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PRENDIAMO IL LARGO... - Arcidiocesi di Benevento

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ARCIDIOCESI DI BENEVENTO PERIODICO DI IMPEGNO RELIGIOSO E SOCIO-CULTURALE Anno 11 N° 2 - Ottobre 2008<br />

Spe<strong>di</strong>zione in abb. postale comma 20 - Articolo 2c<br />

Legge 662 del 1996 - F<strong>IL</strong>IALE DI BENEVENTO<br />

SERVI INUT<strong>IL</strong>I<br />

(MA ATTIVI)<br />

<strong>di</strong> Massimiliano Del Grosso*<br />

Questo mese è de<strong>di</strong>cato<br />

all’opera missionaria. La<br />

missione rientra nella natura<br />

stessa della Chiesa:<br />

essa è stata infatti creata<br />

dal suo Fondatore anzitutto per l’annuncio<br />

della verità che salva, quella verità dall’ascolto<br />

della quale nasce e si irrobustisce la fede,<br />

adesione totale dell’uomo a Cristo come via<br />

universale <strong>di</strong> redenzione. Se non ci fosse<br />

annuncio non ci sarebbe Chiesa e se non ci<br />

fosse Chiesa non ci sarebbe annuncio. La<br />

Chiesa, dunque, vive della missione e per la<br />

missione. Il mandato con cui Cristo invia i<br />

suoi <strong>di</strong>scepoli per tutto il mondo poco prima<br />

<strong>di</strong> ascendere alla destra del Padre (Mt 28,19;<br />

Lc 24,46ss.) rappresenta così quell’anello<br />

necessario che congiunge il suo insegnamento<br />

all’accoglienza <strong>di</strong> esso e la sua opera<br />

<strong>di</strong> salvezza all’attuazione della stessa per<br />

ogni singolo uomo. Lo sforzo apostolico che<br />

si protrae in tutta la storia umana me<strong>di</strong>ante i<br />

sempre nuovi annunciatori della Parola <strong>di</strong>viene<br />

il cordone ombelicale me<strong>di</strong>ante il quale<br />

tutto quello che Cristo ha detto e fatto può<br />

avere pieno compimento. Il servo, «inutile»<br />

per sua natura (Lc 17, 10), sopratutto se rapportato<br />

all’onnipotenza <strong>di</strong>vina, <strong>di</strong>viene perciò<br />

«utile» per volontà dello stesso Salvatore.<br />

Considerare questo doppio rapporto <strong>di</strong>spone<br />

ogni fedele cristiano ad un atteggiamento<br />

umile e al contempo obbligato nell’impiegare<br />

ogni personale sforzo – e senza lasciarsi<br />

ingannare da quella comoda ipocrisia che<br />

trasforma l’inutilità in ignavia – affinché tutto il<br />

mondo riconosca, ami e serva il Figlio <strong>di</strong> Dio.<br />

* Vice<strong>di</strong>rettore Ufficio Dioceasano<br />

Comunicazioni Sociali<br />

ANNO PAOLINO<br />

Da Tarso a<br />

Gerusalemme:<br />

Paolo, giudeo<br />

osservante<br />

<strong>PRENDIAMO</strong><br />

<strong>IL</strong> <strong>LARGO</strong> <strong>LARGO</strong>...<br />

...<br />

a pagina 2<br />

RUBRICHE<br />

Quando pregare<br />

è anche ascoltare:<br />

pronti a metterci in<br />

sintonia con la Parola<br />

a pagina 6<br />

RICORRENZE<br />

8 ottobre 1978: muore<br />

don Emilio Matarazzo<br />

ideatore del centro<br />

<strong>di</strong> spiritualità “La Pace”<br />

a pagina 12<br />

INIZIATIVE<br />

“Cives. Guardare al<br />

futuro” per formarsi<br />

al bene comune<br />

Convegno il 30 ottobre<br />

a pagina 4<br />

DOSSIER<br />

“Guai a me se non<br />

pre<strong>di</strong>cassi il Vangelo!”<br />

Iniziative in Diocesi<br />

per il mese missionario<br />

a pagina 8 e 9<br />

COMMENTI<br />

In ascolto della<br />

Parola. Pensieri e<br />

riflessioni sui Vangeli<br />

della domenica a pagina 15


2 Ottobre 2008<br />

Da Tarso a Gerusalemme:<br />

Paolo, giudeo osservante<br />

S<br />

<strong>di</strong> Leonardo Lepore<br />

aulo, detto Paolo, nacque in<br />

Galilea a Giscala, l'o<strong>di</strong>erna el-<br />

Ghis. Piccolissimo, forse <strong>di</strong> due<br />

anni, i genitori lo portarono a Tarso,<br />

capitale della provincia romana della<br />

Cilicia Pe<strong>di</strong>a, dove loro stessi e furono<br />

stati costretti a <strong>di</strong>morare dopo essere<br />

stati catturati dai Romani. Un soggiorno<br />

forzato, lontani dalla propria terra. La<br />

città vantava una certa importanza sia<br />

economica che politica; sembra accertato<br />

come uno dei suoi funzionari fosse<br />

stato il grande retore Cicerone, e dal<br />

punto <strong>di</strong> vista culturale annoverava la<br />

presenza <strong>di</strong> importanti figure quali il filosofo<br />

Atenodoro, il maestro <strong>di</strong> retorica<br />

Ermogene e Nestore, precettore dello<br />

stesso Cicerone. Della sua adolescenza<br />

alcuni dati sembrano certi: durante la<br />

giovinezza i genitori vivevano agiatamente,<br />

sì da permettergli <strong>di</strong> poter de<strong>di</strong>care<br />

tempo agli stu<strong>di</strong> e alla formazione<br />

tanto religiosa quanto secolare. Da un<br />

punto <strong>di</strong> vista religioso è facile immaginarlo<br />

come assiduo frequentatore della<br />

sinagoga e appassionato lettore delle<br />

Scritture. Le sue lettere in seguito <strong>di</strong>mostreranno<br />

un'approfon<strong>di</strong>ta conoscenza<br />

del testo greco della Bibbia, la cosiddetta<br />

traduzione della Settanta, e un'ampia<br />

capacità <strong>di</strong> interpretazione, <strong>di</strong> lettura dei<br />

testi, e <strong>di</strong> citazione a memoria.<br />

Dell'ambiente laico imparò non solo la<br />

lingua greca, con cui scriveva, ma<br />

anche l'uso della retorica - per l'insegnamento<br />

della quale Tarso millantava ottime<br />

scuole - e alcuni aspetti dello<br />

Stoicismo, dottrina filosofica molto <strong>di</strong>ffusa<br />

a quell'epoca. Anche per Paolo,<br />

come per ogni giovane delle sue con<strong>di</strong>zioni,<br />

si presentò il<br />

<strong>di</strong>lemma se<br />

conti-<br />

nuare con lo stu<strong>di</strong>o delle Scritture e<br />

della religione dei padri, o se proseguire<br />

per altra via, se immergersi nel mondo<br />

giudaico o vivere da pagano. La scelta<br />

cadde in favore della religione e subito<br />

si profilò la partenza per Gerusalemme,<br />

e quando vi giunse, forse insieme ad un<br />

gruppo <strong>di</strong> pellegrini, aveva circa vent'anni.<br />

Nella Città Santa correva la fama del<br />

grande maestro Gamaliele I, famoso<br />

per il suo stile tollerante (cf. At 5,34). Di<br />

certo, per il suo cuore desideroso <strong>di</strong><br />

conoscere perfettamente la legge <strong>di</strong> Dio<br />

e per il suo entusiasmo davvero generoso,<br />

quella <strong>di</strong> Gamaliele fu una scelta<br />

sicura. Molto verosimilmente si mise<br />

alla sua scuola per poter <strong>di</strong>venire fariseo,<br />

vivendo insieme ad altri giovani<br />

che nutrivano il suo stesso desiderio,<br />

gareggiando con essi nello stu<strong>di</strong>o e nel<br />

rispetto delle prescrizioni rituali della<br />

purezza, e con<strong>di</strong>videndo con il maestro<br />

le proprie riflessioni e considerazioni.<br />

Ricordando quegli anni, Paolo, ammettendo<br />

non solo <strong>di</strong> aver avuto una formazione<br />

da fariseo, <strong>di</strong>rà anche: "mi ero<br />

spinto, nel giudaismo, oltre tutti i miei<br />

compagni appartenenti al mio popolo,<br />

<strong>di</strong>fensore fanatico com'ero, in misura<br />

maggiore <strong>di</strong> loro, delle tra<strong>di</strong>zioni dei miei<br />

padri" (Gal 1,14).<br />

Si capisce bene in questa luce il primo<br />

testo del Nuovo Testamento in cui compare<br />

il giovane Saulo. Lo scenario è<br />

quello <strong>di</strong> Gerusalemme, fuori della città,<br />

in un giorno <strong>di</strong> sangue. Per lapidare<br />

Stefano, i giudei deposero i mantelli ai<br />

pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Saulo e subito dopo la lapidazione<br />

Luca <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> lui: "Saulo acconsentiva<br />

con approvazione all'uccisione <strong>di</strong> lui [<strong>di</strong><br />

Stefano]" (At 8,1). Non è <strong>di</strong>fficile immaginarlo:<br />

il volto <strong>di</strong> chi con un consenso<br />

massimo <strong>di</strong>fende la purità della religione,<br />

e non arretra nemmeno <strong>di</strong>nanzi al<br />

sangue. La religione più della verità. Lo<br />

zelo (identico?) <strong>di</strong> chi ha crocifisso il<br />

Messia.<br />

DIZIONARIO<br />

PAOLINO<br />

Paolo/Saulo. Negli scritti del Nuovo<br />

Testamento Paolo viene designato<br />

con due nomi: Saûlos e Paûlos.<br />

Il primo nome, Saûlos, è la grecizzazione<br />

del nome giudaico Sha’ul, il<br />

nome del primo re <strong>di</strong> Israele. Paolo,<br />

come il re Sha’ul, appartiene alla<br />

tribù <strong>di</strong> Beniamino, per questo si può<br />

concludere come egli portasse il<br />

nome <strong>di</strong> uno dei suoi più gloriosi<br />

antenati.<br />

Il secondo nome, Paûlos, è la grecizzazione<br />

del latino Paulus, o anche<br />

Paullus, «piccolo», un nome <strong>di</strong> origine<br />

romana <strong>di</strong>ffuso nel I secolo d.C.<br />

C’è da <strong>di</strong>re inoltre che nelle sue lettere<br />

Paolo si presenta sempre e solo<br />

con il nome <strong>di</strong> ‘Paolo’ e mai come<br />

‘Saulo’. Quest’ultimo viene usato<br />

esclusivamente nel libro degli Atti<br />

degli Apostoli e se non ci fosse stata<br />

la testimonianza <strong>di</strong> Luca, non lo si<br />

sarebbe mai conosciuto.<br />

Farisei. Ai tempi <strong>di</strong> Paolo la società<br />

giudaica aveva al suo interno alcuni<br />

gruppi con <strong>di</strong>versi orientamenti <strong>di</strong><br />

pensiero. Uno <strong>di</strong> questi era quello a<br />

cui faceva capo la setta dei farisei. Si<br />

trattava <strong>di</strong> scrupolosi osservanti della<br />

Torah, la Legge contenuta nei primi<br />

cinque libri della Bibbia (la legge<br />

scritta) e nell’insegnamento dei padri<br />

(la legge orale). In At 26,5 lo stesso<br />

Paolo <strong>di</strong>rà che si tratta della setta più<br />

rigida della religione ebraica.<br />

L’obiettivo era quello <strong>di</strong> assicurare la<br />

santità dei laici me<strong>di</strong>ante l’osservanza<br />

delle norme sul sabato e le festività<br />

del calendario cultuale ebraico; la<br />

pratica delle leggi circa le primizie e<br />

le decime sui prodotti dei campi e <strong>di</strong><br />

quelle sugli alimenti; la rigorosa<br />

applicazione delle norme riguardanti<br />

i contatti con le fonti <strong>di</strong> impurità<br />

(cadaveri, malattie, sangue e altri<br />

flussi organici). A <strong>di</strong>fferenza dei loro<br />

<strong>di</strong>retti rivali, i sadducei, riconoscevano<br />

autorità canonica a tutti i libri<br />

della Bibbia e non solo al<br />

Pentateuco, e, ancor più, credevano<br />

nella vita dopo la morte e nella resurrezione.<br />

Nel I secolo il gruppo si<br />

<strong>di</strong>videva in due scuole principali:<br />

una più rigorosa, più “conservatrice”,<br />

facente capo a rabbi Shammai,<br />

l’altra più “progressista”, avente<br />

come maestro Hillel. Se Paolo seguì<br />

l’insegnamento <strong>di</strong> Gamaliele I,<br />

<strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Hillel, come si <strong>di</strong>ce nel<br />

libro degli Atti, si può concludere<br />

che facesse parte dell’ala “progressista”<br />

della setta. Ciò tuttavia non<br />

riscuote il consenso unanime degli<br />

stu<strong>di</strong>osi.<br />

l.l.


Partito il progetto della Diocesi<br />

“Chiesa, casa e scuola <strong>di</strong> comunione”<br />

T<br />

<strong>di</strong> Nicola Gagliarde<br />

rovare la "giusta via" per evangelizzare<br />

è una tra le missioni<br />

fondamentali che la chiesa universale,<br />

e dunque la chiesa beneventana,<br />

deve intraprendere. Occorre attrezzarsi<br />

degli strumenti più opportuni, elaborare<br />

le strategie più idonee per raggiungere<br />

tutti e per riuscire ad attualizzare<br />

il messaggio evangelico. Ecco perché<br />

è necessario darsi un metodo <strong>di</strong> lavoro.<br />

Ed è quello che la <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong><br />

sta facendo. Il progetto "Chiesa, casa e<br />

scuola <strong>di</strong> comunione", che rappresenta<br />

l'obiettivo generale in cui si è scelto <strong>di</strong><br />

collocare l'azione pastorale del prossimo<br />

triennio, va perseguito attraverso una<br />

strategia precisa con tappe graduali.<br />

Lavorare pastoralmente, dotandosi <strong>di</strong> un<br />

metodo, vuol <strong>di</strong>re lavorare attraverso<br />

PUBBLICAZIONI<br />

progetti nei quali si stabiliscono obiettivi,<br />

mezzi, tempi <strong>di</strong> azioni e valutazioni verificando<br />

se quanto programmato è stato<br />

realizzato o quanto invece va cambiato,<br />

sia nella definizione degli obiettivi previsti,<br />

sia talvolta nella scelta dei mezzi utilizzati.Una<br />

sintesi <strong>di</strong> tale strategia operativa<br />

è descritta nell' opuscolo dal titolo<br />

Chiesa: casa e scuola <strong>di</strong> comunione.<br />

Linee programmatiche ed ipostesi operative<br />

- Anno pastorale 2008 - 2009.<br />

L'opuscolo, che è stato pubblicato<br />

recentemente e <strong>di</strong>stribuito agli operatori<br />

pastorali in occasione della celebrazione<br />

eucaristica svoltasi a Piana Romana per<br />

l'apertura dell'anno pastorale, descrive<br />

in linea generale le modalità <strong>di</strong> lavoro a<br />

progetto. Ma soprattutto delinea tutte le<br />

tappe dell'azione che la chiesa beneventana<br />

intraprenderà nei prossimi anni. Si<br />

parte dalla considerazione che tale pro-<br />

getto deve innestarsi nella realtà territoriale,<br />

attraverso una strategia precisa<br />

(piano pastorale triennale) con tappe<br />

graduali (programmazione annuale).<br />

Questi dunque i punti car<strong>di</strong>ne da cui<br />

<strong>di</strong>scendono le varie azioni che saranno<br />

poste in essere e che sono elencate nell'opuscolo.<br />

Nel triennio, tra gli obiettivi a<br />

lungo termine sono previsti: un lavoro <strong>di</strong><br />

monitoraggio e analisi della realtà territoriale<br />

<strong>di</strong>ocesana; l'analisi e il coinvolgimento<br />

del mondo laicale; l'elaborazione<br />

<strong>di</strong> percorsi con<strong>di</strong>visi con il territorio; da<br />

ciò derivano poi le strategie operative<br />

del programma pastorale <strong>di</strong> ogni singolo<br />

anno.<br />

L'anno pastorale 2008-2009 si articolerà<br />

intorno al tema della Parola <strong>di</strong> Dio, alla<br />

sua valorizzazione e maggiore <strong>di</strong>ffusione.<br />

A tale scopo sono previsti molte attività<br />

da esplicarsi sia a livello <strong>di</strong>ocesano<br />

Atti del XXIV Convegno Pastorale<br />

Sono stati consegnati a tutti i parroci gli atti del<br />

XXIV convegno pastorale <strong>di</strong>ocesano “Dalle parole<br />

alla Parola, nel silenzio del <strong>di</strong>rsi… l’Amore incarnato”.<br />

Il libro degli atti, la cui pubblicazione è stata<br />

curata dall’ufficio pastorale <strong>di</strong>ocesano, guidato dal<br />

vicario episcopale, don Donato D’Agostino, raccoglie<br />

le relazioni dei lavori. In particolare gli schemi<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione (proposti all’apertura del convegno e<br />

all’inizio dei laboratori <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento) e le<br />

conclusioni operative dell’arcivescovo, mons.<br />

Andrea Mugione. E’ contenuta, inoltre, la relazione<br />

<strong>di</strong> suor Maria Ko Ha Fong, docente <strong>di</strong> Sacra<br />

Scrittura presso la Pontificia Facoltà <strong>di</strong> Scienze<br />

dell’Educazione “Auxilium”, sul tema La Parola <strong>di</strong><br />

Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Il libro<br />

degli atti contiene poi delle schede tecniche utilizzate<br />

dai delegati per l’approfon<strong>di</strong>mento nei laboratori<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e le relazioni dei vicari foranei dei lavori<br />

svolti nelle singole zone pastorali. Il libro degli atti<br />

del XXIV convegno può essere richiesto presso l’ufficio<br />

pastorale. Con gli atti sarà consegnato un opuscolo<br />

operativo dal titolo Chiesa: casa e scuola <strong>di</strong><br />

comunione, ipotesi per un piano triennale e programma<br />

pastorale <strong>di</strong>ocesano, 2008-2009. Si tratta <strong>di</strong><br />

un lavoro <strong>di</strong> sintesi degli obiettivi emersi durante<br />

l’assemblea <strong>di</strong> programmazione <strong>di</strong>ocesana svoltasi a<br />

Matrice (CB). L’opuscolo delinea concettualmente le<br />

modalità <strong>di</strong> lavoro a progetto come si usa oggi in<br />

tutte le realtà. E’ una scelta <strong>di</strong> metodo.<br />

Il lavoro viene “scomposto” in tappe, vengono definiti<br />

obiettivi, azioni da compiere, tempi, risorse a<br />

<strong>di</strong>sposizione e percorsi <strong>di</strong> valutazione.<br />

Nell’opuscolo dunque è descritto l’obiettivo generale<br />

dell’azione pastorale, le basi per la stesura un<br />

piano triennale e le attività del programma dell’anno<br />

pastorale 2008-2009.<br />

Ottobre 2008<br />

che parrocchiale: quali per esempio l'istituzione<br />

<strong>di</strong> una scuola biblica <strong>di</strong>ocesana,<br />

l'elaborazione <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong> per la preghiera<br />

nei tempi forti dell'anno liturgico da <strong>di</strong>stribuire<br />

a tutte le parrocchie, la realizzazione<br />

<strong>di</strong> un evento pubblico sul tema della<br />

Parola, durante il quale coinvolgere<br />

anche le altre istituzioni territoriali e che<br />

abbia una finalità operativa concreta,<br />

l'attivazione <strong>di</strong> centri <strong>di</strong> ascolto parrocchiali.<br />

Analizzare il contesto <strong>di</strong> riferimento,<br />

i destinatari dell'azione pastorale,<br />

definire i tempi, le modalità <strong>di</strong> svolgimento<br />

(in sintesi lavorare a progetto) è una<br />

scelta <strong>di</strong> campo importante perché oltre<br />

a consentire la pianificazione delle attività<br />

rendendole più funzionali all'obiettivo<br />

prefissato, aiuta a superare il rischio del<br />

soggettivismo e ad essere il meno autoreferenziali<br />

possibile. E questo giova alla<br />

missione dell'evangelizzazione.<br />

3


4 Ottobre 2008<br />

“Cives. Guardare al futuro”<br />

Per formarsi al bene comune<br />

<strong>di</strong> Ettore Rossi*<br />

Q<br />

ualche settimana fa Papa Benedetto XVI,<br />

durante un'omelia pronunciata a Cagliari<br />

davanti al Santuario <strong>di</strong> Nostra Signora <strong>di</strong><br />

Bonaria, ha esortato la Chiesa e i cattolici a tornare ad<br />

«essere capaci <strong>di</strong> evangelizzare il mondo del lavoro,<br />

dell'economia, della politica» che, ha spiegato,<br />

«necessita <strong>di</strong> una nuova generazione <strong>di</strong> laici cristiani<br />

impegnati, capaci <strong>di</strong> cercare con competenza e rigore<br />

morale soluzioni <strong>di</strong> sviluppo sostenibile». Questo passaggio,<br />

apparentemente stringato dell'omelia del<br />

Pontefice, è così denso <strong>di</strong> significato e <strong>di</strong> prospettive<br />

che interpella, in modo esigente, tutti quei credenti<br />

che hanno a cuore il bene delle proprie comunità e del<br />

proprio paese. L'in<strong>di</strong>cazione è chiara e va nella <strong>di</strong>rezione<br />

della formazione <strong>di</strong> persone che siano in grado,<br />

con competenza e rigore morale, <strong>di</strong> animare tutte le<br />

realtà temporali, dall'economia, al lavoro, all'impegno<br />

nel campo politico. L'Ufficio <strong>di</strong>ocesano per la<br />

Pastorale Sociale e del Lavoro si sente incoraggiato<br />

da questi insegnamenti a proseguire la propria progettualità<br />

nel campo formativo. E' stata, infatti lanciata<br />

in questi giorni la seconda e<strong>di</strong>zione del corso <strong>di</strong> formazione<br />

sociale Cives, che ha come tema "Guardare il<br />

Futuro. Laboratorio <strong>di</strong> formazione al bene comune".<br />

Dopo la prima e<strong>di</strong>zione imperniata sui temi dell'economia<br />

e del territorio, si affronta in questo secondo ciclo<br />

il tema del futuro e delle <strong>di</strong>verse sfere dell'impegno<br />

personale, ecclesiale, sociale, professionale e politico.<br />

Il corso si articola in incontri e testimonianze <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi,<br />

operatori sociali e politici locali, oltre a momenti <strong>di</strong><br />

confronto <strong>di</strong> tipo seminariale, nell'ottica della progettazione<br />

collettiva. Destinatari dell'intervento sono <strong>di</strong>rigenti<br />

<strong>di</strong> associazioni, giovani laureati in materie economiche,<br />

giuri<strong>di</strong>che e sociali (preferibilmente apparte-<br />

nenti ad associazioni del territorio) e persone <strong>di</strong>sponibili<br />

ad impegnarsi per il bene comune. Si prevedono<br />

una serie <strong>di</strong> laboratori, con 20 partecipanti, nel corso<br />

dei quali uno o più testimoni privilegiati interagiscono<br />

con il gruppo su tematiche <strong>di</strong> particolare interesse per<br />

il territorio della provincia <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong> e dell'intero<br />

Paese. Tra gli obiettivi formativi si segnalano i seguenti:<br />

sensibilizzare il gruppo dei partecipanti ad una<br />

comprensione adeguata delle <strong>di</strong>namiche e delle prospettive<br />

culturali, socio-economiche e <strong>di</strong> quelle politico-istituzionali<br />

che contrad<strong>di</strong>stinguono il contesto<br />

locale, inquadrate in uno scenario regionale, nazionale<br />

e globale, alla luce degli insegnamenti della Dottrina<br />

Sociale della Chiesa; presentare ai partecipanti realtà<br />

e casi positivi che si segnalano sul territorio <strong>di</strong> riferimento;<br />

far conoscere ai partecipanti esperienze e<br />

forme <strong>di</strong> impegno promosse da organizzazioni del<br />

Terzo Settore e realtà ecclesiali, sia a livello locale che<br />

nazionale. Tra i vari "docenti", che si alterneranno da<br />

novembre fino al mese <strong>di</strong> aprile 2009, si segnalano<br />

le importanti presenze <strong>di</strong> p. Bartolomeo Sorge,<br />

Direttore <strong>di</strong> Aggiornamenti Sociali, del dott. Carlo<br />

Borgomeo, del prof. Silvano Petrosino dell'Università<br />

Cattolica <strong>di</strong> Milano, del prof. Paolo Rizzi, <strong>di</strong>rettore del<br />

laboratorio <strong>di</strong> Economia locale dell'Università<br />

Cattolica <strong>di</strong> Piacenza, del prof. Filippo Bencar<strong>di</strong>no,<br />

Rettore dell'Università del Sannio, del dott. Marco<br />

Iasevoli, vice-presidente nazionale dell'Azione<br />

Cattolica ed <strong>di</strong> altri esponenti del mondo ecclesiale,<br />

sociale e politico del nostro territorio. Ad inaugurare il<br />

percorso sarà il prossimo 30 ottobre (al Seminario<br />

Arcivescovile) una figura <strong>di</strong> assoluto prestigio a livello<br />

nazionale come il prof. Giuseppe De Rita, sociologo,<br />

fondatore e presidente del Censis.<br />

* Direttore dell’Ufficio<br />

Diocesano Pastorale Sociale e del Lavoro<br />

INIZIATIVA DEL CENTRO DI CULTURA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA<br />

Alla scoperta dell’arte contemporanea<br />

Continua l'impegno del Centro <strong>di</strong> Cultura dell'Università Cattolica <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong> a favore della<br />

promozione della cultura e dell'arte. Sarà il prof. Francesco Morante, noto docente <strong>di</strong> Storia<br />

dell'Arte presso il Liceo Artistico <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong> e <strong>di</strong>rettore artistico della Galleria d'Arte "Rosso<br />

Fenice" <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong> a tenere le lezioni <strong>di</strong> "Art Today”. Perché l'arte contemporanea è arte".<br />

Un nuovo ciclo <strong>di</strong> incontri, che inizieranno il 7 novembre prossimo e continueranno per quattro<br />

venerdì consecutivi presso la sede del Centro <strong>di</strong> cultura in piazza Orsini, con i quali si propone<br />

<strong>di</strong> avvicinare all'arte contemporanea tutti coloro che non hanno una competenza specifica<br />

nel campo, ma che desiderano avere delle chiavi <strong>di</strong> lettura per poter leggere e comprendere<br />

autonomamente le <strong>di</strong>verse manifestazioni artistiche che caratterizzano la scena o<strong>di</strong>erna.<br />

«Oggi l'arte è molto <strong>di</strong>versa da quella prodotta fino a pochi decenni fa - spiega lo stesso professore<br />

Francesco Morante - spaziando in una molteplicità <strong>di</strong> linguaggi e tecniche prima<br />

sconosciuta. Ciò comporta che per poter comprendere l'arte è richiesto un approccio non<br />

superficiale. Ma questa comprensione è meno complicata <strong>di</strong> quanti molti pensano: basta solo<br />

avere il giusto approccio e la giusta metodologia».<br />

Tutti gli incontri si terranno sempre dalle ore 17 alle ore 19 nei giorni 7, 14, 21 e 28 novembre<br />

prossimi. Il Centro <strong>di</strong> cultura rilascerà un attestato <strong>di</strong> partecipazione a tutti coloro che ne<br />

faranno richiesta, potendo utilizzare come cre<strong>di</strong>to formativo per gli studenti o come formazione<br />

ed aggiornamento per gli insegnanti.<br />

Per tutte le informazioni su questa e le altre iniziative del Centro <strong>di</strong> cultura è possibile contattare<br />

la segreteria ai numeri 0824-29267 o 328-6131890 oppure consultando il sito www.centro<strong>di</strong>cultura.eu.<br />

Daniele Mazzulla<br />

TEMPI NUOVI - Perio<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Impegno Religioso e socio-culturale. Autorizzazione Tribunale <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong> N° 204/96 del 20/12/1996.<br />

Direttore Responsabile: Nicola De Blasio; Ufficio Comunicazioni Sociali <strong>Benevento</strong> - Progetto Grafico: Daniele Leone<br />

Direzione Redazione: P.zza Orsini, 33 (Bn) tel. 0824_323326 Fax 0824_323344 email: comunicazionisociali@<strong>di</strong>ocesi<strong>di</strong>benevento.it<br />

web: www.<strong>di</strong>ocesi<strong>di</strong>benevento.it. Stampa: Marina Press s.r.l. - Via E. Marelli (C/da Olivola - <strong>Benevento</strong>)<br />

TEMPI NUOVI può essere richiesto GRATUITAMENTE la settimana successiva all’uscita<br />

presso la libreria Giovanni Paolo II o all’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali


Una fondazione <strong>di</strong> comunità<br />

per il territorio sannita<br />

I<br />

<strong>di</strong> Antonio Assante<br />

l 24 settembre, al Seminario <strong>di</strong><br />

<strong>Benevento</strong>, S.E. Mons. Andrea<br />

Mugione ha presieduto un incontro<br />

per approfon<strong>di</strong>re il tema delle fondazioni<br />

con il Direttore Generale della<br />

Fondazione per il Sud dott. Giorgio<br />

Righetti. All'incontro, coor<strong>di</strong>nato<br />

dall'Ufficio per la Pastorale Sociale e del<br />

Lavoro della Diocesi, hanno partecipato<br />

persone impegnate nel sociale, impren<strong>di</strong>tori,<br />

rappresentati <strong>di</strong> Istituzioni,<br />

Banche ed Associazioni. L'iniziativa,<br />

presentata dal dott. Ettore Rossi, era<br />

mirata ad approfon<strong>di</strong>re gli aspetti tecnici<br />

legati alla costituzione, al funzionamento<br />

<strong>di</strong> una Fondazione <strong>di</strong> Comunità e ad<br />

incoraggiare un progetto, certamente<br />

ambizioso e complesso, che potrebbe<br />

essere <strong>di</strong> grande utilità per il territorio. Il<br />

dott. Righetti ha lanciato subito una provocazione:<br />

le Fondazioni <strong>di</strong> comunità<br />

sono presenti solo nel centro nord<br />

d'Italia, ma anche in paesi <strong>di</strong>fficili come<br />

lo Zimbawe o il Messico. Due i tipi <strong>di</strong><br />

CERVINARA<br />

Da anni la parrocchia <strong>di</strong> S. A<strong>di</strong>utore in Cervinara<br />

(AV) si caratterizza per una presenza <strong>di</strong> grande<br />

valore nel contesto locale, portando il messaggio<br />

evangelico con la concretezza <strong>di</strong> un impegno sociale<br />

che rappresenta una grande ricchezza ad<strong>di</strong>rittura<br />

per l'intera comunità della Valle Cau<strong>di</strong>na. È, per la<br />

<strong>di</strong>sponibilità del parroco don Nicola Taddeo, la più<br />

frequentata da giovani e ragazzi. Le iniziative <strong>di</strong><br />

volontariato hanno trovato terreno fertile nella piccola<br />

parrocchia cau<strong>di</strong>na e si sono concretizzate con la<br />

creazione della confraternita <strong>di</strong> Misericor<strong>di</strong>a, della<br />

Caritas e del Banco Alimentare, cui fanno riferimento<br />

decine <strong>di</strong> volontari, cattolici e non, quoti<strong>di</strong>anamente<br />

al lavoro per per i bisognosi e la comunità<br />

tutta, in uno scenario sociale <strong>di</strong>fficile e affetto dai<br />

molti mali del meri<strong>di</strong>one d'Italia.<br />

Don Nicola, forte guida spirituale e<br />

visibile presenza della Chiesa operosa<br />

tra la gente, appartiene a quella<br />

generazione <strong>di</strong> giovani parroci che<br />

hanno saputo interpretare i segni dei<br />

tempi e <strong>di</strong>ventare un riferimento <strong>di</strong><br />

grande <strong>di</strong>sponibilità per quanti hanno<br />

inteso fare una scelta <strong>di</strong> impegno nel<br />

sociale, ma anche un riferimento per<br />

quanti si attendono dalla Chiesa quel<br />

ruolo <strong>di</strong> denunzia profetica dei mali<br />

del tempo. Ma an<strong>di</strong>amo per or<strong>di</strong>ne.<br />

intervento della Fondazione per il Sud:<br />

sostegno a progetti con ban<strong>di</strong> specifici<br />

oppure interventi più complessi, per la<br />

nascita <strong>di</strong> nuove Fondazioni <strong>di</strong> comunità.<br />

La <strong>di</strong>fficoltà della nascita <strong>di</strong> nuove<br />

Fondazioni è nell'obiettivo: attrarre<br />

risorse attraverso una comunità <strong>di</strong> riferimento,<br />

partecipata e in<strong>di</strong>pendente, per<br />

alimentare azioni sociali nel territorio.<br />

Occorre la fiducia delle persone e la trasparenza<br />

nel modo <strong>di</strong> operare. La fiducia<br />

della comunità si ottiene mettendo<br />

insieme voci <strong>di</strong>verse. Da una cultura<br />

della donazione e della responsabilità<br />

nei confronti del territorio nasce una istituzione<br />

che deve garantire efficienza<br />

nella raccolta e interventi in<strong>di</strong>pendenti,<br />

per specifici e <strong>di</strong>fferenti bisogni della<br />

La Misericor<strong>di</strong>a - dal primo presidente<br />

Antonio Cioffi a quello attuale, Luigi<br />

Cioffi - ha realizzato nel tempo un vero<br />

e proprio servizio <strong>di</strong> emergenza 118,<br />

giungendo oggi a contare ben quattro<br />

autoambulanze. Un nutrito gruppo <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>ci, infermieri, barellieri, autisti, tutti<br />

volontari provenienti da Cervinara e dai<br />

comuni limitrofi, ma anche giovani del<br />

Servizio Civile (ne sono attesi otto nei<br />

prossimi giorni) assicurano un servizio<br />

che a lungo è stato l'unico nella intera<br />

Valle Cau<strong>di</strong>na. Ancora oggi, le ambulanze<br />

operano, a richiesta, nell'intera<br />

Valle. La Caritas parrocchiale alle or<strong>di</strong>narie attività<br />

assistenziali è riuscita ad avviare un<br />

preziosissimo (e raro) servizio <strong>di</strong> ospitalità<br />

notturna per persone in <strong>di</strong>fficoltà<br />

(sono gestiti tre posti letto) e un servizio<br />

<strong>di</strong> mensa che assicura me<strong>di</strong>amente<br />

4/5 pasti giornalieri con sette volontari<br />

pressoché fissi, ma anche con una<br />

grande presenza <strong>di</strong> donazioni da<br />

parte <strong>di</strong> tantissimi fedeli e citta<strong>di</strong>ni che<br />

vedono la concretezza e l'importanza<br />

<strong>di</strong> queste iniziative. Un vero miracolo<br />

organizzativo che si ripete ogni giorno.<br />

Infine il Banco Alimentare, iniziati-<br />

Ottobre 2008<br />

comunità locale. E' una sfida che già in<br />

Campania ed in Calabria alcune comunità<br />

stanno portando a compimento. Il<br />

dott. Righetti infine ha riba<strong>di</strong>to il pieno<br />

sostegno della Fondazione per il Sud ad<br />

una proposta che parta da questo territorio<br />

che, se accolta, potrà avere un<br />

importante contributo operativo e finanziario.<br />

Si sono poi succeduti numerosi<br />

interventi dei rappresentanti delle istituzioni,<br />

dell'unione industriali, <strong>di</strong> alcuni<br />

istituti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, <strong>di</strong> associazioni <strong>di</strong> categoria,<br />

<strong>di</strong> persone provenienti dal volontariato:<br />

è risultata evidente la volontà <strong>di</strong><br />

approfon<strong>di</strong>re e con<strong>di</strong>videre un progetto<br />

per la costituzione <strong>di</strong> un comitato promotore.<br />

S.E. mons. Mugione ha ringraziato<br />

per le tante presenze ed ha incoraggiato<br />

ad andare avanti concretamente,<br />

superando l'ansia <strong>di</strong> un progetto in<br />

<strong>di</strong>venire. Occorre cuore, intelligenza,<br />

risorse, volontà, ma prima ancora<br />

occorre <strong>di</strong>re un grande sì allo stare<br />

insieme. Per la stessa Chiesa la fraternità<br />

è un dover essere, da costruire.<br />

Anche la Chiesa ha bisogno <strong>di</strong> essere<br />

comunione, superando l'in<strong>di</strong>vidualismo<br />

che <strong>di</strong>sperde le energie. Ha incoraggiato<br />

tutti ad andare avanti, perchè l'attenzione<br />

ai bisogni del territorio e la con<strong>di</strong>visione<br />

può essere <strong>di</strong> esempio per la<br />

Società e per la stessa Chiesa. Il prossimo<br />

appuntamento è tra un mese per<br />

approfon<strong>di</strong>re i temi ed accogliere quanti<br />

vorranno partecipare.<br />

La Parrocchia <strong>di</strong> S. A<strong>di</strong>utore presente<br />

nel sociale con Misericor<strong>di</strong>a e Caritas<br />

va che fa riferimento al magazzino <strong>di</strong><br />

Caserta e che è fruita da oltre cinquanta<br />

famiglie in <strong>di</strong>fficoltà. Tutte queste iniziative<br />

hanno il pregio <strong>di</strong> avvalersi della<br />

reciproca collaborazione dei volontari e<br />

segnano con continuità la vita della<br />

comunità parrocchiale con eventi<br />

durante tutto l'anno, senza strombazzamenti<br />

pubblicitari. Ci piace ricordare l'ospitalità<br />

data a nove bambini africani<br />

nel luglio 2008 che ha mobilitato decine<br />

<strong>di</strong> famiglie e tantissimi giovani e giovanissimi<br />

dell'Azione Cattolica e degli<br />

Scout.<br />

Don Nicola non si stanca <strong>di</strong> invitare «altri operai alla<br />

vigna del Signore», sottolineando come queste<br />

associazioni rappresentano un modo tanto <strong>di</strong> mettere<br />

in pratica il comandamento dell'amore e della<br />

carità, quanto per non fermarsi alla semplice denuncia<br />

delle carenze delle istituzioni sul versante dei<br />

servizi sociali e del degrado civile e morale.<br />

Una Chiesa presente ed operosa, dunque. Un<br />

segno tangibile della sollecitu<strong>di</strong>ne per quanti sono in<br />

<strong>di</strong>fficoltà e un approdo importante soprattutto per<br />

tanti giovani che cercano occasioni per esprimere la<br />

propria carica <strong>di</strong> generosità e <strong>di</strong>sponibilità verso il<br />

prossimo.<br />

Paolo Citarella<br />

5


6 Ottobre 2008<br />

Quando pregare<br />

è anche ascoltare<br />

P<br />

<strong>di</strong> Raffaele Di Muro<br />

regare non vuol <strong>di</strong>re soltanto chiedere<br />

qualcosa a Dio, ma anche<br />

ascoltarne la voce, la Parola. La<br />

preghiera è fatta soprattutto <strong>di</strong> ascolto e <strong>di</strong><br />

accoglienza rispetto a quanto il Signore<br />

vuol comunicare all’uomo. Sarebbe un<br />

errore pensare all’orazione solo come<br />

al nostro parlare all’Altissimo: in<br />

realtà, è Lui che vuol comunicarsi<br />

alla sua creatura, che<br />

vuol riempirla<br />

del suo amore<br />

e della sua<br />

consolazione.<br />

Questo è quanto la<br />

Bibbia esprime: Dio ha parlato al<br />

popolo d’Israele costantemente e<br />

oggi si rivela continuamente al suo<br />

popolo in Gesù e nel suo Vangelo.<br />

La nostra giornata dovrebbe essere<br />

“permeata” da una sorta <strong>di</strong> lectio<br />

continua che consiste nel ruminare,<br />

nel riassaporare un brano del<br />

Vangelo o della Bibbia (magari<br />

anche le letture proclamate durante<br />

la messa feriale o domenicale),<br />

lasciando che la Parola <strong>di</strong>mori in<br />

noi e orienti le nostre invocazioni<br />

a Dio, le nostre richieste, il nostro<br />

contatto con Lui. Pregare con la<br />

Parola nel cuore vuol <strong>di</strong>re rivolgersi<br />

al Signore in un atteggiamento <strong>di</strong><br />

ascolto. Sarebbe importante, a tal proposito,<br />

annotare su un <strong>di</strong>ario spirituale quei<br />

brani che maggiormente risuonano nel<br />

nostro cuore perché essi non possano<br />

portare frutto, perché possano restare in<br />

noi a lungo. La nostra intera giornata<br />

sarebbe segnata dalla Parola e il nostro<br />

parlare a Dio nascerebbe proprio dall’ascolto.<br />

Dall’ accoglienza della voce del<br />

Signore passeremmo all’invocazione:<br />

Abbà Padre (cfr. E. BIANCHI, La preghiera:<br />

apertura a una comunione, Monastero <strong>di</strong><br />

Bose, 9).<br />

In questo modo impareremmo a vivere<br />

sempre tesi a compiere la volontà <strong>di</strong> Dio,<br />

sempre colmi dell’amore <strong>di</strong>vino che dolcemente<br />

invaderebbe i nostri cuori, <strong>di</strong>sponibili<br />

al un continuo <strong>di</strong>alogo con Lui. Non<br />

pregheremmo più Dio, ma in Dio: è<br />

meraviglioso!<br />

Questo pregare ci renderebbe<br />

uomini e<br />

donne <strong>di</strong> comunione,comunione<br />

con Dio e con i<br />

fratelli. Saremmo<br />

capaci <strong>di</strong> esprimere quell’amore che<br />

sgorga dalla Parola <strong>di</strong> Dio.<br />

Saremmo più volentieri fiduciosi,<br />

franchi, audaci, liberi sia nei confronti<br />

del Signore che del nostro<br />

prossimo: nel nostro cuore regnerebbe<br />

la pace che promana dall’amore<br />

<strong>di</strong>vino e anche <strong>di</strong> noi si potrebbe<br />

<strong>di</strong>re, come <strong>di</strong> Francesco d’Assisi si<br />

<strong>di</strong>ceva: «…non era tanto un uomo<br />

che prega, quanto piuttosto egli<br />

stesso tutto trasformato in preghiera<br />

vivente»(Dalla Vita seconda <strong>di</strong><br />

Tommaso da Celano, 95).<br />

La preghiera <strong>di</strong>venta così contemplazione,<br />

uno stare costantemente<br />

alla presenza <strong>di</strong> Dio, un saper scorgere<br />

in tutto e sempre l’azione della sua grazia.<br />

La preghiera d’ascolto porta ad amare<br />

in modo compassionevole, ad avere in<br />

dono lo sguardo <strong>di</strong> Dio sulla realtà sulle<br />

persone, sulla storia.<br />

Lasciamoci guidare dalla preghiera d’ascolto,<br />

lasciamo che la nostra vita sia un<br />

continuo stare alla presenza <strong>di</strong> Dio, un<br />

continuo vivere in Dio.<br />

INEDITO DI GIACOMO LEOPARDI SULLA BIBBIA<br />

Durante le ricerche per la tesi <strong>di</strong> laurea, Carla<br />

Pagliarulo, nata a <strong>Benevento</strong> nel 1984, laureata in<br />

Lettere Moderne all'Università Cattolica del Sacro<br />

Cuore <strong>di</strong> Milano, sotto la guida dei professori<br />

Giuseppe Frasso e Clau<strong>di</strong>o Scarpati, ha rinvenuto<br />

nella Casa Leopar<strong>di</strong> <strong>di</strong> Recanati (MC) alcuni scritti<br />

ine<strong>di</strong>ti del grande poeta italiano dell'Ottocento.<br />

«Torbida, e fosca tra l'atre caligini, che d'ogni intorno<br />

la cingono volvesi taciturna la notte. Un cupo orrore<br />

si stende per tutto, e le più dense, e oscure tenebre<br />

regnano d'ogni parte»: così scriveva un ine<strong>di</strong>to<br />

Giacomo Leopar<strong>di</strong> (1798-1837), poco più che ragazzino,<br />

commentando il Salmo 56.<br />

La scoperta getta nuova luce sulla formazione giovanile<br />

del poeta dell' ''Infinito'', perché gli scritti sconosciuti<br />

ora tornati alla luce si soffermano su motivi<br />

FESTA PATRONALE<br />

Tocco Cau<strong>di</strong>o in festa per<br />

i santi Cosma e Damiano<br />

Sono volti al termine il 28 settembre, i festeggiamenti in onore dei Santi Martiri Cosma e<br />

Damiano, la cui devozione è molto sentita nella provincia <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong> ed in particolare<br />

nella Valle Vitulanese, nel piccolo paese <strong>di</strong> Tocco Cau<strong>di</strong>o (BN) <strong>di</strong> circa 1000 abitanti, in<br />

cui da più <strong>di</strong> due secoli, la grande devozione a queste due colonne della fede si è fatta<br />

intendere e si rinsaldata negli anni. Non sappiamo molto <strong>di</strong> questi due fratelli gemelli e<br />

me<strong>di</strong>ci; le fonti pervenuteci non sono pienamente concordanti tra loro, pur avendo molti<br />

aspetti comuni. Questi erano in grado <strong>di</strong> operare pro<strong>di</strong>giose “guarigioni” e “miracoli” e la<br />

loro azione era completamente gratuita nei confronti <strong>di</strong> tutti. Secondo la tra<strong>di</strong>zione agiografica,<br />

i due erano originari dell’Arabia, appartenenti ad una ricca famiglia. Uno dei loro<br />

più celebri miracoli, tramandati dalla tra<strong>di</strong>zione, fu quello <strong>di</strong> aver sostituito la gamba ulcerata<br />

<strong>di</strong> un loro paziente con quella <strong>di</strong> un etiope morto <strong>di</strong> recente. Durante le persecuzioni<br />

dei cristiani promosse da Diocleziano (284-305 d.C.) furono fatti arrestare dal prefetto <strong>di</strong><br />

Cilicia, Lisia. Avrebbero subito un feroce martirio, così atroce che su alcuni martirologi è<br />

scritto che essi furono martiri cinque volte. Secondo recenti stu<strong>di</strong>, il 26 settembre del 287<br />

d.C., fu il loro “<strong>di</strong>es natalis”, ovvero l’ultimo giorno della loro vita terrena ed il primo della<br />

beatitu<strong>di</strong>ne eterna. Il loro culto si <strong>di</strong>ffuse rapidamente, sia in oriente che in occidente, sin<br />

dai primi secoli del cristianesimo. Secondo la tra<strong>di</strong>zione popolare, a Tocco Cau<strong>di</strong>o, i “Santi<br />

Me<strong>di</strong>ci”, apparvero a due giovani sordomuti, figli <strong>di</strong> un conta<strong>di</strong>no del luogo, proprietario<br />

del terreno retrostante all’attuale santuario. In seguito all’apparizione, questi giovani si<br />

recarono dal padre, invitandolo a donare un po’ <strong>di</strong> terreno per la costruzione <strong>di</strong> una cappellina<br />

de<strong>di</strong>cata a quei due giovani che avevano parlato loro. Il padre <strong>di</strong>nanzi al miracolo<br />

dei figli, concesse il terreno dove tuttora sorge la cappellina de<strong>di</strong>cata ai Santi Cosma e<br />

Damiano. La festa annuale prevede un ricco ed intenso programma religioso che si articola<br />

tra il novenario (che quest’anno ha visto nei giorni dal 23/09 al 26/09, la presenza <strong>di</strong><br />

mons. Francesco Zerrillo, vescovo emerito della <strong>di</strong>ocesi Lucera-Troia) e il 27/09 giorno in<br />

cui secondo la tra<strong>di</strong>zione, la comunità ricorda i due Martiri. Due sono i momenti più intensi<br />

della giornata: al mattino, la fiaccolata che si snoda tra le vie del paese, dalla Chiesa<br />

Parrocchiale fino al Santuario dei SS. Cosma e Damiano, insieme alle statue, con una sentita<br />

partecipazione degli abitanti <strong>di</strong> Tocco, anche <strong>di</strong> quelli che abitano in Italia o all’estero,<br />

e <strong>di</strong> molti abitanti dei paesi vicini; il secondo momento della giornata vede la partecipazione<br />

alla Solenne Santa Messa, presieduta quest’anno dall’Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong> S.<br />

E. mons. Andrea Mugione. La festa in onore dei Santi Martiri termina il giorno 28/09 sia<br />

sotto il profilo religioso che civile; infatti, è un evento musicale a chiudere ogni anno i<br />

festeggiamenti, in attesa <strong>di</strong> quelli dell’anno seguente. Quest’anno è toccato alla cantante<br />

ligure Alexia. A testimonianza del forte attaccamento della Valle Vitulanese ai Santi<br />

Me<strong>di</strong>ci Cosma e Damiano, il 29 Dicembre 1991, I Domenica <strong>di</strong> Natale, S. E. mons. Carlo<br />

Minchiatti, solennemente de<strong>di</strong>cava a Dio la Chiesa-Santuario dei Santi Cosma e Damiano,<br />

proclamandoli ufficialmente Patroni <strong>di</strong> Tocco Cau<strong>di</strong>o e Protettori dell’intera Zona<br />

Vitulanese.<br />

Gabriele Pastore<br />

biblici e cristiani. Quelli ritrovati a Recanati sono<br />

composizioni risalenti all'infanzia e, più precisamente,<br />

alcune carte finora sconosciute apparentemente<br />

persino alla famiglia, raccolte in una cartella insieme<br />

alle riproduzioni fotografiche degli altri scritti puerili,<br />

già noti.<br />

Il ritrovamento è avvenuto, per così <strong>di</strong>re, sotto l'impreve<strong>di</strong>bile<br />

regia del caso e la stu<strong>di</strong>osa beneventana<br />

ha potuto consultare i documenti solo per poco<br />

tempo. Di norma non è in effetti ancora possibile<br />

prendere <strong>di</strong>retta visione dei manoscritti leopar<strong>di</strong>ani <strong>di</strong><br />

quei primi anni <strong>di</strong> attività creativa (1809-1811), eccezion<br />

fatta per qualche quaderno portato alla luce da<br />

Maria Corti negli anni Settanta, attualmente sotto<br />

vetro in una delle stanze visitabili della casa <strong>di</strong><br />

Recanati.


La spiritualità e la devozione<br />

nei <strong>di</strong>pinti conservati in città<br />

<strong>di</strong> Lilli Notari<br />

N<br />

ella tela, in basso sulla sinistra,<br />

è raffigurato San Felice da<br />

Cantalice, inginocchiato nell’atto<br />

<strong>di</strong> adorare il Bambino Gesù che gli<br />

viene portato da Sant’Antonio. Questo<br />

gesto sottolinea una continuità nella spiritualità<br />

tipica dei due santi: <strong>di</strong><br />

Sant’Antonio si narra che, mentre era in<br />

preghiera nella sua celletta fattagli<br />

costruire, in una località nei pressi <strong>di</strong><br />

Padova, dal conte Tiso tra i rami <strong>di</strong> un<br />

grande albero <strong>di</strong> noce, fosse stato visto<br />

dallo stesso conte mentre riceveva la<br />

visita <strong>di</strong> Gesù Bambino; San Felice, a<br />

sua volta, riceverà tra le braccia il Divino<br />

Bambino dalle mani della Madonna<br />

durante una delle sue numerose visioni<br />

mariane. Il Santo nel <strong>di</strong>pinto indossa il<br />

tra<strong>di</strong>zionale saio marrone francescano,<br />

ma con il cappuccio a punta che <strong>di</strong>stingue<br />

i frati cappuccini dagli altri Or<strong>di</strong>ni<br />

francescani, ed il cordone (con i tre<br />

no<strong>di</strong>) a cui è appeso un rosario a grani<br />

continui terminante, non con una medaglietta,<br />

ma con un piccolo crocifisso.<br />

Particolarissima, infatti, era la sua devozione<br />

per Cristo in croce. Asseriva che il<br />

suo stu<strong>di</strong>o era il Crocifisso e le sole lettere<br />

che conosceva erano sei: cinque<br />

rosse (le piaghe <strong>di</strong> Cristo) e una bianca<br />

(la Madonna) sostenendo che “Chi non<br />

intende questo libro (il Crocifisso), non<br />

sa cosa siano i libri; e se intende questo<br />

libro, intende tutti gli altri libri”. Fratello<br />

laico cappuccino, fu grande amico <strong>di</strong><br />

San Filippo Neri. Morto nel 1587, canonizzato<br />

nel 1712 da Clemente XI, fu il<br />

primo dei santi del recente Or<strong>di</strong>ne dei<br />

Frati Minori Cappuccini nato il 3 luglio<br />

del 1538 con la Bolla “Religionis zelus”<br />

<strong>di</strong> Clemente VII. Visse a Roma facendo<br />

tutte le mattine la questua per i confratelli<br />

ed i bisognosi e per la sua abitu<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> rispondere Grazie a Dio, si guadagnò<br />

il soprannome <strong>di</strong> Fratello Deo gratia.<br />

De<strong>di</strong>cato a San Felice da Cantalice, a<br />

<strong>Benevento</strong>, era l’antico convento dei<br />

frati Cappuccini (nella attuale zona <strong>di</strong><br />

Viale degli Atlantici), trasformato in carcere<br />

dopo la soppressione dei conventi<br />

ed oggi sede della Soprintendenza.<br />

All’estremità destra del quadro, un<br />

angioletto seduto sulle nuvole rivolge lo<br />

sguardo al Santo e tende il braccio<br />

destro verso l’osservatore, mostrando<br />

due gigli bianchi, segni <strong>di</strong> verginità e<br />

amore verso Dio. Nella parte me<strong>di</strong>ana<br />

del <strong>di</strong>pinto, a sinistra, è raffigurato San<br />

Filippo Neri con la tra<strong>di</strong>zionale pianeta e<br />

il manipolo rossi; poggia la mano destra<br />

su un libro chiuso (il testo sacro), il braccio<br />

sinistro è proteso verso il basso,<br />

mentre lo sguardo si rivolge ai due Santi<br />

francescani e al Bambino Gesù. Ai pie<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> San Filippo si trova un giovanetto che<br />

guarda intensamente verso l’alto, è<br />

vestito con una tunica verde che gli<br />

lascia scoperta una spalla. Tende verso<br />

l’alto la mano destra, mostrando un<br />

cuore fiammeggiante, color rosso vivo,<br />

simbolo dell’amore <strong>di</strong> Dio e della Carità.<br />

L’attributo del cuore ardente o fiammeggiante<br />

si riferisce a molti santi ed è presente<br />

negli stemmi <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi Or<strong>di</strong>ni e<br />

Congregazioni. Potrebbe riferirsi<br />

anche a Sant’Antonio <strong>di</strong> Padova, posto<br />

alla destra dell’immagine del giovanetto;<br />

c’è, infatti, un precedente iconografico<br />

in Benozzo Gozzoli, che associa il cuore<br />

ardente a Sant’Antonio in Santa Maria<br />

d’Ara Coeli in Roma. Più plausibilmente,<br />

tuttavia, è un attributo <strong>di</strong> San Filippo<br />

Neri, poiché lo sguardo del giovanetto<br />

(che nel <strong>di</strong>pinto originale posto nella<br />

Chiesa dell’Annunziata ha le ali <strong>di</strong> un<br />

angelo) è chiaramente <strong>di</strong>retto verso il<br />

Santo. Il cuore ardente, inoltre, è al centro<br />

dello stemma della Congregazione<br />

dell’Oratorio, fondata da San Filippo nel<br />

1575 e simboleggia il vincolo della carità<br />

che deve unire i confratelli; ricorda<br />

anche, in particolare, la “Pentecoste”<br />

del Santo. Si narra che nella notte <strong>di</strong><br />

Pentecoste del 1544, mentre era in preghiera,<br />

un globo <strong>di</strong> fuoco gli fosse penetrato<br />

nel petto, incrinandogli le costole,<br />

arcuatesi per far posto al suo cuore<br />

ingrossato, che, da quel momento, ebbe<br />

sempre <strong>di</strong>mensioni maggiori del normale.<br />

Dopo la morte del Santo, i me<strong>di</strong>ci<br />

constatarono che realmente due delle<br />

sue costole risultavano arcuate e spezzate<br />

proprio per permettere una maggiore<br />

<strong>di</strong>latazione fisica del cuore. Al centro<br />

del quadro è raffigurato un angiolet-<br />

to, adagiato sulla nuvola, con in mano<br />

dei gigli bianchi. Con la mano sinistra ne<br />

porge due a Sant’Andrea Avellino, per<br />

sottolinearne l’appartenenza ai Chierici<br />

Regolari Teatini. Infatti nello stemma<br />

dell’Or<strong>di</strong>ne, spesso, i classici simboli<br />

della quercia e dell’alloro sono sostituiti<br />

dal giglio e dalla palma. Il Santo, raffigurato<br />

inginocchiato con le mani giunte in<br />

preghiera, vestito con i paramenti sacri,<br />

morì nel 1608, a ottantasette anni, per<br />

un colpo apoplettico mentre celebrava<br />

la messa ed è perciò invocato per scon-<br />

Il medaglione al<br />

centro della volta<br />

(XVIII secolo)<br />

raffigura<br />

l'Ascensione.<br />

Secondo la struttura<br />

propria delle<br />

icone orientali,<br />

nella parte superiore<br />

è presentato<br />

il Cristo in<br />

Gloria, dal quale<br />

si irra<strong>di</strong>ano raggi<br />

<strong>di</strong> luce, con un<br />

mantello azzurro<br />

drappeggiato<br />

attorno al corpo.<br />

Il Salvatore, circondato<br />

da figure<br />

eteree rappresentanti<br />

le anime<br />

beate del Para<strong>di</strong>so, ascende verso l'alto.<br />

Due angeli oranti sono ai lati. Intorno alle<br />

nubi che Io circondano e presto Io<br />

nasconderanno alla vista degli spettatori<br />

dell'evento, volano puttini alati . Al <strong>di</strong><br />

sotto delle nubi, due angeli con tuniche<br />

bianche guardano verso gli apostoli raccolti<br />

in basso. E' un chiaro riferimento al<br />

Nuovo Testamento: negli Atti si narra<br />

che gli apostoli, dopo l'Ascensione,<br />

rimangono incapaci <strong>di</strong> staccare gli occhi<br />

dal cielo; solamente l'apparizione <strong>di</strong> due<br />

uomini (angeli) vestiti <strong>di</strong> bianco, che<br />

annunziano loro il ritorno <strong>di</strong> Gesù alla<br />

fine dei tempi, li scuote dal torpore e li<br />

Ottobre 2008<br />

giurare paralisi e morti improvvise. Fu<br />

beatificato nel 1694, e canonizzato nel<br />

1712. A <strong>Benevento</strong> esiste un altro <strong>di</strong>pinto<br />

che raffigura Sant’Andrea Avellino<br />

insieme con San Gaetano da Thiene,<br />

fondatore dell’Or<strong>di</strong>ne dei Teatini, e si<br />

trova nella prima cappella a destra della<br />

Chiesa della Madonna del Carmelo,<br />

oggi conosciuta come la Chiesa <strong>di</strong><br />

Sant’Anna.<br />

7<br />

(continua nel prossimo numero)<br />

TESTIMONI DELLA FEDE<br />

Nella chiesa<br />

del SS. Salvatore<br />

l’affresco<br />

dell’ascensione<br />

induce a ritornare<br />

a Gerusalemme.<br />

Tra gli apostoli è<br />

riconoscibile sulla<br />

sinistra san<br />

Giovanni, con<br />

tunica verde e<br />

mantello rosso.<br />

Sempre sulla<br />

sinistra, la figura<br />

femminile, con<br />

lunghi capelli e<br />

tunica sui toni<br />

dell'ocra, potrebbe<br />

essere Maria<br />

Maddalena.<br />

Particolare l'atteggiamentodell'uomo<br />

anziano in<br />

basso a destra<br />

con mantello e<br />

cappuccio. Diversamente dagli altri personaggi,<br />

ha lo sguardo fisso <strong>di</strong>nanzi a sé<br />

e la mano sinistra aperta, con il palmo<br />

affrontato, nel tipico gesto <strong>di</strong> accettazione<br />

che si trova <strong>di</strong> solito nelle raffigurazioni<br />

della Vergine Annunciata o in San<br />

Giovanni sotto la Croce. La parte centrale<br />

dell'affresco risulta illeggibile e non è,<br />

quin<strong>di</strong>, possibile capire se nel gruppo dei<br />

presenti alla scena fosse inclusa anche<br />

la Madonna, come in altri <strong>di</strong>pinti raffiguranti<br />

il medesimo soggetto. (l.n.)<br />

Le fotografie della pagina<br />

sono a cura <strong>di</strong> Raffaele Notari


8 Ottobre 2008<br />

“GUAI A ME SE NON PRE<br />

<strong>IL</strong> COMPITO DI TUTTI È<br />

PORTARE NUOVA LINFA<br />

PER L’EVANGELIZZAZIONE<br />

P<br />

apa Benedetto XVI ha proclamato<br />

l'anno 2008<br />

"Anno Paolino", in quanto<br />

ricorrono duemila anni della<br />

nascita dell'Apostolo delle Genti.<br />

Sono quin<strong>di</strong> trascorsi due millenni<br />

dalla prima evangelizzazione.<br />

E la Chiesa sente ancora e più<br />

che mai pressante la necessità <strong>di</strong><br />

continuare ad annunciare la<br />

Buona Novella sia agli operai<br />

della prima ora che ad gentes.<br />

Possiamo affermare con il<br />

Concilio Vaticano II che l'annuncio<br />

del Vangelo fa parte proprio<br />

della natura stessa della Chiesa,<br />

esso costituisce cioè la ragione <strong>di</strong><br />

essere e <strong>di</strong> esistere della Chiesa:<br />

«La Chiesa peregrinante è missionaria<br />

per sua natura, in quanto<br />

essa trae origine dalla missione<br />

del Figlio e dalla missione dello<br />

Spirito Santo, secondo il <strong>di</strong>segno<br />

<strong>di</strong> Dio Padre» (Ad gentes, n. 2;<br />

Lumen gentium, n. 2).<br />

Quin<strong>di</strong> possiamo capire perché<br />

San Paolo esclama con tutte le<br />

sue energie <strong>di</strong>cendo: «Guai a me<br />

se non pre<strong>di</strong>cassi il Vangelo!».<br />

Se consideriamo gli eventi dell'attualità<br />

del mondo, possiamo comprendere<br />

che la Chiesa ha un<br />

grave compito <strong>di</strong> rievangelizzare i<br />

popoli del Vecchio Mondo, i quali<br />

hanno ricevuto, da duemila anni,<br />

l'annuncio del Vangelo. Infatti<br />

proprio in questi paesi destinatari<br />

della prima missione apostolica,<br />

si nota l'affievolimento della fede<br />

cristiana.<br />

Questa situazione è dovuta in<br />

gran parte al fatto che, con l'affermarsi<br />

del secolarismo, scristianizzazione,<br />

materialismo e consumismo,<br />

è prevalso in molti<br />

fedeli l'in<strong>di</strong>fferentismo religioso, e<br />

quin<strong>di</strong> con esso è venuta meno<br />

anche quell'autentica testimonianza<br />

cristiana (martyrium =<br />

seme dei nuovi cristiani).<br />

Perciò la fede cristiana nella<br />

società o<strong>di</strong>erna non debba essere<br />

data per scontato, nel senso<br />

che anche in alcuni ambienti religiosi<br />

spesso essa non viene con-<br />

siderata come punto <strong>di</strong> riferimento<br />

(la stella polare) nella vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />

D'altra parte, la missione<br />

ad gentes, cioè ai popoli del<br />

nuovo mondo, i quali hanno<br />

accolto l'evangelizzazione operata<br />

dai missionari europei, questa<br />

missione conserva tutt'ora la sua<br />

importanza ed attualità. Il motivo<br />

<strong>di</strong> quest'asserzione debba cercarsi<br />

nell'ampliamento o completamento<br />

della frase missionaria<br />

dell'Apostolo delle Genti: Se è<br />

vero, come è vero, «Guai a me se<br />

non pre<strong>di</strong>cassi il Vangelo!», è<br />

altrettanto vero anche "guai a me<br />

se non porgessi la mano a mio<br />

fratello bisognoso!". L'annuncio<br />

autentico <strong>di</strong> Gesù Cristo non può<br />

rimanere sterile, con rischio <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ventare pura speculazione.<br />

Come è vero che dalla parola<br />

<strong>di</strong>vina fu creato il mondo ed in<br />

esso l'uomo; e come è vero pure<br />

che, liturgicamente, dalla Parola<br />

proclamata scaturiscono i sacramenti<br />

<strong>di</strong> salvezza, in particolare<br />

l'Eucaristia, pane <strong>di</strong> vita per la<br />

salvezza dell'uomo; così sarà<br />

vero anche che dalla missione<br />

evangelizzatrice della Chiesa<br />

dovranno e devono scaturire<br />

gesti <strong>di</strong> carità, <strong>di</strong> solidarietà e <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>visione con le persone sofferenti<br />

e meno abbienti.In conclusione<br />

possiamo <strong>di</strong>re che oggi è<br />

più che mai vero che le Chiese<br />

che hanno accolto la Buona<br />

Novella all'alba della prima evangelizzazione,<br />

hanno il dovere <strong>di</strong><br />

pre<strong>di</strong>care il Vangelo alle giovani<br />

Chiese porgendo ai meno<br />

abbienti una mano solidale e fraterna.<br />

Ugualmente anche le<br />

Chiese giovani hanno il compito<br />

<strong>di</strong> portare alle Chiese del Vecchio<br />

Continente una linfa nuova dell'evangelizzazione.<br />

Si tratta insomma<br />

<strong>di</strong> una felice con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong><br />

esperienze religiose e culturali<br />

proprie <strong>di</strong> ogni popolo che ha<br />

incontrato l'Uomo Gesù, il Dio<br />

incarnato.<br />

Costantino Mubanda Kyaliki<br />

DENTECANE<br />

Veglia <strong>di</strong> preghiera<br />

L'annuale ricorrenza della Giornata<br />

Missionaria Mon<strong>di</strong>ale,dal tema<br />

"Servi e apostoli <strong>di</strong> Cristo Gesù",<br />

che sarà celebrata il prossimo 19<br />

ottobre 2008, preceduta il giorno 18<br />

ottobre alle ore 20 con una veglia <strong>di</strong><br />

preghiera che si terrà nella parrocchia<br />

<strong>di</strong> Dentecane in Pietradefusi<br />

(AV), ci spinge a prendere rinnovata<br />

coscienza della <strong>di</strong>mensione missionaria<br />

della Chiesa e ci ricorda<br />

l'urgenza della missione "ad gentes",<br />

che "riguarda tutti i cristiani,<br />

tutte le <strong>di</strong>ocesi e le parrocchie, le<br />

istituzioni e associazioni ecclesiali".<br />

L'"anno paolino" è tempo favorevole,<br />

perché la Chiesa tutta si impegni,<br />

grazie allo Spirito, in un nuovo<br />

slancio missionario. Sappiano che<br />

il loro sforzo e le loro sofferenze<br />

non andranno persi, ma costituiscono<br />

anzi il lievito che farà germinare<br />

nel cuore d'altri apostoli l'anelito a<br />

votarsi alla nobile causa del<br />

Vangelo. In nome della Chiesa li<br />

ringraziamo e li incoraggiamo a<br />

perseverare nella loro generosità:<br />

Dio li ricompenserà abbondantemente.<br />

Nessuno può sentirsi<br />

<strong>di</strong>spensato dall'offrire la sua collaborazione<br />

allo svolgimento della<br />

missione <strong>di</strong> Cristo che continua<br />

nella Chiesa. Sono stati innumerevoli<br />

anche nel secolo XX, in cui "la<br />

Chiesa è <strong>di</strong>ventata nuovamente<br />

Chiesa <strong>di</strong> martiri" . Sì, il mistero<br />

della Croce è sempre presente<br />

nella vita cristiana. Scriveva<br />

Giovanni PaoloII nell'Enciclica<br />

Redemptoris missio: «Come sempre<br />

nella storia cristiana i "martiri",<br />

cioè i testimoni, sono numerosi e<br />

in<strong>di</strong>spensabili al cammino del<br />

Vangelo...». L'intera missione della<br />

Chiesa e, in modo speciale, la missione<br />

"ad gentes", ha bisogno <strong>di</strong><br />

apostoli <strong>di</strong>sposti a perseverare fino<br />

alla fine, fedeli alla missione ricevuta,<br />

seguendo la stessa strada percorsa<br />

da Cristo, «la strada della<br />

povertà, dell'obbe<strong>di</strong>enza, del servizio<br />

e del sacrificio <strong>di</strong> sé fino alla<br />

morte...»<br />

Centro Missionario Diocesano


Ottobre 2008<br />

DICASSI <strong>IL</strong> VANGELO!”<br />

I<br />

LA NATURA<br />

MISSIONARIA<br />

DELLA CHIESA<br />

l Concilio Vaticano II, è stato definito<br />

anche il primo concilio mis-<br />

sionario, in quanto grazie al<br />

decreto Ad Gentes , ha fatto prendere<br />

coscienza in maniera nuova della<br />

natura missionaria della Chiesa. La<br />

Chiesa è sempre stata missionaria;<br />

né può non esserlo perché essa è il<br />

compiersi, nello spazio e nel tempo,<br />

del progetto <strong>di</strong> Dio sull’uomo, cioè la<br />

salvezza eterna (Cfr1Tim 2,4).<br />

L’amore <strong>di</strong> Dio è l’origine e la causa<br />

della salvezza dell’uomo. Dio ama<br />

l’uomo fino a donare il suo Figlio<br />

Unigenito, che prende corpo nel<br />

seno <strong>di</strong> una donna, Maria, per opera<br />

dello Spirito Santo. Gesù Cristo rivela<br />

all’uomo la Buona Notizia del<br />

Regno <strong>di</strong> Dio, che è già qui e ora, che<br />

è Lui stesso, e che sarà alla fine in<br />

tutti, quando riporterà l’umanità compiuta<br />

al Padre nella forza del suo<br />

Spirito. La coscienza missionaria<br />

della Chiesa non ha però sempre<br />

conosciuto la stessa intensità. Ci<br />

sono stati momenti in cui tale tale<br />

impegno ha conosciuto un vertice<br />

altissimo (in particolare durante i<br />

primi secoli del cristianesimo), e ci<br />

sono stati momenti <strong>di</strong> notevole flessione.<br />

Questo perché si è verificata<br />

una <strong>di</strong>versificazione tra coscienza<br />

missionaria e impegno missionario.<br />

Sommo merito del Concilio Vaticano<br />

II è <strong>di</strong> aver restituito alla chiesa la<br />

coscienza della sua natura squisitamente,<br />

essenzialmente missionaria e<br />

a tutti i suoi membri la consapevolezza<br />

del proprio dovere missionario.<br />

Nel decreto Ad Gentes la natura missionaria<br />

della Chiesa trae origine da<br />

una triplice missione: la missione del<br />

Figlio da parte della Trinità; la missione<br />

dello Spirito Santo da parte del<br />

Figlio; e la missione della Chiesa da<br />

parte del Figlio e dello Spirito Santo.<br />

Il testo conciliare fonda la missionarietà<br />

della Chiesa su due ragioni: una<br />

<strong>di</strong> carattere ontologico, vale a <strong>di</strong>re<br />

appartiene alla natura della Chiesa<br />

quella <strong>di</strong> essere inviata; l’altra è <strong>di</strong><br />

or<strong>di</strong>ne storico, in quanto <strong>di</strong>pende dal<br />

preciso mandato <strong>di</strong> Cristo ai suoi<br />

<strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> andare in tutto il mondo<br />

ad annunciare il suo Vangelo a tutti i<br />

popoli. Il Concilio ha inoltre chiarito<br />

che l’attività missionaria compete a<br />

tutto il popolo <strong>di</strong> Dio. Ci sono però<br />

nella chiesa anche delle persone alle<br />

quali spetta in modo del tutto particolare<br />

il dovere <strong>di</strong> attendere all’attività<br />

missionaria: sono i vescovi e i missionari,<br />

i primi in forza della posizione<br />

gerarchica, i secon<strong>di</strong> in forza <strong>di</strong> un<br />

carisma speciale. Ogni vescovo,<br />

nella propria <strong>di</strong>ocesi, con la collaborazione<br />

sia del clero sia del laicato,<br />

deve farsi promotore <strong>di</strong> tutte quelle<br />

iniziative che giovano alla causa missionaria,<br />

a partire dalla promozione<br />

vocazionale fino all’assistenza materiale<br />

alle <strong>di</strong>ocesi in terra <strong>di</strong> missione.<br />

La missionarietà si esplica poi in tre<br />

circostanze: La missio ad gentes, la<br />

nuova evangelizzazione, la cura<br />

pastorale. La missione ad gentes è il<br />

primo ed esplicito annuncio del<br />

mistero pasquale <strong>di</strong> Cristo a coloro<br />

che ancora non lo conoscono e mira<br />

alla loro conversione. Per quanti<br />

sono nella circostanza <strong>di</strong> aver ricevuto<br />

il Vangelo ma <strong>di</strong> vivere come se<br />

mai l’avessero conosciuto si colloca<br />

l’ambito della nuova evangelizzazione.<br />

Essa significa ripensare in maniera<br />

seria a tutto il problema della fede<br />

mettendo in atto un’eccezionale<br />

opera <strong>di</strong> evangelizzazione, dove specie<br />

nei paesi <strong>di</strong> antica cristianità interi<br />

gruppi <strong>di</strong> battezzati hanno perduto<br />

il senso vivo della fede o ad<strong>di</strong>rittura<br />

non si riconoscono più come membri<br />

della Chiesa, conducendo un’esistenza<br />

lontana da Cristo e dal suo<br />

Vangelo. Quanti sono impegnati in<br />

questa opera si richiede che non solo<br />

comprendano l’uomo secolarizzato,<br />

ma anche i criteri <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio, le linee<br />

<strong>di</strong> pensiero e i modelli <strong>di</strong> vita in contrasto<br />

con la Parola <strong>di</strong> Dio e con il<br />

<strong>di</strong>segno <strong>di</strong>vino <strong>di</strong> salvezza. La cura<br />

pastorale poi si rivolge a coloro che<br />

hanno accolto Cristo riconoscendolo<br />

come unico Salvatore. Giovanni<br />

Paolo II più volte ha affermato l’importanza<br />

della catechesi in questo<br />

ambito, perché nel contesto dell’attività<br />

missionaria, alimenta la fede e<br />

una continua conversione (cfr.<br />

Catechesi tradendae). E’ necessario<br />

dunque che si operi un’ animazione<br />

missionaria come elemento car<strong>di</strong>ne<br />

della loro pastorale or<strong>di</strong>naria. Il termine<br />

animare significa dotare qualcuno<br />

<strong>di</strong> anima <strong>di</strong> vita; dare vivacità e anche<br />

vivacizzare, vivificare stimolare.<br />

Animazione missionaria significa dar<br />

9<br />

vita e motivazione missionaria all’azione<br />

pastorale della Chiesa locale<br />

per aiutarla a prendere consapevolezza<br />

della sua natura missionaria e<br />

ad esprimerla. Nella Chiesa l’animazione<br />

missionaria è la messa in atto<br />

<strong>di</strong> tutte quelle realtà che aiutano il<br />

battezzato a fargli prendere coscienza<br />

del suo <strong>di</strong>ritto-dovere <strong>di</strong> evangelizzazione.<br />

La cooperazione missionaria<br />

si allarga oggi a nuove forme,<br />

includendo non solo l’aiuto economico,<br />

ma anche la partecipazione <strong>di</strong>retta.<br />

Si assiste ad un atteggiamento<br />

<strong>di</strong>ffuso in cui sempre più giovani<br />

vanno ad offrire aiuto e una testimonianza<br />

<strong>di</strong> vita cristiana, aiutano ad un<br />

reciproco arricchimento e rinvigorimento<br />

nella fede. Un’altra esperienza<br />

missionaria sono i gemellaggi:l’assunzione<br />

da parte <strong>di</strong> alcune <strong>di</strong>ocesi,<br />

o anche <strong>di</strong> comunità parrocchiali, o <strong>di</strong><br />

gruppi e movimenti ecclesiali <strong>di</strong><br />

Chiese giovani in territori cosiddetti <strong>di</strong><br />

missione. C’è anche la <strong>di</strong>mensione<br />

spirituale della cooperazione missionaria<br />

quella che vive e si ra<strong>di</strong>ca<br />

innanzitutto nell’essere personalmente<br />

unita a Cristo. Solo se si è<br />

unita a Cristo, come i tralci alla vite, si<br />

possono produrre buoni frutti(Cfr<br />

Redemptoris Missio n.77). Da questa<br />

comunione con Cristo scaturisce<br />

quella con i fratelli e porta a cooperare<br />

perché tutti godano delle ricchezze<br />

<strong>di</strong> Cristo e del suo Vangelo <strong>di</strong> carità.<br />

Cooperare alla missione significa<br />

non solo dare ma anche ricevere. In<br />

un’omelia del Santo Padre<br />

Benedetto XVI a San Paolo Fuori le<br />

Mura il 25 aprile 2005 cosi si è<br />

espresso:«Voglia il Signore alimentare<br />

anche in me l’amore apostolico <strong>di</strong><br />

Paolo perché non mi <strong>di</strong>a pace <strong>di</strong><br />

fronte alle urgenze dell’annuncio<br />

evangelico nel mondo d’oggi». La<br />

missione è dunque un atto <strong>di</strong> amore.<br />

La beata madre Teresa <strong>di</strong> Calcutta<br />

<strong>di</strong>rà:«Tutto quello che Gesù mi chiede<br />

è <strong>di</strong> donarmi a lui con tutta la mia<br />

povertà e il mio niente». All’inizio <strong>di</strong><br />

questo secolo dobbiamo seguire il<br />

comando <strong>di</strong> Gesù: «Alzatevi e an<strong>di</strong>amo!»<br />

(Mc 14,42). Nel cielo <strong>di</strong> questo<br />

mare brilla una stella : Maria, Madre<br />

<strong>di</strong> Dio, la prima missionaria.<br />

Invochiamola con le parole del Santo<br />

Padre Benedetto XVI:«Santa Maria,<br />

Madre <strong>di</strong> Dio e Madre nostra, insegnaci<br />

a credere, sperare ed amare<br />

con te. In<strong>di</strong>caci la via verso il suo<br />

regno! Stella del mare, brilla su <strong>di</strong> noi<br />

e guidaci nel nostro cammino!».<br />

Ivan Bosco


10 Ottobre 2008<br />

La storia <strong>di</strong> Rachelina Ambrosini,<br />

conosciuta come il giglio dell’Irpinia<br />

I<br />

<strong>di</strong> Raffaele Di Muro<br />

l 28 settembre l’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Benevento</strong> ha celebrato il 50°<br />

anniversario della traslazione<br />

delle spoglie mortali della Serva<br />

<strong>di</strong> Dio Rachelina Ambrosini che<br />

dal 1948 riposano nella Chiesa<br />

parrocchiale <strong>di</strong> Venticano (AV).<br />

L’evento è stato ricordato con<br />

una serie <strong>di</strong> manifestazioni religiose,<br />

tenutesi nel centro irpino e<br />

coor<strong>di</strong>nate dal parroco don<br />

Armando Zampetti,<br />

volte a proporre la<br />

spiritualità <strong>di</strong> colei<br />

che è conosciuta<br />

anche con l’appellativo<br />

<strong>di</strong> “Giglio<br />

dell’Irpinia”.<br />

Rachelina nasce<br />

nella minuscola frazione<br />

Passo <strong>di</strong><br />

Dentecane presso<br />

Pietradefusi (AV) il 2<br />

luglio 1925. Muore<br />

giovanissima a Roma, il 10 marzo<br />

1941 in seguito ad una breve ma<br />

dolorosa malattia. Cosa può <strong>di</strong>re<br />

alla Chiesa locale e quella universale<br />

un’esperienza spirituale <strong>di</strong><br />

pochi anni <strong>di</strong> vita? Il vissuto <strong>di</strong><br />

Rachelina Ambrosini si rivela particolarmente<br />

prezioso per i giovani<br />

che, dal suo esempio, possono<br />

essere stimolati a cercare in Dio<br />

solo la ragione della loro esistenza<br />

e a vivere all’insegna della<br />

virtù. Rachelina è una bambina<br />

vivace ed estremamente buona.<br />

Già in tenera età si <strong>di</strong>stingue per<br />

Cercare<br />

la vera Pace,<br />

è questo<br />

il grande<br />

dono <strong>di</strong> Dio<br />

“<br />

”<br />

il suo attaccamento<br />

alla preghiera<br />

e per la<br />

sua generosità.<br />

Frequenta gli<br />

stu<strong>di</strong> ginnasiali<br />

a Bari al Liceo<br />

“Orazio Flacco”<br />

e <strong>di</strong>mora presso<br />

l’Istituto Santa<br />

Rosa. A scuola<br />

e in collegio<br />

brilla per la sua intelligenza e<br />

soprattutto per la<br />

pace del cuore che<br />

si sprigiona fino a<br />

contagiare le sue<br />

compagne. A proposito<br />

della quiete<br />

interiore Rachelina<br />

così si esprime: “<br />

Cerca la pace, il<br />

grande dono <strong>di</strong> Dio,<br />

l’unica gioia che non<br />

si può godere nel<br />

male, l’unica gioia<br />

perfetta che è frutto del bene”. La<br />

stessa serenità palesa ed infonde<br />

nelle coetanee quando rientra in<br />

paese per le vacanze. Riesce a<br />

trovare sempre le parole giuste<br />

per portare armonia e pace tra le<br />

sue amiche. Continua gli stu<strong>di</strong> a<br />

Roma, al Liceo del Collegio<br />

“Cabrini”, retto dalle Suore del<br />

Sacro Cuore. Proprio lì si ammala<br />

della forma gravissima <strong>di</strong><br />

meningite che la porterà alla<br />

morte. Come detto, Rachelina<br />

Ambrosini è anzitutto un modello<br />

per i giovani. La sua spiritualità è<br />

incentrata<br />

sulla preghiera<br />

e sull’affidamento<br />

alla<br />

volontà <strong>di</strong> Dio.<br />

Da piccolissima<br />

ama rivolgersi<br />

al<br />

Signore continuamente<br />

e in<br />

ogni circostanza.<br />

È<br />

molto legata anche alla devozione<br />

alla Vergine Maria. Già da piccola<br />

è favorita da fenomeni<br />

straor<strong>di</strong>nari che con il tempo ne<br />

consolidano una vera e propria<br />

vita mistica. Anche negli eventi<br />

più dolorosi sa abbandonarsi alla<br />

volontà e alla provvidenza <strong>di</strong>vina:<br />

«Cerca la pace con lo stesso<br />

ardore col quale lo stolto cerca <strong>di</strong><br />

godere. La troverai nella sottomissione<br />

alla volontà<br />

<strong>di</strong> Dio, nella coscien-<br />

za tranquilla, nell’adempimentoscrupoloso<br />

dei tuoi doveri<br />

<strong>di</strong> cristiano e <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no».<br />

Altro elemento<br />

importante della<br />

spiritualità <strong>di</strong><br />

Rachelina è la pratica<br />

della virtù. È<br />

esemplare in purezza<br />

e docilità, nella<br />

capacità <strong>di</strong> saper<br />

rispettare ed eseguire le decisioni<br />

dei genitori e <strong>di</strong> coloro che ne<br />

curano la formazione. Sa essere<br />

<strong>di</strong>staccata dalle vane attrattive<br />

del mondo, come si evince da<br />

queste sue parole: «Non chiedere<br />

sod<strong>di</strong>sfazioni materiali alla vita,<br />

ne saresti deluso poiché la vita è<br />

un dovere che dà più spine che<br />

rose, a chi vuol compierlo fedelmente».<br />

Davvero notevole è la<br />

tensione escatologica in virtù<br />

della quale vive le sofferenze fisiche<br />

e morali con grande pazienza.<br />

Ciò che per lei conta è cercare<br />

in ogni momento il Regno dei<br />

Cieli. In questa ottica si rivela<br />

preziosa la preghiera continua al<br />

Signore e la custo<strong>di</strong>a della pace<br />

del cuore. Grande è l’amore alla<br />

vita, che per lei è bella anche<br />

quando si deve sopportare qualche<br />

sacrificio. Rachelina insegna<br />

ai giovani <strong>di</strong> oggi a cercare la felicità<br />

vera, quella che solo la<br />

comunione con Dio può donare.<br />

Solo Dio può donare ai giovani<br />

quella gioia che le<br />

fatue sirene del<br />

mondo non possono<br />

cancellare, quella<br />

gioia che è foriera <strong>di</strong><br />

vita eterna. Ecco, in<br />

conclusione, le parole<br />

significative <strong>di</strong><br />

Rachelina: «Ama la<br />

vita come l’unico<br />

mezzo col quale<br />

potrai raggiungere<br />

una eterna felicità in<br />

cielo; amala come<br />

dono <strong>di</strong> Dio, stringila con affetto<br />

anche se ha la forma <strong>di</strong> una<br />

croce: quanto più sarà penosa,<br />

altrettanto ti sarà meritoria».<br />

NUOVO LOOK PER <strong>IL</strong> REPARTO DI PEDIATRIA DEL “RUMMO”<br />

Grazie alle donazioni della Fondazione BNL presieduta<br />

dal dott. Paolo Mazzotto, e della Fondazione “Rachelina<br />

Ambrosini” <strong>di</strong> cui è presidente il dott. Tommaso Ferri, le<br />

camere del Reparto <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria dell’Azienda Ospedaliera<br />

“Rummo” <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong> sono più funzionali e, possiamo<br />

ben <strong>di</strong>re, anche più gioiose. Con i fon<strong>di</strong> elargiti dalle fondazioni,<br />

infatti, si è potuto procedere all’acquisto dell’intero<br />

arredamento, dai lettini agli arma<strong>di</strong>etti fino alle poltrone-letto<br />

per i genitori che trascorrono le notti in veglia<br />

accanto ai piccoli degenti. Intanto va ricordato come in<br />

occasione del 50° anniversario della traslazione dal<br />

Cimitero <strong>di</strong> Pietradefusi alla Chiesa Ba<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> Venticano<br />

della Serva <strong>di</strong> Dio Rachelina Ambrosini, la Parrocchia <strong>di</strong><br />

Santa Maria e Sant’Alessio in Venticano (AV) e la<br />

Fondazione Ambrosini, hanno programmato una serie <strong>di</strong><br />

iniziative a ricordo del passaggio <strong>di</strong> questa angelica figura.<br />

Da segnalare l’interessante mostra fotografica allestita<br />

presso Palazzo Ambrosini a Dentecane <strong>di</strong> Pietradefusi<br />

(AV) de<strong>di</strong>cata alla vita <strong>di</strong> Rachelina ove è possibile anche<br />

visitare il museo.<br />

“ Ama la vita<br />

come l’unico<br />

mezzo per<br />

raggiungere<br />

la felicità<br />


Sono oltre mille i ragazzi pronti<br />

per la Festa Diocesana del Ciao<br />

S<br />

<strong>di</strong> Luigi Patierno<br />

i rinnova anche quest'anno<br />

l'appuntamento con la festa<br />

del Ciao <strong>di</strong>ocesana dell'ACR,<br />

che rappresenta un momento unico<br />

per gli oltre 1.000 ragazzi che vi<br />

prenderanno parte, atteso da tutti per<br />

incontrarsi e per con<strong>di</strong>videre<br />

la gioia dello<br />

stare insieme, ma è<br />

anche l'occasione per<br />

riprendere con rinnovato<br />

entusiasmo il cammino<br />

in questo nuovo<br />

anno associativo.La<br />

festa del Ciao, che si<br />

terrà domenica 26 ottobre,<br />

presso il<br />

PalaTedeschi <strong>di</strong><br />

<strong>Benevento</strong>, quest'anno<br />

è costruita sull'idea <strong>di</strong><br />

una partecipazione personale ed<br />

entusiasta <strong>di</strong> ogni singolo ragazzo, e<br />

in effetti, tutto è stato pensato per<br />

favorire il vivo desiderio dei più piccoli<br />

<strong>di</strong> essere protagonisti per un<br />

giorno. Gli stessi giochi e tutta la<br />

struttura della festa, è stata organizzata<br />

dall'equipe <strong>di</strong>ocesana dell'Acr,<br />

con l'obiettivo <strong>di</strong> coinvolgere ed<br />

attrarre, e proprio a tal fine è stato<br />

in<strong>di</strong>spensabile un primo incontro con<br />

i responsabili parrocchiali e l'apporto<br />

<strong>di</strong> idee dato dai ragazzi dell'EDR<br />

ATTIVITÀ<br />

Momento<br />

centrale<br />

la celebrazione<br />

dell’arcivescovo<br />

mons. Mugione<br />

“<br />

”<br />

Con il mese <strong>di</strong> ottobre iniziano le attività delle<br />

comunità parrocchiali e quin<strong>di</strong> anche gli<br />

incontri formativi dei gruppi <strong>di</strong> Azione<br />

Cattolica della nostra <strong>di</strong>ocesi. Sono tante le<br />

comunità che hanno scelto gli itinerari <strong>di</strong><br />

Azione Cattolica quali proposte valide per la<br />

formazione degli adolescenti e dei giovani.<br />

Alcune <strong>di</strong> esse hanno ben pensato <strong>di</strong> “utilizzarle”<br />

come itinerari <strong>di</strong> preparazione ai sacramenti.<br />

L’Azione Cattolica propone un cammino entusiasmante<br />

per coloro <strong>di</strong> qualunque età che<br />

vogliano crescere insieme alla ricerca della<br />

Gioia vera. Il cuore del cammino <strong>di</strong> Azione<br />

Cattolica è basato sull’incontro personale con<br />

il Cristo, Lui che è Via, Verità e Vita. Il tema<br />

centrale assume poi sfumature <strong>di</strong>fferenti a<br />

seconda della fascia <strong>di</strong> età cui è <strong>di</strong>retto: i<br />

Giovanissimi (da 15 a 18 anni) partiranno<br />

dalla <strong>di</strong>namica della fiducia, i Giovani (dai 18<br />

ai 30 anni) invece dalla necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>rsi con<br />

chiarezza chi è Gesù, fuori dalle tante “idee”<br />

che circolano in giro sulla fede, sulla Chiesa,<br />

(equipe <strong>di</strong>ocesana dei ragazzi); un<br />

contributo necessario, voluto per rendere<br />

questa festa sempre più a misura<br />

<strong>di</strong> ragazzo.<br />

Durante la manifestazione, i ragazzi<br />

dovranno proiettarsi nell'accattivante<br />

mondo dei centri commerciali, l'ambientazione<br />

dell'iniziativa annuale<br />

richiama alla mente<br />

una <strong>di</strong>mensione artificiale<br />

e scintillante,<br />

quell'andare dell'uomo<br />

alla continua ricerca <strong>di</strong><br />

qualcosa, in cui vige la<br />

logica del mettere tutto<br />

in vista ed esposto in<br />

vetrina. "...Mi basti tu",<br />

slogan scelto quest'anno<br />

dal centro nazionale,<br />

è quin<strong>di</strong>, l'invito a<br />

riconoscere, come<br />

Pietro, che Gesù è l'essenziale<br />

della nostra vita, la roccia su<br />

cui costruire ogni giorno i nostri progetti,<br />

seguire Gesù, significa innanzitutto<br />

accogliere la possibilità <strong>di</strong><br />

lasciar educare da Lui i nostri desideri.<br />

Questo slogan, vuole aiutare i<br />

ragazzi innanzitutto a "rintracciare"<br />

dentro se stessi questo desiderio <strong>di</strong><br />

Dio che rende inquieta la vita;<br />

E' il desiderio infatti, che ci spinge<br />

all'incontro con Gesù, è il primo<br />

motore interiore che motiva la ricerca,<br />

un desiderio che deve fondarsi<br />

più sull'essere che sull'avere e sul<br />

possedere, che costringe a guardare<br />

dentro <strong>di</strong> sé, per scorgere i tratti che<br />

Dio ha <strong>di</strong>segnato dentro ciascuno <strong>di</strong><br />

noi.<br />

Nella festa del Ciao quest'anno, sarà<br />

valorizzata anche l'unitarietà associativa,<br />

i giovani, i giovanissimi e gli<br />

adulti delle nostre parrocchie, avranno<br />

un ruolo fondamentale e compiti<br />

ben precisi all'interno <strong>di</strong> essa, ognuno<br />

darà un contributo in<strong>di</strong>spensabile<br />

per la riuscita della manifestazione e<br />

sarà valorizzato l'aspetto familiare<br />

che l'Azione Cattolica porta avanti da<br />

tempo. Momento centrale <strong>di</strong> tutta la<br />

festa sarà sicuramente la celebrazione<br />

Eucaristica, presieduta da S.E.<br />

Mons. Andrea Mugione, sempre vicino<br />

all'Azione Cattolica beneventana,<br />

che sostiene come buon Pastore,<br />

non facendo mai mancare parole <strong>di</strong><br />

speranza e <strong>di</strong> incoraggiamento nei<br />

confronti <strong>di</strong> tutti i soci. L'equipe <strong>di</strong>ocesana<br />

e tutta la presidenza vogliono<br />

ringraziare i tanti esercizi commerciali<br />

che stanno contribuendo in modo<br />

gratuito ad offrire materiale utile per<br />

la realizzazione della festa.<br />

L'appuntamento per la festa, che <strong>di</strong><br />

sicuro sarà bella ed entusiasmante, è<br />

fissato per le 8:30 del 26 ottobre e<br />

tutta l'equipe lancia l'invito a non<br />

mancare, perché solo insieme si può<br />

rendere più bella l'ACR.<br />

su Dio. Così nascono i due slogan annuali:<br />

Stavolta mi butto! per i Giovanissimi e Lasci o<br />

raddoppi per i Giovani. Ad accompagnare le<br />

riflessioni sarà, come sempre, il Vangelo dell’anno,<br />

che corrisponde a quello <strong>di</strong> Marco,<br />

che sarà me<strong>di</strong>tato e <strong>di</strong>scusso negli incontri<br />

dei gruppi parrocchiali, secondo quanto suggerito<br />

dalle guide per gli educatori. Il percorso<br />

annuale dell’Azione Cattolica Italiana, inoltre,<br />

è pienamente inserito nella proposta<br />

dell’Agorà, il cammino pastorale della Chiesa<br />

italiana per i giovani.<br />

L’equipe <strong>di</strong>ocesana del Settore Giovani, la cui<br />

guida spirituale è affidata a don Renato<br />

Trapani, è al fianco dei responsabili e degli<br />

educatori parrocchiali, per supportare il loro<br />

quoti<strong>di</strong>ano lavoro e renderne più ricco il cammino<br />

formativo con iniziative <strong>di</strong>ocesane. Il<br />

primo appuntamento è previsto il 17 ottobre<br />

ore 19:30 nella Chiesa <strong>di</strong> Sant’A<strong>di</strong>utore in<br />

Cervinara ed è rivolto a tutti i giovani della<br />

<strong>di</strong>ocesi (non solo a quelli appartenenti ai<br />

gruppi <strong>di</strong> Azione Cattolica), per la vivere insie-<br />

Ottobre 2008<br />

Il cammino in comune per la gioia vera<br />

11<br />

me la S. Messa preparata dalle parrocchie<br />

della zona Cau<strong>di</strong>na insieme con l’equipe <strong>di</strong>ocesana.<br />

Il secondo appuntamento è previsto<br />

per l’8 novembre alle ore 17:30, presso la<br />

sede <strong>di</strong>ocesana <strong>di</strong> piazza Orsini.<br />

Esso è il primo dei tre incontri in cui saranno<br />

coinvolti un rappresentante dei gruppi<br />

Giovani e Giovanissimi ed i loro educatori.<br />

L’incontro vuole essere un’occasione <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione<br />

dei cammini e delle attività svolte<br />

nelle singole comunità parrocchiali, <strong>di</strong> programmazione<br />

con<strong>di</strong>visa e <strong>di</strong> formazione per<br />

coloro che operano nel servizio educativo.<br />

Per tutti coloro che intendono ricevere le<br />

informazioni relative alle attività del settore<br />

giovani <strong>di</strong> Azione Cattolica o i parroci che<br />

intendo attivare il cammino dell’associazione<br />

possono contattare la segreteria al numero<br />

0824 21433 o telefonare <strong>di</strong>rettamente ai<br />

responsabili <strong>di</strong> settore Maria Principe 349<br />

2638761 e Daniele Mazzulla 393 1018909.<br />

L’Equipe <strong>di</strong>ocesana<br />

Settore Giovani


12 Ottobre 2008<br />

L’8 ottobre 1978 moriva don Emilio<br />

ideatore del centro “La Pace”<br />

<strong>di</strong> Francesco Zerrillo*<br />

L’<br />

8 ottobre 1978, alle ore 17.20,<br />

nei locali parrocchiali della SS.<br />

Addolorata in <strong>Benevento</strong>, moriva<br />

don Emilio Matarazzo. Gli mancavano<br />

41 giorni per compiere 50 anni. L'albero<br />

cadeva nel suo rigoglio. L'albero si abbatté<br />

scuotendo la selva umana che aveva<br />

goduto della sua vigoria. La<br />

stanza che accolse il suo ultimo<br />

respiro era gremita. Tutti<br />

pregavano in ginocchio; la<br />

nostra preghiera era un gemito.<br />

Leggevo io le preghiere<br />

suggerite dalla Chiesa, per affidarlo<br />

alla Divina misericor<strong>di</strong>a.<br />

Non facemmo obiezioni a Dio,<br />

ma con<strong>di</strong>videmmo l'angosciosa<br />

domanda <strong>di</strong> Gesù: "Perché<br />

ci hai abbandonato?" "Perché<br />

questa morte tanto improvvisa, tanto<br />

imprevista? Forse con<strong>di</strong>videmmo nell'intimo<br />

le domande che gli affezionati <strong>di</strong>scepoli<br />

mettevano a S. Martino <strong>di</strong> Tours:<br />

"Perché ci hai lasciati"? Ci legava grande<br />

amicizia a don Emilio, ma tutti, in <strong>di</strong>verso<br />

grado e con <strong>di</strong>fferente modalità gli eravamo<br />

<strong>di</strong>scepoli; in un certo senso, pur adulti<br />

come lui, ci sentivamo figli: avevamo bisogno<br />

<strong>di</strong> lui, allora più che mai. Eravamo<br />

tanto confortati dal calore della sua umanità,<br />

tanto attratti dal brillio delle sue intuizioni,<br />

tanto rassicurati dalla forza delle sue<br />

decisioni, tanto trascinati dal suo "furore<br />

operativo".Sì, "furore": facevamo fatica a<br />

N<br />

MONDO GIOVAN<strong>IL</strong>E<br />

stargli <strong>di</strong>etro. Don Emilio era geniale nel<br />

pensiero ed era irresistibile nell'azione.<br />

Era un sognatore impenitente ed era un<br />

realizzatore conseguente. Talvolta <strong>di</strong>ceva<br />

con amabile, ma anche ironico vezzo:<br />

"Abbiamo già 50 anni e cosa abbiamo<br />

realizzato? Quale segno lasceremo noi<br />

orami alla soglia della terza<br />

età?"Ridevamo molto per queste esternazioni.<br />

Era inaccettabile per noi<br />

parlare <strong>di</strong> terza età a 50 anni<br />

non terminati. Ma don Emilio,<br />

proprio a quella età, era alla<br />

vigilia del ritorno a Dio. Nessun<br />

segno esterno lasciava prevedere<br />

un epilogo tanto affrettato.<br />

Don Emilio però avvertiva il<br />

presentimento e pensava con<br />

realismo alla morte. Venerdì 6<br />

ottobre, due giorni prima della<br />

morte, a poche ore dall'ictus<br />

fatale, durante l'unico pranzo consumato<br />

insieme nei locali parrocchiali, sentenziò<br />

stranamente:"Io sono in casa l'ultimo figlio<br />

ma sarò il primo a morire".Forse il presentimento<br />

poggiava su qualche analisi da<br />

noi ignorata. Personalmente sono certo<br />

che il nostro amico si andasse preparando<br />

all'incontro con il Signore. Qualche<br />

mese prima aveva partecipato ad un<br />

corso <strong>di</strong> esercizi spirituali, durante i quali<br />

stilò un testamento tanto opportuno per le<br />

opere avviate e che permise <strong>di</strong> guardare a<br />

noi tutti nel profondo del cuore del nostro<br />

amico.Don Emilio, pur con qualche eccentricità,<br />

pur provocando qualche tensione<br />

Giovani e Camorra:<br />

formarsi o uniformarsi<br />

egli ultimi anni si sente parlare molto <strong>di</strong> scuola,<br />

<strong>di</strong> riforma, <strong>di</strong> revisione dei programmi. Si parla<br />

del ripristino <strong>di</strong> alcune materie come l’ “educa-<br />

zione civica”, al fine <strong>di</strong> educare i giovani ai <strong>di</strong>ritti umani,<br />

alla legalità, alla citta<strong>di</strong>nanza attiva e responsabile. Lo<br />

Stato corre ai ripari, cerca <strong>di</strong> dare una risposta alla cultura<br />

criminale ormai <strong>di</strong>lagante nel nostro paese e tra i tanti<br />

interventi cerca anche <strong>di</strong> limitare il fenomeno chiedendo<br />

alla comunità educante <strong>di</strong> formare le giovani generazioni<br />

in prospettiva <strong>di</strong> un futuro migliore. Intanto anche su<br />

questi argomenti la gente è <strong>di</strong>visa e con essa i giovani. Il<br />

pensiero democratico sembra aver dato troppo spazio al<br />

pluralismo etico al punto tale da giustificare qualsiasi<br />

scelta o azione e così attività che dovrebbero universalmente<br />

essere considerate un male, una piaga della società,<br />

appaiono, ormai per troppe persone, una risposta<br />

necessaria ai <strong>di</strong>sagi provocati da inadeguati interventi<br />

politici. Ascoltando cosa pensano alcuni giovani campani<br />

della camorra, verrebbe da ridere se non si trattasse <strong>di</strong><br />

con la sua esuberanza, era un sacerdote<br />

integro, obbe<strong>di</strong>ente alle norme della<br />

Chiesa.<br />

A me parlava con tenerezza della<br />

Madonna, della centralità che procurava<br />

<strong>di</strong> dare all'Eucarestia nella sua vita, dell'ansia<br />

apostolica che spingeva a interminabili<br />

<strong>di</strong>aloghi con i giovani e alla con<strong>di</strong>visione<br />

<strong>di</strong> antiche sentenze sapienziali con<br />

la gente<br />

semplice e<br />

povera. Don<br />

Emilio era<br />

innanzitutto<br />

prete. Anche<br />

nel vivere il<br />

sacerdozio<br />

sognava<br />

molto e si<br />

portava dentro<br />

la nostalgia<br />

della santità.<br />

Avvertiva<br />

insieme l'attrattiva della contemplazione e<br />

l'urgenza della testimonianza e dell'apostolato<br />

attivo. Soffriva molto per la fatica <strong>di</strong><br />

trovare un accettabile equilibrio tra la vita<br />

interiore e il dono <strong>di</strong> sé agli altri. Desidero<br />

testimoniare la sua fatica, la sua decisione<br />

e il suo desiderio <strong>di</strong> comunione con il proprio<br />

vescovo. Forse questo anelito alla<br />

comunione poteva apparire meno all'esterno.<br />

Egli, in un momento <strong>di</strong> dubbio,<br />

scrisse a mons. Calabrìa: "Eccellenza, il<br />

sacerdozio è un dono che io debbo e<br />

voglio vivere solo in sintonia con il mio<br />

una realtà veramente drammatica. La camorra e le attività<br />

ad esse collegate, per qualche ragazzo “ricco <strong>di</strong> speranze”,<br />

sono un sistema che permette <strong>di</strong> vivere, <strong>di</strong> realizzarsi,<br />

<strong>di</strong> crearsi una posizione, cosa che, a sentir loro, lo<br />

Stato non garantisce.<br />

La camorra ha sempre cercato <strong>di</strong> attirare i giovani nelle<br />

sue attività, <strong>di</strong> affascinarli con argomentazioni che purtroppo<br />

conquistano e in molti casi tentano, perché profumano<br />

<strong>di</strong> sol<strong>di</strong>. Negli ultimi tempi ad<strong>di</strong>rittura lo status del<br />

“picciotto” sta mutando: se fino a qualche anno fa le<br />

mafie reclutavano “operai” per le loro attività, oggi i<br />

<strong>di</strong>retti interessati si definiscono “giovani impren<strong>di</strong>tori” e<br />

in Campania, nelle nostre terre, gridano che la camorra<br />

non esiste. Sembra <strong>di</strong> ascoltare il presidente dell’Iran<br />

Ahma<strong>di</strong>nejad quando nega l’evidenza dell’olocausto<br />

degli ebrei.<br />

Questa posizione “negazionista” della camorra è sicuramente<br />

un caso estremo, esprime il pensiero <strong>di</strong> una minima<br />

(e ci auguriamo insignificante) parte dei giovani.<br />

vescovo". Il suo vescovo non ha mai dubitato<br />

della rettitu<strong>di</strong>ne, della sincerità, dello<br />

spirito <strong>di</strong> sacrificio <strong>di</strong> questo sacerdote.<br />

Sabato 7 ottobre 1978, l'arcivescovo<br />

tenne a lungo le mani <strong>di</strong> don Emilio.<br />

Presente l'arcivescovo <strong>di</strong>e<strong>di</strong> all'amico fraterno<br />

l'ultima assoluzione e gli amministrai<br />

il sacramento dei malati: l'arcivescovo<br />

piangeva con me. Il più grande sogno <strong>di</strong><br />

don Emilio,<br />

con<strong>di</strong>viso da<br />

più sacerdoti<br />

e da laici,<br />

rimaneva<br />

irrealizzato;<br />

sul centro "La<br />

Pace" cadeva<br />

una lunga<br />

notte. Il<br />

Signore però<br />

non ci ha<br />

abbandonati.<br />

Il genio pratico<br />

<strong>di</strong> don Vincenzo De Vizia, gli aiuti provvidenziali<br />

in vista del secondo millennio, la<br />

collaborazione <strong>di</strong> tanti umili, hanno portato<br />

splen<strong>di</strong>damente l'opera alla conclusione.<br />

Quando ponemmo il Cristo agonizzante<br />

nella grotta, avemmo la certezza che mai<br />

il Signore ci avrebbe abbandonati . Penso<br />

che don Emilio, il quale spesso si sporcava<br />

le mani in quella costruzione, non sia<br />

rimasto inoperoso in Cielo. I sogni che si<br />

fanno per il Signore si realizzano sempre .<br />

*Vescovo Emerito <strong>di</strong> Lucera - Troia<br />

Quello che invece dovrebbe preoccupare ancora <strong>di</strong> più,<br />

perché non si vede e quin<strong>di</strong> si sottintende assente, è la<br />

cultura della mafia, lo stile della camorra, il modo <strong>di</strong> fare<br />

camorrista che è ra<strong>di</strong>cato ovunque, anche in quegli<br />

ambienti che sembrano incontaminati, ma dove c’è solo<br />

un’apparente tranquillità. Le terre <strong>di</strong> mafia non sono soltanto<br />

i luoghi teatro degli eventi <strong>di</strong> cronaca nera:<br />

Palermo, Scampia, Casal <strong>di</strong> Principe, … Anche nelle<br />

zone più interne, negli ambienti <strong>di</strong> provincia, si può<br />

respirare aria mafiosa. Ovunque domina l’arroganza, la<br />

violenza, il bullismo, il teppismo, il razzismo, l’edonismo,<br />

l’interesse personale a <strong>di</strong>scapito del prossimo, la<br />

cultura dell’illegalità, l’anormalità che <strong>di</strong>venta normalità,<br />

lì c’è la cultura della camorra.<br />

Tornando alla scuola da cui siamo partiti e allargando l’orizzonte<br />

alle altre agenzie educative tra<strong>di</strong>zionali e moderne,<br />

bisogna chiedersi come agire. Come devono procedere<br />

le scuole, le comunità cristiane, le famiglie, i mezzi <strong>di</strong><br />

comunicazione sociale, per confrontarsi con il fenomeno<br />

mafioso e dare una risposta significativa alle giovani<br />

generazioni <strong>di</strong> cui sono educatori? La risposta può essere<br />

sintetizzata in un invito che ci viene da una vittima <strong>di</strong><br />

mafia, Paolo Borsellino: “Parlate della mafia. Parlatene<br />

alla ra<strong>di</strong>o, in televisione, sui giornali. Però parlatene”.<br />

Alessandro Grimal<strong>di</strong>


Anno Accademico 2008/2009<br />

Inaugurazione in seminario<br />

G<br />

iovedì 23 ottobre alle ore<br />

17.00 nell’Au<strong>di</strong>torium<br />

“Giovanni Paolo II” in viale<br />

Atlantici n.69 a <strong>Benevento</strong>, l’Istituto<br />

Superiore <strong>di</strong> Scienze Religiose<br />

“Redemptor hominis” e lo Stu<strong>di</strong>o<br />

Teologico “Madonna delle Grazie”,<br />

celebrano il momento solenne dell’inaugurazione<br />

del nuovo Anno<br />

Accademico 2008-2009. Dopo i saluti<br />

del Prefetto dello Stu<strong>di</strong>o Teologico e<br />

del Direttore dell’Istituto Superiore <strong>di</strong><br />

Scienze Religiose, interverranno S.E.<br />

Mons. Arturo Aiello, Vescovo <strong>di</strong><br />

Teano-Calvi e la Principessa<br />

Alessandra Borghese, giornalista e<br />

scrittrice. Il saluto conclusivo sarà<br />

offerto da S.E. Mons. Andrea<br />

Mugione, Arcivescovo Metropolita <strong>di</strong><br />

<strong>Benevento</strong>. Nel corso della cerimonia<br />

l’inaugurazione sarà presentato il<br />

volume “Maestri e Sentinelle. Cento<br />

profili <strong>di</strong> preti beneventani”, un’opera<br />

realizzata da Mons. Pasquale Maria<br />

Mainolfi, quale omaggio al prestigioso<br />

clero beneventano, ricorrendo il XXV<br />

anniversario della sua Or<strong>di</strong>nazione<br />

Sacerdotale. L’opera compie un viaggio<br />

lungo i percorsi della storia, della<br />

santità e della cultura sannita, come<br />

terreno fecondo ove sono nati, son<br />

cresciuti ed hanno operato i cento<br />

ecclesiastici <strong>di</strong> cui si traccia il profilo,<br />

accompagnato dalla loro fotografia,<br />

un inserto fotografico speciale per i<br />

personaggi più illustri e la prefazione<br />

del giornalista Antonio Socci. A presentare<br />

il libro <strong>di</strong> circa 350 pagine<br />

sarà Mons. Arturo Aiello, originario <strong>di</strong><br />

Vico Equense, dal 13 maggio 2006<br />

Vescovo <strong>di</strong> Teano-Calvi, 53 anni <strong>di</strong><br />

età, già alunno del Seminario<br />

Regionale Campano <strong>di</strong> Napoli, laureatosi<br />

in sociologia presso<br />

l’Università Federico II <strong>di</strong> Napoli e<br />

sacerdote dal 7 luglio 1979. Sarà inoltre<br />

presente Alessandra Borghese,<br />

figlia <strong>di</strong> Alessandro Romano<br />

Borghese e <strong>di</strong> Fabrizia dei Conti<br />

Citterio, autrice <strong>di</strong> molti libri <strong>di</strong> successo<br />

tradotti in molte lingue straniere,<br />

come: Sete <strong>di</strong> Dio, Sulle tracce <strong>di</strong><br />

Joseph Ratzinger e Lourdes. I miei<br />

giorni al servizio <strong>di</strong> Maria. Come giornalista<br />

collabora con il settimanale<br />

Panorama, il quoti<strong>di</strong>ano Il Tempo, il<br />

settimanale Gente e per un mensile<br />

del Corriere della Sera. La sera del 23<br />

ottobre in <strong>Benevento</strong> tratterà il tema:<br />

“Quando la fede cambia la vita”.<br />

SCUOLA DELLA PAROLA<br />

Ottobre 2008<br />

Nell’anno de<strong>di</strong>cato dalla Chiesa Universale alla Sacra Scrittura, l’Istituto Superiore <strong>di</strong><br />

Scienze Religiose “Redemptor hominis” <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong>, ha organizzato la Scuola della<br />

Parola. La Scuola mira in primo luogo a curare la conoscenza della Bibbia, secondo quanto<br />

invita a fare la Costituzione conciliare Dei Verbum al n. 25: “Il Santo Concilio esorta con<br />

particolare forza tutti i fedeli cristiani, soprattutto i religiosi, a imparare la sublime scienza<br />

<strong>di</strong> Gesù Cristo (Fil 3,8) con la frequente lettura delle <strong>di</strong>vine Scritture. L’ignoranza delle<br />

Scritture, infatti, è ignoranza <strong>di</strong> Cristo (S. Girolamo)”. Obiettivo principale del Corso è<br />

risvegliare l’interesse per la Parola <strong>di</strong> Dio, offrendo una introduzione, scientificamente svolta<br />

e con approccio contenutistico-esegetico, alle gran<strong>di</strong> sezioni e personaggi dell’Antico e<br />

del Nuovo Testamento, per una comprensione più profonda della<br />

insondabile ricchezza delle Scritture Il Corso è gratuito ed aperto a tutti. Si svolge con lezioni<br />

frontali e con l’ausilio <strong>di</strong> strumenti multime<strong>di</strong>ali. Aconclusione delle lezioni sarà rilasciato<br />

un attestato <strong>di</strong> partecipazione. Le lezioni si terranno con cadenza quin<strong>di</strong>cinale, a partire<br />

da lunedì 3 novembre, presso l’Au<strong>di</strong>torium “Giovanni Paolo II” del Seminario<br />

Arcivescovile (Viale Atlantici – <strong>Benevento</strong>), dalle ore 16.30 alle ore 18.30.<br />

Questo il programma delle lezioni:<br />

Lunedì 3 novembre 2008: Teologia per<br />

laici: l’importanza delle istituzioni teologiche<br />

deputate alla formazione permanente<br />

- Prof. Mons. Nunzio<br />

Galantino, Direttore del Servizio<br />

Nazionale per gli stu<strong>di</strong> superiori <strong>di</strong> teologia<br />

e <strong>di</strong> scienze religiose della C.E.I.<br />

Lunedì 17 novembre: Il progetto Bibbia<br />

Educational. Abramo - Prof. Pasquale<br />

Troìa, ideatore, autore e realizzatore del<br />

Progetto Bibbia Educational<br />

Lunedì 1 <strong>di</strong>cembre: La Bibbia: tra<strong>di</strong>zioni<br />

e storia - Prof. Giovanni Liccardo,<br />

Docente <strong>di</strong> Storia della Chiesa - I.S.S.R.<br />

<strong>di</strong> <strong>Benevento</strong><br />

Lunedì 15 <strong>di</strong>cembre: Genesi - Prof.<br />

Don Leonardo Lepore, Docente <strong>di</strong><br />

Sacra Scrittura - I.S.S.R. <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong><br />

Lunedì 12 gennaio 2009: Giacobbe -<br />

Don Donato D’Agostino, Vicario episcopale<br />

per la Pastorale <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong><br />

Lunedì 26 gennaio: Giuseppe - Prof.<br />

Francesco Mauro, Docente <strong>di</strong> Filosofia<br />

- I.S.S.R. <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong><br />

Lunedì 9 febbraio: Mosè - Prof.ssa<br />

Suor Gabriella Grossi, Docente <strong>di</strong><br />

Sacra Scrittura - Istituto Teologico<br />

Leoniano <strong>di</strong> Anagni.<br />

Lunedì 23 febbraio: Davide - Prof. Davide Nava, Docente <strong>di</strong> Pedagogia e Dottrina sociale<br />

- I.S.S.R. <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong><br />

Lunedì 9 marzo: Giobbe - Prof. Raffaele Sinno, Docente <strong>di</strong> Bioetica - I.S.S.R. <strong>di</strong><br />

<strong>Benevento</strong><br />

Lunedì 23 marzo: Gesù - Prof. Don Alessandro Pilla, Docente <strong>di</strong> Sacra Scrittura - I.S.S.R.<br />

<strong>di</strong> <strong>Benevento</strong><br />

Lunedì 6 aprile: Maria - Prof. Mons. Pasquale Maria Mainolfi, Docente <strong>di</strong> Teologia<br />

Morale - I.S.S.R. <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong><br />

Lunedì 20 aprile: Tipologia e modelli <strong>di</strong> attività me<strong>di</strong>ante Bibbia Educational - Prof.<br />

Pasquale Troìa, ideatore, autore e realizzatore del Progetto Bibbia Educational<br />

Lunedì 4 maggio: Apocalisse - Prof. Corrado Gnerre, Docente <strong>di</strong> Filosofia e Storia delle<br />

Religioni - I.S.S.R. <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong><br />

Venerdì 8 maggio: La Scrittura e l’apostolo Paolo - Prof. Mons. Antonio Pitta, Docente<br />

<strong>di</strong> Sacra Scrittura - Pontificia Università Lateranense <strong>di</strong> Roma. Consegna dei <strong>di</strong>plomi da<br />

parte <strong>di</strong> S. E. Mons. Andrea Mugione, Arcivescovo Metropolita <strong>di</strong> <strong>Benevento</strong><br />

Per informazioni è possibile contattare la segreteria dell’ISSR ai numeri 0824.312246 –<br />

347. 8734653, visitare il sito www.issrbn.it o recarsi presso la sede dell’Istituto, presso il<br />

Seminario Arcivescovile.<br />

13


14 Ottobre 2008<br />

“Si percepiva un dolce profumo,<br />

un misto <strong>di</strong> rose e <strong>di</strong> violette”<br />

<strong>di</strong> Donato Calabrese<br />

U<br />

no dei fenomeni mistici più<br />

conosciuti e ad<strong>di</strong>rittura<br />

sperimentati dai fedeli che<br />

hanno incontrato Padre Pio o hanno<br />

solo sentito parlare <strong>di</strong> lui, è il caratteristico<br />

profumo avvertito, non in<br />

continuità, ma con ondate improvvise,<br />

sia a san Giovanni Rotondo che<br />

altrove. Su invito del superiore provinciale<br />

dei cappuccini, il 16 maggio<br />

1919, il dott. Luigi Romanelli salì a<br />

San Giovanni Rotondo per esaminare<br />

le misteriose lesioni <strong>di</strong> Padre<br />

Pio. Durante queste visite, notò che<br />

dal suo corpo proveniva un certo<br />

odore che egli aveva anche gustato.<br />

Anche padre Rosario da<br />

Aliminusa, superiore della fraternità<br />

cappuccina dal settembre 1960 al<br />

gennaio 1964, descrisse, per esperienza<br />

<strong>di</strong>retta, <strong>di</strong> aver più volte percepito<br />

un profumo intenso:<br />

"Uscendo dalla mia cella, attigua a<br />

quella <strong>di</strong> Padre Pio, sentivo venire,<br />

da questa, un odore piacevole e<br />

forte, <strong>di</strong> cui non saprei precisare le<br />

caratteristiche". Si poteva percepire<br />

questo delicato profumo, un<br />

misto <strong>di</strong> violette e <strong>di</strong> rose, non solo<br />

in presenza <strong>di</strong> Padre Pio, ma anche<br />

lontano da S. Giovanni Rotondo,<br />

come avvenne a due giovani sposi<br />

polacchi residenti in Inghilterra.<br />

Stavano vivendo un periodo <strong>di</strong>fficile<br />

e dovevano prendere assolutamente<br />

una grave decisione. Venuti a<br />

sapere della fama <strong>di</strong> santità <strong>di</strong><br />

Padre Pio, gli scrissero una lettera.<br />

Visto che la risposta del frate <strong>di</strong><br />

Pietrelcina tardava a venire, i due<br />

sposini si decisero a partire per san<br />

Giovanni Rotondo. Durante il lungo<br />

viaggio si fermarono in un albergo<br />

<strong>di</strong> basso costo a Berna, interrogandosi<br />

vicendevolmente se valesse<br />

veramente la pena <strong>di</strong> proseguire<br />

per l'Italia, visto che la strada da<br />

fare era ancora lunga. Fuori stava<br />

nevicando ed i due giovani sposi<br />

erano piuttosto demoralizzati ed<br />

indecisi se continuare il viaggio.<br />

Mentre stavano conversando intirizziti<br />

dal freddo e quasi sul punto<br />

rimettersi in viaggio per tornare<br />

in<strong>di</strong>etro, avvertirono improvvisamente<br />

un piacevole odore. Sulle<br />

prime pensarono che qualche viaggiatore<br />

avesse <strong>di</strong>menticato del profumo<br />

nella camera dove ora soggiornavano.<br />

Ma le ricerche furono<br />

vane. L'effluvio svanì e nella stanza<br />

tornò il solito odore sgradevole<br />

delle mura ammuffite. I due sposini<br />

decisero, allora, <strong>di</strong> rimettersi in<br />

viaggio per raggiungere il Gargano.<br />

Arrivati al convento trovarono<br />

Padre Pio che li accolse cor<strong>di</strong>almente.<br />

Con quel poco d'italiano che<br />

riusciva a balbettare, il giovane<br />

sposo gli chiese: "Vi abbiamo scritto,<br />

Padre. Ma poiché non ci avete<br />

risposto…". "Come, non vi ho<br />

risposto? E quella sera all'albergo<br />

svizzero, non avete sentito nulla?",<br />

confermando, così, <strong>di</strong> essere stato<br />

misteriosamente presente, con loro,<br />

nella camera d'albergo. Finalmente<br />

rinfrancati dalla risposta al loro quesito,<br />

gli sposi ritornarono in<br />

Inghilterra. Ho conosciuto personalmente<br />

la signora Mariuccia<br />

Ghislieri Masone, figlia spirituale <strong>di</strong><br />

Padre Pio e poi moglie del nipote<br />

Ettore Masone. La signora che ha<br />

vissuto tanti anni a <strong>Benevento</strong> con<br />

la sua famiglia mi ha personalmente<br />

confidato: "Quante volte anche a<br />

casa mia, quando papà era malato,<br />

tutti noi sentivamo il profumo <strong>di</strong><br />

Padre Pio". Padre Pio sapeva bene<br />

che l'età dell'infanzia è quella più<br />

vicina all'innocenza originale.<br />

Essendo molto più vicini allo stato<br />

<strong>di</strong> grazia originale, i bambini perce-<br />

piscono più degli adulti il profumo<br />

del Para<strong>di</strong>so. "Che cosa è che ha<br />

un così buon odore? - chiese un<br />

bambino <strong>di</strong> tre anni a suo padre che<br />

lo aveva presentato a Padre Pio?".<br />

E una fanciulla <strong>di</strong> sei anni <strong>di</strong>sse<br />

un'altra volta: "Si <strong>di</strong>rebbe che padre<br />

Pio viva tra i fiori". Secondo il dott.<br />

Giorgio Festa, più che dalla persona<br />

<strong>di</strong> Padre Pio, sembra che il profumo<br />

emani dal sangue che stilla<br />

dalle sue piaghe. E' un profumo fine<br />

e delicato che molti hanno avuto<br />

modo <strong>di</strong> avvertire <strong>di</strong>stintamente,<br />

avvicinando il Frate <strong>di</strong> Pietrelcina.<br />

Anche i pannolini, imbevuti del sangue<br />

delle stigmate, emanavano profumo.<br />

Lo stesso dott. Festa descrisse<br />

la sua prima esperienza, avvalorata<br />

dal fatto che lui personalmente<br />

era privo <strong>di</strong> odorato: "Nella mia<br />

prima visita tolsi dal suo costato un<br />

pannolino intriso <strong>di</strong> sangue, che<br />

portai con me per una indagine<br />

microscopica. Io personalmente,<br />

per la ragione già detta, non ho<br />

avvertito in esso nessuna speciale<br />

emanazione: però un <strong>di</strong>stinto ufficiale<br />

ed altre persone che al ritorno<br />

da san Giovanni si trovavano nell'automobile<br />

presso <strong>di</strong> me, pur non<br />

sapendo che chiuso in un astuccio<br />

io recassi con me quel pannolino,<br />

nonostante la intensa ventilazione<br />

provocata dalla rapida corsa del<br />

veicolo, ne sentirono molto bene la<br />

fragranza, e mi assicurarono che<br />

rispondeva precisamente al profumo<br />

che emana dalla persona del<br />

Padre Pio".<br />

"Giunto a Roma, nei giorni successivi<br />

e per un lungo periodo <strong>di</strong><br />

tempo, lo stesso pannolino, conservato<br />

in un mobile del mio stu<strong>di</strong>o, ne<br />

profumò così bene l'ambiente, che<br />

molte tra le persone che venivano a<br />

consultarmi me ne hanno spontaneamente<br />

domandata l'origine".<br />

C'è stato qualcuno che ha interpretato<br />

<strong>di</strong>versamente l'origine del profumo<br />

<strong>di</strong> Padre Pio. Ma <strong>di</strong> questo<br />

preferisco non parlare, perché<br />

richiederebbe ben altro spazio.<br />

Padre Pio, del resto, non ha mai<br />

ostentato questi carismi dello<br />

Spirito, e a un suo figlio spirituale<br />

che si lamentava per il fatto che non<br />

poteva più sentire da tempo il suo<br />

profumo, rispose: "Sei qui, con me<br />

e non ne hai bisogno".<br />

Il profumo resta un fenomeno mistico<br />

straor<strong>di</strong>nario, uno dei tantissimi<br />

Doni che Dio gli ha concesso per<br />

aiutare, consolare e mostrare la<br />

sua vicinanza spirituale alle anime<br />

che gli sono affidate.


I VANGELI DELLA DOMENICA<br />

N<br />

I<br />

DOMENICA 12 OTTOBRE 2008<br />

el brano evangelico <strong>di</strong> oggi (Mt 22,1-4) la Chiesa viene presentata<br />

sotto l'immagine <strong>di</strong> una sala imban<strong>di</strong>ta per una festa:<br />

le nozze <strong>di</strong> Cristo con l'umanità. Dio chiama tutti gli uomini a<br />

partecipare al banchetto nuziale <strong>di</strong> suo Figlio. Il primo problema è<br />

come sentire la chiamata alla festa nel frastuono della nostra vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />

Carlo Carretto, un Piccolo Fratello <strong>di</strong><br />

Gesù, dopo importanti cariche nell'Azione<br />

Cattolica, ha deciso <strong>di</strong> recarsi nel deserto per sentire<br />

quella voce che nelle nostre città gli arrivava<br />

confusa. Il secondo problema è dato dai nostri rinvii<br />

("tanto Dio aspetta!", pensiamo) e dalle scuse<br />

sempre pronte! Il terzo problema è che, per essere<br />

a posto, non basta aderire all'invito: occorre<br />

indossare l'abito della festa. Siamo chiamati a<br />

riflettere su chi è lo "infiltrato" senza la veste<br />

nuziale, il quale non muove a compassione il<br />

Signore. L'infiltrato è colui che non è <strong>di</strong>sposto a<br />

sottostare all'unica regola, all'unica legge, quella<br />

dell'amore. Sappiamo bene che l'unica "veste"<br />

che ci libera dal peccato è l'amore: l'amore <strong>di</strong> Dio<br />

e del prossimo. E sappiamo fin troppo bene che il<br />

prossimo è quello che ci sta accanto, sul posto <strong>di</strong><br />

lavoro, nei banchi <strong>di</strong> scuola… L'infiltrato è un arrivista,<br />

colui che è <strong>di</strong>sposto a passare sopra gli altri<br />

pur <strong>di</strong> arrivare primo e per questo ha un cuore<br />

<strong>di</strong>sonesto. Il Signore ci mette in guar<strong>di</strong>a dal pretendere<br />

<strong>di</strong> entrare nel Regno dei cieli senza spendere<br />

niente <strong>di</strong> noi stessi, senza sottostare all'unica<br />

richiesta.<br />

DOMENICA 26 OTTOBRE 2008<br />

l tema del brano evangelico <strong>di</strong> oggi verte sul comandamento<br />

più importante della Torah. Tra i rabbini dell'epoca apostolica<br />

si delineavano varie correnti: quella più rigida che rifiutava<br />

ogni <strong>di</strong>fferenza tra tutti i seicentotre<strong>di</strong>ci precetti biblici: tutti erano<br />

egualmente importanti in quanto ognuno derivava il suo valore<br />

dell'obbligatorietà della Legge. Un'altra faceva sottili <strong>di</strong>stinzioni<br />

tra precetti gran<strong>di</strong>, piccoli e minimi.<br />

Un'altra ancora sosteneva che tutti<br />

erano contenuti nel comandamento<br />

dell'amore a Dio e al prossimo: non<br />

era quin<strong>di</strong> il caso <strong>di</strong> fare <strong>di</strong>stinzioni<br />

perché si equivalevano per implicazione.<br />

Gesù afferma innanzitutto<br />

che l'amore è il car<strong>di</strong>ne della vita<br />

nuova inaugurata dal Vangelo: l'amore<br />

puro, <strong>di</strong>sinteressato, generoso<br />

sta alla base <strong>di</strong> tutta la vita cristiana.<br />

In secondo luogo riba<strong>di</strong>sce che il<br />

comandamento dell'amore riguarda<br />

sia Dio che il prossimo. In terzo<br />

luogo precisa che il comandamento<br />

dell'amore al prossimo è "assomiglianza"<br />

<strong>di</strong> quello dell'amore a Dio:<br />

come l'uomo è a somiglianza del<br />

Creatore così il secondo comandamento<br />

è simile al primo, ne è il<br />

riflesso. Nell'insegnamento <strong>di</strong> Gesù<br />

amare sinceramente Dio comporta amare tutti con lo stesso<br />

amore misericor<strong>di</strong>oso e gratuito con cui Lui ama.<br />

N<br />

"A<br />

Ottobre 2008<br />

DOMENICA 19 OTTOBRE 2008<br />

el brano evangelico <strong>di</strong> questa domenica Gesù ci dà una<br />

regola d'oro: "Rendete a Cesare quello che è <strong>di</strong> Cesare e<br />

a Dio quello che è <strong>di</strong> Dio" (Mt 22,21). Per noi, figli della<br />

post-modernità, è pacifico il rapporto Chiesa-Stato, sfera religiosa<br />

e sfera politica nel segno della reciproca autonomia e della<br />

<strong>di</strong>chiarata separazione. Ma questa acquisizione non<br />

deve farci <strong>di</strong>menticare alcune cose. Innanzi tutto il fatto<br />

che il potere, ogni potere viene da Dio: "Tu non avresti<br />

alcun potere su <strong>di</strong> me, se non ti fosse stato dato dall'alto",<br />

afferma Gesù davanti a Pilato (Gv 19,11). "Non c'è<br />

autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite<br />

da Dio", riba<strong>di</strong>sce san Paolo (Rom 13,1). In<br />

secondo luogo il fatto che l'autorità è servizio: "La<br />

comunità politica e la Chiesa sono in<strong>di</strong>pendenti e autonome<br />

l'una dall'altra nel proprio campo. Ma tutte e due,<br />

anche se a titolo <strong>di</strong>verso, sono a servizio della vocazione<br />

personale sociale delle stesse persone umane",<br />

afferma il Concilio Vaticano II (GS 76). In terzo luogo i<br />

cristiani sono chiamati ad impegnarsi nel costruire qui<br />

ed ora la "città <strong>di</strong> Dio", in tutt'uno con la "città degli<br />

uomini". Non perché le due città si identificano, ma<br />

perché coesistono e convivono strettamente intrecciate<br />

l'una all'altra: "I cristiani non si <strong>di</strong>stinguono dagli altri<br />

uomini né per il paese, né per la lingua, né per il modo<br />

<strong>di</strong> vivere… Risiedono nella propria patria, ma come se<br />

fossero stranieri domiciliati; partecipano alla vita pubblica<br />

come citta<strong>di</strong>ni, ma vi si sobbarcano come se fossero<br />

stranieri; ogni terra straniera è la loro patria, ed<br />

ogni patria è terra straniera" (Lettera a Diogneto).<br />

DOMENICA 2 NOVEMBRE 2008<br />

nche la speme, ultima dea, fugge i sepolcri" (Ugo<br />

Foscolo). Davvero la speranza è quel bene che ci<br />

accompagna solo in vita ma poi ci abbandona nel<br />

momento della morte? Non è una questione accademica: ne va<br />

<strong>di</strong> mezzo il senso dell'esistenza umana, della nostra vita e del<br />

nostro rapporto con i defunti che oggi commemoriamo.<br />

La stessa natura delle cose ci aiuta a pensare<br />

che niente è lasciato ad un cieco destino <strong>di</strong> nullità,<br />

<strong>di</strong> "<strong>di</strong>spersione" e che piuttosto tutto si trasforma!<br />

Ma noi cristiano non possiamo accontentarci <strong>di</strong><br />

una speranza "naturale", <strong>di</strong> una speranza generica,<br />

collocata in una zona rarefatta del pensiero<br />

o del desiderio o del sentimento.<br />

Per noi cristiani occorre una speranza fondante<br />

e fondata, la speranza che viene e si fonda su<br />

Cristo. Dopo la sua morte non è più concessa<br />

scelta tra dolore e felicità, ma tra dolore senza<br />

senso e senza compenso e felicità raggiunta<br />

attraverso il dolore; non tra morte e vita senza<br />

morte, ma tra morte senza vita <strong>di</strong> gloria e gloria<br />

nella quale la morte <strong>di</strong>venta premessa in<strong>di</strong>spensabile<br />

<strong>di</strong> vita eterna.<br />

"Tutta la vita deve essere una riflessione sulla<br />

morte e allenamento ad affrontarla", ha sentenziato<br />

Socrate. La vita <strong>di</strong> Gesù è stata tutta tesa<br />

verso questo momento supremo, vissuto da Lui<br />

come la prova massima del Suo amore per gli uomini, e ne è uscito<br />

vincitore.<br />

15

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