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LA TRADUZIONE BREVETTUALE: ASPETTI ... - Linguistica

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Quaderni del Dipartimento di <strong>Linguistica</strong> - Università di Firenze 9 (1998/99): 1-12<br />

<strong>LA</strong> <strong>TRADUZIONE</strong> <strong>BREVETTUALE</strong>: <strong>ASPETTI</strong> LINGUISTICI E<br />

GLOTTODIDATTICI<br />

Il linguaggio brevettuale<br />

Enrico BORELLO<br />

L’idea del brevetto è legata nell’opinione corrente alla figura di un inventore.<br />

In realtà nelle economie moderne non si tratta più di un inventore isolato, ma di<br />

gruppi di ricercatori il cui lavoro è coordinato da una organizzazione che fornisce<br />

le risorse necessarie per la ricerca. L’attività di ricerca è oggi molto diffusa e produttiva,<br />

per cui le domande di brevetto si succedono a breve distanza nel tempo,<br />

spesso con minime innovazioni. Lo scopo principale del brevetto è quello di proteggere<br />

un’invenzione e ottenerne i diritti di esclusiva, impedendo alla concorrenza<br />

di riprodurla e sfruttarla, almeno per un certo periodo. Il brevetto ha tuttavia<br />

anche lo scopo di:<br />

1. scoraggiare la contraffazione da parte dei concorrenti e costringerli ad utilizzare<br />

nuove tecniche e risorse per la ricerca di altre soluzioni tecniche;<br />

2. sfruttare il brevetto come fonte di reddito, concedendolo in licenza a terzi;<br />

3. stimolare l’attività di innovazione dei concorrenti e anche all’interno dell’impresa;<br />

4. documentare e valorizzare il lavoro dell’azienda.<br />

Da un punto di vista legislativo c’è una tendenza all’armonizzazione e<br />

all’unificazione nel campo dei brevetti. A questo hanno contribuito vari fattori:<br />

1. l’istituzione del Mercato Comune Europeo;<br />

2. l’esigenza della grande industria di ridurre le spese di brevettazione;<br />

3. la necessità di un coordinamento fra i maggiori uffici di brevetti;<br />

4. la critica, soprattutto da parte dei Paesi del terzo mondo, al sistema brevettuale<br />

come arma dei Paesi più evoluti per estendere il potere tecnologico.<br />

È stato istituito un Ufficio Brevetti Europeo che esamina le domande secondo<br />

norme precise. Il brevetto è tradotto nella lingua nazionale dei singoli Stati e, una


2<br />

Enrico Borello<br />

volta convalidato, viene equiparato a un brevetto nazionale concesso nei singoli<br />

Stati 1 .<br />

La letteratura brevettuale<br />

La letteratura brevettuale è costituita dalle descrizioni e dai disegni delle domande<br />

di brevetto. Il testo dei brevetti deve essere reso noto al pubblico in genere<br />

entro 18 mesi dalla data di deposito, per informare in merito a ciò per cui si ha la<br />

protezione brevettuale. Inoltre costituisce una fonte importante di informazioni<br />

tecnico-scientifiche. La letteratura brevettuale comprende anche i documenti relativi<br />

alle procedure di esame, costituiti per la maggior parte dalle anteriorità, che<br />

forniscono gli esempi delle tecniche note. Poiché la legislazione in materia di brevetti<br />

prevede che la descrizione delle domande di brevetto sia tale da permettere la<br />

riproduzione della nuova invenzione, le informazioni tecniche della letteratura<br />

brevettuale sono complete e analitiche.<br />

La letteratura brevettuale si presenta sotto forma di informazione strutturata.<br />

L’esigenza di una legislazione uniforme a livello nazionale e internazionale ha favorito<br />

la stessa impostazione redazionale dei documenti brevettuali: 1. un titolo<br />

descrittivo dell’invenzione; 2. una descrizione particolareggiata dell’invenzione;<br />

3. una eventuale serie di disegni; 4. le rivendicazioni; 5. un riassunto che sintetizza<br />

il contenuto dell’invenzione.<br />

Il diffondersi dei brevetti in ambito internazionale fa sì che lo stesso documento<br />

brevettuale risulti disponibile in lingue diverse. Oggi per tutti i brevetti di<br />

una certa risonanza è disponibile una versione in una delle lingue più conosciute<br />

(inglese, tedesco o francese).<br />

Il brevetto quindi è un titolo di protezione di natura tecnico-legale per un’invenzione,<br />

che sancisce un diritto di esclusiva, cioè il diritto per l’inventore o la società,<br />

di realizzare e commercializzare una nuova soluzione tecnica per un certo<br />

periodo di tempo. Il brevetto descrive tecnicamente l’invenzione, oggetto dell’esclusiva.<br />

Per questo motivo il diritto di esclusiva deve essere fondato su tre requisiti:<br />

l. novità, 2. originalità o attività inventiva, 3. industrialità.<br />

I dati che formano un brevetto sono:<br />

1. i dati anagrafici: il nome dell’inventore, quello del titolare, la data di deposito,<br />

il numero della domanda, il numero e la data di pubblicazione, la<br />

classificazione ai sensi della classificazione internazionale e la possibile<br />

esistenza di documenti corrispondenti presentati in altri Paesi;<br />

1 L’Ufficio Brevetti Europeo ha sede a Monaco, c’è un Dipartimento per le ricerche all’Aja e<br />

ci sono agenzie a Berlino e a Vienna. Comprende Divisioni di esame, Divisioni di opposizioni e<br />

Commissioni di ricorso. È un grande centro di raccolta di informazioni tecnico-scientifiche. Il<br />

brevetto europeo però, una volta concesso, deve tradursi in una pluralità di brevetti che esplicano la<br />

loro efficacia a livello nazionale.


La traduzione brevettuale: aspetti linguistici e glottodidattici 3<br />

2. i dati informativi sul contenuto della domanda (in genere un abstract), di 100-<br />

200 parole;<br />

3. la dichiarazione di scienza, cioè la descrizione dell’invenzione;<br />

4. la dichiarazione di volontà cioè la rivendicazione del diritto di esclusiva.<br />

Traduzione del linguaggio brevettuale<br />

Vediamo in concreto le difficoltà che comporta la traduzione di un brevetto,<br />

attraverso l’analisi del linguaggio utilizzato. Il primo insieme di dati illustrato in<br />

un brevetto è quello dei dati anagrafici, che include:<br />

1. il nome dell’inventore, o degli inventori (inventor);<br />

2. l’identificazione del titolare del brevetto che presenta la domanda (applicant);<br />

3. la data di deposito del documento (date of filing);<br />

4. il numero della domanda di brevetto (application number);<br />

5. il numero di pubblicazione del brevetto (publication number);<br />

6. la data di pubblicazione della domanda di brevetto (date of publication of<br />

application);<br />

7. la classificazione attribuita ai sensi della classificazione internazionale dei brevetti<br />

(int. cl.);<br />

8. la priorità (priority).<br />

Nella traduzione italiana sono indicati i dati basilari per l’identificazione del<br />

brevetto tradotto. Il secondo insieme di dati presenti è quello costituito<br />

dall’abstract, che riassume il contenuto del brevetto, in 100-200 parole. Qui viene<br />

data una descrizione di natura tecnica degli elementi principali dell’invenzione e<br />

delle loro funzioni. L’ultimo paragrafo riassume con chiarezza il risultato che si<br />

può ottenere con l’invenzione (questo paragrafo viene introdotto da as a result), e<br />

quindi lo scopo principale. Già nell’abstract troviamo alcune caratteristiche fondamentali<br />

del linguaggio brevettuale: il largo uso di forme passive e la tendenza a<br />

ripetere gli stessi verbi. In particolare i verbi che si trovano nell’abstract sono presenti<br />

nel brevetto in percentuale alta.<br />

La terza parte, chiamata dichiarazione di scienza, è rappresentata dalla descrizione<br />

dell’invenzione, e si articola secondo una precisa struttura. Prima di tutto<br />

è identificato il campo dell’invenzione affinché il destinatario possa collocarla nel<br />

contesto appropriato. Viene identificato il campo dell’invenzione prima in generale<br />

e poi in particolare (the present invention generally relates to ... and more<br />

particularly to ..., la presente invenzione si riferisce in generale a ..., e più specificatamente<br />

a...). Il lessico usato è quello che tornerà frequentemente in tutto il brevetto.<br />

In secondo luogo viene descritta la nota per affrontare il problema che l’invenzione<br />

vuole risolvere. I problemi che le tecniche già note non hanno risolto<br />

sono trattati nella parte introdotta da however (tuttavia), e il loro elenco è fatto attraverso<br />

le espressioni in addition (inoltre), e furthermore (inoltre). A questo


4<br />

Enrico Borello<br />

punto viene evidenziata l’aspetto fondamentale che le tecniche note non hanno risolto<br />

e che invece questa invenzione potrà risolvere, rivendicando così un requisito<br />

importante dell’invenzione, cioè la novità. La congiunzione conclusiva<br />

therefore introduce appunto la conclusione del discorso attirando su questo punto<br />

l’attenzione del destinatario. Ed è qui che viene presentata l’invenzione come innovativa<br />

e necessaria: the present invention satisfies this need in a manner not<br />

heretofore known in the art (la presente invenzione soddisfa questa esigenza in<br />

una maniera fino ad ora sconosciuta nella tecnica).<br />

Segue, l’elenco degli scopi dell’invenzione, tutti introdotti da una espressione<br />

fissa ripetuta con variazioni minime, per ogni singolo scopo:<br />

- it is an object of the present invention to provide a (È uno scopo della presente<br />

invenzione fornire un …),<br />

- it is another object of the invention to provide a (È un altro scopo dell’invenzione<br />

fornire un …),<br />

- it is a still further object of the invention to provide a (È ancora un ulteriore<br />

scopo dell’invenzione fornire un …),<br />

- it is an even further object of the invention to provide a (È uno scopo ancora<br />

ulteriore dell’invenzione fornire un …).<br />

A questo punto troviamo la parte in cui l’invenzione è descritta in tutti gli<br />

elementi che la compongono. Il discorso assume la forma di un elenco introdotto<br />

da comprising. Da questo punto fino alla fine dell’elenco non si trova un punto,<br />

solo virgole o punti e virgole. La maggior parte dei verbi appare sotto forma di<br />

participi presenti: comprising, defining, having, being, allowing. Le restanti forme<br />

verbali sono participi passati, l’ausiliare essere in frasi relative introdotte da<br />

which, che dipendono da un participio presente. La struttura del discorso è<br />

semplice, ed è evidente la ripetizione di said accanto ai sostantivi che indicano gli<br />

elementi già descritti.<br />

Dopo la descrizione delle parti statiche dell’invenzione viene descritto, se è il<br />

caso, il suo funzionamento: il paragrafo inizia con in operation (durante il funzionamento).<br />

Viene quindi ribadito in sintesi lo scopo dell’invenzione e la sua novità<br />

rispetto a quei sistemi già noti che provocano gli inconvenienti descritti.<br />

La sezione successiva è dedicata alla descrizione dei disegni presentati insieme<br />

al brevetto. Il lessico è quello delle didascalie che descrivono le prospettive<br />

delle figure disegnate: perspective view (vista prospettica); exploded perspective<br />

view (vista prospettica esplosa); cross-sectional view (vista in sezione trasversale);<br />

a view taken along line (vista presa lungo la linea).<br />

Dopo aver illustrato i principi generali dell’invenzione si passa alla descrizione<br />

dettagliata di un esempio, che viene definito come preferred embodiment.<br />

La descrizione della realizzazione è fatta con continuo riferimento alle figure.<br />

Ecco allora che ricorrono espressioni come: with reference to fig. ... (in riferimento<br />

alla figura ...), as shown in fig. ... (come mostrato nella figura ...),<br />

illustrated in fig. … (illustrato nella figura ...), with continued reference to fig. ...


La traduzione brevettuale: aspetti linguistici e glottodidattici 5<br />

(con continuo riferimento alla figura ...). Altre espressioni tipiche per chiarire ciò<br />

a cui ci si riferisce sono: with respect to (rispetto a), relative to, in accordance<br />

with (secondo).<br />

L’ultima parte del brevetto è formata dalle rivendicazioni (claims) ed identifica<br />

quanto forma diritto di esclusiva: è evidente ancora una volta la mancanza di<br />

verbi di modo finito.<br />

Caratteristiche del linguaggio brevettuale<br />

Il linguaggio brevettuale deve rispondere ad esigenze particolari tra cui quella<br />

di coniare nuovi termini, in quanto i prodotti descritti sono nuovi. Altra esigenza è<br />

quella della chiarezza e della compiutezza nella descrizione affinché il nuovo prodotto<br />

sia inequivocabilmente inteso: da qui la necessità di adeguarsi a norme precise<br />

che limitano l’uso della punteggiatura in alcune parti testo. L’eleganza e la<br />

correttezza formale passano dunque in secondo piano rispetto alla necessità di<br />

esprimere chiaramente i concetti. Le ripetizioni per esempio vengono impiegate in<br />

larga misura per insistere sugli scopi dell’invenzione. Il lessico è povero perché lo<br />

scopo principale è la descrizione completa dell’invenzione, evitando divagazioni<br />

che potrebbero avere un effetto negativo. Nel linguaggio brevettuale troviamo dei<br />

costrutti standard, come:<br />

- almeno uno (at least one) usato quando un certo elemento può essere presente<br />

singolarmente o insieme ad altri identici;<br />

- sostanzialmente (substancially) viene impiegato con il significato di “in misura<br />

preponderante, ma non in modo assoluto”;<br />

- comprende (comprise) è l’espressione usata quando non si vuole escludere altri<br />

elementi;<br />

- è costituito da (constitute) comporta invece l’esclusione di qualsiasi altro elemento.<br />

Altre caratteristiche sono:<br />

1. La sezione del brevetto in cui viene identificato il campo dell’invenzione si<br />

apre sempre con l’espressione this invention relates to …;<br />

2. improved è l’espressione spesso usata per sottolineare la novità dell’invenzione<br />

in certe caratteristiche che apparecchiature simili già note non avevano;<br />

3. i verbi comprise e include (comprendere, includere) si trovano sempre nei brevetti<br />

e servono ad introdurre l’elenco delle parti dell’invenzione;<br />

4. all’invenzione che si presenta nel brevetto ci si riferisce quasi sempre con<br />

l’espressione the present invention o this invention;<br />

5. quando vengono descritte le tecniche già note si usa sempre il verbo know al<br />

passivo: is/are known;<br />

6. viene sempre fatto riferimento puntuale alle invenzioni precedenti nello stesso<br />

campo, e la descrizione di queste è sempre introdotta dai verbi disclose o<br />

describe (descrivere);


6<br />

Enrico Borello<br />

7. largo uso del verbo avere, soprattutto nella forma participiale having quando si<br />

vuole aggiungere una serie di particolari alla descrizione che stiamo facendo;<br />

8. la parola embodiment è sempre usata in riferimento alle realizzazioni dell’invenzione<br />

e preferred embodiment si riferisce alla realizzazione migliore;<br />

9. quando vengono descritte le figure, di solito vengono introdotte con l’espressione<br />

figure (n) is a view, e spesso si usano le espressioni sectional view,<br />

cross-section view, exploded view, a view taken along;<br />

10. si ricorre spesso all’uso della parola means che significa mezzi;<br />

11. nelle rivendicazioni si trovano le espressioni according to the claim (n), o<br />

according to any one of preceeding claims.<br />

12. quando si descrivono i vantaggi dell’invenzione si ripete according to this<br />

invention;<br />

13. largo uso di frasi finali per descrivere gli scopi dell’invenzione e le funzioni<br />

delle parti che la compongono. Queste vengono formate in due modi: a) for +<br />

ing form; b) infinito + to;<br />

14. largo uso di frasi consecutive implicite formate da thereby + ing form;<br />

15. largo uso di frasi con valore strumentale formate con by + ing form;<br />

16. le forme verbali più usate sono quelle del simple present, participi e infinito.<br />

Quando si descrivono operazioni che si sono svolte nel passato si usa il past<br />

tense. Esigua è la presenza delle forme di futuro, present perfect e dei modali;<br />

17. largo uso delle forme passive;<br />

18. estrema ripetitività delle singole parole e di intere espressioni;<br />

19. i sostantivi presenti nell’abstract sono ripetuti con estrema frequenza: questo<br />

significa che il traduttore una volta tradotto l’abstract, ha già tradotto più<br />

della metà dei sostantivi del testo.


La traduzione brevettuale: aspetti linguistici e glottodidattici 7


8<br />

Il traduttore della lingua tecnica<br />

Enrico Borello<br />

Tentare di approfondire la conoscenza di una lingua straniera attraverso la<br />

traduzione è importante ma non è sufficiente a formare il traduttore. Questi ha bisogno<br />

di una preparazione particolare che consideri la traduzione non come un<br />

mezzo per migliorare genericamente la conoscenza di una lingua ma un fine preciso<br />

da proporre allo studente che già deve avere delle nozioni di base. Inoltre anche<br />

quando lo studente abbia raggiunto la capacità di riflettere su tutti quei fatti<br />

linguistici e culturali che permettono di decodificare e codificare nuovamente in<br />

un’altra lingua certi messaggi e operare a tutti quei livelli (morfosintattico, semantico,<br />

stilistico) descritti in precedenza, si troverà in difficoltà di fronte a testi che<br />

usano una lingua specialistica.<br />

Il problema che il traduttore si trova ad affrontare in questi testi è prima di<br />

tutto quello della conoscenza del contenuto di cui si parla. La traduzione di un testo<br />

di chimica richiederà la conoscenza di alcune nozioni fondamentali di quella<br />

materia, così come la traduzione di un manuale di informatica sarà abbastanza difficile<br />

per chi non conosce questo settore. D’altra parte il campo della tecnica e<br />

quello della scienza si sono divisi in tanti settori specializzati ed è praticamente<br />

impossibile per il traduttore di professione, che in molti casi ha avuto una formazione<br />

di tipo umanistico, avere una conoscenza di tante materie specialistiche. È<br />

più facile e più veloce fornire certe conoscenze linguistiche ad un tecnico del settore<br />

che già abbia una preparazione di base in una certa lingua, e addestrarlo a tradurre<br />

sempre quel particolare tipo di testi anziché rivolgersi a chi abbia una buona<br />

conoscenza della lingua in questione ma non abbia familiarità con quei tipi di testo.<br />

Il buon traduttore non può essere identificato automaticamente con chi conosce<br />

bene una lingua. Il linguaggio brevettuale ha certe caratteristiche, come la lunghezza<br />

dei periodi senza segni di punteggiatura o l’uso continuo di forme non finite<br />

dei verbi che lo rendono del tutto diverso dalla lingua comune. Traduttori che<br />

non facciano uso della lingua in nessun altro modo perdono, con il tempo, l’abilita<br />

di parlare una lingua.<br />

Non solo dunque la traduzione è un’abilità speciale, che quindi richiede una<br />

organizzazione specifica ma occorre anche una specializzazione sul tipo di testo<br />

che si vuole affrontare. L’approccio fraseologico è molto importante nel campo<br />

scientifico dove abbiamo a che fare con i linguaggi speciali. La specializzazione<br />

da parte del traduttore non è sempre possibile e per questo motivo è importante<br />

fornire completa informazione sull’uso dei termini in un campo particolare. Su<br />

questo tipo di testi si potrebbe anche tentare l’impiego di nuove tecniche.<br />

È proprio nella traduzione del linguaggio tecnico tutto denotativo e altamente<br />

specializzato che potrebbe risultare utile l’impiego del computer, non solo perché<br />

potrebbe essere tentata una sorta di traduzione automatica per lo meno parziale,<br />

grazie proprio alle caratteristiche principali di questo linguaggio (un lessico limi-


La traduzione brevettuale: aspetti linguistici e glottodidattici 9<br />

tato e ripetitivo, una sintassi ristretta e il fatto che evita tutte le ambiguità del linguaggio)<br />

ma anche per aiutare il traduttore in altre operazioni.<br />

Dizionari, glossari, liste di parole sono strumenti indispensabili per un traduttore<br />

e consultarli richiede molto tempo. Inoltre i dizionari specializzati normalmente<br />

prodotti sono di solito già superati quando sono pubblicati. Il computer<br />

ha la capacità di memorizzare e ordinare dati, può produrre velocemente una serie<br />

di glossari e liste di parole, può fornire la terminologia e la fraseologia equivalente<br />

nella lingua target e può fornire informazioni sulla materia stessa.<br />

Attraverso il computer si potrebbero memorizzare per esempio interi testi con<br />

la relativa traduzione, collezionando velocemente i termini e agevolando il lavoro<br />

sulla terminologia. Il traduttore può essere colui che ha una grande competenza<br />

nella L2 ma possiede poca o nessuna conoscenza nel campo della materia specializzata,<br />

oppure chi è altamente competente nel suo campo e possiede solo una conoscenza<br />

passiva della lingua straniera. È raro trovare un traduttore che abbia la<br />

competenza linguistica e specialistica della materia in questione. Ecco che il compito<br />

del linguista potrebbe essere utile in due tipi di intervento:<br />

1. lo studio comparativo dei documenti permette di ricavare equivalenti reali<br />

dell’uso della lingua professionale. Da questo tipo di analisi si può procedere per<br />

costituire delle terminology banks che raccolgano equivalenze a livello della frase<br />

e definizioni dei termini. Inoltre fornire informazioni complete su un termine e sul<br />

suo uso, aiuta il traduttore a penetrare l’idiom del linguaggio specializzato, e a<br />

scoprire le correlazioni tra entità semantiche della L1 e di quella target.<br />

Le liste di sinonimi sono utili per i traduttori. I linguaggi speciali producono<br />

sinonimi perché:<br />

- diversi ricercatori sviluppano lo stesso tipo di ricerca in parallelo, descrivendo le<br />

innovazioni con termini propri;<br />

- c’è bisogno di trovare etichette differenziate per competere con prodotti dello<br />

stesso tipo;<br />

- l’uso della lingua varia all’interno della stessa lingua. Per esempio il British<br />

English è differente dall’American English così come il francese parlato in Francia<br />

è differente da quello parlato in Belgio o in altri Paesi francofoni, e lo spagnolo<br />

è differente dall’ispano americano.<br />

2. D’altra parte il linguista può preparare programmi di insegnamento della lingua<br />

straniera per il tecnico che traduce, fornendo gli elementi necessari per<br />

approfondire e chiarire la conoscenza, anche solo passiva, della lingua straniera,<br />

delle sue strutture grammaticali e sintattiche.<br />

Teorie linguistiche e preparazione dei traduttori<br />

Allo stato attuale, non vi sono pareri unanimi su come insegnare a tradurre, ed<br />

il metodo maggiormente impiegato, anche se non sempre si rivela il più efficace<br />

consiste nel procedere per approssimazioni successive con esercitazioni pratiche


10<br />

Enrico Borello<br />

durante le quali gli studenti rifanno il lavoro fino a quando non hanno appreso ad<br />

operare come previsto. Nell’insegnamento della traduzione equivale a seguire il<br />

principio di “imparare a tradurre traducendo”. Il docente presenta agli allievi un<br />

testo da tradurre, corregge gli errori, poi dà loro un altro testo e così via, sperando<br />

che la quantità produca un mutamento di qualità. Una situazione simile si verifica<br />

quando qualcuno intraprende il lavoro del traduttore senza un precedente tirocinio<br />

professionale.<br />

Il metodo di “procedere per tentativi” richiede molta fatica da parte dell’allievo,<br />

e se il discente non riesce a sviluppare per proprio conto le capacità necessarie,<br />

il docente può solo spingere l’allievo a fare altre traduzioni, nella speranza<br />

che presto o tardi riesca nel suo intento.<br />

Un sistema di preparazione dei traduttori più efficace implica da parte dell’insegnante<br />

la conoscenza della meta finale e delle vie per raggiungerla. Se la meta è<br />

preparare professionisti che siano in grado di affrontare la traduzione di testi impegnativi<br />

gli allievi devono sviluppare le appropriate capacità e gli automatismi<br />

funzionali basati sulla conoscenza specialistica.<br />

Per controllare il processo di insegnamento e garantire i risultati dovremmo<br />

specificare il tipo di conoscenza, capacità ed automatismi da includere negli studi<br />

sulla traduzione. La realizzazione di questo processo dipende in larga misura dalla<br />

concezione di quello che significa tradurre e di che cosa serva per formare un<br />

buon traduttore: di qui l’ovvio legame tra la ricerca teorica e la pratica dell’insegnamento,<br />

e infatti molti postulati della teoria della traduzione in linguistica sono<br />

applicati con successo nei corsi pratici nei corsi di avviamento alla traduzione.<br />

Un buon insegnante di traduzione non si accontenterà mai di dire all’allievo<br />

che la sua traduzione non è di buon livello e farlo riprovare, ma cercherà di spiegargli<br />

le differenze esistenti fra le parti del testo originale e le corrispondenti del<br />

testo di arrivo. Una simile dimostrazione è impossibile se insegnante e studenti<br />

non dispongono dello stesso bagaglio di strumenti d’analisi e se l’allievo non possiede<br />

una certa padronanza dei concetti e dei termini metalinguistici usati dall’insegnante<br />

per descrivere gli elementi significativi del testo.<br />

Un altro aspetto importante nel tirocinio dei traduttori è quello relativo<br />

all’individuazione dei problemi tipici all’interno dei testi scelti per le<br />

esercitazioni: è ovvio che i futuri traduttori durante il periodo di tirocinio<br />

traducano solo un numero limitato di testi, e che lo scopo non è quello di<br />

insegnare a tradurre questi testi ma assicurarsi che siano in grado di tradurre<br />

qualsiasi testo. Ciò si ottiene anche grazie all’uso della teoria linguistica, rendendo<br />

più facile la ricerca della soluzione ogni volta che l’allievo si troverà di fronte allo<br />

stesso problema in un altro testo.<br />

Tipici problemi di traduzione si possono identificare con le espressioni linguistiche<br />

che caratterizzano il segmento del testo originale o quello corrispondente<br />

del testo d’arrivo, o entrambi. Ad esempio, si è notato che le stesse situazioni sono<br />

descritte in francese molto più genericamente che non in inglese, che a sua volta è


La traduzione brevettuale: aspetti linguistici e glottodidattici 11<br />

assai più generico del russo: traducendo dal francese in inglese o dall’inglese al<br />

russo, si ricorrerà quindi ad uso più preciso dei termini.<br />

Queste considerazioni permettono di stabilire due principi relativi all’insegnamento<br />

della traduzione: tutte le decisioni e le scelte operative devono essere<br />

spiegate e comprovate. In secondo luogo, l’insegnamento deve evidenziare le tecniche<br />

peculiari di traduzione e non quelle soluzioni che sono valide solo per un<br />

singolo testo.<br />

Qualsiasi lavoro presenta delle difficoltà e queste non mancano certo nel lavoro<br />

del traduttore che tende sempre ad essere sottovalutato e spesso viene considerato<br />

e svolto come secondo lavoro. Si tratta invece di una professione qualificata<br />

e che, per essere ben fatta, deve costituire l’occupazione principale. Nel<br />

campo della traduzione tecnica, questa prevede anzitutto una solida formazione di<br />

base, che non può essere universale ma che, con la sempre maggiore specializzazione<br />

delle scienze e delle tecniche, richiede conoscenze vaste e diversificate, che<br />

devono essere sostenute con un aggiornamento continuo. Lo stesso vale per le lingue:<br />

una sola lingua straniera è utile, ma non sufficiente. Il linguaggio tecnico e<br />

scientifico tende sempre più ad essere trasversale e molte volte espressioni sono<br />

oramai una sorta di lingua franca. Quindi, la conoscenza di molte lingue aiuta non<br />

poco nell’interpretazione dei testi più impegnativi.<br />

Si può ritenere che, con un paio di anni di applicazione assidua, si possa cominciare<br />

ad operare, mai dimenticando la prudenza e l’umiltà che consigliano di<br />

scegliere un campo di attività ben definito e di appoggiarsi inizialmente a tutta la<br />

documentazione possibile prima di crearsi la propria. Non bisogna poi stupirsi di<br />

fatti che sono del tutto fisiologici: come abbiamo detto che l’interprete, a lungo<br />

andare, può incontrare più difficoltà del previsto nella lingua scritta, così il traduttore<br />

è anche più esposto a trovarsi in difficoltà nella lingua parlata. Se non si<br />

frequentano abitualmente Paesi stranieri, quando si ha occasione di andarci succede<br />

spesso che i primi giorni si abbiano vere difficoltà a intendere discorsi che,<br />

scritti, non presenterebbero problemi. È una prova di più di quanto si debbano fare<br />

convergere le nostre capacità per far bene il nostro lavoro ed un timido richiamo ai<br />

nostri limiti.<br />

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Abstract<br />

Patent’s goal is to protect and invention and to obtain the exclusive rights, not allowing the<br />

competitors to reproduce and/or exploit it for a given time. The patents have its rule of linguistic<br />

construction, shown in this article. The present article shows also the way to form patents translators.

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