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i fiumi - Il Villaggio di Esteban - MORTARA

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I VIAGGI<br />

Partimmo per Amsterdam, e vi giuro che il nostro unico intento era quello <strong>di</strong><br />

trascorrere una settimana fumando dalla mattina sino a notte inoltrata tutto<br />

quello che fosse umanamente possibile fumare. Poi, però, visitando il Museo<br />

Reale mi capitò <strong>di</strong> notare che un posto d’onore era riservato ad una tela del<br />

Seicento che raffigurava un palmipede incavolato, e per la prima volta – forse<br />

- nella mia vita mi resi conto che a questo mondo c’è una quantità<br />

inimmaginabile <strong>di</strong> cose da capire. Eravamo in ottobre, faceva buio presto e<br />

il tempo era quello che era. Avete presente i marciapie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Amsterdam ?<br />

Sono fatti <strong>di</strong> mattoni; a destra e a sinistra ci sono due gobbette e in mezzo c’è<br />

come una cunetta, e questa cunetta ti sembra che sia lunga milioni <strong>di</strong><br />

chilometri, ce l’hai sempre davanti agli occhi dappertutto dove vai. E infatti<br />

noi camminavamo e camminavamo, veniva buio e noi camminavamo, e ci<br />

lavava la faccia un qualcosa <strong>di</strong> umido e gelido che sembrava pioggia ma mica<br />

lo era; la pioggia viene giù dall’alto e quella roba invece galleggiava a<br />

mezz’aria, e arrivava ad ondate a schiaffeggiarci, ed è stato lì che ho capito<br />

che un punto preciso dove la terra finisce e comincia il mare, e dove finisce il<br />

mare e comincia l’atmosfera, quel punto lì, insomma, proprio non esiste.<br />

Dopo<strong>di</strong>chè ce ne andammo a Siena; la piazza tanto celebre che chiamano il<br />

Campo, dove un paio <strong>di</strong> volte all’anno corrono i cavalli montati a pelo, è tutta<br />

in <strong>di</strong>scesa e <strong>di</strong> forma somiglia ad un lavabo, e questo lo si sa in tutto il<br />

mondo, poiché da tutto il mondo vengono a frotte a veder la piazza. Noi, per<br />

fortuna nostra, ci capitammo nella brutta stagione e <strong>di</strong> turisti, se ce n’erano,<br />

non se ne vedevano. La mattina c’era un po’ <strong>di</strong> nebbia ma si <strong>di</strong>ssolveva al<br />

primo chiacchierio che si u<strong>di</strong>va nelle strade. Dalla piazza una via sale in<br />

<strong>di</strong>rezione del punto più alto della città; in prossimità della cima si incontra il<br />

Battistero, che è una chiesa a tre navate, e quin<strong>di</strong> piuttosto grossa, incassata<br />

come una lavastoviglie sotto un’ala del Duomo, il quale sorge sulla spianata<br />

in cima alla collina, una dozzina <strong>di</strong> metri più su. <strong>Il</strong> Duomo è incompiuto; si<br />

sono fatte una navata laterale e la facciata, ma c’è solo la muratura, senza<br />

rifiniture. Di completo, per il momento, c’è soltanto il transetto, che visto in<br />

pianta sarebbe il braccio più corto della croce. In effetti il transetto è già <strong>di</strong><br />

suo una chiesa fatta e finita, e per giunta enorme, e la si usa come Cattedrale<br />

fintantochè non sia terminata la costruzione del Duomo. Quando questo<br />

potrà avvenire, però, non si sa, dato che i lavori sono interrotti da qualche<br />

secolo e non pare che al momento ci sia l’intenzione <strong>di</strong> riprenderli.

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