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San Sebastiano n. 251 - Aprile - Misericordia di Firenze

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<strong>San</strong> <strong>Sebastiano</strong> <strong>Aprile</strong> 2012 Intervista<br />

<strong>di</strong><br />

Silvia<br />

Nanni<br />

- 14 -<br />

MARASCO: COME AMARE FIRENZE<br />

E DIFENDERLA CON LA MUSICA<br />

RR<br />

iccardo Marasco mi accoglie nella<br />

sua casa su una delle colline che<br />

domina la città…la sua città, quella<br />

che ha saputo sapientemente raccontare<br />

con le sue canzoni.<br />

Lei da oltre 40 anni è la memoria storica<br />

<strong>di</strong> quella poesia musicale, pungente<br />

e un po’ irriverente, che, da sempre,<br />

caratterizza la nostra terra e la nostra<br />

cultura. Come nasce questa sua passione<br />

e come è iniziata la sua carriera?<br />

Vengo da una famiglia in cui la musica<br />

si amava e si respirava, ma fare il cantante<br />

<strong>di</strong> mestiere era considerato roba<br />

da sognatori, da illusi. Nessuno aveva<br />

calcato le scene e non son stato certo incoraggiato<br />

a farlo. Così, ho fatto i miei<br />

stu<strong>di</strong> classici e mi sono iscritto a ingegneria,<br />

anche se la passione per la musica,<br />

ma soprattutto per la voce, è sempre stata<br />

fortissima. Il mio interesse era essen-<br />

zialmente rivolto alla canzone popolare:<br />

genere che, negli anni 60, nessuno seguiva.<br />

Ero a Bologna come studente universitario<br />

e cantavo per gli amici, quando<br />

una mia registrazione arrivò al maestro<br />

Piero Adorno. Rimase colpito dalla<br />

mia voce e dal repertorio inconsueto che<br />

proponevo. Mi organizzò i primi concerti:<br />

furono un successo e capii che, forse,<br />

ero fatto per cantare.<br />

Profondo conoscitore <strong>di</strong> musica ma, soprattutto,<br />

cultore della “voce” e della<br />

vocalità….<br />

La voce è il primo suono che sentiamo.<br />

Ancor prima <strong>di</strong> nascere è la voce della<br />

mamma che impariamo a conoscere e<br />

ad amare quando siamo nel suo grembo.<br />

Ci sono voci che incantano, che entrano<br />

dentro, che sfidano l’orchestra con<br />

la loro potenza. La vocalità è quella che<br />

cambia da popolo a popolo. I suoni, il<br />

modo <strong>di</strong> emetterli, come tarare l’organo<br />

fonetico variano da regione a regione.<br />

Una ninnananna toscana va cantata in<br />

toscano perché solo così i toscani che<br />

l’ascoltano si commuovono. Arriva dritta<br />

al cuore perché ha una vocalità conosciuta<br />

da sempre…la voce della propria<br />

terra, delle proprie origini.<br />

Con la sua arte ha permesso <strong>di</strong> conoscere<br />

e riscoprire <strong>Firenze</strong>, in Italia e nel<br />

mondo, attraverso la lunga vicenda delle<br />

parole cantate. Quanto una lingua<br />

può essere espressione dell’identità <strong>di</strong><br />

un popolo?<br />

A <strong>Firenze</strong>, grazie ai suoi poeti, da sempre,<br />

c’è il culto della lingua e della parola.<br />

La lingua toscana è musicale, è dolce<br />

proprio come questa terra. Ne rispecchia<br />

i paesaggi, il sole che tramonta <strong>di</strong>etro i<br />

cipressi, i morbi<strong>di</strong> crinali, la natura ridente<br />

e solare. In Toscana l’armonia della<br />

parlata è pari a quella delle sue vedute.<br />

Lei è ha riportato alla luce la canzone<br />

popolare, quella delle campagne, delle

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