PKD - Allevamento della Fata Morgana
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<strong>PKD</strong> - SINDROME DEL RENE POLICISTICO:<br />
Malattia Ereditaria del Gatto<br />
DR.SSA MAURIZIA PALLANTE, MEDICO VETERINARIO - Visite a Domicilio (Roma e Provincia)<br />
COS'È LA <strong>PKD</strong><br />
maurizia.pallante@vet-in-time.it - 349.6906583 - www.vet-in-time.it<br />
La <strong>PKD</strong> (Sindrome del Rene Policistico) è un disordine renale ereditario, riportato in letteratura solo dal<br />
1967. Tipicamente, già alla nascita, in entrambi i reni sono presenti numerosissime cisti. Le cisti non sono<br />
altro che cavità piene di liquido, che aumentano di volume col crescere dell'animale, fino a raggiungere<br />
anche i 2,5 cm di diametro. Il rene di un gatto colpito da <strong>PKD</strong> può ospitare da 20 a 200 cisti.<br />
RAZZE PORTATRICI<br />
La razza più colpita è, senza dubbio, quella dei Gatti Persiani. Tuttavia, possiamo ritrovare la malattia anche<br />
in altre razze di gatti, che in passato furono incrociati con i Persiani. E' il caso delle seguenti razze: Exotic<br />
Shorthair, Selkirk Rex, British Shorthair, Scottish Fold, Sacri di Birmania, Ragdoll, American Shorthair,<br />
Devon Rex, Maine Coon, Norvegesi delle Foreste, Sphynx, Orientali, Cornish Rex, Abissina, Somala, Manx<br />
e Burmese.<br />
SINTOMI<br />
Non sempre un gatto portatore manifesta segni di malattia. Ciò dipende da innumerevoli fattori, primi fra<br />
tutti la dimensione ed il numero di cisti presenti in entrambi i reni. L'insufficienza renale diventerà evidente<br />
solo quando le cisti occuperanno troppo spazio, alterando la normale architettura del parenchima renale e, di<br />
conseguenza, compromettendo la sua funzione fisiologica, fino a raggiungere il blocco renale. Animali con<br />
poche o piccole cisti probabilmente non si ammaleranno mai. I primi segni di malattia sono poco specifici e<br />
compaiono fra i 3 ed i 10 anni d'età dell'animale. Innanzi tutto, aumenteranno frequenza e quantità di<br />
abbeveramento (polidipsia) e minzione (poliuria). Successivamente, con l'aggravarsi <strong>della</strong> situazione, il gatto<br />
può perdere appetito e dimagrire, il pelo diventerà meno luminoso e, saltuariamente, potranno esserci episodi<br />
di vomito e di alitosi. Spesso si può ritrovare anche del sangue nelle urine (ematuria).<br />
TRATTAMENTO E PROFILASSI<br />
Poiché, a tutt'oggi, non esiste alcuna cura né alcun modo di prevenire l'insorgenza e lo sviluppo <strong>della</strong> <strong>PKD</strong>, si<br />
consiglia di testare sempre i riproduttori prima di metterli in monta. L'unico mezzo di profilassi, infatti, resta<br />
quello di eliminare dalla riproduzione i soggetti positivi al test per la <strong>PKD</strong>.<br />
L'inizio del trattamento di un animale malato dovrebbe essere quanto più precoce possibile. Lo scopo è<br />
quello di cercare di idratare l'animale, con fleboclisi o ipodermoclisi di soluzione fisiologica almeno 2 giorni<br />
a settimana, fino stabilizzazione. Successivamente, si può operare sulla dieta dell'animale, somministrando<br />
mangimi commerciali ipoproteici ed a scarso contenuto di fosforo. Nei casi più gravi, il protocollo prevede<br />
l'utilizzo di farmaci ACE-inibitori e di antibiotici, in caso di necessità.
DIAGNOSI<br />
La diagnosi tradizionale è basata su ecografia ed esami di laboratorio. L'ecografia è un esame facilmente<br />
eseguibile, che, nella maggior parte dei casi, non necessita neanche <strong>della</strong> sedazione dell'animale. Il gatto<br />
viene tosato sui fianchi o intorno all'ombelico, aree su cui viene apposta la sonda per esaminare i reni. Gli<br />
ultrasuoni sono utili sugli animali anziani, perché permettono di valutare sia la numerosità che le dimensioni<br />
delle cisti renali, tuttavia è necessario affidarsi ad un veterinario esperto che abbia anche la strumentazione<br />
adatta. Questo discorso non vale per i gatti giovani, i quali potrebbero avere cisti talmente piccole da non<br />
essere evidenziabili dall'ecografo. In questi casi, il mezzo diagnostico più affidabile è, senza dubbio, un test<br />
genetico. Per farlo basta un semplice prelievo di sangue o di saliva: il risultato si ha, all'incirca, dopo 2<br />
settimane.<br />
Analisi di laboratorio di routine, quali emocromo, profilo biochimico dei parametri ematici ed esame delle<br />
urine, aiuteranno il clinico a quantificare il danno ed ad impostare una corretta terapia. Per questo motivo,<br />
nei gatti malati, si consiglia di ripetere questi esami ogni 6 mesi.<br />
<strong>PKD</strong>: EREDITARIETÀ<br />
La <strong>PKD</strong> è una malattia ereditaria, dovuta ad una mutazione genetica. Il gene anomalo non è localizzato sui<br />
cromosomi sessuali, per cui la malattia si definisce "Autosomica" e può colpire gli individui sia di sesso<br />
maschile che femminile. Il gene responsabile <strong>della</strong> <strong>PKD</strong> è anche dominante, ciò significa che basta un solo<br />
genitore positivo per trasmettere la malattia al gattino. Nel caso in cui entrambi i genitori trasmettono il gene<br />
mutato, il gattino sarà un omozigote dominante, che, molto probabilmente morirà prima o poco dopo il parto.<br />
Poiché i geni derivano sia dal padre che dalla madre, il corredo genico di un individuo è duplicato. Ciò<br />
significa che un gatto positivo non sempre genera gattini positivi. Le probabilità statistiche sono le seguenti:<br />
• Entrambi i genitori <strong>PKD</strong> negativi: tutti i gattini saranno <strong>PKD</strong> negativi;<br />
• Entrambi i genitori eterozigoti: i gattini hanno il 75% di probabilità di ereditare la <strong>PKD</strong>;<br />
• 1 genitore <strong>PKD</strong> negativo + 1 genitore eterozigote: i gattini hanno il 50% di probabilità di ereditare la<br />
<strong>PKD</strong>.<br />
COME GESTIRE LA <strong>PKD</strong> IN UN ALLEVAMENTO<br />
Come già accennato, il primo passo consiste nell'identificazione di tutti i soggetti positivi, al fine di<br />
escluderli dai piani di allevamento. Sarebbe auspicabile che ogni allevatore eseguisse lo screening<br />
dei propri riproduttori.<br />
Il test del DNA è il mezzo più economico e sicuro, perché permette di avere un risultato invariabile<br />
nel tempo con un attendibilità del 100%.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
- Criado-Fornelio A, Buling A, Barba-Carretero JC, " Identification of feline polycystic kidney<br />
disease mutation using fret probes and melting curve analysis.", Res Vet Sci. 2008 Jun 13.<br />
- Biller D.S., Di Bartola S.P., Lagerwerf W.J., " Autosomal Dominant Polycystic Kidney Disease in<br />
Persian Cats", Cat Fancy Magazine, Febbraio 1998.<br />
- Eaton K.A., et al; "Autosomal Dominant Polycystic Kidney Disease in Persian and Persian-cross<br />
Cats", Vet Pathology 1997, Mar; 34(2): 117-126.<br />
- Biller D.S., et al; "Inheritance of Polycystic Kidney Disease in Persian Cats", Journal of Heredity,<br />
1996 Jan; 87(1): 1-5.