Diapositiva 1 - dipartimento di economia e diritto
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POLITICHE DEL LAVORO<br />
2012
QUESITO E PERCORSO DI ANALISI:<br />
L’aumento dell’occupazione e<br />
la riduzione della <strong>di</strong>soccupazione<br />
sono raggiungibili attraverso la “flessibilità” dei salari?<br />
il funzionamento del mercato del lavoro<br />
verrà quin<strong>di</strong> esaminato sottolineando i seguenti aspetti:<br />
• 1) I meccanismi concorrenziali e la <strong>di</strong>stribuzione conflittuale<br />
nella visione dei classici (mercato e contesto storico-sociale)<br />
• 2) L’equilibrio con <strong>di</strong>soccupazione “volontaria” nell’approccio<br />
neoclassico (mercato e produttività marginale)<br />
3) Le rigi<strong>di</strong>tà “nominali” e la <strong>di</strong>soccupazione “involontaria” in<br />
Keynes (insufficienza della domanda effettiva)<br />
4) Le imperfezioni <strong>di</strong> mercato e le rigi<strong>di</strong>tà salariali nei modelli<br />
microfondati (istituzioni e vincoli alla concorrenza perfetta)
Le chiavi <strong>di</strong> lettura teoriche<br />
interpretative della “natura della <strong>di</strong>soccupazione”<br />
aiutano a comprendere se e in che misura le riforme ispirate ad<br />
introdurre maggiore flessibilità sul mercato del lavoro possono<br />
concorrere ad accrescere l’occupazione<br />
• I modelli che verranno esaminati supporteranno la seguente<br />
ipotesi:<br />
• Le politiche occupazionali e <strong>di</strong> crescita del red<strong>di</strong>to (misure<br />
macroeconomiche <strong>di</strong> sostegno alla domanda aggregata e <strong>di</strong><br />
incentivo agli investimenti), accompagnate da alcune politiche<br />
sociali, sono pre-con<strong>di</strong>zione fondamentale affinchè le politiche<br />
del lavoro (interventi a carattere micro orientati a specifici<br />
segmenti <strong>di</strong> forza lavoro e alla rimozione <strong>di</strong> eventuali e<br />
particolari “rigi<strong>di</strong>tà” del mercato) non siano solo re<strong>di</strong>stributive<br />
delle opportunità lavorative, ma ne accrescano il volume<br />
globale.
CLASSICI<br />
A.Smith (1776)<br />
D.Ricardo (1817)<br />
C.Marx (1867)…<br />
CHIAVI DI LETTURA<br />
DEL MERCATO DEL LAVORO<br />
KEYNESIANI<br />
da<br />
Keynes: Teoria generale…(1936)<br />
NEOCLASSICI<br />
L.Walras (1877)<br />
A.Marshall(1890)<br />
V.Pareto (1906)<br />
A.Pigou (1933) …..
Molti manuali <strong>di</strong> Economia del lavoro<br />
seguono soprattutto l’approccio NEOCLASSICO<br />
(microeconomico)<br />
• In realtà, ci sono elementi dell’analisi CLASSICA e<br />
KEYNESIANA che hanno un’importanza fondamentale<br />
per capire come funziona il mercato del lavoro<br />
• Entrambe le teorie seguono un approccio<br />
macroeconomico (che esamina, cioè,non il<br />
comportamento dei singoli operatori, ma quello delle<br />
“categorie” <strong>di</strong> soggetti – i datori <strong>di</strong> lavoro/impren<strong>di</strong>tori; i<br />
lavoratori/sindacati, i consumatori, i risparmiatori, lo<br />
Stato…- e ne valuta gli effetti sulle grandezze aggregate,<br />
come il red<strong>di</strong>to complessivamente prodotto, il livello<br />
totale dell’occupazione e della <strong>di</strong>soccupazione…)<br />
Verranno messi a confronto i para<strong>di</strong>gmi teorici seguendo il percorso cronologico:<br />
1) Classici; Neoclassici; Keynesiani; Microfondazioni
CLASSICI<br />
• Il LAVORO è il “fattore produttivo” per eccellenza: senza il suo<br />
apporto gli altri due fattori (terra e capitale) non sono in grado –da<br />
soli- <strong>di</strong> realizzare un prodotto<br />
• Il CAPITALE, combinato con il lavoro, ne aumenta la capacità<br />
produttiva (in quanto al suo interno contiene attività lavorativa<br />
passata; esempio: un macchinario è stato costruito grazie ad altro<br />
lavoro impiegato e può essere utilizzato solo attraverso lavoro)<br />
• La TERRA (o una proprietà immobiliare) è il terzo fattore necessario<br />
per realizzare un’attività <strong>di</strong> produzione, ma anche questo necessita<br />
del lavoro per dare origine ad un prodotto da scambiare sul un<br />
mercato dei beni
Secondo i CLASSICI<br />
° L’offerta <strong>di</strong> lavoro è rigida:<br />
tutti si offrono “a prescindere”dal livello <strong>di</strong> salario. L’offerta si<br />
muove a destra se aumenta la popolazione e/o l’immigrazione<br />
° La domanda <strong>di</strong> lavoro è decrescente al crescere del salario:<br />
a parità <strong>di</strong> “fondo salari”, se il salario aumenta gli impren<strong>di</strong>tori<br />
domanderanno meno lavoratori. La funzione si sposta a<br />
destra se gli impren<strong>di</strong>tori hanno più capitale da investire<br />
°Il salario <strong>di</strong> mercato può variare a seconda <strong>di</strong> come varia la<br />
domanda e l’offerta <strong>di</strong> lavoro, ma il suo valore tende a<br />
stabilirsi intorno al salario “naturale” che riflette, in ogni perio<br />
do storico e ambiente geografico, il relativo “salario <strong>di</strong><br />
sussistenza”<br />
° la <strong>di</strong>soccupazione <strong>di</strong>pende soprattutto dal processo <strong>di</strong><br />
sostituzione del capitale al lavoro (<strong>di</strong>soccupazione tecnologica)<br />
ed è sempre <strong>di</strong> tipo involontario (dal momento che i lavoratori<br />
sono <strong>di</strong>sponibili a lavorare a qualsiasi salario):<br />
Tale <strong>di</strong>soccupazione potrebbe essere sanata se una eventuale<br />
crescita della domanda dei beni (la cui produzione richiederebbe<br />
più lavoro) riuscisse a compensare la riduzione <strong>di</strong> occupati<br />
provocata dal ProgressoTecnologico.
La FLESSIBILITA’ del SALARIO<br />
secondo i Classici<br />
non è una con<strong>di</strong>zione necessaria e sufficiente<br />
per raggiungere la piena occupazione<br />
• I meccanismi concorrenziali (secondo i quali, quando l’offerta > della domanda<br />
il salario tende a scendere) fanno sì che il salario <strong>di</strong> mercato (misurato in<br />
termini “reali”, cioè in rapporto al prezzo dei beni) tenda verso il valore<br />
della sussistenza. Di fatto l’offerta è quasi sempre > della domanda o per fattori<br />
demografici (aumento popolazione/immigrazione) o per <strong>di</strong>soccupazione causata dalla<br />
sostituzione del lavoro con capitale.<br />
• Gli impren<strong>di</strong>tori potrebbero reimpiegare i profitti realizzati ampliando<br />
la produzione e l’occupazione; ma è necessario che<br />
• A) ci sia una sufficiente domanda <strong>di</strong> beni (altrimenti “crisi da sovrapproduzione”)<br />
• B) si realizzi comunque un saggio <strong>di</strong> profitto positivo
NEOCLASSICI<br />
• Ogni fattore produttivo (lavoro, capitale e terra) ha<br />
una sua produttività specifica che si può misurare nel<br />
modo seguente, ad esempio:<br />
• per il lavoro:<br />
A.C.Pigou V.Pareto<br />
PRESUPOSTO BASE:<br />
si osserva <strong>di</strong> quanto varia il prodotto finale quando si<br />
impiega una unità (o una quantità molto piccola) <strong>di</strong><br />
lavoro in più, “ferma rimanendo la quantità degli altri<br />
fattori impiegati” (produttività –o ren<strong>di</strong>mentomarginale<br />
del lavoro)
In precedenza si è data una prima rappresentazione grafica del<br />
mercato del lavoro<br />
dove si è supposto che, in linea generale:<br />
• La quantità domandata (Nd) del fattore “lavoro” varii in funzione inversa rispetto al suo<br />
prezzo (salario = wage = w);(gli impren<strong>di</strong>tori domandano più lavoro quando w )<br />
• La quantità offerta (No) varii invece in funzione <strong>di</strong>retta rispetto al suo prezzo: No se w<br />
w<br />
we<br />
prezzo<br />
0<br />
Ne<br />
N<br />
No<br />
offerta<br />
Nd<br />
domanda<br />
Le variabili che muovono<br />
la domanda e l’offerta <strong>di</strong><br />
lavoro – e quin<strong>di</strong> il livello<br />
dell’occupazione- sono in<br />
realtà più numerose e com<br />
plesse.<br />
La teoria neoclassica del mercato del lavoro costruisce le funzioni <strong>di</strong> offerta e <strong>di</strong><br />
domanda del lavoro specificando in dettaglio l’influenza delle <strong>di</strong>verse variabili
In linea generale L’OFFERTA DEL LAVORO….<br />
(espressa in numero <strong>di</strong> lavoratori oppure ore <strong>di</strong> lavoro offerte)<br />
varia in misura <strong>di</strong>retta al variare del salario reale (w/p = salario<br />
nominale –o monetario- in rapporto al livello dei prezzi = potere<br />
d’acquisto del salario)<br />
w/p<br />
N (h)<br />
No<br />
L’offerta complessiva <strong>di</strong><br />
lavoro si costruisce<br />
partendo dalla quantità <strong>di</strong><br />
ore <strong>di</strong> lavoro che un<br />
in<strong>di</strong>viduo è <strong>di</strong>sposto ad<br />
offrire in relazione ad un<br />
determinato salario.<br />
Ipotizzando che il salario<br />
aumenti, l’in<strong>di</strong>viduo<br />
confronta il vincolo <strong>di</strong><br />
bilancio (red<strong>di</strong>to<br />
<strong>di</strong>sponibile) con l’utilità<br />
che gli deriva dallo<br />
scambiare tempo libero<br />
con il consumo ottenibile
L’OFFERTA DI LAVORO: Approccio Microeconomico<br />
• Il lavoratore nell’offrire lavoro vàluta, da un lato, quanto tempo<br />
libero cedere in cambio <strong>di</strong> salario (effetto sostituzione),<br />
dall’altro l’utilità <strong>di</strong> cedere tempo libero contro un salario che gli<br />
consente <strong>di</strong> consumare beni (effetto red<strong>di</strong>to).<br />
• Se il salario aumenta, il lavoratore può reagire<br />
-offrendo più ore <strong>di</strong> lavoro: in tal caso prevale l’effetto<br />
“sostituzione”, poiché, partendo da un livello <strong>di</strong> salario basso, il<br />
suo incremento stimola il lavoratore a ridurre tempo libero per<br />
offrire maggior lavoro (Funzione crescente rispetto al salario)<br />
- oppure riducendo le ore <strong>di</strong> lavoro offerte: ciò avviene quando il<br />
salario è talmente alto da consentire un consumo <strong>di</strong> beni (effetto<br />
“red<strong>di</strong>to”) tale da non incentivare l’aumento ulteriore <strong>di</strong> lavoro<br />
offerto, preferendo anzi godere <strong>di</strong> maggior tempo libero<br />
(Funzione con tratto decrescente rispetto al salario)
L’OFFERTA DI LAVORO: strumenti analitici<br />
• E’ possibile rappresentare graficamente il modo in cui un<br />
lavoratore decide <strong>di</strong> offrire ore <strong>di</strong> lavoro:<br />
- Sull’asse delle ascisse si in<strong>di</strong>cano le ore <strong>di</strong> tempo libero<br />
(riducendo le quali si offrono via via più ore <strong>di</strong> lavoro)<br />
- Si rappresenta sull’asse delle or<strong>di</strong>nate il livello <strong>di</strong> consumo che un<br />
determinato red<strong>di</strong>to (dato dal salario per le ore <strong>di</strong> lavoro + il red<strong>di</strong>to non da lavoro)<br />
consente <strong>di</strong> effettuare<br />
- Si ipotizza che ciascuno goda <strong>di</strong> un livello minimo <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to non<br />
da lavoro (V) che consenta consumi minimi anche senza lavorare<br />
(in assenza <strong>di</strong> tale red<strong>di</strong>to V=0)<br />
- Si rappresentano il vincolo <strong>di</strong> bilancio (retta con pendenza data dal salario) e le<br />
curve <strong>di</strong> in<strong>di</strong>fferenza (che rappresentano i <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> utilità)
Offerta <strong>di</strong> lavoro – Il vincolo <strong>di</strong> bilancio<br />
La retta <strong>di</strong> bilancio è la frontiera del set <strong>di</strong> opportunità del lavoratore. Il punto E in<strong>di</strong>ca quanto una<br />
persona consuma se non entra nel mercato del lavoro. Il lavoratore si sposta sulla retta <strong>di</strong> bilancio quando<br />
scambia un’ora <strong>di</strong> tempo libero per consumare più beni. Il valore assoluto dell’inclinazione della retta <strong>di</strong><br />
bilancio è il salario.<br />
Fonte: BORJAS, Economia del lavoro, Brioschi 2009
Offerta <strong>di</strong> lavoro – La decisione sulle ore <strong>di</strong><br />
lavoro<br />
La curva <strong>di</strong> in<strong>di</strong>fferenza<br />
esprime lo stesso livello <strong>di</strong><br />
sod<strong>di</strong>sfazione (utilità) che<br />
un lavoratore ha nello<br />
scambiare ore <strong>di</strong> tempo<br />
libero contro livelli <strong>di</strong> salario<br />
che gli consentono <strong>di</strong> acquisire<br />
beni <strong>di</strong> consumo.<br />
Decisione lavoro – tempo libero:<br />
Un lavoratore che massimizza l’utilità sceglie il paniere <strong>di</strong><br />
consumo – tempo libero dato dal punto P, nel quale la curva <strong>di</strong> in<strong>di</strong>fferenza è tangente alla retta<br />
<strong>di</strong> bilancio.<br />
15<br />
Fonte: BORJAS, Economia del lavoro, Brioschi 2009
L’OFFERTA DI LAVORO:<br />
effetti possibili <strong>di</strong> un aumento del salario<br />
b) Il lavoratore<br />
aumenta le ore <strong>di</strong> tempo libero:<br />
Si riduce l’offerta <strong>di</strong> lavoro<br />
(accade soprattutto se il<br />
salario aumenta partendo<br />
da livelli alti: tratto alto e<br />
decrescente della funzione<br />
<strong>di</strong> offerta)<br />
Fonte: BORJAS, Economia del lavoro, Brioschi 2009<br />
a) Il lavoratore<br />
riduce le ore <strong>di</strong> tempo libero:<br />
aumenta l’offerta <strong>di</strong> lavoro<br />
(accade soprattutto se il<br />
salario aumenta partendo<br />
da livelli bassi: tratto più<br />
basso e crescente della<br />
funzione <strong>di</strong> offerta)
Offerta <strong>di</strong> lavoro – La curva <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> lavoro<br />
Aumenta il<br />
tempo libero<br />
Si riduce il<br />
tempo libero<br />
La curva d’offerta <strong>di</strong> lavoro descrive la relazione tra il salario e le ore <strong>di</strong> lavoro. Per i salari<br />
inferiori al salario <strong>di</strong> riserva (10€) un soggetto decide <strong>di</strong> non lavorare. Per i salari superiori a 10€,<br />
ci si offre invece sul mercato del lavoro. Nel segmento rivolto verso l’alto della curva <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong><br />
lavoro, gli effetti <strong>di</strong> sostituzione (scambio tra ore <strong>di</strong> lavoro e tempo libero) sono più forti<br />
all’inizio; nel segmento rivolto all’in<strong>di</strong>etro gli effetti red<strong>di</strong>to (per il consumo <strong>di</strong> beni) finiscono<br />
per dominare.<br />
Fonte: BORJAS, Economia del lavoro, Brioschi 2009<br />
Prevale l’effetto red<strong>di</strong>to<br />
Prevale l’effetto<br />
sostituzione
L’OFFERTA DI LAVORO: elasticità rispetto al salario<br />
• Elasticità dell’offerta = variazione % della quantità <strong>di</strong> lavoro offerto in rapporto alla<br />
variazione % del salario<br />
W<br />
N<br />
No<br />
La funzione d’offerta è tanto più<br />
“rigida” (verticale) quanto minore<br />
è l’aumento dell’offerta <strong>di</strong> lavoro<br />
rispetto all’aumento del salario;<br />
al contrario, è tanto più elastica<br />
(piatta) quanto maggiore è l’aumento<br />
dell’offerta rispetto alla variazione<br />
del salario
LA DOMANDA DI LAVORO: Approccio Microeconomico<br />
• Gli impren<strong>di</strong>tori nel domandare ore <strong>di</strong> lavoro o numero<br />
<strong>di</strong> lavoratori valutano tre variabili fondamentali<br />
- a) il salario reale (salario nominale –o monetario- in<br />
rapporto al livello dei prezzi)<br />
- b) la produttività del lavoro (prodotto totale in<br />
rapporto alle ore lavorate o al numero <strong>di</strong> lavoratori9<br />
- c) la domanda dei beni (La quantita <strong>di</strong> prodotto<br />
richiesto dal mercato)
a) In linea generale la DOMANDA DI LAVORO….<br />
(espressa in numero <strong>di</strong> lavoratori oppure ore <strong>di</strong> lavoro offerte)<br />
varia in misura inversa al variare del salario reale (w/p = salario<br />
nominale –o monetario- in rapporto al livello dei prezzi = potere<br />
d’acquisto del salario)<br />
w/p<br />
N (h)<br />
Nd<br />
La domanda complessiva <strong>di</strong><br />
lavoro si costruisce<br />
partendo dalla quantità <strong>di</strong><br />
ore <strong>di</strong> lavoro (o numero <strong>di</strong><br />
lavoratori) che un<br />
impren<strong>di</strong>tore è <strong>di</strong>sposto a<br />
domandare in relazione ad<br />
un determinato salario.<br />
Ipotizzando che il salario<br />
(o costo del lavoro)<br />
<strong>di</strong>minuisca l’impren<strong>di</strong>tore<br />
tenderà a richiedere una<br />
maggiore quantità <strong>di</strong><br />
lavoro
) La DOMANDA DI LAVORO, secondo i neoclassici,<br />
riflette l’andamento della<br />
produttività marginale del lavoro<br />
La domanda <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong>pende anche dalla produttività del lavoro. Le<br />
con<strong>di</strong>zioni salariali che l’impren<strong>di</strong>tore è <strong>di</strong>sposto a corrispondere a<br />
ogni lavoratore impiegato nella produzione (o per ogni ora <strong>di</strong> lavoro<br />
prestata) debbono riflettere la relativa produttività, misurata in<br />
termini “marginali” (<strong>di</strong> incremento “al margine”)<br />
• La produttività marginale del lavoro ha un andamento, prima<br />
crescente e poi decrescente al crescere del numero <strong>di</strong> lavoratori (o<br />
numero <strong>di</strong> ore prestate) perché si suppone che ogni aggiunta <strong>di</strong><br />
lavoro impiegato “renda” via via <strong>di</strong> più fin quando il capitale<br />
<strong>di</strong>sponibile non è stato pienamente utilizzato; ma poi renda via via<br />
meno -ren<strong>di</strong>menti marginali decrescenti- una volta che il capitale<br />
ha raggiunto l’utilizzo ottimale.<br />
• La domanda <strong>di</strong> lavoro “ricalca” il tratto <strong>di</strong>scendente della<br />
produttività marginale del lavoro
Esempio <strong>di</strong> come si calcola la produttività marginale del lavoro:<br />
π = incremento del prodotto totale dovuto all’incremento <strong>di</strong> una<br />
unità <strong>di</strong> lavoro impiegato nella produzione: 117 = 160-43; 191 = 351-160<br />
Tab.1 Prodotto totale, me<strong>di</strong>o e marginale nel breve periodo<br />
Quantità del lavoro<br />
L<br />
Prodotto Totale<br />
PT<br />
Prodotto me<strong>di</strong>o<br />
PM<br />
1 43 43 43<br />
2 160 80 117<br />
3 351 117 191<br />
4 600 150 249<br />
5 875 175 275<br />
6 1152 192 277<br />
7 1372 196 220<br />
8 1536 192 164<br />
9 1656 184 120<br />
10 1750 175 94<br />
11 1815 165 65<br />
12 1860 155 45<br />
N.B. Il capitale è supposto dato<br />
Prodotto marginale<br />
π
Come si rappresenta la produttività marginale del lavoro:<br />
calcolata “derivando” la<br />
funzione <strong>di</strong> produzione<br />
• La funzione <strong>di</strong> produzione in<strong>di</strong>ca come varia il prodotto totale (Y)<br />
in seguito all’aggiunta <strong>di</strong> una unità <strong>di</strong> lavoro impiegato (N oppure h)<br />
Y°<br />
30 ren<strong>di</strong>menti marginali crescenti<br />
15<br />
10 20 30 40 50 60<br />
Prodotto totale<br />
ren<strong>di</strong>menti marginali decrescenti<br />
N(h)<br />
y<br />
Produttività marginale<br />
Ld<br />
<strong>di</strong> breve<br />
periodo<br />
N (h)<br />
Incremento del<br />
prodotto totale<br />
dovuto all’ impiego<br />
<strong>di</strong> una quantità<br />
aggiuntiva <strong>di</strong> lavoro
c) La DOMANDA <strong>di</strong> LAVORO<br />
<strong>di</strong>pende anche dalla domanda <strong>di</strong> beni<br />
• Le con<strong>di</strong>zioni del mercato dei beni influenzano la domanda <strong>di</strong> lavoro: a<br />
parità <strong>di</strong> altre con<strong>di</strong>zioni…<br />
- tanto più alta sarà la domanda del bene prodotto, tanto più la<br />
domanda <strong>di</strong> lavoro sarà spostata a destra<br />
tanto più il mercato del prodotto è vicino alla concorrenza perfetta tanto<br />
più elastica (più piatta) sarà la domanda <strong>di</strong> lavoro; tanto più è lontano<br />
da essa (più vicino a monopolio, oligopolio..) tanto più rigida (più<br />
verticale, con pendenza maggiore) sarà la domanda <strong>di</strong> lavoro<br />
w//p<br />
N<br />
Nd<br />
w/p<br />
w/p<br />
Nd<br />
N<br />
N<br />
Nd
EQUILIBRIO sul<br />
mercato del lavoro<br />
L’incontro tra le funzioni <strong>di</strong> domanda e <strong>di</strong> offerta danno luogo al salario <strong>di</strong> equilibrio (we)<br />
o salario <strong>di</strong> market clearing. Ne è il livello <strong>di</strong> occupazione <strong>di</strong> equilibrio.<br />
w<br />
we<br />
prezzo<br />
w<br />
0<br />
N<br />
Ne<br />
N<br />
No<br />
offerta<br />
Nd<br />
domanda<br />
In un mercato del lavoro concorrenziale se il salario fosse al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> equilibrio<br />
i movimenti della domanda e dell’offerta riporterebbero w al livello <strong>di</strong> equilibrio
I <strong>di</strong>versi mercati secondo i NEOCLASSICI<br />
o<br />
d<br />
La moneta serve solo per scambiare<br />
beni e servizi<br />
M v = Y P<br />
M= moneta; v= velocità circolazione<br />
Y = red<strong>di</strong>to prodotto P = livello prezzi<br />
N = occupazione<br />
C = Consumi;<br />
I = Investimenti<br />
i = saggio <strong>di</strong> interesse<br />
Y/N = produttività<br />
Del lavoro<br />
w/p = salario reale<br />
(potere d’acquisto)
Secondo i Neoclassici<br />
L’offerta <strong>di</strong> lavoro cresce<br />
-al crescere della popolazione o dell’immigrazione (spost.<br />
della funzione a destra)<br />
-al crescere del salario reale (w/p, spost. lungo la curva)<br />
• La domanda <strong>di</strong> lavoro cresce<br />
-al <strong>di</strong>minuire del salario reale (w/p, supposto = alla produttività<br />
marginale <strong>di</strong> breve periodo, cioè con capitale invariato),<br />
-all’aumentare della produttività del lavoro nel lungo periodo<br />
(mutata la quantità del capitale: P’L aumenta, spostamento della<br />
funzione a destra)<br />
- all’aumentare della domanda dei beni (spostamento a destra)<br />
Tutti i lavoratori che si offrono a salari superiori a quelli<br />
<strong>di</strong> equilibrio (a destra <strong>di</strong> Ne) e che non sono perciò occupati<br />
(poiché la funzione <strong>di</strong> domanda segna il “limite” <strong>di</strong> salario<br />
“compatibile con una data produttività del lavoro”)<br />
debbono considerarsi <strong>di</strong>soccupati volontari<br />
La <strong>di</strong>soccupazione potrebbe eliminarsi facendo sì che il<br />
mercato sia lasciato libero <strong>di</strong> operare secondo il meccanismo<br />
della “flessibilità” salariale (l’eccesso <strong>di</strong> offerta dovrebbe<br />
far scendere il salario così che la domanda possa riassorbire<br />
il lavoro in eccesso)<br />
we<br />
Ne
La FLESSIBILITA’ del SALARIO<br />
secondo i Neolassici<br />
è una con<strong>di</strong>zione necessaria e sufficiente<br />
per raggiungere la piena occupazione<br />
• I meccanismi concorrenziali (secondo i quali, quando l’offerta > della domanda il salario<br />
tende a scendere) fanno sì che il salario <strong>di</strong> mercato (misurato in termini “reali”, cioè<br />
in rapporto al prezzo dei beni) tenda verso il valore <strong>di</strong> equilibrio (o <strong>di</strong> market<br />
clearing): la <strong>di</strong>soccupazione è volontaria perché si suppone che i lavoratori si<br />
offrano a salari> <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> equilibrio<br />
• Laddove esistano “rigi<strong>di</strong>tà” <strong>di</strong> mercato che impe<strong>di</strong>scano al salario <strong>di</strong> scendere in<br />
presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione (se, quin<strong>di</strong> il salario è fissato al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> quello<br />
ritenuto <strong>di</strong> equilibrio, come nelle spiegazioni dei modelli “microfondati”) è necessa<br />
• rio e sufficiente rimuovere tali rigi<strong>di</strong>tà affinchè si arrivi alla piena occupazione<br />
• E’ però altrettanto necessario che esista flessibilità dei prezzi sul mercato del<br />
capitale e su quello dei prodotti
KEYNES<br />
•Keynes scrive la Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse<br />
e della moneta nel 1936, dopo la Grande Depressione (scarsa<br />
domanda <strong>di</strong> beni, scarsa produzione, alta <strong>di</strong>soccupazione…)<br />
•considera il salario non solo come un “costo del lavoro”<br />
ma anche come red<strong>di</strong>to spen<strong>di</strong>bile: sostiene che una “flessibilità”<br />
verso il basso dei salari non è una garanzia sufficiente affinchè<br />
aumenti l’occupazione e la produzione offerta: è necessario che<br />
le prospettive <strong>di</strong> (le aspettative degli impren<strong>di</strong>tori circa la)<br />
crescita della domanda effettiva (consumi, investimenti, spesa<br />
pubblica, esportazioni al netto delle importazioni) siano tali<br />
giustificare una maggiore produzione e, quin<strong>di</strong>, una maggiore<br />
domanda <strong>di</strong> lavoro<br />
***la <strong>di</strong>minuzione dei salari potrebbe accrescere l’occupazione<br />
solo se agisse riducendo il saggio <strong>di</strong> interesse e aumentando gli<br />
Investimenti e/o non comprimendo i Consumi (i prezzi dei beni<br />
dovrebbero però scendere nella stessa misura della riduzione dei salari)
Secondo KEYNES<br />
alla flessibilità dei salari sarebbe preferibile la flessibilità del saggio <strong>di</strong> interesse<br />
Keynes prefigura:<br />
•Una offerta <strong>di</strong> lavoro in larga parte elastica<br />
(la maggior parte dei lavoratori si offrono allo<br />
stesso salario contrattuale) e solo una piccola<br />
parte si offre in misura maggiore se il salario<br />
cresce (off. Permanente + off. Fluttuante)<br />
•Una domanda <strong>di</strong> lavoro che <strong>di</strong>pende:<br />
- dal salario reale e dalla produttività marginale,<br />
oltre che dalla domanda <strong>di</strong> beni<br />
•Un “equilibrio <strong>di</strong> sottoccupazione”, cui corrisponde<br />
una <strong>di</strong>soccupazione involontaria: i <strong>di</strong>soccupati<br />
sarebbero <strong>di</strong>sponibili a lavorare al salario <strong>di</strong> equili<br />
brio, ma l’insufficienza della domanda “effettiva”<br />
<strong>di</strong> beni (C+I+G+E-M)impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> espandere la<br />
produzione e l’occupazione.<br />
In caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione da carenza <strong>di</strong> domanda per espandere l’occupazione è necessario<br />
che l’intervento pubblico sostenga la domanda <strong>di</strong> beni o <strong>di</strong>rettamente (+ spesa corrente, +<br />
investimenti pubblici), oppure in<strong>di</strong>rettamente, agendo sulle variabili che incidono sui consumi<br />
e/o sugli investimenti e/o sulla domanda estera (esportazioni)<br />
w<br />
No<br />
Disoccup. Invol.<br />
N<br />
Nd
L’EQUILIBRIO SUL MERCATO DEI BENI E DELLA MONETA genera<br />
un determinato libello <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to domandato, cui gli impren<strong>di</strong>tori rispondono<br />
adeguando il volume <strong>di</strong> produzione (beni e servizi offerti/PIL) , al quale<br />
corrisponde un determinato volume <strong>di</strong> occupazione<br />
UNA RIDUZIONE DEL SALARIO POTREBBE AUMENTARE<br />
L’OCCUPAZIONE, MA…A DETERMINATE CONDIZIONI<br />
i w<br />
LM<br />
i<br />
o<br />
Y o<br />
Y<br />
o o<br />
IS<br />
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Y N N<br />
d<br />
w<br />
A<br />
w' B<br />
C<br />
o<br />
Y o<br />
N N'<br />
e<br />
e<br />
N o<br />
Y o
Y o<br />
Se il SALARIO e i PREZZI variano nella stessa proporzione, sul mercato del lavoro<br />
si avrebbe lo stesso volume <strong>di</strong> occupazione e lo stesso salario reale, ma la variazione<br />
dei prezzi potrebbe cambiare l’equilibrio sul mercato dei beni e della moneta…..<br />
i<br />
i<br />
LM<br />
LM’<br />
w<br />
w<br />
o<br />
Y<br />
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IS<br />
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e<br />
D<br />
N o<br />
Y o
Effetti possibili <strong>di</strong> una<br />
riduzione salariale su tutti i mercati e sull’occupazione<br />
a) Riduzione del salario nominale: la curva <strong>di</strong> offerta si sposta in basso aumenta<br />
momentaneamente l’occupazione<br />
b) “Se” i prezzi si riducono (a parità <strong>di</strong> margini <strong>di</strong> profitto), la curva <strong>di</strong> domanda si sposta a<br />
sinistra, riportando l’occupazione al punto <strong>di</strong> partenza (con salario reale e occupazione<br />
inalterati (ma occorre verificare se i prezzi sono <strong>di</strong>minuiti nella stessa misura dei salari)<br />
c) La <strong>di</strong>minuzione dei prezzi cambia l’equilibrio sul mercato della moneta:<br />
si riduce la domanda <strong>di</strong> moneta necessaria per le transazioni e aumenta quella a scopo<br />
speculativo: la maggiore domanda <strong>di</strong> titoli, a parità <strong>di</strong> offerta degli stessi, ne aumenta il<br />
prezzo (il valore attuale) e ne riduce il ren<strong>di</strong>mento (saggio <strong>di</strong> interesse)<br />
Md = Mt ( p, y ) + MS ( i )<br />
d) “Se” non ci troviamo nella “trappola della liqui<strong>di</strong>tà” (troppa moneta offerta), la riduzione<br />
del saggio <strong>di</strong> interesse potrebbe far crescere gli investimenti (la domanda effettiva), la<br />
produzione e l’occupazione: questi effetti sono però “incerti” (<strong>di</strong>pendono anche dalle<br />
possibili variazioni della propensione al consumo e dall’efficienza marginale del capitale)
La flessibilità (riduzione) dei salari<br />
potrebbe comportare un aumento dell’occupazione solo se<br />
• La propensione al consumo (c)<br />
• Il saggio <strong>di</strong> interesse (i)<br />
• L’efficienza marginale del capitale (r)…..<br />
…variano in modo tale da stimolare<br />
rispettivamente<br />
I CONSUMI e/o gli INVESTIMENTI
i<br />
Y o<br />
…ma lo stesso risultato potrebbe ottenersi aumentando l’offerta <strong>di</strong> moneta:<br />
secondo Keynes una Politica monetaria flessibile potrebbe essere preferibile<br />
ad una Politica salariale flessibile (piu complesso e socialmente meno<br />
accettabile ridurre il salario “me<strong>di</strong>o” dell’<strong>economia</strong> )<br />
i w<br />
LM<br />
o<br />
Y<br />
IS<br />
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Y N N<br />
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C<br />
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Y o<br />
N N'<br />
e<br />
e<br />
N o<br />
Y o
FONTE:<br />
Zanetti,<br />
Economia
Curva <strong>di</strong> Phillips “verticale”<br />
• Secondo verifiche della curva <strong>di</strong> Phillips per gli anni settanta, essa è<br />
risultata spostata a destra (più inflazione e più <strong>di</strong>soccupazione), e in<br />
molti casi più “verticalizzata”:<br />
• A spiegazione si ipotizza che, nella fissazione dei salari, gli operatori<br />
siano con<strong>di</strong>zionati dalle aspettative inflazionistiche (adattive,<br />
razionali..): ne deriva inefficacia delle politiche occupazionali<br />
• Se la <strong>di</strong>soccupazione è<br />
<strong>di</strong> natura “strutturale” le<br />
politiche monetarie espansi<br />
ve possono accelerare l’in<br />
flazione senza poter ridurre<br />
la <strong>di</strong>soccupazione (inefficaci)
N.A.I.R.U<br />
TASSO DI DISOCCUPAZIONE CHE NON ACCELERA L’INFLAZIONE<br />
È quel tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione che include solo la <strong>di</strong>soccupazione<br />
frizionale e strutturale, ma non quella congiunturale<br />
Disoccupazione<br />
“frizionale”<br />
è quella sperimentata<br />
per brevi perio<strong>di</strong> e<br />
dovuta al tempo neces<br />
sario per il “normale”<br />
passaggio dallo status<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupato a quello<br />
<strong>di</strong> occupato<br />
(valori intorno al 2%)<br />
Disoccupazione “strutturale” èquella dovuta a<br />
-Squilibri qualitativi nella struttura della domanda e dell’offerta<br />
<strong>di</strong> lavoro (mismatch <strong>di</strong> tipo professionale, settoriale,territoriale<br />
…..) , sanabili solo nel me<strong>di</strong>o lungo periodo e con specifiche politi<br />
che “strutturali” (sul capitale umano, sui processi <strong>di</strong> investimento<br />
e <strong>di</strong> sviluppo…)<br />
-Imperfezioni e rigi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> mercato: spiegazioni<br />
MODELLI MICROFONDATI
SALARI DI EFFICIENZA<br />
• Date le “imperfezioni” <strong>di</strong> mercato (asimmetria informativa<br />
sulle capacità produttive dei lavoratori)<br />
• Alcuni impren<strong>di</strong>tori possono trovare più conveniente pagare<br />
salari superiori a quelli <strong>di</strong> mercato:<br />
• a) per evitare assenteismo (modello <strong>di</strong> “shirking” o scanzafatiche)<br />
• b) per attrarre i lavoratori migliori (m. <strong>di</strong> “selezione avversa”)<br />
• c) per evitare i costi <strong>di</strong> rotazione (m. <strong>di</strong> “turnover”)<br />
• d) per gratificare i lavoratori piu produttivi rispetto agli altri<br />
. Spiegazioni <strong>di</strong> tipo “nutrizionale”<br />
(modelli sociologici)<br />
DISOCCUPAZIONE INVOLONTARIA (w più alto ma deciso dall’impren<strong>di</strong>tore)
SALARIO <strong>di</strong> EFFICIENZA<br />
è quello in cui l’elasticità (variazione %) dello sforzo<br />
rispetto al(la variazione% del) salario è pari all’unità
JOB SEARCH THEORY<br />
• Esistono costi <strong>di</strong> ricerca che vengono confrontati con i previsti<br />
ren<strong>di</strong>menti, derivanti dal salario che il lavoratore si attende <strong>di</strong><br />
ricevere: ne scaturisce (laddove cmg=rmg) un salario <strong>di</strong> riserva<br />
(o salario minimo <strong>di</strong> accettazione) che rappresenta una “rigi<strong>di</strong>tà”<br />
. Eventuali sussi<strong>di</strong> possono far crescere il salario <strong>di</strong> riserva,<br />
poiché abbassano costi della ricerca (cmg si sposta in basso)<br />
Disoccupazione <strong>di</strong> tipo “volontario” perché la rigi<strong>di</strong>tà salariale<br />
è voluta dal lavoratore
JOB SEARCH THEORY
TEORIA CONTRATTI IMPLICITI<br />
• Il salario dovrebbe variare in relazioni alle <strong>di</strong>verse fasi cicliche<br />
(stato della congiuntura più o meno favorevole)<br />
. Il lavoratore, avverso al rischio, preferisce contrattare un<br />
salario “stabile”, accettando <strong>di</strong> essere “momentaneamente”<br />
<strong>di</strong>soccupato (o sospeso/cassintegrato)<br />
. Ne scaturisce una “rigi<strong>di</strong>tà salariale” che aumenta la probabilità<br />
<strong>di</strong> perdere il posto <strong>di</strong> lavoro (cfr grafico)<br />
La <strong>di</strong>soccupazione è <strong>di</strong> tipo “volontario” perché la rigi<strong>di</strong>tà salariale è decisa<br />
dal lavoratore
TEORIA CONTRATTI IMPLICITI<br />
Riduzione della<br />
probabilità <strong>di</strong><br />
rimanere occupato
INSIDER-OUTSIDER<br />
• All’impren<strong>di</strong>tore conviene sostituire un lavoratore interno con uno<br />
esterno solo se la produttività del primo – al netto del salario e<br />
dei costi <strong>di</strong> rotazione (assunzione, addestramento e<br />
licenziamento) è inferiore alla produttività dell’esterno, al netto<br />
del suo salario<br />
• I lavoratori interni hanno un salario superiore a quello degli<br />
esterni perché hanno produttività maggiore e perché sfruttano il<br />
fatto che l’impren<strong>di</strong>tore non è facilmente <strong>di</strong>sposto a sostenere<br />
nuovi costi <strong>di</strong> turnover per la rotazione dei lavoratori<br />
• I lavoratori esterni accetterebbero salari più bassi degli interni, ma<br />
rimangono <strong>di</strong>soccupati dati i costi <strong>di</strong> turnover <strong>di</strong> cui si avvantaggiano gli<br />
interni<br />
Ne scaturisce una <strong>di</strong>soccupazione <strong>di</strong> tipo “involontario”
INSIDER-OUTSIDER<br />
Se gli insiders<br />
accettassero<br />
lo stesso salario<br />
proposto dagli<br />
outsider, ci<br />
sarebbe piena<br />
occupazione
Modelli <strong>di</strong> contrattazione sindacale<br />
Non sempre il salario risente, in modo <strong>di</strong>retto, delle<br />
con<strong>di</strong>zioni della domanda e dell’offerta <strong>di</strong> lavoro: in<br />
molti settori dell’<strong>economia</strong> le con<strong>di</strong>zioni retributive<br />
vengono fissate attraverso contrattazione sindacale<br />
I modelli teorici considerano due principali situazioni <strong>di</strong><br />
contrattazione salariale:<br />
SINDACATO MONOPOLISTA<br />
CONTRATTAZIONE<br />
EFFICIENTE
Modelli <strong>di</strong> contrattazione sindacale<br />
Curve <strong>di</strong> isoprofitto
Sindacato monopolista<br />
Si ipotizza che:<br />
• Il sindacato fissi il livello del salario<br />
• L’impren<strong>di</strong>tore vi adegui il livello <strong>di</strong><br />
occupazione cui corrisponde una produttività<br />
del lavoro pari a quel salario richiesto<br />
• La funzione <strong>di</strong> “utilità” del sindacato giace<br />
sulla urva <strong>di</strong> domanda del lavoro
Modelli <strong>di</strong> contrattazione sindacale<br />
Funzione <strong>di</strong> utilità<br />
- o in<strong>di</strong>fferenzadel<br />
sindacato
Contrattazione efficiente<br />
Si ipotizza che:<br />
- Il sindacato abbia come obiettivi sia l’occupazione<br />
che il salario<br />
- La funzione <strong>di</strong> utilità del sindacato giace sulla curva<br />
<strong>di</strong> isoprofitto<br />
- I punti <strong>di</strong> tangenza tra f. <strong>di</strong> utilità e isoprofitto –<br />
paralleli alla curva <strong>di</strong> domanda- in<strong>di</strong>viduano la linea<br />
dei contratti efficienti
Dai modelli teorici alle verifiche empiriche:<br />
IL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO…<br />
… è rigido o flessibile?<br />
….è utile la flessibilità per accrescere l’occupazione?<br />
un mercato del lavoro flessibile in genere presenta:<br />
1) Alta variabilità dei salari nel tempo e nei <strong>di</strong>fferenziali<br />
territoriali e per componenti lavorative (genere ed età)<br />
2) Basso peso del cuneo contributivo nel costo del lavoro<br />
3) Alta quota <strong>di</strong> lavoratori autonomi ed atipici (a termine e<br />
part-time)<br />
4) Alto tasso <strong>di</strong> worker turnover (rotazione dei lavoratori sullo<br />
stesso posto) e job turnover (creazione e <strong>di</strong>struzione dei<br />
posti <strong>di</strong> lavoro): bassa protezione del posto <strong>di</strong> lavoro (EPL)
1) La variabilità del salario e i <strong>di</strong>fferenziali<br />
salariali<br />
in Italia negli anni duemila<br />
I salari “reali” non mostrano particolari “rigi<strong>di</strong>tà”: sono<br />
aumentati al <strong>di</strong> sotto della <strong>di</strong>namica della produttività<br />
(tranne che negli due anni quando la produttività è<br />
nettamente <strong>di</strong>minuita) e spesso al <strong>di</strong> sotto della<br />
<strong>di</strong>namica inflazionistica<br />
I <strong>di</strong>fferenziali salariali sembrano rispecchiare le <strong>di</strong>verse<br />
posizioni <strong>di</strong>s/occupazionali (eccedenze relative) delle<br />
specifiche componenti (giovani, donne, immigrati…)
1) In Italia, negli anni duemila –fino a prima della crisi<br />
del 2008- si è avuto un tendenziale calo del tasso <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>soccupazione……..ciononostante<br />
30,0<br />
20,0<br />
10,0<br />
0,0<br />
nord centro mezzogiorno<br />
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007<br />
Italia
1) ....fino al 2007 le retribuzioni <strong>di</strong> fatto sono cresciute meno<br />
dell’inflazione e della produttivita’<br />
dal 2008 hanno in parte recuperato, ma con calo della produttività
1)…...I <strong>di</strong>fferenziali salariali<br />
sono stati ancora più forti anche per la maggiore <strong>di</strong>ffusione del<br />
lavoro atipico e la maggior presenza <strong>di</strong> immigrati
2) In Italia il peso del cuneo contributivo…<br />
è elevato rispetto alla me<strong>di</strong>a europea, ma in altri<br />
paesi dove è anche più alto, il tasso <strong>di</strong> occupazione<br />
è superiore a quello dell’Italia (rigi<strong>di</strong>tà con bassa e<br />
non esclusiva influenza sulla domanda <strong>di</strong> lavoro)<br />
comunque<br />
• alcune aliquote potrebbero essere ridotte e parte<br />
del prelievo spostato su altre fonti <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to<br />
• poichè<br />
• la relativa maggiore incidenza del prelievo<br />
contributivo sul costo del lavoro viene in<strong>di</strong>cata tra<br />
le cause determinanti dell’ampia area del lavoro<br />
sommerso
In Italia è<br />
molto più<br />
alto il<br />
peso della<br />
contribuzione<br />
sociale<br />
rispetto alla<br />
tassazione<br />
<strong>di</strong>retta<br />
(più del<br />
doppio)<br />
71%<br />
64%<br />
76%<br />
57%
2) In Italia il tasso <strong>di</strong> attività e il tasso <strong>di</strong> occupazione<br />
hanno bassi valori anche a causa del lavoro sommerso o irregolare:<br />
Il tasso <strong>di</strong> irregolarità degli occupati è <strong>di</strong> circa il 12%<br />
(più del 17,5% del PIL)
Ma le stime del sommerso sono <strong>di</strong>verse a seconda dei meto<strong>di</strong> usati:<br />
L’Italia rileva comunque valori superiori a quelli degli altri paesi europei<br />
Stima dell’<strong>economia</strong> sommersa tramite il model approach – Schneider F.
3) In Italia è alta quota <strong>di</strong> lavoratori autonomi (elemento <strong>di</strong> flessibilità)<br />
Ciò è dovuto<br />
al prevalere della me<strong>di</strong>o-piccola <strong>di</strong>mensione aziendale<br />
Nel 2011<br />
L’occupazione è<br />
<strong>di</strong>minuita passando a<br />
22.831.000 unità:<br />
( circa 340.000 in meno<br />
Rispetto al 2008)<br />
T.O.= 56,7%<br />
FORZE DI LAVORO<br />
2008<br />
I nel 2011<strong>di</strong>soccupati<br />
sono aumentati<br />
passando a 2.145.000 unità<br />
(circa 383.000 unità in più)<br />
T.D. = 8,6%<br />
Nel 2011 la Popolazione è aumentata contando più <strong>di</strong> 60.500.000 persone
I contratti atipici<br />
1)A termine<br />
Job Sharing (lavoro ripartito)<br />
Job on call (lavoro a chiamata)<br />
Lavoro accessorio (prestazioni occasionali<br />
<strong>di</strong> tipo accessorio)<br />
Lavoro a progetto<br />
Lavoro intermittente<br />
Lavoro occasionale<br />
Staff leasing (lavoro in affitto)<br />
2) A tempo parziale
Job Sharing<br />
E' il cosiddetto ''lavoro ripartito'': un contratto atipico che introduce il principio della<br />
con<strong>di</strong>visione del lavoro, secondo il quale due o piu' persone in accordo con il datore<br />
assumono ''in solido'' un'unica obbligazione <strong>di</strong> lavoro.<br />
Cio' significa che ciascuno sara' in<strong>di</strong>fferentemente tenuto nei confronti del datore<br />
all'esecuzione della stessa prestazione.<br />
Il contratto <strong>di</strong> ''job sharing'' prevede quin<strong>di</strong> due intestatari, che possono liberamente<br />
concordare come ripartirsi gli incarichi e come sud<strong>di</strong>vidersi in due o piu' fasce orarie un<br />
lavoro a tempo pieno.<br />
Job on call (lavoro a chiamata)<br />
E' definito anche ''lavoro intermittente''. Il lavoratore si mette a <strong>di</strong>sposizione del datore e<br />
aspetta la sua chiamata: la prestazione viene quin<strong>di</strong> svolta in maniera <strong>di</strong>scontinua e la<br />
<strong>di</strong>sponibilita' del prestatore potrebbe essere ricompensata da una sorta <strong>di</strong> ''indennita’ <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sponibilita’'' corrisposta dal datore oltre alla retribuzione per le ore effettivamente<br />
lavorate. Una nuova tipologia contrattuale che il Governo intende introdurre nel nostro<br />
or<strong>di</strong>namento per contrastare formule simili utilizzate spesso in modo fraudolento.
Lavoro Accessorio (Prestazioni occasionali <strong>di</strong> tipo accessorio)<br />
Attivita' lavorative <strong>di</strong> natura meramente occasionale che non superano i 30 giorni<br />
all’anno ed i 3 mila euro.<br />
Le prestazioni <strong>di</strong> carattere accessorio vengono incoraggiate come attivita' <strong>di</strong> assistenza<br />
sociale rese a favore <strong>di</strong> famiglie o enti da parte <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupati <strong>di</strong> lungo periodo o altri<br />
soggetti a rischio <strong>di</strong> esclusione sociale, oppure non ancora entrati nel mercato del lavoro<br />
o in procinto <strong>di</strong> uscirne .<br />
Il contratto attiene a particolari prestazioni lavorative quali:<br />
piccoli lavori domestici a carattere straor<strong>di</strong>nario, compresa la assistenza domiciliare ai<br />
bambini e alle persone anziane, ammalate o con han<strong>di</strong>cap;<br />
insegnamento privato supplementare;<br />
piccoli lavori <strong>di</strong> giar<strong>di</strong>naggio, nonche' <strong>di</strong> pulizia e manutenzione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici e monumenti;<br />
realizzazione <strong>di</strong> manifestazioni sociali, sportive, culturali o caritatevoli;<br />
collaborazione con enti pubblici e associazioni <strong>di</strong> volontariato per lo svolgimento <strong>di</strong> lavori<br />
<strong>di</strong> emergenza, come quelli dovuti a calamita' o eventi naturali improvvisi, o <strong>di</strong> solidarieta'.<br />
Lavoro a Progetto<br />
Si tratta in pratica delle “Vecchie” Co.Co.Co., e può essere definito come rapporto <strong>di</strong><br />
lavoro personale e senza vincolo <strong>di</strong> subor<strong>di</strong>nazione, riconducibile a uno o piu' progetti<br />
specifici o programmi <strong>di</strong> lavoro determinati dal committente e gestiti autonomamente dal<br />
collaboratore in funzione del risultato, nel rispetto del coor<strong>di</strong>namento con la<br />
organizzazione del committente e in<strong>di</strong>pendentemente dal tempo impiegato per<br />
l'esecuzione della attivita' lavorativa.
Part-time (Lavoro a tempo parziale)<br />
Lavoro con carico orario inferiore rispetto all’orario normale <strong>di</strong> lavoro fissato dai CCNL<br />
(Contratti Collettivi Nazionali <strong>di</strong> Lavoro).<br />
Soggetti interessati: tutti i lavoratori <strong>di</strong>pendenti senza <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> qualifica e settori.<br />
Tre le tipologie:<br />
* Orizzontale: riduzione giornaliera dell’orario <strong>di</strong> lavoro rispetto l’orario pieno<br />
* Verticale: attività svolta a tempo pieno ma limitata a perio<strong>di</strong> predeterminati nel corso<br />
della settimana\-mese\-anno<br />
* Misto: combinazione <strong>di</strong> part time verticale e orizzontale<br />
Lavoro intermittente<br />
Il contratto <strong>di</strong> lavoro intermittente è il contratto me<strong>di</strong>ante il quale un lavoratore si pone a<br />
<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un datore <strong>di</strong> lavoro che ne può utilizzare la prestazione lavorativa per lo<br />
svolgimento <strong>di</strong> prestazioni <strong>di</strong> carattere <strong>di</strong>scontinuo o intermittente secondo le esigenze<br />
in<strong>di</strong>viduate dai contratti collettiva.<br />
Si tratta, in definitiva, <strong>di</strong> una particolare forma <strong>di</strong> rapporto <strong>di</strong> lavoro subor<strong>di</strong>nato dove la<br />
prestazione lavorativa non è soggetta a vincoli <strong>di</strong> orario e all’obbligo <strong>di</strong> presenza<br />
prestabilito.<br />
Per i perio<strong>di</strong> nei quali il lavoratore garantisce la <strong>di</strong>sponibilita' al datore <strong>di</strong> lavoro in attesa<br />
<strong>di</strong> utilizzazione, è un’indennità detta <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità.
Lavoro occasionale<br />
Rapporti <strong>di</strong> lavoro occasionale o <strong>di</strong>scontinuo con uno stesso committente per un<br />
periodo che non supera i 30 giorni complessivi nell’anno solare ed il cui compenso<br />
non supera i 5 mila euro.<br />
Al <strong>di</strong> sopra dei limiti temporali e red<strong>di</strong>tuali citati si parla <strong>di</strong> lavoro a progetto.<br />
Staff leasing (lavoro in affitto)<br />
Lo Staff leasing, o somministrazione <strong>di</strong> lavoro, è la fornitura professionale <strong>di</strong><br />
manodopera da parte delle Agenzie per il lavoro.<br />
La somministrazione <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong>versamente chiamata lavoro in affitto, riconosce tre<br />
attori principali:<br />
Somministratore (Agenzie per il lavoro)<br />
Utilizzatore (Proprietario <strong>di</strong> un’ impresa)<br />
Lavoratore (lavora presso l’utilizzatore ma è <strong>di</strong>pendente del somministratore)<br />
Per tutta la durata della somministrazione i lavoratori svolgono la propria attivita'<br />
nell'interesse nonchè sotto la <strong>di</strong>rezione e il controllo dell'utilizzatore.
F<br />
L<br />
E<br />
S<br />
S<br />
I<br />
B<br />
I<br />
L<br />
I<br />
T<br />
A’<br />
Alta flessibilità/occ<br />
• Z<br />
3)<br />
Bassa sicurezza<br />
Bassa flessibilità<br />
Bassa sicurezza<br />
Quote <strong>di</strong> Part-time e <strong>di</strong> lavoro temporaneo<br />
HU PO<br />
4 - 7 10 - 27<br />
CZ<br />
5 - 9<br />
SK<br />
IT<br />
S I C U R E Z Z A<br />
3 - 5<br />
14- 13<br />
UK<br />
IE<br />
AT<br />
25 - 6<br />
17 - 4<br />
EL 6 - 11<br />
ES<br />
PT<br />
Me<strong>di</strong>a UE 27<br />
22 - 9<br />
BE<br />
FR DE<br />
21 - 34<br />
11 - 21<br />
Part time = 19% circa<br />
Contratti a termine = 13,5%<br />
22 - 9<br />
17-13 58 - 11<br />
25 - 17<br />
SE DK<br />
FI<br />
NL<br />
14 - 16<br />
46 - 17<br />
Alta flessibilità/occ.<br />
Alta sicurezza<br />
24 – 9<br />
Bassa flessibilità<br />
Alta sicurezza<br />
Fonte: Jorgensen & Madsen, 2007/Eurostat-OECD data
4) Tasso <strong>di</strong> turnover e normative<br />
a protezione del posto <strong>di</strong> lavoro (EPL)<br />
• In Italia si contano quasi 66 imprese ogni mille abitanti, valore tra i<br />
piu’ elevati d’Europa, a testimonianza soprattutto del prevalere delle<br />
imprese <strong>di</strong> ridotte <strong>di</strong>mensioni (anno 2008).<br />
• Il tasso <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>torialita’ – calcolato come rapporto tra numero <strong>di</strong><br />
lavoratori in<strong>di</strong>pendenti e totale dei lavoratori delle imprese – e’ pari<br />
al 31,3 per cento, valore quasi triplo rispetto alla me<strong>di</strong>a europea. E’<br />
quanto emerge dal (report “Noi Italia. 100 statistiche per capire<br />
il Paese in cui viviamo” Istat).<br />
• La <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>a delle imprese italiane – circa 4 addetti per<br />
impresa – nell’Ue27 e’ superiore soltanto a quella <strong>di</strong> Portogallo e<br />
Grecia. Per quanto attiene alla <strong>di</strong>namica demografica delle imprese,<br />
in Italia l’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> turnover lordo e’ pari al 14,6 per cento,<br />
con valori piu’ elevati nelle regioni meri<strong>di</strong>onali.
4) l’EPL è inferiore alla me<strong>di</strong>a europea<br />
sia per i lavoratori standard che per i temporanei<br />
EPL lavoratori regolari (a) e dei lavoratori temporanei (b)<br />
14 paesi UE 1997-2008<br />
EPL lavoratori regolari EPL lavoratori temporanei
4)<br />
Fonte: www.lavoce.info.22.12.2010
Gli anni della crisi: dal 2008 si riduce<br />
la produzione (PIL) e l’occupazione (ULA)
Dal 2007 il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione Usa ha ripreso a crescere<br />
e negli ultimi anni ha lievemente superato quello me<strong>di</strong>o europeo
QUALI INTERVENTI<br />
si rendono necessari per accrescere l’occupazione?<br />
La flessibilità contrattuale (salari variabili e utilizzo<br />
lavoro atipico) non è con<strong>di</strong>zione “necessaria e<br />
sufficiente” per aumentare l’occupazione nel lungo<br />
periodo: facilita l’ingresso <strong>di</strong> alcune componenti<br />
lavorative (specie giovani, donne immigrati..) ma<br />
anche l’uscita nelle fasi <strong>di</strong> congiuntura avversa (ne<br />
aumenta, cioè il turnover)<br />
La politiche mirate alla crescita della domanda e del<br />
red<strong>di</strong>to prodotto (PIL) coniugate con le politiche<br />
del lavoro e le politiche dei red<strong>di</strong>ti
+ INVESTIMENTI
LE RIFORME<br />
DEL MERCATO DEL LAVORO<br />
IN EUROPA<br />
ALL’ ORIGINE….<br />
il <strong>di</strong>battito teorico alimentato dall’evidenza empirica relativa<br />
alla <strong>di</strong>namica dei tassi <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione USA-UE:<br />
La persistenza dell’alta <strong>di</strong>soccupazione europea dopo gli shock petroliferi degli<br />
anni settanta lasciava intuire l’esistenza <strong>di</strong> “rigi<strong>di</strong>tà” del relativo mercato del<br />
lavoro (a fronte della maggiore “flessibilità” del m.d.l. statunitense) che<br />
impe<strong>di</strong>vano il riassorbimento dell’offerta <strong>di</strong> lavoro in eccesso<br />
(OECD Job study 1994; Layard Nickell Jackman 1994; Bean 1994; Blanchard<br />
1998, 2005 Sapir 2005; Algan Cahuc 2006)
FONTE: CER Rapporto n.1.2008<br />
TASSI DISOCCUPAZIONE USA-UE<br />
Persistenza dell’alta <strong>di</strong>soccupazione europea
Durante gli anni novanta…<br />
- sono state avviate numerose riforme sui mercati del lavoro dei paesi<br />
comunitari con l’obiettivo <strong>di</strong> ridurre le rigi<strong>di</strong>tà esistenti attraverso:<br />
***<br />
- A) maggiore <strong>di</strong>ffusione dei contratti atipici (part-time e a termine) e<br />
deregolamentazione più marcata dei rapporti <strong>di</strong> lavoro (solo Fl, Sl, Au)<br />
e Sp hanno ridotto EPL per i regolari), anche attraverso un più ampio<br />
ricorso alle “agenzie” <strong>di</strong> lavoro temporaneo (Be, It, Gr, Sv, DK , Hu, Po<br />
e Ge); rimborso <strong>di</strong> contributi o cre<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> imposta per l’impiego <strong>di</strong><br />
lavoratori part-time (Fr e Sp)<br />
- B) riforme dei sistemi pensionistici innalzando l’età minima del<br />
pensionamento (AT, BE, IT) , incentivi al pensionamento “attivo” (Sv)<br />
- C) mo<strong>di</strong>fiche dei criteri <strong>di</strong> accesso ai sussi<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione (Fr,<br />
Ge, Be) e/o <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà (Ol)
Contratti a termine<br />
Part-time<br />
Lav. autonomo
L’Italia è tra i paesi che ha maggiormente ridotto la regolamentazione<br />
del lavoro temporaneo (<strong>di</strong>mezzandone il grado)
L’Italia ha ridotto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 10 punti percentuali il carico fiscale<br />
Per le famiglie a basso red<strong>di</strong>to
Sul finire del decennio 1999-2009<br />
i TASSI DI DISOCCUPAZIONE<br />
UE – USA – GIAPPONE mostrano una tendenziale convergenza<br />
Agli inizi del nuovo millennio c’è stata una lieve ripresa della <strong>di</strong>soccupazione<br />
sia in Usa (attacco alle torri gemelle) che in Europa e in Giappone, ma poi<br />
i T.D. sono nuovamente <strong>di</strong>minuiti, fino alla crisi finanziaria del 2007<br />
9%
All’interno<br />
dei paesi UE,<br />
anche se<br />
“in me<strong>di</strong>a”<br />
I tassi <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>soccupazione<br />
specifici <strong>di</strong><br />
uomini e donne<br />
si allineano<br />
su un valore<br />
del 9%<br />
persistono forti<br />
<strong>di</strong>fferenze a livello<br />
territoriale:<br />
Spagna, Lettonia<br />
Estonia e Lituania<br />
(con T.D. che vanno<br />
dal 20 al 17%)<br />
si contrappongono<br />
Ai bassi valori <strong>di</strong><br />
Austria, Olanda,<br />
Danimarca e<br />
Germania<br />
(non più del 7%)<br />
TASSI DI DISOCCUPAZIONE: elevati scarti dalla me<strong>di</strong>a<br />
UNIONE EUROPEA – luglio 2010
NEET<br />
quota <strong>di</strong> giovani che non stu<strong>di</strong>ano e non lavorano
Obiettivo delle politiche<br />
è aumentare il tasso <strong>di</strong> occupazione<br />
più che ridurre il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione<br />
• Il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione può ridursi anche solo<br />
aumentando la quota <strong>di</strong><br />
*** INATTIVITA’<br />
*** SOMMERSO<br />
- La Strategia Europea dell’Occupazione (SEO) si<br />
proponeva, per il 2010, <strong>di</strong> raggiungere il T.O. totale al<br />
70%., quello femm. al 60% e per gli anziani al 50%
2000-2003 quattro pilastri SEO:<br />
a) Occupabilità<br />
b) Impren<strong>di</strong>torialità<br />
c) Adattabilità<br />
d) Pari opportunità<br />
Fasi SEO<br />
2003-2007 “Futuro della Strategia Europea dell’Occupazione”<br />
tre obiettivi strategici (+ 10 linee guida):<br />
1) raggiungimento della piena occupazione<br />
2) miglioramento della qualità e della produttività del lavoro<br />
3) rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale<br />
2007-2013 Riforma SEO<br />
Obiettivi per il 2010<br />
T.O. totale = 70%<br />
T.O. femminile= 60%<br />
T.O. età 55-65 = 50%<br />
Trattato <strong>di</strong> Lisbona 2007(2009) Titolo IX: occupazione<br />
Titolo X: politica sociale<br />
TitoloXI: fondo sociale europeo<br />
TitoloXII: istruzione, formazione professionale<br />
(Titolo IV: libera circolazione delle persone…)
(cap.IX) art.147<br />
IL TRATTATO DI LISB0NA
TASSI DI OCCUPAZIONE<br />
EU – USA- GIAPPONE 1975-2009
TASSI DI OCCUPAZIONE<br />
Persistono<br />
forti <strong>di</strong>fferenze nei T.O.<br />
ra paesi e tra componenti<br />
totale femm anziani
T.O.tot.<br />
>= 70%<br />
T.O.femm.<br />
>= 60%<br />
T.O. anziani<br />
>= 50%<br />
PAESI “VIRTUOSI” rispetto agli obiettivi SEO<br />
nel 2009<br />
DANIMARCA, OLANDA, SVEZIA, AUSTRIA, REGNO UNITO,<br />
FINLANDIA, CIPRO, GERMANIA<br />
DANIMARCA, OLANDA, SVEZIA, AUSTRIA, REGNO UNITO,<br />
FINLANDIA, CIPRO,GERMANIA, ESTONIA, LETTONIA,<br />
SLOVENIA, PORTOGALLO,IRLANDA, FRANCIA<br />
SVEZIA, ESTONIA, LETTONIA, DANIMARCA, REGNO UNITO,<br />
FINLANDIA, IRLANDA, GERMANIA, PORTOGALLO,OLANDA,<br />
CIPRO
L’ITALIA, nonostante i progressi compiuti<br />
• È ancora notevolmente <strong>di</strong>stante dagli obiettivi della SEO<br />
• Ancora notevolmente basso è il tasso <strong>di</strong> occupazione giovanil e<br />
alto il relativo tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione<br />
• Alta e in crescita è la quota <strong>di</strong> giovani che non stu<strong>di</strong>ano e non<br />
lavorano (NEET)<br />
• Rispetto agli obiettivi della Strategia <strong>di</strong> Lisbona in merito alla<br />
istruzione e alla formazione, l’Italia presenta in<strong>di</strong>catori ancora<br />
notevolmente <strong>di</strong>stanti dai traguar<strong>di</strong> prefissati
Politiche occupazione giovanile<br />
-nel 1977 dalla legge 285, incentivi a favore della cooperazione giov.<br />
-legge 44/1986 sulla impren<strong>di</strong>torialità giovanile<br />
-legge 275/1991 si è posto l’orizzonte temporale della legge ’44 al 1993,<br />
estendendone però l’eleggibilità a tutte le imprese del territorio nazionale,<br />
ma con requisiti più restrittivi nella composizione occupazionale (imprese<br />
interamente composte da lavoratori con 18-35 anni <strong>di</strong> età o con sola presenza<br />
femminile)<br />
-Cre<strong>di</strong>ti d’imposta per la promozione dell’occupazione (Leggi finanziarie)<br />
-Contratti <strong>di</strong> Formazione Lavoro (CFL), introdotti nel 1977 e poi<br />
variamente mo<strong>di</strong>ficati con successive normative<br />
-Piani <strong>di</strong> Inserimento Professionale (PIP), introdotti con la legge 451/1994,<br />
-Appren<strong>di</strong>stato
Politiche occupazione femminile<br />
-strutture sociali <strong>di</strong> assistenza all’infanzia, anziani e inabili<br />
-sussi<strong>di</strong>o al costo dei servizi <strong>di</strong> cura familiare potrebbero incrementare<br />
sia l’offerta che la domanda <strong>di</strong> lavoro femminile.<br />
-un sussi<strong>di</strong>o pari al 50% del costo potrebbe avere un effetto positivo sul<br />
tasso <strong>di</strong> occupazione femminile pari a 10 punti percentuali.<br />
- un incremento del 10% nella <strong>di</strong>sponibilità dei servizi <strong>di</strong> cura potrebbe<br />
tradursi in un aumento <strong>di</strong> 15 punti percentuali della probabilità <strong>di</strong> trovare<br />
lavoro da parte delle lavoratrici con basso grado <strong>di</strong> istruzione e <strong>di</strong> 8 punti<br />
da parte delle donne più istruite (Del Boca, Pasqua e Pronzato, 2005).<br />
-proposte interventi <strong>di</strong> natura fiscale: dal cre<strong>di</strong>to <strong>di</strong> imposta per chi<br />
ha famigliari a carico (Boeri, DelBoca, 2007) alla tassazione<br />
<strong>di</strong>fferenziata per genere (Alesina, Ichino, 2007) o a quella<br />
riguardante l’introduzione <strong>di</strong> un quoziente familiare, per tener conto<br />
-nel prelievo fiscale- della numerosità dei componenti il nucleo<br />
familiare. Gli effetti stimati sulla domanda e offerta <strong>di</strong> lavoro<br />
femminile hanno segno e intensità più <strong>di</strong>sparati (Cavalli e Fiorio,<br />
2006Aassve, Pazienza e Rapallini, 2007).
POLITICHE FORMATIVE
85%<br />
60%<br />
< 10%<br />
12,5%
POLITICHE DEI REDDITI<br />
DIRIGISTICHE DI MERCATO<br />
ISTITUZIONALI
F<br />
L<br />
E<br />
S<br />
S<br />
I<br />
B<br />
I<br />
L<br />
I<br />
T<br />
A’<br />
Alta flessibilità/occ<br />
• Z<br />
Bassa sicurezza<br />
Bassa flessibilità<br />
Bassa sicurezza<br />
HU PO<br />
0.6 0.7<br />
CZ<br />
Spesa per <strong>di</strong>soccupazione in % PIL<br />
0.7<br />
SK<br />
IT<br />
S I C U R E Z Z A<br />
1<br />
0.5<br />
UK<br />
IE<br />
AT<br />
0.7<br />
1.3<br />
1.7<br />
EL 1.5<br />
ES<br />
PT<br />
BE<br />
FR DE<br />
SE DK<br />
FI<br />
NL<br />
Alta flessibilità/occ.<br />
Alta sicurezza<br />
Bassa flessibilità<br />
Alta sicurezza<br />
Fonte: Jorgensen & Madsen, 2007/Eurostat-OECD data<br />
3.5<br />
2.3 2.4<br />
2.5<br />
1.3<br />
2.0<br />
2.5<br />
1.7<br />
2.8
Olanda<br />
Spagna<br />
Danimarca<br />
Portogallo<br />
Belgio<br />
Irlanda<br />
Francia<br />
Italia<br />
Austria<br />
Finlan<strong>di</strong>a<br />
Regno Unito<br />
Germania<br />
Svezia<br />
Spesa pro-capite per <strong>di</strong>soccupazione e tasso <strong>di</strong> copertura (2006)<br />
Tasso <strong>di</strong> copertura<br />
Spesa (euro)<br />
0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000<br />
Fonte: Ns. elaborazione su dati OCSE (2008).<br />
3 gruppi <strong>di</strong> paesi:<br />
copertura quasi totale (Danimarca, Belgio, Austria, Irlanda, Finlan<strong>di</strong>a)<br />
copertura me<strong>di</strong>a (Germania, Regno Unito, Svezia, Francia, Olanda)<br />
copertura bassa (Spagna, Portogallo, Italia)<br />
38%<br />
29%<br />
85%<br />
17%<br />
81%<br />
69%<br />
44%<br />
19%<br />
88%<br />
84%<br />
62%<br />
64%<br />
58%
INTERVENTI<br />
messi in atto nei paesi europei<br />
a seguito della crisi che si è manifestata sul finire <strong>di</strong> questo decennio<br />
-Incentivi alla flessibilità dell’orario <strong>di</strong> lavoro (Ger, Fra, Ita)<br />
-Miglioramento dei servizi <strong>di</strong> impiego (Ger, Fra, Ita, Spa, RU)<br />
-Rafforzamento protezione sociale (Fra, Ita, RU)<br />
-Tagli nei costi del lavoro (Ger, Fra, Spa)<br />
-Intensificazione istruzione e formazione (Ger)<br />
-Sostegno al potere d’acquisto delle famiglie (Ger, Spa, Fra, Ita, RU)<br />
-Attenuazione dell’impatto della crisi finanziaria sugli in<strong>di</strong>vidui (Spa, Fra, Ita)<br />
Fonte: Carone, Koopman e Pichelmann, 2009
PIL<br />
Politiche dei red<strong>di</strong>ti<br />
Y.p = w.N + q.w.N quin<strong>di</strong> p = w.N/Y + q.w.N/Y<br />
TOTALE<br />
SALARI<br />
TOTALE<br />
PROFITTI<br />
Poichè N/Y è l’inverso della produttività del lavoro (= y)<br />
Si ha
Il grado <strong>di</strong> NEOCORPORATIVISMO del sistema <strong>di</strong> R.I.<br />
si misura attraverso tre parametri (Tarantelli)
LE QUOTE DISTRIBUTIVE<br />
Quota<br />
Red<strong>di</strong>to da<br />
Lavoro<br />
= 0.70<br />
= 70%<br />
Redd.<br />
Da K<br />
Y=w.N+ r.K 1= w.N+ r.K<br />
Y Y
La caduta della quota del lavoro in Italia e<br />
nei principali paesi avanzati (2005-1992)<br />
1,00<br />
-1,00<br />
-3,00<br />
-5,00<br />
-7,00<br />
-9,00<br />
-11,00<br />
-13,00<br />
Hungary<br />
-11,8<br />
Ireland<br />
Fonte: Oecd<br />
-10,8<br />
Finland<br />
-10,7 -10,4<br />
Norway<br />
Italy<br />
-9,8<br />
Spain<br />
-7,6<br />
Euro area<br />
-5,8<br />
Japan<br />
-5,2<br />
Germany<br />
-4,2<br />
Sweden<br />
-3,5<br />
United States<br />
-3,3 -3,3<br />
Netherlands<br />
France<br />
-2,5<br />
United Kingdom<br />
-2,0<br />
Belgium<br />
-1,8<br />
Denmark<br />
-0,7
Nel mondo: aumento della quota dei<br />
3,50<br />
3,00<br />
2,50<br />
2,00<br />
1,50<br />
1,00<br />
0,50<br />
0,00<br />
Denmark<br />
3,31<br />
United Kingdom<br />
profitti e crescita economica<br />
1,43<br />
Belgium<br />
1,34<br />
Fonte: Oecd, Eurostat.<br />
United States<br />
0,97<br />
Sweden<br />
0,86 0,85<br />
France<br />
Netherlands<br />
0,82<br />
Elasticità della crescita del Pil<br />
all'aumento<br />
della quota dei profitti (1992-2005)<br />
Ireland<br />
0,71<br />
Spain<br />
0,50<br />
Euro area<br />
0,39 0,36 0,35 0,33<br />
Finland<br />
Germany<br />
Hungary<br />
Norway<br />
0,29<br />
Japan<br />
0,26<br />
Italy<br />
0,15
RIFORMA DEL SISTEMA CONTRATTUALE<br />
accordo quadro firmato a gennaio (aprile accordo attuativo) 2009 da Confindustria CISL e UIL (non CGIL)
INTERVENTI<br />
messi in atto nei paesi europei<br />
a seguito della crisi che si è manifestata sul finire <strong>di</strong> questo decennio<br />
-Incentivi alla flessibilità dell’orario <strong>di</strong> lavoro (Ger, Fra, Ita)<br />
-Miglioramento dei servizi <strong>di</strong> impiego (Ger, Fra, Ita, Spa, RU)<br />
-Rafforzamento protezione sociale (Fra, Ita, RU)<br />
-Tagli nei costi del lavoro (Ger, Fra, Spa)<br />
-Intensificazione istruzione e formazione (Ger)<br />
-Sostegno al potere d’acquisto delle famiglie (Ger, Spa, Fra, Ita, RU)<br />
-Attenuazione dell’impatto della crisi finanziaria sugli in<strong>di</strong>vidui (Spa, Fra, Ita)<br />
Fonte: Carone, Koopman e Pichelmann, 2009
Quali prospettive per il futuro?<br />
Previsioni: occorrono circa 15 anni per tornare alla situa<br />
zione occupazionale pre-crisi<br />
Per accelerare il processo <strong>di</strong> ripresa nella crescita del red<strong>di</strong>to<br />
e dell’occupazione è necessario agire realizzando:<br />
-Più INVESTIMENTI , anche e soprattutto in R&S e in formazione<br />
-più POLITICHE DEL LAVORO (soprattutto nei confronti dei<br />
giovani, delle donne, degli immigrati)<br />
-maggior coinvolgimento delle PARTI SOCIALI nei processi<br />
decisionali che riguardano la produzione e<br />
la <strong>di</strong>stribuzione del red<strong>di</strong>to