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Alcune considerazioni sperimentali su Area e Perimetro nella scuola ...

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO<br />

FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE<br />

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA<br />

___________________________________________________________________<br />

INDIRIZZO SCUOLA PRIMARIA<br />

<strong>Alcune</strong> <strong>considerazioni</strong> <strong>sperimentali</strong> <strong>su</strong> <strong>Area</strong> e<br />

<strong>Perimetro</strong> <strong>nella</strong> <strong>scuola</strong> primaria<br />

Tesi di Laurea: Relatore:<br />

Pecoraro Antonino Ch. mo Professore<br />

Matricola 0435874 Filippo Spagnolo<br />

Anno Accademico 2008/2009


Indice<br />

Introduzione ....................................................................................................................... 3<br />

CAPITOLO I ..................................................................................................................... 6<br />

Notizie storiche ......................................................................................................................... 6<br />

CAPITOLO II .................................................................................................................. 12<br />

Rappresentazioni Epistemologiche dei concetti di area e perimetro negli ultimi 50 anni ...... 12<br />

2.1 Analisi dei testi di <strong>scuola</strong> primaria ..................................................................... 12<br />

2.2 Analisi dei testi di <strong>scuola</strong> secondaria di I grado ................................................. 20<br />

2.3 Analisi dei testi di <strong>scuola</strong> secondaria di II grado ............................................... 29<br />

CAPITOLO III ................................................................................................................ 34<br />

Presentazione del lavoro sperimentale .................................................................................... 34<br />

3.1 La <strong>scuola</strong> ............................................................................................................ 34<br />

3.2 Articolazione del lavoro sperimentale .............................................................. 35<br />

3.3 Scopi dei gruppi di schede proposte ................................................................... 42<br />

3.4 Scopi del I gruppo di schede .............................................................................. 43<br />

3.5 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del primo gruppo di schede<br />

proposte (I tipologia) ................................................................................................ 47<br />

3.6 Osservazioni finali ............................................................................................. 50<br />

3.7 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del primo gruppo di schede<br />

proposte (II tipologia) .............................................................................................. 58<br />

3.8 Osservazioni finali ............................................................................................. 61<br />

3.9 Scopi del II gruppo di schede ............................................................................. 65<br />

3.10 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del secondo gruppo di<br />

schede proposte (I tipologia) .................................................................................... 69<br />

3.11 Osservazioni finali ........................................................................................... 72<br />

3.12 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del secondo gruppo di<br />

schede proposte (II tipologia) ................................................................................... 79<br />

3.13 Osservazioni finali ........................................................................................... 82<br />

3.14 Scopi del III gruppo ......................................................................................... 85<br />

3.15 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del terzo gruppo di schede<br />

proposte .................................................................................................................... 89<br />

3.16 Osservazioni finali ........................................................................................... 91<br />

3.17 Scopi del IV gruppo di schede ......................................................................... 93<br />

1


3.18 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del quarto gruppo di schede<br />

proposte .................................................................................................................... 97<br />

3.19 Osservazioni finali ......................................................................................... 100<br />

3.20 Scopi del V gruppo di schede ......................................................................... 101<br />

3.21 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del quinto gruppo di schede<br />

proposte .................................................................................................................. 105<br />

3.22 Osservazioni finali ......................................................................................... 107<br />

Conclusioni e problemi aperti ....................................................................................... 108<br />

Allegati .......................................................................................................................... 110<br />

Bibliografia .................................................................................................................... 129<br />

Sitografia ....................................................................................................................... 130<br />

2


Introduzione<br />

La presente tesi è frutto di un lavoro di ricerca e sperimentazione incentrato <strong>su</strong>i<br />

concetti di area e perimetro.<br />

I motivi che mi hanno portato alla scelta di un argomento di geometria e, in<br />

generale, di matematica nascono dal fatto che l'educazione matematica contribuisce a<br />

una formazione culturale della persona, in modo da consentirle di partecipare alla<br />

vita sociale con consapevolezza e capacità critica. In particolare, la matematica dà<br />

strumenti per la descrizione scientifica del mondo e per affrontare problemi utili<br />

<strong>nella</strong> vita quotidiana, inoltre contribuisce a sviluppare la capacità di comunicare e<br />

discutere, di argomentare in modo corretto, di comprendere i punti di vista e le<br />

argomentazioni degli altri. La conoscenza dei linguaggi scientifici, e tra essi in primo<br />

luogo di quello matematico, si rivela sempre più essenziale per l'acquisizione di una<br />

corretta capacità di giudizio. Per questo la matematica concorre, insieme con le<br />

scienze <strong>sperimentali</strong>, alla formazione di una dimensione culturale scientifica.<br />

Come è ben noto però la matematica, tra le discipline scolastiche, è quella che<br />

produce tra gli studenti di ogni ordine di <strong>scuola</strong> il maggior numero di difficoltà<br />

nell’acquisire con chiarezza i concetti propri della disciplina.<br />

La mia ricerca sperimentale ha avuto inizio dalle seguenti domande di ricerca:<br />

• I concetti di area e perimetro sono tra loro indipendenti negli alunni di<br />

<strong>scuola</strong> primaria?<br />

• La conoscenza delle formule incide <strong>su</strong>lla conoscenza di area e<br />

perimetro?<br />

Per rispondere a queste domande, ho organizzato, sperimentato e analizzato un<br />

lavoro didattico, volto ad approfondire i concetti di perimetro e area, mettendo in<br />

luce le differenze tra i due, corredando ogni spiegazione con esempi di natura pratica<br />

e situazioni problematiche tratte dalla vita reale, accattivanti e stuzzicanti.<br />

Prima di verificare quanto detto, mi sono documentato <strong>su</strong> come vengono<br />

affrontati questi concetti nei libri di testo di <strong>scuola</strong> primaria e secondaria di I e II<br />

grado, in modo da constatare l’evoluzione dei medesimi nei diversi ordini di <strong>scuola</strong>,<br />

mettendo a confronto testi di periodi differenti per stabilire se, nel tempo, il modo di<br />

introdurli, esaminarli e illustrarli abbia <strong>su</strong>bito un mutamento.<br />

3


Questa indagine svolta mi ha offerto ottimi spunti di riflessione per<br />

l’impostazione del mio lavoro sperimentale. Dal confronto tra i testi di <strong>scuola</strong><br />

primaria presi in esame, con<strong>su</strong>ltando alcuni libri consigliati dal mio relatore,<br />

professore F. Spagnolo, che mi ha seguito per tutto il lavoro, e da ricerche effettuate<br />

<strong>su</strong> siti internet, ho maturato l’idea che sia di grande importanza, quando si affronta<br />

anche un argomento apparentemente semplice come quello relativo ai concetti di<br />

perimetro e area, partire da problemi di natura pratica per poi pervenire in maniera<br />

quasi naturale alla definizione dei due concetti. A tal proposito ricordo, infatti, che i<br />

concetti di area e perimetro affondano le proprie radici nell’esigenza di popoli<br />

antichissimi di stabilire rudimentali regole che fornissero la mi<strong>su</strong>ra dell’estensione<br />

delle loro terre e, dunque, partendo da un problema di natura pratica è quasi come<br />

offrire ai bambini l’opportunità di poter giungere all’acquisizione dei due concetti<br />

seguendo l’iter storico che ha portato alla loro affermazione.<br />

Il lavoro di tesi è stato <strong>su</strong>ddiviso nel modo seguente:<br />

• Nel I capitolo ho analizzato lo sviluppo storico che sta alla base della nascita<br />

della geometria, in generale, e dei concetti di area e perimetro, in particolare,<br />

che, come ho già accennato sopra, si sono affermati a partire dall’esigenza di<br />

antichi popoli di stabilire regole per la mi<strong>su</strong>ra dei campi.<br />

• Nel II capitolo ho riportato le <strong>considerazioni</strong> tratte dalla comparazione dei<br />

libri di testo dei diversi ordini di <strong>scuola</strong> negli ultimi 50 anni.<br />

• Nel III capitolo ho illustrato il lavoro sperimentale svolto in classe. In esso ho<br />

riportato le schede adoperate sia per una prima verifica dei concetti, durante il<br />

pre-test, sia a conclusione del mio lavoro. Il tutto è corredato da grafici<br />

illustrativi che mettono in luce gli esisti del mio operato, ponendo a confronto<br />

l’idea maturata dai bambini in merito ai due concetti prima e dopo il mio<br />

intervento. Le schede utilizzate sono state <strong>su</strong>ddivise per gruppi, e all’interno<br />

del capitolo ho evidenziato anche gli scopi che mi sono proposto per i singoli<br />

gruppi di schede. Per ciascuno di questi gruppi ho effettuato l’analisi a-<br />

priori. Essa, mediante l’individuazione di strategie e comportamenti attesi<br />

dagli alunni, chiarisce e motiva le scelte metodologiche degli insegnanti e,<br />

pertanto costituisce uno degli strumenti più efficaci per la costruzione di<br />

percorsi di insegnamento/apprendimento significativi, rispetto ai contenuti<br />

4


scelti, alle competenze da attivare, alle attività da realizzare e alle verifiche da<br />

effettuare. In questo capitolo ho inserito anche un simpatico problema di<br />

natura pratica, che mi è stato molto utile per far acquisire ai bambini il<br />

concetto di area nel caso di figure dal contorno poligonale ma non regolare.<br />

5


CAPITOLO I<br />

Notizie storiche<br />

La ricerca in didattica della matematica ci ha insegnato che quando si deve<br />

affrontare la didattica di un certo argomento, è necessario in modo preliminare<br />

prendere confidenza con la <strong>su</strong>a storia.<br />

Certo, dietro questo <strong>su</strong>ggerimento, ci sono motivazioni culturali: dominare un<br />

argomento <strong>nella</strong> <strong>su</strong>a evoluzione storica ci permette di conoscerlo meglio, più a<br />

fondo, dunque in modo critico, più consapevole.<br />

Una storia di area e perimetro si perde nell’antichità più remota, poiché problemi<br />

<strong>su</strong>lla mi<strong>su</strong>ra di contorni di figure (appezzamenti di terreno, piante di palazzi ecc. o<br />

anche semplici figure) e delle loro aree appaiono sia <strong>su</strong> tavole <strong>su</strong>mere, fin dal 3000<br />

a.C., sia <strong>su</strong> papiri egizi fin dal 2000 a.C.<br />

Per esempio, vi sono tavolette <strong>su</strong>mere nelle quali si chiede di determinare l’area<br />

di un quadrato data la mi<strong>su</strong>ra della <strong>su</strong>a diagonale; oppure quella di un esagono<br />

regolare dato il lato. Così come, vi sono papiri egizi, anche del 1800 a.C. e perfino<br />

precedenti, nei quali sono proposti problemi analoghi frequentemente legati ad<br />

appezzamenti di terreno. Per esempio, nel Papiro di Ahmes vi sono alcuni problemi<br />

geometrici. Il problema 51 mostra che l’area di un triangolo isoscele veniva trovata<br />

prendendo la metà di quella che noi chiameremmo la base e moltiplicandola per<br />

l’altezza. Ahmes giustificava il proprio metodo di trovare l’area osservando che il<br />

triangolo isoscele poteva venire concepito come formato da due triangoli rettangoli ,<br />

uno dei quali poteva venire spostato in modo che insieme i due triangoli formassero<br />

un rettangolo.<br />

Regole per la determinazione di perimetri e di aree di date figure sono rintracciabili<br />

<strong>su</strong> molti di questi straordinari documenti.<br />

La parola geometria deriva dal greco “gheometrìa”, mi<strong>su</strong>ra della terra (gheo =<br />

terra, metron = mi<strong>su</strong>ra).<br />

6


Il senso etimologico della parola geometria è da ricercarsi nell’esigenza di<br />

popoli antichissimi di stabilire rudimentali regole che fornissero la mi<strong>su</strong>ra<br />

dell’estensione delle loro terre.<br />

Tale termine fu usato per la prima volta da Erodoto, il padre della storia, che<br />

riteneva che la geometria fosse nata presso gli antichi Egiziani, vari millenni a. C.,<br />

per la necessità che questi avevano di ripristinare confini di proprietà, che ogni anno<br />

venivano cancellati dalle inondazioni del Nilo.<br />

Si racconta che la fertile regione solcata dal Nilo fosse divisa in tanti<br />

appezzamenti assegnati all’uno o all’atro contadino; questi campi avevano circa la<br />

stessa area ed era una gara fra i vari contadini il far rendere di più il proprio terreno.<br />

Un campo era separato dall’altro da solchi, ma le piene del Nilo distruggevano con le<br />

acque i limiti fra campo e campo, si doveva così ogni volta, dopo il ritiro delle acque,<br />

procedere ad una nuova divisione in parti equivalenti, cioè in parti di uguale area. Il<br />

problema non era semplice poichè per dividere un terreno in tante parti equivalenti<br />

occorreva conoscere delle regole per il calcolo delle aree delle varie figure.<br />

Gli antichi Egizi cercarono queste regole, ecco perché si dice che l’Egitto è la<br />

culla della geometria<br />

D’altro canto è assodato che ancor prima altri popoli, come per es. gli Assiro-<br />

Babilonesi, ebbero spiccate cognizioni di geometria, oltre che di aritmetica.<br />

Gli Assiro-Babilonesi abitavano in Mesopotamia, la vasta pianura che ha per<br />

confini naturali i due fiumi Tigri ed Eufrate, che attualmente si può identificare con<br />

l’Iraq. Centro della loro vita politica e culturale era l’antichissima Babilonia. Essi,<br />

profondi cultori di Astronomia, erano abbastanza progrediti nelle cognizioni<br />

geometriche. Infatti, parallele, quadrati, triangoli, angoli retti s’incontrano fra le<br />

materie della civiltà babilonese; inoltre è certo che quei popoli della Mesopotamia<br />

erano in grado di calcolare con precisione aree di quadrati, di rettangoli, di triangoli<br />

rettangoli e persino di trapezi, mentre per determinare l’area del cerchio si servivano<br />

del valore π = 3. Presso gli Egiziani però si riscontravano più vaste e più profonde<br />

cognizioni matematiche, in gran parte raccolte nel famoso Papiro Rhind (2000 a. C.<br />

circa) di contenuto aritmetico-geometrico. Ma, tanto presso gli Assiro-Babilonesi,<br />

quanto presso gli Egiziani le conoscenze matematiche servivano a scopi<br />

principalmente pratici, che riguardavano sostanzialmente la divisione di terreni.<br />

7


Spetta ai Greci, a partire da Talete di Mileto e Pitagora di Samo, fondatore della<br />

famosa <strong>scuola</strong> pitagorica a Crotone (540 a. C. circa), che forse fu allievo di Talete, il<br />

merito di aver elevato la matematica a dignità di scienza.<br />

Tra i matematici greci precedenti ad Archimede (287-212 a.C.) che più contribuirono<br />

a dimostrare formule per il calcolo di aree e volumi (per i perimetri, le formule sono<br />

solitamente banale frutto dell’intuizione oltre a Talete di Mileto (624?-548? a.C.),<br />

Pitagora di Samo (580?-500? a.C.), si distinsero anche Democrito di Abdera (nato<br />

attorno al 460 a.C.), Euclide di Alessandria (IV-III sec. a.C.), Erone di Alessandria<br />

(III-II sec. a.C.).<br />

A Democrito di solito si da il merito, per esempio, di aver trovato la formula per<br />

il calcolo del volume della piramide; in verità, indicazioni di dividere per tre il<br />

prodotto di “area di base” per altezza relativa circolavano già <strong>su</strong>i papiri egizi.<br />

A questo periodo di grande splendore della matematica greca, seguì un periodo<br />

di minor impegno nello studio della geometria, dovuto a varie causa sociali; lo studio<br />

della geometria riprese vigore intenso solo durante il XV sec., in pieno rinascimento.<br />

Nel medioevo i bisogni culturali in geometria erano soddisfatti da testi scritti in<br />

volgare molto in voga che andavano sotto il nome di Geometria pratica ad uso di<br />

geometri, manovali, funzionari dello stato, capomastri, perfino architetti.<br />

Ma non sempre le opere erano pregevoli o corrette.<br />

Per esempio, <strong>nella</strong> Pratica di geometria e tutte mi<strong>su</strong>re di terre di Tommaso della<br />

Gazzaia, è stata trovata la seguente indicazione data ai notai e ai contadini per<br />

mi<strong>su</strong>rare l’area di campi a forma di parallelogramma: “ […] multiplicare l ampiezza<br />

contra la lunghezza cioe 37 via 89 fanno 3293 e tante channe quadre e tutto quello<br />

terreno cioe 3293 e chosi di qualunque mi<strong>su</strong>ra noi avessimo detto sempre moltiplica<br />

l ampiezza contra la lunghezza ed avrai lo quadro di qualunque quantitade o mi<strong>su</strong>ra<br />

si fosse detto”; indicazione alquanto maldestra che ci dice qual era, a volte, la<br />

“competenza” popolare dell’epoca.<br />

Ritornando al Rinascimento, sebbene le conoscenze matematiche <strong>su</strong> tali temi<br />

potessero sembrare ampiamente conquistate, di fatto non erano diffuse neppure tra le<br />

persone colte. Un esempio molto significativo lo troviamo nell’opera di Galileo<br />

Galilei Discorsi intorno a due nuove scienze attenenti alle meccanica e i movimenti<br />

locali, che pubblicò nel 1638 e che tanta polemica produsse negli anni seguenti.<br />

8


Nella prima giornata si trova enunciata la seguente affermazione di Sagredo, uno<br />

dei tre “interlocutori” protagonisti del dialogo:<br />

[…] ignorando che può essere un recinto eguale a un altro, e la piazza contenuta da<br />

questo assai maggiore della piazza di quello: il che accade non solamente tra le<br />

<strong>su</strong>perfici irregolari, ma [anche] tra le regolari, delle quali quelle di più lati son<br />

sempre più capaci di quelle di manco lati, sì che in ultimo il cerchio, come poligono<br />

di lati infiniti, è capacissimo sopra tutti gli altri poligoni di ugual circuito; di che mi<br />

ricordo averne con gusto particolare veduta la dimostrazione studiando la sfera del<br />

Sacrobosco con un dottissimo commentario sopra. (Qui, galileo si riferisce all’opera<br />

La Sfera di Jhon di Holywood, cosmografo inglese del XIII sec., noto con lo<br />

pseudonimo di Sacrobosco; si tratta di un testo di astronomia popolare, un<br />

antesignano di divulgazione scientifica di grande pregio. Il sacro bosco fu anche<br />

traduttore di ottimo livello di opere matematiche antiche).<br />

Galileo ci offre due riflessioni <strong>su</strong>l tema a noi caro:<br />

• Nella seconda afferma che tra tutte le figure piane di ugual mi<strong>su</strong>ra di<br />

contorno, il cerchio è quella di area massima;<br />

• Nella prima afferma che non vi sono relazioni necessarie tra area e perimetro;<br />

possiami forzare un po’ la mano a Galilei e proporre un che afferma in modo più esplicito la <strong>su</strong>a frase, in maniera<br />

problematica: “Un paese ha due piazze A e B; il perimetro della piazza A è<br />

maggiore del perimetro della piazza B; quale delle due piazze ha area<br />

maggiore?”.<br />

Ovviamente una risposta non c’è, ma molti rispondono “A”, per una falsa<br />

relazione che ritengono necessaria: maggior perimetro maggior area.<br />

Galileo sembra essere sarcastico nei confronti di coloro, colti e ignoranti,<br />

scienziati e artisti, che tendono a rispondere “A”. La reazione di Galileo è<br />

significativa ma i ri<strong>su</strong>ltati della ricerca, mostrano che non molto è cambiato dopo<br />

quasi 5 secoli.<br />

9


Detto qualcosa <strong>su</strong>lla storia, esistono famose leggende che hanno a che fare con<br />

le relazioni tra perimetro e area, come quella di Didone e della fondazione di<br />

Cartagine, in cui si nota un’opposizione tra l’idea di area e quella di perimetro.<br />

La mitica Cartagine, nell’attuale golfo di Tunisi, fiera oppositrice dello<br />

strapotere romano, fu abitata da grandi esploratori, commercianti, più volte distrutta<br />

dai Romani, dai Vandali, dagli Arabi …<br />

Come, quando, da chi fu fondata Cartagine? Narra la leggenda (ci sono sempre<br />

leggende alla base di fondazioni mitiche di città storicamente decisive) che ciò<br />

accadde nell’814 a.C. da una colonia di Fenici di Tito, con a capo la bella Didone.<br />

Narra dunque la leggenda, in una delle <strong>su</strong>e molteplici forme, che Didone, figlia<br />

del re di Tito, moglie di Sicheo, bella e intelligente, aveva accumulato una grande<br />

ricchezza che faceva gola al cognato Pigmalione; questi tramò, uccise Sicheo (e forse<br />

il re, padre di entrambi) e s’impossessò delle ricchezze. Didone riuscì a fuggire con<br />

una nave carica di gioielli, insieme ad alcuni fidati amici.<br />

Giunse <strong>su</strong>lle sponde settentrionali dell’Africa e chiese ospitalità al re di<br />

Numidia, il famoso Iarba. Questi, commosso dal triste racconto della naufraga e<br />

sconvolto dalla <strong>su</strong>a bellezza, decise di regalarle un appezzamento di terreno, per<br />

fondarvi un villaggio. La principessa chiese: “Iarba, non voglio approfittare della tua<br />

generosa ospitalità, solo ti chiedo tanta terra quanta ne può cingere una pelle di bue”.<br />

Commosso da una richiesta tanto contenuta, Iarba acconsentì senza indugi …<br />

Ma Didone era evidentemente versata nelle cose matematiche perché … che<br />

cosa vuol dire cingere?<br />

Nella versione immaginata da Iarba, cingere significa prendere una pelle di bue,<br />

ricoprire la terra e considerare quella <strong>su</strong>perficie come proprietà di Didone.<br />

Didone, invece, aveva in mente tutt’altra interpretazione geometrica. Fece tagliare la<br />

pelle in strisce sottilissime, a mò di corda; e fece cingere un grande appezzamento di<br />

terra usando la corda per individuarne per individuarne il contorno.<br />

10


Nella prima interpretazione, domina l’idea di area, <strong>nella</strong> seconda quella di<br />

perimetro.<br />

Orbene, racconta la storia che il povero Iarba, per non fare la figura dell’ingenuo,<br />

accettò di buon grado di concedere l’inatteso munifico regalo. Ma, ora, come Didone<br />

doveva far cingere il terreno in modo tale da poter fondare oltre che un villaggio, una<br />

grande, poderosa città?<br />

La cosa più conveniente per Didone era quella di disporre questa corda di pelle<br />

di bue a forma di circonferenza per ottenere il massimo della terra possibile (infatti<br />

tra le figure geometriche di uguale perimetro quella che ha maggiore area è il<br />

cerchio).<br />

Così, per l’appunto fece Didone. Anzi, siccome la stupenda matematica principessa<br />

fenicia era davvero intelligente, prese in realtà un semicerchio che aveva come<br />

diametro la riva. Così ricavò anche un potente porto che, sappiamo, diede lustro alla<br />

storia del Mediterraneo e … tante gatte da pelare a Roma.<br />

11


CAPITOLO II<br />

Rappresentazioni Epistemologiche dei concetti di area e perimetro<br />

negli ultimi 50 anni<br />

In questa sezione, mi sono preoccupato di trascrivere le <strong>considerazioni</strong> che ho<br />

tratto svolgendo un’indagine <strong>su</strong>i libri di testo scolastici della <strong>scuola</strong> primaria,<br />

secondaria di I° e II° grado, recenti e del passato, allo scopo di vedere come vengono<br />

introdotti, esaminati e illustrati i concetti di area e perimetro.<br />

2.1 Analisi dei testi di <strong>scuola</strong> primaria<br />

Analizzando alcuni testi di <strong>scuola</strong> primaria, ci si può rendere conto della<br />

notevole importanza che riveste il ruolo del linguaggio iconico, in questa fase di<br />

sviluppo del pensiero del bambino.<br />

I concetti di area e perimetro vengono, infatti, corredati da una grande quantità<br />

di immagini colorate.<br />

Va detto, comunque, che questo aspetto ri<strong>su</strong>lta ancora più evidente nei libri di<br />

recente edizione.<br />

Sfogliando il testo INCONTRI edizione Cetem, del 1968, si può notare una<br />

modesta presenza di figure illustrative che accompagnano i concetti, espressi per lo<br />

più in forma discorsiva.<br />

In questo caso, le immagini sono schematiche e ridotte all’essenziale, limitandosi<br />

a rappresentare, quasi esclusivamente, figure geometriche e costituendo quasi un<br />

accessorio del messaggio, che viene trasmesso prevalentemente per iscritto. Questa<br />

semplicità tipografica, scarna di colori e di immagini, se da una parte può attirare<br />

poco l’attenzione di un bambino, dall’altra permette di focalizzare <strong>su</strong>bito<br />

l’argomento, presentato in modo immediato, dopo la definizione dei poligoni, nel<br />

seguente modo:<br />

• La somma della mi<strong>su</strong>ra dei lati di un poligono si dice perimetro.<br />

• La mi<strong>su</strong>ra della <strong>su</strong>perficie di un poligono si dice area.<br />

12


A queste definizioni seguono svariati esercizi proposti per la mi<strong>su</strong>ra del<br />

perimetro delle diverse figure geometriche.<br />

Per quanto riguarda, invece, il calcolo dell’area, prima di passare agli esercizi,<br />

viene aperta una parentesi <strong>su</strong>lla unità di mi<strong>su</strong>ra per le <strong>su</strong>perfici, facendo notare che<br />

mi<strong>su</strong>rare una <strong>su</strong>perficie vuol dire calcolare quante volte una unità di mi<strong>su</strong>ra per le<br />

<strong>su</strong>perfici è contenuta in quella <strong>su</strong>perficie. Vengono poi definiti il centimetro<br />

quadrato come un quadrato di lato 1 cm, il decimetro quadrato come un quadrato di<br />

lato 1 decimetro e il metro quadrato come un quadrato di lato 1 metro, pervenendo<br />

alla definizione del metro quadrato (m 2 ) come unità principale di mi<strong>su</strong>ra delle<br />

<strong>su</strong>perficie e specificando che il decimetro quadrato e il centimetro quadrato sono<br />

sottomultipli del metro quadrato e che i multipli sono il decametro quadrato,<br />

l’ettometro quadrato e il kilometro quadrato.<br />

A questo punto, vengono proposti una serie di esercizi e problemi <strong>su</strong>l calcolo<br />

dell’area, <strong>su</strong>ddivisi, anche in questo caso, per categoria di figure.<br />

Il secondo testo che ho preso in esame è una ristampa del 1983 del libro LA<br />

NUOVA MATEMATICA di A. Uberti Gotti- M. L. Uberti Cervini, edito da<br />

Signorelli Milano, nel 1972.<br />

Questo testo ri<strong>su</strong>lta ancora meno colorato del precedente, utilizzando soltanto il<br />

nero e il rosso per le illustrazioni, che, anche in questo caso, sono essenzialmente di<br />

natura geometrica.<br />

Il perimetro viene introdotto dopo avere definito ampiamente i poligoni nel<br />

seguente modo: trovare il perimetro significa trovare la lunghezza totale dei lati di<br />

un poligono.<br />

A seguire, vengono proposti alcuni esercizi <strong>su</strong>lla mi<strong>su</strong>ra del perimetro di diverse<br />

figure geometriche illustrate, richiedendo dapprima al bambino di mi<strong>su</strong>rare<br />

direttamente col righello i lati dei poligoni. Quando viene affrontato il problema della<br />

mi<strong>su</strong>ra del perimetro dei poligoni regolari si fa constatare al bambino, prendendo in<br />

considerazione ad esempio un quadrato di lato 4 cm, che se voglio mi<strong>su</strong>rarne il<br />

perimetro, posso fare cm 4 + cm 4 + cm 4 + cm 4 = cm 16, ma per fare più in fretta è<br />

preferibile fare cm (4 * 4) = cm 16. Sulla scia di questo esempio vengono proposti<br />

alcuni esercizi per poi passare a esercizi di natura inversa, nei quali si richiede,<br />

13


invece, di trovare il lato di alcuni poligoni regolari, conoscendo il perimetro, cosa<br />

che non ho riscontrato nel testo precedente.<br />

L’argomento si conclude assegnando ai bambini il compito di mi<strong>su</strong>rare il<br />

perimetro della propria aula.<br />

Prima di passare a trattare l’area gli autori si soffermano <strong>su</strong>l concetto di <strong>su</strong>perfici<br />

equivalenti con esercizi del tipo:<br />

• Costruisci tutte le figure possibili che contengono 4 quadrati come questo<br />

• Esempio<br />

Dopo avere invitato il bambino a continuare, vengono poste le seguenti domande:<br />

• Le figure che hai disegnato occupano la stessa <strong>su</strong>perficie?<br />

• Hanno la stessa forma?<br />

In questo modo il bambino viene avviato a una prima riflessione <strong>su</strong>l concetto di<br />

<strong>su</strong>perficie e <strong>su</strong>l fatto che due <strong>su</strong>perfici sono equivalenti non quando hanno la stessa<br />

forma, bensì quando hanno la stessa estensione. Dopo avere proposto ancora alcuni<br />

esercizi <strong>su</strong>ll’equivalenza dei poligoni viene data la definizione di area come mi<strong>su</strong>ra<br />

di una <strong>su</strong>perficie, dicendo che trovare l’area di una <strong>su</strong>perficie significa sapere<br />

quante volte un’unità di mi<strong>su</strong>ra da me scelta è contenuta in quella <strong>su</strong>perficie.<br />

Successivamente viene fatto notare che per mi<strong>su</strong>rare l’area di una figura<br />

possiamo contare i quadrati unità, mediante il seguente esempio:<br />

• Se prendo come unità di mi<strong>su</strong>ra questo quadrato<br />

figura è di 6 quadrati unità:<br />

l’area di questa<br />

14


Dopo aver proposto due esercizi di questo tipo, vengono introdotte le mi<strong>su</strong>re di<br />

<strong>su</strong>perficie e, dunque il metro quadrato con i <strong>su</strong>oi multipli e sottomultipli. La loro<br />

definizione è data essenzialmente come nel testo già analizzato; in questo caso,<br />

inoltre, per alcune unità di mi<strong>su</strong>ra vengono proposti degli esempi per far acquisire<br />

consapevolezza circa gli ordini di grandezza cui riferirle.<br />

Per esempio nel caso del km 2 viene specificato che si usa per mi<strong>su</strong>rare la<br />

<strong>su</strong>perficie di una regione, di uno Stato, nel caso dell’ hm 2 che si usa per mi<strong>su</strong>rare la<br />

<strong>su</strong>perficie dei terreni, dei boschi, dei prati, aggiungendo che si scrive anche ha<br />

(ettaro) quando si mi<strong>su</strong>rano <strong>su</strong>perfici di terreno. Continuando, gli autori procedono<br />

analogamente per il dam 2 e il m 2 , mentre per i sottomultipli viene invitato il bambino<br />

a riflettere e continuare da solo. Successivamente vengono proposte delle attività<br />

<strong>su</strong>lle mi<strong>su</strong>re approssimate per stimolare il bambino a formarsi un’idea concreta circa<br />

l’ordine di grandezza delle unità di mi<strong>su</strong>ra, in particolare il bambino viene posto<br />

davanti a un elenco di oggetti delle più svariate forme e dimensione e gli si chiede<br />

per ciascuno di essi se mi<strong>su</strong>ra più, meno o circa un metro. Gli esercizi che seguono<br />

continuano <strong>su</strong> questo filone, scendendo più nel particolare e chiedendo, ad esempio,<br />

quanti cm 2 ci sono in un dm 2 e così via. Queste attività vengono illustrate da<br />

immagini, che aiutano il bambino a realizzare l’idea di quanto mi<strong>su</strong>ri concretamente,<br />

ad esempio, un cm 2 e a capire il rapporto esistente tra le varie unità di mi<strong>su</strong>ra.<br />

Successivamente si entra nel vivo del calcolo dell’area, proponendo dei problemi<br />

illustrati da figure, nei quali si richiede di determinare l’area dei poligoni, che<br />

vengono <strong>su</strong>ddivisi in cm 2 . Questo tipo di ragionamento ri<strong>su</strong>lta immediato per figure<br />

quali il quadrato o il rettangolo, facilmente scomponibili in quadratini di lato 1 cm,<br />

ma ri<strong>su</strong>lta meno scontato per figure quali il parallelogramma, il triangolo o il<br />

trapezio. In questi casi, le figure in oggetto vengono dapprima scomposte mediante<br />

poligoni noti per poi procedere a ricavare anche per questi la formula per il calcolo<br />

dell’area.<br />

Col trascorrere degli anni i libri si fanno più colorati e illustrati, come nel caso<br />

del <strong>su</strong>ssidiario del 1989 della fabbri editori, dal titolo IN DIRETTA DAL MONDO.<br />

15


In questo testo, oltre a raffigurazioni di natura prettamente geometrica (es. poligoni,<br />

angoli), si riscontrano anche illustrazioni che accompagnano spiegazioni teoriche o<br />

che affiancano il testo di un problema, anche se questo aspetto rimane ancora<br />

marginale, essendo le immagini limitate nel numero e con disegni semplici e poco<br />

accattivanti. Il perimetro delle figure piane viene introdotto in modo immediato e<br />

diretto in questo modo: il perimetro di una figura piana si ottiene sommando la<br />

lunghezza dei lati. Aggiungendo che se però si tratta di un poligono regolare, si può<br />

moltiplicare la mi<strong>su</strong>ra di un lato per il numero dei lati.<br />

Questa breve premessa, viene fatta seguire da una tabella rias<strong>su</strong>ntiva in cui<br />

vengono elencati poligoni regolari e non,<br />

affiancati, ogni volta dalla formula del<br />

perimetro. L’argomento si conclude<br />

brevemente proponendo una decina di esercizi<br />

<strong>su</strong>ll’argomento, disposti in ordine di difficoltà<br />

crescente. Mentre i primi sono, infatti,<br />

abbastanza immediati potendosi risolvere con<br />

la somma dei lati assegnati, gli ultimi tre<br />

essendo posti in modo diverso potrebbero dare<br />

origine a qualche difficoltà, in quanto meno standardizzati e più stimolanti al<br />

ragionamento:<br />

• Attorno a un’aiuola che ha la forma di un triangolo equilatero si piantano 36<br />

tulipani alla distanza di 75 cm l’uno dall’altro. Quanti metri mi<strong>su</strong>ra il<br />

perimetro di quell’aiuola? E il lato?<br />

• Un orto ha la forma di un trapezio con i lati di 38,5; 27,8; 19; 20,7 m. Viene<br />

recintato con una rete metallica che costa L. 3200 il metro. Calcola quanti<br />

decametri di rete occorrono e l’ammontare della spesa.<br />

• Un trapezio isoscele ha il perimetro di 126 cm e la base maggiore di 48cm. Se<br />

la base minore è la metà della maggiore, quanto mi<strong>su</strong>rano i lati obliqui?<br />

Prima di passare al calcolo dell’area delle figure piane, viene introdotto il<br />

concetto di <strong>su</strong>perficie con una breve premessa e una nota in basso ricorda che la<br />

<strong>su</strong>perficie è un’estensione limitata da confini precisi e l’area è il numero che esprime<br />

l’estensione di una <strong>su</strong>perficie. Rapidamente si passa alle mi<strong>su</strong>re di <strong>su</strong>perficie dicendo<br />

16


che per mi<strong>su</strong>rare una <strong>su</strong>perficie basta ricoprirla con altre <strong>su</strong>perfici piane meno<br />

estese e calcolare quante volte queste sono contenute in quella più estesa. Poiché da<br />

questa premessa ri<strong>su</strong>lta poco chiaro il concetto<br />

di unità di mi<strong>su</strong>ra viene fatto un esempio in cui<br />

per mi<strong>su</strong>rare la <strong>su</strong>perficie di un pavimento si fa<br />

uso di una pagina di giornale come unità di<br />

mi<strong>su</strong>ra. Questo esempio è affiancato da una<br />

immagine che aiuta meglio a comprendere il<br />

problema in oggetto: il calcolo dell’area.<br />

Segue la presentazione delle unità di mi<strong>su</strong>ra. Prima di presentare il metro quadrato<br />

quale unità principale di mi<strong>su</strong>ra della <strong>su</strong>perficie, gli autori sottolineano la differenza<br />

tra mi<strong>su</strong>re lineari e mi<strong>su</strong>re quadrate dicendo che nel primo caso si tratta di lunghezze<br />

e servono per mi<strong>su</strong>rare le lunghezze, nel secondo caso si tratta di <strong>su</strong>perfici e servono<br />

per mi<strong>su</strong>rare <strong>su</strong>perfici. L’argomento, in questo caso, è corredato da una grande<br />

quantità di esercizi <strong>su</strong>lle equivalenze e quesiti del tipo “un metro quadrato che parte<br />

è del decametro quadrato?” che, come nel testo già analizzato, aiutano a capire in<br />

che rapporto stanno tra loro le varie unità di mi<strong>su</strong>ra. Anche in questo testo prima di<br />

entrare nel vivo della questione legata al calcolo dell’area, il bambino viene invitato<br />

a riflettere <strong>su</strong>ll’equivalenza delle figure, cercando di far <strong>su</strong>perare l’ostacolo in cui è<br />

facile incorrere e cioè forma diversa = <strong>su</strong>perficie diversa. A questo punto viene<br />

introdotta l’area, in maniera analoga al testo precedente, ovvero, anche in questo<br />

caso, si parte da figure facilmente <strong>su</strong>ddivisibili in quadratini di lato 1 cm, quindi in<br />

cm 2 , per poi passare a figure riconducibili a figure note e ricavare, anche per queste,<br />

la formula dell’area. Per ogni diversa tipologia di figure vengono assegnati dei<br />

problemi. Alcuni sono di semplice risoluzione, in quanto consistono nell’applicare<br />

direttamente la formula, altri sono, invece, meno immediati e più stimolanti, come il<br />

seguente:<br />

• Osserva l’illustrazione. Sapresti calcolare l’area della parte colorata del<br />

trapezio isoscele?<br />

17


Una sezione in più che compare in questo libro e che ho trovato molto<br />

interessante è quella dedicata ai problemi da inventare, a partire da liste di dati<br />

assegnati, come ad esempio:<br />

Questo genere di attività ha una grande valenza dal punto di vista didattico: da<br />

una parte stimola la creatività e le capacità di ragionamento, dall’altra ha una<br />

ricaduta di carattere interdisciplinare, in quanto il bambino è chiamato a elaborare un<br />

testo scritto.<br />

L’altro testo che ho visionato è un testo recente edito da Elmedi nel 2005 e<br />

ristampato nel 2008, dal titolo TUTTI I FRUTTI DEL SAPERE, costituito dal<br />

<strong>su</strong>ssidiario e da un quaderno operativo. Graficamente si presenta notevolmente<br />

diverso da quelli analizzati fin qui: è colorato, pieno di immagini, non prettamente<br />

geometriche. Ogni argomento viene spesso introdotto tramite quesiti posti sotto<br />

forma di fumetto che visivamente colpiscono molto. Questa impostazione variopinta<br />

e densa di immagini se da un lato riesce a catturare l’attenzione di un bambino,<br />

dall’altra rischia di far divagare la mente e distrarre il lettore che può perdersi nei<br />

disegni colorati perdendo di vista il nocciolo della lezione.<br />

18


Il perimetro qui è introdotto quasi in concomitanza con i poligoni. Subito dopo<br />

avere distinto tra poligoni equilateri, regolari e irregolari, viene definito perimetro il<br />

contorno di un poligono, evidenziando che per calcolare il perimetro di un poligono<br />

bisogna sommare le mi<strong>su</strong>re dei lati. A questo punto vengono analizzati<br />

singolarmente triangoli e quadrilateri. Inizialmente vengono classificati i poligoni<br />

rispetto a angoli e lati e poi viene calcolato il perimetro di ciascuna figura. In questo<br />

testo non viene evidenziato il fatto che nei poligoni equilateri il perimetro si possa<br />

calcolare moltiplicando la mi<strong>su</strong>ra di un lato per il numero dei lati; per ogni figura, la<br />

mi<strong>su</strong>ra del perimetro viene calcolata sommando i lati. Inoltre il fatto che per ogni<br />

figura si diano troppe informazioni, compresa la mi<strong>su</strong>ra del perimetro ritengo ri<strong>su</strong>lti<br />

dispersivo. A mio avviso, infatti, nonostante i testi precedentemente con<strong>su</strong>ltati<br />

ri<strong>su</strong>ltassero poco accattivanti, essendo poveri nei colori e nelle immagini,<br />

consentivano di focalizzare <strong>su</strong>bito l’attenzione <strong>su</strong>lla mi<strong>su</strong>ra del perimetro, inducendo<br />

il bambino a riflettere <strong>su</strong>l fatto che nel caso in cui il poligono abbia tutti i lati uguali è<br />

<strong>su</strong>perfluo e prolisso procedere con la somma delle mi<strong>su</strong>re dei lati. Sull’argomento<br />

perimetro non vengono proposti esercizi né nel <strong>su</strong>ssidiario né <strong>su</strong>l quaderno operativo.<br />

Questo impedisce al bambino di esercitarsi a <strong>su</strong>fficienza fino ad entrare in pieno<br />

possesso di ciò che significa calcolare il perimetro di una figura, attuando le<br />

opportune strategie e scorciatoie per il calcolo del medesimo.<br />

Per quanto riguarda l’area, non viene dedicata alcuna premessa al concetto di<br />

<strong>su</strong>perficie, come, invece, accadeva nei testi precedenti. L’argomento è introdotto con<br />

l’ausilio di illustrazioni colorate e attraverso il dialogo, sotto forma di fumetto, di due<br />

personaggi che si chiedono quanti quadrati occorrono per coprire un quaderno.<br />

Secondo me, in questo caso vengono mescolati elementi di estrazione reale (il<br />

quaderno) con elementi che richiedono, invece, già un’astrazione, ovvero i quadrati<br />

presi in oggetto. Infatti, non viene specificato di che quadrati si tratta, ne di quanto<br />

siano grandi e la cosa può indurre il bambino a confondere le idee. L’unico elemento<br />

che può indurre il bambino a farsi un’idea <strong>su</strong>lla dimensione di questi quadratini è il<br />

fatto che richiamino i quadrati dei quadernoni che solitamente i bambini utilizzano<br />

fino in seconda. Nel testo precedente era proposta una situazione analoga, a mio<br />

avviso più concreta e chiara, ovvero l’idea di ricoprire la pavimentazione con dei<br />

fogli di giornale. Il tutto era accompagnato da un disegno abbastanza esplicativo e<br />

19


sottoponeva all’attenzione del bambino degli oggetti concreti di cui si può avere una<br />

idea precisa.<br />

Dopo due esempi dello stesso tipo, in cui i due personaggi raffigurati ricoprono<br />

il quaderno e il diario con dei quadratini, viene detto che è stato usato come unità di<br />

mi<strong>su</strong>ra un quadrato, per poi passere alla seguente definizione: per mi<strong>su</strong>rare l’area di<br />

una figura, cioè la <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie è necessario usare una unità di mi<strong>su</strong>ra che sia essa<br />

stessa una <strong>su</strong>perficie. Anche <strong>nella</strong> definizione di area il testo appare poco chiaro, non<br />

distinguendo il concetto di area da quello di <strong>su</strong>perficie. Prima di affrontare il<br />

problema delle unità di mi<strong>su</strong>ra viene dedicata una breve parentesi alle figure<br />

equiestese, ma anche in questo caso non vengono proposti esercizi che possano<br />

stimolare il bambino a riflettere <strong>su</strong>ll’argomento per impadronirsi del concetto. A<br />

questo punto, si passa alle unità di mi<strong>su</strong>ra di <strong>su</strong>perficie, presentando il metro<br />

quadrato, cioè un quadrato con il lato di un metro, come l’unità di mi<strong>su</strong>ra per<br />

mi<strong>su</strong>rare una <strong>su</strong>perficie, con i <strong>su</strong>oi sottomultipli e multipli. Le unità di mi<strong>su</strong>ra<br />

vengono inserite in una tabella, specificando che ogni unità di mi<strong>su</strong>ra è 100 volte più<br />

grande di quella posta alla <strong>su</strong>a destra e 100 più piccola di quella posta a sinistra. A<br />

seguire vengono ricavate le formule per il calcolo dell’area delle diverse figure<br />

geometriche. Questa parte viene affrontata in modo analogo ai precedenti libri. Si<br />

comincia, infatti, con figure facilmente <strong>su</strong>ddivisibili in quadratini di lato 1 cm, quali<br />

il rettangolo e il quadrato e, una volta ricavata la formula per il calcolo dell’area per<br />

queste figure, si procede con le altre, che vengono scomposte in figure note. Anche<br />

per l’area gli esercizi proposti sono quasi inesistenti, fatta eccezione per qualche<br />

esercizio del quaderno operativo <strong>su</strong>l calcolo dell’area nei poligoni irregolari.<br />

2.2 Analisi dei testi di <strong>scuola</strong> secondaria di I grado<br />

Terminata l’analisi dei libri di testo di <strong>scuola</strong> primaria, sono passato ad<br />

esaminare alcuni testi di <strong>scuola</strong> secondaria di primo grado, procedendo in modo<br />

analogo e prendendone in considerazione, anche in questo caso, alcuni recenti e altri<br />

non più in uso nelle scuole.<br />

Il primo testo che ho con<strong>su</strong>ltato è datato 1955 e riporta come titolo LA BELLA<br />

GEOMETRIA, di Nicosia-Cordova , la cui casa editrice è SEI.<br />

20


Anche questo testo lascia intuire la <strong>su</strong>a collazione temporale dal numero limitato<br />

di illustrazioni che affiancano le spiegazioni teoriche e dalla povertà dei colori. Le<br />

immagini raffigurate sono quasi tutte di natura geometrica e il colore predominante è<br />

l’azzurro, utilizzato sia per le illustrazioni che per evidenziare le definizioni.<br />

Rispetto a testi di <strong>scuola</strong> primaria, gli argomenti in questione sono trattati in<br />

modo più complesso e, dunque, non stupisce se in questo volume, le autrici prima di<br />

dare la definizione di perimetro introducono i concetti di spezzata e poligono, nel<br />

seguente modo:<br />

Una linea formata di segmenti consecutivi, tutti appartenenti ad uno stesso<br />

piano, si dice spezzata.<br />

I segmenti si dicono i lati della spezzata. La spezzata si dice aperta se l’ultimo<br />

estremo dell’ultimo lato non coincide col primo estremo del primo lato. Si dice<br />

chiusa se tali estremi non coincidono.<br />

La spezzata si dice convessa se giace tutta da una parte rispetto alla retta a cui<br />

appartiene ogni <strong>su</strong>o lato; concava se non è convessa; intrecciata se due lati non<br />

consecutivi si intersecano.<br />

Dicesi poligono la parte di piano limitata da una spezzata chiusa.<br />

La spezzata si dirà il contorno del poligono; i vertici e i lati della spezzata si<br />

diranno vertici e lati del poligono.<br />

A questo punto, si introduce il perimetro come la somma dei <strong>su</strong>oi lati.<br />

Prima di passare al concetto di area, vengono analizzati in maniera dettagliata i<br />

diversi poligoni e la costruzione di poligoni regolari. A seguire viene dedicato un<br />

capitolo alle figure piane equivalenti. A tal proposito viene fatto notare che esistono<br />

figure che pur avendo forma diversa hanno uguale estensione, tali figure vengono<br />

definite equivalenti.<br />

Per far comprendere meglio tale concetto, vengono proposte delle attività<br />

pratiche <strong>su</strong>lla costruzione di figure equivalenti, del tipo:<br />

• Si ritagli ad es. in cartoncino un rettangolo e poi diviso questo lungo i<br />

segmenti segnati <strong>su</strong>lla fig. a (di seguito riportata), si dispongano le varie<br />

parti nel modo indicato dalla fig.b. Evidentemente il triangolo che ne ri<strong>su</strong>lta<br />

ha la stessa estensione del rettangolo dato, ossia è ad esso equivalente.<br />

21


Successivamente si passa al concetto di area dei poligoni. Le autrici, prima di<br />

darne una esplicita definizione premettono che per mi<strong>su</strong>rare una <strong>su</strong>perficie occorre<br />

confrontarla con un’altra, detta unità di mi<strong>su</strong>ra, e trovare quante volte tale unità di<br />

mi<strong>su</strong>ra (o un <strong>su</strong>o sottomultiplo) è contenuta <strong>nella</strong> <strong>su</strong>perficie data. Il numero che così<br />

si ottiene è la mi<strong>su</strong>ra della <strong>su</strong>perficie rispetto all’unità scelta e si chiama area della<br />

<strong>su</strong>perficie.<br />

Chiusa questa premessa, si procede con la definizione di area, nel seguente<br />

modo: dicesi area di una figura piana il numero che esprime quante volte l’unità di<br />

mi<strong>su</strong>ra è contenuta <strong>nella</strong> <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie.<br />

Le autrici tengono, inoltre, a precisare che i concetti di <strong>su</strong>perficie e di area,<br />

spesso confusi, sono nettamente distinti, facendo notare che per <strong>su</strong>perficie di una<br />

figura piana si intende la parte di piano che essa occupa, mentre l’area di una figura<br />

è il numero che esprime la mi<strong>su</strong>ra della <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie.<br />

A questo punto vengono analizzate singolarmente le aree delle <strong>su</strong>perfici delle<br />

principali figure geometriche, corredandole con esempi. I problemi proposti vengono<br />

elencati in appendice.<br />

22


L’altro testo preso in esame è di gran lunga più recente rispetto al primo. Si<br />

tratta di GEOMETRIA SPERIMENTALE di E. Bovio – L. Manzone Bertone, edito<br />

da LATTES nel 1995.<br />

La stessa evoluzione tipografica che ho riscontrato nei testi di <strong>scuola</strong> primaria,<br />

col trascorrere degli anni, si può riscontrare ovviamente anche nei libri di <strong>scuola</strong><br />

secondaria.<br />

Questo testo appare, infatti, molto più ricco del precedente sia nelle illustrazioni<br />

che nei colori. Inoltre gli esercizi e i problemi non sono riposti in appendice ma<br />

accompagnano ogni capitolo, al termine del quale ne vengono proposti in gran<br />

quantità e di svariata natura.<br />

Come nel precedente, comunque, il concetto perimetro viene introdotto dopo<br />

aver definito il concetto di poligono, ma l’impostazione appare più concreta e<br />

pratica.<br />

Inizialmente, infatti, gli autori introducono l’argomento <strong>su</strong>ggerendo di disegnare<br />

<strong>su</strong> un cartoncino una spezzata chiusa A B C D E, e tagliarla con le forbici lungo i<br />

segmenti AB, BC, CD, DE, EA, cosicché, la parte che si staccherà dal cartoncino<br />

darà l’immagine concreta di un poligono. Dopodiché viene data la seguente<br />

definizione:<br />

Si dice poligono la parte finita di piano limitata da una spezzata chiusa. Questa<br />

costituisce il contorno del poligono; i punti A, B, C, D, E, sono i <strong>su</strong>oi vertici ed i<br />

segmenti AB, BC, ….., EA, ne sono i lati e sono tanti quanti sono i <strong>su</strong>oi vertici.<br />

Successivamente vengono definiti consecutivi due lati, come ad es. AB e BC che<br />

hanno un vertice in comune così pure due vertici come A e B, che appartengono alla<br />

stesso lato e viene puntualizzato che un poligono si indica pronunciando le lettere dei<br />

<strong>su</strong>oi vertici, enunciati nell’ordine con cui si <strong>su</strong>sseguono <strong>su</strong>l contorno.<br />

Infine, viene definito il concetto di perimetro nel seguente modo:<br />

La lunghezza somma di tutti i <strong>su</strong>oi lati si dice perimetro del poligono.<br />

A questo punto, segue un’analisi molto dettagliata dei vari poligoni e, a<br />

conclusione del capitolo, vengono proposti svariati esercizi <strong>su</strong>i poligoni e problemi<br />

<strong>su</strong>lla mi<strong>su</strong>ra del perimetro.<br />

Anche in questo caso, prima di passare alla trattazione del concetto di area,<br />

l’autore si occupa dell’estensione delle <strong>su</strong>perfici delle figure e dell’equivalenza di<br />

23


queste. Per spiegare il concetto di equivalenza, ricorre a un simpatico esempio di<br />

natura pratica.<br />

L’autore fa notare infatti che se da un foglio di lamiera di spessore costante si<br />

ritagliano i modelli di due figure uguali, pesandole, si troverà che esse avranno lo<br />

stesso peso. A questo punto, fa notare che può accadere che due <strong>su</strong>perfici, pur<br />

avendo forme diverse, abbiano uguale estensione. Se, infatti, dallo stesso foglio di<br />

lamiera si ritaglia una figura piana C, avente forma diversa da A e, pesandola si trova<br />

che ha lo stesso peso di A, si può affermare che le due figure hanno la stessa<br />

estensione facendo notare che due <strong>su</strong>perfici, pur avendo forme diverse, possono<br />

avere uguale estensione.<br />

Successivamente illustra lo stesso concetto mediante l’uso di figure<br />

equicomposte, cioè di figure composte da uno stesso numero di parti a due a due<br />

congruenti, mediante un esempio analogo a quello proposto nel testo precedente.<br />

Anche in questo caso, si tratta di disegnare <strong>su</strong> un cartoncino un quadrato A e di<br />

ritagliarlo in quattro parti come è indicato <strong>nella</strong> figura fig A<br />

A questo punto, viene fatto notare che disponendo diversamente i quattro<br />

triangoli nei quali esso è rimasto scomposto, si può costruire il trapezio B o il<br />

triangolo C.<br />

24


Si passa quindi al concetto di area introducendola in modo analogo al precedente<br />

libro, premettendo che mi<strong>su</strong>rare l’estensione di una <strong>su</strong>perficie, significa confrontarla<br />

con un’altra <strong>su</strong>perficie scelta come unità di mi<strong>su</strong>ra, e stabilire quante volte quest’<br />

ultima è contenuta in quella data e definendo l’area delle <strong>su</strong>perficie come il numero<br />

che indica la mi<strong>su</strong>ra dell’estensione di una <strong>su</strong>perficie.<br />

Interessante ri<strong>su</strong>lta il seguente procedimento pratico per spiegare il concetto di<br />

area :<br />

“Consideriamo ad es. il rettangolo ABCD e scegliamo come unità di mi<strong>su</strong>ra il<br />

quadratino q.<br />

Poiché questo è contenuto esattamente 8 volte nel rettangolo ABCD possiamo<br />

affermare che l’estensione della <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie è data da 8 quadratini q, ossia che<br />

l’area A del rettangolo considerato è<br />

A = 8q.<br />

Se consideriamo lo stesso rettangolo ABCD e prendiamo come unità di mi<strong>su</strong>ra il<br />

rettangolo u,<br />

25


Poiché questo contenuto esattamente 4 volte in ABCD, possiamo affermare che<br />

l’estensione della <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie è data da 4 rettangoli uguali ad u, ossia che<br />

A = 4u.<br />

Come vedete, l’area della <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie varia a seconda dell’unità di mi<strong>su</strong>ra<br />

scelta.”<br />

Il testo dedica anche un paragrafo alla ricerca sperimentale dell’area di una<br />

<strong>su</strong>perficie.<br />

“ La ricerca dell’area di una <strong>su</strong>perficie ricorrendo al <strong>su</strong>o confronto diretto con l’unità<br />

di mi<strong>su</strong>ra scelta, non è sempre facile e possibile. Sarebbe ad es. impossibile ricoprire<br />

esattamente la <strong>su</strong>perficie di un triangolo con quadratini per quanto piccoli essi siano.<br />

26


Non si potrebbe quindi determinare la <strong>su</strong>a area con il confronto diretto della<br />

<strong>su</strong>perficie di tale triangolo con uno di tali quadratini scelto come unità di mi<strong>su</strong>ra. Si<br />

potrebbe solo calcolare un valore approssimato per difetto dell’area richiesta,<br />

contando qual è il più grande numero di quadratini che sono contenuti nel triangolo,<br />

o un valore approssimato per eccesso, contando qual è il più piccolo numero di<br />

quadratini che lo compongono.<br />

Per determinare l’area di una <strong>su</strong>perficie irregolare S,<br />

si può anche procedere sperimentalmente nel modo seguente. Ritagliate da un foglio<br />

di cartone, o di lamierino, un quadrato avente ad es. il lato di 5 centimetri: esso può<br />

scomporsi in 25 quadratini, ciascuno dei quali ha l’area di un centimetro quadrato.<br />

Pesate il quadrato con una bilancia di precisione e <strong>su</strong>pponete che il <strong>su</strong>o peso sia<br />

di 10 grammi; ne consegue che ogni quadratino di quel cartone pesa (100: 25)g = 4g.<br />

27


Ritagliate poi dallo stesso foglio di cartone la <strong>su</strong>perficie S di cui volete<br />

determinare l’area e pesatela; se il <strong>su</strong>o peso è di 24g, dedurrete che poiché ogni<br />

quadratino di quel cartone pesa 4g, l’area A della <strong>su</strong>perficie S è di :<br />

(24: 4) cm 2 = 6cm 2<br />

Successivamente, come nel testo precedente vengono analizzate singolarmente<br />

le mi<strong>su</strong>re delle <strong>su</strong>perfici dei principali poligoni, accompagnando la trattazione teorica<br />

con alcuni esercizi svolti <strong>su</strong>l calcolo dell’area. A conclusione del capitolo vengono<br />

proposti svariati esercizi e problemi <strong>su</strong>ll’argomento.<br />

L’ultimo testo con<strong>su</strong>ltato per la <strong>scuola</strong> secondaria di primo grado si chiama<br />

PERCORSI MODULARI DI MATEMATICA-GEOMETRIA, di S. Linardi e R.<br />

Galbusera, edito da Mursia.<br />

È un testo molto più ricco dei precedenti per quanto riguarda sia i colori che le<br />

illustrazioni di natura non geometrica. La trattazione teorica dei concetti che portano<br />

poi alla definizione di perimetro, avviene in modo analogo ai testi precedentemente<br />

con<strong>su</strong>ltati.<br />

Questa è inserita, come prima, all’interno del paragrafo dedicato ai poligoni ed è<br />

esplicitata nel seguente modo: la lunghezza del contorno del poligono, cioè la somma<br />

delle lunghezze dei <strong>su</strong>oi lati, si dice perimetro.<br />

Anche il concetto di area viene definito in modo analogo ai testi precedenti<br />

come il numero che indica da quante unità di mi<strong>su</strong>ra è composta la <strong>su</strong>perficie di una<br />

figura.<br />

Tale testo differisce rispetto ai precedenti per la parte pratica, ovvero per gli<br />

esercizi, che anche in questo caso, accompagnano ogni capitolo.<br />

Questi sono <strong>su</strong>ddivisi in<br />

• Conoscenze, per indagare l’acquisizione delle nozioni teoriche inerenti ogni<br />

argomento;<br />

• Applicazioni, che riguardano essenzialmente problemi proposti<br />

<strong>su</strong>ll’argomento in questione;<br />

28


• Approfondimenti, che riguardano problemi più complessi e stimolanti per i<br />

ragazzi più vivaci intellettualmente.<br />

2.3 Analisi dei testi di <strong>scuola</strong> secondaria di II grado<br />

Per quanto riguarda la <strong>scuola</strong> secondaria di secondo grado ho preso in esame sei<br />

testi, di cui, tre attualmente in uso, e gli altri tre risalenti agli anni ’50, ’60 e ’70.<br />

Come ho già espresso per i testi precedentemente discussi, al contrario dei libri<br />

attuali che utilizzano molti colori, la veste tipografica di questi vecchi testi è<br />

abbastanza semplice perché vengono utilizzati soltanto due colori, il nero e l’azzurro.<br />

Il primo testo che ho preso in esame si intitola GEOMETRIA PER ISTITUTO<br />

MAGISTRALE di Nicosia – Cordova , edito da SEI nel 1958.<br />

Questo libro è stato elaborato dalle stesse autrici del libro già analizzato per la<br />

<strong>scuola</strong> secondaria di primo grado, LA BELLA GEOMETRIA, e propone<br />

un’impostazione quasi analoga al testo già discusso sopra per quanto riguarda il<br />

perimetro. Per spiegare il concetto di <strong>su</strong>perficie (il libro riporta la parola estensione)<br />

utilizza lo stesso esempio, utilizzato nel testo per la <strong>scuola</strong> secondaria di primo<br />

grado.<br />

• Da una lamina metallica omogenea di spessore costante ritagliamo due<br />

figure A e B di forma diversa<br />

A B<br />

Se le due figure hanno lo stesso peso è intuitivo che abbiano la stessa<br />

estensione.<br />

Se invece il peso di A è maggiore del peso di B, diremo che l’estensione di<br />

A è maggiore dell’estensione di B.<br />

29


Pertanto due figure piane di dicono equivalenti quando hanno la stessa<br />

estensione.<br />

Seguono, nel capitolo, tutte le proposizioni e i teoremi relativi alle figure<br />

equivalenti.<br />

Il capitolo <strong>su</strong>ccessivo si apre con la definizione di grandezze, espressa nel<br />

seguente modo: “Si chiamano grandezze geometriche i segmenti, gli angoli, gli archi<br />

di una stessa circonferenza (o di circonferenze uguali) le <strong>su</strong>perfici, ecc. Due<br />

grandezze si dicono omogenee se per esse si possono stabilire i concetti di<br />

uguaglianza (o di equivalenza, se si tratta di <strong>su</strong>perfici) e di di<strong>su</strong>guaglianza, di<br />

somma e di differenza”.<br />

Dopo avere parlato di grandezze commen<strong>su</strong>rabili e incommen<strong>su</strong>rabili, di<br />

rapporto di grandezze, si passa alla mi<strong>su</strong>ra di grandezze.<br />

“Occorre talvolta paragonare tra loro grandezze della stessa specie. A tale scopo, in<br />

una classe di grandezze omogenee, si sceglie un’opportuna grandezza U, che si<br />

chiama unità di mi<strong>su</strong>ra, e, data una qualunque grandezza A della classe, si<br />

considera il rapporto di A ad U.<br />

Dicesi mi<strong>su</strong>ra della grandezza A rispetto all’unità U il numero reale che<br />

esprime il rapporto di A ad U”. Come si può notare dalle definizioni sopra citate, nei<br />

testi di <strong>scuola</strong> secondaria di secondo grado, il linguaggio matematico diventa più<br />

ricco, introducendo nuovi termini e nuovi concetti per introdurre gli argomenti in<br />

questione.<br />

Per quanto riguarda l’area, essa viene definita come la mi<strong>su</strong>ra di una <strong>su</strong>perficie.<br />

Dopodichè viene introdotto il metro quadrato come unità di mi<strong>su</strong>ra delle <strong>su</strong>perfici,<br />

accennando anche ai <strong>su</strong>oi sottomultipli.<br />

Il testo raccomanda, inoltre, di non confondere l’area con la <strong>su</strong>perficie. Infatti,<br />

puntualizza: l’area è un numero, mentre la <strong>su</strong>perficie è un ente geometrico.<br />

Dopo di ciò viene trattata l’ area delle più note figure geometriche analizzando<br />

singolarmente i diversi casi.<br />

L’altro testo preso in esame e risalente agli anni ’60, precisamente al 1966, è di<br />

E. Minando, dal titolo GEOMETRIA E SUE APPLICAZIONI PER GLI ISTITUTI<br />

MAGISTRALI, la cui casa editrice è LATTES.<br />

30


Per quanto riguarda il perimetro la trattazione è analoga a quella del testo<br />

precedente e la definizione che viene data è la seguente:<br />

“I lati della spezzata si dicono lati del poligono, i vertici sono i punti ai lati, e la<br />

somma dei lati è il perimetro del poligono”.<br />

Anche per quanto riguarda il concetto di <strong>su</strong>perficie, le differenze tra i due testi<br />

non sono di notevole rilievo. Infatti, per spiegare tale concetto l’autore afferma che<br />

un poligono , un cerchio, un settore circolare, occupano una parte limitata del piano<br />

<strong>su</strong> cui giacciono; essa si dice <strong>su</strong>perficie di quel poligono , di quel cerchio, o di quel<br />

settore.<br />

Proseguendo, puntualizza che due <strong>su</strong>perfici piane A e B possono avere uguale<br />

estensione pur avendo forma diversa e propone un esempio analogo a quello<br />

riportato nel testo precedente.<br />

• Se, ad es., da un foglio di cartone di spessore costante ritagliamo un triangolo<br />

ed un cerchio, e pesandoli con una bilancia di precisione troviamo lo stesso<br />

peso, diremo che quel triangolo e quel cerchio hanno uguale estensione, o<br />

che sono equivalenti.<br />

Nel libro GEOMETRIA di Cateni e Fortini, edito da Le Monnier nel 1975 viene<br />

dato, invece, un taglio un po’ diverso, rispetto ai due volumi precedenti, per quel che<br />

riguarda i concetti introduttivi. Per introdurre il perimetro di una figura, gli autori<br />

definiscono il poligono convesso come la figura intersezione dei semipiani aventi<br />

ciascuno per origine le rette contenenti i lati di una poligonale chiusa. Proseguendo<br />

affermano che la poligonale che determina il poligono è detta contorno, mentre il<br />

segmento somma dei lati del poligono dicesi perimetro di questo.<br />

In seguito, viene introdotto il concetto di <strong>su</strong>perficie, nel modo seguente: “Un<br />

velo, una lamiera, un cartoncino comunque ritagliati e posti <strong>su</strong> un piano in modo da<br />

aderirvi completamente, ci danno l’idea di ciò che chiamiamo <strong>su</strong>perficie piana. Il<br />

concetto di <strong>su</strong>perficie si acquista dall’intuizione ed è dato come concetto primitivo. I<br />

poligoni , i cerchi sono <strong>su</strong>perficie piane.”<br />

Dopo avere esposto i concetti di grandezze geometriche, di classi di grandezze e<br />

del loro rapporto si passa alla mi<strong>su</strong>ra di grandezze. A tal proposito, gli autori<br />

affermano che conviene, talvolta, determinare il rapporto delle grandezze di una di<br />

una stessa classe rispetto a una grandezza prefissata, a quella omogenea. Per<br />

31


esempio, se abbiamo dei segmenti, può convenire determinare il loro rapporto<br />

rispetto al metro.<br />

Il rapporto, in tal caso, viene chiamato mi<strong>su</strong>ra rispetto al metro. E’ evidente che la<br />

mi<strong>su</strong>ra dello stesso metro è 1 ed è per questo che la prefissata grandezza si dice<br />

unità di mi<strong>su</strong>ra o, semplicemente, unità. Dunque: la mi<strong>su</strong>ra di una grandezza<br />

rispetto ad una prefissata unità è il che esprime il rapporto<br />

di quella grandezza as<strong>su</strong>nta come unitaria.<br />

La definizione di area si inserisce proprio all’interno di questo contesto, con la<br />

seguente affermazione:<br />

“La mi<strong>su</strong>ra di un segmento si dice lunghezza, quella di un angolo ampiezza, quella di<br />

una <strong>su</strong>perficie area, quella di un solido volume.” Puntualizzando, poi, che la<br />

lunghezza di un segmento, l’ampiezza di un angolo, l’area di una <strong>su</strong>perficie, il<br />

volume di un solido sono quindi numeri reali positivi.<br />

Successivamente, ho con<strong>su</strong>ltato tre testi attualmente in uso nelle scuole<br />

<strong>su</strong>periori e, con sorpresa, ho notato che non viene data nes<strong>su</strong>na definizione di<br />

perimetro. I testi sono: CORSO DI MATEMATICA – GEOMETRIA di L.<br />

Lamberti, L. Mereu, A. Nanni (edito dalla casa editrice ETAS); GEOMETRIA di<br />

A.Trifoni e M. Bergamini (casa editrice ZANICHELLI); L’EVOLUZIONE DELLA<br />

GEOMETRIA di L. Scaglanti. (Edizione CEDAM).<br />

Come già riscontrato nei precedenti testi, viene data la definizione di poligono<br />

come la parte di piano racchiusa da una poligonale chiusa; ma mentre i vecchi testi<br />

concludevano tale definizione dicendo che il perimetro è la somma dei lati della<br />

poligonale, questi nuovi volumi, che ho qui riportato, non ne fanno nes<strong>su</strong>na<br />

menzione, dando per scontato l’acquisizione del concetto da parte degli studenti.<br />

Infatti la parola perimetro, per esempio nel libro di L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni,<br />

figura per la prima volta dopo molte pagine nel corollario: “un poligono regolare è<br />

equivalente a un triangolo avente per base il perimetro del poligono e per altezza la<br />

<strong>su</strong>a apotema”.<br />

Molte analogie, in questi tre volumi, si riscontrano anche <strong>nella</strong> trattazione<br />

dell’argomento riguardante l’area. Viene prima sviluppato il concetto di figure<br />

equivalenti e <strong>su</strong>ccessivamente si <strong>su</strong>ddividono le <strong>su</strong>perfici piane in classi di<br />

equivalenza in modo che ogni classe contenga figure equiestese: l’area è la mi<strong>su</strong>ra<br />

32


comune alle <strong>su</strong>perfici di una stessa classe ed è tale che due <strong>su</strong>perfici appartenenti a<br />

classi diverse hanno aree diverse.<br />

E’ da notare che tutti questi volumi, vecchi e nuovi, hanno una cosa in comune:<br />

non dedicano nemmeno un piccolo paragrafo dove si possa mettere in relazione<br />

l’area e il perimetro per lo stesso tipo di poligono.<br />

33


CAPITOLO III<br />

Presentazione del lavoro sperimentale<br />

3.1 La <strong>scuola</strong><br />

La <strong>scuola</strong>, presso la quale ho svolto la mia attività sperimentale, è l’Istituto<br />

Comprensivo “V. Brancati”, sito a Favara, comune con ampiezza demografica<br />

<strong>su</strong>periore a 30.000 abitanti, in provincia di Agrigento.<br />

Tale istituto comprende due sedi, la sede centrale, in cui sono ospitati gli alunni<br />

di <strong>scuola</strong> secondaria di I grado e gli alunni della <strong>scuola</strong> dell’infanzia, e la sede<br />

staccata, che accoglie gli alunni della <strong>scuola</strong> primaria.<br />

Quest’ultima consta di otto classi, ripartite nel seguente modo: n. 1 classe prima,<br />

n. 1 classe seconda (organizzate a modulo verticale), n. 2 classi terze, n. 2 classi<br />

quarte. e n. 2 classi quinte (organizzate a modulo orizzontale).<br />

L’utenza dell’istituto proviene da un livello socio-economico medio e mediobasso.<br />

In particolare, il plesso di <strong>scuola</strong> primaria ospita una popolazione scolastica<br />

diversa ed eterogenea, evidenziando da una parte famiglie con entrambi i genitori<br />

lavoratori, dall’altra rapporti familiari non sempre facili, ambienti poveri di stimoli<br />

idonei e funzionali a uno sviluppo sano e creativo dei propri figli, che spesso<br />

trascorrono gran parte della giornata in strada. Tali situazioni gravano negativamente<br />

<strong>su</strong>gli alunni, compromettendone l’apprendimento. In alcuni casi le famiglie non<br />

offrono nes<strong>su</strong>na collaborazione alla <strong>scuola</strong>, la quale, spesso, si trova ad operare da<br />

sola a causa della latitanza delle stesse, che demandano ad essa il delicato compito<br />

dell’istruzione, della formazione e dell’inserimento sociale dei propri figli.<br />

Pertanto, lo scopo che la <strong>scuola</strong> intende raggiungere nasce dalla necessità di<br />

potere offrire attività in grado di dare risposte adeguate a questa parte di utenza,<br />

riuscendo a ridurre o, addirittura, ad eliminare le situazioni di disagio che<br />

condizionano la formazione integrale e favoriscono forme più o meno gravi di<br />

devianza sociale che possono sfociare in veri e propri episodi di bullismo.<br />

34


All’interno di questo quadro socio-economico-culturale, l’utenza della <strong>scuola</strong> è<br />

costituita da una buona parte di alunni provenienti da famiglie che seguono con<br />

interesse il processo educativo-culturale e formativo dei propri figli, fornendo loro<br />

validi stimoli e motivazioni.<br />

Tenendo conto della realtà socio-culturale e dei bisogni dell’utenza (educazione<br />

alla legalità e alla solidarietà, <strong>su</strong>pporto <strong>nella</strong> costruzione di una propria identità,..) la<br />

<strong>scuola</strong> si impegna <strong>nella</strong> formazione degli alunni, garantendo diversi servizi: servizio<br />

psico-pedagogico, ASL che segue gli alunni in situazione di handicap e interviene in<br />

situazioni familiari particolarmente disagiate, collaborazioni col Comune<br />

(finanziamenti, progetti, assistenza), con l’Assessorato Regionale (P.O.R.) ……..<br />

3.2 Articolazione del lavoro sperimentale<br />

Il mio lavoro sperimentale è stato inserito all’interno di questa realtà scolastica,<br />

indirizzandolo alle due classi quarte di <strong>scuola</strong> primaria. Tali classi, costituite da un<br />

totale di 33 alunni, presentavano un livello di apprendimento eterogeneo, in quanto<br />

ad alunni più capaci e vivaci intellettivamente si aggiungevano alunni meno capaci e<br />

meno intuitivi.<br />

Lo scopo del mio lavoro è stato quello di verificare se nei bambini di <strong>scuola</strong><br />

primaria i concetti di area e perimetro sono tra loro indipendenti e se la conoscenza<br />

delle formule incide <strong>su</strong>ll’acquisizione di tali concetti.<br />

La letteratura di ricerca (ma anche la storia e la leggenda) ha, infatti,<br />

ampiamente mostrato come molti studenti di ogni età siano convinti che vi sia una<br />

relazione di dipendenza relazionale stretta tra i due concetti, del tipo: se A e B sono<br />

due figure piane, allora:<br />

• Se (perimetro di A > perimetro di B) allora (area di A > area di B);<br />

• Idem con


Il mio intervento didattico è stato inserito dopo una prima trattazione degli<br />

argomenti, affrontata dalla loro insegnante di classe, la quale si è mostrata molto<br />

disponibile nei miei confronti, accogliendo positivamente la mia presenza.<br />

Dal momento che i bambini possedevano già una infarinatura <strong>su</strong>i due concetti,<br />

ho preferito iniziare con un test d’ingresso, ovvero un pre-test, per sondare le<br />

conoscenze e le competenze acquisite in merito, passare, quindi, a una trattazione<br />

approfondita degli argomenti, ricca di esempi di natura pratica, in modo da chiarire<br />

eventuali dubbi e perplessità, e concludere con una verifica finale, un test che<br />

riproponesse gli stessi quesiti, in modo da esaminare l’evoluzione dei due concetti<br />

<strong>nella</strong> mente dei bambini.<br />

Per questa prova ho scelto 21 schede, proponendo per ciascuna di esse un<br />

esercizio mirato a stabilire in che mi<strong>su</strong>ra i concetti di area e perimetro siano distinti<br />

<strong>nella</strong> mente del bambino, mettendoli a confronto in modo da far variare l’uno<br />

tenendo costante l’altro.<br />

I questionari sono stati realizzati cercando di prendere in considerazione le<br />

figure più svariate, muovendomi, però, in ordine di difficoltà crescente. I primi<br />

quesiti riguardano, infatti, poligoni regolari, per poi passare a figure a contorno<br />

poligonale, ma non regolare, per arrivare, infine, a figure a contorno non poligonale.<br />

Strutturando il test in questo modo, mi sono posto come obiettivo quello di<br />

testare se i bambini siano in grado di compiere verifiche di uguaglianza di aree, in<br />

figure in cui oltre alle regole note si può sfruttare l’equiscomponibilità delle figure<br />

stesse, e se nelle figure irregolari, come le spezzate chiuse e quelle curvilinee,<br />

riescano a dimostrare di aver acquisito il concetto di unità di mi<strong>su</strong>ra e sappiano usare<br />

qualunque tipo di strumento abbiano a disposizione.<br />

Le 21 schede sono state <strong>su</strong>ddivise in 5 gruppi composti da figure di natura diversa:<br />

• I gruppo (schede 1 - 6) – Equivalenze tra due quadrilateri regolari;<br />

• II gruppo (schede 7 - 12) – Equivalenza tra due triangoli;<br />

• III gruppo (schede 13 - 15) – Equivalenza tra due poligoni regolari;<br />

• IV gruppo (schede 16 - 18) – Equivalenza tra due figure a contorno<br />

poligonale;<br />

• V gruppo (schede 19 - 21) - Equivalenza tra due figure a contorno non<br />

poligonale.<br />

36


Per ciascuna scheda i bambini dovevano indicare se le figure avevano la stessa<br />

area ed, inoltre, quale metodo usavano per risolvere il problema.<br />

I 5 gruppi di schede sono ulteriormente <strong>su</strong>ddivisi secondo lo schema qui esposto:<br />

Gruppi Figure Modalità<br />

I Quadrato<br />

Rettangolo<br />

II Triangolo isoscele<br />

Triangolo scaleno<br />

III Poligoni<br />

Regolari<br />

IV Figure a contorno<br />

Poligonale<br />

V Figure a contorno<br />

non poligonale<br />

<strong>Area</strong> diversa<br />

<strong>Perimetro</strong> uguale<br />

<strong>Area</strong> uguale<br />

<strong>Perimetro</strong> diverso<br />

<strong>Area</strong> uguale<br />

<strong>Perimetro</strong> diverso<br />

<strong>Area</strong> diversa<br />

<strong>Perimetro</strong> diverso<br />

<strong>Area</strong> diversa<br />

<strong>Perimetro</strong> diverso<br />

Durante questa fase, come si evince dalla registrazione dei dati rilevati, riportati<br />

più avanti, i bambini hanno mostrato molte incertezze soprattutto con gli ultimi<br />

gruppi di schede proposte.<br />

I ri<strong>su</strong>ltati della prova hanno messo in luce come molti facciano confusione tra i<br />

concetti di perimetro e area, associando all’isoperimetria delle figure<br />

l’equiestensione delle stesse, alla diversità della forma la diversità delle aree,<br />

confondendo il contorno della figura con la <strong>su</strong>perficie da esso racchiusa. Queste<br />

difficoltà sono state riscontrate anche nei bambini che conoscevano<br />

mnemonicamente le formule.<br />

A partire dai dati ricavati dalla prova d’ingresso ho, quindi strutturato il mio<br />

intervento didattico, volto ad analizzare in maniera approfondita i concetti di<br />

perimetro e area, mettendo in luce le differenze tra i due, corredando ogni<br />

spiegazione con esempi di natura pratica e situazioni problematiche tratte dalla vita<br />

reale, accattivanti e stuzzicanti.<br />

Avendo constatato, durante il pre-test, che i maggiori dubbi si annidavano nel<br />

concetto di area, dopo un breve riepilogo <strong>su</strong>l concetto di perimetro, mi sono<br />

soffermato ampiamente <strong>su</strong> quello più problematico di area.<br />

37


Dal momento che i bambini avevano già affrontato questo argomento con la loro<br />

insegnante, durante la mia trattazione, ho voluto analizzare in maniera più critica la<br />

questione, soffermandomi più che <strong>su</strong>lle formule <strong>su</strong>i processi.<br />

Per iniziare, ho chiesto loro quale fosse il perimetro del loro banco e quale fosse,<br />

invece, la <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie. A questa domanda, si è levato un coro di voci che indicava<br />

come perimetro il contorno del banco e come <strong>su</strong>perficie la parte verde racchiusa dal<br />

contorno. Sono seguiti numerosi altri esempi di natura concreta, del tipo indicare<br />

perimetro e <strong>su</strong>perficie della lavagna, della finestra, della cattedra…, constatando che<br />

gli stessi bambini che, durante il test d’ingresso, avevano manifestato grande<br />

confusione tra i concetti di perimetro e area, in realtà, con oggetti di natura pratica<br />

sembravano non mostrare dubbi <strong>su</strong>lla distinzione tra perimetro e <strong>su</strong>perficie. A questo<br />

punto, avendo chiara questa distinzione, sono passato a considerare la mi<strong>su</strong>ra della<br />

<strong>su</strong>perficie, ovvero l’area.<br />

Ho preferito iniziare prendendo in considerazione come figura geometrica il<br />

rettangolo, sia perché questa forma trova riscontro <strong>nella</strong> maggior parte degli oggetti<br />

presi in considerazione, sia perché dall’area del rettangolo si possono fare derivare le<br />

regole per il calcolo delle altre figure geometriche.<br />

Dopo aver disegnato alla lavagna un<br />

rettangolo, chiedo loro come facciamo a mi<strong>su</strong>rarne<br />

la <strong>su</strong>perficie. A tal proposito qualcuno è<br />

intervenuto ripetendo la formula mnemonicamente.<br />

Volendo andare più a fondo, in modo da rendere chiaro il concetto a tutti, ho<br />

chiesto di motivarla, ma, ovviamente, nes<strong>su</strong>no ha saputo darmi una spiegazione<br />

logica <strong>su</strong>lla provenienza di tale formula. Di conseguenza, per prima cosa, ho<br />

<strong>su</strong>ddiviso il rettangolo in quadrati unitari, ponendo nuovamente la stessa domanda e<br />

facendo notare loro che mi<strong>su</strong>rare la <strong>su</strong>perficie di questo rettangolo vuol dire stabilire<br />

quante volte una unità di mi<strong>su</strong>ra è contenuta <strong>nella</strong><br />

<strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie , ovvero quante volte il quadratino<br />

unitario è contenuto nel rettangolo.<br />

In un primo momento abbiamo contato insieme i 15<br />

quadratini, in cui era stato <strong>su</strong>ddiviso il rettangolo;<br />

dopodiché ho fatto notare loro che potevamo pervenire alla stessa conclusione<br />

38


contando i quadratini della base e moltiplicando il numero di questi per il numero<br />

delle file.<br />

A questo punto, ho evidenziato e sottolineato il fatto che il numero delle file, tre,<br />

coincide con il numero dei quadratini disposti lungo l’altezza, giustificando la<br />

formula. Chiarito ciò, ho ripetuto l’esercizio<br />

scegliendo quadratini unitari di dimensioni<br />

diverse e calcolando ogni volta la <strong>su</strong>perficie, per<br />

evitare di standardizzare <strong>su</strong>bito l’unità di mi<strong>su</strong>ra<br />

come il cm 2 .<br />

In ultima analisi, ho proposto di scegliere il quadratino unitario di lato 1 cm,<br />

pervenendo quindi alla definizione di cm 2 .<br />

Di conseguenza, è stato immediato giustificare le formule per il calcolo dell’area, sia<br />

nel caso del quadrato, essendo questo un rettangolo con<br />

base l e altezza l, sia nel caso del triangolo, che può essere<br />

ricavato tagliando a metà il rettangolo secondo la diagonale,<br />

spiegando la formula (b*h):2.<br />

39


Nel caso del parallelogramma, per giustificare, invece, il fatto che, per il calcolo<br />

dell’area, abbia la stessa formula del rettangolo, ho fatto notare loro che spostando il<br />

triangolo bianco, ricavato, tracciando l’altezza del parallelogramma, in coda al<br />

parallelogramma, si ottiene nuovamente il rettangolo.<br />

Conclusa questa prima parte, sono passato ad approfondire l’argomento nel caso<br />

di figure dal contorno poligonale, ma non regolare. A questo proposito, ho posto un<br />

simpatico quesito, per far notare loro come, in questo caso, sia più indicato dividere<br />

la figura secondo figure note, delle quali sia semplice calcolare l’area.<br />

Alla domanda da me posta, sono riemerse le stesse<br />

problematiche già emerse nel test d’ingresso, quindi, ho<br />

<strong>su</strong>ddiviso inizialmente il quadrato esterno in due parti,<br />

ottenendo due rettangoli.<br />

Il secondo lasciava facilmente intuire di essere costituito da<br />

due triangoli uguali, mentre per il primo rettangolo questa<br />

considerazione non era ancora immediata.<br />

40


Di conseguenza, ho diviso il primo rettangolo in due<br />

quadrati, facendo notare che i due quadrati, a loro volta,<br />

ri<strong>su</strong>ltano costituiti da due triangoli uguali, pervenendo<br />

rapidamente alla conclusione che la parte con i fiori e quella con<br />

il prato sono uguali.<br />

A questo punto, sono passato a considerare, in modo quasi analogo, figure dal<br />

contorno non poligonale, dicendo loro che, in questi casi basta considerare una<br />

spezzata chiusa il cui contorno si avvicini il più possibile a quello dato per poi<br />

procedere come sopra.<br />

Conclusa la mia parentesi riepilogativa di approfondimento, ho somministrato<br />

loro nuovamente le schede proposte all’inizio, ottenendo questa volta ri<strong>su</strong>ltati di<br />

gran lunga migliori, come si evince dai commenti posti a seguito delle schede.<br />

41


3.3 Scopi dei gruppi di schede proposte<br />

Con i gruppi di schede che ho proposto ai bambini, durante la fase della<br />

sperimentazione, per confrontare le aree di <strong>su</strong>perfici a contorno poligonale, mi sono<br />

posto i seguenti obiettivi:<br />

• stabilire l’indipendenza concettuale tra “area” e “perimetro”;<br />

• stabilire l’eventuale conoscenza ed il relativo uso delle formule per il calcolo<br />

di aree di <strong>su</strong>perfici a contorno poligonale;<br />

• stabilire se la conoscenza delle formule è semplicemente un fatto mnemonico<br />

oppure se i ragazzi hanno appreso il concetto di area per quanto riguarda<br />

l’equiscomponibilità.<br />

Quest’ultimo obiettivo è messo particolarmente in risalto dall’ultimo gruppo di<br />

schede proposte, dal momento che, in questo caso, si chiede al bambino di dare una<br />

valutazione di aree di figure meno standardizzate. In questo caso è necessario avere<br />

un’idea ben chiara del concetto di area, in quanto non basta la semplice applicazione<br />

di formule, dal momento che prima occorre scomporre le figure secondo figure note.<br />

42


3.4 Scopi del I gruppo di schede<br />

Inizialmente ho voluto prendere in considerazione le figure più semplici per<br />

avviare i bambini a riflettere <strong>su</strong>l concetto di area, ovvero i quadrilateri, essendo<br />

questi le prime figure che si propongono ai bambini quando si iniziano a trattare i<br />

concetti di perimetro e area.<br />

In particolare, le prime tre schede riguardano quadrilateri aventi quattro lati<br />

uguali, ovvero sono partita considerando un quadrato che ho <strong>su</strong>ccessivamente<br />

“schiacciato”, diminuendo la <strong>su</strong>a area e mantenendo costante il perimetro.<br />

Le altre tre schede comprendono, invece, quadrilateri, non più con quattro lati<br />

uguali, ma con i lati a due a due uguali, ovvero, come prima, sono partita da un<br />

rettangolo che ho <strong>su</strong>ccessivamente “schiacciato”, diminuendo la <strong>su</strong>a area e<br />

mantenendo costante il perimetro.<br />

Rias<strong>su</strong>mendo, con questo primo gruppo di schede proposte ai bambini, ho posto<br />

a confronto diverse figure, tenendo costante il perimetro e facendo variare l’area, allo<br />

scopo di verificare se <strong>nella</strong> mente del bambino i concetti di area e perimetro sono tra<br />

loro indipendenti.<br />

43


Scheda 1<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

44


Scheda 2<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

45


Scheda 3<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

46


3.5 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del primo gruppo<br />

Strategia n°1: esatta<br />

di schede proposte (I tipologia)<br />

Il bambino dopo avere osservato le figure, ne mi<strong>su</strong>ra le dimensioni col righello e<br />

applica correttamente la formula per il calcolo dell’area pervenendo alla conclusione<br />

che le due figure hanno area diversa.<br />

Strategia n°2: errata<br />

Il bambino mi<strong>su</strong>rando le figure si rende conto che hanno lo stesso perimetro e deduce<br />

che hanno la stessa area.<br />

Strategia n°3: errata<br />

Il bambino perviene alla conclusione che le due figure hanno la stessa area perché<br />

mi<strong>su</strong>rando i lati con il righello constata che sono uguali però <strong>nella</strong> prima i lati sono<br />

diritti e <strong>nella</strong> seconda i lati sono obliqui.<br />

Strategia n°4: esatta<br />

Il bambino constata che sebbene le due figure abbiano lati uguali, la seconda si è<br />

ottenuta schiacciando la prima e di conseguenza la <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie è inferiore.<br />

Strategia n°5: errata<br />

Il bambino confrontando le due figure pensa che mettendo i lati della seconda figura<br />

diritti si ottengono due figure uguali che hanno pertanto la stessa area.<br />

Strategia n°6: errata<br />

Il bambino dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re che gli occorrono per il calcolo<br />

dell’area, sbaglia nell’applicare la formula per la seconda figura, confondendo<br />

l’altezza con il lato.<br />

47


Strategia n°7: esatta<br />

Il bambino confronta ad occhio le due figure pervenendo alla conclusione che <strong>nella</strong><br />

seconda lo spazio bianco racchiuso dalle linee è inferiore rispetto alla prima.<br />

Strategia n°8: esatta<br />

Il bambino, servendosi di strumenti alternativi al righello (dito, penna,…), confronta<br />

le due figure rendendosi conto che si tratta di figure che hanno la stessa base ma<br />

altezza diversa e pertanto la loro area differisce.<br />

Strategia n°9: errata<br />

Il bambino pensa che le due figure abbiano la stessa area perché osservandole si<br />

rende conto che si tratta di un quadrato e di un rombo e pensa che il rombo non sia<br />

altro che un quadrato messo di traverso.<br />

Strategia n°10: errata<br />

Il bambino constata che le due figure hanno i lati della stessa dimensione, solo che la<br />

seconda appare inclinata rispetto alla prima, concludendo che hanno la stessa area.<br />

48


16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni 8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

18<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni 8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

Grafici della sperimentazione<br />

Esiti scheda 1<br />

1 2 3 4 5 6 7 8<br />

strategie<br />

Esiti scheda 2<br />

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10<br />

strategie<br />

Esiti scheda 3<br />

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10<br />

strategie<br />

pre-test<br />

test<br />

pre-test<br />

test<br />

pre-test<br />

test<br />

49


3.6 Osservazioni finali<br />

Da questo primo gruppo di schede, si evince come nel pre-test la maggior parte<br />

dei bambini abbia mostrato grande confusione tra i concetti di area e perimetro.<br />

Infatti, per la prima scheda:<br />

• Solo in 4 hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 10 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 2 alunni hanno risposto che le due figure hanno la stessa area perché<br />

mi<strong>su</strong>rando i lati con il righello ri<strong>su</strong>ltano uguali, però <strong>nella</strong> prima i lati sono<br />

diritti e <strong>nella</strong> seconda i lati sono obliqui;<br />

• 8 di essi, dopo aver confrontato le due figure, hanno risposto che mettendo i<br />

lati della seconda figura diritti si ottengono due figure uguali aventi la stessa<br />

area;<br />

• altri 8 dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re per il calcolo dell’area, hanno<br />

sbagliato ad applicare la formula per la seconda figura, confondendo l’altezza<br />

con il lato;<br />

• 1 bambino confrontando le due figure si è reso conto che si tratta di figure<br />

che hanno la stessa base ma altezza diversa e pertanto la loro area differisce.<br />

Per la seconda scheda:<br />

• gli stessi 4 hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 8 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 5 alunni hanno risposto che le due figure hanno la stessa area perché<br />

mi<strong>su</strong>rando i lati con il righello ri<strong>su</strong>ltano uguali, però <strong>nella</strong> prima i lati sono<br />

diritti e <strong>nella</strong> seconda i lati sono obliqui;<br />

• 5 di essi, dopo aver confrontato le due figure, hanno risposto che mettendo i<br />

lati della seconda figura diritti si ottengono due figure uguali aventi la stessa<br />

area;<br />

50


• altri 6 dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re per il calcolo dell’area, hanno<br />

sbagliato ad applicare la formula per la seconda figura, confondendo l’altezza<br />

con il lato;<br />

• 1 bambino confrontando le due figure si è reso conto che si tratta di figure<br />

che hanno la stessa base ma altezza diversa e pertanto la loro area differisce;<br />

• 1 bambino ha risposto che le due figure hanno la stessa area perché<br />

osservandole si rende conto che si tratta di un quadrato e di un rombo e ha<br />

ritenuto che il rombo non è altro che un quadrato messo di traverso;<br />

• 3 bambini hanno notato che le due figure hanno i lati della stessa dimensione,<br />

solo che la seconda appare inclinata rispetto alla prima, concludendo che<br />

hanno la stessa area.<br />

Per la terza scheda:<br />

• gli stessi 4 hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 8 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 5 alunni hanno risposto che le due figure hanno la stessa area perché<br />

mi<strong>su</strong>rando i lati con il righello ri<strong>su</strong>ltano uguali;<br />

• 5 di essi, dopo aver confrontato le due figure, hanno risposto che mettendo i<br />

lati della seconda figura diritti si ottengono due figure uguali aventi la stessa<br />

area;<br />

• altri 6 dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re per il calcolo dell’area, hanno<br />

sbagliato ad applicare la formula per la seconda figura, confondendo l’altezza<br />

con il lato;<br />

• 1 bambino confrontando le due figure si è reso conto che si tratta di figure<br />

che hanno la stessa base ma altezza diversa e pertanto la loro area differisce;<br />

• 1 bambino ha risposto che le due figure hanno la stessa area perché<br />

osservandole si rende conto che si tratta di un quadrato e di un rombo e ha<br />

ritenuto che il rombo non è altro che un quadrato messo di traverso;<br />

51


• 3 bambini hanno notato che le due figure hanno i lati della stessa dimensione,<br />

solo che la seconda appare inclinata rispetto alla prima, concludendo che<br />

hanno la stessa area.<br />

Visti gli esiti del pre-test, durante il mio intervento didattico ho voluto<br />

approfondire in modo più critico l’argomento puntualizzando la differenza tra i<br />

concetti perimetro e area, come scritto sopra. Dopo la mia trattazione, le risposte alle<br />

schede sono state le seguenti:<br />

per la prima scheda:<br />

• 15 bambini hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 5 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 1 bambino ha notato che sebbene le due figure abbiano lati uguali, la seconda<br />

si è ottenuta schiacciando la prima e di conseguenza la <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie è<br />

inferiore.<br />

• 3 di essi, dopo aver confrontato le due figure, hanno risposto che mettendo i<br />

lati della seconda figura diritti si ottengono due figure uguali aventi la stessa<br />

area;<br />

• altri 5 dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re per il calcolo dell’area, hanno<br />

sbagliato ad applicare la formula per la seconda figura, confondendo l’altezza<br />

con il lato;<br />

• 4 bambini confrontando le due figure si sono resi conto che si tratta di figure<br />

che hanno la stessa base ma altezza diversa e pertanto la loro area differisce.<br />

Per la seconda scheda:<br />

• 17 bambini hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 3 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

52


• 1 alunno ha risposto che le due figure hanno la stessa area perché mi<strong>su</strong>rando i<br />

lati con il righello ri<strong>su</strong>ltano uguali, però <strong>nella</strong> prima i lati sono diritti e <strong>nella</strong><br />

seconda i lati sono obliqui;<br />

• 2 bambini hanno notato che sebbene le due figure abbiano lati uguali, la<br />

seconda si è ottenuta schiacciando la prima e di conseguenza la <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie<br />

è inferiore;<br />

• 4 bambini dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re per il calcolo dell’area, hanno<br />

sbagliato ad applicare la formula per la seconda figura, confondendo l’altezza<br />

con il lato;<br />

• 4 bambini confrontando le due figure si sono resi conto che si tratta di figure<br />

che hanno la stessa base ma altezza diversa e pertanto la loro area differisce;<br />

• 2 bambini hanno notato che le due figure hanno i lati della stessa dimensione,<br />

solo che la seconda appare inclinata rispetto alla prima, concludendo che<br />

hanno la stessa area.<br />

Per la terza scheda:<br />

• 16 bambini hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 3 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 1 alunno ha risposto che le due figure hanno la stessa area perché mi<strong>su</strong>rando i<br />

lati con il righello ri<strong>su</strong>ltano uguali;<br />

• 2 bambini hanno notato che sebbene le due figure abbiano lati uguali, la<br />

seconda si è ottenuta schiacciando la prima e di conseguenza la <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie<br />

è inferiore;<br />

• altri 5 dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re per il calcolo dell’area, hanno<br />

sbagliato ad applicare la formula per la seconda figura, confondendo l’altezza<br />

con il lato;<br />

• 4 bambini, servendosi di strumenti alternativi al righello (dito, penna,…),<br />

confronta le due figure rendendosi conto che si tratta di figure che hanno la<br />

stessa base ma altezza diversa e pertanto la loro area differisce;<br />

53


• 2 bambini hanno notato che le due figure hanno i lati della stessa dimensione,<br />

solo che la seconda appare inclinata rispetto alla prima, concludendo che<br />

hanno la stessa area.<br />

54


Scheda 4<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

55


Scheda 5<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

56


Scheda 6<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

57


3.7 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del primo gruppo<br />

di schede proposte (II tipologia)<br />

Strategia n°1: esatta<br />

Il bambino dopo avere osservato le figure, ne mi<strong>su</strong>ra le dimensioni col righello e<br />

applica correttamente la formula per il calcolo dell’area pervenendo alla conclusione<br />

che le due figure hanno area diversa.<br />

Strategia n°2: errata<br />

Il bambino mi<strong>su</strong>rando le figure si rende conto che hanno lo stesso perimetro e deduce<br />

che hanno la stessa area.<br />

Strategia n°3: errata<br />

Il bambino perviene alla conclusione che le due figure hanno la stessa area perché<br />

mi<strong>su</strong>rando i lati con il righello constata che sono uguali però <strong>nella</strong> prima i lati sono<br />

diritti e <strong>nella</strong> seconda i lati sono obliqui.<br />

Strategia n°4: esatta<br />

Il bambino constata che sebbene le due figure abbiano lati a due a due uguali, la<br />

seconda si è ottenuta schiacciando la prima e di conseguenza la <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie è<br />

inferiore.<br />

Strategia n°5: errata<br />

Il bambino confrontando le due figure pensa che mettendo i lati della seconda figura<br />

diritti si ottengono due figure uguali che hanno pertanto la stessa area.<br />

Strategia n°6: errata<br />

Il bambino dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re che gli occorrono per il calcolo<br />

dell’area, sbaglia nell’applicare la formula per la seconda figura, confondendo<br />

l’altezza con il lato.<br />

58


Strategia n°7: esatta<br />

Il bambino confronta ad occhio le due figure pervenendo alla conclusione che <strong>nella</strong><br />

seconda lo spazio bianco racchiuso dalle linee è inferiore rispetto alla prima.<br />

Strategia n°8: esatta<br />

Il bambino, servendosi di strumenti alternativi al righello (dito, penna,…), confronta<br />

le due figure rendendosi conto che si tratta di figure che hanno la stessa base ma<br />

altezza diversa e pertanto la loro area differisce.<br />

Strategia n°9: errata<br />

Il bambino constata che le due figure hanno i lati della stessa dimensione, solo che la<br />

seconda appare inclinata rispetto alla prima, concludendo che hanno la stessa area.<br />

59


16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni 8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

18<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni 8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

Grafici della sperimentazione<br />

Esiti scheda 4<br />

1 2 3 4 5 6 7 8<br />

strategie<br />

Esiti scheda 5<br />

1 2 3 4 5<br />

strategie<br />

6 7 8 9<br />

Esiti scheda 6<br />

1 2 3 4 5<br />

strategie<br />

6 7 8 9<br />

pre-test<br />

test<br />

pre-test<br />

test<br />

pre-test<br />

test<br />

60


3.8 Osservazioni finali<br />

Anche per queste tre schede gli esiti del pre-test hanno messo in luce una grande<br />

confusione tra i concetti di area e perimetro, infatti:<br />

Per la quarta scheda<br />

• Solo in 4 hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 10 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 2 alunni hanno risposto che le due figure hanno la stessa area perché<br />

mi<strong>su</strong>rando i lati con il righello ri<strong>su</strong>ltano uguali, però <strong>nella</strong> prima i lati sono<br />

diritti e <strong>nella</strong> seconda i lati sono obliqui;<br />

• 8 di essi, dopo aver confrontato le due figure, hanno risposto che mettendo i<br />

lati della seconda figura diritti si ottengono due figure uguali aventi la stessa<br />

area;<br />

• altri 8 dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re per il calcolo dell’area, hanno<br />

sbagliato ad applicare la formula per la seconda figura, confondendo l’altezza<br />

con il lato;<br />

• 1 bambino confrontando le due figure si è reso conto che si tratta di figure<br />

che hanno la stessa base ma altezza diversa e pertanto la loro area differisce.<br />

Per la quinta scheda:<br />

• gli stessi 4 hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 8 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 5 alunni hanno risposto che le due figure hanno la stessa area perché<br />

mi<strong>su</strong>rando i lati con il righello ri<strong>su</strong>ltano uguali, però <strong>nella</strong> prima i lati sono<br />

diritti e <strong>nella</strong> seconda i lati sono obliqui;<br />

• 6 di essi, dopo aver confrontato le due figure, hanno risposto che mettendo i<br />

lati della seconda figura diritti si ottengono due figure uguali aventi la stessa<br />

area;<br />

61


• altri 6 dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re per il calcolo dell’area, hanno<br />

sbagliato ad applicare la formula per la seconda figura, confondendo l’altezza<br />

con il lato;<br />

• 1 bambino confrontando le due figure si è reso conto che si tratta di figure<br />

che hanno la stessa base ma altezza diversa e pertanto la loro area differisce;<br />

• 3 bambini hanno notato che le due figure hanno i lati della stessa dimensione,<br />

solo che la seconda appare inclinata rispetto alla prima, concludendo che<br />

hanno la stessa area.<br />

Per la sesta scheda:<br />

• gli stessi 4 hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 8 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 5 alunni hanno risposto che le due figure hanno la stessa area perché<br />

mi<strong>su</strong>rando i lati con il righello ri<strong>su</strong>ltano uguali;<br />

• 6 di essi, dopo aver confrontato le due figure, hanno risposto che mettendo i<br />

lati delle figure diritti si ottengono due figure uguali aventi la stessa area;<br />

• altri 6 dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re per il calcolo dell’area, hanno<br />

sbagliato ad applicare la formula per la seconda figura, confondendo l’altezza<br />

con il lato;<br />

• 1 bambino confrontando le due figure si è reso conto che si tratta di figure<br />

che hanno la stessa base ma altezza diversa e pertanto la loro area differisce;<br />

• 3 bambini hanno notato che le due figure hanno i lati della stessa dimensione,<br />

solo che la seconda appare inclinata rispetto alla prima, concludendo che<br />

hanno la stessa area.<br />

Dopo la mia trattazione, le risposte alle schede sono state le seguenti:<br />

per la quarta scheda:<br />

• 15 bambini hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

62


• 5 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 1 bambino ha notato che sebbene le due figure abbiano lati uguali, la seconda<br />

si è ottenuta schiacciando la prima e di conseguenza la <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie è<br />

inferiore.<br />

• 3 di essi, dopo aver confrontato le due figure, hanno risposto che mettendo i<br />

lati della seconda figura diritti si ottengono due figure uguali aventi la stessa<br />

area;<br />

• altri 5 dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re per il calcolo dell’area, hanno<br />

sbagliato ad applicare la formula per la seconda figura, confondendo l’altezza<br />

con il lato;<br />

• 4 bambini confrontando le due figure si sono resi conto che si tratta di figure<br />

che hanno la stessa base ma altezza diversa e pertanto la loro area differisce.<br />

Per la quinta scheda:<br />

• 17 bambini hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 3 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 1 alunno ha risposto che le due figure hanno la stessa area perché mi<strong>su</strong>rando i<br />

lati con il righello ri<strong>su</strong>ltano uguali, però <strong>nella</strong> prima i lati sono diritti e <strong>nella</strong><br />

seconda i lati sono obliqui;<br />

• 2 bambini hanno notato che sebbene le due figure abbiano lati uguali, la<br />

seconda si è ottenuta schiacciando la prima e di conseguenza la <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie<br />

è inferiore;<br />

• 4 bambini dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re per il calcolo dell’area, hanno<br />

sbagliato ad applicare la formula per la seconda figura, confondendo l’altezza<br />

con il lato;<br />

• 4 bambini confrontando le due figure si sono resi conto che si tratta di figure<br />

che hanno la stessa base ma altezza diversa e pertanto la loro area differisce;<br />

63


• 2 bambini hanno notato che le due figure hanno i lati della stessa dimensione,<br />

solo che la seconda appare inclinata rispetto alla prima, concludendo che<br />

hanno la stessa area.<br />

Per la sesta scheda:<br />

• 16 bambini hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 3 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 1 alunno ha risposto che le due figure hanno la stessa area perché mi<strong>su</strong>rando i<br />

lati con il righello ri<strong>su</strong>ltano uguali;<br />

• 2 bambini hanno notato che sebbene le due figure abbiano lati uguali, la<br />

seconda si è ottenuta schiacciando la prima e di conseguenza la <strong>su</strong>a <strong>su</strong>perficie<br />

è inferiore;<br />

• altri 5 dopo avere effettuato tutte le mi<strong>su</strong>re per il calcolo dell’area, hanno<br />

sbagliato ad applicare la formula per la seconda figura, confondendo l’altezza<br />

con il lato;<br />

• 4 bambini, servendosi di strumenti alternativi al righello (dito, penna,…),<br />

confronta le due figure rendendosi conto che si tratta di figure che hanno la<br />

stessa base ma altezza diversa e pertanto la loro area differisce;<br />

• 2 bambini hanno notato che le due figure hanno i lati della stessa dimensione,<br />

solo che la seconda appare inclinata rispetto alla prima, concludendo che<br />

hanno la stessa area.<br />

64


3.9 Scopi del II gruppo di schede<br />

In questo secondo gruppo di schede ho preso in considerazione una serie di sei<br />

triangoli, in cui ho mantenuto costante l’area e fatto variare il perimetro, con lo scopo<br />

di stabilire se c’è confusione nell’apprendimento del concetto di area e fino a che<br />

punto questo apprendimento è legato al concetto di perimetro.<br />

Le prime tre schede comprendono triangoli isosceli costruiti dimezzando<br />

<strong>su</strong>ccessivamente la base e raddoppiando l’altezza, in modo da mantenere costante<br />

l’area.<br />

Nelle altre tre schede ho preso in considerazione triangoli scaleni, costruiti facendo<br />

variare opportunamente la base e l’altezza, in modo che le figure siano comunque<br />

equivalenti.<br />

Questo secondo gruppo di schede è stato inserito per poter fare un confronto tra<br />

le risposte che i ragazzi daranno per le schede del primo gruppo, cioè per figure<br />

isoperimetriche, e quelle che daranno per questo gruppo, cioè per figure equivalenti.<br />

65


Scheda 7<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

66


Scheda 8<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

67


Scheda 9<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

68


3.10 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del secondo<br />

Strategia n°1: esatta<br />

gruppo di schede proposte (I tipologia)<br />

Il bambino effettua le mi<strong>su</strong>re della base e dell’altezza, in entrambi i casi, e applica<br />

correttamente la formula per il calcolo dell’area pervenendo alla conclusione che le<br />

due figure hanno la stessa area.<br />

Strategia n°2: errata<br />

Il bambino, mi<strong>su</strong>rando i lati, si rende conto che le due figure hanno diverso perimetro<br />

deducendo che anche l’area è diversa.<br />

Strategia n°3: esatta<br />

Il bambino immaginando che la seconda figura sia stata ottenuta allungando la prima,<br />

deduce che le due figure hanno la stessa area.<br />

Strategia n°4: errata<br />

Il bambino osserva le figure constatando che i lati sono diversi e deduce che anche la<br />

loro area è diversa.<br />

Strategie n°5: esatta<br />

Il bambino, dopo avere effettuato in entrambi i casi le mi<strong>su</strong>re della base e<br />

dell’altezza, utilizzando strumenti anche alternativi al righello, si rende conto <strong>nella</strong><br />

seconda figura è stata dimezzata la base e raddoppiata l’altezza e che pertanto l’area<br />

è rimasta invariata.<br />

Strategia n°6: errata<br />

Il bambino deduce che le figure hanno area diversa perché confrontandole ad occhio<br />

lo spazio della seconda gli appare maggiore trattandosi di una figura più lunga.<br />

69


Strategia n°7: errata<br />

Il bambino da la risposta corretta, applicando la formula in modo errato.<br />

70


18<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

18<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

18<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

Grafici sperimentazione<br />

Esiti scheda 7<br />

1 2 3 4<br />

strategie<br />

5 6 7<br />

Esiti scheda 8<br />

1 2 3 4<br />

strategie<br />

5 6 7<br />

Esiti scheda 9<br />

1 2 3 4<br />

strategie<br />

5 6 7<br />

pre-test<br />

test<br />

pre-test<br />

test<br />

pre-test<br />

test<br />

71


Per la settima scheda<br />

3.11 Osservazioni finali<br />

• Solo in 2 hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 12 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 9 alunni constatando che i lati sono diversi hanno dedotto che anche la loro<br />

area è diversa;<br />

• 5 hanno risposto che le figure hanno area diversa perché confrontandole ad<br />

occhio lo spazio della seconda appare maggiore trattandosi di una figura più<br />

lunga;<br />

• 5 hanno risposto in modo corretto, ma hanno sbagliato ad applicare la<br />

formula.<br />

Per l’ottava scheda<br />

• Gli stessi in 2 hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 9 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 8 alunni constatando che i lati sono diversi hanno dedotto che anche la loro<br />

area è diversa;<br />

• 10 hanno risposto che le figure hanno area diversa perché confrontandole ad<br />

occhio lo spazio della seconda appare maggiore trattandosi di una figura più<br />

lunga;<br />

• 4 hanno risposto in modo corretto, ma hanno sbagliato ad applicare la<br />

formula.<br />

Per la nona scheda<br />

• Gli stessi 2 hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

72


• 9 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 8 alunni constatando che i lati sono diversi hanno dedotto che anche la loro<br />

area è diversa;<br />

• 10 hanno risposto che le figure hanno area diversa perché confrontandole ad<br />

occhio lo spazio della seconda appare maggiore trattandosi di una figura più<br />

lunga;<br />

• 4 hanno risposto in modo corretto, ma hanno sbagliato ad applicare la<br />

formula.<br />

Dopo la mia trattazione, le risposte alle schede sono state le seguenti:<br />

Per la settima scheda<br />

• 18 alunni hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 3 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 2 alunni hanno immaginato che la seconda figura sia stata ottenuta<br />

allungando la prima, deducendo che le due figure hanno la stessa area;<br />

• 2 bambini, constatando che i lati sono diversi, hanno dedotto che anche la<br />

loro area è diversa;<br />

• 2 dopo avere mi<strong>su</strong>rato la base e l’altezza, hanno constatato che <strong>nella</strong> seconda<br />

figura è stata dimezzata la base e raddoppiata l’altezza e che pertanto l’area è<br />

rimasta invariata;<br />

• 3 hanno risposto che le figure hanno area diversa perché confrontandole ad<br />

occhio lo spazio della seconda appare maggiore trattandosi di una figura più<br />

lunga;<br />

• 3 hanno risposto in modo corretto, ma hanno sbagliato ad applicare la<br />

formula.<br />

73


Per l’ottava scheda<br />

• 18 alunni hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 3 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 2 alunni hanno immaginato che la seconda figura sia stata ottenuta<br />

allungando la prima, deducendo che le due figure hanno la stessa area;<br />

• 2 bambini, constatando che i lati sono diversi, hanno dedotto che anche la<br />

loro area è diversa;<br />

• 2 dopo avere mi<strong>su</strong>rato la base e l’altezza, hanno constatato che <strong>nella</strong> seconda<br />

figura è stata dimezzata la base e raddoppiata l’altezza e che pertanto l’area è<br />

rimasta invariata;<br />

• 3 hanno risposto che le figure hanno area diversa perché confrontandole ad<br />

occhio lo spazio della seconda appare maggiore trattandosi di una figura più<br />

lunga;<br />

• 3 hanno risposto in modo corretto, ma hanno sbagliato ad applicare la<br />

formula;<br />

Per la nona scheda<br />

• 18 alunni hanno adoperato correttamente la formula pervenendo alla<br />

conclusione esatta;<br />

• 3 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 2 alunni hanno immaginato che la seconda figura sia stata ottenuta<br />

allungando la prima, deducendo che le due figure hanno la stessa area;<br />

• 2 bambini, constatando che i lati sono diversi, hanno dedotto che anche la<br />

loro area è diversa;<br />

• 2 dopo avere mi<strong>su</strong>rato la base e l’altezza, hanno constatato che <strong>nella</strong> seconda<br />

figura è stata dimezzata la base e raddoppiata l’altezza e che pertanto l’area è<br />

rimasta invariata;<br />

74


• 3 hanno risposto che le figure hanno area diversa perché confrontandole ad<br />

occhio lo spazio della seconda appare maggiore trattandosi di una figura più<br />

lunga;<br />

• 3 hanno risposto in modo corretto, ma hanno sbagliato ad applicare la<br />

formula;<br />

75


Scheda 10<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

76


Scheda11<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

77


Scheda 12<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

78


3.12 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del secondo<br />

Strategia n°1: errata<br />

gruppo di schede proposte (II tipologia)<br />

Il bambino deduce che le figure hanno area diversa perché hanno perimetro diverso.<br />

Strategia n°2: errata<br />

Il bambino, trattandosi di triangoli dalla forma diversa e poco standardizzata, pensa<br />

che abbiano area diversa.<br />

Strategia n°3: esatta<br />

Il bambino confrontando ad occhio o con l’ausilio di strumenti occasionali (quante<br />

volte è contenuto il tappo della penna,..) le due figure si rende conto che lo spazio<br />

bianco racchiuso dalle linee è uguale in entrambi i casi.<br />

Strategia n°4: errata<br />

Il bambino, osservando le figure, pensa che nel secondo caso la figura sia più lunga,<br />

dal momento che gli spigoli sporgono più orizzontalmente, e deduce che la loro area<br />

è diversa<br />

Strategie n°5: errata<br />

Il bambino mi<strong>su</strong>ra correttamente la base ma nel mi<strong>su</strong>rare l’altezza la confonde con il<br />

lato, quindi applica la formula, pervenendo alla conclusione che le due figure hanno<br />

area diversa.<br />

Strategia n°6: esatta<br />

Il bambino effettua le mi<strong>su</strong>re della base e dell’altezza, in entrambi i casi, e applica<br />

correttamente la formula per il calcolo dell’area pervenendo alla conclusione che le<br />

due figure hanno la stessa area .<br />

79


Strategia n°7: errata<br />

Il bambino da la risposta corretta, applicando la formula in modo errato.<br />

80


16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni 8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni 8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

12<br />

10<br />

8<br />

numero alunni 6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

Grafici della sperimentazione<br />

Esiti scheda 10<br />

1 2 3 4<br />

strategie<br />

5 6 7<br />

Esiti scheda 11<br />

1 2 3 4<br />

strategie<br />

5 6 7<br />

Esiti scheda 12<br />

1 2 3 4<br />

strategie<br />

5 6 7<br />

pre-test<br />

test<br />

pre-test<br />

test<br />

pre-test<br />

test<br />

81


Per la decima scheda<br />

3.13 Osservazioni finali<br />

• 15 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 9 alunni hanno risposto che le due figure hanno area diversa poiché i<br />

triangoli in questione “sono diversi”, ovvero hanno forma diversa e poco<br />

standardizzata;<br />

• 5 hanno risposto che le due figure hanno area diversa poiché hanno pensato<br />

che la figura fosse più lunga, dal momento che gli spigoli sporgono più<br />

orizzontalmente;<br />

• 4 hanno mi<strong>su</strong>rato correttamente la base ma hanno confuso l’altezza con il<br />

lato, hanno poi applicato la formula, pervenendo alla conclusione che le due<br />

figure hanno area diversa;<br />

Per l’undicesima scheda<br />

• 14 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 3 alunni hanno risposto che le due figure hanno area diversa poiché i<br />

triangoli in questione “sono diversi”, ovvero hanno forma diversa e poco<br />

standardizzata;<br />

• 10 hanno risposto che le due figure hanno la stessa area, poiché la seconda si<br />

ottiene allungando la prima;<br />

• 2 hanno mi<strong>su</strong>rato correttamente la base ma hanno confuso l’altezza con il<br />

lato, hanno poi applicato la formula, pervenendo alla conclusione che le due<br />

figure hanno area diversa;<br />

• solo 2 bambini hanno applicato correttamente la formula per il calcolo<br />

dell’area pervenendo alla conclusione che le due figure hanno la stessa area;<br />

• 2 hanno risposto correttamene applicando la formula in modo errato.<br />

82


Per la dodicesima scheda<br />

• 8 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 9 alunni hanno risposto che le due figure hanno area diversa poiché i<br />

triangoli in questione “sono diversi”, ovvero hanno forma diversa e poco<br />

standardizzata;<br />

• 2 hanno risposto che le due figure hanno area diversa poiché hanno pensato<br />

che la figura fosse più lunga, dal momento che gli spigoli sporgono più<br />

orizzontalmente;<br />

• 4 hanno mi<strong>su</strong>rato correttamente la base ma hanno confuso l’altezza con il<br />

lato, hanno poi applicato la formula, pervenendo alla conclusione che le due<br />

figure hanno area diversa.<br />

Per quest’ultima scheda 10 bambini hanno risposto in modo diverso rispetto a<br />

quanto avevo ipotizzato nell’analisi a priori, sostenendo che le due figure<br />

avessero la stessa area in quanto girando (ruotando) la seconda figura si<br />

ottengono due figure uguali.<br />

Dopo la mia trattazione, le risposte alle schede sono state le seguenti:<br />

Per la decima scheda<br />

• 4 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 3 alunni hanno risposto che le due figure hanno area diversa poiché i<br />

triangoli in questione “sono diversi”, ovvero hanno forma diversa e poco<br />

standardizzata;<br />

• 12 hanno mi<strong>su</strong>rato correttamente la base ma hanno confuso l’altezza con il<br />

lato, hanno poi applicato la formula, pervenendo alla conclusione che le due<br />

figure hanno area diversa;<br />

• 14 bambini hanno applicato correttamente la formula per il calcolo dell’area<br />

pervenendo alla conclusione che le due figure hanno la stessa area;<br />

83


Per l’undicesima scheda<br />

• 4 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 4 hanno risposto che le due figure hanno la stessa area, poiché la seconda si<br />

ottiene allungando la prima;<br />

• 10 hanno mi<strong>su</strong>rato correttamente la base ma hanno confuso l’altezza con il<br />

lato, hanno poi applicato la formula, pervenendo alla conclusione che le due<br />

figure hanno area diversa;<br />

• 15 bambini hanno applicato correttamente la formula per il calcolo dell’area<br />

pervenendo alla conclusione che le due figure hanno la stessa area;<br />

Per la dodicesima scheda<br />

• 4 bambini hanno risposto che le figure considerate avevano la stessa area<br />

perché avevano lo stesso perimetro;<br />

• 3 alunni hanno risposto che le due figure hanno area diversa poiché i<br />

triangoli in questione “sono diversi”, ovvero hanno forma diversa e poco<br />

standardizzata;<br />

• 10 hanno mi<strong>su</strong>rato correttamente la base ma hanno confuso l’altezza con il<br />

lato, hanno poi applicato la formula, pervenendo alla conclusione che le due<br />

figure hanno area diversa;<br />

• 12 bambini hanno applicato correttamente la formula per il calcolo dell’area<br />

pervenendo alla conclusione che le due figure hanno la stessa area;<br />

Anche dopo il mio intervento 4 bambini hanno risposto che le due figure hanno<br />

la stessa area in quanto girando (ruotando) la seconda figura si ottengono due<br />

figure uguali.<br />

84


3.14 Scopi del III gruppo<br />

In questo gruppo di schede ho inserito figure geometriche che presentano maggiore<br />

difficoltà di quelle del primo e del secondo gruppo. Anche questa volta ho mantenuto<br />

l’area costante, facendo variare il perimetro, ma adesso si tratta di figure meno<br />

standardizzate e non note che possono confondere la mente dei bambini, abituati a<br />

studiare quasi esclusivamente poligoni regolari. In questo caso, non è <strong>su</strong>fficiente la<br />

mera applicazione delle formule imparate a memoria, in quanto si richiede dapprima<br />

di <strong>su</strong>ddividere le figure date secondo figure note, calcolare l’area di ciascuna di<br />

queste parti in cui è stata scomposta la figura <strong>su</strong>ccessivamente pervenire all’area<br />

della figura sommando i contributi parziali di ciascuna parte.<br />

Scopo di queste schede è quello di capire se è effettivamente chiaro il concetto di<br />

area.<br />

85


Scheda 13<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

86


Scheda 14<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

87


Scheda 15<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

88


3.15 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del terzo gruppo<br />

Strategia n°1: errata<br />

di schede proposte<br />

Il bambino constata che le figure hanno un numero diverso di lati e deduce che hanno<br />

area diversa<br />

Strategia n°2: errata<br />

Il bambino, trattandosi di figure dalla forma diversa e poco standardizzata, pensa che<br />

abbiano area diversa.<br />

Strategia n°3: esatta<br />

Il bambino scompone le figure secondo figure note per le quali riesce a calcolare<br />

l’area, applicando la formula; <strong>su</strong>ccessivamente effettuando le somme parziali<br />

constata che le figure sono equivalenti.<br />

Strategia n°4: errata<br />

Il bambino deduce che hanno area diversa poiché hanno perimetro diverso.<br />

Strategia n°5: errata<br />

Il bambino da la risposta corretta, utilizzando un procedimento errato.<br />

Strategia n°6: errata<br />

Il bambino scompone le figure secondo figure note per le quali riesce a calcolare<br />

l’area, ma non effettua le somme parziali pervenendo a una conclusione errata.<br />

89


16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni 8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

12<br />

10<br />

8<br />

numero alunni 6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni 8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

Grafici della sperimentazione<br />

Esiti scheda 13<br />

1 2 3 4 5 6<br />

strategie<br />

Esiti scheda 14<br />

1 2 3 4 5 6<br />

strategie<br />

Esiti scheda 15<br />

1 2 3 4 5 6<br />

strategie<br />

pre-test<br />

test<br />

pre-test<br />

test<br />

pre-test<br />

test<br />

90


Per la tredicesima scheda<br />

3.16 Osservazioni finali<br />

• 8 bambini hanno constatato che le figure hanno un numero diverso di lati,<br />

deducendo che hanno area diversa;<br />

• 16 alunni hanno risposto che le due figure hanno area diversa poiché “sono<br />

diverse”, ovvero hanno forma diversa e poco standardizzata;<br />

• 6 hanno risposto che hanno area diversa poiché hanno perimetro diverso.<br />

Per la quattordicesima scheda<br />

• 8 bambini hanno constatato che le figure hanno un numero diverso di lati,<br />

deducendo che hanno area diversa;<br />

• 16 alunni hanno risposto che le due figure hanno area diversa poiché “sono<br />

diverse”, ovvero hanno forma diversa e poco standardizzata;<br />

• 6 hanno risposto che hanno area diversa poiché hanno perimetro diverso.<br />

Per la quindicesima scheda<br />

• 8 bambini hanno constatato che le figure hanno un numero diverso di lati,<br />

deducendo che hanno area diversa;<br />

• 16 alunni hanno risposto che le due figure hanno area diversa poiché “sono<br />

diverse”, ovvero hanno forma diversa e poco standardizzata;<br />

• 6 hanno risposto che hanno area diversa poiché hanno perimetro diverso.<br />

Dopo la mia trattazione, le risposte alle schede sono state le seguenti:<br />

Per la tredicesima scheda<br />

• 2 bambini hanno constatato che le figure hanno un numero diverso di lati,<br />

deducendo che hanno area diversa;<br />

• 4 alunni hanno risposto che le due figure hanno area diversa poiché “sono<br />

diverse”, ovvero hanno forma diversa e poco standardizzata;<br />

• 10 hanno scomposto le figure secondo figure note per le quali sono riusciti a<br />

calcolare l’area, applicando la formula; <strong>su</strong>ccessivamente hanno effettuato le<br />

somme parziali, constatando che le figure sono equivalenti;<br />

91


• 2 hanno risposto che hanno area diversa poiché hanno perimetro diverso;<br />

• 12 bambini hanno scomposto le figure secondo figure note per le quali sono<br />

riusciti a calcolare l’area, ma non hanno effettuato le somme parziali<br />

pervenendo alla conclusione errata.<br />

Per la quattordicesima scheda<br />

• 2 bambini hanno constatato che le figure hanno un numero diverso di lati,<br />

deducendo che hanno area diversa;<br />

• 4 alunni hanno risposto che le due figure hanno area diversa poiché “sono<br />

diverse”, ovvero hanno forma diversa e poco standardizzata;<br />

• 10 hanno scomposto le figure secondo figure note per le quali sono riusciti a<br />

calcolare l’area, applicando la formula; <strong>su</strong>ccessivamente hanno effettuato le<br />

somme parziali, constatando che le figure sono equivalenti;<br />

• 2 hanno risposto che hanno area diversa poiché hanno perimetro diverso;<br />

• 12 bambini hanno scomposto le figure secondo figure note per le quali sono<br />

riusciti a calcolare l’area, ma non hanno effettuato le somme parziali<br />

pervenendo alla conclusione errata.<br />

Per la quindicesima scheda<br />

• 2 bambini hanno constatato che le figure hanno un numero diverso di lati,<br />

deducendo che hanno area diversa;<br />

• 4 alunni hanno risposto che le due figure hanno area diversa poiché “sono<br />

diverse”, ovvero hanno forma diversa e poco standardizzata;<br />

• 10 hanno scomposto le figure secondo figure note per le quali sono riusciti a<br />

calcolare l’area, applicando la formula; <strong>su</strong>ccessivamente hanno effettuato le<br />

somme parziali, constatando che le figure sono equivalenti;<br />

• 2 hanno risposto che hanno area diversa poiché hanno perimetro diverso;<br />

• 12 bambini hanno scomposto le figure secondo figure note per le quali sono<br />

riusciti a calcolare l’area, ma non hanno effettuato le somme parziali<br />

pervenendo alla conclusione errata.<br />

92


3.17 Scopi del IV gruppo di schede<br />

Questo gruppo di schede comprende figure irregolari, per le quali non è possibile<br />

l’applicazione di regole note. Lo scopo è quello di verificare se i bambini sono in<br />

grado di stabilire l’uguaglianza di aree utilizzando l’equiscomponibilità o<br />

introducendo un’opportuna unità di mi<strong>su</strong>ra. Mentre per le figure dei gruppi<br />

precedenti si può pervenire alla conclusione con l’utilizzo delle regole note, anche<br />

nel caso del precedente gruppo di schede, che comprende figure facilmente<br />

scomponibili secondo figure note, per questo gruppo bisogna iniziare a ragionare in<br />

modo diverso.<br />

93


Scheda 16<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

94


Scheda 17<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

95


Scheda 18<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

96


3.18 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del quarto<br />

Strategia n°1: errata<br />

gruppo di schede proposte<br />

Il bambino, trattandosi di figure dalla forma diversa e poco standardizzata, pensa che<br />

abbiano area diversa.<br />

Strategia n°2: esatta<br />

Il bambino scompone le figure in quadratini unitari e, dopo avere contato quanti<br />

quadratini contiene l’una e quanti l’altra, perviene alla conclusione che hanno area<br />

diversa.<br />

Strategia n°3: esatta<br />

Il bambino prova a vedere quante volte è contenuto un oggetto (temperamatite, tappo<br />

della penna, …) nell’una e quante nell’altra per poi stabilire che hanno area diversa.<br />

Strategia n°4: esatta<br />

Il bambino scompone le figure secondo figure note per le quali riesce a calcolare<br />

l’area, applicando la formula; <strong>su</strong>ccessivamente effettuando le somme parziali<br />

constata che le figure non sono equivalenti.<br />

Strategia n°5: errata<br />

Il bambino scompone le figure secondo figure note per le quali riesce a calcolare<br />

l’area, ma non effettua le somme parziali pervenendo a una conclusione errata.<br />

Strategia n°6: errata<br />

Il bambino constata che le figure hanno un numero diverso di lati e deduce che hanno<br />

area diversa<br />

97


Strategia n°7: errata<br />

Il bambino constata che le figure hanno perimetro diverso e deduce che hanno area<br />

diversa.<br />

98


18<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

numero alunni<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

Grafici della sperimentazione<br />

Esiti IV gruppo di schede<br />

1 2 3 4<br />

strategie<br />

5 6 7<br />

pre-test<br />

test<br />

99


Per il quarto gruppo di schede<br />

3.19 Osservazioni finali<br />

• 18 bambini hanno risposto che le figure hanno area diversa perché “sono<br />

diverse”, ovvero hanno forma diversa o poco standardizzata;<br />

• 10 alunni hanno constatato che le figure hanno un numero diverso di lati,<br />

deducendo che hanno area diversa;<br />

• 5 bambini hanno risposto che le figure hanno area diversa perché hanno<br />

perimetro diverso.<br />

Dopo la mia trattazione, le risposte alle schede sono state le seguenti:<br />

Per il quarto gruppo di schede<br />

• 4 bambini hanno risposto che le figure hanno area diversa perché “sono<br />

diverse”, ovvero hanno forma diversa o poco standardizzata;<br />

• 4 alunni hanno provato a vedere quante volte è contenuto un oggetto<br />

(temperamatite, tappo della penna, …) nell’una e quante nell’altra per poi<br />

stabilire che hanno area diversa;<br />

• 8 bambini hanno scomposto le figure secondo figure note, riuscendo a<br />

calcolarne l’area, applicando la formula; <strong>su</strong>ccessivamente hanno effettuato le<br />

somme parziali, constatando che le figure non sono equivalenti;<br />

• 12 bambini hanno scomposto le figure secondo figure note, per le quali sono<br />

riusciti a calcolarne l’area, ma non hanno effettuato le somme parziali<br />

pervenendo alla conclusione errata;<br />

• 2 alunni hanno constatato che le figure hanno un numero diverso di lati,<br />

deducendo che hanno area diversa;<br />

• 2 bambini hanno risposto che le figure hanno area diversa perché hanno<br />

perimetro diverso.<br />

100


3.20 Scopi del V gruppo di schede<br />

Quest’ultimo gruppo di schede proposte ha lo scopo di vedere se i ragazzi sono in<br />

grado di introdurre una unità di mi<strong>su</strong>ra, e vedere quindi se sono in grado di<br />

determinare un rapporto tra due <strong>su</strong>perfici, di cui una è scelta come unità di mi<strong>su</strong>ra.<br />

101


Scheda 19<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

102


Scheda 20<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

103


Scheda 21<br />

Le due figure qui rappresentate hanno la stessa area?<br />

• Si;<br />

• No;<br />

• Non lo so;<br />

Che metodo hai usato per rispondere?<br />

104


3.21 Analisi a priori delle possibili strategie risolutive del quinto<br />

Strategia n°1: errata<br />

gruppo di schede proposte<br />

Il bambino non sa come mi<strong>su</strong>rarle e, dunque, non sa rispondere.<br />

Strategia n°2: errata<br />

Il bambino, trattandosi di figure dalla forma diversa e poco standardizzata, pensa che<br />

abbiano area diversa.<br />

Strategia n°3: esatta<br />

Il bambino scompone le figure in quadratini unitari e, dopo avere contato quanti<br />

quadratini contiene l’una e quanti l’altra, perviene alla conclusione che hanno area<br />

diversa.<br />

Strategia n°4: esatta<br />

Il bambino prova a vedere quante volte è contenuto un oggetto (temperamatite, tappo<br />

della penna, …) nell’una e quante nell’altra per poi stabilire che hanno area diversa.<br />

Strategia n°5: errata<br />

Il bambino constata che le figure hanno un numero diverso di curve e deduce che<br />

hanno area diversa.<br />

Strategia n°6: esatta<br />

Il bambino confrontando ad occhio le due figure si rende conto che lo spazio bianco<br />

racchiuso dalle linee è diverso in entrambi i casi, deducendo che la loro area è<br />

differente.<br />

Strategia n°7: errata<br />

Il bambino scompone le figure secondo figure note per le quali riesce a calcolare<br />

l’area, ma non effettua le somme parziali pervenendo a una conclusione errata.<br />

105


20<br />

15<br />

numero alunni 10<br />

5<br />

0<br />

Grafici della sperimentazione<br />

Esiti V gruppo di schede<br />

1 2 3 4<br />

strategie<br />

5 6 7<br />

pre-test<br />

test<br />

106


Per il quinto gruppo di schede:<br />

3.22 Osservazioni finali<br />

• 4 bambini non hanno saputo rispondere, non essendo in grado di mi<strong>su</strong>rarle;<br />

• 20 bambini hanno risposto che le figure hanno area diversa perché “sono<br />

diverse”, ovvero hanno forma diversa o poco standardizzata;<br />

• 9 hanno risposto che hanno are diversa poiché hanno un numero diverso di<br />

curve.<br />

Dopo la mia trattazione, le risposte alle schede sono state le seguenti:<br />

Per il quinto gruppo di schede:<br />

• 5 bambini hanno risposto che le figure hanno area diversa perché “sono<br />

diverse”, ovvero hanno forma diversa o poco standardizzata;<br />

• 4 alunni hanno tentato di <strong>su</strong>ddividere le figure in quadratini unitari, non<br />

portando a termine la consegna;<br />

• 2 hanno risposto che hanno are diversa poiché hanno un numero diverso di<br />

curve;<br />

• 8 bambini confrontando ad occhio le due figure si sono resi conto che lo<br />

spazio bianco racchiuso dalle linee è diverso in entrambi i casi, deducendo<br />

che la loro area è differente;<br />

• 14 bambini hanno scomposto le figure secondo figure note, non pervenendo<br />

tuttavia alla conclusione<br />

Come si evince dai dati riportati, dopo il lavoro effettuato la maggior parte dei<br />

bambini ha risposto correttamente, applicando adeguatamente la formula per tutte e<br />

tre le schede. Sebbene alcuni abbiano continuato a perseverare <strong>nella</strong> confusione tra i<br />

concetti di area e perimetro, molti altri hanno appreso bene la differenza tra i due.<br />

107


Conclusioni e problemi aperti<br />

Dalla lettura dei grafici riportati di seguito a ogni gruppo di schede, si può<br />

constatare che la maggior parte dei bambini, cui ho rivolto la mia indagine,<br />

nonostante possedesse già una prima infarinatura <strong>su</strong>i due concetti, compresa la<br />

conoscenza delle formule, non aveva ben chiari e distinti i concetti di area e<br />

perimetro. Dai ri<strong>su</strong>ltati registrati nel pre-test è emersa, infatti, una grande confusione<br />

tra i due concetti. Frequente era l’associazione isoperimetria-equiestensione delle<br />

figure presentate e gran parte dei bambini associava alla diversità della forma, la<br />

diversità delle aree, confondendo il contorno della figura con la <strong>su</strong>perficie da esso<br />

racchiusa. Queste difficoltà sono state riscontrate anche nei bambini che<br />

conoscevano mnemonicamente le formule.<br />

È per questo che durante il mio intervento ho cercato di analizzare in maniera<br />

approfondita i concetti di perimetro e area, mirando a un’acquisizione consapevole di<br />

tali concetti, mediante problemi di natura pratica, che costituissero interessanti spunti<br />

di riflessione, in modo da mettere in luce le differenze tra i due.<br />

Al termine della parentesi riepilogativa di approfondimento, ho somministrato loro<br />

nuovamente le schede proposte all’inizio, ottenendo questa volta ri<strong>su</strong>ltati di gran<br />

lunga migliori, come si evince dai commenti posti a seguito delle schede e dai grafici<br />

illustrativi. Gran parte dei bambini ha acquisito una conoscenza più consapevole<br />

<strong>su</strong>ll’argomento, non associando più alla stessa area lo stesso perimetro e viceversa e<br />

comprendendo che all’aumentare o diminuire dell’una non corrisponde un aumento o<br />

diminuzione dell’altra.<br />

I ri<strong>su</strong>ltati raggiunti hanno costituito un importante spunto di riflessione per la mia<br />

futura professione di insegnante e, attraverso questa attività sperimentale, ho potuto<br />

rendermi conto dell’importanza che riveste la metodologia di insegnamento<br />

adoperata per favorire l’acquisizione di conoscenze da parte dei bambini. Il ruolo<br />

dell’insegnante non è più, infatti, quello di semplice trasmettitore di saperi, bensì<br />

quello di facilitatore del processo di apprendimento. In questa prospettiva, la<br />

risoluzione di problemi rappresenta per gli allievi un valido spunto alla ricerca, alla<br />

riflessione e all’elaborazione di nuove conoscenze. L’insegnante potrà utilmente<br />

108


sfruttare la curiosità innata degli studenti per far loro meditare <strong>su</strong> dati ed<br />

informazioni riguardo a problemi che li possono coinvolgere direttamente. Operare<br />

in contesti che interessano, perché derivanti da fenomeni in parte conosciuti, può<br />

essere un attivo strumento di lavoro e di stimolo per passare dalla realtà alla <strong>su</strong>a<br />

astrazione simbolica, introducendo gradualmente il linguaggio della matematica, in<br />

modo che gli studenti arrivino a percepire che le formule non appaiono più come<br />

ricette, ma sono parte fondamentale di un linguaggio che ha il vantaggio della<br />

concisione e della non equivocità. In base ai ri<strong>su</strong>ltati ottenuti con il mio lavoro<br />

sperimentale, ho individuato alcuni problemi aperti, interrogativi che pongono<br />

sicuramente nuove questioni da chiarire e spunti di riflessione che possono costituire<br />

un punto di partenza per <strong>su</strong>ccessive riflessioni e ricerche:<br />

• Quali sarebbero le risposte se l’indagine fosse rivolta ad alunni di diverso<br />

ordine di <strong>scuola</strong>?<br />

• Le risposte al lavoro proposto sarebbero differenti se presentate in contesti<br />

socio-culturali diversi tra loro?<br />

• Quali sarebbero le risposte se l’indagine fosse rivolta a un campione di<br />

insegnanti?<br />

109


Allegati<br />

Da pag. 111 a pag. 122 sono riportate in allegato alcune delle schede più significative<br />

compilate dai bambini durante il pre-test .<br />

Da pag. 123 a pag. 128 sono riportate in allegato alcune delle schede più significative<br />

compilate dai bambini durante il test .<br />

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Editrice 1999<br />

• B. D’Amore “Le basi filosofiche, pedagogiche, epistemologiche e concettuali<br />

della didattica della matematica”, Bologna: Pitagora 2003<br />

• Fandiño Pinilla Martha I., D'Amore Bruno, “<strong>Area</strong> e perimetro. Aspetti<br />

concettuali e didattici”, Centro Studi Erickson, 2006<br />

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scienze”, Leida, 1638<br />

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• Nicosia – Cordova, “Geometria per Istituto Magistrale”, Sei, 1958<br />

• Nicosia-Cordova, “La bella geometria”, Sei, 1955<br />

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2005<br />

129


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http://www.itchiavari.org/euclide.html<br />

http://www.matematicamente.it/cultura/storia_della_matematica/<strong>su</strong>_alcune_note_di_sto<br />

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http://umi.dm.unibo.it/italiano/Didattica/2007/matematica.pdf<br />

http://umi.dm.unibo.it/italiano/Matematica2001/prima/introduzione.pdf<br />

http://math.unipa.it/~grim/matdit.htm<br />

130

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