21.05.2013 Views

15 Ottobre - Contrada della Chiocciola

15 Ottobre - Contrada della Chiocciola

15 Ottobre - Contrada della Chiocciola

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

affogasanti<br />

Il Giornale di San Marco Anno XXXIV<br />

Nella <strong>Contrada</strong>, come nella vita, v’è sempre bisogno che alcune<br />

certezze restino tali nonostante il rifluire non mai interrotto<br />

del tempo. Nella vita <strong>della</strong> nostra <strong>Contrada</strong> una di queste<br />

certezze è la terza domenica di ottobre quale data per l’effettuazione<br />

del tradizionale banchetto di fine anno contradaiolo…<br />

È trascorso un altro anno e con questo si conclude anche il biennio<br />

delle cariche istituzionali. La <strong>Contrada</strong> va avanti, cresce e si rafforza in<br />

sostanziale unità di intenti e di comportamenti. Ognuno ha cercato di<br />

svolgere al meglio il proprio compito ed il proprio ruolo, con sincero<br />

sentire e impegno costante…<br />

È bello vedere lo sciamare dei giovani in <strong>Contrada</strong>, in Società, nel<br />

rione; ed è piacevole, per chi tanto giovane più non è, fermarsi con i<br />

consueti amici, quelli di antico legame, e rimuginare su queste<br />

nuove generazioni che si propongono con tumultuoso ma confortante<br />

attaccamento alla ribalta <strong>della</strong> <strong>Contrada</strong>, trovandosi poi<br />

immancabilmente a considerare che è compito (anche) loro adoperarsi<br />

per far si che accanto alla passione schietta si sviluppi altresì<br />

quel giusto quadro di consapevolezza che permetta di gustare<br />

appieno la <strong>Contrada</strong> e quello che la <strong>Contrada</strong> può darci. A quest’ultimo<br />

riguardo il mio pensiero è quello che ebbi a spiegare molti<br />

anni fa in un articolo dell’Affogasanti e che di seguito sintetizzo.<br />

La <strong>Contrada</strong>, se la fai tua, è un’occasione che si ripete nel tempo; è<br />

un’idea che ti fa sempre compagnia; è il filo che ti collega, ovunque<br />

tu sia, con un territorio (città, rione) e con la gente che in detto territorio<br />

si muove. Certo non tutto è facile. V’è un momento in cui il rapporto<br />

individuo-contrada è messo duramente alla prova; è il richiamo<br />

<strong>della</strong> realtà, un appuntamento cui non ci si può sottrarre. È il<br />

momento in cui il giovane scopre che la <strong>Contrada</strong> non è il mezzo per<br />

sfuggire ai suoi problemi: ed il rapporto può entrare in crisi. È allora<br />

che dobbiamo dire al giovane: forza ragazzo mio, combatti la tua<br />

battaglia e cerca di vincerla; ma non ti allontanare dalla <strong>Contrada</strong>.<br />

Essa non può darti di più di quello che ha: un libero ed immediato<br />

incontrarsi di persone, spesso l’amicizia, sempre una generosa illusione.<br />

Vinta la battaglia, la lotta <strong>della</strong> vita continua; ed allora avrai sempre<br />

bisogno dell’illusione ove poterti rifugiare e riposare e sognare…<br />

Gli amici di <strong>Contrada</strong>! Tanti se ne sono andati: e quanti quest’anno!<br />

Un nido di memorie, un vortice di sensazioni. Li abbiamo onorati con<br />

tristezza nel loro ultimo cammino; li ricorderemo sempre con affetto.<br />

Hanno gettato un seme che a primavera fiorirà, hanno testimoniato<br />

un amore di <strong>Contrada</strong> che tocca a noi portare ancora avanti…<br />

Nel crepuscolo incipiente, pian piano l’angoscia cede il passo alla<br />

malinconia…<br />

È la storia <strong>della</strong> vita…<br />

Oggi ci ritroviamo nel nome <strong>della</strong> <strong>Chiocciola</strong>, tutti insieme, noi<br />

loro e tutti i chiocciolini che non ci sono più…<br />

Grande cosa è la <strong>Contrada</strong>!<br />

W la <strong>Chiocciola</strong><br />

Il Priore<br />

Siena <strong>15</strong> ottobre 2006 - Autoriz. Trib. di Siena n. 455 del 22/5/1985 - Direttore responsabile: Ester Vanni<br />

Direttore editoriale: Sonia Corsi - Sped. in abb. post. – Comma 20/c - art.2 - Legge 23/12/1996 n°662 - Filiale di Siena<br />

TERZA DOMENICA DI OTTOBRE:<br />

UN APPUNTAMENTO INDEROGABILE<br />

3


Si ricomincia da Luciana, tagliata fuori da San Marco di Sopra per<br />

motivi di spazio… insieme al vicolo dei Monelli (venuto alla ribalta<br />

<strong>della</strong> cronaca cittadina di recente per un principio di incendio<br />

di quelli che, a Siena, fanno notizia…) e alla Piazzetta…<br />

Poi c’era Luciana fruttivendola, all’angolo dei Monelli di fronte alla<br />

Piazzetta. La nostra Luciana per lunghi anni sponsor ufficiale<br />

dell’Affogasanti, Luciana che ci compravo sempre le giuggiole, che<br />

allora non si vendevano con tutte quelle frasche ma a peso e nel<br />

cartoccio.. E la Piazzetta senza macchine, la piazzetta con la finestrina<br />

a sbarre del Bonucci e il tabernacolo. La piazzetta è dei<br />

ragazzi: per il 28 che ancora ci si fanno i giochi, ora più moderni<br />

come la pista dei barberi, e un tempo persino l’albero <strong>della</strong> cuccagna<br />

che era proprio un gioco bellino, a guardare quegli altri che<br />

annaspavano e scivolavano per raggiungere i salamini e sotto si<br />

rideva. Mi sembra di ricordarmi anche le pentolacce in piazzetta e<br />

poi tanti addobbi, prima con le ghirlande incollate con acqua e<br />

farina e preparate dentro ai Cancelli (non è che ci portavano al<br />

“Campo”), poi più creativi ma,.insomma, lo stesso divertimento per<br />

generazioni, la voglia di stare insieme come collante dell’amore per<br />

la <strong>Contrada</strong> e la fatica di quanti hanno tirato su generazioni di contradaioli.<br />

Ricordo i fantastici alberi <strong>della</strong> cuccagna di quando ero piccino con i<br />

baldi giovani di San Marco(e non solo) che si cimentavano nell’ardua<br />

ascesa del palo ben insaponato un po’ sadicamente dal Pitto…<br />

Sull’intonaco <strong>della</strong> casa che chiude la piazzetta ancora si possono vedere<br />

i fori dei proiettili sparati all’impazzata da un soldato tedesco un po’<br />

impaurito e forse ubriaco, tra lo spavento e lo sgomento degli abitanti.<br />

Dalla piazzetta e dal vicolo dei Monelli in giù fino al pozzo ci sono i 30<br />

metri più stretti, più fitti e più popolati dell’intero rione…<br />

Famiglie, clan, stirpi intere di chiocciolini vivono e vivevano in questo<br />

pezzetto di strada.<br />

Perra, Martinelli, Ceccherini, Betti, Guerri, Peccianti (ramo Umberto),<br />

Petrazzi, Brogiotti, Burroni, Mirolli, Bellaccini, Cortecci, Golini, Lotti,<br />

Galardi, Pallassini e via e via e sicuramente altri ancora.<br />

Ma voglio soffermarmi un secondo su una casina buia ed angusta un<br />

seminterrato con le finestre minuscole, ci vivevano Anchise e Nellina e la<br />

figliola Aura o Aurora, intirizzita e sospettosa, secca secca tanto da essere<br />

soprannominata Acciuga passava dalla via tra i lazzi e gli sberleffi dei<br />

ragazzacci di rione, storie di un’altra epoca e di un’altra Siena.<br />

Una notte di una cena <strong>della</strong> prova generale (fine anni 60 o primi anni<br />

70) Anchise definitivamente imbestialito per i continui ed insopportabili<br />

sbeffeggiamenti uscì dal suo antro brandendo una mannaia…a<br />

me giovanetto sembrò quasi un orco delle fiabe, minaccioso e pericoloso,<br />

ricordo un grande spavento ed il fuggi fuggi di tutti i piccoli,<br />

insolenti provocatori.<br />

In questo pezzetto di cosmo contradaiolo per molti anni c’è stata la stalla<br />

prima che venisse spostata al bivio, proprio in quei locali dove ora c’è<br />

la cucina.<br />

2 affogasanti<br />

Sammarco di mezzo<br />

(dalla Piazzetta dei Monelli al Bivio)<br />

La cucina e i suoi profumi e la sua gente e le quintalate di tortellini<br />

precotti messi a riposare sui tavoloni in attesa <strong>della</strong> cena <strong>della</strong> prova<br />

generale.<br />

Gli uomini <strong>della</strong> cucina, solitamente gente di “peso” con i grembiali<br />

sopra pance importanti e gambe pelose… gente che a fare il battuto<br />

per il sugo di 2000 commensali ci mette come …”a sputà in<br />

terra”..<br />

Tra tutti gli “eroi” di queste epiche giornate, quando nel bollore di<br />

mezz’agosto si cuociono tortellini e arrosti per un esercito con una<br />

temperatura che rasenta i 50 gradi…ne voglio citare uno solo…per<br />

non fare torto a nessuno…il mitico Finestra. Il Finestra non lo vedi<br />

per un anno intero e poi compare, qualunque sia la squadra che è in<br />

cucina, il giorno <strong>della</strong> prova generale, si mette lì e lavora come un<br />

negro…e poi risparisce per un anno intero.<br />

La <strong>Chiocciola</strong> è fatta così ed ha questi personaggi…<br />

Poi ci sono le donne <strong>della</strong> cucina…loro non si sobbarcano l’enormità<br />

delle cene <strong>della</strong> prova generale dove conta la quantità più <strong>della</strong> qualità…ma<br />

loro, con il loro stile completamente diverso,<br />

si sobbarcano un lavoro che dura un anno intero…cene e rinfreschi…e<br />

tanti, tanti, tanti tegami da lavare !!!!!<br />

In questo pezzettino di strada per tanti anni c’è stata la mitica bottega<br />

dei tamburi di Umberto …<br />

Per lui il tamburo era una passione, una tradizione, un amore assoluto.<br />

Questo strumento che scandisce i tempi ed i minuti <strong>della</strong> nostra festa e<br />

<strong>della</strong> nostra vita.<br />

Il tamburo che annuncia i momenti topici del palio… che rulla a festa o<br />

suona lugubre ”a morto”,che riesce addirittura ad essere pungente e<br />

salace e che con il suo rullare può sfottere e deridere gli avversari più di<br />

mille parole e stornelli.<br />

Generazioni di tamburini e di economi di tutte le contrade negli anni si<br />

sono affacciati a questa bottega guardando con ammirazione la cura<br />

estenuante con la quale “il Peccianti” eseguiva il suo lavoro fin nei più<br />

minimi particolari con una pignoleria che aveva del patologico.<br />

A chiudere questi cinquanta metri di strada così vivi, vissuti e popolati, i<br />

due punti di maggiore aggregazione dell’intero rione: la Società San<br />

Marco e le panchine in travertino del Bivio.<br />

Alle panchine del bivio (al pozzo) ci siamo stati seduti tante nottate… da<br />

ragazzi ci si giocava intorno, si saliva sul pozzo, si facevano i salti, ci si<br />

stava abbarbicati per veder lavare il cavallo che, per noi, era sempre il<br />

meglio anche quando era una brenna reale come ce n’erano un tempo…<br />

si veniva cacciati perché si faceva baccano e il cavallo doveva riposare,<br />

c’era puzzo di disinfettante… alle panchine ci stavano seduti i nostri<br />

“anziani”. Ce li ho davanti, come svoltassi dalla Diana e li vedessi proprio<br />

ora: Alfio con una maglietta a righine, la sigarettina e i culi di bottiglia<br />

appoggiati sul naso, il Tozzi con una camicia a mezze maniche verdina,<br />

Pierino Martinelli, appoggiato al muro, coi sandali sui calzini, Brunetto,<br />

Ranieri che gesticola con Sergio Chellini a braccetto…e tanti altri…<br />

Ora ci stanno altri, lì a chiacchiera, più che altro, la sera, quelle panchine<br />

mi sembrano diventate appannaggio delle donne… cambiano i<br />

tempi…


Quando ancora erano superattivi, e non solo a chiacchiera sulle panchine,<br />

quei contradaioli di cui sopra al pozzo c’era la bottega del<br />

Lusini barbiere e, dirimpetto, un bugigattolino con la merceria <strong>della</strong><br />

moglie…un negozio buio e zipillito di scatole e scatoline, gingillini,<br />

gancini, bottoni, cerniere…rammendava persino le calze –che ora si<br />

usano una volta e si buttano via-, fasciava i bottoni…con una macchinetta<br />

piena di fascino per me bambina che andavo a scuola con la<br />

figliola dei Lusini…come mi garbava vedere mettere un pezzettino di<br />

stoffa da una parte e due aggeggi da un’altra, schiacciare (tipo spremiagrumi)<br />

et…voilá: il bottone! E le calze da rammendare tutte nella<br />

sua bustina di carta col nome <strong>della</strong> signora dalla calza smagliata<br />

scritto sopra…roba da finirsi gli occhi a rammendare una calza…<br />

Non c’entra niente con San Marco ma sì coi mestieri che da noi non esistono<br />

più e non solo a Siena…mi sono ricordata di una bottega (credo<br />

in San Martino) che riparava gli ombrelli (gli ombrelli!!!) le bambole e le<br />

borse…quando l’ho detto ai miei figlioli pareva che parlassi di un altro<br />

mondo… come possono pensare che si possa riparare un ombrello<br />

quando ne perdono uno al mese di media, di quelli piccol,i che costano<br />

poco, sì, ma si rompono subito le stecche?!!!<br />

Tutti conoscono l’odierna Società San Marco, ampia, spaziosa, razionale,<br />

confortevole…<br />

Ma non è di questa che voglio parlare, bensì <strong>della</strong> società <strong>della</strong> mia<br />

infanzia e giovinezza…quei locali angusti, poveri, affatto sfarzosi…<br />

Per entrare, intanto, si passava dal portone d’ingresso <strong>della</strong> casa ..a dritto<br />

c’erano le scale che salivano agli appartamenti e sulla sinistra la<br />

porta a vetri che immetteva in società.<br />

Subito all’ingresso il minuscolo banco bar in muratura con lo stemma<br />

<strong>della</strong> chiocciola in mosaico ed alle spalle il leone di San Marco.<br />

Due tavolini e poi da una porticina si entrava, salendo uno scalino in<br />

una stanza semibuia che serviva da magazzino, da saletta per la televi-<br />

sione ed a volte anche da cucina per farsi due spaghetti a mezza<br />

notte…a quei tempi di cene in Società non se ne parlava…<br />

Da una porta a vetri si entrava in un corridoio abbastanza triste dal<br />

quale si accedeva alla stanzina del biliardo ed al… ”salone”.<br />

Il salone delle feste, delle assemblee, delle tombole del sabato e del<br />

cinema del lunedì sera.<br />

Aveva il soffitto in polistirolo ed il pavimento con mattonelle di graniglia.<br />

In fondo una gran vetrata dava sul piccolo “orto” sottostante chiuso<br />

dall’alto muro sulla via delle Sperandie.<br />

I più vecchi possono ricordarsi che in questo orto c’erano le piante di<br />

pomodori di Giulino ed addirittura il pallinaio delle bocce, solo nei primi<br />

anni settanta fu prima coperto di ghiaia e poi pavimentato con il<br />

cemento rosso e ci furono fatti i primi “cenini” nelle sere avanti ai<br />

Palii… roba per pochi intimi, massimo 70 persone !!<br />

I mitici veglioni giallo-rossi del lunedì di carnevale con l’orchestrina che<br />

suonava lisci e melodiche, le nostre signore “in ghingheri” con vestiti con<br />

i lustrini e fantastiche pettinature cotonate o con crocchie alte 30 cm.<br />

Grandi ballerini come Pietro Puzza od il Teatino o il Mari… Guglielma e<br />

Pasqualina, Angiolina e Liliana che piroettavano… che meraviglia !!<br />

Poi le tombole del sabato nel primo pomeriggio..quando i “tombolai” di<br />

tutta Siena arrivavano in anticipo per accaparrarsi le cartelle più “scaramantiche”<br />

ed i posti a sedere più vicini al banditore…il banditore era<br />

sempre il Pitto e noi bambini si faceva a gara per andare a tirar su i<br />

numeri perché poi ci offrivano il gelato o la merenda.<br />

Finita la tombola in San Marco i “tombolai” migravano tutti insieme<br />

nella Pantera e poi in Camporegio.<br />

Ogni <strong>Contrada</strong> ed anche la Pubblica Assistenza ed altri circoli facevano<br />

la tombola settimanale in giorni od orari diversi e i “tombolai” o le<br />

“tombolaie” se la facevano tutte e con che accanimento!!<br />

Questo era ed è San Marco “di mezzo”…rione nel rione.<br />

affogasanti 3


Siena è una città un po’ criticona.<br />

E si critica tanto più<br />

facilmente quando a fare<br />

cose “diverse” o comunque<br />

“eccezionali” sono gli altri.<br />

E così all’indomani di quella esuberante,<br />

vivace, spontanea manifestazione<br />

di gioia e di liberazione che<br />

fece esplodere letteralmente la<br />

nostra contrada la sera del 16<br />

Agosto, mi sono sentito dire da<br />

varie persone con tono saccente<br />

che noi <strong>della</strong> <strong>Chiocciola</strong> avevamo<br />

esagerato, troppa gente… troppe<br />

bandiere… ma soprattutto che si<br />

era andati “contro la tradizione”.<br />

I miei interlocutori, evidentemente<br />

molto sicuri di se stessi e delle<br />

proprie convinzioni, si permettevano<br />

di criticare “in nome <strong>della</strong><br />

tradizione”.<br />

Non voglio qui stare a fare una<br />

questione su cosa differenzi “tradizione” e “consuetudine” e su chi è<br />

titolato a decidere ed approvare cosa sia “in linea con la tradizione” e<br />

cosa no….<br />

Però a questi signori che mi hanno un po’ infastidito con la loro “saccenteria”<br />

vorrei ricordare che venti, trenta ed anche quaranta anni fa la<br />

notte del Palio era costellata di bandiere e la Piazza era piena di<br />

Contrade festanti e non solo di quella vittoriosa.<br />

Ricordo con immagini indelebili la mia rabbia cocente quando ancor<br />

bambino, nei primissimi anni sessanta (più di quaranta anni fa!) vidi la<br />

notte stessa del Palio la Tartuca uscire con bandiere e tamburi e con un<br />

vero e proprio “funerale” alla lumaca con tanto di bara, fiaccole e cappucci<br />

neri, perché la <strong>Chiocciola</strong> si era purgata con Uberta e Canapino.<br />

Ed allora in nome di quale tradizione parlavano i nostri “amici”?<br />

Altri esempi.<br />

Ricordo benissimo le notti dopo le cene <strong>della</strong> prova generale contrade<br />

andare in piazza con tamburi e bandiere. Ve lo immaginereste oggi ?<br />

Qual è la tradizione ? Quella di oggi o quella di allora ?<br />

Da un po’ di anni in quasi tutte le Contrade la sera precedente la cena<br />

<strong>della</strong> Vittoria usa fare feste sempre più eclatanti, sempre più ricche, sfarzose.<br />

Un tempo non usavano assolutamente, mentre era uso corrente<br />

fare gallerie di cartelloni umoristici nel rione cosa ad oggi scomparsa.<br />

Oggi sono stati anche ridimensionati i cortei <strong>della</strong> domenica successiva<br />

al palio vinto mentre un tempo non esistevano i cortei pomeridiani a<br />

tema. Ebbene, chi può dire quale sia la tradizione?<br />

Quale <strong>Contrada</strong> come la mia <strong>Chiocciola</strong>, è così legata e gelosa delle tradizioni<br />

da voler perseverare ad effettuare il giro contro tutto e contro<br />

tutti il 29 Giugno quando danno i cavalli?<br />

E’ diventata una fatica insostenibile! Lo possono confermare gli amici<br />

del Nicchio, ai quali “tocca” una volta ogni 6 anni quando il 13 Agosto<br />

(giorno <strong>della</strong> tratta) cade di domenica.<br />

4 affogasanti<br />

La Tradizione<br />

Anni fa la Selva girava il <strong>15</strong> Agosto, giorno preciso <strong>della</strong> festa titolare<br />

Maria Assunta.<br />

E la Giraffa girava a metà Luglio, poi cambiò e spostò la festa in Giugno<br />

perché a metà Luglio Siena si svuotava e tutti erano al mare.<br />

Chi è nella tradizione? Chi rispetta la tradizione? Soprattutto chi può<br />

decidere o permettersi di giudicare?<br />

La <strong>Chiocciola</strong> gira il 29 giugno da sempre.<br />

Ed il 29 Giugno, da sempre, ci sono 10 Contrade che corrono e che<br />

quindi nel pomeriggio hanno il cavallo nella stalla… ma solo da qualche<br />

anno a questa parte ci viene richiesto di non andare…o di non suonare<br />

i tamburi !!<br />

Che è successo? I cavalli sono diventati più sensibili o i contradaioli<br />

meno attaccati alla tradizione?<br />

E dato che di giri si parla, negli anni 60 ricordo bene che, abitando in<br />

San Prospero, le domeniche mattina assistevo ai giri “fuori le mura” di<br />

tutte le Contrade.<br />

Hanno tutte o quasi tutte smesso di “girare in periferia”.<br />

Chi ha smesso dice di averlo fatto in nome <strong>della</strong> tradizione…chi continua<br />

dice ugualmente di farlo per continuare una tradizione….<br />

Chi ha ragione ? E soprattutto chi può dirlo ?<br />

Fino agli anni 70, in occasione dei giri alfieri e tamburini si monturavano<br />

in altre Contrade.<br />

Ricordo perfettamente in pieni anni 70 tamburini dell’Istrice monturati<br />

per il giro <strong>della</strong> Tartuca…<br />

Vi potrei fare nomi e cognomi… gente vivente, che può confermare…<br />

E allora ? Ve lo potreste immaginare oggi ?<br />

E quindi, signori, piantiamola una buona volta di giudicare e di ergersi a<br />

“tutori e vestali” di tradizioni che nessuno ha mai definito e consolidato.<br />

I tempi cambiano e con essi cambiano le consuetudini, a volte in<br />

meglio…le più volte in peggio


Gli “Affogasantini”<br />

affogasanti 5<br />

3


I piccoli… e i ragazzi raccontano<br />

Il sabato non sono potuto<br />

andare al giro perché ero al<br />

mare.<br />

La domenica mattina mi sono<br />

svegliato presto ed ero in San<br />

Marco alle ore 8.<strong>15</strong>, mi sono<br />

messo la montura ho preso la<br />

bandiera e siamo partiti. Quando<br />

siamo arrivati fuori porta San<br />

marco abbiamo preso la macchina<br />

di Enrico e io, Francesco,<br />

Andrea e Giovanni siamo andati<br />

sotto le case a sbandierare.<br />

Questo giro in periferia è stato<br />

anche molto dolce perché 4 o 5<br />

persone ci hanno offerto un rinfresco<br />

dove c’erano tanti dolci<br />

buoni.<br />

Abbiamo fatto tante sbandierate,<br />

6 affogasanti<br />

è stato molto divertente perché<br />

per me è stata la prima volta.<br />

La sera c’è stata l’estrazione delle<br />

contrade, correvano d’obbligo il<br />

Valdimontone, Oca, Pantera,<br />

Drago, Giraffa, Istrice, Selva e in<br />

più dovevano uscire 3 contrade a<br />

sorte cioè l’Aquila, la Torre e il<br />

Leocorno.<br />

Io volevo che uscisse la <strong>Chiocciola</strong><br />

e quindi ci sono rimasto male<br />

però ero anche contento perché<br />

non è uscita neanche la Tartuca.<br />

Vabbè, usciremo ad agosto e vinceremo<br />

il Palio!<br />

Matteo Rossi<br />

Gli “Affogasantini”<br />

16 AGOSTO 2006 – ore 19,00… il tonfo del mortaletto ammutolisce<br />

la piazza, i cavalli escono dall’entrone e in San Marco c’è chi<br />

piange già e chi si strappa i capelli per la tensione. Chi guarda la<br />

TV si alza in piedi e incomincia a gridare: “Bene! Bene! Speriamo<br />

che non si rialzi!”<br />

Altri gridano: “E’ cascato, è cascato!”.<br />

I televisori si affollano di gente e l’aria si fa gioiosa ma torna subito<br />

pesante quando il “caro” Gigi si rialza e dà l’ok al mossiere...<br />

“So’ partiti, la mossa è valida e la Selva è prima , la Tartuca è<br />

seconda...” sono 3 minuti di panico, in società il caos regna sovrano...<br />

ha vinto la Selva!!<br />

Tamburi, bandiere... è festa! La confusione continua fino a tarda<br />

notte, si canta e si beve... per quest’anno c’è andata bene e per il<br />

prossimo speriamo di arrivare noi primi al bandierino per poter rinfrescare<br />

la memoria <strong>della</strong> vittoria, soprattutto dei giovani come me.<br />

Mattia Costantino


I piccoli… e i ragazzi raccontano<br />

CHIO… CHIO…<br />

CHIOCCIOLE!<br />

Io sono Elena una bambina <strong>della</strong><br />

<strong>Chiocciola</strong>, è una contrada bellissima,<br />

vorrei che fosse l’unica contrada<br />

<strong>della</strong> terra perché è bellissima,<br />

e si fa tanti giochi.<br />

FORZA<br />

CHIOCCIOLONE,<br />

EVVIVA!<br />

Ciao da Elena<br />

Maddalena Ludovica Elena<br />

Francesco Martina Matilde<br />

***<br />

Sono Costanza una bambina dei<br />

piccoli chiocciolini, mi diverto<br />

tanto qui in San marco; perché si<br />

gioca e si scherza. Spero che non<br />

vincha la tartuca;<br />

Ciao Costanza Rabissi<br />

Tanti-auguri –a-te<br />

Tanti-auguri –a-te<br />

Tanti-auguri-a il Chiocciolone<br />

Tanti-auguri-a-te<br />

che bello stare nella chiocciola a<br />

divertirsi a giocare e a ridere<br />

evviva la chiocciola<br />

firme nei piccoli chiocciolini<br />

Maschi | Femmine<br />

Francesco Martina<br />

Ludovica<br />

***<br />

LE MIE AMICHE<br />

Le feschion sono delle vere amiche<br />

perché quando c’è qualche<br />

problema loro ti sostengono io gli<br />

voglio tanto Bene perché condivido<br />

i miei momenti più sensibili e<br />

condivido anche i momenti in<br />

contrada.<br />

Giulia<br />

PS Fescion vi voglio tato bene<br />

a (Gloria Camilla Alessia Elisa<br />

Lucrezia)<br />

***<br />

AL CAMPO CON LE<br />

FASHION!<br />

Quando siamo arrivati, siamo<br />

andate nella nostra camera. Era<br />

grande, bella e con un bagno<br />

mega!!!! Il posto si chiamava<br />

acquapendente, noi eravamo in un<br />

casale chiamato Tigna. Il primo<br />

giorno abbiamo fatto una piccola<br />

escursione per visitare il posto. Il<br />

secondo giorno abbiamo osservato<br />

le feci degli animali e poi abbiamo<br />

fatto la caccia alle cavallette. Dopo<br />

siamo ritornate al casale. Ci siamo<br />

fatte la doccia, poi siamo andate a<br />

mangiare, non ci aspettavamo una<br />

cena coi fiocchi. Dopo la cena<br />

siamo andati al cinema sotto le<br />

stelle e abbiamo guardato<br />

“Narnia”. Il giorno successivo<br />

abbiamo fatto la caccia al tesoro<br />

ma il tesoro erano semplici caramelle.<br />

La notte stessa, siamo andati<br />

nel bosco con le torce ma abbiamo<br />

dovuto spengere, perché davamo<br />

sentire Fruzzico e Gomoldo (gli<br />

gnomi). Il giorno dopo abbiamo<br />

fatto una passeggiata di 7 km.<br />

L’ultimo giorno a casa!! Le fashion<br />

Cami Elisa Gloria Lucrezia<br />

W la <strong>Chiocciola</strong><br />

Gli “Affogasantini”<br />

IL CAMPO<br />

Tutto è cominciato il 24 agosto<br />

quando siamo partiti per il campo<br />

ad Acquapendente. Il primo giorno<br />

ci siamo sistemati ognuno in<br />

camera sua per poi andare a mangiare<br />

dei deliziosi panini per pranzo<br />

ed a fare la nostra prima faticosissima<br />

escursione!!!!<br />

Il nostro gruppo, gli “Squallidors”,<br />

non ha mai amato queste escursioni,<br />

ma alla fine ci si divertiva anche<br />

noi a vedere cascare la “Pia” …<br />

La mattina si andava fuori a giocare<br />

a ping-pong o a pallavolo<br />

oppure si andava in bici per il<br />

bosco. La prima sera invece di<br />

guardare “Le cronache di<br />

Narnia”, il nostro film preferito<br />

era “le crisi di Viola” ...<br />

Il nostro gruppo ha giocato tanto<br />

anche con gli “Skifidors”, che<br />

sono veramente forti… !!!!!<br />

Uno dei giorni più divertenti è stato<br />

il secondo con l’escursione notturna<br />

dove qualcuno del gruppo aveva<br />

paura… Chissà chi?<br />

Lì a Tigna abbiamo mangiato bene,<br />

ma la brace del terzo giorno è sata<br />

imbattibile!!! Questo è stato un<br />

giorno faticosissimo con una camminata<br />

interminabile nel bosco, ma<br />

la sera abbiamo fatto un meraviglioso<br />

“Nutella party”.<br />

Ed eccoci alla fina, l’ultimo pomeriggio<br />

prima <strong>della</strong> partenza: ci siamo<br />

messi per le scale de casale a pensare<br />

con malinconia a tutti quei<br />

momenti belli passati insieme ed è<br />

per questo che il nostro gruppo<br />

vuole ringraziare Enrico, Oscar,<br />

Raffa, Elena ed il resto degli addetti<br />

per tutto quello che hanno fatto per<br />

noi ed in conclusione non ci resta<br />

che urlare “Viva il Chiocciolone”!<br />

Giulia Cinelli<br />

Benedetta Rabissi<br />

Andrea Maggi<br />

affogasanti 7


8 affogasanti<br />

Gli “Affogasantini”


Tem empus pus fugit<br />

In un attimo ti guardi intorno<br />

e vedi che il paesaggio è<br />

mutato... le case, però, ci<br />

sono tutte come pure gli alberi,<br />

le strade, la gente che cammina<br />

per la strada, le auto ed i motorini<br />

che assediano le vie che<br />

sono sempre più strette e congestionate,<br />

le facce… ma non ci<br />

sono più molte, troppe, di quelle<br />

a cui sei da sempre abituato… i<br />

negozi sono aperti, i turisti<br />

vanno e vengono da ogni dove<br />

con le solite bandierine da quattro<br />

soldi e l’ombrellino in testa<br />

alla carovana per non perdersi<br />

nel Rione – a Siena non si smarriscono<br />

nemmeno i lattanti… e<br />

allora cerchi con gli occhi quelle<br />

persone a cui sei da sempre abituato<br />

ad avere a che fare, quelle<br />

che sono stati punti di riferimento<br />

e quelle con cui sei cresciuto<br />

e di cui hai imparato ad apprezzare<br />

pregi ed anche i difetti e<br />

comunque la presenza, nei<br />

momenti di gioia ed in quelli tristi,<br />

per dividerli e<br />

condividerli… sempre insieme.<br />

Con qualcuno hai pure discusso,<br />

ti sei incazzato anche per un<br />

nonnulla e per far valere le tue<br />

ragioni ma hai sempre fatto pace<br />

anche se ognuno …è rimasto<br />

<strong>della</strong> sua idea!<br />

Ti giri e rigiri, chiedi aiuto a quelli<br />

che stanno intorno a te… anche<br />

a loro però manca qualcuno,<br />

sono nelle tue stesse condizioni.<br />

Non so cosa sta accadendo ma<br />

da tempo perdiamo “pezzi pregiati”<br />

come tasselli di un puzzle<br />

investito da una folata di<br />

vento… ma così la <strong>Contrada</strong> non<br />

sarà più la stessa!… aiuto…!<br />

Non è giusto, mi arrabbio perché<br />

non c’è la possibilità di riportare<br />

indietro il tempo e magari ti<br />

penti di non essere stato loro più<br />

vicino, quando c’era l’occasio-<br />

ne… magari ti hanno chiesto<br />

aiuto ma tu eri troppo indaffarato<br />

per dare loro ascolto… vi<br />

chiedo e vi chiediamo scusa.<br />

Allora ti ricordi dei momenti,<br />

anche semplici, che hai passato<br />

in loro compagnia, anche solo<br />

per mangiare una pizza in<br />

Società e vorresti che quelle sere<br />

fossi rimasto anche solo un quarto<br />

d’ora in più a parlare con loro<br />

oppure anche a stare zitto, a<br />

volte non è necessario dire qualcosa<br />

di sensato o intelligente od<br />

interessante, basta esserci.<br />

Tempus fugit…<br />

All’appello mancano troppi volti:<br />

quelli che hanno fatto grande la<br />

<strong>Chiocciola</strong> e quelli che “sono<br />

stati la <strong>Chiocciola</strong>”, che molti<br />

magari non conoscevano per<br />

nome e cognome… ma il<br />

soprannome, quello si che era<br />

noto a tutti…<br />

Qualcuno ha scritto che vivere<br />

senza aver lasciato alcun ricordo<br />

è come non essere mai nati: questo<br />

non succederà per loro perché<br />

solo il vuoto che ci hanno<br />

lasciato basterà a ricordarli per<br />

sempre…<br />

Tristezza infinita…<br />

Un ricordo<br />

del dottore<br />

Non voglio ricordare tutto<br />

quello che il dott. Piero<br />

Iannone ha fatto per la<br />

nostra <strong>Contrada</strong> – questo lo<br />

lascio fare a chi forse se ne<br />

intende più di me – ma lo<br />

voglio ricordare con poche<br />

parole che spero possano<br />

far capire quello che egli ha<br />

fatto per me e per la mia<br />

famiglia.<br />

Piero Iannone era il tipico<br />

medico di famiglia che veniva<br />

chiamato anche per un<br />

semplice mal di pancia e<br />

che, anche se a volte diceva<br />

che sia mia madre e soprattutto<br />

mia nonna erano forse<br />

un po’ troppo apprensive<br />

nei miei riguardi, aveva<br />

sempre una soluzione a<br />

ogni problema.<br />

È per questo che noi abbiamo<br />

continuato a chiamarlo,<br />

anche se ormai era in pensione,<br />

per avere un consiglio<br />

da una persona fidata, ma<br />

soprattutto da una persona<br />

a cui volevamo bene. Ci è<br />

stato vicino come farebbe<br />

un amico e non un dottore<br />

in uno dei momenti più difficili<br />

(se non il più difficile)<br />

<strong>della</strong> nostra vita, ovvero<br />

quando abbiamo perso nel<br />

2001 mio nonno e dopo<br />

solo una settimana anche<br />

mio zio.<br />

Volevo dirgli GRAZIE perché<br />

una volta parlando mi disse<br />

che avrei anche potuto<br />

vederlo come un nonno,<br />

quel nonno che avevo perso<br />

qualche anno prima. Ora se<br />

ne è andato anche lui, ma<br />

sicuramente rimarrà nel mio<br />

cuore, in quello di mia<br />

mamma e in quello di mia<br />

nonna ed è per questo che<br />

voglio finire queste mie<br />

poche righe con un “ARRI-<br />

VEDERCI DOTTORE”.<br />

Elena Viani<br />

affogasanti 9


Il mio amico guascone<br />

P<br />

iero, conosciuto in tutta Siena come<br />

“Pistillo” entrò in contrada e immediatamente<br />

sulla scena paliesca nel 1973, come<br />

mangino del popolo (allora aiuto-mangino) con<br />

capitano Mario Bruttini.<br />

A quei tempi essere nominato mangino del popolo,<br />

nella <strong>Chiocciola</strong>, voleva dire ambire quasi certamente<br />

a diventare il futuro capitano.<br />

Nessuno si sarebbe mai aspettato che dimostrasse,<br />

dopo appena un anno di apprendistato, una capacità,<br />

una sfrontatezza ed una spavalderia tali da<br />

permettergli di affrontare un ballottaggio in sede di<br />

elezioni del capitano, proprio in contrapposizione a<br />

chi lo aveva inserito nell’ambito paliesco, avvenimento<br />

unico nella storia <strong>della</strong> nostra contrada.<br />

Nel 1974 Piero divenne capitano e subito apparve<br />

chiara la sua innata capacità di “leggere” la contrada<br />

chiamando come collaboratori suoi Giorgio Giorgi<br />

e me, lasciando all’assemblea la nomina del Ranieri.<br />

Il primo palio fu un disastro: ancora prima che<br />

Robin Hood arrivasse nella stalla Piero si dimostrò<br />

determinato a montare Peppinello, (ribattezzato da<br />

È un volo<br />

Questa notte ho volato, ho aperto la finestra<br />

eguardato le stelle. Come brillavano,<br />

come era fresca l’aria che mi ha avvolta;<br />

così ho chiuso gli occhi e ho preso un bel respiro…<br />

che volo… su, sopra ai tetti, su dentro al<br />

nero del cielo a cercare due piccole stelle, due<br />

puntini lucenti che mi chiamavano, su sopra alle<br />

nostre vite, ai nostri dolori, alle nostre ore trascorse<br />

a pensare a quello che volevamo fosse e<br />

non è stato…ricordi, rimpianti, tutto si è dissolto<br />

in un attimo di intesa rara, profonda e ti ho visto<br />

ancora tra di noi, ti vedrò sempre tra di noi perché<br />

forte e potente è la tua presenza.<br />

È con questa che dobbiamo misurarci, l’assenza<br />

non esiste, esiste la vita che abbiamo avuto con<br />

gli altri, per gli altri, e pesa come un macigno, la<br />

tua, che fatica sai…<br />

Così ho preso il volo verso un tempo lontano,<br />

leggera l’aria, leggera io, e ti rivedo con gli occhi<br />

di una bambina timida, tu, il mio babbo e pochi<br />

amici e Alessandro, Francesco, Duccio, Anna sorridente,<br />

mamma, Massimo, la mia infanzia serena,<br />

la mia vita, la tua, la nostra.<br />

“Guarda Francesca, quello è un fantino!”<br />

”…un fantino, allora monterà sul nostro cavallo,<br />

con i nostri colori, sarà palio, sarà festa!…poi vi<br />

correvamo intorno, con le nostre risate che avvolgevano<br />

le parole dei grandi in una piazza antica.<br />

“Siamo a Faenza, sai, qui ci nascono tanti cocomeri…”<br />

…il cocomero, non c’era estate che non battessi i<br />

piedi per avere una pallina scavata nel bel mezzo<br />

di questo benedetto cocomero, gioia e tormento<br />

10 affogasanti<br />

lui stesso come “l’avvocato”) nonostante la sua<br />

lontananza dalla piazza. La scelta si dimostrò parzialmente<br />

giusta visto che fu l’unico fantino in una<br />

rosa di cinque a restare a cavallo almeno un giro.<br />

Iniziò poi il periodo <strong>della</strong> fortuna “cercata”.<br />

La monta di Aceto determinò non solo la rottura<br />

dell’alleanza tra l’Oca e la Tartuca, sottolineando<br />

l’astuzia <strong>della</strong> scelta, ma fu coronata dalla prima<br />

splendida vittoria nel 1975, preludio ad un periodo<br />

irripetibile e al “cappotto rovesciato” del 1976.<br />

Anche in questa occasione la scelta coraggiosa di<br />

montare Antonio Zedde, contro ogni pronostico, si<br />

rivelò giusta.<br />

Furono anni splendidi e non solo per le vittorie: la<br />

<strong>Chiocciola</strong> grazie ad una dirigenza di palio e di contrada,<br />

attraversò la sua fase più fulgida.<br />

Forza, determinazione, allegria, coesione, amicizia,<br />

questi erano i nostri valori.<br />

Nemmeno le mancate vittorie con cavalli importanti,<br />

riuscirono a scalfire minimamente la potenza<br />

<strong>della</strong> nostra contrada tanto è vero che il<br />

“capolavoro” di strategia paliesca del 1981,<br />

delle vacanze al mare, parentesi tra un palio e<br />

l’altro:”… una pallina, babbo, la voglio tonda,<br />

no così, tonda come una biglia di vetro…”e<br />

piangevo…<br />

…una biglia di vetro sotto l’alberone fuori porta,<br />

si giocava a boccino, si tornava sempre a casa<br />

con qualche biglia in più; le conserviamo ancora,<br />

nel fondo di un armadio, dentro alla borsa <strong>della</strong><br />

scuola...<br />

…scuola e foto di gruppo, Massimo in classe con<br />

Alessandro, biondo come il grano maturo, occhi<br />

colore del cielo a giugno…<br />

…giugno, “ ma noi si corre, vero? Sì, si corre e si<br />

vince, vedrai!” E abbiamo vinto davvero.<br />

“…abbiamo vinto, vero babbo? Sì, ma ora dormi,<br />

dormi che è tardi.”…mi dicesti queste parole tornando<br />

a casa una mattina e io pensavo alla gioia<br />

di avere un babbo che era il mangino di Piero,<br />

Piero il nostro capitano vittorioso. Che allegria<br />

dietro a tante assenze, che sospiro grande che ho<br />

fatto prima di riaddormentarmi.<br />

Passano gli anni, guardo la tua collezione di<br />

chiocciole mentre mi chiedi “ Che hai ora, ci risiamo?”<br />

“Ho la tosse Piero, vedrai…” Ci ridevi su,<br />

perché <strong>della</strong> tosse si può anche ridere, e mi dicevi:<br />

” Smetti di fumare…” con il sigaro in mano<br />

“…e mettiti la maglia di lana…”. Poi mi pungevi<br />

con i tuoi occhi e ridevi sotto i baffi e mi raccontavi<br />

quello che volevi, per me la <strong>Chiocciola</strong> eri<br />

tu, nelle tue parole mi ritrovavo. Eri…sei, sei<br />

sempre così nei miei pensieri, nella stagione <strong>della</strong><br />

vita che ho amato di più, la contrada sempre in<br />

festa, tre figli, tre palii, loro piangevano e noi si<br />

sempre magistralmente condotto da Piero capace<br />

di giocare in anticipo su tutti, si concretizzò con il<br />

trionfo del 1982.<br />

La terza vittoria gli permise di mantenere la promessa<br />

fatta al momento <strong>della</strong> sua elezione, (guascone!):<br />

regalare un palio ad ogni figlio e così fu.<br />

Piero è e rimane per me, per noi, un esempio di valori<br />

che appartengono al Palio e a tutti, che sono stati<br />

e sono insegnamenti di vita, non solo contradaiola.<br />

La tua ironia, caro baffo beffardo, è stata e sarà<br />

sempre un punto di riferimento per me e una<br />

lezione per tutti; la tua determinazione è rimasta<br />

immutata anche nel momento estremo, ultima<br />

sfida alla vita.<br />

Vito<br />

rideva come matti.<br />

Piero, come dirtelo ora che ci vorrebbe un altro<br />

amico come te, amico <strong>della</strong> mia famiglia, amico<br />

mio? Ma dove sei?<br />

Tu sei qui, con me, con noi, non sei lontano, lo<br />

sento dentro di me, lo so. Ci guardi beffardo e<br />

sornione, ci chiedi ragione di tanta determinazione<br />

nel voler lasciare la vita, ma come accettarlo,<br />

come si fa?<br />

Quella vita non è solo tua, è parte <strong>della</strong> nostra e<br />

Dio sa quanto pesa e non ritorna e non ritornerai,<br />

è dura.<br />

Così mentre scrivo e fumo, penso all’ultimo seggio<br />

in cui ti ho visto, abbiamo parlato dentro ai<br />

cancelli, le tue parole e la tua considerazione<br />

erano e sono fonte di grande orgoglio per me.<br />

Piero, mio non padre biologico, mio padre di contrada,<br />

indosserò quella benedetta maglia di lana,<br />

perché l’inverno sarà lungo e freddo, tanto freddo<br />

e forse smetterò di fumare…forse.<br />

E aspetterò per il tempo che avrò, ti aspetto in<br />

chiesa al mattutino, ti aspetto alla mossa sotto al<br />

tuo palco con la bandiera in tasca e tutti i palii<br />

che avremo saranno ancora tuoi e nostri,<br />

come…cosa?<br />

…come se niente fosse accaduto…niente, non è<br />

niente, solo una salto nel buio,è un volo, ti tendo<br />

la mano, ci sono due stelle piccole e luminose, sei<br />

tu, siamo e saremo sempre tutti insieme nell’oscurita<br />

di questa notte e nella luce dei tuoi sorrisi.<br />

Ciao Piero, sei qui, lo so, lo sento, lo sento…


Ciao Marchino<br />

Ciao Marchino amico mio; abbiamo passato<br />

30 anni a ridere di tutto, anche<br />

quando stavo male, all’ospedale o a<br />

Volterra mi facevi forza e coraggio e nel frattempo<br />

ci divertivamo a prendere in giro qualche<br />

bella infermiera o quando ci prendevamo in<br />

giro per far ridere i ragazzi ,ciccione, cicciobomba,<br />

testone, buzzone, Firenze, Monteroni, il<br />

panino del pellegrino o quando venisti a sapere<br />

di Sabrina e Francesco e soprattutto che io e<br />

Luca si sapeva e non ti s’era detto niente.<br />

Quando s’accompagnarono a Fiumicino per il<br />

viaggio di nozze e tra una risata e l’altra si<br />

fecero viaggiare in prima classe e uscendo dall’aeroporto<br />

indicandoti un aereo a caso ti dissi:<br />

Ciao Martino<br />

Buongiorno una<br />

s…?» Una frase un po’ abusata,<br />

«Buongiorno?<br />

e che non mi piace moltissimo, a<br />

dire la verità… troppo negativa, un po’<br />

scortese… Ma quando la sentii la prima<br />

volta quaranta anni fa pronunciata da<br />

Martino, la ritenni perfetta.<br />

Pensai che l’avesse inventata lui, tanto corrispondeva<br />

al suo carattere, scorbutico e lezzo,<br />

ma ironico ed autoironico, come solo un uomo<br />

intelligente come lui può essere. Ed oggi posso<br />

dire veramente con dolore infinito e con rabbia<br />

impotente: «Buongiorno una s…!»<br />

È l’ennesimo mattino che affrontiamo con un<br />

dolore enorme in mezzo al petto per la scomparsa<br />

di un amico carissimo.Per la terza volta<br />

in pochissimi giorni la bandiera <strong>della</strong><br />

<strong>Chiocciola</strong> listata di nero comunica la scomparsa<br />

di un altro suo figlio.<br />

Se può essere vero che davanti a Dio e di fronte<br />

alla morte siamo tutti inconfutabilmente uguali,<br />

è però sicuro che coloro che si sono allontanati<br />

in questi giorni hanno lasciato una traccia indelebile<br />

nella nostra <strong>Contrada</strong> e nei nostri cuori.<br />

Piero, Marco, Martino tre calibri da novanta .<br />

Le tre anime <strong>della</strong> <strong>Contrada</strong>:<br />

Piero – Il Palio, la corsa, l’agone… l’astuto<br />

capitano, l’arguto tessitore di strategie ..<br />

Marco – Il popolo, l’uomo <strong>della</strong> prima fila, il<br />

contradaiolo schietto e passionale, semplice e<br />

sincero, artefice dei ragù più sublimi e <strong>della</strong><br />

trippa più squisita che si possa assaggiare…<br />

Martino – La <strong>Contrada</strong> nella sua essenza, il<br />

dirigente per antonomasia, il prototipo dell’uomo<br />

di cancelleria, la formica che costruisce<br />

e si dedica alla contrada non solo e non<br />

“è quello dei ragazzi, guarda!”, quando pensasti<br />

di farmi piglia’ la sbornia e invece finisti<br />

come al solito alle 4 di notte a dire “Letizzina<br />

mica avevi voglia di pigliammi la novalgina”;<br />

facevi polemica su tutto: se s’era per un capitano,<br />

te eri contro; se si parlava <strong>della</strong> Mens Sana,<br />

te eri contro; tale fantino non ti andava bene,<br />

quell’altro nemmeno; l’avevi con Berlusconi e<br />

soprattutto con Bush che ti voleva globalizzare;<br />

una volta volevi far polemica tra Coppi e Bartali<br />

finchè riuscii a convincerti che avevano smesso<br />

di correre prima che noi si fosse nati; facevi il<br />

tifo per la Civetta e vinceva il Leocorno; pronosticavi<br />

la vittoria del Nicchio e puntualmente il<br />

cavallo si azzoppava.<br />

tanto nell’ebbrezza <strong>della</strong> breve estate ma<br />

soprattutto nelle lunghe sere di inverno con<br />

l’ingrato compito di tessere le fila economiche<br />

con parsimonia e saggezza.<br />

Martino, il lezzo, il pessimista, lo scorbutico…Martino<br />

l’entusiasta, il filosofo, l’ironico, il<br />

colto. Martino l’amico. Martino il mio maestro,<br />

colui che mi ha insegnato i “fondamentali”<br />

quando, giovanissimo dirigente inesperto, mi<br />

affacciavo per la prima volta al seggio. Martino<br />

il grande contradaiolo, figlio <strong>della</strong> <strong>Contrada</strong> e<br />

del Rione, rampollo di famiglie storiche, erede<br />

di quel grandissimo priore degli anni 30 che fu<br />

Orlando Peccianti.<br />

Uomo di profondissimi principi morali, e di una<br />

onestà e riservatezza leggendarie. Fu il fulcro<br />

di quelle dirigenze degli anni 70 ed 80 che<br />

portarono la <strong>Chiocciola</strong> nel suo momento più<br />

felice ad inanellare una serie straordinaria di<br />

successi sul tufo ed a costruire le basi immobiliari<br />

e strutturali di cui oggi andiamo fieri, l’acquisto<br />

e la realizzazione <strong>della</strong> cripta, dei locali,<br />

degli appartamenti. E lui lì a firmare assegni ed<br />

a pagare conti, brontolando e gioendo al<br />

tempo stesso. Ma non fu mai alla ribalta, non<br />

fu mai in vetrina, non si sedette mai al tavolo<br />

del “concone”… Tutto quello (tantissimo) che<br />

ha dato alla <strong>Contrada</strong> lo ha dato per amore e<br />

generosità, non certo per “apparire”.<br />

Era nato nell’estate del 1933 a cavallo tra i<br />

due palii vinti dalla Tartuca nello storico cappotto…<br />

lo raccontava sempre e sosteneva che<br />

questo era il motivo del suo caratteraccio “scaglionato”<br />

e funereo tanto da fargli meritare il<br />

nomignolo di “Cipressino”…<br />

Martino ha segnato la sua vita anche con un<br />

Martedì, mentre facevo fisioterapia, sentii una<br />

vocina che mi diceva vai da Marco; sono venuto<br />

e te eri praticamente addormentato, ma mi hai<br />

voluto dare la mano e io ho capito che quello<br />

era l’ultimo saluto; sono andato via; fuori ho<br />

pianto e ho ripensato a quando ci trovammo<br />

piangendo a San Martino il 16 agosto del ’99.<br />

Carlo<br />

importante e straordinario impegno sociale e<br />

civile dedicando la sua attività e la sua competenza<br />

al Tribunale dei Diritti del Malato ed al<br />

movimento di Cittadinanza Attiva.<br />

Dimostrando così la sua sensibilità “politica” e<br />

la sua altissima forza morale.<br />

Ricordi dolcissimi e del tutto personali…<br />

Una notte di ebbrezza e di follia quando a<br />

pochi giorni dall’esaltante vittoria del 1975 ci<br />

ritrovammo alle ore piccole, anzi piccolissime,<br />

nel piazzale fuori porta a giocare un improbabile<br />

tuliscio, e Martino, solitamente così serio e<br />

compassato, si scatenò con una gioia ed un<br />

entusiasmo da adolescente.<br />

E nell’82, quando non volle assistere al palio<br />

ma si chiuse nel buio <strong>della</strong> “sua” stanza di<br />

camerlengo ed attese…<br />

Poi corse con le braccia levate al cielo ed un<br />

lungo interminabile grido di “È <strong>Chiocciola</strong>aa”<br />

per stramazzare esausto e semi-collassato…<br />

da capo a Sammarco<br />

E quei meravigliosi Pizzoccheri <strong>della</strong> Valtellina<br />

che la sua dolce Carla, cuoca sublime, ci preparava…<br />

Martino è con il ricordo di quei Pizzoccheri che<br />

ci siamo salutati pochi giorni fa…<br />

Martino, non sarai seduto accanto a me al<br />

banchetto, la terza domenica di ottobre…<br />

Per la prima volta da quasi quarant’anni.<br />

affogasanti 11


È Fabrizio Scarpini il vincitore<br />

del IV Memorial Valacchi-Martelli<br />

Il riconoscimento, sempre molto<br />

sentito, premia i chiocciolini<br />

che si sono distinti per passione<br />

ed impegno nel mondo dello<br />

sport e nell’occasione è stato ritirato<br />

dal figlio Manuel, a causa dell’impossibilità<br />

di Fabrizio a partecipare<br />

alla serata. Il vincitore di quest’anno<br />

impersonifica alla perfezione<br />

lo spirito del Memorial:<br />

chiocciolino purosangue come<br />

pochi, Fabrizio, più conosciuto<br />

come Caino, è nato e cresciuto nel<br />

cuore del rione ed ha ricoperto tra<br />

l’altro anche la prestigiosa carica<br />

di mangino a metà degli anni<br />

ottanta. Dopo aver giocato a<br />

lungo a calcio militando in moltissime<br />

formazioni del Gruppo<br />

Nati<br />

Hanno collaborato a questo numero:<br />

per i testi<br />

Bruno Alfonsi, Michele Balestri, Sonia Corsi,<br />

Carlo Lorenzini, Roberto Martinelli, Stefano Mecattini,<br />

Nicola Panzieri, Maria Antonietta Peccianti, Elena Viani,<br />

Sportivo San Marco, Fabrizio si è<br />

avvicinato già grandicello al podismo.<br />

Quello che inizialmente doveva<br />

essere soltanto un modo per<br />

tenersi in forma e in buona salute,<br />

si è trasformato col tempo in una<br />

passione così grande, tanto da<br />

spingere Fabrizio a macinare chilometri<br />

su chilometri, partecipando<br />

da principio alle varie corse podistiche<br />

organizzate in città. Quando<br />

queste gare di provincia hanno<br />

cominciato a stargli un po’ strette,<br />

Fabrizio ha deciso di cimentarsi<br />

con la disciplina podistica per<br />

eccellenza: la maratona. In quasi<br />

dieci anni di attività, ha corso tutte<br />

le maratone più importanti d’Italia,<br />

da Roma a Milano passando per<br />

San Marco News<br />

Sono arrivati ad allietare la grande e bellissima famiglia<br />

chiocciolina i piccoli:<br />

Leonardo di Federico Mensini e Silvia Focardi<br />

Federico di Alberto Saracini e Lucia Martelli<br />

Guido di Daniele Prosperanti e Mariangela Machetti<br />

Aurora di Daniele Zacchini e Claudia Naldini<br />

Edoardo di Giuseppe Tridico e Claudia Neri<br />

Teresa di Davide Martinelli e Benedetta Corsini<br />

Pietro di Gabriele Grandi e Silvia Marzocchi<br />

Tommaso di Federico Paoli e Laura Franci<br />

Francesca Volpi, Vito Volpi, Roberto Zalaffi,<br />

Francesco Zanibelli, gli scrittori<br />

e gli addetti <strong>della</strong> Sezione Piccoli Chiocciolini<br />

per le fotografie<br />

Archivio <strong>Contrada</strong> <strong>della</strong> <strong>Chiocciola</strong>, archivi privati,<br />

Leonardo di Andrea Magrini e Silvia Celeghin<br />

Stefano di Alessandro Gradi e Giovanna Bartalini<br />

Deceduti<br />

Padova, Venezia e Firenze. Ma<br />

Fabrizio si è spinto più in là: negli<br />

ultimi anni ha portato i colori <strong>della</strong><br />

<strong>Chiocciola</strong> anche all’estero, partecipando<br />

alle maratone di Parigi e<br />

Fantini, sta forse cambiando qualcosa?<br />

Le vittorie di Brio e di Salasso<br />

nei palii 2006 hanno evidenziato<br />

sostanzialmente un<br />

fatto e cioè che, pur rimanendo<br />

indiscutibilmente il migliore, Luigi<br />

Bruschelli non è imbattibile. Certo è<br />

che è se a luglio non è stato certo<br />

favorito dalla posizione al canape<br />

essendo di rincorsa, ad agosto le<br />

premesse per la vittoria c’erano<br />

tutte anche se con nostra somma<br />

gioia non si sono verificate. Si parlava<br />

di Brio e Salasso. Due giovani<br />

fantini senesi che hanno dimostrato<br />

di saper uscire da determinate strategie<br />

e di tirare a vincere; due fantini<br />

che hanno fatto la ‘gavetta’<br />

anche se Salasso aveva già assaporato<br />

nel 2004 nella Giraffa il piacere<br />

<strong>della</strong> vittoria.<br />

Il loro exploit deve servire da stimolo<br />

e da esempio agli altri giovani<br />

fantini che sono oggi nel giro;<br />

penso al Tittia, allo Zedde e a<br />

Gingillo. Una valida alternativa a<br />

Trecciolino poteva diventare il<br />

Minisini ma dopo una serie di palii<br />

incolori, sembra avviato verso un<br />

inesorabile declino. Anche<br />

Sgaibarre dopo la vittoria nella<br />

Selva nel 2003 sembra essersi un<br />

po’ perso; avrà però nel 2007<br />

modo di rifarsi dopo la delusione<br />

<strong>della</strong> mancata partecipazione al<br />

palio di Agosto. Il 2007 potrebbe<br />

l’anno <strong>della</strong> verità anche per<br />

Bighino dopo che L’Onda gli ha<br />

dato l’opportunità di diventare il<br />

suo fantino di contrada. Tra le<br />

La contrada <strong>della</strong> <strong>Chiocciola</strong> ricorda con affetto:<br />

Palmiero Bonari<br />

Altero Butini<br />

Sergio Corsi<br />

Piero Iannone<br />

Marco Marchetti<br />

Martino Bratto<br />

Sonia Corsi, Stefano Galli, Marco Lorenzini<br />

per i disegni e le vignette<br />

Enrico Ninci, i pittori <strong>della</strong> Sezione Piccoli Chiocciolini<br />

realizzazione: nuova immagine editrice, Siena<br />

Berlino. La sua prossima fatica<br />

sarà niente popò di meno che la<br />

regina delle maratone, quella di<br />

New York, ad inizio Novembre.<br />

Allora corri Fabrizio, corri!<br />

nuove leve non c’è molta scelta, si<br />

parla molto bene di Gianluca Faisun<br />

giovane proveniente dalle<br />

regolari al quale la Lupa ha dato<br />

fiducia facendolo diventare fantino<br />

di contrada e che alla tratta di<br />

agosto ha fatto intravedere buone<br />

doti. Insomma, L’Imperatore Luigi<br />

Bruschelli farà bene nel 2007 a<br />

stare accorto perché i pretendenti<br />

al suo scettro sono tanti e il 2006<br />

ha dimostrato che se hai mano,<br />

cuore e costanza, puoi emergere.<br />

progetto grafico: Alessandro Bellucci, Siena<br />

stampa: Industria Grafica Pistolesi, Siena

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!