del mondo! Abbiamo vissuto a<br />

Mestre e cresciuto due bellissimi<br />

figli, Franco e Serenella. Sono<br />

stata una sposa tanto felice con<br />

mio marito.<br />

Ora Gino si deve curare e io sono<br />

qui ad <strong>Anni</strong> <strong>Azzurri</strong>. Ho una pas-<br />

Buon giorno! Sono Giovanna<br />

Rosada, vengo dall’isola di S.<br />

Pietro in Volta, isoletta di Venezia,<br />

cercatela se non sapete dov’è!<br />

Sono nata il 4 ottobre 1922, mio<br />

papà era ciabattino, musicista<br />

autodidatta, apriva le porte di<br />

casa e con la sua musica attirava<br />

i giovani dei dintorni, c’era tanta Rosada Giovanna<br />

allegria!<br />

A scuola ero la più brava della non aveva soldi.<br />

classe assieme ad un’altra amica<br />

Nell’isola c’erano tanti orti e per<br />

di nome Giovanna come me.<br />

guadagnare un po’ di soldi anda-<br />

Ricordo che un giorno si prevo<br />

a raccogliere fragole con le<br />

sentò a casa il papà di questa<br />

amiche. Con il tempo sono diven-<br />

mia amica per chiedere a mio<br />

tata sarta, ho insegnato alle ra-<br />

padre di farci studiare assieme<br />

gazze e lavoravo per tutto il pae-<br />

Magistrale per diventare maese,<br />

anche per le persone benestre.<br />

Dovevamo iscriverci a Vestanti.nezia<br />

in un collegio, ma mio papà<br />

disse che non poteva perché Mi piaceva ballare e un giorno,<br />

NUMERO 7<br />

Seddio Alfonsa<br />

Pagina 7<br />

sione, mi piace cantare, canto<br />

sempre anche quando mi sento<br />

triste.<br />

La Redazione<br />

GIOVANNA ROSADA DALL’ISOLA CHE NON C’É<br />

danzando, ho conosciuto un bel<br />

ragazzo, Giovanni, che mi accompagnò<br />

a fare una passeggiata in<br />

spiaggia. Quella sera ero tanto<br />

felice perché ci siamo innamorati.<br />

Il mio Giovanni è andato in guerra,<br />

è stato via per sette anni, con<br />

tanto amore l’ho aspettato e<br />

quando è tornato ci siamo sposati<br />

il 5 ottobre del 1946. Sono nati<br />

due figli, Daniele e Donatella. Ho<br />

amato e aiutato mio marito in ogni<br />

momento, più di me stessa.<br />

Ai giovani dico che non bisogna<br />

mollare perché il bene vince<br />

sempre!<br />

Ora sono qui agli <strong>Anni</strong> <strong>Azzurri</strong> e<br />

ho scoperto che mi piace cantare!<br />

La Redazione


LA GAZZETTA DI “ANNI AZZURRI”<br />

Pagina 8<br />

Maria Rita è la nuova caposala<br />

della nostra Residenza. Nata a<br />

Bari il 26 aprile 1971, amante dello<br />

studio, cultrice di tutto ciò che<br />

è conoscenza, si è laureata prima<br />

in infermiera, quindi in ostetrica,<br />

in psicologia e da pochi mesi in<br />

psicologia forense. Nel ’90 ha<br />

cominciato a lavorare come infermiera<br />

a Bari e poi come ostetrica.<br />

Nel’99 ha deciso con la famiglia<br />

I FATTI … DEGLI ALTRI<br />

LA NOSTRA AMAZZONE CAPOSALA<br />

Maria Rita<br />

di trasferirsi a Treviso ove ha lavorato<br />

per molti anni a Ca’ Foncello<br />

come strumentista in sala<br />

operatoria. All’inizio di quest’anno<br />

ha ricevuto la proposta di collaborare<br />

con questa struttura;<br />

inizialmente non era molto convinta<br />

a causa dei vari impegni da<br />

lei già intrapresi, ma dopo una<br />

serie di valutazioni, ha deciso di<br />

accettare questo nuovo incarico.<br />

È così che ha cominciato prima<br />

l’affiancamento per entrare poi<br />

pian piano nel pieno ruolo.<br />

Maria Rita una grande passione:<br />

l’equitazione. Tale trasporto è<br />

cominciato circa 15 anni fa, dettato<br />

dal suo amore verso i cavalli e<br />

la voglia di sentirli vicino, vivere<br />

assieme a loro all’unisono. È così<br />

che ha iniziato a vedere il mondo<br />

in modo diverso “Padrona del<br />

mondo in sella al cavallo, diventi<br />

parte di un mondo che non appartiene<br />

ad altri”. Possiede due cavalli,<br />

uno suo ed uno di sua figlia,<br />

che tiene in un maneggio vicino a<br />

casa; non appena il tempo glielo<br />

permette si reca al maneggio per<br />

accudirli da “buon stalliere”. Numerose<br />

sono le attestazioni di<br />

vittoria da lei conseguite con sua<br />

notevole soddisfazione, tra cui<br />

l’ultima a fine marzo, categoria<br />

C125, presso Manerbio.<br />

“Amo il mio lavoro, mi piace essere<br />

utile al prossimo”.<br />

Caparbia, tenace, grintosa e disponibile,<br />

la troviamo a gestire<br />

uno staff infermieristico assortito<br />

e giovane.<br />

IL NUOVO STAFF DELLE ASSISTENTI SOCIALI<br />

Vi presentiamo il nuovo gruppo<br />

delle nostre giovani assistenti sociali.<br />

Chiara è nata a Venezia il 28<br />

novembre 1983, residente a Murano,<br />

trasferita a Mestre al termine<br />

delle scuole superiori. Ha frequentato<br />

il liceo Socio Psico Pedagogico<br />

a Venezia e si è laureata in Politiche<br />

e Servizi Sociali nel 2008. Ha<br />

iniziato la sua gavetta presso l’Istituto<br />

Carlo Steb di Lido di Venezia<br />

e da pochi mesi è approdata nella<br />

nostra struttura. Ragazza delle innumerevoli<br />

particolari collane, che<br />

esibisce con molto gusto, ha una<br />

grande passione: la cucina. Ama<br />

invitare gli amici a pranzi e a cene,<br />

conquistandoli con i suoi favolosi<br />

piatti. Il suo lavoro l’appaga e<br />

completa la sua personalità “Mi<br />

piace il contatto con le persone e<br />

sono felice quando vedo risolti i<br />

problemi; vorrei solo che la giornata<br />

fosse di 48 ore!”.<br />

Marta, nata a Noale il 10 aprile<br />

1984, si è laureata in Servizio Sociale<br />

al Ca’ Foscari di Venezia e<br />

poi specializzata presso l’Università<br />

di Bologna. Persona molto<br />

solare, dal grande sorriso, ama<br />

viaggiare; in particolare ricorda<br />

le sue ultime ferie nella Marche,<br />

ma di certo non scorda Parigi, essendo<br />

lei una grande amante dell’arte<br />

e della cultura. Nella vita<br />

privata le piace essere molto attiva<br />

in Parrocchia, ove si dedica nei<br />

gruppi giovanili. È una buona forchetta,<br />

anche se sa fare solo le<br />

uova sode. Le piace il contatto con<br />

molte persone ed il confronto con<br />

varie figure professionali per avere<br />

una visione globale delle esigenze<br />

degli ospiti.<br />

Ed ora la più “anziana” (per<br />

servizio in struttura): Gilma. Nata<br />

a Panama il 2 gennaio 1969, laureata<br />

in “Lavoro sociale”. È arrivata<br />

in Italia nel 2001 per motivi politici,<br />

prima affrontando l’esperienza<br />

con spirito d’avventura, ma essen-<br />

La Redazione<br />

dosi poi trovata bene, ha deciso<br />

con la sua famiglia di rimanere.<br />

Ha una grande passione per la<br />

lettura: si interessa in particolare<br />

di testi relativi alla psicologia.<br />

Ama molto viaggiare e<br />

ci rivela che questo sarà l’anno<br />

dedicato a questa sua passione.<br />

Delle sue nuove colleghe le<br />

piace la loro professionalità e<br />

la loro voglia di apprendere e<br />

migliorarsi.<br />

La Redazione<br />

Gilma, Marta e Chiara


Antonio . . . semplicemente eccezionale!<br />

Vi presentiamo Antonio, meglio<br />

conosciuto dagli ospiti del 2°<br />

piano come Sant’Antonio per la<br />

sua infinita pazienza.<br />

Nato a Venezia il 6 dicembre<br />

1952, si è poi trasferito a Mestre<br />

con la famiglia. Raggiunta la<br />

maggior età è stato arruolato in<br />

Marina per ben 24 mesi a Taranto.<br />

Ha lavorato prima come operaio<br />

presso la Vetrocooke a porto<br />

Marghera e successivamente dal<br />

2004 ha iniziato la sua esperienza<br />

presso la nostra Residenza, da<br />

principio come ausiliario e poi<br />

come operatore di sala. Spinto<br />

dalla voglia di aiutare il prossimo<br />

e dall’incoraggiamento della Direttrice,<br />

ha conseguito il titolo di<br />

Operatore Socio Sanitario.<br />

Il nostro Antonio non ricopre solo<br />

questo ruolo nella nostra Struttura,<br />

infatti quando non è in turno è<br />

d’aiuto nelle attività.<br />

L’indole del volontario è sempre<br />

stata in lui: a circa 34 anni ha<br />

svolto servizio presso la Croce<br />

Verde di Mestre.<br />

Due sono in particolare le sue<br />

passioni: la montagna e la canoa.<br />

“Amo la montagna: è bellissima e<br />

la trovo molto rilassante; mi piace<br />

camminare da solo in mezzo ai<br />

boschi dove trovo il mio Io. Lo<br />

stesso vale per la canoa: ci si libera<br />

da tutto lo stress! Si è soli in un’immensità<br />

d’acqua!”.<br />

A 19 anni ha conosciuto Daniela e<br />

dopo circa un anno si sono sposati.<br />

Hanno avuto tre figli: Riccardo,<br />

Erica ed Enrico. Ha tre nipoti di<br />

cui il più piccolo di quattro anni.<br />

Non contento dei molti impegni e<br />

desideroso di nuove esperienze,<br />

amante del canto, tre anni fa, assieme<br />

alla moglie, si è iscritto<br />

all’Università della Terza età a<br />

Mestre: disciplina Canto. Con<br />

questo gruppo hanno fondato il<br />

coro Gruppo Donna e con la loro<br />

direttrice hanno iniziato ad esibirsi<br />

nella provincia di Venezia in<br />

occasioni di feste, eventi e nelle<br />

parrocchie limitrofe. Ora Daniela<br />

è salita in cielo, ma Antonio la<br />

porta sempre con sé, nel suo cuo-<br />

• Tombola: mercoledì e sabato dalle ore 10.00 alle 11.30<br />

• Canto: giovedì dalle ore 10.00 alle 11.30<br />

• Cinema: lunedì e giovedì dalle ore16.00<br />

I FATTI DELLA RESIDENZA<br />

• S. Messa: domenica ore 16.30<br />

• Festa dei compleanni: generalmente l’ultimo sabato di<br />

ogni mese dalle ore 10.00<br />

• Recita del S. Rosario: ogni ultimo giovedì del mese<br />

alle ore 16.30<br />

NUMERO 7<br />

Pagina 9<br />

re. Ciò lo rende ancora più forte<br />

e speciale.<br />

Oggi ci allieta con la sua presenza<br />

nel nostro “coro <strong>Anni</strong> <strong>Azzurri</strong>”.<br />

Noi ringraziamo la sua generosa<br />

sempre attenta presenza e gentile<br />

approccio verso i più bisognosi!!<br />

Antonio alla tombola<br />

Appuntamenti fissi della nostra Residenza<br />

La Redazione<br />

Ricordiamo gli appuntamenti nel periodo<br />

che precede il S. Natale e la S. Pasqua:<br />

• Gruppo d’Ascolto: in preparazione del<br />

Santo Natale e della Santa Pasqua generalmente<br />

il lunedì mattina<br />

Per tutte le altre attività, consultare la programmazione<br />

settimanale in bacheca della<br />

reception.<br />

L’invito a questi appuntamenti è rivolto a<br />

tutti, a chi vive la Residenza, ad amici, visitatori,<br />

associazioni.


LA GAZZETTA DI “ANNI AZZURRI”<br />

Pagina 10<br />

Buongiorno a tutti, siamo Enrico ed Uber, due<br />

educatori del Servizio Sociale della Municipalità di<br />

Favaro e ci occupiamo di minori e giovani adulti,<br />

sia singolarmente che nei gruppi, con laboratori,<br />

interventi nelle classi o nei contesti di vita. Il<br />

musical è un laboratorio artistico/educativo dove<br />

l'arte è un pretesto per stare assieme e crescere in<br />

gruppo, prevede un lavoro di alcuni mesi nei quali<br />

si preparano tutti gli elementi necessari alla rappresentazione,<br />

dalla recitazione, al canto e al ballo,<br />

si costruiscono scenografie, altri elementi tipo i<br />

video e i costumi. Il laboratorio vuol essere un luogo<br />

di incontro dove ragazzi di diverse età riescono<br />

a stare assieme e a lavorare attorno ad un obiettivo<br />

comune, mettendo da parte, almeno ogni tanto, le<br />

diversità che li caratterizzano.<br />

È così che è nato “<strong>Anni</strong> Giovani”, messo in scena il<br />

27 dicembre ad “<strong>Anni</strong> <strong>Azzurri</strong>”.<br />

Si sente un grido.. parte la musica e tutti i giovani<br />

attori entrano in scena.. saltano, ballano, ridono. È<br />

così che comincia il musical anni Giovani, con un<br />

ammasso di ragazzi frementi di esibirsi e di mostrare<br />

le loro capacità.<br />

Tutto cominciò nove mesi prima, con le audizioni<br />

dove timidi adolescenti calcavano per la prima<br />

volta un palco, con le ansie e la paura di non essere<br />

in grado.<br />

In quasi un anno il gruppo è cresciuto imparando a<br />

stare assieme, a sopportarsi, superando timidezze<br />

e ansie. I ragazzi hanno imparato a credere in<br />

qualcosa raccogliendo molte soddisfazioni alla fine<br />

del percorso.<br />

Tutto questo ha portato alla messa in scena del<br />

musical “ANNI GIOVANI”, viaggio nel mondo giovanile<br />

nei vari momenti storici, dagli anni ‘50 ai<br />

giorni nostri.<br />

Ha visto il gruppo impegnato in 4 repliche: una di<br />

queste organizzata con la collaborazione e la disponibilità<br />

delle educatrici della struttura ANNI<br />

AZZURRI.<br />

Questo è un luogo insolito per noi , ma di certo la<br />

possibilità di recitare in una struttura conosciuta e<br />

TRACCE DI STORIA<br />

“<strong>Anni</strong> Giovani”….. agli <strong>Anni</strong> <strong>Azzurri</strong><br />

rinomata della zona ha<br />

suscitato interesse e entusiasmo<br />

nel gruppo .<br />

Credo ci siano stati diversi<br />

fili conduttori. Innanzitutto<br />

a partire dal<br />

nome: gli ANNI GIOVA-<br />

NI agli ANNI AZZURRI, la<br />

cosa non può che far<br />

sorridere! Dopo di che il<br />

fatto che si parli di età,<br />

di anni, che si sia riusciti a mettere a confronto l’età<br />

giovane degli attori con quella matura degli<br />

spettatori, trovando un punto di incontro tra generazioni<br />

e realtà diverse.<br />

Un ulteriore punto di contatto è dato dalle scena<br />

iniziale ambientata negli anni ‘50, epoca sicuramente<br />

più vicina alla gioventù degli ospiti di <strong>Anni</strong><br />

<strong>Azzurri</strong> che non a quella degli attori in erba.<br />

Ricordiamo, infine, il magnifico coro della platea<br />

sulla canzone “Siamo la coppia più bella del mondo”<br />

non poteva esserci un ringraziamento migliore.<br />

L’esperienza ha avuto un gran successo da essere<br />

stata riproposta il 14 aprile per i ragazzi della Fenice.<br />

Questi alcuni commenti dei partecipanti.<br />

“ L'esperienza agli anni azzurri è stata bellissima, da<br />

rifare assolutamente. E mi ha aperto gli occhi un pò<br />

su questo mondo, dato che molto probabilmente<br />

dovrò lavorare con loro. Quindi bellissima esperienza.”<br />

Federica<br />

“Una super e bellissima esperienza quella degli anni<br />

azzurri: mi hanno fatta molto felice gli anziani”<br />

Clelia<br />

“Sono stato felice quando ho ballato e recitato perché<br />

vedevo che i vecchietti si divertivano e ridevano<br />

con noi penso che sarebbe bello da rifare…”<br />

Lorenzo<br />

“Mi piacerebbe rifarlo stavolta magari sapendo le<br />

battute ” Caterina


“Raccontami”…. Non è il<br />

titolo di una recente serie televisiva,<br />

né l’inizio di qualche<br />

novella o filastrocca della nostra<br />

infanzia, ma la linea-guida<br />

che ha fatto da traccia agli incontri<br />

degli ospiti di <strong>Anni</strong> <strong>Azzurri</strong><br />

con i bambini di terza elementare<br />

della Parrocchia di<br />

San Pietro di Favaro.<br />

Tutto è cominciato qualche mese<br />

fa, da un progetto realizzato<br />

assieme ai catechisti, genitori e<br />

gli educatori della Residenza,<br />

con l’intento di creare molto<br />

semplicemente un momento di<br />

incontro, di chiacchiere, di<br />

“raccontarmi” per l’appunto tra<br />

i nonni ed i bambini.<br />

E così, con cadenza mensile, ci<br />

siamo incontrati per parlare di<br />

argomenti diversi, in linea con<br />

la stagionalità del momento.<br />

Quindi ecco il tema del Natale,<br />

del Carnevale, della Primavera<br />

I FATTI ….. DEGLI ALTRI<br />

COSA BOLLE IN PENTOLA?….<br />

…..diamo la parola al nostro cuoco Mario….<br />

RACCONTAMI NONNO…….<br />

PASTA E FASOI<br />

INGREDIENTI:<br />

200 g di fagioli borlotti secchi, 200 g di tagliatelle<br />

all’uovo, carota, cipolla, una costa di sedano, olio<br />

d’oliva, sale e pepe q.b.<br />

Ammollate i fagioli in abbondante acqua fredda<br />

e lasciate riposare per la notte. Quando sarà<br />

trascorso questo tempo rimettete i fagioli in una<br />

casseruola, copriteli d’acqua, unite la cipolla, la<br />

carota e la costa di sedano tritato e salate. Ponete<br />

poi sul fuoco e portate ad ebollizione togliendo la<br />

schiuma che si forma in superficie. A cottura ultimata<br />

il brodo dovrà essere denso e per renderlo<br />

tale potete, al termine, passare al setaccio una<br />

parte dei fagioli e far cadere il ricavato nella pen-<br />

Disegno realizzato dai bambini<br />

ed il racconto di vissuti diversi,<br />

lontani nel tempo ed attualissimi.<br />

Bello lo stare assieme in modo<br />

cordiale e rilassato. Vivace l’interazione<br />

tra nonni e bambini: perle<br />

di saggezza regalate dai grandi<br />

ai piccoli, le domande spontanee<br />

dei bambini e, non ultimi, i<br />

momenti di tenerezza autentica…<br />

Come scordare il primo appuntamento?<br />

I bambini emozionati, in<br />

taluni casi un po’ impauriti, sono<br />

entrati accolti da un’ala di anziani<br />

NUMERO 7<br />

Pagina 11<br />

sorridenti che applaudivano….<br />

Sicuramente interessante l’incontro<br />

con la tradizione del<br />

passato, che si intreccia con la<br />

vita ed il talento di ogni singolo<br />

anziano. Qualcuno di loro ha<br />

messo in evidenza il suo passato<br />

di insegnante, chi la sua vena<br />

poetica o di narratore e chi<br />

semplicemente tanti piccoli<br />

episodi legati al paese d’origine,<br />

alla campagna o alle calli<br />

di Venezia, dove hanno vissuto.<br />

Piccole cose forse….ma a noi<br />

catechisti hanno dato emozioni<br />

ed ai bambini una particolare<br />

ricchezza, che soli i nostri anziani<br />

possono regalare!<br />

Classi III del catechismo<br />

Parrocchia S.Pietro<br />

di Favaro<br />

Il nostro<br />

cuoco Mario<br />

ai fornelli<br />

tola. Mettete poi nella casseruola anche le tagliatelle<br />

e lasciate cuocere per qualche minuto.<br />

Sistemate la pasta e fagioli nei piatti dei commensali<br />

distribuendo a ciascuno una cucchiaiata<br />

di olio crudo e un po’ di pepe.<br />

Mario


RESIDENZA “ANNI AZZURRI” FAVARO VENETO<br />

SPAZIO DI REDAZIONE<br />

LA FENICE<br />

In questo <strong>numero</strong> vi raccontiamo alcune esperienze accadute in Fenice<br />

GLI AMICI DELLA PARROCCHIA DI FAVARO<br />

Questa la testimonianza di Valentina… “Il giorno 8 gennaio 2011 sono andata, insieme a due miei<br />

compagni di classe e ad alcuni adulti della mia parrocchia, alla Residenza “<strong>Anni</strong> <strong>Azzurri</strong>” a Favaro.<br />

Lo scopo era quello di donare una calza della befana, contenente pennarelli, matite, fogli, …..all’Rsa “<br />

La Fenice” luogo che ospita persone disabili, di diverse età.<br />

Ho notato subito che ci hanno accolto con grande gioia ed amicizia e, dopo esserci brevemente presentati<br />

ed aver loro consegnato la calza, ho visto i loro volti sorriderci e mi sono commossa.<br />

Dopo averli salutati, abbiamo fatto una breve visita agli anziani della casa di riposo che stavano giocando<br />

a tombola nel salone. Anche se ci siamo fermati per poco tempo, mi rimarrà impresso per sempre,<br />

nella mente e nel cuore, il ricordo di questo breve, ma intenso incontro, così speciale e significativo”.<br />

Sabato 23 Aprile, prima di Pasqua, i nostri amici sono tornati a farci gli auguri e nell’occasione<br />

ci siamo scambiati dei doni, come si può vedere dalla foto.<br />

Alcuni ragazzi della Fenice<br />

con Valentina, in piedi a destra,<br />

e gli altri amici della<br />

parrocchia, nello sfondo<br />

AUGURI ANDREINA E SANDRO…<br />

Il giorno 26 Marzo Andreina Mezzacapo Vincitorio<br />

e Sandro Mattiazzi, genitori di Nicola, ospite<br />

della Fenice, hanno voluto festeggiare il loro matrimonio<br />

presso la nostra Residenza…<br />

A tutti come dono hanno lasciato la poesia :<br />

“I CAVALLI AZZURRI DEL 26 MARZO 2011”<br />

Per questo siamo qui,<br />

perché non ci piacevano<br />

i muri i recinti.<br />

Per questo siamo qui,<br />

perché la primavera<br />

ha braccia vaste<br />

ha occhi enormi;<br />

per questo siamo qui,<br />

perché ci piacerebbe unito<br />

ciò che<br />

un silenzio troppo lungo<br />

ha separato<br />

Un ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato nella realizzazione<br />

di questa edizione del giornalino!

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