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Paradigmi della critica al relativismo - Veritatis Splendor

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giudizio esiste ed ha v<strong>al</strong>ore solo in relazione ad un soggetto opinante,<br />

il soggetto opinante stesso deve essere relativo ad un <strong>al</strong>tro e così via<br />

<strong>al</strong>l'infinito, nell'infinità delle possibili varianti di giudizi e di specie<br />

di cose. Sicché opinante ed oggetto opinato saranno identici e diversi<br />

ad un tempo: l'uomo sarà solo oggetto di opinione, contrariamente<br />

<strong>al</strong>l'assunto chiave del <strong>relativismo</strong>, secondo il qu<strong>al</strong>e egli in quanto t<strong>al</strong>e<br />

è soggetto di opinione.<br />

II principio di non contraddizione viene, in definitiva, ribadito<br />

d<strong>al</strong>le stesse aporie del <strong>relativismo</strong>. Ogni cosa è in quanto non<br />

contraddittoria, in quanto cioè è quella determinata cosa, quella<br />

particolare proposizione, quella concreta azione. Diversamente non<br />

può avere <strong>al</strong>cuna re<strong>al</strong>tà né <strong>al</strong>cuna intelligibilità. I contraddittori non<br />

possono esistere riferiti ad una medesima cosa, la qu<strong>al</strong>e <strong>al</strong>trimenti<br />

sarebbe se stessa e non se stessa. An<strong>al</strong>ogamente neppure i contrari<br />

possono coesistere rispetto ad un medesimo oggetto, nello stesso<br />

tempo e sotto il medesimo aspetto 20 .<br />

Il <strong>relativismo</strong> pretendendo di considerare la tot<strong>al</strong>ità delle<br />

proposizioni (e <strong>della</strong> re<strong>al</strong>tà) riconducendola in ogni sua specie <strong>al</strong>la<br />

opinabilità dell'opzione soggettiva, si risolve nell'auto-confutazione.<br />

Appena il relativista attribuisca qu<strong>al</strong>che significato ai termini di cui<br />

egli stesso si serve (in modo che si possa discutere partendo da una<br />

qu<strong>al</strong>che definizione che il relativista stesso dovrà sottendere <strong>al</strong>la<br />

proposizione formulata), sarà <strong>al</strong>meno incontrovertibilmente vero che<br />

t<strong>al</strong>e significato non è il suo contrario. Non occorre, per confutare a<br />

partire d<strong>al</strong>la sua stessa asserzione (come per la dimostrazione per via

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